Anteprima iCEA - Manuale delle diagnosi infermieristiche

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Indice generale

SEZIONE 1 Il focus dell’assistenza infermieristica 1 Capitolo 1 Il perché e il come della diagnosi infermieristica 3 Capitolo 2 Come comunicare per prevenire gli eventi sfavorevoli 13 Capitolo 3 11 passi per pianificare l’assistenza 19 SEZIONE 2 Manuale delle diagnosi infermieristiche 25 Parte 1 Diagnosi infermieristiche relative alla persona 27 Afflizione cronica 27 Allattamento al seno inefficace 32 Rischio di allattamento al seno inefficace 38 Allattamento al seno interrotto 39 Produzione di latte materno insufficiente 40 Ansia 41 Ansia di morte 50 Autogestione del linfedema inefficace 55 Rischio di autogestione del linfedema inefficace 57 Autogestione della salute inefficace 58 Autonegligenza 66 Benessere compromesso 67 Dolore acuto 71 Dolore cronico 80 Sindrome del dolore cronico 81 Dolore da parto 84 Nausea 86
XVI Indice generale ISBN 978-88-08-78008-9 Campo di energia squilibrato 89 Coinvolgimento in attività diversive ridotto 93 Comportamenti di mantenimento della salute inefficaci 97 Comportamento di salute rischioso 101 Comportamento disorganizzato del bambino nel primo anno di vita 107 Rischio di comportamento disorganizzato del bambino nel primo anno di vita 108 Comunicazione compromessa 109 Comunicazione verbale compromessa 114 Conflitto decisionale 117 Processo decisionale autonomo compromesso 123 Rischio di processo decisionale autonomo compromesso 124 Confusione mentale acuta 124 Rischio di confusione mentale acuta 125 Confusione mentale cronica 126 Conoscenza insufficiente 135 Contaminazione 136 Rischio di contaminazione 137 Continenza fecale compromessa 138 Coping inefficace 142 Coping difensivo 151 Controllo degli impulsi inefficace 152 Negazione inefficace 153 Controllo emozionale labile 156 Regolazione dell’umore compromessa 159 Crescita e sviluppo ritardati 160 Rischio di sviluppo ritardato 164 Rischio di crescita sproporzionata 165 Sviluppo ritardato del bambino 165 Rischio di sviluppo ritardato del bambino 167 Sviluppo motorio ritardato del bambino nel primo anno di vita 168 Rischio di sviluppo motorio ritardato del bambino nel primo anno di vita 169 Incapacità di sviluppo della persona adulta 171 Diarrea 172 Disriflessia 177 Rischio di disriflessia 181 Disturbo dei processi di pensiero 183 Disturbo del concetto di sé* 184 Disturbo dell’immagine corporea 188 Disturbo dell’identità personale 193 Rischio di disturbo dell’identità personale 194 Autostima cronicamente scarsa 194 Rischio di autostima cronicamente scarsa 197 Autostima situazionale scarsa 198 Rischio di autostima situazionale scarsa 201 Eliminazione urinaria compromessa 203 Enuresi legata allo sviluppo 206
ISBN 978-88-08-78008-9 Indice generale XVII Incontinenza urinaria associata a disabilità 211 Incontinenza urinaria mista 212 Incontinenza urinaria da sforzo 213 Incontinenza urinaria da urgenza 216 Rischio di incontinenza urinaria da urgenza 221 Ritenzione urinaria 222 Rischio di ritenzione urinaria 223 Eminegligenza 224 Fatigue 227 Gittata cardiaca ridotta 232 Rischio di gittata cardiaca ridotta 234 Guarigione chirurgica ritardata 234 Rischio di guarigione chirurgica ritardata 235 Interazioni sociali compromesse 239 Iperbilirubinemia neonatale 244 Rischio di iperbilirubinemia neonatale 245 Isolamento sociale 246 Lutto 247 Lutto anticipatorio 252 Lutto complicato 256 Rischio di lutto complicato 258 Lutto disadattivo 259 Rischio di lutto disadattivo 260 Mancanza di speranza 261 Memoria compromessa 268 Mobilità compromessa 272 Mobilità compromessa nel letto 278 Mobilità compromessa con la sedia a rotelle 279 Capacità di trasferimento compromessa 281 Deambulazione compromessa 282 Posizione eretta compromessa 283 Posizione seduta compromessa 284 Modello di sessualità inefficace 285 Disfunzione sessuale 291 Modello di sonno disturbato 292 Insonnia 299 Privazione di sonno 301 Motilità gastrointestinale disfunzionale 302 Rischio di motilità gastrointestinale disfunzionale 303 Nutrizione squilibrata: inferiore al fabbisogno metabolico 303 Comportamenti alimentari inefficaci dell’adolescente 315 Comportamenti alimentari inefficaci del bambino 316 Comportamenti di alimentazione del lattante inefficaci 318 Deglutizione compromessa 319 Dentizione compromessa 325 Riflesso suzione-deglutizione inefficace del lattante 326
XVIII Indice generale ISBN 978-88-08-78008-9 Obesità 329 Sovrappeso 336 Rischio di sovrappeso 339 Partecipazione attiva compromessa 344 Rischio di partecipazione attiva compromessa 349 Paura 349 Perfusione tissutale inefficace 353 Rischio di perfusione tissutale cardiaca ridotta 353 Rischio di perfusione tissutale cerebrale inefficace 354 Perfusione tissutale periferica inefficace 355 Rischio di perfusione tissutale periferica inefficace 359 Rischio di disfunzione neurovascolare periferica 360 Pianificazione delle attività inefficace 360 Rischio di pianificazione delle attività inefficace 361 Prestazioni di ruolo inefficaci 362 Processo della gravidanza e della maternità inefficace 363 Rischio di processo della gravidanza e della maternità inefficace 365 Protezione inefficace 365 Rischio di lesione corneale 367 Rischio di secchezza oculare 367 Autogestione della secchezza oculare inefficace 370 Rischio di secchezza delle fauci 372 Integrità tissutale compromessa 374 Rischio di integrità tissutale compromessa 375 Lesione da pressione nell’adulto correlata agli effetti della pressione, della forza di taglio, della frizione e della macerazione 376 Rischio di lesione da pressione nell’adulto 380 Lesione da pressione nel bambino 385 Rischio di lesione da pressione nel bambino 386 Lesione da pressione nel neonato 388 Rischio di lesione da pressione nel neonato 389 Integrità cutanea compromessa 390 Rischio di integrità cutanea compromessa 391 Integrità della mucosa orale compromessa 394 Rischio di integrità della mucosa orale compromessa correlato a inadeguata igiene orale o a incapacità di provvedere all’igiene orale 398 Relazione inefficace 402 Rischio di relazione inefficace 403 Resilienza compromessa 403 Rischio di resilienza compromessa 404 Rischio di autolesionismo 405 Automutilazione 410 Rischio di automutilazione 411 Rischio di comportamento suicidario 414 Rischio di degrado della dignità umana 421 Rischio di disturbo della diade madre-feto 424 Rischio di funzionalità epatica compromessa 425

Rischio di lesione correlato a inadeguata consapevolezza dei rischi

Rischio di lesione correlato a inadeguata consapevolezza dei rischi ambientali

ISBN 978-88-08-78008-9 Indice generale XIX Rischio di funzionalità respiratoria inefficace 426 Liberazione delle vie aeree inefficace 429 Modello di respirazione inefficace 433 Scambi gassosi compromessi 436 Ventilazione spontanea compromessa 437
438
dell’adulto
ventilatore disfunzionale 439 Rischio di funzione cardiovascolare compromessa 440 Rischio di glicemia instabile 441 Rischio di infezione 442 Rischio di infezione del sito chirurgico 451 Rischio di lesione 454
Risposta allo svezzamento dal ventilatore disfunzionale
Risposta
allo svezzamento dal
460
ambientali
secondaria all’età di sviluppo 467 Rischio di lesione correlato a vertigini secondarie a ipotensione ortostatica 469 Rischio di aspirazione 471 Rischio di avvelenamento 476 Rischio di cadute dell’adulto 476 Rischio di cadute del bambino 482 Rischio di infortunio sul lavoro 484 Rischio di lesione corneale 484 Rischio di lesione da posizionamento perioperatorio 485 Lesione del complesso areola-capezzolo 491 Rischio di lesione del complesso areola-capezzolo 492 Rischio di lesione del tratto urinario 493 Rischio di lesione termica 495 Rischio di soffocamento 496 Rischio di trauma fisico 497 Rischio di morte improvvisa infantile 498 Rischio di mutilazione genitale femminile 502 Rischio di pressione arteriosa instabile 505 Rischio di processo migratorio complicato 506 Rischio di reazione allergica 513 Rischio di reazione allergica al lattice 518 Rischio di reazione avversa al mezzo di contrasto iodato 521 Rischio di sanguinamento 525 Rischio di shock 526 Rischio di sindrome da immobilizzazione 527 Rischio di sindrome metabolica 532 Rischio di solitudine 533 Rischio di squilibrio elettrolitico 536 Rischio di tentativo di allontanamento 536 Rischio di trasmissione di infezioni* 539 Rischio di trauma vascolare correlato all’infusione di farmaci vescicanti 541 Rischio di trombosi 545
XX Indice generale ISBN 978-88-08-78008-9 Rischio di violenza rivolta ad altri 546 Rischio di violenza rivolta a se stessi 553 Senso di impotenza 553 Rischio di senso di impotenza 557 Sindrome da astinenza acuta da sostanze 558 Rischio di sindrome da astinenza acuta da sostanze 559 Sindrome da astinenza neonatale 560 Sindrome da deficit nella cura di sé 561 Deficit nella cura di sé: alimentazione 565 Deficit nella cura di sé: bagno 568 Deficit nella cura di sé: strumentale 571 Deficit nella cura di sé: uso del gabinetto 573 Deficit nella cura di sé: vestirsi 576 Sindrome da stress da trasferimento 578 Rischio di sindrome da stress da trasferimento 583 Sindrome dell’anziano fragile 584 Rischio di sindrome dell’anziano fragile 590 Sindrome post-traumatica 591 Rischio di sindrome post-traumatica 594 Sindrome da trauma da stupro (Sindrome da trauma da violenza sessuale) 595 Sofferenza morale 601 Rischio di sofferenza morale 605 Sofferenza spirituale 607 Rischio di sofferenza spirituale 613 Religiosità compromessa 614 Rischio di religiosità compromessa 617 Sovraccarico psicofisico da stress 618 Stile di vita sedentario 621 Stipsi 626 Rischio di stipsi 633 Stipsi funzionale cronica correlata agli effetti dell’immobilità sulla peristalsi 634 Rischio di stipsi funzionale cronica 635 Stipsi percepita 636 Tensione nel ruolo di caregiver 638 Rischio di tensione nel ruolo di caregiver 643 Termoregolazione inefficace 646 Rischio di termoregolazione inefficace 649 Ipertermia 650 Ipotermia 652 Rischio di ipotermia 654 Ipotermia neonatale 655 Rischio di ipotermia neonatale 658 Rischio di ipotermia perioperatoria 659 Tolleranza all’attività ridotta 660 Rischio di tolleranza all’attività ridotta 665

Parte 2

infermieristiche di promozione della salute e di benessere

l’alfabetizzazione sulla salute

Disponibilità a migliorare l’allattamento al seno

Disponibilità a migliorare l’autogestione della salute

a migliorare il benessere

Disponibilità a migliorare il benessere spirituale

Disponibilità a migliorare il coinvolgimento nell’esercizio fisico 739

Disponibilità a migliorare i comportamenti di gestione della casa 740

Disponibilità a migliorare il comportamento organizzato del bambino nel primo anno di vita 740

Disponibilità a migliorare la comunicazione 743

Disponibilità a migliorare il concetto di sé 744

Disponibilità a migliorare migliorare la conoscenza (specificare) 744

Disponibilità a migliorare il coping 745

Disponibilità a migliorare il coping della comunità 746

Disponibilità a migliorare il coping della famiglia 749

Disponibilità a migliorare la cura di sé

Disponibilità a migliorare il lutto

750

ISBN 978-88-08-78008-9 Indice generale XXI Volume di liquidi insufficiente 665 Rischio di volume di liquidi insufficiente 671 Volume di liquidi eccessivo 672 Rischio di volume di liquidi squilibrato 677 Wandering 678
Diagnosi infermieristiche relative a famiglia/convivenza 683 Autogestione della salute inefficace della famiglia 683 Comportamenti
gestione
inefficaci 684 Rischio di comportamenti di gestione della casa inefficaci 688 Coping inadeguato della famiglia 689 Coping indebolito della famiglia 693 Processi familiari disfunzionali 695 Processi familiari interrotti 699 Ruolo genitoriale compromesso 702 Rischio di ruolo genitoriale compromesso 707 Rischio di attaccamento compromesso 712 Conflitto in rapporto al ruolo genitoriale 716 Sindrome da disturbo dell’identità familiare 718 Rischio di sindrome da disturbo dell’identità familiare 720 Parte
Diagnosi infermieristiche di comunità 721 Contaminazione della comunità 721 Coping inefficace della comunità 721 Gestione della salute inefficace della comunità 725 Salute insufficiente della comunità 730
Diagnosi
731
734
735
di
della casa
3
Parte 4
Disponibilità a migliorare
737
735 Disponibilità
738
750

Disponibilità a migliorare il processo della gravidanza e della maternità

Rischio di complicanze di disfunzione neurologica e/o sensoriale

Rischio di complicanze di astinenza da alcol

Rischio di complicanze di crisi convulsive

Rischio di complicanze di ipertensione intracranica 807

Rischio di complicanze di disfunzione gastrointestinale e/o epatica e/o biliare 812

Rischio di complicanze di disfunzione epatica 813

Rischio di complicanze di emorragia gastrointestinale 816

Rischio di complicanze di ileo paralitico 819

Rischio di complicanze di disfunzione muscoloscheletrica 821

Rischio di complicanze di sindrome compartimentale 822

Rischio di complicanze di effetti avversi della terapia farmacologica 825

Rischio di complicanze di effetti avversi della terapia con farmaci anticoagulanti 825

XXII Indice generale ISBN 978-88-08-78008-9
751
752
Disponibilità a migliorare la nutrizione
Disponibilità a migliorare i processi familiari
754
Disponibilità a migliorare il processo decisionale (decision making)
755
Disponibilità a migliorare il processo decisionale autonomo
756 Disponibilità
756 Disponibilità
757 Disponibilità
758
759
760
sonno 760 Disponibilità
aumentare la speranza 761 SEZIONE 3 Manuale dei problemi collaborativi 763 Rischio di complicanze di disfunzione cardiaca e/o vascolare 766 Rischio di complicanze di aritmie 767 Rischio di complicanze di emorragia 768 Rischio di complicanze di insufficienza cardiaca 771 Rischio di complicanze di ipovolemia 774 Rischio di complicanze di riduzione della gittata cardiaca 776 Rischio di complicanze di trombosi venosa profonda/embolia polmonare 777 Rischio di complicanze di disfunzione respiratoria 780 Rischio di complicanze di atelectasia e polmonite 781 Rischio di complicanze di ipossiemia 783 Rischio di complicanze di disfunzione metabolica e/o immunitaria e/o ematopoietica 785 Rischio di complicanze di ipoglicemia/iperglicemia 786 Rischio
789
792 Rischio
793 Rischio
795
798
a sviluppare il proprio potenziale
a migliorare la relazione
a migliorare la religiosità
Disponibilità a migliorare la resilienza
Disponibilità a migliorare il ruolo genitoriale
Disponibilità a migliorare il
ad
di complicanze di reazione allergica
Rischio di complicanze di disfunzione renale e/o urinaria
di complicanze di calcolosi renale
di complicanze di insufficienza renale
Rischio di complicanze di ritenzione urinaria acuta
800
801
804
ISBN 978-88-08-78008-9 Indice generale XXIII SEZIONE 4 Raggruppamenti diagnostici 831 Parte 1 Condizioni mediche 833 Malattie cardiovascolari/ematologiche/vascolari periferiche 833 Condizioni cardiache 833 Angina pectoris 833 Endocardite, pericardite (reumatica o infettiva) 834 Insufficienza cardiaca 834 Sindrome coronarica acuta (infarto miocardico, non complicato) 834 Malattie ematologiche 835 Anemia aplastica 835 Anemia cronica 835 Anemia perniciosa 836 Policitemia vera 836 Malattie vascolari periferiche 836 Ipertensione 836 Malattia di raynaud 837 Patologie delle arterie periferiche 837 Trombosi venosa profonda 837 Ulcere da stasi venosa (sindrome postflebitica) 838 Vene varicose 838 Malattie del sistema respiratorio 838 Broncopneumopatia cronica ostruttiva (enfisema, bronchite) 838 Embolia polmonare 839 Polmonite 839 Sindrome da distress cardiorepiratorio dell’adulto 839 Versamento pleurico 840 Malattie endocrine e metaboliche 840 Cirrosi 840 Diabete mellito 841 Epatite (virale) 842 Iperaldosteronismo primario 842 Ipertiroidismo (tireotossicosi, morbo di Graves) 842 Ipotiroidismo (mixedema) 843 Obesità 843 Pancreatiti 843 Sindrome di Addison 844 Sindrome di Cushing 844 Malattie dell’apparato digerente 845 Emorroidi/ragade anale (non di interesse chirurgico) 845 Gastroenterite/enterocolite 845 Malattie
iatale) 845 Malattie infiammatorie
di Crohn,
ulcerosa) 845 Ulcera peptica 846 Malattie del tratto renale/urinario 846 Infezioni del tratto urinario
glomerulonefrite) 846 Insufficienza renale acuta 847 Insufficienza renale cronica 847
esofagee (esofagite, ernia
dell’intestino (malattia
colite
(cistite, pielonefrite,

Malattie del sistema nervoso (degenerativa, demielinizzante, infiammatoria, miastenia grave, sclerosi multipla, distrofia muscolare, morbo di Parkinson, sindrome di Guillain-Barré, sclerosi laterale amiotrofica)

(malattia di Alzheimer, malattia di Huntington)

Malattie oftalmiche (cataratta, distacco di

glaucoma, infiammazioni)

cutanee (impetigine, herpes zoster, micosi cutanee)

XXIV Indice generale ISBN 978-88-08-78008-9 Urolitiasi (calcoli renali) 848 Vescica neurogena 848 Malattie neurologiche 848 Accidente cerebrovascolare
848 Tumore cerebrale 849
(infarto cerebrale)
850 Demenza
851 Malattie
851 Epilessia 851 Lesione del midollo spinale 852 Persona incosciente 853 Malattie
853
853 Disturbi otici
mastoidite, trauma) 854 Malattie
854 Infezioni
854 Lesioni da pressione 854 Lesioni termiche (ustioni, ipotermia grave) 855 Malattie dermatologiche
psoriasi, eczema) 856 Malattie muscoloscheletriche e del tessuto connettivo 856 Frattura della mandibola 856 Fratture 857 Lombalgia 857 Osteoporosi 857 Poliartropatie infiammatorie 858 Malattie infettive e del sistema immunitario 858 Infezioni/malattie a trasmissione sessuale 858 Lupus eritematoso (sistemico) 859 Meningite/encefalite 859 Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) (adulto) 860 Neoplasie 860 Cancro 860 Cancro colorettale 862 Parte 2 Interventi chirurgici 863 Chirurgia generale 863 Amputazione (arto inferiore) 864 Artroplastica totale (sostituzione di anca, ginocchio o spalla) 865 Chirurgia anoretttale 865 Chirurgia cranica 866 Chirurgia della mammella
mastectomia) 866
timpanica) 867 Chirurgia oftalmica 867 Chirurgia toracica 868
convulsive
sensoriali
retina,
(infezioni,
della cute e del tessuto cutaneo
(dermatite,
(lumpectomia,
Chirurgia dell’orecchio (stapedectomia, timpanoplastica, miringotomia, mastoidectomia

Innesto di bypass arterioso nell’arto inferiore (aortico, iliaco, femorale, popliteo)

di bypass coronarico (CABG)

(vaginale, addominale)

Resezione transuretrale [prostata (ipertrofia benigna o cancro), tumore della vescica]

Svuotamento laterocervicale (laringectomia)

di cornea (cheratoplastica penetrante)

(periodo prenatale) (generale)

extrauterina (gravidanza ectopica)

Emorragia uterina in gravidanza (placenta previa, distacco prematuro della placenta, rottura dell’utero, lesioni non maligne, mola idatiforme) 879

Parto (periodo intrapartum) (generale)

Periodo postpartum

Periodo postpartum (generale)

Aborto spontaneo

(allattamento)

del feto o del neonato 881

Malattie concomitanti [cardiopatia (in gravidanza, periodo postpartum), diabete (in gravidanza, periodo postpartum)] 882

Cardiopatia (gravidanza, postpartum) 882

Diabete (gravidanza) 882

Diabete (periodo postpartum) 882 Endometriosi 883 Malattie infiammatorie della pelvi

Parte 4 Condizioni neonatali

prematuro

Neonato, postmaturo, piccolo per l’età gestazionale, grande per l’età gestazionale 885

ISBN 978-88-08-78008-9 Indice generale XXV Colecistectomia 868 Colostomia 868 Dilatazione e curettage 869 Endoarterectomia carotidea 869 Enucleazione 870 Estrazione
870 Frattura
870 Ileostomia 871
della cataratta
dell’anca e del femore
871 Innesto
872 Isterectomia
872 Laminectomia 872 Nefrectomia 873
873
874 Taglio
874 Tonsillectomia 874 Trapianto
874 Trapianto renale 875 Urostomia 875 Vulvectomia radicale 876 Parte 3 Condizioni ostetrico-ginecologiche 877 Gravidanza
877 Aborto,
877 Gravidanza
878 Iperemesi
878 Ipertensione gestazionale 878 Gravidanza
879
cesareo
indotto
gravidica
nell’adolescente
880
880
880
881 Mastite
881 Morte
883
884
884
Neonato, normale
Neonato,
884

(incompatibilità Rh, incompatibilità AB0)

Disturbi dello sviluppo/esigenze correlate a malattia cronica [disabilità permanente, molteplici handicap, disabilità nello sviluppo (mentale/fisica), malattie che minacciano la vita]

Abuso del bambino (sindrome da maltrattamento del bambino, trascuratezza in

di Legg-Calvé-Perthes (osteonecrosi)

Malattie glomerulari (glomerulonefrite: acuta, cronica; sindrome nefrotica: congenita, secondaria, idiopatica)

XXVI Indice generale ISBN 978-88-08-78008-9 Neonato
alto rischio 885 Famiglia
neonato
alto rischio 886 Iperbilirubinemia
886 Neonato
congenita 886 Neonato con meningomielocele 886
madre diabetica 887 Neonato di madre tossicodipendente 887 Sepsi 887 Sindrome da distress respiratorio 888 Parte
dell’infanzia
889
ad
di
ad
con cardiopatia
Neonato di
5 Disturbi
o dell’adolescenza
889
890 Anemia a cellule falciformi 890 Ansia/fobia della scuola 890 Artrite reumatoide (giovanile) 891 Asma 891 Avvelenamento 891 Cardiopatia congenita 892 Deficit dell’attenzione 892 Disabilità mentali 892 Dismenorrea 892 Distrofia muscolare 893 Disturbo dello sviluppo
organico) 893 Emofilia 894 Epilessia 894 Febbre reumatica 894 Fibrosi cistica 894 Idrocefalo 895 Infezione delle vie aeree (inferiori) 895 Leucemia 895 Malattia celiaca 896 Malattie contagiose 896 Malattia
897
relazione al bambino)
(non
897 Malattie
898 Meningite (batterica) 898 Meningomielocele 898 Mononucleosi infettiva
899 Obesità 899 Osteomielite 899 Paralisi cerebrale 900
parassitarie
(adolescente)
ISBN 978-88-08-78008-9 Indice generale XXVII Pediculosi 900 Schisi del labbro e del palato 900 Scoliosi 901 Sindrome da immunodeficienza acquisita (bambino) 901 Sindrome di Reye 901 Sindrome di Down 902 Tonsillite 902 Trauma cranico 903 Tumore di Wilms 903 Parte 6 Disturbi mentali 904 Alcolismo 904 Anoressia nervosa 905 Disordini affettivi (depressione) 905 Disturbi
difficoltà di apprendimento) 906 Disturbi
da stress traumatico,
di
906 Disturbi di personalità 906 Disturbi somatoformi (somatizzazione, ipocondria, reazioni di conversione) 907 Disturbo bipolare (mania) 907 Disturbo ossessivo compulsivo 907 Disturbo paranoide 907 Schizofrenia 908 Parte 7 Procedure diagnostiche e terapeutiche 909 Angioplastia (percutanea, transluminale, coronarica, periferica) 909 Apparecchio gessato 909 Catetere di Hickman 910 Catetere venoso centrale a lunga permanenza 910 Cateterismo cardiaco 910 Chemioterapia 911 Dialisi peritoneale 911 Emodialisi 912 Impianto di pacemaker cardiaco 912 Monitoraggio elettronico del feto (interno) 913 Monitoraggio emodinamico 913 Nutrizione parenterale 913 Nutrizione parenterale totale 914 Radioterapia (esterna) 914 Shunt arterovenoso esterno 915 Terapia anticoagulante 915 Terapia con corticosteroidi 915 Terapia elettroconvulsivante 916 Tracheostomia 916 Ventilazione meccanica 917
comportamentali del bambino (sindrome da deficit dell’attenzione,
di ansia e disturbi di adattamento (fobie, stati di ansia, disordini
reazioni
adattamento)

Appendice A Condizioni che richiedono assistenza infermieristica

Diagnosi infermieristiche raggruppate secondo i modelli funzionali della salute di Gordon

Appendice B Raccolta dati infermieristica all’ammissione

Appendice C Strategie per promuovere il coinvolgimento degli assistiti e dei familiari per migliorare la salute

Appendice D Strumenti per la valutazione dei rischi relativi alla prevenzione delle condizioni acquisibili in ospedale

XXVIII Indice generale ISBN 978-88-08-78008-9
919 Problemi collaborativi 926
919
927
929
939 Bibliografia 945 Indice analitico 997

Prefazione

Diversi studenti in formazione, infermieri e anche alcuni docenti mettono in dubbio l’utilità delle diagnosi infermieristiche. Sfortunatamente, le diagnosi infermieristiche sono ancora collegate alla pianificazione dell’assistenza standard. È ora di separare questi gemelli siamesi in modo che entrambi possano funzionare separatamente. Le diagnosi infermieristiche definiscono la scienza e l’arte dell’assistenza infermieristica e sono altrettanto importanti, per gli infermieri e per la professione infermieristica, quanto lo sono le diagnosi mediche per i medici. Le diagnosi infermieristiche servono per organizzare la conoscenza infermieristica nella letteratura, nella ricerca e nella mente dell’infermiere clinico. Non bisogna sottovalutare l’importanza di questa organizzazione. L’infermiere clinico esperto di diagnosi infermieristiche può ipotizzare diverse spiegazioni per la rabbia di una persona: paura, ansia, lutto, senso di impotenza o sofferenza spirituale. Senza queste conoscenze, la persona sarebbe semplicemente arrabbiata.

La pianificazione dell’assistenza, così come viene insegnata in ambito universitario, è ancora spesso un esercizio accademico più che una chiara stesura di indicazioni cliniche. Man mano che lo studente progredisce negli studi, i piani di assistenza didattici dovrebbero evolvere sempre più verso uno strumento clinicamente utile. Gli studenti dovrebbero utilizzare i piani di assistenza standard anziché limitarsi a scriverli. La copia senza fine da libri come questo non migliora né la conoscenza delle diagnosi infermieristiche né lo sviluppo del pensiero critico. Gli studenti dovrebbero iniziare utilizzando un piano di assistenza standard (elettronico o cartaceo) e quindi personalizzarlo in base ai dati specifici che raccolgono mentre si prendono cura della persona o della famiglia a cui stanno fornendo assistenza. Per esempio, ogni studente dovrebbe avere un piano di assistenza standard per una persona sottoposta a intervento chirurgico all’addome. Se la persona che lo studente sta assistendo ha anche il diabete, allora lo studente dovrebbe aggiungere il problema collaborativo Rischio di complicanze di ipoglicemia/iperglicemia, assieme ai relativi interventi di monitoraggio. Se un’altra persona, dopo un intervento chirurgico d’urgenza all’addome in seguito a un trauma automobilistico, avesse perso la moglie nell’incidente, lo studente dovrebbe integrare il piano di assistenza standard con la diagnosi infermieristica di Lutto. Ognuno deve fare la sua parte: infermieri docenti, dirigenti, amministratori e clinici. Il cambiamento è doveroso. L’assistenza infermieristica deve difendere il suo diritto

a determinare i propri standard di documentazione, esattamente come ha fatto la medicina. Se l’assistenza infermieristica continuerà a essere considerata come lo è stata finora, l’assistenza infermieristica come noi la vogliamo – quella di cui le persone assistite hanno bisogno – cesserà di esistere. Perché l’assistenza infermieristica continuerà a essere definita da ciò che facciamo e scriviamo e non da ciò che sappiamo. Questa sedicesima edizione del Manuale delle diagnosi Infermieristiche ha una nuova filosofia organizzativa e un nuovo formato. Ho sempre ritenuto che non tutte le diagnosi infermieristiche abbiano la stessa complessità; alcune non sono adatte per gli studenti alle prime armi, altre richiedono una preparazione specialistica avanzata. Con questa filosofia, nel testo sono evidenziati tre livelli di valutazione e di interventi:

Livello 1 – Valutazione mirata fondamentale

Livello 2 – Valutazione mirata estesa

Livello 3 – Valutazione mirata avanzata

Livello 1 – Interventi mirati fondamentali

Livello 2 – Interventi mirati estesi

Livello 3 – Interventi mirati avanzati

Per esempio, anche in una situazione clinica terribile, come in un caso di violenza sessuale, uno studente alle prime armi può fare riferimento agli interventi mirati fondamentali consultando il paragrafo:

LIVELLO 1 – INTERVENTI MIRATI FONDAMENTALI

• Chiedere alla persona: “Come posso aiutarla?”.

• Se si sospetta una violenza sessuale fare riferimento al protocollo della struttura (per es., attivazione del team dedicato ai casi di violenza sessuale).

• Cercare di migliorare il senso di controllo della persona assistita esprimendo compassione e fiducia (Hellman & Clark, 2014).

• Trasmettere alla persona assistita il dolore per l’aggressione avvenuta e dichiarare chiaramente di credere a quanto accaduto.

• Condividere il rammarico di dovere essere sottoposti alla visita medica.

• Chiarire all’assistita di non essere lei la responsabile dell’aggressione.

• Rinforzare che se ha dei rimpianti o se pensa di non essere stata attenta, la violenza sessuale non è giustificata.

• Spiegare che per ogni intervento verrà richiesto il consenso e che l’esame verrà interrotto in ogni momento in cui lei vorrà, così come è una sua scelta denunciare l’aggressione all’Autorità giudiziaria.

• Aiutare la persona assistita a ritrovare il senso di controllo trasmettendo fiducia nella sua capacità di riprendersi.

R: Poiché il reato ha tolto il controllo del corpo, è fondamentale restituire alla donna il suo valore di persona in ogni fase del percorso clinico e aiutarla a ritrovare il senso di sé.

Dagli obiettivi agli interventi mirati, il Manuale delle diagnosi infermieristiche si concentra sull’assistenza infermieristica. Presenta in modo sintetico e organizzato gli elementi rilevanti dell’assistenza infermieristica e, aspetto ancora più importante, permette agli infermieri, dagli studenti principianti ai professionisti esperti, di avere a disposizione interventi infermieristici empatici e basati sulle evidenze scientifiche.

Come infermiera con oltre 50 anni di attività e come nurse practitioner nelle Cure primarie da oltre 26 anni, porto con orgoglio la mia esperienza clinica nelle pagine di questo libro.

L’assistenza infermieristica è un privilegio con il profondo dovere di prendersi cura degli altri come se fossero i tuoi genitori, i tuoi fratelli, i tuoi figli, i tuoi nipoti o la persona che ami di più al mondo. È evidente che ignorare una persona, o negarle le opportunità che la nostra presenza in qualità di infermieri le offre, non solo non è fare del bene ma è anche una grave negligenza professionale.

Sii consapevole del potere della tua presenza e del tuo tocco.

Lynda Juall Carpenito, APN

VIII Prefazione ISBN 978-88-08-78008-9

COME ACCEDERE ALLE RISORSE ONLINE

Questo volume è accompagnato da risorse online, che comprendono l’Appendice B, Modulo per la raccolta dati infermieristici all’ammissione e la versione ebook dell’opera.

Per accedere a queste risorse è necessario utilizzare il codice univoco OTP (One-Time Password), stampato in fondo al riquadro che si trova dietro la copertina di questo volume.

Per prima cosa, occorre registrarsi sul sito MyZanichelli (my.zanichelli.it) scegliendo il profilo opportuno. Una volta in MyZanichelli, è necessario inserire nella specifica casella il codice di attivazione stampato in fondo al riquadro che si trova dietro la copertina di questo volume e fare clic sul pulsante ATTIVA. Da questo momento sarà possibile accedere alle risorse digitali collegate a questo manuale per un periodo di 24 mesi. Il codice di attivazione può essere usato una sola volta.

Versione ebook del testo

La versione ebook del testo è disponibile direttamente sul sito MyZanichelli (my.zanichelli.it).

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Appendice B

Una volta attivate su MyZanichelli le risorse online di questo manuale, con le proprie credenziali sarà anche possibile accedere al sito www.testtube.it/scienzeinfermieristiche e alla relativa pagina dedicata a quest’opera, da cui è possibile scaricare la versione PDF dell’Appendice B che fornisce un esempio di modulo per la raccolta dati infermieristica all’ammissione.

ISBN 978-88-08-78008-9 Prefazione IX

NOTA

Le diagnosi infermieristiche NANDA-I sono tratte dal testo: Herdman, T.H.. Kamitsuru, S., Takáo Lopez, C., (a cura di) (2021), NANDA International, Diagnosi Infermieristiche: Definizioni e Classificazione 2021-2023. Milano: CEA, Casa Editrice Ambrosiana.

Copyright © 2021 C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana

Copyright © 2021 NANDA International Inc.

Riproduzione autorizzata da iCEA

Per un utilizzo corretto e consapevole delle diagnosi infermieristiche NANDA-I si raccomanda di fare riferimento alle definizioni e agli indicatori diagnostici riportati nel testo ufficiale.

I risultati di salute NOC sono tratti dal testo: Moorhead S., Swanson E., Johnson M., Maas M. (2020). Classificazione NOC dei risultati infermieristici, terza edizione italiana sulla sesta edizione in lingua inglese. Milano: CEA, Casa Editrice Ambrosiana.

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Gli interventi infermieristici NIC sono tratti dal testo: Butcher H., Bulechek G.M., Dochterman J.M., Wagner C.M. (2020). Classificazione NIC degli interventi infermieristici, terza edizione italiana sulla settima edizione in lingua inglese. Milano: CEA, Casa Editrice Ambrosiana.

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Presentazione dell’ottava edizione italiana

In questa ottava edizione italiana del Manuale delle diagnosi infermieristiche continua l’impegno dell’Autore a seguire nel tempo l’evoluzione del linguaggio e delle condizioni di interesse delle Scienze infermieristiche, riflettendo il costante impegno della professione infermieristica nel fornire un contributo indispensabile alla salute globale.

Il Manuale presenta le diagnosi infermieristiche approvate per l’edizione 2021-2023 della tassonomia NANDA-I, a meno di alcune modifiche introdotte dall’Autore, e gli interventi sostenuti dalle attuali evidenze scientifiche.

Per indicare il livello di expertise richiesto per fornire assistenza infermieristica, le valutazioni e gli interventi sono ora presentati indicando se fondamentali (livello 1), estesi (livello 2) o avanzati (livello 3).

Un supporto rilevante agli utenti del Manuale è dato dagli inserti intitolati Nota dall’Autore che contengono i concetti utili per porre correttamente le diverse diagnosi, le indicazioni per differenziarle dalle diagnosi affini e le considerazioni per promuovere un’assistenza più sensibile ai bisogni delle persone.

Considerevole attenzione è da dedicare alla lettura degli Appunti di Carpenito in cui vengono approfonditi gli aspetti per agevolare la comprensione delle diagnosi.

Particolarmente significativo è altresì l’apporto fornito dalle Criticità cliniche che sottolineano le condizioni cruciali e precipue da prendere in considerazione per formulare le varie diagnosi infermieristiche.

Infine, per favorire l’applicazione del processo di assistenza infermieristica, ogni diagnosi infermieristica riporta il collegamento con la classificazione NOC dei risultati di salute e con la classificazione NIC degli interventi infermieristici.

Oltre alla tipica presentazione dei problemi collaborativi nella Sezione 3, nel Manuale assumono un decisivo rilievo, in un momento che vede coinvolto il Paese nella Riforma dell’organizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale, la Parte 2, Diagnosi infermieristiche relative a famiglia/convivenza, la Parte 3, Diagnosi infermieristiche di comunità , e la Parte 4, Diagnosi infermieristiche di promozione della salute e di benessere, nella Sezione 2, e l’Appendice C, Strategie per promuovere il coinvolgimento degli assistiti e dei familiari per migliorare la salute.

La descrizione precisa dei problemi assistenziali delle persone assistite, delle famiglie e delle comunità è un prerequisito indispensabile per garantire un’assistenza di qualità e in tal senso l’ottava edizione italiana del Manuale delle diagnosi infermieristiche è una preziosa risorsa formativa e informativa per gli studenti infermieri e per i professionisti infermieri.

Buona lettura!

XII Presentazione dell’ottava edizione italiana ISBN 978-88-08-78008-9

SEZIONE 1

Il focus dell’assistenza infermieristica

Capitolo 1. Il perché e il come della diagnosi infermieristica

Capitolo 2. Come comunicare per prevenire gli eventi sfavorevoli

Capitolo 3. 11 passi per pianificare l’assistenza

Capitolo 1

Il perché e il come della diagnosi infermieristica

Le attività di classificazione delle diagnosi infermieristiche di NANDA-I (North American Nursing Diagnosis Association prima del 2002) sono state determinanti per la definizione del corpo di conoscenze esclusivo delle scienze infermieristiche.

Prima dell’avvento delle diagnosi infermieristiche, gli infermieri venivano identificati da ciò che facevano e non da quello che sapevano. Gli infermieri erano considerati come gli assistenti dei medici, non come professionisti che fornivano un contributo proprio alla salute. L’assistenza infermieristica era in subordine alla diagnosi medica o all’intervento chirurgico e NON delineata in ragione della persona che era stata colta da una malattia o che era stata sottoposta a un intervento chirurgico.

La terminologia coniata da NANDA-I contribuisce a definire la responsabilità dell’assistenza infermieristica e a differenziare la professione infermieristica dalle altre professioni sanitarie, oltre a essere utilizzabile sia per la comunicazione verbale sia per la documentazione scritta o informatizzata.

Il sistema di classificazione di NANDA-I:

• stimola gli infermieri a produrre nuova conoscenza;

• facilita la strutturazione dei sistemi di remunerazione;

• fornisce un quadro concettuale per la formazione;

• permette di disporre di dati utili per la ricerca e per la misurazione della qualità dell’assistenza;

• fornisce un linguaggio omogeneo per la produzione della letteratura infermieristica;

• chiarisce il significato di assistenza infermieristica come arte e scienza alla società e agli infermieri;

• contribuisce a definire gli standard di cui gli infermieri sono responsabili.

In Appendice A è riportato l’elenco delle diagnosi infermieristiche raggruppate in base ai Modelli funzionali della salute.

Le diagnosi infermieristiche influiscono positivamente sullo sviluppo della professione infermieristica, ma la loro integrazione nella pratica assistenziale non è scevra da problemi. Purtroppo, infatti, la disinformazione relativa alle diagnosi infermieristiche ne alimenta il rifiuto da parte sia degli studenti sia degli infermieri. Diversi sono in tal senso i miti da sfatare.

Mito: Gli studenti e gli infermieri devono imparare tutte le diagnosi infermieristiche.

Realtà: Mentre si scorre l’elenco delle diagnosi infermieristiche, si può pensare: “Non so cosa significhi questa diagnosi” oppure “Non userei mai questa diagnosi!”. L’elenco delle diagnosi infermieristiche rappresenta una varietà di risposte, alcune gestibili dagli studenti, altre dagli infermieri principianti, altre ancora dagli infermieri specialistici o esperti.

Mito: Tutte le diagnosi infermieristiche che vengono formulate devono essere scritte ex novo nel piano di assistenza

Realtà: I piani di assistenza hanno la funzione di indicare agli infermieri che si susseguono nell’assistenza gli interventi che devono essere effettuati sulla persona assistita. Negli ospedali per acuti, l’assistenza infermieristica può essere parzialmente prevista in ragione della diagnosi medica di ricovero o dell’intervento chirurgico che è stato programmato. In questi casi possono essere adottati i cosiddetti piani di assistenza standard. Si tratta di piani di assistenza già prestampati o informatizzati che riportano le diagnosi infermieristiche tipicamente riscontrabili, evitando così all’infermiere di scrivere ripetutamente gli aspetti ricorrenti.

Proprio perché riportano le diagnosi infermieristiche che tipicamente si riscontrano in presenza di una determinata condizione medica o chirurgica di una persona assistita, con i relativi obiettivi e interventi, i piani di assistenza standard costituiscono degli standard minimi, cioè indicano l’assistenza che deve essere sempre garantita in caso di determinate condizioni cliniche. Se i piani di assistenza standard sono consultati dagli studenti e dagli infermieri principianti, spesso, invece, gli infermieri esperti sono già a conoscenza degli standard minimi senza avere la necessità di consultarli.

I piani assistenziali standard:

• indicano il livello minimo di assistenza e gli interventi appropriati che devono essere garantiti in determinate condizione mediche o chirurgiche;

• eliminano la necessità per gli infermieri di scrivere ripetutamente gli aspetti ricorrenti;

• possono essere integrati in ragione dei dati che vengono raccolti sull’assistito o sui familiari;

• possono consentire l’aggiunta delle comorbilità rilevanti per l’assistenza (per esempio, una persona in programma per un intervento chirurgico di artroprotesi d’anca che è altresì affetta da diabete mellito di tipo 2).

Gli infermieri predispongono un piano di assistenza integrando il piano di assistenza standard, quando a una persona sono necessari interventi personalizzati, cioè ulteriori o diversi da quelli standard, in ragione dei dati che sono stati raccolti. Per esempio, mentre l’infermiere di riferimento sta preparando una donna per un intervento chirurgico, ella gli rivela che un anno esatto prima aveva perso il figlio a seguito di un incidente stradale. In tal caso il piano di assistenza standard può essere integrato con la diagnosi infermieristica di Lutto. Le persone in lutto hanno la necessità che il loro dolore venga riconosciuto, spesso vogliono condividere la loro sofferenza e non le aiuta sentirsi dire che il loro dolore diminuirà. Un semplice “Mi spiace molto per la sua perdita. Non riesco a immaginare come si senta” oppure “Cosa l’ha aiutata ad affrontare questo periodo?” è un buon modo per riconoscere alla persona assistita la perdita e la sofferenza. In questa edizione del Manuale delle diagnosi infermieristiche vengono proposti alcuni interventi efficaci anche nel caso in cui il tempo a disposizione dell’infermiere sia limitato. Gli interventi sono inoltre differenziati in tre livelli di competenza/esperienza dello studente o dell’infermiere. Alcune diagnosi infermieristiche sono di livello avanzato e richiedono la gestione da parte di infermieri specialistici o esperti. Per esempio, la diagnosi infermieristica di Rischio di violenza rivolta ad altri prevede sia interventi che possono essere intrapresi da un infermiere inesperto sia interventi che richiedono la competenza di un infermiere specialistico. La maggior parte delle diagnosi infermieristiche presenta almeno un intervento attuabile dagli studenti/infermieri principianti.

Ostacoli all’impiego delle diagnosi infermieristiche

Sebbene dalla prima conferenza del 1973 del National Group for the Classification of Nursing Diagnosis (in seguito divenuto NANDA-I) in letteratura i riferimenti alle diagnosi infermieristiche siano aumenta-

4 SEZIONE 1 • Manuale delle diagnosi infermieristiche ISBN 978-88-08-78008-9

SEZIONE 2

Manuale delle diagnosi infermieristiche

Parte 1 Diagnosi infermieristiche relative alla persona

AFFLIZIONE CRONICA

DEFINIZIONE (NANDA-I)

Ciclico, ricorrente e potenzialmente progressivo modello di tristezza pervasiva vissuto (da un genitore, un caregiver o una persona con malattia o disabilità cronica) in risposta a continue perdite lungo la progressione di una malattia o disabilità.

CARATTERISTICHE DEFINENTI (NANDA-I)

Esprime una sensazione che interferisce con il benessere

Malinconia/tristezza

Sentimenti negativi opprimenti

FATTORI CORRELATI

Situazionali (personali, ambientali)

Correlata a (NANDA-I)

Crisi nella gestione della disabilità

Crisi nella gestione della malattia

Eventi significativi persi

Opportunità perse

Correlata alla perdita cronica della normalità secondaria a una condizione del bambino o dell’adulto presente dalla nascita

Sindrome di Asperger

Autismo

Scoliosi grave

Disturbo psichiatrico cronico

Sindrome di Down

Ritardo mentale

Spina bifida

Anemia falciforme

Diabete mellito tipo I

Infezione da HIV

Correlata a perdite nell’arco della vita associate a infertilità

ISBN 978-88-08-78008-9 Afflizione cronica 27

Correlata alle perdite progressive associate a una condizione degenerativa (per es., sclerosi multipla, malattia di Alzheimer)

Correlata alla perdita di una persona cara

Correlata alle perdite associate all’assistenza a un figlio con malattia letale

POPOLAZIONI A RISCHIO (NANDA-I)

Persone che affrontano la perdita di una persona significativa

Persone che lavorano e che assumono il ruolo di caregiver per un periodo di tempo prolungato

Persone che stanno vivendo una crisi di sviluppo

CONDIZIONI ASSOCIATE (NANDA-I)

Disabilità cronica Malattia cronica

NOTA DELL’AUTORE

Le persone con afflizione cronica vivono con sofferenza il divario tra chi sono state e chi sono ora, tra chi sognavano di essere e chi desiderano ancora essere. L’afflizione cronica è uno stato normale, non patologico, di tristezza pervasiva, continua e ricorrente correlato alle ripetute perdite associate alla malattia o alla disabilità; in questo caso la perdita non si riferisce a un’altra persona, ma è la perdita di se stessi (*Roos, 2002).

Una donna con afflizione cronica ha riferito: “Nessuno vuole sentire della tua cronica tristezza” (Weingarten, 2012, p. 4). La sindrome da fatigue cronica corrode la tua dignità attraverso le parole dei medici che ti chiamano pigro o pazzo… o peggio. Distrugge le carriere, i sogni, erode lo spirito. Taglia i fili che tengono insieme le relazioni. Penso che questo sia ciò che era troppo per me. Mentre osservavo la distruzione seriale di così tante relazioni che per me erano state preziose incominciava a formarsi una crepa nel mio cuore. Attraverso quella fessura si è allontanato il mio amore per la vita, la mia spinta a vivere, la mia lotta per la vita, e al suo posto è cresciuta una stanchezza più profonda delle ossa”.

Olshansky ha identificato la dignosi infermieristica di Afflizione cronica nel 1962. L’afflizione cronica differisce dal lutto in quanto quest’ultimo è limitato nel tempo e si risolve con l’adattamento della persona alla perdita. La condizione di afflizione cronica, invece, sebbene possa variare di intensità, persiste finché la persona con disabilità o con una condizione cronica è in vita (*Burke et al., 1992).

L’afflizione cronica può accompagnare la perdita di un figlio e intensificarsi con il passare del tempo e in corrispondenza degli eventi mancati (per es., compleanno, patente di guida, laurea). Può, inoltre, essere presente in una persona affetta da una malattia cronica che compromette la possibilità di vivere una vita normale (per es., sindrome da fatigue cronica, paraplegia, AIDS, anemia falciforme).

La condizione di afflizione cronica non significa che i familiari non amano o non si sentono orgogliosi dei propri figli. Questi sentimenti, e molti altri, vivono accanto alla tristezza. È come se molti fili, alcuni luminosi alcuni bui, fossero intrecciati fianco a fianco nel tessuto della vita dei genitori/caregiver (Rhode Island Department of Health, 2011, p. 22). L’afflizione cronica può presentarsi anche in seguito a divorzio, infedeltà coniugale o licenziamento (fallimento professionale).

LIVELLO 3 – VALUTAZIONE MIRATA AVANZATA

(tutti i settori non acuti)

Identificare la presenza di afflizione cronica utilizzando il Burke/Nursing Consortium for Research on Chronic Sorrow (NCRCS) Chronic Sorrow Questionnaire (*Burke, Hainsworth, Eakes & Lindgren, 1992). Si tratta di uno strumento composto da domande semi-strutturate per guidare l’intervista. Non è validato in italiano (N.d.C.).

Burke/NCRCS Chronic Sorrow Questionnaire (Caregiver Version)

Vorrei farle alcune domande rispetto a cosa pensa e a cosa prova da quando a __________ (nome della persona) è stato diagnosticato __________ (condizione). Sono interessato a conoscere il suo punto di vista in modo che gli infermieri possano diventare più sensibili e disponibili verso le persone nella stessa situazione.

28 SEZIONE 2 • PARTE 1 • Manuale delle diagnosi infermieristiche ISBN 978-88-08-78008-9

1. Come ha saputo per la prima volta che a __________ (nome della persona) era stato diagnosticato __________ (condizione)?

2. Riesce a ricordare cosa ha provato quando l’ha saputo la prima volta? (Si può aggiungere: Cosa le era passato per la mente?)

3. Cosa le è stato maggiormente di aiuto per adattarsi alla notizia della condizione di __________ (nome della persona).

4. È successo qualcosa di particolare che non le è stato di aiuto? (Se sì: potrebbe descrivere cosa?)

5. Ripensando a come all’inizio ha reagito alla notizia della condizione di __________ (nome della persona) le è poi successo qualcos’altro che le ha fatto provare lo stesso sentimento di __________ (usare le parole che ha usato la persona nella risposta alla domanda n. 2)? (Se sì: porre le domande dalla n. 7 alla n. 16. Se no, proseguire con la domanda n. 6.)

6. Quali sentimenti prova ora quando pensa alla condizione di _______________ (nome della persona)? (Se vengono descritti sentimenti relativi all’afflizione cronica porre la domanda n. 7, diversamente proseguire con la domanda n. 14.)

7. Vuole raccontarmi di una volta (se è stata posta la domanda n. 6, usare “altra volta”) in cui si è sentita/o in questo modo? (Si può aggiungere: Quali erano le circostanze? Può descrivere quali sentimenti ha provato?)

8. Alcuni caregiver dicono che certi eventi fanno riemergere questi sentimenti. Ci sono state altre volte in cui ha provato queste sensazioni? (Se sì: può parlarmi di queste volte?)

9. Come giudicherebbe queste successive esperienze confrontandole ai sentimenti che ha provato quando ha saputo per la prima volta della condizione di _______________ (nome della persona)?

a. Più intense.

b. Ugualmente intense. c. Meno intense.

10. Le altre persone erano consapevoli che stava provando questi sentimenti? (Se sì: Come facevano a saperlo?)

11. Quando ha provato questi sentimenti ci sono state delle persone che l’hanno maggiormente aiutata? (Se sì: Chi erano? Ricorda in che modo l’hanno aiutata?)

12. Quali persone le sono state scarsamente di aiuto? Perché?

13. Quando una persona si sente abbattuta per le condizioni di _______________ (nome della persona) cosa potrebbe fare per sentirsi meglio?

14. Spero che con queste interviste si ottengano dei consigli utili a chi si prende cura delle persone con _______________ (condizione). Cosa direbbe loro di aspettarsi? Cosa dovrebbero sapere?

15. C’è qualcosa che vorrebbe dire agli infermieri o agli altri professionisti sanitari per aiutare le persone come lei?

16. Alcuni caregiver hanno detto che si sono sentiti affranti quando hanno saputo della condizione del loro caro e che ora quando succede qualcosa provano di nuovo tristezza. Altri caregiver invece non hanno provato la stessa cosa. Lei su cos’è d’accordo?

OBIETTIVO

L’assistito sarà aiutato nell’anticipare gli eventi che possono scatenare la tristezza, come evidenziato dai seguenti indicatori:

• esprime tristezza;

• si esprime periodicamente rispetto alla perdita.

APPUNTI DI CARPENITO

Depressione: livello (1208), Coping (1302), Umore: equilibrio (1204), Salute: accettazione del proprio stato (1300)

Il lutto è un processo lineare che si esaurisce con l’accettazione e l’adattamento alla perdita (*Gordon, 2009). “Il lutto prolungato risulta quando non avviene l’adattamento alla situazione di perdita ed è considerato una risposta anormale” ( Ibid.). Questo modello descrittivo di lutto contrasta con la teoria di *Olshansky (*1962), che descrive l’afflizione cronica come una risposta normale, continua e con recrudescenze periodiche ( Ibid.). Una revisione della letteratura indica che le madri esperiscono un’afflizione cronica più intensa rispetto ai padri (Coughlin & Sethares, 2017). Gli aggravamenti dello stato di salute e i momenti cruciali dello sviluppo sono potenti fattori scatenanti della recrudescenza dell’afflizione cronica ( Ibid.).

ISBN 978-88-08-78008-9 Afflizione cronica 29
NOC

LIVELLO 3 – INTERVENTI MIRATI AVANZATI

Spiegare le caratteristiche dell’afflizione cronica

• Risposta normale.

• Correlata alla perdita della normalità.

• Non limitata nel tempo.

• Ricorrente.

• Persistente nel corso della vita.

Guida preventiva alle situazioni critiche (5210), Miglioramento del coping (5230), Riferimento ad altri provider o servizi (8100), Ascolto attivo (4920), Presenza (5340), Promozione della resilienza (8340)

Incoraggiare la persona assistita a condividere i sentimenti che ha provato dal momento in cui si è verificato il cambiamento (per es., nascita del figlio con disabilità, incidente)

Fare riferimento agli esempi qui sotto riportati di risposte appropriate e inappropriate.

Esempi di risposte appropriate e inappropriate (Gordon, 2009)

Risposte appropriate

• “Sembra che abbia pianto, Le andrebbe di parlarne?”

• “Va bene sentirsi tristi.”

• “Mi sembra che l’aver partecipato al matrimonio l’abbia rattristata pensando a suo figlio.”

Risposte inappropriate

• “Sposarsi non è così importante.”

• “Si sposerà l’altro suo figlio.”

• “Perlomeno suo figlio è vivo.”

R: Attraverso la validazione, i genitori vengono rassicurati sul fatto che i sentimenti che provano sono la reazione normale alla perdita (Gordon, 2009). Le risposte inappropriate disconfermano invece la relazione tra l’infermiere e la persona assistita.

R: I professionisti sanitari che considerano l’afflizione cronica una reazione normale in una situazione tragica, assistono con migliori risultati i genitori a raggiungere un maggiore benessere e una migliore gestione del figlio con disabilità fisica o mentale. Molti familiari riferiscono che che parlare apertamente è alquanto benefico (Gordon, 2009). I familiari hanno bisogno di sapere cosa aspettarsi in modo da essere pronti ad affrontare le crisi che potrebbero presentarsi nel corso della vita (*Eakes, 1995).

Promuovere la speranza (Hockenberry, Rodgers & Wilson, 2018)

R: L’infermiere può vedere la situazione come senza speranza e interpretare le espressioni positive dei genitori come disadattive (*Griffin & Kearney, 2001; *Gordon, 2009).

R: La speranza è una qualità interna che mobilizza le risorse al raggiungimento di obiettivi (Hockenberry, Rodgers & Wilson, 2018).

• Avvertire della necessità di promuovere la salute in base alle varie età.

• Fornire una guida anticipata per le fasi dello sviluppo (per es., pubertà).

• Discutere delle possibili responsabilità di cura di sé correlate all’età.

Esplorare le attività che il figlio e i genitori si divertono a fare insieme

R: Vivere con una persona disabile è fonte di sofferenza, tristezza e sconforto, ma anche di gioia, speranza e ottimismo (*Griffin & Kearney, 2001; *Gordon, 2009).

Consultare un esperto di gioco terapeutico

R: I genitori possono “essere formati sui metodi del gioco terapeutico ed essere supervisionati da un esperto” (*Gordon, 2009). Con il gioco terapeutico i bambini imparano a comunicare con gli altri, a modificare i comportamenti e a esprimere i propri sentimenti (*Gordon, 2009).

30 SEZIONE 2 • PARTE 1 • Manuale delle diagnosi infermieristiche ISBN 978-88-08-78008-9
NIC

SEZIONE 3 Manuale dei problemi collaborativi

INTRODUZIONE

Questa Sezione propone 29 problemi collaborativi specifici presentati in forma di Rischio di complicanze di (specificare). I problemi collaborativi che vengono presentanti sono quelli di maggior riscontro clinico.

Un problema collaborativo generico, come, per esempio, Rischio di complicanze di disfunzione cardiaca/vascolare/respiratoria, indica il monitoraggio da effettuare per tutte le persone assistite. Nel caso in cui la persona assistita sia a rischio di una particolare complicanza è possibile definire un problema collaborativo specifico, come, per esempio, Rischio di complicanze di trombosi venosa profonda/embolia polmonare. Carpenito (1999) definisce i problemi collaborativi come: complicanze che l’infermiere monitora per individuarne tempestivamente la comparsa o il cambiamento, ma la cui gestione richiede il coinvolgimento di altri professionisti sanitari (per es., medico, fisioterapista, logopedista, dietista).

CONCETTI CHIAVE

• Non tutte le complicanze sono problemi collaborativi, alcune sono diagnosi infermieristiche. Per esempio, le condizioni di rischio di infezione e di rischio di lesioni da pressione sono diagnosi infermieristiche perché sono gli infermieri che ne prescrivono le misure di prevenzione.

• Gli infermieri non possono prevenire, per esempio, le emorragie, le convulsioni, le aritmie o le disfunzioni epatiche, ma il monitoraggio effettuato dall’infermiere e le conseguenti risposte sono fondamentali per rilevare tempestivamente l’insorgenza di eventuali complicanze o il peggioramento delle stesse. Gli infermieri effettuano sia interventi prescritti dall’assistenza infermieristica sia interventi prescritti dalla medicina, come riportato nei protocolli da adottare nei casi di insorgenza o di peggioramento di una complicanza che contengono altresì gli interventi effettuati dai medici per gestire la complicanza.

• I medici non possono trattare i problemi collaborativi senza il monitoraggio e il giudizio degli infermieri.

• Le diagnosi prioritarie (diagnosi infermieristiche e/o problemi collaborativi) sono le condizioni che hanno la precedenza sulle altre. Per esempio, in caso di una persona dispnoica l’infermiere dovrebbe affrontare prioritariamente l’ansia e il rischio di complicanze dell’ipossiemia.

• Le diagnosi infermieristiche sono prioritarie nelle persone assistite che sono fisiologicamente stabili.

• Gli assistiti hanno sempre delle diagnosi prioritarie e tra queste vi sono sempre delle diagnosi infermieristiche. Il numero di diagnosi infermieristiche rispetto ai problemi collaborativi dipende dalla vulnerabilità della persona assistita all’instabilità fisiologica e dal contesto (ambiti per acuti, postacuti, territorio).

• Per molti dei problemi collaborativi riportati in questa sezione è possibile prevedere la presenza di diagnosi infermieristiche associate. Per esempio, una persona con diabete mellito può ricevere assistenza in ragione del problema collaborativo Rischio di complicanze di ipoglicemia/iperglicemia e della diagnosi infermieristica di Rischio di comportamenti di mantenimento della salute inefficaci correlato a insufficiente conoscenza di (specificare). Una persona con calcolosi renale potrà presentare il problema collaborativo Rischio di complicanze di calcolosi renale e la diagnosi infermieristica di Rischio di comportamenti di mantenimento della salute inefficaci correlato a insufficiente conoscenza della prevenzione delle recidive, delle restrizioni dietetiche e del fabbisogno di liquidi.

COMPONENTI DEI PROBLEMI COLLABORATIVI

Ogni problema collaborativo generale viene presentato con:

• Definizione

• Nota dell’Autore, discussione relativa al problema stesso al fine di chiarirne l’uso clinico

• Esami di laboratorio e indagini diagnostiche, valutazioni appropriate per il monitoraggio.

Ogni problema collaborativo specifico viene presentato con:

• Definizione

• Situazioni ad alto rischio

• Finalità, espressione che specifica la responsabilità infermieristica nel monitoraggio per l’identificazione dell’instabilità fisiologica e nel fornire interventi (infermieristici e medici) per mantenere o ripristinare la stabilità clinica. Gli indicatori di stabilità fisiologica sono riportati per valutare le condizioni della persona assistita

• Interventi generali e razionali che orientano rispetto a:

– monitoraggio da attuare per rilevare precocemente il cambiamento delle condizioni;

– interventi di prescrizione medica da effettuare per gestire la condizione;

– interventi di prescrizione infermieristica da effettuare per gestire la condizione; – valutazione da effettuare per determinare l’efficacia degli interventi effettuati.

• Razionale, le espressioni precedute da “R:” chiariscono perché sono presenti determinati segni e sintomi e forniscono la spiegazione scientifica (razionale) degli interventi.

INDICAZIONI CARATTERISTICHE

Livelli di valutazione e livelli degli interventi

Alcune tipologie di valutazione mirata e di interventi sono specifici per determinati contesti.

Livello 1 – Valutazione/interventi mirati fondamentali

• indicati per l’assistenza in un tempo limitato, come nell’ambito del pronto soccorso, in caso di intervento chirurgico in day surgery, di ricovero in day hospital o di cure in urgenti;

• indicati per gli studenti infermieri o per i principianti con limitata esperienza clinica.

Livello 2 – Valutazione/interventi mirati estesi

• indicati per l’assistenza che richiede un tempo prolungato e diversi incontri con la persona assistita.

Livello 3 –Valutazione/interventi mirati avanzati

• indicati per l’assistenza effettuata da un infermiere esperto.

764 SEZIONE 3 • Manuale dei problemi collaborativi ISBN 978-88-08-78008-9

Criticità cliniche

Le criticità cliniche sono esposte tra gli interventi e sono finalizzate ad allertare l’infermiere (o lo studente infermiere) per intraprendere un’azione immediata a causa di un evento grave o di un cambiamento dello stato fisiologico della persona assistita, come, per esempio, attuare le procedure di rianimazione cardiopolmonare e attivare il team di risposta rapida.

Appunti di Carpenito

Queste annotazioni forniscono ulteriori informazioni di approfondimento, pongono l’attenzione su aspetti particolari, evidenziano la peculiarità di una situazione.

Criticità cliniche da riferire e documentare

Richiamano l’attenzione sui dati significativi che, se rilevati, devono essere immediatamente segnalati dallo studente all’infermiere e documentati.

ISBN 978-88-08-78008-9 Introduzione 765

RISCHIO DI COMPLICANZE DI

DISFUNZIONE CARDIACA E/O VASCOLARE

Rischio di complicanze di disfunzione cardiaca e/o vascolare

Rischio di complicanze di aritmie

Rischio di complicanze di emorragia

Rischio di complicanze di insufficienza cardiaca

Rischio di complicanze di ipovolemia

Rischio di complicanze di riduzione della gittata cardiaca

Rischio di complicanze di trombosi venosa profonda/embolia polmonare

DEFINIZIONE

Descrive la persona che è soggetta, o è ad alto rischio di essere soggetta, a diverse disfunzioni cardiache e/o vascolari.

NOTA DELL’AUTORE

L’infermiere può servirsi di questo problema collaborativo generale nel caso in cui l’assistito sia esposto al rischio di vari problemi cardiovascolari. Per esempio, nel caso di una persona in terapia intensiva vulnerabile a diverse disfunzioni cardiovascolari, l’uso del problema collaborativo Rischio di complicanze di disfunzione cardiaca e/o vascolare orienta gli infermieri a monitorare le condizioni cardiovascolari rispetto a vari problemi identificati in base agli esiti della valutazione mirata. Riguardo a queste persone, gli interventi infermieristici si concentreranno sull’individuazione e la diagnosi di una funzionalità alterata.

Nel caso di un assistito con una complicanza cardiovascolare specifica, l’infermiere aggiungerà alla lista dei suoi problemi il problema collaborativo specifico e pianificherà gli interventi appropriati per lo stesso. Per esempio, in caso di infarto miocardico acuto le condizioni cardiovascolari dell’assistito devono essere monitorate rispetto al problema collaborativo Rischio di complicanze di disfunzione cardiaca e/o vascolare. Se la persona assistita presenta delle aritmie, l’infermiere aggiungerà alla lista dei problemi Rischio di complicanze di aritmie assieme ad altre informazioni utili per la gestione infermieristica, per esempio, Rischio di complicanze di aritmie correlate a infarto del miocardio. Quando i fattori di rischio o l’eziologia non sono direttamente correlati alla diagnosi medica principale, l’infermiere deve comunque aggiungerli, se conosciuti, come nell’esempio Rischio di complicanze di ipoglicemia/iperglicemia correlata a diabete mellito in relazione a una persona con sindrome coronarica acuta

ESAMI DI LABORATORIO E INDAGINI DIAGNOSTICHE (Colucci & Borlaug, 2021)

• Gli elettroliti sierici, l’azotemia e la creatinina sono spesso valutati insieme. L’iponatriemia indica, in genere, una situazione di grave scompenso cardiaco, anche se altre cause possono esserne responsabili. L’insufficienza renale può essere causata da e/o contribuire all’esacerbazione dell’insufficienza cardiaca. La valutazione basale degli elettroliti e della creatina è necessaria anche quando si inizia la terapia con i diuretici e/o con gli inibitori orali dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori).

• La troponina cardiaca T o I viene rilasciata nel sangue a seguito di danno alle cellule del muscolo cardiaco, come in caso di scompenso cardiaco acuto e/o di sindrome coronarica acuta.

• L’esame emocromocitometrico completo è indicato in condizioni concomitanti o alternative, come l’anemia o l’infezione, che possono esacerbare lo scompenso cardiaco preesistente.

• Il dosaggio del peptide natriuretico di tipo B (BNP) consiste in un esame di laboratorio che misura la concentrazione nel sangue del BNP e/o del frammento inattivo amminoterminale del pro-peptide natriuretico di tipo B (NT-proBNP) prodotti dai ventricoli cardiaci in risposta agli sbalzi di pressione che si verificano in caso di insufficienza cardiaca.

• La radiografia del torace è un’indagine diagnostica utile nella valutazione iniziale dei casi di dispnea, per differenziare lo scompenso cardiaco dalla broncopneumopatia. I reperti indicativi di scompenso

766 SEZIONE 3 • Manuale dei problemi collaborativi ISBN 978-88-08-78008-9

cardiaco includono cardiomegalia (rapporto tra larghezza cardiaca e toracica superiore al 50%), cefalizzazione dei vasi polmonari, linee B di Kerley e versamenti pleurici.

• Ecocardiogramma per rilevare la frazione di eiezione ventricolare sinistra e valutare le cause dello scompenso cardiaco, tra cui la disfunzione diastolica e sistolica, e la disfunzione valvolare

• Elettrocardiogramma per rilevare le aritmie.

Rischio di complicanze di aritmie

DEFINIZIONE

Descrive la persona soggetta, o ad alto rischio di essere soggetta, a un disturbo del sistema di conduzione cardiaco che provoca alterazioni della frequenza e/o del ritmo cardiaco.

FINALITÀ

L’assistito sarà monitorato al fine di rilevare precocemente l’eventuale comparsa di segni e sintomi di aritmie o di riduzione della gittata cardiaca, e di intervenire collaborativamente per ripristinare la stabilità fisiologica.

Indicatori di stabilità fisiologica

• Vigile, orientato, calmo.

• Saturazione periferica dell’ossigeno > 95%.

• Ritmo sinusale all’ECG.

• Assenza di dolore toracico.

• Nessuna aritmia potenzialmente letale.

• Cute tiepida e asciutta.

• Colorito della cute normale.

• Polso: ritmo regolare, frequenza 60-100 bpm.

• Frequenza respiratoria: 16-20 atti/minuto.

• Pressione arteriosa < 140/90, > 90/60 mmHg.

• Diuresi > 0,5 mL/kg/h.

• Suoni respiratori invariati (per es., assenza di nuovi rumori respiratori avventizi).

• Assenza di distensione delle vene giugulari.

LIVELLO 2 – INTERVENTI MIRATI ESTESI E RAZIONALE

(tutti i settori)

CRITICITÀ CLINICHE

Quando si valutano i livelli di saturazione dell’ossigeno con la pulsossimetria occorre tenere in considerazione i valori di base della persona assistita. Per esempio, un valore di SpO2 del 94% è più preoccupante in una persona che abitualmente ha riscontri pari a 97%-100% rispetto a un assistito che ha più di 70 anni con un intervallo abituale di 95%-97%.

Monitorare i segni e i sintomi di aritmie (Levy & Olshansky, 2021)

Segnalare tempestivamente l’insorgenza di nuovi segni/sintomi o il peggioramento di quelli esistenti.

• Palpitazioni, dolore toracico, sincope, fatigue, vertigini, dolore al collo, dispnea, debolezza e ansia.

• Presentazioni sintomatiche atipiche come acufeni, disturbi visivi, pollachiuria, dolore addominale, edemi periferici.

ISBN 978-88-08-78008-9 Rischio di complicanze di aritmie 767

• Diminuzione dei livelli di saturazione dell’ossigeno (SpO2 ) (valori normali > 97%, oltre i 70 anni > 95%).

• Cambiamenti dell’ECG sul monitor.

• Ipotensione arteriosa.

• Alterazione degli elettroliti plasmatici (per es., sodio, potassio, calcio, magnesio)

R: Poiché il tessuto miocardico ischemico è instabile dal punto di vista elettrico, possono insorgere delle aritmie. Anche alcune cardiopatie congenite, lo squilibrio elettrolitico e vari farmaci possono essere causa di disturbi della conduzione cardiaca (Norris, 2019).

Applicare i protocolli appropriati a seconda del tipo di aritmia (Levy & Olshansky, 2021)

• Complessi atriali prematuri (battito atriale prematuro, extrasistole sopraventricolare, battito sopraventricolare ectopico).

• Battiti prematuri ventricolari.

• Bradicardie (inclusa bradicardia sinusale).

• Tachicardia ventricolare.

• Fibrillazione atriale (FA) e flutter atriale.

• Tachicardia sopraventricolare.

• Blocco atrioventricolare (BAV).

• Tachicardia ventricolare non sostenuta.

CRITICITÀ

CLINICHE DA RIFERIRE E DOCUMENTARE

• Peggioramento o nuova insorgenza di dispnea, vertigini, palpitazioni, dolore toracico, sincope, fatigue, dolore al collo, debolezza e ansia.

• Segni di aumento della ritenzione idrica (aumento di peso, edemi alle gambe).

• Diuresi < 0,5 mL/kg/h.

Rischio di complicanze di emorragia

DEFINIZIONE

Descrive la persona soggetta, o ad alto rischio di essere soggetta, alla diminuzione del volume ematico.

FINALITÀ

L’assistito sarà monitorato al fine di rilevare precocemente l’eventuale comparsa di segni e sintomi di emorragia, e di intervenire collaborativamente per ripristinare la stabilità fisiologica.

Indicatori di stabilità fisiologica

• Vigile, orientato, calmo.

• Diuresi > 0,5 mL/kg/h.

• Polso: ritmo regolare, frequenza 60-100 bpm.

• Frequenza respiratoria: 16-20 atti/minuto.

• Pressione arteriosa < 140/90, > 90/60 mmHg.

• Neutrofili: 60-70%.

• Eritrociti:

– uomini: 4,6-5,9 milioni/mm3; – donne: 4,2-5,4 milioni/mm3

768 SEZIONE 3 • Manuale dei problemi collaborativi ISBN 978-88-08-78008-9

SEZIONE 4 Raggruppamenti diagnostici

In questa sezione sono riportate le diagnosi infermieristiche e i problemi collaborativi che si riscontrano con maggior frequenza in concomitanza di alcune condizioni mediche o situazioni cliniche. Questi raggruppamenti rappresentano l’assistenza necessaria durante l’ospedalizzazione, la riabilitazione, la permanenza in una struttura di lungodegenza o residenziale, nonché in caso di assistenza domiciliare.

Data la durata limitata della degenza in ospedale, lo studente infermiere, così come il professionista clinico, dovrebbe concentrarsi, durante l’ospedalizzazione, sui problemi collaborativi e sulle diagnosi infermieristiche che sono di maggiore importanza a livello fisiologico e psicologico. Le altre diagnosi infermieristiche elencate potrebbero non essere prioritarie durante un evento acuto, quindi possono essere affrontate dopo le dimissioni.

Questi raggruppamenti possono sembrare molto impegnativi per gli studenti alle prime armi quindi, in questa edizione del Manuale delle diagnosi infermieristiche, alcuni problemi collaborativi e alcune diagnosi infermieristiche sono stati evidenziati in grassetto per aiutare gli studenti a concentrarsi sui problemi prioritari e più alla loro portata. Per esempio, alcuni problemi collaborativi non sono in grassetto poiché il loro monitoraggio richiede esami di laboratorio o diagnostici, che potrebbero essere troppo avanzati per uno studente all’inizio del suo percorso di studi. Si tratta di indicazioni che non devono in alcun modo limitare lo studente esperto o il professionista infermiere nell’affrontare anche questi problemi quando indicato dai dati di valutazione. Le diagnosi infermieristiche e i problemi collaborativi indicati nel testo in grassetto sono prioritari, richiedono quindi un monitoraggio o una gestione frequente e sono appropriati per gli studenti all’inizio del loro percorso di studi o durante i primi mesi di specializzazione in ambiti quali l’assistenza materno-infantile o la salute mentale.

La diagnosi infermieristica di Rischio di autogestione della salute inefficace correlata a conoscenza insufficiente della malattia, delle attività da svolgere a casa, della dieta e della terapia farmacologica è presente nella maggior parte dei raggruppamenti diagnostici. Tale diagnosi infermieristica si concentra sull’insegnare alla persona assistita come gestire i propri problemi di salute e a riferire segni e sintomi di complicanze una volta dimessa dalla struttura sanitaria. Spesso viene consegnato materiale didattico prestampato prima della dimissione.

Con la progressione negli studi, gli studenti saranno in grado di fornire all’assistito una maggiore quantità di informazioni prima della dimissione.

*In questa sezione del testo sono citate alcune diagnosi infermieristiche non presenti nella Sezione 2 di questo volume. Questo in quanto i raggruppamenti diagnostici qui presentati sono frutto di uno studio di ricerca condotto da Lynda Juall Carpenito negli anni 90 del ‘900 utilizzando un elenco di diagnosi infermieristiche leggermente diverso da quello attuale. Per maggiori informazioni su questo studio di ricerca è possibile fare riferimento al testo Carpenito L.J. (2019). Piani di assistenza infermieristica, terza edizione. C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana.

Le diagnosi citate in questa sezione e non presenti nella Sezione 2 di questo volume sono indicate con un asterisco ad apice del titolo [N.d.C.]

Parte 1 Condizioni mediche

MALATTIE CARDIOVASCOLARI/EMATOLOGICHE/ VASCOLARI PERIFERICHE

Condizioni cardiache

ANGINA PECTORIS

Problemi collaborativi

Fare riferimento a Insufficienza cardiaca.

Diagnosi infermieristiche

• Ansia e/o paura, correlata a dolore toracico secondario a effetti dell’ipossia e a perdite effettive o percepite secondarie a condizioni cardiache e futuro ignoto.

• Modello di sonno disturbato, correlato ai trattamenti e all’ambiente.

• Rischio di stipsi, correlato a riposo a letto, modificazioni dello stile di vita e terapia farmacologica.

• Tolleranza all’attività ridotta, correlata a decondizionamento secondario a paura di recidiva della crisi anginosa.

• Rischio di processi familiari interrotti, correlato a diminuita capacità della persona assistita di assumersi le responsabilità legate ai ruoli.

• Rischio di modello di sessualità inefficace, correlato a paura di recidiva della crisi anginosa e a un alterato concetto di sé.

• Rischio di autogestione della salute inefficace*, correlato a conoscenza insufficiente della malattia, delle attività da svolgere a casa, della dieta e della terapia farmacologica.

ENDOCARDITE, PERICARDITE (reumatica o infettiva)

Fare riferimento anche a Terapia con corticosteroidi e, in caso di bambino, Febbre reumatica.

Problemi collaborativi

• RC di insufficienza cardiaca congestizia

• RC di stenosi valvolare

• RC di infarto cerebrale

• RC di embolia (polmonare, cerebrale, renale, splenica, cardiaca)

• RC di tamponamento cardiaco

Diagnosi infermieristiche

• Tolleranza all’attività ridotta, correlata a carenza di ossigeno secondaria a riduzione della gittata cardiaca.

• Rischio di funzionalità respiratoria inefficace, correlata alla diminuzione della profondità del respiro secondaria a dolore.

• Dolore acuto, correlato a sfregamento e processo infiammatorio.

• Rischio di autogestione della salute inefficace*, correlato a conoscenza insufficiente dell’eziologia, della prevenzione, della profilassi antibiotica e dei segni e dei sintomi di complicanze.

INSUFFICIENZA CARDIACA

Problemi collaborativi

• RC di trombosi venosa profonda

• RC di ipossia

• RC di shock cardiogeno

• RC di insufficienza multipla d’organo

• RC di insufficienza epatica

Diagnosi infermieristiche

• Tolleranza all’attività ridotta, correlata a una quantità di ossigeno insufficiente per le attività di vita quotidiana.

• Nutrizione squilibrata: inferiore al fabbisogno metabolico, correlata a nausea e anoressia secondarie a congestione venosa del tratto gastrointestinale e fatigue.

• Perfusione tissutale periferica inefficace, correlata a congestione venosa secondaria a insufficienza cardiaca destra.

• Ansia, correlata a dispnea e alla natura progressiva della condizione.

• Deficit nella cura di sé (specificare), correlato a dispnea e fatigue.

• Modello di sonno disturbato, correlato a dispnea notturna e incapacità di assumere la posizione abituale per dormire.

• Rischio di volume di liquidi eccessivo (edemi), correlato a diminuzione del flusso ematico renale secondaria a insufficienza cardiaca destra.

• Senso di impotenza, correlato alla natura progressiva della condizione.

• Rischio di autogestione della salute inefficace*, correlato a conoscenza insufficiente della dieta iposodica, della terapia farmacologica (diuretici, digitalici), del programma di attività, e dei segni e dei sintomi di complicanze.

• Comportamenti di gestione della casa inefficaci, correlati a incapacità di svolgere le attività di vita quotidiana secondaria a dispnea e fatigue.

SINDROME CORONARICA ACUTA (infarto miocardico, non complicato)

Problemi collaborativi

• RC di aritmie

• RC di shock cardiogeno

834 SEZIONE 4 • PARTE 1 • Raggruppamenti diagnostici ISBN 978-88-08-78008-9

Titolo originale: Handbook of Nursing Diagnosis, 16th ed., di Lynda Juall Carpenito

Copyright © 2023 by Lynda Juall Carpenito All rights reserved

Copyright © 2024, 2020, 2014, 2011, 2009, 2006, 2004, 1999 C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana Tutti i diritti riservati.

Traduzione autorizzata dell’edizione originale in lingua inglese Handbook of Nursing Diagnosis, 16th ed., di Lynda Juall Carpenito, pubblicata da Jones & Bartlett Learning, LLC 25 Mall Road, Burlington, MA 01803 USA

ORIGINAL ENGLISH LANGUAGE EDITION PUBLISHED BY Jones & Bartlett Learning, LLC 25 Mall Road, Burlington, MA 01803 USA

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Per permessi di riproduzione, anche digitali, diversi dalle fotocopie rivolgersi a direzione@ceaedizioni.it

Traduzione: Fabrizio Vezzoli

Realizzazione editoriale: Chiara Portalupi

Copertina: Claire Biliotte

Prima edizione: 1999

Ottava edizione: giugno 2024

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e-mail: redazione@ceaedizioni.it

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Stampato da Rotomail, via Rivoltana 12, Vignate (MI)

per conto della C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana, viale Romagna 5 - 20089 Rozzano (MI)

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