Ecco i temi dell’evento
PER I LATTONIERI ALPEWA II Convegno dei Lattonieri


INNOVAZIONE CONTINUA








Lavorazione metalli | Articoli ed accessori per lattoneria | Taglio-punzonatura Pressopiegatura | Riavvolgimento coils | | Lamiere grecate | Canali di gronda Ravina 38123 Trento (TN) - Via dell’ Impresa, 1- Tel. +39 0461 923297



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DUE OCCASIONI PER I LATTONIERI

Cari lettori, siamo giunti all’ultimo numero dell’anno, che esce in concomitanza con due eventi molto importanti per il settore. Il primo, che si terrà giovedì 4 e venerdì 5 dicembre presso Villa Quaranta a Ospedaletto di Pescantina (Verona), è il II Convegno Nazionale dei Lattonieri, promosso dall’Associazione Pile e organizzato da Virginia Gambino Editore. Un evento imperdibile, durante il quale si toccheranno tantissimi argomenti essenziali per fare il punto sul mercato e sul settore. Si parlerà di congiuntura economica, di innovazione, di formazione e delle numerose novità intercorse dal punto di vista normativo, cambiamenti che vanno di pari passo con l’evoluzione tecnologica della lattoneria. Giovedì 4 dicembre, durante la cena di business saranno inoltre assegnati i Metal Awards, riconoscimenti che premiano l’attività dei migliori installatori di lattoneria edile. Il secondo appuntamento da non perdere è in programma dall’11 al 13 febbraio 2026 a Bergamo con Caseitaly Expo, la fiera dell’involucro edilizio. Una manifestazione specialistica a cui parteciperanno numerosi espositori del comparto della lattoneria, con le loro novità e innovazioni. Questa fiera segna la seconda tappa organizzata da Pile per la promozione della sua attività. Vi aspettiamo numerosi! Fabio Montagnoli




Anno 10 - Numero 41 - dicembre 2025
Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità
Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising
Virginia Gambino Editore S.r.l.
Sede legale: Viale Monte Ceneri, 60 20155 Milano - Italy
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Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it
Redazione: Alice Fugazza e Veronica Monaco
Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari
Commercial department - Sale of advertising Spaces
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Collaboratori / Contributors
Alessandro Bonvicino, Paolo Caliari, Pamela Catapano, Marcella Caltagirone, Centro Studi YouTrade, Federico Della Puppa, Andrea Favaretto, Olimpia Galli Balestrieri, Sara Giusti, Selene Maestri (fotografa), Fabio Montagnoli, Andrea Payaro, Franco Saro
Impaginazione e grafica / Layout and graphics
Raffaella Sesia
Periodicità/ Frequency of publication
Trimestrale - cinque numeri/anno
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Superpan Build è un innovativo pannello tecnico brevettato e prodotto da FINSA, composto da fibre e particelle di legno. Le sue eccellenti proprietà di resistenza e ottima lavorabilità lo rendono ideale per tantissime applicazioni in edilizia, sia come elemento strutturale controventante che di rinforzo o di rivestimento, offrendo flessibilità e valore aggiunto in tutti i progetti in cui viene impiegato. www.xtsuperpanbuild.it

Registrazione / Registration: N. 222 del 10-04-2001 del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore Srl. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti.
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PROFILI
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PROFILI ESTRUSI: ONDULATO E A ZETA
Involucri edilizi durevoli e dal carattere unico
Con i sei nuovi profili estrusi, PREFA offre una gamma di prodotti tecnicamente avanzata per la progettazione di facciate moderne e modulari. La forma ondulata, con morbidi raccordi, crea un insieme armonioso, mentre la forma a zeta, con spigoli netti e giochi di luce e ombra, conferisce accenti decisi. Grazie alla larghezza utile uniforme e ai raccordi perfettamente compatibili, i profili possono essere combinati tra di loro.




PROFILO ONDULATO 10/50 PROFILO ONDULATO 22/100 PROFILO ONDULATO 34/100 PROFILO ONDULATO 44/200


PROFILO A ZETA 18/40 PROFILO A ZETA 29/33
VANTAGGI
GRAFFETTA

¬ Il materiale: alluminio estruso spessore 1,8 mm (molto più resistente di qualsiasi elemento profilato)
¬ La robustezza
¬ La resistenza alla corrosione
¬ La minima manutenzione
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2 Editoriale
Due occasioni per i lattonieri
STORIA DI COPERTINA
14 Alpewa Senza frontiere per l’innovazione
ATTUALITÀ
22 Convengo Nazionale dei Lattonieri
Finestra aperta sul futuro
26 Top 120
Un anno vissuto sull’ottovolante
46 Ft
La sicurezza non ha confini
54 Isal
Crescita continua con Evoroof
58 I nuovi bonus
Che cosa rimane degli incentivi
62 Previsioni
La transizione green ha fame di metalli
66 Unicmi
Carpenteria in buona salute
70 Caseitaly Expo
Torna la fiera dell’involucro
72 Training
Così formiamo anche i formatori
76 Formazione
Lattonieri pro in Svizzera
CANTIERE DEL MESE
78 Cantieri estremi
La lattoneria sale in vetta
LATTONIERE DEL MESE
86 Jürgen Niederfriniger
L’arte del metallo è hi-tech e amore
SPECIALE INVOLUCRO E COILS
96 Mazzonetto
Tradizione e tech per il rustico
100 Tresoldi Metalli
Linea Brown, colori e prestazioni
102 Revolti
Resistenza e design in cima alle Alpi
104 Zintek
La parola ai lattonieri

I primi 123 lattonieri e coperturisti Come impatta


L’educazione con ricetta svizzera 76
IMPRESE
114 Alpemac
Una crescita a due cifre
120 Cavatorta
Più sicurezza certificata
122 Sandrini Metalli
Con Eclipse facciate ad hoc
124 Fratelli Fagioli
Lattoneria, ma non solo
128 Safety First
Le responsabilità sulla sicurezza in quota














TUTELIAMO IL SETTORE DAL 1993
Associazione Nazionale Produttori e Installatori
Lattoneria Edile
Costituita nel 1993, l’Associazione riunisce i principali produttori e installatori di lattoneria edile con lo scopo di diffondere la conoscenza dello stato dell’arte del settore. L’Associazione è unica a livello nazionale e costituisce il punto di riferimento dei prescrittori, delle imprese, degli operatori e degli applicatori. Presente ai tavoli della UNI, l’Ente di Unificazione Nazionale, partecipa alle riunioni per la stesura delle norme che riguardano il settore della lattoneria, delle coperture discontinue, dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche. Il P.I.L.E. dà impulso a studi, ricerche di mercato ed organizza convegni, corsi di formazione professionale mirati a favorire l’innalzamento della professionalità e dello sviluppo tecnologico, manageriale e gestionale degli associati.
In collaborazione con Gambino Editore, dal 2016 pubblica l’unica rivista specializzata del settore “LATTONERIA”.
LATTONERIA
PER LE IMPRESE DI LATTONERIA, I COPERTURISTI E I TECNICI SPECIALIZZATI.
Lattoneria, edita dal 2016 da Virginia Gambino Editore, si rivolge alle
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente: Fabio Montagnoli
VicePresidente: Dalila Russo
Segretario: Armando Minoliti
Direttore: Mattia Montagnoli
Consiglieri: Nicola Tresoldi
Giordano Mazzonetto
Luca Ielapi
Paolo Valmori

imprese di lattoneria, ai coperturisti e ai tecnici, anche progettisti, che operano in questo specifico settore. Vengono presentate realizzazioni significative e descrizioni tecnicoprestazionali dei materiali e dei prodotti innovativi. Grande attenzione per la normativa, la sicurezza e per i dettagli costruttivi. Particolare cura viene dedicata agli aspetti applicativi, alle attrezzature, alle macchine per la preparazione e la posa dei diversi manufatti. È organo ufficiale del PILE.
LA NORMA DEL LATTONIERE: UNI 11966:2024
Attività professionali non regolamentate - Lattoniere edile - Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità
Il percorso di normazione della professione del Lattoniere edile è iniziato nel 2019 quando è stata stesa la Prassi di Riferimento UNI 68:2019. Dopo 5 anni, e dopo aver raccolto dal mercato richieste di integrazione e modifica alla PdR, si sono dati al via i lavori di trasformazione della prassi a Norma UNI. Così, l’Associazione ha steso, in collaborazione con alcune delle più qualificate figure del settore e UNI, la norma UNI 11966:2024, intitolata “Attività professionali non regolamentate - Lattoniere edile - Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità”. La norma prevede l’identificazione e definizione, sia sotto l’aspetto delle competenze teoriche, che di quelle pratiche, di 2 figure professionali: il Lattoniere di Cornice e il Lattoniere Specializzato. Per accedere all’esame per la qualifica di Lattoniere di Cornice o Specializzato bisogna avere dei requisiti che sono:
• Formali: diploma di scuola media;
• Non formali: aver svolto, negli ultimi 48 mesi, corsi di formazione inerenti al mondo e alla professione del lattoniere. Sono richieste 20 ore (o 20 crediti) per il Lattoniere di Cornice e 76 ore (o crediti) per il Lattoniere Specializzato;
• Informali: dimostrare comprovata esperienza lavorativa e continua-
tiva per almeno 3 anni nel settore per il Lattoniere di Cornice e almeno 5 anni per il Lattoniere Specializzato. Una volta dimostrati questi requisiti, il Lattoniere può accedere all’esame per l’ottenimento della certificazione di Lattoniere Edile (di Cornice o Specializzato a seconda del percorso intrapreso).
I certificati devono essere MANTENUTI ogni anno, dimostrando di:
• aver esercitato con continuità la professione di Lattoniere con almeno 1 cantiere l’anno;
• aver gestito correttamente gli eventuali reclami
• aver fatto formazione durante l’anno, per un totale di 4 ore per il Lattoniere di Cornice e 8 ore per il Lattoniere Specializzato
La verifica documentale per l’accesso all’esame e per il mantenimento della certificazione deve essere eseguita da un ente terzo, in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024.
ASSOCIATI PILE
LOMBARDIA
MONTAGNOLI RINO
Via Sandro Pertini 10, Arsago Seprio (VA) Tel: 0331-768951- Fax: 0331-076287 info@montagnolirino.it - www.montagnolirino.it
RC LATTONIERI s.r.l.
Via Molinara 9, 22031 Albavilla (CO) Tel: 031-627268 info@rclattonieri.it - www.rclattonieri.it
SANDRINI METALLI SPA
Via P. Togliatti 18/A, 24062 Costa Volpino (BG) Tel: 035-970435 - Fax: 035-972161 webmarketing@sandrinimetalli.it www.sandrinimetalli.it
LATTONERIA SRL
Via Montegrappa 5, 24060 Rogno (BG) Tel: 347-7829789 - info@lattoneria-srl.com www.lattoneria-srl.com
HOMBERGER
Via dei Lavoratori,12 B-D - 20090 Buccinasco (MI) Tel: 010-5765270 vendite@homberger.com - www.homberger.com
ALPEMAC SRL
Via Artigianato 2, 25011 Calcinato (BS) Tel: 030-2061781 - Fax. 030-2061782 info@alpemac.it - www.alpemac.it
EUROGRONDE SRL
Via Nicolò Tartaglia 10, 25024 Porzano di Leno (BS) Tel: 030 9038349 info@eurogronde.it - www.roofix.it
VMZINC BUILDING SOLUTIONS
Milano - Tel: 02-47998202 vmzinc.italia@vmbuildingsolutions.com www.vmzinc.com
EUROPERF SRL
Via delle Industrie, 14 - 20883 Mezzago (MB) Tel: 039 6020314 - info@europerf.it - www.europerf.it
PIEMONTE
UNIMETAL
Via Circonvallazione Giolitti 92, 12030 Torre San Giorgio (CN) Tel: 0172-96155 - Fax: 0172-96200 info@unimetal.net - www.unimetal.net
EVOMACH
Corso Canale 18R, 12051 Alba (CN), Tel: 0141-1856187 info@evomach.it - www.evomach.it
LIGURIA
NUOVA ITALCANALE
Via Monte Sagro, 2 19021 Arcola (SP) Tel: 0187-986233 info@italcanale.it - www.italcanale.it
BASILICATA
PROFILTEK
Zona Industriale, Tito (PZ) Tel: 0971-485178 - Fax: 0971-629157
commerciale@profilteksrl.com www.profilteksrl.com
LATTONERIA SASANIELLO
Via dell’Artigianato 24, Matera (MT) Tel: 0835-261464 - Fax: 0835-261464 info@lattoneriasasaniello.it www.lattoneriasasaniello.it
LATTONERIA FUMAGALLI MAURILIO Lagonegro, Province of Potenza, Italy
Tel: 0973-22175 / 347-1128977 Fax: 0973-22175 fumagallimaurilio@yahoo.it www.lattoneriafumagalli.com
UMBRIA
SUPERCANALI CANNA
Via Industriale 4, Fossato di Vico (PG) Tel: 075-919425 - Fax: 075-919695 info@supercanali.it - www.supercanali.it
F.LLI FAGIOLI
Via Sandro Penna 109, S. Andrea delle Fratte (PG) Tel: 075-5280758 - Fax: 0755-270191 info@fratellifagioli.it - www.fratellifagioli.it
CALABRIA
METALTRADE ITALIA S.R.L. Via Crati, 81 - 87036 Rende (CS) Tel: 0984-838428 / 0984-1806794/5/6 Fax: 0984-1801794
commerciale@metaltradeitalia.com www.metaltradeitalia.com
ISAL
Zona Industriale, San Pietro Lametino (CZ) Tel: 0968-209362 - Fax: 0968-209847 isal@ielapigroup.it - www.isalsrl.it
EUROPROFIL
Zona Industriale, San Pietro Lametino (CZ) Tel: 0968-209155 - Fax: 0968-209829 europrofil@ielapigroup.it - www.ielapigroup.it
EUROCAPANNONI DI RIGANÒ FRANCESCO Via Bruzzio, 35 - 89014 Oppido Mamertina, Fraz. Messignadi (RC) - Tel: 351-5189213 eurocapannoni@gmail.com www.eurocapannoni.it
ABRUZZO E MOLISE
KOMY SNC
Via dei Pastai sn, Zona Industriale “scerne” Pineto (TE) Tel: 085-936133 / 347-0937887 388-0506122 - Fax: 085-936133 info@komy.it - www.komy.it RP INVOLUCRI
S.S.17 km 194.800 loc. S. Antuono 86096 Santa Maria del Molise (IS) Tel: 0865-251004 fpinvolucri@gmail.com
LAZIO
LAMECOP DI COPPOLA MARCO & C. Via Orsa Maggiore 1, Fonte Nuova (RM) Tel: 0690-530135 - Fax: 0690-532423 info@lamecop.it - www.lamecop.it
BIANCHI ELIO
Via Casilina, 2008, Monte Compatri (RM) Tel: 06-9476105 - Fax: 06-9476564 info@bianchielio.it - www.bianchielio.it
OPERA SRL
Via del Cappellaccio, 132 - 00144 Roma Tel: 06-55282641 - info@operalattoneria.it www.operalattoneria.it
TOSCANA
TECNO RAME
Via dei Pecchi 111, Viareggio (LU) Tel: 0584-1660269 - Fax: 0584-1660270 info@tecnorame.it - www.tecnorame.it
ASSIMP ITALIA
Via Micali 22, Livorno (LI) Tel: 0586-850797 / 345-6606691 info@assimpitalia.it - www.assimpitalia.it
REGO Srl
Via Giuseppe Di Vittorio 79M, 50053 Empoli (FI) Tel: 0571-417189
Fax: 0571-403111 info@rego.it www.rego.it - www.parapetti.it
EMILIA ROMAGNA
SICURPAL
Via dei Mestieri 12, 41030 Bastiglia (MO) Tel: 059-818179 - info@sicurpal.it - www.sicurpal.it
MARCHESI SRL
Via Donatori di Sangue 6, 42044 Gualtieri (RE) Tel: 0522-220072 - info@marchesimetalli.com www.marchesimetalli.com
RIVIT
Via Guglielmo Marconi 20, Ozzano dell’Emilia (BO) Tel: 051- 4171111 - Fax: 051- 4171159 rivit@rivit.it - www.rivit.it
EUROPROFIL S.r.l. Filiale
Via Monteorino 7, 48024 Massa Lombarda (RA) Tel: 0545-81340 - europrofil@ielapigroup.it www.ielapigroup.it
ISAL S.r.l. Filiale
Via Monteorino 7, 48024 Massa Lombarda (RA) Tel: 0545-81340 - isal@ielapigroup.it - www.isalsrl.it
TUBOZETA S.r.l. Unipersonale
Via Gandhi 12, 47121 San Martino in Strada (FC) Tel: 0543-85816 - Fax: 0543-83223 tubozeta@tubozeta.it - www.tubozeta.it
TECNOSTAFF
Via dell’Artigianato, 21/23, Cusercoli, Civitella di Romagna (FC) - Tel: 0543-989773 Fax: 0543-989223 - info@tecnostaff.com www.tecnostaff.com
F.LLI VITALI LATTONIERI S.r.l.
Via dei Melograni, 1 - 47043 Gatteo (FC) Tel: 0541 818384 - fvitali@fratellivitali.com www.fratellivitali.com
CASSANELLI FABRIZIO
Via Grazioli, 19 - 40061 Minerbio (BO) Tel. 393-0000033 - fabrizio.cassanelli@gmail.com
CAMPANIA
EDIL LAMIERE SRL
Via Papa Giovanni XXIII 2, 80019 Qualiano (NA) Tel: 081-8187158 - Fax: 081-8187158 info@edillamiere.it - www.edillamiere.it
LATTONERIA F.LLI SILVESTRE
Zona ASI loc. Pascarola, Caivano (NA) Tel: 081-8359389 - Fax: 081-8360414 info@lattoneriasilvestre.it www.grupposilvestre.com
CILENTO GRONDE
Via Nazionale Ex. S.S. 18, c/da Tre Archi-Fraz. Vallo Scalo (SA) Tel: 0974-715076 - Fax: 0974-715076 info@cilentogronde.com - www.cilentogronde.com
TETTO CORPORATION SNC
Via degli Ontanelli 1, 80051 Agerola (NA) Tel: 333-2353331 tettocorporation@gmail.com www.tettocorporation.it
SICILIA
SIRAME S.R.L.
Via Regione Siciliana, Fraz. Zappardino 98060 Piraino (ME) - Tel: 0941-303505
F.I.O.M.
Via E. Toti, 95 - 96019 Rosolini (SR) Tel: 0931-857823 fiomsnc@gmail.com - www.fiomsnclattoneria.it
MARCHE
BIAGETTI
Via E. Fermi 2, Trecastelli (AN) Tel: 071-7958296 - Fax: 071-7958296 info@biagettisrl.com - www.biagettisrl.com
F.P.L.
Via Delle Industrie 2, Castelfidardo (AN) Tel: 071-7211023 - Fax: 071-7211023 info@fpllattoneria.it - www.fpllattoneria.it
TRIVENETO
SCHATZER ALOIS
Via Julius Durst str. 20, Bressanone (BZ) Tel: 0472-835612 - Fax: 0472-838 242 info@schatzer-alois.it - www.schatzer-alois.it
PREFA ITALIA SRL
Via Negrelli 23, 39100 Bolzano (BZ) Tel: 0471-068680 - Fax: 0471-068690 office.it@prefa.com - www.prefa.com
ALPEWA
Via Negrelli 23, 39100 Bolzano (BZ) Tel: 0471-065252 - Fax: 0471-065253 info@alpewa.it - www.alpewa.it
REVOLTI LATTONERIE SRL
Via dell’Impresa 1, 38123 Trento (TN) Tel: 0461-923297 - Fax: 0461-913219 info@revolti.it - www.revolti.it
FESTI LATTONERIE SRL
Via Castel Beseno 14, 38060 CALLIANO (TN) Tel: 0464-835232 - www.festilattonerie.com amministrazione@festilattonerie.com
OFFICINE NUOVE SRL
Via della Croce 40, 33030 Campoformido, Fraz. Basaldella (UD) Tel: 0432-561586 info@officinenuove.it - www.officinenuove.it
FELIXMEC SRL
Piazzetta C.Celso Costantini 1 33070 Pordenone (PN) Tel: 351 7721825 - ideasviluppo@felixmec.com www.felixmec.com
MAZZONETTO SPA
Via Maestro Antonio Ceccon 10, Loreggia, (PD) Tel: 049-9322611 - Fax: 049-9322650 mazzonetto@mazzonettometalli.it www.mazzonettometalli.it
INGROS COPERTURE SRL
Via Industria 1, 30029 San Stino di Livenza (VE) Tel: 011-5607550 - www.ingroscoperture.it
NUOVA 3L SRL
Via Roverelli 48, 30030 Fossò (VE) Tel: 049-9831800 - Fax: 049-9831802 info@nuova3l.com - www.nuova3l.com
ZINTEK SRL
Via delle Industrie 22, 30175 Porto Marghera (VE) Tel: 041-2901866 - Fax: 041-2901834 zintek@zintek.it - www.zintek.it - mrtinsmith.zintek.it
TRESOLDI METALLI
Via Fanzaghe 108, Pozzonovo (PD) Tel: 0429-773200 - Fax: 0429-773088 info@tresoldimetalli.it - www.tresoldimetalli.it
F.LLI PAVAN SRL
Martiri di Belfiore, 69/B, 45100 Rovigo (RO) Tel: 0425-404199 - Fax: 0425-1685006 f.llipavansrl@libero.it - www.pavanfratellilattonieri.it
C.L.C. SRL
Via A. Volta 12, 36034 Malo (VI) Tel: 0445-602577 - Fax: 0445-580120 info@clc-srl.com - www.clc-srl.com
MONETTI GROUP
Via Villa, 185 - 30010 Bojon di Campolongo M. (VE) Tel: 049-9725422 - Fax: 049-9725462 info@monettigroup.com - www.monettigroup.com
LATTONERIA VENETA SRL
Via dell’Industria 3, 36033 Isola Vicentina (VI) Tel: 0444 976470 info@lattoneriaveneta.com www.lattoneriaveneta.com
VATAMANU COPERTURE SRL
Via Piave, 85 - 33082 Azzano Decimo (PN) Tel. 0434-647369 info@vatamanu.it - www.vatamanu.it
PUGLIA
RUSSI LORENZO
Via Salvatore Fitto 8, 74014 Laterza (TA) Tel: 099-8296322 lattoneriarussi@libero.it
LATTONERIA DELLA MURGIA
Via Iazzitiello C.da Panecuccio, 3 70029 Santeramo in Colle (BA) Tel: 080-3037940 - Fax: 080-3037940
latt.dellamurgiasrl@libero.it
ARTIGIAN GIOVANNI RUSSO
V.le dell’Artigianato, ZI, Francavilla Fontana (BR) Tel: 0831-810844 - Fax: 0831-813620 artigian.grusso@libero.it - www.artigianrusso.com
Alpewa
Senza frontiere PER L’INNOVAZIONE

L’azienda si prepara a introdurre importanti novità sul mercato, puntando su qualità e precisione. Ha appena lanciato l’acciaio preverniciato Matt 35, nuove guaine in pvc e corsi per professionisti

Alpewa è un’azienda di punta nel settore della lavorazione dei metalli. L’impresa di Bolzano è stata fondata da Luis Niederfriniger come piccola ditta di lattoneria. Negli anni si è ampliata diventando un punto di riferimento nel settore della lavorazione dei metalli per l’edilizia, nel mercato dell’involucro e, più in generale, nell’industria delle costruzioni metalliche in Italia e in Austria. Nel 2000 ha aperto le filiali in Austria e nel 2015 in Germania, espandendo il suo raggio d’azione. Ma ha ancora molti obiettivi da raggiungere, spiega a Lattoneria Andreas Koler, Ceo di Alpewa.
Domanda. Che anno è stato il 2025 per la lattoneria?
Risposta. Il 2025 è stato un anno di consolidamento tecnologico e di crescita qualitativa. Il settore della lattoneria ha registrato un’evoluzione significativa verso materiali più performanti e sostenibili, con una forte attenzione alla tracciabilità delle filiere e alla riduzione dell’impatto ambientale complessivo.
D. E per voi?
R. Per Alpewa il 2025 ha rappresentato un punto di svolta. Abbiamo investito in nuovi materiali di alta qualità e in un rafforzamento della formazione tecnica, confermando la nostra posizione di riferimento per soluzioni in metallo per coperture e facciate.
D. Avete presentato qualche novità?
R. Sì, abbiamo introdotto il nuovo acciaio preverniciato Matt 35, una soluzione di alta gamma per applicazioni esterne, e abbiamo aderito al programma greentec steel del nostro partner voestalpine, che segna un passo concreto verso la decarbonizzazione dell’acciaio. Inoltre, abbiamo introdotto sul mercato Rhenofol, una delle migliori guaine in Pvc.
D. Quali sono le caratteristiche tecniche?
R. Matt 35 è un acciaio zincato a caldo con doppia verniciatura da 35 µm per lato, caratterizzato da un’elevata resistenza ai graffi (≥35 N), protezione anticorrosione con rivestimento in zinco da 275 g/ m², primer privo di cromati e massima resistenza ai raggi Uv (classe Ruv4). È disponibile in due


tipologie di acciaio ottimizzate per la lattoneria: Sgs180 (morbido) e Dx52.
D. Per quali lavori è indicato?
R. Per coperture metalliche a doppia aggraffatura, grondaie e pluviali, facciate ventilate e scossaline. Le sue caratteristiche meccaniche e di resistenza lo rendono ideale per applicazioni in quota o in ambienti con condizioni climatiche estreme.
D. Come si applica?
R. Matt 35 mantiene un’eccellente lavorabilità e un basso coefficiente di dilatazione termica, consentendo piegature precise e applicazioni complesse. Si lavora con le normali attrezzature da lattoneria e garantisce stabilità dimensionale anche in condizioni di forte sollecitazione.
D. Il prezzo dei metalli registra forti oscillazioni. Qual è la situazione?
R. Le oscillazioni dei prezzi restano significative, soprattutto per rame, acciaio, zinco al titanio e alluminio. Tuttavia, la collaborazione con fornitori strutturati come voestalpine e Prefa ci consente di pianificare approvvigionamenti stabili e ridurre l’impatto della volatilità dei mercati.
D. Come gestite eventuali rincari?
R. Attraverso contratti di fornitura programmati, ottimizzazione logistica e investimenti in magazzini automatizzati per la gestione delle scorte. L’obiettivo è garantire continuità di servizio e stabilità nei tempi di consegna per i nostri clienti.
D. Alpewa è sempre stata attenta alla formazione. Qual è la situazione in Italia?
R. La formazione tecnica nel nostro settore è ancora frammentata, ma sta crescendo la consapevolezza dell’importanza di formare nuove generazioni di lattonieri qualificati.
D. Voi come affrontate questa necessità?
R. Abbiamo rafforzato i programmi di training tecnico nella nostra Academy di Bolzano, tra i quali quelli in col laborazione con Prefa, quindi offriamo corsi pratici e teorici, specifici e mirati alle esigenze del mercato.
D. Come si svolgono i corsi?
R. I corsi combinano teoria sui materiali e normative con sessioni pratiche su macchinari professionali. Gli istruttori sono tecnici specializzati Alpewa e Prefa.
D. Come si fa a partecipare?
R. È sufficiente iscriversi tramite il nostro sito o contattare direttamente l’ufficio formazione. I corsi vengono programmati durante tutto l’anno e sono aperti anche a gruppi aziendali.
D. Chi può iscriversi?
R. Installatori, lattonieri, tecnici di cantiere, progettisti e rivenditori interessati a conoscere da vi-

cino materiali e tecnologie di nuova generazione.
D. Sta cambiando qualcosa in ambito formazione?
R. Sì, si sta affermando un approccio più digitale e immersivo, con strumenti di simulazione 3D, realtà aumentata e moduli di e-learning per l’aggiornamento continuo.
D. Nella lattoneria c’è scarsezza di manodopera oppure di competenze?
R. Entrambe le cose. La manodopera specializzata è difficile da reperire e le competenze non sempre sono aggiornate alle nuove tecnologie e materiali. Da qui l’importanza della formazione continua. D. Che cosa ne pensate delle iniziative di Pile

Dal grande al piccolo: a sinistra il magazzino Alpewa. In basso gli operatori delle linee di taglio


per la formazione dei lattoneri?
R. Sono iniziative molto positive, perché contribuiscono a qualificare il settore e a creare un linguaggio tecnico comune. Alpewa sostiene con convinzione tutte le collaborazioni orientate alla crescita del comparto.
D. Avete in programma l’apertura di un nuovo stabilimento?
R. No, ma è in programma di ampliare nuovamente la sede di Bolzano, è in fase di progettazione l’involucro del secondo ampliamento.
D. Che caratteristiche avrà?
R. Sarà rivestito in profili in alluminio forato Montana con dettagli in Prefa e la copertura invece è stata trasformata in un tetto giardino e solare in


modo da ricavare energia da fonti rinnovabili e per proteggere la copertura da bombe d’acqua estive.
D. A che cosa sarà adibito?
R. Sarà destinato alla logistica dei materiali.
D. Quali sono i principali prodotti che offrite al mercato?
R. Sistemi per coperture metalliche, facciate ventilate, macchinari per la lattoneria, attrezzature professionali e sistemi di impermeabilizzazione in Epdm, Tpo e Pvc.
D. Quali sono i plus rispetto agli altri prodotti del settore?
R. Offriamo un approccio integrato: consulenza tecnica, materiali certificati, formazione e assistenza post-vendita. Inoltre, collaboriamo con produttori europei di eccellenza per garantire massima qualità e tracciabilità.
D. Con quali strumenti per il sell out?
R. Materiale tecnico, cataloghi digitali, video tutorial e campagne di comunicazione B2B mirate. Inoltre, stiamo implementando un portale online per la gestione dei preventivi e delle forniture.
D. Quali sono le prospettive per il 2026 del settore?
R. Ci aspettiamo una progressiva crescita del comparto, sostenuta da incentivi alla riqualificazione energetica e da una domanda sempre più attenta a sostenibilità e durabilità.
D. Come Alpewa che cosa vi aspettate?
R. Un ulteriore rafforzamento della nostra presenza sul territorio e lo sviluppo di nuovi accordi strategici legati alla fornitura di materiali sempre innovativi.
D. Come giudicate la proroga di un anno per i bonus?
R. Positivamente. I bonus hanno rappresentato un motore per il settore edilizio e la loro estensione

consente alle imprese di programmare meglio gli investimenti.
D. Qual è la vostra strategia in materia di sostenibilità?
R. La sostenibilità è parte integrante del nostro modello di business. Grazie alla collaborazione con voestalpine e al programma greentec steel, utilizziamo acciai con un’impronta di CO₂ ridotta fino all’85% rispetto alla media europea, prodotti secondo la metodologia Epd En 15804+A2 e destinati, in prospettiva, a essere realizzati con forni elettrici alimentati da idrogeno verde.
D. Alpewa si è sempre distinta per l’attenzione al design. Quali sono i trend?
R. Il design tecnico si muove verso superfici materiche, colori naturali e finiture opache come Matt 35, che coniugano estetica e funzionalità, adattandosi sia all’architettura alpina sia a quella contemporanea. Ma soprattutto stiamo puntando sempre di più a un involucro che possa essere cucito sulle esigenze del progettista. Per questo stiamo ampliando il nostro comparto prodotti e prossimamente saremo distributori di un prodotto per facciate che possa adattarsi a ogni richiesta progettuale. La parola d’ordine è custom.
D. Avete nuove macchine in arrivo?
R. Sì, introdurremo nuovi sistemi di piegatura e profilatura automatizzata con controllo digitale, per migliorare la precisione e ridurre gli sprechi di materiale.
D. Si parla molto di intelligenza artificiale. È un’opportunità per la lattoneria?
R. Assolutamente sì. L’intelligenza artificiale può supportare la progettazione dei dettagli costruttivi, la manutenzione predittiva delle coperture e la gestione automatizzata della produzione.

D. Pensate di utilizzarla?
R. Abbiamo già avviato test su sistemi di analisi dati per il monitoraggio dei macchinari e per l’ottimizzazione dei flussi di magazzino.
D. Avete puntato su un nuovo showroom macchinari. Quale accoglienza ha avuto?
R. Lo showroom di Bolzano è stato accolto con grande interesse. È diventato un luogo d’incontro per professionisti, installatori e rivenditori, non solo per esporre macchinari, ma per formare e condividere competenze.
D. Come è organizzato?
R. È strutturato in due parti principali: macchinari per la lattoneria e postazioni operative per prove pratiche e dimostrazioni dal vivo.
D. Alpewa ha più di 40 anni. Che cosa è cambiato dalla fondazione?
R. È cambiato tutto, tranne i valori fondamentali. Siamo passati da un’azienda commerciale a un partner tecnico di riferimento, con una visione integrata tra innovazione, sostenibilità e competenza. Oggi Alpewa rappresenta una piattaforma completa al servizio della lattoneria moderna. Alessandro Bonvicino
Secondo Convegno Nazionale dei Lattonieri
Un nuovo inizio per la lattoneria
Innovazione, digitalizzazione, formazione

Il mondo cambia rapidamente: digitalizzazione, intelligenza artificiale e meccatronica rivoluzionano produzione e distribuzione. Dazi, tensioni ed economia stagnante la insidiano. La lattoneria sa adeguarsi alla trasformazione in atto? Domande alle quali risponderà il Secondo Convegno Nazionale dei Lattonieri. Virginia Gambino Editore organizza, per l’associazione Pile, il secondo appuntamento. Giovedì 4 dicembre, alle ore 18:30, è prevista una cena di business che incornicerà l’assegnazione dei Metal Awards, riconoscimenti all’attività dei migliori installatori di lattoneria edile. Venerdì 5 dicembre sarà la volta del convegno vero e proprio. Il programma di massima dell’evento è già delineato. Non mancherà un’analisi della congiuntura economica, con le previsioni per il 2026. Tra gli interventi non mancheranno neppure la formazione, al centro dell’attenzione della categoria, un coinvolgente exit poll in tempo reale tra i partecipanti, e una relazione su un problema molto sentito: il passaggio generazionale, a cui si aggiungono i talk show con i protagonisti del settore.

È un’iniziativa in collaborazione con VirginiaGambino EDITORE

Villa Quaranta
Via Ospedaletto, 57 - 37026 Ospedaletto di Pescantina (Verona)
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2025 ore 18:30
Cena di business presso Ristorante Borgo Antico (villa storica) e premiazione Metal Awards
VENERDÌ 5 DICEMBRE 2025 ore 8:30
Convegno dei Lattonieri (sala Amarone Centro Congressi)
PROGRAMMA
8:30 Registrazione e welcome coffee
9:00 Apertura saluti
Roberto Di Lellis, giornalista
9:10 Introduzione
Fabio Montagnoli, presidente Pile
9:40 I macro trend del 2026
Andrea Favaretto, direttore Centro Studi Sintesi Cgia Mestre. Collaboratore del Centro Studi YouTrade
10:10 Instant poll: sondaggio in diretta a cura di Roberto Di Lellis
10:20 Talkshow: le imprese sono pronte?
Nazzareno Damioli, direttore generale Sandrini Metalli
Massimo Valentinuzzi, responsabile Divisione SafetyLine FT Spa
Jürgen Niederfriniger, AD Nieder Srl
Paul Vatamanu, manager Vatamanu Coperture
10:50 I numeri e le classifiche della lattoneria
Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade
11:20 Coffee break
11:50 Fatti e misfatti nei passaggi generazionali
Alberto Bubbio, professore associato di Economia Aziendale e responsabile del corso di Programmazione e Controllo, presso l’Università Cattaneo - Liuc. Responsabile scientifico YouTrade Education
12:20 Talk: Produttori e Installatori a confronto Francesco Borzumati, direttore commerciale e Marketing Isal srl
Lucio Ghidini, titolare Lattoneria Bresciana srl
Sabino Stella, socio Nuova Doppia S srl
Ivo Marras, titolare Ivo Marras
Elvis Milano, titolare E.M. Centro Lattoneria Edile
12:50 La strada della normativa
Mattia Montagnoli, direttore generale di Pile
13:20 Light lunch
presso Ristorante Borgo Antico (villa storica)
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II Convegno dei Lattonieri
Finestra aperta SUL FUTURO
L’evento organizzato da Virginia Gambino Editore e da Pile presenta un programma centrato sugli aspetti caldi dei professionisti del metallo: innovazione tech, formazione, trend economici e gestione finanziaria

Non c’è bisogno di una sfera di cristallo. Per capire che cosa ci aspetta nel 2026 basta una parola: incertezza. Perché il mondo attraversa una fase di cambiamento. Rapido, contradditorio e, il più delle volte, incomprensibile. Chi avrebbe mai scommesso, solo dieci anni fa, che i lattonieri avrebbero dovuto digitalizzarsi? E chi, oggi, sa in che modo, davvero, inciderà sul business l’avvento dell’Intelligenza artificiale? Per non parlare dell’incertezza legata alle politiche green e, a strascico, ai relativi incentivi fiscali. Tolti, confermati, sospesi, prorogati. E poi chissà. Terzo capitolo dell’incertezza:
le dinamiche legate più propriamente al percorso professionale dei professionisti del metallo. Con la necessità di norme, parametri, riconoscimenti ufficiali. Oltre che di formazione.
L’EVENTO
Tutti argomenti che si ritroveranno al centro del II Convegno dei Lattonieri, in programma a Villa Quaranta (Pescantina, Verona). L’evento, organizzato da Virginia Gambino Editore per l’associazione Pile, avrà un preambolo giovedì 4 dicembre. Alle 19 è prevista una cena di business che incornicerà l’assegnazione dei

Metal Awards, riconoscimenti all’attività delle migliori imprese, selezionate secondo i dati raccolti e analizzati dal Centro Studi YouTrade. Venerdì 5 dicembre sarà invece la volta del convegno.
LE RELAZIONI
Il programma prevede l’analisi della congiuntura economica, con le previsioni per il 2026. Numeri, grafici e tabelle guideranno i partecipanti attraverso i dati che fotografano l’andamento dell’economia, dell’edilizia e della lattoneria, per proiettare una visione sulle prospettive dei successivi 12 mesi. Non solo: in anteprima saranno presentate le classifiche che riguardano le aziende che operano nella lattoneria. Un lavoro esclusivo curato dal Centro Studi YouTrade sulla base dei bilanci delle maggiori aziende. L’analisi, al di là della curiosità di rivelare fatturati e performance di redditività, è anche utile per monitorare lo stato di salute del settore. Insomma, è uno strumento di lavoro per gli operatori della lattoneria.
I PROGRAMMI
Il terzo pilastro del convegno è, invece, quello centrato sulla specificità della professione di specialista del metallo. Su questo tema sono previsti confronti con i protagonisti del settore, assieme agli interventi del presidente e del direttore generale di Pile, Fabio e Mattia Montagnoli, con le anticipazioni sulle strategie dell’associazione. Non vanno dimenticati, inoltre, due altri punti caldi per le aziende: la gestione finanziaria, che deve essere sempre


meno improvvisata e sempre più vicina ai migliori standard, e il passaggio generazionale che molte imprese devono prima o poi affrontare. Due aspetti delicati affidati all’esperienza professionale di Alberto Bubbio, professore associato di Economia Aziendale e responsabile del corso di Programmazione e Controllo, presso l’Università Cattaneo - Liuc. Un appuntamento, insomma, da non mancare.
Franco Saro
I NUMERI DELLA LATTONERIA
Viviamo tempi di incertezza. La situazione economica internazionale sta vivendo da molti mesi una condizione di forte instabilità dovuta all’amministrazione Trump, che ha avviato e perseguito, fin dai primi giorni del suo mandato, un’azione di destabilizzazione relativa agli accordi commerciali storicamente consolidati con Paesi terzi che non ha eguali, non solo in termini di peso e dimensione, ma anche in relazione agli impatti globali che il nuovo corso protezionista della politica statunitense ha innescato a livello mondiale. Di fronte a questo scenario il settore delle costruzioni in Italia è esposto a fenomeni difficili da prevedere e controllare, ma può ancora contare, per un breve periodo, su alcuni effetti straordinari in grado di limitare il calo produttivo e di mercato generatosi con la fine del superbonus. Il Pnrr certamente ha garantito in questa fase un atterraggio morbido per alcuni settori, ma con il 2026 si esaurirà questa spinta e, dunque, per guardare al futuro, bisogna osservare non solo i megatrend, ma anche le opportunità che arrivano e che non abbiamo ancora ben analizzato, prima fra tutte quella della sfida della direttiva Epbd IV, Case green. In questo quadro complessivo lattonieri e coperturisti in questi anni hanno avuto forti incrementi di mercato grazie al superbonus e ai lavori del Pnrr, e sicuramente nel futuro, in assenza di ulteriori incentivi fiscali o programmi straordinari di intervento, le imprese dovranno adattarsi a un mercato in cambiamento, sia quantitativo che qualitativo. Molte realtà del settore mostrano dati molto significativi, non solo di crescita quantitativa, ma soprattutto di solidità nella redditività e anche nella capacità di gestione, che consente di ottimizzare i processi e rendere l’azienda più competitiva, più produttiva e, dunque, anche più capace di

produrre marginalità e utili. La conformazione del territorio italiano e la particolarità del mercato della lattoneria e delle coperture evidenziano come la dimensione sia oggi un fattore strategico per il futuro, dove per dimensione si intende quella aziendale capace di essere estremamente specializzata e competitiva nella propria area di mercato.
Per anticipare il futuro occorre comprendere i megatrend: forze dirompenti capaci di determinare cambiamenti strutturali nell’economia e nella società globale. Questi fenomeni si sviluppano in lunghi periodi e poi esplodono, spesso quando è troppo tardi per adattarsi. L’Ia rappresenta internet moltiplicato per dieci, con capacità di penetrazione in tutti i settori. Il 59% delle mansioni attuali sarà modificato.
La chiave è la formazione: le aziende che sapranno usarla meglio avranno un vantaggio competitivo decisivo. Silver Economy: l’Italia diventerà il Paese più vecchio dell’Ue. Nei prossimi anni, oltre 2.300 miliardi di euro passeranno dai boomer alle generazioni successive: un’occasione epocale per rinnovare il sistema economico attraverso abitazioni intelligenti, turismo silver, servizi alla persona e nuovi modelli abitativi.

Cambiamento climatico. L’Italia è un hot spot climatico: cambiano temperature, biodiversità e distribuzione antropica, creando nuove necessità in termini di sostenibilità e riqualificazione urbana. Il Pnrr intercetta questi megatrend. Per affrontare le sfide della crisi pandemica e il rallentamento delle economie europee, l’Unione europea ha creato, nel quadro del Next Generation Eu, il Dispositivo per la ripresa e
la resilienza (Recovery and Resilience Facility), un nuovo strumento finanziario di 648 miliardi di euro (a prezzi 2022) per supportare la ripresa negli Stati membri. Questi finanziamenti intercettano i megatrend con l’obiettivo strategico di rilanciare l’economia e la società europea verso uno sviluppo sostenibile e inclusivo, attraverso investimenti in infrastrutture, servizi, ricerca e riforme. Gli assi principali sono: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
I megatrend e nello specifico il Pnrr stanno trasformando profondamente il settore delle costruzioni, spingendo verso la sostenibilità con l’uso di materiali bio-based, l’integrazione del verde e le reti intelligenti, e verso la digitalizzazione tramite l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata per ottimizzare processi e creare edifici più efficienti e inclusivi. Queste tendenze, inoltre, sono influenzate dalla crescente domanda per la riqualificazione urbana e le infrastrutture, soprattutto in vista di obiettivi ambientali sempre più stringenti, creando al contempo sfide per il mercato attraverso una maggiore dipendenza da capitali naturali e la necessità di nuovi modelli di costruzione.

Dove la luna diventa forma

Top 120 lattonieri e coperturisti
Un anno vissuto SULL’OTTOVOLANTE
L’analisi del Centro Studi YouTrade sui bilanci delle imprese con oltre 3 milioni di fatturato indica un anno a due facce: flessione nel fatturato, ma anche una crescita media degli utili
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Dinamica delle imprese della Top 120 dei lattonieri e coperturisti negli anni 2022-2024
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Indicatori di performance della Top 120 dei lattonieri e coperturisti. Anno 2024









UNIMETAL ACADEMY

CORSI DI FORMAZIONE PER LATTONIERI E INSTALLATORI
Unimetal ha creato una scuola interna specifica per i lattonieri, con l’obiettivo di migliorare le tecniche di installazione della copertura aggraffata, oltre alla qualità e la conoscenza dei materiali, attraverso corsi specifici di formazione. I corsi sono a ricorrenza annuale e prevedono lezioni suddivise sia in parti partiche sia teoriche, per il raggiungimento e il miglioramento delle tecniche base e la conoscenza specifica del prodotto.







CONTATTACI PER INFORMAZIONI e ISCRIZIONE AI CORSI mail: info@unimetal.net

Variazione % del fatturato per classi dimensionali della Tap 120 dei lattonieri e coperturisti. Anno 2024 su 2023
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali
Dimensione del mercato per classi di fatturato e percentuali di utili sul fatturato della Top 120 dei lattonieri e dei coperturisti. Anno 2024
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Distribuzione percentuale regionale delle imprese e del fatturato della Top 100 della distribuzione edile per sedi di impresa
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali
L’analisi delle imprese di lattoneria e coperturisti quest’anno fa riferimento a un panel di 123 aziende con oltre 3 milioni di euro di fatturato nel 2024, limite preso in esame per definire come si sta muovendo il settore in base all’analisi delle imprese più strutturate. Rispetto allo scorso anno, la scelta di analizzare la Top 120 risiede nelle logiche del nostro Centro studi, che puntano ad analizzare sia il mercato nel suo insieme, ma anche nell’evidenziare le dinamiche che attraversano le imprese di maggiori dimensioni. Quelle che
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Indicatori di performance per classi dimensionali di impresa dei lattonieri e coperturisti

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I FONDAMENTALI
RAGIONE SOCIALE
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I FONDAMENTALI
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I FONDAMENTALI
RAGIONE SOCIALE
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I FONDAMENTALI
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I FONDAMENTALI
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NOTA: I VALORI SONO ESPRESSI IN MILIONI DI EURO
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I FONDAMENTALI
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EFFICIENZA E RAZIONALITA’ DEL MANAGEMENT
RISCHI OPERATIVI
RISCHI FINANZIARI
ROA - ROD (%) CICLO COMMERCIALE (giorni) TASSO D’INDEBITAMENTO INDIPENDENZA FINANZIARIA (%) ACID TEST
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EFFICIENZA E RAZIONALITA’ DEL MANAGEMENT
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ROA - ROD (%) CICLO COMMERCIALE (giorni) TASSO D’INDEBITAMENTO INDIPENDENZA FINANZIARIA (%) ACID TEST
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REDDITIVITA’ RAGIONE SOCIALE
EFFICIENZA E RAZIONALITA’ DEL MANAGEMENT
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ROA - ROD (%) CICLO COMMERCIALE (giorni) TASSO D’INDEBITAMENTO INDIPENDENZA FINANZIARIA (%) ACID TEST
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La sicurezza NON HA CONFINI
L’azienda è specializzata in soluzioni per la protezione anti infortuni. Non solo con singoli prodotti, ma con sistemi integrati, che comprendono l’installazione, la facilità d’uso e anche l’estetica

Materiali edili innovativi e partnership affidabili per professionisti. Sono due bandiere per Ft, azienda focalizzata sull’edilizia e sul tema della sicurezza. Come spiega a Lattoneria il direttore commerciale Marco Galavotti. Domanda. Nei primi sei mesi del 2025 sono state registrate quasi 300 mila denunce di infortuni sul lavoro, con oltre 500 morti. Perché non si riesce ad arrestare questo problema?
Da sinistra, Marco Galavotti, Roberto Minari e Leonardo Ricò
Risposta. Si tratta di un deficit culturale che caratterizza, purtroppo, il nostro paese in tutti i settori, e che ha sempre frenato la diffusione di politiche efficaci e di comportamenti lavorativi adeguati. Tre sono le cause ricorrenti: cultura della sicurezza discontinua, perché spesso si confonde la conformità formale con la sicurezza reale, priorità di cantiere con tempi e pressioni economiche portano inevitabilmente a scorciatoie, e mancata integrazione tra progetto, fornitura e posa dei sistemi anticaduta. Serve passare da semplici dispositivi a sistemi più procedure più formazione.
D. Quali sono le linee guida per una maggiore sicurezza?
R. Non si può delegare la sicurezza al caso. Ogni cantiere è diverso, richiede qualità, ma anche responsabilità. Per quanto certificato, nessun dispositivo può sostituire la consapevolezza e la formazione di chi lavora in quota. La verità è che la sicurezza reale non si ferma alla norma: dipende da come il sistema viene scelto, progettato, posato e mantenuto. Il nostro ruolo, come produttori, è proprio quello di trasferire competenza oltre che prodotti e soluzioni. Perché la sicurezza per Ft non è un costo: è il valore che distingue un vero professionista.
D. Linea Vita comprende sistemi anticaduta e protezione per i professionisti sul luogo di lavoro. Quali sono le caratteristiche della vostra soluzione?
R. Continuo e costante aggiornamento sulle norme, partecipazione attiva al tavolo decisionale del ministero, anticipando quelli che sono i trend di normative e mercato, prestazioni di elevata qualità e assolutamente garantite, praticità-semplicità-velocità di installazione, modularità dei sistemi per adattarli alle più vaste esigenze applicative.
D. Oltre a proporre il materiale realizzate direttamente linee vita?


R. Per non andare in concorrenza con alcuni nostri clienti, non realizziamo direttamente installazioni e montaggi. Negli anni abbiamo creato una fitta rete interconnessa di posatori e installatori, stringendo accordi con molti nostri clienti che si rendono disponibili a effettuare installazioni e ai quali assegniamo cantieri. Si tratta di un punto per noi strategico, volto a sviluppare e consolidare un circuito virtuoso di collaborazione, di garanzia, professionalità e soprattutto di trasparenza commerciale.
D. Quali sono le caratteristiche che deve presentare una linea vita sicura?
R. Una linea vita sicura nasce da tre elementi fondamentali: 1) Certificazione: nello specifico Ft si appoggia a laboratori esterni imparziali accreditati dal ministero delle Imprese, 2) materiali di assoluta qualità, 3) Formazione e conoscenza delle normative. Ft è da sempre membro di Aipaa, l’Associazione nazionale per il settore specifico per la prevenzione delle cadute dall’alto. E assieme a loro partecipiamo alle riunioni del comitato normativo presso il ministero per il Lavoro e della Commissione Nazionale Uni per l’anticaduta. In Ft crediamo che la sicurezza non sia un accessorio, ma una responsabilità condivisa tra chi produce, chi installa e chi utilizza.

D. Sono modulabili per le diverse caratteristiche degli edifici?
R. Uno dei focus principali che abbiamo in azienda è la versatilità di applicazione: per ogni copertura, civile o industriale, per ogni manto, per ogni pendenza, per ogni tipologia di grecata, per ogni modello e marca di qualsiasi produttore di coperture, abbiamo una soluzione già studiata e certificata. I nostri sistemi si adattano facilmente a qualsiasi supporto potendo dunque ottenere qualsiasi configurazione. Non esiste tetto che non potrai mettere in sicurezza con Ft.
D. Sono sistemi certificati?
R. Sempre, tutti, nessuno escluso. Nello specifico, Ft non si autocertifica, ma si appoggia a laboratori esterni accreditati dal ministero delle Imprese, garantendo quindi sempre la massima e totale imparzialità di un ente professionale esterno.
D. Quali sono gli aspetti innovativi della vostra proposta?
R. La nostra è una soluzione completa, non un semplice prodotto. Ogni volta che progettiamo un sistema, l’attenzione del nostro ufficio tecnico si basa su tre elementi fondamentali: 1) velocità di installazione: i nostri sistemi permettono di essere competitivi nei tempi di posa garantendo quindi maggiore profitto ai


nostri clienti, grazie alla possibilità di effettuare lunghe campate, con conseguente risparmio di materiali e ore di lavoro. 2) Leggerezza dei materiali, per facilitare la movimentazione in cantiere. 3) Un occhio al design e all’estetica: la linea vita e i parapetti permanenti restano installati nel tempo, quindi anche l’estetica conta. Se hai la possibilità di avere oltre all’acciaio anche colonnine color coppo per integrarsi meglio in contesti storici, oppure forme di parapetti più affusolate e gradevoli alla vista su un capannone, spesso rendono agli occhi del committente la soluzione di Ft molto più interessante di tante altre soluzioni standard che si trovano comunemente sul mercato. D. Ft propone una vasta gamma di utensili e accessori per il professionista edile. Quali sono?
R. La divisione Utensileria di Ft progetta e produce da oltre 50 anni un catalogo di oltre 3 mila utensili professionali specifici per l’edi-
I pezzi di lamiera personalizzata realizzati dall’azienda


lizia. Al contrario di tante aziende che si specializzano in un prodotto che poi presentano in più settori, FT ha scelto di specializzarsi solo nei prodotti che riguardano esclusivamente l’edilizia, nello specifico, progettati e pensati per ogni ruolo e figura professionale: il carpentiere, il muratore, il professionista dei sistemi a secco, il piastrellista, il posatore e tutti gli altri attori che rientrano nel mondo nell’edilizia.
D. Proponete anche parapetti da cantiere. In quale modalità?
di diversa natura, altezza e inclinazione e che consente l’installazione del montante in varie configurazioni, il tutto sempre rigorosamente conforme alle prescrizioni delle norme Uni En 14122 e Ntc 2018. Siamo in grado di fornire inoltre parapetti temporanei, conformi alla norma Uni En 13374, adattabili a tutte le tipologie di tetto (calcestruzzo, legno, velette) e dedicati a tutte le situazioni in cui non sia possibile intervenire con una soluzione permanente.
La strumentazione tecnica all’avanguardia messi a disposizione dall’azienda
R. Il nostro fiore all’occhiello è il sistema Rapid Multi, soluzione di parapetto permanente particolarmente evoluta che si compone di una staffa universale applicabile su supporti

D. Un aspetto importante è quello delle imbragature. Come devono essere?
R. Siamo quotidianamente attenti all’evoluzione delle esigenze di chi utilizza i Dpi, in particolare le imbracature di sicurezza. Conformi alla norma En 361, devono garantire elevata resistenza meccanica, leggerezza, facilità di regolazione e la presenza di idonei punti di ancoraggio e di posizionamento, senza mai rinunciare alla praticità d’uso, al comfort ergonomico e alla vestibilità durante le fasi di lavoro.
D. Oltre alle cadute dal tetto, uno dei pericoli maggiori è quello rappresentato dalle scale. Qual è la vostra soluzione?
R. Siamo in grado di proporre un sistema di scale a gabbia Rapid Lad, realizzato anch’esso in coerenza con le caratteristiche di modularità e praticità applicativa tipiche delle nostre solu-


zioni, nonché una linea vita verticale specifica per scale ordinarie.
D. Per la sicurezza è necessaria la conoscenza dei pericoli. Organizzate corsi di formazione per tecnici, progettisti?
R. Se vogliamo essere parte attiva nella riduzione degli infortuni sul lavoro, non possiamo
fornire solo un sistema o un prodotto, ma serve sensibilizzazione e formazione da parte di tutti, compresi noi produttori. Per questo motivo, da sempre, proponiamo corsi di formazione personalizzati sia presso la sede Ft che presso le sedi dei nostri clienti.
D. Come sono proposti?
R. I corsi di formazione Ft si tengono con cadenza mensile, generalmente l’ultimo venerdì di ogni mese, presso la nostra sede. L’intera rete di consulenti Ft li promuove quotidianamente durante gli affiancamenti e i sopralluoghi in cantiere, coinvolgendo lattonieri e coperturisti. Ci si può iscrivere anche attraverso il nostro sito web. I corsi possono essere differenziati in base alle specifiche esigenze dei partecipanti e, quando necessario, vengono strutturati in modo personalizzato, tenendo conto del ruolo, delle competenze e del tipo di attività svolta dai partecipanti.
D. Chi vi partecipa?
R. La partecipazione è aperta e vi partecipano con regolarità tutti gli attori: tecnici, progettisti, installatori (titolari e dipendenti), imprese, e chiunque abbia interesse ad approfondire il tema della sicurezza in cantiere legata al mondo dei Dpi e protezione collettiva.
D. Qual è la lacuna che riscontrate più spesso nei partecipanti?
R. Spesso i partecipanti sono convinti che basti installare un qualunque prodotto o sistema certificato. Come abbiamo visto prima, ciò non è assolutamente una garanzia, e non è assolutamente sufficiente. Si possono certificare in diversi modi, con autocertificazione oppure presso enti esterni neutrali e riconosciuti dal ministero del Lavoro, come nel nostro caso. Oltre al prodotto, occorre che tutta la filiera sia preparata su sistemi più

procedure più formazione
D. Ft ha 40 anni: quali sono state le tappe principali della sua storia?
R. Ft nasce come produttore di derivati vergella nel 1969 e si afferma nei primi decenni successivi, tra i principali marchi di produzione per utensili professionali specifici per l’edilizia. Il marchio Ft nel mondo dell’utensileria professionale edile oggi è largamente diffuso e ben percepito dall’utilizzatore che lo apprezza per le sue caratteristiche specifiche progettate per il settore. Successivamente, ormai da oltre



20 anni, ha aperto una divisione legata alla sicurezza chiamata SafetyLine, con la quale, attraverso il canale delle rivendite, negli anni è riuscita a diventare il principale riferimento a livello nazionale. Negli ultimi anni abbiamo capito che possiamo estendere anche a lattonieri e coperturisti un valido supporto commerciale e formativo, lavorando in sinergia per renderli sempre più competitivi (e al sicuro!) nei cantieri. D. Avete progetti per il futuro?
R. Stiamo lavorando su tre fronti. Prodotto: stiamo progettando nuove soluzioni tecniche che




oggi non sono ancora presenti sul mercato, e che potrebbero facilitare molto di più il lavoro di chi posa e installa sistemi di protezione collettiva, riducendo al massimo i tempi di posa e facilitando enormemente il lavoro dell’operatore… stay tuned! Rete consulenti: stiamo organizzando e strutturando una rete vendita di professionisti dedicata al mondo degli installatori specializzati. Affiancamento in cantiere: l’obiettivo è quello di fornire in modo ancor più capillare ciò che stiamo offrendo oggi: una consulenza personalizzata direttamente sul cantiere, affiancando l’installatore, volendo in tal modo interpretare in maniera sempre più mirata e qualificata le esigenze della clientela così da trasformarle in progetti evoluti e vincenti.
D. Come è andato il 2025?


R. Il 2025 ha rispettato in pieno le nostre previsioni. Al momento abbiamo una crescita a doppia cifra, che determina e conferma che le soluzioni e la formazione che offriamo ai nostri clienti, trova un riscontro sempre più positivo sul mercato.
D. Che cosa vi aspettate dal prossimo anno?
R. Abbiamo tante novità e soluzioni innovative che stiamo progettando e certificando. Ci aspettiamo che ognuno degli attori di questo mercato, lattonieri, coperturisti, installatori. Prendano in seria considerazione le proposte che porteremo sul mercato, cercando di riuscire a trasmettere loro che per noi non si tratta solo di fornire oggetti, ma di costruire insieme strategie e soluzioni che siano vincenti e che piacciano al mercato.
Franco Saro
Crescita continua CON EVOROOF

«IIl gruppo, che compie 25 anni, punta ora sul brand specializzato in collari per pluviali e testate per grondaie realizzati in alluminio, rame e altri materiali per il tetto. E ha in serbo novità di prodotto © Lattoneria
25 anni non sono una meta, ma una tappa importante di un percorso di crescita, fatto di innovazione, d’impegno costante e di persone», racconta Francesco Borzumati, direttore Commerciale & Marketing di Isal. «Le nostre origini risalgono alla costituzione dell’azienda nell’anno 2000, quando Isal inizia la produzione di macchine e accessori per lattoneria». Domanda. E quali sono state le tappe più significative?
Risposta. Il 2008 segna l’anno della svolta: Isal compie un deciso salto tecnologico e produttivo, ampliando la propria gamma con nuovi modelli di profilatrici per grondaie, aspi svolgitori motorizzati, linee di taglio e profilatrici dedicate ai pluviali. È il salto in avanti in cui viene ridefinito il nostro modo di fare: da impresa a industria. Poi, arriva il 2015, un anno chiave per la nostra crescita territoriale. Apriamo la filiale in Emilia-Romagna, guardando con determinazione al Nord Italia. Una scelta strategica, certo, ma soprattutto un impegno concreto: essere più vicini ai nostri clienti, garantendo presenza, supporto immediato e un servizio costruito sulle loro esigenze quotidiane. In poche parole: crescere insieme ai professionisti, per offrire sempre di più e sempre meglio.
D. È il momento di festeggiare?
R. Sì, e vogliamo celebrare questo momento in modo intimo insieme a tutti i dipendenti, vogliamo dedicarci del tempo insieme alle persone che sono e saranno sempre il vero motore dell’azienda.
D. Che cosa significa l’acronimo Isal?
R. Industria Stampaggi Accessori Lattoneria. D. Qual era l’obiettivo originario? Isal

R. Era ed è lo stesso: produrre in Italia profilatrici per grondaie trasportabili in cantiere e accessori per lattoneria. Ciò che è cambiato è il come.
D. Che cosa è oggi l’azienda?
R. È innanzitutto il luogo dove esperienze e abilità artigianali sono integrate alla tecnologia e all’automazione, ma è anche il raggiungere il mercato attraverso un’organizzazione commerciale preparata e competente.
D. Isal è un’azienda e anche un progetto. Che cosa significa?
R. Il progetto si fonda sull’intuizione di sviluppare attrezzature e accessori che semplifichino il lavoro dei professionisti della lattoneria, garantendo prestazioni elevate e continuità nel tempo. Organizzazione, definizione di obiettivi, processi strutturati, timing: una road map tracciata per essere identificati dal mercato per la forza di un sistema integrato e non per un singolo prodotto. Il nostro obiettivo è offrire un sistema completo e coerente, capace di semplificare il lavoro dei professionisti e garantire un risultato estetico impeccabile. In sintesi, non vogliamo solo proporre materiali: vogliamo proporre un’esperienza, un metodo, un modo nuovo di pensare e realizzare la lattoneria.
D. Qual è il prossimo passo?
R. Obiettivo identità: il cuore della nostra strategia è l’identità del marchio. Evoroof, marchio di proprietà di Isal, non è un semplice logo da applicare, ma è una promessa. Una visione che abbraccia il concetto di total look nella lattoneria, dal coil agli accessori, dal tetto alle pareti,
un’uniformità di colore, qualità e affidabilità che dà valore all’intero progetto. I prossimi passi per il brand Evoroof sono già ben definiti: vogliamo che il mercato lo riconosca non solo per la qualità di un singolo prodotto, ma per la forza di un sistema integrato. Il nostro obiettivo è offrire un sistema completo e coerente, capace di semplificare il lavoro dei professionisti e garantire un risultato estetico impeccabile. In sintesi, non vogliamo solo proporre materiali: vogliamo proporre un’esperienza. Un metodo. Un nuovo modo di immaginare e realizzare la lattoneria.
D. Evoroof propone collari per pluviali e testate per grondaie, realizzati in alluminio, rame e altri materiali simili per il tetto. Qual è la sinergia con Isal?
R. Evoroof incarna la filosofia di Isal. Ciò che cambia è il desiderio, la volontà di dare un volto e un nome al nostro sistema integrato.
D. Quali macchine sono presenti nell’offerta di Isal?
R. Oltre le profilatrici e linee di taglio, le nuove piegatrici, di cui siamo i primi produttori in Italia. Sono disponibili nella versione singola e doppia, e sono pronte per garantire velocità e precisione.
D. Continuate a investire sulle macchine?
R. Sì certo, dal 2022 Isal ha dato il via alla produzione di macchine piegatrici completamente elettriche, che dimezzano i consumi e possono aumentare la produttività del 30%: è la strada che vogliamo percorrere!
D. Quali sono le macchine di punta per la
A sinistra Francesco Borzumati, direttore Commerciale & Marketing. A lato Isal, che festeggia quest’anno i 25
L’interno dell’azienda, completa di tutti i macchinari tecnologicamente avanzati

lattoneria?
R. Il marchio Metal-Mac racchiude la gamma di macchine di ultima generazione. Ogni macchina Metal-Mac possiede un software personalizzato, il Cnc: il senso tecnologico che permette di creare una fattiva collaborazione
tra l’uomo e la macchina, e che permette di guardare dritto all’industria 5.0, dove uomo e macchine agiscono in sinergia per ottenere più volumi, prodotti migliori, zero sprechi e costi più bassi.
D. Come si fa a coniugare praticità delle lavorazioni con il contenimento dei costi di manutenzione?
R. L’efficienza si ottiene con le piegatrici elettriche: alta precisione, bassa manutenzione.
D. È possibile fornire prodotti su misura per il cliente?
R. Certo, la lattoneria è un prodotto custom per definizione. E, poi, il nostro cliente è e rimane il nostro vero punto di riferimento di ogni strategia.
D. Quali risultati avete raggiunto fino a oggi?
R. Esserci e guardare al futuro con la voglia di scrivere nuove pagine: questo è il nostro miglior risultato.
D. Chi sono i clienti di Isal?
R. I lattonieri e i centri servizi.
D. Come sono distribuiti?
R. Su tutto il territorio italiano. Chiaramente, con particolari concentrazioni nelle regioni dove siamo storicamente più presenti.
D. Le piegatrici a doppia bandiera sono davvero un vantaggio?
R. Sì, se si vuole ottenere precisione e velocità a basso costo.
D. Quali sono i pregi di questa soluzione?
R. Riduzione dei tempi di produzione, maggior sicurezza e un risultato di alta precisione.
D. Fornite consulenza ai lattonieri per indi-


viduare la scelta migliore?
R. Il cliente è e rimane il vero punto di riferimento di ogni strategia.
D. Quali sono le richieste più frequenti?
R. Prodotti più performanti, tanto nell’esecuzione dei lavori che nell’aspetto estetico.
D. Avete un nuovo prodotto in arrivo?
R. Naturalmente sì: siamo specialisti del settore e continuiamo a investire nello sviluppo tecnologico. A brevissimo presenteremo l’ammodernamento dell’intera gamma degli imbuti, che verranno realizzati tramite stampo. È una vera innovazione nel panorama europeo: questo ci permetterà di garantire al tempo stesso un’estetica superiore e una funzionalità ottimale, portando un cambiamento sostanziale nel modo di fare lattoneria. Il rinnovamento riguarda anche i nostri nuovi pluviali, completamente riprogettati. Linee più eleganti, design intelligente e facilità di posa: grazie al nuovo sistema maschio-femmina, l’installazione diventerà più rapida, intuitiva e precisa. Il risultato? Una finitura impeccabile e uniforme, che eleva la qualità dell’intero progetto.
D. Qual è la situazione della lattoneria al Sud?
R. Quella che si vive in tutta Italia; da una parte consumi in calo per effetto post incentivi, dall’altra un crescente interesse per il secco come metodologia applicativa: un mega trend ormai consolidato.
D. Quale mercato vi aspettate nel 2026?
R. Beh, non aspettiamo, gli andiamo incontro.
D. Qual è il vostro obiettivo?

R. Fare meglio ciò che sappiamo già fare bene, ed essere riconosciuti per questo.
D. Perché avete deciso di partecipare al Convegno dei Lattonieri?
R. In realtà, più che partecipare sentiamo di essere promotori attivi. Essere main sponsor significa assumersi la responsabilità, e il piacere, di creare un luogo dove esperienza, competenze e visione possano circolare liberamente. Vuol dire alimentare la cultura dell’apprendimento e far crescere l’intero settore della lattoneria. Per noi è semplice: al centro ci sono sempre le persone, sono loro che fanno la differenza. E se possiamo contribuire a un ambiente in cui conoscenza e innovazione si incontrano, allora sappiamo di stare facendo la cosa giusta. Franco Saro
Che cosa rimane DEGLI INCENTIVI

Il governo ha presentato con la legge di Bilancio anche una proposta di proroga per lavori di riqualificazione e ristrutturazione: per il 2026 continueranno al 50%. Ma non proprio tutto è restato come prima

50% SOLOPERABBONATI

SOLOPERABBONATI
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La F.LLI FAGIOLI srl è diventata in 40 ANNI un’azienda fortemente qualificata nel campo della lattoneria civile e industriale. La ditta ,fondata nel 1977, è nata come produttrice di particolari in metallo per la protezione di componenti d’impianti tecnologici quali: contatori acqua, gas,centraline d’impianti di riscaldamento nelle misure standard più comuni. In seguito è diventata figura di riferimento per la produzione e vendita di canali di gronda e non solo. Con la nostra lunga esperienza, ci siamo specializzati nella piegatura, calandratura e taglio, ampliando l’offerta dei servizi con opere di punzonatura. Negli anni, vista la richiesta di mercato sempre più crescente di realizzazioni ad hoc per il tetto, la F.LLI FAGIOLI ha strutturato la sua attività produttiva per rispondere con soluzioni a misura in termini di materiali, colorazioni e proprietà tecniche. Completa la struttura dell’azienda, un ampio magazzino fornito di tutti gli articoli necessari per l’installazione dei sistemi di smaltimento delle acque piovane.

Previsioni
La transizione green HA FAME DI METALLI
Alluminio, rame e zinco sono al centro del processo di decarbonizzazione. E uno studio prevede che per attuare le politiche verdi il consumo annuale si impennerà. Ma l’incremento non sarà uguale per tutti i materiali



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DOMANDA EUROPEA DI ZINCO SECONDO QUATTRO SCENARI
Fonte Metals for Clean Energy
DOMANDA EUROPEA DI RAME SECONDO QUATTRO SCENARI
Fonte Metals for Clean Energy
SOLOPERABBONATI
DOMANDA EUROPEA DI ALLUMINIO SECONDO QUATTRO SCENARI
Fonte Metals for Clean Energy
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Una carpenteria IN BUONA SALUTE
L’ufficio studi dell’associazione ha analizzato i bilanci 2024 di 89 aziende specializzate nel segmento delle strutture in metallo. Risultato: aumenta il peso del comparto non residenziale. Crescono ricavi e marginalità
SOLOPERABBONATI

Unicmi fa il punto sul settore dell’edilizia e del segmento della carpenteria metallica. L’ufficio studi dell’associazione ha messo sotto la lente i bilanci di 89 aziende del comparto. E il bilancio che ne emerge sembra positivo. In crescita nell’edilizia, però, è soprattutto il non residenziale, con investimenti che hanno raggiunto 72,2 miliardi di euro nel
SOLOPERABBONATI
2024, mentre sono stimati a 75,7 miliardi nel 2025. Le variazioni mostrano un incremento del 5,3% nel 2024 e del 5% nel 2025, «un segnale di una domanda ancora capace di crescere, spinta soprattutto dai segmenti del terziario», commentano gli analisti dell’associazione. Anche il comparto delle infrastrutture, quindi, è caratterizzato da una dinamica di crescita. Gli

BASTA PROCESSI MANUALI RIPETITIVI

AUTOMATIZZA LE LAVORAZIONI COMPLESSE






Caseitaly Expo
Torna la fiera DELL’INVOLUCRO
Alla Fiera di Bergamo la seconda edizione, ampliata, dell’evento internazionale (11-13 febbraio) focalizzato su serramenti, schermature solari, porte tecniche, maniglieria, lattoneria e coperture
Caseitaly Expo, la fiera dedicata all’involucro edilizio, torna dall’11 al 13 febbraio 2026 alla Fiera di Bergamo con un’edizione ancora più ricca in termini di spazi espositivi e contenuti. Spaziando dai serramenti alle schermature solari, dalle porte tecniche alla maniglieria, dalla lattoneria alle coperture, la manifestazione occuperà l’intero polo fieristico e proporrà nuove installazioni
dedicate, anche in risposta alle richieste degli espositori, che lo scorso anno hanno raggiunto quota 140 tra aziende italiane e internazionali. Un traguardo positivo che ha spinto l’organizzazione a «ottimizzare nuovi spazi e garantire a tutti, espositori e visitatori, una permanenza di qualità alla Fiera di Bergamo», dichiara Luciano Patelli, presidente di Promoberg, promotore dell’iniziativa insieme a Caseitaly.

10 MILA VISITATORI
Lo scorso anno, alla sua prima edizione, la fiera ha accolto oltre 10 mila visitatori professionali e 49 buyer provenienti da quattordici Paesi in espansione economica, tra cui Qatar, Emirati Arabi Uniti, Grecia, Croazia, Kenya, Corea del Sud, Arabia Saudita e Marocco. Uno sguardo internazionale reso possibile anche grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), di Ita – Italian Trade Agency. La proiezione verso i mercati esteri è confermata anche per l’edizione 2026 al fine di portare avanti un progetto di internazionalizzazione concreto e duraturo.
INCONTRI
Alla parte espositiva si affiancherà come sempre un ricco programma di incontri ed eventi B2B. In occasione della manifestazione verranno inoltre presentati i risultati dello studio Nomisma sul settore dell’involucro edilizio, che analizza i principali indicatori economici, le performance dell’export, i mercati emergenti e i fabbisogni delle imprese. La ricerca è promossa da Caseitaly, Promoberg e Nomisma con il supporto delle principali associazioni di categoria: Acmi, Anfit, Assites, Pile, Handles of Italy e Finco.


Training Così formiamo ANCHE I FORMATORI
Vm Building Solutions, specializzata nella lavorazione dello zinco-titanio Vmzinc, ha progettato il corso Train the Trainer, in programma nella scuola svizzera Suissetec, per creare nuove figure interne qualificate
Vm Zinc, azienda leader e pioniera nella lavorazione dello zinco-titanio sin dal 1837 (fa parte della multinazionale Vm Building Solutions), si trova oggi a un punto di svolta strategico nel panorama formativo italiano. Storicamente basata su un modello di sup-
porto logistico esterno, l’azienda risponde ora attivamente alle crescenti richieste di specializzazione avanzata e al pressante ricambio generazionale all’interno della sua rete di lattonieri partner. Di fronte alla contrazione delle risorse interne dedicate alla docenza e alla necessità

di consolidare l’applicazione a regola d’arte di un materiale di nicchia, ma tradizionale come lo zinco, Vmzinc collabora, insieme all’ideatore Andreas Hausherr, a un progetto ambizioso: il corso Formatore dei Formatori (Train the Trainer), che si terrà nella scuola svizzera Suissetec il prossimo marzo 2026. Questo programma non mira solo a colmare lacune tecniche, ma a creare una nuova leva di esperti certificati, capaci di diffondere metodologie e trucchi del mestiere, trasformando i lattonieri più qualificati in consulenti e docenti, essenziali per innalzare il livello professionale di tutto il settore in Italia.
NUOVO MODELLO FORMATIVO
«Storicamente, Vm Building solutions, leader pioniere nello zinco-titanio dal 1837 nella laminazione e lavorazione di questo metallo, ha sempre erogato corsi di formazione in Italia», spiega Antonio Chioccola, sales manager di Vm Building Solutions. «Tuttavia, a causa di una contrazione numerica e di forza interna nel corso degli anni, l’organizzazione logistica dei corsi era demandata ai distributori, come Oml, che metteva a disposizione i mezzi e i clienti. Noi fornivamo unicamente la figura del formatore. Questo modello ha coperto per anni la formazione specialistica su zinco-titanio, doppia aggraffatura, facciate e coperture. L’esigenza di una formazione potenziata è cresciuta, in particolare per ottenere le nostre certificazioni. La nostra rete di lattonieri esperti, fondata nel 2014, ha iniziato a richiedere insistentemente corsi per i propri dipendenti e, soprattutto, per i figli, a causa del cambio generazionale in atto. Chi intende dare continuità all’attività ha la necessità impellente di formare il proprio personale in modo specifico. Parallelamente, la figura del formatore attuale, che assumerà presto un ruolo di maggiore responsabilità, verrà meno dal circolo formativo».
NUOVE FIGURE
Questo scenario ha reso necessaria la generazione di nuove figure interne qualificate. «Poiché i nostri lattonieri partner sono tutti esperti e alcuni si stanno avvicinando all’età pensionabile, abbiamo avanzato la proposta di creare nuove risorse interne per il ricambio e per la diffusione della conoscenza», continua Chioccola. «La proposta è stata accolta positivamente, portando all’ideazione del Formatore dei Formatori, un evento unico che permetterà ai partecipanti di diventare a loro volta formatori o consulenti, aggiungendo un bagaglio non solo tecnico, ma anche didattico. Lo zinco-titanio, pur essendo

un materiale che, se installato correttamente con materiali compatibili e rispettando le specifiche tecniche, garantisce una durabilità di cento anni, in Italia resta un prodotto di nicchia, meno diffuso e più costoso dell’alluminio, la cui installazione richiede maestranze di alto livello. Vmzinc vanta una profonda esperienza e ha contribuito alla stesura di manuali e normative europee sin dal 1837, a partire dall’Italia e dalla Francia, che è il nostro core business».
TRAIN THE TRAINER
Il corso Train the Trainer è previsto per marzo 2026 e si terrà in Svizzera, presso l’Accademia Suissetec, una scuola riconosciuta, con l’intento di favorire lo scambio di competenze. «Attualmente organizziamo circa una decina di corsi annuali per lattonieri, ma l’esigenza di esternalizzare la capacità formativa è diventata prioritaria», continua il formatore. «L’obiettivo è colmare le lacune formando altre persone, individuate tra i nostri lattonieri partner, la categoria migliore per questo scopo. In questo contesto non si insegna il mestiere, ma la metodologia per formare gli altri. Vogliamo creare formatori specializzati nello zinco che generino formazione di livello anche sulle altre tecniche lavorative e sui trucchi che fanno la differenza in una lattoneria di alta qualità con l’aiuto e le competenze del lattoniere formatore svizzero Andreas Hausherr. Siamo favorevoli allo sviluppo di nuove scuole e accademie indipendenti, e continuiamo a fare i corsi programmati per la base dei lattonieri già formata».
NETWORKING E COLLABORAZIONE
Il corso, che avrà una durata di due giorni con programma di massima in via di definizione, coprirà aspetti tecnici come gli arrivi, le saldature, i trucchi del mestiere, gli errori principali da evitare e le soluzioni ottimali. Sarà anche un momento di networking per lattonieri già altamente formati, che sono invitati a contribuire con la loro esperienza. Il vantaggio è
Ing. Antonio Chioccola, responsabile commerciale
Italia della VM Building Solutions
ISPIRATO AI COACH DEGLI STATI UNITI
Dopo aver stabilito una solida base professionale e culturale nel settore svizzero, Andreas Hausherr, Mastro Lattoniere e specialista, ha esteso la sua esperienza al campo della formazione internazionale. La sua collaborazione con Vmzinc lo ha portato a sviluppare il programma Train the Trainer, ispirato ai modelli formativi più moderni riscontrati negli Stati Uniti. Questo progetto mira a superare i limiti di una formazione centralizzata e artigianale, creando una rete di formatori qualificati e uniformi, essenziale per innalzare il livello di competenza e colmare l’attuale carenza di professionisti esperti, anche nel mercato italiano. «La mia collaborazione con Vmzinc per il progetto Formatore dei Formatori è iniziata nel 2001. Ho cercato opportunità anche fuori dalla Svizzera, lavorando con Vmzinc in America, Russia e Polonia. I primi anni li ho trascorsi negli Stati Uniti e poi in Italia, tenendo corsi direttamente per i lattonieri. Negli Stati Uniti, ho trovato ispirazione per il concetto di Train the Trainer (Formazione per Formatori). La formazione americana è più moderna e industrializzata, a discapito della vecchia tecnica artigianale europea, che rischia quasi di andare perduta. Dall’esperienza maturata da Chicago a Phoenix, è nata l’idea di aggiornare la formazione e di creare una rete di persone capaci di erogare corsi autonomamente. Inizialmente tenevo corsi di formazione io stesso, ma ho poi compreso quanto fosse impegnativo, ripetitivo e poco efficiente avere un unico formatore per vaste aree, come il Nord America, mantenendo i corsi sempre uguali. Per questo motivo, abbiamo sviluppato il concetto Train the Trainer, che ci avvantaggia creando un punto di riferimento in grado di formarne molti altri. Abbiamo riscontrato un forte interesse in diverse regioni
d’Italia e il lancio è previsto per marzo 2026. L’insegnamento si svolgerà in Svizzera, presso la sede di Suissetec, per garantire un know-how e una qualità uniforme a tutti i partecipanti. Sebbene la trasmissione della conoscenza sia complessa in assenza di esperienza pregressa, la bellezza di questi corsi sta nella loro continuità e nella capacità di rendere la tecnica funzionale e duratura. Train the Trainer rappresenta un livello superiore: insegna non solo a fare ma a trasmettere in modo efficace la conoscenza dei metalli, un obiettivo che vorremmo raggiungere anche in Italia». Attrarre i giovani a questa professione non è facile. «Ma è un lavoro interessante, creativo, persino artistico, ben remunerato e con un’alta richiesta sul mercato. L’obiettivo principale è colmare la lacuna di esperti professionisti nel settore. A lungo termine, sarebbe auspicabile creare vere e proprie scuole di lattoneria in Italia, un investimento per il futuro che garantirebbe una qualità uniforme della formazione, beneficiando dell’esperienza collettiva. Riteniamo che la formazione debba essere focalizzata non solo sull’artigiano, sebbene fondamentale, ma anche sulla figura strategica del Lattoniere Formatore, che contribuisce all’efficienza e permette di creare centri di formazione regionali. Oltre alle competenze tecniche essenziali, un formatore efficace deve padroneggiare le tecniche di spiegazione, saper identificare i problemi e trasmettere la corretta esecuzione di una lavorazione in modo comprensibile. Il messaggio che vogliamo trasmettere con Vmzinc è l’aumento della professionalità e del valore del mestiere, incrementando l’apprezzamento anche da parte di altri professionisti esterni al settore edile e rafforzando la fiducia nei dettagli e nel lavoro stesso».

che i partecipanti porteranno avanti autonomamente i corsi, allargando la rete di esperti in lattoneria dello zinco. «Abbiamo notato, osservando i mercati esteri come l’America, l’abitudine di aziende e installatori di fare rete e collaborare, anche su cantieri complessi, a beneficio di tutti», conclude Chioccola. «Abbiamo voluto provare a replicare questo modello di collaborazione su basi tecniche con la nostra rete italiana, riscontrando un’acco -
glienza positiva. L’estensione di questo modello altrove è una possibilità, considerando che all’estero la formazione è un’abitudine più consolidata che in Italia. In conclusione, è un bene per l’intero settore che ci siano lattonieri capaci, a prescindere dal materiale, poiché la professione sta crescendo e necessita di personale qualificato».
Alice Fugazza

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Formazione
Lattonieri pro IN SVIZZERA
Il percorso formativo nel paese elvetico inizia a 15 anni, con corsi che proseguono attraverso un apprendistato (retribuito) in azienda.
Un esame valuta le competenze pratiche, ma c’è anche un test di disegno
Il percorso di Andreas Hausherr, Mastro Lattoniere e specialista, mette in luce le notevoli differenze tra il modello formativo svizzero e quello italiano. In Svizzera, l’orientamento professionale è precoce, a partire dai 15 anni, e permette ai giovani di intraprendere un apprendistato strutturato e altamente riconosciuto, che culmina in titoli di studio federali equiparabili a una laurea. Questo sistema garantisce una formazione uniforme e un’elevata professionalità sostenuta dall’associazione Swisstec. Al contrario, l’Italia sta ancora cercando di introdurre certificazioni e un sistema formativo altrettanto standardizzato e valorizzato per questa specifica professione artigianale.
A SCUOLA
«La formazione professionale per i lattonieri in Svizzera è notevolmente diversa da quella italiana.
Già all’età di 15 anni, ai ragazzi viene richiesto di definire il loro percorso futuro, e molti scelgono l’apprendistato, un’opportunità per conoscere da vicino la vita e il mestiere all’interno dell’azienda», racconta Hauser. «Questo percorso include esperienze di orientamento, sia in formato open house che individuale, propedeutiche all’ingresso nel mondo del lavoro. L’apprendistato vero e proprio in azienda dura dai due ai tre anni. Durante questo periodo, l’apprendista percepisce una retribuzione ridotta per quattro anni, dedicandosi all’apprendimento in diversi settori lavorativi. Al termine di questo ciclo, è prevista una prova d’esame che valuta le competenze manuali, pratiche e teoriche, specifiche per il mestiere di lattoniere, inclusi test di disegno e lavorazione del metallo. La scelta del metallo, nel mio caso, è stata spontanea: lo considero un materiale elegante, sottile, ma al contempo duraturo e stabile, che offre ampie possibilità di creazione, assemblaggio e costruzione».
Andreas Hausherr, formatore di Train the Trainer, che ha intrapreso un percorso formativo in Svizzera, che vorrebbe replicare in Italia

SERVIZIO CAPILLARE
In Svizzera, che conta 26 Cantoni, esistono scuole di lattoneria distribuite su tutto il territorio, che garantiscono un servizio di formazione capillare. Queste scuole sono gestite sotto l’egida dell’associazione SwissTec. Ogni lattoniere contribuisce con una quota associativa che viene reinvestita per finanziare le scuole, l’acquisto di materiali e la formazione stessa.
LA CARRIERA
«Dopo l’apprendistato, si può proseguire la carriera formativa fino a diventare Capo La-

voro e, successivamente, Mastro Lattoniere, il più alto livello raggiungibile in molti settori artigianali. Il percorso scolastico si conclude verso i 19 anni. Il titolo di Capo Lavoro richiede circa un anno e mezzo di studio a partire dai 20 anni, mentre il titolo di Maestro Lattoniere si ottiene generalmente tra i 23 e i 24 anni», continua Hauser. «Non è un percorso riservato ai giovani: vi si può accedere anche in età più avanzata. Il certificato federale di Maestro Lattoniere ha la stessa valenza di un titolo di studio universitario, godendo di un elevato riconoscimento professionale. In Svizzera, possedere un diploma federale consente l’accesso all’università anche senza aver frequentato il percorso liceale. È un percorso aperto anche alle donne, e la professione è in-
centivante anche dal punto di vista retributivo. Per quanto riguarda la cultura del metallo, il mercato svizzero è simile a quello italiano: circa il 70% delle coperture utilizza tegole, guaine bituminose o tetti piani. L’architettura è in gran parte analoga, ma in Svizzera c’è una maggiore richiesta per la facciata ventilata in metallo, che garantisce maggiore resistenza e durabilità, nonostante un costo iniziale superiore. Rispetto al passato, l’uso del metallo e, in particolare, dello zinco-titanio, è in forte crescita, specialmente per le facciate. Oggi, oltre il 50% dei lavori di lattoneria riguarda proprio le facciate, un settore edile ad alto potenziale di sviluppo. Nelle scuole di formazione, la figura del Maestro Lattoniere si è evoluta: per il 50% del tempo, egli opera come capo d’azienda, coordinando e insegnando le attività». Alice Fugazza

Opere no-limits
La lattoneria SALE IN VETTA
Un team di professionisti del metallo di diverse nazioni per rimodernare lo storico Rifugio Europa, a 2.700 metri sul confine Italo-austriaco. Con l’impiego di una copertura metallica in acciaio inox di Alpewa

Il Rifugio Europa si trova a 2.700 metri di altitudine in Val di Vizze, sul confine italo-austriaco della Vennatal. Il rifugio è stato oggetto di un’importante opera di ristrutturazione e ampliamento. La necessità di intervento è scaturita sia dalla vetustà della struttura, edificata nel 1899, sia dai movimenti tettonici della cresta su cui sorge, che ne avevano compromesso la staticità e l’agibilità, rendendola impraticabile.
LE CRITICITÀ
L’obiettivo primario era la risoluzione delle criticità strutturali e l’ammodernamento dell’edificio, che rappresenta un punto di sosta fondamentale per gli escursionisti che transitano per il Passo Vizze. Il rifugio, che offre 73 posti letto, una cucina e una sala da

pranzo, è oggi una combinazione armoniosa di tradizione e modernità, con la parte storica risanata e una nuova ala caratterizzata da un design contemporaneo.
COLLABORAZIONE
Il progetto, di grande complessità logistica e tecnica a causa dell’alta quota, è stato un esempio di collaborazione transfrontaliera di lattoneria, dove davvero, l’unione ha fatto la forza. I committenti principali sono stati il Dav Landshut e la Provincia Autonoma di Bolzano. I lavori di lattoneria, gestiti dall’azienda Lattoneria Trenkwalder, hanno visto l’impiego di una copertura metallica in acciaio inox a listelli del tipo Roofinox 5/10mm e Alpewa, un sistema tradizionale tedesco che permette l’integrazione successiva di pannelli
Il Rifugio Europa che si trova a 2700 metri, collocato in cima a una cresta sul confine







I lattonieri provenienti da tutta Europa si sono riuniti per la riqualificazione
fotovoltaici. Le facciate sono state rivestite con scandole di larice tradizionale, tipico della zona, richiamando l’estetica alpina. Il trasporto dei materiali è stato eseguito esclusivamente tramite elicottero, che ha compiuto oltre 1.300 viaggi da giugno all’ultimazione dei lavori al tetto. L’équipe di lavoro, volutamente internazionale in omaggio al nome Europa del rifugio, è stata composta da lattonieri, mastri lattonieri e falegnami d’alta quota provenienti da Italia, Germania e Slovacchia. La squadra era formata da Jürgen Stifter, Werner Fünfer, Gerhard Schuler, John Marc Hahmann (Germania), Stefan Aukenthaler, Giovanni Curzel, Valentino Curzel, Patrick Ramoser e Peter Trenkwalder (Italia), oltre a due colleghi slovacchi.
I LAVORI
Trenkwalder, della lattoneria omonima, primo a essere contattato e motore del coinvolgimento europeo, racconta le sfide, la collaborazione tecnica e il valore umano del progetto: «Lavorare in cantieri come questo non è facile,
Il cantiere è iniziato a giugno ed è durato 7 mesi

a 2.700 metri manca l’ossigeno, fa freddo e bisogna avere gli strumenti giusti con sé sin da subito. In alta quota i trasporti vengono effettuati tutti in elicottero ed è necessario essere sempre molto precisi, anche perché la valle dista tre ore di viaggio. I lavori sono iniziati a giugno 2025, con la ristrutturazione del corpo originario del rifugio e sono proseguiti con la parte nuova, un ampliamento pensato per accogliere ancora più persone. Noi lattonieri ci siamo occupati esclusivamente del tetto, una copertura metallica in acciaio
QUATTRO BANDIERE SULLE ALPI
La storia del Rifugio Europa (già noto come Landshuter Hütte o Venna alla Gerla) è strettamente legata alle vicende politiche e territoriali dell’Alto Adige. La sua costruzione fu avviata nell’estate del 1887 dalla sezione di Landshut del Deutscher und Österreichischer Alpenverein (DuÖav) e fu inaugurato nell’agosto del 1899. Già tre anni dopo l’apertura si rese necessario un primo ampliamento. Con l’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, il rifugio venne abbandonato. Il Trattato di Saint-Germain-en-Laye del 1919 lo collocò esattamente sulla nuova linea di confine, con due terzi della struttura in territorio italiano e un terzo in Austria. Questa nuova situazione geopolitica portò all’abbandono definitivo del rifugio fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nel dopoguerra, la porzione italiana fu convertita in caserma della Guardia di Finanza, per poi essere abbandonata completamente nel 1972, cadendo in un grave stato di degrado. A causa di carenze strutturali, difficoltà finanziarie e la complessa situazione politica dell’Alto Adige, il rifugio fu più volte costretto a sospendere l’attività tra il 1945 e il 1972, e successivamente poté essere utilizzato solo il segmento austriaco. La svolta avvenne nel 1984, quando il Deutscher Alpenverein (Dav) di Landshut e la sezione del Club Alpino Italiano (Cai) di Vipiteno decisero congiuntamente di avviare l’opera di ricostruzione. Il rifugio fu riaperto e re-inaugurato nel 1989, in concomitanza con il suo centenario, e rinominato Europa. Dal 1999 è gestito congiuntamente e permanentemente dalla sezione Dav di Landshut e dalla sezione Cai di Vipiteno. Oggi, sul rifugio sventolano quattro bandiere: quella tirolese, bavarese, italiana ed europea, a simboleggiare l’amicizia e la cooperazione transnazionale.

inox installata con una tecnica tedesca, molto difficile, sicuramente non comune. Essendo il Rifugio Europa, abbiamo deciso di chiamare gente da Stati diversi. Questo per me è il senso del mio lavoro, noi lattonieri siamo una grande famiglia e quindi ho voluto fortemente che lavorassimo tutti insieme».
GRATIFICAZIONE
La soddisfazione più grande, prosegue il lattoniere, è uscire dal lavoro normale: «La vera gratificazione è che abbiamo applicato


LATTONERIA TRENKWALDER ECCELLENZA IN QUOTA
Fondata nel 1974 dai genitori di Peter Trenkwalder, l’azienda Lattoneria Trenkwalder è un’impresa saldamente radicata nella tradizione artigianale che ha saputo evolversi attraverso la qualità e l’innovazione, diventando un punto di riferimento nel settore. «Con un team stabile di dieci professionisti, l’azienda di impronta familiare, fondata dai miei genitori, si distingue per l’elevata competenza nelle opere di lattoneria, soluzioni per tetti e facciate, opere di impermeabilizzazione, con una specifica e consolidata esperienza nei rifugi alpini e nei cantieri in alta quota, è proprio in questi che siamo specialisti. Il legame della mia famiglia con l’ambiente alpino e la montagna è sempre stato forte: mio padre era membro del soccorso alpino, io e mio fratello siamo guide e abbiamo un profondo rapporto di amicizia con il Cai. La forza distintiva della nostra lattoneria risiede proprio nella capacità di gestire e portare a termine con successo progetti tecnicamente e logisticamente molto complessi». L’azienda opera in pianura durante i mesi invernali, concentrando la propria attività in quota durante la stagione estiva. L’etica aziendale è improntata alla sostenibilità, al rispetto per l’ambiente e alla realizzazione di soluzioni durature, con una costante ricerca della massima soddisfazione del cliente e uno spiccato spirito di squadra. «La mia filosofia è improntata proprio sull’importanza della formazione, ma soprattutto l’assoluta necessità di trattare con rispetto e attenzione i dipendenti come elemento fondamentale per attrarre e mantenere professionisti nel settore. Precisione, elevata qualità del lavoro artigianale e impegno sono i valori che guidano l’intera equipe, dall’apprendista al mastro artigiano».

le stesse tecniche con maestria pur parlando lingue diverse, e ognuno di noi ha potuto imparare dall’altro, scambiando know-how prezioso, in particolare l’antica tecnica a listelli dei colleghi tedeschi. Specialmente in quota, i legami professionali e umani si rafforzano enormemente, cementando lo spirito di squadra. Questi sono cantieri particolarissimi, dove non è sicuramente come lavorare in piano. Questa è un’opera che non si ripeterà mai più, si tratta dell’unico rifugio situato a una simile altitudine sul confine Italia-Austria, ed
è speciale il fatto che abbiamo lavorato tutti insieme, dimostrando che la nostra lattoneria riesce a gestire progetti molto complessi. Vogliamo portare a termine il tetto questa settimana, concludendo i sette mesi di cantiere.»
Il cantiere ha richiesto sette mesi di intenso lavoro per portare a termine la copertura e il risanamento delle due parti, dimostrando la capacità di gestire progetti eccezionalmente complessi. Ancora qualche piccolo ritocco e a breve, il rifugio, potrà aprire i battenti agli avventurosi.
Alice Fugazza
In quota gli attrezzi devono essere contati, così come il materiale, per agevolare i viaggi con l’elicottero




Jürgen Niederfriniger
L’arte del metallo È HI-TECH E AMORE

Storia, ambizioni, fantasia e progetti del lattoniere che in Valtellina ha trasformato la professione in un esercizio di creatività. Anche grazie a una approfondita conoscenza delle nuove risorse tecniche

L’Alto Adige ha formato il lattoniere, l’esperienza internazionale ha forgiato l’imprenditore. Ma è in Valtellina che Jürgen Niederfriniger ha dato vita a Nieder, un’azienda che oggi ridefinisce gli standard dell’involucro metallico. Attraverso l’integrazione audace tra manualità specialistica, investimenti in Ricerca & Sviluppo e l’uso di tecnologie d’avanguardia come il computational design, Nieder trasforma le facciate in opere d’arte tridimensionali. Il fondatore si racconta, svelando un percorso che lo vede protagonista non solo nel mercato B2B, ma anche nel design artistico, con l’ambizione di lasciare il segno sui panorami mondiali.
LA GENESI
«Ho fondato Nieder 14 anni fa. La mia formazione ha avuto inizio all’età di 15 anni, completando il percorso scolastico in Alto Adige e imparando a lavorare presso Schatzer, uno dei lattonieri altoatesini più importanti e innovativi», racconta l’imprenditore. «Ho utilizzato il mio mestiere come strumento per viaggiare e gestire progetti complessi, un’esperienza che ha ampliato notevolmente la mia prospettiva. La decisione di avviare un’attività propria è maturata con la nascita di mio figlio, scegliendo di stabilirmi in un luogo. Dopo aver valutato opzioni come il Lago di Garda e l’Austria, ho selezionato la Valtellina, area in cui il numero di aziende specializzate nel settore delle facciate era inferiore rispetto all’Alto Adige. Ho individuato la location più visibile, proprio sulla strada principale, per massimizzare l’impatto aziendale, e da lì ho costruito la sede che desideravo».
INNOVAZIONE E VISIONE
Il racconto di Niederfriniger prosegue: «Ho sempre avuto una grande curiosità per l’evoluzione del mio mestiere. Oltre ai tetti e alle facciate, ho esplorato il potenziale estetico e strutturale dei metalli per l’interior design. Negli ultimi anni, in particolare, l’architettura è cambiata radicalmente. Circa 11 anni fa ho avviato una collaborazione con il centro di ricerca Indexlab del Politecnico di Milano, dando il via a significativi investimenti in Ricerca
Jürgen Niederfriniger all’interno della sua azienda, Nieder
& Sviluppo autofinanziati. Questo mi ha permesso di sviluppare una mentalità proiettata al futuro, culminata nella realizzazione di facciate tridimensionali che progettiamo e montiamo internamente. A livello di materiali, pur riconoscendo il valore dello zinco titanio e del rame, ho adottato l’alluminio per la sua maggiore lavorabilità e semplicità di taglio, una tecnica in crescita da vent’anni. Questo ci consente di applicare rapidamente tecniche e lavorazioni all’avanguardia per tetti e fascioni laterali, elevando l’estetica della lattoneria. La mia missione è chiara: trasformare i capannoni, spesso percepiti come fossero blocchi di cemento, in opere che si integrino perfettamente nel paesaggio, sul modello dell’Alto Adige».
BUSINESS, SERVIZI E TECNOLOGIE
Nella vita aziendale di Nieder ci sono dei momenti di svolta, precisa l’imprenditore: «Cinque o sei anni fa, ho preso la decisione strategica di concentrarmi quasi esclusivamente sul cliente finale. Credo che l’interazione diretta sia la strategia più efficace per comprendere e realizzare con precisione la visione del committente. Il cliente che si rivolge a Nieder cerca soluzioni innovative, e noi siamo in grado di realizzare ogni elemento in metallo. Un esempio di questa filosofia è la facciata che ho disegnato per il cantiere navale Rossini, un’eccellenza mon-




diale, con la progettazione algoritmica e i calcoli strutturali eseguiti da Indexlab del Politecnico. Il nostro servizio distintivo è l’integrazione di arte e tecnologia. Offriamo un servizio unico di rendering grafici in stato molto avanzato: mostriamo al cliente, su un maxischermo all’interno della mia azienda, per ottenere un effetto più realistico, il prima e il dopo dell’edificio, proponendo talvolta una modifica della forma volumetrica. Per i progetti più complessi, come le facciate a doppia curvatura,
coinvolgiamo specialisti in computational design, una tecnologia essenziale e sempre più richiesta. La nostra avanguardia si basa sulla capacità di orchestrare quattro figure chiave: renderisti, computational designer, designer e artisti. Stiamo sviluppando collaborazioni pionieristiche, come quella con Marcegaglia, per l’utilizzo di macchinari che stampano direttamente sul metallo, creando facciate 3D uniche attraverso il solo disegno, aprendo la strada a nuove applicazioni di colori e linee».
La creatività di Nieder al centro di ogni progetto, anche all’interno della lattoneria stessa
Le macchine di ultima generazione presenti all’interno dell’azienda
LO SVILUPPO SERIALE
Non è un percorso semplice quello di Nieder. Per questo l’azienda è attenta allo sviluppo tecnologico. «Dal punto di vista operativo, la nostra dotazione per la lattoneria tradizionale e di facciata (aggraffate, dogate) è estremamente avanzata, con macchinari come la piegatrice a bandiera da 6.40 metri», continua il lattoniere. «Un asset fondamentale è la



Lattoniere del mese
macchina Eckold, che permette la deformazione plastica del metallo, consentendoci di ricostruire geometrie complesse, tipiche della carrozzeria automobilistica (realizzazione di prototipi con waffle interno). Al momento, per il taglio laser e la punzonatura, mi appoggio a partner esterni. Sono in fase di valutazione se l’investimento futuro debba concentrarsi sull’acquisto di un laser interno o sull’incremento degli investimenti in brevetti con esternalizzazione del lavoro. Tra i progetti futuri, sto portando avanti lo sviluppo del mio pannello tridimensionale brevettato, Wavin Design, inventato nella fase di start up dell’azienda e validato da prove di vento e acustica. Questo prodotto ha già generato un primo lavoro significativo a Lugano. Il progetto più ambizioso e artistico è la casa di lusso modulare, presentata al Salone del Mobile disegnata per Tonino Lamborghini. Il concetto va ben oltre il prefabbricato: l’idea, nata vedendo la pubblicità del Vision Pro di Apple, è di realizzare una casa che diventi una community con la realtà aumentata, con ogni singolo pezzo prodotto tramite controllo numerico e robotica. Ho investito personalmente in questo progetto e la prima unità verrà installata presso un albergo a cinque stelle a Bormio».
MOTIVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
«La mia motivazione, il mio motore di vita, è la creatività », aggiunge Niederfriniger. «Ho imparato ad amare il mio lavoro quando ho capito che, con il metallo, è possibile realizzare qualsiasi cosa. Oggi, il mio sogno è montare facciate in 3D che si muovono, spingendo l’architettura verso il dinamismo. Credo fermamente che la lattoneria rimanga un mestiere profondamente manuale e che, in un’epoca dominata dall’Intelligenza artificiale, rappresenti una scelta valida per i giovani, se valorizzata correttamente. Per questo, al primo Convegno dei Lattonieri, ho proposto di cambiare il nome della professione e di introdurre flessibilità oraria, come la settimana lavorativa di quattro giorni, per aumentarne l’attrattività e la produttività. In azienda, promuovo costantemente la formazione dei miei collaboratori, convinto che la pratica sia la miglior insegnante, e auspico un maggiore investimento statale in scuole specializzate. Infine, ho sempre avuto un occhio di riguardo per la sostenibilità, riutilizzando anche il più piccolo scarto per risparmiare energia lungo tutta la linea produttiva. Da qui l’idea di produrre a partire dagli scarti di alluminio il nostro cervo da parete tridimensionale Nie.deer, oggetto di




Lattoneria S.r.l., azienda artigiana operante nel settore della lattoneria edile e lavorazione e piegatura di lamiere, nasce all’inizio del 2013 ed è composta da personale altamente qualificato e con una esperienza maturata nel settore.
L’impresa collabora con aziende che si occupano prevalentemente di realizzazione di coperture civili ed industriali, carpenterie metalliche ed imprese edili in genere.
Lattoneria S.r.l. è in grado di gestire le commesse in tempi ristretti e di fornire informazioni tecniche e amministrative durante tutto il rapporto di lavoro, grazie alla grande competenza degli addetti alle vendite e alla produzione.
In virtù dell’utilizzo di macchinari tecnologicamente avanzati e della sua efficiente organizzazione aziendale, Lattoneria S.r.l. riesce a far fronte con tempistiche rapide a qualsiasi esigenza del proprio Cliente, con notevole precisione realizzativa e ottima qualità estetica.
L’azienda realizza lamiere di varia natura, formati e spessori, con materiali impiegati di altissima qualità e varia natura (acciaio inox, rame, lamiera zincata, lamiera preverniciata, alluminio preverniciato, alluminio naturale e zinco-titanio), al fine di offrire prodotti dagli elevati standard qualitativi e duraturi nel tempo.
Si producono inoltre accessori speciali per completamento della copertura: pluviali, staffe, sfiati, borchie, tronchetti troppopieni, giunti dilatazione, al fine di completare a perfetta regola d’arte il sistema tetto.




Le opere d’arte in alluminio realizzate da Nieder
décor molto apprezzato non solo per l’estetica ma anche per essere eco-sostenibile e “cruelty-free”. L’attenzione alla sostenibilità, unita alla conoscenza e maestria nella lavorazione dei materiali metallici, ci ha resi protagonisti di numerosi progetti legati al mondo dell’arte e del design insieme a importanti aziende, architetti ed artisti. Per citarne alcuni, l’opera Il Resto dell’Alba che abbiamo assemblato due anni fa al Museo Man di Nuoro nata da un confronto teorico fra l’artista Patrick Tuttofuoco, la curatrice museografa Maddalena d’Alfonso e Giovanni de Niederhäusern, vicepresidente di Pininfarina Architecture e l’installazione “Urban Lounge” che, montata per Pininfarina Architecture, è stata presentata al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano per la mostra Roguiltlessplastic by Rossana Orlandi durante la Design Week 2021».




























CRAB SICURO E COMPATTO

INSTALLAZIONE RAPIDA E INTUITIVA
ELEVATE PRESTAZIONI DI RESISTENZA
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IL METALLO
DIVENTA CREATIVO

Mazzonetto pag. 96 tresoldi Metalli pag. 100 revolti pag. 102 zintek pag. 104
Mazzonetto
Tradizione e tech PER IL RUSTICO

La tecnica The Skin aggraffato in vestis cortex riqualifica un edificio rurale mantenendo un dialogo con l’esistente. Il metallo richiama l’estetica delle ossidazioni del corten, ma offrendo durabilità e prestazioni
Che cosa succede quando la memoria storica di un edificio rurale degli anni
Trenta incontra l’audacia del design contemporaneo e le prestazioni dell’alluminio?
A Crocetta del Montello, in provincia di Treviso, lungo la SR 348 Feltrina, la risposta è un progetto di riqualificazione che non è solo restauro, ma una dichiarazione architettonica. Qui, le antiche murature in sasso di fiume e laterizio, custodi della tradizione costruttiva locale, sono state reinventate per ospitare nuove funzioni commerciali.
L’INVOLUCRO
Il concept elaborato dallo Studio di Ingegneria
Semenzin e Sernagiotto Associati si fonda sulla dialettica tra conservazione e innovazione. Da un lato, il corpo principale del fabbricato è stato preservato e consolidato, valorizzando l’involucro originario e restituendo dignità alle murature storiche. Dall’altro lato, il volume degli annessi agricoli, ormai collassati, è stato oggetto di una radicale ricostruzione: un ampliamento caratterizzato da linee sobrie e nette, pensato per distinguersi pur mantenendo un dialogo armonico con l’esistente. In questo contesto, il metallo è stato scelto come linguaggio del presente. Il nuovo corpo edilizio è stato interamente rivestito utilizzando la tecnica
The Skin aggraffato in vestis cortex di Mazzonetto.
La radicale ristrutturazione ha dato vita a un nuovo corpo con la tecnica The Skin aggraffato


La porzione di casa è stata ristrutturata e ricostruita, fondendosi con la parte nuova in metallo


Questo rivestimento si distingue per la sua texture materica e per le cromie profonde, che richiamano l’estetica delle ossidazioni naturali del corten, ma offrendo la durabilità e leggerezza di un metallo preverniciato ad alte prestazioni.
NON SOLO ESTETICA
La scelta, che va oltre la mera estetica, assicura protezione, resistenza agli agenti atmosferici e un comportamento energetico ottimale grazie al sistema di facciata ventilata. Il contrasto tra il rigore geometrico del rivestimento metallico e la tessitura irregolare delle murature storiche è divenuto il vero punto di forza dell’intervento. Una contrapposizione che genera continuità anziché conflitto, dimostrando come il dialogo tra materiali antichi e contemporanei possa forgiare un’identità architettonica nuova e distintiva. La realizzazione è stata affidata a Lattonerie Bonora, un’azienda con una lunga tradizione artigianale e una consolidata esperienza nel settore delle coperture e dei rivestimenti metallici. Bonora ha saputo interpretare con maestria la complessità tecnica dell’aggraffatura e la precisione richiesta dal sistema The Skin, realizzando un lavoro di grande qualità che coniuga un’esecuzione a regola d’arte con una meticolosa attenzione al dettaglio. In sintesi, in questo progetto, il rivestimento metallico trascende la funzione di semplice elemento tecnico per diventare un vero e proprio medium progettuale: una materia che connette epoche e funzioni diverse, uno strumento di dialogo tra tradizione e contemporaneità, e un simbolo della capacità del territorio di rinnovarsi rimanendo fedele alle proprie radici.
Pamela
Catapano
Bonora ha saputo interpretare con maestria la complessità tecnica dell’aggraffatura e la precisione richiesta dal sistema The Skin

Tresoldi Metalli
Linea Brown COLORI E PRESTAZIONI
Alte performance, estetica, versatilità: il nuovo assortimento rilegge il design con un’ampia gamma di materiali dalle cromie coordinate. Alu Brown, Cortal, Bronze e Copperline sono protagonisti

Tresoldi Metalli lancia la nuova Brown Collection, espressamente studiata per l’edilizia e l’architettura più esigenti. La grande innovazione della Brown Collection risiede nella sua capacità di offrire un’unica gamma cromatica brown per materiali con leghe diverse (Serie 5000 e Serie 3000). Utilizzando queste leghe sarà quindi possibile creare soluzioni progettuali coordinate e armoniose, combinando elementi costruttivi come rivestimenti di facciata, coperture, canali di gronda, tubi e sistemi di lattoneria con una perfetta uniformità estetica.
AMPIA GAMMA DI MATERIALI
L’impatto visivo dato dalla tinta brown richiama la ricca tradizione architettonica italiana, che viene qui declinata in cromie esclusive: Alu Brown, Cortal, Bronze e Copperline. Sul fronte tecnico, l’attenzione di Tresoldi Metalli si è concentrata sul potenziamento delle performance dei metalli. Nella serie 3000 spicca Alu Brown, arricchito con manganese per incrementare le caratteristiche meccaniche dell’alluminio pur mantenendo un’ottima lavorabilità. Sul fronte della serie 5000, invece, Cortal e Bronze vedono un aumento delle proprietà meccaniche grazie all’aggiunta di magnesio (fino al 5%): una composizione che


garantisce elevata resistenza alla corrosione e ottima saldabilità, rendendoli ideali per l’architettura che richiede performance di punta.
Pamela Catapano

Revolti
Resistenza e design IN CIMA ALLE ALPI
Copertura d’eccellenza sul Monte Bondone (Trento) grazie alla lamiera in acciaio GreenCoat Plx Pural BT prodotta da Ssab. Con una finitura goffrata di colore marrone, che assicura l’integrazione con il paesaggio
AVason, sul Monte Bondone (a circa 1.650 metri sul livello del mare, la montagna di Trento), è stata realizzata una copertura metallica ad altissime prestazioni. Il materiale scelto è la lamiera in acciaio GreenCoat PLX Pural BT, prodotta da Ssab, azienda svedese riconosciuta per qualità e innovazione.
ESTETICA ALPINA E RESISTENZA
La finitura goffrata del rivestimento, di un elegante colore marrone, assicura una perfetta integrazione naturale con il paesaggio alpino circostante. Questa scelta cromatica non è solo estetica, ma aumenta al contempo la resistenza superficiale del materiale. In un contesto montano come quello del Monte Bondone, ca-
ratterizzato da forti escursioni termiche, venti intensi e abbondanti accumuli nevosi, l’acciaio GreenCoat Plx Pural BT dimostra la sua superiorità. Garantisce infatti eccellente lavorabilità anche a basse temperature, stabilità dimensionale e un’avanzata protezione anticorrosiva. La sua formulazione, inoltre, è bio-based; il rivestimento contribuisce a ridurre l’impatto ambientale, posizionando questo materiale come una scelta sostenibile e altamente affidabile per qualsiasi applicazione in alta quota.
GESTIONE DEL CARICO NEVOSO
La copertura è stata completata con sistemi di sicurezza essenziali per questa altitudine. È stata dotata di un sistema di paraneve a naso specificamente progettato per pannellature a


doppia aggraffatura. A completare la gestione della neve, è stato aggiunto un doppio tubo in gronda, una soluzione indispensabile per controllare il carico nevoso e garantire la sicurezza delle aree sottostanti. Infine, la linea vita a punti singoli, con il punto di accesso al
tetto, è stata verniciata in tinta con il manto di copertura, assicurando un’integrazione discreta e funzionale. Questo è un elemento cruciale per garantire la sicurezza operativa in ogni stagione d’alta quota.
Marcella Caltagirone

ZINTEK: LA PAROLA AI LATTONIERI

A Venezia un convegno firmato Zintek per celebrare la consegna dei primi patentini in Italia di Lattoniere specializzato secondo la norma UNI 11966:2024 riconosciuti da Accredia.



Il 3 ottobre scorso, la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia ha aperto le porte a un evento unico: Professione lattoniere. Formazione, certificazioni e scenari futuri, un convegno interamente dedicato ai lattonieri nel quale i professionisti del metallo non sono stati semplici spettatori di un dibattito sull’edilizia, bensì i protagonisti.


Arrivati da diverse regioni italiane, professionisti, maestri e giovani artigiani hanno potuto raccontare la propria esperienza, confrontarsi e celebrare un’occasione storica: la consegna dei primi patentini in Italia di Lattoniere specializzato secondo la norma UNI 11966:2024.

LE VOCI DEI LATTONIERI: ESPERIENZA, PASSIONE E DIALOGO CON IL PROGETTO
Chi conosce davvero il lavoro del lattoniere sa che non si tratta solo di lavorare il metallo, ma di modellarlo con intelligenza, precisione e sensibilità. È un mestiere antico e modernissimo allo stesso tempo, poiché unisce la conoscenza dei materiali alla capacità di leggere un progetto architettonico, di adattarsi al cantiere, di risolvere problemi con creatività e rigore tecnico. Per questo, il primo dei momenti più significativi del convegno è stato dedicato agli interventi dei lattonieri, che hanno portato sul palco la loro esperienza quotidiana, restituendo il valore concreto e umano del mestiere. Le testimonianze hanno mostrato come ogni cantiere sia una storia a sé, un esercizio di
equilibrio tra tecnica, intuizione e dialogo con il contesto. I professionisti hanno sottolineato quanto sia fondamentale poter contare su un rapporto di consulenza costante con Zintek e sull’assistenza tecnica, anche a distanza, per affrontare le sfide più complesse. È nello scambio continuo tra il lavoro manuale e il sapere industriale che si costruisce la vera sinergia tra artigianato e impresa, in una collaborazione che risolve problemi e genera conoscenza condivisa e progresso tecnico. Dalle loro parole è emersa una visione chiara: il lattoniere non è un mero esecutore, ma un interprete del progetto. È colui che traduce le intenzioni dell’architetto in forme reali, che media


“Ogni cantiere è un dialogo aperto, in cui il lattoniere diventa mediatore tra la visione e la realtà, tra il disegno e la materia”.

tra le richieste del committente e ciò che la materia può offrire. Ogni intervento mette in luce la capacità di ascoltare, proporre e trasformare idee in risultati concreti, unendo esperienza e formazione continua. Il legame con la formazione, infatti, è stato uno dei temi più ricorrenti: ciò che si apprende nei corsi e nei percorsi di aggiornamento diventa un patrimonio di sapere da riportare in azienda e condividere con i più giovani, alimentando una cultura del fare che si rinnova di generazione in generazione. È questa continuità che dà solidità al mestiere e che consente ai lattonieri di affrontare con consapevolezza anche i progetti più complessi e innovativi. Un altro aspetto emerso con forza è
il bisogno di rivalutare la dimensione materiale e concreta del lavoro, spesso poco compresa dalle nuove generazioni. Fare il lattoniere significa unire testa e mani, ragionamento e gesto, in un mestiere che continuerà a esistere finché ci saranno tetti, facciate e involucri da costruire con cura e precisione. Tutti gli interventi hanno condiviso un messaggio comune: ogni cantiere è un dialogo aperto, in cui il lattoniere diventa mediatore tra la visione e la realtà, tra il disegno e la materia. È un mestiere fatto di ascolto, precisione e passione, che continua a dare forma all’architettura e al paesaggio costruito, unendo la tradizione del saper fare con la cultura della progettazione contemporanea.

LA CERTIFICAZIONE: UNA NUOVA DIGNITÀ PROFESSIONALE
Dopo gli interventi dei lattonieri, il momento più emozionante della giornata è stato quello della consegna dei primi patentini di Lattoniere certificato UNI 11966:2024. In Italia, la figura del Lattoniere edile è riconosciuta da UNI, l’Ente Italiano di Normazione, che ne definisce competenze e abilità. Ottenere la certificazione delle competenze significa entrare in una nuova dimensione professionale: essere riconosciuti per ciò che si sa fare, con un valore spendibile sul mercato e nei lavori pubblici.
Zintek accompagna i lattonieri in questo percorso con i corsi di formazione specifici della Zintek Academy, controllati da un sistema di gestione certificato e pensati per preparare all’esame che dà diritto al “patentino” di Lattoniere UNI riconosciuto da Accredia. L’esame prevede prove teoriche e pratiche e viene gestito da un ente terzo accreditato: un passaggio che garantisce imparzialità e trasparenza, rafforzando la credibilità della figura professionale.



I corsi organizzati dall’Academy trattano sia lo zincotitanio sia gli altri rivestimenti metallici, offrendo un aggiornamento completo a chi già lavora e desidera formalizzare le proprie competenze. Si tratta di un percorso di crescita, ma anche di orgoglio, poiché permette di mettere nero su bianco la qualità di un mestiere spesso trasmesso da generazioni.
“Ottenere il patentino significa entrare in una nuova dimensione professionale: essere riconosciuti per ciò che si sa fare, con un valore spendibile sul mercato e nei lavori pubblici”.



LA ZINTEK ACADEMY: DOVE IL SAPERE SI TRASFORMA IN COMPETENZA
Situata nella sede di Zintek a Porto Marghera, la Zintek Academy è un luogo dove teoria e pratica convivono. Dispone di un’aula didattica, di uno showroom di 300 mq con modelli e mock-up, e di un laboratorio attrezzato con macchinari per ogni tipo di lavorazione. Certificata secondo la norma UNI ISO 21001:2019, l’Academy è stata il primo ente in Italia riconosciuto per offrire percorsi di certificazione delle competenze, e rappresenta un unicum nel panorama industriale dei metalli: un centro di formazione, ricerca e cultura tecnica, che investe nel capitale umano con una visione lunga e coraggiosa.

Oggi, più che mai, è necessario tornare a parlare del lattoniere come di una figura chiave dell’edilizia, capace di unire il passato e il futuro del costruire. In un’epoca in cui i percorsi scolastici privilegiano le professioni digitali e i genitori si interrogano sul futuro dei propri figli, è tempo di restituire dignità e desiderio alle professioni manuali. In molti Paesi, soprattutto del Nord Europa, il lattoniere è una figura di grande prestigio, rispettata e ben retribuita. In Italia, grazie a percorsi come quello promosso da Zintek, questa consapevolezza sta finalmente tornando: la manualità è conoscenza, e la conoscenza, quando è certificata, diventa valore.





UN MESTIERE CHE UNISCE LE PERSONE E DÀ FORMA AL FUTURO
Il convegno del 3 ottobre ha lasciato una traccia importante. Non solo per i contenuti, ma per l’atmosfera che si respirava: un senso di comunità, di riconoscimento reciproco, di orgoglio condiviso. In un mondo che corre, fermarsi per ascoltare chi lavora con le mani e con la mente è un gesto rivoluzionario. E non è un caso che tutto questo sia avvenuto alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, luogo intriso della storia dei mestieri e delle arti veneziane. La scelta della sede ha sottolineato il legame profondo fra Zintek e la città di Venezia, che nasce nel lontano 1936, data
di fondazione dello stabilimento produttivo. Una presenza che non è solo industriale, ma culturale: continuità di una tradizione artigiana che unisce passato e innovazione, esperienza e futuro. Quel giorno, nella luce di Venezia, le voci dei lattonieri hanno raccontato la bellezza di un mestiere che non si limita a costruire tetti o rivestimenti, ma dà forma al futuro con il sapere del passato. E forse, proprio lì, tra i metalli lucenti e le parole di chi li lavora, si è compreso che il futuro dell’edilizia non potrà mai prescindere da loro: i lattonieri, artigiani del tempo e della materia.




“Quel giorno, nella luce di Venezia, le voci dei lattonieri hanno raccontato la bellezza di un mestiere che non si limita a costruire tetti o rivestimenti, ma dà forma al futuro con il sapere del passato”.



Nella open house dedicata a industria e lattoneria l’azienda ha svelato i suoi programmi di sviluppo: investimenti nel taglio laser, automazione delle macchine e digitalizzazione. In arrivo anche novità da Thalmann
Un appuntamento pensato per industria e lattoneria, con un’esposizione completa di macchine e attrezzature per la lavorazione della lamiera: Cidan, Gizelis, Thalmann ed Evobend per la piegatura; Nukon per il laser piano e 3D; Promotec per il laser piano, il plasma e l’ossitaglio; Boschert per le punzonatrici e le combinate laser; Evotec per le levigatrici e la finitura dei particolari. È questo lo spirito della open house organizzata da Alpemac nel proprio showroom di 4 mila metri quadrati a Calcinato (Brescia). Ne parliamo con Flavio Baietti, responsabile commerciale dell’azienda.
Domanda. A che edizione è arrivata la vostra open house?
Risposta. Siamo arrivati alla nona edizione dedicata alla lattoneria. In passato abbiamo organizzato eventi separati per il mondo industriale, ma oggi ha più senso concentrare tutto in un unico appuntamento che rappresenti la nostra offerta completa, dall’industria alla lattoneria. Per il comparto industriale, dove spesso i progetti sono più complessi, preferiamo affiancare all’open house visite mirate con singoli clienti, costruite sui loro casi reali.
D. Perché avete deciso di organizzare un evento unico?
R. Perché i clienti vogliono vedere un ecosistema,
non singoli prodotti scollegati. La sinergia tra le nostre macchine è reale e metterla in scena in un’unica manifestazione funziona. Inoltre, coinvolgendo partner come Mazzonetto, Unimetal, Frigerio e Cela, l’evento assume sempre più i contorni di una fiera specializzata. Abbiamo invitato anche l’associazione Pile, proprio per dare un respiro ancora più ampio alla manifestazione.
D. Quindi l’evento è rivolto sia all’industria che alla lattoneria?
R. Sì. Negli ultimi due anni abbiamo ripensato e ampliato l’offerta. Alcuni marchi sono usciti dalla nostra proposta e li abbiamo sostituiti con soluzioni più complete. Ras, per esempio, è stata sostituita dal nostro marchio Promotec, per tutta la gamma delle macchine per canalisti, alle quali abbiamo aggiunto linee di taglio automatiche e macchine speciali per produrre il tubo spiralato. Abbiamo inserito Evotec per le levigatrici e Gizelis per piegatrici e cesoie. In questo modo copriamo la lattoneria, l’industria, gli impianti di climatizzazione, il trattamento superfici e la carpenteria medio pesante, con un filo logico chiaro: dal taglio al pezzo finito.
D. Quanto del vostro fatturato è relativo all’industria e quanto alla lattoneria?
R. Circa il 60% del fatturato è legato alla lattoneria, il restante 40% all’industria. Dal 2015 non abbia-

Sotto, open house
Alpemac in showroom
Nella pagina accanto, da sinistra, Flavio Baietti, responsabile commerciale, e Dieter Niederfriniger founder e general manager Alpemac

mo mai avuto due anni uguali: fornitori diversi, equilibri economici diversi, normative riguardo alle agevolazioni fiscali, che cambiano di continuo. Questo ci impone una forte capacità di adattamento. L’annuncio dell’iperammortamento per il 2026 e la chiusura di Industria 5.0 ne sono l’ennesimo esempio: gli incentivi spingono il mercato, ma se non sono strutturali, costringono le aziende a riprogrammare continuamente.
D. Quale obiettivo volete raggiungere?
R. L’obiettivo è semplice da dire e difficile da ottenere: stabilità. Vogliamo programmare meglio il lavoro e trasformare la nostra flessibilità in un metodo strutturato, non in una rincorsa continua. Essere «camaleontici» ci ha permesso di crescere, ma ha un costo: a livello organizzativo, fisico e mentale. Una politica di incentivazione meno improvvisata e più strutturata e duratura, permetterebbe a tutte le aziende di pianificare investimenti e organici con

più lucidità e meno emergenza.
D. Quali macchine nuove avete presentato in questa edizione dell’open house?
R. Il nostro riferimento nel taglio termico è la X One: layout aperto, ideale per piccola carpenteria e canalistica, con sorgenti fibra da 3 a 6 kW. È una macchina pensata per chi vuole entrare nel mondo del laser con un investimento equilibrato ma prestazioni serie. Accanto a lei c’è la X Air, laser carenato con un rapporto qualità-prezzo molto competitivo. Sul fronte estero abbiamo appena avviato una partnership per il taglio termico con un’azienda tedesca: dopo due settimane di collaborazione, durante l’open house abbiamo già venduto la prima macchina.
D. Il rallentamento del superbonus ha avuto ripercussioni anche sul vostro business?
R. Sì, la frenata del superbonus si sente, soprattutto su alcune fasce di clientela legate all’edilizia



residenziale. Il problema non è solo lo stop dell’incentivo, ma la gestione degli annunci: si parla per mesi di misure che non sono ancora definitive, la legge di Bilancio viene modificata fino all’ultimo e nel frattempo le aziende non sanno come muoversi. Il risultato è che molti rinviano le decisioni.
D. Come sta andando quest’anno?
R. Molto bene. Stiamo lavorando a ritmo alto e, in parallelo, abbiamo messo mano all’organizzazione interna, sia sul fronte commerciale sia su quello del service. Sono stati mesi impegnativi, ma oggi vediamo i risultati: ruoli più chiari, processi più lineari e maggiore reattività alle richieste dei clienti.
D. Avete già un’idea di cosa vi attende per il 2026?
R. Il 2026 per noi sarà l’anno del consolidamento di quanto costruito negli ultimi 18 mesi. Abbiamo investito in nuovi partner: Promotec per la canalistica e taglio termico, Gizelis in sinergia con Boschert, Evotec per le levigatrici. Ora vogliamo

Da sinistra, Giordano Mazzonetto, Mattia Montagnoli e Paolo Valmori (Associazione Pile)
far rendere questi investimenti. Sul fronte lattoneria continueremo a spingere Evobend e Thalmann, che nel 2026 porterà sul mercato alcune novità importanti. Se il contesto rimarrà favorevole, puntiamo a confermare una crescita a doppia cifra.
D. Il Pnrr ha influito sulla vostra attività?
R. Sì, soprattutto per le macchine che rientrano negli investimenti 4.0 e, più in generale, per i progetti di rinnovamento del parco macchine. Non è stato l’unico motore della crescita, ma ha sicuramente accelerato parecchie decisioni.
D. Il vostro punto di forza sono le piegatrici a doppia bandiera. Continueranno a esserlo anche in futuro o emergeranno nuove tecnologie?
R. Il taglio termico sta acquisendo sempre più peso, ma le piegatrici a doppia bandiera restano centrali. Abbiamo presentato anche un laser da coil per canalistica e lattoneria che apre scenari interessanti. Sul fronte doppia bandiera, il potenziale è ancora




Lo staff Alpemac durante l’evento. Sopra, gli stand presenti all’open house. A destra, l’esterno della sede Alpemac
ampio: in diverse regioni il livello di penetrazione è basso, quindi lo spazio di crescita c’è. Il Veneto, per ora, è la regione che ha recepito più velocemente l’innovazione delle Evobend; il nostro obiettivo è portare la stessa consapevolezza nelle altre aree.
D. Qual è l’elemento più innovativo inserito di recente nei macchinari di nuova generazione?
R. L’innovazione vera oggi è l’automazione intelligente. Non parlo solo di robot, ma di macchine che «si aiutano da sole» a fare meglio il lavoro: cicli automatizzati, assi che si muovono in modo più efficiente, riduzione delle manipolazioni manuali. Su ogni macchina stiamo introducendo funzioni che semplificano la vita all’operatore e rendono il processo più ripetibile e controllabile.
D. Quali sono le differenze tra Thalmann, Cidan ed Evobend?
R. Cidan è la casa madre che produce pannellatrici e ha acquisito Thalmann per completare la gamma con macchine tangenziali dedicate alle facciate e

alla lattoneria. Evobend, invece, è una tecnologia totalmente elettrica: niente idraulica, consumi ridotti e una grande attenzione all’ergonomia. Thalmann, dal canto suo, sta evolvendo: la nuova architettura idraulica prevede più micromotori dedicati a micro-centraline, invece di un unico motore che governa tutto. Questo significa meno dispersioni, minore necessità di raffreddamento, meno rumore e un miglioramento concreto in termini di efficienza energetica.
D. Anche per le piegatrici il tema della sostenibilità è diventato importante?
R. Ormai è un requisito di base. Siamo passati da piegatrici a bandiera idrauliche con consumi dell’ordine di 15, 18, 22 kWh a macchine elettriche che lavorano con circa 3 kWh. Sulle macchine verticali, le soluzioni ibride permettono di ridurre drasticamente l’olio, contenere i consumi e aumentare la velocità di lavoro. Non è solo ecologia: sono costi operativi che scendono e produttività che sale.
D. Quali sono i vostri nuovi traguardi a livello aziendale?
R. Non ci interessa solo «fatturare di più»: vogliamo margini migliori e un modello aziendale capace di autofinanziarsi gli investimenti. Questo significa lavorare sui costi interni, sulla qualità del service, sui tempi di risposta e sul valore percepito dal cliente. Il taglio termico, in questo momento, è il settore strategico su cui stiamo puntando di più, sia per i progetti in corso sia per i risultati che ci sta dando.
D. Qual è l’aspetto principale che vi distingue dai competitor?
R. Il livello di coinvolgimento delle persone. Nel

nostro settore non vedo molte realtà con uno staff così presente e così esposto in prima persona. Durante la open house sono passati clienti che sono venuti semplicemente per un saluto, senza avere trattative aperte: questo tipo di rapporto non te lo giochi sul prezzo, ma sulla fiducia costruita nel tempo, tecnica e personale. Per me è la conferma che stiamo andando nella direzione giusta.
D. Parliamo del lattoniere: come sta cambiando questa figura professionale alla luce delle novità introdotte dall’industria?
R. Il lattoniere oggi è molto più digitale di quanto si pensi. Utilizza software di programmazione, si collega da remoto alle macchine, lavora con librerie di pezzi e cicli automatizzati. Di pari passo, sta ampliando la propria visione: non è più solo «posa in cantiere», ma gestione di commesse, ottimizzazione della produzione, controllo dei costi. È anche per questo che stiamo investendo sul laser in lattoneria: due anni fa sembrava un’idea azzardata, oggi è un tema concreto.
D. Quali sono le richieste più frequenti che vi arrivano dai lattonieri?
R. La richiesta numero uno è chiara: risparmiare manodopera qualificata. Il personale specializzato è difficile da trovare e da trattenere, quindi le aziende cercano macchine che permettano di fare di più con la stessa squadra, o con una squadra ridotta, mantenendo la qualità. Da qui la domanda di automazione, di cicli guidati, di soluzioni che riducano l’errore umano.
D. Se dovesse lanciare un messaggio ai lattonieri, cosa direbbe?
R. Direi di non rimanere chiusi in cantiere. Venite a vedere cosa sta cambiando, toccate con mano le
Clienti presso lo stand MAzzonetto. Sotto, stand Alpemac Rigenera dedicato al recupero e vendita di macchinari usati
L’USATO CON MARCHIO DI FABBRICA
Alpemac Rigenera è la struttura del gruppo dedicata al recupero e al ricondizionamento delle macchine usate, che vengono rimesse sul mercato con una vera e propria certificazione di affidabilità. «Poter acquistare l’usato, ritirare le macchine del cliente a valori congrui e avere un’officina interna che si occupa di revisione, manutenzione e verniciatura è un vantaggio competitivo molto concreto» spiega Baietti. «In più, l’usato ci apre mercati internazionali: in alcuni Paesi le piegatrici a doppia bandiera di seconda mano sono ricercatissime». Per il cliente che deve investire nel nuovo, il modello è doppiamente interessante: «Ritiriamo il suo usato e, combinando questa leva con le agevolazioni disponibili, in molti casi con un esborso contenuto si riesce a rinnovare il parco macchine in modo sostenibile».

tecnologie e fatevi supportare nelle scelte. Noi non ci limitiamo a proporre una macchina: analizziamo l’investimento a 360 gradi, dagli aspetti fiscali alle esigenze produttive reali. Spesso, rivedendo il layout e sfruttando bene gli incentivi, si scopre che un salto di qualità è più accessibile di quanto sembri.
Veronica Monaco
Cavatorta
Più sicurezza CERTIFICATA
Copertec System, progettato per la salvaguardia dei lucernari non calpestabili, è l’unico sistema della sua tipologia a essere stato attestato dal Cnr - Istituto per le Tecnologie della Costruzione
Copertec System di Cavatorta rappresenta un’evoluzione nella protezione anticaduta permanente. Progettato specificamente per la sicurezza dei lucernari non calpestabili, questo sistema è essenziale per prevenire i rischi di caduta durante le operazioni di manutenzione su coperture di edifici, siano essi industriali o agricoli. È l’unico sistema della sua tipologia a essere stato certificato dal prestigioso Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto per le Tecnologie della Costruzione. L’ultimo aggiornamento, l’Agrément Tecnico del 17 luglio 2025, introduce una serie di miglioramenti che ne potenziano notevolmente le prestazioni e la versatilità.
MODULARE E VERSATILE
Il cuore del sistema è costituito dalla rete metallica elettrosaldata Copertec, realizzata in acciaio zincato con triplo vivagno, caratterizzata da fili orizzontali e verticali lineari. Per le installazioni esterne, dove la protezione dagli agenti atmosferici è cruciale, è disponibile la versione Coperplax, una rete plastificata ottenuta tramite l’esclusivo processo di sinterizzazione Galvaplax Process. La modularità del sistema è garantita dalla possibilità di installazione sia internamente, fissato all’orditura portante sotto i lucernari, sia esternamente su diverse tipologie di coperture, come pannelli sandwich o lastre metalliche grecate-ondulate. La completezza è assicurata da una gamma di componenti di fissaggio progettati ad hoc per garantire una posa corretta e la continuità della protezione.
L’AGGIORNAMENTO 2025
L’aggiornamento della certificazione apporta cambiamenti cruciali che elevano gli standard di sicu-
rezza e l’applicabilità di Copertec System. I nuovi test d’urto sono stati intensificati, raggiungendo i 1200 J, con l’aggiunta di una prova statica di 50 chilogrammi per 15 minuti dopo l’impatto, allineandosi così al rigoroso standard tedesco bgbau18. Per la copertura di lucernari di dimensioni eccezionali, ora è possibile giuntare due reti, proteggendo

Copertec System, l’evoluzione nella protezione anticaduta permanente



luci fino a circa 450-470 centimetri, a seconda degli schemi di posa adottati. La flessibilità di installazione è accresciuta: la distanza massima dal piano di calpestio è stata aumentata, permettendo l’installazione delle reti fino a 120 centimetri. Sul fronte dell’ottimizzazione logistica e di montaggio, la gamma di Coperplax si arricchisce delle nuove altezze di 223 cm e 244 centimetri, mentre per il montaggio esterno il numero minimo di rivetti strutturali necessari è stato ridotto da tre a due, con una conseguente ottimizzazione dei costi. Infine, il catalogo si espande con accessori dedicati, inclusi nuovi elementi di fissaggio e tools specifici per facilitare l’installazione.

L’AGRÉMENT
TECNICO
Ciò che distingue in modo netto Copertec System è il possesso dell’Agrément Tecnico rilasciato da Itc-Cnr, un ente riconosciuto a livello europeo e membro di Ueatc. Questo certificato ufficiale offre vantaggi rispetto a semplici test di laboratorio privati, in quanto l’iter di certificazione va oltre le mere prove di resistenza: comprende audit periodici in stabilimento, ispezioni e controlli documen-




tali condotti da un ente terzo pubblico/parastatale, garantendo che le prestazioni del sistema si mantengano costanti nel tempo. La supervisione indipendente di Itc-Cnr assicura un giudizio imparziale supportato da alta competenza tecnica. Inoltre, in caso di incidenti o verifiche da parte delle autorità, un Agrément ufficiale costituisce una difesa solida e universalmente riconosciuta per progettisti, installatori e committenti. Il riconoscimento normativo di livello europeo conferito da questo Agrément posiziona Copertec System come la soluzione certificata per eccellenza, offrendo una garanzia fondamentale a tutti coloro che operano in quota.
IMPEGNO AMBIENTALE CERTIFICATO
A riprova dell’attenzione di Cavatorta verso la sostenibilità, l’intera gamma delle reti Copertec e Coperplax ha ottenuto la certificazione Cam (Criteri Ambientali Minimi). Questo attestato conferma la conformità ai requisiti ambientali richiesti per i materiali da costruzione negli appalti pubblici, rafforzando ulteriormente l’affidabilità e la qualità del sistema. Con l’aggiornamento dell’Agrément Tecnico 650/25 e la Certificazione Cam, Copertec System non solo si adatta, ma anticipa le esigenze del mercato, confermando il suo ruolo di sistema in costante evoluzione e miglioramento, fedele all’obiettivo di proteggere i lavoratori e di mantenere nel tempo gli standard di sicurezza che contraddistinguono i prodotti Cavatorta.
Olimpia Galli Balestrieri

Sandrini Metalli
Con Eclipse FACCIATE AD HOC
Il terzo design del servizio Sandcustom, presentato in anteprima a Made Expo 2025, presenta una geometria ispirata alle fasi lunari. Modulare e componibile, consente di creare ritmi regolari o dinamici
Irivestimenti di facciata hanno la capacità di trasformare l’identità di un edificio, conferendogli un carattere unico e riconoscibile. Tra i materiali disponibili oggi, il metallo si distingue per versatilità, sostenibilità e capacità di coniugare estetica e funzionalità. Grazie ai progressi tecnologici e alle nuove possibilità di lavorazione il metallo consente di realizzare profili sempre più personalizzati e creativi. È in questo contesto che nasce Eclipse, il terzo design del servizio Sand custom di Sandrini Metalli, presentato in anteprima a Made Expo 2025.
ADATTIVITÀ E MODULARITÀ
Sand custom è il servizio di Sandrini Metalli dedicato alla realizzazione di rivestimenti metallici completamente personalizzabili. Tra le proposte, Eclipse rappresenta un’evoluzione significativa: non è semplice rivestimento, ma una soluzione architettonica adattiva, capace di reagire alla luce, al clima e al contesto. La facciata diventa così un organismo vivo, capace di trasformarsi nel corso della giornata e delle stagioni, offrendo un’esperienza visiva in continua evoluzione.
La peculiarità di Eclipse risiede nella sua geometria ispirata alle fasi lunari. Modulare e componibile, consente di creare ritmi regolari o dinamici, dando vita a un racconto visivo che si rinnova nel tempo. La superficie metallica riflette e assorbe la luce, generando ombre morbide e vibrazioni cromatiche che arricchiscono la percezione dell’edificio.
TECNOLOGIA E SOSTENIBILITÀ
Eclipse si inserisce nel percorso di soluzioni innovative sviluppate da Sandrini Metalli.



Eclipse, la facciata che diventa un organismo vivo, ispirato alle fasi lunari
L’innovazione nasce dall’attività di ricerca e sviluppo, che consente all’azienda di adottare scelte sempre più sostenibili, sia nei materiali utilizzati sia nei processi produttivi. Un esempio concreto è Sand active, il trattamento fotocatalitico applicabile a tutti i prodotti della gamma Sandrini. Questa tecnologia agisce contro sporco, batteri e inquinamento, trasformando le superfici in alleati attivi dell’ambiente.
DIALOGO TRA ARCHITETTURA E PAESAGGIO
Sandcustom permette di ripensare all’involucro edilizio e a percepirlo non solo come semplice rivestimento, ma come superficie narrativa, in grado di raccontare storie di luce, materia e tempo. Eclipse diventa così una soluzione ideale per chi cerca un design evoluto, capace di fondere ingegneria e tecnologia. Inoltre, grazie a Sandcu-



stom, Sandrini Metalli offre un’ampia gamma di colori, finiture e materiali personalizzabili, per rispondere alle esigenze estetiche e funzionali di ogni progetto. Eclipse House, infine, si rivela l’architettura perfetta per sprigionare a pieno i riflessi di questa sagoma.
Franco Saro

La terza sagoma del servizio SANDcustom, con il suo ideatore Dario Zazzaro, fonde design, ingegneria e tecnologia
Fratelli Fagioli
Lattoneria MA NON SOLO
L’azienda umbra realizza coperture metalliche per impianti tecnologici, soluzioni su misura con taglio, piegatura, calandratura, punzonatura e saldatura lamiera. Ma è partita dagli impianti idraulici
Luigi Fagioli racconta la traiettoria di un’azienda familiare, la Fratelli Fagioli di Perugia, che ha trasformato la crisi di reperibilità in opportunità, diventando un punto di riferimento nell’idrotermosanitario e guardando ora alle nuove sfide del mercato nazionale.
LE ORIGINI
Da sinistra Luigi, Claudio, Moreno e Vittorio Fagioli, due generazioni in azienda
«La nostra storia ha inizio a Perugia in un piccolo laboratorio, negli anni ‘70», racconta l’imprenditore. «La missione iniziale era sem-
plice: fornire servizi di installazione impianti idraulici. La vera svolta, tuttavia, è stata dettata dalla necessità. In quel periodo, la difficile reperibilità dei materiali ci spinse a destinare l’attività alla produzione a particolari per contatori acqua, gas e collettori. Fin dall’inizio la nostra filosofia è stata semplice: cura dei dettagli e impegno nel fare le cose per bene, producendo particolari in metallo per la protezione di componenti d’impianti tecnologici nelle misure standard più comuni».


LA CRESCITA
Con la notevole crescita dell’edilizia negli anni Ottanta l’azienda si è espansa soprattutto nel centro Italia, diventando nota per la produzione di canali di gronda e vari accessori. «Negli anni Novanta e 2000, il mercato ha subito un cambiamento radicale, che ci ha spinto a intraprendere nuovamente altre direzioni: i clienti ci hanno chiesto soluzioni sempre più complesse e personalizzate, come grondaie su misura, coperture curate nell’estetica, cassette antincendio certificate e lavorazioni conto terzi», continua Fagioli. «Era quindi arrivato per noi il momento di scegliere se adattarci o restare indietro. Così abbiamo scelto di crescere, senza snaturarci. Oggi, pur mantenendo una presenza capillare in Umbria, ci siamo focalizzati principalmente nel Centro Italia, di cui siamo un punto di riferimento sia nella nostra provincia e regione che nelle regioni limitrofe. Attualmente, la famiglia al completo è arruolata in azienda: mio padre, mio zio, io e mio cugino siamo operativi in amministrazione, in produzione e nella parte commerciale».
NUOVE SPECIALIZZAZIONI
L’evoluzione della termoidraulica ci ha spinto ad innovare la nostra produzione di coperture metalliche, dotandoci di nuovi macchinari in grado di realizzare ciò che richiedeva il mercato. «La nostra lavorazione per la termoidraulica è nata con lamiere preverniciate e zincate,

Le lavorazioni che si svolgono all’interno dell’azienda, dove i segmenti trattati sono diversificati

ma ora utilizziamo anche i nuovi materiali introdotti in questi anni, come l’alluminio. La sportelleria, inoltre, è troppo spesso trattata come un dettaglio secondario, ma le soluzioni standard non bastano: ogni impianto ha spazi e misure diverse. Quando un contatore o una centralina non ha uno sportello che calza, si rischia di fare aggiustamenti improvvisati o di lasciare l’impianto scoperto. Per questo, noi realizziamo sportelli con accessori integrati e personalizzazioni su richiesta, come fori e fessure di aerazione, aperture laterali, loghi o marcature. Ogni pezzo è progettato per facilitare il montaggio, evitare sprechi e resistere nel tempo».
LE LAVORAZIONI SU MISURA
Il core business dell’azienda include anche la
Alcune delle opere più importanti che hanno portato a termine



lattoneria tradizionale. Fratelli Fagioli propone canali di gronda, pluviali e scossaline in materiali come rame, alluminio, acciaio inox e lamiera zincata, con differenti formati, sagome e spessori. «Siamo in grado di produrre sia oggetti standard che su misura, ampliando la gamma per offrire complementi particolari e customizzabili», riprende Fagioli. «Abbiamo anche investito in nuovi macchinari, ampliato la gamma prodotti e ottimizzato i processi produttivi, ma non abbiamo mai perso ciò che ci distingue: l’occhio artigiano. Ogni pezzo lavorato è sempre controllato, misurato e verificato. Le nostre lavorazioni sono concentrate sul taglio uniforme delle lamiere e sull’uso di pressopiegatrici. Per rispondere alla richiesta di rapidità e precisione del settore, ci siamo attrezzati anche di punzonatrice, uno strumento nuovo che ci consente di lavorare in tempi molto rapidi e in serie, garantendo un prodotto robusto e preciso».
FORMAZIONE E SOSTENIBILITÀ
E il futuro? «Per quanto riguarda il personale, abbiamo sviluppato un ricambio generazionale inserendo nuove leve giovani ma già preparate, provenienti da scuole di specializzazione. La formazione è importantissima per noi; organizziamo corsi ogni anno, con formazione obbligatoria, per mantenere l’azienda al completo sempre aggiornata. Sul piano della sostenibilità, abbiamo agito a livello strutturale: qualche anno fa abbiamo installato l’impianto fotovoltaico, ottenendo risparmio energetico e sostenibilità, riuscendo a sopperire il dispendio di energia relativo ai progetti fatti», racconta il lattoniere. «Lavoriamo su diversi fronti, privato e industriale, servendo installatori, magazzini edili, lattonieri e idraulici. Abbiamo un’area produttiva, un’area tecnica e un’area di vendita. Per il futuro, l’azienda si sente in dovere di aggiornare lavorazioni e, con il cambio generazionale, cerchiamo di espanderci. Il nostro core business rimarrà la lattoneria e le coperture per impianti gas e acqua, ma cerchiamo altri contesti. Il mondo si evolve e noi vogliamo essere preparati. Vogliamo focalizzarci sempre di più nel mercato del Centro Italia ma con l’opportunità di operare a livello nazionale e in zone più ampie, ampliando le nostre competenze. Operiamo in edilizia, costruzioni e idraulica, ma puntiamo a espanderci in due nuovi settori: il fotovoltaico e l’arredo urbano».
Alice Fugazza

Il rame è un marchio di fabbrica della



Sicurpal
LE RESPONSABILITÀ SULLA SICUREZZA IN QUOTA
Ilavori sulle coperture degli edifici sono tra le attività più a rischio di caduta dall’alto. Il decreto legislativo 81/08 considera infatti il tetto come un vero e proprio luogo di lavoro, imponendo l’applicazione di norme di sicurezza anche per interventi ordinari. In questo quadro, è essenziale definire le responsabilità di chi commissiona, di chi esegue e di chi progetta, ma anche di chi produce i sistemi di ancoraggio.
Il ruolo del Committente
Il committente, proprietario o amministratore, deve informare chi eseguirà i lavori sui pericoli presenti sulla copertura. Se sono installati sistemi anticaduta, deve fornire l’elaborato tecnico della copertura e verificare che l’operatore lo abbia letto. Anche con dispositivi preesistenti, il committente non si esonera: deve sempre accertare l’idoneità tecnico-professionale dell’esecutore. Se la copertura è priva di ancoraggi permanenti, la responsabilità aumenta: è necessario garantire soluzioni alternative sicure e che il lavoratore sia consapevole dei rischi, rispettando le misure generali previste dalla normativa.
Il ruolo del Produttore
La Uni 11578:2015 assegna al produttore dei sistemi anticaduta l’obbligo di garantire che i dispositivi progettati e immessi sul mercato siano sicuri, certificati e idonei all’installazione permanente. Il fabbricante deve eseguire prove statiche, dinamiche e di resistenza alla corrosione, assicurare una marcatura chiara del prodotto e fornire istruzioni complete per installazione, uso, manutenzione e ispezioni periodiche. È inoltre tenuto a mette-

re a disposizione la documentazione tecnica necessaria per la corretta posa in opera e a indicare gli intervalli di controllo del sistema per garantirne la durata e l’efficienza nel tempo.
Le responsabilità dell’Installatore
L’operatore in quota deve avere una formazione certificata e un addestramento specifico, anche per l’uso dei Dpi di terza categoria. Deve saper valutare rischi, modalità operative e modalità di accesso alla zona di lavoro. Su coperture senza protezioni, deve predisporre misure temporanee di sicurezza; su quelle con sistemi anticaduta, deve attenersi scrupolosamente all’elaborato tecnico, verificando che le soluzioni previste siano adeguate. Nell’impresa, il datore di lavoro deve informare i dipendenti tramite il Pos (Piano Operativo di Sicurezza).
Il ruolo del Progettista
Il progettista o il coordinatore alla sicurezza ha l’onere di valutare i rischi, scegliere i dispositivi di protezione adatti, definirne il posizionamento e redigere l’elaborato tecnico della copertura. Deve verificare i fissaggi per assicurare che il progetto sia coerente con la struttura reale. Le soluzioni devono essere funzionali, ergonomiche e realmente applicabili: procedure troppo complesse rischiano di essere trascurate. Inoltre, il progettista non può rimandare tutto al produttore o all’installatore senza verificare la conformità normativa.
Per garantire prodotti certificati, sistemi anticaduta progettati correttamente, installazioni a regola d’arte e un’assistenza completa nella manutenzione periodica, Sicurpal è una realtà specializzata nella sicurezza in quota.
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