Storia tattica del calcio

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ALESSANDRO PONCINI - LUCA BAUCHIERO

STORIA TATTICA DEL CALCIO

Princìpi e strategie dei grandi allenatori di ieri e oggi

TATTICA

Mettere la tecnologia al servizio della metodologia. Questa è la mission di YouCoach, un servizio pensato dagli allenatori per gli allenatori. Crediamo nella ricerca, nello studio e nel confronto e lavoriamo per accrescere la cultura calcistica di chi si approccia al mestiere di allenatore.

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AUTORI

Alessandro Poncini

Allenatore UEFA C e match analyst

Alessandro Poncini è laureato magistrale in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate e match analyst professionista, abilitazione ottenuta a seguito della frequentazione del corso FIGC e SICS. È allenatore abilitato UEFA C e ha un’esperienza pluriennale in ambito calcistico con società professionistiche (US Alessandria e UC Sampdoria), sia a livello giovanile che di Primavera 1.

Luca Bauchiero

Allenatore UEFA C e match analyst

Luca Bauchiero, laureato in Sport e football management, è un match analyst professionista con abilitazione conseguita tramite il corso FIGC. Allenatore UEFA C, ha maturato una lunga esperienza presso le società professionisti-

1.2

LA FORMAZIONE PYRAMID (2-3-5)

Alla fine del Diciannovesimo secolo, con l’evoluzione del gioco, acquisì popolarità la formazione 2-3-5 (detta anche pyramid ), che prevedeva due difensori, tre centrocampisti e cinque attaccanti. Questo schema permise una distribuzione più equilibrata tra attacco e difesa, rappresentando un significativo passo avanti nella tattica del calcio.

1.3

IL METODO E IL SISTEMA

Negli anni Venti e Trenta del Novecento la tattica subì un’importante evoluzione, con l’introduzione del Metodo (2-3-2-3) da parte di Vittorio Pozzo, l’allenatore della (straordinariamente vincente) nazionale italiana di quel periodo. Questo sistema prevedeva un maggior equilibrio tra i reparti e fu alla base dei successi italiani ai Mondiali del 1934 e 1938.

Fig. 1 - Formazione 2-3-5.

Quasi di pari passo con lo spopolare del Metodo Italiano, oltremanica veniva introdotta dall’allenatore dell’Arsenal Herbert Chapman la formazione WM (3-2-2-3), che rappresentò un ulteriore passo avanti rispetto alla tattica adottata da Pozzo, diventando così il sistema dominante per la seconda metà degli anni Trenta e Quaranta.

Fig. 2 - Il Metodo 2-3-2-3.
Fig. 3 - La formazione WM

gli e il rigore nella preparazione hanno reso le sue squadre tra le più rispettate e studiate nel calcio moderno. Bielsa è stato un precursore di un tipo di pressing intenso e orientato sull’uomo che è diventato più diffuso grazie a tecnici come Diego Simeone, Gian Piero Gasperini e, in qualche modo, anche Jürgen Klopp. Questi allenatori hanno adottato e adattato alcune delle sue idee, creando sistemi di gioco che alternano elementi di marcatura a uomo e pressing zonale.

7.2

I PRINCÌPI DI GIAN PIERO GASPERINI

Gian Piero Gasperini ha rivoluzionato il calcio con il suo approccio tattico distintivo, rendendo l’Atalanta una squadra tra le più entusiasmanti e rispettate in Italia e in Europa.

Il suo sistema di gioco si distingue soprattutto per il modulo 3-4-1-2, che offre una combinazione unica di solidità difensiva e imprevedibilità offensiva. Nel cuore del suo schema, Gasperini adotta una difesa a 3. Questa linea difensiva a tre centrali è fondamentale per garantire una copertura robusta contro gli attaccanti avversari e per mantenere una protezione solida in profondità. I tre difensori centrali lavorano in sincronia, con due di loro spesso impegnati a marcare gli avversari più pericolosi, mentre il terzo si occupa di gestire gli spazi e coprire eventuali buchi nella difesa.

A centrocampo, Gasperini utilizza una configurazione a quattro giocatori. Due di questi sono esterni che avanzano lungo le fasce, contribuendo sia in fase difensiva che offensiva. Gli altri due centrocampisti hanno compiti Fig. 19 - Gian Piero Gasperini. Fonte: Football.ua / Wikimedia commons.

ben definiti: uno di loro funge da regista, dirigendo il gioco e mantenendo il controllo del possesso, mentre l’altro si occupa di compiti più difensivi e di inserimenti in fase offensiva.

Davanti, Gasperini schiera due attaccanti che sono noti per la loro mobilità e capacità di creare spazi. Dietro di loro c’è un trequartista che funge da collegamento tra il centrocampo e l’attacco, spesso incaricato di fornire assist e concludere le azioni offensive. Questo schema consente una fluidità e un dinamismo che mettono in difficoltà le difese avversarie.

Una delle caratteristiche più distintive del gioco di Gasperini è il pressing intenso e coordinato. La squadra cerca di recuperare il possesso della palla il più vicino possibile alla porta avversaria. Gli attaccanti e i centrocampisti si muovono come un’unità ben organizzata, costringendo i difensori avversari a commettere errori e riducendo il tempo e lo spazio a disposizione degli avversari per costruire il gioco. Il pressing di Gasperini è basato su una marcatura a uomo che copre tutto il campo.

Fig. 20 - Marcatura a uomo dell’Atalanta.

I suoi giocatori seguono gli avversari molto da vicino, cercando di impedire loro di ricevere il pallone in modo comodo. Tuttavia, il pressing di Gasperini è più flessibile rispetto a quello di Bielsa, famoso per la sua marcatura uomo a uomo “estrema”. Gasperini ha creato un sistema che permette ai

06 CALCIO RELAZIONALE

MEZZO OPERATIVO

Situazione

DURATA

20 minuti

PREPARAZIONE

Area di gioco: 60×40 metri

Giocatori: 8 + 1 portiere

Numero di serie:

3 da 5 minuti con 30 secondi di recupero tra le serie

ORGANIZZAZIONE

MATERIALE

• Cinesini

• 4 casacche

• 2 porticine

• 1 porta

• Palloni

OBIETTIVI

• Smarcamento

• Timing

• Conclusione

• Ampiezza

• Profondità

• Collaborazione

L’esercitazione si svolge nell’ultimo terzo di campo, in prossimità dell’area di rigore. A circa 35 metri dalla linea di fondo si collocano due porticine (come indicato in figura). Dividere i giocatori in due squadre: una in fase offensiva (squadra bianca), l’altra in fase difensiva (squadra rossa). La squadra bianca si schiera con un play in possesso palla, un esterno largo in ampiezza, un centrocampista che va incontro al portatore per poi inserirsi alle spalle della linea difensiva e un attaccante centrale, posizionato in linea con i difensori avversari. La squadra rossa, che difende, si dispone con un giocatore alto incaricato di rincorrere il portatore per mettergli pressione, un difensore a uomo sull’attaccante, un secondo difensore in copertura, pronto a seguire la corsa del centrocampista avversario e un terzo difensore incaricato di contenere l’ampiezza avversaria. Un portiere si posiziona a difesa della porta

DESCRIZIONE

• Il play inizia l’azione guidando palla verso il centro del campo e gioca all’esterno prima che il difensore arrivi a portargli pressione

• L’esterno, dopo un contromovimento, riceve largo e imbuca per il centrocampista che si è inserito in profondità, per poi attaccare la porta

• L’attaccante si muove per liberarsi dalla marcatura e farsi trovare pronto per essere servito e concludere

• Se la squadra difendente recupera il possesso, ha l’obiettivo di finalizzare rapidamente in una delle due porticine

TEMI PER L’ALLENATORE

• Riconoscimento degli spazi:

• Leggere dove c’è spazio libero prima di ricevere

• L’esterno usa il contromovimento per liberarsi

• Tempismo di attacco alla linea:

• Il centrocampista attacca lo spazio al momento giusto

• Il play deve servire con i tempi corretti

• Finalizzazione:

• L'attaccante si smarca con movimenti intelligenti

• Concludere con decisione e rapidità

• Transizione negativa (perdita palla):

• Reazione immediata alla perdita

• Riaggressione o rientro veloce

• Se si recupera palla, cercare subito la porta con verticalità

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