↓ TERMOLEGNO for Lignotrend Ibach, Germany
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Da oltre 60 anni Florian gestisce una filiera completa con cui controlla l’intero processo produttivo, dalla foresta al prodotto finito, garantendo la massima qualità e il minimo spreco di risorse.





























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(Convertito in legge 27/02/2004 n.46), art.1, comma 1 - LO/MI/ Registrazione presso il tribunale di Milano al numero 638 del 22 novembre 1986 (nuova serie) (pubblicazione 1° fascicolo 15 marzo 1922)
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ISSN 0024 - 0532
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LA SPECIALIZZAZIONE È UN KNOW-HOW IN EVOLUZIONE
Da oltre 30 anni Termolegno produce impianti di essiccazione, tecnologie e componenti avanzati per la lavorazione del legno.
THE SPECIALIZATION IS AN EVOLVING KNOW-HOW
For more than 30 years, Termolegno has been producing drying systems, advanced technologies and components for wood processing.
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MEG LIVING di Sonia Maritan LA RADICE DEL CAMBIAMENTO THE ROOT OF CHANGE
SCENARI LUNARDELLI VENEZIA di Sonia Maritan STORIE D’ACQUA E BRICCOLE STORIES OF WATER AND BRICCOLE
FREUD a cura della Redazione L'ARTE DELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO THE ART OF WOODWORKING
HÔTELLERIE
di Alessandra Brignoli HOSPITALITY: WOOD COMFORT PROTAGONISTA HOSPITALITY: WOOD COMFORT TAKES THE LEAD
di Matilde Ceschia Referente Catas per gli studi LCA MISURARE PER MIGLIORARE MEASURE TO IMPROVE
GIUSEPPE INSEGNA di Giuseppe Ermanno Colombo IL CASO DI UNA PEDANA IN OSB THE CASE OF AN OSB FLOOR
32
FOCUS TRENTINO ALTO ADIGE IDM ALTO ADIGE
di Sonia Maritan
TRA TIROLO E SUDTIROLO I PARTE BETWEEN TYROL AND SOUTH TYROL PART I
44 FOCUS TRENTINO ALTO ADIGE LA FILIERA DI PEFC
di Sonia Maritan
DAL BOSCO AL COSTRUITO I PARTE FROM THE FOREST TO THE BUILT ENVIRONMENT PART I
58 IN MOSTRA MARIO CEROLI
di Maria Chiara Salvanelli MOBILI DELLA VALLE VALLEY FURNITURE
62 ARTIS SERVARE
di Gianfranco Magri DURABILITÀ DEL LEGNO NEL TEMPO II PARTE WOOD DURABILITY OVER TIME. PART II
66 UNA FINESTRA SU VERO LEGNO
di Pamela Colombo VALORE AL VERO LEGNO VALUE TO REAL WOOD
68 FIERE ASSOIMBALLAGGI
a cura della Redazione RICLABILITÀ E RIUSO A ECOMONDO RECYCLING AND REUSE AT ECOMONDO
70 SCENARI FEDERLEGNOARREDO ASSOCIAZIONE FORESTALE ITALIANA (AFI) a cura della Redazione UNA MINIERA VERDE A GREEN MINE



72 INDIRIZZI UTILI
ESSENZE EUROPEE
Abete Austria, Abete Vaporato, Acacia, Acero, Carpino, Castagno, Cedro, Ciliegio, Cirmolo, Faggio, Faggio Vaporato, Frassino, Larice Austria, Larice Vaporato, Larice Siberiano, Melo, Noce Nazionale, Olivo, Olmo, Ontano, Pero, Pioppo, Pino Austria, Rovere, Tiglio.
ESSENZE AMERICANE
Black Walnut, Cedro Canadese, Cherry, Cipresso, Douglas, Red Elm, Tulipier, Yellow Pine.
ESSENZE TROPICALI
Afromosia, Bubinga, Doussié, Iroko, Mogano Sapelli, Okoumè, Palma Nera, Teak, Wengé, Zebrano.
PANNELLI E SEMILAVORATI
Lamellari di Rovere, Lamellari di Castagno, Lamellari di Frassino, Lamellari di Rovere Rosso, Multistrati di Okoumè.













EDITORIALE
di Sonia Maritan
In questo numero inauguriamo il focus Trentino-Alto Adige che restituiremo in più parti, dopo l’immersione ottobrina in questa splendida regione (che profuma del raccolto delle mele) attraverso un viaggio con PEFC Italia a inizio mese e un altro con IDM Alto Adige venti giorni dopo; che non avrebbero potuto essere meglio sincronizzati permettendomi di creare un reportage completo che impreziosisce maggiormente entrambe le realtà dando particolare enfasi al comprensorio e la sua cultura che affonda le radici nel bosco.
Come mi ha fatto notare il Segretario Generale di PEFC Italia Antonio Brunori – in carica dell’organizzazione italiana di PEFC fin dal 2001 e Dottore forestale – è evidente come in alcuni punti sia la Tempesta Vaia sia il Bostrico abbiano diradato il bosco, lo si vede chiaramente dalle ceppaie e dallo “shangai” dei tronchi che anche in lontananza caratterizza aree estese.
Questo paesaggio invaso dall’impeto della Tempesta Vaia e dal Bostrico tipografo dell'Abete rosso colpisce al cuore: lascia stupefatti e sgomenti vedere questa ferita inferta alla terra e al bosco “spezzato” come abbiamo osservato in Val di Fiemme, percorrendo le strade da valle fino al passo Lavazè, a una quota di 1.808 metri.
Con il 75% di bosco (circa 13.500 ettari) e poco meno di 10.000 ettari destinati alla produzione di legname, il danno creato da Vaia e Bostrico alla Val di Fiemme è stato particolarmente esteso con la distruzione di una grande fetta di superficie forestale.
«La Magnifica Comunità di Fiemme che offriva 50 mila metri cubi all’anno di legname ha perso più del 10% della superficie forestale – ha spiegato il Dottore forestale della Magnifica Comunità di Fiemme Andrea Bertagnolli –, quindi di quei 10.000 ettari, in poche ore di vento particolarmente intenso solo Vaia ci ha fatto perdere più del 10% dei nostri boschi produttivi. Qui al passo di Lavazè c'era uno dei più begli esempi (probabilmente di tutto il Trentino) di Piceo-Cembreta, una tipologia forestale che cresce sulle Alpi, quindi di bosco misto, Abete rosso e Pino Cembro, di cui purtroppo si sono salvate solo poche piante in piedi».
In questo contesto, mettere a dimora alcune specie arboree ha rappresentato per me un’emozione unica, vivida e indimenticabile!
La Magnifica Comunità di Fiemme si è rifornita per la messa a dimora di nuove piantine dal vivaio di Solaiolo ad alta quota e questo è stato fondamentale perché questo postime fosse ben sincronizzato con lo stadio ve-


Sonia Maritan con Antonio Brunori il 3 ottobre 2025 al Passo di Lavazè (TN) nel territorio gestito dalla Magnifica Comunità di Val di Fiemme (fotografia di Silvia Gerbino).
getativo della crescita del bosco circostante. Fra le tante risposte all’emergenza Bostrico (di cui continueremo a riferire), il ripristino degli habitat forestali, quindi il rimboschimento (delle aree boscate che hanno maggiori esigenze), in alcuni casi può essere d’aiuto per accelerare il lavoro di Madre Natura. Io, in quella nursery nel bosco (che verrà) ho piantato un Larice, un Pino Cembro e un Abete rosso: un gesto simbolico riguardo quello che ognuno può fare per il giardino del nostro pianeta!
In this issue we inaugurate the focus on Trentino-Alto Adige which we will report on in several parts, after the October immersion in this splendid region through a trip with PEFC Italia at the beginning of the month and another with IDM Alto Adige twenty days later, which could not have been better synchronized, allowing me to create a complete reportage and which I believe will be able to further enrich both realities and give particular emphasis to the area and its culture which has its roots in the woods.


NELLA CORNICE DEL RELAIS FRANCIACORTA, UNA STRUTTURA CHE HA CONSERVATO TUTTO IL SAPORE DELL’ORIGINARIA CASCINA SEICENTESCA, LO SCORSO 24 OTTOBRE SI È CELEBRATO UN GRANDE
CAMBIAMENTO DEL PERCORSO AZIENDALE DA MEG TRADING A MEG LIVING® ATTRAVERSO UNA CONVERSIONE IN AMBITO PRODUTTIVO. UN EVENTO CHE HA AVUTO UN SIGNIFICATO IMPORTANTE PERCHÉ ANDREA ROTA HA ALZATO IL SIPARIO SUL NUOVO PERCORSO DI QUESTA AZIENDA DINAMICA, NATA SULLE SPONDE DEL PICCOLO LAGO DI ENDINE, CHE STA INVESTENDO SUI CASTAGNETI
DEGLI APPENINI TRA IL PIEMONTE E LA LIGURIA E SULLA LAVORAZIONE DELLA MATERIA LEGNO CON LA QUALE PLASMARE AMBIENTI NATURALI E CONFORTEVOLI.
Lo scorso 24 ottobre al Relais Franciacorta di Corte Franca, in provincia di Brescia, si è svolta la celebrazione di un momento importante che ha segnato un cambiamento aziendale, ed è stato motivo di condivisione, ispirazione e crescita resa speciale dalla presenza e l’entusiasmo di Andrea Rota e il team multidisciplinare di marketing e comunicazione che ha lavorato intorno a questo importante progetto, trasformando la riunione annuale con la rete vendita e gli stakeholder in una proposta rinnovata e stimolante per l’universo MEG che ora guarda ai castagneti degli Appenini tra il Piemonte e la Li-
guria e alla lavorazione della materia prima. Una serata commemorativa per annunciare il grande cambiamento da MEG Trading a MEG Living®, una nuova era in cui le parole sono importanti, a partire da “MEG” che nasce dalle iniziali dei tre figli di Andrea Rota e sottolinea un percorso, in tutti gli ambiti della sua vita, impastato nel sapore del “noi”. Dal 2024, infatti, è in atto un progetto che testimonia il forte legame di MEG LIVING® con l’ambiente e che nel 2026 verrà raccontato nel dettaglio del suo percorso ed evoluzione partendo da un bosco di castagni…
In queste pagine, alcuni momenti della serata contraddistinta da un’atmosfera festosa e solenne, dall’immagine di Sonia Maritan con Andrea Rota alla fotografia di gruppo intorno al tavolo e al CEO di MEG LIVING® con una parte del team multidisciplinare di marketing e comunicazione che ha lavorato all’importante conversione aziendale oltre alla stampa tecnica di settore, in particolare da sinistra a destra: Susanna Amati, Luciano Dorini, Erika Fratus, Maria Rosa Sirotti, Andrea Rota, Sonia Maritan, Federica Palazzina e Federica Fiorellini. Sul palco, la foto di gruppo, ritrae da sinistra a destra: Mauro Balada, Federica Carrara, Roberto Zanella, Andrea Rota ed Erika Fratus
Nel 2026 saranno 10 anni, due lustri dal suo esordio, un progetto creato e cresciuto grazie all’approccio unico – al contempo visionario e pragmatico – di Andrea Rota, forte della sua esperienza nel settore dei pavimenti in legno. Quello di MEG Trading è un viaggio imprenditoriale che ha permesso al suo fondatore insieme al team che lo ha accompagnato di affrontare il mercato con passione, con un occhio attento alle sue evoluzioni e ai trend, alla qualità e in parallelo a una concreta sensibilità verso l’ambiente.
Ieri MEG Trading, oggi MEG LIVING® , questo è il nuovo scenario che è stato presentato in occasione dell’evento annuale aziendale che ha coinvolto anche la rete vendita e stakeholder, svoltosi al Relais Franciacorta il 24 ottobre scorso, una struttura che ha conservato tutto il sapore dell’edificio originario: una cascina costruita nel 1670. Un evento che quest’anno ha avuto un significato ancora più profondo perché Andrea Rota ha alzato il sipario sul nuovo percorso di questa
THE ROOT OF CHANGE

azienda dinamica, nata sulle sponde del piccolo lago di Endine, precisamente nella frazione di Pertegalli a Endine Gaiano in provincia di Bergamo.
Forte dei pilastri che l’hanno sempre sostenuta e caratterizzata MEG LIVING® da oggi è: con un nuovo asset aziendale atto a definire in modo più esplicito le collezioni e i segmenti proposti; una nuova im-
IN THE SETTING OF RELAIS FRANCIACORTA , A STRUCTURE THAT HAS RETAINED ALL THE FLAVOR OF THE ORIGINAL 17TH-CENTURY FARMHOUSE, A MAJOR TRANSFORMATION OF THE COMPANY'S OPERATIONS FROM MEG TRADING TO MEG LIVING® WAS CELEBRATED ON OCTOBER 24TH, THROUGH A CONVERSION OF ITS PRODUCTION OPERATIONS. THIS EVENT WAS SIGNIFICANT BECAUSE ANDREA ROTA RAISED THE CURTAIN ON THE NEW DIRECTION OF THIS DYNAMIC COMPANY, FOUNDED ON THE SHORES OF THE SMALL LAKE ENDINE, WHICH IS INVESTING IN THE CHESTNUT GROVES OF THE APENNINES BETWEEN PIEDMONT AND LIGURIA AND IN THE PROCESSING OF WOOD TO CREATE NATURAL AND COMFORTABLE ENVIRONMENTS.
magine, moderna ed elegante unita a un marketing più mirato. Svelata quindi la nuova pagina ricca di obiettivi che vuole presiedere il mercato attraverso l’innovazione, partendo proprio da sé stessa. MEG LIVING® si rivolge a target diversi, da quello domestico all’ufficio sino a grandi spazi commerciali e di aggregazione. Questa miscellanea ha un comune denominatore che
On October 24th, a celebration of a significant milestone that marked a transformation for the company took place at the Relais Franciacorta in Corte Franca, in the province of Brescia. It was a moment of sharing, inspiration, and growth, made even more special by the presence and enthusiasm of Andrea Rota and the multidisciplinary marketing and communications team that worked on this important project. This transformed the annual meeting with the sales network and stakeholders into a renewed and inspiring proposal for the MEG universe, which now focuses on the chestnut groves of the Apennines between Piedmont and Liguria and the processing of raw materials. It was a commemorative evening to announce the major transition from MEG Trading to MEG Living, a new era in which words matter, starting with "MEG," which comes from the initials of Andrea Rota's three children and underscores a journey, in all areas of his life, steeped in the essence of "we".


l’Azienda porta avanti con orgoglio: poter offrire prodotti competitivi e performanti e un servizio di alta qualità, dalla scelta del prodotto alla logistica, dalla consulenza all’assistenza tecnica e operativa.
Il pay off PASSION, CREATIVITY, DESIGN sintetizza in modo chiaro l’essenza di MEG LIVING®. Un percorso rinnovato presentato nel 2025 per festeggiare il decimo anniversario nel 2026.
Pavimenti in legno, in SPC, melaminici , IDROWOOD ovvero la collezione rivolta a chi ama coniugare innovazione, estetica e sostenibilità, Wall – i raffinati pannelli decorativi da interni e non ultimo Ebané, una denominazione affascinante che rimanda all’antica arte ebanista, una unit di MEG LIVING® dove il parquet diventa arte, in legno 100% made in Italy e lavorato con sapiente maestria artigiana. Una punta di dia-
mante per i clienti più esigenti che desiderano parquet su misura.
Siamo esploratori con la passione per il design degli spazi in cui viviamo.
MEG LIVING® nasce dalla passione per il design del suo fondatore, Andrea Rota, che ha saputo sviluppare, in anni di esperienze nel settore dei pavimenti in legno, notevoli competenze e conoscenze.
«Siamo esploratori con la passione per il design degli spazi in cui viviamo – dichiara il CEO di MEG LIVING® Andrea Rota, un DNA chiaro che racconta questa nuova era aziendale, e prosegue dicendo –questa passione è alla base della nostra filosofia e ci guida, ogni giorno, nella ricerca dei migliori produttori mondiali per selezionare le più belle collezioni di pavimenti in legno, laminati, ecoresilienti, SPC e pannelli di design per interni… Ci piace esplorare, è fondamentale la nostra ricerca rivolta a prodotti esteticamente belli e innovativi, siamo molto attenti al servizio, alla qualità e alle esigenze del mercato, con un occhio particolare alla sostenibilità». Così, per i clienti più esigenti MEG LIVING® ha creato Ebané, un laboratorio artigianale per la realizzazione di parquet su misura. Siamo creativi e competenti, amiamo la bellezza e l’innovazione

Creatività e competenza, unitamente al gusto per le cose belle e innovative, permettono di porre una particolare attenzione ai trend e alle esigenze del mercato. Così in MEG LIVING® possono selezionare e mettere a disposizione una vasta gamma di prodotti e accessori per il design di pavimenti e pareti per la


casa, l’ufficio e per i grandi spazi commerciali e di aggregazione.
La nostra attenzione per il comfort dei vostri clienti.
Vivere in un ambiente naturale e confortevole è sempre più una esigenza di tutti. MEG LIVING® mette a disposizione la sua passione e competenza non solo per fornire un’ampia selezione di prodotti competitivi e performanti, ma anche un servizio di alta qualità, dalla scelta del prodotto alla logistica, dalla consulenza all’assistenza tecnica e operativa. Così tutti avranno ciò che cercano e desiderano per i propri spazi di vita.
Il nostro cuore è green e siamo sulla strada giusta per essere sempre più sostenibili.
«In MEG LIVING® – conclude Andrea Rota – abbiamo una sensibilità particolare per la sostenibilità e siamo alla continua ricerca di prodotti rispettosi dell’ambiente. Non solo, l’attenzione è anche per le nostre persone, risorse importanti, che ogni giorno contribuiscono a rendere unica e in costante evoluzione questa realtà.
“Custodiamo il bosco, coltiviamo il futuro” – conclude Andrea Rota –. Nel 2024 abbiamo scelto di investire in ettari di castagneti, sugli Appenini tra il Piemonte e la Liguria, per proteggere un patrimonio naturale prezioso e trasformarlo in una risorsa sostenibile.
Attraverso una gestione responsabile e rispettosa dell’ambiente, tuteliamo la biodiversità, rigeneriamo il territorio e promuoviamo filiere locali. Mettiamo a rendita il bosco senza sfruttarlo, con l’obiettivo di creare valore duraturo per l’ambiente, le comunità e le generazioni future».
Il cambiamento non è solo una scelta: è un nuovo disegno che nasce nella mente. Ogni giorno ci imponiamo di pensare in maniera audace, guardando oltre i confini del convenzionale, cercando di reinventarci con determinazione. Ci guidano i nostri valori che sono il cuore pulsante del nostro cammino, del nostro continuo esplorare.
Mettiamo anima e cuore in ogni progetto, con impegno, rigore ed energia. La nostra storia, la professionalità e l'amore per quello che facciamo, guidano ogni giorno i nostri passi.
Siamo capaci, competenti, amiamo il bello in ogni sua espressione. Non ci fermiamo all'ordinario. Plasmiamo soluzioni innovative capaci di ispirare.
Investiamo nella ricerca e nella cura del design per offrire prodotti curati in ogni dettaglio, funzionali, distintivi e di alta qualità.
Poniamo il comfort al centro dei nostri progetti, curando ambienti e prodotti che coniugano praticità, qualità e benessere nell'uso quotidiano.
Guardiamo avanti per trasformare le nostre idee in soluzioni concrete che generano un cambiamento positivo. Adottiamo tecnologie e processi all'avanguardia per creare valore sostenibile.
Siamo presenti nel qui e ora.

Osserviamo, ascoltiamo, cerchiamo soluzioni. Operiamo con la massima professionalità, serietà e precisione per offrire sicurezza e tranquillità che resistono nel tempo.
Operiamo come sistema integrato, collaborando sinergicamente con risorse interne ed esterne, valorizzando le diverse capacità, per raggiungere soluzioni più complete e di maggiore valore, in ogni fase del percorso.
Il cambiamento è un impegno condiviso: affrontato con trasparenza, rispetto e responsabilità, è il motore di una crescita comune che ci rende più agili e più forti, insieme.
Ecco il nostro disegno, il nostro “cambiamente”. Unisciti a noi nel percorso: cambiare per crescere, crescere per cambiare.

SCENARI LUNARDELLI VENEZIA
www.lunardellivenezia.net/it/ - www.atelierascari.it www.veneziadavivere.com www.labiennale.org/it/news/biennale-architettura-2025-intelligens-natural-artificial-collective
DALLA COLLABORAZIONE TRA JACOPO ASCARI E LUNARDELLI VENEZIA È NATA UNA MOSTRA DI OPERE TRA ARTE, LEGNO E DESIGN CHE RACCONTANO VENEZIA. SI TRATTA DI STORIE D’ACQUAGUIDA SENTIMENTALE DI VENEZIA SCRITTA SULLE BRICCOLE PRESENTATA PRESSO L’ATELIER LUNARDELLI DURANTE L’OPE- NING DELLA BIENNALE DI ARCHITETTURA 2025 DAL 6 MAGGIO AL 30
GIUGNO: UNA MOSTRA DI TRENTA OPERE PLASMATE NEL LEGNO DELLA LAGUNA.
LA 19. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA AI GIARDINI, ALL’ARSENALE E A FORTE MARGHERA, INAUGURATA IL 10 MAGGIO SCORSO È APERTA AL PUB- BLICO FINO AL 23 NOVEMBRE, RAPPRESENTA UNO SFORZO CORALE SULLE SFIDE FONDAMENTALI DEL NOSTRO TEMPO: ADATTARSI A UN MONDO ALTERATO.

Dalla collaborazione tra Jacopo Ascari e Lunardelli Venezia è nata una mostra di opere tra arte, legno e design che raccontano Venezia. Nell'ambito degli eventi che hanno animato Venezia durante l'opening della Biennale di Architettura 2025, Lunardelli Venezia e Jacopo Ascari hanno presentato un progetto che celebra il dialogo tra materia, memoria e arte visiva: una mostra di trenta opere plasmate nel legno della laguna.
L'installazione si allinea con il tema “Intelligente. Naturale. Artificiale. Collettiva”, scelto da Carlo Ratti per la Biennale Architettura, offrendo una riflessione poetica sulla città, la sua storia e la sua trasformazione.
La 19. Mostra Internazionale di Architettura ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera inaugurata il 10 maggio scorso è aperta al pubblico fino al 23 novembre.
«L’architettura è sempre stata una risposta a un clima ostile. Fin dalle prime “capanne primitive” – ha spiegato il curatore della Biennale di Architettura –, la progettazione umana non è stata guidata solo dalla necessità di ripararsi e di sopravvivere, ma anche dall’ottimismo. Le nostre creazioni hanno sempre cercato di colmare il divario tra un ambiente ostico, degli spazi sicuri e vivibili di cui abbiamo bisogno e il tipo di vita che vogliamo vivere. Oggi, mentre il clima diventa meno clemente, questa dinamica viene portata a un nuovo livello. Negli ultimi due anni il cambiamento climatico ha subito un’accelerazione che sorprende persino i migliori modelli scientifici. Nel 2024 la Terra ha raggiunto le temperature più alte mai registrate, spingendo le medie globali oltre l’obiettivo di 1,5°C fissato dagli Accordi di Parigi. E con gli incendi di
Los Angeles, le alluvioni di Valencia e Sherpur, la siccità della Sicilia, abbiamo assistito a un attacco feroce e senza precedenti degli elementi naturali. Quando le conoscenze e i sistemi che hanno guidato a lungo la nostra comprensione cominciano a fallire, sono necessarie nuove forme di pensiero. Per decenni, da quando abbiamo iniziato a tenere in conto le emissioni di carbonio, la risposta dell’architettura alla crisi climatica è stata incentrata sulla mitigazione e sulla riduzione del nostro impatto sul clima. Quest’approccio non è più sufficiente. L’architettura deve andare oltre la sola mitigazione, ricollegarsi alla sua lunga storia di adattamento e ripensare il modo in cui progettiamo per un mondo ormai alterato».
«L’adattamento richiede un cambiamento fondamentale nella pratica architettonica.
La Mostra di quest’anno, Intelligens. Natural. Artificial. Collective. invita alla collaborazione tra diversi tipi di intelligenza – ha detto Carlo Ratti –per ripensare insieme l’ambiente costruito. Il titolo, un neologismo la cui parte finale, “gens”, significa “popolo” in latino, è un invito a sperimentare l’intelligenza al di là dell’attuale attenzione limitata all’AI e alle tecnologie digitali e a dimostrare come possiamo adattarci al mondo di domani con fiducia e ottimismo. Intelligens è un laboratorio dinamico che riunisce esperti di varie forme di intelligenza. Per la prima volta, la Mostra presenta oltre 300 contributi di più di 750 partecipanti: architetti e ingegneri, matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e codificatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti, e molti

altri. In tempi di adattamento, l’architettura è al centro. In tempi di adattamento, l’architettura deve attingere a molteplici forme di intelligenza: naturale, artificiale e collettiva. In tempi di adattamento, l’architettura deve rivolgersi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze tecnologiche alle arti. In tempi di adattamento, l’architettura deve ripensare l’autorialità e diventare più inclusiva. Deve farsi flessibile e dinamica come il mondo per cui stiamo progettando». Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura , è a cura di Guendalina Salimei con il progetto TERRÆ AQUÆ L’Italia e l’intelligenza del mare. La mostra è dedicata a un Mediterraneo allargato ai vicini oceani. Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva, impone la necessità di
ripensare il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio.
Elemento iconico di Lunardelli Venezia , lo Sfojo prende vita dal legno delle briccole veneziane , i pali in Rovere che segnano le vie d’acqua della laguna. Scavato dal tempo e dalle teredini, stagionato e rifinito dalle mani dei maestri artigiani, questo materiale viene trasformato in superficie viva per la narrazione visiva di Jacopo Ascari, illustratore e architetto che oggi vive e lavora tra Venezia e Milano.
I trenta Sfoji raccontano i grandi spazi dell’arte e dell’ospitalità veneziana dove Lunardelli Venezia ha lasciato il suo segno artigianale: dal rigore monumentale di Ca’ Giustinian - sede della Biennale di Venezia , all’eleganza senza tempo dell’ Hotel Danieli , dalla visione architettonica di Tadao Ando per il Teatrino di Palazzo Grassi fino alla cura artigianale del nuovo Hotel Violino d’Oro, dove ogni elemento d’arredo è un capolavoro su misura.
«Sono felice di collaborare con Lunardelli e narrare la storia di questa famiglia veneziana – dice Ascari –, che attraverso l’eccellenza artigiana è arrivata a porre la sua firma, di generazione in generazione, su tanti di quei luoghi che fanno di Venezia la città più grande al mondo. Sarà la mia una mappa sentimentale a questa città e alla sua Laguna, narrata attraverso le memorie di Agnese e Sebastiano Lunardelli».
«In un momento in cui Carlo Ratti coinvolge Venezia in una riflessione sul futuro, per noi è fondamentale creare l’occasione di una mostra che racconti i suoi luoghi iconici attra-
www.lunardellivenezia.net/it/

verso la lente dell’artigianato” – afferma Agnese Lunardelli –. Il nostro impegno per la città si esprime creando occasioni di cultura e di incontro, per questo siamo orgogliosi di presentare il lavoro di un grande artista come Jacopo Ascari». Il progetto è stato curato da Venezia da Vivere ed è parte del calendario delle iniziative che arricchiscono la città durante la Biennale.
L'opening della mostra si è svolto lo scorso 6 maggio e la mostra di Ja-
copo Ascari STORIE d’ACQUAguida sentimentale di Venezia scritta sulle briccole si è svolta dal 6 maggio al 30 giugno nell’Atelier Lunardelli Venezia in Calle Seconda del Cristo 2210/A, a pochi passi da Campo San Polo, Ca’ Pesaro, Fondazione Prada e le principali gallerie d’arte della città.
Infine, alcune note sulla visione di Carlo Ratti. L’esercizio curatoriale al centro della Biennale di Architettura 2025 è stato “Space for Ideas”, un invito a presentare proposte da parte di persone provenienti da tutto il mondo. «Questo processo curatoriale ha prodotto una Mostra – ha spiegato Carlo Ratti – che è più grande della somma delle sue parti, e più grande di quanto avrebbe potuto essere attraverso la sola attività di sensibilizzazione individuale.

“Space for Ideas” è stato un esperimento e un impegno per cercare di riprodurre la spontaneità, considerata un tratto distintivo dell’intelligenza nelle sue molteplici forme. Il gruppo di partecipanti che ne è derivato abbraccia diverse generazioni, da professionisti esperti che innovano ancora a novant’anni a neolaureati che hanno appena iniziato la loro carriera. Vincitori del Premio Pritzker, ex curatori delle Mostre della Biennale di Venezia, premi Nobel e Royal professor si affiancano ad architetti emergenti e ricercatori. Questa ricchezza di contributi richiede un nuovo approccio all’autorialità. Intelligens sfida la tradizione che vede l’architetto come unico creatore, con gli altri professionisti relegati a ruoli di supporto. La Mostra illustra un modello di autorialità più inclusivo

che si ispira alla ricerca accademica. In questo caso, l’autorialità è attribuita a coloro che contribuiscono in modo significativo alla progettazione, all’esecuzione e all’analisi di un progetto, indipendentemente dal loro ruolo primario. Quest’approccio collaborativo garantisce il riconoscimento del contributo intellettuale di ogni collaboratore . Allo stesso modo, in tempi di adattamento, tutte le voci che guidano la progettazione devono essere riconosciute». «Inoltre – ha sottolineato ancora il curatore della Biennale di Architettura –, il Manifesto dell’Economia Circolare della Biennale di Architettura 2025, sviluppato insieme ad Arup e a Ellen MacArthur Foundation, fissa obiettivi audaci per la riduzione dei rifiuti e la promozione del riutilizzo
dei materiali. La maggior parte della Mostra stessa è stata progettata utilizzando pannelli di legno riciclato che alla fine dell’Esposizione verranno triturati e trasformati in nuovi materiali».
Infine, la Mostra inizia nelle Corderie con un duro confronto: le temperature globali aumentano mentre le popolazioni globali diminuiscono. Questa è la realtà che gli architetti devono affrontare in tempi di adattamento. Da qui, i visitatori attraversano tre mondi tematici, che a loro modo propongono esperimenti di adattamento: “Natural Intelligence, Artificial Intelligence e Collective Intelligence”. La Mostra culmina nelle Artiglierie con “Out”, che guarda allo Spazio non come una fuga, ma come un modo per contribuire a ge-
stire le crisi che dobbiamo affrontare sulla Terra. Ogni sezione è concepita come uno spazio modulare e frattale: un organismo che collega progetti di grandi e piccole dimensioni, creando una rete di dialogo e permettendo ai visitatori di trovare la propria strada attraverso la Mostra. «In definitiva – ha sottolineato Carlo Ratti – è più di una mostra: è una reazione a catena, un esperimento di unione di voci e forme di intelligenza diverse. Alcune risuoneranno più forti di altre. Tuttavia, ci auguriamo che questo sforzo corale offra nuovi spunti di riflessione su una delle sfide fondamentali del nostro tempo: adattarsi a un mondo alterato».
Sul prossimo numero l’intervista ad Agnese Lunardelli, una delle protagoniste del libro “Venezianissime!”.
BIO JACOPO ASCARI
www.atelierascari.it
Jacopo Ascari Architetto, illustratore e storyteller visivo, ha sviluppato un linguaggio espressivo che fonde arte, architettura e moda. Laureato in Architettura e Urbanistica al Politecnico di Milano, ha fondato Atelier Ascari, uno studio di illustrazione con un approccio narrativo che reinterpreta il contesto urbano e culturale attraverso una visione massimalista e sofisticata.
Le sue opere sono pubblicate e apprezzate nei settori del design, dell’editoria e della moda, con collaborazioni che spaziano da maison di lusso a istituzioni artistiche internazionali.
IDENTIKIT LUNARDELLI VENEZIA www.lunardellivenezia.net
Lunardelli Venezia trasforma il legno in racconto, esplorando il confine tra artigianato e design, attraverso la lavorazione di materiali di recupero come il legno delle briccole veneziane e di materiali preziosi come il vetro di
Murano, i metalli e i velluti dell'antica Tessitura Bevilacqua. Collaborando con designer, artisti e architetti e con un’attenzione particolare alla sostenibilità, Lunardelli crea oggetti unici che esprimono la bellezza senza tempo di Venezia e della laguna.
IDENTIKIT VENEZIA DA VIVERE
www.veneziadavivere.com
Venezia da Vivere è una piattaforma di comunicazione e un network digitale che promuove la cultura, l'artigianato e l'innovazione veneziana attraverso eventi, storytelling e progetti speciali.
Con una forte attenzione alla sostenibilità e alla valorizzazione del made in Italy, Venezia da Vivere racconta le eccellenze della città lagunare, connettendo creativi, istituzioni e imprese per creare nuove opportunità di crescita culturale ed economica. La piattaforma organizza e cura eventi e manifestazioni che contribuiscono a rendere Venezia un laboratorio di creatività e alto artigianato internazionale.

FREUD È SPECIALIZZATA NELLA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI UTENSILI DA TAGLIO DI ALTA QUALITÀ. FAMOSA A LIVELLO INTERNAZIONALE PER ESSERE UNO DEI PIÙ GRANDI PRODUTTORI DI LAME CIRCOLARI AL MONDO E PER UN KNOW-HOW TECNOLOGICO CONSOLIDATO, L’AZIENDA ANNOVERA NEL PROPRIO PORTAFOGLIO ANCHE UNA VASTA GAMMA DI FRESE PER MACCHINE CNC E PORTATILI, TESTE PORTACOLTELLI E FRESE SALDOBRASATE, COLTELLI, INSERTI E ACCESSORI.

INEGUAGLIABILE: FREUD
Nell’universo della lavorazione del legno, la scelta degli utensili non è mai un dettaglio secondario. È, piuttosto, la chiave di volta che distingue un buon artigiano da un maestro, un buon risultato da un manufatto a regola d’arte. In questo contesto, un nome risuona con particolare autorevolezza e rispetto: Freud. Da decenni, Freud si è affermata come azienda specializzata a livello mondiale nella produzione di utensili da taglio premium, per la lavorazione di legno e altri materiali, elevando gli standard di qualità, precisione e durata a livelli impareggiabili.
La storia di Freud è intrisa di una costante ricerca dell'eccellenza. Nata in Italia nel 1962, l'azienda si è saputa evolvere, unendo a una tradizione industriale e a un solido know-how tecnico, la vocazione per l’innovazione tecnologica.
È così che nasce l’ampia gamma di lame circolari, teste portacoltelli, frese saldobrasate, coltelli e utensili CNC Freud, 100% made in Italy, oggi distribuita in oltre 90 Paesi nel mondo.
L’azienda, parte del Gruppo Bosch dal 2009, è sempre rimasta fedele a sé stessa e alla ricerca di soluzioni avanzate, per anticipare e soddisfare le esigenze applicative degli utilizzatori industriali e professionali più esigenti.
Il cuore della filosofia di Freud risiede nella meticolosa selezione delle materie prime e in un processo produttivo rigoroso.

Ogni utensile è il frutto di un'ingegneria sofisticata e di rigidi controlli di qualità.
Il marchio detiene inoltre un primato a oggi ineguagliato: dal 1980 è l’unico produttore di utensili da taglio con una produzione interna di Metallo Duro, utilizzato nella realizzazione di tutti i taglienti dei suoi utensili. La capacità di elaborare e realizzare formule esclusive, dedicate alle specificità delle diverse applicazioni, garantisce una durata e un'affilatura superiori.
Acquistare un utensile Freud significa investire nella qualità, nella precisione e nella produttività del proprio lavoro. Sebbene il costo iniziale possa essere superiore a quello di prodotti di fascia inferiore, i benefici
a lungo termine sono inequivocabili: una durata estesa, finiture superiori con riduzione dei tempi di rifinitura, maggiore precisione grazie a lavorazioni più accurate.
In conclusione, Freud rappresenta l'apice dell'ingegneria e della maestria nella produzione di utensili per la lavorazione del legno. Freud non è una scelta, ma una garanzia di eccellenza.
In alto: dal 1980 una produzione interna di Metallo Duro Freud unica al mondo (©Freud s.p.a. 2025).
In-house manufactured Freud TiCo Carbide (©Freud s.p.a. 2025).
A sinistra: Freud offre un’ampia varietà di lame circolari premium (©Freud s.p.a. 2025).
Freud’s offers a large variety premium circular saw blades (©Freud s.p.a. 2025).


FREUD SPECIALIZES IN THE DESIGN AND MANUFACTURE OF HIGH-QUALITY CUTTING TOOLS. INTERNATIONALLY RENOWNED AS ONE OF THE WORLD'S LARGEST MANUFACTURERS OF CIRCULAR BLADES AND FOR ITS CONSOLIDATED TECHNOLOGICAL KNOW-HOW, THE COMPANY'S PORTFOLIO ALSO INCLUDES A WIDE RANGE OF CUTTERS FOR CNC AND PORTABLE MACHINES, CUTTER HEADS AND BRAZED CUTTERS, KNIVES, INSERTS, AND ACCESSORIES.
UNRIVALLED EXCELLENCE: FREUD AND THE ART OF WOODWORKING
In the world of woodworking, the choice of tools is never a minor detail. It is, rather, the keystone that distinguishes a good craftsman from a master, a good result from a work of art. In this context, one name resonates with authority and respect: Freud. For decades, the brand has established itself as the undisputed world leader in the production of premium cutting tools for machining wood and other materials, raising standards of quality, precision and durability to unparalleled levels.
A LEGACY OF INNOVATION AND QUALITY
Freud's history is steeped in a constant quest for excellence. Founded in Italy in 1962, the company has evolved, combining an industrial tradition and solid technical know-how with a vocation for technological innovation.
This is how the wide range of circular saw blades, cutter heads, brazed cutters, knives and CNC tools was born, 100% Made in Italy – a portfolio today distributed in over 90 countries worldwide.
The company, part of the Bosch Group since 2009, has always remained true to itself and its quest for advanced solutions, to anticipate and satisfy the application needs of the most demanding industrial and professional users.
The heart of Freud's philosophy lies in the meticulous selection of raw materials and a rigorous production process. Each tool is the result of sophisticated engineering and strict quality controls.
The brand also holds a record unmatched to date: since 1980, it has been the only cutting tool manufacturer with an in-house production of Hard Metal, which is used to make all the cutting edges of its tools. The ability to develop and manufacture exclusive formulas, dedicated to the specificities of different applications, guarantees superior durability and sharpness.
Buying a Freud tool means investing in the quality, precision and productivity of your work. Although the initial cost may be higher than that of lower-end products, the long-term benefits are unequivocal: extended tool life, superior finishes with reduced finishing times, greater precision through more accurate machining.
In conclusion, Freud represents the pinnacle of engineering and craftsmanship in the production of woodworking tools. Freud is not a choice, but a guarantee of excellence.
Freud produce una vasta gamma di utensili da taglio di alta qualità (©Freud s.p.a. 2025). Freud produces a wide range of premium cutting tools (©Freud S.p.A. 2025).



IL LEGNO SI CONFERMA MATERIALE DI ELEZIONE NELLA COSTRUZIONE DEGLI HOTEL CHE STRIZZANO L’OCCHIO ALL’AMBIENTE E PROMUOVONO IL BENESSERE A LORO LINEA GUIDA. CIRMOLO, LARICE, ABETE ROSSO SONO SOLO ALCUNE DELLE SPECIE LEGNOSE UTILIZZATE PER ARREDARE SPAZI COMUNI E CAMERE, COMPLICI LE LORO INNATE CARATTERISTICHE.

Sarà per le sue virtù funzionali a promuovere il benessere dell’uomo. Sarà per le sue caratteristiche di valore in termini di trasversalità di impiego. Sarà per la sua componente estetica che regala emozioni al primo sguardo. Sarà per la sua innata sostenibilità. Il legno si conferma materiale principe per arredare

spazi comuni e camere di Hotel che vogliano regalare comfort ai propri ospiti e promuovere un’immagine di impatto in cui la componente green sposa il culto del design. Ma non solo.
Naturale, rinnovabile, isolante e a basso impatto ambientale, il legno ha anche altri meriti perché permette la costruzione di strutture ricettive efficienti dal punto di vista energetico e perfettamente integrate nel paesaggio.
Grazie non solo alle sue ottime proprietà termoisolanti e acustiche, alle elevate prestazioni energetiche, al ridotto impatto sull’habitat – complice il suo ciclo di vita virtuoso e la capacità di stoccaggio del carbonio, n.d.r. – ma anche alla sua facilità di manutenzione e durabilità, negli ultimi anni il legno si è affermato come una delle scelte più strategiche e apprezzate nel settore dell’ospitalità. Che si tratti di nuove costruzioni o di interventi di ristrutturazione, è infatti in crescita il numero di Hotel, resort e strutture turistiche che puntano su

questo materiale naturalmente eco, ritenendolo la perfetta sintesi tra performance edilizia e rispetto per l’ambiente. A far pendere l’ago della bilancia nell’utilizzarlo sono anche altri fattori: la rapidità di costruzione che garantisce, grazie all’impiego di tecnologie prefabbricate e a secco e, non da ultimo, i benefici psicofisici che innesca.
Un plus quest’ultimo non secondario, considerato che la domanda di spazi progettati per il benessere psicofisico è in ascesa. Ne dà conferma il Global Wellness Institute che, nel suo rapporto 2024, ha rilevato come il settore del Wellness Real Estate abbia raggiunto un valore globale di 438,2 miliardi di dollari nel 2023, pari al 2,9% della produzione edilizia mondiale. Questo dato rivela una tendenza chiara: negli alberghi gli ospiti non cercano solo un luogo dove dormire, ma un ambiente che favorisca salute, relax e connessione con la natura.
Per le sue caratteristiche biofiliche e sensoriali, il legno è la scelta ideale


per creare ambienti caldi, accoglienti, con prestazioni strutturaliestetiche di livello superiore. E rigeneranti. A evidenziare come il legno concorra a migliorare sensibilmente anche la salute ci hanno pensato alcune ricerche come “Wood in the human environnement: ristorative Propertius of Wood in the buli indoor eviromente” di David Robert Fell Lo studio ha infatti dimostrato che l’impiego del legno ha una influenza rilevante sul sistema nervoso simpatico, alla base di tutte le funzioni involontarie come respirazione, digestione e attività cardiaca. Le sue doti tranquillizzanti e anti-ansiogene, capaci di agire favorevolmente anche sul cuore, sono state messe in luce anche da uno studio condotto da specialisti austriaci su un campione di 30 persone invitate a dormire in letti di Pino per tre settimane. Il loro battito cardiaco, dopo aver riposato in strutture lignee, diminuiva la propria frequenza di circa 3500 pulsazioni al giorno con ricadute positive sullo stress.



Il legno non è però solo un toccasana per la salute, ma un attivatore sensoriale. A differenza di alcuni materiali sintetici, infatti, non solo è respirabile e non emette sostanze nocive nell’aria degli spazi in cui è


impiegato, ma stimola anche l’olfatto con il suo profumo. Il suo valore però va oltre riuscendo ad “accendere” il senso del tatto, essendo un accumulatore termico e avendo una temperatura di superficie piacevole, e della vista. Una camera, una lounge, ma anche un ristorante o una spa che di questo eco materiale fanno il loro principale interprete hanno infatti un’estetica accattivante oltre che psicologicamente e fisicamente rassicurante.
Non stupisce dunque che sempre più realtà votate all’ospitalità lo scelgano come materiale dominante nella costruzione e nel design degli interni e come ‘ingrediente’ di tratta-
Wood remains the material of choice for hotel construction that respects the environment and promotes well-being. Swiss pine, larch, and Norway spruce are just some of the wood species used to furnish common areas and guest rooms, thanks to their innate characteristics. Perhaps it's because of its functional qualities in promoting human well-being. Perhaps it's because of its valuable characteristics in terms of versatility. Perhaps it's because of its aesthetic component that inspires emotion at first glance. Perhaps it's because of its innate sustainability. Wood remains the primary material for furnishing common areas and guest rooms in hotels that seek to provide comfort to their guests and promote a high-impact image in which green elements marry the cult of design. But that's not all.
Natural, renewable, insulating, and with a low environmental impact, wood also has other advantages: it allows for the construction of energy-efficient accommodations that blend seamlessly into the landscape.
menti ed esperienze wellness. Ne offre un esempio il Monroc (www.monroc.it) Experience hotel in Val di Sole che, con “Arborea” (insieme di trattamenti e massaggi proposti dalla spa Tablà e ispirati alle proprietà naturali di Abete Rosso, Larice, Pino Mugo e Cirmolo) esplora nuove frontiere del benessere, facendone non solo uno stato fisico, ma anche mentale, frutto dell’attento ascolto dei ritmi personali, del respiro e della natura.
Da questa visione olistica prendono forma veri e propri rituali che del contatto profondo con l’ambiente fanno la loro forza e della sensorialità il tratto distintivo.
Thanks not only to its excellent thermal and acoustic insulation properties, high energy performance, and reduced environmental impact—thanks to its virtuous life cycle and carbon storage capacity, editor's note—but also to its ease of maintenance and durability, wood has established itself in recent years as one of the most strategic and popular choices in the hospitality sector.
Whether for new construction or renovation projects, a growing number of hotels, resorts, and tourism facilities are choosing this naturally eco-friendly material, believing it to be the perfect blend of building performance and environmental friendliness. Other factors also tip the scales in favor of using it: the speed of construction it guarantees, thanks to the use of prefabricated and dry construction technologies, and, last but not least, the psychological and physical benefits it provides. This latter advantage is not insignificant, considering the growing demand for spaces designed for psychological and physical well-being.




Esperienze immersive nel segno della connessione con la natura e del respiro, primo nutrimento per la mente, il corpo e l’essere.
Per scegliere quale rituale concedersi, basta riconoscere l’albero che maggiormente rappresenta il proprio status o il bisogno da compensare. Se, ad esempio, il Pino Mugo è riconosciuto come l’albero dell’energia e del coraggio, il Larice è emblema di rinnovamento, l’Abete Rosso simboleggia l’inesauribile potere della vita mentre il Cirmolo è espressione di rinascita. Non è un caso che questo 4 stelle, che delle esperienze nella natura ha fatto un punto di forza,


abbia puntato proprio su questa essenza per le sue nuove “Explorer Suite”, le cui ampie metrature scelgono arredi in Cirmolo per assicurare un effetto calmante e naturale sul sonno. Appositamente pensata per chi fatica a concedersi a Morfeo è proprio la “Suite del Sonno”, realizzata in Cirmolo e in legno invecchiato proveniente dai masi delle vallate del trentino Alto Adige per la massima distensione del sistema nervoso.








Ma non solo. Al Monroc il culto del legno si legge anche nelle escursioni organizzate per gli ospiti alla scoperta del territorio e dei suoi boschi. Ne è un esempio la camminata nel Parco Sonoro Fruscio in Val di Rebbi dove, persi in una foresta di Abeti e Larici nel Parco Nazionale dello Stelvio, si trovano campane di legno, carillon collegati agli alberi, tamburi naturali ricavati dai tronchi, trombe giganti che generano armonie singolari.
Sempre legno protagonista anche all’Hotel Rudolf (www.hotel-rudolf.com) di Plan de Corones dove il Cirmolo integrato a sofisticati tessuti artigianali offre agli ospiti alla ricerca di relax una atmosfera calda e accogliente, e al Pineta Nature Resort (www.pinetanatureresort.it) in Val di Non. La Suite Soldanella, situata nello Chalet del Bosco, oltre a una stufa a legna, una stube e un balcone con vista montagne, si distingue per gli arredi in pregiato Pino Cembro che diffondono un profumo rilassante. Analoga filosofia definisce anche il Naturhotel Rainer (www.hotel-rainer.it) in Val di Giovo – da prenotare è la “Panorama Suite”, integralmente in Cirmolo e dalla vista unica sulle montagne grazie a una finestra panoramica e a un’altalena posta sull’ampio balcone dove respirare a pieni polmoni l’aroma del Cirmolo – e il Berghotel Sexten (www.berghotel.com) in Val Pusteria. A esprimere la sua vocazione per la valorizzazione del legno è la camera Zirben Chalet Romantisch Top, 35 m2, tutta in legno di Cirmolo, vasca in centro camera, sauna, grande vetrata e balcone con vista sulle Dolomiti.

Come noto e come tutti stiamo sperimentando anche nel nostro quotidiano, i cambiamenti climatici rappresentano un problema a livello globale; per questo motivo già nel 2015 i leader di tutto il mondo, tra cui quelli dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, si sono incontrati a Parigi stipulando un importante accordo avente come obiettivo l’assunzione di impegni specifici contro i devastanti effetti avversi di tali cambiamenti.
All’interno di questo allarmante quadro generale, l’Unione Europea si è posta l’ambizioso obiettivo di diventare entro il 2050 il primo continente mondiale a impatto climatico zero. Ciò significa che tutte le attività produttive e tutte le attività necessarie per la vita quotidiana dell’intera popolazione europea, non dovranno avere alcun effetto negativo per l’ambiente in termini di consumo di risorse, di emissioni in atmosfera, di inquinamento dei terreni, delle acque e così via.
Il Green Deal europeo è la strategia di crescita sostenibile per raggiun-
ANCHE IN AMBITO SOSTENIBILITÀ VALE LA REGOLA “MISURARE PER MIGLIORARE”.
I LEADER DI TUTTO IL MONDO HANNO STIPULATO UN IMPORTANTE
ACCORDO PER AFFRONTARE GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI E IN QUESTO CONTESTO L’UNIONE EUROPEA SI È
POSTA L’AMBIZIOSO OBIETTIVO DI DIVENTARE ENTRO IL 2050 IL
PRIMO CONTINENTE MONDIALE A IMPATTO CLIMATICO ZERO ATTRAVERSO UNA STRATEGIA DI CRESCITA SOSTENIBILE.

gere tale ambizioso traguardo che, citando il documento, “mira a trasformare l'Unione in una società equa e prospera, dotata di un'economia moderna, competitiva, climaticamente neutra e circolare e di un ambiente privo di sostanze tossiche”.
In funzione della volontà di raggiungere la neutralità climatica preceden-
temente citata, la Commissione Europea ha lavorato e sta lavorando per preparare e pubblicare una serie di provvedimenti legislativi che avranno un forte impatto su tutto il mercato europeo e in tutti gli ambiti produttivi.

Ad esempio, il 23 aprile 2024 il Parlamento europeo ha approvato la pubblicazione di un Regolamento sull’ecodesign per prodotti sostenibili.
Tale Regolamento si applicherà a tutti i prodotti immessi sul mercato europeo o messi in servizio, compresi i semilavorati e i componenti. Tutti questi beni, per poter essere introdotti sul mercato, dovranno rispettare alcuni requisiti di sostenibilità. Ve ne sono alcuni “orizzontali” che si applicano quindi indistintamente alla maggior parte dei prodotti come per esempio: la durabilità, l’efficienza, la riutilizzabilità, la riparabilità, la possibilità di manutenzione, eccetera. Tutti i prodotti avranno inoltre un passaporto elettronico che conterrà tutte le caratteristiche che lo qualificano, compresa la sua tracciabilità, leggibili su una piattaforma digitale preposta.
Oltre a questi parametri, per ogni ca-


tegoria di prodotto, l’Unione Europea emanerà degli Atti delegati che indicheranno i requisiti cosiddetti “verticali.” Troveremo ad esempio, l’atto delegato per i mobili, quello per i tessili, quello per i metalli eccetera. Per ogni bene saranno valutati parametri come l’emissione di anidride carbonica, il contenuto di materiale riciclato, i rifiuti, il fine vita.
La Commissione Europea ha già definito i prodotti prioritari e per i mobili la deadline della pubblicazione degli Atti delegati è prevista per il 2028. Anche se per l’industria del settore legno è facile affermare di essere sostenibili perché si utilizzano pannelli fatti con legno riciclato e perché la maggior parte dei mobili possono essere riciclati, la filiera è molto attenta a queste tematiche e ci sono già realtà importanti che richiedono ai propri fornitori uno studio preciso come quello garantito dal metodo LCA – Life Cycle Assessment
Questo perché il mercato ha bisogno di un approccio serio, di una consapevolezza e di una sensibilità pro-
fonda verso questo tema, ma tutti dobbiamo fare la nostra parte per ridurre l’impatto ambientale che, inevitabilmente, si genera con qualsiasi azione intraprendiamo, anche come persone.
Catas, laboratorio italiano rinomato per le prove e certificazioni del settore legno e arredo, ha per questo motivo arricchito i propri servizi con la misurazione del ciclo di vita delle materie prime, semilavorati e prodotti finiti secondo il protocollo LCA- Life Cycle Assessment. Lo studio LCA è una misurazione scientifica dell’impatto di un prodotto sull’ambiente; è un metodo normato (ISO 14040, ISO 14044) e riconosciuto internazionalmente, che permette di quantificare i danni ambientali, come l’emissione di gas serra, l’acidificazione delle terre e il consumo di risorse, dovuti a un prodotto o un servizio. Si tratta di una procedura complessa, ma anche di un’opportunità per le aziende di intraprendere un percorso serio per limitare il più

possibile il proprio impatto ambientale. Acquisendo una maggiore consapevolezza sui propri dati, viene necessariamente influenzata la valutazione dei costi e della qualità di un prodotto. Se infatti l’impatto ambientale diventa un parametro interno aziendale, si modifica il processo di progettazione, partendo dalla selezione delle materie prime, per arrivare al fine vita di un prodotto. Senza contare che una riduzione dei consumi e delle risorse impiegate nel ciclo produttivo diventa vantaggiosa anche per l’economia dell’azienda. Inoltre, lo studio LCA è propedeutico a una certificazione EPD (Environmental Product Declaration), rilasciata da un ente terzo indipendente e autorizzato alla pubblicazione dei risultati all’interno di piattaforme web internazionali suddivise per settore merceologico e liberamente consultabili da operatori o acquirenti. Ovviamente, per motivi di riservatezza, non viene pubblicato l’intero studio, ma solamente un estratto contenente la descrizione del prodotto, la metodologia utilizzata nello studio e le misure ottenute come risultato.
Ma come si procede per effettuare l’analisi LCA?
Il primo approccio è un’analisi di fattibilità per capire se ci siano tutti i dati sufficienti per procedere allo studio LCA. Se mancano, insieme all’azienda si cerca di recuperarli in
modo da procedere poi allo studio vero e proprio. Esistono anche delle librerie standard da cui prendere i dati mancanti, ma sono delle semplificazioni e Catas perciò cerca di misurarli in modo autonomo al fine di ridurre il più possibile il grado di approssimazione.
Il percorso guidato si divide in 3 tappe via via crescenti, a seconda del grado di approfondimento e investimento in tempo e risorse che desidera l’azienda. È possibile fermarsi al primo step oppure proseguire fino al traguardo finale della dichiarazione ambientale verificata dall’ente terzo certificatore.
1. LCA Screening: traccia un primo profilo del prodotto in chiave ambientale. Fornisce un report di introduzione metodologica allo studio LCA e una misura iniziale delle principali categorie di impatto, guardando in particolare alle attività svolte all’interno dei cancelli aziendali (i processi core).
2. LCA Study: amplia i confini dello studio ai processi esterni (acquisto di materiali, distribuzione, logistica). È funzionale in ottica eco-design: il software di analisi può essere lanciato più volte per studiare scenari alternativi di sviluppo prodotto. Fornisce un report completo di analisi LCA.
3. LCA Ready: porta alla dichiarazione ambientale di prodotto EPD. Fornisce il report completo di analisi LCA e la bozza di dichiarazione EPD, pronte per le fasi di critical review e/o audit da parte dell’ente certificatore terzo.
Il percorso prevede anche una attività di formazione con il personale preposto in azienda, sia per poter affrontare al meglio lo studio, sia per la spiegazione dei risultati ottenuti.
The "measure to improve" rule also applies to sustainability.
World leaders have reached an important agreement to address the devastating effects of climate change, and in this context, the European Union has set the ambitious goal of becoming the first climate-neutral continent in the world by 2050 through a sustainable growth strategy.
As is well known and as we are all experiencing in our daily lives, climate change is a global problem; for this reason, in 2015, world leaders, including those of the European Union and its member states, met in Paris to sign an important agreement aimed at making specific commitments against the devastating adverse effects of such changes.
Catas, an Italian laboratory renowned for testing and certification in the wood and furniture sectors, has therefore expanded its services to include the measurement of the life cycle of raw materials, semi-finished products, and finished products according to the LCA ( Life Cycle Assessment) protocol. An LCA study is a scientific measurement of a product's environmental impact; it is a standardized (ISO 14040, ISO 14044) and internationally recognized method that allows us to quantify environmental damage, such as greenhouse gas emissions, land acidification, and resource consumption, caused by a product or service. It is a complex process, but it also offers companies an opportunity to undertake a serious process to minimize their environmental impact. Gaining greater awareness of their data necessarily influences the evaluation of a product's costs and quality. Indeed, when environmental impact becomes an internal company parameter, the design process changes, from the selection of raw materials to the end-of-life of a product. Furthermore, reducing consumption and the resources used in the production cycle also benefits the company's bottom line.

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OSSERVARE PER CAPIRE
Mi capita spesso, mentre mi sposto in città, di soffermarmi a osservare

L’ADAGIO " LABOR OMNIA VINCIT " RICHIAMA UNA FRASE LATINA CHE SIGNIFICA "LA FATICA VINCE OGNI COSA". SI USA PER ESPRIMERE CHE CON IMPEGNO, TENACIA E DURO LAVORO SI POSSONO RAGGIUNGERE TUTTI I RISULTATI, E SEMBRA MOLTO ADATTA AL CASO CHE GIUSEPPE ERMANNO COLOMBO – ALBO DEI PERITI ESPERTI DEL MAGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI LODI E MONZA NELLA CAT. V SERRAMENTI, PORTE E PERSIANE – CI ILLUSTRA DISTINGUENDO FRA LAVORI A REGOLA D’ARTE O IMPROVVISATI, NEL CASO SPECIFICO, IN RELAZIONE A UN PEDANA IN OSB.
artigiani e falegnami intenti nel restauro o nella riparazione di manufatti lignei – un lavoro che, spesso,

risulta più sofisticato rispetto alla creazione dell’oggetto nuovo. La competenza di un artigiano è il ri-

sultato dell’incontro tra la pratica esecutiva e la tecnica, oltre che di un corretto approccio metodologico. L’artigiano, in realtà, ha sempre innovato: nella creazione, nella scelta e nella sperimentazione di nuovi materiali.
In questo articolo analizzo come non deve essere posata una pedana all’esterno di un bar, realizzata con pannelli in OSB . La pedana in oggetto è parzialmente coperta da una tettoia.
Premetto che i pannelli OSB (Oriented Strand Board ) nascono come materiale da costruzione per strutture e casse d’imballaggio, ma da diversi anni gli architetti li propongono anche per rivestire pareti, pavimenti e diversi elementi d’arredo.
La buona esecuzione di un manufatto – in questo caso un pavimento in pannelli OSB – implica il corretto svolgimento di una serie di processi lavorativi e, in ultimo ma non per importanza, la scelta della protezione finale.
I pannelli OSB sono stati posati su un’orditura perimetrale in legno di Abete poggiante direttamente sul terreno, priva di qualsiasi protezione (vernice).
Questo comporta un degrado accelerato del legno, che si trasmette direttamente alla superficie soprastante.
La causa principale è l’umidità assorbita, che favorisce l’aggressione di agenti biologici e chimico-fisici, come tarli e termiti, con conseguenti fenomeni di marciume, deformazioni e alterazioni estetiche.
Sul piano dell’orditura sono stati poi posati i pannelli OSB, fissati con viti in ferro, le cui teste non sono state stuccate, favorendo così l’assorbimento dell’acqua e il rigonfiamento del materiale.
I pannelli, inoltre, sono stati accostati senza alcuna sigillatura: quest’ultima si effettua applicando un apposito nastro a tenuta d’aria nei punti di giunzione.
Per finire, è stata applicata una – o forse due – mani di impregnante incolore come protezione superficiale. Dopo diciotto mesi, potete vedere in che condizioni si trova la pedana: qualcosa deve essere andato storto!
L’impiego di pannelli OSB in classe 3/4, direttamente esposti alle intemperie, non è opportuno.
Anche se l’adesivo impiegato è resistente alla degradazione chimica a opera dell’acqua, rimane il problema della sollecitazione meccanica dovuta ai movimenti igroscopici, che possono compromettere l’interfaccia colla-legno.
Inoltre, il pannello subisce deformazioni dovute al rigonfiamento delle particelle, con conseguente compromissione della regolarità superficiale.
L’impermeabilizzazione non può mai essere eseguita in maniera totale: nessuna pellicola è completamente impermeabile al vapore d’acqua. Pertanto, sono da escludere le finiture non filmogene (come gli impregnanti), e si dovrebbe invece ricorrere a sistemi filmogeni, anche pigmentati (pitture).
Un sistema trasparente tende infatti a lasciar passare una quantità di energia tale da provocare il distacco della pellicola.
Un buon metodo di impermeabilizzazione, previa carteggiatura dei pannelli OSB, consiste nell’utilizzare resine poliuretaniche o resine epossidiche.
• Evitare il contatto diretto del legno con il terreno: sempre prevedere un’intercapedine d’aria.
• Sigillare le giunzioni dei pannelli OSB con nastri specifici a tenuta d’aria.
• Utilizzare viti zincate o in acciaio inox e stuccare le teste.
• Preferire finiture filmogene pigmentate per esterni, più resistenti agli agenti atmosferici.
• Per uso prolungato all’aperto, optare per pannelli marini o compensati fenolici.
Ogni materiale ha la sua dignità, ma solo la posa a regola d’arte ne rivela il valore!
The adage "Labor omnia vincit" (Work conquers all) harks back to a Latin phrase meaning "effort conquers all." It's used to express that with commitment, tenacity, and hard work, any result can be achieved, and it seems very fitting for the case that Giuseppe Ermanno Colombo — a member of the register of expert appraisers at the Court of Lodi and Monza in Category V, windows, doors, and shutters — explains, distinguishing between expert work and improvised work, in this specific case involving an OSB floor

FOCUS TRENTINO ALTO ADIGE IDM ALTO ADIGE
www.idm-suedtirol.com - www.provincia.bz.it - www.eurac.edu/it
In queste pagine alcune immagini di Tirolo e del suo castello, oltre alle slides de “Il bosco in Alto Adige”.
Nella fotografia di gruppo, da sinistra a destra: Lorenzo Panizzon, Francesco Inverso, Arian Lehner, Francesca Motta, Sonia Maritan, Michael Stauder, Marco Pietrogiovanna e Markus Wiegele
Il viaggio stampa di gruppo con IDM Alto Adige, dal 22 al 24 ottobre 2025 verrà diviso in diverse parti, considerata l’intensità del programma organizzato da IDM Alto Adige sotto la guida di Michael Stauder . Il team di IDM lavora in sette sedi dislocate in tutto l'Alto Adige e ha l’obiettivo di contribuire a rendere l'Alto Adige uno dei luoghi sostenibili più desiderabili in cui vivere e lavorare e dopo aver passato qualche giorno avvolta in questo paesaggio incantato posso dire che ci stanno riuscendo.
In questa parte introduttiva raccontiamo la prima giornata. Iniziata a Tirolo, in provincia di Bolzano situato sopra Merano, con il dottore forestale Marco Pietrogiovanna che
IDM ALTO ADIGE, OLTRE A PROMUOVERE IL TERRITORIO COME DESTINAZIONE TURISTICA, HA AVVIATO UN PERCORSO DI COMUNICAZIONE DEDICATO AL MONDO DEL LEGNO. CON OLTRE 300 MILIONI DI ALBERI, UNA COPERTURA FORESTALE PARI AL 51% DELLA SUPERFICIE, QUASI 3.000 AZIENDE E 15.000 PROFESSIONISTI, IL SETTORE “LEGNO” ALTOATESINO RAPPRESENTA UNA DELLE REALTÀ PIÙ INNOVATIVE E DINAMICHE DEL COMPRENSORIO. IN QUEST’OTTICA, SI È SVOLTO IL VIAGGIO STAMPA ORGANIZZATO DA UN TEAM DI IDM ALTO ADIGE, SOTTO LA GUIDA DI MICHAEL STAUDER , DAL 22 AL 24 OTTOBRE 2025. LA PRIMA GIORNATA È STATA DEDICATA A UN’INTRODUZIONE AL SETTORE LEGNO LOCALE ATTRAVERSO UNA PASSEGGIATA A TIROLO GUIDATA DAL DOTTORE FORESTALE MARCO PIETROGIOVANNA CON LA RELAZIONE "LE FORESTE ALTOATESINE DEL FUTURO" CHE CI HA RISERVATO UN’AUTOREVOLE E DETTAGLIATA LEZIONE NEL BOSCO SULLO SFONDO DI CASTEL TIROLO VISITATO A FINE GIORNATA.

ci ha raccontato "Le foreste Altoatesine del futuro". È seguita una visita guidata con il direttore del Castello Leo Andergassen a Castel Tirolo, fortemente legato alla cultura del legno e una cena tipica Altoate-
sina al Maso Finailhof, la cui struttura in legno della casa risale al XV e XVI secolo e il pernottamento presso l' Hotel Oberraindlhof , un hotel storico con camere tutte in legno, per una totale immersione
nel legno in ogni sua espressione, naturale o antropizzata!
Castel Tirolo, un tempo residenza dei conti di Tirolo, diede il nome alla regione storica del Tirolo. Le mura di cinta, costruite intorno al 1100, sono tra le più antiche mura di un castello ancora esistenti. Intorno al 1140 i conti di Tirolo ampliarono il complesso, trasformandolo nella loro residenza che divenne presto il castello più importante di tutto il Tirolo. Il suo periodo di massimo splendore fu sotto Margherita di Tirolo-Gorizia. Questo periodo si concluse però con la sua abdicazione e il trasferimento della residenza a Innsbruck. Il castello domina ancora oggi Merano, maestoso su una imponente collina morenica. Si sono conservati gli imponenti portali del palazzo e della cappella.
Nel XX secolo Castel Tirolo è stato restaurato, e dal 2003 ospita il Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano.
Sul finire della giornata, all’ora del tramonto con una luce da fiaba e il Castel Tirolo abbarbicato sulla punta più alta di Tirolo, il maniero da cui ebbero origine i conti del Tirolo e la culla del territorio che da loro prese il nome, passeggiamo nel silenzioso paesino chiamato anche Dorf Tirol per distinguerlo dalla regione geografica del Tirolo. In questa regione, la foresta rappresenta il principale uso del suolo perché la metà del territorio è a bosco, il secondo uso del suolo è dato dai pascoli con le praterie d'alta quota, poi le aree improduttive come rocce e ghiacciai. Rimane poco nel fondo valle, dove si concentrano le attività produttive.
Gli obiettivi della gestione forestale sono stabiliti per legge (legge fore-


stale LP 21/1996) per la tutela dei terreni di qualsiasi natura e destinazione, per conservare il bosco nella sua estensione, garantendone la distribuzione territoriale, la vitalità e perpetuità e favorendo l'assolvimento delle sue diverse funzioni. Le finalità della legge forestale vengono perseguite attraverso diverse strategie e tipologia di interventi (Art. 2): vincolo idrogeologico forestale, lavori in regia, concessione di contributi e consulenza.
«L'Alto Adige è una provincia forestale – esordisce Marco Pietrogiovanna –, oltre metà del territorio è boscata. In prevalenza abbiamo un bosco di conifere, cioè aghifoglie, è un bosco di montagna, ripido e a


quote elevate. Qui abbiamo un'eccezione perché ci troviamo a bassa quota, abbiamo un misto di latifoglie e conifere, ma in realtà la prevalenza è Abete rosso, Larice, conifere, boschi ripidi e in alta quota. La ripidità la potete vedere anche da qua a Tirolo, e questo vi dà un'idea di quanto difficile possa essere la gestione di questo territorio.
Per gestire il bosco serve una viabilità capillare e nel territorio delle Alpi ma anche degli Appennini è difficile rispetto ad altre situazioni come il centro Europa, dove abbiamo un territorio collinare e pianeggiante: qui la gestione forestale è molto più difficile! La specie principale è l'Abete rosso, conifera sempreverde, e quella che ultimamente ha dei problemi: dal Vaia in poi e dal Bostrico è sotto attacco. A chi appar-

tiene il bosco? In Alto Adige è in prevalenza privato, quindi appartiene a proprietari privati, come in media nelle altre regioni italiane, fa eccezione il Trentino, in Italia, dove la prevalenza è bosco pubblico. Bosco privato, frazionato, quindi la maggior parte dei boschi appartengono a proprietari che hanno una superficie sotto i dieci ettari. Dieci ettari per una gestione forestale sono poco perché non permette una gestione regolare annuale e nemmeno di avere un introito da legname frequente. Pochi proprietari sono grandi ma sono comuni o frazioni, e anche qualche privato, e in quel

caso invece è possibile una gestione più regolare. Il bosco di montagna deve essere gestito con particolare attenzione perché ha una funzione protettiva. Anche qui, intorno a voi, potete osservare la tipica situazione che troviamo in Alto Adige: la casa protetta sulla parte alta da una cintura di alberi. Il bosco in questa regione protegge abitazioni, paesi e infrastrutture. Quando andiamo a gestire il bosco a monte di infrastrutture e abitazioni dobbiamo fare particolare attenzione, banalmente non possiamo tagliare tutto il bosco per ottenerne legname, almeno non tutto in una


sola volta, dobbiamo essere più cauti in modo che non si formino erosioni superficiali, caduta di massi e in alta quota anche di valanghe. La difficoltà è data dalla complessità, non solo in Alto Adige, ma in tutte le zone montane.
Il Corpo Forestale è ancora presente in Alto Adige, mentre dal 2012 non esiste nel resto della nazione italiana dove è stato assorbito in parte dai Carabinieri Forestali, in parte dai Vigili del Fuoco nazionali. Invece, nelle regioni a statuto speciale è rimasto il Corpo Forestale e in Alto Adige è presente con la funzione principale di aiutare i proprietari forestali a gestire il bosco.
Siamo in 400 nel Corpo Forestale a cui si aggiungono 300 operai stagionali, perché abbiamo mantenuto quella che era in origine una delle funzioni del Corpo Forestale dello Stato di fare progetti in economia diretta. Noi costruiamo le strade forestali, facciamo antincendio, e, burocrazia permettendo, cercheremo di farlo anche in futuro.
La maggior parte delle strade che trovate in Alto Adige, anche di accesso ai masi, oltre alla viabilità forestale e agricola, è stata fatta dagli Anni ’70 in poi dalla provincia, quindi i forestali dialogando con i piccoli proprietari molto frazionati hanno realizzato l’infrastruttura attuale, attraverso una gestione particolarmente articolata e complessa.
La miriade di proprietari forestali in Alto Adige si stima in ventiquattromila appezzamenti circa, e ogni proprietà ha uno strumento di pianificazione sintetico. Un vero e proprio piano di gestione che prevede, sopra i cinque ettari, un obiettivo proiettato a dieci anni, dove si descrive il bosco, si cerca di capire

Abteilung Forstdienst – Amt für Forstplanung RipartizioneServizioForestale
Ufficio PianificazioneForestale
DieBodennutzung – usodel suolo

Landesfläche-sup.provinciale: 739.997ha
Waldfläche-sup.boscata: 375.351 ha ca. 50%

Abteilung Forstdienst – Amt für Forstplanung RipartizioneServizioForestale – Ufficio PianificazioneForestale

Südtirols Wald = Bergwald

Ca. 80% der Waldfläche oberhalb 1.200 m
Ca. 75% der Waldfläche Neigung > 40%
Ca. 80% della sup.forestaleoltre1.200 m
Ca. 75% della sup.forestaleoltre40% di pendenza

quanto legname in piedi c'è nel bosco, quali sono le specie. Si stima l'incremento, cioè quanto cresce ogni anno il bosco, e poi si definisce la quantità che è possibile prelevare rispettando tutte le funzioni dell’ecosistema. I piccoli proprietari hanno, come i grandi proprietari, un piano di gestione con relativa scheda boschifera, ma molto sintetico e stimato a occhio.
A tappeto su tutta la superficie, quindi ogni proprietario sa quanto può utilizzare ogni anno. Quando il proprietario vuole tagliare interpella la stazione forestale, un forestale fa il sopralluogo e dà la relativa consulenza. Insieme guardano il bosco e il forestale illustra la situazione, e si fa una marcatura sulle piante da prelevare con un’ascia e quindi il proprietario sa quali sono le piante

da tagliare (in generale, è sempre più raro, ma in Alto Adige si procede ancora con la martellata tradizionale). In montagna, il sistema prevalente per fare un'utilizzazione di legname un po' consistente è quello delle gru a cavo, cioè si usano dei cavi, delle teleferiche, che poi alzano i tronchi e li portano fuori fino alla strada.
La forestale fa consulenza, fa la martellata, e poi il privato deve trovare la ditta boschiva che provvede al taglio e poi noi del Corpo Forestale controlliamo che siano state tagliate le piante assegnate».
E IL BOSTRICO TIPOGRAFO
DELL'ABETE ROSSO
«Negli ultimi anni abbiamo avuto
eventi straordinari – continua Marco Pietrogiovanna –, molto intensi, mai verificatisi a memoria d'uomo, che in Italia hanno coinvolto tutto il Nord-Est, quindi dal Friuli, al Sudtirol, in parte la Carinzia, in generale le regioni: Veneto, Trentino Alto Adige e in parte la Lombardia. Si tratta della Tempesta Vaia. Noi abbiamo avuto per due anni di fila schianti da neve, cioè neve bagnata che ha danneggiato ulteriori piante e poi è iniziata l’infestazione del Bostrico, che adesso è in fase calante. Negli ultimi sette anni, dal 2018, abbiamo dovuto gestire questa situazione».
Chiedo se il Bostrico abbia comportato dei danni superiori alla Tempesta Vaia.
«La tempesta è un evento che avviene in un istante – risponde Marco Pietrogiovanna –, ed è molto più impattante. Da noi con 6.000 ettari di foreste atterrate in una notte. Quindi nei giorni successivi (questo evento meteorologico estremo ha interessato il Nord-Est italiano dal 26 al 30 ottobre 2018) abbiamo

dovuto constatare che c’erano 6.000 ettari di superficie danneggiata. Ovviamente ha un impatto psicologico pesante.
Il Bostrico ha aggredito due volte questa superficie, però nell’arco di quattro anni, dal 2021 al 2025 e andrà ancora un po’ avanti. Quindi l'impatto è maggiore, ma diluito nel tempo. Al Bostrico, quasi quasi, ci siamo anche abituati ormai negli ultimi anni. Però nel primo anno, nell'anno più intenso, era veramente anche più impattante della Tempesta Vaia. Perché lì, di mese in mese, si vedeva il bosco che cambiava colore dal verde al marrone. Soprattutto in Val Badia, il Bostrico è stato veramente devastante».
Che cosa si può fare rispetto alla diffusione del Bostrico?
«Quando è in atto l'attacco, non si può fare niente.
Praticamente succede che il Bostrico entra nel fusto, scava le gallerie sotto la corteccia, interrompe il flusso di linfa e l'albero muore. Ma l'albero non muore improvvisamente, come un animale. Comincia






a virare il colore della chioma e quando la chioma è marrone noi ce ne accorgiamo, ma a quel punto l'insetto è già andato via. Se per caso ce ne accorgiamo prima, entro una o due settimane, bisognerebbe tagliare l'albero, scortecciarlo o portarlo fuori dal bosco. Dal punto di vista pratico, non è possibile. Quindi, quello che si può fare è gestire le aree danneggiate e pensare al futuro. Cercare di creare boschi un po' più mescolati dove è possibile, perché in Alto Adige la metà di bosco è naturalmente Abete rosso. Non è come in Germania, dove hanno piantato Abete rosso al posto del Faggio o della Quercia! La Foresta del Latemar è al 90% di Abete rosso e lo sarà ancora perché il clima favorevole favorisce questa essenza arborea. Quindi, dove è possibile, si cercherà di aumentare la mescolanza delle specie. Ma, ovviamente, questi sono obiettivi di lungo termine.
Piante coetanee sono labili allo stesso modo in un bosco fatto di una stessa specie arborea. Rispetto a una varietà dell'età – alberi piccoli, medi, grandi –, il Bostrico attacca solo le piante grandi. Le piccole restano e se aggiungiamo anche il Faggio o il Larice, attaccherà solo gli Abeti rossi maturi e tutto il resto no; perché il Bostrico è mirato, sulla pianta specifica! Il Bostrico che sta facendo i danni maggiori da trenta anni in Europa e in questi ultimi sette anni in Italia è il Bostrico tipografo dell'Abete rosso , che attacca la parte di pianta che ha la corteccia più spessa. Quindi, devono essere alberi di un certo diame-

Abteilung Forstdienst
Waldeigentümer –proprietariboschivi


Amt für Forstplanung


tro di cui aggrediscono la parte medio-bassa. Le specie di Bostrico sono molto specializzate, perché ce n'è uno che si manifesta solo nella parte più alta della chioma – una tipologia che non fa grandi danni –, mentre quello che attacca il tronco ammazza la pianta. Le varie specie si riconoscono dal disegno che fanno, perché ogni specie mangia in maniera diversa, uno in particolare disegna delle stelline...
Waldtypen tipiforestali

E ogni pianta ha il suo tipo di Bostrico, quello del Pino, del Larice, etc, però quello più aggressivo è quello dell'Abete rosso. Infatti, dopo la Tempesta Vaia, sapevamo già che avremmo avuto una infestazione di Bostrico. Quindi verificatasi la Tempesta Vaia, l'obiettivo principale era di tirare via tutto il materiale più in fretta possibile, prima che arrivasse il Bostrico, perché quando cade una pianta ri-

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mane verde per alcuni mesi. La pianta non muore all'istante e magari ha una radice ancora affondata nel terreno e può rimanere in vita anche un anno o due».
Quali certificazioni vengono adottate in quest’area?
«Il PEFC (Programme for Endorsement of Certification schemes). Negli Anni ’90 abbiamo cominciato

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Waldfläche
Holzvorrat
Zuwachs pro Jahr
Totholz
Hiebsatz pro Jahr
Fonte/Quelle: INFC 2015
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I boschialtoatesinisononaturaliformi? Sind Südtirols Wälder naturnah?


Urwälder Forestavergine


Naturnahe Wälder Boschi naturaliformi
ad analizzare anche l’aspetto certificativo e constatato che il Centro Europa si stava certificando PEFC, e siccome noi ci troviamo in Italia e il Centro Europa che produce il legname consumato anche dall'Italia, abbiamo ritenuto che per rimanere sul mercato avremmo dovuto dotarci di queste stesse certificazioni. Era anche l'unico sistema che prevedeva la certificazione di gruppo, adesso lo fa anche l’FSC. E quindi abbiamo messo in piedi la certificazione delle foreste, ma – altra particolarità dell'Alto Adige – usando come tramite un’associazione già esistente: l'Unione Coltivatori Alto Adige di cui tutti erano già soci, essendo la proprietà forestale in prevalenza contadina, cioè noi abbiamo il Maso che ha dei terreni agricoli e ha il proprio bosco. Così è configurata la tipica unità forestale agricola dell'Alto Adige! Quindi, quasi tutti i proprietari forestali erano già soci dell'Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtiroles. Tutta la superficie è certificata PEFC dal 2004».


Plantagen piantagioni
Il legname certificato con quale modalità viene scelto dal privato? «Di solito in Italia nelle fustaie deputate a chi produce tronchi che vende “in piedi” e non quelli destinati alla legna da ardere – in Trentino, in Veneto, in Friuli prevale la vendita “in piedi” –, il proprietario vende direttamente al prezzo “in piedi” a una ditta che entra nella filiera e sua volta rivende il materiale. Qui in Alto Adige c’è una particolarità, prevalentemente il proprietario prende una ditta, fa fare il lavoro, porta i tronchi a strada e poi il proprietario stesso vende il lotto accatastato in seguito e in questo modo
può anche separare le specie, ad esempio un lotto di Larice, un altro di Abete rosso di buona qualità, e un altro ancora di Abete rosso di scarsa qualità e magari spuntare un prezzo migliore (che secondo la qualità ha impieghi diversi). E qui si privilegia ancora la vendita “a strada” secondo una prassi più tradizionale.
Quello che non abbiamo è il monitoraggio dei prezzi, o lo abbiamo solo in parte avendo proprietari privati (è difficile conoscere le quotazioni), mentre in Trentino avendo quasi tutti proprietari pubblici, c'è una maggior trasparenza nei prezzi.


Cosa significanaturaliforme? -Was bedeutet naturnah?

1.Mantenimentodella estensionee distribuzionedel bosco
2.Prelievolegnososostenibile
3.Rinnovazionenaturale e specie autoctone
Abteilung Forstdienst – Amt für Forstplanung
RipartizioneServizioForestale – Ufficio PianificazioneForestale
1.Erhaltung der Waldfläche (Ausdehnung und Verbreitung)
2.Nachhaltige Holzentnahme
3.Nautrvejüngungund einheimischen Baumarten


Comunque, abbiamo dei dati sulla nostra homepage provincia.bz.it forniti dagli enti pubblici che vendono, quindi solo per una parte del mercato e questi dati evidenziano che con la Tempesta Vaia i prezzi sono crollati e adesso stanno risalendo.
C’è poi da fare una distinzione riguardo la qualità del legname.
La maggior parte delle piante non è stata spezzata dalla Tempesta Vaia. Sono cadute e quindi il legno era fantastico! Per il Bostrico, invece, se la pianta viene attaccata in estate è piena d'acqua e il legno risulta scadente. Se invece viene attaccata in autunno, la pianta è un po' più asciutta, e il legno qualitativamente è accettabile, seppur non nella norma, perché essendoci sempre una certa umidità nell'alburno entrano dei funghi che si chiamano cromogeni e che azzurrano l'alburno ma è solo un difetto cromatico.
Un altro aspetto ha riguardato il prelievo, perché ovviamente tagliare le piante in piedi è un altro conto! La scommessa in questo caso è stata prelevare le piante senza farsi male fra uno “shanghai” di piante a terra, infatti per gran parte di queste superfici, dove la pendenza lo permetteva, sono stati usati dei macchinari molto grandi per il prelievo. Per stimare la quantità interessata, dobbiamo considerare che avendo la “martellata” obbligatoria, noi re-
gistriamo i singoli interventi, quindi noi sappiamo quanto legno viene fuori dai boschi.
E abbiamo i dati dal 1982 al 2024 come indicato nel grafico della pagina precedente con la quantità di legname espressa in m3 all’anno: le colonne verdi rappresentano le utilizzazioni, la quantità di legname, nel 1982 corrispondente a 400 mila metri cubi all'anno, la linea rossa il quantitativo che noi abbiamo previsto che si potesse tagliare secondo gli strumenti di pianificazione: si può notare che per 20 anni, fino al 2000, abbiamo avuto una costanza totale. Nessun disturbo. Gestione facile. Siccome abbiamo tagliato in modo prudente, contemporaneamente la massa nei boschi è aumentata e allora abbiamo stabilito di poter cominciare a tagliare di più, oltre la linea rossa (come evidenzia lo stesso grafico, soprattutto dal 2010 al 2014); e così negli anni, siamo arrivati fino a prima di Vaia, a poter tagliare 800 mila cubi in modo sostenibile. Nei primi anni 80 erano

400 mila, quindi abbiamo raddoppiato in 40 anni la massa legnosa che si può prelevare. Più o meno quello che effettivamente è stato prelevato rispettava questa quantità, tranne ovviamente con Vaia. Con Vaia stiamo tagliando ogni anno il doppio di quello che si prelevava per minimizzare il Bostrico perché finché il legname è ancora vivo è tutto materiale attaccabile. Dal punto di vista fitosanitario le piante secche in piedi potremmo lasciarle in bosco, ma essendo –in quanto morte – suscettibili di cadere si fa un compromesso. Qualcosa si lascia in bosco, qualcosa si preleva».
«Attraverso il centro di telerilevamento di Eurac Research, il centro di ricerca applicata privato a Bolzano, possiamo monitorare la situazione statica – così come fanno le altre regioni Vaia –, attraverso foto satellitari che producono periodicamente una mappa dei cambiamenti. Quindi dove si evidenzia che prima


era verde e poi è diventato marrone, viene disegnata un poligono e quindi riusciamo di mese in mese a cartografare l'evoluzione del Bostrico e misurare l'entità del danno. Per questo possiamo dire che siamo arrivati a 10 mila ettari. E anche che sta scendendo perché, quest'anno ne sono stati stimati 1.000 ettari nuovi, l'anno scorso 2.000, l'anno prima 4.000. Nel 2022 abbiamo raggiunto l’apice e adesso l’infestazione sta calando. Quindi la prima novità tecnologica riguarda l'impiego di fotosatellitari e l’altra novità, che ci aiuterà anche in futuro, sono i sistemi di telerilevamento LiDAR (Light Detection and Ranging) che utilizzano impulsi laser per mappare con precisione la distanza degli oggetti da satellite, aereo, elicottero o drone, in questo caso l'aereo (slide della relazione con il titolo “Il bosco in Alto Adige). L'apparecchio fa una scansione del terreno e restituisce sia la quota del suolo sia la quota delle chiome. Dalla differenza si riesce a costruire un modello del bosco. E quindi da questo all'altezza degli alberi. Dalle mappe è possibile vedere dove gli alberi sono più alti, dove c'è più massa verde oppure dove gli alberi sono più bassi in color verdino: il bosco è giovane. In definitiva, invece di andare in bosco come una volta a cavallettare, oggi a colpo d'occhio con queste tecnologie è possibile restituire una mappatura fedele, come si riesca a fare anche per i fondali marini».
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
«Oggi sentiamo continuamente parlare del cambiamento climatico che effettivamente c'è. Noi, dai dati dell'ufficio idrografico,





rileviamo un aumento della temperatura negli ultimi anni. Partiamo, qui in Alto Adige, da una situazione favorevole, nel senso che noi non abbiamo favorito specie esotiche. Non abbiamo spinto specie come l'Abete rosso, molto in basso. Quindi più o meno le specie presenti nei boschi sono lì perché ci stanno bene. Ovviamente se aumenta la temperatura, questi Abeti avranno


troppo caldo. Quindi fra un po' di decenni l’Abete rosso non potrà più prosperare a certe latitudini. In alto sì ma in basso no. Allora, come fare? Si cerca di gestire questo cambiamento con un'ottica di lungo periodo, valutando quali specie si troveranno sicuramente male, e quelle nel tempo si toglieranno.

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E quali si troveranno probabilmente bene, cioè quelle che sono attualmente un po' più in basso. Senza esagerare, sempre in progressione, perché la natura si arrangia. Non è che noi adesso arriviamo e spostiamo gli alberi, anche perché se è necessario piantare alberi significa che l’ecosistema non funziona. In casi straordinari, è possibile aiutare la natura dove è necessario velocizzare la creazione di un nuovo ecosistema come sopra le case dove è passata Vaia. Ma nella gran parte delle aree danneggiate la natura decide!
La natura decide anche che arrivano i cervi e mangiano tutte le piantine. Se la popolazione degli ungulati non è sotto controllo può succedere.

E poi c'è una certa incertezza sui cambiamenti climatici.
Quello che è certo è che aumenta la temperatura. Sulle precipitazioni non sappiamo ancora cosa succederà. Prudentemente cerchiamo di adeguare la mescolanza».
Ringraziamo sentitamente Marco Pietrogiovanna per questa lezione nel bosco che io ho trovato illuminante!
Lo studio del passato attraverso il legno avviene principalmente tramite la dendrocronologia , una scienza che analizza gli anelli di crescita annuali degli alberi per datare reperti lignei e ricostruire cronologie ambientali. Ed è proprio quello che è successo a Castell Tirolo come ci viene illustrato dal suo direttore Leo Andergassen
«I portoni e i soffitti fanno parte della struttura storica del castello. In occasione della ristrutturazione sono stati datati al 1138 e costituiscono la cronaca della costruzione del castello. Perché altre fonti non ci sono. In
Naturverjüngung / Aufforstung – rinnovazionenaturale/artificiale


Ziel: Naturverjüngung fördern! Obiettivo: favorirela rinnovazionenaturale!

questo senso il legno è anche un libro aperto riguardo alla storia».
Poco dopo ci troviamo nella Sala dei Cavalieri!
«Sono proprio queste travi nella Sala dei Cavalieri che sono datate all'inverno del 1138. La stagione era intuitiva perché si tagliava la legna d'inverno e il materiale è stato lavorato subito perché il legno secco non è facile da lavorare.
Sulle assi potete notare i buchi che testimoniano l’esame dendrocronologico effettuato in loco.
Questa data del 1138 corrisponde nella ricostruzione della storia perché erano gli anni nei quali i conti del Tirolo ampliavano questo maniero in residenza sull’impianto di un primo castello del 1100, del 1138 anche l’altezza delle mura che crescevano man mano che si costruiva. Il primo palazzo aveva l'aspetto quasi di una corona anche se erano soltanto conti e la cappella era un po' più alta a simboleggiare il potere dei conti del Tirolo come dal nome del paese. Il castello come lo vediamo oggi è una ricostruzione del 1903 con alcuni elementi originali».
Mentre saliamo al piano superiore, Leo Andergassen apre cancelli in ferro e antichi portoni di legno con grande disinvoltura, come un castellano che all’imbrunire del giorno, con una candela fra le mani, fa strada ai “pochi ospiti privilegiati” che camminando all’aperto sull’acciottolato dei percorsi interni da un momento all’altro si aspettano di incontrare i conti del Tirolo…
«La grande sala ha una superficie importante con trifore aggiunte nell'Ottocento attraverso il riuso di pezzi storici riprendendo certi motivi medievali. Il portone ligneo è originale FOCUS
come il portale della cappella eseguito con il marmo della Val Venosta mentre l'altro portone è dell'Ottocento.
Si narra che Giovanni Boccaccio a metà del XIV secolo venne al castello come ambasciatore della Repubblica di Firenze.
Dalla grande sala con portali lignei del 1300 passiamo alla cappella con pitture gotiche a secco originali – ma ancora leggibili – che adornano le pareti. Il balcone all’interno della cappella è una ricostruzione degli Anni ’30 in sostituzione delle vecchie ringhiere e naturalmente tutti gli altari sono in legno come le sculture e per evitare che il legno crepasse il retro delle statue è stato svuotato dalla massa lignea. L’esecutore è stato il maestro austriaco Hans Klocker, pittore e scultore che
si era formato da Donatello e Mantegna a Padova, da dove portò l'arte della prospettiva nel Tirolo. Purtroppo è andato perduto è il vecchio tavolato del soffitto rifatto nel 1670 come risulta dai protocolli delle visite pastorali, ma è possibile ammirare anche la più antica rappresentazione a colori giunta fino a noi dello stemma dei conti di Tirolo.
I conti del Tirolo si estinguono nel 1363, in quell'anno il territorio passò agli Asburgo e Federico IV d'Austria prese la sua residenza a Innsbruck. In quella che viene definita la stanza del matrimonio di Margherita di Tirolo-Gorizia, l'ultima contessa del Tirolo del suo casato, che era la nipote di Enrico, duca di Carinzia. – il politico più importante del Tardo XII secolo –, ci sono una serie di dipinti di Defleck che era il pittore
IDM Alto Adige, in addition to promoting the region as a tourist destination, has launched a communication campaign dedicated to the world of wood.
With over 300 million trees, 51% forest cover, more than 3,000 companies, and 15,000 professionals, the South Tyrolean wood sector represents one of the most innovative and dynamic sectors in the region.
With this in mind, the press trip organized by Michael Stauder of IDM Alto Adige took place from October 22nd to 24th, 2025. The first day was dedicated to an introduction to the local wood sector through a walk in Tirolo, led by forestry doctor Marco Pietrogiovanna. The presentation, "The South Tyrolean Forests of the Future," provided an authoritative and detailed lesson in the forest, with Tirol Castle as a backdrop, which we visited at the end of the day.
The group press trip with IDM Alto Adige, from October 22nd to 24th, 2025, will be divided into several parts, given the intensity of the program organized by IDM Alto Adige under the leadership of Michael Stauder. The IDM team works in seven locations throughout Alto Adige and aims to help make South Tyrol one of the most
più richiesto del periodo e rappresenta molti interni con il legno che è il materiale predominante fra tavoli, sedie, panche, bauli, pavimenti, soffitti e boiserie».
La visita è terminata, ma è difficile andare via da quel castello e affascinante immaginare come vivessero i conti nel periodo medioevale dopo aver visitato tutte le stanze e colto le atmosfere di quei luoghi contraddistinti dai segni del vissuto e fatti di manufatti, suppellettili, dipinti, decorazioni e quelle travi ancora là dove erano state messe in opera nel 1138!
Orami è buio e il custode della rocca ci congeda e si chiude il grande portone alle spalle diffondendo nell’aria il rumore del chiavistello arrugginito e il sapore straordinario di una storia antica.
desirable sustainable places to live and work. After spending a few days immersed in this enchanting landscape, I can say they are succeeding.
In this first part, we recount the first day. It began in Tirolo, in the province of Bolzano, located above Merano, with forestry doctor Marco Pietrogiovanna, who told us about "The South Tyrolean Forests of the Future." This was followed by a guided tour with Castle Director Leo Andergassen of Tyrol Castle, deeply rooted in the culture of wood, and a traditional South Tyrolean dinner at the Finailhof Farmhouse, whose wooden structure dates back to the 15th and 16th centuries. An overnight stay at the Hotel Oberraindlhof, a historic hotel with rooms entirely made of wood, was also included, for a complete immersion in wood in all its forms, both natural and man-made!
Tyrol Castle, once the residence of the Counts of Tyrol, gave its name to the historic region of Tyrol. The surrounding walls, built around 1100, are among the oldest surviving castle walls. Around 1140, the Counts of Tyrol expanded the complex, transforming it into their residence, which soon became the most important castle in all of Tyrol. Its heyday was under Margaret of Tyrol-Gorizia. This period, however, ended with her abdication and the transfer of her residence to Innsbruck.

FOCUS TRENTINO ALTO ADIGE LA FILIERA DI PEFC
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PEFC ITALIA, ORGANIZZA ANNUALMENTE UN VIAGGIO STAMPA PER MOSTRARE IL SUO OPERATO SUL TERRITORIO. DEL TOUR DI INIZIO
OTTOBRE, DALLE VALLI ALLA COSTRUZIONE, LA PASSEGGIATA IN BOSCO A LAVAZÈ CI HA PORTATO A TOCCARE LA FERITA LASCIATA
DALLA TEMPESTA VAIA E I DANNI DEL BOSTRICO. PROPONIAMO UN AMPIO FOCUS TRENTINO-ALTO ADIGE AMPLIANDO LO SGUARDO AGLI ULTIMI TRE TOUR PEFC PER APPROFONDIRE LE LOGICHE DELL’«IPS TYPOGRAPHUS» “CHE SCRIVE SULLE PAGINE DEL LEGNO” E RACCONTA MOLTO DEL TERRITORIO CHE ATTRAVERSA.
Il tour PEFC Italia 2025 ha previsto la visita allo Stadio del Fondo di Tesero con focus sull’utilizzo del legno certificato insieme al Segretario Generale PEFC Italia Antonio Brunori, il referente della Provincia di Trento e architetto Marco Giovinazzi , la Venue Manager Stadio del Fondo Marisa Giacumuzzi , la Responsabile comunicazione APT Val di Fiemme Federica Cerri; la visita alla Segheria della Magnifica Comunità di Fiemme a Tesero con la Vicepresidente della Segheria della Magnifica Comunità di Fiemme e collaboratrice dell'Ufficio tecnico Forestale Magnifica Comunità Ilaria Zorzi, il Tecnico forestale Magnifica Comunità di Fiemme Ilario Cavada, il Dottore forestale Magnifica Comunità di Fiemme Andrea Bertagnolli; la passeggiata zona Lavazè in bosco colpito dalla tempesta Vaia e con danni da bostrico, con focus
sull’uso del legno recuperato in edilizia e attività di messa a dimora di alberi con il Tecnico forestale Magnifica Comunità di Fiemme Ilario Cavada, il Dottore forestale Magnifica Comunità di Fiemme Andrea Bertagnolli , il consigliere di PEFC Italia Mario Broll ; la visita nell'area ex

Marangoni di Rovereto di un complesso residenziale in XLAM che comprende un edificio di nove piani e uno di cinque piani, per un totale di 68 appartamenti di social housing con il consigliere di PEFC Italia Francesco Dellagiacoma; la visita alla sede di XLAM Dolomiti e tour

dello stabilimento produttivo con il CEO e Presidente XLAM Dolomiti Albino Angeli. Infine, il convegno moderato da Antonio Brunori presso il Factory Cafè all’interno degli spazi di co-working di Progetto Manifattura di Rovereto con il convegno dal titolo “Dal progetto alla realtà: soluzioni in legno per un social housing innovativo ” dell’ing. Lavinia Sartori di Ri-Legno e “Un abitare accessibile e partecipato: il modello sociale di Rovereto” di Andrea Rinaldi, COOP Casa. Hanno concluso i lavori e portato i loro ringraziamenti il Presidente PEFC Italia Marco
Bussone e il Segretario Generale PEFC Italia Antonio Brunori.
EDILIZIA IN LEGNO IN ITALIA:
LA CERTIFICAZIONE PEFC COME GARANZIA
DI SOSTENIBILITÀ
E PERFORMANCE
La filiera dell’edilizia in legno italiana è un comparto in crescita costante che guarda all’Europa: la filiera del legno si afferma come soluzione strategica e concreta verso la transizione ecologica e la certificazione PEFC (Programme for Endorsement of Certification schemes ) si conferma come alleato determinante per garantire una provenienza tracciabile e responsabile
• Con un fatturato di oltre 2,3 miliardi di euro nel 2023, questa filiera si afferma come alleata strategica e decisiva per la transizione ecologica.
• Efficienza energetica, rapidità di costruzione, sicurezza sismica e riduzione dell’impatto ambientale: l’edilizia in legno guarda al futuro.
• La certificazione di catena di custodia PEFC assicura una filiera responsabile, tracciabile e garantita, dal bosco al consumatore.




L’Osservatorio Edilizia in Legno 2024 e il Rapporto Case di Legno 2023
Secondo i dati raccolti nell’Osservatorio Edilizia in Legno 2024, a cura di Federazione Filiera Legno , nel 2023 il settore ha registrato un fatturato complessivo di 2,334 miliardi di euro. Un risultato incisivo, considerando il ridimensionamento degli incentivi fiscali e la contrazione del mercato residenziale del 2024, che evidenzia come la filiera abbia comunque mantenuto stabilità e capacità di resilienza, certamente anche grazie al peso crescente delle opere pubbliche e dell’edilizia scolastica.


A oggi, in Italia, le abitazioni in legno rappresentano circa il 7-8% delle nuove costruzioni. È quanto emerge dall’analisi condotta da Assolegno, in collaborazione con il Centro Studi di FederlegnoArredo , e presentata nell’8° Rapporto Case di Legno 2023, che conta 3.963 nuove unità realizzate nel 2022 per un valore pari a 866 milioni di euro. Risultati che posizionano l’Italia come terzo produttore europeo di edifici prefabbricati in legno, prima dell’Austria e subito dopo Germania e Svezia.
Il comparto occupa migliaia di addetti: la Federazione Filiera Legno conta 352 imprese associate per oltre 21.000 posti di lavoro, mentre

la mappatura nazionale descrive oltre 300 imprese specializzate, concentrate soprattutto in TrentinoAlto Adige (30% della produzione nazionale) , Lombardia e Veneto, con una crescita significativa nel Centro e Sud Italia.
La certificazione PEFC assicura che l’intera catena di approvvigionamento, dal bosco al cantiere, sia tracciabile e responsabile, tutelando il patrimonio forestale e i servizi ecosistemici.
I vantaggi: efficienza, rapidità e sicurezza
L’Osservatorio Edilizia in Legno 2024 evidenzia le prestazioni supeFOCUS

riori delle costruzioni in legno, sottolineando inoltre come la prefabbricazione e i cantieri a secco consentano di ridurre i tempi di realizzazione, mentre la leggerezza e la resistenza propria del materiale lo rendono particolarmente adatto alle zone a rischio sismico. Un’istantanea completata dal dettaglio, contenuto nel Rapporto di Assolegno e FederlegnoArredo, in merito all’isolamento termico e acustico garantito dal materiale: il legno assicura infatti un comfort abitativo elevato e un’ottimizzazione dell’efficienza energetica. La sua versatilità, che trova applicazione in ambito residenziale e scolastico come in uffici e interventi di sopraelevazione, ne conferma il ruolo di materiale ideale per un’edilizia innovativa e sostenibile.
Riduzione dell’impatto ambientale: il legno è carbon sink
Il legno è un materiale che funziona da carbon sink, capace di immagazzinare CO 2 per l’intera vita utile dell’edificio . Come evidenziato dal Rapporto di Assolegno e Centro Studi di FederlegnoArredo, ogni costruzione in legno diventa così un “magazzino di carbonio”, contribuendo agli obiettivi del Green Deal europeo e alle nuove direttive sulla riqualifi-
cazione edilizia. Le pratiche di economia circolare, già diffuse nel settore, rafforzano questo valore: strutture modulari e reversibili, facili da smontare e riciclare, permettono di estendere la vita utile dell’opera e ridurre al minimo l’impatto ambientale. La certificazione PEFC assicura che questo processo avvenga in maniera etica e tracciabile, conferendo al comparto edilizio anche una funzione positiva per il clima: non più un settore emissivo, ma una filiera capace di generare benefici ambientali concreti.
PEFC: un valore aggiunto per il mercato e gli investitori
La certificazione PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes) è oggi un valore distintivo per le costruzioni in legno. Non si tratta soltanto di un marchio di garanzia, ma di uno strumento che permette alle imprese di accedere a nuovi mercati e agli investitori di riconoscere aziende credibili e sostenibili. In un contesto attuale in cui i criteri ESG (Environmental, Social, and Governance) orientano sempre di più le scelte dei fondi immobiliari, PEFC rappresenta un asset per rafforzare la credibilità delle imprese, tutelare le comunità e consentire al
SINCE 2018, PEFC ITALY HAS ORGANIZED AN ANNUAL PRESS TRIP TO SHOWCASE ITS WORK IN THE REGION. DURING THE TOUR IN EARLY OCTOBER, WHICH TOOK US FROM THE VALLEYS TO CONSTRUCTION SITES, A WALK IN THE WOODS IN LAVAZÈ BROUGHT US FACE TO FACE WITH THE DAMAGE LEFT BY STORM VAIA AND THE BARK BEETLE, WHICH, HOWEVER, HAS MADE TIMBER AVAILABLE. WE OFFER A BROAD FOCUS ON TRENTINOALTO ADIGE, EXPANDING OUR VIEW TO THE LAST THREE PEFC TOURS TO EXPLORE THE LOGIC OF ‘IPS TYPOGRAPHUS’, WHICH ‘WRITES ON THE
comparto di intercettare capitali attenti alla sostenibilità
Una filiera in evoluzione
Secondo l’Osservatorio 2024, il settore sta vivendo una trasformazione profonda: le imprese non sono più solo carpenterie, ma veri e propri progettisti e costruttori in legno, capaci di gestire opere complesse e di dialogare con l’edilizia tradizionale. L’ edilizia scolastica e la ricostruzione nel “cratere” del Centro Italia, finanziate dal PNRR hanno svolto la funzione di volano verso un vero e proprio cambiamento: oggi sono state realizzate 195 scuole attraverso il programma “La scuola per l’Italia di domani”, e quasi la metà dei bandi coinvolti ha previsto l’uso del legno come materiale strutturale. Nei prossimi anni sarà decisivo il ruolo del legislatore nel favorire piani di rigenerazione urbana e di efficientamento energetico, oltre alla capacità della filiera di innovare in chiave tecnologica e sostenibile. Forte della certificazione PEFC, l’edilizia in legno italiana, con le sue 213 imprese certificate PEFC, si candida così a essere protagonista della transizione ecologica, coniugando competitività industriale, qualità architettonica e tutela ambientale.
PAGES OF WOOD’ ACROSS MUCH OF THE TERRITORY IT TRAVERSES. The PEFC Italia 2025 tour included a visit to the Stadio del Fondo in Tesero, focusing on the use of certified wood, together with PEFC Italia Secretary General Antonio Brunori, the representative of the Province of Trento and architect Marco Giovinazzi, Stadio del Fondo Venue Manager Marisa Giacumuzzi, and APT Val di Fiemme Communications Manager Federica Cerri. A visit to the Magnifica Comunità di Fiemme sawmill in Tesero with the Vice President of the Magnifica Comunità di Fiemme sawmill and collaborator of the Magnifica Comunità Forestry Technical Office Ilaria Zorzi, Magnifica Comunità di Fiemme forestry technician

Ilario Cavada, and Magnifica Comunità di Fiemme forestry doctor A ndrea Bertagnolli; a walk in the Lavazè area in the forest affected by Storm Vaia and damage from bark beetles, with a focus on the use of recovered wood in construction and tree planting activities with Magnifica Comunità di Fiemme forestry technician Ilario Cavada, Magnifica Comunità di Fiemme forestry doctor Andrea Bertagnolli, and PEFC Italia advisor Mario Broll; a visit to the former Marangoni area in Rovereto to see a residential complex built with XLAM, comprising a nine-story building and a five-story building, for a total of 68 social housing apartments, with PEFC Italy advisor Francesco Dellagiacoma; a visit to the XLAM Dolomiti headquarters and a tour of the production plant with XLAM Dolomiti CEO and President Albino Angeli. Finally, the conference moderated by Antonio Brunori at the Factory Café within the co-working spaces of Progetto Manifattura in Rovereto with the conference entitled “From design to reality: wood solutions for innovative social housing” by engineer Lavinia Sartori of Ri-Legno and “Accessible and participatory living: the social model of Rovereto” by Andrea Rinaldi, COOP Casa. PEFC Italy President Marco Bussone and PEFC Italy Secretary General Antonio Brunori concluded the proceedings and expressed their thanks.
WOODEN CONSTRUCTION IN ITALY: PEFC CERTIFICATION AS A GUARANTEE
The Italian wood construction industry is a constantly growing sector that looks to Europe: the wood industry is establishing itself as a strategic and concrete solution for ecological transition, and PEFC (Programme for Endorsement of Certification schemes) certification is proving to be a decisive ally in guaranteeing traceable and responsible sourcing.
• With a turnover of over €2.3 billion in 2023, this industry is establishing itself as a strategic and decisive ally for ecological transition.
• Energy efficiency, speed of construction, seismic safety, and reduced environmental impact: timber construction looks to the future.
• PEFC chain of custody certification ensures a responsible, traceable, and guaranteed supply chain, from the forest to the consumer.
The 2024 Wood Construction Observatory and the 2023 Wooden Houses Report
According to data collected by the 2024 Wood Construction Observatory, compiled by the Wood Supply Chain Federation, in 2023 the sector recorded a total turnover of €2.334 billion. This is an impressive result, considering the reduction in tax incentives and the contraction of the residential market in 2024, which highlights how the supply chain has nevertheless maintained stability and resilience, certainly also thanks to
the growing importance of public works and school construction. PEFC certification ensures that the entire supply chain, from the forest to the construction site, is traceable and responsible, protecting forest heritage and ecosystem services. The advantages: efficiency, speed, and safety.
The 2024 Wood Construction Observatory highlights the superior performance of wood constructions, also emphasizing how prefabrication and dry construction sites reduce construction times, while the lightness and strength of the material make it particularly suitable for areas at risk of earthquakes. This snapshot is completed by details contained in the Assolegno and FederlegnoArredo Report on the thermal and acoustic insulation guaranteed by the material: wood ensures high living comfort and optimizes energy efficiency.
As highlighted in the report by Assolegno and FederlegnoArredo's Research Center, every wooden building thus becomes a “carbon store,” contributing to the objectives of the European Green Deal and the new directives on building renovation. PEFC certification ensures that this process is carried out in an ethical and traceable manner, giving the construction sector a positive role to play in climate change: no longer an emitting sector, but a supply chain capable of generating concrete environmental benefits. An evolving supply chain According to the 2024 Observatory, the sector is undergoing a profound transformation: companies are no longer just carpenters, but true designers and builders in wood, capable of managing complex works and dialoguing with traditional construction. School construction and reconstruction in the ‘crater’ of central Italy, financed by the PNRR, have acted as a driving force for real change: today, 195 schools have been built through the ‘La scuola per l'Italia di domani’ (Schools for Tomorrow's Italy) program, and almost half of the tenders involved have specified the use of wood as a structural material. Backed by PEFC certification, Italian timber construction, with its 213 PEFC-certified companies, is thus positioning itself to play a leading role in the ecological transition, combining industrial competitiveness, architectural quality, and environmental protection.
With the awarding of the Olympics, Val di Fiemme becomes the only location in the Nordic Skiing circuit, together with Oslo and Sapporo, to have hosted all the most important events in the world of skiing: the Olympics, Paralympics, Universiade, World Championships, and World Cup, with three World Championships and over 400 international competitions.
It all began with Franco Nones' legendary gold medal (from Castello di Fiemme) in the 30km cross-country event at the 1968 Winter Olympics in Grenoble: an amazing result that marked a turning point in the world of cross-country skiing, until then the undisputed realm of the Swedish, Norwegian, Finnish, and Russian giants.
In the wake of this vision and foresight, the Trofeo Topolino dello Sci di Fondo (Topolino Cross-Country Skiing Trophy) was also created in 1983,
and at the end of the 1980s, given the enormous interest in Nordic skiing in Val di Fiemme, the idea was born to nominate Val di Fiemme for the FIS Nordic World Ski Championships.
What makes the Tour de Ski special and unique is undoubtedly the legendary Final Climb of Alpe Cermis, which, after 18 years, is still the most watched Cross-Country Skiing World Cup race on TV.
The crowning achievement of this long career in Nordic skiing is the awarding of the 2026 Winter Olympics to the Milan-Cortina bid.
A dream that has come true for the entire community of Fiemme, a valley that since the 1970s has believed in the all-round importance of winter sports, investing time, energy, and money, and involving all local authorities and institutions, municipal administrations, sports groups— first and foremost the Fiamme Gialle and Fiamme Oro—sports clubs, and last but not least, volunteers, an army of over 1,000 people who dedicate their free time with great passion and efficiency to the success of small and large sporting events in Val di Fiemme.
Built in the 1990s for the Nordic World Ski Championships, it will host the competitions of the XXV Olympic Winter Games and Paralympic Winter Games in Milan-Cortina in 2026.
The in Lago di Tesero, which has already hosted three editions of the Nordic World Ski Championships and hundreds of World Cup competitions, has undergone renovation and improvement works that will make it an even more efficient facility and, above all, bring it into line with new international standards, so that it can be used and exploited well beyond the 2026 Olympic and Paralympic Games.
The concept of “legacy” and sustainability, strongly requested by the International Olympic Committee and also supported by the Milano Cortina 2026 Foundation and the PAT, is very much present in all parts of the project: the intention is to have a facility that is as cutting-edge and functional as possible from a sporting point of view, but which obviously has sustainability as its main objective, and to plan works that can be used and exploited in the years to come, using the center even outside the winter season. The main renovation work ahead of the 2026 Olympics focused on the underground area adjacent to the start/finish zone, where 20 waxing cabins and 20 changing rooms were installed. This is a facility of fundamental importance, which was lacking in the center, and which finally allows the waxing area to be located close to the start area. The expansion and renovation of the FISI laboratory involved the construction of two additional floors to create spaces for functional assessment testing and a muscle training room. the stadium digitization project, developed in collaboration with the University of Trento and CeRiSM (Center for Research on Sport, Mountain and Health) in Rovereto; in addition to the hostel, an accommodation facility located inside the commentators' building created for the last World Championships in 2013: the spaces that are used as commentary booths during World Cup competitions are transformed into hostel rooms for the rest of the year, accommodating more than 40 beds. Finally, to complete the center, espe-
cially for use in the summer season, a roller ski track will be built, which will include a loop of approximately 2.5 km.
«These buildings were constructed using wood from the surrounding forests because certain governance decisions were made – observes forestry expert Antonio Brunori –, and such enlightened land management is by no means a given. Back in 2013, the municipality decided to apply minimum environmental criteria to promote the use of local wood, because otherwise the wood could have come from Austria or Germany. Instead, a strategic choice was made to promote local resources, issuing a call for tenders and thus giving added value to short supply chains, rather than aiming for the lowest price, which would have been more economically advantageous. This prudent strategy is at the heart of the environmental choice, which is to combine a low-impact construction technique with a material that is not only local but also comes from sustainably managed forests. “What is essential is invisible to the eye,” as Antoine de Saint-Exupéry writes in “The Little Prince,” but in reality, there is a strategic political vision to promote local resources».
«The wood for the two new buildings comes from the sawmill located half a kilometer from here, – says Antonio Brunori –, and this was possible thanks to the inclusion of a minimum distance environmental criterion in the tender, because if it had been done with the lowest bid, wood worth half a euro per cubic meter from Austria would have been used. Instead, awarding 10 points out of 100 for the lower environmental impact of the truck transporting the wood led to the use of local wood from the sawmill and these forests, both for the larch and the spruce, which come from local companies. This means not only keeping money in the area but also polluting less, and it was possible because the municipal secretary knew how to promote the project. The state, through the CAM building regulations, which are now mandatory, provides these opportunities; it's just that not all economists and officials know how to apply the law!
Thanks to the local supply chain, we know which forest the larch wood for the exterior and the spruce wood for the structural part come from and which companies produced them. This allows us to calculate the environmental impact through the carbon footprint and verify how advantageous the use of wood is compared to concrete or other materials».
The skyline around us highlights how, in some places, both Storm Vaia and the bark beetle have thinned out the forest a little, as can be clearly seen from the stumps!
What I find fascinating about this immense stadium is that—just like in forests with different shades of color given by different tree species— there are already three clearly visible levels of wood color that tell the story of the different construction periods of the Tesero Stadium: that of 2013, where the wood has lightened in the sun, the dark portal dating back to the 1990s, and then the two new buildings with the typical biscuit color of newly laid wood. There are three color levels of larch: the wood tells this story too!

FOCUS
TRENTINO ALTO ADIGE
LA FILIERA DI PEFC
CON L’ASSEGNAZIONE DELLE OLIMPIADI, LA VAL DI FIEMME DIVENTA L’UNICA LOCALITÀ NEL CIRCUITO DELLO SCI NORDICO, INSIEME A OSLO E SAPPORO, AD AVERE OSPITATO TUTTI GLI EVENTI PIÙ IMPORTANTI DEL CIRCO
BIANCO: OLIMPIADI, PARALIMPIADI, UNIVERSIADI, MONDIALI E COPPA DEL MONDO CON 3 MONDIALI E OLTRE 400 GARE INTERNAZIONALI. I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE E COMPLETAMENTO SONO IN CORSO QUANDO VISITIAMO LO STADIO DEL FONDO LAGO DI TESERO.
Tutto è incominciato con la leggendaria medaglia d’oro di Franco Nones (di Castello di Fiemme) nella 30km di fondo ai Giochi Olimpici Invernali di Grenoble 1968: un risultato strabiliante che segna una svolta nel mondo dello sci di fondo, fino a quel momento regno incontrastato dei giganti svedesi, norvegesi, finlandesi e russi. Grazie allo splendido risultato sportivo, ma soprattutto con il lavoro e la visione pionieristica nel turismo, Franco Nones condivise con altri illuminati imprenditori e sportivi l’idea della Marcialonga di Fiemme e Fassa, e il 1971 vide la nascita della prima edizione. Da allora questa gara rappresenta la più importante e famosa competizione granfondo di sci nordico in Italia e la seconda al mondo, dopo la regina, la Vasaloppet. Sull’onda di questa visione e lungimiranza nasce nel 1983 anche il Trofeo Topolino dello Sci di Fondo, e a fine degli Anni ’80, visto l’enorme interesse della Val di Fiemme nello Sci Nordico, nasce l’idea di candidare la Val di Fiemme per i Campionati del Mondo FIS di Sci Nordico . L’edizione del 1991 viene quindi assegnata alla Val di Fiemme e per la prima volta i Mon-
diali vengono organizzati a sud delle Alpi, in Trentino, praticamente nell’area mediterranea d’Europa, “dove in estate fioriscono i limoni e cresce l’ulivo” (cit. Giorgio Tononi , presidente Comitato Organizzatore Fiemme 1991).
Da allora, la valle trentina non si è mai fermata e a oggi le gare internazionali organizzate in Val di Fiemme hanno superato quota 400. A rendere speciale e unico il Tour de Ski è sicuramente la leggendaria Final Climb dell’Alpe Cermis, tutt’ora, dopo 18 anni è ancora la gara di Coppa del Mondo di Sci di Fondo più vista in televisione.
Il coronamento di questa lunga carriera nello Sci Nordico è rappresentato dall’assegnazione delle Olimpiadi Invernali del 2026 alla candidatura di Milano-Cortina. La Val di Fiemme, con gli Stadi iridati del Fondo a Lago di Tesero e del Salto a Predazzo, sarà Host Venue per le discipline nordiche (Sci di Fondo, Combinata Nordica, Salto Speciale) oltre che per le Paralimpiadi di fondo e biathlon. Un sogno che è diventato realtà per l’intera Comunità di Fiemme, una valle che fin dagli anni ’70 ha creduto nell’importanza a tutto tondo degli sport inver-
nali, investendo tempo, energie e soldi, e coinvolgendo tutti gli enti e istituzioni locali, le amministrazioni comunali, i gruppi sportivi – in primis le Fiamme Gialle e le Fiamme Oro – le società sportive e infine, ma non per ultimi, i volontari, un esercito di oltre 1000 persone che dedicano il loro tempo libero con grande passione ed efficienza alla buona riuscita di piccoli e grandi eventi sportivi della Val di Fiemme.
A Predazzo, in Val di Fiemme, sorge imponente lo Stadio del Salto costruito alla fine degli anni '80 appositamente per i campionati mondiali di sci nordico e dove nel 2026 verranno ospitate le gare dei XXV Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026
Il Centro del Salto “G. Dal Ben”, considerato tra i migliori al mondo, è divenuto famoso nel 1991 con la prima edizione dei Campionati del Mondo di Sci Nordico, quando ha ospitato le gare di Salto Speciale e Combinata Nordica; la kermesse iridata si è poi svolta in Val di Fiemme anche nel 2003 e nel 2013. Lo stadio, che comprende un totale di 6 trampolini, ospita annualmente gare
di Coppa del Mondo e nel 2013 ha ospitato le gare della XXVI Universiade invernale di Trentino 2013. Dopo il naturale entusiasmo e soddisfazione per l'assegnazione delle Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, l’amministrazione comunale di Predazzo si è fin da subito attivata mettendo a bilancio una cifra congrua per possibili studi di ristrutturazione del Centro del Salto, ben conoscendo lo stato di “salute” della struttura alla soglia dei 30 anni di vita.
Nel 2022 sono iniziati i lavori di demolizione dei due trampolini e della torre giudici e il miglioramento della strada di accesso alle strutture. Il rifacimento dei trampolini si rende necessario sia perché, dopo 30 anni le strutture erano ammalorate, ma anche per essere adeguate alle nuove omologazioni FIS. La torre giudici è stata spostata verso valle. Tutto il materiale trovato in buono stato, anche se datato è stato venduto o concesso ad altre località , così come vuole lo spirito olimpico.
STADIO DEL FONDO LAGO
DI TESERO
Il Centro del fondo e del biathlon Fabio Canal è un impianto sportivo situato in località Lago, nel comune di Tesero, in Val di Fiemme, nella provincia Autonoma di Trento. Costruito negli Anni '90 per i Campionati del Mondo di sci nordico, ospiterà le gare dei XXV Giochi olimpici invernali e Giochi paralimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Il progetto di realizzare un centro del fondo nacque a metà degli Anni '80, quando si ipotizzò la candidatura della Val di Fiemme per ospitare i Campionati Mondiali di sci nordico. L'area di Lago di Tesero venne scelta
in quanto situata al centro della valle, facilmente raggiungibile (grazie alla strada fondovalle SP232 della Val di Fiemme, appositamente realizzata in occasione della manifestazione iridata del 1991) e facilmente innevabile in caso di avverse condizioni meteorologiche e mancanza di neve naturale (lo stadio si trova vicino alla sponda sinistra del torrente Avisio, da cui può essere prelevata l'acqua necessaria per l'innevamento artificiale).
Il Centro del Fondo “Fabio Canal” a Lago di Tesero, già sede di 3 edizioni dei Campionati del Mondo di Sci Nordico e di centinaia di gare di Coppa del Mondo, è stato sottoposto ad alcuni lavori di rifacimento e miglioramento, che lo porteranno a essere una struttura ancora più efficiente e soprattutto adeguata ai nuovi standard internazionali, in modo da poter essere utilizzata e sfruttata ben oltre l’appuntamento olimpico e paralimpico del 2026. Il concetto di “legacy” e sostenibilità, richiesto fortemente dal Comitato Olimpico Internazionale e sostenuto anche dalla Fondazione Milano Cortina 2026 e dalla PAT, è ben presente in tutte le parti del progetto: l’intenzione è quella di avere una struttura il più possibile all’avanguardia e funzionale dal punto di vista sportivo, ma che ovviamente si ponga come obiettivo principale quello di essere sostenibile, e di prevedere opere che siano fruibili e sfruttabili negli anni a venire, utilizzando il centro anche in periodo non invernale.
Il referente della Provincia di Trento e architetto Marco Giovinazzi con la
Venue Manager Stadio del Fondo Marisa Giacumuzzi hanno illustrato il cantiere al gruppo di giornalisti invitato da PEFC Italia. Gli interventi principali di ristrutturazione in vista delle Olimpiadi 2026 hanno riguardato l’area interrata, adiacente alla zona partenza/arrivo dove hanno trovato spazio 20 cabine sciolinatura e 20 cabine adibite a spogliatoio. Una struttura di fondamentale importanza, che mancava al centro, e che permette finalmente di avere la zona sciolinatura in un posto vicino alla zona partenza; l’ampliamento e ristrutturazione laboratorio FISI che ha comportato la costruzione di due piani in più rispetto a quello attuale per creare degli spazi adibiti a laboratorio per test di valutazione funzionale e sala muscolatura. Con la creazione di questa struttura il Centro diventa unico a livello nazionale, e sarà utilizzato dalla FISI come centro principale della Federazione per fondo, combinata e biathlon; ancora il progetto di digitalizzazione dello stadio nato in collaborazione con l’Università di Trento e il CeRiSM (Centro di Ricerca Sport, Montagna e Salute) di Rovereto – dal 2021 è nata un’interessante collaborazione tra l’Università di Trento e il territorio della Val di Fiemme e della Val di Fassa, che ha portato all’ideazione di diversi progetti, tra cui la digitalizzazione degli stadi sportivi –; oltre all’ostello, una struttura ricettiva che si trova all’interno della palazzina commentatori creata in occasione degli ultimi Mondiali del 2013: gli spazi che durante le gare di Coppa del Mondo vengono utilizzati come cabine commento, il resto dell’anno si trasformano in stanze dell’ostello, arrivando a ospitare più di 40 posti letto.

La struttura è completa di servizi igienici, spogliatoi e docce, di una cucina e di una sala da poter utilizzare come mensa o per incontri e riunioni o come spazio comune. Infine, la pista di skiroll: a completamento del centro, soprattutto per la fruizione nella stagione estiva (da maggio a ottobre) verrà realizzata una pista da skiroll, che prevederà un anello di circa 2,5 km.
«C'era un pregevole edificio progettato per i mondiali del 2013 che già articolava bene gli spazi – ha illustrato durante la visita al cantiere del gruppo di giornalisti organizzato da PEFC Italia, l’architetto Marco Giovinazzi progettista delle due nuove strutture –, quindi noi abbiamo deciso di riprendere queste forme e di integrarle e ampliarle. Sostanzialmente i due lotti interrati ospitano la zona atleti, l'edificio della giuria e il centro federale FISI, che è nella parte più esterna.
Dal punto di vista tecnico questo volume completamente interrato è in cemento armato come i volumi seminterrati (ditta Stroppa), mentre la parte superiore è realizzata tutta in X-LAM ed è rivestita in lamiera di alluminio e doghe di legno di Larice. Sopra la porzione ipogea è stato posato uno strato di terra vegetale, quindi dal punto di vista paesaggistico è poco impattante e nello stesso tempo molto luminoso grazie a un enorme lucernaio che regala la
luce del sole. Si tratta di una grande via – un passaggio che si sviluppa su un lato con un blocco servizi –che dallo spogliatoio esce nell'arena olimpica dopo aver salito una scalinata molto bella!
Abbiamo cercato di metterci nei panni del giovane ragazzo che arriva qui a fare le Olimpiadi e vive uno dei momenti più straordinari della sua vita: quando sbuca dal terreno, percorre la scalinata e si trova nell'arena è un po' come se fosse un gladiatore romano!».
I due corpi della parte nuova sono caratterizzati dalla lamiera in alluminio e le doghe di Larice a vista. Il corpo preesistente era stato certificato PEFC già nel 2013.
«Queste costruzioni sono state realizzate con il legno che viene dai boschi intorno perché sono state fatte delle scelte di governance – osserva il dottore forestale Antonio Brunori –è non è scontata per niente la scelta di una gestione così illuminata del territorio. Il comune ha deciso di applicare i Criteri Ambientali Minimi per valorizzare il legno locale nel lontano 2013, perché altrimenti il legno sarebbe potuto venire dall'Austria o dalla Germania. Invece è stata fatta una scelta strategica di valorizzazione, passando da un bando e dando quindi un valore aggiunto alle filiere corte, invece che puntare al massimo ribasso economico che sarebbe stato economicamente più conveniente. Una strategia oculata che rappresenta il cuore della scelta ambientale, cioè unire una tecnica costruttiva a basso impatto con un materiale che oltre a essere locale viene da foreste gestite in maniera sostenibile. “L'essenziale è invisibile agli occhi” – come scrive Antoine de Saint-Exupéry ne “Il piccolo prin-
cipe”, però in realtà in tutto questo c'è una visione politica strategica di valorizzare le risorse locali». «Qui c'è la zona degli arrivi e l'edificio tribune di rappresentanza del 2013 – riprende l’architetto Marco Giovinazzi –, e l'uscita che abbiamo fatto noi per i disabili perché qui ci saranno anche le Paralimpiadi, ed ecco il lucernario che avete vesto prima percorrendo la “via” interrata. Da sopra si percepisce l'idea dello stadio che chiude completamente e crea un anfiteatro intorno a questo spazio verde su cui si affacciano i due edifici nuovi realizzati in X-LAM di Abete rosso per la parte strutturale come per la parte lamellare e i listelli di Larice per i rivestimenti esterni (rimandiamo alla ‘scheda materiali’ per i quantitativi utilizzati).
«Il legno dei due nuovi edifici viene dalla segheria che si trova a mezzo chilometro di distanza da qui – racconta Antonio Brunori – e questo è stato possibile grazie all’inserimento all'interno del bando di un criterio ambientale minimo di distanza, perché se fosse stato fatto con il massimo ribasso sarebbe stato utilizzato il legno del valore di mezzo euro al metro cubo proveniente dall'Austria, invece dare 10 punti su 100 al minore impatto ambientale del camion che trasportava il legno ha portato a usare il legno locale che viene dalla segheria e da questi boschi sia per il Larice e sia per l'Abete rosso che vengono da imprese del territorio. Questo vuol dire non solo lasciare i soldi sul territorio ma anche inquinare di meno ed è potuto avvenire perché il segretario comunale ha saputo come valorizzare il progetto. Lo Stato attraverso i CAM edilizia, che ora sono obbligatori, dà queste opportunità; soltanto che non tutti gli FOCUS
economi e i funzionari sanno come applicare la legge!
Grazie alla filiera locale sappiamo da quale bosco arriva il legno di Larice per esterni e il legno di Abete rosso per la parte strutturale e quali imprese l'hanno realizzato, e questo consente di calcolare l'impatto ambientale attraverso il carbon footprint e verificare quanto vantaggioso è l'uso del legno rispetto al cemento amato o altri materiali».
Passeggiando per Rovereto la sera prima il Segretario Generale PEFC Italia – che è anche il fondatore
SCHEDA MATERIALI STADIO DEL FONDO DI TESERO
dell’associazione – ci aveva mostrato le impronte delle conchiglie sulle lastre di pietra sulle quali camminavamo sotto i portici, affermando davanti allo stupore di tutti che “l'occhio vede quello che la mente conosce”!
«Tornando a quello che si diceva a proposito dei fossili sulle rocce sedimentarie, cominciate a guardare lo skyline perché è evidente come in alcuni punti sia la Tempesta Vaia sia il Bostrico abbiano un po' diradato il bosco, lo si vede chiaramente dalle ceppaie!».
AZIENDA: STROPPA COSTRUZIONI s.r.l.
L’azienda con sede legale in Via Caverna n.5 – 38050 –Telve (Trento) e sede operativa in loc. Frate n. 4 – 38050 – Scurelle (Trento), opera nel settore civile-residenziale e industriale su tutto il territorio provinciale per commesse private e pubbliche. È impegnata nella realizzazione del nuovo edificio EX TRIBUNE e del nuovo edificio FISI a Lago di Tesero per l’evento MICO 2026.
MATERIALI IMPIEGATI – LEGNO: EDIFICIO EX TRIBUNE
Il secondo solaio e la copertura dell’edificio EX TRIBUNE sono stati realizzati con pannelli di tipo X-LAM. L’orditura principale della copertura invece impiegando il lamellare in Abete. Le facciate vetrate, a nord e a sud, del nuovo edificio sono state realizzate con legno lamellare di Larice. I pannelli XLAM e il legno lamellare di Abete e Larice sono stati forniti dall’azienda FAL di Brugnara e Chistè di Lavis. Si allegano le certificazioni di provenienza del materiale e la certificazione PEFC. I prospetti ovest ed est del nuovo edificio sono stati invece rivestiti in listelli di Larice. Il materiale in questo caso è stato fornito dall’azienda Berti Legnami di Castello di Fiemme. Il materiale proviene dalla Val di Fiemme. Si allegano le certificazioni di provenienza del materiale e la certificazione PEFC.
Io di questo immenso stadio trovo affascinante che – proprio come nei boschi con diverse gradazioni di colore date dalle diverse essenze arboree – ci siano già ben evidenti tre livelli di cromie di legno che raccontano i diversi periodi costruttivi dello Stadio di Tesero: quello del 2013 sul quale col sole il legno si è schiarito, il portale scuro risalente agli Anni ’90 e poi i due edifici nuovi con il tipico color biscotto del legno appena posato. Ci sono tre livelli cromatici di Larice: racconta anche questo il legno!
EDIFICIO FISI
Il secondo solaio e la copertura dell’edificio FISI sono stati realizzati con pannelli di tipo X-LAM. L’orditura principale della copertura invece impiegando il lamellare in Abete.
Le facciate vetrate, a nord e a sud, del nuovo edificio sono state realizzate con legno lamellare di Larice.
I pannelli XLAM e il legno lamellare di Abete e Larice sono stati forniti dall’azienda FAL di Brugnara e Chistè di Lavis (certificazioni di provenienza del materiale e certificazione PEFC). I prospetti ovest ed est del nuovo edificio sono stati invece rivestiti in listelli di Larice. Il materiale in questo caso è stato fornito dall’azienda Berti Legnami di Castello di Fiemme. Il materiale proviene dalla Val di Fiemme (certificazioni di provenienza del materiale e certificazione PEFC).
In totale sono stati impiegati circa:
● 1443 m2 di pannelli X-LAM
● 19,5 m3 di legno lamellare in Abete;
● 36 m3 di legno lamellare in Larice;
● 344 m2 di listelli in Larice.
In queste immagini le due nuove costruzioni realizzate completamente in legno locale certificato allo stadio del fondo di Tesero in località Lago in Val di Fiemme. L'impianto generale che comprende anche una porzione ipogea ha un impatto gentile sul territorio e si caratterizza come un grande prato ad anfiteatro. In particolare l'immagine in alto nella seconda pagina di questo servizio esprime attraverso il colore del legno tre epoche temporali: il portale scuro degli Anni '90, l'intervento del 2013 schiarito dal sole e quello nuovo rivestito con doghe di Larice e lamiera di alluminio. (fotografie di Silvia Gerbino).

FOCUS TRENTINO
ALTO ADIGE
LA FILIERA
DI PEFC
UN’ALTRA VALLE HA CARATTERIZZATO IL TOUR PEFC ITALIA DELLO
SCORSO ANNO, A LIVINALLONGO, IN PROVINCIA DI BELLUNO,
PARTE DEL PROGETTO “ANCORA NATURA PER IL COL DI LANA ” PER DARE NUOVA VITA ALLE FORESTE DOPO VAIA E IL BOSTRICO, ESSENDO STATO PARTICOLARMENTE COLPITO IL TERRITORIO ALTOATESINO.
I boschi del Col di Lana, in provincia di Belluno, devastati dalla tempesta Vaia e dall’insetto bostrico, rinascono grazie al progetto di riforestazione e rigenerazione “Ancora Natura per il Col di Lana”, realizzato da PEFC Italia, Rete Clima e Coldiretti Belluno, grazie ai fondi dell’8x1000 dell’Istituto Italiano Buddista Soka Gakkai. Prevista la messa a dimora di oltre 5.000 piante, piantate con tecniche innovative come quella delle “culle”, oltre a interventi volti a ripristinare il ruolo sociale, economico e turistico delle foreste.
Le foreste venete – danneggiate dalla tempesta Vaia dell’ottobre 2018 e dall’infestazione del coleottero lignicolo bostrico – rinascono grazie al progetto di rinaturalizzazione “Ancora Natura per il Col di Lana”, attraverso interventi di riforestazione e rigenerazione che prevedono la messa a dimora di oltre 5.000 nuove piante mediante metodologie innovative e integrate con la natura.
Promossa da PEFC Italia ( Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), ente promotore della gestione sostenibile del patrimonio forestale, e Rete Clima, ente tecnico che da oltre 10 anni realizza progetti ESG e specifici pro-
getti forestali per far rinascere le foreste danneggiate, destinandole a una gestione sostenibile certificata PEFC e in grado di garantire servizi ecosistemici, apportando inoltre nuove risorse alle comunità locali, mettendo a punto un modello replicabile anche in altri contesti.
SUL COL DI LANA
Il Col di Lana è uno dei massicci piu importanti del comprensorio delle Dolomiti. Il manto forestale, in parte ricostruito già dopo la Prima Guerra Mondiale, ha purtroppo subìto gravi lesioni negli ultimi anni. Il Comune di Livinallongo del Col di Lana (Belluno) è tra i territori che più hanno risentito degli effetti di Vaia, la tempesta che nel 2018 ha abbattuto in tutto il Nord Italia circa 42.500 ettari di foreste, creando danni a lungo termine. La grande quantità di piante distrutte dalla tempesta e l’aumento delle temperature causato dal cambiamento climatico hanno poi alimentato una severa infestazione di Bostrico («Ips typographus»): si tratta di un piccolo coleottero endemico nelle foreste di Abete Rosso, ma che in presenza di grandi quantità di piante in stato di sofferenza diventa epidemico e attacca anche gli
Abeti sani, portandoli alla morte in breve tempo. In tempi climatici normali – spiega il PEFC – il bostrico avrebbe un ciclo riproduttivo all’anno, ma a causa delle recenti temperature primaverili e autunnali molto elevate riesce a riprodursi fino alla terza generazione.
Il progetto “Ancora Natura per il Col di Lana” risponde quindi alla necessità di ricostituire la morfologia delle foreste dell’area e di ripristinarne il valore ambientale, economico, sociale e turistico. Alla rimozione in sicurezza del materiale legnoso, segue la vera e propria riforestazione, che prevede l’utilizzo di oltre 5.000 piante tra Pino cembro, Larice e Faggio. In particolare, viene utilizzata la tecnica innovativa delle "culle", o capisaldi, che consentono di proteggere le piante dagli animali senza ricorrere a recinzioni costose e soprattutto impattanti, restituendo alle foreste un ambiente più resiliente ed eco-sostenibile, in armonia con la natura.
Come ha spiegato Orazio Andrich, Dottore forestale che ha progettato e diretto i lavori di riforestazione, «attorno ai nuclei di rimboschimento sono state realizzate delle protezioni
con il materiale legnoso residuo dal recupero delle piante schiantate da Vaia.
Per queste protezioni si era individuato nel progetto il nome di ‘capisaldi’, con un richiamo storico alle vicende di guerra. Poi la loro realizzazione, adattata alle condizioni del posto e alla disposizione delle piantine da proteggere e quindi alla forma del cerchio o dell’ovale, ha richiamato l’immagine delle ‘culle’, nota a tutti come ‘difesa’ permeata d’attenzione e di cura».
La messa in sicurezza e l'asportazione del legname ancora a terra è il primo step per contrastare la diffusione del Bostrico, a cui segue la nuova forestazione che restituisce alla comunità locale il suo patrimonio naturale. I percorsi ESG (Environmental, Social, Governance) del partner Rete Clima hanno l’obiettivo in prospettiva di coinvolgere imprese locali e non, con la finalità di replicare l'intervento di piantagione e di gestione forestale nella medesima area e anche in altre aree limitrofe. Le opere di riforestazione sono inol-
COLDIRETTI BELLUNO
https://belluno.coldiretti.it
tre pensate per ridurre anche il rischio idrogeologico nell’area in supporto ai paravalanghe già esistenti o in corso di ripristino da parte di Veneto Strade.
Oltre alle aziende private che supporteranno la diffusione delle aree riforestate nei prossimi anni, il progetto vede la partecipazione di istituzioni e scuole della zona, per una rigenerazione del patrimonio forestale che sia partecipata e coinvolgente per tutte le comunità locali. I boschi oggetto di riforestazione hanno infatti anche una nuova missione: quella di raccontare il territorio attraverso un vero e proprio storytelling on site, con una cartellonistica – realizzata in collaborazione con l’Istituto Agrario “Antonio Della Lucia” di Feltre – che accompagni i visitatori, informandoli e avvicinandoli alle buone pratiche ambientali e alla storia del luogo. In particolare gli studenti e le studentesse hanno partecipando alla realizzazione di sei bacheche informative che sono poi state installate lungo i 4 km del sentiero riqualificato.
Il tracciato si snoda sulle propaggini meridionali del massiccio del Col di Lana, con punto di partenza e di arrivo nell’area del Pian della Lasta, presso l’ex-Rifugio – Museo di guerra nei pressi di Livinallongo, in modo tale da costituire un percorso completo, imperniato attorno alle zone in cui sono stati eseguiti i rimboschimenti.
È stato previsto l’inserimento di nove panchine in legno, in siti significativi per la vicinanza a punti di interesse, come rimboschimenti realizzati, pannelli, punti panoramici.
“Ancora Natura per il Col di Lana” non si propone soltanto di porre rimedio ai danni causati da Vaia e dalla infestazione del Bostrico, ma vuole anche sensibilizzare cittadini e aziende sul fondamentale ruolo che le foreste rivestono nella battaglia contro il cambiamento climatico e sulla necessità di promuovere e adottare pratiche ambientali sostenibili», ha sottolineano Marco Bussone , Presidente PEFC Italia , e Antonio Brunori , Segretario Generale PEFC Italia
Coldiretti è una forza sociale che rappresenta le imprese agricole e valorizza l’agricoltura come risorsa economica, umana e ambientale. Da alcuni anni si occupa di gestire un gruppo di certificazione forestale denominato “Foresta Amica” che certifica annualmente circa 25.000 ettari di superficie forestale sia pubblica che privata secondo lo standard PEFC.
PEFC ITALIA
PEFC Italia è un’associazione senza fini di lucro che costituisce l’organo di governo nazionale del sistema di certificazione PEFC ( Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), cioè il Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale. Il PEFC è un’iniziativa internazionale basata su una larga intesa delle parti interessate all’implementazione della gestione forestale sostenibile a livello nazionale e regionale. Partecipano allo
sviluppo del PEFC i rappresentanti dei proprietari forestali e dei pioppeti, organizzazioni ambientaliste, dei consumatori finali, degli utilizzatori, dei liberi professionisti, della ricerca, del mondo dell’industria del legno e dell’artigianato. Tra i suoi obiettivi si segnala quello di migliorare l'immagine della selvicoltura e della filiera foresta–legno-carta, fornendo di fatto uno strumento di mercato che consenta di commercializzare legno, carta e prodotti della foresta derivanti da boschi e impianti gestiti in modo sostenibile.

FOCUS
TRENTINO
ALTO ADIGE
LA FILIERA DI PEFC
«Per il numero di alberi piantati, le specie selezionate e le tecniche innovative utilizzate, il progetto si pone come una best practice per affrontare sfide importanti con soluzioni concrete e integrate con l'ecosistema circostante, per proteggere la biodiversità, gestire responsabilmente le risorse naturali e sviluppare soluzioni per l’adattamento al climate
change», aggiunge Paolo Viganò , Presidente e fondatore di Rete Clima
«La grande forza di questo progetto è stata proprio la capacità di fare rete e di coinvolgere in modo sinergico i vari soggetti del territorio, dai proprietari forestali (comune di Livinallongo) alle aziende agricole in grado di diventare dei veri e propri giardinieri dell'ambiente, dalla scuola alle aziende vivaistiche che hanno fornito le piante da mettere a dimora. La capacità di ‘ascoltare’ quello che il bosco ci dice, il saper cogliere quello che la natura avrebbe fatto al posto nostro con una tempistica più lunga. Noi non abbiamo fatto altro che accelerare il processo naturale»,
sottolinea Chiara Bortolas , Presidente Provinciale di Coldiretti Belluno
Il progetto “Ancora Natura per il Col di Lana” è stato presentato in occasione del Press Tour 2024 realizzato grazie alla collaborazione del Comune di Livinallongo, dell’Unità Organizzativa Fitosanitario - Ufficio ispezioni e controlli fitosanitari di Treviso e Belluno e della Direzione Foreste, Selvicoltura e Sistemazioni Idraulico Forestali della Regione Veneto
All’organizzazione e allo svolgimento del viaggio stampa hanno partecipato: il Centro Consorzio Legno Veneto, la Scuola del Legno di Sedico, la ditta Saviane F.lli di Pompeo s.r.l..
IL TOUR PEFC ITALIA DEL 2023 AVEVA GIÀ TRATTATO DELLE FORESTE DOPO VAIA E IL BOSTRICO, UNA VICISSITUDINE CHE È DIVENTATA INSEGNAMENTO. IN PARTICOLARE, TRENTINO SVILUPPO DUE ANNI FA INAUGURÒ I NUOVI SPAZI DI CO-WORKING A ROVERETO E L’ARREDAMENTO FU REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON LA FILIERA SOLIDALE PEFC CON LEGNAME CERTIFICATO E RECUPERATO DALLE PIANTE ATTACCATE DAL COLEOTTERO BOSTRICO.
A Rovereto il co-working di Trentino Sviluppo è stato realizzato con arredamento da legname della Filiera Solidale PEFC. Contribuire a sostenere il settore forestale del Nord Italia con l’acquisto del legname proveniente dalle piante attaccate dal Bostrico e sensibilizzare i consumatori nello scegliere prodotti provenienti dalla Filiera Solidale PEFC, per sostenere la ricostituzione delle foreste colpite nel 2018 dalla tempesta Vaia e successivamente dal Bostrico.
È con questo obiettivo che Trentino
Sviluppo e PEFC Italia, l’ente promotore della corretta e sostenibile gestione del patrimonio forestale, hanno presentato a Rovereto gli spazi di co-working in Progetto Manifattura (inaugurati nel 2023), polo di innovazione green di Trentino Sviluppo dove torniamo alla fine del tour di quest’anno.
Gli ambienti, completamente ristrutturati e pensati per ospitare startup, imprese e professionisti accomunati dall’approccio innovativo ai propri
settori di riferimento, si trovano al piano terra dello storico edificio Orologio. Durante i lavori di ammodernamento, particolare attenzione è stata posta rispetto al tema dell’economia circolare: gli arredi, in particolare sono stati realizzati con il legname certificato della Filiera Solidale PEFC. L’area è infatti impreziosita da una pedana in legno di Abete, per valorizzare gli spazi e offrire agli utenti una struttura innovativa e sostenibile dove lavorare. Si tratta di legname recuperato dalle piante
attaccate dal coleottero Bostrico («Ips typographus»), che a seguito dei danni provocati dalla tempesta Vaia nel 2018 sta causando ulteriori gravi danni alle foreste dolomitiche. La tempesta Vaia nell’ottobre 2018 ha infatti colpito pesantemente le foreste nell’area compresa fra Friuli Venezia Giulia e Lombardia, con oltre nove milioni di metri cubi di legno schiantato, quantitativo pari a quanto sarebbe stato ordinariamente prelevato in otto anni di attività di gestione del bosco. Proprio a causa della grande quantità di piante distrutte e delle siccità estive del 2021 e 2022, si è sviluppata nella zona una forte infestazione di Bostrico, piccolo coleottero che è legato all’Abete rosso («Picea abies»), la specie forestale più importante per le foreste alpine e dolomitiche. Il Bostrico è una presenza endemica nelle foreste di Abete rosso ma in situazioni di crisi con presenza di grandi quantità di piante in stato di sofferenza diventa epidemico e attacca anche piante sane. I proprietari forestali delle aree colpite sono in forte difficoltà non solo per il bisogno di ricostituire il bosco con piantagioni resilienti alle avversità, ma anche per la necessità di prele-
vare in poco tempo grandi qualità di legname prima che questo subisca danni tecnologici. Fin dal dicembre 2018 PEFC Italia ha lanciato la Filiera Solidale per promuovere l’acquisto a un prezzo “equo”, di legname proveniente dagli schianti. Dal 2023 il progetto si è aperto anche al legname proveniente da danni successivi agli schianti, come quello da attacchi parassitari, per aiutare i proprietari forestali che, a distanza di poco più di quattro anni, vedono erodere nuovamente il valore del loro capitale naturale, sensibilizzando gli attori lungo la filiera e i consumatori finali.
L’arredo dello spazio del coworking di Trentino Sviluppo, realizzato dall’azienda ZADRAinterni con legname della Filiera Solidale PEFC, dimostra quindi come il legname proveniente dalle piante morte per l’attacco del Bostrico sia in grado di mantenere nel breve periodo un’alta qualità e possa essere utilizzato per gli scopi più nobili della falegnameria, valorizzando la sua storia.
Si tratta di un segnale importante, un’attività che conferma la capacità della filiera locale di reagire alle situazioni di crisi provocata da Vaia prima
e dal Bostrico poi, testimoniando che la società è disponibile a sostenere e promuovere la filiera forestale locale. «Negli ultimi anni Trentino Sviluppo ha investito in modo significativo sul tema delle startup e delle piccole e medie imprese innovative, con programmi e percorsi di formazione dedicati. Per questo motivo, era fondamentale predisporre un nuovo spazio dove queste realtà potessero lavorare e, perché no, anche fare massa critica e rete tra loro», spiega Alberto Turchetto, direttore dell’Ambito Imprese di Trentino Sviluppo In Trentino, le foreste sono certificate secondo lo schema PEFC per la Gestione Forestale Sostenibile per oltre il 70% e contribuiscono in modo importante alla stabilità dei versanti, alla regolazione del ciclo dell’acqua e all’assorbimento di anidride carbonica. Le foreste trentine custodiscono anche un importante patrimonio di biodiversità, caratterizzano il paesaggio e producono legname, materia prima rinnovabile, che prolunga lo stoccaggio del carbonio assorbito dalle piante. La gestione forestale sostenibile secondo il sistema PEFC con verifica di parte terza mantiene le funzioni e migliora la qualità del bosco.
RETE CLIMA IMPRESA SOCIALE www.reteclima.it
Rete Clima è un Ente tecnico che dal 2011 accompagna le Aziende in percorsi di sostenibilità e di decarbonizzazione, dando corpo ai temi ESG dentro le Organizzazioni. Rete Clima supporta la Governance e l’azione sostenibile delle Aziende misurando il loro livello di circolarità e di sostenibilità, sviluppando e supportando l’attuazione della loro strategia ESG, coinvol-

gendo gli stakeholder nei progetti sostenibili, aiutando la decarbonizzazione delle Organizzazioni verso la carbon neutrality e – in prospettiva – verso il net-zero. Rete Clima sviluppa inoltre progetti forestali in Italia nell’ambito della Campagna Foresta Italia, che mira a tutelare, ripristinare o sviluppare le foreste in Italia grazie al sostegno delle Aziende che vogliono investire nel capitale naturale nazionale e nella promozione della biodiversità in Italia.

Le opere di Mario Ceroli richiamano l'arte antica e la cultura pop, creando oggetti che evocano confusione metafisica. Le sedie a spalliera richiamano De Chirico, mentre tavolini e mobili presentano decorazioni sacre e abilità artigianale.
Ceroli descrive il suo arredamento come sculture da usare, enfatizzando la relazione tra oggetto e persona. Nella sua mostra “Teatro domestico”, ogni elemento racconta una storia tra antico e contemporaneo, invitando l'osservatore a riflettere sullo spazio e sull'anima degli oggetti.
Mario Ceroli, nato nel 1938, è uno dei grandi artisti italiani del secondo ‘900, noto non solo per le sue opere d’arte soprattutto scultoree, ma anche per i suoi allestimenti scenografici, pensati per il teatro, il cinema, la televisione oltre che per le pubblicità. Meno conosciuta è però la sua attività come designer: sono molteplici i complementi d’arredo creati dall’artista, dalle sedie ai tavoli, dalle poltrone ai letti, pezzi che
CARROZZERIA900, SPAZIO MILANESE IN CUI DAL 2011 LA PASSIONE DEL DESIGN PRENDE FORMA, DIVENTANDO IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI CERCA PEZZI UNICI DI MODERNARIATO, PRESENTA DAL 19 NOVEMBRE AL 20 DICEMBRE 2025 LA MOSTRA MARIO CEROLI - TEATRO DOMESTICO, PROPONENDO LA RICOSTRUZIONE DI UN AMBIENTE CON COMPLEMENTI DI ARREDO IN LEGNO GREZZO A FIRMA DI MARIO CEROLI, IN CUI IL MOBILIO REALIZZATO DALL’ARTISTA SI ESPRIME AL MEGLIO DELLE SUE CAPACITÀ SCENICHE.
non decorano ma rendono visibile la vita segreta della materia, realizzati soprattutto in legno e accomunati da un interesse per il lavoro manuale artigiano che si può riscontrare anche nelle sue opere d’arte, tratto distintivo del rifiuto di Ceroli per la distinzione tra le discipline.
La mostra Mario Ceroli - Teatro domestico vuole proprio raccontare questa parte della sua produzione esponendo gli arredi appartenenti alla serie “Mobili della Valle” disegnata negli anni ’70 da Ceroli per l’azienda Poltronova e realizzati a mano in legno di Pino di Russia Originariamente questi pezzi si trovavano tutti nella stessa casa di campagna, acquistati dai proprietari grandi appassionati di design; a seguito della vendita della casa i mobili sono arrivati presso Carrozzeria900 che ha deciso di rendere omaggio a questa collezione ricostruendo in studio una possibile soluzione d’arredo e mostrando così al pubblico gli oggetti di Ceroli con la loro funzione pratica e non solo
estetica in un “teatro domestico” che racconta silenziosamente simboli e tracce di vita e in cui i fruitori e i mobili diventano protagonisti. Il rapporto di Mario Ceroli con il legno è quello di un artista che ha fatto di questo materiale il suo principale mezzo espressivo, amandone profondamente la consistenza, il colore e l'odore. Il suo approccio al legno è caratterizzato da una sperimentazione che va oltre la scultura, abbracciando anche il design di ambienti e scenografie. Ha trovato nel legno un materiale sensuale e fondamentale per l'umanità, che gli ha permesso di esplorare e rappresentare la natura e la cultura
In mostra ci sono varie sedie, tavoli, divani, una cassettiera, una poltrona e la struttura di un letto, tutti parte della collezione “Mobili della Valle” che trae ispirazione da una serie di 20 dipinti realizzati da Giorgio De Chirico, dove l’artista crea scene volutamente stranianti posizionando oggetti comuni in contesti irreali, portando l’osservatore a riflettere sulla








MARIO CEROLI
retorica del mobile come archetipo dell’intimità e del vissuto familiare e innescando dei processi di percezione inconscia che trasformano l’oggetto d’arredo in segno, simbolo. Le forme ideate da Ceroli poi giocano sul continuo richiamo all’arte antica così come alla cultura pop: sono oggetti che rimandano a un qualcosa che si conosce già, accrescendo così il senso di confusione metafisica di chi li guarda.


Le sedie a spalliera sono il mobile che più ricalca l’immaginario dechirichiano, nelle loro forme allungate si possono riconoscere i manichini tanto cari al pittore greco. Ci sono poi un tavolino basso con un piano in vetro e due tavoli con una decorazione che riproduce una rosa dei venti da cui emerge una sacralità di proporzioni simile a quella del mondo classico o medievale, in cui si riconosce anche l’abilità tecnica dell’artigiano che costruisce mobili in cui la levigatura del legno e il suo perfetto incastro sono fondamentali Infine le cassettiere, i divani e le poltrone presentano giochi di pieni e di vuoti dove la materia lignea vibra e il letto, con la sua decorazione antropomorfa, richiama i grandi arredi antichi. In mostra anche una scultura
in legno che rappresenta un sole fuori dalla finestra, un gioco in cui verità e finzione si incontrano. Mario Ceroli, interrogato sulla sua produzione di designer, ha affermato: «L’industria ha riscoperto l’arredamento che ho disegnato per me. La sensibilità data a un prodotto come il mio, che è meno confortevole di un oggetto d’arredo progettato da un arredatore, è una sensibilità diversa. In un oggetto d’arredo disegnato da un designer, è una cosa diversa.
Nell’arredo del designer manca la relazione fra l’oggetto e la persona. Nel mio arredamento si trova questo tipo di relazione, forse anche a causa di questa mancanza di comfort... l’uso del legno grezzo contribuisce a creare questa relazione. Questi arredi






sono, per me, sculture da toccare, da usare. Questo è il rapporto con i miei arredi».
Con un linguaggio riconoscibile e sempre personale, Ceroli non si limita a occupare lo spazio ma lo trasforma in visione, costruendo un universo in cui ogni elemento racconta una storia sospesa tra l’antico e il contemporaneo, tra il quotidiano e il sacro. Nel suo “Teatro domestico”, ricostruito a Carrozzeria ‘900, ogni oggetto è parte di una coreografia silenziosa in cui le forme dialogano tra giochi di volumi, ombre e
proiezioni e gli arredi appaiono come attori in equilibrio tra immobilità e movimento, congelati in un istante narrativo e pronti a riprendere vita attraverso lo sguardo che li incontra, portando l’osservatore a riconsiderare il modo in cui abitiamo lo spazio e a riconoscere anche nelle cose la presenza duratura di un'anima Carrozzeria900 è un progetto che ha inizio nel 2011, all’interno di uno spazio dallo spirito essenzialmente pratico e funzionale, tipico di una carrozzeria, a cui si unisce la passione per il design: così nasce Car-
MARIO CEROLI'S WORKS DRAW ON ANCIENT ART AND POP CULTURE, CREATING OBJECTS THAT EVOKE METAPHYSICAL CONFUSION. THE BACKREST CHAIRS ARE REMINISCENT OF DE CHIRICO, WHILE THE TABLES AND FURNITURE FEATURE SACRED DECORATIONS AND CRAFTSMANSHIP.
CEROLI DESCRIBES HIS FURNITURE AS SCULPTURES TO BE USED, EMPHASIZING THE RELATIONSHIP BETWEEN OBJECT AND PERSON. IN HIS EXHIBITION “TEATRO DOMESTICO” (DOMESTIC THEATER), EACH ELEMENT TELLS A STORY BETWEEN ANCIENT AND CONTEMPORARY, INVITING THE OBSERVER TO REFLECT ON THE SPACE AND SOUL OF OBJECTS.
Carrozzeria900, a Milanese space since 2011, presents the exhibit

rozzeria900, il negozio di riferimento a Milano per mobili di design e modernariato. È un luogo che ha più anime, che va oltre il semplice concetto di negozio. Per chiunque ricerchi pezzi unici è sicuramente un punto di riferimento nel mondo del Modernariato, una tappa obbligata dei pellegrinaggi alla ricerca di quel pezzo introvabile e irrinunciabile: quella poltrona che trasforma una stanza in un salotto, quella lampada che non illumina semplicemente ma da un colore, un carattere a uno spazio.
"Mario Ceroli - Teatro domestico" from November 19 to December 20, 2025. The show features a reconstruction of a setting with raw wood furniture designed by Mario Ceroli, a prominent Italian artist known for his sculptures and scenic designs.
Ceroli, born in 1938, also created various furniture pieces that reflect his artisanal approach, blurring the lines between art and design. This exhibition focuses on his "Mobili della Valle" series from the 1970s, handmade in Russian pine for Poltronova. Originally in a private country house, these pieces highlight the practical and symbolic functions of furniture in a “domestic theater.”
Ceroli's deep connection with wood as a sensual and essential material allows him to explore nature and culture through his designs. The exhibit includes multiple furniture items inspired by Giorgio De Chirico’s paintings, prompting reflections on domesticity and the unconscious perceptions of furniture as symbols of intimacy.


NESSUNO NASCE TUTTOLOGO
Le competenze che attuano la Conservazione Preventiva nei programmi di tutela del legno sono numerose e nessuna è in grado, da sola, di raggiungerne gli obiettivi. Questi si realizzano compiutamente solo se entrano in gioco tutte le professioni dedicate, ognuna operando

2° PARTE
GIANFRANCO MAGRI , PERITO ESPERTO PER DANNI CAUSATI DA TARLI, TÈRMITI, UMIDITÀ NEI BENI CULTURALI E CIVILI, CON LA SUA
RUBRICA ARTIS SERVARE PROPONE LA II PARTE SULLA DURABILITÀ (LA PRIMA È STATA PUBBLICATA SUL NUMERO 392) TRATTANDO DI
RISTRUTTURAZIONE, QUINDI DELLA CONSERVAZIONE CHE RAPPRESENTA L’ANIMA DEL GRUPPO OLYMPO E L’INTERFACCIA PROCEDURALE DELLA PROGETTAZIONE DI GQL (GRUPPO QUALITÀ LEGNO) DI CUI LUI È IL SEGRETARIO. PER APPROFONDIRE IL TEMA, RIMANDIAMO ALLA RUBRICA LIGNUM SERVARE SUI PROSSIMI NUMERI 53 E 54 DI STRUTTURA LEGNO.
con competenza, con gli stoccaggi, le lavorazioni, le progettazioni e le edificazioni, con carpenterie, manufatti di arredo e d’arte (Figura 1). Ciò, per assicurare protezione e durabilità del legno nel tempo, secondo una visione olistica e sinergica, che coordini, in un unico programma, tutte le professionalità competenti. È un programma che esclude gerarchie di merito e accomuna le professioni in un’unica comunità di intenti Non facile da attuare, perché spesso i professionisti aderiscono alle Associazioni, per tutelarsi, ma non sono propensi a condividere le esperienze con catene consortili che, pur sostenendo gli interessi di categoria, perseguano anche finalità più ampie (Figura 2)
Questa barriera può essere superata con un radicale cambio di mentalità, frutto di una rivoluzione culturale, per colmare la generale scarsità
tura del legno; ciò richiede impegno, tempi lunghi e sforzi dedicati da parte di istituzioni e centri di cultura.
Se si chiede a un professionista specializzato nel legno quali siano, al netto delle motivazioni di interesse e successo, gli scopi ideali che si pre-

figge con la sua attività, la risposta immediata potrebbe essere:”Eseguire al meglio quanto mi è richiesto”; difficilmente sarà: “Contribuire ad assicurare la durabilità del legno nel tempo”.
Pure, ciò dovrebbe essere sentito come una responsabilità irrinunciabile, per uscire dalla logica fattuale ed entrare in un approccio più composito:
• Relazionale: per dare importanza alle connessioni umane e all'interazione, superando la sola risoluzione di problemi.
• Creativa: per generare nuove idee e soluzioni originali, uscendo da schemi rigidi e azioni prevedibili.
• Strategica: per guardare al quadro d'insieme e pianificare a lungo termine, invece di concentrarsi solo sull'azione immediata.
• Culturale : per considerare l'impatto e il significato di un'azione all'interno di un sistema di valori condiviso (Figura 3).

Progettista e Direttore lavori non sono responsabili di come il legno sia stato curato precedentemente, contro le infestazioni xilofaghe, ma hanno una responsabilità nei confronti del committente: mettere in opera e mantenere carpenterie sane Per esserne sicuri, occorre:
• Proteggere in cantiere le carpenterie dalle intemperie con coperture provvisorie, e, ultimata la fondazione, rimuovere i cassonetti lignei, che potrebbero essere infestati da tèrmiti.
• Disinfestare a terra le carpenterie nuove prima della messa in opera, anche se apparentemente sane, perché potrebbe avere infestazioni occulte, che manifesterebbero gli sfarfallamenti solo dopo anni (Figura 4)

Convincere il committente, nelle ristrutturazioni, a disinfestare anche le carpenterie già in opera, per escludere future re-infestazioni crociate, che renderebbero problematica l’attribuzione delle responsabilità
che, come nel classico gioco del cerino , passerebbero di mano in mano, dal committente, al costruttore, al progettista, al fornitore, in un percorso a ritroso; alla fine uno solo si scotterebbero le dita, ma tutti avrebbero palesato la propria incompetenza (Figura 5)

Diverse tipologie di manufatti richiedono che gli interventi di cura vengano effettuati con differenti tecnologie e metodologie specificamente dedicate. Spesso si forza l’uso di tecnologie non dedicate, perché si dispone solo di quelle (Figura 6).
Per stare al concreto, alla fine della filiera del legno, dopo le fasi di lavorazione, stoccaggio, progettazione, abbiamo quelle di realizzazione in cantiere.
• Mettere in sicurezza tutte le carpenterie con bio-deterrente antitarlo, per garantirne la protezione da attacchi xilofagi per due anni. Spiegare al committente che il mantenimento è compito suo, tramite l’ ordinaria manutenzione , ri-applicando ogni due anni il bio-deterrente antitarlo.
L’osservanza di queste norme mette al riparo da future contestazioni ,


Il disinfestatore coscienzioso si avvale solo di tecnologie e metodologie che rispettino l’integrità dei manufatti . Il disinfestatore specializzato dispone di tutte le tecnologie dedicate
Il disinfestatore professionale conosce e applica con rigore i protocolli d’impiego di ogni tecnologia, certificati in laboratorio per parametri di tempo e valori ambientali precostituiti e invariabili (Figura 7)
Il disinfestatore accorto adotta apparecchiature di controllo sulle variabilità dei parametri, applicandole a ogni manufatto, o gruppi di manufatti contestualmente sottoposti allo stesso processo di disinfestazione. Il disinfestatore perspicace non si limita a disinfestare, ma provvede anche a mettere in sicurezza i manufatti, applicando tutte le misure chimiche e meccaniche necessarie.

Il disinfestatore serio diffida delle gare d’appalto che considerano il prezzo a prescindere dalla qualità, anziché sottoporli a valutazione paritetica.
In questo modo, inserisce il suo ruolo nei criteri più ampi della Conservazione Preventiva, per contribuire, con azioni protettive e preventive, alla durabilità del legno nel tempo (Figura 8).


Richiedono senso di responsabilità, spirito di servizio e visione d’insieme. Questo dovrebbe essere, non un atteggiamento mentale espresso dal singolo, ma un valore culturale collettivo
Per chi volesse approfondire il tema, rimandiamo alla rubrica LIGNUM SERVARE sui prossimi numeri 53 e 54 di StrutturaLegno
La durabilità del legno travalica i confini di qualsiasi intervento contingente con scopo primario, o esclusivo, di risolvere problemi che dipendono da specifiche circostanze. Ciò che la rende possibile va oltre le contingenze nella sequenza dei problemi da risolvere , perché attenta anche ai bisogni da soddisfare Questi non sempre sono consapevoli ed espressi dal committente e non sempre vengono percepiti dal professionista, che, invece, dovrebbe farsene mentore (Figura 9).
Nei cicli formativi di Istituti e Atenei per professionisti della progettazione e della cantieristica, i programmi che riguardano il legno sono frammentati e lacunosi; fra gli specialisti autorevoli è diffusa la convinzione che la cultura del legno sia debole in Italia, mentre una parte degli operatori, purtroppo, non si pone il problema. La contingenza non impone neces-

sariamente profonda consapevolezza e cultura (Figura 10)
Nell’ambito dei Beni Culturali e della conservazione il problema non si pone, perché la cultura del legno è un tipico retaggio dei conservatori , i cui programmi formativi si fondano sulle linee guida di Giovanni Urbani.
Le difficoltà nascono, anche per i conservatori, quando devono rapportarsi con il mercato , non preparato e non in grado di capire i bisogni veri della conservazione, che vanno oltre la contingenza dei problemi da risolvere.
Istituti tecnici e Atenei dovrebbero porsi questo problema e, per colmare le lacune dei programmi formativi, farsi promotori di una cultura del legno rivoluzionaria rispetto al passato.
L’auspicio è che i professionisti del legno possano divenire, come i conservatori, non solo operativi, ma anche consapevoli guardiani della sua durabilità nel tempo (Figura 11)

WOOD DURABILITY OVER TIME PART 2
GIANFRANCO MAGRI, AN EXPERT EXPERT FOR DAMAGE CAUSED BY WOODWORMS, TERMITES, AND MOISTURE IN CULTURAL AND CIVIL PROPERTY, WITH HIS COLUMN "ARTIS SERVARE" OFFERS PART II ON DURABILITY (THE FIRST WAS PUBLISHED IN ISSUE 392). THIS FOCUSES ON RENOVATION AND, THEREFORE, CONSERVATION, WHICH IS THE SOUL OF THE OLYMPO GROUP AND THE PROCEDURAL INTERFACE FOR GQL (GRUPPO QUALITÀ LEGNO) DESIGN, OF WHICH HE IS THE SECRETARY. FOR FURTHER INFORMATION ON THIS TOPIC, PLEASE SEE THE LIGNUM SERVARE COLUMN IN THE NEXT ISSUES 53 AND 54 OF STRUTTURA LEGNO.
NO ONE IS BORN A KNOW-IT-ALL
The skills that implement Preventive Conservation in wood conservation programs are numerous, and no single one is capable of achieving its objectives alone. These are fully achieved only if all the dedicated professions are brought into play, each operating with expertise, with storage, processing, design, and construction, carpentry, furniture, and art. This is to ensure the protection and durability of wood over time, according to a holistic and synergistic vision that coordinates all the relevant professionals in a single program.
It is a program that excludes hierarchies of merit and unites the professions in a single community of purpose.
This isn't easy to implement, as professionals often join associations to protect themselves, but are reluctant to share their experiences with consortiums that, while supporting the interests of their industry, also pursue broader goals. This barrier can be overcome with a radical change in mentality, the fruit of a cultural revolution, to address the general lack of wood culture; this requires commitment, considerable time, and dedicated efforts on the part of institutions and cultural centers.
If you ask a wood professional what his ideal goals are, beyond his motivations of interest and success,
the immediate answer might be: "To perform as well as possible what is required of me"; it will hardly be: "To contribute to ensuring the durability of wood over time."
Yet, this should be felt as an essential responsibility, to move beyond factual logic and embrace a more comprehensive approach:
• Relational: to prioritize human connections and interaction, transcending mere problem-solving.
• Creative: to generate new ideas and original solutions, breaking free from rigid patterns and predictable actions.
• Strategic: to look at the bigger picture and plan long-term, rather than focusing solely on immediate action.
• Cultural: to consider the impact and significance of an action within a shared value system.
To be specific, at the end of the wood supply chain, after the processing, storage, and design phases, we have the on-site construction phases.
The designer and construction manager are not responsible for how the wood was previously treated for woodworm infestation, but they do have a responsibility to the client: to install and maintain healthy carpentry.
To be sure, you should:
• Protect the carpentry on site from the elements with temporary covers, and, once the foundation is completed, remove the wooden boxes, which could be infested with termites.
• Disinfest new carpentry on the ground before installation, even if it appears healthy, because it could have hidden infestations that would only manifest themselves years later (Fig. 4 - CAB - Beams Disinfested on the Ground);
• Convince the client, during renovations, to also disinfest existing carpentry, to prevent future re-infestations, which would make it difficult to determine liability.
• Secure all carpentry with a bio-deterrent against woodworms, to ensure protection from woodworm attacks for two years.

Il Consorzio Vero Legno, da sempre promotore della qualità, della trasparenza e della filiera del legno autentico, ha il piacere di presentare un'iniziativa completamente gratuita dedicata alle aziende italiane del settore impiallacciatura e legname. Il progetto, intitolato “Valore al Vero Legno – Il tuo legno, la nostra voce”, nasce con l'obiettivo di dare visibilità e rilievo alle imprese che ogni giorno contribuiscono con competenza e passione alla valorizzazione del legno vero, attraverso una campagna di comunicazione sui nostri canali sociali ufficiali (Instagram, Facebook, LinkedIn).
Cosa offriamo:
Una pubblicazione gratuita dedicata alla vostra azienda, che potrà includere:
• Una breve presentazione dell'attività;
• Immagini di prodotti, ambienti o lavorazioni;
• Eventuali iniziative o progetti di rilievo (sostenibilità, innovazione, fiere, ecc.).
Cosa fare per aderire all'iniziativa: Per aderire, sarà sufficiente inviare via email il seguente materiale:
DAL CONSORZIO VERO LEGNO ARRIVA L’INVITO RIVOLTO ALLE AZIENDE A PARTECIPARE ALL'INIZIATIVA “VALORE AL VERO LEGNO – IL TUO LEGNO, LA NOSTRA VOCE”, UN MODO CONCRETO PER RACCONTARE LA STORIA DELLE AZIENDE ITALIANE DEL COMPARTO CHE ANCHE LA RIVISTA “IL LEGNO” VALORIZZERÀ ATTRAVERSO I SUOI CANALI.

1. Una breve descrizione della vostra azienda (max 1000 caratteri);
2. 3–5 immagini in alta qualità (formato orizzontale preferito);
3. Eventuali link, slogan o hashtag aziendali;
4. Nome di un referente interno.
Il tutto potrà essere inviato all'indirizzo p.colombo@verolegno.it entro fine anno. Oltre ai nostri canali, il materiale verrà pubblicato anche su Il Legno per implementare la visibilità dell’iniziativa in sinergia con Vero Legno.
Siamo convinti che il racconto delle realtà produttive italiane sia il miglior modo per promuovere il valore del legno vero e per costruire una rete più forte, consapevole e visibile. Per aderire alla proposta: https://campagna.verolegno.it
The Vero Legno Consorzio invites companies to participate in the "Valore al Vero Legno –Your wood, our voice " initiative, a concrete way to tell the story of Italian companies in the sector, which Il Legno will also promote through its channels.
The Consorzio Vero Legno, a long-time advocate for quality, transparency, and the authentic wood supply chain, is pleased to present a completely free initiative dedicated to Italian companies in the veneer and timber sector. The project, entitled "Valore al Vero Legno –Il tuo legno, la nostra voce," was created with the aim of giving visibility and prominence to the companies that contribute every day with expertise and passion to the valorization of real wood, through a communication campaign on our official social media channels (Instagram, Facebook, LinkedIn).




















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ASSOIMBALLAGGI A ECOMONDO : "SERVE UNA REGOLAMENTAZIONE CHE VALORIZZI IL CONTRIBUTO REALE DELLA FILIERA DEL LEGNO”. GLI IMBALLAGGI IN LEGNO PROTAGONISTI DELLA TRANSIZIONE CIRCOLARE NEL NUOVO QUADRO NORMATIVO EUROPEO CHE INTRODUCE NUOVI CRITERI E OBIETTIVI IN MATERIA DI RIUSO E RICICLABILITÀ.
Nel corso della fiera Ecomondo, Assoimballaggi di FederlegnoArredo ha organizzato il convegno “Il contributo degli imballaggi in legno e sughero all’economia circolare alla luce del nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR)”, un momento di confronto tra esperti, istituzioni e operatori della filiera per discutere le implicazioni della futura normativa comunitaria.
Il testo, attualmente in fase di definizione a Bruxelles e destinato a entrare in vigore nel 2026, introduce nuovi criteri e obiettivi in materia di riuso e riciclabilità
Assoimballaggi ha evidenziato la ne-

cessità che questi obiettivi riconoscano la specificità del comparto del legno , che già oggi opera secondo un modello circolare consolidato: gli imballaggi dismessi

vengono trasformati in materia prima per la produzione di pannelli truciolari destinati all’arredo, contribuendo concretamente alla riduzione dei rifiuti e all’efficienza nell’uso delle risorse.
Il PPWR prevede obiettivi stringenti di riutilizzo per diverse tipologie di imballaggi, la cui applicazione dovrà essere chiarita dai futuri atti delegati. Tuttavia, la maggior parte degli imballaggi in legno è progettata su misura in base alle esigenze specifiche dei clienti, ad esempio per il trasporto di componentistica, macchinari, componenti industriali. Oltre l’80% degli imballaggi in legno (pallet e imballaggi industriali) pro-


dotti in Italia, molti dei quali poi esportati, rientra infatti in questa categoria.
Questa natura “personalizzata” rende complesso, a volte impossibile, l’inserimento degli imballaggi su misura in sistemi di riuso standardizzati e tracciabili , come quelli previsti a livello europeo, visto anche che molti di questi viaggiano per il globo. Ciononostante, è emerso dal convegno come tali imballaggi vengano spesso riutilizzati o riparati localmente, rappresentando una forma concreta, anche se non formalmente contabilizzata, di economia circolare «Il legno è già parte di un modello circolare pienamente funzionante –ha sottolineato il Presidente di Assoimballaggi , Andrea Gava – ma serve una normativa che valorizzi questa realtà, evitando criteri che rischino di penalizzare una filiera sostenibile e consolidata. Sarà quindi fondamentale attendere gli atti delegati, che dovranno chiarire anche le modalità di calcolo degli obiettivi di riuso, per garantire che le peculiarità della filiera siano adeguatamente rappresentate».
Sul fronte della riciclabilità, il nuovo quadro europeo introduce un sistema di classi (A, B, C, ecc) per valutare le prestazioni dei diversi materiali. In queste settimane il CEN (Comitato Europeo di Normazione),

con la partecipazione di Assoimballaggi e FEFPEB, sta definendo i criteri tecnici per ciascun materiale: un passaggio cruciale per assicurare che le caratteristiche naturali e rinnovabili del legno siano pienamente riconosciute.
Durante il convegno, Amanda Fuso Nerini (CONAI) ha illustrato il valore del modello italiano di responsabilità estesa del produttore (EPR): «Lo schema italiano, come pochi altri in Europa, ha saputo sia raggiungere e superare gli obiettivi di riciclo, sia promuovere buone pratiche di ecoprogettazione degli imballaggi, tra cui anche i circuiti di riutilizzo e preparazione per il riutilizzo».
Jenny Campagnol ( Consorzio Italiano Compostatori – CIC) ha presentato le prove di compostabilità per legno e sughero, Paolo Pipere ha analizzato gli aspetti giuridici legati al riuso, mentre Giacomo Goli (Università di Firenze) ha illustrato i risultati di uno studio LCA sui pallet in legno evidenziando gli impatti ambientali di questa tipologia di pallet.
Il Presidente Andrea Gava ha ribadito l’impegno di Assoimballaggi ai tavoli istituzionali: «Stiamo continuando a lavorare ai tavoli nazionali ed europei, in collaborazione con Confindustria e con le associazioni europee di categoria, partecipando anche ai gruppi di esperti della Com-
missione Europea. Il nostro obiettivo è tutelare la filiera dell’imballaggio in legno, garantendo che la normativa riconosca il valore ambientale del riciclo e del riuso dei nostri prodotti. Con l’adozione dei futuri atti delegati, Assoimballaggi continuerà a impegnarsi affinché i criteri di riciclabilità e riutilizzo rispecchino la realtà produttiva e ambientale del comparto, valorizzandone il contributo positivo alla sostenibilità».
ASSOIMBALLAGGI AT ECOMONDO: "WE NEED REGULATIONS THAT ENHANCE THE REAL CONTRIBUTION OF THE WOOD SUPPLY CHAIN." WOODEN PACKAGING IS A KEY PLAYER IN THE CIRCULAR TRANSITION IN THE NEW EUROPEAN REGULATORY FRAMEWORK, WHICH INTRODUCES NEW CRITERIA AND OBJECTIVES FOR REUSE AND RECYCLABILITY.
During the Ecomondo trade fair, Assoimballaggi of FederlegnoArredo organized the conference "The Contribution of Wood and Cork Packaging to the Circular Economy in Light of the New European Regulation on Packaging and Packaging Waste (PPWR)," a forum for experts, institutions, and industry players to discuss the implications of future EU legislation. The text, currently being finalized in Brussels and due to come into force in 2026, introduces new criteria and objectives for reuse and recyclability.



SCENARI FEDERLEGNOARREDO - ASSOCIAZIONE FORESTALE ITALIANA (AFI)
www.federlegnoarredo.it - https://associazioneforestaleitaliana.eu
GIORNATA DEL BOSCO: BIODIVERSITÀ E SOSTENIBILITÀ, IL RUOLO DEL LEGNO ITALIANO NELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA. TAVOLA ROTONDA CON AFI E ASSOLEGNO GIUST: “SERVONO MISURE PER L’UTILIZZO DEL NOSTRO LEGNO. ABBIAMO UN PATRIMONIO VERDE MA SE NON LO SFRUTTIAMO PERDIAMO IN COMPETITIVITÀ”.

“Biodiversità e sostenibilità: il ruolo del legno italiano nella transizione ecologica ” è il tema del convegno organizzato dall’Associazione Forestale Italiana (AFI) che si è tenuta lo scorso 13 giugno al Centro Congressi Rospigliosi Quirinale – con il patrocinio, fra gli altri, di FederlegnoArredo – in occasione della “Giornata del Bosco” ideata 13 anni fa da AFI.
L’iniziativa rappresenta un'occasione per riflettere sull’importanza delle foreste e del patrimonio legnoso nazionale alla luce delle strategie europee del Green Deal e del Clean Deal per la decarbonizzazione e lo sviluppo di una bioeconomia circolare che sappia valorizzare e difendere anche i grandi valori sociali, economici, ambientali e culturali che derivano dal bosco e dal legno.
«Integrare la tutela della biodiversità con l’innovazione nel settore edilizio , promuovendo l’uso del legno italiano come soluzione chiave per la decarbonizzazione e lo sviluppo di un modello di bioeconomia circolare, è un obiettivo su cui dobbiamo lavorare in maniera costante e condivisa. E l'iniziativa del 13 giugno –ha spiegato Claudio Giust , presidente di Assolegno – ha proprio questo scopo. Il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Sicu-

rezza energetica e del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, oltre a essere motivo di orgoglio, è un grande stimolo a proseguire il nostro lavoro a fianco delle istituzioni con le quali
condividiamo l'idea che l'uso del legno italiano possa essere una soluzione strategica proprio per la transizione ecologica e la decarbonizzazione delle costruzioni. Il nostro auspicio – conclude Claudio Giust – è che finalmente si possa invertire la rotta per il nostro Paese che, pur stando seduto su una miniera verde quale è la superficie boschiva che copre il 40% del territorio nazionale, continua a importare legname dalla vicina Austria, perdendo in competitività».
Cuore della giornata la tavola rotonda, che ha visto confrontarsi voci autorevoli del mondo accademico, della finanza etica, della ricerca e delle istituzioni che hanno affrontato temi quali la Strategia Nazionale Biodiversità 2030, il contributo del
FOREST DAY: BIODIVERSITY AND SUSTAINABILITY, THE ROLE OF ITALIAN WOOD IN THE ECOLOGICAL TRANSITION. ROUND TABLE WITH AFI AND ASSOLEGNO. GIUST: “WE NEED MEASURES FOR THE USE OF OUR WOOD. WE HAVE A GREEN HERITA- GE, BUT IF WE DON’T EXPLOIT IT, WE WILL LOSE COMPETITIVENESS.”
“Biodiversity and sustainability: the role of Italian wood in the ecological transition” is the theme of the conference organized by the Italian Forestry Association (AFI) and held on June 13th at the Rospigliosi Quirinale Congress Center – with the patronage of FederlegnoArredo, among others – on the occasion of “Forest Day,” conceived 13 years ago by AFI.
The initiative represents an opportunity to reflect on the importance of forests and the national wood heritage in light of the European Green Deal and Clean Deal strategies for decarbonization and the development of a circular bioeconomy that can also enhance and defend the significant social, economic, environmental, and cultural values derived from forests and wood.
“Integrating the protection of biodiversity with innovation in the construction sector, promoting the use of Italian wood as a key solution
carbonio biogenico alla neutralità climatica, il valore del legno italiano nella filiera corta e il ruolo delle foreste nella costruzione di un’economia più verde, etica e resiliente. Tra i partecipanti: Paola Marone , presidente di Federcostruzioni, Emanuela Romagnoli ( Università della Tuscia), Alessandra Stefani, presidente Cluster Italia Foresta-legno ; Massimo Fragiacomo ( Professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’Università dell’Aquila), Nicolò Giordano (Comando dei Carabinieri Forestali de L’Aquila ), Claudio Scrocca (dottore commercialista esperto di finanza etica) e Claudio Garrone (dottore forestale).
A moderare i lavori Ugo Terzi, direttore generale di AFI e responsabile Assolegno di FederlegnoArredo
for decarbonization and the deve- lopment of a circular bioeconomy model, is a goal we must work towards consistently and collaboratively. And the June 13th initiative,” explained Claudio Giust, president of Assolegno, “has precisely this purpose. The patronage of the Ministry of the Envi- ronment and Energy Security and the Ministry of Agriculture, Food Sovereignty, and Forestry, in addition to being a source of pride, is a great incentive to continue our work alongside the institutions with which we share the idea that the use of Italian wood can be a strategic solution for the ecological transition and the decarbonization of construction.
Our hope,” Claudio Giust concluded, “is that we can finally reverse the trend for our country, which, despite sitting on a green goldmine— the forested area that covers 40% of the national surface—continues to import timber from neighboring Austria, thus losing competitiveness.”
The heart of the day was the roundtable discussion, which brought together autho- ritative voices from academia, ethical finance, research, and institutions to address topics such as the 2030 National Biodiversity Strategy, the contribution of biogenic carbon to climate neutrality, the value of Italian wood in the short supply chain, and the role of forests in building a greener, more ethical, and more resilient economy.

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30030 MARTELLAGO (Venezia) – Via Fornace, 2 T. +39/041 5400521 - T. +39/041 5401942 fabio.coin@derwood.it - www.derwood.it Siamo specializzati in tavolame di latifoglie e resinosi, pannelli per falegnamerie e lamellari per serramenti.


di BRUGNARA & CHISTÈ s.r.l.
38015 LAVIS (Trento) - Via Stazione F.S., 4 T. +39/0461 246408 info@fal.tn.it - www.fal.tn.it
Punto di riferimento per la vendita di legname all'ingrosso e al dettaglio - Nuovo Centro Taglio Hundegger K2-Industry 5 ASSI - Linea di finitura travi automatizzata - Levigatrice e impregnatrice travi - Ampio Magazzino e XLAM in pronta consegna - Materiale per edilizia - 3 centri taglioProgettazione e Consulenza - Trasporto in cantiere.

31039 RIESE PIO X (Treviso) – Via Castellana, 48/A T. +39/0423 4532 - F. +39/0423 746588 info@florianinc.com - www.florianinc.com

31050 FANZOLO DI VEDELAGO (Treviso) Via Spada, 15 T. +39/0423 487044 - F. +39/0423 476011 wood@maringiorgio.it - www.maringiorgio.it
Latifoglie europee ed americane – Esotici – Legni pregiati – Tronchi – Tavolame refilato – Boules –Pavimenti in legno – Decking. European and international hardwoods – Tropical and precious species – Logs – Lumber – Wood flooring – Decking.
Azienda certificata FSC® dal 2003 e PEFC dal 2005.
Azienda con sistema di gestione per la qualità certficato da ICILA UNI EN ISO 9001:2008


31010 MASER (Treviso) – Via G. Marconi 30 T. +39/0423 923170 - F. +39/0423 546170 mart.legno@libero.it - www.martignagolegno.it Latifoglie europee ed americane.
Legnami Esotici. Resinosi. Tronchi e boules. Lamellari per serramenti.

83022 BAIANO (Avellino) – Via Malta, 76 T. +39/081 8243027 - F. +39/081 8243227 info@legnamipicciocchi.it - www.legnamipicciocchi.it
La nostra esperienza per offrire le migliori selezioni di latifoglie europee e tropicali. Attenta alla corretta catena di custodia di approvvigionamento, l’azienda è certificata FSC e CATAS per la produzione di lamellari per finestre a lista intera e finger-joint.




Sede Legale e Stabilimento: 24126 BERGAMO – Via Canovine, 29 T. +39/035 325611 - F. +39/035 325699 info@legnamipaganoni.it - www.legnamipaganoni.it Importazione e commercio pannelli e legnami. Materiali per l’edilizia, tetti e strutture in legno.

Sede legale: 20124 MILANO – Via Vittor Pisani, 20
Sede operativa: 43125 PARMA – Via Po, 134/A T. +39/0521 257347 - M. +39/339 7689510 paolo@rigawood.net - www.finieris.com
Compensati di betulla (certificato FSC o PEFC su richiesta) con incollaggio fenolico, grezzi, filmati, sezionati, semilavorati.

s.r.l.
31037 CASTIONE DI LORIA (Treviso)
Viale Giovanni Falcone, 30 T. +39/0423 078273 info@bigondry.com - www.bigondry.com
Tecnologie per l’essiccazione e vaporizzazione del legno, macchine speciali e “Chiavi in mano”
BIGonDRY s.r.l. progetta e realizza: Impianti di essiccazione tradizionale ad acqua calda, Impianti di essiccazione del legno a generatore diretto, con bruciatore a gas , Impianti di vaporizzazione del legno, con distribuzione del vapore di tipo diretto o nascente; impianti di trattamento termico HT conformi alla normativa ISPM15 FAO.
Impianti per il Thermo-trattamento ad altissima temperatura (fino a 230 °C). Impianti di pre-essiccazione del legno e tunnel; impianti completi chiavi in mano dotati di sistema termico per la produzione del calore, circuito idraulico ed elettrico, sistemi di controllo e di misura. Assistenza tecnica su impianti BIGonDRY e non.
di Romanutti Mario s.r.l.
33048 SAN GIOVANNI AL NATISONE (Udine)
Via del Lavoro, 14 T. +39/0432 757578 - F. +39/0432 757578 info@romanuttilegno.it - www.romanuttilegno.it
Da oltre novant’anni fornisce il migliore servizio di essiccazione ed evaporazione del legno per clienti nazionali ed europei.

31023 RESANA (Treviso)
Via della Fornace, 81/83 – Località Castelminio T. +39/0423 784248 - F. +39/0423 784252 info@secalsrl.com - www.secalsrl.com
Impianti di essiccazione ad acqua calda, surriscaldata, vapore ed olio diatermico per l’essiccazione del legno e non solo; impianti d’essiccazione funzionanti con bruciatore diretto a gas metano o GPL; impianti per il trattamento termico HT degli imballaggi in legno e dei pallet conformi alla normativa IPPC/FAO ISPM15; impianti di vaporizzazione con sistema diretto, indiretto e misto; pre-essiccatoi; tunnel di essiccazione per essiccazioni rapide; impianti per l’essiccazione della legna da ardere; impianti “chiavi in mano” completi di centrale termica e di ogni accessorio; impianti speciali per l’essiccazione di materiali igroscopici diversi dal legno. Moderni sistemi di controllo e strumenti di misura. Assistenza tecnica, teleassistenza e telecontrollo
33095 Rauscedo (Pordenone) - Via del Sile, 4 T. +39/0427 94190
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Termolegno offre ai propri clienti la progettazione, produzione e installazione di macchine per l’essiccazione, la vaporizzazione e il trattamento termico HT (ISPM-15) del legno. Ogni tipologia di sistema
Termolegno può essere allestita nella versione green con numerosi vantaggi a livello di risparmio energetico e di qualità di essiccazione e del prodotto. I nostri prodotti: essiccatoi convenzionali, essiccatoi tunnel, pre-essiccatoi, essiccatoi HT per il trattamento termico del legno ISPM-15, impianti combinati, essiccatoi in continuo ed essiccatoi ad alta efficienza energetica.

Gallo Legnami s.r.l.
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Via Dei Ronchi, 4 – Zona Industriale T. +39/049 7622511
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Arco International S.r.l.
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HOLZMATIC Engineering s.r.l.
39030 RASUN – ANTERSELVA (Bolzano) Zona Artigianale Rasun, 19 T. +39/0474 496552 - F. +39/0474 498358 holzmatic@rolmail.net - www.holzmatic.it



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Sistemi di rivelazione e spegnimento automatico delle scintille nelle condotte di aspirazione a protezione antincendio del silo.

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Perché MiCROTEC? Perché è leader mondiale della tecnologia e del mercato nel campo del rilevamento intelligente delle proprietà del legno per l'ottimizzazione del suo utilizzo nell'industria della lavorazione del legno e stabilisce gli standard in questo mercato dal 1980. Non c'è processo che non sia razionalizzato, ottimizzato e accelerato da tecnologie e sistemi MiCROTEC. Sempre con l'impegno di fornire al cliente l'utilizzo economicamente ed ecologicamente più sostenibile del legno.


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B.F.B. di Bortoluzzi G. & C. s.n.c. Macchine per la lavorazione del legno 06
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