In questo numero di «Sguardo» ci occupiamo proprio dello sguardo e ne analizziamo l’importanza nella comunicazione interpersonale. A volte, infatti, esprimiamo più cose con una sola occhiata che con tante parole. I nostri occhi rivelano ciò che abbiamo dentro – anche se non sempre ne siamo consapevoli: tradiscono i sentimenti e rispecchiano il nostro mondo interiore. Vedremo insieme quanto è importante il contatto visivo tra le persone e confronteremo il modo in cui viene interpretato nelle diverse culture.
Parleremo anche della tipica stanchezza dell’era digitale. Nel mondo del lavoro attuale, molti di noi passano gran parte della giornata davanti a uno schermo. Computer, tablet e smartphone sono preziosi e ormai irrinunciabili, ma l’uso quotidiano di questi strumenti favorisce anche la sindrome «office-eye». Tra i sintomi più frequenti rientra la secchezza oculare, che si fa sentire in forma di bruciore o di una sensazione come di sabbia negli occhi. Nell’articolo vi forniamo alcuni consigli su come tenere sotto controllo questa sindrome così fastidiosa.
Altro tema di questo numero: gli occhi dei neonati sono sensibili e richiedono nei primi mesi una cura attenta e delicata. Con alcune semplici misure igieniche, i genitori possono prevenire o lenire rapidamente irritazioni e infezioni – e contribuire attivamente al buono sviluppo della vista del loro bebè. Nell’articolo troverete diversi consigli per curare bene gli occhi dei più piccini.
Vi auguro una buona lettura.
Christoph Gassner CEO Vista Augenpraxen & Kliniken
ATTENTI AL TAPPO
Capodanno SENZA INCIDENTI
Le feste di fine anno sono piacevoli momenti di convivialità. Nel migliore dei casi, ci regalano allegria e gioia di vivere. Ma brindare con gli amici nasconde anche qualche rischio inaspettato. Per esempio i tappi di champagne, che se mal controllati possono rovinare la festa di San Silvestro.
Aspettare l’anno nuovo in buona compagnia, fare propositi, formulare desideri – e magari trovare modi originali per stappare l’inevitabile champagne di mezzanotte. L’ultimo trend consiste nel mettere la bottiglia in una scarpa e batterla contro la parete finché il tappo salta via da solo. Ma attenzione: le trovate di questo genere saranno forse divertenti, ma possono avere conseguenze spiacevoli. Secondo il British Medical Journey, in una bottiglia di champagne da 75 cc c’è una pressione tripla rispetto a quella esterna. Se non controllato, il tappo può volare a ben 13 metri di distanza e raggiungere velocità di fino a 80 km/h. Troppi anche per i nostri riflessi oculari: se il tappo raggiunge l’occhio in meno di 0,05 secondi, la palpebra non fa in tempo a chiudersi.
Così lontano può volare un tappo di champagne.
Si tratta di casi rari, certo, ma non impossibili. Nel peggiore dei casi si rischia non soltanto un occhio nero, ma lesioni della cornea, contusioni, ematomi o addirittura una frattura dell’orbita.
80 km/h
È la velocità che può raggiungere il tappo.
Come stappare lo champagne in sicurezza
Perché l’anno nuovo inizi in bellezza, abbiamo raccolto qui una serie di consigli su come aprire senza rischi la vostra bottiglia di pregiate «bollicine».
Pollice in posizione: rimuovere la stagnola dal collo della bottiglia e premere il pollice sulla reticella metallica per evitare che il tappo salti via involontariamente. Senza togliere il pollice, allentare la reticella ruotando il cappio laterale. Direzione giusta: non dirigere mai la bottiglia verso se stessi o verso altre persone.
Angolazione giusta: tenendo la bottiglia inclinata a 45 gradi, girare non il tappo, bensì la bottiglia stessa con lentezza e cautela – sempre premendo il pollice sulla reticella.
Aiutarsi con un asciugamano: appoggiato sulla reticella, previene la partenza incontrollata del tappo.
Con queste semplici misure, potrete ridurre considerevolmente il rischio di ferite all’occhio e iniziare il nuovo anno in sicurezza.
Attenti all’alcol
Ci teniamo a sottolineare che questo non vuol essere un invito al consumo di alcol. Un brindisi in occasioni particolari è lecito, ma è importante non esagerare. L’alcol riduce le capacità motorie e la velocità di reazione e aumenta quindi la probabilità di cadute e di altri incidenti. Il nostro consiglio: gustate il vostro champagne con misura. O scegliete un’alternativa senz’alcol: ne esistono di ottime.
Sindrome «office-eye»
La stanchezza dell’era digitale
Nel mondo del lavoro attuale, molti passano gran parte della giornata davanti a uno schermo. Computer, tablet e smartphone sono preziosi e ormai irrinunciabili. Ma l’uso quotidiano di questi strumenti favorisce anche la sindrome «office-eye».
Stare ore e ore davanti a un monitor, senza pause, è uno sforzo notevole per la muscolatura dell’occhio. Il risultato: alla sera ci sentiamo stanchi e sfiniti. Il viso sembra incredibilmente pesante, gli occhi bruciano. Avremmo voglia di infilarci subito sotto le coperte. Invece ci mettiamo sul divano a fissare un altro schermo: quello della TV. Una serata tutt’altro che rilassante, e non solo per i nostri occhi.
Le cause della sindrome «office-eye»
I monitor digitali emettono una grande quantità di luce blu, che affatica l’apparato visivo più di altre tipologie luminose. Inoltre, quando guardiamo lo schermo di computer & Co. battiamo le palpebre molto più raramente del normale, così che l’occhio si secca. Monitor troppo luminosi o troppo cupi, caratteri troppo piccoli, contrasti mal impostati, illuminazione ambientale eccessiva o al contrario insufficiente: tutto questo affatica gli occhi sempre più con ogni ora che passa.
Quali
sono i sintomi?
A seconda della sua gravità, la sindrome «office-eye» può manifestarsi con molti disturbi diversi. Tra i sintomi più frequenti rientra la secchezza oculare, che si fa sentire in forma di bruciore o di una sensazione come di sabbia negli occhi. Lo sforzo oculare continuo può provocare anche arrossamenti e irritazioni. Dopo molte ore al computer è possibile anche che la vista si annebbi. A questo si aggiungono il mal di testa, provocato dall’affaticamento della muscolatura degli occhi, nonché dolori alla nuca e alle spalle in seguito alla postura contratta.
Misure preventive
Qui di seguito vi illustriamo diverse possibilità di tenere sotto controllo la sindrome «office-eye».
Maggiori informazioni sulla secchezza oculare al sito ambulatorioavanti.ch
1 Fare regolarmente delle pause
Applicate nella vostra routine quotidiana la semplice regola 20-20-20: ogni 20 minuti distogliete lo sguardo dal monitor e guardate per 20 secondi qualcosa ad almeno sei metri di distanza. Queste pause rilassano la muscolatura oculare e aiutano a umettare di nuovo la superficie dell’occhio.
2 Ottimizzare le impostazioni del monitor
Aggiustare la luminosità, il contrasto e le dimensioni dei caratteri può essere d’aiuto. Utili sono anche i filtri contro la luce blu o degli occhiali con questo tipo di protezione.
3 Curare l’ergonomia del posto di lavoro
Un posto di lavoro ergonomico può fare miracoli. Il monitor dovrebbe essere all’altezza degli occhi e alla distanza di circa un braccio. Altrettanto importante è l’illuminazione. Evitate l’abbagliamento e preferite le lampade che forniscono una luce sufficiente, ma non eccessiva.
4 Umettare gli occhi
I colliri umettanti leniscono velocemente i sintomi della secchezza oculare. Inoltre, ricordatevi ogni tanto di battere consapevolmente le palpebre.
5 Fare ginnastica oculare
Alcuni semplici esercizi aiutano a rafforzare e rilassare la muscolatura oculare. Per esempio, mettere a fuoco alternativamente oggetti vicini e lontani oppure ruotare gli occhi.
6 Consultare l’oculista
Andate regolarmente dal vostro oculista. Una visita professionale permette di scoprire e correggere tempestivamente i difetti visivi. In questo modo eviterete di affaticare ulteriormente gli occhi a causa di problemi non diagnosticati.
Opzioni di trattamento moderne per la secchezza oculare Grazie ai progressi della medicina, oggi sono disponibili nuove ed efficaci possibilità terapeutiche. Se i trattamenti classici non leniscono il vostro problema, Vista potrà proporvi nuove e moderne opzioni (per esempio la terapia termodinamica) che aiutano a ripristinare l’equilibrio oculare e ad accrescere la qualità della vita.
DIAGNOSI PRECOCE
del glaucoma
L’importanza della prevenzione
Pressione intraoculare alta
Sezione di un occhio con glaucoma
Il glaucoma è una delle principali cause di perdita della vista. A renderlo particolarmente subdolo è il fatto che, non provocando dolore, all’inizio passa spesso inosservato. Tanto più importanti sono quindi le regolari visite di prevenzione. La misurazione della pressione intraoculare svolge un ruolo centrale.
In presenza di glaucoma, l’umor acqueo prodotto nell’occhio non defluisce a sufficienza e fa salire la pressione intraoculare. Questo a sua volta danneggia il nervo ottico, che non riesce più a trasportare al cervello tutte le informazioni visive. Si hanno così delle perdite di campo visivo, all’inizio sui lati esterni e poi sempre più centrali. Soltanto nello stadio finale i pazienti notano una diminuzione dell’acutezza visiva.
Nervo ottico
Umor acqueo
Cornea
Retina Cristallino
Per i pazienti, la diagnosi arriva spesso del tutto inaspettata: hanno ancora una buona vista e scoprono invece di soffrire di glaucoma, una patologia cronica che danneggia progressivamente il nervo ottico. La causa è spesso una pressione intraoculare permanentemente elevata o una cattiva irrorazione sanguigna del nervo.
La pressione intraoculare è quindi un indicatore importante per il glaucoma. Misurarla regolarmente aiuta a identificare prima possibile eventuali danni e a controllare il decorso della malattia. A seconda dei casi, il medico può ricorrere a diversi metodi – da quelli tradizionali fino ai più maneggevoli strumenti di nuova generazione.
› Tonometria Goldmann: la cornea viene anestetizzata brevemente e quindi sfiorata con uno speciale apparecchio. (Gold standard)
› Tonometro iCare: misura la pressione senza bisogno di gocce, indicato anche per i bambini.
› Tonometro a soffio: rapido e senza contatto, ma meno preciso.
› Strumenti manuali come i tonometri Perkins o Tonopen: pratici in situazioni particolari, per es. se il paziente è sdraiato o ha cicatrici sulla cornea.
Il ruolo della cornea
Per ottenere risultati precisi bisogna tener conto di diversi fattori: in particolare dello spessore della cornea, che è diverso da una persona all’altra e influisce sulla misurazione della
pressione intraoculare. Su una cornea più spessa del normale gli strumenti possono indicare un valore troppo alto, su una cornea sottile un valore troppo basso.
Perimetria: la misurazione del campo visivo
L’esame della vista misura la capacità di riconoscere gli oggetti. La perimetria, invece, si concentra su ciò che percepiamo ai margini del campo visivo. Il glaucoma colpisce prima di tutto la vista laterale – spesso senza che il paziente se ne renda conto. Per questo la visita di prevenzione comprende anche l’esame perimetrico. La persona esaminata guarda in uno strumento e preme un tasto ogni volta che percepisce un punto luminoso. Questo permette di individuare tempestivamente anche i più piccoli difetti del campo visivo.
Un’occhiata al nervo ottico
Un altro esame di nuova generazione è la tomografia ottica a radiazione coerente (OCT), un procedimento simile alla risonanza magnetica che misura lo spessore delle fibre del nervo ottico. Se ripetuta ogni anno, permette di stabilire se la situazione è costante o in via di peggioramento e quindi di adeguare la terapia.
I controlli regolari sono decisivi
Il glaucoma è una patologia cronica, paragonabile all’ipertensione o al diabete. Una guarigione definitiva non è possibile. Ma con un trattamento costante e controlli regolari se ne può rallentare notevolmente l’evoluzione nella maggior parte dei casi.
Come cambia il campo visivo con l'evoluzione del glaucoma
Campo visivo normale
Alterazione lieve
Alterazione moderata
«Le nostre attività di ricerca vanno
a beneficio dei pazienti»
Dal 2009, il gruppo Vista Augenpraxen & Kliniken ha un proprio reparto di ricerca clinica, che si concentra in particolare sulla retina. La direttrice PD Dr. Katja Hatz e gli altri membri del team partecipano da anni a studi internazionali su nuovi farmaci e ne effettuano anche di propri.
Prima che un nuovo medicamento venga immesso sul mercato deve essere sottoposto a ricerche scientifiche e test estremamente accurati. Soltanto così, infatti, si può garantire che sia efficace e sicuro. In questo processo un ruolo centrale spetta agli studi clinici, nei quali i nuovi principi attivi o le nuove metodologie di trattamento vengono testati su dei gruppi di volontari. Il gruppo Vista partecipa a queste attività da oltre 15 anni con un proprio reparto di ricerca clinica, diretto dalla PD Dr. med. Katja Hatz: «Per Vista, fare ricerca significa effettuare studi in prima persona, a diretto contatto con i pazienti, e quindi accumulare esperienza con i nuovi medicamenti per le patologie della retina ancor prima che siano immessi ufficialmente sul mercato.»
PD Dr. med. Katja Hatz
Direttrice medica della Vista Augenklinik Binningen, Responsabile Medical Retina / Ricerca clinica di Vista, oftalmologa FMH con specializzazione in oftalmochirurgia.
Degenerazione
maculare senile (DMS) –di che si tratta?
La degenerazione maculare senile è una patologia cronica che colpisce il centro della retina. Si presenta soprattutto a partire dai 60 anni di età e porta a una progressiva perdita della visione centrale. Le persone colpite non riescono più a mettere a fuoco quello che si trova al centro del campo visivo – e hanno quindi difficoltà a leggere, riconoscere le persone o guidare. Una diagnosi precoce e una terapia mirata possono contribuire a conservare il più a lungo possibile la capacità visiva.
Condizioni ideali per il team di ricerca
Nel gruppo Vista, la ricerca e l’attività clinica si integrano in modo esemplare. Per essere in grado di individuare i problemi rilevanti e di studiarli nella prassi clinica, è indispensabile disporre da un lato di personale scientifico coinvolto nell’attività quotidiana e dall’altro di un elevato numero di pazienti. «Da noi entrambe le condizioni sono soddisfatte», spiega la PD Dr. med. Katja Hatz. «In questo siamo molto avvantaggiati rispetto ad altre organizzazioni.» Etica e integrità sono due aspetti centrali per il lavoro di ricerca del gruppo. Tutti i progetti vengono sottoposti preventivamente all’esame della commissione etica competente e se necessario a quello dell’autorità sanitaria svizzera Swissmedic.
Studi nazionali e internazionali
Negli ultimi anni il team ha preso parte a numerosi studi nazionali e internazionali per l’omologazione di nuovi medicamenti, in stretta collaborazione con centri di ricerca e università di tutto il mondo. Attualmente, partecipa al programma di ricerca europeo HORIZON sulla variante secca della degenerazione maculare senile (DMS). Nell’ambito del progetto, il team di Vista sta testando una soluzione software basata sull’intelligenza artificiale per analizzare e monitorare le immagini retiniche di pazienti con DMS.
Ricerca a beneficio dei pazienti
Nell’ambito degli studi clinici a cui partecipa, Vista sperimenta costantemente nuovi metodi di trattamento oftalmologico o ottimizzazioni di quelli preesistenti, testandone l'efficacia e la tollerabilità. Un’attività di ricerca di cui i pazienti beneficiano in modo diretto: accettando di partecipare agli studi possono accedere precocemente a terapie innovative, spesso molto prima che vengano immesse ufficialmente sul mercato. E approfittano inoltre dell’assistenza intensiva del team responsabile dello studio. PD Dr. med. Katja Hatz: «Numerosi pazienti si informano in modo proattivo sui nostri studi clinici, perché desiderano parteciparvi e approfittare di nuovi approcci terapeutici.» Ma le esperienze e conoscenze acquisite negli studi vanno a beneficio anche degli altri pazienti: sotto forma di nuovi medicamenti o di migliori metodologie di trattamento.
Oltre che al progetto europeo HORIZON, Vista partecipa attualmente anche a vari altri studi internazionali. Le esperienze così acquisite vengono utilizzate direttamente nella prassi quotidiana: la Vista Augenklinik Binningen, per esempio, ha partecipato allo studio per l’omologazione di un impianto oculare per DMS umida (classificandosi al 4° posto globale per la qualità del reclutamento) – e grazie a queste esperienze è stata la prima clinica non statunitense a impiegare la nuova terapia al di fuori dello studio stesso. L’impianto, grande come un chicco di riso, cede gradualmente un principio attivo direttamente nell’occhio, sostituendo così le ripetute iniezioni.
SENZA OCCHIALI A OGNI ETÀ
VEDERCI FINALMENTE BENE
senza occhiali né lenti a contatto
Una visione chiara anche senza occhiali o lenti a contatto – un desiderio che accomuna molte persone giovani e meno giovani. Durante lo sport, in viaggio o semplicemente davanti allo specchio: vederci bene senza ausili può cambiare la qualità della vita. Con un trattamento laser o un impianto di lenti intraoculari questo sogno diventa realtà.
Per milioni di persone in tutto il mondo, gli occhiali o le lenti a contatto sono oggetti di uso quotidiano, indispensabili per una visione chiara e nitida. Ma come sarebbe aprire gli occhi al mattino e vederci perfettamente – senza bisogno di ausili? I trattamenti laser e gli impianti di lenti intraoculari permettono a molte persone di realizzare il sogno di una visione chiara senza occhiali o lenti a contatto. Quali possibilità esistono e per chi sono indicati i diversi procedimenti?
Trattamento laser
Il trattamento laser è indicato per le persone con miopia di grado lieve o medio, fino a –6 diottrie, e con astigmatismo fino a 5 diottrie. Un altro criterio importante è che il difetto visivo sia stabile da alcuni anni. In caso contrario, infatti, potrebbe svilupparsi di nuovo dopo il trattamento. Inoltre, la cornea deve avere uno spessore minimo di mezzo millimetro, affinché conservi la sua stabilità anche dopo l’intervento. Il trattamento laser può correggere anche l’ipermetropia, ma allo stato attuale non garantisce sempre dei buoni risultati a lungo termine. L’intervento su entrambi gli occhi richiede in tutto circa 30 minuti; l’applicazione laser vera e propria dura però soltanto pochi secondi.
Impianto di lenti intraocular
Quando il trattamento laser non è indicato, a causa di un difetto visivo troppo pronunciato o di una cornea troppo sottile, un’alternativa può essere l’impianto di lenti intraoculari. Il chirurgo inserisce cioè una lente artificiale, in aggiunta al cristallino,
che corregge durevolmente il difetto visivo nella misura desiderata, eliminando in pratica la dipendenza quotidiana da occhiali o lenti a contatto. Le lenti intraoculari sono in parole povere delle lenti a contatto installate stabilmente nell’occhio. Durano per tutta la vita e all’occorrenza possono anche essere rimosse o sostituite con lenti di tipo diverso. L’impianto di una lente dura circa 20 minuti.
Il trattamento laser è indicato per un numero di diottrie fino a
–6
Rischi e costi
Come tutti gli interventi, anche il trattamento laser e l’impianto di lenti intraoculari hanno dei rischi, che sono però rari o limitati. Possibili effetti collaterali sono la secchezza oculare o l’ipersensibilità all’abbagliamento. Inoltre, l’acutezza visiva può modificarsi di nuovo nel corso del tempo. Per questi motivi, dopo l’intervento è indispensabile sottoporsi a controlli regolari per individuare tempestivamente, e nel caso correggere, le alterazioni.
L’assicurazione obbligatoria della cassa malati di regola non si assume i costi del trattamento laser per la correzione di un difetto visivo, eccetto il caso in cui sia necessario per motivi medici.
minuti circa dura l'impianto di una lente.
Questo accade, per esempio, quando il numero di diottrie è molto diverso tra un occhio e l’altro oppure quando, per motivi medici, gli occhiali o le lenti a contatto non sono opzioni praticabili. Un’assunzione parziale dei costi per il trattamento laser viene offerta invece da molte assicurazioni complementari.
Il periodo postoperatorio
Di solito la rigenerazione dopo l’intervento è relativamente rapida e il risultato regala a molti pazienti una qualità della vita mai provata prima: svegliarsi al mattino e vedere tutto in modo chiaro e nitido, fare sport senza problemi, essere spontanei senza dover sempre pensare agli ausili visivi. Vivere senza occhiali non vuol dire soltanto vederci meglio, ma tornare a gustare la vita senza limitazioni.
A COLLOQUIO CON IL DR. MED. THEO SIGNER
Oftalmologia nel Canton Ticino
Vista Augenpraxen & Kliniken è presente nel Canton Ticino dal 2022, da quando cioè il Centro Avanti di Lugano è entrato a far parte del gruppo. Due anni più tardi, questa presenza è stata rafforzata con l’acquisizione del Pax Eye Center di Locarno, migliorando ulteriormente l’assistenza oftalmologica nel Cantone. Oggi, Vista è l’unica struttura in grado di offrire alla popolazione ticinese l’intera gamma di prestazioni oftalmologiche.
Fino a pochi anni fa, il gruppo Vista era attivo soltanto nella Svizzera tedesca. Il desiderio di offrire assistenza oftalmologica in loco anche ai 360’000 ticinesi ha spinto i responsabili a portare avanti l’espansione nel sud del Paese. Oggi, Vista è l’unica struttura del Canton Ticino ad offrire sotto uno stesso tetto l’intera gamma delle prestazioni oftalmologiche: dagli interventi di cataratta alla chirurgia della retina (trapianti compresi), dalla blefaroplastica fino alla chirurgia refrattiva e al trattamento delle patologie delle vie lacrimali – inclusa l’assistenza postoperatoria.
Dr. med. Theo Signer
Primario e direttore medico, oftalmologo FMH con specializzazione in oftalmochirurgia
Il primario e direttore medico di Vista Augenpraxen & Kliniken è specializzato in chirurgia della retina e del corpo vitreo, interventi di cataratta, glaucoma, traumatologia e chirurgia refrattiva. Parallelamente all’attività professionale si impegna sul piano umanitario: per esempio tramite il «Progetto contro la cecità in Messico», un team di oftalmologi svizzeri che da 20 anni operano regolarmente su base gratuita nel Paese latinoamericano.
Due sedi, una sola visione
Nel 2022 il rinomato Centro Avanti di Lugano è entrato a far parte del gruppo Vista. Due anni più tardi è seguita l’integrazione del Pax Eye Center di Locarno. Questa espansione non è avvenuta per caso. Il Dr. med. Theo Signer, primario e direttore medico di Vista Augenpraxen & Kliniken, in passato ha lavorato lui stesso nel Canton Ticino. «Tra specialisti, già da tempo esistevano rapporti di scambio professionale e di amicizia con colleghi e colleghe ticinesi», racconta il Dr. med. Theo Signer. A maggior ragione, prosegue, è stato lieto di poter ampliare l’offerta oftalmologica del Cantone, a beneficio tanto dei pazienti quanto dei medici locali.
2022. Il Centro Avanti con sede a Lugano si unisce al gruppo Vista, che inaugura così la sua presenza nel Canton Ticino.
2024. Il gruppo acquisisce il Pax Eye Center di Locarno e rafforza la sua presenza nel Cantone. La nuova integrazione sottolinea la strategia di creare un forte network di sedi Vista nella Svizzera italiana.
Assistenza medica in ogni
regione
La nostra filosofia è stata ed è tuttora quella di aprire sedi vicino ai pazienti, in modo da risparmiare loro i lunghi viaggi verso la Svizzera tedesca», spiega il Dr. med. Theo Signer. Anche perché ogni intervento richiede un’assistenza post-operatoria, che per i pazienti significherebbe ulteriori, faticosi spostamenti. Questo concetto di assistenza vicino a casa è importante soprattutto per gli anziani. E diventa centrale nel Canton Ticino, una regione montuosa dove i percorsi sono spesso lunghi e il traffico cronicamente congestionato. Vista mira quindi a offrire i trattamenti di routine in modo il più possibile capillare su tutto il territorio, concentrando invece gli interventi complessi nelle sedi maggiori come Lugano.
Precisione e cordialità
Le sedi ticinesi di Vista offrono il meglio di due mondi: da un lato la precisione, la gestione strutturata e i processi armonizzati di una clinica di alto livello e, dall’altro, una cordialità tutta mediterranea. Un mix che i pazienti apprezzano molto. Come in tutto il gruppo, anche qui molti medici sono stati formati internamente e i team possono contare su una vasta competenza accumulata negli anni. «Per questo siamo così ben appoggiati in tutte le regioni», commenta il Dr. med. Theo Signer. «In tutto il network Vista, i nostri pazienti sanno di essere in buone mani.»
Con lo spirito Vista verso il futuro
Per il futuro, il Dr. med. Theo Signer si augura prima di tutto che Vista conservi questo suo particolarissimo «spirit», fatto di fiducia, collegialità e orientamento al paziente. Perché chi aiuta una persona a vedere di nuovo non le offre soltanto assistenza medica, ma le regala una nuova qualità della vita.
Maggiori informazioni sulle nostre sedi nel Canton Ticino al sito vista.ch/standorte
Uno sguardo dice più di mille parole.
OCC H I N E G L I OCC H I OCC H I N E G L I OCC H I
A volte esprimiamo più cose in un solo sguardo che con un lungo discorso. I nostri occhi rivelano ciò che abbiamo dentro – anche se non sempre ne siamo consapevoli. Tradiscono i sentimenti, rispecchiano il mondo interiore e svolgono un ruolo centrale nella comunicazione tra le persone. A seconda del contesto e della cultura, il contatto visivo può servire a creare vicinanza, ma anche a prendere le distanze. Insomma: gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima. Nelle prossime pagine vi spieghiamo il perché.
OCCHI ED EMOZIONI
Cosa rivela lo sguardo
Da millenni gli occhi sono considerati lo specchio dell’anima. E non è soltanto una metafora letteraria, ma un dato di fatto scientifico. Gioia, paura, dolore, sorpresa: gli occhi reagiscono involontariamente agli stimoli emotivi, rivelando i nostri sentimenti, pensieri e intenzioni – a volte più di quanto vorremmo. Ma come funzionano esattamente questi segnali non verbali?
Percezione ed espressione
Gli esseri umani percepiscono il mondo principalmente attraverso gli occhi. Le informazioni visive come forme, colori e movimenti vengono trasmesse al cervello tramite il nervo ottico e lì convertite in immagini. Nel giro di pochi millisecondi, questa percezione scatena delle reazioni emotive, che gli occhi trasmettono altrettanto rapidamente all’esterno: durante una conversazione, tutti noi guardiamo istintivamente negli occhi di chi ci sta davanti per carpirne le emozioni –spesso più importanti delle parole.
Gli occhi tradiscono lo stato emotivo
Quando siamo spaventati o intimoriti gli occhi si spalancano, quando siamo felici si illuminano; in ogni caso, rivelano le nostre emozioni in modo differenziato e inequivocabile. Quando una persona si rallegra, si dice che «le ridono gli occhi». E in effetti la felicità si rivela all’esterno con una maggiore luminosità dello sguardo e un’increspatura della zona perioculare. Si tratta di reazioni inconsapevoli: l’effetto sopra descritto è dovuto per esempio all’attivazione della muscolatura che circonda l’occhio. Qualcosa di simile accade quando siamo tristi: la maggiore produzione lacrimale fa gonfiare le palpebre e le sopracciglia si contraggono verso l’interno, cambiando forma.
Micromovimenti, reazioni della pupilla e delle palpebre
Gli occhi non sono soltanto organi di senso: sono strumenti espressivi di elevata precisione, che riflettono in modo più o meno evidente ogni nostro stato emotivo.
› Reazioni della pupilla: gioia, paura, stress o disgusto dilatano la pupilla, mentre la stanchezza e il sonno la fanno restringere. Lo stesso succede nelle diverse condizioni di luce: più fa buio, più l’apertura della pupilla aumenta, diminuendo invece con la luce. Si tratta di riflessi automatici e non controllabili.
› Movimenti oculari: uno sguardo molto mobile può essere indice di nervosità, sovraccarico o insicurezza; al contrario, un contatto visivo stabile segnala concentrazione o dominanza.
› Movimenti delle palpebre: lo stress e l’insicurezza fanno accelerare il battito delle palpebre, mentre la concentrazione o anche la sfiducia lo rallentano.
Limiti dell’interpretazione
Gli occhi rivelano molto di ciò che abbiamo dentro, ma non possono mai sostituire una valutazione complessiva. Le differenze individuali, sociali o culturali – e la capacità di alcune persone di controllare consapevolmente lo sguardo – possono ostacolare l’interpretazione. È fondamentale, quindi, tenere sempre conto degli altri segnali verbali e non verbali.
CAPIRSI SENZA PAROLE
L’importanza del contatto visivo
Una chiacchierata tra amici, un colloquio di lavoro, il primo appuntamento: la comunicazione passa anche attraverso gli occhi. Spesso basta uno sguardo per capire, nel giro di pochi secondi, se una persona ci appare simpatica, onesta o affidabile. Per gli psicologi il contatto visivo diretto è un «collante sociale» in grado di stabilire e rafforzare le
relazioni – ma anche di disturbarle. Si tratta di un elemento centrale della comunicazione non verbale: spesso inconsapevole, ma non per questo meno efficace. In un mondo che tende spesso a ignorare il linguaggio del corpo, lo sguardo gioca un ruolo importante nei rapporti interpersonali, che siano privati o professionali, amorosi o di amicizia.
La prima impressione è quella che conta
In poche frazioni di secondo, il nostro cervello ha già stabilito se la persona che abbiamo davanti ci ispira fiducia, se la riteniamo disponibile o dominante. E questa valutazione avviene in gran parte attraverso lo sguardo. Chi ci guarda direttamente negli occhi ci appare sicuro di sé, presente, credibile. Uno sguardo sfuggente o inquieto, invece, può essere letto come sintomo di insicurezza, rifiuto o disinteresse. Soprattutto nelle situazioni professionali come colloqui di lavoro, meeting o presentazioni il contatto visivo è fondamentale. Uno sguardo franco e aperto trasmette sicurezza e crea rapidamente un contatto con le altre persone.
L’amore inizia con uno sguardo
Nelle relazioni amorose, spesso è un contatto visivo a scatenare l’attrazione. Uno sguardo lungo e intenso può creare vicinanza – a volte ancor prima di scambiare le prime parole. Gli studi scientifici dimostrano che le coppie che si guardano spesso negli occhi sono più unite a livello emotivo. Anche nelle relazioni di lungo corso, lo sguardo rivela il legame e l’interesse reciproco. I partner che si guardano spesso negli occhi dimostrano vicinanza emotiva ed empatia.
La sensazione di essere visti veramente
Anche tra amici lo sguardo è importante per dimostrare apprezzamento. Guardarsi mentre si racconta o si ascolta oppure quando si ride insieme crea un senso di comunione e di appartenenza. Soprattutto nell’era digitale, in cui molte conversazioni si svolgono tramite il monitor, un contatto visivo diretto è segno di autentico interesse. E un modo per sostenersi nei momenti difficili: perché uno sguardo carico di comprensione consola più di tante frasi fatte.
Vicinanza e distanza
Non tutti amano il contatto visivo intenso. Soprattutto le persone introverse o timorose a livello sociale possono avvertirlo come sgradevole. Per una buona comunicazione, quindi, dobbiamo anche saper percepire e rispettare le reazioni di chi ci sta davanti. Fissare troppo l’altra persona non va bene, ma neppure distogliere costantemente lo sguardo. Si tratta di trovare un giusto mezzo in dipendenza dalla situazione specifica. Usare gli occhi in modo sensibile e consapevole come parte della comunicazione può aiutarci a rafforzare le nostre relazioni – sia professionali che private.
IL CONTATTO VISIVO NELLE DIVERSE CULTURE
Lo sguardo che unisce I
Apertura e sicurezza di sé
In molte culture occidentali, per esempio in Europa e in Nordamerica, il contatto visivo diretto ha una valenza positiva: è segno di apertura, interesse, sincerità, rispetto e credibilità. Soprattutto in Europa occidentale, al primo incontro o nei colloqui professionali si tende ad apprezzare uno sguardo stabile, anche se non fisso. Distogliere gli occhi viene interpretato come insicurezza o disinteresse. Ci sono però differenze a seconda del Paese e del contesto individuale.
l contatto visivo è una delle forme più dirette di comunicazione non verbale. Serve a dimostrare attenzione, a creare vicinanza o a stabilire le distanze. Sia l’uso di questo strumento sia la sua interpretazione variano però da una cultura all’altra. Quello che in una società è segno di cortesia e disponibilità, in un’altra può apparire arrogante o irrispettoso. Vediamo insieme come diverse culture interpretano il contatto visivo.
Passione e vicinanza
In molti Paesi dell’America latina, tra cui Messico, Brasile e Argentina, il contatto visivo è un potente strumento per esprimere emozioni e vicinanza. Spesso più intenso che in Europa, viene impiegato per comunicare calore, disponibilità, apertura, interesse, impegno. Anche qui però è importante non esagerare: fissare qualcuno più del necessario può essere considerato aggressivo.
Rispetto e riservatezza
In molte culture asiatiche, tra cui Giappone, Cina e Corea, il contatto visivo è spesso meno palese e meno intenso. Guardare qualcuno a lungo in modo diretto è considerato un segno di sfida o di mancanza di rispetto, soprattutto quando si tratta di un superiore o di una persona più anziana. Questo comportamento riflette una cultura incentrata sull’armonia e sul rispetto delle gerarchie.
Diversità e contesto
Rispetto e ruoli sociali
Il continente africano comprende una grande varietà di culture. È impossibile quindi indicare una regola generale per il contatto visivo. Tuttavia si possono identificare alcune tendenze tipiche. In molte società tradizionali spesso si evita il contatto visivo con gli anziani o le autorità, in segno di rispetto. Nelle fasce di popolazione più urbanizzate e più giovani, invece, guardarsi apertamente sta diventando sempre più normale.
Il contatto visivo è una lingua universale – ma con molti dialetti diversi. Saperlo interpretare correttamente nei diversi contesti richiede sensibilità interculturale. In un’epoca sempre più globalizzata, questa capacità può aiutarci a costruire ponti, a prevenire gli equivoci e a comunicare in modo rispettoso gli uni con gli altri.
Nel Vicino Oriente e in molti Paesi arabi il contatto visivo viene impiegato in modo molto diversificato in base al contesto sociale, al sesso e allo status. Spesso si evita di guardare direttamente le persone più anziane o gerarchicamente superiori, in segno di rispetto. Tra uomini un contatto visivo intenso è spesso considerato segno di sincerità e fiducia; tra un uomo e una donna (se non imparentati tra loro) può essere invece percepito come inopportuno.
Associazione EinDollarBrille
Una vista buona per tutti N
el 2019 uno studio dell’OMS, l’Organizzazione
Mondiale della Sanità, ha calcolato che 950 milioni di persone in tutto il mondo avrebbero bisogno degli occhiali, ma non sono in grado di procurarseli – per mancanza di denaro o di assistenza oculistica. Le conseguenze di una simile situazione possono essere devastanti: scolari che non riescono a seguire le lezioni, adulti che non possono lavorare – o comunque non in posizioni qualificate – e non sono in grado di mantenere la famiglia. Perché una buona vista è fondamentale per la qualità della vita: permette di percepire chiaramente il mondo circostante e influenza il futuro scolastico, professionale e sociale.
Milioni di persone in tutto il mondo avrebbero bisogno degli occhiali, ma non possono permetterseli. Le conseguenze quasi sempre li accompagnano per tutta la vita: a scuola non riescono a seguire le lezioni, da adulti non sono in grado di lavorare. L’associazione EinDollarBrille («occhiali da un dollaro») le aiuta con test della vista gratuiti e occhiali di buona qualità dal prezzo accessibile.
Economici e resistenti
Risolvere questo problema di portata globale è l’obiettivo dell’associazione EinDollarBrille, fondata in Germania nel 2012 e in Svizzera nel 2015, che ha ideato il sistema degli «occhiali da un dollaro». Si tratta di occhiali supereconomici, composti da lenti premolate infrangibili in materiale sintetico e da una montatura in acciaio leggera e robusta, realizzabile senza bisogno di elettricità con una semplice piegatrice – e quindi alla portata anche delle aree più povere e rurali.
Assistenza sul posto
Da questa idea, nel corso di alcuni anni è nata un’organizzazione globale che aiuta i bambini e gli adulti con problemi di vista in Asia, Africa e Sudamerica a condurre una vita migliore. In Svizzera, EinDollarBrille ha sede a Gwatt nel Canton Berna, vicino alla città di Thun. «Il nostro obiettivo è assicurare l’assistenza oculistica di base a tutte le persone del mondo», spiega Martin Sedlmayer, presidente di EinDollarBrille Schweiz. Attualmente, l’associazione è attiva in Asia, Africa e Sudamerica. Dalla sua fondazione, ha effettuato 2,2 milioni di test della vista, distribuito oltre 830’000 occhiali e creato 524 posti di lavoro.
Formazione di specialisti locali
Oltre a fornire occhiali a chi ne ha bisogno, EinDollarBrille si concentra anche sulla formazione di ottici nei Paesi interessati. Poiché nel Sud globale il personale specializzato scarseggia, l’associazione ha messo a punto un corso di formazione della durata di un anno che prepara i partecipanti ad effettuare correttamente il test della vista, scegliere le lenti ottimali per le esigenze del paziente e montare e adeguare gli occhiali.
Nuovi posti di lavoro
Nei Paesi in cui è attiva, l’associazione forma anche il personale addetto alla fabbricazione e distribuzione degli «occhiali da un dollaro». In tal modo crea nuovi posti di lavoro in regioni dove questi abitualmente scarseggiano. Grazie ai test della vista gratuiti, all’opera di sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità e al networking con autorità sanitarie e ONG, EinDollarBrille fa crescere la consapevolezza per l’importanza di una buona vista e per l’utilità degli occhiali.
Partnership tra EinDollarBrille e Vista Augenpraxen & Kliniken
Dal 2024, il gruppo Vista è partner dell’associazione EinDollarBrille. Con le sue 8 cliniche e le sue 35 sedi complessive, per un totale di 500 collaboratrici e collaboratori, Vista Augenpraxen & Kliniken è leader in Svizzera nel settore dell’oftalmologia. Nelle sale di attesa di tutte le sedi, EinDollarBrille ha l’opportunità di far conoscere le sue prestazioni a un vasto pubblico tramite video su grande schermo. Maggiori informazioni sull’associazione al sito www.eindollarbrille.ch.
IL NISTAGMO
QUANDO L’OCCHIO NON OBBEDISCE
In condizioni normali siamo in grado di dirigere lo sguardo dove vogliamo. In caso di nistagmo, invece, gli occhi si muovono in modo incontrollato, limitando notevolmente la capacità visiva. Quali sono le cause di questo disturbo, in quali forme si presenta e come può essere curato?
Di solito, l’occhio obbedisce alla nostra volontà: siamo noi a decidere da che parte guardare. Esiste però una patologia nella quale gli occhi «saltano» in modo incontrollato da un punto all’altro, ostacolando la visione: si tratta del nistagmo, una forma di movimento oculare involontario. Se ne distinguono tre varianti principali:
Nistagmo a scosse o saccadico: gli occhi si muovono in modo repentino in una direzione per poi tornare lentamente nella posizione di partenza.
Nistagmo pendolare: gli occhi oscillano in modo continuo in senso orizzontale o verticale.
Nistagmo rotatorio: in questa rara variante del disturbo gli occhi compiono un movimento circolare.
I movimenti involontari sono dovuti al tentativo dell’occhio di mettere a fuoco l’immagine: siccome non ci riesce, inizia a «saltare» da un punto all’altro in modo incontrollato. Il nistagmo può essere un’anomalia congenita o svilupparsi nel corso della vita. La forma congenita si presenta spesso già alla nascita, in molti casi insieme ad altri difetti visivi o handicap fisici. Il nistagmo acquisito, invece, è provocato da problemi neurologici o da un disturbo del centro dell’equilibrio.
Discusse opzioni farmacologiche
L’obiettivo del trattamento è migliorare la visione. Sono disponibili due possibili opzioni: la terapia farmacologica o l’intervento chirurgico. La prima si basa su medicinali sviluppati in origine per malattie come il morbo di Parkinson o l’epilessia. La loro efficacia contro il nistagmo è però molto discussa, motivo per cui i medici tendono a preferire la terapia chirurgica. In questo caso, si interviene operativamente sui muscoli oculari o si inietta del botox per ridurre i movimenti involontari e migliorare la vista.
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Un fenomeno non sempre patologico
Non tutti i movimenti oculari involontari sono sintomi di nistagmo. Tutti noi possiamo sperimentarli occasionalmente per qualche istante: per esempio quando guardiamo dal finestrino di un treno e gli occhi sono costretti a «saltare» per elaborare la veloce sequenza di immagini. A volte può insorgere anche un senso di vertigine. Di solito però basta fissare lo sguardo su un punto fermo per tornare velocemente alla normalità. Chi soffre di nistagmo patologico, invece, non è in grado di influenzare o di arrestare i movimenti oculari incontrollati.
Per un buon ingresso nel mondo
Gli occhi dei neonati sono sensibili e richiedono nei primi mesi una cura attenta e delicata. Con alcune semplici misure igieniche, i genitori possono prevenire o lenire rapidamente irritazioni e infezioni. E contribuire attivamente al buono sviluppo della vista del loro bebè.
Quando il neonato apre gli occhi per la prima volta, il suo sguardo appare ancora un po’ estraneo al mondo – e al tempo stesso carico di intensità. Nei primi mesi di vita, però, gli occhi sono anche estremamente sensibili e richiedono cure attente e delicate. Una sfida non facile per i genitori, che devono garantire igiene e protezione senza però irritare le strutture ancora immature.
Occhi bisognosi di protezione
Già prima della nascita, il bambino è in grado di percepire la luce. Ma la capacità di vedere e riconoscere il mondo circostante si sviluppa solo gradualmente. In questa fase molti meccanismi di difesa, per esempio i canali lacrimali o il sistema immunitario, non sono ancora pienamente formati. Questo può far sì che gli occhi lacrimino spesso e che le palpebre si incollino o si incrostino. Le cause di solito sono banali: nel 5-6% dei casi, i canali lacrimali non sono ancora completamente aperti o presentano dei restringimenti. L’accumulo di liquido crea incrostazioni sul bordo della palpebra e questo favorisce la proliferazione batterica e quindi le infezioni.
Pulizia delicata
Con le misure di cura adeguate, molti problemi possono essere leniti velocemente o evitati del tutto. I due principi fondamentali sono la delicatezza e l’igiene. Se gli occhi del bambino sono sani, non è necessario detergerli ogni giorno. Se invece è presente della secrezione, è consigliabile ammorbidirla con compresse tiepide (da appoggiare per circa 5 minuti) e quindi rimuoverla gentilmente procedendo verso il naso, nel naturale senso di deflusso delle lacrime. Evitare assolutamente di usare bastoncini per le orecchie o peggio ancora le unghie: il rischio di lesioni è molto elevato.
L’arrossamento può essere sintomo di congiuntivite
Se gli occhi del bebè sono arrossati o lacrimano e sulle palpebre si formano molte croste o addirittura pus, è possibile che si tratti di una congiuntivite. Di solito si tratta di un disturbo lieve. Se però le infezioni si ripetono è consigliabile consultare il medico pediatra o l’oculista, che nel caso prescriverà un trattamento con colliri o pomate a base di antibiotici. Se il problema deriva da un canale lacrimale ancora chiuso, il dottore o la dottoressa prescriverà anche un massaggio specifico, che i genitori dovranno praticare quotidianamente. Gli occhi del neonato sono sensibili. Curarli scrupolosamente e nel modo giusto è il primo passo per una vista sana in età adulta. Una pulizia delicata o un massaggio decongestionante hanno un valore che va oltre la semplice cura: segnalano al bebè attenzione, vicinanza e amore, insomma tutto ciò di cui un bambino ha più bisogno nei primi mesi di vita.
La cura giusta
Se gli occhi sono sani, non è necessario detergerli ogni giorno. Se invece è presente della secrezione, procedere nel modo seguente.
› Lavarsi accuratamente le mani
› Inumidire un batuffolo di ovatta o una compressa con acqua tiepida (precedentemente bollita) o con soluzione salina
› Detergere delicatamente dall’esterno verso l’interno
› Cambiare l’ovatta o la compressa prima di detergere l’altro occhio
Misure preventive
› L’aria secca da riscaldamento e le correnti d’aria possono irritare gli occhi. Per un clima più sano, aerare i locali regolarmente e installare un umidificatore.
› Per prevenire le infezioni, lavarsi accuratamente le mani prima del contatto con gli occhi.
› Evitare la luce solare diretta o un’illuminazione troppo forte: i neonati sono molto sensibili alle fonti di luce intensa.
CONCENTRATI DI VITAMINE DA GUSTARE
SUPERFOOD PER L’AUTUNNO E L’INVERNO
Un forte sistema immunitario è importante per la resistenza del nostro organismo.
Soprattutto nei mesi freddi, quando la luce solare scarseggia, siamo più soggetti alle infezioni. Ma anche in autunno e inverno ci sono dei superfood stagionali particolarmente ricchi di vitamine, minerali e fibre che ci aiutano a restare in salute.
Anche se spesso trascurate, le verdure invernali delle nostre regioni sono degli autentici superfood. Contengono poche calorie, ma in compenso sono
ricche di minerali, fibre, sostanze vegetali secondarie, vitamine, antiossidanti – e di sapore. Un aiuto importante per il nostro corpo, che soprattutto in inverno ha bisogno di un’adeguata alimentazione per rafforzare il sistema immunitario e contrastare gli sbalzi d’umore.
Zucca, la verdura dalle mille virtù
La zucca è ricca di betacarotene, che il nostro corpo trasforma in vitamina A. E questa, a sua volta, è importante per la vista e la salute della superficie oculare. In più, la zucca fornisce altre vitamine importanti, tra cui C ed E, nonché minerali come potassio e magnesio.
Cavolo riccio, la bomba vitaminica
Il cavolo riccio fornisce grandi quantità di vitamina C e K e di antiossidanti, importanti per il sistema immunitario. Inoltre, grazie all’elevato contenuto di luteina e zeaxantina, due sostanze vegetali secondarie, ha effetti particolarmente positivi sulla salute dell’occhio.
I superfood non fanno miracoli. Tuttavia, se scelti con cura e preparati in modo variato possono aiutarci in
Cavolo rosso, l’ortaggio di culto
Ne bastano 100 grammi per coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina C. Inoltre, è ricco di vitamina K, selenio, potassio e magnesio. L’elevato tenore di antiossidanti, calcio e potassio ne fa un alimento ideale per la salute degli occhi.
Mela, il grande classico regionale
La mela ci fornisce molte sostanze nutrienti. In particolare, è ricca di vitamine: C, ma anche A, E, B1, B2 e B6. Mentre le vitamine C ed E rinforzano le cellule, la vitamina A ha effetti positivi in particolare sulla retina e sul cristallino.
modo determinante a conservare la nostra vitalità anche nella stagione fredda.
Una porzione in più di questi alimenti fa bene anche alla salute degli occhi.
SPAGHETTI ALLA ZUCCA CON SALVIA
COSA SERVE
PER QUATTRO PERSONE
600 g di zucca (per es. butternut) a dadini
1 rametto grande di salvia
burro per rosolare
sale, pepe
300–400 g di spaghetti
2 cucchiai di olio di oliva
50 g di parmigiano grattugiato
foglioline di salvia per guarnire
ED ECCO COME SI FA
Far rosolare la zucca nel burro insieme alla salvia, finché sarà tenera. Togliere la salvia, salare e pepare. Cuocere gli spaghetti al dente in abbondante acqua salata, scolarli e mescolarli con l’olio di oliva. Disporli sui piatti di portata e condire con la zucca. Spolverizzare di parmigiano e guarnire con foglioline di salvia. Buon appetito!
A volte esprimiamo più cose in un solo sguardo che con un lungo discorso. I nostri occhi rivelano ciò che abbiamo dentro. Tradiscono i nostri sentimenti e svolgono un ruolo centrale nella comunicazione tra le persone.
Con la nostra rivista «Sguardo» vogliamo condividere con voi la nostra passione per tutto ciò che riguarda l’occhio e la sua salute, offrirvi approfondimenti insoliti e curiosi, informarvi sui metodi e sugli attuali trattamenti di cura e sulle possibili cause delle principali patologie oculari. Possiamo contare su circa 40 anni di esperienza nel campo dell’oftalmologia.