sguardo – NEL TEMPO

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RIVISTA DEL CENTRO AVANTI PER LA SALUTE DELL’ OCCHIO

L’oculistica nel corso dei secoli

Belli freschi anche in estate

Che fare quando il bambino è strabico?

COLOPHON EDITORIALE

SUGGERIMENTO STAGIONALE

Belli freschi anche in estate. Come restare «cool» quando fa caldo

PROTEZIONE E PREVENZIONE

Struccarsi bene. Cosa fare (e non fare) con i cosmetici waterproof

Ustioni oculari da sole. Quando l’estate fa male agli occhi con un concorso

TRATTAMENTO

L’occhio «senza punto». Astigmatismo corneale Occhio al collirio giusto. Meglio dare uno sguardo alla composizione

CONSIGLIO DELL’ESPERTO

Nuove prospettive nel trattamento del glaucoma. A colloquio con il Dr. med. Iraklis Vastardis

A FUOCO: NEL TEMPO

L’oculistica nel corso dei secoli

Ieri: norme crudeli e grandi scoperte

Oggi: la moderna medicina

Domani: uomo e macchina

AMPLIARE GLI ORIZZONTI

Quando il sole fa fare eccì. Starnuto riflesso fotico

Cosa c’è dietro lo sguardo bicolore. Eterocromia dell’iride

PROTEZIONE FIN DALLA

PIÙ TENERA ETÀ

Che fare quando il bambino è strabico?

L’ortottica nell’infanzia

DELIZIOSO E SANO

Superfood per l’estate Smoothie estivo ai frutti di bosco

RIVISTA SGUARDO, NUMERO 2 2024

EDITORE

Vista Augenpraxen & Kliniken

Viaduktstrasse 42

CH-4051 Basel member of veonet

CONCEZIONE

Comunicazioni aziendali

Vista Augenpraxen & Kliniken

REDAZIONE

Comunicazioni aziendali

Vista Augenpraxen & Kliniken

Hanna Stange

CONTRIBUTI A QUESTO NUMERO

Florencia Figueroa

Samantha Happ

Katja Muchenberger

Sebastian Müller-Runte

Corine Glatt

TRADUZIONI E CORREZIONE

DI BOZZE

Götz Translations & Proofreading www.goetz-translations.com

DESIGN E LAYOUT

Hildegard Brinkel www.hildegard-brinkel.de

STAMPA

Steudler Press AG Zeughausstrasse 51

CH-4052 Basel

TIRATURA

Italiano 500 esemplari

Tedesco 8500 esemplari

CONTATTO communications@vista.ch www.vista.ch/einblick

IMMAGINI/FOTO

©Vista Augenpraxen & Kliniken

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Per una migliore leggibilità, si utilizza il maschile generico. Tutti i riferimenti alle persone includono tutti i generi.

Care lettrici, cari lettori

In questa edizione di «Sguardo» vi aspetta un avvincente viaggio nel tempo attraverso la storia dell’oculistica. Dalle radici storiche, passando per i rivoluzionari progressi del presente, arriveremo fino alle innovazioni visionarie del futuro, soffermandoci anche sull’ormai imprescindibile impiego dell’intelligenza artificiale. Avrete così una panoramica completa di come si è evoluta nei secoli questa interessante branca della medicina.

Oggi l’oculistica offre una vasta gamma di opzioni di trattamento per le più diverse patologie dell’occhio. Ciò nonostante, in tutto il mondo moltissime persone continuano a perdere la vista a causa del glaucoma. Gli esami preventivi regolari giocano un ruolo decisivo nella lotta a questa subdola malattia. Per questo vi consigliamo di leggere con particolare attenzione l’intervista con lo specialista di chirurgia del glaucoma il Dr. med. Iraklis Vastardis, che lavora sotto la direzione del Dott. Theo Signer, il

primario del gruppo Vista. Il Dr. Vastardis condivide con noi la sua profonda conoscenza dei più moderni metodi di trattamento, che sono anche offerti presso il Centro Avanti e sono sotto la responsabilità del Dr. Signer.

Inoltre, in questa edizione estiva non potevano mancare i nostri consigli pratici per rinfrescare l’organismo nelle giornate più calde. E vi siete mai chiesti perché sotto il sole intenso alcune persone si mettono a starnutire? Trovate la risposta in questo numero. Vi auguro una buona lettura.

Come restare «cool» quando fa caldo

Belli freschi anche in estate

È arrivata l’estate. Il sole splende, l’asfalto ribolle e il termometro supera i 30° C. Se non facciamo nulla per contrastarle, le alte temperature possono mettere il nostro corpo a dura prova. Qui abbiamo raccolto per voi alcuni consigli utili per prevenire la disidratazione e affrontare bene anche i giorni più afosi. Perché solo un corpo ben idratato può godersi tutto il bello dell’estate!

Sulle piattaforme

social si sta diffondendo lo slogan «Stay hydrated»: in molti post si vedono ragazzi e ragazze che tengono alta con una bottiglia d’acqua alle labbra per ricordare a tutti di bere in quantità sufficiente. E hanno ragione. Un essere umano adulto è composto per circa il 65 % di acqua. Con il caldo l’attività fisica ci fa sudare ancora più del solito, con il rischio di disidratare l’organismo. Nei mesi estivi, quindi, un apporto adeguato di liquidi è più importante che mai per la nostra salute. Un bilancio idrico adeguato è irrinunciabile per la funzione di tutti gli organi – compresi gli occhi.

Occhi secchi per carenza di liquidi

Per vederci chiaro, i nostri occhi hanno bisogno di idratazione. Di norma, a ogni battito di ciglia il film lacrimale si distribuisce uniformemente sulla superficie oculare. Se però siamo disidratati, il corpo produce meno lacrime e quindi l’occhio rimane secco anche se sbattiamo le palpebre a più non posso. In poco tempo iniziamo ad avvertire bruciori e arrossamenti, e il piacere dell’estate è già (un poco) turbato.

Bere regolarmente e a sufficienza

Nei prossimi mesi, quindi, abbiate cura di apportare al corpo a intervalli regolari una sufficiente quantità di liquidi. Gli esperti consigliano di bere ogni giorno almeno 2 litri di acqua o tisane non zuccherate. A voler essere più precisi, la formula da adottare è la seguente: assumere ogni giorno ca. 30–40 millilitri di liquidi per chilogrammo di peso corporeo. Il fabbisogno esatto dipende però dal livello di attività, dallo stato di salute e dalle condizioni ambientali.

Qualche consiglio per una buona idratazione estiva

› Integrate nel vostro menù molta frutta e verdura ad alto contenuto d’acqua, come per es. melone o anguria, frutti di bosco, cetrioli e pomodori.

› Utilizzate la funzione sveglia del vostro smartphone o una semplice sveglia per ricordarvi di bere acqua.

› Limitate il consumo di caffè, alcol e bevande zuccherate.

› Portate sempre con voi una bottiglietta d’acqua, soprattutto quando siete fuori casa.

› L’acqua da sola non vi piace? Anche una tisana tiepida, senza aggiunta di zucchero, è un modo eccellente per reidratarsi.

Cosa fare (e non fare) con i cosmetici waterproof

Struccarsi bene

Un tuffo nel lago, le lacrime di gioia a un matrimonio, il vento freddo quando si va in bici... ma il trucco «tiene» ugualmente. Con i prodotti waterproof l’industria cosmetica ci facilita la vita in molti momenti della giornata. Con un’eccezione: alla sera il trucco andrà rimosso con la stessa cura con cui lo abbiamo applicato.

Al mattino ci trucchiamo con cura meticolosa. Per poi accorgerci che, appena uscite di casa, il kajal è già sparito e il mascara ha creato antiestetiche sbavature sotto l’occhio. I prodotti waterproof, cioè a prova d’acqua, risolvono il problema. Ma cosa c’è da sapere per utilizzarli correttamente? Lo si può fare ogni giorno o è meglio limitarsi?

E come rimuovere questo tipo di cosmetici in modo delicato?

Perché il trucco waterproof «tiene»

Mascara, eyeliner, fondotinta: tutti i cosmetici contrassegnati come «waterproof» hanno formule con una bassa percentuale di acqua e, in compenso, una maggiore concentrazione di speciali cere e siliconi. Questi ingredienti ottimizzano l’adesione del prodotto alla pelle e formano uno strato protettivo idrorepellente. In tal modo il trucco rimane al suo posto più a lungo anche in caso di umidità o di contatto con l’acqua, senza sbavare o dissolversi. Una pratica soluzione per mantenere tutto il giorno un aspetto fresco e curato.

Detergere sempre il viso prima di dormire

Convenzionale o waterproof: qualsiasi tipo di trucco va sempre tassativamente rimosso prima di andare a letto. Nel corso della giornata sul viso si depositano, oltre ai cosmetici, anche particelle di sporco e grasso. Tutto questo può ostruire i pori provocando impurità e irritazioni cutanee. Struccandosi con cura si permette alla pelle di rigenerarsi nel corso della notte. Ben detersa, può respirare di nuovo, cosa che favorisce il naturale rinnovo cellulare. Anche chi non si trucca dovrebbe sempre detergere il viso prima di dormire, per rimuovere le tracce della giornata. Con questo

piccolo rituale si aiuta la pelle a restare sana nel tempo.

Per rimuovere i cosmetici waterproof è preferibile ricorrere a un prodotto struccante a base oleosa: l’olio infatti riesce a sciogliere anche le sostanze idrorepellenti, e in più cura la pelle secca e screpolata. Anche le ciglia apprezzano questo regolare trattamento idratante. Ma bisogna procedere con attenzione per evitare di strapazzarle eccessivamente.

I cosmetici waterproof sono adatti all’uso quotidiano?

I cosmetici waterproof sono noti per la loro resistenza al sudore e all’acqua. Questa caratteristica li rende particolarmente pratici per le occasioni speciali o quando la giornata si preannuncia lunga e intensa. L’uso quotidiano può però provocare irritazioni cutanee e va quindi evitato per quanto possibile. Una particolare attenzione va riservata alle ciglia, su cui il mascara waterproof ha un’azione particolarmente aggressiva: i peluzzi

possono seccarsi e nel peggiore dei casi spezzarsi. In generale, per l’uso quotidiano è preferibile ricorrere a prodotti leggeri, che non sollecitino troppo la pelle.

Come proteggere le ciglia

Acqua come base: inumidire un dischetto di ovatta con acqua tiepida e versarvi sopra il prodotto struccante. Non strofinare: limitarsi a tenere il dischetto sulle ciglia per circa 30 secondi, in modo che lo struccante possa agire. Quindi rimuovere delicatamente il mascara seguendo la curvatura delle ciglia.

Nel senso giusto: se è proprio necessario strofinare, farlo sempre a occhi chiusi e procedendo dalle tempie verso il naso o dall’alto verso il basso.

Quando l’estate fa male agli occhi

Ustioni oculari

da sole

Stendersi sulla spiaggia, lasciar scorrere la sabbia fra le dita, rivolgere lo sguardo al cielo azzurro intenso... Con un po’ di crema solare, una giornata così non dovrebbe portare altro che piacere e relax, giusto? Beh, non sempre...

Suona strano, ma è un dato di fatto: al sole anche gli occhi possono «scottarsi». Come nel caso della pelle, la responsabile è anche in questo caso la radiazione ultravioletta. Soprattutto i raggi a onde corte UV-B sono un pericolo per l'apparato visivo. Se l’esposizione è eccessiva, può provocare lesioni della cornea e della congiuntiva. I sintomi di una ustione oculare da sole possono comprendere arrossamento, sensazione di corpo estraneo, dolore anche intenso, fotosensibilità,

I raggi solari

UV-B

a onde corte danneggiano i nostri occhi.

visione offuscata e, in alcuni casi, perfino una perdita temporanea della vista.

In gergo tecnico, il fenomeno è denominato fotocheratite. Si tratta di un termine di origine greca che significa letteralmente «infiammazione della cornea dovuta alla luce». Come nel caso delle scottature della pelle, i sintomi compaiono soltanto sei-dieci ore dopo l’esposizione al sole. Nei casi meno gravi, la fotocheratite regredisce spontaneamente dopo uno o due giorni senza lasciare danni permanenti. In quelli più seri, invece, sulla cornea possono formarsi delle cicatrici che compromettono la vista in

modo permanente. Ai primi sintomi è quindi fondamentale evitare la luce solare e consultare prima possibile un medico.

Come si tratta la fotocheratite

Quando la cornea è lesa, i batteri possono penetrarvi e provocare infiammazioni oculari. Il trattamento della fotocheratite si concentra quindi, oltre che sull’alleviamento del dolore, sulla prevenzione del rischio di infezione. A questo scopo sono disponibili molti tipi di colliri e pomate oculari. Per ridurre il dolore è anche importante proteggersi dalla luce intensa. Chi porta lenti a contatto dovrebbe inoltre rinunciarvi e usare gli occhiali fino alla completa remissione dei sintomi.

80 %

L‘esposizione alle radiazioni può aumentare fino all‘80 % su sabbia chiara riflettente o specchi d‘acqua.

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Elevata dose di radiazioni

Soprattutto i bambini e le persone con gli occhi chiari devono proteggersi bene dal sole. Un altro fattore che influenza gli effetti nocivi dei raggi UV è l’ambiente circostante: il forte effetto riflettente di specchi d’acqua, sabbia chiara e neve possono aumentare anche dell’80 % la dose di radiazioni. In montagna questo pericolo è ancora più elevato, perché i raggi ultravioletti aumentano del 10 % ogni 500 metri di altitudine.

Gli occhiali da sole giusti

Il modo migliore per proteggersi è indossare gli occhiali da sole. Ma attenzione: non tutti sono adatti allo scopo! Nei modelli più economici spesso le lenti sono soltanto colorate e non difendono veramente dalle radiazioni UV. Anzi: dietro le lenti scure le pupille si dilatano e l’occhio riceve quindi una dose ancora maggiore di raggi ultravioletti. Soltanto gli occhiali da sole con il marchio CE e con l’indicazione UV-400 o superiore offrono un sufficiente livello di protezione.

Così equipaggiati, sarete liberi di godervi l’estate ovunque: in spiaggia come in alta montagna.

10 %

Il carico di radiazioni aumenta del 10 % ogni 500 metri di altitudine in montagna.

I sintomi di un’ustione oculare da sole in breve :

› dolore a entrambi gli occhi

› arrossamento e lacrimazione

› prurito oculare

› eccessiva sensibilità alla luce

› visione offuscata

ASTIGMATISMO

L’occhio «senza punto»

L’astigmatismo è un difetto di curvatura della cornea. In misura lieve, è presente praticamente in tutti gli esseri umani, dato che la cornea, per sua natura, non è mai perfettamente rotonda. Di solito la deformazione è così insignificante da non provocare disturbi percettibili. In alcuni casi, invece, l’astigmatismo compromette l’acutezza visiva.

La parola astigmatismo deriva dal greco ae stigma e significa letteralmente «senza punto». Questo allude al modo in cui la luce colpisce la retina. Una cornea di forma ideale concentra la luce in un fascio che va a centrare un punto ben preciso della retina. In presenza di una deformazione corneale, cioè di astigmatismo, questo non è possibile: la luce sulla retina non forma un punto, bensì una linea allungata. La conseguenza è una visione poco

nitida. L’intensità dell’astigmatismo dipende da quanto la cornea devia dalla curvatura ideale: alcune persone astigmatiche vedono immagini solo leggermente sfocate, altre invece hanno una vista molto compromessa. Astigmatismo regolare

e irregolare

In medicina si distinguono due diverse varianti di astigmatismo: regolare e irregolare. Per comprendere meglio la differenza, dobbiamo immaginare prima di tutto un occhio privo di qualsiasi deformazione corneale: la

sua forma è perfettamente sferica, come un pallone da basket. Nell’astigmatismo regolare, l’occhio assomiglia ancora a un pallone, ma leggermente ovale, come quelli usati per il football americano. Questo tipo di difetto può però essere corretto facilmente con occhiali adeguati o con un intervento laser. Nell’astigmatismo irregolare, invece, la deformazione della cornea è così asimmetrica che gli occhiali non riescono a correggerla. In questi casi, bisogna intervenire in modo mirato là dove è presente il difetto di curvatura: tramite speciali lenti a contatto o in forma chirurgica.

Visione normale ‹

Ereditario o acquisito

Quando si nota un difetto visivo, è opportuno sottoporsi subito a una visita oculistica. Gli errori di rifrazione della luce, se non trattati, possono infatti portare rapidamente a un sovraffaticamento oculare, con conseguenti bruciori e mal di testa.

L’astigmatismo regolare di norma è ereditario e quindi si riscontra spesso in più membri della stessa famiglia. Dato che l’occhio, e quindi la forma della cornea, continua a modificarsi nel corso della vita, la correzione chirurgica viene effettuata soltanto a partire dai

21 anni di età, quando questo processo evolutivo è sostanzialmente concluso.

L’astigmatismo irregolare, invece, è dovuto frequentemente a fattori esterni come malattie, traumi o cicatrici corneali dovute a interventi chirurgici.

Conclusioni

Il vostro oculista potrà dirvi in base a una serie di test se soffrite o meno di astigmatismo. E nel caso potrà determinare l’esatta tipologia e gravità del difetto nonché le possibili opzioni di trattamento.

Stanchi dei vostri occhiali?

Il Centro Avanti è specializzato nella correzione visiva per l'astigmatismo. ambulatorioavanti.ch/ nostri-laser

Visione con astigmatismo ‹

Meglio dare uno sguardo alla composizione

Occhio al collirio giusto

Negli ultimi 20 anni il numero di persone che soffrono di secchezza oculare è raddoppiato. Nemmeno gli occhi più belli «fanno colpo» se sono stanchi e secchi. Per fortuna esistono i colliri. Occhio però a scegliere il prodotto giusto: altrimenti ogni goccia può essere letteralmente una di troppo.

La corrente di un ventilatore, l’aria secca del riscaldamento, la luce artificiale, troppo sole o troppo vento: sono tanti i fattori che possono pregiudicare il benessere oculare. Anche l’uso di lenti a contatto e la costante esposizione ai media digitali possono provocare fastidi.

Quando gli occhi prudono, bruciano, lacrimano o sono doloranti e arrossati, molte persone ricorrono a un collirio. Nella scelta del prodotto è fondamentale leggere accuratamente la composizione. La base è sempre costituita da acqua e sali, ovvero dalle sostanze che compongono anche il nostro film lacrimale. A queste vengono aggiunti poi degli ingredienti trattanti per i sintomi specifici.

Quale sostanza per quale effetto?

Il dexpantenolo , ovvero la provitamina B5, supporta l’idratazione e la rigenerazione della cornea e della congiuntiva.

L’ectoina contribuisce a proteggere e riparare le cellule. Questa sostanza naturale lenisce le reazioni infiammatorie e stabilizza il film lacrimale.

L’eufrasia è una pianta officinale impiegata tradizionalmente per la cura degli occhi a causa delle sue proprietà lenitive e antinfiammatorie.

L’eparina ha proprietà idratanti simili a quelle del film lacrimale naturale.

L’acido ialuronico trattiene l’acqua e aiuta a mantenere umida la superficie dell’occhio, formando un film sottile che la protegge dalla disidratazione.

La vitamina A è preziosa per la salute delle mucose e supporta la funzione del film lacrimale.

Da evitare: conservanti e tamponi fosfato

I conservanti sono sostanze usate per prolungare la conservazione del prodotto inibendo la proliferazione batterica, ma possono anche provocare irritazioni e reazioni allergiche. I tamponi fosfato vengono aggiunti ad alcuni colliri per abbassarne il pH e renderlo compatibile con quello dell’occhio umano. Al tempo stesso, contribuiscono alla conservazione di alcuni ingredienti. Ma attenzione: i fosfati reagiscono con il calcio presente nell’occhio. Questo processo dà origine a cristalli che si depositano sulla cornea e, soprattutto se questa è già danneggiata, possono causare un progressivo peggioramento della vista.

Qualche altro consiglio

Prima di usare un collirio, controllate sempre la data di scadenza e la frequenza di applicazione consigliata. Date la preferenza ai colliri in flacone o in erogatore a pompa piuttosto che a quelli in confezioni di plastica monodose, così avrete un occhio di riguardo anche per l’ambiente. Se usate lenti a contatto, controllate anche che il collirio usato sia compatibile con il vostro tipo di lenti.

Last but not least: lasciatevi consigliare dal vostro oculista. Così sarete certi di scegliere il collirio giusto non soltanto per le vostre esigenze personali, ma anche per la salute dei vostri occhi.

Soffrite di occhi secchi? I nostri esperti del Centro Avanti sono lieti di aiutarvi. ambulatorioavanti.ch

Nuove prospettive nel trattamento del glaucoma

LE MODERNE STRATEGIE CHIRURGICHE

Il glaucoma è al giorno d’oggi la causa più frequente di cecità irreversibile, e questo a livello planetario. In Svizzera la patologia interessa circa il due per cento della popolazione. Il glaucoma non è curabile, ma esistono buone possibilità di trattamento.

A COLLOQUIOCONIL
Dr. med. Iraklis Vastardis

IL

responsabile medico del Centro oculistico Vista di Brugg e rinomato specialista di chirurgia del glaucoma, ci offre un quadro approfondito della malattia e delle più recenti possibilità di trattamento chirurgico. Responsabile per la chirurgia del glaucoma nel Centro Avanti è il Dr. med. Theo Signer, primario e direttore medico del gruppo Vista.

Dottor Vastardis, può spiegarci brevemente in cosa consiste il glaucoma?

Dr. med. Iraklis Vastardis Con il termine glaucoma si indica un gruppo di patologie dell’occhio riconducibili a un danneggiamento del nervo ottico. Quest’ultimo è responsabile del trasporto di tutte le informazioni dall’occhio al cervello, che le elabora. Nelle persone affette da glaucoma, muoiono via via sempre più fibre del nervo ottico, nell’ordine di milioni. Nella maggior parte dei casi, questo è dovuto a un’eccessiva pressione intraoculare. Se non trattata, la malattia causa la perdita irreversibile di una parte del campo visivo: nelle aree interessate i pazienti vedono gli oggetti sfocati o addirittura non riescono più a percepirli.

Si dice che il glaucoma è subdolo, perché?

Dr. Vastardis All’inizio la patologia non provoca nessun sintomo. Di conseguenza, molti pazienti non sanno di essere affetti da un glaucoma cronico, che avanza progressivamente. Proprio per questo i regolari esami preventivi, come la misurazione della pressione intraoculare e del campo visivo, sono fondamentali. È possibile prevenire il glaucoma?

Dr. Vastardis Il glaucoma purtroppo non è curabile. Ma può essere rallentato o addirittura arrestato nel suo decorso, purché venga diagnosticato tempestivamente grazie allo screening. La migliore prevenzione consiste quindi nel recarsi regolarmente alle visite di controllo oculistiche dai 40 anni in poi. Chi proviene da una famiglia in cui sono noti casi di glaucoma dovrebbe iniziare con lo screening ancora prima, perché ha una probabilità un po’ superiore alla media di sviluppare la malattia.

Come si tratta il glaucoma?

Dr. Vastardis Le opzioni di trattamento comprendono farmaci, terapia laser e interventi chirurgici, sempre

SEZIONE TRASVERSALE DI UN OCCHIO SANO OCCHIO CON GLAUCOMA

con la finalità di ridurre la pressione intraoculare e di proteggere così il nervo ottico. Di norma, il primo livello di trattamento è costituito dai colliri ipotensivi. Con il tempo, però, la motivazione dei pazienti nei confronti di questa terapia conservativa diminuisce. Inoltre, in caso di uso prolungato i colliri alterano la superficie dell’occhio e la struttura della congiuntiva. Attualmente, per molti specialisti il trattamento d’elezione del glaucoma è la trabeculoplastica selettiva* (laser SLT). Si tratta di un intervento laser praticamente privo di effetti collaterali che riduce la pressione intraoculare, permettendo di fare a meno delle gocce quotidiane. Accanto alle procedure chirurgiche tradizionali, oggi si sono molto evolute anche le tecniche microinvasive per il trattamento del glaucoma. Vi rientrano diversi tipi di microstent o microvalvole che vengono impiantati nella rete trabecolare* con la metodologia ab interno*. Nella chirurgia convenzionale del glaucoma si distingue invece tra procedure filtranti e non filtranti. Potrebbe descriverci brevemente questi due tipi di procedura?

Dr. Vastardis Nelle procedure filtranti si crea un piccolo canale artificiale nel tessuto dell’occhio per consentire il drenaggio dell’umore acqueo e ridurre durevolmente la pressione intraoculare. Questa cosiddetta trabeculectomia è a tutt’oggi l’approccio di elezione per molti chirurghi e oculisti specializzati. In alternativa, per la procedura filtrante si possono impiegare i microimpianti o microstent a cui accennavo prima. Un esempio tra i più noti è il microshunt Preserflo, una minuscola valvola che viene impiantata nell’occhio e consente di migliorare durevolmente il drenaggio dell’umore acqueo.

Nelle procedure non filtranti, invece, non si crea un canale di drenaggio artificiale, bensì si allarga il sistema di drenaggio naturale dell’occhio (il cosiddetto canale di

Schlemm) con un microcatetere. Anche in questo caso l’obiettivo è consentire un normale deflusso dell’umore acqueo. Tra le procedure non filtranti, quella più diffusa è la canaloplastica ab externo.

Quali sono i rischi e i possibili benefici dell’intervento chirurgico?

Dr. Vastardis Le possibili ma rare complicazioni comprendono infezioni, emorragie e un ulteriore peggioramento della vista. A questi rischi si contrappongono dei possibili benefici molto importanti, come la stabilizzazione del campo visivo e la protezione del nervo ottico da ulteriori danni irreversibili. La valutazione rischi/benefici deve essere effettuata da ciascun paziente in modo individuale insieme al medico curante.

* TERMINOLOGIA

*

RETE TRABECOLARE È un tessuto spugnoso situato nell’angolo della camera dell’occhio, che funge da filtro per l’umor acqueo. Conduce il fluido nel canale di Schlemm e regola la pressione intraoculare.

AB INTERNO Gli interventi ab interno vengono eseguiti tramite un piccolo accesso attraverso la cornea e la camera anteriore dell’occhio, senza compromettere le strutture esterne (congiuntiva e sclera), al fine di aprire o ampliare la rete trabecolare o il canale di Schlemm.

AB EXTERNO Questo metodo descrive interventi chirurgici che, tramite un’incisione esterna, consentono l’accesso alle strutture interne dell’occhio. Esempi sono la canaloplastica ab externo e la trabeculectomia.

Nel te mpo

L’

O C

U LISTI C A N EL C ORSO

D E I S EC O L I

Notizie e aneddoti storici, informazioni sullo stato attuale della ricerca teorica e clinica, prospettive future: in questo numero vi accompagniamo in un appassionante viaggio in tre tappe attraverso la storia dell’oculistica. Dopo aver ripercorso i secoli passati, daremo insieme uno sguardo al presente di questa scienza e cercheremo di prevederne i futuri sviluppi.

IERI

Norme crudeli e grandi scoperte

2500

Egitto

Un’altra culla dell’oftalmologia è stata l’antico Egitto, dove le malattie oculari erano particolarmente diffuse a causa delle tempeste di sabbia. Già nel 2500 a. C. sulle rive del Nilo esistevano medici specializzati nella cura dell’occhio, che hanno avuto un ruolo di pionieri soprattutto in campo farmacologico. Con risorse naturali come il miele e gli estratti vegetali, gli antichi oculisti egiziani riuscivano a ottenere risultati straordinari per quell’epoca.

1500

Babilonia

I più antichi documenti relativi alla scienza oculistica risalgono alla mitica Babilonia. Già 3600 anni fa, nell’antica metropoli esistevano delle «norme di qualità» per le operazioni agli occhi. E che norme! Il loro rispetto era determinante per il successo – o la caduta in disgrazia – di un medico. Se l’operazione riusciva, il medico aveva diritto a una ricompensa. In caso contrario, gli venivano tagliate entrambe le mani.

500 a. C.

India (medicina ayurvedica)

Questo tipo di crudeltà era sconosciuto nella cultura indiana, dove già 2500 anni fa si eseguivano complessi interventi oculistici. Nel trattato Sushruta Samhita, scritto intorno al 500 a. C. e considerato uno dei primi testi della medicina ayurvedica, il chirurgo Sushruta descrive 300 operazioni e 121 diversi strumenti chirurgici. tra cui bisturi, pinze, sonde, cateteri e aghi sottili.

200

VI–XVsecolo d. C.

Grecia e Roma

Ai Greci si devono le prime riflessioni sull’etica medica e la definizione di un metodo scientifico basato su osservazione e documentazione. Il medico greco Ippocrate è considerato il fondatore della medicina come scienza. Il suo collega greco-romano Galeno (129 – 216 d. C.) ampliò la conoscenza dell’anatomia e fisiologia dell’occhio e approfondì anche la questione, molto discussa nell’antichità, se l’organo centrale del corpo umano fosse il cuore o il cervello. Secondo Galeno era il cervello.

Aneddoti tra il curioso e il mistico

Nella storia dell’oculistica, come in quella di ogni altra disciplina scientifica, non sono mancate le pratiche curiose: dai bagni oculari alle pozioni, dai salassi fino alla teoria degli umori, senza dimenticare naturalmente magia e astrologia. Per molti secoli, superstizione e credenze mistiche hanno svolto un ruolo importante anche in questo ramo della medicina.

Europa

Nel Medioevo la medicina accademica europea conobbe una fase di grande fioritura, grazie anche all’opera degli scienziati arabi. In campo oculistico ci si concentrava in particolare sul trattamento della cataratta. In tutta Europa si diffuse il fenomeno dei cerusici ambulanti, che giravano per le piazze di città e paesi offrendo un rudimentale tipo di intervento. Con uno strumento appuntito, spingevano il cristallino opacizzato del paziente sul fondo del bulbo oculare. Sorprendentemente, molte persone così operate recuperavano in parte la vista, sia pure con una forte ipermetropia. Purtroppo, però, la singolare procedura dava spesso origine a complicazioni.

La moderna medicina

1784

Ausili visivi

1949 OGGI

Già nel XIII secolo in Italia vengono fabbricati i primi occhiali, destinati soprattutto a correggere la presbiopia: erano delle semplici lenti di vetro con una montatura in legno, cuoio o metallo. Un ulteriore progresso viene realizzato da Benjamin Franklin nel 1784 con l’invenzione degli occhiali bifocali per una migliore visione da lontano e da vicino.

Per le lenti a contatto, alternativa più discreta agli ausili visivi tradizionali, si dovrà aspettare la fine del XIX secolo. Le prime ad avere larga diffusione erano rigide e realizzate in plexiglas. Ma il grande salto in termini di popolarità arriva negli anni 1970 con l’introduzione delle lenti a contatto morbide in silicone idrogel, che migliorano considerevolmente il comfort dell’utente.

1820

Conquiste all’avanguardia

Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, a Dresda, Erfurt e Budapest nascono le prime cliniche oculistiche. Parallelamente, diverse università europee si dotano di una cattedra di oftalmologia. Il primo manuale completo della disciplina viene pubblicato nel 1820 dal chirurgo inglese Benjamin Travers. Albrecht von Graefe (1828 – 1870), considerato il «padre dell’oculistica», realizza progressi decisivi nel trattamento chirurgico della cataratta. In questa epoca si registrano altre due pietre miliari nello sviluppo della moderna oculistica: l’introduzione dell’anestesia e il primo trapianto di cornea riuscito.

Lenti artificiali nel trattamento chirurgico della cataratta

Il 29 novembre 1949 l’oculista inglese Sir Harold Ridley impianta il primo cristallino artificiale a un paziente del St. Thomas Hospital di Londra. Grazie a questa invenzione, oggi dopo l’operazione di cataratta si può fare a meno degli occhiali. Inoltre, lo sviluppo di moderne tecniche come la facoemulsificazione consente di effettuare in modo microinvasivo sia la rimozione del cristallino naturale opacizzato sia l’inserimento di quello artificiale. Questo migliora non soltanto la sicurezza e il comfort del paziente, ma anche la qualità visiva dopo l’intervento.

1991

Diagnostica per immagini

1989

Uso del laser nella chirurgia refrattiva

Il fisico tedesco Josef Bille brevetta nel 1989 la tecnica LASIK (cheratomileusi laser assistita in situ), destinata a rivoluzionare il mondo della chirurgia refrattiva. In questo tipo di intervento, la cornea viene rimodellata con l’aiuto del laser per correggere difetti visivi come miopia, ipermetropia o astigmatismo. La LASIK è attualmente la tecnica chirurgica più diffusa in questo settore. Le si affiancano però numerose altre metodologie di trattamento, come la PRK (cheratectomia fotorefrattiva) o la SMILE (estrazione di lenticolo da piccola incisione).

La diagnostica per immagini, che comprende tecniche come ecografia, tomografia computerizzata (TAC) e risonanza magnetica, è uno dei fondamenti della medicina moderna. Nel 1991 viene immesso sul mercato un nuovo metodo di imaging tridimensionale, la tomografia ottica a radiazione coerente (OCT), che rivoluziona la diagnosi e il controllo delle patologie oculistiche. Questa tecnica non invasiva fornisce immagini ad alta definizione della retina e consente quindi di individuare tempestivamente le anomalie.

Chirurgia microinvasiva del glaucoma

Nel trattamento del glaucoma si stanno sviluppando sempre più le tecniche chirurgiche microinvasive per ridurre durevolmente la pressione intraoculare. I minuscoli impianti possono essere inseriti e rimossi rapidamente e senza punti di sutura. L’intervento può essere eseguito ambulatorialmente. Altri vantaggi per il paziente sono il processo di guarigione notevolmente più rapido e la sensibile riduzione dei disturbi.

Trattamento delle patologie della retina

Le iniezioni intravitreali sono oggi decisive per il trattamento della degenerazione maculare senile (DMS) e della retinopatia diabetica. Vista dispone di un proprio reparto di ricerca specializzato nel settore Medical Retina (patologie della retina).

DOMANI Uomo e macchina

Intelligenza artificiale (AI)

Già oggi, l’intelligenza artificiale trova impiego nei più diversi campi della medicina: per esempio in dermatologia per la diagnosi precoce dei tumori della pelle. In oftalmo logia l’AI è utile soprattutto nella diagnosi delle patologie della retina: i sistemi di analisi computerizzati permettono di identificare tempestivamente le retinopatie diabetiche. In futuro, analoghi procedimenti di screening potranno aiutare a individuare in uno stadio precoce anche la degenerazione maculare senile (DMS) o il glaucoma.

Terapia genica

La terapia genica permette di eliminare i geni con mutazioni dannose oppure di ripararli o sostituirli con versioni corrette degli stessi geni. Anche e soprattutto in campo oculistico questo procedimento apre rivoluzionarie prospettive per il trattamento delle malattie ereditarie. Attualmente, i ricercatori di tutto il mondo stanno lavorando a terapie geniche in grado di trattare patologie oculari finora ritenute incurabili. Anche se siamo ancora all’inizio di questo percorso, si sono già registrati alcuni successi significativi. L’occhio è uno dei pochi organi che può essere già trattato con buoni risultati tramite la terapia genica, almeno nel caso di determinate patologie ereditarie.

Occhi bionici e protesi visive

In tutto il mondo ci sono oltre 40 milioni di non vedenti. E quasi 300 milioni di persone soffrono di gravi disabilità visive. A fronte di cifre così alte, è grande l’interesse della ricerca scientifica per lo sviluppo dei cosiddetti occhi bionici e delle protesi visive. Gli occhi bionici sono dei sistemi composti da occhiali, telecamera ed elettrodi che trasmettono i segnali visivi alle cellule ancora funzionanti della retina. Per protesi visive si intendono invece dei dispositivi da impiantare non nell’occhio, bensì direttamente nel cervello. Anche qui la ricerca biomedica sta lavorando alacremente, con la speranza di poter restituire a non vedenti e ipovedenti almeno una parte della vista.

Chirurgia robotica

La storia della chirurgia robotica inizia già negli anni Ottanta con lo sviluppo del cosiddetto sistema Da Vinci. Al giorno d’oggi, i robot sono utilizzati con successo in quasi tutti i settori della chirurgia. Anche in oftalmochirurgia sono molto apprezzati come «assistenti» dell’operatore umano. Il loro impiego consente di eseguire interventi microinvasivi con una precisione e un’efficienza ancora maggiore che in passato, ottimizzando al tempo stesso la sicurezza e il comfort del paziente. Come per tutte le innovazioni, anche qui vale però il principio che il successo del trattamento dipende in ultima analisi dalla competenza del medico che lo applica.

Quando il sole fa fare eccì

Il sole ha molti effetti, per lo più piacevoli, su tutti noi. Per circa un 25 % della popolazione, a questi se ne aggiunge uno alquanto particolare: lo starnuto riflesso fotico. Ogni volta che si guarda verso il sole o ci si espone a una luce intensa, molte persone avvertono un prurito al naso, seguito ben presto da un sonoro «eccì». Ma quali

sono le cause?

Cominciamo dall’inizio. Perché starnutiamo? La risposta è ben nota: si tratta di un raffinato meccanismo di difesa del corpo, che in tal modo libera le vie respiratorie da sostanze irritanti e corpi estranei. Emettendo violentemente aria dal naso, proiettiamo all’esterno tutte le particelle indesiderate che possono esservi penetrate. Si tratta di un riflesso spontaneo molto complesso, che viene scatenato da uno stimolo a livello della mucosa nasale. Ma cosa c’entra il sole con tutto questo?

QUESTIONE DI NERVI

A differenza di un normale starnuto, originato appunto da qualcosa che disturba la mucosa nasale, lo starnuto riflesso fotico è una pura reazione nervosa. A scatenarla è il nervo trigemino, così chiamato perché composto da tre diverse branche: mandibolare, mascellare e oftalmica. Il trigemino è responsabile della percezione sensoriale di importanti aree del volto. Quando la luce è molto intensa, le prime a reagire sono le branche del nervo oftalmico: l’effetto è una forte contrazione della pupilla, in modo da regolare la luce che entra nell’occhio. Probabilmente, negli «starnutatori solari» le branche del trigemino che conducono agli occhi e alla mascella sono molto vicine tra loro. Una luce particolarmente forte può far sì che la branca oftalmica del trigemino venga stimolata così intensamente da trasmettere il segnale alla vicina branca mascellare, che gioca un ruolo importante nel processo dello starnuto. Ed ecco che arriva l’eccì. Una volta che il soggetto interessato si è abituato alla luce intensa, il riflesso scompare.

FACILE DA PREVENIRE

Lo starnuto riflesso fotico è più una curiosità che un reale pericolo, nella maggior parte dei casi è anzi assolutamente innocuo. In alcune situazioni può richiedere però alcune cautele: quando si guida o si comanda un macchinario, per esempio, uno starnuto improvviso può comportare dei rischi. Chi sa di avere questo particolare riflesso potrà però prevenirlo facilmente indossando degli occhiali da sole.

25%

Il 25 % delle persone ha il riflesso di starnutire quando esposto alla luce solare.

FIN DALLA CULLA

Di norma lo starnuto riflesso fotico è una caratteristica ereditaria, che compare spesso in più membri della stessa famiglia. La ricerca ha dimostrato che determinate varianti di geni aumentano la probabilità di reagire in questo modo alla luce intensa. In termini tecnici, si parla di ereditarietà autosomica dominante: per la trasmissione ai figli è sufficiente cioè che la caratteristica sia presente in uno dei due genitori.

NON REPRIMERE LO STARNUTO

Lo starnuto riflesso fotico non è nulla di cui ci si debba vergognare. In generale è sempre bene non reprimere gli starnuti, per permettere al corpo di scaricare la pressione accumulata. La cosa migliore da fare è rilassarsi, godersi il calore del sole e aspettare un attimo: il riflesso se ne andrà così come è venuto.

DELL’IRIDE

Cosa c’è dietro lo sguardo bicolore ETEROCROMIA

Le mille sfumature degli occhi umani sono un fenomeno davvero affascinante. La colorazione dell’iride varia da individuo a individuo ed è altrettanto unica e irripetibile come le impronte digitali. In qualche caso, i due occhi possono anche avere colori diversi: si parla allora di eterocromia dell’iride. Qui scoprirete a cosa è dovuto questo fenomeno.

Il colore degli occhi è determinato dai nostri geni, che regolano la produzione di melanina e la sua distribuzione nell’iride, ovvero nella porzione colorata dell’occhio che circonda la pupilla. Quanto maggiore è la quantità di pigmento, tanto più gli occhi saranno scuri: se è molto elevata l’iride si presenterà marrone, se è inferiore verde o azzurra. Nel caso del colore degli occhi, la trasmissione genetica segue regole molto complesse. Sono coinvolti infatti più geni che, interagendo tra loro, determinano il colore definitivo. Proprio a causa di questa complessità, la gamma cromatica del le iridi umane è estremamente vasta.

Cos’è l’eterocromia dell’iride?

Il termine eterocromia deriva dal greco, per l’esattezza dalle parole héteros che significa diverso e chróma che significa colore. Vuol dire quindi letteralmente diversità di colore. Si parla di eterocromia dell’iride quando gli occhi di una persona sono appunto di due colori differenti. Questa condizione è dovuta a disparità nella concentrazione e distribuzione della melanina all’interno dell’iride.

Si distinguono tre tipi principali di eterocromia dell’iride:

ETEROCROMIA COMPLETA: i due occhi hanno colori diversi, per esempio uno è azzurro e l’altro marrone.

ETEROCROMIA PARZIALE O

SETTORIALE: una parte dell’iride ha un colore diverso dal resto.

ETEROCROMIA CENTRALE: intorno alla pupilla si delinea un anello di colore diverso rispetto al resto dell’iride, creando un effetto «bicolore».

Congenita o acquisita

L’eterocromia può avere cause diverse. In alcuni casi si tratta di un fenomeno congenito, in altri di una caratteristica acquisita. L’eterocromia congenita è dovuta a fattori genetici e normalmente non comporta nessun problema medico, anche se a volte può essere sintomo di alcune malattie ereditarie. Per esempio, nella sindrome di Waardenburg e nella sindrome di Sturge-Weber si riscontrano tra le altre cose difetti di pigmentazione dell’iride. Al contrario, l’eterocromia acquisita è dovuta a eventi successivi alla nascita, come infiammazioni, determinate patologie, assunzione di farmaci o traumi oculari. Proprio a un trauma era dovuto il celeberrimo sguardo bicolore di David Bowie: da ragazzo, l’artista era stato colpito all’occhio sinistro in una rissa, riportando danni alla muscolatura della pupilla. Quest’ultima era quindi sempre dilatata, conferendo all’occhio interessato una colorazione scura; a destra, invece era ancora visibile il naturale colore grigio-verde dell’iride.

Eterocromia nel cane e nel gatto

Per finire, un dato interessante: l’eterocromia dell’iride non è limitata alla specie umana. In alcune razze canine e feline è anzi decisamente frequente. Gli esempi più famosi sono, tra i cani, i pastori australiani e gli husky, mentre tra i gatti lo sguardo bicolore è diffuso soprattutto nella razza Khao Manee.

L’ORTOTTICA NELL’INFANZIA

Che fare quando il bambino è strabico?

Lo sviluppo della vista ha inizio nel momento stesso della nascita, attraversa diverse fasi e si conclude soltanto

intorno ai dodici anni di età. Una visita ortottica può fare molto per la salute a lungo termine degli occhi dei bambini.

Circa l’80 % della popolazione presenta un cosiddetto strabismo latente, cioè nascosto, dovuto a uno squilibrio nella muscolatura oculare. Poiché però il cervello è ancora in grado di compensarlo, di norma questi casi non richiedono un trattamento. Se invece gli occhi sono costantemente disallineati, si parla di strabismo manifesto. Lo strabismo è per lo più ereditario. In età infantile il difetto può provocare non soltanto problemi fisici, ma spesso anche psichici, a causa della sua visibilità. Per evitare sia gli uni che gli altri, a partire dai tre anni o al più tardi prima dell’inizio della scuola, è importante sottoporre i bambini a un controllo ortottico in un centro specializzato.

L’ortottica è un settore specialistico dell’oculistica che si occupa appunto di diagnosticare e trattare lo strabismo e altri difetti visivi dello stesso tipo, quali l’ambliopia (occhio pigro) e la visione sdoppiata.

METODI PROFESSIONALI A MISURA DI BAMBINO

Spesso i bambini hanno paura di recarsi dal medico, ma proprio per questo le specialiste e gli specialisti in ortottica adottano delle tecniche particolari, di tipo ludico, che riescono velocemente a tranquillizzare i piccoli pazienti ed a farli sentire a proprio agio.

Durante la visita, l’ortottico o l’ortottica misurerà tra le altre cose l’acutezza visiva e controllerà se è presente uno strabismo. Inoltre, verificherà se la vista è uguale per entrambi gli occhi e se questi si muovono in modo uniforme in tutte le direzioni. Se diagnostica un difetto visivo, elaborerà insieme all’oculista curante un piano di trattamento personalizzato, finalizzato a migliorare l’acutezza visiva e a correggere eventuali disallineamenti oculari.

QUALE TRATTAMENTO PER LO STRABISMO?

Lo strabismo è uno dei problemi oculistici più frequenti nell’infanzia. Se non trattato, può evolversi in ambliopia (occhio pigro). Per prevenire questo rischio e migliorare l’acutezza visiva dell’occhio strabico, spesso si ricorre alla terapia occlusiva: si benda cioè per un certo periodo l’occhio «forte» per promuovere lo sviluppo di quello più debole. Di solito, lo strabismo si accompagna anche a un altro difetto visivo (per esempio alla miopia), che andrà corretto con occhiali adatti. Per finire, già in età infantile è possibile correggere lo strabismo con la tecnica chirurgica, intervenendo sui muscoli oculari.

UN PROBLEMA DI NON FACILE IDENTIFICAZIONE

SEGNALI

DI UN POSSIBILE STRABISMO INFANTILE :

Quando il difetto visivo colpisce un solo occhio, spesso l’altro riesce a compensarlo. Per i non specialisti, quindi, rimane difficilmente identificabile. Se però il bambino inizia a lamentare immagini sdoppiate, ipersensibilità alla luce o mal di testa ricorrenti oppure a strizzare spesso un occhio (o entrambi), è sempre bene procedere a degli accertamenti.

Se sospettate che vostro figlio o vostra figlia soffra di strabismo, non esitate quindi a rivolgervi a un centro specializzato. Con la terapia giusta, il difetto potrà essere trattato con successo, senza compromettere la futura salute oculare.

› Un occhio guarda diritto mentre l’altro «devia» di lato

› Il bambino sbatte o strofina spesso gli occhi

› Quando guarda un oggetto inclina la testa

› Ha difficoltà a leggere o a concentrarsi

› Dice di vedere immagini sdoppiate

Vostro figlio lamenta problemi di vista? Il Centro Avanti offre supporto con la terapia adeguata. ambulatorioavanti.ch

FRUTTI DI BOSCO, CONCENTRATI DI SALUTE

Superfood per l’estate

L’estate ci regala sole, caldo e tanti frutti di mille colori. La loro polpa succosa stimola piacevolmente le papille gustative e fa anche bene alla salute. Al primo posto nella classifica di questi piccoli piaceri stagionali ci sono i frutti di bosco. Molto ricchi di sostanze nutritive, lamponi & Co. sono dei veri superfood in miniatura.

Oltre ad avere un gusto delizioso, i frutti di bosco contengono un’impressionante gamma di sostanze nutritive preziose per tutto il corpo. Piene di vitamine, tra cui C ed E, di minerali come il potassio e il ferro e di fibre essenziali, le piccole bacche colorate danno un importante contributo a un’alimentazione sana ed equilibrata. I frutti di bosco

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Grazie all’elevato contenuto di carotenoidi sono una fonte ideale di provitamina A, importante per la salute dell’occhio.

Preziosi per la pelle

Fragole

Sono ricche di vitamina C e contribuiscono quindi a rafforzare la cornea e la retina. E questo con sole 32 kcal per 100 g!

sono noti in particolare per la loro ricchezza di antiossidanti (soprattutto antociani a cui devono i loro colori vivaci), che proteggono le cellule dallo stress ossidativo.

Deliziosi anche per gli occhi

Una generosa porzione di frutti di bosco, così tipici dell’estate, fa bene anche agli occhi. Ecco una piccola selezione dei loro effetti positivi:

Bacche di goji

Con il loro alto tenore di zeaxantina e luteina, due sostanze del gruppo dei carotenoidi, contribuiscono a conservare nel tempo la salute degli occhi.

Anche la pelle trae molti benefici dalle sostanze nutrienti dei frutti di bosco. Gli antiossidanti la proteggono dall’invecchiamento precoce e dai danni ambientali, la vitamina C supporta la produzione di collagene e quindi la compattezza della pelle, mentre le sostanze antinfiammatorie leniscono le irritazioni e illuminano il colorito.

Mirtilli

Contengono una quota notevole di antociani e forniscono all’occhio ossigeno e importanti sostanze nutrienti.

Frutti di bosco in cucina

Ribes

Le piccole bacche sono delle grandi fonti di vitamina C: in percentuale, ne contengono tre volte più del limone.

Con la loro grande varietà, i frutti di bosco sono tra i protagonisti della cucina estiva. Da soli o come topping, in forma di smoothie o per arricchire un’insalata: le piccole bacche aggiungeranno una nota speciale a ogni menù. Naturalmente anche come dessert: in torte, creme e sorbetti, i frutti di bosco mettono in mostra tutto il loro gusto fresco e inconfondibile.

RICETTA

Smoothie estivo ai frutti di bosco

PERPERSONEQUATTRO

COSA SERVE

500 g di frutti di bosco misti

fragole, lamponi, mirtilli, more ecc.

300 g di yogurt naturale

200 ml di succo multivitaminico qualche foglia di menta

opzionali: 1 o 2 cucchiai di miele cubetti di ghiaccio

ED ECCO COME SI FA

Lavare bene i frutti di bosco e privarli di foglie e steli. Quindi trasferirli nel frullatore insieme allo yogurt e al succo multivitaminico (in mancanza del frullatore classico va bene anche quello a immersione). Chi preferisce un gusto più dolce può unire 1 o 2 cucchiai di miele.

Frullare energicamente tutti gli ingredienti. Se lo smoothie risulta troppo denso, aggiungere ancora un poco di acqua o succo fino ad ottenere la consistenza desiderata.

Nelle giornate calde potete completare il vostro smoothie con qualche cubetto di ghiaccio per un effetto ancora più rinfrescante.

Prima di servirlo decoratelo con qualche fogliolina di menta – perché anche l’occhio vuole la sua part e !

Questa ricetta è molto flessibile: tutti gli ingredienti possono essere variati a piacere a seconda della disponibilità e delle preferenze personali.

Notizie e aneddoti storici, informazioni sullo stato attuale della ricerca teorica e clinica, prospettive future: in questo numero vi accompagniamo in un appassionante viaggio attraverso la storia dell’oculistica.

A FUOCO: NEL TEMPO , PAG. 16–23

Con la nostra rivista «Sguardo» vogliamo condividere con voi la nostra passione per tutto ciò che riguarda l’occhio e la sua salute, offrirvi approfondimenti insoliti e curiosi, informarvi sui metodi e sugli attuali trattamenti di cura e sulle possibili cause delle principali patologie oculari. Possiamo contare su oltre 35 anni di esperienza nel campo dell’oftalmologia.

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