sguardo ILLUSIONI

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NUMERO 1 2024

RIVISTA DEL CENTRO AVANTI PER LA SALUTE DELL’OCCHIO

ILLUSIONI Non credete sempre a quello che vedete Stress e problemi di vista Vederci bene anche senza occhiali


SOMMARIO

COLOPHON

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2 COLOPHON 3 EDITORIALE

SUGGERIMENTO STAGIONALE 4 Cura oculare in inverno

RIVISTA SGUARDO, NUMERO 1 2024 EDITORE

IMMAGINI/FOTO

Vista Augenpraxen & Kliniken Viaduktstrasse 42 CH-4051 Basel

© Vista Augenpraxen & Kliniken

© Illuseum AG

PROTEZIONE E PREVENZIONE 6 Stress e problemi di vista 8 Le ciglia artificiali fanno male agli occhi?

Le ciglia artificiali fanno male agli occhi?

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CONSIGLIO DELL’ESPERTO 10 Vederci bene anche senza occhiali: intervento laser agli occhi AMPLIARE GLI ORIZZONTI 12 Riflesso pupillare 14 Nausea da viaggio – Quando i sensi perdono l‘equilibrio.

CONCEZIONE

Comunicazioni aziendali Vista Augenpraxen & Kliniken

© CITROËN SCHWEIZ SA

REDAZIONE

© RUF Media

Comunicazioni aziendali Vista Augenpraxen & Kliniken Hanna Stange CONTRIBUTI A QUESTO NUMERO

Gregor Szyndler Samantha Happ Katja Muchenberger TRADUZIONI E CORREZIONE DI BOZZE

Götz Translations & Proofreading www.goetz-translations.com

TRATTAMENTO 16 Calazi – Fastidiosi noduli

sulle palpebre 18 Impegno a 360° per la salute dell’occhio – A colloquio con Dr. med. Theo Signer ed Eva Bötschi A FUOCO: ILLUSIONI

Vederci bene anche senza occhiali: intervento laser agli occhi

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20 Illusioni ottiche – Non credete

sempre a quello che vedete con un concorso 26 Miraggi – Oasi e navi fantasma che si dissolvono nell’aria

DESIGN E LAYOUT

Hildegard Brinkel www.hildegard-brinkel.de STAMPA

Steudler Press AG Zeughausstrasse 51 CH-4052 Basel TIRATURA

Italiano 500 esemplari Tedesco 8500 esemplari CONTATTO

communications@vista.ch www.vista.ch/einblick

PROTEZIONE FIN DALLA PIÙ TENERA ETÀ 28 Il mondo visto con gli occhi di un bambino DELIZIOSO E SANO

© unsplash: todd trapani garrett jackson

30 Meno è meglio – Ridurre

gli zuccheri per occhi più sani 31 Vellutata di pastinache

© Wikimedia Commons

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Riflesso pupillare

Per una migliore leggibilità, si utilizza il maschile generico. Tutti i riferimenti alle persone includono tutti i generi.

© Adobe Stock: Andrey Korshenkov Александра Туркина Eva deagreez Daniel SAMDesigning supergrey Halfpoint Steidi Tartila Teodora ART alvaro Dimid puhhha PinkCoffee Studio alekleks Michael wifesun Blue Jean Images Klaus Eppele DC Studio RFBSIP Fiedels Peter Hermes Furian picoStudio Objowl vector_maker pureguitarfury SMUX acrogame MXW Photo Vermeulen-Perdaen haiderose MarioSergio Victor Moussa Natasha Breen

CON O S COR


EDITORIALE

Care lettrici, cari lettori

È

con grande piacere che vi presento il quinto numero della nostra rivista «Sguardo», con cui desideriamo farvi scoprire nuovi, interessanti aspetti della percezione visiva e condividere con voi le nostre conoscenze di questo mondo affascinante. Le illusioni ottiche sono un fenomeno sorprendente, che ci fa capire come la nostra percezione possa a volte ingannarci, facendoci vedere cose che non esistono. Illusioni, appunto. Spesso però basta cambiare un poco il proprio punto di vista per scoprire un’altra realtà. Ma anche a prescindere dalle illusioni ottiche, conviene sempre avere uno sguardo critico e attento sull’ambiente che ci circonda. Nella nostra epoca complessa, non di rado le cose sono diverse da come appaiono a un primo sguardo. In questo numero mettiamo a fuoco un tema di grande attualità: gli interventi laser agli occhi. Molti di noi sognano da sempre di poter vivere senza occhiali; non stupisce quindi che questo metodo di correzione chirurgica dei difetti visivi goda di crescente popolarità. I nostri esperti vi spiegano come funziona il trattamento laser, per chi è indicato e quali sono le altre opzioni disponibili per una vita quotidiana finalmente libera dagli occhiali. Vi auguro una buona lettura.

Christoph Gassner CEO Vista Augenpraxen & Kliniken

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SUGGERIMENTO STAGIONALE

CURA OCULARE IN INVERNO Come proteggere gli occhi nella stagione fredda

I mesi invernali non portano soltanto neve e gelo, ma anche tutta una serie di sfide per i nostri occhi. L’aria secca, il vento freddo e la maggiore intensità delle radiazioni UV possono aggredire gli organi visivi e provocare fastidiosi disturbi. In questo articolo scoprirete come curare e proteggere gli occhi in modo ottimale durante l’inverno.

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no dei disturbi più frequenti durante i mesi invernali è la secchezza oculare. L’aria fredda, infatti, contiene poca umidità e questo accelera l‘evaporazione del liquido lacrimale. Anche il riscaldamento degli ambienti può essiccare eccessivamente l’aria, scatenando sintomi come bruciore e prurito oculare o una sensazione di corpo estraneo nell’occhio. Per migliorare l’umidità atmosferica negli ambienti chiusi è consigliabile appendere ai radiatori gli appositi umidificatori, da riempire con acqua. Le piante d’appartamento, poi, sono doppiamente utili: da un lato perché contribuiscono in modo naturale a un clima più gradevole, dall’altro perché rischiarano con la loro presenza la stagione più buia dell’anno.

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SUGGERIMENTO STAGIONALE

Protezione dal vento e dal freddo Il gelido vento invernale può aggredire la pelle delicata che circonda l’occhio. La conseguenza sono rossori e irritazioni. Un copricapo caldo – berretto, cappello o sciarpa che sia – aiuta a tenere lontano il vento e quindi anche a proteggere la zona oculare. In aggiunta, è bene prevenire la perdita di idratazione del contorno occhi utilizzando delle lozioni specifiche per quest’area delicata.

Colliri per alleviare i disturbi Se l’occhio è già secco, è bene utilizzare gli appositi colliri, che ripristinano la necessaria idratazione e leniscono i sintomi. Scegliete sempre prodotti di qualità esenti da conservanti, in modo da prevenire eventuali irritazioni. L’oculista potrà aiutarvi a trovare il collirio più indicato per le vostre esigenze individuali e saprà anche darvi dei consigli personalizzati in merito all’applicazione.

Intense radiazioni UV

Dieta sana per occhi sani

Anche quando il cielo è grigio e fa freddo, l’irraggiamento solare può rappresentare un pericolo per gli occhi. Anzi: durante l’inverno le radiazioni UV possono essere addirittura più intense. Bisogna quindi fare attenzione, soprattutto quando ci si espone direttamente al sole in alta quota o quando la neve riflette la luce solare. Un eccesso di radiazioni UV può provocare danni oculari seri, come per esempio la cecità da neve, caratterizzata da dolorose ustioni della cornea. Anche nella stagione fredda è quindi importante utilizzare occhiali da sole di buona qualità che offrano una sufficiente protezione dai raggi UV: così i vostri occhi saranno al sicuro dai rischi del sole d’inverno.

L’alimentazione svolge un ruolo determinante per la salute dell’occhio, anche e soprattutto in inverno. Una dieta bilanciata, ricca di vitamine e antiossidanti, vi aiuterà a proteggere i vostri occhi dagli agenti ambientali dannosi. Cibi come il pesce, i frutti a guscio, le verdure a foglia verde e le carote contengono sostanze nutritive preziose, tra cui gli acidi grassi omega-3, la vitamina E e la betacarotina.

Vi auguriamo un buon inverno Concludendo: d’inverno è indispensabile prendersi cura degli occhi con particolare attenzione. Con alcune semplici misure, come indossare occhiali da sole di qualità, proteggersi da vento e freddo e nutrirsi in modo sano e bilanciato, voi e i vostri occhi sarete pronti ad affrontare nel modo migliore i mesi invernali.

Mettere fine alla secchezza oculare. La causa più comune della secchezza oculare è unʼalterazione della composizione del film lacrimale. Spesso, i margini palpebrali sono infiammati e la funzione delle ghiandole sebacee palpebrali (ghiandole di Meibomio) è limitata. Una nuova opzione di trattamento è la luce pulsata (IRPL, terapia E-Eye), in grado di migliorare la funzione delle ghiandole di Meibomio e ripristinare la struttura naturale del film lacrimale.

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PROTEZION E E PREVENZIONE

Stress e problemi di vista Nella nostra era così frenetica, per molti lo stress è diventato una costante della vita quotidiana: vuoi per le sfide professionali o private, vuoi per la pressione che nasce dal dover essere reperibili sempre e ovunque. A lungo andare, questo ha pesanti conseguenze sulla nostra salute e sul nostro benessere. A farne le spese, tra le altre cose, sono anche gli occhi e la vista.

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Perché lo stress non ci costi un occhio

uando sono sotto stress, molte persone tendono a contrarre inconsapevolmente i muscoli facciali. Questo causa contratture e dolori nella zona perioculare, che nel giro di poco tempo provocano a loro volta fastidiosi mal di testa e un forte senso di spossatezza. Chi è stressato tende ad assumere uno sguardo fisso: batte meno spesso le ciglia e si concentra su un punto. A questo si aggiunge una minore secrezione lacrimale, che favorisce la secchezza dell’occhio. Secondo alcuni studi scientifici, lo stress permanente può addirittura causare una cosiddetta pseudo-miopia. La continua contrazione dei muscoli ciliari, che sostengono il cristallino, limita talmente la mobilità di quest’ultimo che l’occhio rimane costantemente nella modalità di visione ravvicinata. Cefalee e vista annebbiata sono altri sgradevoli sintomi che accompagnano la pseudo-miopia.


PROTEZION E E PREVENZIONE

Come il cortisolo influenza la vista Il cortisolo è considerato l’ormone dello stress per eccellenza. Influenzando il sistema nervoso, agisce anche sugli occhi e sul cervello. Se la situazione di sovraffaticamento psichico si protrae nel tempo, la secrezione dell’ormone aumenta. Il cortisolo attiva il metabolismo per rendere disponibile una maggiore quantità di energia. Dal punto di vista evolutivo si tratta di un meccanismo assolutamente logico: nell’età della pietra, permetteva ai nostri antenati di fuggire tempestivamente in caso di pericolo. Al giorno d’oggi, però, il continuo surplus di energia generato dall’ormone dello stress si traduce spesso in pressione alta, mal di testa o addirittura in disturbi cardiocircolatori e infarti.

Non c’è solo l’infarto cardiaco Anche i nervi ottici possono subire infarti. Questo succede quando l’occhio, a causa dell’ostruzione di un’arteria,

non viene più rifornito adeguatamente di ossigeno e sostanze nutritive. Un sintomo rivelatore è il peggioramento improvviso – benché assolutamente indolore – della vista. Un livello di cortisolo eccessivo, se protratto nel tempo, può anche far salire la pressione intraoculare, con effetti negativi a carico del nervo ottico. La pressione intraoculare elevata è inoltre uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma. L’occhio non è immune neppure dal pericolo di trombosi dovute all’ostruzione dei vasi sanguigni. Come se non bastasse, un valore eccessivo di cortisolo può anche provocare depositi d’acqua sotto la retina.

› Soprattutto nei periodi di superlavoro, concedetevi regolarmente delle brevi pause, rilassando consapevolmente gli occhi e la loro muscolatura. › È dimostrato inoltre che l’attività fisica contribuisce a ridurre lo stress e a migliorare l’irrorazione sanguigna. › Anche le lunghe sessioni al computer o al cellulare possono affaticare noi e i nostri occhi. Meglio quindi pianificare regolarmente delle pause lontano da schermi e display. › Particolarmente importante: curare la quantità e la qualità del sonno, che è il migliore alleato contro il cortisolo.

Misure efficaci per alleviare lo stress

Concludendo: prenderci cura di noi stessi in modo consapevole è fondamentale per proteggere il nostro benessere generale e quello dei nostri occhi. E quindi, in ultima analisi, per conservare uno sguardo sano e chiaro sul mondo che ci circonda.

Per fortuna esistono diversi metodi efficaci per alleviare lo stress e proteggere così la salute – non solo quella dell’occhio.


PROTEZION E E PREVENZIONE

Le ciglia artificiali FANNO MALE AGLI OCCHI?

Uno sguardo furtivo, la trepida attesa di una reazione e poi un seducente battito di ciglia: così inizia tradizionalmente una grande storia d’amore. Ma quando le ciglia sono artificiali c’è il rischio che, oltre alle conquiste romantiche, facilitino anche le irritazioni oculari.

L‘attrice Seena Owen indossava ciglia finte nel film muto hollywoodiano «Intolerance» del 1916.

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ià nell’antico Egitto si usava colorare le ciglia di nero per aggiungere intensità allo sguardo. Le ciglia artificiali, invece, fanno la loro comparsa soltanto nel XX secolo: il primo brevetto risale al 1902 e fu registrato dal parrucchiere e inventore tedesco Karl Ludwig Nessler, noto anche come il padre della permanente per capelli. Otto anni più tardi, la canadese Anna Taylor brevettò le prime ciglia artificiali adesive. Il nuovo ritrovato cosmetico si affermò soprattutto grazie a Hollywood, e in particolare alle sensazionali ciglia artificiali di Seena Owen nel film muto «Intolerance» del 1916. Al giorno d’oggi le «fake lashes» non sono più soltanto una moda passeggera, bensì una presenza costante nel modo della bellezza: che si tratti di un selfie per i social media, di una festa o di un appuntamento romantico, il ricorso alle ciglia artificiali, o comunque amplificate con extensions o «lash lifting», è popolare come non mai. Ma come funzionano questi metodi cosmetici? E soprattutto: sono davvero innocui per i nostri occhi?

Nemmeno le ciglia più sensazionali compensano l’effetto antiestetico di occhi rossi e irritati.


PROTEZION E E PREVENZIONE

Se l’arrossamento persiste o si avverte dolore, è indispensabile consultare l’oculista.

Ciglia artificiali Si tratta di sottili strisce con tanti mazzetti di ciglia artificiali, da applicare con un adesivo al di sopra delle ciglia naturali. L’effetto è notevole, ma è bene utilizzarle con grande prudenza. L’adesivo può infatti causare irritazioni della palpebra e della mucosa. Se l’arrossamento persiste o si avverte dolore, è indispensabile consultare l’oculista. Inoltre, dopo l’uso è possibile che sulla palpebra rimangano dei residui di adesivo che non si lasciano eliminare facilmente con un prodotto struccante. Spesso è necessario sfregare con forza, cosa che può danneggiare l’occhio. L’industria cosmetica, consapevole del problema, propone oggi un’alternativa: le ciglia magnetiche, da infilare per così dire sopra quelle naturali e da fissare con minuscole calamite. Il metodo richiede una certa abilità manuale, ma è meno irritante per l’occhio.

Lash lifting – la permanente per ciglia Per chi non vuole affliggersi con collanti ed extensions, oggi esiste anche la possibilità di «mettere in piega» le ciglia naturali per renderle più evidenti. Le ciglia vengono trattate con una speciale lozione e quindi fissate su dei cuscinetti ripieni di gel. Dopo il tempo di posa prescritto, la curvatura del cuscinetto si trasmette alle ciglia, un po’ come nel caso della permanente per capelli. Anche in questo caso la prudenza non è mai troppa, soprattutto nel caso dei set «fai da te» che promettono un’applicazione facile ed economica a casa propria. Quello che nei video sembra semplicissimo, all’atto pratico spesso non lo è: se le ciglia vengono stese sul cuscinetto in modo sbagliato, o magari sovrapposte, il prodotto le fisserà esattamente in quella posizione. E così resteranno per tutta la durata del lifting, che come nel caso dei prodotti professionali varia da sei a otto settimane. Risultato: un look ben poco soddisfacente. Altro punto importante: la lozione non deve assolutamente venire a contatto con gli occhi, perché le sostanze contenute possono provocare fastidiose ustioni chimiche e irritazioni.

Extensions per ciglia A differenza dei capelli, le ciglia non possono crescere all’infinito. Quelle superiori raggiungono una lunghezza massima di 8–12 millimetri, quelle inferiori di 6–8 millimetri. Con le extensions professionali è possibile incollare singole ciglia artificiali direttamente su quelle vere: un trattamento molto amato, perché consente risultati armoniosi e naturali. Tuttavia, anche questo metodo non è privo di rischi: se le ciglia naturali si incollano l’una con l’altra, la loro crescita risulta ostacolata ed è possibile che cadano del tutto.

Concedetevi una pausa Nemmeno le ciglia più sensazionali compensano l’effetto antiestetico di occhi rossi e irritati. Chi non vuole rinunciare a «fake lashes» & Co. dovrebbe almeno farle applicare da un’estetista qualificata, che lavori nel rispetto delle norme igieniche. Un ultimo consiglio: se usate ciglia artificiali, concedevi una pausa ogni tanto, i vostri occhi ve ne saranno grati. sguardo

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CONSIG LIO DELL’ ESPE RTO

Vederci bene anche senza occhiali COLLOQUIO

Dr. med. Thomas M. Müller

Oftalmologo FMH Spec. in oftalmochirurgia Resp. Chirurgia refrattiva del Gruppo Vista nella regione di Basilea

Stefan Riepl

Optometrista clinico MS (in form) Resp. Ambulatorio biometrico Resp. specialistico Laser Vista

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Intervento laser agli occhi: come funziona e per chi è indicato?

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iederci bene senza bisogno di occhiali o lenti a contatto è il sogno di molte persone. Un metodo, in particolare, si è sempre più affermato negli ultimi anni per la correzione dei difetti visivi: l’intervento laser. Ma come funziona esattamente questo tipo di trattamento e per chi è indicato? Lo abbiamo chiesto a due specialisti del team Vista: il Dr. med. Thomas Müller, dirigente medico per il settore Chirurgia refrattiva nella regione di Basilea, e l’esperto optometrista Stefan Riepl, responsabile del settore Sviluppo di lenti intraoculari. Nell’intervista ci parlano delle tecniche e dei vantaggi dell’intervento laser, ma anche dei suoi limiti.


CONSIG LIO DELL’ ESPE RTO

Cosa succede esattamente durante un intervento laser? Dr. Thomas Müller In questo procedimento, che fa parte della chirurgia refrattiva, si usano i raggi laser per intervenire in modo mirato sulla forma della cornea. L’asportazione di tessuto corneale consente di modificare la rifrazione dell’occhio, e quindi di correggere efficacemente il difetto visivo. Esistono diverse tecniche di intervento. Nella cosiddetta LASIK prima di tutto si taglia un coperchietto rotondo o «flap» nello strato superficiale della cornea (epitelio). Quindi lo si «ribalta» di lato e si procede a modellare con il laser la parte sottostante della cornea. Alla fine si rimette in posizione il flap per coprire l’apertura; il taglio si richiude spontaneamente nel giro di poco tempo. La tecnica chiamata Trans PRK fa a meno del taglio iniziale: in questo caso lo strato protettivo esterno della cornea (epitelio) viene rimosso direttamente con il laser prima di iniziare a modellare il tessuto sottostante. Con il tempo l’epitelio si rigenera spontaneamente. Nel complesso, con questo metodo il progresso di guarigione è un po’ più lungo. La scelta della tecnica operatoria dipende da vari fattori, tra cui lo spessore della cornea e la gravità del difetto visivo.

Per chi è indicato l’intervento di chirurgia refrattiva con laser? Stefan Riepl Per valutare l’idoneità del paziente a questo tipo di intervento consideriamo vari aspetti: se ha l’età giusta, se la correzione del difetto visivo è il più possibile stabile da anni, ma anche altri parametri individuali relativi agli occhi e allo stato di salute in genere. Tra questi, uno dei più determinanti è la natura della cornea. I nostri optometristi la analizzano nell’ambito di un check-up approfondito, che prevede vari tipi di misurazioni. Affinché l’intervento

laser dia risultati ottimali, è importante che tutti gli esami preliminari, da quello della vista a quello della forma e spessore della cornea, siano effettuati con la massima accuratezza, determinando con precisione i valori richiesti. Dr. Thomas Müller Al termine degli esami preliminari, consigliamo la correzione con il laser soltanto se il difetto visivo risulta lieve o moderato; per correggere un difetto grave dovremmo infatti asportare una quantità eccessiva di tessuto corneale. In linea di massima, operiamo con il laser i casi di miopia fino a circa meno sei diottrie e di astigmatismo fino a cinque diottrie. Anche l’ipermetropia può essere corretta con il laser, ma non sempre il trattamento assicura buoni risultati nel lungo periodo. Per questo attualmente preferiamo rinunciarvi. Stefan Riepl Quando il trattamento laser non è consigliabile, una buona alternativa dai risultati equivalenti può essere l’impianto di una lente intraoculare (ICL) in aggiunta al cristallino naturale: anche in questo caso, l’intervento consente di raggiungere la qualità visiva desiderata, liberando in il paziente dalla necessità di utilizzare occhiali o lenti a contatto nella vita quotidiana. Questo tipo di trattamento è indicato soprattutto per le persone con un forte difetto visivo. Le ICL sono per così dire delle lenti a contatto permanenti impiantate dentro l’occhio. Quanto dura l’intervento laser? E comporta anche dei rischi? Dr. Thomas Müller Di norma, il trattamento laser dura soltanto pochi minuti. Come ogni intervento anch’esso comporta dei rischi, che però sono estremamente ridotti. Di tanto in tanto, i pazienti dopo l’intervento lamentano problemi di secchezza oculare o di maggiore sensibilità alla luce. Inoltre, con il tempo l’acutez-

za visiva raggiunta può subire delle variazioni. Per questo consigliamo di sottoporsi a controlli regolari, in modo da poter identificare e trattare tempestivamente gli eventuali cambiamenti. Un altro punto importante è affidarsi per il trattamento laser soltanto a dei professionisti qualificati: anche se rapido, si tratta pur sempre di un intervento. Il risultato dura poi per sempre? In altre parole: oggi potremmo tutti fare a meno degli occhiali? Dr. Thomas Müller Non è possibi-

le rispondere in modo generalizzato. È importante capire che la tecnica laser non consente in tutti i casi una correzione completa del difetto visivo e che esistono anche dei difetti per i quali non è indicata. Inoltre, con l’avanzare dell’età il cristallino può subire delle alterazioni, come per esempio la cataratta, che compromettono di nuovo la qualità visiva. In ogni caso si può affermare che oggi, soprattutto per le persone giovani e sane, una vita senza occhiali è decisamente possibile. Le casse malati si assumono i costi dell’intervento laser? Stefan Riepl Di norma, l’assicura-

zione di base obbligatoria non copre i costi della correzione con laser dei difetti visivi. Ci sono però delle eccezioni: per esempio, quando c’è una forte differenza nel numero di diottrie tra i due occhi oppure quando per motivi medici non è possibile ricorrere agli occhiali. Inoltre, osserviamo sempre più spesso che le assicurazioni complementari si assumono in parte i costi del trattamento laser. Anche da questo punto di vista siamo sempre disponibili a consigliare i pazienti, in modo da trovare la soluzione migliore per le esigenze individuali.

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AM PLIARE GLI ORIZZONTI

Riflesso pupillare Dal buio alla luce: i nostri occhi sono campioni di adattamento

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AM PLIARE GLI ORIZZONTI

Perché all’uscita da una galleria per qualche secondo non vediamo niente? Perché invece, quando siamo al buio, con il tempo riusciamo a riconoscere sempre più oggetti? E perché i cartelli che indicano le uscite di sicurezza sono illuminati di verde? I nostri occhi sono abilissimi nell’adeguarsi alle diverse condizioni di luce. Vi spieghiamo come.

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Luminose prospettive ll’occhio umano bastano pochi secondi per adattarsi a un passaggio dal buio alla luce. Un elemento centrale di questa capacità è il cosid-

detto riflesso pupillare.​ Si tratta del riflesso con cui la pupilla adegua le proprie dimensioni alle condizioni luminose. In concreto: si restringe quando c’è luce e si dilata quando fa buio. Il meccanismo è regolato dai muscoli ciliari dell’iride (la parte colorata dell’occhio), che dosano così la quantità di luce che penetra nell’occhio.

Al contrario, uscendo alla luce del sole dopo una lunga galleria autostradale o ferroviaria potrete sperimentare gli effetti di una massiccia degradazione della rodopsina. Nel buio della galleria molti pigmenti visivi si sono rigenerati e le pupille si sono dilatate al massimo. Se il sole torna a colpirle in modo improvviso, molti pigmenti si scindono contemporaneamente. L’effetto è un momentaneo abbagliamento – che in certi casi può compromettere anche vaste aree del campo visivo. Per prevenire questo fenomeno, la maggior parte delle gallerie sono illuminate in modo progressivo, con un maggior numero di lampade nelle vicinanze dell’uscita.

Il numero di pigmenti visivi è decisivo

Illuminazione delle uscite di sicurezza

La capacità dell’occhio di adeguarsi alle diverse condizioni di luce è dovuta alle cellule fotorecettrici della retina e al pigmento visivo che contengono: la rodopsina. Grazie a questa sostanza, nell’occhio esposto alla luce si attiva un processo chimico: quanti più fotoni centrano l’occhio, tanto più i pigmenti si scindono e si degradano. In questo modo ci abituiamo alla luce intensa e non ne veniamo abbagliati. Nella situazione opposta, cioè quando passiamo a un ambiente più buio, la rodopsina si rigenera e le cellule fotorecettrici hanno quindi a disposizione una maggiore quantità di pigmenti. Risultato: l’occhio riconosce sempre meglio gli oggetti nonostante l’oscurità.

Gli amanti della cultura lo sanno bene: al cinema o al teatro le uscite di sicurezza sono segnalate da luci verdi. Perché? La nostra retina è composta da più strati di cellule. Quelle dello strato posteriore, i cosiddetti coni e bastoncelli, hanno la funzione di trasformare in segnali la luce in ingresso. I bastoncelli reagiscono con particolare intensità alla luce di colore verde-azzurro. Per questo, di notte o negli ambienti bui, come appunto un cinema o un teatro, le tonalità verdi e azzurre ci appaiono più chiare e distinte di altre. Insomma, le vediamo meglio di altri colori. Apertura al centro dell’iride: pupilla

Fate il test Potete sperimentare su voi stessi questi processi con un semplice test. Fissate un oggetto in una stanza quasi completamente buia: con il passare del tempo noterete che gli occhi si abituano all’oscurità e che i contorni dell’oggetto diventano sempre più nitidi – senza bisogno di accendere la luce. Tutto merito della rigenerazione della rodopsina!

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AM PLIARE GLI ORIZZONTI

NAUSEA DA VIAGGIO Chi ama viaggiare si trova spesso a combatQuando i tere con la nausea, uno sgradevole fenomeno sensi perdono che colpisce molte persone proprio quando sono comodamente sedute in auto, in aereo, l‘equilibrio. in nave o in treno. Ma cosa c’entra tutto questo

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con gli occhi? Vediamolo insieme.

a nausea da viaggio, chiamata anche cinetosi o mal d’auto, è dovuta a segnali contrastanti inviati al cervello dai nostri organi di senso. Il processo che la scatena è relativamente complesso e dipende dal modo in cui il cervello elabora gli impulsi provenienti dai diversi canali sensoriali: di norma, si tratta delle informazioni inviate dagli occhi, dal sistema vestibolare nell’orecchio interno e dai recettori di muscoli e articolazioni. Quando viaggiamo a bordo di un mezzo di trasporto veloce, i nostri occhi vedono l’ambiente circostante che scorre via a ritmo sostenuto. Questo segnala al cervello che siamo in movimento. Al tempo stesso, il sistema vestibolare nell’orecchio interno, preposto al senso dell’equilibrio, invia un’informazione contraria:

Innovativi occhiali contro la cinetosi

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AM PLIARE GLI ORIZZONTI

Come contrastare la nausea da viaggio

Il marchio automobilistico francese Citroën ha messo a punto una soluzione efficace per combattere la nausea da viaggio: gli occhiali Seetroën. Il principio di funzionamento è semplice, ma efficace. Gli occhiali sono dotati di speciali anelli pieni di liquido. Quest’ultimo si muove in sincronia con i movimenti del mezzo di trasporto: in tal modo, gli occhi hanno dei punti di

riferimento visivi che non contrastano con le informazioni del sistema vestibolare. La discrepanza tra ciò che vedono gli occhi e ciò che sente l’orecchio interno si riduce. Una volta inforcati gli speciali occhiali, bastano di norma dieci-dodici minuti per ottenere l’attenuazione dei sintomi e la scomparsa del malessere. A quel punto si possono togliere gli ausili antinausea e godersi il resto del viaggio.

viaggio. Assicuratevi quindi che sul mezzo di trasporto ci sia una ventilazione sufficiente. Rinunciare alla lettura e all’uso di computer e cellulare: tenere lo sguardo fisso su un libro o su un display può aggravare i sintomi della cinetosi. È meglio concentrarsi sull’ambiente circostante. Fare pause e distrarsi: se il viaggio è lungo, pianificate delle pause regolari per permettere al corpo di rigenerarsi. È utile anche distrarsi, per esempio chiacchierando o ascoltando musica.

© CITROËN SCHWEIZ SA

e cioè che siamo fermi o comunque che il movimento non corrisponde a quanto percepito dagli occhi. Le divergenze tra i segnali inviati dagli organi di senso mettono in confusione il nostro povero cervello, che non sa più come gestirle. Le conseguenze sono nausea, vomito e altri sgradevoli sintomi.

Al l’insorgere della cinetosi non bisogna per forza interrompere il viaggio. Esistono diverse strategie efficaci per contrastare la nausea da viaggio e limitarne gli effetti. Fissare l’orizzonte: quando viaggiate su un mezzo di trasporto, concentratevi sull’orizzonte o su un punto fermo in lontananza. Questo aiuta gli occhi a sincronizzarsi con i movimenti del mezzo. Al tempo stesso, la strategia riduce il conflitto tra i diversi organi di senso. Far entrare aria fresca: l’aria viziata peggiora i sintomi della nausea da

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TRATTAM E NTO

Calazi Fastidiosi noduli sulle palpebre

Variazioni ormonali, polvere e aria secca favoriscono la formazione di calazi e orzaioli, due tipi di disturbi oculari molto simili nei sintomi, ma di natura completamente diversa. In questo articolo ci concentriamo in particolare sui calazi.

A

un occhio inesperto calazi e orzaioli possono apparire simili. Ma in realtà si tratta di due patologie oculari ben distinte. L’orzaiolo (dal latino hordeolum, granello d’orzo) è dovuto a un’infezione batterica delle ghiandole sebacee o dei follicoli ciliari sul bordo della palpebra. Di norma si manifesta come un piccolo nodulo pieno di pus, rosso e dolente. Nella maggior parte dei casi l’orzaiolo si svuota da solo nel giro di pochi giorni.

Calazio

Nessun dolore Infiammazione di una ghiandola di Meibomio ostruita

Orzaiolo Dolore Infiammazione batterica delle palpebre

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TRATTAM E NTO

A parte un certo senso di pressione, di norma il calazio non è doloroso. In molti casi il rigonfiamento è di piccole dimensioni, paragonabili a quelle di un chicco di riso.

Le cause dei calazi Le ghiandole di Meibomio possono essere ostruite da agenti esterni, per esempio particelle di polvere o di sporco. Anche l’acne pronunciata e le variazioni ormonali facilitano la formazione dei calazi, in quanto accrescono la produzione di sebo. Chi si trucca, infine, dovrebbe sempre curare in modo particolare l’igiene degli occhi e dei bordi palpebrali.

Come si trattano i calazi?

Come nasce un calazio Il calazio (dal greco khalazion, chicco di grandine) ha un’origine diversa. Esteriormente si presenta come un rigonfiamento nodulare della palpebra. Sul lato interno di quest’ultima si trovano delle particolari ghiandole sebacee, le ghiandole di Meibomio: il loro secreto forma lo strato esterno del film lacrimale e protegge l’occhio dalla disidratazione. Se, per effetto di agenti interni o esterni, il canale di una di queste ghiandole si ostruisce, il liquido sebaceo non può più defluire e sulla palpebra si forma un noduletto che, benché normalmente innocuo, può essere molto fastidioso. Il processo di formazione non è immediato. Analogamente agli orzaioli, anche i calazi crescono gradualmente. La palpebra interessata si gonfia sempre più e l’area circostante dell’occhio appare leggermente arrossata.

Spesso i calazi guariscono da soli e scompaiono nel giro di poche settimane. Se la palpebra è molto infiammata, l’oculista potrà prescrivere colliri o pomate specifiche oppure un’iniezione di cortisone. Quando si tratta solo di un innocuo arrossamento può essere utile un trattamento con luce infrarossa, avendo cura di tenere gli occhi chiusi e di osservare un mezzo metro di distanza dalla fonte luminosa. In rari casi il calazio può crescere fino alle dimensioni di una nocciola, ostacolando la visione sul lato colpito. Se accade, la visita oculistica diventa assolutamente indispensabile. Se dopo qualche settimana il nodulo non accenna a scomparire, può rendersi necessario rimuoverlo con un intervento ambulatoriale. In anestesia locale, l’oculista pratica una piccola incisione sulla palpebra interessata e asporta il calazio.

Conclusioni I calazi possono essere molto fastidiosi e tenaci, ma nella maggior parte dei casi sono innocui e facilmente trattabili anche in casa, senza una visita medica. In caso di dubbi o se il fastidio persiste, è però sempre bene consultare senza indugi il proprio oculista.

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TRATTAM E NTO

COLLOQUIO

IMPEGNO A 360° PER LA SALUTE DELL’OCCHIO SENSIBILIZZAZIONE E PREVENZIONE PROATTIVA IN PRIMO PIANO

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A COLLOQUIO CON

Dr. med. Theo Signer ED Eva Bötschi

l Gruppo Vista gestisce ambulatori e cliniche in oltre 30 sedi distribuite su tutto il territorio svizzero ed è un rinomato centro di competenza in campo oculistico. In questa intervista parliamo degli obiettivi e della visione complessiva del Gruppo con il direttore sanitario (CMO) Dr. med. Theo Signer e la responsabile operativa (COO) Eva Bötschi. Scoprirete, tra le altre cose, come Vista si impegna per la diagnosi precoce delle patologie oculari e come la sua crescente rete di cliniche e ambulatori oculistici contribuisce a migliorare l’assistenza sanitaria della popolazione.

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TRATTAM E NTO

Entriamo subito nel vivo: qual è l’obiettivo più importante di Vista? Dr. med. Theo Signer La nostra visione è chiara: vogliamo offrire ai nostri pazienti in Svizzera la migliore assistenza oculistica possibile. Eva Bötschi Proprio per questo, fa parte della nostra visione anche sensibilizzare le persone sulla necessità di regolari visite di controllo, nonché informarle in modo competente ed esauriente affinché si occupino attivamente della salute dei propri occhi. Siamo fermamente convinti che informazione e prevenzione siano i fattori chiave per avere occhi sani fino in tarda età. Perché è così importante sottoporsi a controlli regolari? Non basta andare dall’oculista quando ci si accorge che c’è qualcosa che non va? Dr. med. Theo Signer No, non basta. Un check-up oculistico regolare permette di scoprire tempestivamente la maggior parte delle patologie dell’occhio prima che abbiano gravi conseguenze. La visita dall’oculista dovrebbe essere un appuntamento di routine, proprio come quella dal dentista. Al giorno d’oggi, i progressi della medicina ci permettono di trattare con successo molte patologie, a patto però che vengano individuate in tempo. Un ottimo esempio a questo proposito è il glaucoma, che all’inizio spesso è totalmente asintomatico. Se riusciamo a scoprirlo in una fase abbastanza precoce, possiamo rallentare considerevolmente o addirittura arrestare la sua evoluzione. Ricordo che, se non trattato, il glaucoma conduce alla cecità. Ma si tratta solo di un esempio tra i tanti possibili. In sostanza, lo stesso principio vale per tutte le patologie oculistiche: quanto più la diagnosi è precoce, tanto maggiori sono le possibilità di un trattamento efficace.

Cosa fa il Gruppo Vista in concreto per incoraggiare le persone a occuparsi proattivamente della salute dei propri occhi? Eva Bötschi Organizziamo regolarmente degli eventi informativi, durante i quali i nostri medici informano sulle diverse patologie e sono disponibili per le domande personali dei visitatori. Si tratta di una parte importante del nostro lavoro: dopo una diagnosi, molti pazienti si sentono insicuri e spesso anche abbandonati a sé stessi. In aggiunta, su richiesta organizziamo anche incontri di consulenza in case di riposo, asili, scuole e negozi di ottica. Così, per esempio, i genitori possono apprendere tutto quello che c’è da sapere per seguire in modo adeguato la salute dell’occhio e lo sviluppo della vista dei propri figli. Dr. med. Theo Signer Sì, e per motivi analoghi cooperiamo strettamente con diverse case di cura e di riposo. Alcune patologie oculistiche come la cataratta colpiscono tutte le persone anziane, alcune prima, altre magari un poco più tardi. Per questo vogliamo sensibilizzarle in proposito e far conoscere i nuovi metodi di trattamento. Pensiamo che tutti debbano poter accedere senza difficoltà a informazioni così importanti. Che vantaggi porta il fatto che le sedi Vista sono distribuite su tutto il territorio svizzero? Eva Bötschi Come dicevamo all’inizio, desideriamo offrire la migliore assistenza oculistica possibile ai pazienti di tutta la Svizzera. Questo significa anche essere presenti in modo capillare sul territorio, per risparmiare alle persone dei viaggi lunghi e faticosi. Ci sforziamo di garantire a tutti un facile accesso a prestazioni mediche della massima qualità.

Dr. med. Theo Signer La nostra

vasta rete di ambulatori e cliniche porta anche e soprattutto dei vantaggi di tipo medico. Grazie al gran numero di specialisti che lavorano per noi, siamo in grado di coprire l’intero spettro dell’oculistica: dalle classiche visite di controllo fino agli interventi chirurgici complessi e alla più moderna tecnologia laser. Da noi, oculisti con i più diversi settori di specializzazione collaborano strettamente gli uni con gli altri. Inoltre, Vista dispone di un proprio reparto di ricerca ed è quindi in grado di reagire rapidamente ai progressi tecnologici e ai nuovi sviluppi della medicina – e di applicarli tempestivamente. Anche questo è un vantaggio decisivo per i nostri pazienti.

L’Ambulatorio Avanti fa parte del network del gruppo Vista. Scoprite di più al sito ambulatorioavanti.ch

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A FUOCO

Non credete sempre a quello che vedete


Falsi movimenti, colori o dimensioni diversi dal vero: le illusioni ottiche sono degli errori di percezione, vediamo insomma qualcosa che nella realtà non esiste – oppure, se esiste, ha tutt’altro aspetto. Credere che si tratti un problema di vista sarebbe il prossimo errore: le immagini sbagliate nascono infatti prima di tutto nel cervello.

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Ingannarci è facile

li occhi sono la nostra finestra sul mondo e fanno per così dire da ricognitori: acquisiscono immagini dell’ambiente che ci circonda e trasmettono queste informazioni al cervello. A quest’ultimo spetta il compito di interpretarle, cosa che avviene nella cosiddetta corteccia visiva. Per ottenere un risultato coerente, il cervello integra le informazioni ricevute dagli occhi con le esperienze del mondo memorizzate in precedenza, che gli dicono qual è, di norma, l’aspetto delle cose. Supponiamo per esempio che gli occhi trasmettano immagini di un oggetto che si sposta nell’aria battendo regolarmente due appendici situate a destra e a sinistra: il cervello consulta il suo ricco archivio di esperienze e interpreta queste informazioni, correttamente, come uccello.

Il cervello cerca una spiegazione logica Se gli occhi sono in buona salute, le informazioni trasmesse sono sempre corrette. Tuttavia, il cervello controlla ogni volta che le immagini ricevute abbiamo anche un senso. Nella maggior parte dei casi lo fa con straordinaria abilità – ma non mancano le eccezioni. Quando, agli occhi del cervello, le immagini percepite appaiono strane o incomplete rispetto alle esperienze precedenti, i nostri processi cerebrali le rielaborano, creando una realtà diversa. In altre parole: il cervello reinterpreta le immagini in modo che acquistino un senso logico, aggiungendo magari dei dettagli inesistenti. Ed ecco pronta la nostra illusione ottica! Le illusioni ottiche sono un fenomeno singolare e affascinante. Qui di seguito ve ne presentiamo alcune tra le più celebri e sorprendenti.


A FUOCO

Illusione cromatica Si parla di illusione cromatica quando la nostra percezione dei colori viene tratta in inganno dal contesto complessivo. Questo accade perché il cervello non percepisce mai i colori in modo isolato, ma li interpreta sulla base dell’ambiente circostante. In situazioni diverse, la stessa tonalità ci può apparire più chiara o più scura. Guardate per esempio la barra grigia in questa immagine: il colore è esattamente lo stesso su tutta la lunghezza. L’illusione che a sinistra sia chiaro e a destra più scuro è generata dallo sfondo, che invece è effettivamente sfumato.

Griglia di Hermann Questa illusione ottica, scoperta nel 1870 da Ludimar Herrmann, consiste di una griglia di quadrati neri contornati da linee bianche. Osservando l’immagine, nei punti di intersezione tra le linee vediamo comparire all’improvviso dei punti lampeggianti grigi. Non appena ne fissiamo uno, questo però scompare. Il singolare fenomeno è dovuto probabilmente al forte contrasto. Ma la griglia di Hermann continua ad essere oggetto di studio: fino ad oggi, gli scienziati non sono d’accordo sulle origini dell’illusione ottica.

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A FUOCO

Illusione di Müller-Lyer Questo grande classico delle illusioni ottiche venne pubblicato per la prima volta nel 1889 da Franz Müller-Lyer, uno psichiatra e sociologo tedesco. Il principio è semplice: si prendono due linee di lunghezza assolutamente identica; in un caso, si aggiungono alle estremità due punte di freccia rivolte verso l’esterno e nell’altro le stesse punte, ma rivolte all’interno. Questa piccola differenza basta per far credere al nostro occhio che la linea con le punte rivolte all’esterno sia più corta. Anche nell’illusione di Müller-Lyer il cervello confronta l’immagine con il suo archivio di esperienze. La linea con le punte rivolte all’interno suggerisce lontananza e quindi la percepiamo come più lunga.

Illusione di Zöllner La tendenza del cervello a lasciarsi trarre in inganno è confermata da questa celebre figura, che prende il nome dall’astrofisico tedesco Johann Karl Friedrich Zöllner. Lo scienziato aveva notato questa particolare illusione ottica in un disegno per la stampa dei tessuti e nel 1860 aveva pubblicato uno studio a riguardo. Le linee lunghe non sono affatto convergenti, come ci appaiono, bensì perfettamente parallele. Per vari motivi, però, il nostro cervello non riesce a metterle a fuoco correttamente. Questo è dovuto da un lato ai numerosi trattini trasversali, che suscitano un’impressione di profondità e disturbano la percezione, e dall’altro alla tendenza del cervello a sovrastimare gli angoli acuti e a sottostimare quelli ottusi.

Triangolo di Kanizsa Il triangolo di Kanizsa è un classico esempio di come il nostro cervello cerchi sempre di comporre un’immagine coerente. I tre cerchi neri e il triangolo contornato di nero creano l’illusione di un triangolo bianco sospeso che, in realtà, non esiste. Molto semplicemente, le linee del triangolo sottostante sono interrotte. La spiegazione di questa illusione ottica, scoperta nel 1955 dallo psicologo italiano Gaetano Kanizsa, sta nella psicologia evolutiva: per poter sopravvivere, i nostri antenati dovevano essere in grado di riconoscere forme e contorni. Come in un puzzle, il nostro cervello completa gli oggetti in modo da formare un’immagine comprensibile. Anche a costo di doversi inventare qualcosa.

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A FUOCO

Illusione di movimento Alla vostra prossima gita in montagna concedetevi una piccola pausa: sedetevi nelle vicinanze di una cascata e osservatela per un po’. Poi spostate lo sguardo sulle rocce circostanti. Probabilmente vi sembrerà che si muovano nel senso opposto a quello dell’acqua. Avrete quindi sperimentato non soltanto un attimo di relax, ma anche un’illusione ottica di movimento. Anche in questo caso si tratta di un errore di interpretazione del cervello: quando spostiamo lo sguardo da un oggetto in movimento a uno statico, gli occhi correggono la messa a fuoco. Questo trasmette al cervello l’illusione di un movimento in senso opposto. Il fenomeno è particolarmente evidente con le immagini cartacee: quando osserviamo una figura con disegni ripetuti e forti contrasti di colore, il cervello non riesce ad elaborare la velocissima successione di stimoli visivi diversi. Quando gli occhi mettono a fuoco un elemento, tutte le altre parti dell’immagine sembrano muoversi.

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A FUOCO

Triangolo di Penrose Il triangolo o tribar di Penrose è composto da tre parallelepipedi che si uniscono ad angolo retto, formando quello che sembra un triangolo. Il triangolo prende il nome dal matematico Roger Penrose. La sua particolarità è però che, da qualunque punto di vista lo si osservi, alla fine ci appare come una figura impossibile, con lati e angoli in contraddizione tra loro. L’osservatore si trova ad affrontare il difficile compito di ripensare continuamente la propria prospettiva, reinterpretando ogni volta ex novo la disposizione degli elementi nello spazio.

Illusione di Ebbinghaus In questa illusione ottica, la nostra percezione delle dimensioni di un oggetto viene influenzata dalle dimensioni degli oggetti circostanti. L’elemento centrale, in questo caso un cerchio, ci appare più grande a destra che a sinistra, a causa delle diverse dimensioni degli elementi che lo circondano. Il fenomeno deve il suo nome allo scienziato Hermann Ebbinghaus, che lo ha studiato per primo.

CON O S COR WOW Museum – Room for Illusions Al WOW Museum di Zurigo niente è come sembra. Su oltre 400 metri quadrati vi aspettano illusioni ottiche, inganni sensoriali e nuove, sorprendenti prospettive.

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WOW Museum di Zurigo. sguardo

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A FUOCO

Miraggi Oasi e navi fantasma che si dissolvono nell’aria

State guidando e all’improvviso vedete davanti a voi una pozza d’acqua, pur sapendo benissimo che lì non ce n’è nemmeno una goccia. Oppure siete in spiaggia, vi godete la vista del mare e sopra l’orizzonte, come per magia, si materializza una nave che prima non c’era. Nell’uno e nell’altro caso non dovete preoccuparvi: non soffrite di allucinazioni.

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i parla di allucinazione quando una persona vede cose effettivamente inesistenti. Un miraggio invece è semplicemente l’immagine di un oggetto reale che si riflette sugli strati dell’atmosfera. Non si tratta di una vera e propria illusione ottica, bensì di un fenomeno meteorologico. La variante più frequente è quella che si osserva in estate sulle strade surriscaldate. Il processo è semplice: l’aria a contatto con l’asfalto si riscalda e sale per questo verso l’alto, dove incontra strati atmosferici più freddi. Poiché l’aria calda e quella fredda hanno diverse densità, là dove si incontrano si ha un fenomeno di rifrazione dei raggi solari, che vengono riflessi verso il basso. Ecco perché sulla strada compare un’immagine che ricorda una pozza d’acqua: in realtà quello che vediamo è un riflesso speculare del cielo e a volte anche di altre auto o del paesaggio circostante.

A FUOCO

una Fata Morgana, dal nome della celebre figura della saga di Re Artù. Morgana viveva sull’isola incantata di Avalon, un luogo mistico su cui nes­suno poteva mettere piede. Certo che no … in fondo una Fata Morgana è soltanto un riflesso. I primi a chiamare Fata Morgana il più suggestivo tra tutti i miraggi sono stati gli abitanti della zona intorno allo stretto di Messina: nel mare tra Sicilia e Calabria, infatti, il fenomeno può essere osservato con particolare frequenza.

LEGGENDE MARINARE I miraggi sono comuni però anche su tutti gli altri mari del pianeta. Si parla di miraggi superiori quando lo strato di aria fredda a contatto con l’acqua incontra un superiore strato di aria calda. In questo caso la luce viene riflessa verso l’alto: ed ecco che sopra l’orizzonte appare improvvisamente, come sospesa

nell’aria, l’immagine di una nave capovolta (come in uno specchio) e spesso anche distorta e più alta del reale. All’inquietante fenomeno i marinai danno un nome particolare, Olandese Volante, che rimanda a un’antica e celebre leggenda. Si racconta che quella nave fantasma all’orizzonte sia un vascello maledetto, il cui capitano – l’Olandese Volante, appunto – è condannato a veleggiare in eterno sui sette mari senza poter mai approdare in un porto. Dall’opera di Wagner L’Olandese Volante fino alla nave fantasma del popolarissimo film Pirates of the Caribbean con Johnny Depp alias Jack Sparrow: le misteriose apparizioni di vascelli sono da sempre oggetto di superstizioni tra i naviganti di tutto il mondo, che spesso giurano di averle viste di persona. Ma dietro molti di quegli inquietanti racconti c’è semplicemente l’immagine riflessa di una nave reale.

IL RICHIAMO DELL’OASI ALL’ORIZZONTE L’ingannevole fenomeno ottico è particolarmente frequente nel deserto. A causa del calore estremo, anche lì succede che oggetti in realtà lontani appaiano improvvisamente vicini perché riflessi come in uno specchio dalla superficie di contatto tra aria calda e fredda. Poiché quest’ultima nel deserto si trova molto più in alto, anche un’oasi lontanissima può materializzarsi all’improvviso davanti a una carovana assetata – per dissolversi nell’aria quando si crede di averla quasi raggiunta.

UNA FATA DI NOME MORGANA In condizioni particolari, gli oggetti riflessi appaiono protendersi verso l’alto come i pinnacoli di un castello incantato. In questi casi si parla di sguardo

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PROTEZION E FIN DALLA PI Ù TEN ERA ETÀ

Il mondo visto con gli occhi di un bambino COME CAPIRE SE VOSTRO FIGLIO HA PROBLEMI DI VISTA

Dal momento in cui un bambino viene al mondo fino al completo sviluppo della sua capacità visiva passano cinque o sei anni. Proprio in questa prima, importante fase evolutiva, gli occhi svolgono un ruolo fondamentale per la scoperta del mondo.

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n difetto visivo non tempestivamente curato può influenzare negativamente, in modo anche grave, lo sviluppo successivo: per esempio, ostacolando la creazione di collegamenti tra immagini, suoni, parole e movimenti. Le conseguenze possono essere difficoltà di concentrazione e di orientamento, come pure problemi di apprendimento.

LE TAPPE DELLO SVILUPPO DELLA VISTA Per i genitori non è facile valutare se il proprio bambino ci vede come dovrebbe. Fino ai dodici anni di età, infatti, l’occhio attraversa diverse fasi di sviluppo. Mamme e papà dovrebbero conoscerle, in modo da poter identificare tempestivamente eventuali problemi.

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PROTEZION E FIN DALLA PI Ù TEN ERA ETÀ

ALLA NASCITA

FINO AI 4 ANNI

... l’occhio del bambino è impostato sulla visione ravvicinata. Un neonato riesce a mettere a fuoco soltanto in un raggio di 20–40 cm. Riconosce soltanto i disegni e contrasti marcati e i colori primari. Inoltre, è attratto più dalle cose in movimento che da quelle statiche. Non riuscendo ancora a coordinare i muscoli oculari destri e sinistri, può succedere che «incroci gli occhi». In questo stadio, però, lo strabismo è normale non deve destare preoccupazione.

... l’acutezza visiva si evolve ulteriormente. Nel caso ideale, già a questa età si raggiunge il 100 %. Possono esserci però delle differenze dovute a una predisposizione genetica: alcuni bambini raggiungono la piena acutezza visiva soltanto a nove anni. In questa fase, la lunghezza del bulbo oculare (che decide se l‘occhio sarà normale, miope o ipermetrope) non è ancora definitiva.

NELLE PRIME 3–4 SETTIMANE ... il piccolo impara a distinguere i volti delle persone che lo circondano. Alla nascita, invece, questa capacità non è ancora presente: il neonato non è in grado di riconoscere con le sue sole capacità ottiche neppure la propria madre.

A CIRCA 2–4 MESI ... si affina la capacità di percepire i colori e il bambino inizia a distinguere le varie sfumature cromatiche. Anche l’acutezza visiva aumenta: il piccolo riesce a mettere a fuoco e a seguire con gli occhi anche gli oggetti piccoli. Adesso è capace di visione binoculare e la sua immagine del mondo acquista tridimensionalità; questo gli permette ben presto di coordinare i suoi movimenti e di afferrare le cose. Se invece il piccolo continua a incrociare gli occhi, perché non riesce ancora a gestirne la muscolatura, consigliamo una visita oculistica di controllo. A lungo andare, infatti, lo strabismo può provocare un difetto visivo, l’ambliopia.

A 7–8 MESI ... l’acutezza visiva e la visione tridimensionale sono ormai ben sviluppate. Il bambino riconosce sempre più dettagli e vede oggetti sempre più lontani. In questa fase, inoltre, l’iride ha ormai assunto il suo colore definitivo.

FINO AI 12 ANNI ... il processo di sviluppo della vista continua. Soltanto dopo tale età, per esempio, diventa possibile imparare il disegno in prospettiva.

TENETE GLI OCCHI APERTI! In generale, si può dire che quanto prima un difetto visivo viene scoperto, tanto meglio può essere curato. Per questo consigliamo sempre una prima visita oculistica tra il secondo e il terzo anno di vita del bambino. Anche in seguito, per i bambini è importante sottoporsi a controlli oculistici regolari.

POSSIBILI INDIZI CHE UN BAMBINO NON VEDE BENE: BEBÈ Tremore oculare, strabi­ smo, sensibilità alla luce, il bambino non reagisce oppure rotea gli occhi, se li strofina o non riesce a centrare con la mano l’oggetto che vuole afferrare.

BAMBINI PIÙ GRANDI Difficoltà di lettura, difficoltà a distinguere lettere e numeri, rapido affaticamento durante disegno, lettura o scrittura, mal di testa, il bambino «strizza» un occhio, inciampa spesso, ha problemi ad afferrare una palla o a valutare le distanze.

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DELIZIOSO E SANO

Meno è meglio

RIDURRE GLI ZUCCHERI PER OCCHI PIÙ SANI L’alimentazione influisce in modo determinante sulla salute: un principio che vale anche per gli occhi e per la vista. In questo articolo prendiamo in esame gli effetti di un eccessivo consumo di zuccheri.

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n consumo di zuccheri elevato, se protratto nel tempo, può provocare nell’organismo uno stress ossidativo. In altri termini, il metabolismo si sbilancia e viene prodotta un’eccessiva quantità di radicali liberi. Di norma, questi ultimi sono compensati da una congrua presenza di antiossidanti, responsabili della loro degradazione. In caso di stress ossidativo, invece, questo equilibrio si rompe e gli antiossidanti non riescono più a controbilanciare i radicali liberi. Semplificando, possiamo dire che il consumo eccessivo di zuccheri favorisce i processi infiammatori.

le cellule fotorecettrici della retina. La struttura retinale si altera, con conseguenze anche molto gravi. I processi infiammatori possono interessare anche i vasi sanguigni dell’occhio, provocando problemi di circolazione che, a loro volta, possono facilitare l’insorgere di una degenerazione maculare senile (DMS). È scientificamente provato che un eccessivo consumo di zuccheri e un’alimentazione malsana e non equilibrata aumentano enormemente il rischio di ammalarsi di diabete. Questa patologia, dovuta proprio a un eccessivo livello di glucosio nel sangue, può attaccare anche gli occhi, proprio a causa dei suoi effetti sulla retina. Nella terminologia medica si parla in tal caso di retinopatia diabetica o di maculopatia diabetica.

Perché lo zucchero fa male agli occhi Uno squilibrio del metabolismo cellulare può compromettere anche

Come controllare il consumo di zuccheri Adottando una dieta povera di zuccheri potete ridurre il rischio di con-

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trarre patologie oculari e sostenere al tempo stesso la vostra capacità visiva. Ecco alcuni consigli che vi permetteranno di ridurre il consumo di zuccheri: › Evitate di consumare troppi alimenti fortemente trasformati: spesso infatti sono addizionati di zucchero. Leggete attentamente le dichiarazioni sull’etichetta. › Ogni volta che potete sostituite gli zuccheri semplici, come quelli contenuti nei cereali raffinati e nei dolci, con carboidrati complessi, per esempio cereali integrali, che mantengono più stabile l’indice glicemico. › Quando avete voglia di qualcosa di dolce, provate almeno ogni tanto a soddisfarla con la frutta fresca, che contiene non soltanto zucchero ma anche fibre, vitamine e antiossidanti. › La verdura fa sempre bene. È ricca di sostanze nutritive preziose per la salute degli occhi.


RICETTA

Vellutata di pastinache

COSA SERVE ED ECCO COME SI FA PER QUATTRO PERSONE 700 g di pastinache 1 grossa patata (a pasta farinosa) 1 cipolla 1 spicchio d’aglio 1 cucchiaio di burro 1 litro di brodo vegetale 200 ml di panna sale pepe noce moscata 1 limone

Sbucciare la cipolla e l’aglio e tritarli finemente. Sbucciare le pastinache e la patata e tagliarle a tocchetti. Quindi far sciogliere il burro in una padella e farvi appassire la cipolla insieme allo spicchio d’aglio. Unire i tocchetti di pastinache e patata e lasciarli insaporire per qualche minuto. Sfumare con il brodo vegetale, coprire la padella e lasciar sobbollire il tutto per circa 25–30 minuti. Al termine della cottura togliere dal fuoco e frullare con il frullatore a immersione. Incorporare la panna, insaporire con sale, pepe, noce moscata e succo di limone e guarnire a piacere. Buon appetito!

NO

A TARI

VEGE


Vediamo qualcosa che nella realtà non esiste – oppure, seesiste, ha tutt’altro aspetto. Avolte, letteralmente, non cred iamo ai nostri occhi. A FUOCO: ILLUSIONI PAG. 20 –27

Con la nostra rivista «Sguardo» vogliamo condividere con voi la nostra passione per tutto ciò che riguarda l’occhio e la sua salute, offrirvi approfondimenti insoliti e curiosi, informarvi sui metodi e sugli attuali trattamenti di cura e sulle possibili cause delle principali patologie oculari. Possiamo contare su oltre 35 anni di esperienza nel campo dell’oftalmologia.

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