002 newsletter ideolab n 2 2013

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IDEOLABnotizie

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NUMERO ANNO 2013

IDEE, PROGETTI E PROPOSTE PER LO SVILUPPO

Aveni: “Non riguarda solo la politica ma tutti gli ambiti della vita civile”

Quale futuro per la democrazia? L’autore di “Ammortizzatori di sistema e organizzazione” analizza l’attuale sistema democratico e propone alcune possibili correzioni strutturali

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ome reagisce un cittadino che vede quotidianamente traditi i principi sanciti dalla Costituzione in nome di interessi privati? I modi sono tanti, uno è quello di impegnarsi, nel proprio piccolo, per cambiare le cose e - perché no? - scrivere un libro che raccolga le proprie riflessioni. Questo è il modo più razionale seppure il meno battuto, di certo è quello che ha scelto Gioacchino Aveni, “cittadino arrabbiato”, come ama autodefinirsi, nelle cui parole, tuttavia, non si registra la rabbia antipolitica né il disfattismo rassegnato, bensì il desiderio di costruire. Aveni lo ha fatto raccogliendo le sue riflessioni in un libro autoprodotto, “Ammortizzatori di sistema e organizzazione. Per la difesa della democrazia e della libertà” (Davide Zedda Editore), testo che ha fatto da perno alla relazione da lui tenuta in occasione del consueto appuntamento quindicinale di Ideolab, il laboratorio di idee, progetti e

proposte per lo sviluppo. E il libro di Aveni è innanzitutto una raccolta di proposte operative, perché per cambiare le cose non basta criticarle, come sottolinea l’autore, evidenziando in particolare che il problema non è tanto nel merito quanto piuttosto nel metodo: “Il meccanismo democratico non ha fallito nella fissazione dei principi ma nella loro attuazione, proprio perché di quei principi se ne è fatto un abuso sistematico”. Ma la democrazia non è solo politica, come dice Aveni, “andrebbe respirata in tutti gli ambiti della vita civile, dalla scuola alla famiglia, dai partiti al mondo dell’informazione”.

Ci siamo intrattenuti col nostro ospite per approfondire insieme alcuni temi che riguardano da vicino l’argomento trattato, dalla cosiddetta democrazia liquida al futuro dei partiti, dalla questione di coscienza dei parlamentari alla tutela delle minoranze. D. «Si fa tanto parlare di democrazia diretta e mandato imperativo, pensi sia solo un’utopia? Dai tempi di Giulio Cesare è sempre stato uno strumento demagogico per accompagnare l’uscita dalla repubblica e l’ingresso nella dittatura populistica, in cui, per impossibilità concreta di controllo diretto degli eletti da parte degli elettori, si affidava questo ruolo di controllo e garanzia a un

leader carismatico esterno. Credi che abbiamo ancora bisogno di un garante esterno, sganciato dai meccanismi elettivi? A. «Oggi, in ambito socio-politico, c’è un problema di rappresentatività. Abbiamo abusato della democrazia liberale e in questa fase della seconda repubblica ci si presenta il conto da pagare. Penso che bisogni migliorare la rappresentatività e la partecipazione, affinando meccanismi, coinvolgendo maggiormente i cittadini e anteponendo sempre le fonti di rinnovamento di merito a quelle di dipendenza metodologica. continua a pag. 2

Newsletter a cura di Valerio Droga (coordinatore Ideolab) - ideolab.it@gmail.com


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