Ideolab speciale castellammare

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speciale

IDEOLAB

NUMERO UNICO -

AMMINISTRATIVE GIUGNO 2013

Castellammare del Golfo IDEE, PROGETTI E PROPOSTE PER LO SVILUPPO

Editoriale

Una “lampadina” per Castellammare

Domenico Barone: “Sarò il portavoce del rinnovamento della nostra città”

Un passo indietro per il bene del mio paese

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er molti è la prima volta che ci si trova fra le mani questo giornale. Non certo per mancanza loro, ma perché si tratta di una newsletter interna che di norma viene diffusa ai soli iscritti a Ideolab, un ‘laboratorio di idee’ che non vuole far altro che raccogliere, appunto, le idee migliori per lo sviluppo della società, trasformandole in progetti da proporre alla classe politica. Non siamo dunque un gruppo politico e, benché ciascuno di noi si possa impegnare a titolo personale in questa o quella forza politica, Ideolab non ha colore, ma si rivolge indifferentemente a tutti quei movimenti e partiti che possano essere interessati all’applicazione delle nostre idee. Di norma, la nostra newsletter espone in forma giornalistica il contenuto delle relazioni e conferenze tenute da uno dei membri del gruppo. Questo è però un numero speciale, dedicato a Castellammare del Golfo: protagoniste non sono qui semplicemente le idee ma le persone e i loro progetti politici in vista delle vicinissime consultazioni elettorali, in particolare i candidati che hanno sposato la nostra missione. Il nostro simbolo è la lampadina dentata, metafora dell’idea che si mette in moto, si fa lavoro. Questo numero è proprio il momento in cui l’idea diventa azione. Ciò comporta necessariamente prendere una posizione, assumersi delle responsabilità, esporsi a critiche: conseguenza, appunto, di qualsiasi azione. continua a pag.

L’ex candidato sindaco del Movimento 5 Stelle si racconta, spiegando i motivi che lo hanno spinto a scendere in politica e ad appoggiare il sindaco progressista, sostenendo al consiglio comunale la candidatura di Francesco Paolo Orobello, Maria Aurelia Ferrantelli, Antonino Ancona e Silvia Pisciotta

Valerio Droga a pag. 3

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I quattro nuovi Un cambiamento che viene da lontano volti della rinascita Coppola, il mio ritorno guarda al futuro di Castellammare Il candidato sindaco: “Nuovo non sempre è migliore, per la politica ci vuole cuore ed esperienza”

Gestione pubblica dei servizi, sostegno alle imprese, snellimento della burocrazia, coinvolgimento dei cittadini e turismo tutto l’anno. Questi i punti base del programma

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icominciamo insieme”. Questo lo slogan di Nicola Coppola, candidato sindaco alle Amministrative di Castellammare del Golfo. Due parole che racchiudono tutta la forza del suo programma: esperienza al servizio dei suoi concittadini e loro coinvolgimento diretto, perché la politica non può riguardare solo il palazzo. A sostenere il suo progetto politico quattro liste: Pd, Lavoro e Sviluppo, Castellammare Democratica Unita e SìAmo Castellammare.

Lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio, insieme ai nostri lettori. Lei non è certo quello che si dice un volto nuovo, può riassumerci in breve il suo passato politico a Castellammare? “Ho iniziato a far politica per questo paese appena trentenne, nel 1978, e da allora, fino al ‘93, ho rico-

perto tutti gli assessorati, il ruolo di vicesindaco e ho chiuso la mia carriera con la fascia tricolore da sindaco. Nel frattempo ho portato avanti persone nuove facendo al tempo stesso io un passo indietro, perché pensavo che una classe politica giovane potesse rispondere meglio alle esigenze dei miei concittadini”. E così non è stato? “Non spetta a me giudicare, ma agli elettori. Di una cosa però mi sono reso conto, che non sempre ciò che è nuovo è necessariamente migliore: buono e nuovo non sono sinonimi. Quello che fa la differenza è la vocazione, la politica va fatta con il cuore”.

Qual è dunque la motivazione che l’ha spinta a ripresentarsi alle elezioni dopo vent’anni di assenza dalla scena politica? “La stessa che mi ha guidato in tutti quegli anni, cioè lo spirito di servizio: ho avuto tutto quel che si può desiderare, quindi di certo non sono qui per fare carriera. Sono qui per senso di responsabilità, perché mi è stato chiesto da più parti e credo di poter dare ancora un contributo al mio paese”. La politica come servizio dunque, e non come professione o, peggio, carriera. continua a pag.

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al Movimento 5 Stelle a due liste civiche. è il percorso che accomuna quattro dei candidati al consiglio comunale di Castellammare del Golfo a sostegno di Nicola Coppola nella veste di futuro sindaco. Stiamo parlando di Silvia Pisciotta e Antonino Ancona, candidati nella lista SìAmo Castellammare, e Maria Aurelia Ferrantelli e Francesco Paolo Orobello, per la lista Lavoro e Sviluppo. Un percorso che unisce il pragmatismo politico, necessario per cambiare le cose, a un forte impegno e senso etico, necessari per cambiarle in bene. Li conosceremo insieme, attraverso le loro idee, i programmi, la loro storia, le esperienze che li hanno condotti alla politica. A sponsorizzarli e farne da portavoce è Domenico Barone, che con loro condivide le stesse radici e speranze e, come loro, ha in mente il solo bene comune del paese. a pag.

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IDEOLAB speciale Castellammare del Golfo

Nicola Coppola presenta il suo programma: “Il Comune deve tornare a gestire i servizi pubblici da sé per abbassare le tasse ai cittadini”

Editoriale dalla prima

Terzietà, del resto, non può significare rimanere indifferenti alle diverse alternative politiche, vuol dire semmai non prendere una posizione aprioristicamente, dettata da condizionamenti ideologici, sostenendo di volta in volta il candidato o la lista che si mostra più ricettiva al cambiamento. Per le amministrative di Castellammare del Golfo, senza volere con ciò entrare nel merito del dibattito elettorale, abbiamo deciso di offrire il nostro sostegno tecnico in particolare al gruppo che fa capo a Domenico Barone, che a sua volta sostiene la candidatura a sindaco di Nicola Coppola. Perché questa scelta? Innanzitutto perché questi uomini e donne si sono mostrati molto aperti al nostro contributo intellettuale e perché lo stesso Coppola ha accolto con entusiasmo il gruppo nelle sue liste, ben disposto a valutare criticamente ogni nuova idea del laboratorio se orientata al bene comune dei suoi concittadini. In secondo luogo perché la storia professionale di Barone e la sua stessa persona sono per noi piena garanzia di affidabilità. Domenico Barone è, inoltre, uno dei fondatori di Ideolab e, fra i membri, uno dei più prolifici di idee e proposte per la società, nei più svariati ambiti, tenendo sempre in mente la finalità ultima del suo agire, che è il bene comune. Il nostro giudizio non va all’amico Barone, dunque, ma alle sue idee, al suo progetto politico. Se poi a ciò si uniscono anche doti umane incontestabili, è per noi ulteriore conferma di validità del progetto, doti umane ed etiche che gli riconoscono lealmente anche i suoi avversari politici, compresi coloro che non lo hanno voluto più come proprio portavoce. Come è noto a molti lettori, infatti, Barone era stato presentato come candidato sindaco del Movimento 5 Stelle di Castellammare, che poi si è spaccato pressocché a metà. Barone e i quattro candidati che qui promuoviamo provengono proprio da quel nucleo e, del mondo 5 Stelle, portano con sé lo spirito, le idee e la freschezza, senza tuttavia fregiarsi del simbolo. Questa impostazione, unita al pragmatismo politico, li ha spinti a concorrere a sostegno di Nicola Coppola, ma in due differenti liste civiche, senza venire cooptati cioè da alcun partito, mantenendo una propria identità di gruppo, come è molto facile riscontrare nelle loro stesse parole. Oggi a Castellammare si è installata una lampadina, il nostro auspicio, che vuole essere anche una certezza, è che i suoi cittadini la vogliano accendere.

Grafica e impaginazione a cura di Valerio Droga (coordinatore di Ideolab) ideolab.it@gmail.com

Rilanciare Castellammare dal suo territorio dalla prima

“In politica porto il mio essere cristiano. Non come una bandiera per avere la simpatia degli elettori cattolici, ma come guida del mio agire quotidiano. Gesù diceva che chi è primo deve farsi ultimo, chi governa non deve comandare ma servire: il primo cittadino di un paese, nella mia ottica, deve esserne l’ultimo, cioè il servitore di tutti”. Tornando alla sua precedente esperienza politica, cosa salverebbe? “Allora, come oggi, era un momento difficile in cui gli enti locali venivano lasciati soli o perlomeno responsabilizzati. Aveva inizio un progressivo decentramento: per essere sindaco non bastava più l’amicizia forte a Roma o a Palermo, non si poteva più brillare di luce riflessa ma di luce propria”. E cosa è cambiato in questi anni? “Il sindaco non può essere un passacarte, deve sapere amministrare, ecco perché sono davvero pochi quelli che sopravvivono per più di due legislature, delle quali la prima serve solo a capire come si fa il sindaco e intanto il comune va a rotoli, durante la seconda si cominciano a vedere i risultati e si contano i danni. L’esperienza è perciò fondamentale.

Qui a fianco Nicola Coppola

Se qualcosa è cambiato in peggio è che, con la progressiva personalizzazione e spettacolarizzazione della politica, le scelte non derivano più dalla condivisione di visioni etiche quali le ideologie, ma dalla popolarità e simpatia del candidato. Le persone più popolari, tuttavia, non sempre sono quelle di maggiore qualità. A me basta avere il rispetto della gente, potere camminare a testa alta guardando i miei concittadini negli occhi”. Se non basta la simpatia per giudicare, allora andiamo al programma: quali le vostre priorità? “Se un Comune vuole cambiare la città, deve prima cambiare se stesso. L’ente locale non può essere il cambiamento ma di sicuro deve esserne il promotore, ne deve creare le condizioni. Una burocrazia più snella, veloce ed efficiente è la base per lo sviluppo. Le imprese devono vedere nell’ente pubblico un alleato e non un ostacolo”. Ottime intenzioni, ma sapete già come fare? “Naturalmente sì, per esempio con un sistema informatico che consenta al cittadino di conoscere in qualsiasi momento lo stato della pratica richiesta e lo stato di avanzamento di tutti gli atti amministrativi. Inoltre, quando saremo insediati, introdurremo un sistema di incentivi per premiare i nostri dipendenti più efficienti con i soldi che il Comune risparmierà grazie al loro operato”. Quanti dipendenti ha il Comune di Castellammare?

“Sono complessivamente 225, di cui ben 160 precari. A tutti loro va restituito un senso di dignità, devono sentirsi parte integrante dell’amministrazione, non possono rimanere in questo limbo. Vanno motivati e formati anche per incarichi di responsabilità, altrimenti quando i 60 assunti andranno in pensione sarà il caos. Abbiamo le risorse umane, per esempio, per la gestione pubblica dei servizi, a partire dall’acqua e della nettezza urbana. La cosiddetta

presa di questi lavori è priorità assoluta. Andrà poi collegato direttamente alla circonvallazione, per non intasare il centro. Allo stesso modo non può essere rimandata la realizzazione di un moderno depuratore delle acque reflue. L’area attualmente destinata ad esso dovrà invece essere riconvertita a fini turistici ad aree parcheggio e verde urbano. Abbiamo già steso nel programma le linee guida per il futuro piano regolatore, che mira a re-

Se un’amministrazione vuole cambiare la città, deve prima cambiare se stessa: una burocrazia più snella ed efficiente e veloce per le imprese e per i cittadini è la base per far ripartire il paese esternalizzazione, l’affidamento cioè dei servizi pubblici a società esterne, ha prodotto ulteriore precariato e soprattutto incrementato gli sprechi degli enti e, di conseguenza, l’aumento delle tasse senza un miglioramento del servizio”. Un ritorno alla gestione pubblica con abbassamento del carico fiscale per i cittadini, dunque? “Sì, e avendo anche un servizio migliore. Le faccio l’esempio del sistema di tassazione per la nettezza urbana che non verrà più

cuperare il centro storico, preservare le bellezze ambientali rendendole fruibili in modo sostenibile, spingere verso un turismo destagionalizzato tutto l’anno, valorizzare l’artigianato tradizionale recuperando i vecchi mestieri con nuovi posti di lavoro, favorire la pesca e un’agricoltura sostenibile che valorizzi i prodotti locali. Va istituito anche un centro commerciale naturale e favorita la filiera corta per la distribuzione dei prodotti del luogo”.

Sono certo che Barone e i candidati del suo gruppo contribuiranno allo sviluppo culturale del paese e a una sua maggiore apertura. Ho già sposato diversi punti del loro programma calcolato sui metri quadri di abitazione o altri criteri presuntivi, bensì sull’effettiva produzione di rifiuti indifferenziati destinati ad andare in discarica. Così non soltanto si pagherà di meno ma minore sarà anche l’inquinamento e, con la differenziata, si produrranno le materie prime da rimettere nei cicli di produzione e concime attraverso il compost dell’umido. A proposito dell’acqua posso prendermi il merito di aver dato in passato, con la mia amministrazione, acqua a tutte le case con regolarità, capendo che il nostro bacino idrico era più che sufficiente e bastava ristrutturare la rete idrica: prima di allora ricevevamo acqua corrente ogni cinque giorni!”. Altre priorità? “C’è lo spinoso tema della infrastrutture: basta un solo sospetto per bloccare i lavori pubblici, come è avvenuto per il porto, fermo da due anni, con danni incalcolabili per imprese, cittadini e Comune. La ri-

Un piano regolatore che tiene conto di tanti aspetti, non solo economici ma anche sociali e culturali. Ma i cittadini che ne pensano? “Oggi non si può che pensare a un progetto di città condiviso, non più calato dall’alto. Ci confronteremo con i cittadini in maniera interattiva, avviando forum tematici per individuare le reali esigenze. Tutti siamo chiamati a fare politica, nel senso di prenderci cura della nostra città. Anch’io, anche quando non ho ricoperto cariche pubbliche, non ho mai smesso di fare politica, nel senso che per me è sempre stata qualcosa che riguarda tutti: siamo cittadini e non sudditi. Per questo, fra i punti guida del mio programma, c’è quello di coinvolgere a vario titolo associazioni, comitati di quartiere, movimenti e singoli cittadini per la cura della nostra città”. Parlava di turismo destagionalizzato, come intende promuoverlo? “Castellammare non è soltanto mare. Abbiamo anche la montagna: vanno creati per esempio percorsi

di trekking, ciclobike, ippici e speleologici. Sempre in ambito naturalistico non dimentichiamo poi che nel nostro territorio ricadono le terme di Segesta. Per non parlare del patrimonio storico, artistico e monumentale, come pure quello artigianale ed enogastronomico. Ci sono varie fonti di attrazione turistica e abbiamo il dovere di incentivarle, con ricadute positive per tutti i cittadini. Il Comune farà anche attività di promozione attraverso l’organizzazione di manifestazioni di richiamo, da sagre a eventi di tipo culturale. Non possiamo però parlare di turismo senza un piano logistico. Va garantito un servizio costante di collegamento con i vicini aeroporti di Birgi e di Punta Raisi. Castellammare, venendo dall’aeroporto palermitano, è la porta per la provincia trapanese. Altro punto è l’ospitalità diffusa: questo paese può trasformarsi in una città-albergo, mettendo in rete i vari bed & breakfast e posti letto messi a disposizione dai privati”. Un punto forza della sua città? “La bellezza del territorio, senza dubbio. Ho parlato di come valorizzarla e renderla più fruibile al turista, come al cittadino”. E un difetto? “Ci dovrei pensare un po’ ma credo se dovessi trovarne uno direi il naturale scetticismo dei miei concittadini e forse di tutti i siciliani. Un difetto che in certi casi diventa un pregio, inteso come prudenza, purché non degeneri in chiusura. In ogni caso è il frutto di secoli di sfruttamento. Tutti noi dobbiamo però aprirci, capire che per cambiare dobbiamo riappropriarci della cosa pubblica e pretendere una gestione corretta ed efficiente”. Chiudiamo con una domanda sul gruppo di Barone, come l’ha accolto e come intende avvalersi di questa collaborazione? “Quando in una famiglia già numerosa arriva l’ultimo figlio è una gioia grandissima. Mi hanno donato un entusiasmo e una freschezza che ci mancavano. La loro scelta spontanea di sostenere me come sindaco mi ha inorgoglito e reso davvero felice. Quanto a Domenico Barone c’è una reciproca stima e credo che la sua sensibilità soprattutto in ambito culturale possa aiutare questo paese ad aprirsi ulteriormente al mondo. Ho sposato diversi punti del loro programma e sono certo che lavoreremo insieme con la competenza e la passione che ci unisce”. Valerio Droga


IDEOLAB speciale Castellammare del Golfo

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L’ex candidato sindaco del M5S spiega le ragioni del suo impegno politico e le motivazioni che lo hanno portato a sostenere Coppola

Barone: partecipazione, servizio, lavoro e sviluppo D

omenico Barone, medico legale, già candidato sindaco di Castellammare per il Movimento 5 Stelle, attivista, impegnato in attività sociali attraverso varie iniziative e sempre in prima linea sul fronte della cultura, cofondatore di Ideolab, membro della Commissione Sanità del meetup di Palermo. I suoi interessi spaziano in vari campi, fino all’economia: è autore, fra l’altro, di un saggio dal titolo Come vivere felici senza tasse, in distribuzione gratuita. Castellammarese di nascita, palermitano di adozione, non ha mai tagliato il cordone ombelicale col suo paese natale, in cui torna con regolarità per ritrovare le sue origini. Interrotta l’esperienza col meetup 5 Stelle di Castellammare, Barone ha ritirato la sua candidatura a sindaco offrendo il suo sostegno a quattro ex attivisti (Orobello, Ferrantelli, Ancona e Pisciotta), oggi schierati in due differenti liste della coalizione che fa capo al candidato sindaco Nicola Coppola. Lo abbiamo incontrato per ripercorrere le tappe di questa sua esperienza e i motivi delle scelte politiche. L’avevamo lasciato candidato sindaco sotto il simbolo 5 Stelle e adesso la ritroviamo a sostenere Nicola Coppola, come spiega questo cambio di schieramento? “Il mio militare sotto il Movimento 5 Stelle derivava da una forte delusione nei confronti dei partiti tradizionali e dei loro politici, oltre che dalla speranza di cambiare realmente le cose. Coppola è però una persona che stimo e il mio sostegno a lui deriva da una condivisione di idee. è un uomo che riesce ad unire l’entusiasmo e le speranze di un adolescente che si affaccia per la prima volta alla politica con l’esperienza del politico navigato: proprio quello che serve per cambiare questo paese. In ogni caso non ho mutato le mie idee, che ho portato con me e che Coppola ha accolto con favore”. Un patto che si fonda sulle idee, dunque, oltre che sulla fiducia. “Sì, non certo sulla convenienza o l’opportunismo. Tra l’altro non mi sono più candidato neppure come consigliere, ho fatto un passo indietro”. Quello che i lettori si chiedono è però il motivo della fuoriuscita dal MoVimento. “Le ragioni di questa separazione fanno parte del gossip politico, preferirei parlare di cose più concrete, che interessano realmente ai cittadini. Parlarne, tra l’altro, mi porterebbe a tirare in ballo persone non

presenti. L’unica cosa che dirò è che l’idea di proporre la mia candidatura non era affatto nei miei pensieri ma era partita spontaneamente dagli stessi che poi l’hanno messa in discussione. Anche se nel mezzo della campagna elettorale, ho rimesso nelle mani dell’assemblea degli attivisti la mia candidatura che è stata riconfermata dalla maggioranza. Nonostante ciò si è andati incontro a una spaccatura che ha visto due meetup Cinquestelle nello

pertanto rimaniamo fedeli alla Carta di Firenze, ai punti programmatici nazionali e al progetto “Ricostruiamo Castellammare”. Temi come coinvolgimento attivo della cittadinanza, acqua pubblica, realizzazione di un impianto di depurazione, di piste ciclabili, di un piano di trasporti pubblici e di mobilità per i diversabili, espansione del verde urbano e di un turismo sostenibile con la creazione di una città albergo e di un teatro tenda per le attività culturali inver-

Non ho mai mutato le mie idee e anzi Coppola ha accolto molti dei punti del nostro programma: non ci importa chi li attuerà purché li attui, per la rinascita del nostro paese stesso paese. A quel punto non aveva senso continuare, sarebbe stato un gioco al massacro che avrebbe danneggiato entrambi i gruppi, confondendo gli elettori. Quello che mi conforta è che, nonostante i contrasti, non è venuta meno la stima personale nei miei confronti anche da parte degli altri, a cui porgo i miei auguri per questa campagna elettorale”. Dunque il passo indietro che le chiedeva una parte del meetup alla fine lo ha fatto?

nali, raccolta differenziata e strategia rifiuti zero, energia rinnovabile, rinvigorimento delle produzioni locali sia artigianali sia agricole sia ittiche, recupero del patrimonio edilizio esistente e del centro storico, snellimento delle procedure burocratiche per favorire imprese e cittadini. Sono tutti punti del nostro programma e che Coppola ha accolto con entusiasmo. Non abbiamo velleità ideologiche o partitiche, poco ci importa chi le attuerà purché le attui, per la rinascita di Castellammare”.

Dicono che Castellammare sia una città che dorme, è vero solo nel senso che ha grandi potenzialità umane e territoriali sopite che vanno risvegliate, per questo siamo qui, per aiutarla a diventare un’oasi felice “L’ho fatto per non farci ancora del male non per darla loro vinta, sia chiaro, non volevo danneggiare il MoVimento. Quando, tuttavia, quattro del meetup che era rimasto a sostenermi hanno manifestato la volontà di concorrere comunque al consiglio comunale, non ho saputo negare loro il mio appoggio, ricambiando il sostegno che mi avevano sempre accordato”. Sostegno in che senso? “Sia in senso logistico, mettendo a disposizione uno spazio fisico per riunirsi, sia come contributo di idee, attraverso Ideolab, sia per individuare le possibili alleanze”. E avete bussato alla porta di Coppola? “Ci siamo venuti incontro. In lui abbiamo individuato le qualità umane e le competenze necessarie per attuare il nostro progetto politico”. Avete quindi portato con voi il vostro programma? “Non vi abbiamo mai rinunciato: i conflitti personali non possono invalidare le idee, che trascendono le persone e non hanno copyright. La nostra missione è il bene del nostro paese,

Di fatto è questo lo spirito 5 Stelle o mi sbaglio? “Sì, una posizione anti ideologica ma non per questo relativistica, come certa politica che ha governato negli ultimi decenni e con la scusa della caduta delle ideologie ha abbandonato ogni forma etica Di fatto abbiamo mantenuto l’impegno di stare fuori dai partiti, tant’è che i quattro candidati si presentano alle elezioni in due liste civiche. SìAmo Castellammare, che vuole rimarcare un legame forte con la nostra cittadina, e Sviluppo e Lavoro, ingredienti imprescindibili per una rinascita sana e reale”. Crede che vi sia un’alternativa a Nicola Coppola per cambiare Castellammare? “Senza nulla voler togliere alle altre coalizioni in campo, l’alternativa possibile in termini di voti è PieA destra, Domenico Barone

ro Russo, che rappresenta però l’anima conservatrice di Castellammare, cioè la negazione del cambiamento. Oggi credo che bisogni sì salvaguardare quel po’ di buono che è stato fatto in passato ma sapere anche guardare avanti, per questo serve una persona come Coppola, che incarna l’anima progressista ma al tempo stesso ha una storia politica di tutto rispetto. Da parte nostra, comunque, ci interessa entrare nella ‘sala dei bottoni’ per sorvegliare le attività del palazzo, tutelando il rapporto tra istituzioni e cittadini, proteggendo questi ultimi dalla soverchieria di una burocrazia spesso miope e becera”. Mettiamo adesso da parte la politica e parliamo un po’ di lei. Si sente più palermitano o castellammarese? “Non amo troppo identificare le persone con questo genere di definizioni, mi sento cittadino del mondo, ma di certo Castellammare è stata e resta la mia città, non è un caso che ho mantenuto la residenza qui”. In che senso si sente cittadino del mondo? “Sono nato a Castellammare del Golfo ma ho trascorso la mia infanzia, fino a 10 anni, in Sardegna. Qui ho potuto imparare valori quali la lealtà, l’amicizia e l’amore per la propria terra. Il confronto con altre realtà mi ha aperto la mente fin da bambino: le differenze arricchiscono sempre”. Non si viaggia mai senza bagagli, cosa ha portato qui dalla Sardegna? “Ho portato quei valori, seppure fossero in gran parte radicati anche qui, ma soprattutto ho portato la voglia di non accontentarmi dello status quo, volendo cambiare l’esistente per renderlo più simile ai miei sogni”. Quali sogni? “I sogni di tutti coloro che vogliono cambiare il mondo, a partire dalla difesa dei più deboli, la cooperazione fra le persone, il principio di solidarietà, tutti valori che mi hanno condizionato nel lavoro ma

anche in tutte le altre scelte della vita”. Questo avrà anche a che fare con la decisione di fare politica? “Certamente. La politica è il momento in cui si passa dallo stato di idealista a quello di pragmatico, in cui i valori diventano azione. Va intesa sempre come servizio: chi governa deve sapere ascoltare i cittadini, mantenendo canali continui di comunicazione, non soltanto sotto elezioni. Serve una politica partecipativa, in cui tutti siano chiamati a collaborare, perché le scelte del palazzo ricadono nella nostra quotidianità”. Nel concreto cosa ha fatto per il suo paese? “Già ai tempi della scuola avevo fondato e condiretto il giornalino L’impegno. Poco più grande sono stato tra i fondatori della Filodrammatica del Golfo, cofondatore del Club dei Venti, del Circolo di scacchi e bridge e quindi il salto di qualità con la fondazione del Circolo culturale Pablo Neruda, con il chiaro intento di provocare stimoli culturali in paese, organizzando cineforum, concerti jazz, commedie impegnate, mostre fotografiche”. Un impegno culturale ma anche sociale, perciò. Quando finisce questa esperienza? “Arrivano gli anni dell’università a Palermo e il tempo dedicato allo studio mi impedisce di proseguire con costanza. Mi laureo spe-

cializzandomi a metà degli anni Ottanta in Medicina legale. Nel 1987 arriva il battesimo di fuoco professionale accettando un incarico al primo maxiprocesso. Più tardi ho diretto la Commissione medica di verifica della provincia di Trapani per il Ministero del Tesoro con oggettiva efficienza: dai cinque anni che servivano per evadere una pratica di invalidità civile o accompagnamento, siamo passati a un tempo di cinque giorni! Dopo l’ingerenza dei partiti, nel 2000, ho dato le dimissioni, dedicandomi alla libera professione, combattendo i casi di malasanità in numerosi tribunali”. E la politica? “Anche questa è politica. La vocazione, quando è sincera, nasce da un profondo amore per la propria terra e il desiderio di valorizzarla”. Lei ama molto Castellammare? “Se intende volerla così com’è, senza spirito critico e autocritico allora no. Se amarla significa desiderare per essa il bene più assoluto combattendone i difetti, sì, la amo follemente. Qualcuno dice che Castellammare sia una città che dorme. In parte ne sono convinto anch’io, ma nel senso che ne riconosco le grandi potenzialità umane e territoriali e che vorrei vedere risvegliate, perché questa cittadina ha tutte le carte in regola per diventare un’oasi felice”. Valerio Droga


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IDEOLAB speciale Castellammare del Golfo

Quattro volti nuovi per la rinascita di castellammare Francesco Paolo Orobello Maria Aurelia Ferrantelli

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alve, mi chiamo Francesco Paolo Orobello e lavoro all’Ufficio Contabilità e finanza dell’aeroporto Falcone-Borsellino. Sono nato a Palermo ma vivo qui a Castellammare, che considero ormai la mia città. A legarmi a questo paese sono i ricordi di quand’ero bambino e venivo a Scopello con i miei genitori per le vacanze ed è qui che ho deciso di prendere casa con mia moglie e far crescere nostra figlia. Di quelle vacanze felici ricordo innanzitutto l’accoglienza della gente, eppure oggi Castellammare è sempre più soltanto il paese in cui comprare la “cassatelle” al passaggio per San Vito, là dove il turista non trova solo il mare ma anche ristoranti, negozi e tutto ciò che può desiderare. Ma perché Castellammare deve

invece restare il paese delle cassatelle? Venendo da Palermo, dove i problemi burocratici e amministrativi sono molto simili ma anche ingigantiti dalla stessa dimensione della città, mi sono convinto che Castellammare, essendo una piccola cittadina, con un po’ di “grande” impegno, potrebbe diventare il fiore all’occhiello della Sicilia occidentale. Pensate stia esagerando? Chi lo pensa forse non conosce le grandi potenzialità di questo paese: il progetto che attueremo con Nicola Coppola nei prossimi cinque anni è sì ambizioso ma assolutamente realistico, fondato sul lavoro e lo sviluppo. Se ho deciso di concorrere a consigliere è per ricambiare quello che Castellammare mi ha dato in questi anni accogliendomi come suo figlio. Lo faccio, dunque, con senso di responsabilità e gratitudine, per una città in cui non sono nato per caso ma che ho scelto perché amo”.

Antonino Ancona

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i chiamo Antonino Ancona, sono un artigiano edile. Mi sono avvicinato alla politica frequentando le riunioni settimanali indette dal dottor Barone, quando ancora si parlava di Cinquestelle, pur dopo la scissione del gruppo di Castellammare. Visto che parlavamo di idee, progetti e spesso anche di sogni volti a migliorare il nostro paese, ho deciso come altri di portare avanti ugualmente questo bagaglio di progettualità tra le fila di una lista civica, nel mio caso SìAmo Castellammare, a sostegno di Nicola Coppola. Fare il consigliere comunale è una grossa responsabilità ma ancora più grande è la consapevolezza che tutto quel che verrà fatto deve avere un senso sociale e umano che abbracci persona, perché la poli-

tica non può che riguardare la vita di tutti. In particolare, quel che mi impegnerò a fare è sbloccare lo stallo del settore edile, magari con un incentivo reale che favorisca le ristrutturazioni, creando, in un periodo difficile come questo, numerosi posti di lavoro ed evitando quindi la partenza di molti giovani. Sono loro il futuro di Castellammare. In un periodo come questo, spesso bisogna inventarsi un lavoro ma non può essere d’aiuto la sola immaginazione, serve un intervento dell’amministrazione comunale. Parlando di noi quattro, non siamo politici di professione, ma ciascuno porta con sé le competenze e sensibilità che ha maturato nella propria professione. Siamo una squadra compatta, ben affiatata, il cui obiettivo comune è la crescita culturale, ideologica ed economica del paese. Sì, amo Castellammare e spero che presto mi venga data l’opportunità di dimostrarlo”.

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i chiamo Aurelia Ferrantelli e sono un’artigiana. Dopo gli studi mi sono trovata, come un po’ tutti i giovani, ad affrontare la realtà e a pormi la domanda: E ora che faccio? In primis pensi a un lavoro che ti possa realizzare, che sia adeguato ai tuoi studi, capacità e desideri, ma presto ti tocca dover uscire dal mondo fatato delle favole e fare i conti con la realtà. Allora cerchi di inventarti un lavoro. Così, quindici anni fa, ho aperto la mia attività e, nonostante i limiti burocratici, avendo sempre in mente gli insegnamenti ereditati da mio padre, mi sono ostinata ad andare avanti pur di non lasciare il mio amato paese, credendo che anche qui vi fosse una possibilità di sviluppo. In questi anni ho toccato con mano e analizzato con occhio critico i problemi della piccola e media impresa, spina dorsale dell’economia italiana e

vera fonte di lavoro e sviluppo per un paese come Castellammare. Per questo motivo ho deciso di candidarmi in questa lista civica, a sostegno del futuro sindaco Nicola Coppola. Criticare non serve ma serve essere concreti e crederci fermamente, non essere delle pedine su un piano della scacchiera, mossi da pochi giocatori. Mi sono convinta sempre più che per dare una svolta sia necessario che a prendere le redini siano le stesse persone che vivono quotidianamente sulla propria pelle le conseguenze della politica. Credo che non sia troppo tardi per cambiare, per questo chiedo la vostra fiducia e il vostro voto, per una cittadina dalle immense potenzialità, che non dovrebbe conoscere le parole crisi e disoccupazione”.

Silvia Pisciotta

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alve cittadini, il mio nome è Silvia Pisciotta, sono un ingegnere civile e ambientale, madre di una splendida bambina di dieci mesi. Mi sono avvicinata alla politica grazie all’incoraggiamento di mio marito, per potere offrire le mie competenze professionali alla collettività, nella speranza che, con lo spirito di reciproca collaborazione, si possano raggiungere risultati importanti volti a migliorare l’esistenza di tutti noi. Dopo un’esperienza di parecchi mesi da attivista, nelle fila del Movimento 5 Stelle di Castellammare del Golfo, che ha avuto l’epilogo che tutti voi conoscete, ho deciso, insieme agli altri “esuli” pentastellati, di continuare l’impegno nelle liste civiche a sostegno del candidato sindaco Nicola Coppola. Se così ho fatto è stato per continuare l’opera iniziata parecchi mesi prima, portando avanti le stesse idee e progetti che avevo maturato

nel corso degli anni. In particolare mi sono collocata nella lista SìAmo Castellammare, in cui ho trovato gente che ha dato spazio non solo alla persona, ma principalmente alle idee che rappresento, offrendomi collaborazione, nonché sostegno e stima. Quel che voglio per Castellammare è che questa nostra piccola stella torni a brillare di luce propria nel Mediterraneo, diventando finalmente regina del turismo internazionale. Tutte le cose che ci circondano in questo piccolo paese ci appartengono, ma con esse ci appartiene anche la responsabilità di tutelare quello che “sìamo”, per contribuire a creare un futuro migliore per noi e per i nostri figli. Sì, amo Castellammare, e di questo, ne sono sicura, nessuno potrà mai darmene una colpa”.


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