LABORATORIO DI RICERCA STORICA
Laboratorio UTE di Ricerca Storica a cura di Franca Baldelli
con la collaborazione di Luciano Morselli testi a cura di
Romano Bertacchini
Armando Borelli
Giampietro Cattarello
Luciana Furci
Maria Paola Giulietti
Angela Ispani
Roberto Pelloni
Maria Cecilia Vaccari
Brunella Verzoni
Roberto Vezzelli
realizzazione
Elena Barbieri
Si ringrazia quanti hanno collaborato all’iniziativa in particolare Archivio di Stato di Modena
Università per la Terza Età APS
Il Laboratorio di Ricerca Storica si basa su uno studio attento dei documenti gentilmente forniti dall’ Archivio di Stato di Modena, sulla lettura di pubblicazioni sull’argomento scelto e sulla indagine in internet.
Il curatore
Papa Pio VII e Napoleone a Modena
A cura di: Romano Bertacchini
La Repubblica Cisalpina nel 1802 diveniva “Repubblica Italiana” retta da una Costituzione modellata su quella francese.
Anche la Repubblica Italiana era destinata ad una breve durata. Napoleone infatti, il 18 maggio 1804, si faceva proclamare Imperatore dei Francesi e subito Re d’Italia e, per la cerimonia dell’incoronazione lo stesso pontefice Pio VII si recava a Parigi.
In tale circostanza, il 7 novembre, il vecchio Papa Pio VII giungeva a Modena, tappa del suo viaggio, per una breve sosta e fu accolto da tutte le autorità e dal popolo con solenne pompa. Analoga accoglienza riceveva il 3 maggio 1905, in occasione del suo ritorno dalla capitale francese.
Il mese successivo, il 25 giugno alle ore 19,00, giungeva in visita alla nostra città l’Imperatore Napoleone Bonaparte in compagnia della consorte Giuseppina, accolto con onori solenni.
1859 MODENA: DAGLI ESTENSI AI SAVOIA documenti di un momento epocale
A cura di: Armando Borelli
Frequentando l’Archivio di Stato di Modena mi hanno incuriosito alcuni documenti che a mio avviso sono molto interessanti per comprendere il momento storico della fine della dinastia Estense, un periodo che ha portato tantissime trasformazioni nella società locale. Ho così pensato di onorare queste testimonianze donando loro la visibilità che meritano.
Per prima cosa ho fatto una piccola ricerca sulla situazione storico - politica per comprendere meglio i documenti che mi accingevo ad analizzare. Siccome non abbiamo avuto molto tempo per la ricerca, mi sono concentrato solo sui materiali relativi alle brevi Reggenze provvisorie del 1859 (brevi perché i Piemontesi non erano ben accetti dalla gran parte del popolo modenese, quindi i Savoia dovettero intervenire sempre con maggiore pressione).
Ho focalizzato questo brevissimo periodo per capire in dettaglio quanto il popolino fosse realmente interessato a questa rivoluzione voluta soprattutto dalla borghesia che con l’unità italiana sperava di aumentare le proprie ricchezze. Grazie all’analisi dei documenti mi sono reso conto che tutte le politiche sono state dettate direttamente dai Savoia, sin nei minimi particolari; quella gloriosa rivolta di popolo piena di attese che ci hanno sempre insegnato a scuola fin dall’infanzia in verità non è mai esistita.
11 giugno 1859: Francesco V lascia per sempre la sua dimora
Il comandante superiore della Guardia Nazionale di Modena Camillo Fontanelli fa appello ai Modenesi perché si arruolino volontari nelle file della Guardia Nazionale, un corpo armato costituito da tutti i cittadini atti alle armi, i quali non prestano servizio permanente, ma devono intervenire solo in caso di pericolo per mantenere l'ordine nella città.
Via Carlo Luigi Farini a Modena dedicata al “Regio Governatore delle Province Modenesi”
NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE 1939 – 1945
PROPAGANDA E GUERRA PSICOLOGICA
A cura di: Giampiero Cattarello
La propaganda è un insieme di azioni finalizzate a influenzare l’opinione pubblica, in modo da favorire gli intenti di chi li mette in atto. Durante la Seconda guerra mondiale fu subito chiara l’importanza che la propaganda avrebbe avuto nelle sorti del conflitto.
Gli scopi della propaganda da parte di tutti i paesi belligeranti furono molteplici: in ambito politico per mantenere il potere e fare crescere il consenso nonché mobilitare il fronte interno e mantenere il consenso anche durante il corso di eventi negativi: in ambito militare deprimere il morale dei nemici, danneggiarne l’immagine, esaltare le proprie vittorie, invitare il nemico ad abbandonare la lotta, commentare fatti bellici anche se negativi per la propria parte ma proiettandoli in proprio favore e ricostruendoli in modo da sembrare favorevoli, se necessario falsificando i fatti reali.
Nel corso della Seconda guerra venne prodotta una quantità enorme di materiale di propaganda e moltissimo nel nostro Paese, prima dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale nata dopo l’8 settembre e dagli occupanti tedeschi. Le foto, i manifesti murali, i volantini, le circolari delle autorità, i documenti sono importanti oggetti di studio da parte degli appassionati di storia e si prestano a valutazioni approfondite sul periodo storico: la storia non si studia solo sui libri.
Fronte in lingua italiana
Retro in lingua tedesca
1945 – Volantino da lancio bilingue italiano/ tedesco a firma del Maresciallo Alexander Comandante Supremo Alleato nel teatro di guerra Mediterraneo.
Il testo informa i Tedeschi ed i Fascisti della resa da parte delle forze tedesche in Italia e chiede la cessazione del fuoco e di restare in attesa di ulteriori ordini.
Venerdì 20 aprile 1945 il Generale Heinrich Vietinghoff diede l’ordine di ripiegamento verso Rovereto alla 10°e 14° Armata, con l’assenso di Rudolf Rahn
Ambasciatore presso la R.S.I. .
Le residue forze fasciste avevano pianificato di raggrupparsi per un’ultima resistenza nel ridotto alpino repubblicano, ma la morte di Mussolini, avvenuta il 28 aprile, rese vana ogni velleità di resistenza. Come da accordi presi tra le parti, il 29 Aprile 1945 i Tedeschi firmarono la resa di Caserta a nome loro e della Repubblica Sociale Italiana.
Von Vietinghoff si arrese agli Alleati il 2 maggio 1945.
“IL NEMICO VI ASCOLTA”
Propaganda rivolta a quanti, incerti, non prestano attenzione agli avvenimenti.
Fanno parte della raccolta privata, una locandina del 1942 in cartone leggero (cm 32xcm 23) prodotta anche in manifesto a firma di Gino Boccasile che ha per soggetto la propaganda anti USA ed Ebrei. Nel disegno campeggia in primo piano la figura di un ebreo con i pugni stretti contraddistinto da una stella rossa al petto; sullo sfondo si intravede New York e la Statua della Libertà.
Fa parte della collezione una cartolina del 1943 viaggiata (17.02.1943), illustrata da Gino Boccasile ed emessa a cura dell’Ufficio Propaganda Regio Esercito.
Volantino Ottobre 1943
“Ultimato!” destinato a tutti i militari italiani col quale si sottolinea di eseguire l’ordine dei Comandi tedeschi di arrendersi e consegnare le armi.
LA SANITÀ TRA PUBBLICO E PRIVATO
A cura di: Luciana Furci
La famiglia D'Este ha sempre posto molta attenzione ai bisogni della popolazione curandone anche l'aspetto igienico-sanitario nei limiti delle conoscenze scientifiche dei tempi. Il Regolamento Napoleonico di Polizia Medica ha dotato la nostra regione di strumenti legislativi più efficaci in materia di sanità pubblica tanto che i governi restaurati dopo la fase napoleonica ne recepirono le direttive ivi espresse.
La tutela della salute è sempre stata la principale preoccupazione di chi governa. Nel Medioevo prima e nel Rinascimento le conoscenze scientifiche in campo terapeutico erano molto scarse quindi l'attenzione e lo sforzo curativo doveva mirare alla prevenzione delle malattie più diffuse e conosciute del tempo quali erano le epidemie.
Le epidemie potevano essere contrastate e contenute solo con la cura dell'igiene ambientale (creazione di acquedotti e fontane, espurgo dei rifiuti ecc. ecc.)
La cura dei malati veniva offerta sotto forma di carità e solidarietà verso i più deboli fin dalla nascita del cristianesimo, saranno sempre le organizzazioni religiose ad occuparsi di solidarietà e assistenza ai bisognosi.
Durante le Crociate vengono istituiti spazi di accoglienza e cura per i pellegrini nei monasteri e lazzaretti per i ricoveri coatti. Nasceva così il concetto di “ospedale” dove i religiosi prestavano assistenza organizzata.
Questo stesso sistema organizzativo era presente anche nel nostro territorio nel periodo ducale.
Le istituzioni assistenziali religiose e il governo collaboravano, i Duchi spesso erano impegnati nel finanziamento e nella promozione della costruzione di ospedali gestiti da religiosi e le istituzioni religiose intervenivano con supporto materiale e finanziario per la lotta contro le epidemie.
Durante il periodo napoleonico Modena fu sottomessa alla Francia e fu introdotto un sistema sanitario basato sulla promozione della salute pubblica a gestione centralizzata secondo le idee dell'Illuminismo e le innovazioni introdotte dalla Rivoluzione francese.
Gli ospedali fornivano servizi sanitari avanzati, come la chirurgia e la medicina specialistica, furono istituiti servizi di vaccinazione e di igiene ambientale con smaltimento delle acque reflue e infine gli ospedali degli incurabili.
Modena ha avuto storicamente una buona tradizione di assistenza igienico sanitaria locale in linea con le conoscenze dei tempi, la collaborazione tra ducato e istituzioni religiose ha spesso consentito di ottimizzare zare i risultati attesi.
L'organizzazione napoleonica ha certamente modernizzato il sistema gestionale tanto che i governi restaurati recepirono le direttive del regolamento napoleonico e lo mantennero.
ALLA SCOPERTA DELL’ARCHIVIO
Riflessioni personali sulla visita all’Archivio di Stato di Modena
A cura di: Maria Paola Giulietti
Finalmente in pensione, decido di studiare la storia di Modena, mi iscrivo a Uni 3 (UTE) e scopro un corso che permette l’accesso ai documenti conservati nell’Archivio di Stato. Le curiosità sono molte, bisogna scegliere un argomento, ripenso alla storia dei miei genitori nati all’inizio del secolo, voglio capire come hanno vissuto nelle loro famiglie povere e a quale livello di istruzione avrebbero potuto aspirare ai loro tempi, a cavallo della Grande Guerra. Entrambi non erano arrivati al diploma di quinta elementare e mandati ad imparare un lavoro.
I Faldoni che mi hanno portato da sfogliare contenevano tanti documenti ripiegati e molto fragili, firmati dal Podestà di Modena odalSindaco.
Ogni anno la popolazione di Modena veniva sollecitata, tramite manifesto a tenere pulita la città, a rimuovere la neve nello stesso giorno della caduta, a liberareifossidallesterpaglieedaeventuali piante.
I genitori dei ragazzi in età scolare venivanoinvitatiadiscrivere i propri figli ai corsieagliesami. Alcuni avvisi indicavano, durante la guerra quando le scuole restavano chiuse.
La cittadinanza veniva frequentemente avvisata anche della chiusura delle dighe per permettere la pulizia dei canali e del Secchia, la cosa mi ha fatto riflettere su quanto accaduto nella recente alluvione di Bomporto.
I manifesti sono molto grandi, a scopo di renderli ben visibili e leggibili ai cittadini anche da lontano, mi è sembrata un’azione di educazione civica notevole, la loro lettura non poteva certo rimanere ignorata, neppure dagli analfabeti, i quali senz’altro dovevano sentirsi umiliati di non poterli leggere, un motivo in più per invogliarli a imparare.
Sono rimasta entusiasta di scoprire che la popolazione veniva informata anche di spettacoli teatrali, di cerimonie pubbliche etc., mentre è stato doloroso leggere anche alcuni altri documenti del periodo fascista. I cittadini venivano segnalati come “sospetti” ai Carabinieri quando davano motivo di mostrarsi ostili al regime, ma se nel tempo dimostravano una buona condotta allora venivano “radiati” dall’albo dei sospetti.
In famiglia ho ascoltato i racconti della condotta antifascista di mio padre-repubblicano e della pena di mia madre, che comunque doveva mandare a scuola i miei fratelli col grembiule e vestirli con la divisa per il sabato fascista. Ancora fino a poco tempo fa le mie sorelle ricordavano l’umiliazione che avevano provato per non avere anche loro quelle “belle divise”: così apparivano infatti quei vestiti ai loro occhi di bambine .
RICERCA STORICA
A cura di: Angela Ispani
L'Archivio di Stato di Modena si trova in un palazzo in stile neoclassico che, nel 1765, faceva parte del convento dei "Padri di San Domenico", chiamati a Modena "frati bianchi" dalla tonaca e dallo scapolare bianco mentre la cappa e il cappuccio erano neri, per distinguerli dai Benedettini detti "frati neri".
La permanenza dei frati fu breve perché nel 1797, durante l'occupazione francese, gli ordini religiosi furono soppressi e il convento di San Domenico fu adibito in parte a caserma e in parte concesso ai Frati Minori perché officiassero la chiesa di San Domenico.
Nel 1859, dopo la partenza precipitosa dell'ultimo Duca di Modena, Francesco V d'Austria - Este, fu sede degli uffici della Prefettura. Infine nel 1862, divenne sede dell'Archivio Segreto Estense, trasferito in questo palazzo, in occasione dell'inaugurazione del Palazzo Ducale come Scuola Militare.
Quest'archivio, portato nella nostra città quando fu trasferita la capitale del Ducato da Ferrara a Modena, custodisce documenti riguardanti la storia della città, le vicende della Casa d'Este, sui rapporti del Ducato con altri stati italiani e stranieri.
Oggi l'Archivio di Stato custodisce anche gli archivi della Magistratura, del periodo Napoleonico, notarile, dell'Università di Modena e diversi archivi privati. La mia ricerca si è focalizzata su alcuniproclami del 1796, dove era fatta specifica richiesta alle popolazioni dei territori occupati, di garantire vitto e alloggio ai soldati sia francesi sia italiani e di tenere un elenco delle spese sostenute da presentare periodicamente al governatore per il rimborso, perché l'esercito francese viaggiava senza derrate alimentari al seguito.
Naturalmente i Modenesi all'inizio furono entusiasti delle idee di libertà portate da Napoleone ma le continue guerre, furono causa di carestie e malcontento anche per le numerose imposte richieste dai francesi. Ben presto la popolazione si rese conto che Napoleone cercava soltanto di sistemare la situazione economica francese in quel momento in grande difficoltà.
La vita sotto il Ducato Estense nonostante tutto parve essere migliore, per questo furono entusiasti quando i Duchi rientrarono in possesso dei loro territori.
1943 NASCE NEL NORD ITALIA LA RESISTENZA AL NAZIFASCISMO
A cura di: Roberto Pelloni
Il 25 Luglio del 1943 il Gran Consiglio
Fascista vota l’ordine del giorno: Grandi destituisce il duce.
Il re proclama Badoglio capo del governo provvisorio.
Mussolini, incarcerato e poi liberato dai tedeschi, proclama la Repubblica di Salò.
Dopo l’8 di Settembre nascono al centronord e a Modena formazioni Partigiane, composte da uomini e donne di varie estrazioni politiche che cercano di contrastare con tutti i mezzi possibili l’esercito tedesco e repubblichino.
Le azioni partigiane nascono numerose per contrastare la deportazione di uomini e l’invio di beni alimentari in Germania.
Un altro obiettivo dei partigiani era quello di procurarsi armi di vario tipo, per poter combattere il nemico.
L’antifascismo modenese portò a numerosi scioperi degli operai, che contribuirono a indebolire lo Stato Fascista ormai inviso a tutti gli italiani.
ORCHESTRA CONTESA
Durante la ricerca fatta presso l’Archivio di Stato di Modena ho trovato una lettera datata 2 maggio 1807 in cui una Rappresentanza del Teatro di via Emilia (già Teatro Rangoni) protestava per la richiesta di “prestito” dei “suonatori” che avrebbero dovuto allietare con la loro opera nel Teatro Regio (già Teatro di Corte) la festa dell’anniversario dell’incoronazione di Napoleone a Re d’Italia.
La lettera è indirizzata al Cav. Pasini, Prefetto del Dipartimento del Panaro che fa notare che questo imprevisto impegno impedirà all’Orchestra di onorare gli impegni presi da tempo col Pubblico del Teatro di Via Emilia.
L’Orchestra del Teatro di via Emilia non può privarsi dei Suonatori. Il Teatro Reggio avrà i suoi per l’opera, e sembra che secondo le Regole Teatrali, non possa assolutamente prendere i Nostri.
A cura di Maria Cecilia Vaccari
Questa la richiesta degli strumentisti da parte del “Teatro Reggio”
Questi gli strumentisti che sarebbero rimasti a disposizione del Teatro Rangoni con grave danno per la rappresentazione, insufficiente per la serata.
Come si risolverà la cosa?
LA DISCESA IN ITALIA DELL'ESERCITO REPUBBLICANO FRANCESE AL COMANDO DI NAPOLEONE BONAPARTE
A cura di Roberto Vezzelli
La discesa in Italia dell'esercito repubblicano francese al comando di Napoleone Bonaparte rappresentò una frattura nella storia anche per il ducato Estense. Tale frattura si concretizzò nel sofferto passaggio dallo Stato assoluto su basi nobiliari ed aristocratiche alla Repubblica.
I fatti:
Il 6 maggio 1796 i francesi arrivarono a Piacenza.
Il 7 maggio il Duca partì da Modena alla volta di Bologna e Ferrara per poi proseguire verso Venezia.
L'8 maggio la principessa Matilde, sorella del duca, si avviò verso Bomporto e pernottò in villa Rangoni
Prima di partire il duca aveva nominato una Reggenza pro tempore formata da 8 consiglieri più due priori di Modena e Reggio.
Il conte di San Romano fu inviato come ambasciatore per trattare le condizioni di pace. Dopo diverse riunioni le condizioni per l'armistizio furono concordate in 6 milioni di lire tornesi da versare metà entro 10 giorni e metà entro 20 giorni .
Il 26 agosto 1796 Reggio si proclamò repubblica e a Modena 600 democratici o giacobini manifestarono contro il Duca e tre giorni dopo innalzarono in piazza grande l'albero della libertà dove scoppio un tumulto tra il popolo e la truppa con un morto e alcuni feriti.
Il 7 ottobre Napoleone lamentando il mancato versamento di quanto concordato (era stata versata solo una parte inviata a Milano con protezione armata) dichiarò rotto l'armistizio, sciolse la Reggenza ed instaurò a Modena la sovranità francese nominando un nuovo Comitato di governo e istituì la Guardia civica.
In vista della unione tra Modena, Reggio e Bologna dal 16 al 18 ottobre si tenne un primo Congresso a palazzo Rangoni .
I cambiamenti:
Furono varate importanti innovazioni:
-l'abolizione dei feudi
-la cancellazione degli stemmi nobiliari
-la soppressione dei conventi (agostiniani, domenicani, minori conventuali ed altri)
Dopo un secondo, congresso tenutosi a Reggio dal 27 dicembre al 7 gennaio 1797 che sancì la nascita della Repubblica Cispadana e l'adozione della bandiera tricolore, se ne tenne un terzo a Modena dal 21 gennaio al 1 marzo 1797 che proclamò la costituzione che fu resa operativa dal 22 marzo 1797.
Con la costituzione fu modificata la struttura di governo che fu formata da due Consigli (dei 60 e dei 30), dalla Giunta di difesa generale e dal Direttorio esecutivo.
Il territorio venne organizzato per 5 dipartimenti:
-Panaro, capoluogo Modena
-Crostolo, capoluogo Reggio
-Serchio, capoluogo Castelnuovo Garfagnana
-Friniati, capoluogo Pavullo
-Luni, capoluogo Massa
Dopo pochi mesi, il 30 giugno 1797, la Repubblica Cispadana venne inglobata nella Repubblica Cisalpina e Modena perse il suo ruolo di capitale a vantaggio di Milano.
L’UNIVERSITÀ PER LA TERZA ETÀ APS
L’Università per la Terza Età di Modena è nata ufficialmente il 16 maggio 1988, a cura di un gruppo di Soci Fondatori, firmatari dell’Atto di Fondazione ed estensori del primo Statuto Sociale. Primo Presidente fu il dott. Luciano Maccaferri, primo Rettore il prof. Gian Paolo Vecchi. Le finalità generali dell’UTE sono rimaste le stesse delle origini, anche se l’evoluzione sociale e legislativa ha imposto nel frattempo alcuni necessari adeguamenti normativi.
Attualmente la denominazione esatta è Università per la Terza Età - APS.
L’UTE-APS risulta iscritta nell’Albo Comunale e in quello Regionale delle Associazioni di Promozione Sociale, così come previsto dalla Legge Quadro 106/2016, che disciplina il cosiddetto Terzo Settore.
Nella sua non più breve storia l’UTE ha avuto l’adesione di oltre undicimila Soci.
Nei suoi XXXV Anni Accademici ha gestito numerosi insegnamenti, sotto forma di Corsi e Laboratori. Ha promosso un’intensa attività di viaggi e visite di istruzione. Ha organizzato eventi aperti al pubblico in spazi esterni, fra cui convegni, rassegne, esposizioni, spettacoli, concerti. Ha favorito al proprio interno la nascita di Gruppi Autonomi nei campi del Teatro, del Canto, della Musica. Ha sostenuto la nascita del Premio Teatrale “Riccoboni”, creato dall’omonimo Gruppo diretto da Valentino Borgatti.
L’UTE ha collaborato con diverse Istituzioni cittadine, in particolare con i Comuni di Modena e di Castelfranco Emilia; con Emilia-Romagna Teatro; con UNIMORE –Università degli Studi di Modena e Reggio; con la Società del Sandrone; con altre Università per adulti esistenti nel territorio regionale; con l’Archivio Storico del Comune di Modena. Un particolare ringraziamento va alla BPER, che resta il principale sostenitore economico.
L’UTE ha chiuso l’Anno Sociale 2018/19 con circa duemila tesserati attivi. La tessera sociale copre i rischi per infortuni alle persone e per danni alle sedi.
L’ufficio di Via del Carmine,15 resta a disposizione del pubblico per tutto l’anno. Le sedi didattiche sono aperte nei periodi di attività scolastica.
UTE - Università per la Terza Età APS
Sede amministrativa: Via del Carmine, 15 41121 Modena Tel. 059 221930
Sedi didattiche: Via Emilia Est, 429 Lingue e Informatica: Tel. 059 366980
Via Cardinal Morone, 35 Cultura Generale e Arti Visive Tel. 059 235326
www.utemodena.it - ute@utemodena.it
Si ringraziano
tutti coloro che hanno reso possibile il lavoro e in particolare l’ Archivio di Stato per la sua collaborazione per la disponibilità la Fondazione
Cassa di Risparmio di Modena
BPER: Banca per il contributo le persone che hanno contribuito alla realizzazione degli elaborati e per la realizzazione del risultato finale un ringraziamento a Elena Barbieri
Le immagini presenti sono state tratte da raccolte private e / o archivi che hanno dato la loro autorizzazione.
LABORATORIO DI RICERCA STORICA
UTE MODENA
ANNO ACCADEMICO 2022-2023
L’UNIVERSITÀ PER LA TERZA ETÀ APS
MODENA
nell’ambito della
“Settimana della didattica e dell’educazione al Patrimonio in archivio”
Regione Emilia-Romagna
22ª edizione
“Quante Storie nella Storia”
Maggio 2023