A ciaval

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A ćiaval A cavallo

del geografo

Andrea Lanzi

Documentario sui cavalli della val Badia nell’incantevole cornice delle dolomiti ladine

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A ćiaval

A cavallo

del geografo Andrea Lanzi

Testi, foto e filmato in DVD del geografo Andrea Lanzi musica di Benedikt Valentin

Ricerca realizzata grazie all’aiuto di molte famiglie della Val Badia


Val Badia

2 km

4

Burnec-Brunico

Carta topografica

Pliscia

Longega

N

La Pli

Al Plan de Mareo Val de Mareo

Antermëia

Sennes San Martin Putia

La Val

Longiarü

Pederü

Badia

Gardenaccia

Fanes

La ila San Ciascian

Gardëina Calfosch Val Gardena

Corvara

Anpezo-Cortina d’Ampezzo

Fodom-Livinallongo


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La Labella bellachiesa chiesadidiPliscia Plisciadove dovehahainizio iniziolalanostra nostrastoria storia


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Conclusi i lavori mattutini della stalla,

crescente perchè sa che è il momento

ho sempre qualche decina di minuti

di

da dedicare a Tommy (1) il pony di

guinzaglio, fissatolo alla cavezza, libero

Pliscia (2), la piccola frazione di poche

il Tommy che mi segue con la voglia

stalle, case e famiglie che si trova nella

pazza di partire al galoppo per scaricare

parte bassa della val Badia, a qualche

l’adrenalina che ha in corpo. Tommy

chilometro da Al Plan de Mareo, il

infatti è uno stallone con gli attributi

centro turistico di riferimento della

e il carattere molto vivace. Ricevendo

zona. Appena messa mano alla paglia

qualche strattone e morso percorro la

per rifare il giaciglio alle mucche,

salita che porta alla chiesa di Pliscia (3),

Tommy comincia a nitrire (4) con tono

a detta del decano della vallata, il luogo

uscire

in

passeggiata. Preso

il

di culto più antico della Val Badia. A 1

pochi metri dalla piazzetta esterna alla chiesa appoggio il guinzaglio sulla sua schiena poderosa, mollo la presa e lascio che Tommy corra all’impazzata. Una potenza impressionante con tanto di criniera e coda al vento e zolle di terreno che volano come proiettili tutt ’intorno. Corsa che dura pochi secondi e si conclude tra il portone della

2

chiesa e l’antica casa del sacrestano dove finalmente può assaporare erba fresca (5) e grattarsi a piacere contro la legnaia che cigola e sussulta ad ogni colpo.


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Quando alle sei del mattino, Berto il

rifaccio gli occhi con la Valle di Mareo

campanaro di Pliscia, inizia a suonare

(2) e con tutti i rilievi montuosi che

l’ave maria con la campana, ha inizio la

fanno da corona all’abitato di Al Plan,

mia giornata. Conclusa la prima serie

nel pianoro in fondo alla vallata. Nel

di rintocchi, esco velocemente dal letto

mezzo dei prati del versante solivo della

e tempo altre due serie di scampanate

vallata, vicino al centro abitato di La

concludo la mia meditazione mattutina.

Pli (3) fa capolino la chiesa di Curt (4).

Quindi mi affaccio alla finestra che dà

Oltre modo stimolato da tanta bellezza

a mezzogiorno e mi gusto il Sass del

del creato, faccio fagotto e parto alla

Putia (1) e l’abitato di Rina. Raggiunto

volta dell’Alta Badia con l’obiettivo di

poi il soggiorno che guarda a levante mi

realizzare uno studio sugli usi e costumi dei cavalli e dei cavalieri della Val Badia.

1

Un viaggio attraverso i luoghi e le stagioni che mi vedrà in primavera tra gli allevamenti di cavalli norici che si trovano a sinistra della vallata, risalendo il corso del torrente Gadera, in estate a San Ciascian per tutto il periodo della fienagione ed in autunno in alta Badia per studiare i cavalli avelinesi. La ricerca si clonclude nel grazioso abitato

2

di Calfosch dove vive Reina, la giovane avelinese campionessa di bellezza della Provincia di Bolzano.


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Burnec-Brunico

Val de Mareo

N 500 m

Carta topografica

Pliscia Longega

Furcia Brach La Pli

Rina

Curt Val de Mareo

Al Plan de Mareo Alta Badia

Sennes-Fanes

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4


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Lasciato l’abitato di Pliscia, percorrendo

Mareo, ovvero la valle dove ci troviamo,

la strada panoramica in direzione di La

gode di una quota (1200 m.s.l.m) e di

Pli, si incontra la frazione di Brach,

un’esposizione al sole favorevole alla

nota per il bel castello (1), un tempo

coltivazione dell’orzo, della segale ed

residenza del gran Bracun, il mitico

anche del frumento. Con i grani del

cavaliere che in tempi passati dominava

frumento Jan produce un’ottima farina

l’intera vallata. Nel castello oggi vive la

integrale con cui proprio in questi

famiglia di Jan (2), un giovane contadino

giorni preparo il mio pane senza lievito.

che vanta oltre ad una bella stalla di

Buonissimo. Da un mese al di fuori della

vacche da latte, il più esteso campo di

stalla è presente un fiocco rosa, perchè

cereali di tutta la Val Badia. La val de

è nata una bellissima puledra (3). La mamma, di nome Noemi, è una cavalla

1

norica, di grossa stazza che Jan utilizza con frequenza nei lavori del bosco. Ad una coppia di ruote collegate alla collana aggancia parecchi tronchi che trascina lungo le strade forestali fino a casa. Una cavalla tranquilla che risponde bene ai comandi e resta perfettamente immobile al momento del carico o di qualsiasi altro preparativo al lavoro. In

2

fase di tiro è forte, dimostra grazia nei movimenti e ha modi di fare gentili.


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Nata da solo un mese, Nadine (1)

pedone si allontana troppo, mamma

cresce forte e sana grazie alle frequenti

Noemi alza il capo da terra, scuote la

poppate che alterna dai due capezzoli

folta criniera che le scende sugli occhi

di mamma Noemi (3), che approfitta

e nitrisce per richiamare la sua piccola,

dell’abbondante pascolo primaverile per

che immediatamente la raggiunge al

alimentarsi e sostenere la produzione di

galoppo. Con la situazione tornata

latte. Nadine invece corre attorno alla

nuovamente

mamma (2) e mostra grande interesse

abbassa il capo e torna a brucare i fori del

per tutto ciò che la circonda. Quando

tarassaco, al momento in piena fioritura

all’inseguimento di qualche farfalla od

(3). Anche Nadine per imitazione ne

incuriosita dal passaggio di qualche

annusa e bruca qualche foglia. Nell’arco

sotto

controllo

Noemi

di qualche mese infatti il latte materno 1

verrà meno e concluso lo svezzamento anche Nadine si ciberà esclusivamente di erbe. Nei prossimi giorni è previsto il

trasferimento

di

Noemi

in

un

allevamento dell’Alta Badia dove vive un bello stallone di colore nero. A breve infatti, dato che è già trascorso un mese dal parto, Noemi (4) tornerà nuovamente in calore e per quella 2

occasione è bene che lo stallone riesca a fecondarla. Per i cavalli la stagione degli amori è la primavera, e il tempo della gravidanza è di undici mesi. All’esterno della palizzata, Nala (5) controlla i movimenti dei cavalli, abbaiando di quando in quando in segno di festa.


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Raggiunto l’abitato di Al Plan, in

pascoli

località Ciamaor, faccio visita ad Andrea

torna spesso utile in caso di maltempo, e

(1). Nella sua bella stalla di recente

in funzione dei preparativi per qualche

costruzione,

appositamente

lavoro o escursione (3). Al momento

per le esigenze dei cavalli norici, sono

nei Box sono presenti due stalloni di

presenti alcuni recinti molto spaziosi.

nome Terry (diminutivo di terribile) e

Confortevole e bella alla vista, la

Rebell (ribelle)(2). A differenza però di

struttura ha un tetto in legno di pregevole

quanto si possa immaginare dai nomi di

fattura e gode di ambienti molto

“battesimo” l’indole di questi cavalli è

luminosi. Sebbene i cavalli trascorrano

molto tranquilla e socievole. Abituati

la maggior parte del loro tempo nei

alla presenza delle persone, rimangono

studiata

all’esterno,

questa

struttura

perfettamenti immobili in attesa che 1

Andrea impartisca loro i comandi, a seconda della situazione. Utilizzati in inverno per trainare le slitte trasportano ogni anno centinaia di turisti attraverso le vie del paese e i magnifici boschi e pianori innevati della valle di Mareo. Nel resto dell’anno pascolano allo stato brado: in primavera, nei boschi di pino silvestre, in estate sull’altipiano di Fanes

2

ed in autunno nei pianori del fondo valle.


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Causa il disgelo e le abbondanti piogge

il completo assorbimento dell’umidità

primaverili, il sottobosco di questa pineta

oppure restituire ai cavalli l’incombenza

è oltremodo umido. A terra, abbattuti

che fino a cinquanta anni fa li vedeva

da mesi, aspettano di essere rimossi

leader nei lavori forestali. Per lo più

alcuni tronchi di pino silvestre (1).

d’inverno, quindi con il suolo ghiacciato

Lungo la strada di accesso alla proprietà

e i tronchi scortecciati, erano migliaia

delle vistose impronte lasciate nel fango

i tronchi che decine di operai a cavallo

fanno capire che alcuni trattori hanno

riuscivano a trascinare fuori dal bosco

tentato l’avvicinamento ma per paura di

(3). Tempi in cui il bosco rappresentava

rimanere impantanati hanno fatto retro

una risorsa economica importante. Nel

marcia. Non rimane quindi che aspettare

caso odierno il trasporto dei tronchi con i cavalli di Andrea si rivela indicato

1

per non sconquassare il sottobosco di questa pineta e l’occasione giusta per Rebell (2) e Terry (4) di fare un pò di attività fisica. Sebbene non ancora secco e tantomeno scortecciato, anche il tronco più voluminoso e pesante viene trascinato ed accatastato senza problemi da questi cavalli nel pieno delle forze. (5) Una trentina di tronchi e poche ore

2

di lavoro senza neanche provocare il sudore a questi volenterosi aiutanti.


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Lasciata la Valle di Mareo, al crocevia

Pederoa, il crocevia che permette di

di Longega, comincio a risalire la Val

raggiungere

Badia lungo il fondovalle tortuoso che

strada in salita il comune di La Val (1).

costeggia il torrente Gadera. Raggiunto

Traducibile in lingua italiana come La

il comune di San Martino, la vallata si

Valle (2), questo territorio è una vera e

apre per un attimo, dando l’illusione

propria valle trasversale alla Val Badia

di essere già in Alta Badia ai piedi

e parallela alla valle di Marebbe. Con

dell’imponente sas dla Crusc. Così non

andamento Nordest-sudovest possiede

è, e la strada torna a richiudersi stretta

una metà del territorio esposto a

tra i ripidi rilievi boscosi e il torrente.

settentrione dove sono concentrati i

Ancora qualche chilometro e raggiungo

boschi e un versante solivo dove sono

con

l’ultimo

tratto

di

i prati e gli insediamenti abitati. Nel 1

fondo della vallata, nei pressi di Pederoa il crocevia, sono invece concentrate le attività artigianali. Da segnalare nella frazione di Tolpei il campanile relitto (3) dell’antico centro abitato di La Val e discosta, solo qualche decina di metri, la piccola chiesa dedicata a Santa Berbola (4).

2


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La Val

N Carta topografica 500 m

San Martin Val de Mareo-Burnec/Brunico Longiar첫

Ciampei Biei Santa Berbola

Tolpei

Taela La Val Pederoa

Murin

Colz

Lunz

Spescia Aiarei Alta Badia

Fanes Armentara

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4


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Giunto a La Val mi dirigo verso Taela

trasmette le piccole scosse elettriche

la frazione dove vive Paul. A poca

ad intermittenza. Lo alza, spegne il

distanza dall’abitazione in cui abita

dispositivo ed entriamo tra i cavalli che

con la famiglia, lo vedo arrivare con il

ci raggiungono al galoppo per festeggiare

trattore e gli blocco la strada con la mia

il nostro arrivo. Salutate le cavalle si

piccola utilitaria. Quindi salutandolo

mette ad armeggiare con i paletti e i fili

gli chiedo di poter vedere le cavalle e

mettendo a loro disposizione una nuova

i puledri. Con un fuoristrada partiamo

porzione di prato (1). In pochi minuti

alla volta di Murin dove troviamo i

il nuovo recinto è pronto e le cavalle e i

cavalli all’interno di un recinto mobile.

puledri hanno a disposizione nuova erba

Protetta da un secchio c’è la batteria che

e fiori da consumare per la merenda. Ad ogni pasto, Paul raggiunge il pascolo

1

e ripete queste operazioni mettendo a disposizione dei cavalli sempre limitate estensioni di terreno (2). In questo modo impedisce loro di sprecare l’erba, dato che quando la calpestano, o la sporcano, poi la rifiutano. Conclusi i lavori rimaniamo a guardare i cavalli mentre si alimentano e si asciugano al sole dopo un’ intera mattinata di pioggia.

2

Quest ’anno

Nora

e

Dora

hanno

partorito due puledri. Un maschio ed una femmina di nome Nadia (3), risultata il giorno della marchiatura, la più bella puledra norica della Val Badia.


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Il rintocco di campana proveniente dal

raggiunge la stalla grazie ad una serie

vicino campanile ricorda a Paul tutta una

di passaggi attraverso i prati del paese.

serie di impegni presi per la giornata.

Mentre Paul lega le cavalle con corde

Dando una rapida occhiata all’orologio

agli anelli di ferro cementati nella parete,

mi informa che da un quarto d’ora

chiedo se posso rendermi utile in qualche

sono passate le dieci e che nel primo

modo. Massaggiando pensieroso la folta

pomeriggio è atteso con una cavalla e

barba per qualche secondo mi incarica

il carro funebre a Pederoa, nel fondo

di lustrare i finimenti (1-2). Mi mette

della vallata. Con passo deciso avvicina

quindi a disposizione delle spazzole, gli

le cavalle, le afferra per le cavezze e con

stracci, il grasso per il cuoio e il lucido

al seguito i puledri che seguono liberi

per le parti cromate. Lui invece con la spazzola e un nebulizzatore contenente

1

sapone liquido lucida il pelo di Nora (3-4) che immobile si lascia fare. Liberi di muoversi a piacere, senza per altro mai allontanarsi troppo, i puledri esplorano il territorio e di quando in quando si avvicinano alle madri per poppare o per reclamare la loro parte di spazzola(5). Concluso il trattamento di bellezza lasciamo al sole sia le cavalle

2

che i finimenti e chiamati da Angela raggiungiamo la cucina dove ci aspetta un ottimo pranzo a base di gnocchetti agli spinaci.


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3

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Concluso l’ottimo pranzo, con ancora in

la cavezza, la collana ed il sellino con

bocca il gusto del caffè, raggiungiamo

sottopancia, sottocoda e braga. Tenendo

il

l’automobile.

Nora per la cavezza raggiunge il carro, la

All’interno di una speciale rimessa

posiziona tra le stanghe che alza e fissa

troviamo un piccolo carretto a due

alla collana. Quindi collega le tirelle al

assi di colore azzurro che serve per il

bilancino, srotola le redini, imparte un

trasporto delle bare (3). Lo spingiamo

colpetto secco che fa muovere Nora che

all’esterno,

traino

tira il carro con le tirelle ma gira per

dell’automezzo e lo portiamo a casa.

mezzo delle stanghe. Salutato il piccolo

Mentre io lucido il carro che ha forme

gruppo di amici e parenti accorso

semplici e robuste, Paul applica a Nora

per l’occasione, si allontana da casa

campo

santo

lo

con

leghiamo

al

percorrendo velocemente le vie del paese 12

diretto all’abitazione del defunto (1-2). Ben vestito, con la cavalla e i finimenti luccicanti al sole, Paul contribuisce ogni volta che gli è possibile a mantenere viva una tradizione molto sentita in Val Badia. Un servizio pubblico che assieme a quello delle campane suonate a mano in occasione del corteo funebre, valorizza la persona mancata ed impone alla

23

processione un ritmo e una maestosità speciale, quella del cavallo. Più volte poi parlando di questo tema con gente del posto ho percepito l’apprezzamento e il desiderio, ognuno per se, di raggiungere il campo santo proprio con questo mezzo di trasporto.


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Lasciato l’abitato di La Val e la zona

Il primo centro abitato che si incontra

produttiva di Pederoa, in direzione di

lungo la via è Pedraces, sede del comune

Badia, percorro l’ultimo tratto di strada

di Badia. Appena discosto oltre il

incassata tra il torrente e il bosco fino

torrente si trova (1) la chiesa di San

alla galleria. Dopo i tornanti, la valle

Linert che è sede del decanato della

si apre in tutta la sua bellezza con il

Val Badia. Appena più in quota c’è il

Gardenaccia ad occidente (1) e il Sas

santuario di Oies, la località natale di

dla Crusc ad oriente (2). Un panorama

Santo Ojep Freinademetz, sacerdote e

incantevole dove le rocce dolomitiche di

missionario che è riuscito ad amare la

colore chiaro spiccano per contrasto al

Cina, vivendo come un cinese tra i cinesi.

verde dei prati e dei boschi di conifere.

Oltrepassato l’abitato di Pedraces balza subito agli occhi l’estesa frana (3) che

1

nell’autunno del 2012 ha sconquassato parte del territorio e ha obbligato all’evacuazione decine di famiglie, senza però causare vittime. Lasciata la frana e gli escavatori al lavoro per rimodellare il territorio colpito dallo smottamento, si raggiunge La ila. A questo importante bivio, svoltando a sinistra si ha la possibilità di raggiungere San Ciascian ed Anpezo. Proseguendo diritti, si raggiungono invece Corvara e Colfosco e tramite due valichi i territori di Fodom e di Gardëina.


27 Colz BurnecBrunico Pedraces Badia

Badia-La ila

N

San Linert

Carta topografica

500 m

Oies

Frana con nicchia di distacco

Fanes Sas dla Crusch

Sompunt Fistì

Suracianins

Rüdiferia

La ila

Costadedoi

Corvara-Calfosch

San Ciascian

2

3


28

Giunto a San Linert in Badia mi dirigo

a forma di parallelepipedo, sormontato

al maso Colz per fare visita a Martin

da un lettino pensile su cui sdraiarsi

e alla sua famiglia. Senza preavviso

nelle fredde giornate invernali. Un

suono il campanello e all’uscio si

ambiente prestigioso che fa immaginare

affaccia proprio lui con un sorriso

l’importanza avuta da questa residenza

accomodante. Invitato ad entrare nel

sin dai tempi passati. Seduti al tavolo

soggiorno rimango a bocca aperta dato

dove fa bella mostra di sé un crocefisso

che il legno riveste tutto l’ambiente

di scuola gardenese sistemo il computer

a cominciare dal pavimento fino ad

e guardiamo le fotografie realizzate

arrivare al soffitto. Bellissima è anche

durante la mia esplorazione da Pliscia

la stube, classica struttura in muratura

a La Val. Conclusa l’esposizione del materiale fotografico chiedo a Martin

1

di poter vedere le sue cavalle. Così raggiungiamo la stalla e le facciamo uscire nel cortile (1). Al seguito delle madri ci sono anche i puledri (2) che appena all’aperto partono al galoppo rincorrendosi lungo tutta l’estensione del recinto. Le madri invece dopo essersi ruzzolate a terra per grattare la schiena con ripetuti capovolgimenti, si rialzano

2

e scuotendosi fanno cadere a terra il pelo che sono riuscite a rimuovere. Rassettate

a

dovere

cominciano

a

brucare le erbe ancora bagnate da un recente acquazzone. Martin posa in compagnia di Kira (3), una puledra di circa due anni.


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3


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Lasciato il maso Colz, mi dirigo verso

fa sognare di essere pilota alla Parigi-

la frazione di Fistì. Causa però la frana

Dakar, il giorno dopo un bel acquazzone.

scesa nell’autunno del 2012, che ha

Raggiunta la frazione incontro Erich

sconquassato la strada panoramica che

e subito gli chiedo di Noemi, la bella

collega Badia a San Ciascian, devo

cavalla di Brach che è da poco arrivata

tornare sui miei passi fino a Pedraces

da lui. Assieme andiamo a vederla, e alla

e raggiungere La ila. Al bivio, per

mia domanda se ha raggiunto la fase

San Ciascian, dopo il ponte, imbocco

riproduttiva, dice di no. La portiamo

la strada che la protezione civile ha

comunque nel piazzale e liberiamo anche

predisposto per raggiungere Fistì. Una

Taunus (1-3), lo stallone che Erich ha

direttissima che per qualche minuto mi

acquistato in Austria, per offrire un servizio di fecondazione a tutti quelli

1

che possiedono delle cavalle. Taunus

viene

avvicinato

a

Noemi

(2) perchè verifichi se è arrivato il momento dell’accopiamento. In pochi secondi, grazie all’olfatto, lo stallone percepisce che la cavalla non è ancora ricettiva e giradosi torna per suo conto all’interno della stalla. Ripensando a quanto successo provo a cercare dei 2

riscontri di quanto appena accaduto nel comportamento di Noemi e noto le orecchie tese all’indietro come a difesa, e sotto la coda tenuta bassa e stretta alle cosce l’assenza delle classiche secrezioni filamentose

tipiche

dell’accoppiamento.

del

momento


31

Primo piano dello stallone Taunus Vulcan XVII 3


32

Nella

stalla

dove

lasciamo

Noemi,

Corvara, lungo il corso del torrente.

rivedo anche la puledra Nadine che

Servizio effettuato con una carrozza

ha accompagnato la mamma in questa

nera con bordature rosse che dispone di

trasferta in Alta Badia. Ritrovatesi si

sci per slittare sulla neve e di quattro

avvicinano subito l’una all’altra e la

ruote abbassabili per muoversi in strada.

piccola si mette a poppare un pò di

Adesso che la neve è ormai un ricordo, mi

latte mentre muove il codino in segno

fa piacere ritrovarle madri con a fianco

di festa. Nella stessa stalla, incontro

i rispettivi puledri. Erich le prende

anche le due cavalle nere che Erich ha

per la cavezza le fa uscire dalla stalla

utilizzato durante la stagione invernale

incaricandomi di portarne una. Quindi

per trasportare i turisti da La ila a

ci incamminiamo verso il pascolo con sullo sfondo il Gardenaccia (1) e il centro

1

abitato di La ila e il Sass Songher (2). I puledri seguono scalpitando per la gioia. Raggiunto il recinto lasciamo libere di pascolare le madri mentre i puledri si lanciano al galoppo inseguendosi a vicenda e fermandosi ogni tanto per brucare insieme erba fresca (3). Vedere i puledri così allegri e vivaci mi fa ricordare le parole di Erich quando mi

2

diceva che a lui piace tenere lo stallone per allevare i puledri che aiuta a fare nascere sacrificando anche il sonno in caso di complicazioni durante il parto.


33

3


34

Avvertito da Erich che l’indomani è

bivio di Cernadoi svoltiamo in direzione

atteso a Larzonei per lavorare alcuni

di Colle Santa Lucia e dopo qualche

terreni con l’aratro, lo saluto e mi

chilometro seguiamo le indicazioni per

ripresento il giorno successivo prima del

Larzonei (1), una piccola frazione di

sorgere del sole. Caricata sul camion Esta

poche case e famiglie a circa 1700 metri

partiamo alla volta di Fodom. Lasciata

di quota. Ogni anno in questo periodo

la frazione di Fistì, attraversiamo San

un gruppetto di amici attende l’arrivo di

Ciascian e risaliamo i tornanti che

Erich, desiderosi di coltivare il terreno

portano al Passo Valparola e Falzarego.

come da tradizione (2-3). Tenendo

Al bivio scendiamo a Fodom passando a

Esta per la cavezza, Erich raggiunge

poca distanza dal castello di Andraz. Al

l’estremità

inferiore

del

campo. Io

invece vengo incaricato di prendere 1

l’aratro che si trova nei pressi della legnaia. Un’aratro antico perfettamente conservato,

come

posso

giudicare

dal grasso che unge gli ingranaggi e dalla pittura con cui è stato verniciata l’impugnatura. Spingendolo con agio come fosse una carriola, mi avvicino ad Erich e alla cavalla. Collegato quindi l’aratro al bilancino e il bilancino alle 2

tirelle provenienti dalla collana, con ripetuti viaggi avanti ed indietro, viene percorsa tutta la superficie del terreno in modo da rovesciare tutte le zolle del terreno.


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3


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Terminata l’aratura del primo campo

l’aratura non è richiesta molta forza

carichiamo

e

ma una certa precisione e destrezza al

l’aratro sul camion e raggiungiamo

fine di incidere un solco il più possibile

un’altra proprietà nella zona più alta

orizzontale al versante ed omogeneo in

della frazione. In questo campo (1-

fatto di quantità di terra rivoltata. Più

2) è abitudine del contadino seminare

faticoso è invece il cambio di direzione

oltre alle patate anche l’orzo che serve

(4) perchè quando si arriva alla fine del

per creare la rotazione delle colture.

campo bisogna alzare di peso l’aratro

Raggiunta

del

e seguire il movimento del cavallo

campo agganciamo l’aratro alle tirelle e

mettendo in posizione il bilancino per il

cominciamo ad arare il terreno. Durante

ritorno, ribaltare il vomere (2) ed evitare

la

cavalla

l’estremità

Esta

(3)

inferiore

che le tirelle finiscano tra le gambe del 1

cavallo. Al di là della migliore tecnica per affrontare questi lavori con il minore sforzo è stato utile poter assistere alle tecniche antiche di lavorazione dei terreni scoscesi perchè mi sono accorto che l’aratura con il cavallo è pratica e sbrigativa. Appena terminato il lavoro e sistemati gli attrezzi è sceso un bell’acquazzone che ci siamo goduti dall’

2

interno di casa gustando dell’ottimo salame di cervo per antipasto, seguito da un’ottima pasta al ragù, bistecche ed insalata novella.


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3

4

5


38

Tutte le volte che raggiungo San Ciascian

state anche tutte le omelie che ho

(1) è per me motivo di gioia perchè i

ascoltato del parroco Einrich e che mi

molti mesi trascorsi in paese come

rammarico di non poter più seguire

allevatore prima ed aiuto casaro dopo,

da quando ho lasciato il paese. San

mi hanno permesso di conoscere gente

Ciascian, il patrono dei maestri e degli

e luoghi che ormai mi sono cari. Ottima

scrittori,

è stata anche l’accoglienza ricevuta

di aver tentato di infondere la fede

dalla comunità che gravita attorno

cristiana ai propri allievi, è raffigurato

alle iniziative organizzate dalla chiesa,

all’interno della chiesa (2-3) proprio

soprattutto in occasione delle principali

mentre viene martirizzato, per mano dei

feste religiose. Molto stimolanti sono

suoi scolari con gli stiletti che usavano

accusato

da

Diocleziano

per scrivere sulle tavolette. Molto bella 1

è anche una statua della madonna con i capelli rossi e il nasino all’insù che viene mostrata solo in occasione di alcune processioni. Interessante è anche la lettera incorniciata di Santo Ojep Freinademetz scritta dal nord Europa durante una delle sue prime esperienze da emigrante. Caratteristico infine di questo edificio sono le panche molto ravvicinate tra loro che costringono i partecipanti alle funzioni a stare contemporaneamente

seduti

ed

in

ginocchio. I forestieri di passaggio che ignorano questo particolare, assumendo altre posizioni, rischiano di stare ancora più scomodi.


39 Burnec-Brunico

San Ciascian

Fistì

Carta topografica

N

Suracianins La ila

Rüdiferia

500 m Corvara-Calfosch Rü Costadedoi

San Ciascian

Armentarola-Passo Falzarego

2

3

Dlira


40

La grande scoperta che ho fatto a San

i rumori della masticazione e cercare

Ciascian presso la casa di Berto e della

di fissare nelle narici l’odore acre del

sua famiglia, durante il tempo della

pelame. Cambiato d’abito, e ben lavato,

fienagione, è che fare fieno a ritmo di

faccio colazione a base di latte, pane

cavallo è facile e divertente. Sveglia alle

di segale e tante altre bontà che di più

sei, breve meditazione, toeletta e subito

non si può neanche immaginare. Quindi

in stalla per foraggiare Pina con una

dopo le previsioni del meteo che Berto

bracciata di fieno d’alta quota. Quindi

guarda sempre con interesse si decide

pulizia del letame, striglia e spazzola,

sul da farsi nella giornata. Mentre

paglia sul fondo ed un abbraccio finale

Berto si avvia in stalla per slegare

attorno al collo di Pina per ascoltare

Pina e portarla all’abbeverata (3), lavo i denti, preparo lo zaino, calzo gli

1

scarponi e raggiungo Berto che ha già sistemato la collana al collo di Pina (1), ha posizionato il sottocoda (2) e piano piano si dirige verso il fienile (4-5). Spalancato il portone, prendo la forca e spingo attraverso la botola il fieno che servirà da cena a Pina. Quindi mi fermo per godere la scena. Vedo Berto entrare nel fienile tenendo Pina per la cavezza.

2

Raggiunto il carro sistema la cavalla tra le stanghe, le solleva da terra e le aggancia agli anelli della collana. Quindi collega le tirelle al bilancino e srotola le lunghe redini in cuoio che aveva avvolto la sera con altrettanta maestria ed esce in retro marcia.


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3

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Uscito dal fienile, Berto (3) colloca il

limite del bosco, gridando “eeeeee”,

pacco dei lenzuoli sul carro all’altezza

invita Pina a fermarsi. In questo prato,

della ruota, tende una corda attorno

a più di 1700 metri di quota, nei giorni

al carro, per impedire di farli scivolare

addietro abbiamo falciato sia con la falce

durante il viaggio e si siede sui lenzuoli

a mano sia con la falciatrice. Ora che

stessi. Quindi, manovrando le briglie,

il fieno è completamente essicato non

invita Pina a partire gridando “iiiiii”.

rimane altro da fare che trasportarlo

Fermandosi

all’interno

ogni

tanto

durante

il

del

fienile.

Addette

a

viaggio, per fare tirare il fiato alla

rastrellare e a riempire i lenzuoli di

cavalla, si supera un dislivello di più

fieno, sono le figlie di Berto, che con

di cento metri e giunti ad un prato al

semplici gesti portano avanti il grosso del lavoro. Io e Berto invece, afferriamo

1

ogni lenzuolo gonfio di fieno lo alziamo da terra e lo carichiamo sul carro con un lancio sincronizzato. Completato il carico lascio a Berto la responsabilità di legarlo con le corde (1-2). Quindi scendiamo lentamente le ripide vie che ci separano dal fienile (4), azionando il freno a manovella che si trova nel lato sinistro del carro. Conclusa la

2

discesa, tolto il blocco che ostacolava il movimento alle ruote, entriamo con tutto il carro all’interno del fienile (5). Slegato il carico ed avvolte le corde, sollevo i lenzuoli dal carro, li slaccio e li scarico.


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La cosa che più mi ha colpito quando

zoccoli porta quattro ferri, a cui il

sono entrato nel fienile di Berto, per la

maniscalco ha applicato dei ramponi

prima volta, è stato il pavimento. Decine

di acciaio. Ferri (1) che, dopo circa tre

di tavole di larice poggiate sulla struttura

mesi, tendono a staccarsi dalle unghie

in tronchi squadrati del fienile, che

con il rischio di essere persi durante

partendo dal ponte di accesso fino alla

il cammino. E’ successo così che un

zona più interna, portano scalfite sulla

pomeriggio mentre eravamo a rastrellare

superfice migliaia di piccole incisioni

ho sentito un grido di gioia. Natalie, la

simili a quelle lasciate dal punteruolo.

nipotina di Berto, esultante mostrava il

Queste incisioni sono prodotte dai

ferro che Pina aveva perso tempo prima

continui passaggi del cavallo che agli

senza che venisse più ritrovato. Per un cavallo da tiro che si muove sulle strade

1

sterrate è importante che i ferri siano ben saldi agli zoccoli. Così ogni giorno prima di partire, Berto controlla le zampe di Pina, le corde, i finimenti (24) e i lenzuoli (3). Concluso lo sfalcio dei prati attorno a casa e caricati gli attrezzi da lavoro (5), raggiungiamo un prato sito in Armentarola. Nel mezzo della proprietà c’è un fienile con annesso

2

ripostiglio dove scarichiamo gli attrezzi. Per pranzo ci sediamo al tavolo e dai frigoriferi portatili a nostra disposizione estraiamo cibi e bevande che potrebbero sfamare un’ intera compagnia di artiglieri di montagna.


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Ben rifocillati, ci alziamo da tavola e con

spinge il fieno nel mezzo del tessuto,

i lenzuoli e i rastrelli ci incamminiamo

si inseriscono i cordini negli occhielli

verso il fieno che ben essicato aspetta di

dove sono i picchetti, si tira e si legano

essere raccolto ed ammassato nei piccoli

il lenzuoli. Sistemati i lenzuoli sul carro

fienili che si trovano nella proprietà.

osservo Berto fissare il carico. Stende la

Con il prezioso aiuto delle figlie di

prima corda sotto il carro, nel verso più

Berto, cominciamo a rastrellare il fieno.

lungo, ne pesta col piede un’estremità e

Alla base di ogni mucchio sistemiamo

con un lancio fa passare l’altra estremità

i lenzuoli che hanno cucito ai quattro

sopra i lenzuoli. Quindi la inserisce in

angoli due cordini e due picchetti

un dispositivo di legno (1-2-3-4) che

che ancoriamo al terreno. Quindi si

permette di tendere la corda e di legarla senza farla retrocedere. Con una seconda

1

corda, ripetendo la stessa procedura, fissa

il

carico

anche

lateralmente.

Srotolate le redini fa partire il cavallo e scendendo per il prato raggiunge un piccolo fienile di legno dove scarica i lenzuoli appoggiandoli sulle spalle (5). All’interno del fienile, camminando in lungo e in largo sul fieno, sono io che svuoto i lenzuoli e comprimo il fieno 2

con il mio calpestio, facendo attenzione quando il fienile è colmo di non collezionare qualche bernoccolo contro le travi del tetto.


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Nelle giornate piovose non si può tagliare

parecchie decine di chili. Quando tutti

l’erba perchè l’acqua la rovinerebbe.

i lenzuoli sono pronti e non c’è rischio

Berto però non si ferma, torna ai fienili

di essere colti dalla pioggia durante il

più isolati per svuotarne il contenuto

ritorno a casa, allora Berto prepara Pina

(1-2-3) e trasportarlo con ripetuti

per il trasporto applicandole al collo la

viaggi fino al fienile di casa dove ha la

collana e i restanti finimenti (4). Dopo

stalla. Calato di volume e di peso grazie

avere agganciato le stanghe del carro agli

alla completa disitratazione delle erbe,

anelli della collana ed aver teso a dovere

Berto riesce a caricare nei lenzuoli una

le tirelle, sistema il primo lenzuolo

elevata quantità di fieno, con il risultato

vicino alla cavalla e il secondo sul fondo

che ogni lenzuolo può venire a pesare

del carro. Il terzo invece guadagna il suo spazio tra i primi due con un lancio ben

1

assestato. Quindi sistema il quarto e il quinto e tra questi ultimi il sesto. Dato che i lenzuoli colmi di fieno sono molto pesanti e voluminosi lascio immaginare che abilità e forza siano richieste per questo genere di lavoro (5). Il carico deve infatti essere ben distribuito sul carro in modo che il grosso del peso vada a gravare sulle ruote anzichè sulle

2

stanghe o addirittura sul retro. Montati anche noi sul carico partiamo alla volta di casa godendo del passo costante di Pina e di un tramonto che con le sue luci illumina di colori stupendi le belle montagne che ci circondano.


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3

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L’estate trascorsa a San Ciascian in

cavalla Pina (3) ho invece trascorso delle

casa di Berto mi ha insegnato a vivere

splendide giornate di lavoro che oltre al

la fienagione ed in generale la vita

fieno mi hanno permesso di viaggiare

con un’altra velocità. Per anni infatti

con la fantasia, grazie ai racconti multi

ho

e

lingua di Berto, che come me, per molti

movimentare in brevi periodi di tempo

anni durante la sua gioventù è stato

grandi quantità di foraggio. Lavoro

emigrante ed ha lavorato in molte

frenetico, fisicamente impegnativo, che

aziende agricole del centro Europa. La

non mi ha mai dato tempo e modo di

permanenza in casa di Berto per tutto il

coltivare i rapporti umani. In compagnia

periodo della fienagione mi ha inoltre

di Berto, della sua famiglia e della

permesso di godere della bellezza delle

dovuto

rincorrere

i

trattori

Dolomiti (1-2) che spesso sul fare della 1

sera si illuminano di luci spettacolari. Oltre ai trasporti con il cavallo, molto bello è stato anche poter tagliare con la falce a mano un prato molto ripido che da dieci anni non veniva curato, contribuendo in prima persona alla cura del paesaggio. Per trasportare il fieno, dal prato alla strada più vicina, ho pensato bene di farmi portare da

2

casa una portantina (4) che utilizzavo in Slovacchia quando lavoravo sugli alti monti Tatra. Così attrezzato, ho trasportato 36 lenzuoli senza particolare fatica (5).


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3

4

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Conclusa la fienagione, per qualche

castello Cloz a La ila (5). Occupazione

settimana mi sono trasferito al maso

tipica dei contadini in questo periodo

Rudiferia,

la

è la concimazione dei prati. Una vera

sua famiglia. La quota superiore ai

è propria corsa contro il tempo per

1700 metri e le prime gelate arrivate

riuscire a svuotare le letamaie e le vasche

contemporaneamente ai fenomeni di

dei liquami prima dell’arrivo della

alta pressione, con giornate limpide

neve. Grazie ad alcuni giorni di tempo

e notti stellate, ha richiamato i colori

favorevole, abbiamo proceduto prima di

dell’autunno: il marrone dei coni di

tutto a distribuire il letame solido con il

abete (1), il rosso dei ciliegi (4) e

transporter (3), quindi con una pompa

l’ingiallire di alberi e prati sotto il

che

dove

abita

Carlo

e

funziona

contemporaneamente

anche da miscelatore abbiamo aspirato 1

il liquido dalle vasche e lo abbiamo cosparso sul terreno grazie ad una serie di tubi. All’estremità di questa lunga condotta forzata è presente una lancia simile a quella dei pompieri, in grado di spruzzare a vari metri di distanza il liquido (4). Uniche avvertenze da tenere a mente quando si lavora con il liquame sono: non spruzzare contro

2

vento e tenere sempre la bocca e gli occhi socchiusi, caso mai un grumo di paglia dovesse bloccare il getto e creare una fuoriuscita improvvisa di liquido in tutte le direzioni.


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3

4

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Domenica 3 novembre 2013, a Badia,

statua di San Linert (1) che, ogni anno in

ho avuto il piacere di ammirare la bella

questa occasione, viene tolta dall’edicola

sfilata di carri trainati da cavalli che

che si trova vicino alla canonica per

viene organizzata ogni anno in questo

essere portata in processione per le vie

periodo. Nonostante le previsioni del

del paese. Numerosi corpi bandistici

tempo ascoltate alla radio non fossero

della vallata, marciando al seguito delle

incoraggianti, alle 10 del mattino ero

carrozze, hanno allietato la festa con le

già sul ponte di Pedraces che aspettavo.

musiche del repertorio tradizionale e

A distanza di poche decine di minuti

le foggie e i colori delle proprie divise.

hanno cominciato a sfilare bellissime

Tra i tanti cavalli sfilati, a parte qualche

carrozze trainate da cavalli con in testa la

eccezione, i più erano di razza norica ed haflingher. Nella prima parte di questa ricerca fotografica ho dato visibilità quasi unicamente alla razza norica, ora darò maggiore attenzione alla razza haflingher (2), caratterizzata da una corporatura più snella, da un manto marrone chiaro e da coda e criniera bionda. Questa razza è conosciuta nel resto d’Italia con il nome di avelinese, perchè la località di origine è Hafling, nota da qualche decennio anche con il toponimo Avelengo, nei Merano.

1

pressi di


55

Erich trasporta sul carro il simbolo del comune di Badia 2


56

Con il suono delle trombe (1) ha avuto

fra tutte il decano della Val Badia (5).

inizio la bella sfilata (2) che da Pedraces

Quindi il sindaco a dorso di una bella

si è snodata lungo le vie del paese fino

cavalla norica tenuta alla cavezza da

alla chiesa di San Linert, dove con

Daniel (6). Sulla carrozza di Paul (4) ha

un cambio di direzione, le carrozze

trovato posto una piccola delegazione

sono ritornate sui propri passi fino a

di donne provenienti da Anpezo, tra

raggiungere il palco delle manifestazioni.

cui Elsa Zardini, il presidente dei ladini

Oltre ai gruppi bandistici e folcloristici

delle dolomiti, che scesa dalla carrozza

(3) accorsi da tutta la vallata, a dorso

mi ha confidato di essersi divertita

di cavallo sono stati accompagnati alla

moltissimo in compagnia del simpatico

sfilata anche le maggiori autoritĂ . Prima

cavalliere.

1

2

3


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4

5

6


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Il giorno precedente la sfilata di San

gomme e frenatura idraulica simile a

Linert (1), la Provvidenza mi ha fatto

quello delle automobili. Ai lati della

incontrare Klaus che al maso Sompunt

carrozza in compagnia della moglie,

alleva vacche di qualità grigia alpina ed

utilizzando dei cordini di colore nero,

un nutrito gruppo di cavalle haflingher.

sono state ben fissate delle ghirlande

Appena arrivato in azienda ho assistito

composte da una base di rami d’abete

alla decorazione della carrozza di colore

ed alcuni fiori rossi (3-4). Terminati gli

nero con bordature rosse. Si tratta di un

addobbi della carrozza e vestita la tuta

doppio assi di recente costruzione, con

e gli stivali, Klaus ha accompagnato

timone centrale, peso e misure contenute

all’esterno della stalla Elisabetta che

e dotato di un moderno sistema di

ha lavato grazie ad un potente getto d’acqua vaporizzata che ha eliminato la

1

forfora dal pelame. Quindi con la striglia e la spazzola ha accomodato la coda e la criniera e le ha messo in groppa la coperta termica per asciugarla. In ultimo ha anche medicato una escoriazione della zampa (2), applicando prima un pò di tintura di iodio ed infine una benda. Entrambe queste operazioni vengono compiute tra le gambe della cavalla, che, completamente a suo agio tra le mani di Klaus, non si è mai mossa dalla posizione di riposo.


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2

3

4


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A La ila, il giorno precedente la sfilata

ed un puledro (3) nato in primavera

di San Linert, ho avuto la grande

che, assicura Reinhold, avrebbe tutte le

occasione di fare visita a Reinhold che,

carte in regola per diventare un ottimo

in compagnia della figlia Elisabeth,

stallone, se solo trovasse la persona

ho trovato nel pieno dei preparativi

giusta, desiderosa

per la sfilata. Come in una catena di

particolare molto interessante che mi è

montaggio mentre lui lavava il pelame

capitato di notare in questa azienda è che

la figlia asciugava e districava i nodi

Reinhold quando prepara il fieno sotto il

delle bionde criniere dei loro cavalli

porticato del fienile, con un’innaffiatoio

haflingher (1-2). Una fattrice di nome

lo spruzza sempre con dell’acqua, prima

Carola, una puledra di circa due anni

di farlo scendere attraverso la botola,

di

allevarlo. Un

all’interno della stalla. In questo modo 1

lo ravviva e crea meno polvere. Un’ accortezza che la dice lunga sulla grande esperienza che Reinhold ha accumulato nell’allevamento di cavalli e nella conduzione delle slitte, dato che sin da ragazzo, prima della costruzione degli impianti di risalita, ha avuto spesso l’occasione di accompagnare i turisti fino in alta quota per permettere loro

2

una bella sciata fino al fondo della valle. Durante la sfilata Reinhold siede sulla bella carrozza dell’amico Florian (4). Conclusa la manifestazione posa in compagnia di suo fratello Erich (5).


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3

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Conclusa la toelettatura di Carola e

contenente centinaia di piccoli elastici

dei suoi puledri partiamo alla volta

di colore bianco. Districati i nodi e

della stalla di Erich, il fratello di

suddivise

Reinhold, dove ci attende una bella

comincia un’impegnativa decorazione a

cavalla haflingher da pettinare. Lavata

forma di scacchiera (2-3) che come si

in mattinata, quando la raggiungiamo è

può notare ha come legante principale

già asciutta e pronta per l’acconciatura

proprio i piccoli elastici che devono

che Elisabeth ha in mente di realizzare.

essere avvolti su loro stessi. Quindi

Dalla voluminosa cassetta degli attrezzi

passa

che porta al seguito, estrae striglie,

incrociando le ciocche che ha diviso

pettini, forbici ed una piccola busta

con il pettine e blocca con un elastico.

alla

le

ciocche

della

decorazione

criniera

della

coda

Anche se un elastico dovesse rompersi 1

Elisabeth sostiene che non sarebbe compromessa la solidità della sua opera. Il giorno della sfilata infine colloca proprio alla base della treccia una bella composizione floreale (3) realizzata con rami di abete bianco ed altre essenze stagionali. In sfilata Elisabeth monta Carola (1) precedendo di pochi metri il padre seduto sopra una carrozza trainata da due imponenti cavalle noriche.


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2

3

4


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Lasciato l’abitato di La ila, proseguo

si accorciano rapidamente e ancora

in direzione di Corvara (2) che si trova

prima che venga alzata metto la freccia

nella zona più interna della vallata. La

per fermarmi. Fortunatamente tutto è in

densa foschia che sin dalle prime ore

regola e la persona con cui ho a che fare

del giorno avvolge il Sassongher (3)

assume comportamenti accomodanti.

sta velocemente diradandosi facendomi

Dopo i saluti riparto e finalmente riesco

intuire che nel giro di poche ore il

ad arrivare a Corvara. Come è mio solito

cielo diventerà terso. Quando ecco in

raggiungo la chiesa nuova e vado a fare

lontananza scorgo a bordo della strada

visita al Santissimo. Dopo non molti

una figura inconfondibile con in mano

minuti ritorno all’ automobile e provo a

una paletta bianca e rossa. Le distanze

telefonare a Thomas. Lui risponde e mi avvisa che se voglio lo posso raggiungere

1

al fienile. Riconoscente al Signore che ha favorito l’incontro parto e in pochi minuti sono a Calfosch (1). Thomas è proprio in fienile e dopo poco tempo ha già concluso i suoi lavori. Con il computer lo introduco al progetto che sto realizzando ed è in fase di ultimazione. Facendo mente locale a tutta la serie di impegni e lavori in arretrato che ha da terminare, mi propone se voglio fare subito le fotografie di cui ho bisogno. Lanciando un rapido sguardo al profilo delle montegne noto che la foschia è svanita e ringraziando estraggo dalla tasca la piccola macchina fotografica per realizzare il servizio.


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Corvara- Calfosch Carta topografica

1 km

Sassongher La ila

Sas Ciampac

N Calfosch

Passo Gardena

Corvara

Piza da Pisciad첫

Fodom/ Livinallongo

2

3


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Raggiunti dalla figlia (1) facciamo

colle fosco. Riaccompagnate le cavalle

uscire dalla stalla due cavalle a cui

in stalla liberiamo le puledre (4) che

applichiamo la sella inglese. Quindi ci

inseguendosi corrono per il cortile

dirigiamo verso il vecchio fienile (2) dove

dell’azienda fino a che, scorti gli ultimi

sostiamo per alcuni scatti e ritorniamo

ciuffi d’erba disponibili, si mettono a

alla stalla (3) che meglio di altri posti

brucare (5). Tra queste belle puledre la

domina il paese di Calfosch e le belle

più grande, di circa due anni, è Reina la

montagne sullo sfondo che solo di

campionessa di bellezza della Provincia

primo mattino sono in parte rischiarate

di Bolzano.

dai raggi solari. Ecco il motivo del toponimo che ricorda letteralmente

Al termine di questa ricerca ringrazio: -tutte le famiglie che mi hanno aiutato

1

a realizzare questa ricerca, lasciandomi fotografare i loro cavalli; - l’associazione Freiwillige

Arbeitseinsätze

che

ha

garantito la copertura assicurativa al mio lavoro volontario presso le aziende; - i volontari dell’Uniun Ladins Val Badia che incentivano la ricerca sugli usi e costumi ladini in val Badia; - i miei genitori e i parenti che mi accolgono 2

sempre volentieri quando ritorno a casa dai miei viaggi di ricerca; - Mario Baruffi che ha curato il testo in lingua italiana; - Madem.it per l’impaginazione grafica ; - zio Enzo per i programmi del computer; - Willy per la videocamera; Benny per le musiche.


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Thomas posa in compagnia di Reina la campionessa di bellezza della Provincia di Bolzano.


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70

Dalla prima pagina del libro: “Conclusi i lavori mattutini della stalla, ho sempre qualche decina di minuti da dedicare a Tommy il pony di Pliscia, la piccola frazione di poche stalle, case e famiglie che si trova nella parte bassa della val Badia, a qualche chilometro da San Viglilio, il centro turistico di riferimento della zona. Appena messa mano alla paglia per rifare il giaciglio alle mucche, Tommy comincia a nitrire con tono crescente perchè sa che è il momento di uscire in passeggiata. ... “

Geograf Andrea Lanzi | Via Paolo VI, n° 18 | 25033 Cologne (BS) | Tel. 030 715577

Ric

lla Val e d e li ig m a f e ’aiuto di molt ll a ie z a r g a t erca realizza

Badia


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