UniCamillus Magazine Autunno - Inverno 2024

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UNI UNICAMILLLUS CAMILLUS Magazine

CONTENUTI

SOMMARIO

4 AL - INFORMA STUDENTI - UNICAMILLUS ARRIVA A CEFALÙ: UNO STUDIO SULL’IMPATTO POSITIVO PER TUTTA LA COMUNITÀ di A. Pagliuca

12 AL - NEWS - IL VESCOVO DI CEFALÙ SALUTA CON ENTUSIASMO L’ARRIVO DI UNICAMILLUS: “INVESTIMENTO PROFETICO PER LA COMUNITÀ” intervista a cura di G Martino

19 I PASSI AVANTI GIÀ FATTI E QUELLI ANCORA DA FARE DAGLI ENTI E DALLE ISTITUZIONI PER ADEGUARE IL SSN ALLA SOCIETÀ DI OGGI di E. Bozzola

25 EVOLUZIONE DELLA RICERCA BIOMEDICA E DEI FINANZIAMENTI IN ITALIA di G. Ippolito

31 DIFFICOLTÀ DI UN DIRETTORE DI ASL E PROPOSTE PER MIGLIORARE IL SISTEMA intervista al Prof Alò, a cura di G Guidoni

36 AL - NEWS - ACCORDO EMSC - UNICAMILLUS PER IL NUOVO MASTER IN TRAUMATOLOGY di L. Ligi

39 TM - LA MISSIONE DI UNICAMILLUS IN BENIN PER LE CURE DERMATOLOGICHE DI OLTRE 500 PAZIENTI di T. Fefè

48 URT - LA NUOVA MOBILITÀ STUDENTESCA: L’ERASMUS ITALIANO, L’ERASMUS+ E LE OPPORTUNITÀ TRANSNAZIONALI di M. Coccimiglio

52 AL - NEWS FOTOREPORTAGE: UNICAMILLUS FESTEGGIA I SUOI PRIMI LAUREATI IN MEDICINA E CHIRURGIA fotoreportage di F. Alota e F. Calogero

58 UNICAMILLUS INSIEME A EMERGENCY PER UNA NUOVA COLLABORAZIONE DIDATTICA, SCIENTIFICA E CULTURALE di C Romano

60 AL - NEWS DA UNIWEB - DIABETE DI TIPO 2: PANDEMIA GLOBALE DESTINATA A RAGGIUNGERE NUMERI PREOCCUPANTI QUALI SOLUZIONI?

62 UGHJ - ONE HEALTH, ONE HUMANITY: BREAKING DOWN SILOS FOR A HEALTHIER FUTURE by G.Ceccarelli, M. Ciccozzi, G. S. Spoto

62 AL - NEWS - UNICAMILLUS E ADMO, INSIEME PER DONARE SPERANZA di D Mariani

EDITORIALE

di Gianni Profita

Rettore

Johann Wolfgang von Goethe sosteneva che senza vedere la Sicilia non si potesse capire l’Italia Il grande scrittore la visitò nella parte finale del suo viaggio in Italia, che compì tra il 1786 e il 1788, raccontato in due volumi pubblicati tre decenni dopo. Lo scrittore tedesco fu colpito nello spirito dalle peculiarità della grande isola nel Mediterraneo al punto da arrivare a definirla “la chiave di tutto”. In UniCamillus siamo certi che l’effetto sarà lo stesso per gli studenti che da ottobre potranno studiare Medicina e Chirurgia presso la nostra nuova sede di Cefalù

Dopo Roma e Venezia aggiungiamo, quindi, una terza perla di storia, cultura e ambiente tra le località in cui UniCamillus porta avanti la propria missione A Cefalù, oltre all’investimento per la formazione di nuovi medici, la nostra Università punta anche a dare una possibilità in più ai giovani siciliani di poter studiare nella loro terra, senza doversi trasferire altrove, pur mantenendo viva la vocazione internazionale, quindi aperta al mondo, di UniCamillus. Come si può leggere nell’intervista che qui pubblichiamo, il Vescovo della città ha salutato l’arrivo del nostro Ateneo come una ventata di nuovo entusiasmo per tutta la comunità cefaludese. E questo non può che renderci fieri. Si tratta di un passo avanti importantissimo nella crescita della nostra Università, reso possibile anche dallo sviluppo della collaborazione con l’Ospedale Giglio e la relativa Fondazione che ne gestisce l’offerta sanitaria che è peraltro è un’eccellenza nazionale, in particolare in campo oncologico: anche il suo Presidente Albano ha voluto intervenire nel nostro Magazine

Tra gli eventi lieti che hanno caratterizzato l’estate della nostra comunità a c c a d e m i c a c ’ è s t a t a a n ch e l a l a u r e a d e i p r i m i m e d i c i d i U n i C a m i l l u s

Cinquantotto nuovi bravissimi professionisti che avevano iniziato il loro percorso sei anni fa ed oggi sono pronti per mettere a frutto il bagaglio di competenze acquisite nel Corso di Laurea. La consegna del diploma, il giuramento e i festeggiamenti con i familiari, amici e colleghi di corso sono stati momenti emozionanti che ci hanno reso davvero orgogliosi dei risultati conseguiti dai nostri neolaureati Come Ateneo abbiamo infatti la responsabilità di fornire agli studenti gli strumenti migliori possibili per prepararli ad affrontare le sfide che li attenderanno una volta usciti dall’Università E tutto il nostro impegno è rivolto a questo ogni giorno, sia nella sede di Roma, sia in quella di Venezia e da ora anche a Cefalù. La sete di medici e di personale sanitario qualificato che ha il Sistema Sanitario Nazionale impone infatti risposte immediate ed efficaci. Non a caso gli approfondimenti di questo numero sono tutti rivolti ad analizzare le principali criticità che il SSN sta affrontando. Raccontiamo le testimonianze di chi, tra i nostri docenti, si trova a fronteggiare i problemi burocratici della gestione della sanità con la stessa urgenza delle emergenze in corsia, ogni giorno E la formazione di nuovo personale è una delle strade che è necessario percorrere - non l’unica, ma di certo la sola che un’università può e deve intraprendere - per evitare che il SSN sia ancora più in difficoltà

Nella rivista, infine, diamo conto di una pagina del nostro impegno umanitario, in particolare in Benin dove continua l’assistenza da noi fornita ormai da qualche anno ai bambini albini

Aprire nuove sedi, portare a completamento il percorso di formazione degli studenti, investire nella crescita individuale e collettiva, aiutare chi ha poche risorse per curarsi rappresenta il nostro contributo principale alla causa della salute. “La chiave di tutto”, parafrasando Goethe, in un viaggio difficile, ma ricco di soddisfazioni.

EDITORIAL

Johann Wolfgang von Goethe argued that it was impossible to understand Italy without seeing Sicily The great German writer visited Sicily in the final part of his journey through Italy, between 1786 and 1788, and wrote about it in two volumes published three decades later He was so impressed by the peculiarities of this large island in the Mediterranean that he described it as ‘the clue to everything’ At UniCamillus, we are sure that our students, who will study Medicine and Surgery at our new campus in Cefalù, Sicily, starting in October, will feel the same effect.

After Rome and Venice, we therefore add a third jewel of history, culture and environment to the list of locations where UniCamillus carries out its mission In Cefalù, in addition to investing in the training of new physicians, our University is aiming to give young Sicilians the opportunity to study in their own land, without having to move elsewhere, whilst keeping alive UniCamillus’s international vocation of being open to the world As can be read in the interview published here, the city’s bishop greeted the opening of our new campus as a wave of enthusiasm for the entire community of Cefalù

And we are very proud of this It is a very important step forward in the development of our University, which has been made possible also thanks to the collaboration with the Giglio Hospital and its Foundation in charge of its excellent healthcare services, especially in the field of oncology. Its President, Albano, has offered to comment for the occasion

Among the happy events that marked the summer of our academic community there was also the graduation of the first UniCamillus physicians Fifty-eight new talented professionals who started their studies six years ago and are now ready to sharpen the skills they acquired on our MSc Medicine and Surgery programme The graduation ceremony, the oath and celebration with their family, friends and fellow students were exciting moments which made us truly proud of the achievements of our new graduates As a University, we have a responsibility to empower our students with the best possible tools to prepare them for the challenges they will face after their studies This is our commitment every day, both in Rome and in Venice, and now also in Cefalù Indeed, the shortage of qualified physicians and health professionals which Italy’s NHS is currently facing needs an immediate and effective response

It is no surprise that the insights in this issue are all about analysing the difficult challenges that our NHS is facing We share the stories of some of our teaching staff who, each and every day, are confronted with the red tape of healthcare management, which is as urgent as emergencies on a hospital ward Training new staff is certainly part of the solution it is not the only possible option, but it is definitely the only one that a university can and must choose, so that our NHS will not be in even greater difficulty

Finally, we also dedicate some space to our humanitarian commitment, especially in Benin, where for some years we have been providing assistance to albino children

Opening a new campus, helping students complete their training, investing in individual and collective improvement, and assisting people who have few resources to care for themselves, represent our main contribution to healthcare ‘the clue to everything’, to quote Goethe, on a difficult but rewarding journey

Credit Photo: Pipito93, CC BY-SA 4.0, Wikimedia commons

ACADEMIC LIFE

Informa studenti

UNICAMILLUS ARRIVA A CEFALÙ: UNO STUDIO SULL’IMPATTO POSITIVO PER TUTTA LA COMUNITÀ

L’impatto in termini socio-economici dell’apertura di Medicina di Unicamillus a Cefalù di Antonia Pagliuca

UniCamillus dà il benvenuto per l’anno accademico 2024-2025 al Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia in Lingua Italiana nella nuova sede di Cefalù. Il Corso di Laurea nella nuova sede Siciliana, oltre ad ampliare l’offerta formativa di UniCamillus e ad aumentare sempre più la popolazione degli studenti dell’Ateneo nato a Roma, ci si attende che avrà per il territorio di Cefalù e quello circostante anche un impatto socioeconomico importante Gli effetti positivi generati dal nuovo CdL in Medicina e Chirurgia possono essere declinati nei seguenti aspetti tra di loro correlati:

• La sede universitaria potrà incrementare la possibilità per un numero importante di giovani Siciliani che desiderano diventare medici, di studiare e prepararsi in Sicilia senza dover lasciare il loro territorio e le loro famiglie. Dal punto di vista economico occorre considerare che l’investimento di ogni famiglia per la formazione dei propri giovani oggi fuori regione resterà in Sicilia contribuendo ai consumi e agli investimenti dell’economia territoriale. Si consideri che, proprio per incentivare gli studenti a restare sul territorio, UniCamillus ha progettato di offrire borse di studio agli studenti residenti meritevoli.

• Seguendo e concludendo il corso di studi sul territorio siciliano, potrà aumentare la

possibilità che i nuovi medici di origine siciliana restino in regione, mentre invece gli studenti siciliani che si laureano in altre Regioni e in città metropolitane del centronord è altamente improbabile che ritornino in Sicilia, per un naturale radicamento indotto dalla città in cui si trascorrono i numerosi anni di studio per giungere alla laurea prima e alla specializzazione poi Una maggiore “disponibilità” di medici formati a Cefalù, inoltre, aumenterà pertanto l’offerta di cure per chi risiede sul territorio limitando l’esigenza di ricorrere addirittura a medici provenienti dall’estero (Argentina e Cuba) come è capitato di recente in alcune regioni del sud Un maggiore equilibrio tra domanda di cure ed offerta potrà permettere una migliore programmazione sanitaria e quindi incrementare gli investimenti destinati ad ambiti con un maggior impatto a lungo termine, come, ad esempio, la ricerca, la sperimentazione clinica e la specializzazione in particolari patologie, anche in considerazione di quelle che sono le maggiori esigenze per cui i Siciliani oggi tendono a curarsi fuori Regione (con la perdita delle risorse che ne deriva).

• Da non sottovalutare è un ulteriore aspetto legato ad un aumento di occupazione di particolare pregio: infatti, la sede universitaria di Medicina richiederà un numero importante di professori universitari e ricercatori (oltre

Il duomo di Cefalù illuminato al crepuscolo, visto dal lungomare

Nel grafico, l’analisi effettuata sul complessivo giro d’affari che genererebbe il nuovo Corso di Laurea di Medicina di UniCamillus calcolato per un periodo di 8 anni.

che di personale amministrativo che gestisca la sede dell’Ateneo). Ciò da una parte permetterà di motivare più efficacemente i medici già operanti in Sicilia orientati a lasciarla per offerte di altre Regioni dove meglio potrebbero coniugare l’impegno assistenziale con quello accademico (naturale aspirazione per i professionisti sanitari di alta qualità), dall’altra potrà incentivare l’arrivo di professori da fuori Regione (anche provenienti da altre sedi dell’Ateneo UniCamillus), radicando ulteriore know how nelle strutture siciliane a partire, ovviamente, dal Giglio di Cefalù Infine potrebbe contribuire ad alleviare l’emorragia di giovani potenziali accademici che non trovando spazio nelle Università siciliane cercherebbero altrove una prospettiva prfessionale. Si evidenzia che UniCamillus ha attivato a tale proposito un percorso di collaborazione con le Università Siciliane, a partire, ovviamente, da quella di Palermo

• La creazione di una nuova Università richiede ingenti investimenti in logistica per la formazione: alloggi per gli studenti, biblioteche e spazi studio, punti di ritrovo per i giovani, ristorazione e molto altro, generando ragionevolmente un incremento dei consumi nel territorio a beneficio di tutte le attività locali.

Questa capacità di spesa è al momento destinata ai territori fuori regione in cui attualmente i giovani siciliani fuori sede risiedono gran parte dell’anno Dal punto di vista socio-economico si consideri che attualmente permettere al proprio figlio di studiare fuori sede, soprattutto in una grande città (si consideri ad esempio il costo medio di affitto a Roma e/o Milano) ha un impatto significativo sulle risorse di tutta la famiglia determinando per la stessa una riduzione della capacità di spesa per altri consumi o investimenti. Va da sé che sia nel caso in cui a Medicina a Cefalù si iscrivano studenti del territorio, sia che provengano da fuori Regione le relative risorse o rimarranno sul territorio o saranno aggiuntive e quindi in ogni caso tutte positive per l’economia locale

• Vi è poi un aspetto socioculturale di difficile quantificazione ma di facile intuizione Una nuova offerta formativa aiuta a garantire alle nuove generazioni locali la libertà di scegliere se studiare in altre parti d’Italia o all’estero o meno. Si consideri quanto sia diverso per i giovani poter studiare in Sicilia e poi decidere, qualora propensi, se fare un periodo di studio/esperienza in altre parti d’Italia o all’estero per arricchire la propria esperienza,

piuttosto che sentirsi “obbligati” a trasferirsi fuori Regione fin da dopo il liceo pur di non rinunciare a studiare quello che si desidera. Nel primo caso i giovani avranno la percezione che la propria Regione possa offrirgli ciò che desiderano, mentre nel secondo caso (comune ad oggi per le nuove generazioni del Sud Italia) la sensazione sarà quella di essere condannati ad “emigrare” per avere la possibilità di seguire i propri sogni. In questo secondo caso, come già accennato, la probabilità che i giovani ormai professionisti decidano, dopo anni ed anni di studi e vita fuori, di tornare nel territorio di origine appare ragionevolmente molto bassa, pur a fronte di una domanda di medici che è destinata ad aumentare.

In sintesi, una maggiore offerta di posti di Medicina a Cefalù innescherà un circolo virtuoso significativo da diversi punti di vista: il diritto allo studio, la riduzione dell’emigrazione “obbligata” dei più giovani, gli investimenti delle loro famiglie per sostenerli, l’aumento dell’occupazione, in generale il miglioramento dell’economia locale e l’incremento delle iniziative in termini di ricerca scentifica e sperimentazioni cliniche

STIMA DELL’IMPATTO ECONOMICO DELL’AVVIO

DI UN NUOVO CDL IN MEDICINA E CHIRURGIA

A CEFALÙ

L’impatto sul territorio è stato stimato secondo tre diversi livelli, impatto diretto, impatto indiretto e impatto indotto, la somma di questi è da considerare il potenziale valore aggiunto totale che la nuova sede di UniCamillus potrà apportare alla zona delle Madonie. Dal punto di vista generale i tre livelli sono più nello specifico così definiti:

1. impatto diretto: si intendono gli effetti che una struttura genera direttamente sul territorio con la sua attività produttiva diretta e con la produzione dei suoi primi fornitori (inclusi dipendenti);

2 impatto indiretto: effetti generati nel sistema economico tramite la catena produttiva formata

dai fornitori di beni e servizi di attività direttamente riconducibili al settore;

3. impatto indotto: generato attraverso le spese ed i consumi indotti dall’impatto diretto ed indiretto. Sono costituiti dall’aumento della spesa che si registra nell’area geografica di riferimento dove aumenta l’attività economica.

Nel caso in analisi, si fa riferimento all’Università come struttura aziendale che offre servizi di formazione ed è in grado di produrre un impatto diretto sul territorio attraverso i flussi finanziari in uscita tra cui gli stipendi erogati al personale docente ed amministrativo, le diverse spese per servizi e gli altri costi operativi necessari L’analisi a più livelli va a considerare inoltre l’impatto indiretto quindi include gli effetti economici di, tutte le attività strettamente collegate alla presenza dell’Università, che non sussisterebbero in sua assenza e che generano a loro volta un impatto diretto: si tratta, ad esempio, degli acquisti di beni e servizi effettuati dagli studenti

Fonte dei dati nel grafico: Rielaborazione dei dati riportati nel Report caro studi universitario di Udu e Federconsumatori (https://www.federconsum atori.it/wpcontent/uploads/2023/11/e stratto-ricerca-caro-studiudu-federconsumatori.pdf)

Con l’impatto indotto si intende l’insieme degli effetti moltiplicativi generati sul territorio in considerazione del reddito distributo a fornitori di servizi, docenti, personale amministrativo nonché alle risorse finanziarie delle famiglie trattenute in Sicilia che rappresenta un potere di acquisto addizionale, il quale produce a sua volta, attraverso maggiori consumi, effetti moltiplicativi nel sistema economico dell’area, secondo una logica keynesiana

delle Madonie, che il 15% della classe di matricole sarebbe per il 15% residente, per il 50% residente in Sicilia e per la parte restante sarebbero studenti fuori sede, Italiani o provenienti dall’estero Il nuovo corso di laurea avrà bisogno di personale docente ed amministrativo, incrementando quindi la forza lavoro richiesta nel territorio, e necessiterà inoltre di tutti i servizi di cui un’azienda può aver bisogno e quindi incrementerà il guadagno dei fornitori locali; tra le spese pianificate,

IMPATTO DIRETTO

L’analisi sull’impatto diretto è stata strutturata basandosi su un recente studio sul caro studi universitario, redatto da Udu (Unione degli Universitari) e Federconsumatori, riportato anche da un articolo de Il Sole 24ore .

Nelle foto a destra, l’Ospedale Giglio, immerso nella macchia mediterranea siciliana, presso cui si svolgono le lezioni di UniCamillus

La prima voce di impatti diretti dell’apertura del nuovo corso è infatti rappresentata dalle spese che gli studenti iscritti al nuovo corso effettueranno sul territorio dell Madonie e del resto della Regione Siciliana, si è quindi partito dalle stime delle spese annuali medie effettuate dagli studenti In media in Italia uno studente residente nel territorio dell’università che frequenta spende €9 379 per tasse universitarie, pasti, trasporti, materiali didattici, culture ed attività sociali e salute, l’importo sale ad €10 293 se si considerano gli studenti pendolari per cui è maggiore il costo dei trasporti, fino ad arrivare ad un importo di €17 498 se si considera la spesa per uno studente fuori sede che deve pagare anche l’alloggio e una minore efficienza nelle spese per i pasti Per determinare l’impatto diretto delle spese degli studenti, si è considerato, tenendo conto della popolazione del territorio

che quindi rientrato nel diretto giro d’affari prodotto, ci sono quelle legate ad organizzare un polo didattico, UniCamillus si propone infatti di ristrutturare, riorganizzare e ammodernare gli spazi che saranno ritenuti adeguati nella città di Cefalù alle attività formative dei nuovi studenti e ad eventuali residenze La necessità stimata è di circa 8 mila mq di spazi interni (inclusi anche 5 mila mq per residenze) ed altrettanti di spazi esterni e la stima di quanto gli spazi richiederebbero è di circa € 2 milioni per i primi 5 anni di attività

IMPATTO INDIRETTO

Tutte le nuove risorse così apportate in Regione creeranno per i fornitori di servizi e per i lavoratori una capacità di spesa ulteriore determinando quindi una capacità di spesa incrementate rispetto allo scenario economico del territorio precedente alla nuova università Considerando una stima dell’ISTAT sulle statistiche di consumo delle famiglie (con e senza figli) si è assunto come ricircolerebbero nel sistema economico i redditi percepiti da dipendenti e dai fornitori di UniCamillus e dai fornitori di servizi utilizzati dagli studenti

Ipotizzando prudenzialmente che per alcuni di essi lo stipendio e il guadagno sia aggiuntivo rispetto a quanto già percepito si è ipotizzato prudenzialmente che solo il 40% di tali spese viene rimesso nel sistema economico territo-

feriscono ancora una volta alla spesa che oggi le famiglie dedicano alla preparazione universitaria dei ragazzi Tra gli effetti indotti infatti si è considerata la possibilità di trattenere in Regione le spese che le famiglie siciliane

riale, tali spese rappresentano dunque l’impatto indiretto del nuovo Corso di di Laurea e si suppone si aggirino intorno a € 5 milioni annui di giro d’affari

IMPATTO INDOTTO

L’ultimo effetto è quello che considera come un nuovo Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia possa impattare il territorio nel medio-lungo termine. Il primo aspetto su cui è stato immediato soffermarsi è quello della situazione sanitaria della Regione e del territorio: si auspica infatti che anche dopo la laurea i nuovi medici formati possano trovare spazio in Sicilia relizzando così la possibilità di un positivo ribilanciamento delle cure che i Siciliani si sentono costretti a cercare fuori regione.

Nelle foto a destra, una veduta di Cefalù con l’Ospedale Giglio in primo piano in basso

Da un dato Age.na.s. del 2022 è purtroppo emerso che la bilancia della mobilità regionale della Sicilia è stata negativa per €126milioni circa. In merito l’assunzione dell’analisi, largamente prudente, è che una nuova facoltà di Medicina e Chirurgia riesca a riportare annualmente almeno l’1% delle cure fuori Regione, grazie non solo alle nuove figure mediche ma anche all’incremento dell’attività di ricerca e al miglioramento del network dei professionisti che UniCamillus di propone di incentivare. Gli ultimi aspetti analizzati si ri-

avrebbero pagato per i propri figli andati a studiare Medicina fuori Regione Ci si ricollega quindi allo studio indicato sul caro studi Anche sotto questo aspetto infatti un’offerta formativa aggiuntiva porta con se un incremento delle possibilità di consumo delle famiglie, stimato in circa € 3 milioni annui, importo altrimenti destinato dai genitori a spese fuori regione volte a garantire un futuro universitario ai propri figli In riferimento all’impatto economico indotto da un nuovo polo universitario vi sono senz’altro ulteriori considerazioni da fare, come ad esempio le spese aggiuntive in termini di alloggio, ristorazione e turismo che potrebbero sostenere i familiari dei nuovi studenti fuori sede ed internazionali che verrebbero a studiare a Cefalù, così come altri impatti relativi all’effetto di nuove attività ed incremento della giovane popolazione nei comuni limitrofi delle Madonie, come ad esempio un incremento del valore degli immobili e dei locali commerciali, dei servizi di ristorazione e ricreativi, e altri effetti derivanti dalla rinnovata attrattività e vitalità del territorio In definitiva si consideri, come detto prima, che la Sicilia sconta ancora una crescita dell’emigrazione “intellettuale”, soprattutto verso il Nord Italia, nonché un graduale innalzamento dell’età media della popolazione, che iniziative di investimento come quelli destinati ad un polo universitario aiuterebbero senza dubbio a contrastare

ACADEMIC LIFE

IL VESCOVO DI CEFALÙ SALUTA CON ENTUSIASMO

News

L’ARRIVO DI UNICAMILLUS: “INVESTIMENTO PROFETICO PER LA COMUNITÀ”

Intervista a Sua Eccellenza, Monsignor Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù

a cura di Giorgia Martino

UIl duomo di Cefalù, noto anche come Basilica Cattedrale della Trasfigurazione, è un monumento nazionale dal 1941 e, dal 2015, un Patrimonio dell’Umanità. L’UNESCO l’ha infatti inserita nell’ambito dell’Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale. È inoltre sede della Diocesi locale, suffraganea dell’arcidiocesi di Palermo, appartenente alla regione ecclesiastica di Sicilia.

A capo della Diocesi di Cefalù c’è Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe Marciante che dell’arrivo di UniCamillus in città

“Sono pienamente convinto che l’approdo di un’università nella nostra cittadina determinerà un’inarrestabile e salutare crescita culturale“

è stato il primo sostenitore sin dai primordi di questa iniziativa Eccellenza, Cosa significa per la comunità di Cefalù l’arrivo di una sede universitaria in città?

“Con l’arrivo di una sede universitaria nella nostra Cefalù ci troviamo di fronte ad una proposta formativa che ha come destinatari privilegiati quei tanti giovani della Sicilia che sognano di diventare medici. È un investimento profetico perché guarda con occhi sapienti al domani delle nostre comunità, delle nostre vite Ai giovani viene offerta la possibilità di

raggiungere questo ambito traguardo rimanendo, per certi aspetti, tra le mura di casa, in famiglia. Spesso l’accesso agli studi universitari dei propri figli fuori sede comporta un elevato costo economico che non tutte le famiglie sono nelle condizioni di potere sostenere E così alcuni studenti sono costretti anche a non dare più ascolto alla propria vocazione e ad optare a malincuore per altre scelte di vita L’approdo di una sede universitaria a Cefalù spalanca le porte ai sogni di chi, non per sua scelta, si ritrova nella condizione di non essere un figlio di papà Sono anche pienamente convinto che la presenza di una sede universitaria nella nostra cittadina determinerà un’inarrestabile e salutare crescita culturale che coinvolgerà tutto il nostro territorio. Pensando al vastissimo campo della medicina con tutte le sue branche non posso non pensare all’apertura di circuiti scientifici e culturali che incrementerebbero la crescita della qualità delle nostre vite. Inoltre, potrebbero contribuire a custodire tutto ciò che si lega alla dignità dell’uomo Il flusso di professori universitari, ricercatori, studenti, del personale tecnico e amministrativo; l’avvio di convegni,

L’abside del duomo di Cefalù

Nella foto a destra, S E il Vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante

tavole rotonde, momenti di dibattito e confronto darebbero una battuta d’arresto a tutto quel processo di impoverimento culturale che attanaglia il modus pensandi, vivendi e operandi delle nostre società in questo travagliato momento storico”

Molti giovani siciliani ogni anno si devono trasferire in altre regioni per andare a studiare. Quanto impatterà nei prossimi anni secondo lei al livello sociale, l’apertura di una facoltà di Medicina nella provincia di Palermo per limitare questo fenomeno?

“Non è facile fare delle lucide e sicure proiezioni sull’impatto che potrebbe avere nel futuro a livello sociale l’apertura di una facoltà di medicina nella provincia di Palermo. Le nostre speranze sono tante. Si potrebbe porre un freno allo spopolamento, all’inarrestabile desertificazione di tutti i nostri Comuni Potrebbe anche fornire un valido c o n t r i b u t o n e l l o s m o rz a r e l ’ e m o r r a g i a d e i c e r v e l l i d i quell’esercito di giovani talentuosi e pensanti che sono costretti a investire altrove, anche oltre oceano, la bellezza dei loro carismi. Occorre una buona partenza, una presentazione completa ed esaustiva di tutto il progetto Siamo di fronte ad una proposta che vuole gettare un faro di luce ai nostri facili pessimismi, alle tante note funebri di disfattismo e di immediata rassegnazione che consegniamo alle nuove generazioni É un percorso che va incoraggiato; sostenuto; un cammino che coinvolge non solo docenti e studenti, ma tutte le istituzioni presenti nel nostro territorio che hanno a cuore la costruzione del domani”.

“Quello

ricerca che hanno come destinatari privilegiati l’uomo e la vita, c’è sempre un percorso di redenzione, di santificazione Ogni qual volta che l’uomo è chiamato a mettersi al servizio del fratello, a prendersi cura del fratello, è facitore della storia della salvezza che ha nell’ oggi, nel qui ed ora, la sua dimensione spaziale e temporale”.

La città di Cefalù, come la Sicilia tutta, è stata nella storia un crocevia culturale di t ant i popoli, religioni e radici different i. Quanto e in che modo incide secondo lei il lavoro di un’università, dalla dichiarata vocazione internazionale, quale è UniCamillus, nei processi di integrazione non sempre facili che il mondo di oggi, sempre più globalizzato, impone nella società occidentale? E quali insegnamenti si possono trarre dal passato in questo senso?

di UniCamillus è un percorso che va incoraggiato; un cammino che coinvolge tutte le istituzioni presenti nel nostro territorio“

UniCamillus si ispira ai valori di un uomo come Camillo De Lellis, avvicinatosi però alla religione e poi divenuto Santo solo in un secondo momento della sua vita. C’è una sorta di parallelismo simbolico tra quel percorso di redenzione e quello di accrescimento culturale che laicamente l’università può offrire ai giovani?

“Dove si coltiva la cultura, dove si attivano tutti gli strumenti tesi a favorire lo studio e la

“La città di Cefalù è posta in un’isola che sta al centro del Mediterraneo. La sua cultura, le sue radici hanno sempre avuto nella diversità culturale un canale di ricchezza. I cittadini di Cefalù conoscono bene il valore dell’accoglienza, del dialogo e del confronto Non temono le nuove idee Di generazione in generazione sono stati immersi nelle onde delle tante trasformazioni epocali che sono state accolte come sfide da governare con saggezza e audacia Se UniCamillus ha come suo distintivo una dichiarata vocazione internazionale trova nella cittadina di Cefalù una sua sorella gemella o, meglio, una sorella maggiore o addirittura una madre. Come ha ben affermato Fernand Braudel: «Attorno al Mediterraneo tutto si mescola e si ricompone in una unità originale». Ecco perché la complessità dell’area del Mediterraneo non può incuterci paura. Come è successo nel passato. Ecco perché una politica per il Mediterraneo che guardi all’integrazione tra popoli e culture, può partire da Cefalù. Può muovere i suoi passi anche dall’arrivo di una facoltà di medicina Dal mare Mediterraneo e dal mare della cultura si costruiscono nuovi ponti Con i mattoni della speranza che ha come suo cemento la storia”

L’isola di Alicudi, dell’arcipelago delle Eolie, vista da Cefalù
La sede del Ministero della Salute a Roma, nel quartiere EUR

I PASSI GIÀ FATTI E QUELLI ANCORA DA FARE DAGLI ENTI E DALLE ISTITUZIONI PER ADEGUARE

IL SSN ALLA SOCIETÀ DI OGGI

La Professoressa Bozzola è docente di Pediatria Generale e Specialistica in UniCamillus. In passato ha collaborato con varie istituzioni tra le quali il Ministero della Salute, ENPAM, AGENAS, AIFA, e varie Società Sicentifiche e Advisory Boards Nazionali ed Internazionali

La salute è un diritto di tutti, tutelato dalla Costituzione Italiana, articolo 32. Nel 1978, l’istituzione di un Servizio sanitario nazionale (SSN), pubblico e universale, con lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale alla erogazione equa delle prestazioni sanitarie, costituisce uno dei momenti più importanti nella definizione degli assetti e delle politiche della Repubblica Italiana. La salute, dunque, viene intesa non soltanto come bene individuale ma soprattutto come risorsa della comunità, attraverso una organizzazione capillare sul territorio nazionale i cui servizi sono erogati dalle Aziende sanitarie locali, dalle Aziende ospedaliere e da Strutture private c o n v e n z i o n a t e c o n i l S S N . L’obiettivo è quello di fornire, in modo uniforme, i Livelli essenziali di assistenza alla popolazione. In questo contesto, i livelli essenziali delle prestazioni rappresentano le soglie minime di servizi che devono essere garantite su tutto il territorio nazionale, come esplicitamente previsto dall’articolo 117 della Costituzione. I principi su cui si basa il nostro SSN sono l’uguaglianza e l’equità. In altre parole, i cittadini devono poter accedere alle prestazioni del SSN senza nessuna distinzione di condizioni individuali, sociali ed economiche, eventualmente contri-

buendo con un ticket che varia per ogni singola prestazione. A tutti i cittadini va inoltre garantita parità di accesso in rapporto a uguali bisogni di salute, il che rappresenta il risultato di un lavoro condiviso tra Stato, Regioni, Province autonome e Società scientifiche. I tre grandi Livelli individuati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 12 gennaio 2017 in sostituzione del DPCM 29 novembre 2001, includono la prevenzione collettiva e sanità pubblica, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli, l’assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e socio-sanitari diffusi sul territorio e l’assistenza ospedaliera. Affinché i livelli essenziali di assistenza possano essere aggiornati in modo continuo, sistematico, basandosi su regole chiare e criteri scientificamente validi, è stata istituita la Commissione nazionale per l’aggiornamento e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale con il compito di provvedere all’aggiornamento continuo del contenuto e con l’obiettivo di creare un Servizio sanitario nazionale che sia sempre al passo con le innovazioni tecnologiche e scientifiche e con le esigenze dei cittadini. Nonostante gli sforzi del SSN di stare sempre al passo con i tempi, diverse criticità restano

Elena Bozzola

Misurazione della pressione di una bambina in un reparto di pediatria

pur sempre presenti, tra cui in primis la difficoltà nel rispondere alla diffusione esponenziale delle patologie croniche, legata anche ad un progressivo incremento della aspettativa di vita e delle opzioni terapeutiche. Questa situazione è poi ulteriormente peggiorata con la recente pandemia Covid 19 che ci ha inevitabilmente portato a riflettere sulla necessità di rivedere gli assetti dell’organizzazione sanitaria a 360 gradi, includendo cioè anche l’età pediatrica, sebbene meno duramente colpita dalla pandemia. Un milione di bambini con patologie croniche complesse durante le fasi più acute della pandemia si sono trovati nella impossibilità di seguire i controlli previsti, di raggiungere i centri ospedalieri e spesso anche gli ambulatori dei pediatri di famiglia, con conseguenze negative sia sul piano clinico e sia sul piano psicologico Minor accesso ai servizi sanitari ha significato inoltre ritardo diagnostico laddove la tempestività della dia-

gnosi può essere decisiva per evitare complicanze anche fatali, come nel caso di bambini con diabete, con malattie rare e disabilità complesse, con asma e problemi respiratori. Inoltre, il sovraccarico di ospedalizzazioni di pazienti affetti da SARS-CoV-2 ha ulteriormente contribuito a focalizzare l’attenzione di sanitari e pubblico sul Covid-19, riducendo quella diretta ad altre patologie, con rischio di disabilità e morte. Le Società Scientifiche, Enti ed Istituzioni hanno cercato di attutire i danni indiretti del Sars Cov2 mettendo in atto politiche e procedure, raccomandazioni e strumenti opportuni La capacità di risposta mostrata in piena pandemia, con le disposizioni socio-sanitarie, la campagna vaccinale, l’impegno del personale sanitario, specie ospedaliero, è sicuramente un vanto del SSN. Si è in molti casi ovviati ai controlli sanitari grazie a un maggior e più capillare ricorso alla telemedicina, che ha offerto una possibile compensazione, almeno

parziale, al contatto medico-paziente L’implementazione e applicazione della telemedicina è una realtà già operativa e che sta affinandosi e perfezionando nei vari ambiti delle cure e, in questo senso, le regioni hanno già deliberato o stanno deliberando per la regolamentazione e rimborsabilità delle prestazioni erogate in modalità di telemedicina. Tutte le analisi di tipo valutativo sulle performance della sanità italiana concordano negli ultimi anni nel certificare l’alto livello qualitativo del SSN italiano, ma molti passi avanti devono essere ancora compiuti. Tra le sfide che si trova ad affrontare il SSN vi è indubbiamente anche quella legata ai carichi crescenti delle famiglie per la cura dei disabili, dei malati terminali, degli anziani non autosufficienti Con l’istituzione degli Hospice, per la prestazione di cure palliative, definite nel 1990 dall’OMS come la cura attiva del paziente con malattia non rispondente al trattamento, in cui è fondamentale il controllo del dolore e degli altri sintomi, dei problemi psicologici, sociali e spirituali, sicuramente un notevole passo avanti è stato fatto. Rimane tuttavia il problema della loro distribuzione capillare sul territorio, che risulta ancora più ridotta quando si considera l’età pediatrica Come sottolineato dalla Società Italiana di Pediatria e dalla Società Italiana di Neonatologia, le cure palliative per neonati e bambini sono garantite solo al 15-18% dei neonati/bambini che ne hanno bisogno. Ben sette regioni sono sprovviste di strutture dedicate alle cure palliative e alla terapia del dolore in età pediatrica; le restanti regioni hanno messo in atto iniziative ed attività piuttosto eterogenee e non del tutto aderenti a quanto raccomandato dalle Leggi e dalle normative vigenti. In particolare, 10 regioni e due province autonome hanno istituito il Centro di riferimento regionale di terapia del dolore e cure palliative pediatriche; in altre 2 regioni esistono dei Centri/Servizi che non sono ancora riconosciuti a livello istituzionale come Centro di riferimento Solo 3 Regioni hanno attivato tutti gli anelli della Rete come previsto dalla normativa (Domicilio, Hospice pediatrico, Ospedale) Nella maggior

parte delle strutture è carente la continuità assistenziale (solo il 36% offre reperibilità h24, 7 giorni alla settimana) e solo 6 Centri di riferimento possono contare su una Équipe dedicata, con competenze specifiche. Siamo, quindi, in presenza di una situazione che, è causa di inevitabili disuguaglianze nell’accesso alle cure dei nostri cittadini in età pediatrica e in particolare quelli delle Regioni del Sud, che già attualmente sono penalizzati da una mortalità neonatale e infantile significativamente più alta rispetto ai loro coetanei delle regioni centro-settentrionali.

Tutte le analisi di tipo valutativo sulle performance della sanità italiana concordano negli ultimi anni nel certificare l’alto livello qualitativo del SSN italiano

Siamo in altre parole di fronte alla mancata realizzazione di un vero universalismo e alla persistenza di grandi squilibri territoriali tra aree diverse in termini di offerta sanitaria E che risulta ancora più evidente leggendo il report di Save the Children, che chiede un maggior impegno delle istituzioni a tutti i livelli per assicurare una rete di servizi di prevenzione e cura per l’infanzia e l’adolescenza all’altezza delle necessità, con un investimento mirato nelle aree più deprivate. I divari territoriali sono evidenti, già a partire dalla nascita Sebbene nel panorama mondiale il Servizio Sanitario nazionale si posizioni come una eccellenza per la cura dei bambini, sia dal punto di vista delle professionalità che della universalità di accesso alle cure, le disuguaglianze territoriali sono molto accentuate. Secondo i dati ISTAT disponibili, il tasso di mortalità infantile (entro il primo anno di vita) è di 1,8 decessi ogni 1000 nati vivi in Toscana, ma diviene quasi doppio in Sicilia (3,3) e più che doppio in Calabria (3,9) Ma non solo: al Sud i servizi di prevenzione e cura sono più carenti, minore la spesa pubblica sanitaria e sono più lunghe le distanze da percorrere per ricevere assistenza, soprattutto per le patologie più gravi. Il che porta alla mobilità sanitaria per ricevere assistenza in strutture sanitarie del Centro e del Nord, soprattutto per le patologie più gravi. I dati del “Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero – SDO 2019” pubblicato dal Ministero della Salute hanno messo in luce che i bambini/ragazzi residenti nel Mezzogiorno

rispetto a quelli residenti nel Centro-Nord sono stati curati più frequentemente in altre Regioni (11,9% contro 6,9%), numero che cresce sensibilmente soprattutto quando si considerano i ricoveri ad alta complessità, (21,3% vs 10,5% del Centro-Nord). Il costo della migrazione sanitaria dal Mezzogiorno, dove risiede circa il 35% dei bambini/ragazzi, verso altre Regioni è stato di 103,9 milioni di euro pari al 15,1% della spesa totale dei ricoveri e l’87,1% di questo costo (90,5 milioni di euro) ha riguardato la mobilità verso gli ospedali del Centro-Nord. Le disuguaglianze si amplificano nei bambini stranieri per effetto di barriere linguistiche, storie migratorie, condizioni sociali ed economiche, ostacoli burocratici e amministrativi. Barriere linguistiche e sociali influenzano il comportamento delle donne in gravidanza, comportando maggiori rischi per la salute della mamma e del neonato, con più nascite pretermine, infezioni, malformazioni, asfissia, distress respiratorio.

Tra le sfide che devono essere affrontate, un cenno non può mancare riguardo alle terapie intensive, come ricordato dalla Fiarped, ovvero la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica Oltre 100 mila minori ogni anno in Italia vengono assistiti in reparti non pediatrici. A 15 anni dalla diffusione della Carta AbioSocietà Italiana di Pediatria che si proponeva di indicare i presupposti per il rispetto dei diritti del bambino in ospedale, tali diritti non sono quindi pienamente applicati in maniera equa e omogenea sul territorio nazionale, soprattutto negli ospedali generali che non hanno uno specifico indirizzo pediatrico. Certo, non aiuta la difficoltà a sostenere le spese di produzione dei servizi, per il costo crescente delle tecnologie e dei farmaci e per la crescita continua della domanda di prestazioni a cui si trova a che fare il nostro SSN. La spesa farmaceutica privata e gli acquisti diretti di farmaci superano i limiti stabiliti, con uno sforamento di circa 3,2 miliardi di euro nel 2023; la gestione dei dispositivi medici presenta uno sforamento del tetto di 7,3 miliardi nel triennio

2019-2022 Tra i problemi da risolvere non va neppure dimenticata la cosiddetta “fuga dagli ospedali” dei camici bianchi italiani. Sono quasi 40mila i professionisti che hanno lasciato il nostro Paese negli ultimi cinque anni, attratti da migliori condizioni lavorative e stipendi più elevati E a cui l’Italia cerca di far fronte con il reclutamento degli specializzandi a partire dal secondo anno del corso di formazione specialistica.

Le disuguaglianze si amplificano nei bambini stranieri per effetto di barriere linguistiche, storie migratorie, condizioni sociali ed economiche, ostacoli burocratici e amministrativi

Infine, il SSN si trova ad affrontare l’aumentata richiesta di assistenza per problemi di salute mentale, disagio psicofisico, ansia e della depressione che insorgono sempre più precocemente, già in età pediatrica e che rappresentano un burden economico e sociale rilevante, specie in epoca post-Covid 19 A tal proposito, un’indagine della Società Italiana di Pediatria parla di un incremento di +84% di accesso ai Pronto Soccorso italiani per patologia neuropsichiatrica. Nel dettaglio, le patologie per le quali si è osservato un maggiore incremento percentuale degli accessi sono state ideazione suicidaria (+147%), depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78,4%). E con esordio sempre più precoce, basti pensare che i disturbi alimentari, un tempo associati all’epoca adolescenziale, colpiscono sempre prima, con bambine e bambini che già a 8 anni manifestano i segnali predittivi e che possono richiedere ospedalizzazione prolungata. Pertanto, tra le sfide del SSN vi deve essere quella di potenziare i servizi di neuropsichiatria infantile sul territorio e a livello ospedaliero, attualmente numericamente non sufficienti per garantire l’assistenza ai minori e con una distribuzione non equa. Il 30% dei ricoveri per disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva avviene in reparti psichiatrici per adulti, nonostante tale collocazione sia gravemente inappropriata. Da qui la richiesta della Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica al Ministero della Salute di almeno un’unità complessa ogni 150.000-250.000 abitanti, con equipe multidisciplinare completa

WHAT HAS BEEN DONE AND WHAT STILL NEEDS TO BE DONE BY ORGANISATIONS AND INSTITUTIONS TO ADAPT THE NATIONAL HEALTH SERVICE TO TODAY’S SOCIETY

and

Pediatrics at UniCamillus. In the past, she has collaborated with various national and international institutions.

The principles on which Italy’s National Health Service (NHS) is based are equality and fairness. In order for the essential levels of care to be continuously and systematically updated, and based on clear rules and scientifically valid criteria, the National Commission for the Updating and Promotion of Adequacy on the NHS has been established. This has the task of providing for the continuous updating of content, with the aim of keeping the NHS up to date with technological and scientific innovations as well as the new needs of citizens In spite of the NHS’s efforts to keep up with the times, several critical issues remain, including first and foremost the difficulty in responding to the exponential spread of chronic diseases. This situation has further deteriorated with the recent COVID-19 pandemic, which has inevitably led us to reflect on the need to review the organisation of healthcare across the board, including paediatric care. One million children with complex chronic illnesses during the most acute phases of the pandemic found themselves unable to attend scheduled check-ups, to reach out to hospital centres or paediatricians’ offices, with negative consequences both clinically and psychologically Scientific Societies, Organisations and Institutions have tried to mitigate the indirect damage of SARS-CoV-2 by putting in place appropriate policies and procedures, recommendations and instruments. The responsiveness shown in the midst of the pandemic, with the social and health provisions, the vaccination campaign, and the commitment of health staff, especially in hospitals, is certainly a boast for the NHS. All the evaluative analyses on the performance of the Italian healthcare system in recent years certify the high-quality level of the NHS, but many steps forward still have to be taken. Among the challenges facing the NHS is undoubtedly that of the growing burden on families to care for the disabled and terminally ill relatives, as well as the non-self-sufficient elderly. Furthermore, as pointed out by the Italian Society of Paediatrics and the Italian Society of Neonatology, palliative care for infants and children is only guaranteed to 15-18% of those who need it, and in most facilities there is a lack of continuity of care only 36% offer 24-hour, 7-day-a-week availability. We are, therefore, in a situation that is the cause of inevitable inequalities in terms of access to care for our citizens of paediatric age, and in particular those in the southern regions, who are already penalised by a significantly higher neonatal and infant mortality rate than their peers in the central-northern regions. Although in the world panorama our NHS is an excellence in child care, both from the point of view of professionalism and universality of access to care, territorial inequalities are very pronounced. This leads to health mobility, to receive care in health facilities in the Centre and North of our country, especially for more serious illnesses. Data from the Annual Report on Hospitalisation showed that, compared to children/young people living in the Centre-North, those in the South more frequently received treatment in other regions (11.9% vs. 6.9%). This number grows significantly when considering high-complexity hospitalisations (21 3% vs 10 5% in the Centre-North) Inequalities are amplified in foreign children due to language barriers, migration histories, social and economic conditions, bureaucratic and administrative obstacles. Language and social barriers influence the behaviour of pregnant women, leading to greater health risks mothers and babies, with more preterm births, infections, malformations, asphyxia and respiratory distress Among the challenges to be met, we cannot fail to mention intensive care, as recalled by Fiarped, the Federation of Paediatric Scientific Societies and Associations Over 100,000 children are cared for on non-paediatric wards in Italy every year 15 years ago, the Italian Society of Paediatrics disseminated the Abio Charter, setting out the prerequisites for respecting children’s rights in hospital. However, to this day, these rights are not applied equally and homogeneously throughout the country, especially in general hospitals that do not have a specific paediatric focus Among the problems to be solved, the so-called ‘flight from hospitals’ of Italian white-collar workers should not be forgotten either. Almost 40,000 professionals have left our country over the past five years, attracted by better working conditions and higher salaries. Italy is trying to cope with this by recruiting trainees from the second year of the Residency training programme Also, our NHS is being faced with an increased demand for care for mental health problems, psychophysical discomfort, anxiety and depression, which arise at an increasingly early age, already in childhood, and which represent a significant economic and social burden, especially after the COVID-19 pandemic One of the challenges for the NHS must therefore be to strengthen child neuropsychiatry services on the territory and at hospital level, since they are currently insufficient to guarantee care for minors, which is also unequally distributed across the country 30% of admissions for developmental neuropsychiatric disorders currently take place on adult psychiatric wards, themselves regarded as seriously inadequate.

Una studentessa in uno dei laboratori di UniCamillus. In Italia l’1,32% del Pil, da risorse private e pubbliche, viene investito nella ricerca in tutte le aree

EVOLUZIONE DELLA RICERCA BIOMEDICA E DEI

FINANZIAMENTI IN ITALIA

di Giuseppe Ippolito

Il professor Ippolito è docente di Malattie Infettive

nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia di Unicamillus

Senza la ricerca non c’è aumento della conoscenza, e di conseguenza non ci può essere sviluppo verso un futuro migliore. È difficile fare un elenco dei principali progressi della medicina Recentemente Peter Hogg ha tentato di identificare, in ordine cronologico, i 10 principali avanzamenti della medicina che sono stati determinanti a salvare milioni di vite: i vaccini (1796); l’anestesia (1846); la teoria dei germi (1861); l’imaging medico (1895), gli antibiotici (1928); i trapianti di organi (1954); i farmaci antivirali (anni ‘60); l’immunoterapia (anni ‘70) e l’intelligenza artificiale (21° secolo) È evidente che l’elenco è soggettivo e non è completo, ma è utile a comprendere che ogni scoperta medica rivoluzionaria ha aperto nuovi fronti di comprendere aspetti fondamentali per la diagnosi ed il trattamento delle malattie.

poco più di 150 anni si è assistito ad un grande aumento dell’ attesa di vita alla nascita.

Giuseppe Ippolito

SVILUPPO DELLE CONOSCENZE IN BIOMEDICINA E RELATIVO IMPATTO

Come ipotizza Jared Diamond nel suo affascinante libro Guns, Germs and Steel: The Fates of Human Societies, le malattie, soprattutto quelle infettive, sono state uno dei principali fattori condizionanti lo sviluppo delle società, con ampie differenze geografiche, legate a fattori politici, economici e sociali In Italia, come negli altri paesi occidentali, nell’arco di

Si è passati da poco più di 30 anni del 1860 agli oltre 83 del 2023. In questo arco temporale così lungo, tanto da rendere difficili comparazioni esatte, si sono registrati tutti quei fattori che Diamond aveva ipotizzato.Negli ultimi 60 anni l’incremento è stato di circa 20 anni, nei quali l’avanzamento delle conoscenze scientifiche è stato impressionante ed in alcuni casi rivoluzionario Oltre ai vaccini (antivaioloso e antipolio nel 1955) e gli antibiotici sono stati i principali determinanti del controllo delle malattie nei primi tre quarti del secolo passato Contestualmente nei primi anni 40 del 900 sono stati scoperti i primi antitumorali (antifolati). Nei primi anni 70 sono state utilizzate le prime terapie antirigetto per i trapianati Negli stessi anni venne registrato il primo anticorpo monoclonale per la cura dei tumori In coincidenza della fine dello scorso millennio la medicina cambia faccia e diventa una sempre più tecnologica grazie, sia agli avanzamenti di strumenti diagnostici, che per la disponibilità di trattamenti basati su nuove tecnologie A metà degli anni 90 l’angioplastica coronarica diventa una procedura largamente disponibile nei paesi occidentali, come anche il sequenziamento di un gene, che fa aumentare il

rischio di tumori al seno e/o all’ovaio Si apre così la possibilità di valutazioni su base genetica e dopo poco viene prodotto un anticorpo monoclonale umanizzato Solo meno di 30 anni fa venivano scoperti i primi antivirali efficaci per l’HIV da cui hanno avuto origine degli antivirali ad azione diretta che hanno cambiato, a partire dal 2013, la storia dell’epatite virale C. L’introduzione della Pet/Ct (tomografia computerizzata a Raggi X con tomografia a emissione di positroni) all’inizio del 2000 combina una diagnostica anatomica con una funzionale che si diffonderà rapidamente soprattutto in ambito oncologico. Questi sono solo esempi dei risultatati di ricerche che hanno avuto un rilevante impatto sulla qualità e quantità di vita delle persone

I CAMBI DI PARADIGMA DELLA RICERCA

La mappatura dei geni del genoma umano (Progetto Genoma Umano) all’inizio egli anni 2000 grazie ad una collaborazione tra Stati Uniti e Regno Unito, ha modificato in maniera sostanziale il modo di far ricerca in molti campi della ricerca biomedica. Nel 2015 il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, con 215 milioni di dollari, lanciò la Precision Medicine Initiative per sviluppare trattamenti personalizzati sulle base delle caratteristiche genetiche del singolo paziente. Solo 2 anni dopo la FDA americana approvava il primo trattamento basato sulle CAR-T. Un approccio che ha avuto successo per alcuni pazienti e per alcune condizioni morbose, come ad esempio alcuni tumori e le malattie rare. Dal 2015 stato effettuato un grande investimento su questo tema dai paesi occidentali, Italia compresa sia con fondi nazionali che europei La Juniper Research, una società inglese specializzata in analisi nel settore delle nuove tecnologie, stima che a livello globale la spesa per la medicina di precisione raggiungerà i 132,3 miliardi di dollari entro il 2027, con un un aumento rispetto al 2022 del 270%. La stessa società stima che questo sia risultato di tecnologie e infrastrutture emergenti, come l’intelligenza artificiale, che ha un grande impatto sulla medicina di precisione, oltre alla necessità del settore sanitario di aumentare l’efficienza in un contesto di crisi economica.

QUANTO VIENE INVESTITO IN RICERCA

Il recente rapporto OECD fornisce dati sulle risorse destinate alla ricerca e allo sviluppo nei diversi paesi Il parametro utilizzato per la comparazione è la spesa interna lorda in ricerca e sviluppo, per tutte le aree e derivanti da tutte le fonti di finanziamento nel singolo paese in percentuale sul prodotto interno lordo dello stesso paese (GERD) (figura p.38). Appare evidente che l’Italia con 1,32 si colloca oltre il trentesimo posto, molto al di sotto del 2,1 dell’Europa a 27, al 2,2 della Francia, al 2,7 di tutti i paesi OECD ed al 2,9 del Regno Unito, al 3 del Giappone, al 3,4 della Svezia ed al 3,6 degli Stati Uniti, per non parlare del 5,2 della Corea del sud o del 6 di Israele Bisogna sottolineare che, nonostante il livello di finanziamento per la ricerca sia limitato, la agenzia Clarivate colloca i ricercatori italiani più citati al decimo 10 posto al mondo per numero di citazioni delle pubblicazioni scientifiche di buon livello. Un parametro di grande rilevanza ai fini della valutazione dell’impatto della ricerca. Come è naturale attendersi a livello mondiale al primo posto figurano i ricercatori statunitensi, poi cinesi, inglesi, e tedeschi

QUANTO VIENE INVESTITO IN RICERCA BIOME-

DICA IN ITALIA

L’1,32% del Pil corrisponde a 27 miliardi da fonti sia pubbliche che private, per ricerca e sviluppo in tutte le aree. Dei 27, l’11% (3 miliardi) è destinato alla ricerca e sviluppo in ambito biomedico, e provengono da Ministeri, Regioni, Province, Comuni, organizzazioni non governative, Fondazioni ed istituti bancari, aziende private, altre organizzazioni e associazioni. Il contributo alla ricerca biomedica da parte delle organizzazioni non profit in Italia è circa il 10% del totale, ed è basato, in molti casi, su bandi competitivi con rigidi processi di valutazione tra pari La mancanza di una unica struttura che governi tutta la ricerca biomedica rende difficile una precisa quantificazione dei finanziamenti. Come anche l’utilizzazione di criteri di valutazione e finanziamento non uniformi trai diversi erogatori e la mancanza di una valutazione di impatto esterna ed indipendente. Negli Stati Uniti il

Rapporto ResearchAmerica 2022 riporta che i miliardi di dollari per la ricerca e sviluppo in campo medico e sanitario sono 245,1 È interessante notare che solo il 25% dell’investimento americano proviene da dipartimenti e agenzie federali; il 60 % dall’industria privata; il 7% circa da fondi propri delle università e istituti ricerca; l’1,2% da fondazioni, associazioni sanitarie di volontariato e organizzazioni professionali; circa l’1% dai governi degli stati. Sempre negli USA, dal 2016 al 2020, l’industria ha aumentato i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo in ambito medico e sanitario del 42,8%, il governo federale del 53,5%, gli istituti accademici e di ricerca del 19,6% ed i governi degli stati del 5,9%. In Italia la ricerca finanziata da privati è inferiore a quella di altri paesi occidentali, sia per il basso numero di aziende di grandi dimensioni, che per un sistema industriale a media e bassa intensità tecnologica

I FINANZIAMENTI PUBBLICI PER IL SETTORE BIOM E D I C O R E S I D I S

ULTIMI 5 ANNI

Negli ultimi 5 anni una grande quantità di risorse pubbliche sono state rese disponibili, che si sono andate ad aggiungere ai flussi di finanziamento ordinariamente gestiti dai singoli ministeri ed enti, ed alla quota per la ricerca biomedica dei programmi europei. Vengono di seguito riportati sinteticamente i principali recenti finanziamenti erogati da Ministero della Salute (MdS), Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Questo investimento è stato reso possibile dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), incluse le risorse messe in campo dall’Italia con il Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC) e dal Piano Operativo Salute (POS)

PRINCIPALI FINANZIAMENTI MUR

• PNRR: un programma complessivo per sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo, promuovere l’innovazione e la diffusione delle tecnologie e a rafforzare le competenze.

• PNRR: tre partenariati estesi in ambito biomedico per complessivi 350 milioni per ri-

cerca Hub e Spoke su: diagnostica e terapie innovative nella medicina di precisione; neuroscienze e neurofarmacologia; malattie infettive emergenti;

• Il “Tuscany Health Ecosystem (THE), con 110 milioni di euro, che è l’unico dedicato alle scienze della vita e copre 10 diversi ambiti di ricerca;

• Il Centro Nazionale di Ricerca per lo “Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA”, 320 milioni di euro;

• PNC: 500 milioni per progetti destinati a iniziative per migliorare la diagnosi, il monitoraggio e le cure, incluse quelle riabilitative in tema di robotica e strumenti digitali, monitoraggio a distanza, reingegnerizzazione dei processi e data mining.

PRINCIPALI FINANZIAMENTI MDS

• POS: 194 milioni di euro su cinque traiettorie di sviluppo: Active & Healthy Ageing - Tecnologie per l’invecchiamento attivo e l’assistenza domiciliare; eHealth, diagnostica avanzata, medical device e mini invasività; Medicina rigenerativa, predittiva e personalizzata; Biotecnologia, bioinformatica e sviluppo farmaceutico; “Nutraceutica, nutrigenomica e alimenti funzionali;

• PNRR: 524 milioni di euro i programmi: Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale; e valorizzazione e potenziamento della ricerca biomedica del SSN; ricerca nel campo delle: malattie rare e tumori rari; malattie croniche non trasmissibili, ad alto impatto sui sistemi sanitari e socio-assistenziali; proof of concept per colmare il gap tra ricerca e industria;

• PNC: oltre 400 milioni di euro l’ecosistema innovativo della salute per la creazione, con un approccio Hub e Spoke, Rete di: centri di trasferimento tecnologico (NTT); il rafforzamento e sviluppo qualitativo e quantitativo di Hub life science (LSH) nel settore delle Terapie Avanzate (LSH-TA), della Diagnostica Avanzata (LSH-DA), della Digital Health per la medicina di prossimità (LSH-DH). Inoltre la Fondazione Biotecnopolo di Siena, vigilata dai Ministeri dell’Economia e delle Finanze (MEF), MdS e MUR con sede a Siena, con funzioni di hub anti-pandemico.

Spesa interna lorda per ricerca e sviluppo in percentuale al PIL

PRINCIPALI FINANZIAMENTI MIMIT

• A solo titolo di esempio nel solo ultimo anno 23 milioni di euro per 3 accordi per l’innovazione nel campo della ricerca e del settore biomedico-farmaceutico finalizzati alla produzione di nuovi vaccini, alla realizzazione di una piattaforma innovativa per la diagnosi e la terapia di pazienti affetti da patologie cronico-degenerative ed alla realizzazione di dispositivi medici e integratori alimentari per la prevenzione delle malattie degenerative oculari sviluppare dispositivi oftalmici e formulazioni nutraceutiche;

• Con il Bando 2023 programmi di Medicina di precisione e Digital health attraverso la fondazione vigilata ENEA Tech e Biomedical. Questa promuove il potenziamento della ricerca, lo sviluppo e la riconversione industriale del settore biomedicale, anche attraverso la realizzazione di poli di alta specializzazione Inoltre gestisce per conto del MIMIT il ‘Fondo per il Trasferimento Tecnologico’ e il ‘Fondo per la ricerca e lo sviluppo industriale biomedico’.

CONSIDERAZIONI SUI NUOVI FINANZIAMENTI

PUBBLICI RESI DISPONIBILI

I finanziamenti riportati in precedenza non rappresentano tutti quelli in ambito biomedico, tenuto conto che quelli in altre aree hanno un significativo coinvolgimento di istituzioni e centri di ricerca biomedici: dall’alimentazione alle nuove tecnologie passando per l’intelligenza artificiale. Il sistema dei progetti Hub e Spoke ed i bandi a cascata hanno determinato il coinvolgimento di tutte le strutture attive in ambito

sanitario quali le università, gli istituti di Ricovero a carattere scientifico, gli enti pubblici di ricerca, i soggetti privati A questo va aggiunto che la partecipazione obbligatoria ai progetti di istituzioni del Sud del Paese, di donne e di giovani con meno di 40 anni trai nuovi assunti, ha aumentato enormemente la possibilità di accesso dei singoli soggetti e con le assunzioni di un gran numero di ricercatori, la massa critica di questi C’è un unico fattore limitante: il tempo Le attività debbono essere concluse entro il 2025 per essere rendicontate nel 2026

L’ INFRASTRUTTURA NAZIONALE DI RICERCA SULLA

SALUTE UMANA

La Fondazione Human Technopole (HT) venne istituita nel 2016 da MEF, MdS e MUR con sede a Milano, nell’area dell’Expo per effettuare ricerca di frontiera, ed ha iniziato ad essere operativa dopo oltre 2 anni. Successivamente è diventata la sede delle Piattaforme Nazionali (PN) di ricerca avanzata, che assorbono circa i 55% delle risorse che riceve annualmente dallo stato (140 mln l’anno). HT è così un’infrastruttura aperta alla comunità scientifica esterna, che dovrebbe concentrare la tecnologie costose e innovative, evitando duplicazioni e sottoutilizzo, con l’obiettivo finale di incrementare il livello e l’impatto della ricerca italiana a livello internazionale. Dal 10 giugno 2024 le PN sono state aperte a tutti i ricercatori italiani che possono presentare progetti di ricerca nel campo della genomica, dell’editing genomico e modelli di malattia, della microscopia ottica, della biologia strutturale e della gestione e analisi dei dati.

CONCLUSIONI

La ricerca biomedica è in continua evoluzione e sicuramente riuscirà a controllare il progressivo incremento delle patologie croniche, come cancro, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie, malattie neurologiche attese per i prossimi 30 anni. È necessario avere una visone complessiva su quello che avviene al livello internazionale nelle diverse aree e nei diversi gruppi di ricerca, con un approccio multidisciplinare. In futuro medici, biologi, chimici e ingegneri, esperti di robotica e automazione, gestori di dati, bioinformatici, dovranno lavorare sempre più insieme per sviluppare nuove conoscenze e nuovi trattamenti.

EVOLUTION OF BIOMEDICAL RESEARCH AND FUNDING IN ITALY

at UniCamillus University

There is no increase in knowledge without research, and consequently no development towards a better future Listing the major advances in medicine is quite difficult Recently, Peter Hogg attempted to identify, in chronological order, the 10 major advances in medicine that have been crucial in saving millions of lives: vaccines (1796); anaesthesia (1846); germ theory (1861); medical imaging (1895); antibiotics (1928); organ transplants (1954); antiviral drugs (1960s); immunotherapy (1970s); and artificial intelligence (21st century) Obviously, the list is subjective and not complete, but it is useful to know that each revolutionary medical discovery has paved to way towards a better understanding of the fundamental aspects of disease diagnosis and treatment.

As Jared Diamond suggests in his fascinating book Guns, Germs and Steel: The Fates of Human Societies, diseases, especially infectious diseases, have been some of the main factors affecting the development of societies, with wide geographical differences, associated with political, economic and social factors In Italy, as in other western countries, there has been a large increase in life expectancy at birth in just over 150 years. It has jumped from just over 30 years in 1860 to over 83 in 2023. In this long time span, so long that exact comparisons would be difficult, all the factors that Diamond had predicted have occurred. In the last 60 years, the increase has been some 20 years, in which the advancement of scientific knowledge has been impressive and, in some cases, revolutionary Vaccines and antibiotics have been the most important determinants of disease control in the first three quarters of the past century At the same time, the first cancer treatments were discovered in the early 1940s, while in the early 1970s the first anti-rejection therapies were used for transplant patients. In the same years, the first monoclonal antibody for the treatment of tumours was patented. By the end of the last millennium, medicine changed its face and became increasingly technological, thanks to advances in diagnostic tools and the availability of treatments based on new technologies In the mid-1990s, coronary angioplasty became a widely available procedure in Western countries, as well as gene sequencing, which increases the risk of breast and/or ovarian cancer. This opens up the possibility of genetically based evaluations and after a short time, a humanised monoclonal antibody was produced. Only less than 30 years ago, the first effective antiviral drugs for HIV were discovered, which gave rise to direct-acting antivirals that have changed the history of viral hepatitis C since 2013 The introduction of PET and CT scanning in the early 2000s combined anatomical diagnostics with functional diagnostics, which quickly became available, especially in the field of oncology.

The recent OECD report provides data on the resources allocated to research and development in different countries. The parameter used for comparison is gross domestic expenditure on research and development, for all areas and deriving from all funding sources in each individual country as a percentage of the country’s gross domestic product It seems clear that Italy, with 1.32% of GDP, is ranking below the 30th place, far below the EU-27 countries (2.1%), France (2.2%), all the OECD countries (2.7%), the United Kingdom (2.9%), Japan (3.3%), Sweden (3.4%) and the United States (3.6%), not to mention South Korea (5.2%) and Israel (6.0%). 1.32% of GDP corresponds to 27 billion euros from both public and private sources, for research and development in all areas Eleven percent of the 27 billion euros, i e 3 billion euros, are allocated to biomedical research and development, and are provided by government ministries, regions, provinces, municipalities, NGOs, foundations and banking institutions, private companies, other organisations and associations. The contribution to biomedical research by non-profit organisations in Italy is around 10% of the entire amount, and is based, in many cases, on calls for bids with strict peer review processes The lack of a single structure governing all biomedical research makes it difficult to precisely quantify funding The same goes for the use of inconsistent evaluation and funding criteria among different providers and the lack of an external and independent impact assessment.

The Human Technopole (HT) foundation was established in 2016 by the Ministry of Economy and Finance (MEF), the Ministry of Health (MdS) and the Ministry of University and Research (MUR) based in the Expo area in Milan to carry out frontier research, and became operational after more than 2 years It then became the headquarters of the National Platforms (PNs) for advanced research, which receive around 55% of the resources annually provided by the government (140 mln per year). HT is therefore an infrastructure open to the external scientific community, which should focus on expensive and innovative technologies, avoiding duplication and underutilisation, with the ultimate goal of increasing the level and impact of Italian research at an international level From 10 June 2024, PNs are open to all Italian researchers who can submit research projects in the fields of genomics, genome editing and disease models, light microscopy, structural biology and data management and analysis.

Uno dei modellini su cui gli studienti di UniCamillus studiano anatomia

DIFFICOLTÀ DI UN DIRETTORE DI ASL E PROPOSTE PER MIGLIORARE IL SISTEMA

Intervista con il Professor Piero Luigi Alò (in foto), docente di Anatomia Patologica in UniCamillus e Direttore dal 2007

della UOC di Anatomia Patologica della ASL di Frosinone

a cura di Ginevra Guidoni

Le criticità che il Sistema Sanitario Nazionale sta evidenziando sempre più in questi ultimi anni non risparmiano praticamente nessun ambito della medicina. Anche nel campo dell’anatomia patologica sono tante le inefficienze con cui ogni professionista sanitario in generale deve fare i conti Lo testimonia il Professor Piero Luigi Alò, docente di UniCamillus e direttore dal 2007 dell’Unità Operativa Complessa di Anatomia Patologica della ASL di Frosinone

Per organizzare e pianificare esami istologici e autoptici, coordinando il lavoro degli operatori di tutto il territorio, ci sono difficoltà pratiche che molto spesso non vengono prese in considerazione da chi non è tra gli addetti ai lavori.

Nella sua esperienza come direttore, quali sono le principali problematiche che si è trovato ad affrontare? E come ha ovviato alle situazioni più critiche?

“La maggiore criticità riscontrata in questi anni è stata l’impossibilità da parte del direttore, quindi mia, di avere un proprio budget di reparto, quindi di poter rispondere delle spese effettuate e di utilizzare fondi per acquisire attrezzature personale dedicato. A volte ci è capitato di presentare delle gare per acquistare dei prodotti e delle attrezzature e queste gare hanno avuto dei ritardi di un anno, a volte anche di un anno e mezzo rispetto alla nostra richiesta, con conseguenze a catena poi sulle risposte all’utenza. Perché questo si traduce in attese più lunghe, nella necessità di dislocare altrove i pazienti, in mille firme da aspettare, per tutta una serie di passaggi burocratici che se avessi avuto io in prima persona la possibilità e la responsabilità di controllare avrei potuto fare in molto meno tempo e anche risparmiando

denaro Perché se iera stata bandita una gara due anni fa i valori erano sicuramente tarati sui prezzi di allora. Ma molti dei prodotti degli strumenti che utiliz mo nelle ASL possono aumentare di prezzo anche nel corso di pochi anni. Alle gare quindi si finisce per doverci rimettere mano più volte E si perde altro tempo”

Se dovesse dare un ordine prioritario, quali sono le prime migliorie che apporterebbe all’apparato amministrativo del SSN?

“Per prima cosa interverrei per creare un unico fascicolo nazionale Previsto su carta ma di fatto mai applicato Tutt’oggi io non riesco a colloquiare con il sistema locale di refertazione con quello regionale. Quindi, per esempio, di un paziente che è stato sottoposto ad intervento chirurgico dieci anni fa presso un’altra struttura, io non riesco ad avere notizie e mi trovo spesso a dover ripetere alcuni esami, alcune indagini, alcune telefonate, perché non c’è un fascicolo elettronico unico su cui far confluire tutto ciò. La norma c’è, ma un conto è la teoria e un altro la sua attuazione Sicuramente nel Lazio non è applicata Se lo fosse, si potrebbe avere un risparmio pazzesco anche solo di carta. Sono stato di recente in un ospedale di Abu Dhabi: la cosa che mi ha colpito è stata la totale assenza di stampanti nelle segreterie e negli uffici Nel sistema americano invece, per fare un altro esempio, non esistono dipartimenti, ciascuno col proprio direttore, i primari ecc… L’organizzazione è strutturata per rispondere dell’operato a un unico capo d’istituto”.

Però il Sistema Sanitario Nazionale si basa su principi diversi, a tutela della salute di tutti, mentre sappiamo che in America, di fatto, ci sono malati di serie A e di serie B... “Che il Sistema Sanitario Nazionale italiano sia strutturato per garantire la salute di tutti –ed è una cosa giustissima – è vero solo sulla carta Perché all’atto pratico il sistema sta implodendo e lo vediamo tutti i giorni. Non ce la fa più a reggere. Prendo come esempio mia moglie, che lavora nel laboratorio analisi del Pertini Ebbene, la maggior parte degli esami che svolge sono per extracomunitari o comunque per persone che non pagano tasse, magari perché indigenti o per varie esenzioni Ci sono però delle spese pazzesche che il laboratorio deve sostenere per soddisfare le esigenze di tutti e quindi va tutto a pesare sulla collettività Inoltre questo comporta che quando chiediamo un’indagine per un altro esame tutti i passaggi sono rallentati da questo sovraccarico di lavoro. In più, la mancanza del fascicolo nazionale, di cui dicevo prima, fa sì che una determinata indagine, ad esempio il gruppo sanguigno, rischi di venir ripetuta pure 3 o 4 volte sulla stessa persona E questa è un’altra follia!”

Il

Dal punto di vista della formazione del nuovo personale medico invece cos’è secondo lei che non va bene? Come affronterebbe il problema della carenza di specialisti in alcuni campi?

sistema di specializzazione dei medici e dei professionisti sanitari crea un imbuto nel sistema formativo

In base alla sua esperienza all’estero allora quali sono gli elementi che, secondo lei, potrebbero essere importati nel nostro sistema sanitario per migliorarlo?

“La produttività dovrebbe essere maggiormente valorizzata in Italia Il fatto che comunque alcune somme vengono erogate a cascata a tutte le componenti in parti uguali, non rispecchia in maniera equa l’esatto valore del singolo operatore o delle singole unità. Pure se sono direttore in una ASL, io non ho il potere effettivo di poter chiedere al personale di lavorare di più e meglio Posso alzare la voce in alcune situazioni, ma non ho potere per poter dire nulla al personale. E poi un’altra cosa a me preme sottolineare: io penso che un operatore di una struttura pubblica dovrebbe essere un competitore verso il privato e che non ci debba essere commistione. Chi lavora nel pubblico, non può poi avere interesse nel privato. Altrimenti, a torto o a ragione si finisce sempre per spendere energie in più nel privato che non del pubblico Si crea un cortocircuito, per esempio anche con la pratica dell’intramoenia, un unicum tutto italiano”.

“Io credo che nasca tutto da tre problemi: intanto lo studente italiano, io dico, è un teorico della medicina. I nostri studenti sono bravissimi in teoria, ma poi nella pratica, per carenza di strutture e anche per la poca predisposizione in alcuni casi degli stessi docenti di portare gli studenti nelle proprie strutture, arrivano troppo tardi a mettere in pratica le loro conoscenze Secondo problema: le le lauree brevi, che per me sono state un errore pazzesco. Abbiamo creato una serie di disoccupati con la laurea, mentre molti ragazzi potrebbero fare attività non necessariamente afferenti alla sanità Il terzo problema, che poi si collega a quello delle lauree brevi, è la specializzazione dei medici e dei professionisti sanitari, che crea un imbuto nel sistema formativo Il concorso di specializzazione è unico al livello nazionale e così può succedere che ti ritrovi uno specializzando in anatomia patologica dopo che ha preso una laurea in psichiatria Molti professori non hanno voglia né interesse a far fare una determinata tesi di laurea a un laureando, perché non hanno certezza sul fatto che poi possano portarli a lavorare con sé Non si riesce cioè a creare una fidelizzazione tra il medico e lo specializzando. Io credo che soprattutto nei rami in cui c’è maggior carenza di personale, si debba creare una sorta di canale preferenziale per far proseguire ai laureandi il percorso di specializzazione con lo stesso docente. Nella mia disciplina per esempio c’è una particolare sofferenza per la carenza di iscritti alla specializzazione in anatomia patologica e questo procedimento aiuterebbe molto, secondo me, favorendo chi ha davvero intenzione di fare un determinato percorso professionale. Molti pensano che la vera causa sia una causa economica, ma non è così Tutti vogliono fare i dermatologi, i chirurghi plastici, i cardiologi, ma se non ci saranno più anatomopatologi non si riusciranno più a fare le diagnosi di malattie infettive, autoimmunitarie, tumorali E avremo delle falle anche negli screening di prevenzione, con conseguenze gravi per i pazienti”.

CHALLENGES OF A LOCAL HEALTH AUTHORITY DIRECTOR AND PROPOSALS FOR IMPROVING THE SYSTEM

Professor Alò teaches Anatomical Pathology at UniCamillus University and is Director of Frosinone’s Local Health Authority

The criticalities that Italy’s National Health Service has been increasingly highlighting in recent years hardly spare any area of medicine Even in the field of anatomical pathology, there are many inefficiencies that every health professional has to deal with. This is testified by Professor Piero Luigi Alò, lecturer at UniCamillus and Director of the Anatomical Pathology Unit at Frosinone’s Local Health Authority (LHA) since 2007 In order to organise and plan histological and autopsy examinations, coordinating the work of professionals from all over the territory, there are practical difficulties that very often are not taken into account by non-experts.

In your experience as Director, what are the main issues you have faced?

“The most critical issue encountered in recent years has been the impossibility, as a Director, to have a budget dedicated to my ward, and thus to be accountable for expenditure and to use funds to employ dedicated staff and buy equipment. Sometimes we have had to put out tenders to purchase products and equipment and these tenders have been delayed by a year, sometimes even a year and a half, compared to our request, with knock-on effects on the response to users. This translates into longer waits, the need to relocate patients elsewhere, a thousand signatures to wait for, and a whole series of bureaucratic steps that if I myself had had the opportunity and responsibility to control, I could have done in much less time and also saving money Because if I had put out a tender two years ago, the values were calibrated to the prices of that time. But many of the products and instruments we use in our LHA can increase in price even in a few years So, you end up having to repeat it several times And you lose even more time ”

If you had to prioritise, what are the first improvements you would make to the administrative apparatus of the NHS?

“First, I would work to create a single national dossier. Indeed, it was planned theoretically but in fact never implemented. Even today, I still cannot connect the local reporting system with the regional one So, for example, if I’m working on a patient who underwent surgery ten years ago at another facility, I cannot get any information about that and I often find myself having to repeat some examinations, some investigations, some phone calls, because there is no single electronic dossier on which to put it all The rule exists, but theory is one thing and implementation is another It is certainly not applied in Lazio If it were, there could be huge savings, even in paper alone I was recently in a hospital in Abu Dhabi: the thing that struck me was the total absence of printers in the offices. In the American system, to take another example, there are no departments, or several directors, or head doctors The organisation is structured to be accountable to a single head of institute.”

But we must also recognize that our National Health Service is based on different principles, protecting the health of all, whereas we know that in the U S there are first- and second-class patients

“That the Italian NHS is structured to guarantee the health of everyone and this is a very good thing is only true on paper. Because in practice the system is imploding, and we see this every day It can no longer cope I use the example of my wife, who works in the blood test lab at Pertini. Most of the tests she carries out are for non-EU citizens or for people who do not pay taxes, perhaps because they are indigent or because of various exemptions. However, there are crazy expenses that the laboratory has to incur in order to meet everyone’s needs and so it all goes to the community In addition, this means that when we request an investigation for another test, all the steps are slowed down by this work overload. What’s more, the lack of a single national dossier, which I mentioned earlier, means that a particular investigation, e g the blood group, risks being repeated even 3 or 4 times on the same person, and that is madness!”

Based on your experience abroad, what do you think could be imported into our healthcare system to improve it?

“Productivity should be valued more in Italy. The fact that some sums are cascaded to all components in equal parts does not fairly reflect the exact value of the individual operator or individual Unit Even if I am a Director in an LHA, I have no real power to ask the staff to work harder and better. I can raise my voice in some situations, but I have no power to say anything to my staff. And there’s another thing I’d like to emphasise: I think that an operator in a public place should be a competitor to the private sector and that there should be no mixing Whoever works in the public sector cannot have an interest in the private sector Otherwise, rightly or wrongly, you always end up spending more energy in the private sector than in the public one. A short-circuit arises. An all-Italian example of this is the practice of intramoenia (which means working as a private physician inside a public health institute) ”

How would you address the problem of the shortage of specialists in certain fields?

“I think it all stems from three problems: firstly, Italian students are medical theorists. Our students are very good at theory, but they arrive too late to put their knowledge into practice, due to a lack of facilities and also the unwillingness in some cases of their tutors to take the students to their own facilities. Second problem: short degree programmes, which for me have been a crazy mistake. We have created a number of graduated but unemployed people, while many young people could do jobs not necessarily related to healthcare The third problem, which ties in with that of short degree programmes, is the specialisation of doctors and health professionals, which creates a funnel in the training system. The specialisation competition is a single national competition and so it can happen that you end up with a specialist in anatomical pathology after they have obtained a degree in psychiatry Many professors have no desire or interest in having an undergraduate do a particular dissertation because they have no certainty that they can then take them to work with them. In other words, it is not possible to create loyalty between the doctor and the trainee. I believe that especially in those branches where there is a shortage of staff, some sort of preferential channel should be created for undergraduates to continue their specialisation with the same tutor. In my discipline, for example, this is particularly hard due to the shortage of students specializing in anatomical pathology, and this procedure would, in my opinion, help a lot by favouring those who really intend to take a certain career path Many think that the real cause is an economic one, but that is not the case Everyone wants to be a dermatologist, a plastic surgeon, a cardiologist, but if there are no longer people specialised in anatomical pathology, we will no longer be able to diagnose infectious diseases, autoimmune diseases or cancer And we will also have gaps in prevention screening, with serious consequences for patients ”

Studentesse di medicina festeggiano la fine delle lezioni prima dell’estate

ACADEMIC

ACCORDO TRA EMSC LIBICO

News

E UNICAMILLUS PER IL VIA AL NUOVO MASTER IN TRAUMATOLOGY

La firma nella sede dell’Ateneo alla presenza del Rettore Profita e dei rappresentanti del Emergency Medicine and Support Center di Laura Ligi

L’impegno internazionale di UniCamillus cresce ancora. A settembre è stato firmato nella sede dell’Ateneo un accordo con l’Emergency Medicine and Support Center, l’organismo operativo del Ministero della Salute della Libia, per la nascita di un Master di II livello in Traumatology, di durata biennale destinato a preparare il person medico e sanitario a lavorar in contesti di estrema criticità Oltre al Rettore di UniCamillus, Gianni Profita, e i rappresentati dell’istituzione libica, che hanno sottoscritto l’intesa, un contributo fondamentale per dar vita a questa iniziativa è arrivato anche dal Policlinico Di Liegro di Roma, con in prima linea il direttore del dipartimento di Chirurgia, Professor Mas miliano Iannuzzi Mungo, c anche coordinatore del progetto. Il direttore scientifico del Master è invece il Professor Giorgio De Toma.

A partire da dicembre 2024 medici e professionisti sanitari italiani si recheranno mensilmente in Libia per tenere le lezioni. I docenti del corso sono tutti esperti della medicina di emergenza e della traumatologia, specializzati nel campo chirurgico, ortopedico, clinico ed

anestesiologico, che formeranno in loco i medici libici. La didattica sarà inoltre integrata da una serie di lezioni online, che si terranno proprio dalla sede del Policlinico Di Liegro. L’anno scorso si era già tenuto a Tripoli un incontro - mediato dall’ambasciata italiana in Libia e al quale aveva preso parte lo stesso Professor Mungo - tra una egazione di UniCamillus, guiata dal Rettore Profita, e le istituzioni del paese nord africano In quell’occasione venne stipulato un protocollo di intesa per una collaborazione che permettesse a medici libici di specializzarsi nella chirurgia d’emergenza attingendo dalle eccellenze che l’Italia poteva offrire in questo campo. Era stato proprio l’EMSC a richiedere poter avviare un master nale per approfondire tutti gli aspetti della traumatologia in contesti bellici o comunque particolarmente critici, individuando in UniCamillus il partner più idoneo per portare avanti tale progetto. La vocazione multiculturale dell’Ateneo, l’offerta formativa d’avanguardia, le strutture, l’impianto organizzativo e i programmi già consolidati in anni di esperienze e collaborazioni internazionali, sono stati gli elementi

che hanno convinto l’EMSC a scegliere l’Università Medica Internazionale per migliorare l’assistenza sanitaria del paese I partecipanti al Master in Traumatology riceveranno una formazione completa e avanzata su come affrontare tutte le emergenze, in ambito sia civile, sia militare Che si tratti di scenari di guerra, come pure di disastri naturali o gravi incidenti di ogni tipo, al termine del corso chirurghi, infermieri e professionisti sanitari saranno in grado di affrontare tutti gli aspetti organizzativi legati alla gestione del paziente traumatizzato, dall’organizzazione di una terapia intensiva, alla degenza, passando per la sala operatoria.

Nelle foto, a sinistra uno scambio di doni tra il

Dr. Mohamed Ali

Alghoj, rappresentante dell’EMSC libico, e il

sarebbe stato molto più di un progetto didattico e formativo dedicato ai medici: si tratta di un vero e proprio allargamento della nostra comunità accademica a livello internazionale nell’area mediterranea che ci sta particolarmente a cuore”, ha dichiarato il Rettore di UniCamillus, Gianni Profita, poco dopo la firma dell’accordo con i rappresentanti dell’EMSC.

Rettore Gianni Profita; sotto, i rappresentanti dell’EMSC e di UniCamillus seduti al tavolo per la firma dell’accordo

“Già un anno fa, di ritorno dalla missione in Libia, avevamo compreso che questo per noi

“UniCamillus è orgogliosa, in ossequio ai principi ispiratori della propria attività accademica, che accoglie studenti da tutto il mondo rendendoli professionisti versatili e con una particolare attenzione all’aspetto umano della medicina, di poter dare il proprio contributo per migliorare le condizioni sanitarie di un popolo storicamente legato a noi dalle sponde del mar Mediterraneo”.

Il Prof. Gravante insieme a uno dei tutori dei bambini dell’orfanotrofio di Golo Yekon di Abomey-Calavi, tappa della missione di UniCamillus in Benin

UniCamillus Terza Missione LA MISSIONE DI UNICAMILLUS IN BENIN PER LE CURE

DERMATOLOGICHE DI OLTRE 500 PAZIENTI

Coordinatore della missione è il Professor Gravante, membro della società italiana di Dermatologia e Venereologia. In UniCamillus insegna Dermatologia e Parassitologia Generale nei Corsi di Laurea di Tecniche di Laboratorio Biomedico e di Odontoiatria e Protesi Dentaria di Tommaso Fefè

Per mezzo millennio le dell’Africa occidenta sono state il fulcro della cosiddetta tratta degli schiavi Oggi, a perenne memoria di quel sopruso perpetrato dai colonizzatori europei, a Ouidah, nell’attuale Repubblica del Benin, sorge la Porta del Non Ritorno Il monumento rappresenta simbolicamente il passaggio che milioni di africani hanno dovuto affrontare per essere imbarca contro la loro volontà sulle n negriere dirette nelle piantagioni delle Americhe. Parte da qui il racconto dell’attività umanitaria che UniCamillus ha svolto durante l’estate nel piccolo stato africano, compreso tra Togo, Burkina Faso, Niger e Nigeria In un certo senso, l’Ateneo quella Porta ha deciso di percorrerla al contrario, per portare agli abitanti del Benin non più la violenza di un vergognoso commercio di esseri umani, ma azioni concrete per migliorarne le condizioni

di i a.

resso l’Ospedale La Croix, nella località di Zinviè, alla periferia della città di Abomey-Calavi, nel sud del paese, dal 30 luglio al 17 agosto scorsi UniCamillus ha promosso una missione per portare cure dermatologiche alla popolazione locale. L’ha guidata il Prof. Massimo Gravante, specialista in Dermatologia, Venereologia e Parassitologia, di cui è titolare cattedra presso l’Università UniCamillus.

Il prof.Gravante durante un’operazione

UniCamillus ha promosso una missione per portare cure dermatologiche alla popolazione del Benin

“È difficile rendersi conto di quanto alcune problematiche per noi relativamente facili da affrontare e trattare, possano invece tramutarsi in drammi enormi in determinati contesti socio-economici”, spiega il Professor Gravante mostrando le immagini di quanto è stato fatto in queste settimane (un campione delle quali si trovano in queste pagine, ndr). Si va dai trattamenti per le lesioni più piccole, fino a quelli più

Foto di gruppo dei Bambini dell’orfanotrofio di Golo Yekon di Abomey-Calavi, con il materiale donato da UniCamillus

Nella foto accanto, il Professor Gravante gioca al calcio balilla con alcuni bambini del villaggio di Zinvie.

complessi per le lesioni malformative, passando per le correzioni delle retrazioni cicatriziali e l’asportazione dei tumori cutanei Inoltre uno dei problemi che in molte zone dell’Africa è particolarmente sentito, anche e soprattutto per motivi sociali, è l’albinismo. Per questa particolare condizione congenita, che nel continente africano ha un tasso di incidenza maggiore che altrove, oltre ad essere necessari trattamenti specifici che permettano a chi ne è affetto di condurre una vita normale, è fondamentale anche un lavoro parallelo di consulenza a livello psicologico e di diffusione culturale, per impedire l’emarginazione dei soggetti

In totale la missione segue, anche a distanza, 187 pazienti albini ai quali in questi giorni sono state distribuite gratuitamente cps a base di tocoferoli, tocotrienoli e vitamina F, oltre che creme e protezioni solari, abbigliamento adatto, cappellini e occhiali da sole Per i più piccoli sono stati realizzati anche dei fumetti con la spiegazione (in lingua francese e in fon, uno degli idiomi locali maggiormente parlati) di cosa sia l’albinismo e di quali siano le norme di comportamento per conviverci.

In 3 settimane sono state effettuate 526 prestazioni mediche: 180 medicazioni, 34 infiltrazioni, 58 interventi dermochirurgici, 109 visite a pazienti albini e 145 altre visite specialistiche per la cura di ustioni, il trattamento della psoriasi e di molte altre malattie e patologie cutanee. Oltre all’attività clinica, tutti i partecipanti alla missione sono stati impegnati nella formazione professionale del personale sanitario dell’Ospedale La Croix, lavorandoci a stretto contatto e promuovendo uno scambio culturale continuo con tutta la popolazione locale. Alle attività hanno collaborato anche la Dottoressa Malvina Zanchi, Specialista in Dermatologia e Venereologia, la Dottoressa Silvia Orlando, Odontoiatra, e l’infermiera del poliambulatorio Bielo-hub, Roberta Favaron. Presente anche l’associazione “Medici senza

Vacanze”, di cui è presidente il Dottor Giovanni Ostuni.

UniCamillus, nel corso di questa missione, ha partecipato attivamente anche alle campagne di sensibilizzazione alla donazione del sangue che da due anni, insieme alla stessa struttura ospedaliera La Croix, porta avanti in Benin Nel corso del 2023 sono state raccolte 3397 donazioni di sangue. Nel 2024, per il momento, il totale è di circa 2000; ma l’obiettivo è quello di raggiungere le 3 500 sacche Principali promotori di questa campagna sono stati, il Direttore del laboratorio di analisi, Padre Bruno, e il Direttore Sanitario, Padre Gervais, due religiosi Camilliani da anni operativi in loco

Le sacche di sangue sono fondamentali negli eventi traumatici, per gli interventi chirurgici e, in particolare in queste zone, per le crisi malariche acute. Proprio la lotta contro la malaria è una di quelle situazioni che in Europa è lontana dall’immaginario collettivo, perché la malattia è sostanzialmente debellata da tempo; mentre in gran parte dell’Africa è ancora drammaticamente diffusa. Secondo le stime più accreditate, di malaria muore oggi oltre il 60% dei bambini tra gli 1 e i 7 anni di età in tutto il continente. E se questa malattia è troppo spesso sottovalutata dall’opinione pubblica occidentale, ancora di più probabilmente lo è la lebbra. Molti ricordano di averne sentito parlare sui libri di storia a scuola, ma di lebbrosari, cioè di luoghi preposti per l’isolamento dei malati di lebbra, in Europa non ce ne sono più da secoli In Africa invece esistono ancora e per questo i medici della missione di UniCamillus hanno portato al lebbrosario di Ouidah farmaci e generi di prima necessità per assistere i malati.

È stato anche consegnato abbigliamento e materiale scolastico all’orfanotrofio Golo Yekon di Abomey-Calavi

L’Ospedale La Croix ha inoltre ricevuto un

La Porta del Non Ritorno

Sotto, un collage di alcuni momenti della missione in Benin Oltre al Prof Gravante, si vedono gli operatori che hanno organizzato la donazione di sangue, i bambini albini che imparano le indicazioni dei medici per prendersi cura della propria pelle e due infermiere dell’Ospedale La Croix

Diatermocoagulatore monopolare, per la piccola chirurgia ambulatoriale. “Si tratta di uno strumento che consentirà ai medici dell’ospedale di asportare piccole porzioni di tessuto epidermico, per trattare e risolvere patologie dermatologiche come fibromi, verruche, condilomi, cheratosi attimiche e altre lesioni precancerose”, ha spiegato il Professor Gravante, la cui missione comunque non è certo terminata con il suo rientro in Italia

Grazie alla collaborazione con la Dottoressa Arielle Flennon, anatomo-patologa dell’Ospe-

dale La Croix, al Professor Pierluigi Aloi e alla Professoressa Angela Carlino, anatomopatologi di UniCamillus, è stato creato un servizio a distanza di consulenza di anatomia patologica, riuscendo anche a superare il problema della non perfetta copertura di rete internet in quelle zone Una sorta di teledermatologia, che permetterà, attraverso lo scambio di immagini istologiche, una corretta diagnosi per cure sempre più mirate delle patologie cutanee che affliggono le popolazioni di quella parte del mondo.

Bambini al mercato di Zinvie, in Benin, in un momento di vita quotidiana

News

LA NUOVA MOBILITÀ STUDENTESCA:

L’ERASMUS

ITALIANO, L’ERASMUS+

E LE OPPORTUNITÀ TRANSNAZIONALI

di Marco Coccimiglio*

Dirigente del Ministero dell’Università e della Ricerca*

L*Quanto riportato nel presente articolo rappresenta opinioni e fatti raccontati a titolo peronale dall’autore, senza alcun coinvolgimento o legame diretto con posizioni ufficiali del Ministero

o studente universitario, grazie alle recenti novità e opportunità offerte dall’ordinamento giuridico, può ampliare le proprie conoscenze e diversificare il proprio percorso formativo attraverso nuove esperienze accademiche e non solo, sul territorio nazionale, europeo ed extra europeo La legge 30 dicembre 2023 n 213, al comma 312, dell’art 1, ha istituito il Fondo per il cd Erasmus italiano e il decreto ministeriale del 28 marzo 2024 n 548 ne ha disciplinato le modalità di utilizzo Il periodo di inizio dei programmi di mobilità, previsto nelle convenzioni tra le Università italiane, sarà a partire dall’anno accademico 2024/2025 Lo strumento, per come è concepito, è finalizzato ad ampliare le conoscenze degli studenti universitari in determinate discipline e materie, riconoscendo allo studente la possibilità di studiare presso altri atenei, che hanno stipulato una specifica convenzione con l’università presso cui lo studente è iscritto Grazie allo sforzo collaborativo tra le università interessate, sarà possibile attivare un’offerta formativa più competitiva e dotata di un più elevato standard qualitativo rispetto a quello attuale, offrendo agli studenti universitari la possibilità di completare o diversificare il proprio percorso formativo presso più atenei L’introduzione del c d Erasmus Italiano rappresenta un’importante innovazione immessa nell’ordinamento universitario per promuovere l’interdisciplinarietà e la flessibilità dell’offerta formativa Occorrerà attendere qualche anno per verificare la rispondenza tra i fini perse-

guiti dal legislatore e i risultati effettivamente raggiunti Intanto, una proficua collaborazione tra le università italiane e un innalzamento qualitativo dell’offerta formativa non possono che rendere maggiormente attrattiva e competitiva l’università italiana, in particolare nel settore delle scienze economiche ed umanistiche Del resto, l’Erasmus tradizionale, quello transazionale, da tempo orami facilita la mobilità studentesca per periodi di formazione all’estero e costituisce un valido strumento di ampliamento delle competenze linguistiche, fondamentali per l’ingresso nel mondo del lavoro Tale specificità è all’origine della sua introduzione ed è stata ulteriormente rafforzata dalle Istituzioni dell’Unione Europea, fino alla nascita del programma Erasmus+, il programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport Con questo strumento gli Stati Membri hanno deciso di investire nel concetto della mobilità, per innalzare i livelli di formazione e apprendimento di tutti i cittadini, indipendentemente dal contesto di provenienza e dai mezzi a disposizione, per favorire la cooperazione tra gli stati nello sviluppo di politiche innovative nei settori della formazione, della gioventù e dello sport, per costruire una società globalizzata maggiormente inclusiva e per sostenere la competitività dell’Unione Europea Un programma Erasmus+ significativamente rafforzato e inclusivo deve consentire a un maggior numero di giovani di spostarsi in un altro paese per studiare e lavorare e di raggiungere un numero più elevato di per-

sone con minori opportunità Nell’ambito degli scambi internazionali, il programma Erasmus+ per motivi di studio consente agli studenti universitari di accrescere le opportunità di formazione, con l’obiettivo di far acquisire al maggior numero di soggetti le abilità necessarie per l’ingresso nel mondo del lavoro I bandi offerti dalla UniCamillus – Saint Camillus International University of Health Sciences, da ultimo il decreto rettorale del 12 marzo 2024 per il primo semestre dell’anno accademico 2024/2025, raggiungono gli obiettivi citati, nelle discipline dell’area medica e sanitaria L’attività svolta da UniCamillus conferma l’efficacia della mobilità internazionale per accrescere e migliorare le conoscenze e le competenze nelle discipline sanitarie Il bando Erasmus+ di UniCamillus per l’A A 2024/2025 risponde esattamente ai presupposti ed ai requisiti richiesti dalla normativa europea, attivando una selezione per l’assegnazione di posti di mobilità internazionale, per svolgere attività di mobilità all’estero durante il primo semestre (a a 2024/2025), presso Atenei partner europei con i quali UniCamillus ha stipulato accordi bilaterali Le opportunità per gli studenti universitari di formarsi oltre il territorio nazionale sono state però decisamente incrementate grazie ai finanziamenti e alle iniziative previste dal P N R R Ai sensi del decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 6 agosto 2021 e successiva rettifica del 23 novembre 2021, il Ministero dell’università e della ricerca è risultato assegnatario di risorse previste per l’attuazione degli interventi del PNRR per complessivi 11,732 miliardi di euro, al fine di dare attuazione alle iniziative previste nell’ambito delle due componenti M4C1 “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università” e M4C2 “Dalla ricerca all’impresa” La componente M4C1 “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università”, è finalizzata a sostenere una

linea di investimenti strutturali e di valorizzazione del capitale umano che coprono l’intera filiera dell’istruzione, con l’obiettivo di colmare o ridurre in misura significativa le carenze sistemiche che caratterizzano tutti i gradi di istruzione In particolare, per l’Investimento 3 4 “Didattica e competenze universitarie avanzate”, atto a qualificare e ad innovare i percorsi universitari mediante tre obiettivi strategici - digitalizzazione, cultura dell’innovazione e internazionalizzazione , sono stati stanziati complessivi 500 milioni di euro, come da decreto del Ministro d e l l ’ e c o n o m i a e d e l l e f i n a n z e 6 a g o s t o 2021, recante l’assegnazione delle risorse finanziarie previste per l’attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e la ripartizione di traguardi e obiettivi per scadenze semestrali di rendicontazione Le suindicate assegnazioni sono finalizzate altresì al conseguimento della sottomisura T4 “Iniziative Transnazionali in materia di istruzione”, Investimento 3 4 “Didattica e competenze universitarie avanzate” nell’ambito della Missione 4, Componente 1, ambito di intervento 1, “Miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione”, che prevede la realizzazione di dieci iniziative educative transnazionali (TNE) in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), da parte di consorzi di università, al fine di istituire centri permanenti di istruzione superiore all’estero e incentivare l’internazionalizzazione delle università italiane Con l’avviso ministeriale n 167 del 3 ottobre 2023 sono stati, pertanto, definiti gli indirizzi specifici, ai fini della selezione e del finanziamento, di almeno dieci iniziative educative transnazionali La selezione si è conclusa con la pubblicazione della graduatoria definitiva di cui al Decreto Direttoriale n 225 del 25 luglio 2024 Le citate iniziative hanno c o m e o b i e t t i v o g e n e r a l e l a p r o m o z i o n e della cooperazione con Istituzioni universi-

Un Erasmus+ rafforzato deve consentire a un maggior numero di giovani di spostarsi in un altro paese per studiare e lavorare e di raggiungere un numero più elevato di persone con minori opportunità

I docenti universitari di istituzioni italiane possono trascorrere un periodo di insegnamento, compreso tra 5 giorni e 3 mesi presso un’Istituzione universitaria estera

L’innovazione e la competitività del sistema Paese sono supportati, attraverso il potenziamento dei sistemi educativi esistenti e la sperimentazione di nuove metodologie formative

tarie estere al fine di incentivare l’internazionalizzazione delle Università italiane e promuovere il modello di istruzione superiore italiana quale best practice a livello internazionale. Le iniziative in questione sono rivolte a contesti extra-UE, con particolare riferimento alle aree individuate come di interesse strategico, quali i Paesi extra-UE del Mediterraneo e della Penisola Balcanica, i Paesi del Continente Africano oppure altre aree di interesse caratterizzate da una significativa presenza di comunità italiane, tra cui sono state individuate, a titolo esemplificativo e non esaustivo, i paesi dell’America Latina, i paesi facenti parte del continente asiatico e i paesi meno sviluppati così come definiti ed elencati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. I progetti finanziati hanno una dimensione internazionale, incentivando la cooperazione tra università italiane e Istituzioni universitarie di paesi extra-UE, favorendo il trasferimento di conoscenze interdisciplinari e interculturali attraverso programmi educativi di carattere transnazionale volti a promuovere la nascita ed il consolidarsi di centri permanenti di istruzione superiore all’estero. I progetti, al fine di favorire l’interdisciplinarietà e l’interculturalità, realizzano, attraverso forme virtuose di cooperazione, iniziative rispondenti a numerose finalità. I docenti universitari di istituzioni italiane possono trascorrere un periodo di insegnamento, compreso tra 5 giorni e 3 mesi, esclusa la durata del viaggio, presso un’Istituzione universitaria estera e docenti universitari di Istituzioni estere possono trascorrere un periodo di insegnamento, compreso tra 5 giorni e 3 mesi, esclusa la durata del viaggio, presso una università partner italiana. Chiaramente gli studenti universitari e i dottorandi possono trascorrere un periodo di studio, compreso tra 2 e 6 mesi, esclusa la durata del viaggio, presso un’Istituzione universitaria estera e gli studenti universitari e dottorandi internazionali possono trascorrere un periodo di studio, compreso tra 2 e

6 mesi, esclusa la durata del viaggio, presso una Università partner italiana. Sono altresì finanziabili forme di collaborazioni tra Istituzioni universitarie di diversi paesi volte a l l a r e a l i z z a z i o n e d i p r o g r a m m i d i double/joint degree. Sono inoltre finanziabili programmi di formazione avanzata, che possano essere intrapresi dopo il conseguimento di una laurea. Detti programmi, gestiti dalle Istituzioni universitarie italiane e estere coinvolte nel progetto, sono rivolti al personale docente, non docente, ricercatore. Dei fondi erogati dall’Unione Europea che sono stati messi a bando dal Ministero dell’Università e della Ricerca in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, UniCamillus ha ottenuto il maggior sostegno finanziario. Il progetto Integrated Transcultural Educational Synergy in Health Sciences della UniCamillus, che ha ottenuto un alto finanziamento, coinvolge anche l’Università di Chieti-Pescara e l’Università di Foggia, e prevede la creazione di corsi di Laurea in Infermieristica in Camerun, Fisioterapia e Ortopedia in Somalia e Psicologia in Etiopia. È incluso, inoltre, lo sviluppo di un Laboratorio ortopedico biorobotico a Roma, che rappresenterà un importante fattore di ulteriore sviluppo e attrattiva per i corsi di fisioterapia e per la specializzazione in ortopedia di UniCamillus. Al medesimo bando hanno partecipato, tra le altre, molte eccellenze accademiche italiane come la Scuola Normale Superiore di Pisa, il Campus Biomedico di Roma, la Ca’ Foscari di Venezia, l’Università di Bologna, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che hanno presentato anch’esse progetti destinatari di finanziamenti. Sono state positivamente valutate la qualità accademica, cioè la qualità dell’offerta formativa e delle attività proposte nel progetto di UniCamillus, la reputazione accademica delle istituzione partner, la qualità dei corsi, dei programmi di ricerca, delle strutture e delle risorse disponibili. Nell’attribuzione dei finanziamenti è

stata, inoltre, dedicata particolare attenzione ad azioni di innovazione dei percorsi universitari ed attività di mutual-learning soprattutto per i dottorati dedicati alle transizioni digitali e ambientali, così come previsto dall’agenda europea dell’innovazione È stata altresì presa in considerazione la presenza di procedure di garanzia della qualità e di meccanismi di valutazione interni In merito ad alcune proposte progettuali si è tenuto conto altresì di interconnessioni con i percorsi di dottorato attivati nell’ambito delle tematiche afferenti alle transizioni digitali e ambientali Il progetto dell’ateneo ha garantito un’elevata qualità delle opportunità di mobilità degli studenti e del personale accademico nel contesto complessivo della proposta Sono state altresì positivamente valutate la diversità dei programmi di scambio, la facilità di accesso alle opportunità di mobilità, l’accompagnamento e il supporto offerti ai partecipanti durante il periodo all’estero, la dimensione internazionale del progetto tenendo in considerazione l’individuazione delle aree strategiche e di interesse In merito alla solidità e l’impegno dei partner internazionali coinvolti nel progetto, si è altresì considerata la loro reputazione, esperienza e competenze specifiche nel settore dell’alta formazione Sono state inoltre verificate la natura delle attività di cooperazione proposte, la complementarità delle competenze tra i partner e la sostenibilità delle relazioni a lungo termine Con riguardo alla modalità di gestione del progetto proposto, si è tenuto conto della qualità della pianificazione, della chiarezza dei ruoli e delle responsabilità, della capacità di monitorare e valutare l’avanzamento del progetto, nonché della competenza del personale coinvolto nella gestione delle attività Sono state ritenute adeguate e coerenti le risorse e il budget proposto per il progetto e quindi le risorse finanziarie disponibili sono state valutate ampiamenti sufficienti e coerenti per coprire tutte le attività previste, te-

nendo anche conto della sostenibilità economica a lungo termine del progetto. Esempi virtuosi come quelli citati, che mirano a incentivare la mobilità degli studenti e del personale universitario attraverso l’offerta di programmi di studio all’estero in collaborazione con partner internazionali, raggiungono gli obiettivi prefissati e consentono cioè di promuovere l’internazionalizzazione, ampliando la cooperazione tra le istituzioni coinvolte, attraverso l’offerta di una formazione adeguata che potenzia i sistemi educativi dei paesi interessati. L’innovazione e la competitività del sistema paese sono supportati, infatti, attraverso il potenziamento dei sistemi educativi esistenti e la sperimentazione di nuove metodologie formative, aumentando altresì l’inclusione nei percorsi di istruzione tramite la promozione della parità di accesso ai programmi, la flessibilità del modello di erogazione e la crescita interculturale.

In foto, seduta in basso a sinistra, Laura Magnano, studentessa di UniCamillus durante il suo Erasmus in Portogallo

UNICAMILLUS FESTEGGIA

I SUOI PRIMI LAUREATI IN MEDICINA E CHIRURGIA

Lo scorso luglio in UniCamillus abbiamo festeggiato i primi 58 laureati del corso di Medicina e Chirurgia. Grazie a loro abbiamo potuto toccare con mano la soddisfazione di vedere i primi frutti del lavoro che UniCamillus ha iniziato a svolgere nel 2018. Per questi giovani si tratta del primo passo nella carriera da medici. Per noi, di riflesso, la loro gioia è lo stimolo a proseguire con ancora più convinzione nella nostra attività quotidiana, per formare i professionisti sanitari del futuro.

In queste pagine una carrellata di fotografie, che spiegano meglio di mille parole i momenti più significativi ed emozionanti della cerimonia e dei successivi festeggiamenti.

Foto di gruppo con il Rettore, il corpo docenti e alcuni degli studenti di UniCamillus, dopo le discussioni delle tesi.

Sorrisi in Aula Magna durante la discussione delle tesi di Laurea in Medicina e Chirurgia. Foto di gruppo di alcuni neolaureati dopo la cerimonia, con allori in testa, fiori in mano e il

giuramento di Ippocrate

appena letto. Nel campus di Unicamillus poi è esplosa la gioia di studenti e studentesse che hanno festeggiato anche insieme ai professori il traguardo raggiunto.

Sei nuove dottoresse, neolaureate in UniCamillus

ACADEMIC LIFE News

UniCamillus insieme a Emergency per una nuova collaborazione didattica, scientifica e culturale

di Claudia Romano

UniCamillus ed Emergency fanno squadra. È in vigore dalla scorsa estate un accordo quadro tra l’Università Medica Internazionale e la nota ONG, attiva in diversi paesi del mondo, teatri di guerre e gravi situazioni umanitarie e sociali Le parti hanno riscontrato infatti diverse affinità, in termini di obiettivi comuni, sulle quali basare una collaborazione in molteplici ambiti E per questo hanno deciso di mettere in comune i reciproci interessi e le esperienze specifiche di entrambe per una cooperazione progettuale, scientifica, didattica e culturale. Emergency, attiva da oltre 30 anni per offrire cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime della guerra e della povertà, ha trovato in UniCamillus il partner ideale per supportare le proprie attività cliniche, didattiche e di ricerca presso le strutture ospedaliere e di soccorso che gestisce. L’Organizzazione Non Governativa avrà perciò accesso al materiale didattico, fornito dall’Università, per la formazione del proprio personale e degli operatori sanitari dei paesi in cui è presente. A tal fine, alcuni membri della comunità accademica di UniCamillus potranno anche partecipare a delle missioni di breve periodo a scopo formativo, che saranno concordate di volta in volta Nell’accordo infatti si prevede che Emergency offra agli studenti la possibilità di fare esperienze pratiche, mettendoli alla prova in contesti molto diversi e decisamente meno agevoli di quelli abituali Il personale dell’ONG tutelerà e assisterà da vicino i partecipati a queste attività formative, anche nel-

l’ottica, pro futuro, di una possibile attività di reclutamento lavorativo di giovani neo-medici per i propri progetti. “Per noi – ha dichiarato il Magnifico Rettore di UniCamillus, Gianni Profita – è un privilegio poter dare un contributo concreto e attivo alle attività umanitarie di Emergency I principi ispiratori di questa Organizzazione si sposano alla perfezione con la mission della nostra Università Internazionale, che intende proprio formare medici e professionisti sanitari in grado di operare anche nei contesti più complicati” Poi ha aggiunto: “San Camillo De Lellis, figura storica ai cui insegnamenti il nostro Ateneo fa riferimento, in merito alla cura delle persone, prima che dei malati, a un certo punto della sua vita ripudiò la spada per dedicarsi all’assistenza del prossimo. Gino Strada, fondatore di Emergency, è stato uno dei più ferventi pacifisti della storia recente e come San Camillo si è speso in prima persona per gli altri e per rendere il mondo un posto migliore. Secondo me queste due figure, benché divise da diversi secoli di storia, sarebbero potute andare molto d’accordo. A noi il compito di seguire pedissequamente le loro orme”

Nell’accordo è inoltre previsto che UniCamillus ed Emergency si impegneranno a dare il giusto risalto ai risultati che questa collaborazione porterà Infatti, tramite pubblicazioni scientifiche e comunicazioni verso l’esterno, le rispettive attività saranno oggetto di azioni divulgative mirate, anche nella speranza che una simile cooperazione possa diventare un esempio da replicare.

Giulia Campinopoli, studentessa al 5° anno di Medicina e Chirurgia in UniCamillus, è stata la prima studentessa di Medicina in assoluto a partire in missione con Emergency. Ha preso parte a una missioni in Uganda nell’estate del 2024.

ACADEMIC LIFE

News da

DIABETE DI TIPO 2: PANDEMIA GLOBALE DESTINATA A RAGGIUNGERE NUMERI PREOCCUPANTI. QUALI

UniWeb Ne abbiamo parlato con la Prof.ssa Rosa Maria Paragliola, Docente di Endocrinologia presso l’Università UniCamillus

Nell’ultimo ventennio, le persone affette da diabete di tipo 2 sono passate da 150 milioni a più di 350 milioni. E purtroppo i numeri sono destinati a salire: basti pensare che l’OMS e l’International Diabetes Federation stimano un aumento di pazienti che supereranno i 640 milioni in tutto il mondo entro il 2030. Non è un caso che si parli di “pandemia globale”. In Italia i numeri non sono da meno, considerando che i pazienti diabetici corrispondono al 6% della popolazione, con 73 decessi al giorno correlati alla patologi U dramma per il singolo pazien per le famiglie e i caregiver, ma anche dal punto di vista sociale: il carattere di cronicità del diabete lo rende un enorme carico economico sul Sistema Sanitario Nazionale, soprattutto considerando la comorbilità correlata al diabete, con problem che vanno ad intaccare cuo sistema vascolare, reni e vista. Oltre ai fattori genetici ed ereditari, tra le cause del diabete di tipo 2 si annovera anche uno stile di vita scorretto, caratterizzato da cattiva alimentazione e sedentarietà, con conseguente obesità o sovrappeso, uniti a fumo e alcool. Non è un caso che in una società del “benessere” (con abuso alimentare e scarsi sforzi fisici connessi) vi sia un aumento esponenziale di questo problema. L’età che avanza, ovviamente, non aiuta: se si analizzano i dati raccolti dai sistemi di sorveglianza PASSI e PASSI d’Argento – coordinati dall’ISS e dalle Regioni –nel periodo 2016-2022 su 285 mila adulti ita-

liani, si scopre che la percentuale dei pazienti affetti da diabete cresce notevolmente con l’avanzare degli anni: se prima dei 50 anni resta sotto il 5%, verso gli 80 anni arriva al 23%. Per analizzare meglio cause e possibili soluzioni, abbiamo intervistato la Prof.ssa Rosa Maria Paragliola, Docente di Endocrinologia presso l’Università UniCamillus.

In soli vent’anni nel mondo le persone affette da diabete sono più che raddoppiate, raggiungendo cifre esorbitanti. Cosa pensa d ll recenti tendenze di aumento ei casi di diabete sia a livello nazionale che globale? Quali fattori principali contribuiscono a questo aumento? «Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di iperglicemia, ossia elevati livelli di glucosio nel sangue. La forma più frequente di questa condizione è osiddetto “diabete di tipo 2”, caratterizzato da una difficoltà, da parte dell’organismo, di utilizzare correttamente l’ormone insulina. L’insulina è prodotto dal pancreas, e consente al glucosio di entrare nelle cellule dell’organismo per poter essere utilizzato come fonte di energia. Il numero di persone affette da diabete sta progressivamente incrementando nel corso degli anni, e questa tendenza rappresenta un importante problema sociale, se consideriamo tutte le complicanze alle quali il diabete può associarsi. A parte le complicanze acute (che nei casi più gravi possono portare addirittura al coma), nel corso degli anni possono verificarsi complicanze

croniche che coinvolgono diversi organi e tessuti, come gli occhi, i reni, i nervi e i vasi sanguigni, con rischio di perdita delle capacità visive, alterazioni della funzione renale, malattie cardiovascolari, danni agli arti I fattori che predispongono al rischio di diabete, e in particolare del diabete di tipo 2, sono molteplici. Sicuramente un contributo importante va cercato nei fattori genetici e nella predisposizione familiare, ma è essenziale sottolineare il ruolo esercitato da stili di vita non corretti, che purtroppo rientrano nelle moderne abitudini di vita. Una dieta caratterizzata da un eccesso di zuccheri, carboidrati raffinati e grassi e povera di fibre, aumenta il rischio di diabete. L’obesità e la sedentarietà contribuiscono altresì al rischio di diabete, riducendo la sensibilità dei tessuti all’insulina. Abitudini deleterie per la salute sono anche il fumo di sigaretta e l’abuso di alcolici che, oltre a rappresentare fattori di rischio per altre patologie croniche, influiscono negativamente anche sul rischio di diabete Purtroppo anche alcuni farmaci, tra cui i cortisonici, possono aumentare il rischio di alterazioni della glicemia

Infine va considerato che, con l’aumento dell’aspettativa di vita, una percentuale maggiore della popolazione raggiunge età più avanzate: poiché il rischio di diabete di tipo 2 aumenta con l’età, l’aumento della popolazione anziana comporta inevitabilmente un numero maggiore di casi di diabete.»

Partiamo dalle istituzioni. Quali strategie ritiene che le istituzioni possano attuare nel migliorare la gestione del diabete nel paese?

«La promozione di campagne di sensibilizzazione su questa malattia rappresenta un elemento chiave per migliorare la gestione del diabete. È importante che la popolazione sia chiaramente informata sui fattori di rischio e le complicanze del diabete e che, soprattutto, sia sensibilizzata sull’importanza della prevenzione, che con-

siste nell’adozione di stili di vita salutari (dieta equilibrata, attività fisica, astensione dal fumo) Questi programmi andrebbero promossi a partire dall’età infantile attraverso progetti educativi nelle scuole, finalizzati a favorire la scelta di cibi salutari, secondo i principi della dieta mediterranea, e a bandire l’uso di cibi processati, ricchi di zuccheri “nascosti” e che aumentano il rischio di sovrappeso e obesità. Sarebbe altresì utile proporre delle campagne di screening per diagnosticare precocemente il diabete, soprattutto in presenza di fattori di rischio (familiarità, sovrappeso, obesità, uso di farmaci che possono aumentare il rischio di diabete).»

Un tema importante è il coinvolgimento delle persone con diabete in programmi educativi Quali sono le difficoltà che un medico si trova ad affrontare in questo senso?

«L’educazione dei pazienti affetti da diabete è un elemento tanto importante quanto complesso e rappresenta una costante sfida per il medico Le difficoltà maggiori sono rappresentate, in molti casi, dalla scarsa accettazione della malattia da parte del paziente, dalla presenza consolidata (e difficile da eliminare) di stili di vita non adeguati e dalla mancanza di un contesto sociale e familiare di supporto. Talora, anche la mancanza di comunicazione tra diversi specialisti coinvolti nella gestione del paziente rappresenta un’importante barriera. In primo luogo, il professionista sanitario deve perseguire la costruzione di un dialogo efficace con il paziente: le informazioni mediche vanno trasmesse con [...]

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QUATTRO NOTIZIE

CERCASI PROFESSIONISTI

Le imprese italiane hanno pianificato di assumere 768mila giovani professionisti qualificati, ma più della metà non si trova I laureati in economia sono i più richiesti (223mila),seguiti da quelli dei vari indirizzi di ingegneria (162mila) e poi medici, farmcisti e progettisti.

EDUCARE I GIOVANI ALLE EMOZIONI

La violenza giovanile ha assunto i contorni dell’emergenza sociale L’uso smodato dei social accentua l’isolamento che dà impulso all’aggressività e all’esibizionismo sfrenato, con effetti distorti sulla salute mentale dei ragazzi. Secondo il sociologo e formatore Franco Amicucci occorre ripartire dalla consapevolezza delle emozioni e dall’educare alla gestione razionale di esse.

SOCIAL FREEZING

Aumenta del 20% all’anno, dal 2021, il numero di donne che sceglie di congelare i propri ovociti per poter procrastinare la gravidanza a quando avranno condizioni di vita più stabili La pratica però, avvisano gli esperi, come molte altre pratiche mediche, non è priva di rischi e non ha garanzie assolute di successo.

TEST INVALSI ANCHE ALL’UNIVERSITÀ

Prove standardizzate per la valutazione delle competenze anche all’università: è quanto prevede il decreto sulla programmazione triennale 2024-2026 firmato dalla Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. I test saranno gestiti da Anvur, sulla falsa riga di ciò che Invalsi fa per le scuole

GLOBAL

HEALTH

JOURNAL

ONE HEALTH, ONE HUMANITY: BREAKING DOWN SILOS FOR A HEALTHIER FUTURE

Giancarlo Ceccarelli, Department of Public Health and Infectious Diseases, Sapienza University of Rome; Migrant and Global Health Research Organization (Mi-HeRO). Massimo Ciccozzi, Unit of Medical Statistics and Molecular Epidemiology, Università Campus Bio-Medico di Roma; Migrant and Global Health Research Organization (Mi-HeRO). Gian Stefano Spoto, UGHJ Editor-in-chief

Health, humanity, cooperation These words, often relegated to the realm of utopian ideals, are in fact the essential building blocks for a healthier and more equitable world While the concept of OneHealth – recognizing the interconnectedness of human, animal, and environmental health – is gaining traction, we still face a critical challenge: breaking down t

collaboration Our world is increasingly digital, where keywords are not just hashtags, but powerful tools for connection and action. Yet, the very real threats to global health – pandemics, antimicrobial resistance, and climate change – demand more than digital dialogue. They demand a paradigm shift. The current geopolitical climate, often characterized by division and self-interest, can make genuine collaboration feel like a Mission Impossible. We see health issues politi- cized, resources hoarded, and inequalities exacerbated But the truth is, health is not a political bargaining chip. It is a fundamental human right, intrinsically linked to justice, equity, and ultimately, our collective survival So how do we bridge this gap between rhetoric and reality? Investing in Education and Exchange: Empowering future generations of health professionals, particularly from the Global South, is paramount. Expanding access to quality medical education, fostering cross-cultural exchange programs, and supporting the development of healthcare infrastructure in underserved regions are not just acts of altruism, but strategic investments in a healthier future for all [ ]

Salute, umanità, collaborazione Queste parole, spesso relegate a ideali utopici, sono in realtà gli elementi essenziali per un mondo più sano ed equo Sebbene il concetto di OneHealth, che riconosce l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale, stia prendendo piede, dobbiamo ancora affrontare una sfida cruciale: abbattere i confini che impediscono una vera collaborazione globale. Il nostro mondo è sempre più digitale e le parole chiave non sono solo hashtag, ma potenti strumenti di connessione e azione. Tuttavia, le minacce reali alla salute globale, come pandemie, resistenza antimicrobica e cambiamenti climatici, richiedono molto di più di un dialogo digitale. Esigono un cambiamento di paradigma. L’attuale clima geopolitico, spesso caratterizzato da divisioni e interessi egoistici, può far pensare che instaurare una collaborazione autentica sia una vera e propria missione impossibile. Assistiamo infatti alla politicizzazione dei problemi sanitari, all’accaparramento delle risorse e all’esacerbazione delle disuguaglianze, ma la verità è che la salute non è una merce di scambio politica Si tratta di un diritto umano fondamentale, intrinsecamente legato alla giustizia, all’equità e, in definitiva, alla nostra sopravvivenza collettiva Come possiamo quindi colmare questo divario tra retorica e realtà? Investendo nella formazione e nello scambio: è infatti fondamentale dare voce alle future generazioni di professionisti della salute, in particolare quelli provenienti da paesi del Sud del mondo. Ampliare l’accesso a un’istruzione medica di qualità, promuovere programmi di scambio interculturale [...]

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ACADEMIC LIFE

UNICAMILLUS E ADMO, INSIEME

PER DONARE SPERANZA

A dicembre la campagna di sensibilizzazione sulla donazione di midollo osseo in UniCamillus ha avuto un grande risposta da parte degli studenti: oltre 150 i potenziali donatori dell’Ateneo

News

Uarticolo di Daniela Mariani; fotoreportage a cura di di Claudia Romano e Federico Calogero

niCamillus e ADMO hanno scritto insieme una splendida pagina di solidarietà A dicembre, oltre 150 studenti dell’Università Medica Internazionale, della sede di Roma, più alcuni membri dello staff e del personale accademico, hanno deciso di iscriversi al registro dei donatori di midollo osseo.

A inizio mese i volontari dell’ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) erano venuti in Università per un evento di sensibilizzazione – patrocinato anche dalla Regione Lazio – dedicato agli studenti di Medicina e Odontoiatria I responsabili dell’associazione hanno illustrato l’importanza della donazione di midollo osseo, imprescindibile nelle terapie di malattie come la leucemia. I ragazzi, dimostrando un senso profondo di responsabilità, partecipazione e solidarietà verso il prossimo, hanno quindi aderito in massa, sottoponendosi agli screening necessari per la tipizzazione del proprio sangue e scoprire se fossero idonei a una eventuale donazione del midollo.

Il 17 dicembre, con un camper mobile e un gaz e b o f u o r i d a U n i L a b s , ADMO ha effettuato una serie di prelievi di sangue successivamente sottoposti ad analisi genetica. I donartori idonei sono stati inseriti nel registro nazion a l e a t t r a v e r s o i l q u a l e potrebbero un giorno essere chiamati per regalare una speranza di salvezza in più a chi ne ha bisogno.

La raccolta di quanti più donatori possibili è infatti

fondamentale per individurare persone da cui poter prelevare il midollo, perché si tratta di un processo estremamente complesso. È necessaria una compatibilità genetica totale tra donatore e ricevitore e molto più spesso di quanto si creda non è affatto detto che persino familiari e parenti siano effettivamente compatibili con i propri congiunti (solo il 30% dei pazienti riesce a trovare un donatore all’interno della propria famiglia). In generale le statistiche parlano di una sola persona geneticamente compatibile con un’altra ogni 100 000 analizzate Ecco perché anche solo il gesto di sottoporsi allo screening e dare la propria disponibilità alla tipizzazione significa già tantissimo in termini di speranze di cura per un malato D o n a r e , d ’ a l t r a p a r t e , s i g n i f i c a p r o p r i o questo: non aspettarsi nulla in cambio, sebbene la contropartita sia l’essere stati speciali p e r q u a l c u n o I n q u e s t o c a s o , o f f r e n d o un’opportunità di vita a chi sta combattendo una dura battaglia per sopravvivere.

Nelle foto alcuni momenti della campagna di screening portata avanti a dicembre in UniCamillus.

A sinistra: una dottoressa del personale ADMO con le provette dove è stato raccolto il sangue dei donatori.

Da sopra, in senso orario: il camper di ADMO fuori da UniLabs, un prelievo di sangue, studenti in fila per sottoporsi allo screening, una delle volontarie registra i dati raccolti.

DAL SITO DI UNICAMILLUS:

UniCamillus e ADMO: la solidarietà si fa doppia

Fondata nel 1990 a Milano, ADMO si dedica con passione alla sensibilizzazione sul valore della donazione di midollo

o

lavora per incrementare le iscrizioni al registro, offrendo speranza a chi combatte malattie gravissime. L’Università UniCamillus, dal canto suo, non poteva non rispondere all’appello, essendo nella sua stessa anima un Ateneo con una forte mission umanitaria.

UniCamillus e ADMO sono due rami dello stesso albero: si sviluppano in direzioni diverse, ma attingono alla stessa r a d i

donatori compatibili, UniCamillus forma i professionisti della salute che un giorno potrebbero essere direttamente coinvolti nel compiere questi trapianti salvavita. Insieme, contribuiscono a costruire un sistema in cui conoscenza, altruismo e cura del prossimo si uniscono per creare una società che sia davvero “migliore”.

La collaborazione tra l’Università UniCamillus e ADMO dimostra come la sensibilizzazione possa trasformarsi in a z i o n e c o n

studenti, altre vite potranno essere salvate. Come ricorda il motto di ADMO: “Donare a un familiare è un dovere. Donare a uno sconosciuto è un puro atto d’amore”.

La banda della Polizia di Stato si è esibita sul palco dell’Auditorium durante la festa di Natale in UniCamillus

Direttore Responsabile: Gianni Profita

Redazione a cura di: Tommaso Fefè

Immagini: UniCamillus Media, AdobeStock, Canva, ANSA, Segreteria Vescovile della Diocesi di Cefalù, Fondazione Giglio

Traduzioni a cura del Centro Linguistico d’Ateneo

UniCamillus:

Federica Alota, Federico Calogero, Giusi Condorelli, Damiano Giani, Ginevra Guidoni, Laura Ligi, Giorgia Martino, Daniela Mariani, Antonia Pagliuca, Claudia Romano

Stampa: Tipografia Miligraf Srl

Chiuso in redazione: dicembre 2024

Copia Gratuita www.unicamillus.org

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