Sicurezza Ambiente n.04-10

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Organo ufficiale dell’UGL - Federazione Nazionale corpo forestale dello stato

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Organo ufficiale dell’UGL Federazione Nazionale corpo forestale dello stato Anno III - n. 4 - luglio/agosto 2010 - € 16.25 - Poste italiane Spa Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008

Il dibattito Nucleare, l’atomo della discordia sicurezza alimentare Tra frodi e sofisticazioni come leggere l’etichetta manifestazioni Giornata della bicicletta: evento da incorniciare

Capire e salvare la biodiversità Giancarlo Galan Nuovo ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Questo prodotto è completamente bio-degradabile e riciclabile, nel pieno rispetto dell’ambiente


sommario 4 - Editoriale Manovra correttiva del Governo: l'Ugl chiede di alleggerire il peso sui dipendenti pubblici 6 - Focus - Capire l’importanza della biodiversità - Valenze poliedriche del paesaggio e tutela dei boschi e foreste: la necessità di azioni concrete 14 - Il dibattito Nucleare, l’atomo della discordia 16 - Nuovi provvedimenti Sicurezza alimentare, al via le nuove linee di indirizzo per la ristorazione scolastica 18 - Sicurezza alimentare Le frodi e le sofisticazioni alimentari: come leggere l'etichetta 20 - Manifestazioni Giornata nazionale della bicicletta: un evento da incorniciare 22 - Cronache Riapre il Centro Recupero Animali Selvatici WWF - Ripa Bianca di Jesi 24 - Scoprire il territorio Lazio, il Parco Regionale dei Monti Aurunci 26 - Curiosità Chi è San Giovanni Gualberto, il Patrono dei Forestali 28 - Sindacali - Il primo maggio l'Ugl a fianco dei manifestanti a Pomigliano d'Arco - Comunicati

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editoriale MANOVRA CORRETTIVA DEL GOVERNO: L’UGL CHIEDE DI ALLEGGERIRE IL PESO SUI DIPENDENTI PUBBLICI di Danilo Scipio / Segretario Nazionale UGL-CFS

Doveroso tagliare gli sprechi ma gli interventi indisciminati previsti dal Governo avranno effetti devastanti anche sul comparto sicurezza

L’

Unione Generale del Lavoro, nella consapevolezza della difficile congiuntura economica e finanziaria che l’Europa e il nostro Paese stanno vivendo, ha convenuto pubblicamente sulla necessità di una manovra correttiva in grado di consolidare la tenuta dei conti pubblici senza però per questo derogare dal primario obiettivo dello sviluppo dell’economia e della coesione sociale attraverso la promozione dei valori della solidarietà, dell’unità nazionale, della partecipazione, della tutela del lavoro e della famiglia.

E l’U.G.L. è convinta che, anche in una difficile congiuntura economica, sia possibile guardare ad una maggiore tutela dei redditi da lavoro attraverso la progressiva introduzione del principio del “quoziente familiare”, che superi l’ormai inadeguato concetto di reddito individuale introdotto nella riforma del 1973 e fonte di disparità tra i contribuenti con o senza famiglia a carico. È senz’altro doveroso colpire gli sprechi, occorre però evitare di penalizzare i più deboli: i lavoratori dipendenti, gli anziani, i giovani, le donne, che ancora oggi per mancanza di servizi alla famiglia, sono in taluni casi

dei costi della politica e degli apparati amministrativi e politici in genere, sono un segnale importante. Ma i tagli indiscriminati e lineari del 10% applicati a tutti i Ministeri, riguarderanno anche il comparto sicurezza, così come il congelamento dei rinnovi contrattuali colpirà anche i dipendenti del settore. A ciò, si deve aggiungere il blocco degli scatti e degli automatismi di progressione di carriera del personale, senza possibilità di recupero, oltre allo slittamento di un eventuale quanto utopistico riordino delle carriere.

Se la prima preoccupazione del GoGli effetti della manovra correttiva sui verno è quella di dipendenti pubblici correggere il deficit e sugli operatori di La richiesta dell’U.G.L. è quindi quella di riequilibrare pubblico attraverso il peso della manovra, alleggerendo il carico sui lavoratori polizia, in particouna severa manovra lare, avranno effetti pubblici e sul ceto medio più in generale, che vive correttiva, l’Unione potenzialmente dedi reddito e paga sempre le tasse, unitamente Generale del Lavoro vastanti. Le notizie all’introduzione, seppur graduale del quoziente familiare non ha comunque inallarmanti sulla cortenzione di abdicare responsione dell’inal proprio ruolo d’interprete dei biso- costrette a scegliere fra maternità e dennità di buonuscita, la chiusura di gni sociali ed economici di milioni di lavoro. In tale ottica di maggiore re- alcune delle finestre per il pensionacittadini e di famiglie le cui speranze sponsabilità, le annunciate misure di mento, lo slittamento di 12 mesi del non possono essere sacrificate dalle riduzione della spesa da parte di im- trattamento pensionistico per coloro portanti organi dello Stato, oltre che che maturano il requisito per l’accespur importanti necessità di bilancio. N. 4 -

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so al pensionamento, sia esso per anzianità o vecchiaia, nel 2011, stanno accelerando la “fuga” dei colleghi che potrebbero essere colpiti dalla scure della manovra. E queste cospicue riduzioni d’organico non saranno purtroppo rimpiazzate da un opportuno turn-over.

taglio dei premi produttività, inoltre, renderà vana la riforma della pubblica amministrazione, fortemente voluta dal Governo, sacrificata alla logica dei tagli orizzontali. La richiesta, forte, dell’U.G.L. è quindi quella di riequilibrare il peso della manovra, alleggerendo il carico sui lavoratori pubblici e sul ceto medio più in generale, che vive di reddito

legislativo o, in alternativa dell’attivazione della previdenza complementare che possa dare concretezza alla specificità lavorativa degli operatori del Comparto, da oltre due anni in attesa di rinnovo del contratto scaduto nel 2008.

Nonostante le ripetute disillusioni, le Il congelamento delle retribuzioni avrà organizzazioni sindacali hanno semconseguenze anche sul trattamento pre mantenuto un profilo d’azione economico accessorio. pacato e coerente, diGli effetti della manovra correttiva sui dipendenti Il trattamento economimostrando una particolaco complessivo, infatti, pubblici e sugli operatori di polizia, in particolare, re sensibilità istituzionale nel periodo 2011/2013 anche nel rivendicare le avranno effetti potenzialmente devastanti non potrà essere supelegittime aspirazioni del riore a quello percepito nel 2010. e paga sempre le tasse, unitamente personale rappresentato. Questo potrebbe voler dire mancata all’introduzione, seppur graduale del corresponsione di straordinari, servizi quoziente familiare. La stagione delle “pacche sulle spalle”, esterni, indennità di ordine pubblico, però, è finita. • fondo efficienza almeno per la quota Da circa quindici anni, gli operatori eccedente il compenso totale perce- della sicurezza e difesa attendono inpito nell’anno di riferimento (2010). Il vano la realizzazione di un intervento N. 4 -

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focus

CAPIRE L’IMPORTANZA DELLA BIODIVERSITà Stock-xchng

A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

Il 22 Maggio si è celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale proclamata dalle Nazioni Unite nel 1992. Ad oggi ben 187 paesi hanno aderito alla convenzione. In Italia, innumerevoli sono state le conferenze e gli appuntamenti per questa occasione di riflessione. Abbiamo deciso di offrire ai nostri lettori una panoramica sulla delicata tematica

Che cos’è Il termine “biodiversità” sta ad indicare la diversità di tutte le forme di vita sulla Terra, sia animali che vegetali, visibili e invisibili. La diversità biologica è frutto di una evoluzione di più di tre miliardi di anni e l’umanità ha il dovere morale di preservarla per le generazioni future. Non è possibile, infatti, recuperare o ricostituire una specie scomparsa. La principale causa di perdita della diversità è rinvenibile nella distruzione degli ecosistemi tropicali a seguito della crescente deforestazione che, se non verrà fermata al più presto, si stima porterà ad una perdita compresa tra il 5 e il 10% delle specie viventi. Altre cause di riduzione della biodiversità sono rinvenibili negli inquinamenti ambientali, nelle pratiche intensive di produzione di N. 4 -

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animali e vegetali, nell’urbanizzazione eccessiva e nella crescita incontrollata della popolazione mondiale. Anche l’introduzione nell’ambiente di organismi geneticamente modificati potrebbe causare una diminuzione della diversità biologica. Per preservare la biodiversità esistono due possibili approcci complementari: - le piante e gli animali che si vogliono conservare restano nel loro ambiente naturale (in situ); - le piante e gli animali sono conservati nella forma di “banche di geni” al di fuori del loro habitat naturale (ex situ).

I dati italiani Il 15 aprile scorso, nell’ambito della celebrazione di questa ricorrenza, è stato presentato l’Annuario dei Dati

Ambientali a cura dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Nel corso della presentazione si è discusso, in particolare, di minacce alla biodiversità, rischio sismico e franoso, aumento della temperatura media, ma anche di crescita del patrimonio forestale. La perdita della biodiversità procede a ritmi senza precedenti. In aumento il numero di specie a “rischio estinzione” nel nostro Paese, ritenuto il custode del maggior numero, in Europa, di specie animali. Pressoché dimezzate, in 25 anni, 33 varietà di uccelli tipiche degli ambienti agricoli. Tra queste, l’Allodola, il Balestruccio, la Rondine. Il 23% degli uccelli e il 15% dei mammiferi, infatti, rischia di scomparire per sempre: la percentuale di specie minacciate di vertebrati oscilla in media, a seconda dei diversi autori,


tra il 47,5% e il 68,4%. In cima all’infausta classifica, i pesci d’acqua dolce, i rettili e gli anfibi. Questi ultimi

presentano in assoluto la situazione più critica, con un 66% di specie fortemente a rischio estinzione.

Le minacce alla biodiversità non risparmiano neanche le specie vegetali: il 15% delle piante superiori e N. 4 -

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focus il 40% delle piante inferiori sono in pericolo. Tuttavia, le conoscenze in merito alle entità vegetali sono ancora incomplete, ma si stima che a rischio siano 772 specie di epatiche, muschi e licheni e 1.020 piante vascolari. Dati, questi, su cui riflettere con urgenza, come dimostrato dalla volontà delle Nazioni Unite di proclamare proprio per il 2010 l’Anno Internazionale della Biodiversità. Una scelta nata anche dalla consapevolezza delle responsabilità umane: la minaccia primaria è, infatti, rappresentata proprio dalle attività dell’uomo e dalla crescente richiesta di risorse naturali e di servizi ecosistemici. La trasformazione degli habitat, inoltre, minaccia il 50,5% delle specie animali vertebrate ma tra le cause di questo depauperamento ci sono anche il bracconaggio e la pesca illegale. E, inoltre, le attività agricole, responsabili dell’inquinamento delle acque, della perdita di stabilità dei suoli, dell’aumento dell’effetto serra. Complice anche un uso a volte irrazionale di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Sempre più accentuati, inoltre, il fenomeno dell’erosione costiera, la desertificazione, la fusione dei ghiacciai, la riduzione della quantità e qualità delle risorse idriche, i rischi per la salute umana, il dissesto idrogeologico. L’innalzamento del mare, se pur modesto, e l’acuirsi di fenomeni come le mareggiate, aggrediscono gli ambienti marino-costieri. In particolare, alcune aree di piana costiera depresse (circa 1.400 km di sviluppo lineare) potrebbero essere N. 4 -

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inondate, mentre le coste basse e sabbiose (circa 4.000 km) potrebbero essere soggette a forte erosione, con infiltrazioni di acqua salata nelle falde di acqua dolce. Per contro, un dato positivo: segnalato un fenomeno espansivo del patrimonio forestale nazionale, stimato in circa 5.500 ettari all’anno. In crescita anche le ZPS, le Zone di Protezione Speciale (oggi 597, pari al 14,5% del territorio nazionale) e i Siti di Importanza Comunitaria (SIC), pari a 2.228 e corrispondenti al 15% della superficie italiana. Oltre agli ambienti naturali e seminaturali propriamente detti, in Italia si registra un trend positivo anche per quanto riguarda il verde urbano, con riferimento ai comuni capoluoghi di provincia. La densità media di verde urbano, infatti, è passata dal 7,8% del 2000 all’8,3% del 2008 mentre la disponibilità pro capite media è cresciuta, da 88,40 metri quadri per abitante a 93,60. Infine una finestra sui rischi sismico e geologico - idraulico, che nel periodo 2008 - 2009 si sono manifestati in modo straordinario. Tre gli eventi che hanno superato la soglia di magnitudo locale 5: quello della costa calabra ha avuto una profondità ipocentrale molto elevata e non ha procurato danni; quelli avvenuti nell’area del Frignano, con alcuni danni a chiese e campanili e, infine, i rilevanti eventi nella zona de L’Aquila. I picchi di intensità, oggi sappiamo, sono stati causati da una particolare vulnerabilità sismica associata alla presenza di sedimenti alluvionali recenti non consolidati. E sono le caratteristiche geomorfologiche del territorio italiano a determinare, inoltre, una forte esposizione al ri-

schio frane, come testimoniato dai censimenti dell’ISPRA che, grazie al Progetto IFFI, ha individuato più di 485.000 frane, che interessano un’area di oltre 20.700 km2, pari al 6,9% della penisola. Ben 5.708 i comuni italiani interessati da frane, pari al 70,5% del totale.

Il ruolo del corpo forestale dello stato Il Corpo Forestale dello Stato - con il Servio Ufficio Biodiversità - svolge un’ intensa attività in tale ambito. Più precisamente l’Ufficio, istituito nel 2005 ed erede dell’Azienda di Stato per le foreste demaniali, svolge le seguenti attività: - tutela e salvaguardia delle riserve naturali dello Stato e delle altre aree di interesse naturalistico attraverso la realizzazione di interventi e attività sperimentali di studio e di ricerca volti al miglioramento e alla conservazione della biodiversità animale e vegetale; - sviluppo di attività di ricerca scientifica e di programmi finalizzati allo studio ed alla conservazione della biodiversità anche in sintonia con le attività dei Centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale o con riferimento ad attività di tutela di specie di animali selvatici minacciate o di razze autoctone in pericolo di estinzione; - sviluppo di specifici programmi di divulgazione e di educazione ambientale anche attraverso azioni condivise di carattere informativo; - supporto logistico alle attività istituzionali del Corpo forestale dello


Stato sia in generale che con riferimento particolare a quelle dei reparti a cavallo, dei gruppi cinofili e del soccorso alpino; - conservazione e manutenzione del patrimonio immobiliare amministrato. Diversi sono i progetti e le iniziative in cui è impegnato il servizio: • Progetto LIFE-Natura “Tutela di siti NATURA 2000 gestiti dal Corpo forestale dello Stato”. Il progetto prevede azioni per incrementarne il grado di tutela per la conservazione della biodiversità tramite una riqualificazione degli ambienti vitali, finalizzata alla rinaturalizzazione di aree forestali mediante interventi selvicolturali orientati a massimizzare l’eterogeneità degli ecosistemi. • Iniziative volte alla tutela di specie di particolare rilevanza naturalistica, quali: la Lontra, il Lupo, il Grifone, l’Orso bruno marsicano. • Collaborazioni con diverse realtà associative, che operano sul territorio, e con gli istituti scolastici, per la creazione di sinergie utili alla diffusione della cultura ambientale anche attraverso manifestazioni sportive o eventi culturali. Supporto e partecipazione ai programmi di scambio culturale con il Parco del Virunga (Repubblica Democratica del Congo), Parchi Ucraini e la Wayne State University di Detroit (USA).

Giancarlo Galan, neo Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, interviene sulla biodiversità «La Biodiversità è uno dei valori cui dobbiamo tenere di più perché, quando non diventano scelte ideologicamente orientate, il tema della Biodiversità rappresenta una materia universale. Un valore da rispettare, da Giancarlo Galan valorizzare e da promuovere soprattutto tra le giovani generazioni». Così il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, commenta il progetto rural4kids, un laboratorio evento sul tema della biodiversità, che il 21 maggio all’Auditorium di Roma, ha riunito le scuole e gli operatori del settore. “I bambini raccontano la biodiversità” è un’iniziativa del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e della Rete rurale, volta ad illustrare ai bambini come dietro un patrimonio ambientale e naturale ben preservato c’è spesso l’azione dell’uomo, che attraverso il suo lavoro consente di mantenere quei beni collettivi di primaria importanza propri dei nostri territori rurali. Nel campo della biodiversità, l’agricoltura ha un ruolo fondamentale, sia per la conservazione in azienda delle specie vegetali e delle razze animali in via d’estinzione, sia per il contributo al mantenimento e al ripristino di habitat ad alta valenza naturale.

zio d’istituto a cavallo. • Iniziative volte alla conservazione, salvaguardia e promozione della biodiversità animale. Particolare attenzione all’allevamento equino con finalità di salvaguardia della biodiversità delle razze e con il compito di produrre soggetti idonei per il servi-

• Azioni dirette alla salvaguardia della diversità biologica vegetale anche attraverso l’individuazione, la raccolta, l’allestimento e la selezione di sementi forestali, arboree ed arbustive tipiche degli ambienti e degli ecoti-

pi locali italiani, grazie al potenziamento dei due Centri nazionali per la biodiversità forestale di Pieve S. Stefano e Peri (VR) che gestiscono gli unici complessi specializzati nella produzione di sementi forestali selezionate esistenti in Italia. •

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focus Valenze poliedriche del paesaggio e tutela di boschi e foreste: la necessità di azioni concrete di Donato Forenza / Centro Studi UGL-CFS

La conservazione e il miglioramento dei boschi e del paesaggio richiedono interventi diretti da parte dei responsabili della politica territoriale e forestale del nostro Paese e dell’Europa

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fondamentale nell’equilibrio climatico globale. Le superfici forestali del pianeta contribuiscono alla riduzione dei gas serra dell’atmosfera (protocollo di Kyoto, adottato dall’Italia); è necessario, pertanto, rispettare gli impegni internazionali del Protocollo di Kyoto. Bisogna attuare il “Registro nazionale dei serbatoi agroforestali del carbonio” e agevolare, nelle emission trading (afferenti ai crediti di carbonio) le attività forestali dei privati con opportuni criteri di Gestione Forestale Sostenibile (GFS).

Boschi e foreste sono Beni Culturali ( D. L.vo 42/2004) e quindi come tali vanno tutelati. Oltre al rispetto di tutti gli altri innumerevoli vincoli (salvaguardia ambientale; idrogeologico, paesaggistico; naturalistico, urbanistico, inquinamenti, etc.) l’ecosistema bosco è una poliedrica entità che ha valore di relazione polisemica. Trattasi, pertanto, di un soggetto capace di meritoria attenzione anche mediante la creazione di un “Osservatorio di Bioetica e Qualità della Vita”. La tutela della foresta deve diventare un bene insostituibile per l’umanità. La foresta è un bene biologico dell’Uomo che va tutelato, conservato e difeso in analogia delle Difesa antropica ed ecosistemica olistica, in connubio al Diritto forestale, ambientale e paesaggistico per consentire la fruibilità ecosostenibile alle future generazioni; la valorizzazione della produttività del bosco deve essere pianificata con i principi armonici della Gestione Forestale Sostenibile (GFS) e Stock-xchng

l territorio italiano è caratterizzato da valenze poliedriche della Biodiversità e da uno straordinario paesaggio in parte qualificato dalla copertura di boschi e foreste pari a circa un terzo della superficie nazionale e per la maggior parte è sottoposta a vincoli di differente complessità. Boschi e foreste costituisco mirabili ecosistemi che forniscono beni, servizi, benessere fisico e spirituale per l’Uomo; contribuiscono all’armonia dell’ambiente ed arricchiscono di scenari multiformi il paesaggio di vasti territori. La collettività, infatti usufruisce: di salvaguardia della biodiversità, difesa del suolo e del paesaggio, conservazione delle risorse idriche, contrasto alla desertificazione, produzione di legno e di biomassa per energia, mitigazione dei cambiamenti climatici; i boschi risultano, inoltre, insostituibili serbatoi di carbonio e presentano altre valenze per l’evapotraspirazione; inoltre, la foresta è un elemento


richiede una previsione di Politica Forestale decennale per la Valorizzazione Integrata del paesaggio-ambiente afferente allo straordinario patrimonio forestale italiano, dotato di una eccezionale biodiversità presente dall’ambiente alpino a quello mediterraneo. I Comuni italiani, gli organismi statali e la CEE devono svolgere azioni e attività dalla scala locale a quella europea per la tutela del paesaggio agricolo, forestale e urbano-rurale in modo integrato come “sistema-continnuum”; occorre, pertanto, far svolgere una capillare attività di Educazione Ambientale Strategica per la valorizzazione del patrimonio forestale italiano ed europeo, fondamento assiomatico di dimensioni biosferiche, spirituali, pa-

esaggistiche, turistiche, economiche, sociali, storici e culturali tipici dei luoghi e caratterizzanti il genius loci. La Pianificazione territoriale ecologica, la Pianificazione Paesaggistica integrata in connubio alla Selvicoltura sistemica, possono in sinergia con la Pianificazione forestale creare le basi spazio- temporali per una corretta applicazione della GFS; inoltre, occorre: - interpretare il dinamismo naturale degli ecosistemi forestali, e garantire la gestione sostenibile integrata; - integrare una visione bosco-paesaggio, foresta-ambiente e ambiente-città; ampliare la dinamica della Forestazione urbano-territoriale. La protezione degli ecosistemi boscati è necessaria per la valorizzazione dei fattori pae-

saggistici, naturalistici, culturali e ricreativo anche nel tessuto urbano e negli ambienti periurbani. Va infine ribadito che l’approccio ecologico, economico e sociale, deve salvaguardare le risorse genetiche e il rischio di inquinamento biologico. Il concetto di “Bosco urbano e qualità della vita” può innescare validi principi di benessere e salute per i cittadini ed alleggerire l’impatto sugli ecosistemi forestali. La complessa fenomenologia afferente alla Pianificazione della difesa dagli incendi boschivi e agro-forestali è penalizzata: - dall’esodo dalle zone rurali; - dall’abbandono di circa la metà dei territori boscati italiani; - dalla diffusioN. 4 -

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focus ne di agenti patogeni quali funghi ed insetti. Nella Protezione dagli incendi boschivi deve essere inculcata la Cultura della protezione del Paesaggio mediante l’Educazione Ambientale, la prevenzione selvicolturale, il potenziamento del telerilevamento e della modellistica di diffusione del fronte delle fiamme; di modelli di comportamento del fuoco; studi sugli effetti del fuoco sui sistemi ecologici, economici e sociali. In molti territori si riscontra un rilevante impatto ambientale e paesaggistico derivante dall’uso irrazionale del pascolo in bosco, talvolta causato da un eccessivo esercizio di zone montane e collinari, che ha innescato degrado di boschi e inferto depauperamento ecologico e frammentazione della texture vegetazionale anche derivanti dagli incendi; è opportuno che le regioni e la Ricerca scientifica prevedano normative e soluzioni ecologiche per permettere metodi differenti di uso del pascolo per consentire l’equilibrio ecosistemico e la salvaguardia della foresta nel rapporto Uomo-ambienteanimali. Va comunque osservato che la pro-

duzione forestale e le attività correlate svolgono un ruolo positivo sullo sviluppo di alcuni settori (costruzioni in legno, edilizia, pannelli, industria cartaria, riciclo, energia, etc.), forniscono occupazionalità (oltre 300.000 addetti) e costituiscono lo 0.9% del prodotto interno lordo. è opportuno, pertanto, una nuova visione sistemica del mondo e del rapporto uomopaesaggio. La visione sistemica deve percepire nuove interconnessioni tra le persone, tra persone e paesaggio; bisogna superare le barriere tra le persone; occorre valorizzare la comunità e le totalità, sia nel mondo umano che nel mondo naturale. La visione sistemica induce la biodiversità delle culture antropiche e delle società e le considera come tutte potenzialmente valide, ed effettua una classificazione in base alla loro resilienza alla sostenibilità e alla capacità di retroazioni alla vulnerabilità ambientale. L’incanto della natura va difeso e tutelato. In tale valenza assiomatica è notevole la misura dell’impegno del CFS che storicamente svolge mirabilmente. I boschi e foreste e le riserve naturali costituiscono straordinari paesaggi ed

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ecosistemi-laboratori di conoscenza e di ricerca e sono luoghi di interessante attività per l’Educazione Ambientale. Infine, da questi brevi cenni, si evince che è necessario implementare Piani per la protezione delle foreste e del paesaggio adottando la Pianificazione territoriale sistemica per la conservazione della biodiversità, realizzando misure di prevenzione dei danni biotici e abiotici, ed il potenziamento della ricerca innovativa e della formazione avanzata nei settori della Difesa ambientale, paesaggistica e della Difesa dell’Uomo dai rischi ambientali. CONCLUSIONI • si sostenga la formazione universitaria, anche in una logica di rete, con l’istituzione di centri di eccellenza e la creazione di scuole di specializzazione; le Regioni e le Province Autonome promuovano la formazione tecnicoprofessionale, l’educazione ambientale e l’imprenditorialità giovanile in campo forestale; • sia finanziata la ricerca innovativa, integrando la ricerca universitaria e quella delle altre strutture nazionali ed europee, anche alla luce dell’agenda strategica Forest-based Sector Technology Platform dell’Unione Europea; • per la conservazione delle risorse idriche sia promosso un coordinamento a livello nazionale e locale per realizzare nei bacini di captazione interventi selvicolturali al fine di conseguire anche una maggiore efficacia sulla regimazione idrica; • si garantisca agli operatori del settore forestale continuità di impiego, riconoscimento della specifica figura giuridica, dignità professionale, formazione adeguata e sicurezza sul lavoro, coinvolgendo anche le associazioni di categoria; • si incrementi l’associazionismo forestale per superare i problemi connessi


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alle ridotte dimensioni della proprietà forestale e i conseguenti problemi di organizzazione del lavoro; • si sostenga la filiera bosco-legno in tutte le sue fasi, con particolare riferimento alle filiere “corte”, anche attraverso la certificazione di processo e dei prodotti forestali; • sia favorita la detassazione degli interventi selvicolturali, l’incentivazione e il sostegno finanziario per le azioni di miglioramento del bosco anche con forme di remunerazione a favore della proprietà forestale, in quanto produttrice di servizi ambientali di pubblico interesse; • sia data piena attuazione alle normative che riguardano l’istituzione e il funzionamento delle aree protette e della rete Natura 2000, favorendo il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse e il riconoscimento dell’importanza delle tradizioni locali; • si promuova la gestione integrata bosco-fauna, nella consapevolezza che la fauna selvatica è componente essenziale degli ecosistemi forestali; 1. si promuova una politica forestale che dia un reale sostegno al bosco, con particolare riferimento alle aree di montagna e a quelle disagiate, alla

selvicoltura sistemica, alla gestione sostenibile, alla filiera del legno e alla realizzazione di piantagioni per arboricoltura da legno anche ai fini della produzione di biomasse per energia, attraverso l’esecuzione di piani territoriali; 2. si prenda in considerazione il settore foreste nella politica ambientale, nella politica della salute pubblica e in quella del turismo, con particolare riferimento alla conservazione del suolo, alla mitigazione dei cambiamenti climatici e ai processi di desertificazione; 3. sia reso operativo e adeguatamente finanziato il Programma Quadro per il Settore Forestale (PQSF), redatto alla luce degli accordi internazionali sulle foreste, con particolare riferimento al Forest Action Plan e con la prescrizione di misure per la pianificazione forestale; 4. vengano potenziate le strutture preposte ai settori forestali comunitari e internazionali al fine di assicurare la presenza costante e qualificata dell’Italia in tali sedi; 5. sia creata a livello centrale una struttura permanente deputata al monitoraggio delle risorse forestali italiane secondo principi e modalità raccordate

con quelle definite a livello europeo; 6. sia promossa l’attività selvicolturale per la gestione forestale sostenibile, la tutela dei boschi soggetti a vincoli naturalistici, la salvaguardia della biodiversità e con essa le risorse genetiche, l’incentivazione della produzione legnosa e non, la valorizzazione delle esternalità proprie della multifunzionalità del bosco, la salvaguardia del paesaggio e il sostegno alla proprietà forestale; 7. venga potenziato l’Osservatorio nazionale del mercato dei prodotti e dei servizi forestali previsto dal D.Lgs. 227/2001, per valorizzare i servizi pubblici del bosco e il coordinamento del quadro normativo, gli aspetti inerenti le competenze forestali e ambientali, agevolando l’incontro tra domanda e offerta; 8. siano rafforzati gli strumenti di coordinamento tra le autorità centrali dello Stato, le Regioni e le Province Autonome al fine di migliorarne l’azione normativa, di programma e di piano per lo sviluppo della selvicoltura, coinvolgendo le associazioni di categoria al fine di elaborare strategie operative condivise. •

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il dibattito

l’atomo della discordia di Fabio Lancianese / Agente Corpo Forestale

L’Italia si riaffaccia al nucleare tra sentimenti contrastanti e dati incerti

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embra proprio che questa volta si faccia sul serio. Dopo innumerevoli proposte rimaste al livello di slogan politici o chiacchiere da bar, e con un ritardo di circa trent’anni rispetto ai Paesi che nel nucleare hanno sempre creduto, anche l’Italia si predispone allo sfruttamento dell’energia prodotta dalla fissione atomica, in forza di un piano governativo che ne prevede la piena operatività a partire dal 2020. A distanza di 23 anni dal referendum contro le centrali ad uranio, la politica torna ad occuparsi seriamente della questione nucleare coinvolgendo ancora una volta i mass media e l’opinione pubblica in vivaci dibattiti e commenti, troppo spesso caratterizzati da pregiudizi ed estremizzazioni. Ogni volta che nel nostro Paese si parla di utilizzo dell’energia nucleare, si finisce quasi sempre con l’esasperare i toni della discussione, descrivendo questa opzione energetica come la pozione magica in grado di risollevare l’economia nazionale, o come un tremendo cataclisma da scongiurare ad ogni costo. Scopo di quest’articolo è favorire, invece, una riflessione serena, aperta ad ogni contributo, soppesando i principali “pro” e “contro” fin qui enunciati dagli “opposti schieramenti”. Parte dell’opinione pubblica è sicura-

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mente favorevole al nucleare in quanto riconosce nel suo sviluppo una valida alternativa alla dipendenza petrolifera di cui soffre il nostro Paese, ipotizzando vantaggi economici diretti (in bolletta) e indiretti (minore carico di spesa sulla bilancia dei pagamenti con l’estero per lo Stato). Tutto ciò è senza dubbio verosimile in prospettiva futura, ma almeno inizialmente il progetto nucleare appare caratterizzato da alti “rischi d’impresa”, visto che il costo di una centrale si aggira, oggi, sui 5 miliardi di euro (per una vita media di 23 anni) ed il tempo necessario per la sua messa in opera è stimato attorno ai 10 anni. Bisogna inoltre considerare che in Italia non ci sono giacimenti di uranio (il cui costo è salito di oltre 7 volte dal 2002 al 2007 molto più di quello dei combustibili fossili), e questo creerebbe il rischio di sostituire una dipendenza (petrolio) con un’altra (uranio) per un piano che, anche dovesse raggiungere la sua pienezza d’intenti, soddisferà il bisogno energetico “solo” per il 25% ( in Francia lo sfruttamento dell’atomo ricopre ben l’80% del fabbisogno nazionale). Altro aspetto fondamentale è quello dell’impatto sull’ambiente. Le centrali nucleari non emettono in atmosfera anidride carbonica (il principale gas serra) e nemmeno ossidi di zolfo e azoto, come avviene per gli impianti

che utilizzano combustibili fossili. Il rovescio della medaglia è rappresentato dalle scorie nucleari, che devono essere stoccate in depositi sicuri anche per migliaia di anni per farne decadere il livello di radioattività. è quanto meno legittimo chiedersi se un Paese come l’Italia, in cui lo smaltimento della semplice spazzatura urbana è divenuto un’emergenza nazionale di protezione civile, possa sostenere la responsabilità dello smaltimento di scorie radioattive. La costruzione di specifici depositi di stoccaggio, oltre a richiedere elevate procedure di sicurezza, rappresenta un impegno economico molto gravoso, più di quello necessario per costruire le centrali stesse. Di fatti, nei reattori di “quarta generazione” tutt’ora in fase di progettazione (ad esempio i nuovi EPR francesi), sono previsti cicli produttivi in grado di ridurre la quantità di scorie generate, riutilizzandone una parte in altri processi energetici. Sarebbe davvero un assurdo voler risparmiare sui costi da “dipendenza energetica” verso altri Paesi, per poi spendere il doppio delle cifre fin qui elargite per trasferire agli stessi Paesi le nostre scorie e depositarvele “in affitto”. Un altro tema molto delicato è quello relativo alla sicurezza. Anche se negli ultimi anni l’innovazione tecnologica ha notevolmente migliorato


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Una centrale nucleare di vecchia generazione

l’efficienza e la sicurezza nelle centrali dotate di reattori di ultima generazione, è ancora vivo in molti il ricordo delle conseguenze che un incidente può avere sulle popolazioni esposte a radiazioni. L’esplosione chimica dell’Aprile 1986 al reattore nucleare di Chernobyl con le sue devastanti conseguenze, ha di certo condizionato l’opinione pubblica italiana quando è stata chiamata ad esprimersi sui referendum nazionali del settore nucleare, senza tenere troppo in considerazione il fatto che un elevato numero di reattori francesi era (ed è tutt’ora) attivo e molto più vicino a noi di quanto non lo fosse quello russo. Viviamo, inoltre, un’epoca tragicamente segnata dal terrorismo, e le centrali nucleari, i depositi di scorie con i trasporti eccezionali di quest’ultime, potrebbero essere oggetto di attentati o di raids per impossessarsi di componenti preziose per le cosiddette “bombe sporche”. Testimonianza di queste preoccupazioni è l’elevato rafforzamento delle

misure di sicurezza attorno alle centrali nucleari francesi e americane, oggi di fatto militarizzate, e le ansie della politica atlantica nei confronti del programma nucleare iraniano (anche se ufficialmente dichiarato “per scopi industriali civili”). Attualmente in Italia quattro Regioni (Puglia, Campania, Basilicata, Toscana) hanno già confermato con legge la non disponibilità alla costruzione di nuove centrali all’interno dei propri limiti territoriali, ed è prevedibile una mobilitazione di protesta (stile no-tav) se il Governo dovesse confermare l’orientamento espresso durante i due incontri bilaterali ( Italia-Francia e Italia-Russia) di Aprile. Di certo, la “questione nucleare” ha “ imbavagliato“ la politica italiana per troppo tempo, essendo diventato un argomento tabù per le istituzioni e i suoi rappresentanti, influenzati dall’alta percentuale con cui furono accolte le istanze dei promotori del referendum del 1987. Un referendum che, qui giova ricordarlo, non vietava esplicitamente la costru-

zione di nuove centrali nucleari, ma che ha di fatto sancito la chiusura di quelle esistenti ( Caorso, Trino Vercellese, Garigliano, Latina, Montalto di Castro) nonché l’abbandono del programma energetico intero. Fulminee carriere parlamentari sono state favorite, quell’anno, da un semplice “no” sbandierato al momento giusto, ed il rischio di sciacallaggio politico della questione è tutt’oggi in agguato. Urge un confronto maturo, sostenuto da solide basi scientifiche e non da quelle elettorali, tenendo ben presente il fabbisogno energetico attuale nonchè la salvaguardia del nostro preziosissimo patrimonio ambientale. Gli effetti di un incidente “nucleare” possono senza dubbio mettere in pericolo la salute degli uomini con devastanti effetti nocivi a lungo termine, ma anche le scelte politiche miopi ed a scopo propagandistico possono generare esiti tossici e veleniferi nella vita di uno Stato per lunghi e lunghi anni futuri. •

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nuovi provvedimenti Sicurezza alimentare, al via le nuove linee di indirizzo per la ristorazione scolastica A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

Approvato un documento dal Ministero della Salute che potrebbe migliorare l’appropriatezza nutrizionale e ridurre i tassi di obesità infantile

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o scorso mese di aprile il Ministero della Salute ha informato che la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica. Nel documento vengono presi in considerazione temi quali: la ristorazione come sistema gestionale, ruolo

Controlli del Corpo Forestale in un supermercato

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e responsabilità delle varie istituzioni coinvolte, criteri per la definizione del capitolato, aspetti nutrizionali, caratteristiche del menù, valutazione della qualità nutrizionale. Le linee di indirizzo partono dall’esperienza maturata da realtà locali: regioni, comuni, SIAN. Questo documento, se correttamente imple-

mentato, può contribuire a migliorare la qualità dei pasti nelle scuole, sia dal punto di vista della sicurezza alimentare, che dell’appropriatezza nutrizionale, ma anche a ridurre i preoccupanti tassi di sovrappeso ed obesità infantile e giovanile del nostro Paese, tanto che il sottosegretario Martini le ha definite “una pietra miliare per la


tutela della salute delle giovani generazioni”. In tal senso, si tratta di una iniziativa importante perché a scuola i bambini imparano a stare a tavola, a mangiare ciò che hanno nel piatto senza sprechi e ad apprezzare sapori nuovi a volte inconsueti; la variazione stagionale dei cibi consente di proporre alimenti che, per diversità di gusti, abitudini e, a volte, mancanza di tempo per le preparazioni, non vengono consumati a casa. Pertanto, i menù devono essere preparati con rotazione di almeno 4/5 settimane, in modo da non ripetere quasi mai la stessa ricetta, e diversi per il periodo autunno-inverno e primavera-estate. In tal modo i bambini acquisiscono la disponibilità di ortaggi e frutta in relazione alle stagioni e soddisfano la necessità fisiologica di modificare l’alimentazione secondo il clima. Un menù variato, facilmente attuabile per la molteplicità di alimenti della dieta

mediterranea, fa conoscere ai bambini alimenti diversi, nuovi sapori e stimola curiosità verso il cibo. Per quanto riguarda la valutazione della qualità dell’offerta, si evidenzia che nelle linee guida tra gli elementi caratterizzanti si suggeriscono “gli alimenti a filiera corta, cioè l’impiego di prodotti che abbiano viaggiato poco e abbiano subito pochi passaggi commerciali prima di arrivare alla cucina o alla tavola. Per favorire l’utilizzo di tali alimenti, possono essere attribuiti punteggi diversi per le diverse provenienze premiando i prodotti locali. L’impiego dei prodotti ortofrutticoli freschi secondo stagionalità deve essere in stretta relazione con la stesura di menù secondo criteri di coerenza. Con riferimento agli alimenti a filiera corta, è utile che le Regioni e PP.AA. elaborino un documento nel quale vengano elencati alcuni principi che aiutino le Amministrazioni pubbliche a definire 13 capitolati d’appalto

capaci di rispettare le norme di libera circolazione delle merci in ambito comunitario, tutelando contestualmente la freschezza, il chilometro zero/filiera corta, i prodotti locali (non necessariamente ancora classificati tra i tipici o tradizionali)”. Le Linee di indirizzo, in accordo con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della sanità, sono state elaborate da un gruppo di massimi esperti nazionali nel campo nutrizionale e delle Regioni, istituito presso la Direzione generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione del Ministero della salute, e rientrano in un percorso strategico globale di miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini attraverso l’alimentazione, a partire dalle fasce più deboli, quali i bambini che consumano fuori casa i loro pasti, in accordo con le politiche dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Unione europea. •

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sicurezza alimentare

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LE FRODI E LE SOFISTICAZIONI ALIMENTARI: COME LEGGERE L’ETICHETTA A cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Campania

Il resoconto del Convegno di Napoli

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Con il Prof. Sergio Roncelli, Presidente dell’Università Popolare Carlo III di Napoli, moderatore del Seminario, i lavori sono stati introdotti dai saluti della Prof. ssa Annabella Marcello, Dirigente Scolastico dell’ITIS “ L. Da Vinci” e dal Dott. Ermanno Russo, membro del Consiglio Regionale della Campania, già Presidente della N. 4 -

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Commissione Speciale Anticamorra. Di particolare interesse sono state le parole della Prof.ssa Marcello che ha sottolineato il significato e l’importanza sociale della tutela dell’ambiente, in tutte le sue variegate manifestazioni attirando l’attenzione dei presenti leggendo alcuni versi del Poeta Gibran tratti dalla poesia.

Il Dott. Ermanno Russo, con eguale chiarezza, ha rimarcato l’importanza del ruolo del CFS nella preservazione del patrimonio floro-faunistico augurando la realizzazione di condizioni ottimali per una maggiore sinergia tra tutte le varie istituzioni e amministrazioni coinvolte a vario titolo nella materia ambientale. Sono seguiti i saluti del Dott. Vincenzo Russo, Direttore del Dipartimento di Prevenzione del Servizio Igiene alimenti e nutrizione dell’Asl Na 1. Stock-xchng

l giorno 4 marzo si è tenuto presso la Biblioteca dell’ITIS “ L. Da Vinci” di Napoli il Seminario di Studi “ SICUREZZA ALIMENTARE - LE FRODI e le SOFISTICAZIONI ALIMENTARI - COME LEGGERE L’ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI” con il precipuo intento di offrire indicazioni utili alla conoscenza delle problematiche connesse al fenomeno delle frodi alimentari.

Alle ore 10:00 si è dato inizio ai lavori del convegno con la relazione del Comandante Regionale del CFS Dott. F. Fuschetti. Il Comandante Fuschetti, dopo un veloce e puntuale excursus sulla storia del CFS ha attira-


Un momento del convegno a Napoli

to l’attenzione dei partecipanti al seminario sul contesto politico-sociale attuale in cui il CFS viene ad espletare la propria attività istituzionale, non più legata solo alla sua storica e tradizionale funzione di prevenzione rivolta agli incendi boschivi e di prevenzione del rischio idro-geologico ma rivolta altresì alla realizzazione di finalità preventive e repressive in tutti i settori e in tutte le attività che potenzialmente possono avere ricadute sul patrimonio ambientale nazionale. Ha preso poi la parola il Dott. Luigi Serpe, Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, che ha incentrato la sua relazione sulla materia dell’etichettatura degli alimenti. Il Dott. Serpe ha sottolineato la necessità di un’adeguata conoscenza della materia normativa comunitaria e nazionale, per

una efficace attività di prevenzione. Il Dott. Serpe ha sottolineato inoltre come non solo la repressione ma soprattutto la responsabilizzazione degli operatori del settore risulta necessario per l’ottenimento di risultati soddisfacenti nell’evitare frodi e le sofisticazioni alimentari. è seguito l’intervento del V.Q.A.F. Dott. Roberto Miele, Referente Regionale per CFS in materia agroalimentare, il quale si è soffermato sugli aspetti tecnici e giuridici afferenti la tematica dei marchi di origine degli alimenti. Partendo dal concetto di sicurezza alimentare, quale garanzia che un alimento non sia cagione di danno per l’uomo ed esigenza fondamentale per l’uomo dai primordi della civiltà umana ai nostri giorni, il Dott. Miele è giunto alla esposizione sotto il profilo tecnico e normativo della tematica

dell’adulterazione, dell’alterazione, della sofisticazione e della contraffazione alimentare, illustrando tali argomenti con esempi tratti dai fatti di cronaca che maggiormente hanno colpito la collettività. Il Prof. Marco Guida, del Dipartimento di Scienze Biologiche dell’università Federico II di Napoli, ha rappresentato le problematiche relative alla qualità degli alimenti definendo i concetti di pericolo e di rischio di malattia connessi alla materia alimentare. Infine il Prof. Sergio Roncelli, Presidente della Università Carlo III di Napoli, ha concluso gli interventi relazionando sulle tecnologie alimentari ed in particolare sulle frodi e sofisticazioni alimentari negli oli, nel latte e nei formaggi. •

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manifestazioni

Giornata Nazionale della Bicicletta: un evento da incorniciare Stock-xchng

A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

Il ministro Prestigiacomo: «Il successo è il sintomo che nel Paese c’è una gran voglia di città più vivibili, meno congestionate e meno inquinate»

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redo che il “bici-day”, per le notizie e le immagini che sono giunte da tante città del nostro paese, sia stata un successo - ha afferma il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo -. Centinaia di migliaia di italiani hanno partecipato a una “festa nazionale” poco rituale e molto familiare, fatta di passeggiate, centri storici chiusi al traffico, giochi per bambini e di aria pulita». «Il fatto che tanti cittadini, tanti bambini, abbiano partecipato alle iniziative che oltre 1300 comuni, dai grandi Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Palermo, Bologna - ai più piccoli, hanno messo in campo - rileva ancora la Prestigiacomo - è un risultato estremamente positivo e, soprattutto, un segnale importante. E’ il segnale che nel paese c’è una gran voglia, una chiara esigenza, di città più vivibili, meno congestionate, meno inquinate. Città più belle e sane in cui vivere meglio». Fra le iniziative che si sono svolte, a Roma cuore dell’evento è stata via dei N. 4 -

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Fori Imperiali, dove romani e turisti si sono soffermati davanti a spettacoli, esibizioni e stand espositivi (Federciclismo, Federazione italiana amici della bicicletta, Ediciclo, Roma bike tour, ecc.). Numerosi i visitatori dello stand del Ministero e del Comune di Roma, dove era possibile ricevere alcuni gadget tra cui la maglietta realizzata dal Ministero per l’occasione. In piazza del Campidoglio un concerto della fanfara dell’esercito ha preceduto l’arrivo del sindaco Gianni Alemanno in bicicletta, che ha salutato i presenti con un breve discorso tenuto anche dall’assessore all’Ambiente Fabio De Lillo e dal direttore generale del Ministero Corrado Clini che ha letto un messaggio di saluto del Ministro Stefania Prestigiacomo (che ha festeggiato la Giornata nella sua città, Siracusa). Nella Sala delle Bandiere del Campidoglio, poi, è stato presentato da De Lillo e Sergio Marchi, assessore comunale alla Mobilità, il “Piano Quadro della Ciclabilità” del Comune di Roma. Il sindaco ha ringraziato il Ministro Prestigiacomo per l’organizzazione della

Giornata e per il sostegno al Piano Quadro della ciclabilità del Comune, sottolineando che “oggi siamo qui per una festa collettiva ma anche per prendere un impegno per la città di Roma”. Il direttore Clini, dopo aver evidenziato il sostegno del Ministero al Piano “molto ambizioso” del Comune di Roma, ha presentato un prototipo di una bicicletta ibrida a pedala assistita, la “Green wheel”. Inoltre ha premiato i vincitori del concorso “Bicity”, voluto dal Ministero e rivolto ai Comuni italiani per la promozione della mobilità sostenibile nelle città. Due le sezioni: “Premio Bicity 2010” e “Premio Bicity tutto l’anno”. Sono stati premiati: nella prima sezione, Aliano (provincia di Matera), Piazzola sul Brenta (provincia di Padova), Alcamo (provincia di Trapani) e Lecce; nell’altra sezione, Maranzana, in provincia di Asti, Quarto d’Altino, in provincia di Venezia, Porto Torres, in provincia di Sassari, e Reggio Emilia. Premiato anche il Comune di Roma. Anche le altre città d’Italia hanno organizzato manifestazioni in grande stile in occasione della Giornata. A Milano centro chiuso al traffico fino alle ore


18. Evento di spicco la prima “Caccia al Tesoro su due ruote”: quattro i punti di partenza, in prossimità dell’area chiusa al traffico, e arrivo finale in piazza Duomo, con happening conclusivo fatto di musica, intrattenimento ed estrazioni di premi speciali. Il Comune ha poi organizzato percorsi a tema ambientale al Parco delle Cave, itinerari in bici in centro storico e “Cascine aperte”, dal Parco Lambro a Parco Trenno, con iniziative ad hoc per chi è arrivato in bicicletta, quali vendita di prodotti biologici e visite alle fattorie. La Provincia di Milano ha invece previsto una pedalata dal Castello Sforzesco a Palazzo Isimbardi e l’installazione, sulle prime cento biciclette dei milanesi, della “targa” elettronica con microchip antifurto. Tra le iniziative di Torino, in piazza San Carlo, “In bici ci piace”, mostra fotografica sul mondo della bicicletta e sulla bicicletta nel mondo, e la marchiatura della bicicletta, ovvero l’incisione sul telaio di un codice per renderla identificabile. A Bologna si è svolto “Ragazzi in bicicletta”: ritrovo in piazza Maggiore per una biciclettata, con accompagnatori, alla scoperta del centro storico della città, curiosita’ e quiz a premi. Inoltre, fino alle 18, “Ciclofficina” in piazza Maggiore, servizio di check-up gratuito e piccole riparazioni alle biciclette con precedenza ai bambini. A Palermo percorsi in bici dal centro storico al Parco della Favorita e al suo interno. A Bari il Bici-day è coinciso con la festa di San Nicola ed è stato dunque un’ulteriore occasione di relax e divertimento, grazie anche alla bella giornata di sole. A Genova il centro storico è stato aperto alla viabilità ciclabile. Evento della giornata la “Pedalata sopraeleva-

Il discorso del ministro Prestigiacomo

ta”, con partenza da S. Giorgio e arrivo a Boccadasse. Anche il Corpo forestale dello ha partecipato al “Bici-day”. Le unità del gruppo velomontato del Corpo forestale dello Stato hanno preso parte a diverse attività programmate su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle aree protette e a Roma. Il Corpo forestale è stato il primo Corpo di polizia a dotarsi di pattuglie velomontate capaci di legare l’utilizzo delle due ruote alle attività di controllo e sorveglianza del nostro patrimonio ambientale e naturalistico. Si tratta di un nucleo in bicicletta che ha

il compito di tutelare le aree naturali protette e le riserve naturali statali. I Forestali in mountain bike svolgono in questo modo i quotidiani controlli senza i rumorosi e inquinanti mezzi a motore e senza disturbare la fauna selvatica. La bicicletta infatti non solo è un mezzo ecologico ma consente anche di arrivare velocemente e in silenzio nei luoghi difficilmente accessibili, fattore fondamentale nelle attività di polizia. Attualmente il reparto delle sentinelle in bicicletta è dotato di 240 unità a cui se ne aggiungeranno presto altre 100 messe a disposizione dal Ministero dell’Ambiente. •

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cronache

Riapre il Centro Recupero Animali Selvatici WWF - Ripa Bianca di Jesi Stock-xchng

A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

Dopo quasi due anni di sospensione delle attività la struttura riapre le porte per raccogliere gli animali selvatici feriti o in difficoltà nelle Marche

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na buona notizia per gli animali selvatici feriti o in difficoltà della Regione Marche. Potranno di nuovo essere accolti presso il Centro Recupero Animali Selvatici “Ripa Bianca” di Jesi ubicato presso la Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi e gestito dal WWF Italia. Il C.R.A.S. nell’estate del 2008, dopo 25 anni di attività, era stato costretto a sospendere il servizio a causa della carenza di fondi. Grazie ad un contributo della Regione Marche, ed una futura probabile integrazione da parte della Provincia di Ancona, dal 3 maggio scorso il centro ha ripreso a raccogliere gli animali selvatici che necessitano di cure. Negli ultimi anni la media di animali raccolti dal centro è stata di 500 animali/anno. Il C.R.A.S. “Ripa Bianca” riapre con una diversa forma di gestione: l’affidamento dei servizi operativi e sanitari ad una clinica veterinaria con il coordinamento e supervisione del WWF Italia. Il contributo regionale ha permesso di indire una gara, aperta alle cliniche veterinarie della Provincia di Ancona, per la gestione

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dei servizi fino al 31/12/2010, sulla base del costo, curriculum e attività offerte. La gara è stata vinta dalla Clinica Veterinaria Dorica di Ancona, sita in via Trionfi 1 ad Ancona. La clinica è reperibile telefonicamente 24 ore su 24 tutti i giorni, accoglierà gli animali durante l’orario di apertura dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 10,30 e per casi urgenti anche nei giorni festivi. Dopo essere stati curati, gli animali saranno portati per la fase di riabilitazione nelle voliere e recinti presenti presso la Riserva Naturale

Ripa Bianca di Jesi per poi essere liberati nelle aree naturali idonee ad ospitarli. Gli uccelli liberati saranno dotati di un anello di riconoscimento apposto dal centro di inanellamento a scopo scientifico della Stazione Ornitologica “Ripa Bianca” di Jesi presente all’interno della Riserva. Il contributo regionale consentirà anche di adibire alcuni locali della sede della Riserva ad un vero e proprio ambulatorio veterinario. Chi dovesse avvistare o trovare un animale selvatico ferito o in difficoltà potrà di nuovo rivolgersi al Centro di Recupero Animali Selvatici “Ripa Bianca” di Jesi o al Corpo Forestale dello Stato. La prima e fondamentale azione da fare per aumentare le probabilità di salvezza dell’animale selvatico trovato è contattare i seguenti numeri per avere le prime indicazioni sul modo e luogo dove trasportarlo: Clinica Veterinaria Dorica: 340.4937117 - 071/280674 Riserva Ripa Bianca: 334.6047702 - 0731/619213



scoprire il territorio

Lazio, il Parco Regionale dei Monti Aurunci A cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Lazio

è il più meridionale delle aree naturali protette del Lazio. Vanta un territorio molto eterogeneo, con scorci di grande suggestione

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l Parco Naturale dei Monti Aurunci, istituito nel 1997, è il Parco più meridionale del sistema delle aree naturali protette del Lazio, che oggi conta oltre 50 aree tra Parchi, Riserve e Monumenti Naturali. Situato a soli pochi chilometri dal mare, è vicino al Parco della Riviera d’Ulisse e, più a sud, al Parco regionale di Roccamonfina in Campania. Si estende per 19.375 di territorio che comprende dieci comuni, 4 in provincia di Frosinone, Ausonia, Esperia, Pico e Pontecorvo e sei in provincia di Latina, Campodimele, Formia, Fondi, Itri, Lenola e Spigno Saturnia. Inoltre l’Ente Parco gestisce due Monumenti Naturali, Mola della Corte Settecannelle Capodacqua nel Comune di Fondi, istituito nel 2002 con una estensione di 4 ettari e Cima del Monte Acquaviva Quercia del Monaco nei comuni di Fondi, Lenola e Vallecorsa, istituito nel 2004 con una estensione di 240 ettari.

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La Natura, il Paesaggio, la Storia Il Parco vanta un territorio eterogeneo, compreso in una fascia altimetrica che va dalla pianura a circa 30 metri sul livello del mare fino alla quota di 1535 metri sul livello del mare del Monte Petrella che si erge a poca distanza dalla costa. La catena dei Monti Aurunci possiede un misterioso fascino, segnando la conclusione del più importante sistema montuoso del Preappennino Laziale, di cui fanno parte anche i Monti Lepini e i Monti Ausoni. Gli Aurunci hanno la particolarità di essere l’unica catena montuosa laziale ad affacciarsi direttamente sul Mare Tirreno

con vette che superano i 1.500 metri. Il paesaggio dei Monti Aurunci regala scorci di grande suggestione grazie alla molteplicità del paesaggio, un panorama entrato a far parte dell’immaginario collettivo attraverso uno dei capolavori del neorealismo, “La ciociara” firmato da Vittorio De Sica. Non solo De Sica ha attinto alle scenografie naturali offerte dagli Aurunci, ma anche il regista Giuseppe De Santis e scrittori come Tommaso Landolfi. Dalle cime più elevate della catena montuosa si possono scorgere le isole ponziane, il promontorio del Circeo, la Valle del Liri, i Monti del Matese e i Monti dell’Appennino abruzzese. Il paesaggio dei Monti Aurunci ha subito una lenta e graduale trasformazione dovuta alle attività antropiche che hanno prodotto opere che hanno modellato il territorio come ad esempio i terrazzamenti e i muri a secco, detti macere, realizzati per la coltivazione di


uliveti. La millenaria presenza umana sugli Aurunci è testimoniata ancora meglio dagli antichi monasteri e dai piccoli rifugi, dai resti di dimenticate città e dall’eco di passate leggende che segnano il territorio del Parco Naturale dei Monti Aurunci. Il territorio dell’area offre continue emozioni e propone al turista, all’escursionista o all’appassionato naturalista, incontri sempre speciali con la natura, la storia e le tradizioni. Per vie scoscese, tornanti, strade che solcano la montagna si penetra in un paesaggio eterogeneo, volubile, erto e brullo, selvaggio e rigoglioso, digradante fino al mare e issato su costoni di roccia abbellita da grotte e doline. Nel paesaggio istoriato da antichi monasteri e piccoli rifugi, da resti di antiche città e dall’eco di passate leggende si apre il territorio del Parco Naturale dei Monti Aurunci. I monti che solcano

l’orizzonte conservano un tesoro costituito da antiche tradizioni e da paesaggi che confondono lo sguardo e incantano. Come seguendo un richiamo si percorrono chilometri nel fitto dei faggeti, ci si arrampica sulle sassaie, si riposa sotto querce e castagni, ci si scalda al sole tra gli arbusti della macchia mediterranea. Si scrutano le vette più alte, si sente la vicinanza del cielo e lontano, in basso, si intravede il mare. Questo piccolo paradiso ambientale è oggi un’area protetta e una delle più giovani d’Italia. Non solo natura. Questo potrebbe essere l’invito sempre aperto a tutti coloro che vorranno visitare l’area dei Monti Aurunci. Le bellezze naturalistiche, la straordinaria varietà dei paesaggi, rivelano altre ricchezze e altri patrimoni, culturali e storici che passano anche per i sapori e i profumi di una sapienza eno-gastronomica che affascina e

conquista anche i palati più esigenti. I prodotti tipici che hanno contraddistinto la dieta mediterranea sono gli ingredienti che rendono unica l’arte culinaria aurunca. Oggi, come un tempo, si rinnova la tradizionale attività agro-zootecnica ed ecco i prodotti del Parco, una varietà di sapori che vanno dal miele all’olio di oliva passando per il peperone cornetto fino alle carni pregiate, senza trascurare i vini come il cecubo di Fondi, noto fin dai tempi degli antichi romani. Prodotti dalle grandi qualità che sono alla base di una sapienza culinaria eterogenea e ricca. Un area quindi da scoprire e visitare.... Per maggiori informazioni: Ente Parco, Viale Glorioso, 10 04020 Campodimele (LT) Telefono 0771/598114-30 Fax 0771/598166 Sito ufficiale www.parcoaurunci.it N. 4 -

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curiosità

Chi è San Giovanni Gualberto, il Patrono dei Forestali Tratto dal portale: www.corpoforestale.it

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l Patrono celebrato dai fore- na fino a quando non tornò in Toscana naci vallombrosani furono attivi ed stali il 12 luglio di ogni anno in ed iniziò il duro lavoro di costituire le instancabili nei lavori più umili e fatutta Italia è San Giovanni Gual- prime comunità cenobitiche, prima a ticosi, senza risparmiarsi. Attraverso il Camaldoli e poi a Vallombrosa. berto. lavoro, infatti, essi ritenevano di ragIl Santo patrono del Corpo visgiungere e vivere con pienezza la prose intorno al Mille in Toscana, dove Numerosi sono gli episodi tramandati pria condizione di monaci. A seguito fondò numerosi monasteri tra cui dai cronisti dell’epoca che ricordano dell’editto di Costantino quello di Vallombrosa, del 313 d. C. con il quale Ciò che colpisce in Giovanni sono due aspetti nei pressi di Firenze, l’Imperatore riconosceva che acquistano particolare significato ai giorni nostri: considerato a ragione a chiunque il pieno dila culla della selvicoltul’osservanza della povertà ed il lavoro manuale ritto di professare la relira italiana. San Giovanni gione cristiana e poneva Gualberto visse in un periodo partico- gli insegnamenti ed i segni divini che ufficialmente termine alle persecuziolarmente difficile per la Chiesa, tribola- attraversarono la vita del Santo. Ciò ni, furono i soldati romani, per primi, ta da episodi di malcostume e oggetto che colpisce in Giovanni, però, sono a fare proprio il concetto cristiano di forti critiche da gruppi monastici due aspetti che acquistano particola- dell’amore ed ad affidarsi alle cure ed che proclamavano la necessità di un re significato ai giorni nostri, caratte- all’intercessione dei Santi patroni. Da ritorno a costumi morigerati. I valori rizzati dalla sfrenata corsa al successo allora questa tradizione si è evoluta che venivano propugnati da questi ed al consumo: l’osservanza della po- ed è stata mantenuta fino ai giorni nogruppi erano la povertà, l’eremitismo vertà ed il lavoro manuale. L’abban- stri, dove ogni arma o corpo dell’Esere la vita apostolica. La lotta antisimo- dono dei beni materiali, la scelta di cito venera il proprio Patrono. Per i foniaca fu l’impegno più duro e sofferto una vita di meditazione ed austerità restali, da sempre custodi e difensori per San Giovanni Gualberto che arrivò erano accompagnate dal continuo dei boschi e della natura, la scelta è a denunciare pubblicamente l’elezio- prodigarsi per aiutare gli altri. I mo- ricaduta su San Giovanni Gualberto, ne simoniaca dell’abate Oberto presso il monastero di San Miniato. Per tale episodio Giovanni abbandonò Firenze, onde evitare ritorsioni, alla ricerca di un monastero “dove si potesse servire il Cristo secondo la Regola di S. Benedetto”. Conobbe un lungo periodo di peregrinazioni tra Emilia e Tosca-

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poiché, come ricordato nella proclamazione ufficiale del 1951, egli “vivendo assiduo alla preghiera e all’esercizio della penitenza in una solitaria e silenziosa foresta dell’Appennino toscano, molto si dedicò insieme ai suoi monaci alla coltura dei boschi”. •


La preghiera del Forestale O Signore, che con la tua grazia illumini la nostra mente e i nostri cuori, aiutaci ad accrescere ogni giorno la nostra speranza. La vita ci ha posto al servizio del Paese, per la conservazione, la cura e la difesa delle cose più belle del creato: gli alberi, gli animali, le acque delle montagne che tu ci hai donato a beneficio dell’uomo. Rendici, o Signore, più consapevoli di questo privilegiato impegno e mantienici ad esso pienamente fedeli. E tu, San Giovanni Gualberto, nostro Patrono e Maestro, guidaci per il sentiero della vita che porta alla carità cristiana e alla solidarietà civile. Aiutaci a comprendere sempre più le opere del Creatore ed i legami che uniscono tra loro le sue creature, in modo che anche la nostra fatica si svolga sempre in armonia con il disegno divino. Amen. (Con approvazione ecclesiastica Vallombrosa, 10 Ottobre 1984) N. 4 -

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sindacale

IL PRIMO MAGGIO L’UGL A FIANCO DEI MANIFESTANTI A POMIGLIANO D’ARCO di Paolo Varesi / Segretario Confederale UGL

Vogliamo far sapere a tutti coloro che intendono impegnarsi perché questo tessuto industriale venga nuovamente valorizzato, che siamo dalla loro parte

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Ugl - per celebrare il 1° maggio del 2010 ha scelto Pomigliano d’Arco per far sentire la propria vicinanza ad un territorio che, tra mille difficoltà, chiede speranza, opportunità, riscossa. Perché questa città ha un’antica tradizione industriale che ha rischiato di scivolare in una pericolosa stasi produttiva, compromettendo un importante patrimonio al quale però si sta presentando ora un’occasione di rilancio. Vogliamo far sapere a tutti coloro che intendono impegnarsi affinché questo tessuto industriale venga nuovamente valorizzato anche al costo di importanti sa-

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crifici, che l’Ugl è dalla loro parte e li sostiene. I cittadini del Sud chiedono alle istituzioni e al sindacato non solo solidarietà a parole ma impegno reale e coraggio, anche per confutare le

inaccettabili convinzioni di quanti continuano a considerare il Meridione solo e unicamente un grande problema. Le famiglie del Mezzogiorno vogliono poter credere ancora nello Stato, hanno bisogno di più Stato, vogliono opportunità per i propri figli da crescere ed educare nella speranza di un futuro migliore e di un onesto lavoro, vogliono vederli diventare adulti nella legalità, non nell’esercito della malavita. Anche se sappiamo che la crisi è la causa di tanti guai, allo stesso tempo non possiamo accettare che la disoccupazione e l’abbandono del Mezzogiorno debbano essere l’unica soluzione. Se lo


Stato purtroppo è ancora carente, la criminalità non può essere comunque l’unica alternativa da seguire per coloro che non possono o non vogliono andare via. Occorre più fiducia nelle Forze di Polizia che in questa terra combattono, con pochi mezzi, affinché vi possa essere più legalità, condizione indispensabile per far germogliare lo sviluppo e la libertà. Non a caso, siamo stati i primi a chiedere al governo che - in tema di federalismo fiscale - si evitino tentativi di fuga in avanti delle Regioni più ricche e ad avvertire che il federalismo può essere una vera opportunità solo se ispirato alla solidarietà, alla coesione sociale e dell’intero paese. È sempre una grande emozione partecipare alla celebrazione del primo maggio e lo è stato ancora di più vedere la città di Pomigliano piena di lavoratrici e lavoratori, giovani, immigra-

ti e pensionati dell’Ugl, che insieme ai cittadini con in testa il Sindaco, Lello Russo, sfilavano numerosi sventolando le bandiere della nostra organizzazione. La gente di Pomigliano ci ha accolto con rispetto e con calore, osservandoci con quella particolare curiosità di chi si chiede se il futuro sarà migliore e se ci sarà davvero qualcuno al loro fianco per aiutarli a riconquistare benessere e stabilità economica. Noi siamo andati a Pomigliano anche per questo, per dire che vogliamo contribuire a dare una risposta alle loro istanze. L’Ugl sostiene da tempo che il sindacato, tutto il sindacato, deve essere unito nella realizzazione di intenti condivisi, facendo la propria parte per il benessere dei lavoratori. Non c’è sempre bisogno di protestare o di dire no per affermare le proprie

idee, sono anche altri risultati e la capacità di trovare una mediazione tra posizioni inizialmente molto distanti a testimoniare quanto vale un’organizzazione sindacale. Sono i valori che un sindacato sceglie a dimostrare chi siamo e dove vogliamo arrivare. È la nostra storia, sono i nostri 60 anni, a testimoniare che siamo stati e siamo ancora oggi sempre dalla parte dei lavoratori. Ciò significa che non bisogna aver paura dei cambiamenti e che in questo momento di transizione dobbiamo essere più uniti e consapevoli del ruolo che svolgiamo. Dobbiamo mantenere la barra a dritta affrontando con determinazione le sfide che ci vengono lanciate qui a Pomigliano d’Arco, come in qualsiasi altro territorio in crisi, da Sud a Nord. È questo il miglior impegno che possiamo offrire al nostro Paese. • N. 4 -

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sindacale

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ugl: campagna aib e dos 2010

Lettera aperta al Sig. Capo del Corpo Ing. Cesare PATRONE

Egregio Sig. Capo del Corpo, anche quest’anno, con l’approssimarsi della campagna antincendi boschivi, si ripropone la problematica - più volte evidenziata dalla scrivente - inerente l’individuazione delle figure che possono assumere la direzione delle operazioni di spegnimento. La mancata previsione di una complessiva riforma del servizio AIB, tra l’altro da Lei espressamente indicata nel lontano 2008, lascia irrisolte le questioni relative all’individuazione dei vari livelli di responsabilità a cui demandare la direzione delle operazioni di spegnimento in ragione dei ruoli di appartenenza. L’indifferenziato impiego del personale da impiegare come DOS, sta provocando grande malcontento negli operatori che ovviamente non ritengono di dover assumere funzioni e responsabilità in palese contrasto con le mansioni previste dalla normativa vigente. L’attività di direzione e coordinamento degli interventi di spegnimento deve essere fatta da figure professionali adeguatamente preparate e con qualifica sufficientemente elevata per confrontarsi con i responsabili delle altre Amministrazioni che concorrono nell’attività AIB; è inaccettabile addossare tali enormi responsabilità a persone che istituzionalmente non devono svolgere tale compito. E’ del tutto evidente, quindi, che trattandosi di attività di direzione, le uniche figure professionali idonee allo svolgimento di tale compito sono quelle individuate a suo tempo, ossia personale del ruolo direttivo o, esclusivamente in loro assenza, personale dei ruoli ispettore/ perito. Non si possono combattere le emergenze sulle spalle dei propri dipendenti, organizzando addirittura corsi di aggiornamento per personale mai formato. Sig. Capo del Corpo, ognuno deve assumere le responsabilità che la legge gli attribuisce; continuare a “nascondere la polvere sotto al tappeto” non favorisce il clima di collaborazione necessario alla crescita dell’Amministrazione. Il vaso è colmo già da tempo e lo scollamento Vertice/Base non potrà che aumentare in modo esponenziale, creando inevitabili ripercussioni sull’attività del Corpo, se non si correrà tempestivamente ai ripari. La situazione politica ed economica è tale che le pacche sulle spalle non riescono a gratificare più nessuno. Certe responsabilità le assuma chi è pagato a sufficienza per assumersele. Alla luce di quanto sopra, chiediamo tempestive direttive che chiariscano modalità di impiego e compiti di tutti i soggetti coinvolti nella lotta AIB, nel rispetto della normativa vigente. Certi di un autorevole interessamento al riguardo. La Segreteria UGL-CFS N. 4 -

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Organo Ufficiale dell’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato

ANNO III - N. 4 luglio agosto 2010 Periodico bimestrale EDITORE Nethuns srl - Via Cavalcanti, 5 - 20127 Milano Tel. 02 26116582 Fax 02 26116583 DIRETTORE POLITICO Danilo Scipio

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