Sicurezza Ambiente n.02-10

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Organo ufficiale dell’UGL - Federazione Nazionale corpo forestale dello stato

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marzo/aprile

Organo ufficiale dell’UGL Federazione Nazionale corpo forestale dello stato Anno III - n. 2 - marzo/aprile 2010 - € 16.25 - Poste italiane Spa Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008

DIBATTITO OGM Zaia: «Continueremo a difendere i cittadini» da kyoto a copenaghen Il miraggio degli accordi impossibili legambiente Sfatiamo i luoghi comuni sul Sud Italia

sanità, rifiuti, ambiente: le priorità per renata polverini La candidata alla presidenza della Regione Lazio incontra il segretario Danilo Scipio Questo prodotto è completamente bio-degradabile e riciclabile, nel pieno rispetto dell’ambiente


sommario 4 - L’intervista Rifiuti, ambiente, sanità: il programma di Renata Polverini 6 - Il dibattito Ogm, Zaia: «Continueremo a difendere cittadini e agricoltori» 8 - Esteri Da Kyoto a Copenaghen: il miraggio di un’ energia ecosostenibile nel tempo della crisi 10 - Esteri Inquinamento marino: l’Italia ratifica la convenzione di Londra 12 - Legambiente Sud: sfatiamo i luoghi comuni e puntiamo sulla cultura 14 - Fareambiente Gabriella Carlucci: «Può lo show business difendere la causa verde meglio della politica stessa?» 16 - Regioni Molise, Liguria, Emilia Romagna 21 - Cronaca Finalmente è partito il primo corso di formazione per il personale del servizio nautico 22 - Torino: bloccate dalla forestale altre 11.000 confezioni di propoli contaminate 23 - Joppolo (VV). Il WWF elogia il Corpo Forestale per il sequestro di alcune ville abusive 24 - Sindacale Comunicati dell’ Ugl-CFS 30 - Cultura e territorio Elementi di ecologia del paesaggio e protezione del territorio 32 - Interrogazione parlamentare Nella foto: Renata Polverini

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l’INTERVISTA

RIFIUTI, AMBIENTE, SANITà IL PROGRAMMA DI RENATA POLVERINI Danilo Scipio incontra il Segretario Generale dell’Ugl candidato alla Presidenza della Regione Lazio

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uongiorno Renata. Benvenuta sulle pagine della nostra rivista. Cominciamo, Sicurezza e Ambiente: uno dei temi più sensibili a questo riguardo è quello dei rifiuti. La gestione dei rifiuti è certamente un argomento molto importante e una delle più delicate problematiche di cui si occupino le regioni. Su una cosa voglio essere assolutamente chiara: nel Lazio non succederà quanto accaduto in Campania. Però anche in questo settore occorre una presa di coscienza e un’assunzione di responsabilità per superare il demagogico stallo decisionale che ha contraddi-

stinto l’amministrazione uscente. Quindi come intendi agire per evitare situazioni come quella campana? Il Lazio produce una grande quantità di rifiuti e ha un’evidente necessità di rivedere la pianificazione degli impianti. Comune di Roma e Regione Lazio al momento non sono riuscite a risolvere il problema di Malagrotta, va trovato il nuovo sito e su questo subito dopo le elezioni andrà trovata una soluzione. Al di là del problema di Malagrotta però, va sottolineato come nel Lazio non ci sia stata una politica che affrontasse il ciclo dei rifiuti in maniera completa: dalla composizione alla

loro trasformazione e smaltimento. Bisogna inoltre potenziare la raccolta differenziata, attraverso azioni anche di sensibilizzazione. Su questo anche il Corpo Forestale dello Stato potrà avere un importante ruolo, oltre alle attività di repressione e di investigazione. Il Lazio è una regione commissariata per il deficit sanitario. Qual è la tua ricetta? Rinegozieremo il piano sanitario con il governo. Non intendo chiudere ospedali o tagliare posti letto, quanto piuttosto intervenire sugli sprechi eliminando enti

Il segretario nazionale Renata Polverini con il Segretario Nazionale UGL Corpo Forestale Danilo Scipio

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Renata Polverini

creati solo per collocare qualcuno, poltrone di troppo, rimuovendo gli amministratori che si sono dimostrati incapaci. Bisogna chiedere alla politica di fare un passo indietro e premiare solo il merito e la professionalità. Quali altri provvedimenti metterai in campo? La nostra sarà una vera e propria rivoluzione nella gestione della sanità. Occorre una nuova governance del settore che ci permetta un reale controllo della spesa, ma nel momento in cui si forma, non solo a consuntivo, quando gli sprechi ormai si sono prodotti. Il centrosinistra lascia in eredità un servizio sanitario che non è davvero equo, né facilmente accessibile per tutti. Vogliamo fare in modo che si ricorra all’ospedalizzazione solo quando è necessario potenziando la rete territoriale fino all’assistenza domiciliare. Ci sono malattie croniche o quelle della terza età per le quali non serve l’ospedale, ma servizi alternativi che ad oggi non ci sono.

Ancora un tema: hai passato 27 anni nel sindacato e non potrai non avere un occhio di riguardo per lo sviluppo economico e l’occupazione Il lavoro sarà prioritario. Dobbiamo far uscire il Lazio dalla crisi meno povero di come ci è entrato. Da una parte si deve ripartire dalle vocazioni tradizionali di questo territorio, come l’agricoltura e il turismo, settori come il tessile, la meccanica e la chimica. Per questo è importante fare in modo che le multinazionali non abbandonino il Lazio. Sarà fondamentale, inoltre, sostenere le piccole e medie imprese, anche con incentivi fiscali per chi assume. Altra parola d’ordine, è innovazione. E quindi ricerca e formazione. Vogliamo fare del Lazio una regione all’avanguardia, sviluppando il polo tecnologico. Per questo incontrerò anche i gestori delle aziende di telecomunicazioni. Nostro compito sarà quello di stimolare gli investimenti in ricerca e sviluppo da parte delle imprese, rafforzando le relazioni tra loro e il sistema universitario e della ricerca. E poi dovremo finalmente sfruttare

Chi è Renata Polverini: Dopo tanti anni di militanza sindacale, ho scelto di candidarmi alla presidenza della regione Lazio. Un altro modo per continuare a stare dalla parte della gente. Vengo da una famiglia che mi ha insegnato il valore del lavoro, dell’impegno, della cura delle persone; oggi ho 47 anni, sono sposata, ma porto impressa nella memoria la mia infanzia, la scomparsa di papà quando avevo solo due anni, la vita dura di mia madre, il suo incontro con un uomo splendido che mi ha fatto da padre e che abbiamo assistito fino a quando ci ha lasciate. Da giovanissima ho respirato l’aria del sindacato seguendo le orme di mia madre, all’epoca giovane delegata sindacale della CISNAL. Nell’organizzazione è iniziata la mia avventura a difesa dei diritti dei lavoratori, poi continuata nella Unione generale del lavoro (UGL), di cui sono stata responsabile delle relazioni internazionali e comunitarie, e che ho rappresentato anche nel Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE). Per sei anni, dal 1999 al 2005, sono stata vice segretario generale dell’Ugl, occupandomi di importanti vertenze al fianco dei lavoratori: dall’Alitalia alla Fiat di Melfi, dalla Thyssen-Krupp di Terni al rinnovo del contratto per il pubblico impiego. Nel 2006 il Congresso confederale mi

al meglio i fondi europei, che finora sono stati largamente sottoutilizzati, per garantire ai lavoratori le migliori opportunità per una formazione continua ed efficiente e, quando si renda necessario, per una reale riqualificazione. Renata ti ringrazio e ti auguro in bocca al lupo.Grazie Danilo, auguro a te, ai tuoi associati e a tutti i Forestali, un proficuo lavoro.

ha eletto alla guida della Ugl. Per la prima volta un sindacato ha eletto una donna al proprio vertice. Di me hanno detto che sono una sindacalista non sindacalizzata. Probabilmente perché non mi perdo in chiacchiere e polemiche inutili. Il mio motto è concretezza. Dal 29 marzo spero di potere mettere entusiasmo e determinazione al servizio dei cittadini del Lazio (www.renatapolverini.it) N. 2 -

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il dibattito Ogm, Zaia: «continueremo a difendere cittadini e agricoltori» A cura della redazione www.agricolturaitalianaonline.it

La proposta del ministro per le politiche agricole: un marchio etico che garantisca i consumatori contrari agli organismi geneticamente modificati

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Pizzodisevo

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l Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali prende atto della sentenza del Consiglio di Stato sugli Ogm, chiarendo in ogni caso che il procedimento in questione è connesso ad un iter normato dal decreto legislativo 212/2001, che stabilisce il previo parere di una Commissione tecnica la quale, non avendo a disposizione le prescrizioni tecniche sulle modalità di coltivazione delle colture Ogm ancora in corso di definizione, difficilmente esprimerà un parere favorevole. E’ previsto inoltre un successivo provvedimento amministrativo a firma del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di quello della Salute e di quello dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia afferma che «la sentenza scritta dal Consiglio di Stato, certamente seguendo il dettato delle leggi e dei codici, contravviene in modo palese alla volontà della stragrande maggioranza dei cittadini e delle Regioni italiane. Primi fra questi, quegli agricoltori, ancora una volta la stragrande maggioranza, che non vogliono Ogm nei loro campi, consapevoli, innanzitutto, che è il valore identitario delle loro produzioni ad essere messo a repentaglio, la fertilità del loro futuro». “Ci si chiede in particolare, aggiunge il

Ministro, come sia possibile la coltivazione di Organismi Geneticamente Modificati se non in presenza di un piano di coesistenza, piano che può essere realizzato soltanto in accordo con le Regioni. A proposito della volontà dei cittadini, vale la pena di ricordare un mondo scientifico ancora diviso sulla natura degli OGM; un consumo che divide la popolazione in abbienti che hanno la possibilità di alimentarsi con cibi biologici e certificati e di classi socialmente disagiate che devono adattarsi al cibo geneticamente modificato; un mondo agricolo che viene privato del valore dei semi, che inevitabilmente finiranno nelle mani delle multinazionali”. “Mi par di notare inoltre che gli stessi Stati Uniti, un tempo ammaliati dal fascino delle coltivazioni OGM, con l’amministrazione Obama, stiano valutando i benefici delle biodiversità”. “A quanti esultano ogni volta che si ac-

cenna agli Ogm, dico, afferma ancora Zaia, di guarådarsi intorno, di guardare proprio all’Europa. L’Italia, con Francia e Germania in prima linea, è in buona compagnia. E voglio aggiungere che per il Mon810, il mais Ogm in questione, l’autorizzazione alla coltivazione comunitaria è scaduta e non è stata ancora rinnovata, poiché l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) sta valutando le ricadute ambientali della coltivazione con un monitoraggio attento ed esami approfonditi”. “Gli Ogm non sono la risposta ad un mercato dove i nostri cibi si confrontano con quelli venduti a prezzi irrisori perché prodotti da Paesi che pagano i loro braccianti due euro al giorno, come avviene in India, o cinque euro al giorno, come accade in Cina. La risposta a questi problemi è una seria politica che imponga tracciabilità ed etichettatura


dei prodotti agroalimentari”. “Ciò detto, conclude Zaia, è ovvio che porteremo in tutte le istanze possibili questo punto di vista affinché venga compreso da quell’autorità giuridicolegislativa che ha la responsabilità di rendere concreta la volontà generale, piuttosto che di applicare, ignara delle conseguenze, codici e pandette”. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali torna poi sul tema lanciando l’idea di un marchio etico che garantisca consumatori e produttori contrari ai prodotti geneticamente modificati. “Leggo alcune reazioni alla sentenza del Consiglio di Stato sugli Ogm e mi sembra non tengano nel dovuto conto la volontà dei cittadini italiani e della maggioranza di quelli europei che, sempre di più e sempre più numerosi, invocano prodotti di qualità, tracciabilità e trasparenza. Credo si debba riflettere su come andare in soccorso di tale volontà, che certo si scontra con gli interessi delle multinazionali e di pochi produttori nazionali. Mi chiedo se la proposta di un marchio etico Ogm-free sarebbe in grado di aiutare i consumatori italiani a veder rispet-

tata la loro volontà fino sugli scaffali dei negozi e dei centri commerciali”. Con queste parole il ministro Luca Zaia torna sul tema degli Ogm, lanciando l’idea di un marchio etico che garantisca consumatori e produttori contrari ai prodotti geneticamente modificati. “Un marchio, prosegue il Ministro, che garantirebbe alla stragrande maggioranza dei produttori di continuare a fare agricoltura di qualità e certamente più vicina alla conformazione culturale, produttiva e persino commerciale dei nostri territori”. “È pur vero che oggi, anche se in misura contenuta, esistono e circolano liberamente semi Ogm. Il problema è contenere il fenomeno, non svilupparlo: e questo per venire incontro alla struttura economica e identitaria che meglio ci rappresenta nel mondo”. “Chiedo ai fautori della rivoluzione di Frankenstein - afferma Zaia se i prodotti italiani all’estero sono più conosciuti in virtù delle loro differenze, e quindi della biodiversità che ne è alla base, o dell’omologazione. E chiedo se un processo che in modo irreversibile ci renderebbe uguali a tutti i Paesi che non hanno un’agricoltura di qualità

davvero sia in grado, anche dal punto di vista economico, di aiutare le imprese agricole. Va ribadito che gli Ogm non sono la risposta ad un mercato dove i nostri cibi si confrontano con quelli venduti a prezzi irrisori perché prodotti da Paesi che pagano i loro braccianti due euro al giorno, come avviene in India, o cinque euro al giorno, come accade in Cina. La risposta a questi problemi è una seria politica che imponga tracciabilità ed etichettatura dei prodotti agroalimentari”. “Infine, conclude Zaia, ricordo che ben il 72% dei consumatori italiani – e non faccio fatica a ritenere che si possa dire la stessa cosa anche ampliando lo sguardo ai consumatori dell’intero mondo occidentale – ha dichiarato la propria disponibilità a spendere di più per aver garantita la qualità di ciò che mette in tavola. E i cittadini hanno più volte, reiteratamente e cocciutamente, detto di no alla manipolazione dei semi. Ciò non significa essere contro la modernità, ma dare dei limiti allo strapotere di alcuni soggetti economici. Se per far questo, un marchio etico dovesse essere utile, marchio etico sarà”.

Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia

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ESTERI DA KYOTO A COPENAGHEN: IL MIRAGGIO DI UN’ ENERGIA ECOSOSTENIBILE NEL TEMPO DELLA CRISI Di Fabio Lancianese

Nuove tecnologie e accordi impossibili per le prospettive di un futuro sospeso tra le nebbie della politica

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è un unico elemento capace di caratterizzare ed accumunare i lavori del Trattato di Kyoto, così come l’incontro di Davos e, per finire, la conferenza di Copenhagen. Si tratta forse dell’obiettivo di definire strategie comuni per arrestare l’inquinamento del Pianeta e nel contempo garantire all’uomo benessere economico e sviluppo attraverso l’uso di fonti di energia eco-sostenibili? Assolutamente no. Tutto ciò è solamente il sottofondo di speranze deluse, buoni propositi rin-

viati a data da destinarsi, previsioni catastrofiche mai seguite da impegni reali e slogans ad effetto che riempiono i tg nei giorni delle discussioni. Purtroppo il dato più significativo che emerge da questi incontri è l’incapacità della Governance mondiale di trovare un accordo per l’accettazione di regole comuni capaci di interrompere il pericoloso circolo vizioso dell’economia mondiale: la rincorsa all’accrescimento rapido del PIL a prescindere dallo sfruttamento di risorse inquinanti. Una ricchezza così prodotta che è disponibile per poFrancesco Cavallari Photography

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che persone, specialmente in tempi di “crisi finanziaria ed economica”, a costo di un inquinamento a cui nessuno può sottrarsi. E le prospettive future delineate dalla conferenza di Copenhagen? Nebbiose, avvolte nei fumi delle emissioni di CO2 che ancora una volta non riusciremo a ridurre in modo significativo. La quindicesima sessione della Conferenza delle Parti (COP15) sui cambiamenti climatici del dicembre 2009 ha prodotto una mole non indifferente di documenti (visionabili sul sito www. unfcc.int) redatti a seguito di centinaia di conferenze, negoziati impegnativi e manifestazioni varie, ma si è di fatto conclusa con un “non accordo”.  Sebbene siano stati accolti gli allarmi degli scienziati circa i rischi dell’aumento delle temperature globali oltre i 2°C e nonostante sia stato formalmente riconosciuto l’impatto devastante del cambiamento climatico sui Paesi particolarmente vulnerabili (si pensi agli Stati insulari, ad esempio), non è stato raggiunto nessun compromesso legale e vincolante per la riduzione di gas serra. D’altronde, lo stesso Protocollo di Kyoto, pur essendo formalmente in vigore e con impegni vincolanti per gli Stati firmatari, non viene ormai più nemmeno preso in considerazione. In fondo, per la COP15 non si è trattato


Paulo Brandao

di un convegno scientifico, ma di una conferenza prettamente politica, con valutazioni determinate da interessi economici-energetici prima di tutto. Durante i giorni del vertice abbiamo assistito alla forte presa di posizione di tutti i Paesi africani e dei rappresentanti del G77, i Paesi in via di sviluppo maggiormente interessati al “trasferimento di tecnologie” ed al recepimento di aiuti economici da parte degli Stati più ricchi, con la minaccia di abbandono della conferenza se non fossero state intraprese azioni decise per la riduzione in breve termine delle emissioni. Nonostante l’assenza di tali azioni, la minaccia di abbandono è stata scongiurata dalla previsione per il periodo 2010-2015 di aiuti economici mirati (o dovremmo dire “mascherati”?).  Di notevole interesse è stata,inoltre, la partita a scacchi giocata tra la delegazione cinese, impegnata a non cedere nemmeno lo zero virgola zero della propria vertiginosa crescita economica in favore di un cielo meno grigio, e la delegazione americana, al lavoro per riversare sulla Cina le responsabilità di un sistema MADE IN USA. Ed il Presidente Obama? Tutto fumi e

niente impegni, si direbbe. Forse troppo frettolosamente insignito del Nobel per la Pace e altrettanto incautamente considerato Pollice Verde, il presidentissimo americano ha chiesto a tutti di accettare un “accordo imperfetto” pur di andare avanti ( verso dove?), imbrigliato com’era dalla legge Waxmann-Markley approvata dal Congresso a giugno 2009 e che in sostanza contiene un limite massimo al taglio delle emissioni e tasse alla frontiera sui beni d’importazione da Paesi in via di sviluppo “non virtuosi” nella lotta ai cambiamenti climatici. Quest’ultimo vero e proprio spauracchio sui tavoli negoziali, ad ulteriore dimostrazione di come il processo di discussione per tali Conferenze sia inadeguato agli obiettivi prefissati, con le principali superpotenze economiche ed emettitrici a far la voce grossa. Tutto rinviato, dunque, alla COP 16 del 2010 a Città del Messico, con un anno di tempo in più per cercare nuovi strumenti legislativi o , chissà, altri rinvii. Tra i pochi motivi di soddisfazione di questo vertice vi è , infine, il merito di aver contribuito a destare nella pubblica opinione un interesse sempre maggiore nei riguardi delle

tematiche ambientali. Non a caso il 2009 è stato un anno da record per quanto riguarda idee e scoperte su fonti di energia rinnovabili ed eco-sostenibili, sviluppate e diffuse attraverso pubblicazioni tradizionali ma soprattutto tramite i social-network,blogs ecologisti, e testate giornalistiche online, che stanno via via favorendo lo sviluppo di una cultura e stili di vita sempre più ecologici. Basti pensare agli enormi passi in avanti per quanto riguarda l’utilizzo dell’energia geotermica o a quella sprigionata dal moto ondoso dei mari, accanto alle sempre più sfruttate eolica e solare. Un altro strumento recentemente introdotto è la Carbon Footprint, ovvero impronta ecologica, che misura l’impatto delle nostre azioni quotidiane sull’ambiente e sull’habitat, e può essere utilizzata, ad esempio, per valutare le aziende più pulite e virtuose. Come dire, i presupposti di una cultura ecologista ormai matura sono innegabili, altrettanto forte è la consapevolezza di non poter rimpallare alle future generazioni gli errori di un’attuale errata gestione delle risorse energetiche, spetta ora ai Governanti recepire questi stimoli ed invertire la rotta.

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esteri Inquinamento marino: l’Italia ratifica la Convenzione di Londra A cura della Segreteria Nazionale UGL CFS

Il 21 gennaio di quest’anno anche il nostro Paese sottoscrive l’accordo sulla responsabilità civile per i residui di carburante

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a salvaguardia ambientale è una tema cruciale per garantire uno sviluppo sostenibile su scala globale. Proprio per non deludere le aspettative di miliardi di cittadini del mondo e assicurare un futuro ecologicamente sicuro alle nuove generazioni, i governi mondiali, ciclicamente, cercano di porre in essere iniziative vincolanti e condivise. Una tra queste è stata certamente la Convenzione di Londra del 2001 (conosciuta come Bunker Oil Convention) sulla responsabilità civile conseguente all’inquinamento marino causato da residui di carburante utilizzato per la propulsione delle navi. La Convenzione, negoziata presso l’Organizzazione marittima internazionale (IMO), è entrata in vigore a livello internazionale il 21 novembre 2008. L’Italia ha provveduto alla ratifica della Convenzione, con un ddl approvato in via definitiva il 21 gennaio 2010. Il documento è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La Convenzione ha colmato un vuoto legislativo nel diritto internazionale, che non prendeva in considerazione l’inquinamento provocato dalla fuoriuscita e dal versamento in mare di petrolio utilizzato per il funziona-

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mento e la propulsione delle navi. L’IMO è una delle Agenzie specializzate delle Nazioni Unite, volta a promuovere la cooperazione tra i Paesi membri e a garantire la sicurezza della navigazione e la protezione dell’ambiente marino. Composta da un preambolo e da 19 articoli, la Convenzione prende in esame tutte le dinamiche relative agli incidenti che causano inquinamento: dalla responsabilità degli armatori, al campo di applicazione (le navi militari ad esempio sono escluse), dagli obbli-

una Conferenza ad hoc convocata dall’IMO. Obiettivi La Convenzione mira a garantire un risarcimento congruo, tempestivo ed efficace alle persone che subiscono danni dal versamento di petrolio trasportato dalle navi per il loro funzionamento. Il testo approvato innalza quindi le misure di tutela per tutte le vittime di questo tipo di incidenti. Campo di applicazione Il campo di applicazione della Convenzione (art. 2) riguarda i danni occorsi nel mare territoriale e nelle zone economiche esclusive – o in aree marine equivalenti - di pertinenza degli Stati parti; nonché le misure preventive rispetto a possibili danni da inquinamento, ovunque adottate.

ghi assicurativi e la relativa certificazione di validità i cui Stati contenti s’impegnano ad accertare per le navi che entrano nei loro porti. Gli ultimi articoli riportano låclausole finali tra le quali quella che disciplina la revisione o la modifica della convenzione che può avvenire mediante

Danni da inquinamento inquadrati dalla Convenzione È fondamentale chiarire la nozione di danni da inquinamento ai sensi della Convenzione in esame: essi si definiscono quali perdite o danni causati al di fuori di un natante dall’inquinamento derivato dalla perdita o dallo scarico di carburanti, a condizione che il risarcimento per la compromissione dell’ambiente - fatta esclusione dei mancati profitti da essa


eventualmente derivanti - sia limitata ai costi di ragionevoli misure di reintegrazione intraprese o da intraprendere. Della nozione di danni da inquinamento fanno parte altresì i costi delle misure di carattere preventivo, nonché di successive perdite o danni da queste causati. La responsabilità oggettiva La Convenzione sancisce la responsabilità oggettiva del proprietario della nave (cui sono equiparati il noleggiatore, l’armatore e il gestore) per i danni causati dall’inquinamento, salvo che egli fornisca la prova che il danno si sia verificato per cause di forza maggiore (conflitto armato, insurrezione e simili, catastrofi naturali eccezionali e inevitabili) o sia stato provocato da azione od omissione intenzionale di un terzo, ovvero dalla negligenza di un’autorità pubblica responsabile della manutenzione dei fari o di altri aiuti alla navigazione. Il proprietario della nave e gli altri soggetti elencati possono, altresì, essere esonerati dalla responsabilità, ove di-

mostrino che il danno sia stato causato, in tutto o in parte, dall’azione dolosa o colposa dello stesso danneggiato. L’assicurazione e il certificato Il fulcro della disciplina dettata dalla Convenzione è contenuto nell’articolo 7, che obbliga il proprietario della nave di stazza superiore a 1.000 tonnellate a sottoscrivere un’assicurazione o un’altra garanzia finanziaria per un importo pari a quello del limite di responsabilità applicabile e, comunque, non eccedente l’importo fissato dalla Convenzione del 1976 sulla limitazione di responsabilità per crediti marittimi. Il certificato relativo è rilasciato dall’autorità competente, che è quella dello Stato Parte di immatricolazione, ove la nave sia qui immatricolata, o, altrimenti, quella di qualsiasi Stato Parte. Il certificato deve contenere i dati essenziali di identificazione della nave e del proprietario, nonché l’indicazione della durata della sua validità, che non può essere superiore a quella dell’assicurazione o della garanzia. Ogni nave deve tenere a bordo il certificato di cui

deve essere munita. Ogni Stato Parte non autorizza al commercio navi battenti la sua bandiera e sottoposte agli obblighi stabiliti dalla Convenzione, che non siano munite di certificato di assicurazione; esso è tenuto altresì a vigilare che un’assicurazione o una garanzia corrispondente a quelle sopra descritte copra qualsiasi nave di stazza superiore a 1.000 tonnellate, a prescindere dal suo Stato di immatricolazione, che giunga o lasci un suo porto o un impianto al largo sito nel suo mare territoriale. Il risarcimento per danni Le domande di risarcimento per i danni da inquinamento oggetto della Convenzione possono essere proposte contro l’assicuratore o il prestatore di analoga garanzia, il quale può avvalersi dei mezzi di difesa spettanti al proprietario, incluso il diritto di limitazione di responsabilità, ovvero, qualora tale ultimo diritto non spetti al proprietario, può chiedere di limitare la propria responsabilità all’ammontare dell’assicurazione o della garanzia prestata. N. 2 -

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LEGAmbiente SUD: sfatiamo i luoghi comuni e puntiamo sulla cultura A cura dell’ Ufficio Stampa Legambiente

Presentato il Dossier sulle regioni meridionali, il presidente Dezza: «A fronte di alcuni passi di miglioramento bisogna intervenire su alcune idee diffuse, non è vero che abbiano avuto finanziamenti maggiori del Nord e le infiltrazioni mafiose sono di uguale entità»

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egli ultimi anni, nelle regioni meridionali, si è andato formando un variegato paesaggio di esperienze amministrative, di proposte, di pratiche imprenditoriali, di vittorie della legalità, di vivace presenza della società civile, di distretti industriali e di centri di ricerca, che non è ancora una politica nazionale ma da cui è opportuno partire per capire attraverso quali leve questa parte del Paese possa reagire alla crisi economi-

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ca e alle criticità storiche che ne hanno condizionato lo sviluppo”. Da questo assunto parte l’idea di Legambiente di monitorare e promuovere le esperienze più originali e innovative attraverso l’istituzione del Premio Innovazione amica dell’ambiente per il Sud insieme al Comitato Mezzogiorno di Confindustria, e la realizzazione dossier periodici, inaugurati a fine gennaio con la presentazione di “Ambiente Sud, materiali di lavoro per la rinascita”, nel quale si cerca di fotografare attraverso l’analisi di alcuni parametri ambientali le fragilità e le debolezze, ma anche le eccellenze di un territorio variegato ed eterogeneo che ci spinge a parlare di tanti Sud diversi, con esempi positivi di amministrazione efficiente, di scuole e università di livello, di comunità consapevoli e capaci, di territori che reagiscono all’illegalità e alla criminalità, di distretti e singole imprese all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, di risultati in campo ambientale importanti. “La rinascita del Sud è condizione sine qua non per la rinascita dell’intero Paese - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati

Dezza, nel suo intervento di introduzione al dossier -, ma per realizzarla è necessario sfatare i luoghi comuni che zavorrano le potenzialità di questa parte del Paese, a partire dall’idea diffusa che il Sud sia stato inondato di risorse pubbliche, mentre, in realtà, la spesa pubblica pro capite nel Sud negli ultimi dieci anni è diminuita a vantaggio del Centro Nord. Idem per quel che riguarda l’idea che alcuni problemi appartengano solo a quelle terre, come ad esempio la gestione delle risorse territoriali: non c’è nessuna differenza tra aree geografiche in merito ai canoni di concessione delle cave o delle acque minerali, che le regioni potrebbero imporre. Oppure, per quel che concerne i ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche o l’incapacità di indirizzare gli sforzi sulle infrastrutture che servono. La stessa diffusione dell’illegalità mafiosa al Nord rientra in questo quadro. Il Sud è certamente un’area carica di debolezze e fragilità, ma sempre con importanti e significative eccezioni”. Bisogna partire dalla valorizzazione delle novità che i tanti Sud stanno producendo, avviando una nuova programmazione delle risorse - come tentò di fare Carlo Azeglio Ciampi quando era ministro del Tesoro - concentrando l’intervento


pubblico sul miglioramento delle condizioni di contesto perché il fattore fondante per lo sviluppo di qualità del Sud sta nel miglioramento delle condizioni civili, culturali, sociali e ambientali di tutta l’area. Tutto ciò come condizione di ordinarietà, fuori dall’emergenza e dagli interventi straordinari, portando a sistema le esperienze migliori, trasformandole in norme ed incentivi. Promuovendo cornici istituzionali variabili, favorendo l’aggregazione di nuove omogeneità territoriali senza badare ai confini amministrativi, costruendo un nuovo livello di collaborazione tra Regioni perché le politiche strategiche convergano verso un unico obiettivo: migliorare il contesto civile, culturale, sociale e ambientale, dotandosi anche di strumenti di verifica e valutazione delle politiche stesse. Per costruire un contesto di qualità diffuso, non si può non prescindere da due grandi leve: l’istruzione e l’ambiente. Serve infatti più cultura, e che sia più diffusa, per avere un livello superiore di consapevolezza delle sfide che ogni cittadino, ed il Paese nel suo complesso, si trova ad affrontare, per valorizzare al meglio le risorse umane di un territorio e per cogliere le vocazioni specifiche di un ambiente. La qualità ambientale poi, è l’espressione diretta della coesione sociale delle comunità e della loro permeabilità al nuovo, della qualità del governo locale, del tessuto produttivo e delle opportunità occupazionali, della cultura che quel territorio esprime. Alcune politiche in questa direzione si sono avviate e soprattutto ci sono esperienze diverse che stanno concretamente trasformando le questioni ambientali in risorse per l’innovazione. E’ così nel settore dei rifiuti, dove crescono i comuni ricicloni e città come Salerno fanno registrare risultati di grande rilievo nella raccolta differenziata; è così

nel settore dei trasporti regionali dove la Campania ha realizzato un sistema che può essere assunto come modello per tutte le Regioni e a Bari le politiche dei trasporti urbani hanno raggiunto risultati di assoluta eccellenza; è così per il settore delle energie rinnovabili, dove la Puglia è riuscita a imprimere un’accelerazione per niente scontata. Non mancano, ovviamente, in questo quadro le contraddizioni, i ritardi e gli errori catastrofici. Tra questi sicuramente la grande piaga dell’illegalità, la questione della sicurezza idrogeologica che rappresenta un vero buco nero e l’uso dissennato che è stato fatto del territorio nei decenni passati che pesa come un macigno sull’attuale classe dirigente e sulla sicurezza di tutti. Nel complesso però, i ritardi evidenti del Sud potrebbero trasformarsi oggi in leve per la rinascita, se si riesce a capire e a condividere la sfida che accompagnerà i prossimi decenni. La tendenza verso un’economia a basse emissioni di CO2 infatti, comporterà nuovi prodotti, diversi consumi, nuova organizzazione del trasporto e del vivere in città, e questo aprirà la porta anche a nuovi lavori, nuove imprese, spazi per la ricerca e l’innovazione di processo e di prodotto. In questa sfida, che riguarda tutto il Paese e l’Europa, occorre sapere che il Sud può e deve giocare un ruolo eccezionale. I dati, che presentiamo nel dossier confermano che il divario tra Sud e Centro-Nord ovviamente

c’è, che si affastellano insieme problemi storici e strutturali e nuove emergenze, ma anche che ci sono numerosi segnali di novità e di esperienze positive. Quello che manca è una politica nazionale coerente che, a partire da quelle che oggi sono “eccezioni positive”, le porti a sistema, inaugurando un “modello Sud” originale e capace di migliorare le condizioni di chi al Sud vive e vuole continuare a vivere. Nel dossier, oltre all’introduzione di Vittorio Cogliati Dezza, dal titolo Il Mezzogiorno terra di eccezioni, … e se le eccezioni fossero la regola?, interventi di Luca Bianchi, vicedirettore Svimez (Le risorse per il Mezzogiorno), Sebastiano Venneri (Il peso dell’illegalità) e Antonio Nicoletti (La conservazione della natura nelle strategie di sviluppo locale del Sud), seguiti da una serie di articoli e schede dedicate a “Settori, modalità d’intervento e proposte per un piano di sviluppo delle regioni del Mezzogiorno” così articolati: il territorio (Il rischio idrogeologico, Le cave, Il rischio incendi); la gestione delle risorse ambientali (Le risorse idriche, I rifiuti urbani, Le energie rinnovabili, L’agricoltura di qualità, L’impatto ambientale dell’industria, Il fenomeno delle ecomafie); Abitare e muoversi (Le città capoluogo viste da Ecosistema Urbano, I pendolari, Il Piano casa); la conoscenza per lo sviluppo (Il sistema dell’istruzione, I beni culturali). Il Dossier è scaricabile dal sito www.legambiente.eu N. 2 -

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FareAmbiente GABRIELLA CARLUCCI: «PUò lo show business difendere la causa verde meglio della politica stessa?» A cura di Emanuela Barbati (www.fareambiente.it)

«È

L’adesione dell’onorevole, volto noto dello spettacolo e appassionata ecologista

al di là delle grandi decisioni politiche che ognuno di noi può dare il suo contributo per la salvaguardia del pianeta, rispettando l’ambiente per un futuro più verde.» Così Gabriella Carlucci, Vicepresidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza e membro della Commissione Scienza, Cultura e Istruzione, ha intrapreso un

L’onorevole Gabriella Carlucci

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viaggio tra le ultime tendenze dell’ecologia. Avvicinandosi a FareAmbiente ha incontrato i temi della tutela della biodiversità, lo sviluppo di nuove tecnologie a basso contenuto di carbonio, la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’incontro con il Prof. Vincenzo Pepe, presidente nazionale del sodalizio, l’ha portata ad entrare a far parte della nuova realtà dell’ambientalismo italiano, quello che guarda agli aspetti am-

bientali con il realismo. Gabriella Carlucci che, come noto, proviene dal mondo dello spettacolo mostra oggi un volto di appassionata ecologista ed in un’epoca in cui anche la politica è diventata show, pone un nuovo quesito: può lo show business difendere la causa verde meglio della politica stessa? In una realtà che lancia segnali di speranza in vista delle sfide economiche e ambientali del nostro tempo è necessario sviluppare tecnologie sostenibili in grado di costruire un futuro più verde e un’economia sostenibile. Anche per questo Gabriella Carlucci accostando la politica all’attività di conduttrice televisiva può lanciare un messaggio in difesa dell’ambiente. Il Presidente del movimento ambientalista europeo, Vincenzo Pepe, che le ha consegnato la tessera di socio, l’ha definita portabandiera dell’ambientalismo moderato. All’onorevole Carlucci, abbiamo chiesto come è scoccata la scintilla che la ha avvicinata a FareAmbiente. Parafrasando il sommo poeta potremmo dire che galeotta fu la trasmissione “Green – Un pianeta da amare”. Un programma da me ideato e prodotto per il canale Skyuno che ha attirato e suscitato l’interesse immediato di Fa-


reAmbiente. Un viaggio tra le ultime tendenze dell’ecologia che ha preso spunto dal G8 Ambiente, svoltosi a Siracusa in aprile, proiettando i temi più attuali e controversi verso la Conferenza Onu sul clima di Copenhagen e al serrato dibattito sul Protocollo di Kyoto 2012. Nasce così il mio incontro con questa organizzazione importante, estremamente rappresentativa, con la quale ho intenzione di sviluppare sinergie e collaborazioni anche nel prossimo futuro. L’ambientalismo tradizionale, rappresentato da movimenti spesso vicini alla sinistra parlamentare, non ha sortito la giusta tutela dell’ambiente. Un ambientalismo bacchettone e conservatore, contraddistinto da veti e divieti che hanno di fatto impedito la piena affermazione nel nostro Paese di una politica ambientalista innovativa

che sapesse coniugare tecnologia e tutela del territorio. FareAmbiente colloca al primo posto la sostenibilità ambientale affrontando le tematiche con spirito realista. I movimenti ecologici ed ambientalisti italiani devono definitivamente voltare pagina ed abbandonare i pregiudiziali niet posti finora a qualunque innovazione utile a tutelare il nostro pianeta. Gli estremismi, anche nella protezione della Terra, non portano alcun beneficio. Occorre inoltre valorizzare e sviluppare la funzione didattica delle organizzazioni come FareAmbiente perché soltanto una conoscenza piena dei rischi e dei pericoli che corriamo, può indurre le persone comuni a tenere quotidianamente comportamenti ecosostenibili. Il nostro Paese aderendo al protocollo di Kyoto ha dato un segnale importan-

te, preciso, inequivocabile, sulla sua volontà di contribuire fattivamente al salvataggio del pianeta. Il passaggio successivo è quello del finanziamento degli incentivi fiscali a tutte le strumentazioni che possono aiutare a razionalizzare consumi energetici ed inquinamento atmosferico. Occorre poi aiutare gli enti locali più virtuosi nella raccolta differenziata dei rifiuti, attraverso un sistema premiale che fornisca risorse a quei comuni, a quelle province, a quelle regioni che obbligano i cittadini a smaltire correttamente la spazzatura prodotta. Le recenti esperienze delle emergenze rifiuti, ci insegnano che non si può dire sempre no, come quei no che per lungo tempo non hanno consentito di impiantare i termovalorizzatori; una politica disastrosa per la tutela dell’ambiente e della salute.

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regioni

MOLISE: Protocollo tra Regione e Corpo Forestale dello Stato A cura della Segreteria Regionale UGL CFS Molise

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el mese di Febbraio l’Assessore Regionale ai Beni Ambiental, Dott. Filoteo Di Sandro, ha sottoscritto il protocollo di intesa tra il servizio per la Protezione Civile della Regione Molise e il Corpo Forestale dello Stato - Servizio Meteomont Oggetto dell’intesa è la definizione delle modalità di collaborazione, scambio dati e studi di reciproco interesse tra le parti, utilizzando le ricerche effettuate in campo climatologico e nivologico su tutto il territorio molisano. Oltre allo scambio dei dati, nel protocollo di intesa, sono stabilite altre forme di collaborazione finalizzate a sviluppare le attività scientifiche di ricerca e sperimentazione a beneficio delle attività

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svolte dal Corpo Forestale e dalla Protezione Civile che ricadranno sulla sicurezza di tutti. “Esprimo la mia più grande soddisfazione ed un ringraziamento particolare al Dirigente Superiore del Corpo Forestale dello Stato Nazario Palmieri per la disponibilità dimostrata, in quanto con la firma della convenzione è stata sancita la collaborazione tra i due enti su tematiche di notevole importanza dal punto di vista della sicurezza e della prevenzione degli incidenti. - Ha dichiarato l’assessore Di Sandro - La Protezione Civile del Molise compie, in tal modo, un ulteriore passo avanti nel processo di crescita delle attività di controllo del territorio, attività che ci pongono all’avanguardia rispetto alle altre regioni italiane e che costi-

tuiscono un modello di riferimento per tutti”. Che cos’è il Meteomont del Corpo Forestale E’ un servizio garantito dal Corpo forestale dello Stato e dal Comando delle Truppe Alpine, con la collaborazione del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. Nato nel 1978 per incrementare le condizioni di sicurezza della montagna innevata attraverso la previsione del pericolo valanghe, in 30 anni di attività ha esteso le sue competenze. Oggi copre tutto il territorio montano ed è finalizzato al monitoraggio e alla previsione dei pericoli e dei rischi naturali peculiari della montagna. Il Meteomont è formato da 950 unità tra uomini e donne qua-


lificati distribuiti lungo la dorsale appenninica e l’intero arco alpino, qualificati osservatori, esperti e previsori neve e valanghe che grazie all’esperienza e alla competenza maturata quotidianamente sul campo e avvalendosi di mezzi fuoristrada, motoslitte ed elicotteri, per la ricognizione ed i rilievi speditivi in quota, sono oggi preziosi riferimenti a disposizione dello sviluppo delle aree montane in condizioni di sicurezza. Profondi conoscitori della montagna, ogni giorno e con ogni condizione meteorologica sono presenti sulle nostre nevi, sci ai piedi, per controllare le condizioni del tempo, della neve, valutare ed analizzare il manto nevoso e la sua stabilità, vigilare sulle zone a rischio, incro-

ciare e studiare i dati ed informare 3.000.000 di potenziali fruitori tramite le 12 edizioni giornaliere del Bollettino Nazionale della Neve e delle Valanghe, consultabili sul sito www.meteomont.org o tramite il numero di emergenza ambientale

1515. Grazie a Meteomont, gli abitanti della montagna, gli sciatori e i turisti, possono conoscere al dettaglio e per le singole località, le condizioni del manto nevoso e decidere se esistono o meno le condizioni di sicurezza per un’escursione.

Uomini e mezzi operativi sul territorio che concorrono alle attività Meteomont - 300 Comandi stazione del Corpo forestale dello Stato - 75 Comandi provinciali - 15 Comandi regionali - 43 sale operative provinciali del numero di emergenza ambientale 1515 - 15 sale operative regionali del numero di emergenza ambientale 1515 - 19 Coordinamenti Territoriali per l’Ambiente presso i Parchi Nazionali - 950 osservatori meteonivometrici - 35 previsori neve e valanghe - 80 esperti neve e valanghe - 250 unità qualificate per il controllo e il soccorso sulle piste da sci - 550 rilevatori Arva per la ricerca dei travolti in valanga - 156 mezzi fuoristrada - 54 motoslitte - 22 elicotteri da ricognizione e rilevamento speditivi in quota (mod.NH500 e AB412) - 30 unità cinofile per la ricerca dei dispersi in valanga - 180 Stazioni di rilevamento meteonivometrico manuale - 88 Stazioni meteonivologiche automatiche - 13 Centri Settore - Uffici Neve e valanghe - Sala Previsori - 2 Centri Nazionali - Bolzano e Roma - 15 Sale operative regionali - 1 Centrale operativa nazionale, in funzione 24 ore su 24

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regioni Liguria: alla scoperta del Parco Regionale delle Alpi A cura della Segreteria Regionale UGL CFS

Un paesaggio ricco di contrasti dove l’ambiente montano si mescola a quello mediterraneo

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on Legge Regionale n° 34 del 15.11.2007 è stato istituito il Parco naturale regionale delle Alpi Liguri ricadente nei territori dei Comuni di Rocchetta Nervina, Pigna, Triora, Montegrosso Pian Latte, Rezzo, Mendatica e Cosio d’Arroscia. E’ costituito da 60 Kmq di area a “parco naturale” e da 68 Kmq di area a “paesaggio protetto”. La perimetrazione del Parco Naturale racchiude il cuore di più ampie superfici della provincia di Imperia caratterizzate da elevato valore naturalistico e già facenti parte della Rete Natura 2000 istituita dalla C.E. Il territorio a “paesaggio protetto” esprime una nuova tipologia di protezione rivolta a quelle situazioni nelle quali la forma naturale è così saldamente connessa con le attività umane tradizionalmente svolte da aver originato un paesaggio il cui valore consiste proprio in questo stretto ed equilibrato rapporto. Il Parco si sviluppa a ridosso del crinale di confine con l‘adiacente dipartimento francese des Alpes Maritimes, territorio storicamente unito alla parte italiana. A fronte della presenza di un confine territoriale ormai solo sulla carta, il versante alpino del Par-

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co Naturale Regionale delle Alpi Liguri, per forte volontà dei sette comuni che ne fanno parte, si apre amichevolmente all’altro versante della montagna che scende verso la Roya, per riallacciare gli antichi legami nella comune cultura delle genti di montagna. La Natura La zona di Pian Cavallo rappresenta una tra le aree naturalisticamente più importanti della Liguria per l’estesissima copertura boschiva di grande qualità, costituita da lariceti, pinete a pino silvestre, faggete, formazioni arboree miste mesofile. E’ inoltre una tra le zone carsiche di maggior rilievo a livello europeo per le numerose e maestose manifestazioni epigee ed ipogee (grotte, cavità, sifoni). Di particolare spettacolarità la forra di incisione della

Gola delle Fascette (circa 600 m di sviluppo), al confine con il Piemonte. La dorsale Monte del Monte Saccarello Monte Frontè - Monte Monega si distingue come il comprensorio montuoso più elevato della Liguria (2.200 m), caratterizzata da praterie magre e terreni erbosi. Nell’area del Monte Monega compaiono praterie e boschi di caducifoglie (in particolare la magnifica faggeta di Rezzo) e la pastorizia costituisce elemento di mantenimento di un elevato livello di biodiversità. La presenza del substrato calcareo nella porzione nord occidentale della valle Argentina si manifesta con forme carsiche di superficie e con lo sviluppo di pareti subverticali (falesie di Realdo e Loreto), gole di incisione e forme ipogee. Il comprensorio del Monte Gerbonte - M. Toraggio/ Pietravecchia, estremamente scenografico, ospita habitat molto differenziati e un elevato numero di specie endemiche. Nell’area è compresa la Foresta Demaniale di Gerbonte di 622 ha, una foresta ancora in evoluzione in conseguenza dei numerosi rimboschimenti, dove abeti e pini silvestri sono accanto a faggi, aceri e larici secolari. I massicci selvaggi e suggestivi del Mon-


te Toraggio e del Monte Pietravecchia vengono riconosciuti come straordinari nell’ambito dell’intera catena alpina: il substrato geologico, la vicinanza al mare di cime prossime o superiori ai 2000 m, l’alternanza di periodi glaciali e interglaciali hanno infatti determinato microambienti con presenza di un numero elevatissimo di specie floristiche di enorme interesse biogeografico I rilievi sono caratterizzati dalla presenza di pareti subverticali e, in specie in corrispondenza della Gola dell’Incisa tra i monti Pietravecchia e Toraggio, di fenomeni deformativi resi ancor più evidenti dall’erosione selettiva operata sui diversi litotipi; numerose sono le forme carsiche tanto di superficie quanto ipogee. La Foresta Demaniale di Testa d’Alpe costituisce uno dei più bei boschi liguri a dominanza di abeti bianchi, aceri di monte e pini silvestri; le zone di crinale ospitano in prevalenza una vegetazione erbacea di grande importanza avifaunistica. La valle del Torrente Barbaira, dal fascino selvaggio, ospita laghetti e cascate di interesse naturalistico e grande pregio paesaggistico. Il substrato calcareo, calcareo arenaceo e a calcari nummulitici presenta numerose cavità ipogee che rendono l’area di notevole interesse speleologico. Tutte e quattro le zonea Parco naturale ospitano numerosissime specie floristiche e faunistiche e habitat pro-

tetti a livello comunitario, nazionale e regionale e sono interessate dalla presenza di Siti d’Importanza Comunitaria SIC (IT1313712 Cima di Piano Cavallo - Bric Cornia, IT1314609 Monte Monega - Monte Prearba, IT1314610 Monte Saccarello - Monte Fronte’, IT1314611 Monte Gerbonte, IT1315421 Monte Toraggio - Monte Pietravecchia, IT1315313 Gouta - Testa D’Alpe - Valle Barbaira), delle Zone di Protezione Speciale ZPS (IT1313776 Piancavallo, IT1314677 Saccarello - Garlenda, IT1315380 Testa d’Alpe - Alto, IT1314679 Toraggio - Gerbonte). CARATTERISTICHE ANTROPICHE Il Parco è ricompreso nell’areale della cultura alpina di tipo ligure-provenzaleoccitanica. La pratica della pastorizia, in particolare con l’uso della transumanza degli armenti e delle greggi, ha rappresentato uno dei principali elementi di connessione fra le varie comunità locali insediate nelle pendici alpine. Le stesse caratteristiche dell’insediamento riflettono tale appartenenza culturale e ne marcano i confini, estesi alle valli piemontesi e brigasche in territorio francese. La storia di questa cultura ha lasciato ampie ed importanti testimonianze di sé: basti pensare al ciclo di affreschi del Canavesio e di altri pittori alpini del tardo Quattrocento, alla grande scuola dei lapicidi di Cenova di Rezzo.

IL PAESAGGIO PROTETTO Il “paesaggio protetto” rappresenta una delle possibili modalità di tutela del territorio previste a livello internazionale, specificamente rivolta a quelle situazioni nelle quali la forma naturale è così saldamente connessa con le attività umane tradizionalmente svolte da aver originato un paesaggio il cui valore consiste proprio in questo stretto ed equilibrato rapporto. I territori del paesaggio protetto appartengono formalmente al parco, nel senso che sono oggetto di pianificazione e gestione unitaria, ma hanno una classificazione diversa da quella di “parco naturale”; questo comporta, fra l’altro, che per essi non operano i limiti all’attività venatoria previsti dagli art. 22 e 32 della legge 394/1991. Con l’introduzione del paesaggio protetto si è cercato quindi di associare e far interagire fra loro, con pari dignità, il parco naturale con il parco paesistico. Il contenuto effettivo della disciplina di tali territori sarà precisato nel Piano del Parco, che verrà a costituire il momento principale dell’individuazione degli obiettivi specifici, delle conseguenti scelte di pianificazione e dei progetti di intervento. Sede del Parco (provvisoria) : c/o Provincia di Imperia, P.za Roma - 18100 IMPERIA Presidente : Lorenzo LANTERI Tel. 0183 704341 E-mail: parcoalpiliguri@provincia.imperia.it N. 2 -

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regioni Emilia-Romagna: una regione tra evoluzione e problematiche Di Massimo Rosa – Vice Segretario Regionale UGL-CFS

I nuovi agenti assunti sono risultati una risorsa fondamentale, così come l’utilizzo di nuove tecnologie. Rimangono, tuttavia, le criticità di sempre come alloggi troppo cari, piante organiche assolutamente inadeguate e una carenza di Ufficiali e Sottoufficiali

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l Corpo Forestale dello Stato, siamo essere soddisfatti è quello in materie agroalimentari che hanno lo sappiamo tutti, vive il quo- dell’attenzione mostrata verso le luogo sul territorio ci pongono sotto tidiano cercando di districarsi nuove tecnologie, e, grazie alle ener- i riflettori continuamente, ed è un’octra mille difficoltà con proble- gie spese negli ultimi anni dal Coman- casione troppo importante per non matiche che variano a seconda do Regionale, c’è stato un aumento sfruttarla come Corpo Forestale. delle diverse realtà con cui ci si deve delle risorse messe a disposizione Per questo come sindacato continuconfrontare, e che gli addetti ai lavori dall’Ente Regionale, cosicché oggi iamo a chiedere all’Amministrazione conoscono bene. siamo protesi verso un’informatizza- un potenziamento adeguato e ancoNella nostra regione, a seguito degli zione sicuramente fondamentale per ra maggiore di personale, strutture, ultimi appelli, il bilancio tra perso- l’evoluzione che il CFS deve affrontare mezzi e risorse economiche. nale acquistato e personale perso è e che sempre più ci porta ad essere Le criticità che ancora ci penalizzano senz’altro in attivo. I nuovi arrivi dello un corpo di polizia moderno al servi- pesantemente sono ancora quelle di scorso autunno e gli agenti ieri: alloggi troppo cari, piandell’ultimo corso sono state organiche assolutamente La crescita del Corpo non è separata ti una risorsa fondamentale inadeguate e una carenza dalle esigenze del singolo, ed affrontare per continuare ad accrescere di Ufficiali e Sottoufficiai problemi che il singolo pone deve la presenza sul territorio, e, li. Troppe volte infatti sono essere un imperativo per tutti. sebbene la scarsità di persoagenti ed assistenti ad esporsi nale ci ponga ancora in uno in prima persona sia all’interstato di grande difficoltà, il trend de- zio della natura. Passo dopo passo si no dell’Amministrazione che al suo gli ultimi tempi non può che renderci continua ad investire in mezzi di sup- esterno. La crescita del Corpo non è fiduciosi per il futuro. Questo però ci porto sofisticati e continueremo ad separata dalle esigenze del singolo, pone senza dubbio di fronte ad una appoggiare le scelte dell’Amministra- ed affrontare i problemi che il singolo nuova sfida poiché l’attenzione ver- zione finché queste continueranno a pone deve essere un imperativo per so i “vecchi” e i “nuovi” colleghi non viaggiare in questa direzione. tutti. Come UGL ci stiamo impegnandeve venire meno e occorre anzi agi- Dobbiamo infatti considerare che do al massimo e i risultati sono conre al più presto per sistemare quelle l’Emilia-Romagna è largamente ba- fortanti, ma non possiamo abbassare criticità facendo il possibile per ren- sata sull’industria agroalimentare e, la guardia. dere la permanenza in regione, lunga alla luce di ciò, abbiamo possibilità È per questo che chiediamo con foro breve che sia, sempre più accetta- di intervento su vasta scala che po- za ai colleghi di contattarci e farci bile sia sotto il profilo umano che sot- trebbero darci un risalto di prim’ordi- presente le loro problematiche afto quello strettamente professionale. ne. Il numero impressionante di fiere, finchè si possa intervenire per porvi Un punto di cui sicuramente pos- eventi e manifestazioni internazionali rimedio.

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CRONACA Finalmente è partito il primo corso di formazione per il personale del servizio nautico Di Luigi Rita

Partecipano una ventina di allievi alla Maddalena, dall’11 gennaio al 31 marzo. Navigano Forze Armate da molto tempo ma è la prima volta per il corpo forestale

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opo circa trent’anni, e dopo numerose lotte sindacali, è partito finalmente il “1° Corso di formazione per il personale del Servizio nautico del C.F.S.” svolto presso la Marina Militare a Mariscuola (La Maddalena) nel periodo compreso tra l’11 gennaio ed il 31 marzo 2010. Al corso stanno attualmente partecipando venti allievi appartenenti ai vari ruoli (agenti e assistenti – sovrintendenti – ispettori) del CFS. I corsisti svolgevano già servizio in mare, pertanto possiamo definirlo un corso a “sanatoria”. Tutto è stato progettato e programmato da un apposito tavolo tecnico,

e successivamente coordinato dal Dott. Pennacchini della Scuola di Cittaducale, nonché responsabile del Servizio Nautico e membro del suddetto tavolo tecnico. Potrebbe essere questa una svolta epocale per la nostra amministrazione, ed allo stesso tempo una sfida impegnativa; ci sono già molte Forze di Polizia e Forze Armate che navigano anche da molto tempo e con grandi tradizioni alle spalle; dovremo pertanto saperci distinguere, abilità che è nell’indole del CFS. Il tavolo tecnico per il servizio nautico si è inoltre incaricato di individuare i siti dove saranno realizzate le basi per poggiare la prima pietra di tale

servizio; basi che sono realtà consolidate come il Circeo, Follonica, l’isola d’Elba, Monte Argentario e via via tutte le altre. Il progetto del servizio nautico si compone di due fasi: la prima è appunto quella di “formare” il personale che svolge servizio a mare con imbarcazioni aventi determinate caratteristiche e di individuare le basi all’interno dei parchi nazionali o dove ci sono realtà in cui il personale CFS svolge servizio sulle isole minori. La seconda fase sarà quella di “andarci a prendere” un segmento del servizio nautico meno esasperato ed affollato: le acque interne. Per ora è tutto da realizzare, ma il primo passo c’è stato…non resta che continuare!!

Allievi per la formazione del personale del servizio nautico

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cronaca Torino: bloccate dalla Forestale altre 11.000 confezioni di propoli contaminate A cura della Segreteria Regionale UGL CFS Piemonte

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ndicimila confezioni contenenti 450mila pastiglie al propoli, contaminate con antiparassitari utilizzati nella lotta al Varroa destructor, un pericoloso acaro delle api. Le hanno scoperte e intercettate, prima che giungessero a una ditta del Torinese, gli agenti del Corpo forestale dello Stato del Comando Provinciale di Ascoli Piceno in collaborazione con il Comando Provinciale di Torino. L’operazione è il risultato di una complessa indagine diretta dal Procuratore Capo di Ascoli Piceno Michele Renzo e coordinata dal Sostituto Procuratore Carmine Pirozzoli e fa seguito al recente ritrovamento, in provincia di Forlì, di altre 2000 confezioni di propoli contaminato. Nel corso dell’attività investigativa, svolta

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su tutto il territorio nazionale, il Corpo forestale dello Stato ha ricostruito l’intera filiera della produzione, trasformazione e commercializzazione del propoli contaminato. Una vasta e capillare azione di controllo sulle ditte che ha rafforzato il sistema di allerta alimentare. Dalle analisi è risultata la presenza nel propoli di due antiparassitari utilizzati per la lotta agli acari delle api con concentrazioni superiori ai limiti consentiti per legge. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità le sostanze antiparassitarie non consentite possono costituire un serio pericolo per il sistema nervoso dell’uomo. Non a caso, uno degli antiparassitari utilizzato nella lotta al Varroa destructor trovato nel propoli bloccato dalla Forestale, è stato ritirato dal commercio alla fine del 2003 dalla Direzione

competente del Ministero della Salute. E’ già stata avviata la procedura di allerta alimentare attraverso gli organi del Ministero della Salute per il ritiro del prodotto contaminato che è stato già eliminato dal mercato. L’indagine, iniziata nelle Marche e scaturita da una vasta azione di monitoraggio finalizzata ad accertare la qualità del miele biologico, è stata svolta con il supporto tecnico-scientifico dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale delle Marche. Con tale attività il Corpo forestale dello Stato intende bloccare l’uso negli alveari degli antiparassitari banditi dall’Unione Europea, accertare le irregolari quantità degli antiparassitari consentiti e verificare la tracciabilità della propoli se di provenienza nazionale o estera.


cronaca Joppolo (VV). Il WWF elogia il Corpo Forestale per il sequestro di alcune ville abusive A cura della Segreteria Nazionale UGL CFS

Un altro passo avanti nella lotta all’abusivismo sulla cosidetta Costa degli Dei. Anche la recente istituzione del Parco Marino è stata determinante per una gestione migliore del territorio

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l sequestro delle undici ville costruite in località “Judice” del comune di Joppolo (VV), dopo gli interventi analoghi su altri tratti della martoriata costa vibonese, rappresentano una tappa importante e significativa sulla strada lunga e difficile della lotta all’abusivismo edilizio che ha già prodotto guasti irreparabili a quella che era una delle zone più belle di tutta la Regione. Nonostante le conseguenze dello scempio ambientale perpetrato per decenni, con risvolti negativi proprio sul settore turistico, siano ormai da tempo sotto gli occhi di tutti, il sequestro di Joppolo conferma ancora una volta come il territorio vibonese sia sfruttato per la realizzazione di opere che ne alterano gli equilibri idrogeologici e ne sfigurano il paesaggio, ad esclusivo vantaggio di pochi. La selvaggia opera di cementificazione che si è concentrata per troppo tempo sulla cosiddetta “Costa degli Dei”, spesso con la complicità e il benestare di amministrazioni locali,ha cominciato a determinare quell’effetto boomerang causato dal degrado urbanistico, dall’inquinamento del mare, dalle discariche, dal caos automobilistico, con le legittime lamentele e la riduzione delle presenze turistiche. La recente istituzione del Parco Marino, se saprà

conseguire l’obiettivo primario della conservazione delle risorse naturali e paesaggistiche, attraverso il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse, può rappresentare uno strumento determinante per operare una svolta nei processi di gestione del territorio, non più basati su operazioni di rapina del suolo e distruzione delle bellezze naturali, ma sulla protezione dell’am-

biente e lo sviluppo di un turismo sostenibile. Al Procuratore Capo Dott. Mario Spagnuolo, al Corpo Forestale dello Stato e ai Carabinieri va il plauso del WWF Calabria per la brillante operazione effettuata, che ridà fiducia ai cittadini che credono nel rispetto delle norme e sognano un futuro diverso per la Calabria.

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sindacale

COMUNICATO N. 1 DEL 2010 AMPLIAMENTO CONCORSO VICE ISPETTORI Si fa un gran parlare,in questi primi giorni del 2010, dell’ampliamento dei posti del concorso da vice ispettore. Come abbiamo da sempre sostenuto, l’ampliamento della graduatoria relativa alle vacanze 2004 – fino al limite massimo dei posti riservati alla procedura concorsuale esterna, e non già, quindi, alle vacanze degli anni successivi – deve necessariamente essere “accompagnata” dall’analoga previsione per il prossimo concorso. A tale scopo, abbiamo predisposto un emendamento che abbiamo trasmesso al presidente dei Senatori del PDL, Maurizio GASPARRI. LE CONDIZIONI DELL’ UGL PER LA RIAPERTURA DEL TAVOLO NEGOZIALE Il giorno 18 dicembre 2009 abbiamo ricevuto una comunicazione con formale convocazione per partecipare ad un incontro al Dipartimento della Funzione Pubblica fissato per il giorno 22 dicembre inerente la prosecuzione delle trattative e della concertazione relative al biennio economico 2008-2009. Tuttavia vista la scarsa considerazione dimostrata dal Governo nei confronti degli operatori del Comparto abbiamo dichiarato, congiuntamente alle altre OO.SS. del Corpo Forestale, della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria l’indisponibilità a partecipare alla riunione confermando lo stato di agitazione e mobilitazione fino a quanto non vi saranno segnali chiari e concreti di un’inversione di tendenza e fino a quando non si creerà un giusto clima e condizioni, nel metodo, ma soprattutto nel merito, per riprendere le trattative. Nei giorni scorsi poi come Coordinamento Sicurezza UGL abbiamo indirizzato ai Ministri Zaia, Maroni e Alfano un documento che riassume le condizioni del Coordinamento Sicurezza UGL per la riapertura del tavolo negoziale: 1. Riassetto del sistema indennitario ed accessorio, reperimento di risorse pari ad almeno 100 milioni di euro, da erogarsi nel corso del 2010, in aggiunta a quelle già destinate alla decontribuzione del trattamento economico accessorio del personale delle forze di polizia ad ordinamento civile e militare, dei vigili del fuoco e delle forze armate, previste dal combinato disposto di cui all’art. 4 della legge 28 gennaio 2009, n° 2 e art. 2 della legge n° 191 del 23 dicembre 2009 commi 146 e 147, per i soggetti con reddito non superiore a 40 mila euro; 2. Tempestiva pianificazione e approvazione da parte dall’Esecutivo di un piano triennale per il reperimento dell’intero ammontare delle risorse necessarie a definire, entro la vigente legislatura, un complessivo e definitivo riordino delle carriere e delle funzioni, anche allo scopo di conferire la massima funzionalità a ciascun modello organizzativo, secondo le proprie esigenze e necessità ma comunque in una logica di pieno coordinamento tra loro; 3. Pianificazione e approvazione di un adeguato impegno di spesa per l’avvio della previdenza complementare a decorrere dal 2011. Auspichiamo quindi che i Ministri competenti si facciano carico affinché il Governo assuma un impegno chiaro, formale e concreto dando finalmente un tangibile segnale di attenzione alle migliaia di uomini e donne in divisa che danno lustro al Paese con la loro professionalità e il loro spirito di abnegazione.

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- pag. 24 Sede Federazione Nazionale U.G.L. – C.F.S: Via Carducci, 5 - 00187 ROMA – Tel. 06/46657070 Fax 06/46657008 Sito Internet: www.uglcorpoforestale.it - Indirizzo e-mail: segreterianazionale@uglcorpoforestale.it


CONCESSIONE BUONI PASTO ALLE LAVORATRICI MADRI Abbiamo sollecitato in diverse occasioni l’Amministrazione a recepire gli orientamenti del comitato di Parità e dei diversi organismi che negli ultimi anni si sono espressi favorevolmente in merito alla concessione dei buoni pasto alle lavoratrici che usufruiscono dei permessi per “allattamento”, considerando che tali permessi sono equiparati dalla legge all’effettiva prestazione lavorativa. Tuttavia considerata l’inerzia dell’Amministrazione che, all’attualità, non ha inteso recepire tale previsione, nonostante altri enti abbiano già riconosciuto il beneficio, abbiamo deciso di investire della questione il Ministro per le Pari Opportunità On. Mara CARFAGNA al fine di dirimere definitivamente questa annosa questione. PENSIONI: L’IMPEGNO CONCRETO DELL’UGL Il 23 dicembre 2009 presso la Camera dei Deputati, l’On. Marcello DE ANGELIS ha presentato un’interrogazione inerente il gravoso problema delle Pensioni del personale appartenente al Comparto Sicurezza e Difesa. La riforma Dini del 1995, introducendo il sistema contributivo, aveva previsto la contemporanea istituzione di Fondi Pensione Integrativi (cd. Previdenza complementare), ma ad oggi nulla è stato fatto. Confidiamo che tale sollecitazione possa dare avvio ad un celere tavolo di concertazione sulla materia, e che vengano assunte iniziative di carattere normativo volte a prorogare, per il personale appartenente al nostro Comparto, il termine di avvio del sistema di calcolo contributivo fino al 31 dicembre dell’anno di effettivo avvio della previdenza complementare. La problematica, come abbiamo sempre sostento, è risolvibile solo attraverso modifiche legislative e non già attraverso arzigogolati e discutibili ricorsi. DECRETO SISTEMA RIFIUTI: LETTERA AL SIG. CAPO DEL CORPO Lo scorso 13 Gennaio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministro dell’Ambiente concernente l’istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, cd. SISTRI. Ebbene, l’articolo 1 del testo prevede che la gestione del sistema sarà affidato direttamente ai Carabinieri. Ovviamente il Corpo Forestale, ai sensi dell’articolo 195 del Decreto Legislativo 152/2006, proseguirà nelle attività di controllo e repressione nell’ambito dei rifiuti, ma a nostro parere sarebbe stato giusto, proprio per il prezioso e professionale lavoro che negli anni l’amministrazione ha svolto nel settore, di coinvolgerci maggiormente. Abbiamo interessato il Capo del Corpo affinchè scongiuri un isolamento inaccettabile per il CFS ed un danno alla collettività! Restando così le cose, quella medaglia d’oro consegnata dal Ministro Prestigiacomo alla Festa del 185° annuale di fondazione, rappresenterebbe solo un mero riconoscimento personale da conferire a questo punto in altra sede ed altra circostanza. NOTIZIE BREVI Sul nostro sito www.uglcorpoforestale.it è possibile visionare i seguenti documenti: Appello Straordinario: sedi e modulistica Concorso Ispettori Superiori Haiti: Emergenza Umanitaria Master UNISU in Scienze Criminologiche: iscrizioni fino al 30 Gennaio Inpdap: Semplificazione procedure trattamento buonuscita Roma, 21 gennaio 2010 Il Segretario Nazionale f.to Danilo Scipio N. 2 Sede Federazione Nazionale U.G.L. – C.F.S: Via Carducci, 5 - 00187 ROMA – Tel. 06/46657070 Fax 06/46657008 Sito Internet: www.uglcorpoforestale.it - Indirizzo e-mail: segreterianazionale@uglcorpoforestale.it

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COMUNICATO N. 2 DEL 2010 CONCORSO VICE ISPETTORI – SE LA MATEMATICA NON E’ UN’OPINIONE Come già detto, lo scorso 25 gennaio, al Senato della Repubblica, sono stati presentati due emendamenti inerenti il concorso Vice Ispettori. In sostanza sono state recepite le nostre richieste, che prevedono di coprire tutti i posti disponibili (ulteriori 99) al 31 dicembre 2004 con il concorso appena espletato, utilizzando, quindi, anche l’aliquota destinata al concorso esterno; tale previsione resta poi valida anche per il prossimo concorso. E’ del tutto evidente, alla luce di quanto espresso da illustri Senatori, che l’unica ipotesi di ampliamento sostenibile, e che non lede diritti di altri colleghi è quella prospettata dall’UGL, tanto da essere recepita ed inserita negli emendamenti in questione; diversamente, se si utilizzassero tutti i posti destinati al concorso esterno sino alle vacanze 2009, per prendere pressoché tutti gli idonei del concorso 2004, come prevede la proposta del comitato idonei, e apparentemente sostenuta da sindacati improvvisati, il prossimo concorso interno avrebbe solo 200 posti anziché 400! Questo sarebbe il modo per non ledere i diritti di altri colleghi? Comprendiamo certamente le ragioni degli idonei non vincitori, e nel rispetto della legittimità delle soluzioni, non ci siamo pertanto limitati a sostenere una battaglia, ma abbiamo concretamente fatto la nostra parte; attenzione però ai cattivi consiglieri: chi troppo vuole, nulla stringe … e non per volontà dell’UGL, ma per quello che prevedono le norme ordinamentali. Allo stato dell’arte, abbiamo ritenuto di inviare una nota al Capo del Corpo per sollecitare la partenza del corso di formazione il cui testo riportiamo di seguito: Al Sig. Capo del Corpo Forestale dello Stato Ing. Cesare PATRONE SEDE Prot. n. 32 OGGETTO: Concorso Vice Ispettori: Vincitori e Idonei. Com’è ben noto, verso la fine della scorsa estate è stata approvata la graduatoria di merito del concorso a 182 posti da vice ispettore relativi alle vacanze al 31 dicembre 2004. Da allora, oltre a sterili dichiarazioni d’intenti, nulla è stato fatto per fornire doverose e dovute informazioni sulla pubblicazione delle sedi ove destinare i vincitori di tale concorso e sull’avvio del previsto corso di formazione; l’attenzione di tutti si è spostata sul tema degli idonei non vincitori, questione che, grazie alla presentazione in questi ultimi giorni di appositi emendamenti nel senso indicato anche dall’UGL, potrebbe essere ora risolta. Va evidenziato che ogni giorno di ritardo dall’inizio del corso di formazione, però, comporta un danno economico ai vincitori, in quanto la decorrenza giuridica ed economica del loro nuovo inquadramento, decorrerà solo al termine del predetto corso. Ciò premesso, considerando imprevedibili ed incerti i tempi dell’eventuale approvazione dell’emendamento che consentirebbe lo scorrimento della graduatoria, e valutando inoltre inopportuno, alla luce del regolamento dei trasferimenti e delle piante organiche, porre sullo stesso piano idonei e vincitori, si chiede di attivare tempestivamente gli Uffici preposti al fine di permettere il rapido avvio del percorso formativo. In attesa di cortese urgente riscontro, si porgono Distinti Saluti. N. 2 -

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ACCORDO NAZIONALE QUADRO Nel corso della riunione di ieri l’Ufficio Relazioni Sindacali ci ha informato che il prossimo 10 febbraio, presso la sala verde del Ministero, verrà sottoscritto alla presenza del Ministro Luca ZAIA il nuovo A.N.Q. . L’incontro con il Ministro sarà anche l’occasione per fare il punto su tutta una serie di questioni ancora aperte….. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL CFS Vi informiamo che il Consiglio di Amministrazione previsto per il 27 gennaio u.s. è stato rinviato al 10 febbraio 2010. PROCEDURA RICONOSCIMENTO CAUSE DI SERVIZIO Come già comunicato nei mesi scorsi, diverse Amministrazioni dello Stato (Guardia di Finanza, Carabinieri) adottano per l’istruttoria dei pareri di riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio un’ applicazione informatica predisposta dal relativo Comitato del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tale procedura di invio telematico dei fascicoli – prevista dal DPR 461/01 – renderebbe molto più snello, veloce e trasparente l’iter di valutazione delle pratiche del personale. Abbiamo provveduto a sollecitare nuovamente il competente Servizio dell’Ispettorato Generale affinchè il Cfs si possa allineare alle altre Forze di Polizia. NOTIZIE BREVI Sul nostro sito www.uglcorpoforestale.it è possibile visionare i seguenti documenti: Mancata corresponsione indennità per servizi esterni Sistema SISTRI: la risposta dell’Amministrazione Partecipazione CFS alle Missioni Internazionali: Nota alla Commissione Difesa Reggio Calabria: Notizie dal Territorio Roma, 29 gennaio 2010 Il Segretario Nazionale f.to Danilo Scipio

Il futuro è adesso!! N. 2 Sede Federazione Nazionale U.G.L. – C.F.S: Via Carducci, 5 - 00187 ROMA – Tel. 06/46657070 Fax 06/46657008 Sito Internet: www.uglcorpoforestale.it - Indirizzo e-mail: segreterianazionale@uglcorpoforestale.it

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sindacale

COMUNICATO N. 3 DEL 2010 AMPLIAMENTO CONCORSO VICE ISPETTORI Purtroppo non ci sono buone notizie sul fronte “Vice Ispettori”. Ieri, 3 Febbraio, presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato è proseguita la discussione del cd. Decreto Milleproroghe. I due emendamenti concernenti la possibilità di ampliare i posti del concorso vice ispettori sembrano non avere vita facile. Sull’emendamento 2.0.2 il Relatore ha chiesto il ritiro da parte dei presentatori mentre sull’emendamento 4.0.4 ha espresso parere contrario. Ovviamente non è detta l’ultima parola, ma indubbiamente i presupposti non sono dei migliori. Confidiamo che nel corso delle prossime discussioni, sia in Commissione che in Assemblea, si possa modificare tale orientamento e ribaltare i pareri espressi. Oggi 4 Febbraio, alle ore 14.00, riprenderanno i lavori sul testo. Vi terremo informati… FONDO EFFICIENZA 2009-2010 Martedì scorso l’Ufficio Relazioni Sindacali ha presentato alle OO.SS. la bozza di accordo sul fondo efficienza per l’anno 2009 e per il 2010. A nostro avviso il testo rappresenta una discreta base di partenza ma riteniamo necessiti di una serie di aggiustamenti che auspichiamo possano essere definiti in poche riunioni, in maniera tale da poter erogare le risorse disponibili in tempi rapidi. 5 x 1000 PER LE FORZE DI POLIZIA – INTERROGAZIONE PARLAMENTARE Su impulso dell’UGL, Martedì, l’On. Marcello DE ANGELIS ha depositato un’ interrogazione a risposta scritta per valutare la possibilità di introdurre l’istituto del 5 X Mille anche per le Forze di Polizia. A nostro avviso sarebbe un ulteriore modo per reperire fondi da destinare all’acquisto di vestiario e strumenti per il personale. Di seguito il testo. Interrogazione a risposta scritta 4-05938 presentata da ON. MARCELLO DE ANGELIS martedì 2 febbraio 2010, seduta n.276 ON. DE ANGELIS. - Al Ministro dell'economia e delle finanze.- Per sapere - premesso che: nell'anno 2006 è stato introdotto in Italia l'istituto del cinque per mille, ossia la possibilità per i contribuenti di destinare parte della propria imposta sul reddito a enti no profit, fondazioni, volontariato, ricerca scientifica, università e ricerca sanitaria; i cittadini, negli anni, hanno accolto con grande favore tale possibilità; le forze di polizia (Corpo forestale dello Stato, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Carabinieri) e i Vigili del Fuoco sono considerate da tutte le statistiche e le ricerche gli organi dello Stato più vicini alla cittadinanza e verso le quali si nutre un elevatissimo senso di rispetto e fiducia; spesso le stesse presentano difficoltà nel reperire fondi per l'acquisto di vestiario e strumentazioni per il proprio personale; da sempre l'impegno del Governo nei confronti del comparto sicurezza è vivo e fondamentale -: se non sia il caso di inserire tra i beneficiari del cinque per mille anche le Forze di polizia e i Vigili del fuoco, quale ulteriore segno di attenzione nei confronti di tali istituzioni.(4-05938) Roma, 4 Febbraio 2010 Il Segretario Nazionale f.to Danilo Scipio N. 2 -

- pag. Sede28 Federazione Nazionale U.G.L. – C.F.S: Via Carducci, 5 - 00187 ROMA – Tel. 06/46657070 Fax 06/46657008 Sito Internet: www.uglcorpoforestale.it - Indirizzo e-mail: segreterianazionale@uglcorpoforestale.it


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CULTURA E TERRITORIO Elementi di Ecologia del paesaggio e protezione del territorio di Donato Forenza

Nei processi sistemici di protezione ambientale e paesaggistica la pianificazione della gestione interattiva di previsione, prevenzione ed emergenza territoriale, richiede un continuo controllo della vulnerabilità degli ecosistemi per assicurare la loro conservazione ed il mantenimento della Biodiversità.

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ne delle risorse del pianeta possono accelerare alcuni meccanismi che inducono fenomeni di instabilità am-

di Reti ecologiche che garantiscano gli equilibri armonici uomo/ambiente/ paesaggio ed una revisione di Sistemi

bientale. La vulnerabilità ambientale e paesaggistica, nel nostro Paese, costituisce un indicatore rilevante per i processi decisionali correlati alla Pianificazione ecologica del territorio, alla Pianificazione paesaggistica ed alla Pianificazione integrata di Aree protette e Parchi naturali, e per l’attuazione di Piani di lotta alla criminalità ed al contrasto incisivo di attività illecite correlate ai reati ambientali e paesaggistici. Infatti, per la gestione ecologica di vasti territori urbani, rurali e forestali, appare inscindibile la previsione

di monitoraggio per la tutela attiva. E’ utile far rilevare che i gradienti di fattibilità della manutenzione integrata del territorio/paesaggio, in forma continua ed attiva, debbono tener conto (mediante algoritmi di previsione) della variabilità del range della vulnerabilità ambientaleantropologica di un determinato fenomeno, correlato alla specificità della pericolosità (inquinamento, incendio, sisma, abusivismo, reati, criminalità, sfruttamento ambientale, etc.) e di un definito territorio/ paesaggio da proteggere (ad es.: regione, provincia, comunità montana, comune, parco, etc.). E’ opportuno far rilevare, inoltre, che il livello di stabilità e di omeostasi degli ecosistemi costituenti il sistema territoriale presenta una differente resilienza in relazione alle diverse componenti (uomo, clima, calamità, attività, reati, etc.) che concorrono alla pressione destabilizzante.

spettacolopuro

’uomo, quale motore attivo dei principi basilari della “Protezione Ambientale”, è elemento cardinale della conservazione del creato. La legislazione vigente deve assicurare un livello minimo inderogabile ed indifferibile per garantire il mantenimento della continuità degli equilibri bioecologici. Nell’ambito della sostenibilità e degli standard di qualità della vita, la protezione delle foreste e delle aree a verde urbano e periurbano assume una valenza determinante per il benessere delle popolazioni. La carenza di flussi di Pianificazione ecologica del territorio e l’inadeguatezza di processi di ottimizzazione nella Gestio-

2. Occorre implementare, pertanto, nel nostro Paese, una vasta azione di strategia aggregante, e di revisione di Pianificazione Ecologica del Territo-


il cantiere

rio (PET), e l’attuazione di nuove dimensioni assiomatiche della Scienza del Paesaggio (Ecologia ed Architettura) interconnesse alla Dimensione Antropologica (DA) ed alla Gestione Forestale Sostenibile (GFS). E’ quindi necessario un differente livello definito di Pianificazione ecologica, integrata con le differenti componenti del processo di Pianificazione della Protezione Integrata Ambientale e Paesaggistica (PPIAP), riferita alla specificità della vulnerabilità. Storicamente è possibile quantificare, a nostro avviso, le fasi sistemiche della Protezione Ecologica Integrata (PEI) in processi sinergici di retroazione ciclica: Previsione, Prevenzione, Interventistica, Revisione, Ricostruzione (Ricostituzione), Riqualificazione ambientale e Antropologica.E’ necessaria la Riqualificazione della previsione delle dinamiche ambientali e antropologiche (ad es.: tasso di CO2; crescita della popolazione, espansione edilizia, reati ambientali, criminalità, etc.). Si tratta di quantificare gli assi sintagmatici di un processo sistemico riedificante e riqualificante, capace di condurre alla Riqualificazione am-

bientale e paesaggistica di un definito territorio e della sua variabilità antropologica, mediante i canoni della Pianificazione ecologica del territorio, della Sociologia, dell’Architettura del Paesaggio, della Bioingegneria naturalistica e di altre analisi della Teoria dei Sistemi. Il fondamento scientifico formante il rapporto dicotomico Uomo/ ambiente è la “cultura della protezione ecologico-antropica” nel processo di Riqualificazione ambientale. Tale dimensione può essere intesa quale fulcro nodale, basata anche su una vasta e diffusa attività di Educazione Ambientale informativa/formativa nell’ambito della partecipazione totale interattiva tesa alla conoscenza dei meccanismi e dei modelli che regolano i campi di esistenza della continuità della Biodiversità, del rinnovamento dei principi basilari del rispetto antropico e dei cicli bioecologici del sistema da gestire. Si propone, infine, un Piano generale di Coordinamento per la protezione del territorio e la previsione di zone da tutelare ed altre linee di indirizzo per futuri interventi e miglioramento di normativa e di standard territoriali.

Si auspica il potenziamento e l’attuazione dei Piani della Protezione Civile dei Comuni, con particolare attenzione al territorio agricolo e forestale e l’attivazione concreta di una vasta campagna di Educazione ambientale, paesaggistica e forestale, e delle tradizioni locali, organizzata scientificamente e rivolta alle Scuole di ogni ordine e grado. I cittadini, con l’ausilio di nuove energie sindacali, devono trasformarsi in comunità “umane” ed acquistare con gradualità una nuova capacità di incominciare a trasformare il mondo che li circonda (ambiente) per raggiungere effetti positivi. Occorre una vasta azione di innovazione e formazione in connubio a incentivazione intelligente e motivazione psicologicocognitiva delle persone. Nel 2010, istituzionalizzato quale “Anno Internazionale della Biodiversità”, siamo certi che una peculiare attenzione alla tutela delle foreste ed al paesaggio forestale, da sempre custodito mirabilmente dal CFS, sarà attuata con maggiore cura per la sostenibilità del nostro straordinario Paese e per il benessere del Pianeta.

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interrogazione parlamentare

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06082 presentata da MARCELLO DE ANGELIS mercoledì 10 febbraio 2010, seduta n.281 DE ANGELIS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità. Per sapere - premesso che: l'articolo 42-bis del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, prevede che «il genitore con figli minori fino a tre anni di età, dipendente di amministrazione pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 e successive modificazioni, può essere assegnato, a richiesta, anche in modo frazionato e per un periodo non complessivamente superiore a tre anni, ad una sede di servizio ubicata nella stessa provincia o regione, nella quale l'altro genitore esercita la propria attività lavorativa, subordinatamente alla sussistenza di un posto vacante e disponibile di corrispondente posizione retributiva e previo assenso delle amministrazioni di provenienza e di destinazione»; destinatario del beneficio in oggetto è il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni disciplinate dal decreto legislativo n. 165 del 2001, il cui articolo 1 contiene disposizioni che disciplinano l'organizzazione degli uffici e i rapporti di lavoro e di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche; per queste ultime, a tenore del secondo comma, «s'intendono» tra altro, «tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie...». Non può non essere osservato che proprio in tema di disciplina del rapporto di lavoro, nel successivo articolo 3 dello stesso decreto n. 165 del 2001 viene affermato che «rimangono disciplinati dai rispettivi ordinamenti: i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, gli avvocati e procuratori dello Stato, il personale militare e le Forze di polizia di Stato...». L'ampia individuazione delle pubbliche amministrazioni, contenuta nel secondo comma dell'articolo 1 del decreto n. 165 del 2001, va dunque integrata, anche ai fini dell'applicazione dell'articolo 42-bis del decreto n. 151 del 26 marzo 2001, dal successivo articolo 3, per il quale «il personale militare e le Forze di polizia di Stato», rimangono disciplinati dai rispettivi ordinamenti. Negli ordinamenti delle forze di polizia ha però fatto successivamente ingresso, nell'ambito del rapporto di lavoro degli appartenenti a tale istituzione, prima la norma dell'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 170 del 2007 e poi la norma dell'articolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica n. 51 del 2009 (decreti rispettivamente di recepimento dell'accordo sindacale per le forze di polizia ad ordinamento civile e militare e di integrazione di tale accordo): norme, entrambe di analogo tenore, che individuano una serie di disposizioni che si applicano al personale delle forze di polizia ad ordinamento civile con la dicitura: «oltre a quanto previsto dal decreto legislativo n. 151 del 2001...». Il che, ad una agevole lettura, comporta la oramai pacifica applicabilità al personale di cui è questione anche della disciplina recata dal citato decreto legislativo n. 151 del 2001, e quindi del suo articolo 42-bis; già nel 2005 l'allora sottosegretario di Stato per la funzione pubblica senatore Learco Saporito in relazione all'interrogazione a risposta immediata degli onorevoli Guerzoni, Cordoni, Motta e Trupia che chiedevano di sapere se la norma prevista dall'articolo 42-bis del decreto legislativo n. 151 del 2001 si applicasse anche al personale delle Amministrazioni cosiddette speciali, quali le Forze di Polizia, chiari, fermo restando quanto previsto dai singoli ordinamenti delle amministrazioni del «comparto sicurezza», che la norma si applica anche al personale appartenente al suindicato settore; sull'argomento in questione l'ispettorato generale del corpo forestale dello Stato con circolare n. 29559/09 del 23 dicembre 2009 a firma del capo del corpo ha inteso interpretare in modo restrittivo la norma escludendo l'applicazione del beneficio al proprio personale; tale situazione porta di fatto ad una disparità di trattamento fra dipendenti pubblici -: se non sia il caso, alla luce delle interpretazioni emerse negli anni e delle numerose sentenze della giustizia amministrativa, di emanare una disposizione esplicativa che chiarisca inequivocabilmente - come peraltro già spiegato dall'allora Sottosegretario Learco Saporito - come il beneficio in questione si applica anche agli appartenenti alle forze di polizia. (4-06082)

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Organo Ufficiale dell’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato ANNO III - N. 2 marzo aprile 2010 Periodico bimestrale EDITORE Nethuns srl - Via Cavalcanti, 5 - 20127 Milano Tel. 02 26116582 Fax 02 26116583 DIRETTORE POLITICO Danilo Scipio

CONCESSIONARI AUTORIZZATI per la raccolta di abbonamenti e pubblicità (riportati in alto a destra sulla ricevuta di pagamento) WORK MEDIA MARKETING Viale Marelli, 352 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) Tel. 02 89919852 Promozioni Editoriali Police srl Via Capo Peloro, 10 - 00141 Roma - Tel. 06/99709282

DIRETTORE RESPONSABILE Gigi Movilia A CURA DI Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato Tel. 06/46657070 - Fax 06/46657008 - www.uglcorpoforestale.it COORDINAMENTO REDAZIONALE Silvia Danielli STAMPA Lodigraf 2 - via Giovanni XXIII 00018 Palombara Sabina (Roma) IMPAGINAZIONE E GRAFICA Digital Photo Service - Antonello Catalano - Stefano Milone IMMAGINI Digital Photo Service, archivio Corpo Forestale, archivio Nethuns

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RE.DA. snc Strada Padana Superiore, 1 Int. F1 - 20060 Cassina Dè Pecchi Tel. 02/9522661 C.D.E.srl Via Saverio Milella, 11 - 70124 Bari - Tel. 080/5857197 Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) Art. 1 comma 1 - DCB Milano Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008 Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche e integrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamento e ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei termini previsti dalla legge. Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi, l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffusione. è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il comitato di redazione. Si precisa che “Sicurezza Ambiente” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsi come appartenenti alla stessa. La direzione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omissioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.

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