Sicurezza Ambiente n.02-11

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SOMMARIO

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EDITORIALE PIÙ IMPEGNI: MINOR SALARIO

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NOVITÀ LEGISLATIVE ETICHETTATURA: È LEGGE - GALAN: «LA MIGLIORE RISPOSTA A TUTELA DEI CONSUMATORI»

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LA PUNTUALIZZAZIONE LE RINNOVABILI: LA NUOVA FRONTIERA DELLA GREEN ECONOMY

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L’INTERVISTA PATTO PER ROMA SICURA E OSSERVATORIO TECNICO SCIENTIFICO PER LA SICUREZZA E LA LEGALITÀ: COME SI STA MUOVENDO LA REGIONE

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DOSSIER CITES COME CONIUGARE IL MANTENIMENTO DI IMPORTANTI ATTIVITÀ COMMERCIALI CON LA TUTELA DELLE SPECIE MINACCIATE D’ESTINZIONE

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FARE VERDE “MARE D’INVERNO” TRA CASSETTE DI POLISTIROLO E BAMBOLINE WOODO

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LA DENUNCIA DEL WWF COMPLEANNO AMARO PER I PARCHI

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NOVITÀ NORMATIVE MAGGIORI GARANZIE PER I DISABILI E PER I LAVORATORI CHE LI ASSISTONO CON LE MODIFICHE ALLA LEGGE 104/92

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LA NUOVA CAMPAGNA DI LEGAMBIENTE TUTTI IN CLASSE A

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DALLE REGIONI UMBRIA: RINNOVATA LA CONVEZIONE TRA IL CFS E LA REGIONE CASERTA: FIRMATO IL PROTOCOLLO SALVAGUARDIA AMBIENTALE PRESENTE IL CORPO FORESTALE LAZIO: PRESENTATO IL PROGETTO POSEIDONE

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CONVENZIONE UNIVERSITARIA E-CAMPUS: LE RAGIONI DI UNA NUOVA E MODERNA UNIVERSITÀ

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COSÌ CASA UGL PROGETTO PIANO CASA

SICUREZZA AMBIENTE


26 SICUREZZA AMBIENTE ORGANO UFFICIALE DELL’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato

ANNO IV - N. 2 - MARZO/APRILE 2011 Periodico bimestrale EDITORE Work Media srl Viale Marelli, 352 - 20099 Sesto San Giovanni (Mi) - tel. 0289919852 DIRETTORE POLITICO Danilo Scipio DIRETTORE RESPONSABILE Gigi Movilia A CURA DI Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato Tel. 06/46657070 - Fax 06/46657008 - www.uglcorpoforestale.it COORDINAMENTO REDAZIONALE Silvia Danielli Nethuns - tel. 0226116582 - fax 0226116583 IMMAGINI Digital Photo Service, archivio Corpo Forestale, archivio Nethuns

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PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Marcello Dall’Osso Promozioni Editoriale Police Srl Via Capo Peloro, 10 - 00141 Roma www.promopolice.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli, 5 - 00010 Villa Adriana (Roma) www.fotolitomoggio.it REGISTRAZIONE Tribunale di Milano al N. 103 del 12/02/2008. ABBONAMENTI Ordinario: € 153 + piccola pubblicità omaggio Sostenitore: € 174 + piccola pubblicità omaggio Benemerito: € 195 + piccola pubblicità omaggio ABBONAMENTO + PUBBLICITÀ Mezzo piedino pubblicitario 60 mm X 60 mm: € 285 Piedino pubblicitario 90 mm X 60 mm: € 441 Piè di pagina pubblicitario 185 mm X 60 mm: € 591 Il prezzo è comprensivo di IVA. Per usufruire della pubblicità, inviare alla concessionaria di riferimento gli impianti di stampa oppure un semplice cartoncino con nominativo e logo del messaggio pubblicitario.

Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) - Art. 1 comma 1, - DCB Milano. Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifi che e integrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamento e ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei termini previsti dalla legge. Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fi ni amministrativi, l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffusione. è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il comitato di redazione. Si precisa che “Sicurezza Ambiente” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualifi carsi come appartenenti alla stessa. La direzione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omissioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.

QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE

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EDITORIALE

PIÙ IMPEGNI: MINOR SALARIO Le crisi

È la paradossale decisione presa dal Governo.

politiche nel Nord Africa, con conseguente aumento di immigrazione sulle nostre coste, comporteranno un maggior impegno delle forze dell’ordine. Ma a loro è stata imposta la norma sul tetto salariale che impedisce il ricorso al lavoro straordinario > Di Danilo Scipio Segretario Nazionale UGL

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e grandi crisi politiche di Tunisia, Egitto e Libia rischiano di riversare sulle nostre coste, in uno scenario da “esodo biblico”, decine di migliaia di immigrati Nord Africani che fuggono dagli orrori, dalle devastazioni e dal terrore della guerra civile scoppiata nei loro Paesi d’origine e che rappresenteranno un serio problema non solo dal punto di vista umanitario ma anche dell’ordine pubblico. Le forze di polizia sono poche e già molto impegnate a garantire ordine e sicurezza pubblica su territori difficili come sono quelli di molte regioni del sud.

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La decisione del Governo di applicare anche al comparto sicurezza la norma sul tetto salariale individuale, impedendo di fatto il ricorso al lavoro straordinario per migliaia di appartenenti alle forze di polizia che già operano in condizioni di sott’organico, rischia di portare al collasso l’intero apparato.

Siamo ormai rassegnati a subire, anche nei prossimi anni, tagli robusti agli investimenti nel settore che certamente contribuiranno a tenere sotto controllo la spesa pubblica ma, consapevoli delle nostre capacità critiche e di visione globale, vorremmo esprimere il nostro parere da addetti ai lavori sugli interventi da attuare durante


questa “cura dimagrante” forzata, soprattutto per cercare di correggere sprechi e duplicazioni inutili, per razionalizzare l’intero sistema sicurezza e pubblico soccorso; in sostanza, vorremmo poter condividere anche scelte dolorose ed impopolari se effettuate in un’ottica di seria e concreta ottimizzazione delle poche risorse disponibili. Valutazioni distorte e superficiali che non hanno visto il benché minimo coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali del comparto, hanno indotto il Governo a compiere un errore grossolano dal duplice effetto: individuare un tetto massimo retributivo per ciascun operatore di polizia, infatti, comporterà il danneggiamento dell’organizzazione delle singole Amministrazioni, che a fine anno dovranno giocoforza rinunciare alle prestazioni extra dei dipendenti che hanno già raggiunto quella soglia remunerativa non valicabile, ed una mortificazione dello spirito di servizio e della

professionalità dei dipendenti, che per lavorare operativamente, dovrebbero rinunciare alla remunerazione degli accessori una volta raggiunto il tetto! Già abbondantemente penalizzati dal congelamento del rinnovo contrattuale, dal mancato avvio della previdenza complementare, dallo “scippo” delle risorse faticosamente accantonate per il riordino delle carriere, francamente subire anche la beffa della mancata attribuzione degli assegni di

funzione e degli scatti automatici che saranno maturati nel 2011 e 2012 insieme al tetto retributivo sembra un po’ troppo! Si profila all’orizzonte, quindi, una nuova stagione all’insegna delle iniziative di protesta e sensibilizzazione. Sempre che il Premier non si ricordi di fare il Premier e decida di mantenere gli impegni che ha assunto nei confronti delle forze dell’ordine a più riprese. Oppure, in un nuovo futuro modello elettorale, si potrebbe proporre l’elezione diretta del … Ministro dell’Economia!

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NOVITÀ LEGISLATIVE

ETICHETTATURA:

È LEGGE

GALAN: «LA MIGLIORE RISPOSTA

A TUTELA DEI CONSUMATORI»

Sarà intensificato

e migliorato il ruolo del Corpo Forestale dello Stato

«G

li italiani potranno comprare prodotti ancora più sicuri, perché sapranno sempre da dove provengono. Questo importante passo verso la completa e chiara informazione dei consumatori sui prodotti

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che comprano e consumano spero possa essere un deciso segnale all’Europa in direzione della vera tracciabilità dei prodotti alimentari ». Ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan.

«Finalmente l’obbligo di riportare nell’etichetta anche l’indicazione del luogo di origine o di provenienza dei prodotti agroalimentari è legge – ha proseguito -. Questo importante passo verso la completa e chiara informazione dei consuma-


tori sui prodotti che comprano e consumano spero possa essere un deciso segnale all’Europa in direzione della vera tracciabilità dei prodotti alimentari. Da oggi gli italiani potranno comprare prodotti ancora più sicuri, perché sapranno sempre da dove provengono. E’ finita l’era del falso made in Italy agroalimentare che danneggia i nostri prodotti tipici e tradizionali. Mi auguro che l’Europa prenda atto della necessità di tutelare i consumatori con informazioni chiare e trasparenti. I recenti e ripetuti allarmi relativi alla diossina in Germania, ma non solo, ci confermano la necessità di rassicurare per davvero

i cittadini che vogliono sapere cosa mangiano e quindi la provenienza degli ingredienti utilizzati. Un consumatore informato non ha paura di comprare e non cede alle “Cassandre” che spesso causano danni incalcolabili alle produzioni di qualità italiane. Ringrazio per questo importante risultato, di cui vado orgoglioso, i parlamentari di maggioranza e di opposizione ed i Presidenti delle Commissioni Agricoltura di Senato e Camera Paolo Scarpa Bonazza Buora e Paolo Russo: la loro determinazione ed il loro impegno ci hanno regalato una legge all’avanguardia che spero potrà essere d’esempio in Europa.

Il nostro lavoro, infatti, non è finito e dovrà proseguire a Bruxelles. Come dimostrano i fatti, anche i risultati più ambiziosi possono essere raggiunti con serietà e determinazione ». Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan. In allegato l’Iter cronologico ed il contenuto del Ddl etichettatura.

La novità per il Corpo Forestale dello Stato La legge prevede, finalmente, l’istituzione delle Sezioni di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato. Un passo importante per il futuro della nostra Amministrazione che ora dovrà impegnarsi per un incremento considerevole dell’organico al fine di rendere realmente operativa questa novità. Tutti, vertici e sindacati, avranno il compito di sensibilizzare il Parlamento ed il Governo per trovare nuovi strumenti.

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LA PUNTUALIZZAZIONE

LE RINNOVABILI: LA NUOVA FRONTIERA DELLA GREEN ECONOMY Intervento del Ministro

dell’Ambiente a proposito dell’articolo di Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera

«È

positivo che il Corriere della Sera con l’articolo di Massimo Mucchetti abbia deciso di “aprire una finestra”, sulle fonti rinnovabili e sulla loro disciplina. Il rischio di questo dibattito, legittimo e opportuno nel segnalare abusi e truffe innescati dagli incentivi, è che sotto accusa finiscano non il malaffare ma le rinnovabili “tout court”. Per questo credo che il discorso sull’energia pulita meriti un approfondimento. Oggi le rinnovabili sono la frontiera della green economy. Le economie emergenti, come

Cina e India, che hanno maggiore bisogno di elettricità, e le grandi economie sviluppate stanno sostenendo lo sviluppo e la diffusione delle rinnovabili con misure incentivanti e con investimenti massicci: 525 miliardi dollari tra il 2008 e il 2010, con una crescita del 30% nell’ultimo anno, nonostante la crisi economica. E’ tuttavia certamente vero che, se ci si affida a considerazioni puramente economiche, le fonti rinnovabili comportano un costo maggiore delle fonti convenzionali. Ma il valore strategico delle fonti rinnovabili è legato alla

Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo

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sicurezza energetica, e alla diversificazione delle fonti per non essere totalmente dipendenti dalle importazioni di carbone, petrolio e gas. Dal punto di vista economico, va poi rilevato che la diffusione delle fonti rinnovabili nell’ultimo quinquennio ha determinato economie di scala con una riduzione dei costi fino a 5 volte, mentre il valore degli incentivi di supporto alle fonti rinnovabili, come rilevato recentemente dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, è inferiore alle misure di supporto all’uso dei combustibili fossili tradizionali.

Un impianto Eolico


Inoltre la crescita rapida delle fonti rinnovabili si accompagna allo sviluppo di nuove imprese che competono nel mercato mondiale dell’energia con tecnologie innovative impensabili fino a qualche anno fa. Parlare di rinnovabili quindi non significa discutere del mascalzone che pianta le pale, magari deturpando un paesaggio suggestivo, e non le collega alla rete cercando di lucrare sull’incentivo, significa parlare dell’energia che muoverà il mondo (e quindi l’economia e quindi il lavoro) di domani. I dati del World Energy Outlook 2010 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia stimano gli investimenti nel settore nei prossimi 25 anni in 5700 miliardi di dollari. In Italia l’economia legale (non quella truffaldina) legata alle rinnovabili è in straordinaria espansione certamente anche grazie agli incentivi pagati nella bolletta dai cittadini e che sono stati rivisti recentemente al ribasso. Lo stesso ha fatto ad esempio la Germania che nel 2009 ha prodotto oltre il 10% dei consumi finali di energia da rinnovabili e punta a sfiorare il 20 nel 2010. Investendo in questo comparto circa 20 miliardi di euro.

L’Italia ha l’obiettivo del 17% di energia prodotta da rinnovabili nel 2020, fissato dall’Unione Europea. Oggi siamo all’8% (nel 2005 era il 5%) con un trend di crescita positivo che rende raggiungibile l’obiettivo UE anche se ci sarà molto da lavorare ma anche molta occupazione da creare, 100 mila nuovi posti di lavoro secondo una stima del Cnel. Quella delle rinnovabili è una sfida ambientale globale, una sfida economica per il futuro della nostro Paese, oltre che una esigenza di sicurezza energetica nazionale che l’Italia sta affrontando anche col ritorno al nucleare.

Gli incentivi in prospettiva sono destinati inevitabilmente ad un calo (per la riduzione dei costi e l’avvento di nuove tecnologie) e ad una diversificazione sulla base delle caratteristiche fonti rinnovabili (sole e vento sono gratis, le biomasse ad esempio hanno un costo). Ma l’Italia ha una posizione geografica favorevole, soprattutto per il solare, un bisogno forte di autonomia energetica e un ambiente prezioso da tutelare. Quindi facciamo tesoro dei rilievi di Mucchetti ma non mettiamo in discussione il futuro che in parte, una parte non piccola, è delle rinnovabili».

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L’INTERVISTA

PATTO PER

ROMA SICURA

E OSSERVATORIO TECNICO

SCIENTIFICO PER LA SICUREZZA E LA LEGALITÀ: COME SI STA MUOVENDO LA REGIONE

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Pino Cangemi, Assessore della Regione Lazio Enti Locali e Sicurezza Parla l’On. Giuseppe Emanuele detto

di Fabio Lancianese – Dirigente Sindacale UGL -CFS

Assessore Cangemi, immaginiamo non sia facile coniugare le istanze di sicurezza provenienti dai cittadini con le politiche gestionali di una grande regione come il Lazio. Quali sono gli indirizzi operativi che il Suo Assessorato ha scelto per affrontare le esigenze attuali? Una delle prime azioni che abbiamo attivato è il patto per Roma sicura, già sottoscritto dalla precedente amministrazione ma che non era stato finanziato. Abbiamo messo in campo la stessa iniziativa per tutte le Province, per tutti i territori, in quanto sappiamo bene che ci sono situazioni diverse in ciascuna di esse oltre ad essere alcune preoccupanti. Serve infatti attenzione in particolare per quei territori in cui è presente il rischio di infiltrazioni della malavita organizzata. Inoltre è stato attivato l’Osservatorio tecnico scientifico per la Sicurezza e la Legalità che ha funzioni di controllo continuo e analisi, ma è uno strumento operativo che all’occorrenza potrà essere una sorta di unità di crisi.

Nel numero di Gennaio/ Febbraio 2009 di Sicurezza Ambiente, abbiamo parlato della situazione dei Parchi e dei Giardini Pubblici delle città italiane, ponendo l’accento sulla percezione di insicurezza registrata dall’opinione pubblica anche a seguito di alcuni episodi di cronaca verificatisi in queste aree. Ricordiamo, a tal proposito, il rinnovato impegno del Corpo Forestale dello Stato nel pattugliamento cittadino a seguito del “Patto Roma Sicura”. Qual è oggi lo stato di sicurezza e fruibilità di queste aree? Il Patto, siglato dalla Prefettura di Roma, Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio, destina al Parco un finanziamento di quasi 800.000 euro che sarà impegnato per attivare un call center dove i cittadini potranno segnalare le condizioni di degrado nel Parco, posizionare telecamere nelle aree di accoglimento e creare una centrale operativa di raccolta, mappatura e controllo continuo del territorio, bonificare le aree degradate

e consolidare la presenza dei Guardiaparco nel territorio fornendoli di mezzi appropriati per antincendio e per servizio di protezione civile. Un sistema di controllo del territorio in cui il cittadino diventa primo attore nel segnalare gli abusi e le situazioni di degrado, e il personale del Parco forza operativa dell’azione di bonifica e di coinvolgimento degli altri enti istituzionalmente nominati. È finalmente prevista la nascita di due Punti Accoglienza del Parco nell’area archeologica di Veio e nel Parco dell’Inviolatella da cui partiranno visite guidate a pagamento.

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L’INTERVISTA

La Giunta Regionale guidata da Renata Polverini ha scelto un approccio diverso rispetto al passato per quanto riguarda la gestione della cosiddetta “emergenza nomadi”, che tanto ha inciso sulla percezione di insicurezza dei cittadini laziali. Facciamo il punto della situazione. L’Assessorato agli Enti Locali e Sicurezza in collaborazione con le cinque Prefetture del Lazio e con il Commissario straordinario per l’emergenza nomadi nel Lazio, Prefetto Pecoraro, da alcuni mesi ha avviato un monitoraggio del territorio della regione per quanto concerne gli insediamenti di nomadi e più in particolare di popolazioni Rom e Sinti.

Per quanto riguarda tutti gli altri quadranti del territorio del Lazio, eccetto Roma che ha un suo iter in via di risoluzione, è emersa una sola area critica che è rappresentata dal Centro di accoglienza denominato Al Karama, situato a Latina ed occupato da famiglie di origine nomade dove indagini hanno evidenziato uno stato di elevato degrado strutturale dei manufatti adibiti ad abitazione dei nomadi, così come è emersa una preoccupante inadeguatezza funzionale ed una generale fatiscenza degli impianti. Grazie al decreto del ministero dell’interno emesso nel Luglio 2009, che ha il fine di finanziare progetti di recupero di situazioni disagiate relative ai campi nomadi, è stato possibile però avviare la ristrutturazione del campo Al

Karama con la previsione di un “riordino edile ed impiantistico, interventi di adeguamento, messa a norma e riqualificazione delle strutture esistenti”. Il Comune di Latina che ha presentato il progetto di massima riguardante la sistemazione del complesso in questione, ha quindi stipulato un contratto di concessione degli immobili con connesso lotto di terreno (circa mq. 32.000) di proprietà della Regione Lazio che ha autorizzato la realizzazione delle opere necessarie. Attese le problematiche messe in evidenza, piuttosto che procedere con la ripresa dei fabbricati esistenti, si è ritenuto utile, anche per profili di sicurezza, allestire nuovi modelli abitativi in altro spazio, comunque, sempre nell’area oggetto di concessione da parte della Regione.

Chi è Pino Cangemi - Romano nato nel 1970, residente nel Municipio Roma XX. Ufficiale della Brigata Paracadutisti “Folgore” 1991-1994, ha partecipato a diverse missioni estere. E’ stato in Somalia dove gli è stato conferito un Encomio Solenne. Impegnato in politica da giovanissimo, appena 15 anni, con i movimenti studenteschi è stato molto attivo nell’associazionismo cattolico. Ha organizzato numerose attività giovanili coinvolgendo attivisti europei. Ha partecipato a diversi incontri con i movimenti tradizionalisti di Francia, Irlanda, Grecia. Nel 2001 candidato al Consiglio del Municipio XX, è il primo tra gli eletti di tutto il Centro-Destra. Nominato Assessore (2001-2006), si è occupato di Scuola, Servizi Sociali e Trasporto Scolastico. E’ stato Delegato per lo sviluppo e il recupero del territorio di Cesano. Nel 2003 è eletto al Consiglio della Provincia di Roma. In Provincia (2003-2008) si è occupato principalmente di Cultura, Sport, Spettacolo e Servizi Sociali. Nel 2006 è nominato Presidente del gruppo di Forza Italia in Provincia e componente dell’Ufficio di Presidenza dell’U.P.I. (Unione Province d’Italia). Aderisce con centinaia di iscritti e associazioni a lui vicine al Popolo della Libertà. Nel Dicembre del 2008 è nominato dal Sindaco di Roma nel Consiglio di Amministrazione di AMA S.p.A. Dal 16 Novembre 2009 è Vice Coordinatore del Popolo della Libertà per la Città di Roma. Il25 aprile 2010 è nominato dal Presidente della Regione Lazio Renata Polverini Assessore Agli Enti Locali e Sicurezza. Giuseppe Emanuele Cangemi detto Pino, 37 anni, Cesanese, residente nel XX Municipio, dove vive e lavora. Da sempre impegnato nell’ associazionismo cattolico, Ufficiale Paracadutista dal 1991 al 1994 ha ricevuto un Encomio Solenne in Somalia, a Mogadischio. Impegnato nel volontariato ha fondato l’associazione culturale di orientamento cattolico COMUNITA’ POPOLO SOLIDARISMO. Con la stessa ha partecipato ad incontri con i giovani europei dell’Irlanda del Nord, della Francia, della Grecia. Candidato nelle liste di FORZA ITALIA alle amministrative del 2001 nel Municipio Roma XX ha ottenuto il maggior numero di preferenze tra tutti i candidati; attualmente riveste la carica di Assessore nel Municipio Roma XX e si occupa di Assistenza e Servizi Sociali, Scuola, Trasporti Scolastici. E’ delegato alle politiche e allo sviluppo del territorio di Cesano. Nel 2003 è eletto alla Provincia di Roma nel Collegio Roma 20. Consigliere Provinciale è Vice Presidente vicario della Commissione Sport - Cultura - Servizi Sociali e Tempo Libero. Componente dell’ Ufficio di Presidenza dell’ UPI nazionale ( Unione Province d’Italia). Socio dello storico Circolo romano Canottieri Lazio. Fuma e colleziona sigari cubani.. Ha collaborato alla pubblicazione del libro “Scandalo Somalia: Anatomia di un falso”. Sta scrivendo un romanzo riguardante storie presunte e vere di soldati italiani in Africa. Dal novembre del 2006 è Presidente del Gruppo di Forza Italia alla Provincia di Roma La sua politica nasce da una ispirazione di solidarietà, anche per situazioni apparentemente distanti, come dimostra la sua visita in Palestina. La sua dedizione, in particolare per i problemi sociali, lo rende protagonista di un riscatto delle periferie da troppo tempo dimenticate. Il suo entusiasmo, il suo coraggio, la sua tenacia lo pongono al centro della nuova stagione di Cesano.

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DOSSIER CITES

COME CONIUGARE IL

MANTENIMENTO DI IMPORTANTI ATTIVITÀ COMMERCIALI

CON LA TUTELA DELLE

SPECIE

MINACCIATE D’ESTINZIONE La ricerca dell’applicazione della Convenzione di Washington, uno dei più efficaci e importanti strumenti normativi internazionali, sul commercio è uno degli obbiettivi perseguiti > A cura dell’Ufficio Stampa Corpo Forestale dello Stato Roma

L’

Italia rappresenta uno dei più grandi mercati di articoli e prodotti derivati da specie animali e vegetali, con un giro di affari, a livello internazionale, che tende a superare i 100 miliardi di euro l’anno.

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Oltre agli animali vivi da collezionismo e da compagnia (“pet”), confezioni, borse, scarpe, cinture e tanti altri articoli realizzati con le pelli, le pellicce o con la lana di animali, parquet,


prodotti in legno e caviale: questi sono solo alcuni esempi di utilizzazione di risorse naturali a fini industriali e commerciali, di cui importanti aziende italiane si sono rese ormai protagoniste assolute nel panorama mondiale.

Coniugare, quindi, la conservazione delle risorse naturali a livello planetario con il mantenimento di attività così importanti per l’economia italiana è l’obiettivo che la CITES, in Italia gestita dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, persegue attraverso l’azione di controllo e di polizia esercitata dal Corpo forestale dello Stato. Il Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato opera sul territorio nazionale e negli ambiti doganali per assicurare i necessari controlli per l’applicazione della Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna in via di estinzione (in sigla CITES) e cura il rilascio delle prescritte certificazioni, supportando il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nelle attività di gestione ed attuazione della Convenzione.

La Convenzione rappresenta uno dei più efficaci e importanti strumenti normativi internazionali per rendere sostenibile il commercio garantendo la conservazione della biodiversità del nostro pianeta. Ad oggi ben 177 Paesi vi aderiscono e, con l’ausilio degli Organismi istituzionali preposti, gestiscono, verificano e controllano la conservazione di oltre 36mila specie di animali e piante selvatiche soggette a interessi commerciali. Infatti, il compito specifico di ogni Stato è quello di monitorare e regolamentare adeguatamente il commercio interno e alle frontiere di esemplari e prodotti derivati da specie animali e vegetali per scongiurarne l’estinzione, in una situazione congiunturale già sfavorevole per gli effetti negativi derivanti dalle molteplici attività umane sugli ambenti naturali e, negli ultimi anni, anche dai cambiamenti climatici. Una puntuale applicazione di queste norme consente di assicurare il mantenimento di rilevanti attività industriali, imprenditoriali e commerciali del nostro Paese nel rispetto del principio dello sviluppo sostenibile alla base delle moderne strategie di conservazione della natura.

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DOSSIER CITES

La struttura organizzativa Il Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato ha un ufficio centrale, presso l’Ispettorato Generale di Roma, che coordina e supporta le attività degli uffici periferici, emana direttive sulla base delle indicazioni della Autorità di Gestione CITES – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, mantiene rapporti con Enti e Organismi internazionali, indirizza e promuove la attività di intelligence ed investigative in questo settore e provvede alla gestione e alla custodia delle parti e dei prodotti derivati da specie tutelate, sequestrate e confiscate. Gli uffici periferici del Servizio CITES sono suddivisi in 27 Servizi CITES Territoriali (SCT), distribuiti su tutto il territorio

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nazionale, con la funzione di rilascio certificati e controllo territoriale per accertare eventuali infrazioni o violazioni delle norme CITES nonché attività di indagine e 24 Nuclei Operativi CITES (NOC) che operano presso le Dogane, con la funzione di verifica merceologica, controllo documentale e movimentazione commerciale e accertamento di illeciti. Gli uffici del Servizio CITES rilasciano mediamente circa 50mila certificazioni l’anno. Riguardano, soprattutto, riesportazioni di articoli in pelle di rettile e confezioni realizzate con tessuti o pellicce pregiati, ovvero attestazioni per mammiferi, uccelli e rettili viventi riprodotti in cattività, piante da collezione od ornamentali nonché attestazioni sulla legale origine di zanne ed oggetti in avorio di elefante e legname proveniente dalle foreste tropicali

Informazioni Utili È’ VIETATO IMPORTARE, (RI) ESPORTARE, TRASPORTARE, VENDERE, ESPORRE E DETENERE gli esemplari tutelati dalla CITES che siano sprovvisti di specifici permessi Specifiche sanzioni, anche di carattere penale, sono previste dalla legislazione nazionale in caso di violazioni della Convenzione e dei Regolamenti Comunitari. SI POSSONO IMPORTARE E/O (RI)ESPORTARE animali e piante, loro parti e prodotti derivati inclusi nella CITES e nei Regolamenti Comunitari solo se autorizzati. Vengono infatti richiesti permessi che riportano dati precisi in riferimento alle specie che si intendono movimentare (esempio: data di rilascio e di validità, denominazione scientifica e comune della specie, descrizione esatta della merce e gli estremi dell’origine/provenienza della medesima, etc.). In Italia le autorizzazioni sono rilasciate dal Corpo forestale dello Stato e dal Ministero dello Sviluppo Economico. PRESSO 24 SEDI DOGANALI ITALIANE sono presenti i Nuclei Operativi CITES del Corpo forestale dello Stato per il controllo specialistico e la verifica merceologica delle spedizioni di animali e piante tutelate dalla CITES al fine di assicurare i commerci legali e interdire quelli illegali. SONO CENTINAIA LE SPECIE ANIMALI E VEGETALI, di origine selvatica, il cui commercio è vietato, se non ricadenti in rigorose deroghe certificate, e decine di migliaia quelle commerciabili ma regolamentate dalla CITES e dalla relativa normativa internazionale, comunitaria e nazionale. Sono così tutelati grandi felini, scimmie, pappagalli, testuggini, cactus, orchidee nonché oggetti in avorio, gusci di tartaruga,


animali imbalsamati, pellicce di felini, pelli di rettile e molti altri esemplari. Inoltre la CITES regolamenta il commercio delle piante, del legname tropicale e delle medicine tradizionali che utilizzano parti di specie protette. Le ultime due specie entrate nel Regolamento CITES dal 2009 sono l’anguilla europea (Anguilla anguilla) e alcune specie di coralli provenienti dall’Oceano Pacifico (Corallium elatius, Corallium japonicum, Corallium konjoi e Corallium secundum). ATTENZIONE ALLE FRODI VIA INTERNET: SI RACCOMANDA DI PRESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE prima di acquistare esemplari vivi o derivati di specie tutelate dalla CITES. Si potrebbe incorrere, se sprovvisti delle necessarie autorizzazioni ovvero, per gli esemplari meno a rischio, di una prova della legale acquisizione, in una denuncia penale o in una sanzione amministrativa molto onerosa, ai sensi della legge vigente. Il Corpo forestale dello Stato, inoltre, vigila anche sulla possibilità, già rilevata in molti casi segnalati, che gli utenti incorrano in vere e proprie truffe telematiche perpetrate mediante la proposizione di animali o oggetti derivati che non possono essere commercializzati e detenuti. Queste truffe si basano sulla richiesta di denaro via telematica (via Best Union o Money Transfer) o tramite bonifico su conti esteri e non tracciabili, alla quale non segue la spedizione della specie richiesta. Questo tipo di truffa è la nuova frontiera del crimine, insieme a quella della vendita, che sfrutta le specie protette per ricavare guadagni illeciti.

L’attività operativa e investigativa del servizio CITES nel 2010 Il Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato ha effettuato nel corso del 2010 41.054 controlli in tutta Italia, con una leggera diminuzione rispetto a quelli del 2009, ma con un decisivo incremento dei sequestri, pari a circa il 90 per cento in più dello scorso anno. Circa1.500 accertamenti sono stati effettuati sul territorio nazionale e più di 39mila quelli realizzati in ambito doganale. Le regioni italiane in cui si sono avuti i maggiori controlli sono la Toscana con 12.822 e la Lombardia con 7.361, entrambe legate alla significativa presenza di diverse aziende manifatturiere e di lavorazione di tali prodotti e al maggior transito di specie protette negli scali doganali dove sono dislocati i Nuclei Operativi CITES del Corpo forestale dello Stato. Complessivamente il Servizio CITES ha accertato nel 2010 202 reati penali nel contrasto al commercio illegale delle piante e degli animali tutelati dalla Convenzione di Washington e ha contestato 277 illeciti amministrativi per un totale di quasi 370mila euro.

Nel 2010 il Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato ha posto sotto sequestro 1.333 animali vivi, 94 animali morti o parti, 2.450 prodotti derivati da animali e 17.991 prodotti di pellame. Rispetto all’anno precedente (2009) si è avuto un aumento del 43 per cento dei sequestri di animali vivi, del 90 per cento dei sequestri di prodotti derivati da animali e del 93 per cento dei sequestri di prodotti di pellame. Il valore complessivo delle specie sequestrate nel corso del 2010 si aggira intorno ai 2 milioni e 950mila euro. Nel corso del 2010 sono stati sequestrati 17.850 mammiferi o parti derivate rispetto ai 839 del 2009; 1.445 rettili rispetto ai 603 dell’anno precedente; 1.302 invertebrati rispetto ai 106 dell’anno precedente e 982 piante o parti derivate rispetto alle 375 del 2009. In particolare, il personale del Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato, nel corso del 2010, ha sequestrato, tra l’altro, 30mila confezioni tra integratori alimentari, medicine alternative orientali e cosmetici, 73 articoli in avorio, circa 3mila articoli di pellame di rettile oltre a centinaia di pelli grezze di pitone e 29 chilogrammi di caviale di origine selvatica e 5 quintali di caviale contraffatto.

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Le principali operazioni del servizio CITES nel 2010 1) OPERAZIONE “TRAM” (Traditional Medicine) Febbraio 2010 – Operazione internazionale finalizzata al contrasto dei traffici illegali di prodotti della medicina tradizionale orientale derivati da specie animali e vegetali minacciate di estinzione. L’operazione, promossa e coordinata dall’Interpol - Enviromental Crime di Lione, che ha beneficiato anche del supporto del programma TRAFFIC del WWF, si è protratta per l’intero mese di febbraio in 18 paesi in rappresentanza dei cinque continenti. Il Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato, ha rivestito il ruolo di National Commander delle attività. In tale veste ha svolto dapprima un’attenta attività di intelligence di rilevanza internazionale per raccogliere, analizzare e collegare fonti informative riguardanti il crescente utilizzo di medicinali, cosmetici ed integratori derivati da piante e animali in via di estinzione.

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Successivamente ha elaborato il piano dell’operazione che in Italia è stata condotta dai Nuclei e Servizi CITES del Corpo forestale dello Stato in sinergia con il Servizio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e con il supporto del TRAFFIC – WWF Italia. I numeri dell’operazione sono andati oltre ogni aspettativa: • 3000 controlli presso le dogane (passeggeri, bagagli, merci, pacchi postali, container); • sequestro di 30.000 confezioni di integratori alimentari, cosmetici e prodotti utilizzati nelle medicine alternative orientali ed europee (medicina cinese, ayurvedica tibetana ed indiana, fitoterapia tradizionale europea); • oltre 40 denunce scaturite dai controlli effettuati nell’ambito dell’operazione e migliaia di erboristerie, grossisti e produttori sottoposti a ispezioni. Tra le specie tutelate dalla Convenzione di Washington e impiegate nella preparazione dei prodotti, figurano animali come tigri, orsi, rinoceronti, squali e piante tra cui orchidee rare, aloe, ginseng, Aucklandia

hymalaiana, legno della vita, legno di Agar e il Pygeum (Prunus africana). I prodotti, mescolati a partite di erbe e integratori generici, non risultavano accompagnati dai certificati CITES previsti dalla legge e venivano importati direttamente da India, Cina, Taiwan, Hong Kong e Vietnam attraverso i porti di Mestre, Trieste e Napoli, gli aeroporti di Milano, ovvero tramite triangolazioni con la Francia e la San Marino. 2) OPERAZIONE “TOSTOINO” Aprile 2010 – Sgominata una organizzazione dedita al prelievo in natura (Gallura – Sardegna) e traffico di testuggini protette via internet, recapitate con pacchi postali. L’attività di polizia giudiziaria è scaturita da una complessa indagine condotta dalla Sezione Investigativa del Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato e dal Corpo forestale di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna con il coordinamento della Procura della Repubblica di Tempio Pausania.


L’operazione è partita dal sequestro di due pacchi postali presso la dogana di Santa Teresa di Gallura contenenti oltre una dozzina di tartarughe mediterranee appartenenti a varie specie tutelate dalla Convenzione di Washington. E’ scattata quindi un’attività investigativa che ha portato all’esecuzione di perquisizioni domiciliari in diverse città italiane come Palermo, Siena, Benevento e Como. I risultati dell’operazione mostrano come, ancora oggi, il prelievo in habitat naturali di esemplari in via di estinzione costituisca uno delle più serie minacce per la biodiversità in Italia: • sequestro di oltre 100 esemplari di tartarughe rare rinchiuse dentro pacchi postali e spedite come oggetti, immobilizzati con zampe e code avvolte con nastro adesivo da imballaggio, per un controvalore stimato di oltre 200.000 euro. • sequestrate esemplari di Testudo graeca, Testudo hermanni, ed esemplari della rara Testudo marginata presente quasi esclusivamente in Sardegna, la quale può raggiungere sul mercato illegale quotazioni fino a 1000 euro in Germania e addirittura di 5000 euro in Giappone.

3) OPERAZIONE “BONELLI” Prelievo in natura (Agrigento – Caltanissetta) e traffico di rapaci minacciati di estinzione. Si tratta di una vasta operazione portata a termine dal Corpo forestale dello Stato, grazie anche al supporto informativo del TRAFFIC WWF, che ha smascherato e bloccato un rilevante traffico illegale di rari rapaci protetti esteso a diverse regioni d’Italia e ad alcuni Paesi Europei. Le indagini sono state dirette dalla Procura di Caltanissetta, coordinate a livello nazionale dal Servizio CITES centrale dell’Ispettorato Generale e condotte dal personale delle Sezioni Investigative CITES del Corpo Forestale dello Stato di Roma e Palermo. Gli investigatori hanno scoperto una centrale italiana, collegata con soggetti in Belgio, Spagna, Austria e Germania, che da anni era dedita a procurare certificazioni false, contraffate o basate su false dichiarazioni atte a coprire animali di cattura prelevati da habitat protetti della regione Sicilia ovvero di provenienza illegale. L’inchiesta è partita, con la collaborazione del Network TRAFFIC del WWF Italia, grazie alle informazioni raccolte a livello territoriale dai collaboratori tecnici dell’Università

di Palermo, che da mesi seguivano i movimenti di persone sorprese ad arrampicarsi per raggiungere un sito di nidificazione dell’aquila del Bonelli, presso una vecchia miniera di zolfo, con l’intento di razziare piccoli e uova. E’ stato accertato che animali appartenenti a specie rare e in via di estinzione (aquile del Bonelli, capovaccai, falchi lanari …) erano stati sottratti dai loro habitat naturali e immessi nel mercato clandestino, accompagnati da false certificazioni CITES. • 45 esemplari finora sequestrati di aquile del Bonelli, gipeti, aquile reali, falchi lanari e pellegrini, capovaccai e cicogne nere. • giro d’affari: un certificato CITES riciclato da un esemplare morto veniva pagato anche 2000 euro; una coppia illegale di aquile 6000/8000 euro e fino al triplo se sanata con certificati riciclati; una esemplare di Gipeto, con certificato riciclato, arrivava anche a 20.000 euro. • 17 persone indagate per i reati di falso, ricettazione e detenzione di specie protette che prevede, oltre alla pena dell’arresto da tre mesi ad un anno e dell’ammenda da 7.000 a 75.000 euro, la confisca obbligatoria degli esemplari.

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DOSSIER CITES

Il Corpo Forestale dello Stato ha presentato il bilancio annuale del servizio CITES Sono stati 1.500 gli accertamenti effettuati sul territorio nazionale e piu’ di 39.000 quelli realizzati in ambito doganale. Nel 2010 la Forestale ha operato sequestri di oltre 90% superiori a quelli dell’anno precedente di esemplari di animali e vegetali appartenenti a specie protette dalla Convenzione di Washington. La Convenzione di Washington sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora minacciate di estinzione, più comunemente conosciuta come CITES, ha lo scopo di proteggere piante ed animali (in via di estinzione) regolando e monitorando il loro commercio internazionale. E’ entrata in vigore nel 1975 e vi aderiscono attualmente 169 Paesi. Il Segretariato CITES è amministrato dallo UNEP-United Nations Environment Programme che ha sede a Ginevra. La CITES regola il commercio internazionale di circa 30.000 specie, di cui approssimativamente 25.000 sono piante. Nell’occasione della presentazione, alla quale era presente Fulco Pratesi, il WWF ha ricordato come per migliaia di specie animali e vegetali il commercio sia la prima minaccia di estinzione: i dati presentati lo confermano. Un mercato mondiale del valore di circa 240 miliardi di dollari l’anno che interessa legname, animali vivi, pelli di rettili e pellicce di mammiferi, caviale e piante medicinali e ornamentali. Mercato che all’interno dell’EU ha un valore stimato di 100 miliardi di dollari l’anno e l’Italia in questo mercato ha un ruolo particolare. “Per la tutela delle specie protette non si deve abbassare la guardia. Occorre destinare alla

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applicazione puntuale della CITES adeguate risorse e strumenti operativi efficienti e innovativi perché la Convenzione resta uno degli strumenti più importanti per la tutela della biodiversità e delle risorse naturali – ha dichiarato Massimiliano Rocco responsabile specie WWF Italia - “L’Italia deve arrivare quanto prima a promuovere un piano di azione nazionale, lavorare con i paesi terzi per promuovere i piani di gestione per le specie maggiormente interessate dal commercio illegale e dedicare più attenzione alla gestione degli animali vivi sequestrati al commercio illegale . Lo Stato deve garantire, come si è impegnato a fare, adeguati centri di recupero per offrire una vita migliore a chi già crudelmente è stato privato della sua libertà”. L’Italia è il primo mercato al mondo per il commercio di pelli di rettile: un mercato (parliamo di importazioni) che a livello di EU e di mercato legale è di circa 100 milioni di € l’anno, ma dopo la lavorazione e la trasformazione si raggiungono valori ben diversi: si parla di un mercato del valore di 1 miliardo 1,5 miliardi di € l’anno. L’Italia è il primo importatore al mondo di legnami dal Bacino del Congo e uno dei maggiori mercati al mondo per il Ramino, un albero proveniente delle foreste del Borneo e Sumatra, foreste interessate da fenomeni selvaggi di deforestazione che stanno compromettendo il futuro di specie animali come l’Orango, il rinoceronte di Sumatra, l’elefante , la tigre e i gibboni di quelle isole. Salvare la biodiversità significa intervenire anche qui, tutelare gli habitat e gli ecosistemi, fermare i processi di deforestazione, arrestare la cementificazione dei nostri territori e contrastare il mercato illegale di wildlife, di cui l’Italia è prima al mondo e incentivare l’uso sostenibile di queste risorse.

“I risultati raggiunti nel 2010 dagli uomini del Servizio CITES del Corpo Forestale sono incoraggianti e ci fanno ben sperare. Mostrano come volendo si può cercare di fermare il commercio illegale di specie, come dimostra il lavoro congiunto tra gli uomini del CFS e l’Ufficio TRAFFIC del WWF.” ha detto Fulco Pratesi presidente onorario del WWF Italia intervenendo alla conferenza. Un esempio concreto di specie italiana fortemente minacciata dal bracconaggio e dal commercio illegale come trofeo è costituito dall’Aquila del Bonelli, una delle specie di grandi rapaci più rare ancora presenti in Italia. Ha una popolazione di non più di 15 coppie concentrata solo in Sicilia, e avrebbe bisogno dello sviluppo di progetti di conservazione che possano consentire un suo recupero, una sua crescita come il WWF da anni va chiedendo. Tra i sequestri più significativi il WWF ricorda i 3 esemplari di Capovaccaio che sono stati sequestrati a collezionisti e trafficanti senza scrupoli oltre a diversi esemplari di Aquila del Bonelli. Questo ci ricorda come ci sia ancora un serio problema di bracconaggio e di prelievo di giovani dai nidi per venderli su un mercato internazionali che promuove il mercato dei rapaci e quella falconeria, che ha ancora troppe connessioni con i traffici illegali. “L’impegno che il WWF chiede al Ministero dell’Ambiente e al Ministero Politiche agricole è per lo sviluppo di un programma LIFE congiunto per la tutela e la salvaguardia della popolazione residua di Aquila del Bonelli e di Capovaccaio” ha concluso Fulco Pratesi. Da oltre 30 anni il WWF gestisce 11 Centri di Recupero Animali Selvatici, veri e propri Pronto Soccorso che ogni anno accolgono e curano migliaia di animali feriti o in difficoltà, oltre ad alcuni Centri Recupero Animali Esotici dove spesso vengono ricoverati gli animali provenienti da sequestri.



FARE VERDE

“MARE D’INVERNO” TRA CASSETTE DI POLISTIROLO

E BAMBOLINE WOODO La nuova iniziativa

per cercare di ripulire

molti litorali italiani si è svolta domenica 6 febbraio.

Troppi i rifiuti rinvenuti soprattutto di plastica

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> A cura dell’Ufficio Stampa Associazione Ambientalista FARE VERDE

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i sono svolti con grande successo domenica 6 febbraio gli appuntamenti di pulizia dei litorali con i volontari di Fare Verde per la 19^ edizione de “IL MARE D’INVERNO”. La giornata nazionale si è svolta il 30 gennaio ma per motivi meteorologici alcuni appuntamenti si sono spostati a domenica 6 febbraio e altri ancora seguiranno nelle prossime settimane. Campomarino (CB) L’iniziativa si è svolta lungo il tratto del litorale nord di Campomarino, nei pressi del depuratore, tratto di particolare interesse paesaggistico per la presenza di dune naturali e riccamente popolato di specie volatili. La consueta classifica dei rifiuti raccolti ha visto vincere ancora una volta la plastica in tutte le sue forme: bottiglie, flaconi, contenitori di ogni specie, ma anche imballaggi ed oggetti usa e getta delle più svariate tipologie. Un’altra sconcertante conferma riscontrata è stata l’assurda invasione di cassette in polistirolo, del tipo comunemente usate dai pescherecci per confezionare il pesce, evidentemente gettate in mare aperto con troppa facilità dagli stessi equipaggi. Alla mattinata ecologica ha preso parte anche il Corpo Volontari Protezione Civile di Campomarino e tanti volontari dell’Associazione Ambiente Basso Molise, oltre ai tanti cittadini venuti da diverse zone della regione. Formia (LT) L’altro appuntamento si è avuto a Formia (LT) presso la spiaggia di Vindicio. Una splendida giornata di sole ha accompagnato i volontari e simpatizzanti presenti, oltre quaranta persone, accorse da Formia, ma anche da Geata, Maranola e Gianola.

Domenica si è cercato di sottrarre quanti più rifiuti possibili dalla spiaggia, separando le plastiche dal vetro e dai metalli. Sono stati raccolti in totale più di una trentina di grossi sacchi neri. Anche se per la metà riempiti con la vegetazione secca portata in spiaggia dal mare o dai torrenti, questa era contaminata da infiniti pezzetti di plastica praticamente impossibili da separare. Tra questi erano presenti gli ormai immancabili cilindretti neri di depurazione che, a migliaia, dal 2007 rappresentano un vero e proprio flagello per le coste del Golfo. E poi tante bottiglie e contenitori in plastica, polistirolo, vetro e alluminio tra gli scogli, feci di animali, copertoni, sedie rotte, reti e, addirittura, una bombola del gas e una bambolina voodoo! Preziosa la collaborazione del Comitato Civico Mamurra e la Ludoteca Spiringuacchio di Gianola, l’associazione Formiadamare, e ancora gli amici dell’associazioneculturale Artenativa e di Equitrek di Gaeta. Lipari (ME) L’altra giornata di pulizia si è organizzata a Lipari, località Acquacalda, in prossimità delle cave di pomice, uno dei posti più belli delle isole Eolie. Eppure l’azione dei volontari ha portato alla luce una grossa quantità di materiali ferrosi, in parte dovuti all’inciviltà o alla noncuranza delle persone: griglie per cucinare, biciclette...e in parte dovuti al mancato smaltimento delle strutture ferrose presenti nelle acque antistanti, come i pontili usati

per la vecchia cava di pomice. I volontari messinesi ringraziano la Capitaneria di Porto di Lipari presente alle operazioni e tutte le persone presenti, una 30^ di volontari oltre il gruppo messinese di Fare Verde. Ma il rifiuto più presente e invadente rimane sempre e comunque la PLASTICA. Proprio la massiccia presenza, ormai permanente, di imballaggi in plastica dimostra come, nonostante le gravi emergenze rifiuti verificatesi in molte zone d’Italia, ancora nessun provvedimento concreto è stato adottato per limitare la produzione di rifiuti “a monte” attraverso l’introduzione, ad esempio, del vuoto a rendere per le bevande, della diffusione dei detersivi alla spina, della sostituzione dei prodotti “usa e getta”con quelli riutilizzabili; semplici comportamenti “virtuosi” che, come dimostrato dove adottati, riducono drasticamente la produzione dei rifiuti e, di conseguenza, tutte le problematiche inerenti il loro smaltimento. E’ infatti assurdo continuare a gestire le emergenze semplicemente individuando nuovi siti dove ammucchiare immondizia o, peggio, bruciarla negli inceneritori, senza preoccuparsi di come produrne meno. Come dire, IL MIGLIOR RIFIUTO È QUELLO NON PRODOTTO.

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LA DENUNCIA DEL WWF

COMPLEANNO

AMARO PER I PARCHI Diciannove anni dopo l’istituzione di una norma considerata all’avanguardia, l’intero sistema sopravvive a stento anche perché non ha mai visto il riconoscimento di uno status di stabilità > A cura Ufficio Stampa WWF Italia

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ompleanno amaro quello dei parchi secondo il WWF: il 6 dicembre di 19 anni fa il Parlamento italiano approvava la Legge Quadro sulle aree naturali protette (394/1991), una norma considerata all’avanguardia nel campo ambientale e nella gestione della aree protette che ha consentito di passare dall’1% del territorio protetto del 1991 ad oltre il 12% di oggi. Montagne, fiumi, vallate, foreste, aree umide, laghi, tratti di litorale e di mare protetti da un sistema di parchi e riserve nazionali, regionali, provinciali e comunali all’interno dei quali è conservata una grande parte della biodiversità italiana e quindi europea per un totale di 3.160.000 ettari di superficie protetta a terra ed oltre 2.800.000 ettari di superficie protetta a mare, con 658 km di costa tutelate. Ma il destino

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delle aree protette, a distanza di quasi 20 anni, è ancora incerto dato che l’intero sistema sopravvive a stento e non ha mai visto il riconoscimento di uno ‘status’ di stabilità, condizione indispensabile per poter operare. «A chiusura del 2010, Anno internazionale della biodiversità e che ha visto finalmente l’Italia dotarsi di una Strategia

nazionale sulla biodiversità, si deve rafforzare la positiva esperienza di parchi e riserve e promuovere maggiori investimenti e scelte politiche chiare che consentano realmente alle aree naturali protette di svolgere il loro compito fondamentale di tutela del patrimonio naturale di questo Paese», ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia.


Il sistema delle aree protette non è solo sotto lo scacco del taglio finanziamenti, come si è visto nel dibattito di questi ultimi mesi: i parchi sono sempre più ‘ostaggio’ della politica locale che chiede interventi e modalità che non sempre si conciliano con gli interessi prevalenti dello Stato che peraltro in tema della tutela della natura ha competenze esclusive.

Lo Stelvio: un Parco... provinciale? Un caso esemplare è quello del Parco Nazionale dello Stelvio, uno dei quattro parchi nazionali storici del nostro Paese a rischio declassamento per un patto politico teso ad attenere la non ostilità dei Parlamentari della Sudtiroler Volkspartei (SVP) rispetto alla fiducia sul Governo Berlusconi. In cambio della provincializzazione del Parco dello Stelvio il partito altoatesino ha dichiarato alla stampa locale che non parteciperà al voto di fiducia al Senato, abbassando il quorum richiesto, e si asterrà alla Camera. Un precedente pericolosissimo che evidenzia la tendenza a sacrificare sull’altare della politica la conservazione, la visione d’insieme della gestione, la coerenza e l’omogeneità degli interventi in maniera indipendente su tutto il territorio e in un momento in cui da più parti si chiede di modificare la legge quadro sulle aree protette.

Appello WWF al Governo per lo Stelvio L’Italia non crede al valore della natura. Sul fronte finanziamenti le aree naturali protette sono spesso le prime a subire tagli, non comprendendo come gli investimenti sulla tutela della natura siano altamente redditizi anche dal punto di vista economico considerati i vantaggi in termini di difesa del salute e del territorio e promozione turistica che essi comportano. Una situazione

ancora più grave se si inserisce nel quadro generale dei tagli al Ministero dell’Ambiente sul quale la scure imposta dal Ministro Tremonti si è manifestata in modo ben più significativo rispetto ad ogni altro Ministero facendo sì che nel 2011 il bilancio complessivo del Ministero dell’Ambiente fosse di circa un terzo rispetto a quello del 2008. La situazione finanziaria dei parchi nazionali. Secondo il WWF ciò che occorre veramente è una revisione normativa che intervenga in modo strutturale, cancellando

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LA DENUNCIA DEL WWF

il taglio previsto per legge attraverso l’equiparazione degli Enti Parco ad un qualsiasi altro Ente controllato da un qualunque Ministero. Eppure le aree protette italiane, quando sono state ben gestite, hanno dimostrato di poter rappresentare anche un efficace strumento per la crescita economica e sociale dei territori: nonostante ciò l’estate scorsa i fondi per i 24 parchi nazionali hanno subito tagli ingenti (dal 40 al 50%) mettendo in serio pericolo la loro stessa sopravvivenza e si spera che il rimedio posto in extremis copra la ‘falla’. Rimane invece drammatica la situazione delle 30 aree marine protette per le quali sarebbero stanziati solo 5,5 milioni di euro a fronte di una necessità che si aggira intorno ai 12 milioni. La situazione non migliora nelle aree protette regionali dove ai tagli fatti dalle Regioni per le politiche di riduzione della spesa si accompagna la riduzione dei trasferimenti statali.

Parchi regionali: il caso della Sicilia Grave e paradossale il caso della Sicilia, dove il taglio ai finanziamenti per le Riserve Regionali non ha tenuto neppure in conto in contratti di gestione in essere sottoscritti dalla Regione stessa. La Regione Siciliana in modo lungimirante, attraverso una propria normativa, aveva previsto che la gestione delle Riserve Regionali potesse essere affidata anche alle Associazioni Ambientaliste: questo ha dato vita ad una delle esperienze più straordinarie di conservazione, certamente quella che rappresenta il miglior rapporto tra investimento fatto e risultati ottenuti. Non solo il WWF, ma anche altre Associazioni Ambientaliste

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regolarmente riconosciute, gestiscono perle di natura, come le Saline di Trapani, L’Oasi di Torre Salsa, l’Isola dei Conigli a Lampedusa, l’Isola delle Femmine, Monte Pellegrino e molti altri luoghi dove viene garantita la fruizione, l’educazione ambientale, la tutela e la promozione delle attività compatibili.“In modo scellerato quest’esperienza sta per finire a causa dell’incapacità di trovare nell’immenso bilancio della Regione Siciliana quei pochi milioni che potrebbero non

solo dare continuità gestionale a veri e propri gioielli, ma che consentono di continuare a proteggerli dall’assalto di speculatori sempre in agguato – ha detto Leoni - Un esempio? E’ sotto gli occhi di tutti l’attuale degradodell’Isola Bella di Taormina. Dopo una garanzia di tutela e gestione attenta e rigorosa da parte del WWF, 4 anni fa l’associazione è stata costretta a lasciare l’incarico ricevuto dalla Regione Siciliana e la situazione oggi è quella di un territorio in abbandono”.


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inalmente il legislatore ha chiarito e meglio definito i benefici ed i requisiti soggettivi per le agevolazioni riconosciute ai lavoratori familiari di portatori di handicap. L’attesa disciplina di novella della Legge 5 febbraio 1992, n. 104 (“Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”) è stata dettata dalla Legge 4 novembre 2010, n. 183 che, peraltro, interviene a distanza di oltre un decennio dalle modifiche già introdotte al testo originario dalla Legge 8 marzo 2000, n. 53. Le novità di maggiore interesse che riguardano più da vicino i pubblici dipendenti afferiscono sia i requisiti soggettivi sia i requisiti oggettivi. Il legislatore col novellato art. 33 ha chiarito che è possibile per i lavoratori richiedere al datore di lavoro, “in alternativa al prolungamento fino a tre anni del periodo di astensione facoltativa, di due ore di permesso giornaliero retribuito fino al compimento del terzo anno di vita del bambino” (co. 2).

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Il lavoratore dipendente, nell’ipotesi in cui il portatore di handicap non sia stato ricoverato a tempo pieno ed ove sia riconosciuta la gravità della patologia del disabile, ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa. Tuttavia, il diritto in questione è stato limitato alle seguenti categorie di beneficiari: • al coniuge, parente o affine entro il secondo grado ovvero • al coniuge, parente o affine entro il terzo grado se i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti

da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti; • ad un solo lavoratore dipendente per l’assistenza alla stessa persona; • alternativamente ad uno solo dei genitori (anche adottivi) dello stesso figlio disabile. La “vecchia” formulazione dell’art. 33, comma 5, della Legge 104/’92, così come modificata dalla Legge 53/’00, recitava che “..Il genitore o il familiare lavoratore, che assista con continuità un parente o un affine entro il terzo grado handicappato ha diritto di scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferito senza il suo consenso..”.


Circa la sede di servizio del lavoratore è stato stabilito in capo al medesimo: • il diritto (e non l’interesse) a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al domicilio (non suo o della sua famiglia come previsto dalla “vecchia” disciplina dove il riferimento era al “proprio domicilio”, bensì) della persona da assistere; • il diritto a non essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede. Sono così stati opportunamente e definitivamente cancellati i requisiti della esclusività e della continuità dell’assistenza. Per il riconoscimento del diritto del lavoratore che assiste un parente o un affine, entro il terzo grado, handicappato, a non essere dislocato in località di servizio incompatibili con le prestazioni assistenziali, occorreva che fosse già stata espletata, secondo la “vecchia” disciplina, una prestazione assistenziale avente i caratteri della stabilità e della non occasionalità, ma tali requisiti, come abbiamo visto, non sono più previsti dalla recente normativa introdotta dalla legge 183 del 4.11.2010. La novella legislativa perciò accorda al lavoratore non più un interesse legittimo, bensì un vero e proprio diritto soggettivo che può essere mitigato solo in presenza di circostanze oggettive impeditive (come tali da enunciare a cura dell’Amministrazione nella parte motivazionale dell’eventuale provvedimento di diniego),

laddove l’Amministrazione non può più ancorare l’accoglimento dell’istanza di trasferimento a valutazioni discrezionali o di opportunità, così come non può ancorarlo alla sussistenza dei requisiti (non più previsti) della “continuità” e della “esclusività” dell’assistenza. E’ stata così eliminata la situazione che vedeva i congiunti disabili in condizioni di gravità avvantaggiarsi o meno della presenza e dell’assistenza del familiare lavoratore a seconda della data di insorgenza della patologia invalidante (prima o dopo l’allontanamento del congiunto dalla domicilio utile per prestare l’assistenza) ed è stato eliminato il “pruriginoso” onere posto a carico dell’Amministrazione di indagare e scandagliare mediante verifica in sede istruttoria la sussistenza dei requisiti della continuità ed esclusività dell’assistenza; per converso, è stata opportunamente ridotta (di norma entro il secondo grado) la pletora dei possibili beneficiari delle regole protezionistiche dettate (è bene ricordarlo) non già a vantaggio del lavoratore, bensì a vantaggio del disabile, in ossequio perciò al diritto del lavoratore a poter espletare l’opera assistenziale nei confronti del congiunto, ma soprattutto ai diritti costituzionalmente garantiti dell’invalido, quale quello alla salute ex art. 32 Cost. ed alla libera esplicazione della propria personalità ex art. 2 Cost., senza gli impedimenti o restrizioni dovuti all’assenza della dovuta opera assistenziale.

Nella prassi oramai, a fronte di casi ingiustificati di diniego opposti dalle Amministrazioni, era possibile – per converso – verificare un vero e proprio abuso da parte di soggetti che, del tutto insensibili alle ragioni umanitarie ed assistenziali sottese alla disciplina di favore, abusavano dello stato di malattia del congiunto per “lucrarne” a proprio beneficio utilità in termini di scelta di una sede gradita, con palese disprezzo per le ragioni dei tanti colleghi che diligentemente non ricorrevano a sotterfugi o forzature normative ed interpretative. Per completezza, avvertiamo che le prime linee interpretative della nuova disciplina sono già state fornite: • dalla Circolare n. 13/2010 del 6.12.2010 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per la Funzione Pubblica e • dalla Circolare n. 155 del 3.12.2010 dell’INPS (entrambi agevolmente reperibili in rete). In conclusione, con la nuova disciplina saranno più difficili gli abusi da parte di lavoratori con pochi scrupoli, ma sarà doveroso per l’Amministrazione premiare con i benefici di legge e senza inutili lungaggini procedimentali (ovvero senza i rischi di abusi comunque connessi all’esercizio della discrezionalità) i lavoratori che effettivamente hanno necessità di assistere il congiunto gravemente disabile.

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NOVITÀ NORMATIVE

Di seguito alleghiamo il testo del “nuovo” art.33: Agevolazioni. 1. (Omissis) (1). 2. I soggetti di cui al comma 1 possono chiedere ai rispettivi datori di lavoro di usufruire, in alternativa al prolungamento fino a tre anni del periodo di astensione facoltativa, di due ore di permesso giornaliero retribuito fino al compimento del terzo anno di vita del bambino. 3. A condizione che la persona handicappata non sia ricoverata a tempo pieno, il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità, coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa. Il predetto diritto non può essere riconosciuto a più di un lavoratore dipendente per l’assistenza alla stessa persona con handicap in situazione di gravità. Per l’assistenza allo stesso figlio con handicap in situazione di gravità, il diritto è riconosciuto

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ad entrambi i genitori, anche adottivi, che possono fruirne alternativamente (2). 4. Ai permessi di cui ai commi 2 e 3, che si cumulano con quelli previsti all’articolo 7 della citata legge n. 1204 del 1971, si applicano le disposizioni di cui all’ultimo comma del medesimo articolo 7 della legge n. 1204 del 1971, nonché quelle contenute negli articoli 7 e 8 della legge 9 dicembre 1977, n. 903. 5. Il lavoratore di cui al comma 3 ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere e non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede (3). 6. La persona handicappata maggiorenne in situazione di gravità può usufruire alternativamente dei permessi di cui ai commi 2 e 3, ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferita in altra sede, senza il suo consenso (4). 7. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2, 3, 4 e 5 si applicano anche agli affidatari di persone handicappate in situazione di gravità (5) (6). 7-bis. Ferma restando la verifica dei presupposti per l’accertamento della responsabilità disciplinare, il lavoratore di cui al comma 3 decade dai diritti di cui al presente articolo, qualora il datore di lavoro

o l’INPS accerti l’insussistenza o il venir meno delle condizioni richieste per la legittima fruizione dei medesimi diritti. Dall’attuazione delle disposizioni di cui al presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica (7) (1) Comma abrogato dall’articolo 86, comma 2, del D.lgs. 26 marzo 2001, n. 151. (2) Comma modificato dall’articolo 19, comma 1, della Legge 8 marzo 2000, n. 53 e successivamente sostituito dall’articolo 24, comma 1, lettera a) della Legge 4 novembre 2010, n. 183. (3) Comma modificato dall’articolo 19, comma 1, della Legge 8 marzo 2000, n. 53 e dall’articolo 24, comma 1, lettera b) della Legge 4 novembre 2010, n. 183. (4) Comma modificato dall’articolo 19, comma 1, della Legge 8 marzo 2000, n. 53. (5) Vedi l’articolo 20, della Legge 8 marzo 2000, n. 53. (6) In riferimento al presente articolo vedi: Circolare INPS 23 maggio 2007, n. 90;Circolare INPS 23 maggio 2007, n. 90; Messaggio INPS 28 giugno 2007, n. 16866; Circolare INPS 29 aprile 2008, n. 53; Messaggio INPS 28 maggio 2010. (7) Comma aggiunto dall’articolo 24, comma 1, lettera c) della Legge 4 novembre 2010, n. 183.


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LA NUOVA CAMPAGNA DI LEGAMBIENTE

TUTTI

IN CLASSE A

Efficienza e risparmio energetico in edilizia: la sfida per un futuro pulito e confortevole. Dalla ricerca, su 100 edifici ne vengono promossi solo in 11 e sono tutti a Bolzano

> A cura dell’Ufficio Stampa LEGAMBIENTE

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promossi e 89 bocciati su 100 edifici analizzati in 15 città: ecco “Tutti in classe A”, la nuova campagna nazionale di Legambiente per migliorare

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l’efficienza energetica di case e edifici pubblici. Nell’anniversario del Protocollo di Kyoto Legambiente propone di fare dell’edilizia il settore di punta dell’innovazione energetica: “Case di classe A e fonti rinnovabili per ridurre le bollette dei cittadini, creare lavoro e rilanciare l’economia”.

Pareti senza isolamento, finestre sottili e montate male, ponti termici tra diversi materiali, serramenti e solai che facilitano le dispersioni di calore. Gli edifici in cui abitiamo e lavoriamo sono responsabili, in nove casi su dieci, di rilevanti dispersioni di calore e quindi costringono a usare


riscaldamento e condizionatori, facendo così aumentare i costi in bolletta e diminuire il comfort e la vivibilità. Una squadra di tecnici ha analizzato 100 edifici tra appartamenti e uffici in 15 città italiane, e solo 11 (tutti costruiti a Bolzano) sono quelli “promossi” da Legambiente che, con la campagna nazionale “Tutti in classe A”, vuole promuovere una nuova cultura del costruire sostenibile. Per mostrare difetti e pregi degli edifici sono state utilizzate immagini termografiche realizzate con un apposito macchinario capace di evidenziare le caratteristiche termiche ed energetiche dei materiali nelle pareti esterne dell’edificio Legambiente ha scelto queste particolari “fotografie” per dimostrare come sia possibile riqualificare gli edifici in cui viviamo e lavoriamo per renderli, oltre che meno energivori, più belli, più ospitali, più salubri. “Con le termofoto - ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile Energia di Legambiente - vogliamo rendere evidente quanto sia importante avere case ben progettate e costruite. Le foto del dossier presentato oggi mostrano con efficacia proprio la differenza tra una casa di “Classe A”, ossia con uno standard di qualità energetica che certifica un bassissimo fabbisogno di energia per il riscaldamento e quelle costruite invece senza alcuna attenzione a questi temi.

Le prime garantiscono una migliore qualità della vita agli abitanti grazie al buon isolamento delle pareti, e a parità di comfort, possono ridurre sensibilmente la spesa per il riscaldamento invernale e fare a meno dei condizionatori d’estate, riducendo fino a un terzo la spesa per il riscaldamento e il raffrescamento, ossia permettendo un risparmio tra i 200 e i 500 Euro l’anno a famiglia”. Per quanto riguarda gli edifici residenziali sono state prese in considerazione costruzioni realizzate negli ultimi dieci anni, ossia nel momento del boom dei prezzi, venduti spesso a cifre superiori a 3/4.000 euro a metro quadro. Se si considera che la differenza di costo di una Casa di Classe A rispetto a una “normale” è del 5-10%, e il costo di costruzione è 1.000 euro a mq mediamente, si capisce come non sia un problema di costi a impedire di investire nella qualità. Sono stati analizzati anche edifici pubblici perché Regioni e Comuni hanno delle responsabilità importanti nel definire obiettivi, prestazioni e controlli in edilizia. E dovrebbero dare il buon esempio evitando sprechi nelle loro strutture. E purtroppo i risultati sono chiarissimi: bocciati 18 edifici su 19 con dispersioni a volte clamorose che obbligano ad un superlavoro i termosifoni d’inverno e i condizionatori d’estate. L’unico edificio che si salva è la nuova sede amministrativa della Provincia di Bolzano, con standard di edificio passivo CasaClima Gold.

Per capire le differenze per chi vi abita, le foto di Bolzano mostrano le caratteristiche omogenee delle pareti, il cui isolamento permette di evitare sbalzi termici. In questo modo si possono ridurre i costi del riscaldamento e del raffrescamento. Per fare un esempio, un edificio certificato di Classe A ha bisogno di circa 30 kWh/ mq anno per il riscaldamento (paragonabile alla capacità di 3 litri di gasolio per riscaldare efficientemente per un anno la superficie di 1 m²), rispetto ad un edificio nuovo di Classe C che ha bisogno di circa 70 kWh/mq anno, mentre un edificio come quelli “bocciati” dalle analisi, mediamente di classe E, ha bisogno di oltre 120 kWh/mq anno. La fotografia complessiva emersa da questo primo monitoraggio – che continuerà nei prossimi anni - mostra come la quasi totalità degli edifici censiti presentino carenze strutturali relative alle dispersioni di calore. Un risultato che evidenzia quanto poco siano cambiate, negli ultimi trenta anni, le attenzioni da parte di progettisti e costruttori nei confronti di materiali, tecnologie e modalità costruttive impiegate per il contenimento degli sprechi energetici. Secondo le stime del Ministero dello Sviluppo economico, complessivamente, il peso degli usi energetici civili rappresenta circa il 50% dei consumi elettrici e il 33% di quelli energetici totali.

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LA NUOVA CAMPAGNA DI LEGAMBIENTE

Diventa dunque importantissimo intervenire nel settore edilizio per ridurre i consumi energetici, intervenendo sugli sprechi, e le conseguenti emissioni di CO2. L’Unione Europea ha preso molto sul serio questa sfida con precise Direttive che hanno reso obbligatoria, anche in Italia, la certificazione energetica degli edifici nuovi e nelle compravendite di quelli già esistenti. Addirittura con la recente Direttiva 31/2010, ha introdotto un preciso obiettivo per cui dal 2021 tutti i nuovi edifici dell’Unione europea dovranno avere caratteristiche tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento, oppure dovranno essere in grado di soddisfarli attraverso l’uso di fonti rinnovabili. “L’Italia ha tutto l’interesse a percorrere questa strada. E vogliamo sollecitare Governo, Regioni e Comuni affinché accompagnino con regole chiare questa prospettiva. Ci sono stati ritardi in questi anni ma oggi la certificazione degli edifici è legge in tutta Italia, e quindi dobbiamo impegnarci per migliorare progressivamente gli obiettivi e gli standard energetici in modo da partecipare attivamente al raggiungimento degli obiettivi al 2021”. Dal dossier di “Tutti in classe A” - realizzato da Legambiente in partnership con Sorgenia nell’ambito delle iniziative per le rinnovabili e contro lo spreco energetico - emerge quindi un appello al Governo perché abbia il coraggio di rendere più stringenti gli obiettivi per l’efficienza energetica in edilizia. Oggi non esiste alcuna ragione economica o tecnica che possa impedire che tutti i nuovi edifici siano progettati e costruiti per essere in Classe A di certificazione energetica, e che possano sfruttare l’energia di pannelli solari termici o

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fotovoltaici, pompe di calore geotermiche o di altri impianti da fonti rinnovabili per arrivare sostanzialmente ad azzerare i consumi energetici. Per Legambiente occorre dunque stabilire da subito, per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione, uno standard minimo obbligatorio di Classe A su tutto il territorio nazionale. Poi, bisogna introdurre contributi obbligatori minimi e crescenti per le fonti rinnovabili negli edifici rispetto ai fabbisogni termici ed elettrici. Perché il contributo del solare termico e fotovoltaico, di biomasse, geotermia a bassa entalpia, mini-eolico può contribuire in modo significativo a soddisfare i fabbisogni di energia elettrica e termica degli edifici. Infine bisogna premiare e certificare, nelle ristrutturazioni edilizie, il miglioramento della classe energetica di appartenenza, con incentivi in funzione del “salto” effettuato (dalla C alla A, dalla E alla B), così da dare certezze agli interventi di riqualificazione energetica di alloggi e edifici. Perché solo con una ampia riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente sarà possibile ridurre in maniera sostanziale i consumi energetici civili. Questa prospettiva potrebbe essere per il nostro Paese una eccellente opportunità per incrociare gli obiettivi energetici, oggi vincolanti, con quelli (purtroppo non vincolanti e troppo spesso dimenticati) di messa in sicurezza del patrimonio edilizio (in particolare quello con più di 50 anni di età, quello abusivo e quello nelle aree a rischio idrogeologico e sismico), di adeguamento degli alloggi alle nuove domande delle famiglie, e magari di maggiore vivibilità di tante periferie. Ma nel dossier c’è anche una valutazione sull’operato delle diverse Regioni, visto il ruolo

fondamentale che hanno in questo processo, non solo nel dar seguito ai provvedimenti nazionali ma anche nell’introdurre criteri, riferimenti, controlli e sanzioni indispensabili per favorire il processo. Tra le diverse realtà emergono notevoli differenze in materia di prestazioni energetiche in edilizia. Promosse le Province Autonome di Trento e Bolzano, la Lombardia ed il Piemonte dove le normative affrontano in maniera completa tutti gli aspetti di rendimento e certificazione energetica degli edifici, gli obblighi, i controlli e le sanzioni e dove, di conseguenza, si possono trovare esempi positivi di un nuovo modo di progettare e costruire. Promosse ma con riserva: Emilia-Romagna, Liguria e Puglia dove mancano ancora dei tasselli a completare il quadro normativo. Bocciate per alcune lacune normative: Lazio, Umbria e Valle d’Aosta, con Leggi Regionali che prevedono indicazioni ancora troppo generiche sull’efficienza energetica. Bocciate per incompletezza e inadeguatezza della normativa: Toscana, Veneto, Marche, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia, Abruzzo. Si tratta di intere aree del Paese in cui non esistono Leggi Regionali con obblighi sui rendimenti energetici degli edifici, sull’uso delle rinnovabili e sulla certificazione energetica. Per cui non si va oltre una generica promozione della sostenibilità in edilizia.


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DALLE REGIONI

UMBRIA: RINNOVATA LA CONVEZIONE

TRA IL CFS E LA REGIONE L’assessore all’agricoltura, Fernanda Cecchini: «Non è solo per rendere più efficaci i nostri interventi ma è nell’interesse di tutta la comunità»

> A cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Umbria

L

a Regione, nel mese di Febbraio, ha inteso riconfermare la Convenzione con il Corpo Forestale dello Stato poiché riveste una valenza strategica per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggi-

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SICUREZZA AMBIENTE

stiche dell’Umbria, dove oltre il 40 per cento del territorio è ricoperto di boschi”. Lo ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura On. Fernanda Cecchini, nel corso di una conferenza-stampa a Palazzo Donini, illustrando, insieme al

comandante regionale del Corpo Forestale, le finalità del rinnovo dell’accordo per altri tre anni, fino al 15 agosto 2014. “Formalizziamo la collaborazione, già in atto da diversi anni - ha detto l’assessore -, mantenendo anche lo stesso


impegno finanziario, pari a 350mila euro all’anno, nonostante il taglio di 100 milioni di euro che grava sul bilancio 2011 a causa dei minori trasferimenti statali. La Giunta regionale ha voluto continuare ad avvalersi dell’esperienza e delle competenze acquisite dalla Forestale, che da oltre 150 anni svolge un ruolo fondamentale per la tutela e la qualità del patrimonio forestale e dei territori montani, e che con

la Regione ha sempre intessuto un rapporto di collaborazione proficua e costante, non solo per rafforzare e rendere più efficaci i nostri interventi e strategie, ma nell’interesse di tutta la comunità umbra”. “La collaborazione e la sinergia tra istituzioni - ha sottolineato il comandante Conti - è determinante per la difesa del patrimonio pubblico. Il Corpo Forestale, che opera per garantire la sicurezza sociale dei beni ambientali, ritiene fondamentale assicurare il suo contributo all’azione regionale per conseguire gli obiettivi comuni della tutela e la qualità dell’ambiente e del paesaggio. I finanziamenti della Regione - ha aggiunto - sono importanti per lo svolgimento dei compiti e dell’attività del Corpo”. Il rinnovo della Convenzione “avviene in questo anno che l’Onu - ha affermato l’assessore Cecchini - ha proclamato ‘anno internazionale delle Foreste’, per sostenere l’impegno di favorire la gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste di tutto il mondo. Un impegno che la Regione porta avanti anche attraverso questo atto, per la valorizzazione dei suoi boschi, di Parchi e aree protette e la loro salvaguardia ambientale”. La Convenzione fissa una serie di obiettivi concreti da raggiungere e le procedure per la loro verifica congiunta. Prevede, innanzitutto, che il Corpo Forestale dello Stato integri il sistema di prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi in ambito regionale, compreso il rilievo delle aree percorse dal fuoco, attraverso uno specifico accordo di programma.

Alla Forestale vengono affidati, inoltre, lo svolgimento delle funzioni di vigilanza e controllo in materia di tutela delle risorse forestali e la vigilanza in materia di attività venatoria, di pesca sportiva e pesca professionale. Tra i compiti definiti con l’atto, figurano anche la collaborazione con la Regione per l’intensificazione della sorveglianza e del controllo a tutela della fauna selvatica, i controlli sugli adempimenti connessi ai benefici fiscali previsti per il miglioramento delle colture forestali, il rilievo di dati ed informazioni per le statistiche forestali nazionali Istat per il territorio regionale. Il Corpo Forestale è incaricato, infine, dei controlli presso i vivai forestali e le aziende autorizzate alla commercializzazione di materiali per i rimboschimenti al fine di preservare la biodiversità regionale e dei controlli previsti nell’ambito del regime di aiuti per il ritiro dei seminativi dalla produzione. La Convenzione prevede un importo complessivo di 350mila euro all’anno. Di questi, 245mila euro mediante la concessione diretta da parte della Regione di alcune sedi e relative utenze, come avviene dal 1977. Si tratta delle sedi di servizio del Comando regionale e provinciale di Perugia, una parte del Comando provinciale di Terni e del Coordinamento di Gubbio - “di cui la Giunta regionale vuol impedire la chiusura”, ha detto l’assessore Cecchini - e del Coordinamento di Spoleto. I restanti 105mila euro andranno a coprire le spese derivanti dall’accordo di programma per l’attività di prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi (per 80mila euro), e le spese accessorie del personale del Corpo forestale impegnato e cioè missioni e straordinari, costo del carburante e manutenzione dei mezzi, attrezzature operative.

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DALLE REGIONI

CASERTA:

FIRMATO IL PROTOCOLLO SALVAGUARDIA AMBIENTALE

PRESENTE IL CORPO FORESTALE Arriva il patto di collaborazione che assicura sinergia tra le forze

istituzionali per intervenire su qualsiasi reato che riguardi l’ambiente > A cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Campania

U

n patto di collaborazione che assicuri sinergia istituzionale (dalle Asl all’Universita’, dalla Procura alle capitanerie di porto, dal corpo forestale ai carabinieri) per monitorare ed aggiornare ogni eventuale reato che metta a rischio l’ambiente con conseguenze sulla salute dei cittadini. Questo, in sintesi, l’obiettivo del ‘protocollo organizzativo di salvaguardia ambientale della provincia di Caserta’ siglato lo scorso 25 gennaio in Prefettura dai ministri Maroni, Alfano, Prestigiacomo. Presente e firmatario il Comando Provinciale Forestale di Caserta. Promosso dal procuratore capo della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, il protocollo prevede in primis l’obbligo per ogni istituzione di segnalare notizie di reati ambientali alla Procura; il monitoraggio di criticità in ambito ambientale (inquinamento di cave, legato al traffico e sversamento di rifiuti, di terra, acqua e aria; di uso di acque contaminate per l’irrigazione di campi); l’acquisizione di informazioni epidemiologiche cicliche ed una successiva rete di

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monitoraggio sui rischi per la salute dei cittadini supportata da un pool di esperti collegati alla II Università di Napoli. A fare da sfondo ai punti salienti del protocollo la proiezione di slides con una significativa ‘colonna sonora’, il ‘’Requiem di Mozart’’ a dimostrare la tragedia e l’ampiezza del ‘disastro ambientale’ in provincia di Caserta. ‘’Un termine, quello di ‘disastro ambientale’ - spiega il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, coniato proprio per l’enormita’ degli abusi commessi in Terra di Lavoro’’.

Le immagni mostrano fiumi, foci, cave e campagne invasi da ogni genere di rifiuti. In alcuni dopo gli interventi richiesti dalla Procura, a distanza di mesi, la situazione migliora. Ma moltissimo è ancora da fare. Per questo Il procuratore assicura che, in ragione del protocollo, ci sarà massima attenzione nell’attuazione delle bonifiche. Soddisfatto il ministro Prestigiacomo che condivide la tesi del procuratore Lembo (‘’Qui assistiamo ad azioni concrete di uno Stato-squadra che lavora in piena collaborazione’’)


e definisce le iniziative assunte ‘’una picconata contro le ecomafie’’.

La titolare dell’Ambiente ricorda poi che, nonostante la situazione di crisi economica, si e’ battuta

‘’per onorare gli impegni con il territorio campano facendo sì che siano destinate alla regione non solo risorse per 62,680 milioli di euro, ma anche 17 milioni per la difesa del suolo ed il dissesto idrogeologico, e 47 milioni per la bonifica di San Giuliano (Comune di Castelvolturno)’’. ‘’La tutela dell’Ambiente non e’ più appannaggio di una parte politica - osserva Prestigiacomo - ne siamo tutti responsabili. Abbiamo fatto un grande lavoro in Campania. Quello che sottoscriviamo oggi deve essere un modello da esportare in altre realtà con simili problemi. E ce ne sono tante in Italia’’. Il testo del protocollo è presente sul sito www.uglcorpoforestale.it.

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DALLE REGIONI

LAZIO: PRESENTATO IL PROGETTO

POSEIDONE Ripristinare e valorizzare gli habitat marini prioritari compromessi e degradati: questi gli obiettivi > Di GIANLUCA FILONI Dirigente Sindacale UGL-CFS

R

ipristinare e valorizzare gli habitat marini prioritari e d’interesse comunitario del litorale laziale parzialmente compromessi o degradati per azione diretta o indiretta dell’uomo, in particolare per la pesca a strascico

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illegale. Sono questi gli obiettivi principali del progetto Poseidone presentato con una conferenza stampa che si è tenuta il 1 febbraio scorso presso l’Assessorato all’Ambiente e allo sviluppo sostenibile della Regione Lazio. L’assessore On.

Marco Mattei ha spiegato che i due siti d’importanza comunitaria (SIC) individuati si trovano lungo la costa settentrionale della Regione Lazio e sono i fondali tra il Chiarone e il Fiora e i fondali antistanti Punta Murelle.


nelle due aree con ricadute positive sulla pesca e sull’erosione della costa. Un ulteriore obiettivo è la costruzione, attraverso adeguate azioni di comunicazione e divulgazione, di una rete di consenso verso le forme di utilizzo del mare basate sulla valorizzazione delle peculiarità ambientali nelle varie sfumature, che vanno dal turismo naturalistico all’uso ecocompatibile del territorio allo scopo di coniugare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo economico.

Questi siti rappresentano importanti serbatoi di biodiversità e nursery per le risorse alieutiche del Mar Tirreno. Le

azioni di ripristino, valorizzazione e monitoraggio scientifico interesseranno principalmente il posidonieto al fine di favorire le specie della flora e della fauna presenti

«La Regione Lazio si sta distinguendo per progetti finalizzati ad azioni per la salvaguardia del mare anche in quelle aree dove l’intervento umano ha modificato territori e zone costiere non sempre solo per interessi turistici ed economici. Il progetto Life plus Natura che il nostro assessorato si è aggiudicato dalla Commissione europea per la tutela e la conservazione di due siti di importanza comunitaria tra Montalto di Castro e Tarquinia va in questa direzione», ha spiegato l’assessore Mattei.Gli interventi che hanno preso il via nel dicembre 2010 termineranno nel settembre del 2014 e prevedono un budget complessivo di circa un milione e trecentomila euro di cui circa cinquecentoquarantamila finanziati dalla U.E. Il progetto prevede il coinvolgimento dell’Università della Tuscia e del Comune di Montalto di Castro. Per maggiori informazioni sull’iniziativa visitare il sito web www.cmgizc.info.

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CONVENZIONE UNIVERSITARIA

E-CAMPUS: LE RAGIONI DI UNA NUOVA

E MODERNA UNIVERSITÀ

N

ell’anno accademico 2002-2003 il sistema universitario italiano contava più di tremila corsi di laurea triennali attivati. Oggi il numero è forse ulteriormente cresciuto, tanto da far pensare che l’offerta di percorsi universitari sia ampiamente sufficiente dal punto di vista quantitativo e non ci sia spazio per nuove proposte.

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Da una analisi più articolata e approfondita, condotta anche da noi, appare invece chiaro che i punti di debolezza del nostro sistema universitario sono soprattutto di ordine qualitativo (scarsa appetibilità dei profili professionali prodotti dall’università da parte del mondo del lavoro) e di ordine funzionale (risposta a volte debole ai fabbisogni emergenti di nuove competenze e di nuovi profili professionali).

Le ragioni per introdurre nel sistema ‘un altro soggetto’, cioè un’altra università, possono dunque riguardare aspetti di qualità e di funzionalità. In questo contesto l’Università telematica e-Campus ritiene di avere titoli di merito e di metodo per dare il proprio contributo all’aggiornamento e al potenzia mento del sistema universitario italiano, proponendo corsi di laurea del tutto


innovativi (psicoeconomia) o comunque strettamente correlati al soddisfacimento di particolari esigenze del tessuto economico, sociale e produttivo del territorio e del Paese, connotati da modalità didattiche e organizzative nuove e rivolti anche a particolari categorie di studenti (lavoratori, disabili, residenti all’estero). 1. La proposta formativa dell’Università e-Campus interpreta in maniera innovativa (cfr. le schede che seguono) la domanda di competenze specialistiche, tenendo conto degli sviluppi tecnico-scientifici più recenti e, nello stesso tempo, dei fabbisogni del sistema socioeconomico e delle persone che in esso agiscono. A tale scopo sono state prese in considerazione classi di laurea che rispondono a queste esigenze, privilegiando quelle a contenuto ingegneristico, quali le lauree in ingegneria civile e ambientale, le lauree in ingegneria dell’informazione e le lauree in ingegneria industriale. 2. Se è vero che in Italia si laureano pochi ingegneri, è anche vero che l’Italia ha bisogno di medici, avvocati, esperti di turismo, o di beni culturali, o della comunicazione, all’altezza della complessità che queste professioni devono affrontare a fronte di una domanda sociale ed economica che è quantitativamente importante ma che è, soprattutto, qualitativamente elevata e molto diversificata. Ad esempio, la globalizzazione pone una forte domanda di regole, che giustifica un fabbisogno di giuristi nuovi. Documentazione Università telematica e-Campus Proposta formativa: le ragioni di una scelta

L’Università e-Campus per far fronte a queste esigenze ha scelto classi di laurea quali le lauree in scienze dei servizi giuridici, le lauree in scienze giuridiche, le lauree in scienze economiche, le lauree in lettere, le lauree in scienze e tecniche psicologiche, le lauree in scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda. 3. Ovviamente questa selezione assume particolari caratteristiche di novità e di coerenza con i fabbisogni del Paese nello specifico dei corsi di laurea proposti agli studenti, il cui ordinamento tiene conto delle conoscenze di base ma anche delle nuove richieste di applicazione provenienti dal sistema produttivo e dal sistema sociale, la cui domanda di servizi esprime sensibilità nuove attinenti l’ecologia, la sicurezza ambientale, l’interesse finanziario, la salvaguardia dei beni culturali, il benessere e la qualità della vita, il risparmio energetico, l’uso delle nuove tecnologie, il divertimento e la moda. 4. Inoltre la selezione delle classi di laurea operata dall’Università e-Campus tiene conto della 5. valenza scientifica e dunque delle potenzialità di ricerca di base e di ricerca applicata che le diverse discipline a esse attinenti comportano. Non sono stati adottati quindi unicamente criteri di convenienza economica, ma criteri di sviluppo tecnico-scientifico e più squisitamente culturale. 6. L’offerta formativa dell’Università e-Campus, inoltre, è rivolta al mercato ma non dimentica le esigenze e gli interessi degli studenti, i quali

mentre progettano di diventare ingegneri o dirigenti di impresa o psicologi hanno anche bisogno di appartenenza, di trovarsi cioè a far parte di un contesto socio-economico che li ri-conosca, che li valorizzi, che offra loro delle reali prospettive di crescita professionale e umana. Per questo motivo l’Università e-Campus propone corsi di laurea che oltre a fornire competenze assicurino appartenenza, con l’obiettivo di costruire degli specialisti del mondo in cui viviamo, non degli specialisti fine a se stessi. In sintesi, la nostra offerta formativa va oltre alla scienza per conoscere del passato e alla scienza per fare di ieri, per promuovere la scienza per l’agire nella quale cioè lo scienziato fa parte del processo di ricerca e di applicazione, assumendosene la responsabilità, con la sua visione del mondo, i suoi valori, le sue capacità e abilità (competenze) e il suo senso di appartenenza all’ambiente in cui opera - che oggi è richiesta dalla complessità del sistema uomo-mondo. L’Università e-Campus è il risultato di una corretta applicazione del pensiero complesso al problema dell’apprendimento: problema nodale in una realtà in cui tutti sono chiamati a imparare da capo il modo di lavorare, il modo di organizzare, il modo di abitare, il modo di relazionarsi con gli altri. È un modello di università che va oltre la tradizionale cittadella del sapere e che si avvicina di più al modello di un laboratorio della conoscenza e della competenza, dal quale non escono professionisti riempiti di nozioni, ma professionisti ‘ben fatti’.

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CONVENZIONE UNIVERSITARIA

Convenzione UGL CFS – Università E-CAMPUS Comunichiamo a tutti i nostri iscritti e loro familiari che abbiamo stipulato un nuovo e prestigioso accordo con la Università E-CAMPUS. L’ateneo, istituito con decreto ministeriale del 2006, rappresenta uno dei più importanti poli universitari italiani con 3 sedi: Roma, Milano e Messina. La fruibilità delle lezioni on line, la presenza di un tutor che accompagna lo studente in tutto il percorso universitario ed i numerosi appelli d’esame nel corso dell’anno, rendono questa offerta particolarmente adatta alle esigenze dei lavoratori che intendono iniziare un percorso accademico. La sede Romana dell’Università è collocata in pieno centro storico a pochi passi da Fontana di Trevi (Via del Tritone) e al suo interno si svolgono seminari, approfondimenti e full immersion prima dell’esame in presenza dei docenti. La sede principale si trova a Novedrate, a 25 Km da Milano, in un campus immerso nel verde della Brianza. La E-Campus garantisce ai suoi studenti l’assistenza di un tutor personale, nell’organizzazione dello studio e in tutte le fasi della preparazione degli esami. Inoltre gli studenti possono decidere di essere affiancati da un tutor on line, o in presenza, se desiderano avere degli incontri di persona. In sintesi i vantaggi di E-Campus riservati all’UGL Forestale sono: • Lezioni on line fruibili in qualsiasi momento • L’affiancamento di Tutor esperti e qualificati • Esami in sede presso una delle sedi dell’Università (Novedrate-MI, Roma e Messina) • Otto sessioni d’esame all’anno

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• Seminari e full immersion di ripasso prima dell’esame • Disponibilità di alloggi nel campus di Novedrate durante le sessioni d’esame. L’attribuzione dei Crediti Formativi Universitari (CFU) sarà definito singolarmente per ogni studente dal Consiglio di Facoltà, in base al proprio curriculum formativo (universitario e/o lavorativo professionale) in base al corso di laurea prescelto e in rispetto delle normative vigenti. Gli iscritti interessati devono inviare l’attestazione di servizio e tutti i certificati dei corsi svolti che si ritengono utili alla maggiorazione dei CFU o vecchi esami svolti presso altre università. È possibile utilizzare gratuitamente il servizio di pre-valutazione dei CFU, indicando la convenzione tra UGL CFS e ECampus, chiamando il numero verde 800271789 oppure lo 06 69940110. È importante ricordare che con l’entrata in vigore della nuova Riforma Universitaria molto probabilmente la soglia dei CFU riconoscibili sarà abbassata notevolmente, quindi invitiamo chi volesse fruire di questa convenzione a contattare immediatamente la ECAMPUS ai riferimenti di cui sopra. Le facoltà e i corsi di laurea attualmente attivati: - Psicologia: Scienze e Tecniche Psicologiche. - Ingegneria: Ingegneria Civile; Ingegneria dell’Automazione Industriale; Ingegneria Energetica; Ingegneria Informatica. - Economia: Economia e Commercio; Psicoeconomia; Scienze Bancarie ed Assicurative.

- Giurisprudenza: Servizi Giuridici per l’impresa; Giurisprudenza (laurea magistrale). - Lettere: Letteratura; Musica e Spettacolo; Design e Discipline della Moda. L’Università e-Campus ha attivato 6 master di 1° e di 2° livello per la formazione post laurea • Business Administration (MBA) • Diritto e Management dello sport • Web Tecnology • Tecnologie Energetiche Alternative • Videogiornalismo • Comunicazione e Fashion. Le caratteristiche della convenzione tra l’UGL CFS e l’Università E-Campus prevedono: • una riduzione economica del 20% sulla retta annuale dei corsi universitari erogati da E-Campus, estesa a tutti gli associati o collaboratori degli enti convenzionati e i loro familiari; • a tutti gli associati verrà consegnata gratuitamente la UnieCard, che consente di usufruire di sconti in ristoranti, hotel, librerie, cinema, teatri e negozi del centro storico di Roma. Ogni ulteriore informazione è reperibile sul sito: www.uniecampus.it



COSÌ CASA UGL

PROGETTO PIANO CASA > A cura del Coordinamento Sicurezza UGL

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LA NOSTRA PAGINA

ORGANO UFFICIALE DELL’UGL - FEDERAZIONE NAZIONALE CORPO FORESTALE DELLO STATO

ciale Nazionale dellaUGL - FederazioneNazionale Corpo Forestale delloStato,vuoleessere uno strumen to d’in formazione atto a sensibilizza re da un lato il cittadino sul risp etto dellenormati ve ambientali e dall’alt ro uno strumen to delSindac ato perreclama re idiritti delleDonnee degli Uomini llade Forestal e, ro ganismo ssenziale e rdi esidio p e fdi esa di de ll’ambien te. Siamoconvinti chelamancanzadiinformazione siauna delleprincipali cause: ilcittadino chenon sa,non si lamenta e non rabbia; si ar roblemi i p rimangono rcoscritti ci llenesole zone in teressate. “Sicu rezzaambiente”grazieallacollabo razione delleDonne e degli UominidelCorpoForestale delloStato, vita a servizio e a difesa delnost ro patrimonio ambiental e,garantendoun’in formazione genuina, ormaicosìrara nel nost ro Paese.

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