Gli incubi di Kafka

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Gli incubi di

Kafka

Peter Kuper

Gli incubi di Kafka Collana “Prospero’s Books” n. 115 I edizione: gennaio 2022

Dall’opera di Franz Kafka Sceneggiatura, disegni e copertina: Peter Kuper

Traduzione: Elena Dardano

Lettering e impaginazione: Maria Letizia Mirabella

Edizione originale: Kafkaesque

Originally published by W. W. Norton & Company

Copyright © 2022 Kuper/Tunué S.r.l.

Direzione editoriale: Massimiliano Clemente

Tunué

Via degli Ernici 30 – 04100 Latina – Italia tel. 0773 661760 | fax 0773 1875156 info@tunue.com | www.tunue.com

Stampato in Slovenia

Gli ultimi titoli della collana “Prospero’s Books”: 114 – Dance! 113 – Universo!

– 7CRIMINI. La truffa

– Ritorno all’Eden

– La luna e i falò

– Cuore di tenebra

– Dragon Hoops

– Un singolo passo

– Rose

– Il tesoro del Cigno Nero

INTRODUZIONE

KUPER E KAFKA

“Bisogna avere ilcoraggio di tuffarsi e immerger“Bisognaavereilcoraggiodituffarsieimmergersiinprofonditàperpoiriaffiorare nuovamente, risiinprofonditàperpoiriaffiorarenuovamente,ridendo e annaspando, alla superficie delle cose ora dendo e annaspando, alla superficie delle cose ora due volte rischiarata. ” due volte rischiarata.”

COME MOLTI STUDENTI, mi imbattei per la prima volta nella scrittura di Franz Kafka con La metamorfosi, che trovai… inquietante. Per fortuna un mio amico amava leggere Kafka ad alta voce tra una birra e l’altra. Sentendo le situazioni assurde in cui lo scrittore collocava i suoi personaggi e l’impassibilità con cui essi reagivano, mi trovavo a sghignazzare. Non era solo effetto dell’alcool: Kafka stesso, era risaputo, si faceva spesso grasse risate quando leggeva i racconti agli amici, la sua cupezza interrotta dalla gioia. Così, quando nel lontano 1988 iniziai a trasformare Kafka in fumetto, fu l’umorismo ad attrarmi verso la sua opera. Nel corso degli anni ho continuato ad adattare le sue storie per le loro verità più oscure.

Appena posai la china sul foglio, capii che il fumetto era il mezzo perfetto scoprii, ispiravano interpretazioni sorprendenti che spingevano il mio lavoro in nuove direzioni. Con i testi di Kafka a farmi da ancora, ero in grado di tendere e piegare la tavola e il design della pagina senza perdere leggibilità. Nel sentimenti opposti di angoscia e umorismo trovavano felice convivenza.

Per quanto riguarda lo strumento di lavoro, scelsi di disegnare su scratch board, una carta riscoperta di gesso che si può inchiostrare e incidere a mo’ di amavo, come Käthe Kollwitz, George Grosz e Otto Dix, il cui periodo creativo coincideva con quello di Kafka a Praga, in Cecoslovacchia. Il metodo rispecWard, che creavano incisioni di “storie illustrate”, le antesignane del graphic novel.

Mi sono spesso chiesto se qualcuno dei fumetti che apparivano nei quostesso periodo e zeitgeist di molte delle prime strisce, soprattutto quelle di arti-

Franz Kafka

LyonelFeininger,1906. The Chicago Tribune

sti geniali come Winsor McCay, che sotto lo pseudonimo “Silas” creò Dream of the Rarebit Fiend, e Lyonel Feininger, che rivoluzionò il linguaggio con il suo Wee Willy Winkie’s World, di breve durata. Strisce che avrebbero potuto essere disturbanti” come La metamorfosi. Di sicuro furono prodotte nello stesso brodo di inquietudine verso le burocrazie, la guerra incombente, la guerra effettiva e tutte le altre gioie della vita moderna.

La trasformazione di un testo in un’altra lingua è, be’, metamorfosi. Non sapendo il tedesco, dipendevo dai traduttori non solo per rendere Kafka in inglese, ma anche per determinarne il tono. Le prime traduzioni che lessi furono quelle degli anni ’30-‘50 a opera di Willa e Edwin Muir e di Tania e James Stern, traduzioni

più recenti, quelle rese con una lingua più moderna, mi sono sempre sembrate Gli incubi di Kafka, reclutai un amico tedesco per fare nuove traduzioni che fornissero una versione snellita del testo. Confrontando le vecchie e le nuove rese, fu affascinante scoprire come incoraggiò una certa autonomia nelle mie scelte. Le storie di Kafka suggeriscono interpretazioni soggettive, offrendo a ciascun lettore un proprio personale contesto. Il mio piacere adattando i racconti consisteva nell’interpretare e trovare la voce di Kafka attraverso i disegni e il posizionamento accurato del testo. Scelsi diversi lettering a mano per distinguere i personaggi, ma allo stesso tempo usai un carattere standard per ricordare al lettore la preesistente provenienza delle fonti.

Anche i titoli che, con poche eccezioni, erano stati scelti dall’amico ed esecutore testamentario di Kafka Max Brod, cambiavano di traduttore in traduttore. Per esempio, la parola “trip” in “Trip into the Mountains”, poteva essere tradotta anche come “excursion” o “voyage”, ma ho preferito “trip” per la sua natura monocosa fatta con il suo lavoro contravviene alle sue richieste ultime. Aveva incaricato Brod di bruciare tutti i suoi manoscritti inediti, tra i quali la maggior parte delle storie che ho adattato.

Grazie per non avergli dato retta, Max.

Kafka morì all’età di quarant’anni, quasi cento anni fa, eppure le sue storie risuonano come se fossero state scritte ieri. O forse, come il suo allievo Gustav Janouch ha suggerito, i suoi racconti sono “uno specchio del domani”. Appartengono al qui e ora, mappe stradali della nostra condizione umana. Ci mettono in guardia dai pericoli delle istituzioni, ci ricordano le nostre fragilità e ci spronano

LyndWard, Gods’ Man,1929

WinsorMcCay,1905. The New York Herald

a ridere delle nostre assurdità. Mentre il mondo rispecchia sempre più l’aggettivo che Kafka sussurra alle nostre orecchie e tra le tavole.

Peter Kuper

New York City

Gli incubi di Kafka

VIAGGIO IN MONTAGNA

Non so...

Gridavo inascoltato.

Proprio

non so.

Non ho fatto male a nessuno e nessuno mi ha fatto del male…

Ma allo stesso tempo nessuno mi aiuta.

Così tanti nessuno.

E nessuno aiuta.

Eppure, farei con piacere un viaggio con un mucchio di questi nessuno.

Innumerevoli piedi

che marciano così vicini!

E come questi nessuno si sono ammucchiati l’uno all’altro!

Il vento soffia tra di noi e tra gli spazi che lasciamo aperti, ma insieme possiamo cavarcela.

Siamo liberi tra le montagne!

È un miracolo se non scoppiamo tutti a cantare.

giorno

dopo giorno, il mondo si restringe

disse il topo

Ahimé,

All’inizio era così grande

che, spaventato, continuavo a correre e a correre.

Mi sentii sollevato quando vidi delle mura in lontananza, a destra e a sinistra.

e lì c’è la trappola in cui devo cadere.

che sono già nell’ultima stanza
Ma queste lunghe mura si sono ristrette così velocemente

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