Numero 59 primavera 2024

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Numero 59 primavera 2024


Il Cerchio - Rivista dell’Istituto dei Padri Trinitari di Medea Numero 59 primavera 2024
Redazione: Padre Rocco Cosi, Alessio Pettarin
Grafica e impaginazione: Alessio Pettarin
Stampa: Poligrafiche S. Marco - Cormons
in copertina: opere realizzate dagli ospiti del CRD “Villa S. Maria della Pace”


Il tempo vola... siamo tutti consapevoli di questo. A volte ci guardiamo indietro, ci immergiamo nei ricordi. Sembra ieri. Sembra sempre ieri. Un’immagine simbolica di ciò è l’alternarsi incessante delle stagioni. Esse segnano, nella loro ciclicità, lo scorrere inarrestabile del tempo. È ormai passato un anno dall’ultimo numero della nostra rivista. Sono passate tre stagioni, siamo di nuovo in primavera e sta tornando l’estate... quante cose sono successe! E, rivedendo le immagini dei mesi scorsi, tornano i ricordi di periodi più scuri, gli anni del covid, le ansie e le paure non ancora del tutto superate, accompagnate dalle immagini più allegre e festose degli ultimi mesi.
Perciò abbiamo dedicato questo numero alle stagioni. Le vicende storiche segnano la nostra vita, si alternano momenti bui e ritorno della luce. L’anno passato è stato proprio questo, il ritorno della luce, delle attività quotidiane, delle feste. Nel numero scorso abbiamo”festeggiato” la fine della pandemia, che ci ha condizionato fino al 2022. Questo numero vuole essere una celebrazione della vita, che non si ferma e procede nella sua direzione senza sosta, segnata dal ritmo delle stagioni. Anche le pagine del nostro giornalino sono ritmate dalle stagioni, con tempi scanditi dalla poesia. Abbiamo infatti pensato di intervallare il racconto con momenti poetici. È un modo per dare un messaggio di serenità, nella regolarità di un ritmo che ci appartiene e informa la nostra quotidianità e le nostre azioni. Siamo certi, infatti, che la poesia è importante. Non è un mero abbellimento estetico, ma uno sguardo profondo e attento sulla realtà. Leggere (e fare) poesia è un modo per analizzare il nostro rapporto con il mondo. Tra le righe della poesia scorre la vita, con le sue vicissitudini e, purtroppo, i suoi dolori. Questo è il senso della presente proposta. Abbiamo riportato eventi, incontri, iniziative accaduti in questo periodo. Abbiamo soffermato l’attenzione sul tempo natalizio, nel quale è particolarmente importante il momento dell’incontro, del ritrovarsi. Ma ci sono anche amici nuovi, che si sono avvicinati agli ospiti dell’istituto in questo periodo. Vorremmo ricordare in particolare “Sentieri di Pace”, l’iniziativa benefica realizzata da molti anni da un gruppo di motociclisti e che, quest’anno, hanno voluto devolvere la loro raccolta ai nostri ospiti. Senza dimenticare i nostri vecchi amici, che non mancano mai nelle occasioni importanti: il Lions Club di Gradisca-Cormons. Un’amicizia consolidata, tanto che, il 22 dicembre 2023, ci hanno voluti ospiti alla serata ufficiale, chiamata Charter Night, in presenza della Governatrice di distretto Nerina Fabbro, per celebrare il 40° anno di fondazione del club.
Come sappiamo, la vita è fatta anche di dolori. Un grande dolore ci ha colpiti nel maggio 2023, con la scomparsa del caro Igor. Anche il pensiero che gli abbiamo dedicato è accompagnato da una poesia, una sua poesia. Perché vita e morte sono sono indissolubilmente legate, in questo tempo in cui siamo misteriosamente gettati e del quale siamo fragili attori e testimoni. Ciò che resta di noi è il ricordo. Ciò che resta sono le azioni e le parole. Ciò che resta di noi è la poesia.
Il mare è azzurro
Le rondini volano intorno
Le persone lavorano insieme
Il cuore batte con gioia
Gli alberi sono molto alti
Mi piace camminare da solo
Luca Scotto

il mare bello
anche calmo
perché si muove da solo
il mare è bello.
Il mare mi piace tanto
Anche quando vado
In piscina a Gorizia
Via Capodistria
Andavo sott’acqua!
Il mare mi rilassa
Perché è bello
Chiudevo l’occhio
e pure il naso e la bocca
Perché in acqua
facevo il morto vivente
anche d’estate
quando vado al mare vado a Caorle perché
c’è il mare
lì c’è tanta gente d’estate
perché il mare di Caorle è bello
perché il mare
d’estate mi rilassa
Enzo Nicastro
Le rondini volano
21 giugno in cielo poesie
mi piace sole
mi piace cielo azzurro
mi piace cielo grigio
cade tanta acqua
gente resta dentro nel caldo casa
persone camminano
fanno le spese a piedi
di sera persone dormono
mi piace tanto dentro casa
estate persone vanno mare spiaggia
vicino Jesolo
mi piace tanto alberi
tanto le stelline nel cielo
Maurizio Dal Bello
Giardini fioriti
prati colorati e piante nei vivai
il sole scalda piano
Passeggiate in mezzo al verde, gli alberi con le foglie, gli uccellini cantano, le giornate si allungano ancora
Mauro Cominotto
Il ritorno della bella stagione è contrassegnato da un evento ormai tradizionale per l’Istituto dei Padri Trinitari: la giornata della pesca ai laghetti Fipsas di Romans d’Isonzo. Così, anche il 27 maggio 2023 si è rinnovato l’incontro, che si chiama “Pesca in Amicizia” ed è organizzato dal Lions Club di Gradisca Cormons, con il sostegno della Fondazione Carigo e della Cassa
Rurale FVG e con la collaborazione della Fipsas provinciale. Presenti gli Alpini di Mariano e Medea assieme ai Pescatori sportivi. Molti nostri ospiti partecipano all’evento, sempre con grande entusiasmo. motivi del successo di questa iniziativa sono molti, e non tutti proprio attinenti all’attività svolta... Diciamo, per sintetizzare, che è molto apprezzato anche il “dopo”! Infatti, alla mattinata di pesca segue sempre un momento conviviale, che consiste nel pranzo e nelle premiazioni, accompagnati dalla musica. Aspetti, questi, che risultano molto graditi a tutti partecipanti!









Estate, sole e... mare, naturalmente! Anche quest’anno, le giornate al mare non sono mancate, per la gioia degli ospiti partecipanti. È sempre una giornata un po’ speciale, quella dedicata alla spiaggia. Inizia già al risveglio, scrutando subito il cielo per verificare il tempo. È sereno? Perfetto! Ci si alza con quel senso di trepidante attesa che caratterizza i momenti felici. Poi, dopo colazione, dopo aver caricato asciugamani, pranzo e giochi, la partenza. Si va a Grado, località Bosco. Un posto bellissimo, con grandi alberi che garantiscono un posto all’ombra per tutti. All’arrivo si sistemano gli asciugamani, ci si spalma la crema solare e poi subito una passeggiata sulla spiaggia con

sosta al chiosco e un bel caffé, seduti guardando il mare. Certo, a Grado, si sa, il mare a volte è un po’ lontano... non si fanno grandi nuotate, ma bellissime passeggiate sì! Ed è molto piacevole passeggiare sulla spiaggia, sul bagnasciuga o anche nell’acqua bassa, con la sensazione della sabbia sotto i piedi e il sole che ci scalda. La laguna un ambiente speciale, molto apprezzato da turisti e gitanti quotidiani. Ha il fascino della luce che unisce il mare al cielo, a volte senza soluzione di continuità. E camminando nel mare, con la brezza che accarezza la pelle, sembra di fluttuare nell’aria, tra acqua e cielo, in uno spazio quasi infinito. L’ambiente lagunare dona emozioni

forti e poetiche. I nostri ragazzi amano queste emozioni e queste sensazioni. Dopo una bella camminata, comunque l’acqua comincia ad alzarsi e si può finalmente fare un bel bagno. Era ora! Un tuffo e poi tutti ammollo... perché è sicuramente tutto bello e poetico, ma un bagno, quando ci vuole, ci vuole! Come anche giocare nell’acqua, correre e divertirsi, fino a quando la fame si fa sentire. Allora è il momento di tornare, asciugarsi e pranzare. È così bello fare il pic nic sotto gli alberi, sull’erba e al fresco dell’ombra. L’appetito non manca mai, dopo il mare. In grande relax, dopo mangiato viene spontanea una pennichella sull’asciugamano. Poi, se c’è tempo, ancora un bagnetto pomeridiano e arriva già l’ora di tornare. Le ore purtroppo passano veloci quando si sta bene! Con un po’ di tristezza si sistema tutto, si piegano i teli da bagno, si raccolgono giochi e cose varie e via, pronti al ritorno. Durante il tragitto il silenzio regna. Qualcuno dorme, qualcuno pensa ai momenti appena trascorsi. Stanchi e felici e con un pensiero comune: speriamo di tornare presto... La gita al mare non delude mai!




Nell’estate del 2023 è stato organizzato un mini “grest” all’interno del CRA con l’obiettivo di trasformare il tempo libero dei ragazzi in tempo “ricco”, ovvero un tempo riempito da giochi e divertimenti, attraverso un percorso caratterizzato da attività mirate e calibrate secondo i bisogni e le possibilità di ognuno. Gli obiettivi promuovevano la socializzazione e lo sviluppo di rapporti interpersonali sviluppando la fantasia e le capacità cognitive dei ragazzi attraverso le attività di gruppo. I giochi proposti sono stati scelti proprio in base a questi obiettivi. Il gioco della piscina morbida con le palline offre numerosi benefici per lo sviluppo fisico e mentale. Le palline Infatti, favoriscono la coordinazione motoria, il senso del tatto, la creatività e aiutano a socializzare. Era il gioco preferito di Edoardo, che adorava buttarsi tra le palline colorate.
Il gioco dei travasi deriva dal metodo Montessori e permette di consolidare competenze relative alla discriminazione di colori e



numeri, sviluppando anche la coordinazione oculo-manuale, la concentrazione, il controllo fine del movimento e l’indipendenza.
Il gioco preferito di Matteo R. era invece la campana d’acqua, saltando da un numero all’altro tra gli schizzi d’acqua. Un’altra bella attività estiva è stata quella del gelato, di cui parliamo nelle pagine successive. Dopo l’estate, le attività all’aperto e quella di gelato sono state sostituite dal laboratorio “mani in pasta” per la stagione invernale, subito accolta con entusiasmo dai ragazzi. Florian adora maneggiare i panetti e dar loro diverse forme. Max ride tutto il tempo, schiaffeggiando l’impasto e facendo ridere tutti gli altri ragazzi. Matteo R. è il più autonomo. Sa a memoria tutti dli ingredienti e le dosi, è lo chef dell’attività! Tutti però sono accomunati da un’unica cosa: l’entusiasmo di poter assaggiare il risultato del loro lavoro, superando anche le loro aspettative.




Anche per quest’anno sono riprese in CRA le attivià di laboratorio di cucina, di pane e gelato. Andrea, Barbara, Edoardo, Florian, Rachele, Alessandro e Matteo si cimentano nel preparare queste leccornie assieme all’operatrice e collega Giulia. Florian, intervistato, dice che fa quest’attività da tanto.



E poi... tutti con le mani in pasta!
― Cosa ti aggrada, Florian, di questo impegno?
― Mi piace molto impastare il pane
― Ti diverte questa occupazione?
― Si, molto, soprattutto perché poi posso mangiare il prodotto finale!
Rachele dice che anche lei partecipa volentieri a questa

attività e apprezza molto di più il gelato poiché fresco e fa ingrassare meno del pane! Matteo, invece, ammette che adora l’attività del pane.
― Cosa ti piace in particolare, Matteo?
― Infornare e sentire il profumo del pane caldo appena fatto e... ovviamente assaggiarlo!
Barbara, invece, preferisce fare il gelato, specie quello al cioccolato, che è il suo preferito. L’attività di cucina costituisce un momento educativo importante e si svolge in CRA il mercoledì pomeriggio con il supporto di OSS ed educatori, sotto le direttive attente della “pasticciera” Giulia.
Lara Gaafar




Il 16 settembre, nella sala civica Gallas di medea, è stata inaugurata la mostra fotografica di Clara Brumat.
Clara lavora da molti anni all’Istituto di Medea ed è appassionata di fotografia. Questa è la sua seconda mostra, dove ha esposto le sue ultime opere. Clara sa cogliere con delicatezza ritmi segreti della vita. Nella mostra precedente lo sguardo si posava sulle piccole cose che sfuggono alla nostra attenzione: la terra, le foglie, l’acqua. Ci svelava un segreto: è lì che si apre ai nostri occhi il mistero della vita. La sua era una ricerca sulla luce, sul ritmo. Ci esortava a osservare in silenzio il miracolo che si compie ogni momento sotto i nostri occhi. Sullo sfondo c’era sempre il suo ambiente, il luogo di vita, Medea. Da allora, Clara ha continuato la sua ricerca, in silenzio, come piace a lei, ma con passione e grande determinazione. Questo ha portato a un’evoluzione del suo stile e del suo linguaggio artistico. È un percorso per certi versi filogenetico: dal ritmo segreto che crea la vita al linguaggio simbolico. Prima Clara ci invitava a fermarci e guardare. Adesso ci parla. Le sue immagini diventano simboli che lei ci chiede di interpretare. Non basta – ci dice – guardare le foto, ammirarle, magari complimentarsi con lei. Eh, no. Adesso dobbiamo leggere l’immagine, dobbiamo pensare. Ogni scatto ha in sé un’idea, ha un progetto interiore che riflette una visione
del mondo. L’opera è un discorso. Sappiamo tutti come, nella comunicazione, un simbolo vale più di mille parole. Allora leggiamoli, alcuni di questi simboli. Lasciamo parlare Clara (con l’avvertenza che l’opera d’arte è sempre, necessariamente, polisemica, aperta a molteplici – e tendenzialmente infinite – interpretazioni).

L’opera intitolata “Ara Pacis 2021” si potrebbe chiamare, parafrasando Tolstoj, “Guerra e pace”. E compie una sintesi meravigliosa: l’Ara Pacis è sovrapposta al monte Nero. Questo monte è tristemente noto per le battaglie della prima guerra mondiale. L’Ara Pacis sembra chiuderlo in sé, contenerlo, abbracciarlo, in un gesto d’amore, di protezione, quasi dicesse: “Adesso ci sono io”. La pace vince sulla guerra... ecco il simbolo di cui si parlava, ecco il messaggio forte di Clara.

Osserviamo ora l’opera intitolata “Fiume Judrio”. All’apparenza è un’immagine quasi bucolica, che ispira calma e tranquillità. Ma lo sguardo dell’autrice si è soffermato volutamente su un dettaglio sfuggente ed effimero: lo schizzo d’acqua sulla destra in basso, provocato da qualcosa che cade in acqua. Questo dettaglio rompe la tranquilla serenità del paesaggio e induce una nota di inquietudine e mistero: cos’è quello schizzo? Cos’è caduto in acqua? Ecco che nella natura irrompe improvvisa la storia; e inizia il racconto. Il mistero dell’evento porta alla ricerca del senso. La mente si pone domande, la ragione cerca risposte. Se la risposta non c’è, rimaniamo inquieti e la domanda rimane nella mente. Ecco rappresentata, con uno scatto apparentemente innocente, la nostra natura umana... Clara, dopo averci invitato a cercare il ritmo della vita, ci spinge ad alzare lo sguardo, a guardare il cielo, per ritrovare il senso del nostro cammino su questa terra.
Alessio Pettarin




Sentieri di Pace - Poti Miru è un raduno motociclistico benefico che si tiene da molti anni, per iniziativa di Claudio Tesla “Wolf”, Susanna Valli, Renato Nodari e Adriano Valli. Questi centauri hanno deciso di unire la passione per la moto al desiderio di aiutare il prossimo. Il motoraduno Sentieri di Pace è nato come una scommessa, un incontro tra amici, ma è poi cresciuto negli anni, unendo motociclisti italiani e sloveni con il fine di raccogliere fondi da destinare a varie realtà socioassistenziali. Il luogo d’incontro è tradizionalmente stabilito a Redipuglia, presso il Club House del Rangers Baseball Club. Il programma prevede un tour in moto sulle strade e nei luoghi della Ia guerra mondiale e momenti conviviali con musica e una lotteria. Ciò che viene raccolto con le iscrizioni e la lotteria viene poi donato. Le donazioni, negli

anni precedenti, hanno riguardato, tra gli altri, bambini di Chernobyl all’orfanotrofio di Kiev, l’orfanotrofio
Bjelave di Sarajevo, la Casa del Sorriso Babylon di Srebrenica e l’ospedale di Stara Gora presso Nova Gorica in Slovenia. Nel 2023 questo gruppo è venuto in visita ben due volte all’istituto di Medea. La prima volta è stata il 16 aprile, quando una delegazione ridotta di motociclisti ha portato una quota della raccolta fatta durante il 14° raduno, dal 17 al 19 giugno 2022. In quell’edizione, infatti, parte della raccolta doveva andare a un istituto ancora da definire e, grazie alla “intermediazione” della nostra cuoca Jasmine, la scelta è caduta su Medea. L’incontro di aprile ha permesso di fare una visita e una prima conoscenza della nostra realtà. Quando poi è stato deciso di posticipare la 15a edizione di “Sentieri di Pace - Poti Miru”

dal 22 al 24 settembre 2023, gli organizzatori hanno deciso di donare parte del ricavato al nostro Istituto. Venerdì 22 settembre i bikers sono arrivati a Redipuglia e hanno fatto visita al monte S. Michele. Era poi prevista la visita al monte Sabotino, purtroppo il maltempo ha causato un cambio del programma. Ma veri bikers non si fanno certo intimorire dalla pioggia, così il tour è proseguito e domenica 24 un nutrito gruppo di motociclette è arrivato a Medea. È stato festosamente accolto da ospiti e operatori. Dopo aver parcheggiato le moto, è seguito un momento di saluto e socialità. Il gruppo quindi ha fatto una visita ai laboratori dell’istituto si è poi recato in una sala di Villa S. Maria della Pace, dove ci sono stati i saluti ufficiali. I rappresentanti dell’istituto hanno ringraziato di cuore per la generosa donazione raccolta e per la volontà di includere il nostro centro tra beneficiari dell’iniziativa. Infine, la visita si è conclusa in allegria con un rinfresco. E anche, naturalmente, con l’augurio di rivedere presto questi nuovi amici dell’istituto di Medea.







il sole scalda poco d’autunno c’è poco sole i cachi maturano
il sole va a dormire presto in autunno il sole è ammalato quando fa freddo
viene il buio presto la nebbia scende
dal cielo d’autunno
Luca Scotto

“La mano è lo strumento espressivo dell’umana intelligenza. Essa è l’organo della mente, La mano è il mezzo che ha reso possibile all’umana intelligenza di esprimersi ed alla civiltà di proseguire nella sua opera. Nella prima infanzia la mano aiuta lo sviluppo dell’intelligenza e nell’uomo maturo essa è lo strumento che ne controlla il destino sulla terra.”
Fiera di S. Andrea speriamo mangeremo frittelle
soffici morbide sono così buone con zuccheri
ci addolciamo
Luigina Palumbo
Il sole di ottobre
è nella nebbia
ottobre nuvoloso nebbia è Milano nebbia negli occhi nebbia nebbia nebbia
Maurizio Nemiz
La vendemmia
Tutti nei campi
Nel nostro territorio
Alle viti con i mezzi
Per la vendemmia
Cesta piena d’uva
Bianca nera nel tino
Gira la manovella
Sul cantiniere viene
Fuori il mosto poi
Per diventare vino
Nelle bottiglie
Il più pregiato
nella nostra regione
Mauro Cominotto
Per compiere alcune azioni in modo efficace movimenti della mano devono essere coordinati dalla visione, come ad esempio il disegnare, scrivere, giocare e allacciarsi le scarpe, ed è per tale motivo che ai nostri ragazzi è stato proposto un laboratorio di motricità fine, con l’obiettivo di sviluppare la loro facoltà oculo-manuale, insieme alla copartecipazione di ognuno di loro. La partecipazione alla stesura dei disegni legati alla festa pagana di halloween ha visto la partecipazione di ogni ragazzo al disegno di un pipistrello, fantasma e zucca, che è stato colorato o pitturato con colori che più gli si aggradano, per addobbare le stanze comuni. Nella partecipazione del laboratorio ha preso parte il nuovo componente del nostro istituto, Matteo Abbate, divenuto residenziale pochi giorni fa, il quale ha mostrato fin da subito la sua partecipazione e collaborazione con gli altri ospiti, che a loro volta lo hanno accolto amichevolmente nella loro quotidianità. Matteo ha dimostrato sin da subito una spiccata bravura verso le attività manuali, come il colorare e partecipare a schede di pregrafismo insieme alla partecipazione ad attività sportive come il basket. L’inserimento di Matteo Abbate ha rappresentato una risorsa per gli altri ospiti, creando una dimensione relazionale positiva in quel processo di accoglienza che è la vita in struttura.





Quest’anno nel nostro istituto è nato un nuovo progetto per nostri ragazzi.
Per questo nuovo progetto ci siamo posti come domanda : “qual’è quella cosa che unisce le persone creando felicità e magia?”
Risposta: la musica!
“La musica è il linguaggio magico del sentimento”. Con questa citazione si riesce a comprendere la potenza comunicativa e l’influenza che ha nelle nostre vite. Numerosi studi affermano che la musica, grazie alla sua semplicità, riesce a farsi capire da tutti e ha la possibilità di migliorare la qualità di vita di ogni essere umano. Cosi abbiamo chiesto ai nostri ragazzi: “Che cos’è la musica per voi?”. Arianna: “La musica è ascoltare e cantare”.
Beatrice: “La musica per me è ballare e felicità”. Maurizio dal bello: “La musica mi piace e mi fa felice”. Antonello: “La musica per me è cantare”. Nasce così il progetto del coro nel nostro istituto. Esso è diretto dalle operatrici Lisa Ellero ed Elena Vittori, con l’aiuto di Simo-
netta Maccarrone. I ragazzi che hanno partecipato a questo bellissimo coro sono: Debora Martin, Renata Cominotto, Beatrice Tortora, Enzo Nicastro , Claudio Macor, Antonello Terzini, Nerio Turchet , Maurizio Nemiz e Maurizio Dal Bello.
Per Natale quest’anno il nostro coro ha preparato diversi brani per rendere ancora più magico il periodo Natalizio tanto aspettato dai nostri ragazzi all’interno dell’istituto. brani preparati e studiati assieme sono: “Tu scendi dalle stelle”, “Natale arriverà” tratto dal film “Polar Express” e infine “Din Don Dan”. Questi bellissimi brani sono stati presentati a tutti gli ospiti del Centro Residenziale “Villa S. Maria della Pace”, durante un pomeriggio di divertimento presso la sala polifunzionale del nostro istituto. L’iniziativa prevede anche di aggiungere altri brani al repertorio e, perché no, altri partecipanti. Perché il coro è musica, la musica è gioia, e la gioia è un diritto di tutti!
Lisa Ellero




Il 29 ottobre 2023 sono finalmente tornati gli amici Claun, come loro tengono a definirsi. Dopo innumerevoli visite ai nosri ragazzi, sono ormai una piacevole abitudine, sempre molto apprezzata dai partecipanti.
L’associazione di clownterapia “VIP Unduetre Claun”, che fa parte della federazione nazionale “VIP - viviamo in positivo”. Quest’ultima collega e coordina diverse associazioni VIP in tutta Italia. La clownterapia è un’attività molto importante, finalizzata a dare serenità alle persone che vivono in strutture pubbliche o private, negli ospedali o in situazioni di disagio sociale. L’associazione VIP conta 4500 volontari che operano in oltre 200 strutture e dei quali cura anche la formazione. Il loro motto è “Uniti per crescere (e ridere) insieme”. E così, in piena conformità al loro motto, anche questa visita è stata caratterizzata da un clima di grande allegria e partecipazione. I claun hanno riproposto il loro repertorio di giochi e animazione, grazie ai quali ragazzi si sono divertiti spensieratamente e, soprattutto, insieme. Tra giochi con cerchi, i palloncini, il telo colorato e scherzi vari, tutto accompagnato dalla musica.
Ancora una volta, ringraziamo di cuore questi cari amici, sempre pronti a donarci un sorriso.



Tra le attività “storiche” dell’Istituto Padri Trinitari ce n’é una bellissima, molto educativa e importante anche dal punto di vista simbolico, Parlo del laboratorio di pane.
Il pane fatto in casa ha un elevato valore culturale e sociale. Il pane è simbolo di cura, di amore, di condivisione. Fare il pane è un atto d’amore. Per questi motivi, un laboratorio di pane deve esserci sempre in una comunità. Allo stesso tempo, questa attività è spesso associata al mondo femminile, portando in sé i valori simbolici del femminile, che sono l’accoglienza, la cura, il “maternage”; e, come fa una madre, tutto ciò è svolto in silenzio, senza clamori, quasi in intimità. Così, può succedere che un’attività cosi importante non abbia il giusto spazio e il giusto riconoscimento, rispetto ad altre, più visibili e spettacolari.
Al contrario, è necessario sottolineare sempre il valore e la bellezza di questo laboratorio. È necessario che ne venga riconosciuto il potenziale educativo e la profondità simbolica, storica e umana dell’atto di creare il pane.

Più volte abbiamo parlato della festa di Halloween su queste pagine. Sempre con un tono un po’ critico, in realtà. Il colonialismo culturale anglosassone è un dato di fatto. La festa dal nome anglofono “Halloween” ha poco a che fare con le nostre tradizioni. Purtroppo, come un’onda inarrestabile, tale festa viene riproposta con sempre maggiore forza, dimostrando che ormai abbiamo interiorizzato acriticamente modelli che non ci appartengono. Tutto lecito, ovviamente. Come è lecito decidere che questa festa ci piace e la vogliamo “adottare”, con tutto il suo pacchetto di mascherate carnevalesche, diavoli, fantasmi, morti viventi, dolcetto o scherzetto ecc. Non sarebbe male, però, scavare sotto la superficie e capire qualcosa in più... Detto questo, ogni occasione è buona per organizzare momenti di festa e convivialità. Quindi. anche il 31 ottobre è stato festeggiato con un divertentissimo karaoke, che ha coinvolto moltissimi ospiti (e operatori!) dell’Istituto, con momenti di grande divertimento e allegria, con canzoni cantate a squarciagola e balli di gruppo molto partecipati. Un pomeriggio decisamente allegro, alla faccia di certi “bacchettoni” e criticoni che storcono il naso sul “colonialismo anglosassone”...
Per molti anni presso la struttura è stato preso in carico l’impegno al Teatro, attraverso la guida di diversi professionisti che hanno portato gli ospiti della struttura a sviluppare creatività, memoria, collaborazione, a confrontarsi davanti ad un pubblico e a esprimersi liberamente, tutti elementi per i quali si sono divertiti molto e di cui poi si sono appassionati. Con l’intento di tenere viva l’attività teatrale per ragazzi e di tener vivo il loro interesse nei confronti di quest’arte da palcoscenico, assieme ai compagni e colleghi del CRA, ci siamo messi in gioco cercando, al meglio delle nostre possibilità, di sostituire il vacante professionista.
Abbiamo iniziato quindi, con ciò che di più consueto e istintivo unisce le persone, dall’alba dei tempi: la danza. Non è stata una decisione vera e propria. È iniziato come esercizio, come movimento con la musica, e pian piano, grazie al bagaglio di conoscenze di Alessio riguardo ai balli folkloristici, abbiamo deciso di seguire questa pista. Attorno al viaggio tra le culture e danze abbiamo costruito, grazie so-
prattutto alla fantasia dei ragazzi, la nostra storia. Ora abbiamo la nostra struttura principale, l’idea e passi di danza sui quali tutti stanno mettendo un gran impegno a riconoscere, ripetere ed imparare. Ma allo stesso tempo c’è ancora un bel lavoro da fare, per integrare gli altri elementi classici dello spettacolo, in modo da renderlo completo e includere altre attività correlate come ad esempio la preparazione di una scenografia e degli elementi che ne fanno parte. Il lavoro è inframezzato da momenti più leggeri, con esercizi di movimentazione e respiro, e momenti più liberi di spensieratezza e chiacchiere.
La comitiva partecipa volentieri, è concentrata, c’è dinamismo e ci si diverte. È un’attività ancora in corso d’opera, ma c’è la speranza e la determinazione di poterla condividere un giorno con tutti gli altri ospiti!
Eleonora Contento
Claudio: “Penso sia molto bello, voglio farlo di nuovo martedì! Andiamo alle 4 dopo merenda, saliamo sul palco parliamo del teatro, ci

muoviamo negli spazi, stiamo in cerchio e facciamo le figure di danza. Mi piace parlare e ridere con voi.”
Luca: “ Il teatro è una cosa bella per me, mi piace fare i balletti con Alessio e con Eleonora e questa è la mia passione, di fare questo spettacolo dopo tanti anni. Alessio e Eleonora sono molto bravi che aiutano ragazzi a fare il teatro. Grazie a tutti voi!”

Come ha scritto bene qui sopra Eleonora, quest’anno gli operatori si sono messi in gioco per continuare un’attività, quella teatrale, che ha una lunga storia all’Istituto di Medea e che è riconosciuta nel mondo del teatro per la disabilità. È vero che il covid ha costituito una cesura storica per molte associazioni e attività in generale, da cui alcune non si sono riprese, chiudendo i battenti, e altre stentano ancora a riprendersi. Anche noi abbiamo affrontato queste difficoltà, compreso quella di trovare un/una insegnante per il nostro teatro. Ma, dovendo fare i conti anche con delle specificità e problematiche a volte non comuni, tale persona deve essere formata e con un’attitudine a confrontarsi con esse. Cosa non semplice; infatti, gli insegnanti della nostra compagnia sono stati quasi tutti anche operatori e operatrici dell’istituto. Quindi, tornando a noi, quest’anno proprio alcune operatrici e un operatore hanno deciso di dare continuità all’attività, portando la propria esperienza (non teatrale) al servizio del teatro. Nessuno di noi ha una formazione specifica. Però abbiamo il vantaggio di conoscere bene gli ospiti che svolgono l’attività e abbiamo quindi la possibilità, interagendo con loro, di costruire insieme un copione e una storia. Cosa che è stata fatta, iniziando, come già detto, dalla danza, nello specifico la danza folk. Il ballo folkloristico, infatti, ha caratteristiche tali da
poter essere appreso facilmente e avere una notevole componente ludica. Per le sue origini popolari è intrinsecamente sociale e facilmente ripetibile. Non sempre, naturalmente. Ma nella praticamente infinita varietà di balli, è facile trovare o adattare forme che possano essere implementate nella nostra attività. La cosa più importante, però, è che tutto ciò sia gradito dai nostri “ragazzi”. E la risposta pare essere proprio affermativa, visto l’entusiasmo con cui partecipano. Il lavoro è in progress e, pur tra inevitabili difficoltà, sta dando i primi frutti. Speriamo di raccoglierne ancora molti! Alessio Pettarin


La neve tornerà a medea e le macchine non potranno muoversi e la gente non andrà a lavorare non andrà a fare la spesa metteranno le catene da ghiaccio alle gomme e a terra uno straccio e butteranno il sale per le strade cosi si scioglierà la neve e tornerà il sole
Claudio Macor
Gelo triste questo vuol dire emozione d’inverno fa freddo
e io
mi sento tanto triste
anche nei sogni
ho paura di dormire
della notte
ho tanta paura
Luigina Palumbo
Poesia di Natale con la neve la vita
Gesù nasce Natale essere tutti buoni e felici il bue e asino mangiatoia pastori l’albero vigilia di di Natale si va Messa di mezzanotte
Maurizio Dal Bello
Alberi spogli
Arriva il freddo
Gli animali in letargo Noi siamo dentro
Stiamo al caldo, ci copriamo bene un gomitolo bianco, in alto, la maglia la berretta le calze colorata la pecora tiene caldo la sciarpa al collo avvolto
Mauro Cominotto
Un’attività certamente molto gradita, quando arriva il freddo, è la preparazione del presepio; e, se è vero che, parafrasando Lessing, “L’attesa del piacere è essa stessa piacere”, possiamo affermare con certezza che il piacere del Natale è anche nella sua attesa e nella sua preparazione. I nostri ospiti conoscono bene la trepidazione che anticipa le festività, così preparare il presepio è un modo bello e divertente per arrivare al “gran giorno”.





L’attesa del Natale non coinvoge solo gli umani; i nostri amici gatti partecipano attivamente ai preparativi di questo periodo. E proprio un nostro amico, alla perenne ricerca di un luogo tranquillo in cui sonnecchiare, ha pensato che sarebbe stato utile “provare” la capanna del presepio, per verficarne l’agibilità e, soprattutto, la comodità... in vista dell’arrivo del bambinello, naturalmente. E sembra che il “test” abbia dato un esito molto positivo...


Finalmente l’attesa finisce, e arriva il periodo più magico dell’anno. Le festività natalizie sono attese da tutti come un periodo di meritato riposo, come un momento in cui ritrovare l’intimità familiare, come una festa dedicata ai bambini e alla gioia dei grandi di ritornare un po’ bambini. Vale per tutti. Nessuno si sottrae a questo rito così sentito, così profondo e importante nella nostra cultura e nella nostra spiritualità. L’evento sconvolgente e rivoluzionario di Dio fatto uomo ha segnato la nostra storia e il nostro rapporto con la vita. Dopo Cristo, niente sarebbe stato più come prima; e, anche se per la Chiesa Cattolica il momento più importante è la Pasqua, la Resurrezione, la vittoria sulla morte, per il sentimento popolare la festa della Natività ha un valore molto più sentito e coinvolgente. “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, si dice. E in questo adagio popolare è riassunto tutto lo spirito del Natale. In pieno inverno, quando il buio prevale sulla luce, ci stringiamo ai nostri cari, ai nostri affetti; cerchiamo il calore della famiglia e dei legami più stretti. Il buio fuori, il calore dentro, nelle nostre case. In questo clima, nasce la speranza, un raggio di luce squarcia le tenebre. È la luce
della vita che ritorna, il sole che vince sulla lunga notte invernale. È la festa della Nascita. Questo essere festa dei bambini, rappresentati dal Bambino Gesù, la rende un momento irrinunciabile e fondamentale nel percorso di vita di ognuno di noi. Non a caso, il fascino del Natale è sentito anche da molti non cristiani. Non a caso il Natale è così “gettonato” anche in senso negativo, dalla pubblicità e dal mondo economico, che, come sempre, strumentalizza le nostre necessita (materiali e spirituali) in nome del profitto. Ma anche questo “uso improprio” del Natale è un segno della sua vitalità e importanza.
In questo periodo storico dovremmo tornare all’origine, al suo valore reale, alla sua essenza. Solo così troveremmo una strada, una luce, una speranza nuova, per uscire dalle tenebre in cui il mondo sta precipitando. Proprio in Terra Santa un altro sanguinoso conflitto offusca e annichilisce la gioia e la speranza. Ma nei nostri cuori dobbiamo cercare quel raggio di luce, dobbiamo testardamente credere che Gesù è nato e continua a nascere in quella culla, di notte, al freddo e al gelo; e nascendo ha vinto e vincerà ancora le tenebre.

Nella festa in famiglia che è Natale, la famiglia è anche quella simbolica, delle persone che si amano e che sono sempre presenti, nel cuore e nella mente. Ed è sicuramente questo il rapporto che lega il Lions Club di GradiscaCormons con gli ospiti dell’Istituto Padri Trinitari. Un rapporto lungo anni, che si rinnova più volte all’anno, in un abbraccio di vero e sincero affetto e vicinanza familiare. Così, anche quest’anno, il 22 dicembre, il tradizionale incontro per gli auguri è diventato subito un momento di festa, un incontro tra vecchi amici, che, anche se non si vedono ogni giorno, sono sempre presenti, come detto, nel cuore e nella mente. Lo si percepisce dal modo in cui rappresentanti del Lions preparano l’incontro, con cura, attenzione e amore. Ma lo si percepisce anche da come i nostri ospiti, i nostri “ragazzi” attendono quel momento, quando rivedono i loro benefattori; lo si percepisce da come accolgono il loro arrivo, con la gioia spontanea e senza filtri che li caratterizza. Naturalmente, il panettone ha una sua “importanza” nel momento dell’incontro. Ma è solo un suggello, un simbolo della dolcezza di un legame che di può definire “di famiglia” e che è sicuramente il dono più bello.









Nella giornata del 22 dicembre gli ospiti dell’Istituto hanno avuto due momenti “natalizi” molto belli e significativi. Il primo, l’incontro con i Lions, è stato già ricordato. Poi, nel pomeriggio, la seconda sorpresa: la visita dei bambini del catechismo di Medea. Non è la prima volta che i bambini vengono da noi. È particolarmente importante questa presenza. Il rapporto con i bambini è sicuramente un aspetto di grande valore valore nella vita di ogni persona; e lo è anche per le persone che hanno qualche difficoltà. Forse soprattutto per loro. I bambini donano gioia e forza vitale a chi è loro vicino. Lo fanno senza filtri o ipocrisie. La sincerità delle loro parole e dei loro gesti è un dono al quale non si può rinunciare. I nostri ospiti colgono al volo questi aspetti dei bambini, forse perché condividono con loro alcune di queste caratteristiche. L’incontro, quindi, è stato molto gioioso, pervaso dall’atmosfera di allegria e piacevole confusione che i bambini creano. Distribuendo dolci doni che loro avevano preparato, tutti hanno pensato: ma quanto è bello aspettare Natale!

I motociclisti, quelli veri, sono persone generose e con valori etici profondamente sentiti. Per questa ragione sono sempre in prima linea quando si tratta di donare e compiere azioni benefiche. Un esempio molto celebre di ciò è l’iniziativa denominata “Babbo Natale Bikers”, che si tiene in diverse città nel periodo natalizio. Da noi, e da molti anni, questa iniziativa è organizzata da un biker doc, Stefano Lorusso. Così, anche nel 2023, sabato 23 dicembre si è ripetuta la tradizionale carovana benefica, patrocinata dal Comune di Gorizia. Era composta da numerosi bikers vestiti da Babbo Natale ed è stata realizzata grazie alla Confcommercio, ai comuni di Gorizia, Capriva del Friuli, Cormons, Medea e San Floriano, ai commercianti e a varie associazioni del territorio. La raccolta dei doni è stata destinata al CISI di Gorizia, alla casa di riposo “Villa Verde” di Gorizia, alla casa di riposo “Angelo Culot” di Lucinico e all’Istituto dei Padri Trinitari. Partiti al mattino da Casa Rossa a Gorizia, circa 200 centauri, dopo alcune tappe a S. Floriano,






Capriva e Cormons, sono arrivati a Medea. Scortati dalla polizia, sono entrati all’Istituto dei Padri Trinitari, accolti entusiasticamente dagli ospiti e dagli operatori presenti. Scesi dalle moto, sono stati accolti nella sala polifunzionale dell’Istituto Padri Trinitari, dove si è esibito il coro “Monte Sabotino” del CAI di Gorizia. La presenza della polizia era dovuta in realtà a un’ulteriore, importante iniziativa della giornata, voluta da Rebecca, o meglio dalla mamma di Rebecca, che gestisce la pagina facebook “Rebecca’s Life”, amica di Stefano Lorusso, con la collaborazione del comandante della Polizia Stradale Dario Russo. Rebecca è una bambina affetta da una malattia rara chiamata epidemolisi bollosa, malattia che rende la pelle e le mucose fragili come ali di farfalla. I bambini affetti da questa patologia sono infatti chiamati “bambini farfalla”. La carovana dei Babbi Natale ha così attivato una raccolta fondi, da destinare all’associazione “Le ali di Camilla” che promuove la ricerca del centro di medicina rigenerativa “Stefano Ferrari” dell’università di Modena e Reggio Emilia, rivolto alla cura dei bambini farfalla e altre patologie epiteliali. Il ricavato è stato donato alla mamma di Rebecca dal comandante Dario Russo in una bella cerimonia tenuta nella stessa sala polifunzionale, dopo l’esibizione del coro “Monte Sabotino”. La giornata si è poi conclusa in allegria, con un lauto rinfresco, allestito dall’Istituto Padri Trinitari nell’area verde adiacente al municipio di Medea. Nelle parole di saluto del sindaco di Medea Igor Godeas e del rappresentante dell’istituto è stato sottolineata la forte gratitudine della comunità e degli ospiti del nostro centro nei confronti di questo generoso gruppo di motociclisti, che ogni anno dedica tempo a organizzare e rendere sempre migliore un’iniziativa così bella e importante. Con l’augurio, naturalmente, di rivederci il prossimo Natale, ancora più numerosi.
Grazie, amici bikers!






Un dolce appuntamento caratterizza il Natale per l’Istituto dei Padri Trinitari.
È la famosa “torta del sindaco”.
Il sindaco di Medea, infatti, la mattina del giorno di Natale viene a fare gli auguri nel nostro centro, portando con sé una bellissima torta.
È inutile dire che si tratta di un momento molto atteso da tutti gli ospiti.
Così, anche quest’anno, si è rinnovata la tradizione. Il sindaco Igor Godeas, insieme alla vicesindaca Elisa Berlasso e all’assessora Raffaella Cantarutti, sono arrivati con il dolce
dono. Tutti naturalmente, hanno gradito molto la visita. Bisogna però precisare che, al netto del dono, la visita sarebbe stata comunque gradita, perché Igor, Elisa e Raffaella sono persone molto vicine ai “ragazzi” del centro, e c’è un legame di affetto reciproco di lunga data. La loro presenza, quindi, ha un valore che va ben oltre il regalo, rappresenta la vicinanza e l’affetto di tutta la comunità di Medea, che ha sempre accolto gli ospiti del centro come persone di famiglia, anche con rapporti di amicizia che durano da molti anni.


Il 28 dicembre, nella sala polifunzionale del nostro istituto, abbiamo ammirato la performance di Manuela Castello. L’artista goriziana è un’educatrice con grandissima esperienza nell’animazione. Ha portato a Medea il suo spettacolo, celebre per la varietà delle proposte e soprattutto per le sue “bolle di sapone giganti”. Queste ultime rappresentano forse la parte più originale dello spettacolo. Grazie a una tecnica raffinata e moltissima abilità, le “bolle giganti” offrono uno spettacolo sorprendente, che lascia a bocca aperta il pubblico. Anche nostri “ragazzi” sono rimasti affascinati dalla performance, presi dalla magia delle bolle cangianti che si libravano nell’aria sfidando le leggi della fisica per le loro dimensioni e la loro fragilità. Una magia per sua natura effimera, ma che, per qualche istante, sembra concretizzare nella realtà la materia di cui sono fatti i sogni. Oltre alle bolle, ci sono stati altri momenti molto divertenti di gioco, con la partecipazione degli ospiti dell’istituto, come il telo colorato e il cosiddetto “truccabimbi”, che, in realtà, in questo caso è diventato un “truccagrandi”... non meno divertente, però! Un bellissimo pomeriggio, che auspichiamo di ripetere in altre occasioni. Vogliamo concludere con i versi di Antonio Machado: E tutto si perdeva nel ricordo, come una bolla di sapone al vento.



Il giorno dopo, il 29 dicembre, è arrivato un altro graditissimo ospite, il Mago Mark. Il giovane - ma già molto noto, con numerosi spettacoli al suo attivo - prestigiatore e animatore ha allietato e sorpreso il pubblico presente con numerosi giochi. Di fatto, è poco utile descrivere i vari numeri. Essi sono da gustare nel momento in cui vengono realizzati, con quel tipico effetto straniante che causano nei partecipanti. Così, anche se li abbiamo visti altre volte, continuano a stupirci. L’abilità del mago, infatti, è quella di essere anche un bravo intrattenitore, uno “show-man” a tutto tondo. Questo rende ogni gioco unico e sorprendente. Il mago Mark è proprio questo. Un bravo animatore, un allegro uomo di spettacolo che sa divertire e, divertendoci, ci distrae al punto giusto per realizzare le sue magie. E noi ci cadiamo ogni volta, chiedendoci: “ma come ha fatto?”. La sua bravura, comunque, sta anche nel coinvolgere direttamente il pubblico. Ha infatti chiamato sul palco numerosi partecipanti, facendosi aiutare, di volta in volta, nella realizzazione del pezzo. Tutti sono stati felici di “dare una mano” al mago, rispondendo volentieri alle sue richieste. Alla fine, un grande applauso ha sottolineato il successo del suo spettacolo. Un altro pomeriggio delle feste trascorso in modo lieto e spensierato, come si addice a questo periodo dell’anno.





Il 4 gennaio un gruppo di ospiti ha fatto una gita al mare. Sembra un po’ strano, andare al mare in gennaio, ma, in questo caso, ne è valsa sicuramente la pena. Il gruppo, infatti, ha avuto la possibilità di visitare il villaggio natalizio allestito a Caorle, dal nome “Caorle Christmas time”. La gita è stata bellissima, anche perché Caorle è stata per molti anni la meta delle vacanze estive. Un gradito ritor-

no, dunque, anche se fuori stagione. Ma il divertimento non è mancato, tra bancarelle natalizie, foto sotto l’altissimo albero di Natale e un’immancabile passeggiata sul lungomare, fino alla celebre chiesetta della Madonna dell’Angelo che, insieme al campanile tondo e un po’ pendente, è il simbolo di Caorle. E poi, per finire in bellezza, il pranzo in pizzeria, prima del rientro e... in attesa dell’estate!

La Befana vien di notte, ma non solo. Quest’anno, infatti, è arrivata al pomeriggio del 5 gennaio. Evidentemente la vecchina è partita in anticipo, perché (forse per l’età?) aveva bisogno di più tempo per passare da tutti bambini del mondo; e non solo dai bambini, visto che lei è generosa con tutti, anche con chi bambino non è più ma conserva dentro sé la bontà e lo spirito giocoso dell’infanzia. Così è arrivata a Medea e si è fermata per un po’ tra i nostri “ragazzi”, quali hanno accolto la vecchina con grande gioia e curiosità. Lei, da parte sua, è stata felice di rivederli, portando la sua solita allegria e dolcezza. Aveva con sé infatti il suo famoso sacco, pieno di doni per tutti quelli che si erano comportati bene durante l’anno. Naturalmente, nel sacco c’era anche il carbone, per chi aveva fatto qualche marachella di troppo. Ma c’è da dire, con grande sollievo che non l’ha tirato fuori, donando solo dolciumi a tutti.
Per quest’anno, quindi, tutti promossi dalla Befana! Poi è ripartita, per fare il suo dovere, non senza essersi raccomandata di continuare così. Grazie Befana!







È stata un’altra serata molto allegra, come sempre succede quando Lions di Gradisca-Cormons organizzano la “pizzata” per i nostri ospiti. così, venerdì 2 febbraio 2024, un gruppo di “rappresentanti” dell’istituto si è recato alla pizzeria Bella Napoli di Gradisca d’Isonzo, per incontrare gli amici Lions, che, come già detto più volte, sono sempre vicini ai “ragazzi” dell’istituto di Medea. La serata è trascorsa serenamente, tra chiacchere e sorrisi, con il nostro PR Antonello in gran forma, sempre pronto alla battuta e alla risata, un vero “mattatore” dell’allegra brigata. La pizza, poi, si è dimostrata all’altezza, essendo grande e ottima. Per finire, un bel dolcetto... per coronare degnamente un incontro che, a dispetto degli anni che passano, costituisce sempre un momento gioviale e frizzante, pieno di energia positiva. Diciamolo pure: gli amici si vedono nel momento del bisogno, ma si vedono anche nella felicità di un incontro. Per questo, grazie, amici Lions!









Per fortuna che, una volta all’anno, c’è carnevale! Questa festa è molto importante, in barba alla sua apparente frivolezza. Come abbiamo scritto qualche numero fa, carnevale è una cosa seria. Perché scherzare è una cosa seria. È liberatorio ridere, soprattutto di se stessi. È salutare prendere la vita con ironia. Questo ci insegna carnevale. Le immagini della festa di martedì grasso lo dimostrano. Tutti si divertono togliendo la maschera della vita quotidiana e mostrando il proprio lato allegro. Indossando la maschera di carnevale, abbiamo il coraggio di essere sinceri...


E così, anche tu Igor, amico mio, sei tornato a casa. In modo inaspettato sei volato nel cielo più azzurro. Amico... sì, amico. Quando due persone si conoscono da quasi vent’anni ed hanno quasi la stessa età, il rapporto si trasforma inevitabilmente in un’amicizia “speciale”, costruita nel tempo con tante cose fatte insieme e nutrita di rispetto e affetto. Per questo, è difficile per me parlare di te in questa circostanza, piombata come una valanga improvvisa e crudele. Però proprio adesso è importante ricordarti com’eri veramente, quanta bellezza avevi nel cuore. Una bellezza che mascheravi sempre, con quell’aria che io avevo definito da “simpatico furfante”, con quel fare un po’ furbetto, un po’ istrionico, dotato di una gran dose di simpatia e una parlantina sciolta, spesso usata per scansare il più possibile ogni fatica eccessiva. Quanti ricordi, quanti momenti di vita tornano alla memoria. Tra tanti, ripenso con affetto a quando ti portavo a Gorizia, dalla tua amata sorella. Lei ci accoglieva con lo strudel e il caffè. E tu – che mi conoscevi bene – all’andata mi dicevi: “tranquilo Alessio, ghe digo mi a mia sorela che te daghi tanto strucolo”! Ma, come dicevo, il tuo modo di essere te l’eri costruito per proteggere un’anima buona e sensibile. Una maschera per coprire la sofferenza che la vita purtroppo ti aveva riservato. Solo in rari momenti si rivelava, aprivi il tuo cuore, mostrando la tua interiorità. In quei momenti scoprivo che la sostanza della tua anima, la tua parte più vera era la poesia. E non è un caso che proprio nel laboratorio di poesia, che si teneva qualche anno fa, eri riuscito a esprimere te stesso, in un modo inaspettato e sorprendente, dimostrando un vero talento. Perciò desidero concludere questo ricordo con una tua poesia, pubblicata in un libro realizzato nel 2013 insieme agli altri poeti del laboratorio poetico di Medea.
Mi svegliai
quando c’era ancora la notte sentii un grande freddo dentro al cuore, la notte era un’eternità.
Mi svegliai nel mio letto caldo e fuori un cielo talmente bello e pieno di stelle che brillavano luna nel cielo rispecchiava con la sua luce dava vita ai giorni miei.
Poi di passo in passo un nuovo giorno sentii dentro al mio cuore.
Il sole entrò nella mia stanza con suoi raggi mi entrò una nuova vita un giorno di felicità
Le campane suonavano un nuovo giorno cominciava
Ciao Igor, vola libero adesso nel cielo più azzurro che c’è. ciao, amico mio Alessio Pettarin


Buongiorno dal vostro MeteoMario, come state? Tutto bene spero! Volete sapere del tempo? l’estate 2023 è stata apocalittica. Ha fatto molto caldo torrido e afoso, con tanta pioggia e tanti temporali violenti e fortissime grandinate, con chicchi grrossi come sassi e danni enormi sul Friuli Venezia Giulia. La più colpita è stata la zona di Mortegliano, dove la grandinata del 24 luglio ha fatto 170 milioni di danni e distrutto i raccolti. L’autunno 2023 è stato caldo fino a tutto ottobre, con temperature sempre molto alte. A novembre livelli termici erano attorno alla norma, dicembre invece è stato ancora molto caldo. Dal 19 ottobre per venti giorni ci sono state forti piogge. Nei giorni 2 e 3 novembre le piogge sono state accompagnate da libeccio con venti intorno ai 100 km/h, che hanno provocato danni in tutta la costa. L’inverno 2023/24 è stato il più caldo di sempre. Lo provano i dati raccolti. A febbraio 2024, per esempio, la temperatura media è stata 3 gradi in più rispetto ai precedenti. Alcuni climatologi sostengono che la causa sia il fenomeno del Niño. Ma l’aumento termico globale è legato anche all’anidride carbonica in atmosfera. E cambiamenti climatici? Forse non è del tutto vero. Per esempio le stagioni ci sono ancora e la piovosità media è rimasta la stessa. Potrebbe essere un fenoeno ciclico e tra un po’ di anni il clima tornerà come prima. Gli esperti possono anche loro fare un errore... Chissà!
In primavera, marzo è stato un mese molto piovoso e con temperature da primavera inoltrata, mentre ad aprile è tornato il freddo. Come sarà l’estate? Sembra che sarà in linea con gli anni precedenti: temperature oltre la media già da Giugno, a causa probabilmente del famigerato anticiclone africano che potrebbe provocare ondata di caldo. Fino a pochi anni fa c’era la più mite alta pressione delle Azzorre (di origine oceanica). Ultimamente, invece, c’è un sempre maggior afflusso di masse d’aria dal Nord Africa, che sono responsabili delle ondate di calore più forti e persistenti. A rendere più insopportabile il caldo sarà l’afa, perché le masse d’aria dall’Africa si arricchiscono di umidità passando sul mare.
Cambiamo però argomento. Simona e Fabio hanno trovato un bel gattino che si chiama Leo. È molto grazioso, simpatico e coccolone. Abbiamo altri due gatti che si chiamano Odo e Bea. Leo gioca sempre con me, è bravissimo e sta sempre nella mia casetta di legno. Ha fatto tanti progressi e tutti gli vogliono bene. Altra cosa, io sono sempre appassionato dei fiori, delle piante e dell’orto. Metto i pomodori e i cetrioli ogni anno, anche quest’anno mi sto dedicando a questa bella attività e vi racconterò come è andata.
Bene con questo, per adesso è tutto. Vi ringrazio e ci sentiamo sul prossimo giornalino!
