Il Cerchio - Rivista dell’Istituto dei Padri Trinitari di Medea
55 primavera 2020
Redazione: Padre Rocco Cosi, Alessio Pettarin, Marina Zonch
Impaginazione: Alessio Pettarin
Collaboratori: tutti i partecipanti al laboratorio di redazione del giornale
Fotografie: Fabio Gerussi
Stampa: Poligrafiche S. Marco - Cormons
Sommario
Andrà tutto bene
Bentornati sulle nostre pagine. Anche questa volta vogliamo portare le notizie e gli avvenimenti dell’Istituto Padri Trinitari ma, purtroppo, non è possibile prescindere da quanto sta accadendo in Italia e nel mondo. Il nostro lavoro consiste essenzialmente nel garantire agli ospiti una quotidianità il più possibile “normale”. Questo è quanto gli operatori e tutto il personale sta cercando di fare anche in momenti così bui. Se però ci stacchiamo dall’urgenza dei fatti che ci travolgono ogni giorno, possiamo cogliere alcuni aspetti importanti della situazione. Sta avvenendo un fatto storico enorme, mai accaduto prima. Il mondo si è fermato. Questo è un evento che avrà molte conseguenze; forse nulla sarà più come prima. “Questa epidemia ha messo in luce come siamo tutti interconnessi” (Ilaria Capua, virologa). Questa evidenza sembrava ieri argomento da filosofi, da ambientalisti o da utenti Facebook. Oggi, tragicamente, abbiamo capito la vera portata di questo fatto. Si chiedeva già nel 1979 lo scienziato Edward Lorenz: “Può un battito d’ali di una farfalla in Brasile scatenare un tornado in Texas?”. La globalizzazione e la digitalizzazione ci hanno abituato a un mondo “interconnesso”, ma non eravamo consapevoli che “il lato oscuro della forza” è tra noi. Esiste un deep web, ma esistono anche equilibri in natura che ci sono ancora ignoti. Così, il battito d’ali d’un pipistrello ha fermato il mondo. Questo fatto ha però un corollario molto importante. Le azioni di ognuno di noi influiscono sulla vita di tutti. Arriva, da ogni parte, un forte richiamo alla responsabilità individuale. Scopriamo, in un attimo, la verità, a lungo nascosta: ogni individuo ha il potere di decidere le sorti del mondo. Solo con questa presa di coscienza può iniziare una nuova pagina della storia umana. Il nostro ambiente di vita deve essere controllato da ogni singola persona, attivamente e responsabilmente. Riecheggia il messaggio di Elinor Ostrom, politologa e premio Nobel per l’economia, a lungo ignorato o sottovalutato (o, peggio, strumentalizzato). Non bastano più la proprietà pubblica o privata dei beni. Esiste una terza via. Ci sono “beni comuni”, come l’aria, l’acqua, l’ambiente, che sono (dovrebbero essere) di proprietà collettiva e gestiti dalla comunità, cioè da tutti. Il valore fondante di questa visione è la vita. Questo è il punto. La vita è complessa, non può essere dominata, deve essere rispettata. Gesù ci ha insegnato che Dio è in mezzo a noi. Dove gli uomini si incontrano in Suo nome, Lui è lì. Questa è la via. Il rispetto della vita è rispetto della vita dell’altro; è nello sguardo del fratello che ci chiede aiuto, è nella mano tesa a chi ha bisogno. I medici, le infermiere e gli infermieri impegnati in questa emergenza ci stanno oggi mostrando la strada. Anche noi, con i nostri ospiti, siamo chiamati a seguirla sempre, guidati dalla nostra Stella Polare, che è la vita. Siamo l’equipaggio di una nave chiamata Terra, in viaggio nell’universo ignoto. L’unica forza che abbiamo è la solidarietà, la collaborazione, la responsabilità, la cooperazione. Oggi, e ancor più domani, forse queste non saranno più solo parole. Andrà tutto bene.
Tutti i colori dell’autunno
Dopo una calda estate, passata in relax all’aperto, all’ombra rinfrescante del grande tiglio nel giardino, a settembre gradualmente sono tornate le attività. L’autunno è la stagione del ritorno. Quando l’aria diventa più fresca, i colori si scaldano; rosso, giallo, arancio sono le tonalità dominanti, quasi a sottolineare un abbraccio, come quando chi è stato via ritorna a casa. Proprio questa è la bellezza dell’autunno, la stagione dei sentimenti, del calore familiare. Tutto questo vale anche in una comunità come quella dell’Istituto dei Padri Trinitari. Quest’anno, a dir la verità, ci ha tenuto compagnia durante l’estate (e lo farà anche nelle prossime stagioni!) un gruppo di amici, i quali hanno continuato senza sosta le loro attività. I muratori e gli operai che ristrutturano
Villa S. Maria della Pace sono ormai parte della comunità. Giorno dopo giorno il loro lavoro prende forma. Si vedono già nuovi ambienti, oltre le transenne che delimitano le zone ope-
rative. Ancora qualche mese e la trasformazione sarà compiuta.
Tra i “colori” dell’autunno c’è anche la ripresa delle attività. La vita quotidiana diventa più movimentata, riprendono i laboratori, si pensa a nuovi progetti. ma arrivano anche altre occasioni d’incontro e di festa. Poi arriverà l’inverno, porterà le feste, l’anno nuovo. Intanto, però, è bello godersi questa stagione, viverla senza pensare a ciò che verrà. Purtroppo però, siamo troppo abituati a considerare questi mesi come un mero periodo di passaggio, quasi un tempo vuoto tra l’estate e Natale. Questo avviene anche tra i nostri ospiti. I media fomentano questa sensazione, iniziando a pubblicizzare panettoni e regali già a ottobre. Sarebbe bello riprenderci questo tempo, vivere la bellezza della luce radente dei tramonti, la colorata confusione delle fiere, il rumore delle foglie secche, il sapore delle castagne. Tutti i colori dell’autunno.
Un pomeriggio pieno di...
Dal 26 al 29 settembre 2019 si è tenuta a Gorizia la 16a edizione di “Gusti di Frontiera”, la famosa kermesse enogastronomica, la più grande del triveneto. Questa manifestazione non ha certo bisogno di presentazioni; divisa in “borghi”, vanta la partecipazione di più di 50 nazioni, 400 stand e un “pubblico” di ben 900000 persone che hanno visitato Gorizia in quei giorni. Anche un gruppo di nostri buongustai ha deciso di affrontare la ressa e gustare qualche prelibatezza offerta nei vari borghi nazionali. Così, il venerdì pomeriggio, accompagnati da Ilaria e Alessia, i nostri hanno girato tra gli stand e, con molta difficoltà, vista la vastità dell'offerta, hanno scelto di “visitare” la Francia. Scelta molto oculata, dato che questa nazione è famosa per la sua pasticceria. Così la fortunata delegazione di Medea ha potuto apprezzare alcune specialità dei nostri “cugini” d'oltralpe, in un clima di divertimento e spensieratezza.
In alto: Due momenti della visita a Gusti; A fianco un goloso stand della Francia
L’esibizione della band “Anima e Corde”
Giovani amici in concerto
Il 26 ottobre 2019 abbiamo avuto una graditissima visita: il gruppo musicale “Anima e Corde” di Cervignano. “Anima e Corde" è un progetto degli insegnanti Serena Finatti (canto) e Andrea Varnier (chitarra) che mira a far suonare insieme gli allievi dei rispettivi corsi, colla-
borando anche con altre scuole di musica e realtà del territorio, per far sì che l'esibizione risulti un vero e proprio concerto e non un semplice “saggio”. L'idea ha preso vita nel 2018, e culmina annualmente nel concerto di fine maggio, una serata di musica e condivisione per gli allievi e non solo. Anche tra i nostri ospiti la musica è sempre molto apprezzata, ed è un momento di socializzazione. Perciò gli ospiti presenti hanno apprezzato tantissimo il concerto, si sono divertiti e hanno partecipato “attivamente” alla proposta musicale, composta da una vasta selezione di famosi brani moderni. Ma, al di là della musica, i ragazzi della band hanno saputo trasmettere una notevole carica di entusiasmo e passione, grazie alla quale si è creato un clima allegro e coinvolgente. Alla fine, gli applausi scroscianti del pubblico hanno decretato il successo di questo evento e sottolineato la bravura dei musicisti e dei loro insegnanti.
Bentornati Claun!
Un appuntamento molto amato dagli ospiti dell’Istituto è quello con i clown, o meglio con i “claun”, come loro si definiscono. Dopo la pausa estiva sono tornati a trovarci il 27 ottobre e il 29 dicembre. Il gruppo, lo ricordiamo, si chiama VIP Unduetre Claun, e fa parte della federazione nazionale VIPviviamo in positivo. Anche questa volta hanno proposto la loro formula ormai collaudata di intrattenimento. Gli ospiti sono stati coinvolti in vari giochi e “performances” molto divertenti, con musica e balli. I due pomeriggi sono trascorsi in allegria, tutti i presenti hanno voluto partecipare, trascinati dall’energia degli animatori. Molto apprezzati sono i personaggi creati con i palloncini gonfiabili, il trenino e il gioco del grande telo colorato, dove ognuno può improvvisare il suo movimento, la sua posizione, liberando la fantasia. E, per ultimo, il “gran finale” con la merenda, che, per l’occasione, è particolarmente ricca e appetitosa. Di nuovo, grazie Claun!
È tempo di fiere!
L’autunno è tradizionalmente tempo di fiere. In epoche passate, con la fine della stagione agricola, dopo il ringraziamento e prima di Natale, ogni città aveva la sua fiera. La tradizione è arrivata fino a noi. Nel nostro territorio ce ne sono due importanti e attese: S. Elisabetta a Romans d’Isonzo e S. Andrea a Gorizia. Anche quest’anno i nostri ospiti hanno potuto visitarle. In particolare, il 16 novembre, Alessandro M., Sergio, Gabriele e Alessandro S. hanno fatto visita alla fiera di Romans, gustando una deliziosa frittella e assaporando la festosa atmosfera del paese invaso da giostre e bancarelle.
Poi, il 29 novembre, accompagnati da Chiara, Antonello, Maurizio N., Maurizio D.B., e Mauro si sono recati alla fiera di S. Andrea a Gorizia. Qui giunti, con molta sorpresa hanno assistito alla cerimonia dell’accensione delle luminarie
natalizie e dell’albero di Natale in Piazza Vittoria da parte del Sindaco, Rodolfo Ziberna e la partecipazione della fanfara della Brigata Pozzuolo. Con questo evento ha preso il via il calendario del Dicembre goriziano. Dopo aver assistito a questa manifestazione e dopo una bella passeggiata tra le moltissime bancarelle, il gruppo ha fatto sosta presso un chiosco gastronomico, per chiudere in bellezza con un grande panino.
Leonardo da Vinci
Alla scoperta di un genio
A 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, lo abbiamo celebrato con un laboratorio e una visita alla mostra “Le macchine di Leonardo” a Gorizia
Per questo progetto ho pensato ad un artista che esprimesse il suo sapere in diversi campi e che impersonasse l’Italia... chi meglio di Leonardo Da Vinci!
Attraverso letture e visione di documentari, assieme a Luca, Enzo e Denis, abbiamo ripercorso i momenti, le opere e le invenzioni di questo personaggio che ha dato un importante contributo (se non fondamentale) alla cultura. In pochi passaggi abbiamo tracciato la sua vita e accanto a questa, parlato delle sue opere più importanti come “La Gioconda”. I ragazzi hanno espresso un particolare interesse per la parte artistica di Leonardo, dato che anche la loro passione per i ritratti ed hanno cercato di riprodurre la loro versione della Monna Lisa. Abbiamo scoperto che Leonardo si recò nella vicina Gradisca d’Isonzo, su commissione di alcuni nobili, per costruire le mura e
In alto: Una macchina di Leonardo; A fianco il famoso paracadute; Sotto: foto di gruppo
per progettare una difesa militare sfruttando anche la presenza del fiume Isonzo. Inoltre, abbiamo avuto la possibilità di vedere la riproduzione di alcune delle sue invenzioni più famose (il paracadute per esempio) alla mostra “Le macchine di Leonardo” organizzata dal Kulturni Dom di Gorizia, alla quale abbiamo partecipato assieme ad altri ragazzi del nostro Istituto il 27 novembre 2019. la mostra è stata curata dal Museo “Leonardo da Vinci” di Firenze ed è composta dalla riproduzione, con materiali dell’epoca, dei modelli di Leonardo, sulla base dei suoi disegni. In aula poi i ragazzi hanno ripercorso tutto l’itinerario fatto creando dei cartelloni in modo che tutti potessero vedere il nostro progetto e anche per avere un ricordo di quest’esperienza.
Chiara Lodatti
Ed è già Natale...
Le festività natalizie, oltre ad essere un momento molto atteso, hanno anche un’incidenza nel nostro senso del tempo. Ogni anno infatti, un’affermazione tipica, pronunciata con un filo d’ansia, è: “siamo già a Natale!” Questo periodo segna infatti un momento di pausa nel correre frenetico della nostra quotidianità, un momento che dovrebbe essere anche di ascolto e riflessione sulla nostra vita. Inevitabilmente, ci si rende conto del correre veloce del tempo. Un brivido di sottile angoscia accompagna questo pensiero, che cerchiamo in tutti i modi di scacciare con la strategia dello struzzo: mettiamo la testa sotto la solita sabbia fatta di impegni frenetici, come quelli che caratterizzano la quotidianità, con la differenza che adesso sono impegni “festivi”: la corsa ai regali, i preparativi per pranzi e cene, l’organizzazione di rimpatriate tra amici, colleghi, familiari. Tutto questo “mondo simbolico” ci distoglie, come direbbe Lacan, dall’irruzione del reale, che è essenzialmente il nostro essere gettati nella vita per un breve lasso di tempo, un attimo nel quale, parafrasando Quasimodo, siamo trafitti da un raggio di sole, ed è subito sera. Il messaggio di Gesù è chiaro: nato in una grotta, o in una capanna, o in una stalla: veramente “gettato” nella vita, come siamo tutti. Ma Lui ci ha dimostrato e insegnato come si può riscattare la precarietà dell’esistere avendo sempre presente che siamo figli di Dio, venuti al mondo per sua volontà. Dobbiamo onorare il Suo dono, ringraziare di essere al mondo, coltivare e realizzare le nostre capacità e i talenti che abbiamo ricevuto. Questo dovrebbe essere il senso genuino del Natale.
Una pausa di riflessione su ciò che è veramente importante. In inverno si potano le viti e, come dice il Vangelo, Dio ci aiuta a potare i rami inutili perché possiamo poi, in primavera, produrre i nostri frutti migliori. In questo senso il Natale è legato strettamente alla Pasqua. Ma tornare alla profondità di questi eventi è, nel mondo di oggi, estremamente difficile. Siamo bombardati da messaggi che inneggiano al consumo come unico modo di fare festa. In ottobre iniziano le pubblicità natalizie, come se tra la fine dell’estate e Natale non ci fosse nulla. E, in senso commerciale, è anche vero (infatti, per motivi di mercato è stata introdotta la festa di “Halloween”). Così, seguendo passivamente questo flusso di informazioni distorte, seguendo solo soldi, carriere e chimere, perdiamo di vista l’unica cosa importante: che siamo vivi e che esistiamo per un tempo breve che non andrebbe sprecato. Come tornare a Dio? Egli stesso ci dice come tornare, o meglio come “restare in Lui”: “Lasciate che i bambini vengano a me” (Marco 10, 13 – 16). I bambini, i piccoli, che sono anche le persone indifese, fragili, in difficoltà. Ecco la fortuna di chi opera nelle strutture come l’Istituto dei Padri Trinitari. Il contatto con persone semplici, con persone che mantengono l’innocenza dei bambini, ci avvicina a Dio, il rapporto con loro ci restituisce il senso della nostra esistenza. Ogni sorriso, ogni carezza, ogni sguardo è un passo verso l’essenza della vita. Ogni loro parola ci dice: Buon Natale!
Alessio Pettarin
Le
numerose iniziative per
le feste natalizie a Cormòns Giocolieri, trampolieri & co.
Durante il periodo natalizio gli ospiti dell’Istituto hanno partecipato a numerosi eventi organizzati nel circondario. Cormons in particolare ha tradizionalmente un programma natalizio molto ricco. Anche quest’anno, grazie all’associazione Cuormons e al patrocinio del comune, ci sono stati moltissimi appuntamenti. Sabato 14 dicembre era in cartellone un pomeriggio di divertimento con spettacolo di marionette, trampolieri e sputafuoco, allietato (e riscaldato!) dalla castagnata con cioccolata e vin brulè. All’appuntamento non è mancato un gruppo di impavidi ospiti dell’Istituto, che ha sfidato il freddo pungente per assistere allo spettacolo e - non meno importante! - degustare una buona cioccolata calda. Così, nel primo pomeriggio, Gabriele, Maurizio & Mauri-
zio, Antonello, Antonio e Alessandro sono partiti con entusiasmo alla volta di Cormons. Solo quando sono arrivati a destinazione, hanno realizzato che, effettivamente, il freddo si faceva sentire con una certa intensità! Lo spettacolo era comunque molto bello, le esibizioni di giocolieri e trampolieri e sputafuoco erano divertenti e i nostri hanno assistito con meraviglia alle prodezze degli artisti.
Poi, come già detto, oltre agli spettacoli si sono deliziati il palato con cioccolata calda e castagne. Terminati gli spettacoli, obbligatorio un giretto di “shopping” presso il villaggio di Natale, grazie all’allestimento di 11 casette di legno con tanti oggetti artigianali per i regali. Non è mancata, naturalmente, la tradizionale foto di gruppo, che i nostri ragazzi hanno voluto realizzare posando con gli altissimi trampolieri e i loro meravigliosi costumi.
Ilaria Pezzolato
foto di gruppo con una graziosa fata trampoliere
Il concerto di Natale a Medea
Al cinema con la Fil(m)armonica
L’orchestra “Fil(m)armonica” è un’istituzione molto nota e apprezzata ed ha sede a Mossa (Gorizia). L’Associazione Musicale Culturale “Fil(m)armonica” è nata infatti nel 2007 nel contesto della Scuola di Musica Comunale di Mossa. La decisione di formare un gruppo musicale con gli allievi più avanzati e la scelta di un repertorio composto da colonne sonore di film famosi ha portato a un successo immediato e duraturo. L’organico, che era inizialmente di 15 elementi, ha raggiunto gli attuali 30/35 elementi. Maestro “storico”, direttore e fondatore dell’orchestra è Fabio Persoglia. Il gruppo attualmente può contare sulla partecipazione fissa della soprano goriziana Daniela Donaggio, del coro giovanile “Arcobaleno” di Mossa e di un presentatore “ufficiale”, Leonardo Tognon. Il concerto di Natale a Medea si è tenu-
to il 14 dicembre, nella Sala Polifunzionale “S. Giovanni de Matha”, alla presenza del sindaco di Medea Igor Godeas e degli ospiti dell’istituto. Il concerto, chiamato “Natale in musica” comprendeva naturalmente molti pezzi famosi tratti da colonne sonore. La magia della musica di film si è ripetuta, facendo navigare con la fantasia il pubblico presente e creando un’atmosfera incantata e molto natalizia. L’indiscussa bravura della soprano Daniela Donaggio ha aggiunto meraviglia, in particolare quando, a sorpresa, ha cantato le musiche di “Mary Poppins”, nel costume della celebre baby sitter, con il famoso ombrellino. Lo spettacolo è stato bellissimo, sicuramente l’augurio migliore per le feste ormai prossime.
Un altro grande spettacolo a Cormòns
Che bravi gli sbandieratori!
Un altro bel momento di festa a Cormons è stato quello di domenica 15 dicembre, quando nel pomeriggio si sono esibiti gli sbandieratori di Palmanova. Il gruppo "Sbandieratori di Palmanova - Giullari di strada" è composto da giovani che hanno la finalità di ricreare il clima che si viveva durante le fiere tra medioevo e rinascimento. I loro strumenti sono palline, clave, Kiwido, cerchi, trampoli, acrobazie e attrezzi di fuoco. Allo stesso tempo il gruppo offre una ricostruzione fedele dei giochi della bandiera, dimostrando le proprie abilità in quest'arte insegnata dai Maestri della città fortezza di Palmanova. Ogni spettacolo è accompagnato dal ritmo dei tamburi, e dal suono delle chiarine (le caratteristiche trombe naturali, cioè senza pisto-
foto di gruppo insieme ai “Claun”
ni, lunghe e strette, che accompagnano sempre queste manifestazioni), che donano un tono solenne ma festoso alla scena. Da Medea sono partiti Mauro, Maurizio & Maurizio, Enzo, Antonello. Arrivati a Cormons, per una fortunata coincidenza, il gruppetto ha avuto la sorpresa di incontrare... i claun! Infatti, alcuni componenti dell'associazione “Unduetre... claun” erano a Cormons, anche se non “in servizio”. Dopo gli usuali festosi saluti e la foto di rito, tutti insieme hanno gustato lo spettacolo degli sbandieratori. È stato veramente emozionante vedere tante bandiere colorate svettare nel cielo. Il grigio e il buio dell'inverno hanno lasciato, per un momento, il posto ai colori della primavera .
Una festa ricca di calore ed emozioni
Natale Insieme
Anche quest'anno la festa di Natale si è tenuta il 17 dicembre, giorno in cui si commemora S. Giovanni de Matha, il fondatore dell'ordine dei Padri Trinitari. La festa, pur essendo molto sentita e attesa, non ha potuto, quest'anno, comprendere il tradizionale pranzo, a causa dei lavori in corso con la presenza di impalcature e operai al lavoro. La giornata è iniziata alle 15.00 con l'accoglienza degli ospiti. È seguita alle 15.30 la S. Messa, celebrata da Padre Rocco con il parroco di Medea, don Federico Basso. La celebrazione è stata accompagnata dalla musica delle chitarre di Monica Morandi e Salvatore Marzà e dai canti corali. Qui è doveroso aprire un breve inciso. Infatti nelle settimane precedenti la festa, è stato organizzato un vero e proprio coro degli ospiti di Villa S. Maria della Pace. Le prove si sono tenute quasi quotidianamente, magistralmente dirette dalle operatrici Monica Morandi e Joel Chebeir, la quale ha messo a disposizione il suo talento e la sua preparazione di cantante; coadiuvate dall'altro musicista del gruppo, Salvatore e da molti altri operatori che hanno partecipato con entusiasmo all'iniziativa. Il coro ha preparato un repertorio di canti per la S.
Messa. Il lavoro è stato impegnativo ma ha dato ottimi frutti. Alla fine, il debutto è stato un successo; il gruppo ha accompagnato la celebrazione con entusiasmo, creando un clima di allegria e serenità veramente... natalizio. Da più parti è arrivato l'auspicio che il coro continui nel suo operato anche per altre occasioni! L’ultimo canto della S. Messa ha riservato a tutti una bella sorpresa. Infatti il coro ha intonato “Resta con noi” accompagnato al pianoforte da Padre Rocco, che, per la prima volta a Medea, ha voluto riprendere la sua attività di musicista. La celebrazione è finita così in modo intenso e gioioso.
È seguito il momento dei saluti. Padre Rocco ha fatto gli onori di casa. Nelle sue parole ha ricordato che tutti coloro i quali operano nelle
realtà come la nostra hanno il compito - e la missione - di farsi “prossimo del prossimo, amico dell'amico, vicino del vicino.” Con questa grande gioia - ha continuato Padre Rocconella solennità di S. Giovanni de Matha, bisogna lasciare che il Signore, attraverso la Santissima Trinità, infonda a chi opera la grazia di essere felice e vicino agli altri, per ciò di cui hanno bisogno. Ogni giorno questa struttura è una “palestra” per vivere questa missione. Ma non è la palestra come la intendiamo comunemente e che anche noi abbiamo in struttura; si tratta bensì di una palestra di vita. Allora dobbiamo “vivere” questa palestra quotidianamente; viverla nel senso di essere vicino a coloro che ci chiamano, di essere prossimo tra i prossimi. Quindi il Rettore ha rivolto a tutti gli auguri di Natale: che sia veramente una festa di vicinanza, tutti insieme, fratelli tra fratelli e amici tra amici, con la gioia di donarsi a coloro che hanno bisogno di noi; che sia una festa di sincerità, trasparenza, serenità. Gesù Bambino, nato in una grotta di Betlemme, con le sue braccia aperte al mondo, ci dona la gioia di donarci.
Il secondo intervento è stato quello del sindaco di Medea Igor Godeas. Egli ha ricordato
Da sopra: Padre Rocco e Don Federico celebrano la S. Messa; Ilaria Pezzolato; Una visione d’insieme della S. Messa
Da sopra: il coro all’opera; i musicisti Monica Morandi e Salvatore Marzà; la cantante Joel Chebeir
Sotto: il sindaco di Medea Igor Godeas
che questo appuntamento all'istituto è ormai diventato tradizionale; ha poi ringraziato gli operatori, perché vede gli ospiti sempre impegnati in tante attività. Favorire l'espressione artistica degli ospiti è un'attività importante che merita di essere apprezzata. E ha continuato parlando dei rapporti tra l'Istituto e l'amministrazione comunale. Essi sono costanti e portano crescita per la nostra comunità. È importante la collaborazione tra le varie realtà presenti e specialmente quando si tratta di dimensioni piccole, come la comunità di Medea, il fatto di potersi aiutare è sicuramente un valore aggiunto, un contributo che poi va a favore di tutta la comunità e, sicuramente - sottolinea - questo centro e i suoi ospiti sono parte della nostra comunità. Prosegue ricordando che l'impegno prefissato con Padre Rocco, appena arrivato a Medea, era proprio quello di cercare di ampliare le attività in collaborazione tra l'Istituto e il comune; cosa che rimane attuale ed è uno degli obiettivi da portare avanti. Conclude con gli auguri di Buon Natale e buon anno, con l'auspicio che, soprattutto in questa struttura, dove si svolgono attività importanti, tutte le realtà presenti remino dalla stessa parte, per aiutare questi ragazzi a vivere in modo più sereno, più proficuo, più tranquillo. Hanno preso poi la parola i rappresentanti del Lions Club di Gradisca - Cormons. Il cerimoniere Franco Stacul nell'introdurre il presidente Giorgio Bressan, ha ricordato come la sua amicizia con i “ragazzi” dell'istituto duri ormai da moltissimi anni; alcuni di loro li ha conosciuti quando erano piccoli e - conclude con una battuta - ci riconosciamo ancora! Il
presidente Giorgio Bressan, arrivato nel frattempo, ha affermato di essere felicissimo di essere qui in questo giorno. Ha poi ricordato la “mission” del Lions Club e come si realizza in progetti che prendono il nome di “service”, come abbiamo già ricordato altre volte su queste pagine. Si tratta di condividere con gli ospiti alcune piccole gioie della vita. “Molti di loro - dice Bressan - ci conoscono per nome; quando arriviamo ci abbracciano; ridiamo insieme, scherziamo, cantiamo e balliamo insieme. È un momento di vivo sentimento e di grande affetto. I “services” avvengono in più momenti durante l'anno. C'è quello per gli auguri di Natale; poi ci sarà quello di carnevale, quello di Pasqua e infine, a maggio, la giorna-
Un momento dell’esibizione della compagnia teatrale “Azzurro”
A fianco: Franco Stacul; Sotto: Il presidente del Lions Club Giorgio Bressan;
ta della pesca in amicizia”. Tutti eventi, per inciso, ampiamente illustrati sul nostro giornale. Dopo questo momento di saluti, solo apparentemente “formale”, in realtà molto sincero e sentito, c'era in scaletta lo spettacolo del gruppo teatrale “Azzurro”. Anche in questo caso, non servono molte presentazioni. La compagnia “Azzurro” ha compiuto nel 2019 trent'anni, ha realizzato molti spettacoli e partecipato a innumerevoli festival. Da due anni l'insegnante e regista è Tullia de Cecco. A questa festa ha portato l’ultimo spettacolo messo in scena, intitolato “Poeticando”. L'opera è stata realizzata partendo dalle poesie del gruppo di poesia dell'istituto, chiamato, appunto “Poeticando”, del quale parliamo in un altro articolo su questo numero. Questa piece teatrale ha la caratteristica di essere multimediale. Già in precedenza il supporto tecnologico aveva consentito di realizzare bellissimi lavori di teatro - danza e teatro delle ombre. Con l'apporto di Tullia e l'opera “Poeticando” si è raggiunto un risultato di grande equilibrio poetico e scenico, aggiungendo un aspetto che non era ancora presente in modo sistematico: la recitazione realizzata dagli stessi
A fianco e sotto: Ancora alcuni momenti dello spettacolo “Poeticando” presentato dalla compagnia “Azzurro”
attori. Grazie a una registrazione in studio, tutti gli ospiti hanno potuto declamare i versi delle loro poesie durante lo spettacolo. Il pubblico ha apprezzato moltissimo l'opera, che si è conclusa con prolungati applausi. È seguita poi la visita al mercatino dei lavori realizzati nei laboratori dell'istituto. Anche questo è sempre un aspetto importante della festa, perché il ricavati delle vendite viene investito nei laboratori stessi. È da sottolineare la qualità raggiunta nei lavori esposti. I laboratori, infatti, sono tutti seguiti da personale con esperienza o da professionisti esterni. Questo permette agli ospiti di esprimere al meglio la loro creatività e le loro capacità, come aveva già notato il sindaco di Medea nel suo intervento. Il mercatino è stato letteralmente “preso d'assalto” dagli invitati. Ceramica, mosaico, vimini, carta, oggetti natalizi: tutto è stato apprezzato e, soprattutto, “molto” acquistato dagli astanti! Per concludere una giornata più breve del solito ma comunque ricca di eventi ed emozioni, è stato offerto un lauto rinfresco. È stato allestito, per i motivi sopraddetti, in uno spazio non usuale e non nato per accogliere questo genere di incontri; ma questo non è stato un ostacolo, anzi: il disagio dello spazio ridotto si è trasformato in un momento di allegria e di divertente confusione, dove, paradossalmente, lo scambio di auguri è stato favorito e reso ancor più caloroso. E con questo ultimo momento di gioia, si è conclusa una festa bella e importante, come, del resto, lo sono sempre quelle riscaldate da emozioni positive e sentimenti sinceri.
Sopra e a fianco: Il mercatino; sotto: una bella immagine di Daniele con la sorella Chiara
È tornato, anzi… sono tornati! Anche quest’anno, precisamente sabato 21 dicembre, Babbo Natale ha fatto visita agli ospiti dell’Istituto Padri Trinitari. Ma, come l’anno scorso, si è avvalso dell’aiuto di validi e… veloci assistenti: il gruppo di motociclisti guidato da Stefano Lorusso. Si tratta del “Babbo Natale Bikers”, un'iniziativa benefica organizzata con il patrocinio del comune di Gorizia e la collaborazione dei comuni di S. Floriano del Collio, Capriva del Friuli, Cormons e Medea, della Confcommercio di Gorizia e delle associazioni “Le Nuove Vie - Shopping center” di Gorizia, “Vinoteka” di S. Floriano del Collio, “CuormonsCentro Commerciale Naturale” di Cormons, l’Enoteca di Cormons, L’associazione “Vinoteka” di San Floriano del Collio. Tutto è iniziato a Gorizia, nel piazzale di Casa Rossa, alle 8.30 di mattina, dove si sono radunati quasi un centinaio di mo-
È tornato Babbo Natale in motocicletta
i Bikers!
tociclisti, rigorosamente vestiti con il tradizionale costume rosso e lunghe barbe bianche. C’è da segnalare anche la gradita presenza di alcune belle motocicliste “Babbo Natale”, ma senza barba…
Il tempo purtroppo non ha aiutato i generosi centauri; la pioggia battente però non ha fermato il corteo, che si è recato presso il centro diurno ANFASS “Cav. Uff. Gastone Musulin” e la residenza protetta del CISI, portando i doni, frutto di una raccolta di beneficienza tra i commercianti del territorio. Successivamente hanno fatto sosta in Corso Verdi, accolti dal sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna. L’allegra carovana è poi ripartita alla volta di S. Floriano del Collio, dove si è tenuta anche la benedizione delle moto, poi Capriva del Friuli e infine Cormons, tappa questa organizzata dall’Associazione “Cuormons”, raccogliendo in ogni luogo mol-
ti doni, offerti dai commercianti e dalle comunità dei vari comuni, destinati ai ragazzi dell’Istituto dei Padri Trinitari di Medea.
E qui infatti I “Babbi Natale” sono finalmente arrivati, verso le 15.00.
L’arrivo di tante moto tutte insieme, anticipate fra l’altro altro da una grande auto bianca americana anni ‘60, i costumi rossi e le barbe svolazzanti, il rombo dei motori hanno acceso l’entusiasmo e la curiosità degli ospiti, che hanno salutato festosamente gli amici bikers.
L’entusiasmo è stato ricambiato da questi ultimi, che, notoriamente, sono persone allegre e socievoli, pronte ad aiutare chi è più fragile o
saluti del sindaco di Medea, è arrivato finalmente il grande - e atteso - momento della consegna dei doni. Un aspetto questo decisamente importante, perché il significato del dono va oltre il punto di vista meramente materiale; il suo valore è simbolico; è la concretizzazione di un senso profondo di solidarietà, di una grande generosità, sincera e non ostentata, che tutti i partecipanti - Bikers, istituzioni, associazioni, commercianti, singole personehanno dimostrato.
Con questi sentimenti nel cuore, la festa è continuata, accompagnata da un ricco rinfresco. Poi i saluti, con l’arrivederci al prossimo anno, scaldati dalla gratitudine verso tutte le persone che si sono prodigate per la riuscita di questa bellissima iniziativa.
Gli amici del Lions Club di Gradisca Cormòns
Buon Natale e... Buona pizza!
È sempre un momento di festa quando gli ospiti dell’Istituto dei Padri Trinitari ricevono la visita del Lions Club di Gradisca Cormons. La loro presenza nella vita degli ospiti è regolare e costante, e proprio per questo anche “rassicurante”. Le loro iniziative - “services” nella terminologia adottata dal fondatore Melvin Jones - sono molto attese e avvengono nei periodi importanti dell’anno, a Natale, a carnevale, a Pasqua, ma anche in altri momenti dell’anno, ad esempio per la “Pesca in amicizia” a maggio o le uscite per la pizza. Così, anche per queste feste natalizie, c’è stato il pomeriggio degli auguri con i Lions. Come le altre volte, la festa è stata accompagnata dalla musica. I nostri amici hanno regalato agli ospiti i panettoni, e una generosa offerta per le attività degli ospiti. Quest’anno l’Istituto ha ringraziato con un regalo molto speciale: un mosaico rappresentante lo stemma dei Lions, realizzato nel laboratorio di mosaico dell’istitu-
to, guidato da Gabriella Buzzi e Chiara Rizzi, del quale abbiamo già parlato e illustrato la grande qualità delle opere. La festa è proseguita in grande lietezza. Poi, giovedì 23 gennaio, i nostri amici hanno invitato una fortunata rappresentanza degli ospiti di Medea a Gradisca, per la precisione alla pizzeria “Bella Napoli”, dove hanno passato una bella serata, davanti a una pizza fumante.
Sopra: lo stemma a mosaico donato ai Lions; Sotto: la serata della pizza a Gradisca
Il Circo...
Durante le scorse vacanze natalizie, tra un panettone e l’altro, i ragazzi hanno assistito ad uno spettacolo a dir poco unico chiamato “Il Circo più piccolo che c’è!”. A condurre e ad animare il tutto è stato Marco Grillo, un saltimbanco che organizza molti progetti e che insegna in una scuola di circo a Codroipo chiamata Skiribiz. Marco si cimenta in tutte le specialità circensi usando i trampoli, facendo equilibrismo e durante lo spettacolo ha sbalordito i suoi spettatori con molte esibizioni di giocoleria. Gli strumenti che ha utilizzato sono stati vari e bizzarri come cappelli, piatti, birilli e le
immancabili palline. In ogni numero ha chiesto l’aiuto di qualcuno dal pubblico e così, i più coraggiosi e spavaldi, si sono offerti volontari e si sono messi alla prova sopra il palco ottenendo ottimi risultati e molti applausi. Marco è riuscito a creare un clima di festa e giocoso in cui qualcuno ha scoperto di avere un talento nascosto e qualcuno ha scoperto di far ridere con facilità il pubblico. In fin dei conti nel circo non importa quanto sei bravo, non importa l’età ma serve quel pizzico di follia e di comicità per rendere lo spettacolo grandioso Luca Bernardis
Cori al fâs sanc
La marcia dei donatori di sangue di Romans
I donatori di sangue di Romans d’Isonzo (ADVS FIDAS isontina) hanno organizzato domenica 9 febbraio la quarta marcialonga “Cori al fâs sanc” (correre fa sangue). La marcia si è snodata nelle campagne tra il fiume Judrio e il colle di Medea, su percorsi di 6, 12 e 18 chilometri. Il ritrovo era presso il bocciodromo comunale di Romans alle 8.00. la partenza dalle 9.00 alle 10.00. Hanno collaborato alla manifestazione anche i donatori di sangue di Medea, insieme al gruppo comunale della protezione
civile, con l’allestimento di punti di ristoro sull’Ara Pacis. Hanno partecipato alla marcia i nostri Antonio, Gabriele, Mauro, Maurizio e Fabio, accompagnati da Ilaria. Partiti di buon ora alla volta di Romans, hanno scelto il percorso di 6 km. È da dire che atleti come Mauro e Maurizio - anche se “stagionati” - potevano scegliere anche le distanze maggiori. Ma l’intento, più che sportivo, era di presenziare a un evento dai fini nobili come questo. La donazione di sangue è infatti un gesto di grande civiltà e richiede l’impegno di tutti. Perciò le iniziative in suo favore vanno sempre sostenute e diffuse. Con questo spirito, i nostri si sono incamminati. Il percorso, come già detto, passava tra i campi, toccava Versa, costeggiava poi il torrente omonimo fino a Fratta; raggiungeva la località Forchiattis e da qui tornava a Romans. È stata quindi una lunga camminata, molto rilassante e salutare, ma anche e soprattutto un gesto di solidarietà verso un’attività di volontariato così importante.
Poeticando… a tratti
Un’importante iniziativa dell’Istituto
Comprensivo “Celso Macor” di Mariano del Friuli
L’Istituto Comprensivo “Celso Macor” di Mariano del Friuli, ha realizzato, nel mese di febbraio 2020 un progetto, dal titolo “Poeticando a tratti”. Il progetto è stato ideato dalle insegnanti Chiara De Santi e Laura Bossi, ed è rivolto alle classi terze della scuola primaria di primo grado di Mariano. L’iniziativa è stata pensata per far incontrare, sul terreno della poesia, gli studenti con il gruppo “Poeticando” del Centro Residenziale “Villa S. Maria della Pace” ed è articolata in un ciclo di quattro incontri in orario scolastico, nei quali i poeti del Centro Residenziale, ospitati nella scuola, propongono agli studenti le loro opere. Questi ultimi, dopo la lettura, ascoltando le loro sensazioni e le emozioni suscitate dai testi, devono cercare di tradurle in segni grafici, in immagini pittoriche. Da qui il titolo “Poeticando a tratti” dove i tratti sono appunto i segni che traducono le emozioni in immagini. L’obiettivo - e la sfida - delle insegnanti è duplice: avvicinare le persone in un clima di inclusione e integrazione sociale e, dal
punto di vista artistico, stimolare gli studenti a uscire da schemi rappresentativi predefiniti per trovare forme originali di rappresentazione dei propri vissuti ed emozioni. Bisogna purtroppo dire subito che, al momento dell’uscita di questa rivista, gli incontri sono stati solo tre, a causa della chiusura della scuola per l’emergenza sanitaria. Si spera, naturalmente, di poter organizzare presto l’ultimo incontro, che prevede la realizzazione di un lavoro collettivo, che potrebbe assumere la forma di “Libro d’Artista”. Infatti, il Gruppo “Poeticando” Nacque nel 2007 all’interno di un laboratorio dedicato proprio al “Libro d’Artista”. Il progetto aveva come obiettivo la creazione di un libro fatto a mano, in copia unica, che sarebbe stato presentato ad una mostra di settore a Roma. In quel contesto, nell’elaborare i testi, si pensò ad un laboratorio parallelo, definito “propedeutico” alla poesia. In realtà si creò un ambiente di sperimentazione in cui si riuscì a dare fiducia alle parole di ognuno. I primi testi presero la forma di poesie rea-
lizzate collettivamente alla maniera dei “cadaveri squisiti” dei Surrealisti, in cui ognuno legava una parola alla precedente secondo la sua sensibilità, ma senza conoscere il resto del testo. Si era creato “lo spazio della poesia”. Gradualmente poi si giunse agli scritti individuali. Da allora è stato fatto un lungo percorso.
l’anno scorso, la compagnia teatrale “Azzurro”, guidata dall’insegnante Tullia De Cecco, ha realizzato uno spettacolo intitolato
“Poeticando”, basato sulle poesie del gruppo. Lo spettacolo è stato presentato alla rassegna teatrale “Piccolo Festival Senza Nome”, il 9 maggio, presso la sala polifunzionale “S. Giovanni de Matha”. In quell’occasione erano presenti gli studenti di Mariano. Da qui è nata l’idea delle professoresse, che si è concretizzata nel progetto “Poeticando a tratti”. Il primo appuntamento era fissato per il 4 febbraio 2020. Il gruppo di poeti è composto da Luigina Palumbo, Arianna Montagnani, Mauro Cominotto, Luca Scotto, Enzo Nicastro e Maurizio Nemiz. È stato, naturalmente, un momento di conoscenza e di sperimentazione. Le poesie proposte facevano parte di raccolte dei primi anni del gruppo, tra il 2008 e il 2010. La risposta degli studenti e dei poeti è stata fin dall’inizio entusiastica. Si è creato subito un clima di amicizia e simpatia; tutti hanno dimostrato grande interesse per il lavoro proposto. I risultati non si sono fatti attendere, con una serie di opere grafiche molto belle e originali. Su questa base, si è tenuto il secondo incontro, il 13 febbraio. Le poesie presentate risalivano al 2015, ed erano opere proposte alla sera-
ta poetica “Poesia a Medea”, un evento che si tiene ogni anno in giugno ed è parte integrante dell’attività. È uno spettacolo di poesia e teatro, aperto al pubblico, con la presenza di poeti che leggono, oltre alle loro poesie, i componimenti del gruppo.
All’incontro del 13 febbraio, inoltre, è stato presentato il libro di Maurizio Nemiz “Stagioni” del 2010 e l’opera “Tabula Animae” del 2014, che poteva servire come primo spunto per il lavoro finale del progetto.
Il terzo incontro, del 18 febbraio, era incentrato sulla mostra “Interminati Spazi” del 2017. Questa mostra è nata da un lavoro sulla poesia “L’infinito” di Giacomo Leopardi, con l’intento di rivolgere un pensiero alle popolazioni terremotate dell'Italia centrale. Il gruppo Poeticando ha pensato, in segno di solidarietà, di unire in un abbraccio ideale i due colli famosi, quello dell'Infinito e quello di Medea. Il lavoro si è basato su alcune immagini tratte dalla poesia e rielaborate dai poeti: il colle, la siepe, gli “interminati spazi” o il panorama, il vento, il silenzio, la quiete, il pensiero, il tempo e il mare, immagine conclusiva della poesia nell'ultimo, celeberrimo verso: e il naufragar m'è dolce in questo mare. Il lavoro poetico è stato accompagnato dalle fotografie di Fabio Gerussi, che sono state mostrate durante l’incontro. Tutti questi spunti sono stati raccolti
dagli studenti, che hanno realizzato splendidi lavori grafici, ognuno con uno stile originale: Figurativo o astratto, sperimentando diversi materiali, come gessetti, pastelli, matite. Alla fine, poi, tutti i lavori sono stati riuniti sul pavimento, in un grande e poliedrico quadro, che ha creato uno spazio ricco di colori e contenuti. Con questo entusiasmo, il terzo incontro si è concluso con il “compito” di progettare un grande lavoro finale, da realizzare durante l’ultimo incontro. Purtroppo, a causa dei fatti a tutti noti, questo è stato rimandato a una data futura, quando le persone potranno di nuovo avvicinarsi, incontrarsi e ritrovarsi.
E creare ancora insieme.
Pettarin
Alessio
21 marzo. Giornata Mondiale della Poesia; 25 marzo, Dantedì
Poesia è... fare poesia
Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è la data scelta dall’UNESCO per celebrare, a partire dal 1999, la “Giornata Mondiale della Poesia”. Per questo motivo, colgo l’occasione del lavoro svolto con la scuola secondaria di primo grado di Mariano per presentare l’attività svolta da “Poeticando”. È vero che ne abbiamo già parlato altre volte su queste pagine. Questo però non è un motivo per non parlarne ancora. Infatti la poesia dovrebbe essere una parte della nostra vita. Non dico importante, ma presente sì, con un po’ di continuità. Perché la poesia non è cosa da poeti, non è fatta da (e per) chi vive con la testa tra le nuvole, sognando cieli azzurri e nuvole rosa; no, non è questo. La poesia è qualcosa di più complesso e profondo. È un percorso difficile, un sentiero di montagna, accidentato e faticoso; e lo è sia per chi scrive, sia per chi legge. È come imparare una lingua straniera. E, in un certo senso, lo è: una lingua “straniera” dentro la nostra lingua. È “altro”, l’altro in noi. Esprime quindi qualcosa di noi stessi che è nuovo, sorprendente, sconosciuto. Non si tratta solo di avere “l’ispirazione poetica”; è al contrario un apprendimento lungo e faticoso, fatto di esercizio e studio costanti. Detta così, si perde il fascino che esercita su di noi la cosiddetta “spontaneità” della poesia.
Ma questa è la dura realtà. Facciamo l’esempio della danza. Quando ammiriamo un balletto, una coreografia e vediamo le evoluzioni dei ballerini che sembrano volare, leggeri come piume, ogni loro movimento ci appare facile, fluido, “spontaneo”. Invece la realtà è molto diversa. Quella facilità è il frutto di anni e anni di impegno, studio e sudore quotidiani. È il risultato di costanza e tenacia. Quanto di meno “spontaneo” si possa immaginare! Allora, tornando a noi, perché non dovrebbe essere lo stesso per la poesia? Non a caso, la parola “poesia” deriva dal greco “poiesis” che significa “Fare”. Secondo Aristotele, poiesis è l’agire tecnico, produttivo, quello proprio dell’artigiano, guidato dall’idea. Ecco allora che si getta nuova luce sulla poesia. Un sapere fatto di pensiero e idee, ma anche di esperienza e tecnica. Sulla base di questo, il progetto “Poeticando” ha avuto, fin dall’inizio, l’obiettivo di usare le parole più che di cesellare versi; diventare “artigiani del linguaggio” più che formare poeti. La poesia, quindi, è un modo per stimolare il pensiero. Tramite associazioni di idee, metafore, immagini, metrica, ritmo, si è voluto rompere schemi prefissati, uscire dal senso ordinario di parole e cose, esercitare la creatività. La poesia è il risultato di un percorso, ma la cosa più impor-
tante è il percorso, non il risultato!
L’ultimo sforzo del gruppo, l’ultimo progetto, è la lettura della Divina Commedia (o meglio, la Commedia) di Dante. Un’idea nata per gioco, sulla base dell’importanza e il seguito che ha ancora oggi l’opera dantesca (da ricordare che il 25 marzo si celebra il “Dantedì” in onore del sommo poeta); Idea, dicevo, che ha avuto grande successo e ha fatto presa sui partecipanti; infatti aspettano il momento della lettura con trepidazione ed entusiasmo. Sembra che affrontare una lingua così ostica e lontana dall’ordinario, così “straniera”, sia uno stimolo intellettuale molto forte, un vero piacere… ma da dove viene questo piacere?
Ce lo spiegano da tempo gli antropologi.
L’uomo ha sviluppato il linguaggio quando ha assunto la posizione eretta. Gli arti anteriori, senza più funzione di sostegno, si sono liberati
Oggi sono felice perché fuori
è un bellissimo tempo di sole.
C’è un po’ di aria calda e anche aria pura.
E fuori ci sono le nuvole e io sono felice
Enzo Nicastro, 24/04/2008
La rondine
21 marzo
La rondine
S. Benedetto
la rondine primavera
la rondine tetti
La rondine nido
La rondine cielo
La rondine primavera
Maurizio Nemiz, 11/05/2010
ed hanno sperimentato il vuoto. La libertà e il senso di vuoto sono due facce della stessa medaglia, che è la condizione umana. I nuovi arti, le “mani”, hanno assunto anche la funzione di presa; la bocca si è liberata da compiti prensili e ha sviluppato l’articolazione vocale.
La mano, il linguaggio e il pensiero sono nati insieme e, oggi più che mai, continuano a evolvere e a scoprire il mondo insieme.
Bene... e quindi? Quale sarebbe l’obiettivo del progetto “Divina Commedia”? E, in conclusione, cos’è la poesia? Con un filo di provocazione, vorrei dire che la poesia è solo un gioco.
E vorrei concludere così questo articolo, senza ulteriori spiegazioni….
Chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui, spero mi perdonerà, anzi, credo mi capirà, per questa inconcludenza, questo “vuoto”
Alessio Pettarin
Le montagne sono molto alte e i miei passi più belli.
Appoggio le mani sui fiori
Dio guarda dall’alto Amicizia, è bella.
Il paradiso è in cielo un giardino molto grande un fiume trasparente sento il profumo dei fiori.
Mi sento felice
Luca Scotto, 08/06/2008
Nuvoletta con la scritta nel cielo fatto con l’immagine: bianco, nero o colori
nel letto il fumetto sul mio petto nel copriletto
Mauro Cominotto, 12/05/2008
Dietro le quinte
Anche quest’ anno i ragazzi del CRD e del CRA della compagnia teatrale “Azzurro” hanno dato vita a uno spettacolo grandioso, in cui le loro emozioni hanno fatto da scenario. Un lavoro di grande impegno e determinazione che, con la regia della “maestra” Tullia De Cecco ha avuto risultati eccellenti. Lo spettacolo dal titolo “Poeticando”, già descritto da Tullia sul numero scorso, è stato riproposto nel mese di dicembre, alla festa “Natale Insieme”, presso la Sala Polifunzionale “S. Giovanni de Matha”, come già ricordato più avanti in questo numero. Il pubblico presente, composto per lo più da parenti e amici degli ospiti, ha molto apprezzato il lavoro, commuovendosi per la sincerità con cui ogni singolo attore ha raccontato le esperienze e le storie di vita, mentre un proiettore da sfondo accompagnava le parole con immagini e le loro musiche preferite in sottofondo. Tutti questi elementi hanno composto un’opera complessa, realmente multimediale e sono stati il veicolo
delle loro emozioni, il motore delle loro parole. Un modo straordinario per raccontarsi agli altri senza limiti e barriere.
Questa bellissima esperienza ha dato molta carica a tutto il gruppo, che, dopo le feste natalizie, era pronto a ripartire con slancio ed entusiasmo. Purtroppo gli eventi che ci hanno coinvolto nelle ultime settimane hanno necessariamente fermato i lavori. Questo “stop” non voluto è stato ed è molto doloroso, ma aspettiamo speranzosi che questo periodo finisca. Arriverà il momento in cui riprenderemo la nostra vita; e per la Compagnia “Azzurro” sarà anche il momento di elaborare le emozioni e i pensieri, trasformarli in parole e immagini. Il teatro è lo specchio della vita, me è anche uno straordinario mezzo elaborazione della realtà, di socializzazione e d’incontro.
Sarà quindi un aiuto importante “dopo”, per ricostruire le nostre esistenze, le nostre reti sociali, le nostre emozioni, messe oggi a dura prova. Vania Corallo
Le bocce a Romans
Ogni martedì alcuni dei nostri ragazzi del CRA si preparano per andare a giocare a bocce, insieme ad alcuni ospiti del CRD. Dopo colazione, verso le 9.15 prendiamo le borse, saliamo in pulmino e ci dirigiamo presso il bocciodromo di Romans di Isonzo. Una volta arrivati a destinazione, per prima cosa prepariamo le corsie, controlliamo chi si è già sfidato nelle partite giocate in precedenza e creiamo le coppie che giocheranno durante la mattinata. Ogni allenamento inizia sempre con un breve riscaldamento che ci permette di prepararci per affrontare al meglio le partite che si disputeranno durante la mattina. Abbiamo deciso di realizzare un piccolo campionato
interno così che tutti possano sfidare tutti e i ragazzi del CRA e del CRD possano socializzare e conoscersi ancor di più. Gli ospiti del CRA che partecipano a questa attività sportiva sono tre: Andrea e Alessandro, che non sono nuovi a sperimentarsi in questa disciplina e che partecipano sempre con molto interesse e grinta, e Matteo che, invece, ha iniziato a giocare a bocce quest'anno e si è dimostrato subito stimolato e incuriosito da questa nuova esperienza. I ragazzi si sfidano sempre con uno spirito di sana competizione che tira fuori aspetti della loro personalità sempre nuovi e molto interessanti e che favoriscono lo sviluppo di abilità socio-relazionali. Dopo tanto impegno nel gioco, ogni tanto la mattinata di attività si conclude con una pausa caffè che ci fa ridere e rilassare tutti insieme prima di rientrare in struttura ad attendere di tornare nuovamente in campo!
Ilaria Manfredi
La serra. Colori, profumi, benessere
Una serra enorme quella di cui ci dobbiamo occupare i miei ragazzi ed io, arrivata tra settembre e ottobre, ora non ricordo di preciso, ma che sicuramente appena vista mi ha creato un po’ d’ansia. La prima domanda tra me e me è stata: “ ce la faremo a mandare avanti una serra così?”
Premetto che quella del giardinaggio è sempre stata una passione, iniziata prima con il mio giardino e poi continuata nel tempo per arrivare fin qui. Quindi non sono una giardiniera professionista, mi definisco una dilettante ma con un buon bagaglio di conoscenza ed esperienza e tanta voglia di imparare e, soprattutto, di trasmettere questo mio interesse ai ragazzi.
Il primo passo fatto per la nuova struttura è stato pensare quali piante si potessero pren-
dere, da poter curare, dal trapianto alla messa a dimora se necessario, ma anche di che tipo: perenni , annuali, bulbose o erbacee?
Non è stato semplice anche perché i bancali da riempire erano 8 e quindi difficile da capire per una persona non esperta a riguardo.
La voglia di fare però e quella di vedere i nostri ragazzi usufruire di un occasione così bella e stimolante, mi ha dato la spinta a fare del mio meglio per realizzare un progetto così importante.
I ragazzi coinvolti sono veramente bravi perché solo dopo pochi mesi si sono già adeguati al lavoro e all’impegno che bisogna assicurare alle centinaia di piante che abbiamo nella serra. La capacità di aver capito come muoversi nel poter svolgere questo o quel compito, ha fatto sì che tuttora la serra sia a pieno
regime. Attraverso letture e video hanno imparato tutti i passaggi necessari alla cura delle piante: dalla pulizia delle viole e dei ciclamini affinché crescano rigogliosi, dai vari spostamenti nei bancali per capire quanto andavano bagnate o addirittura se dovevano essere messe da sole divise per tipologia in base ai diversi bisogni.
Vorrei concludere dicendo che, arrivati a marzo, vedere le bulbose fiorite e profumate, i primi semi germinare dopo tanta cura nel bagnarli quotidianamente con lo spruzzino e rendersi conto che, dopo i vari trapianti da vasi piccoli a vasi più grandi, siamo riusciti a mantenere e rendere ancora più rigogliose le piante e sentire il profumo delle rose, è una grossissima soddisfazione per noi!
Fabia Bevilacqua
Da sopra: Cleofe, Antonello, Maurizio e Nerio all’opera nella serra; A fianco: Alcune immagini degli splendidi fiori coltivati.
Una giornata in CRA
La giornata per i ragazzi del CRA ha inizio alle 7.30. L’obiettivo degli operatori è rendere la loro giornata il più possibile simile a quella che vivrebbero nelle loro case, assieme alle loro famiglie. Dopo la sveglia per prima cosa, viene eseguita l’igiene; chi ha più capacità lo fa in autonomia, con la supervisione di un operatore; chi ha maggiori difficoltà, invece, viene aiutato in toto da uno degli operatori.
Una volta terminata l’igiene, viene distribuita la colazione e hanno poi inizio le attività, interrotte alle 12.30 dal tanto atteso pranzo. I ragazzi aiutano ad apparecchiare la tavola e, finito di mangiare, a caricare la lavastoviglie. Poi riposano fino alle 16.00, altro momento fortemente atteso, ovvero quello della merenda.
Le attività previste per impegnare i nostri ragazzi durante l’intera giornata si distinguono in attività ludiche con scopo educativo, che ge-
neralmente vengono eseguite in struttura e che consistono per lo più in giochi con le carte, jenga, puzzle, collage, memory, giochi da tavolo, costruzioni 3D e utilizzo del pc.
Ci sono poi le attività più strutturate, che spesso vengono svolte in un’altra sede e vengono scelte in base agli interessi e alle capacità di ogni singolo ragazzo, hanno una programmazione settimanale e sono il laboratorio di teatro, di mosaico e di ceramica e le attività sportive: bocce, atletica e nuoto.
Le giornate dei nostri ragazzi sono condite anche da attività terapeutiche quali la fisioterapia e la musicoterapia.
Quando è possibile si organizzano delle passeggiate in paese, uscite al bar per mangiare un gelato o un giro in pulmino al fine di compiere qualche commissione.
L’esecuzione di tali attività deve quotidiana-
Nelle due pagine: alcuni momenti della vita nel CRA. (Foto scattate prima del DPCM sul coronavirus)
mente tener conto dello stato psicofisico in cui si trova l’ospite in quel determinato momento; a volte ci si trova a fronteggiare crisi comportamentali o semplicemente una giornata no, e quindi l’attività va rivista, o messa in secondo piano.
Il termine delle attività coincide con l’arrivo della cena, alle 19.00. Anche in questo caso i ragazzi aiutano ad apparecchiare e a caricare la lavastoviglie. Terminata la cena viene nuovamente eseguita l’igiene, che precede il momento in cui poi i ragazzi vanno a coricarsi oppure a vedere la televisione. Poi, dopo il meritato riposo, di nuovo carichi per affrontare un’altra giornata.
Anna Tessarin
La vita al tempo del covid
Non è facile parlare di un evento così improvviso e doloroso come quello che sta coinvolgendo il mondo intero in queste settimane. La cosa più incredibile è come tutto sia successo nello spazio di pochi giorni. Le foto su questa rivista mostrano “come eravamo”; sembra un tempo lontanissimo, era solo poche settimane fa! La pandemia da covid 19 sta cambiando la vita di ognuno di noi, in ogni luogo; sta purtroppo anche provocando tante vittime, cosa che nessuno si aspettava. Naturalmente anche la vita nell’Istituto Padri Trinitari ha subito drastici cambiamenti, in ottemperanza ai decreti governativi, ma soprattutto per salvaguardare la salute degli ospiti. Abbiamo dovuto abituarci, in breve tempo, all’uso regolare e preciso dei DPI, in particolare delle mascherine, che sono entrate di prepotenza nella nostra quotidianità, tanto da diventare qua-
si un triste simbolo del periodo che stiamo attraversando. Bisogna dire che molti ospiti hanno capito le nuove regole e le rispettano e hanno accolto gli operatori “mascherati” senza troppi problemi. La cosa forse più difficile per alcuni è accettare la lontananza dai parenti. In generale, però, la vita prosegue in modo abbastanza “tranquillo”, per quel che può significare, in questa situazione, essere tranquilli… in effetti il virus è vissuto come una spada di Damocle che oscilla sulle teste di tutti, un’incognita che genera ansie e preoccupazioni. Ma la vita va avanti, giorno per giorno; diverse attività proseguono, nel rispetto delle distanze e aspettando la fine di quello che si può definire “un incubo a occhi aperti”. Si dice che, dopo, nulla sarà come prima. Può essere ma, per adesso, desideriamo solo che quel “dopo” arrivi il prima possibile!
Beatrice nel regno di Stran Oz
Beatrice è un’ospite del CRD che ha la passione di scrivere storie. Vi presentiamo un riassunto dei suoi racconti, che può essere letto come una metafora dei tempi che viviamo.
Tutto cominciò nella mia casa, come le altre storie. A un certo punto arrivò un ciclone, io pensai: “mi sono dimenticata la collana dei Poteri!” così corsi a prenderla, però la casa iniziò a galleggiare come una mongolfiera. Quando atterrai, pensai: “Che posto strano è, resterò qui per sempre!” allora vidi uno strano personaggio che mi disse “sono il Cappellaio Matto, dobbiamo scappare perché arriva il Cattivo Spettro del Peggio! Ma era troppo tardi, il Cattivo Spettro arrivò con il suo esercito di
spettri volanti. Sembrava un brutto sogno, ma non era un sogno. Non mi restò che usare la collana per sconfiggere i fantasmi. Dopo, vidi che ero in un posto bellissimo. Dove sono?
Chiesi. Il Cappellaio mi disse: “Sei nel regno di Stran-Oz, e quello è il Castello delle Stelle!” Allora venne la Principessa delle Stelle, e disse: “Ora questa è casa tua”. Io ero felice. Arrivò anche il Mago di Stran-Oz, mi disse: “seguimi”. Mi portò nella Città dei Cristalli, dove c’era il Castello dei Cristalli, e, dentro, una vecchina che mi vide e disse: “sono la Regina dei Cristalli, tu prenderai il mio posto”. Così venni incoronata principessa, e rimasi in quel posto bellissimo, per sempre lontana dai fantasmi.
Beatrice Tortora
Tanti auguri, Fabio e Mario!
I nostri Fabio e Mario Gerussi sono due fratelli, gemelli, per la precisione. Pur essendo molto legati, hanno lineamenti e caratteri diversi. Sono ospiti dell’istituto da moltissimi anni. Si può dire che rappresentano, insieme a pochi altri, la “memoria storica” di Villa S. Maria della Pace. Sono infatti arrivati a Medea il 31 agosto 1979. Qui hanno saputo costruirsi un loro spazio e un loro ruolo. Entrambi, dopo il lavoro, nel tempo libero hanno coltivato le loro passioni con impegno. Sono molto conosciuti nella comunità locale, anche se per motivi diversi. Fabio ama la fotografia e, negli anni, è diventato un fotografo molto apprezzato. Ha tenuto diverse mostre. Le foto di questa rivista sono in gran parte sue.
Mario, invece, ha due grandi passioni: le piante e - soprattutto! - la meteorologia. Grazie a quest’ultima attività, anche lui è diventato una “celebrità” nella comunità. Si è dotato di
sofisticati strumenti di misurazione del tempo. La sua sede è in una casetta di legno, all’interno dell’istituto, dove si dedica anche alla coltivazione delle sue amate piante. Su questa rivista ha la sua rubrica, “MeteoMario”, che potete vedere qui di seguito.
Ebbene, i due fratelli sono nati il 10 novembre 1959 e quindi, l’anno scorso è stato un compleanno molto importante: hanno festeggiato i loro primi 60 anni!
Naturalmente l’Istituto dei Padri Trinitari e tutta la comunità di Medea hanno voluto partecipare. Molte persone infatti si sono strette intorno a loro in un abbraccio ideale, per ringraziarli per tutto quello che hanno fatto e sicuramente ancora faranno a favore degli altri.
Perché, pur essendo diversi, sono uguali in questo: la generosità, l’altruismo, l’entusiasmo e il loro immancabile sorriso. Grazie allora, Fabio e Mario, e ancora tantissimi auguri!
Buongiorno dal vostro MeteoMario, come state? Tutto bene? Vi chiedo scusa se non ho potuto partecipare al numero precedente, ma ho avuto qualche problema con la vecchia casetta. Infatti ho traslocato in un altro posto, sempre a Medea, ovviamente. Adesso ho una casetta di legno nuova, l’altra l’ho lasciata all’Istituto. Sono molto contento, volevo ringraziare pubblicamente Padre Rocco per aver reso possibile questo cambio, dandomi la possibilità di continuare la mia attività. Mi sono trasferito vicino alle voliere, accanto a un bel bagolaro spaccasassi, che fa molta ombra e tante foglie. Sono sicuro che sarà stupendo vederlo rigoglioso durante l’estate.
Lo scorso anno, il 10 novembre, con mio fratello ho compiuto 60 anni, come avete già letto qui a fianco. Pensate, ho anche festeggiato i miei 40 anni di lavoro, mamma mia!
Cambiando discorso, sono molto preoccupato per quello che è successo in Australia. Come sapete, l’anno scorso sono scoppiati diversi incendi boschivi che hanno devastato circa 16800000 ettari. Sono morte più di 30 persone, ma anche moltissimi animali (si calcola un miliardo!) a causa del fuoco. Una disgrazia enorme. Solo il 2 marzo 2020 è stata dichiarata la fine dell’emergenza, proprio mentre da noi è iniziata un’altra emergenza, che conosciamo bene e nella quale siamo ancora coinvolti. Una delle cause del disastro australiano è il riscaldamento globale. Infatti il 18 dicembre
2019 è stato il giorno più caldo della storia australiana, con temperatura media di 41,9°. Ma anche l’epidemia sembra avere concause legate al clima. Secondo alcuni studi, la deforestazione, il consumo di suolo, l’allevamento intensivo hanno portato alla migrazione di molte specie animali, che hanno contaminato altri habitat con microrganismi sconosciuti. Ma adesso veniamo a noi. Quest’anno ho comprato nuovi strumenti per la rilevazione meteo. Per prima cosa ho preso uno strumento atto a misurare la qualità dell’aria; poi ho preso un orologio che calcola la pressione dell’aria, la cui unità di misura è il bar
Quindi, come sarà questa estate? Secondo il vostro MeteoMario il 2020 prevede un’estate molto torrida, quasi soffocante, con ondate di caldo frequenti e temperature oltre le medie. Questo porterà al rischio di eventi estremi, come abbiamo purtroppo già sperimentato. Proprio per questo credo che da qui ai prossimi 100 anni dobbiamo iniziare a prepararci al peggio, così suggeriscono i climatologi.
Alla Prossima!
Lunedì, mercoledì e venerdì 13.30 - 19.00
Sabato e domenica 13.30 - 16.30
Martedì e giovedì: riposo
Orario Meteomario
Le foto di Fabio Foglie
Tieni stretto ciò che è buono, anche se è un pugno di terra.
Tieni stretto ciò in cui credi, anche se è un albero solitario.
Tieni stretto ciò che devi fare, anche se è molto lontano da qui.
Tieni stretta la vita, anche se è più facile lasciarsi andare.
Tieni stretta la mia mano, anche quando mi sono allontanato da te.
Canto Navajo*
*I Navajo sono un popolo di indiani nativi d’America, che vivono nella riserva “Navajo Nation”, nel sud - ovest degli Stati Uniti. Oggi sono in grave pericolo a causa del coronavirus, sia per il difficile accesso alle cure sanitarie, sia per una loro genetica debolezza della risposta immunitaria verso le malattie respiratorie.