L’amico ritrovato
QUARTIER DEL PIAVE
A pag 10 e 11
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1075 Informazione cultura e tempo libero Anno XLIII n.18 | 17 ottobre 2024 | € 2,50
Fondato da Dario De Bastiani nel 1982
Enrico Padoan fotografato da Emanuela Da Ros
Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CNS TV - Periodico di informazione, cultura e tempo libero - Anno XLIII n.18 - 17 ottobre 2024 - Euro 2,50 - Contiene I.P.
Lei gioca col fuoco
Un episodio che 80 anni fa salvò la vita a molti uomini
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CONEGLIANO
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I 100 giorni di Mirella
Il soldato Joseph e il gesto provvidenziale ISSN 2784-9716
VITTORIO VENETO
Poi non dite che sono un giovane assessore
Via Donatori di Sangue, 46 I VITTORIO VENETO I Tel. 0438 57583 info@delucaservizi.it I combustibili@delucaservizi.it
PRIMO PIANO
Preferisco una cultura plurale, anziché super partes Chiacchierata in pantofole con il neo assessore alla cultura Enrico Padoan. Che ha risposto con spontaneità e - lo testimoniano i punti esclamativi che per una volta abbondano entusiasmo alle nostre curiosità e casalinghe provocazioni. Già che c’eravamo, gli abbiamo anche rifilato un po’ di domandine estrapolate dal noto questionario di Proust. Cosa ne è uscito? Tanto per anticipare, un motto: “Ma, poi, è proprio obbligatorio essere qualcuno?”
di Emanuela Da Ros
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achiavelli (ecco come allontanare i lettori fin dalla prima riga: con una citazione paradotta di cui non frega niente a nessuno: non importa: so che i lettori del Quindicinale sono arguti, per cui la mantengo), Machiavelli cinquecento e rotti anni fa scriveva all’amico Vettori che dopo essersi imbrattato nelle questioni codidiane - ah! la citazione è molto libera - si vestiva dei panni curiali per colloquiare coi grandi autori
del passato. Poiché Enrico Padoan, neoassessore alla Cultura del comune di Vittorio Veneto, dopo le faccende di quotidiana amministrazione, doveva solo ciacolare con me, l’ho pregato di restare in pantofole. Per cui quello che leggerete è proprio un amichevole scambio di domande (sempliciotte, ficcanaso, curiose) e risposte (spontanee e senza filtri). Quarant’anni da fare, Enrico Padoan ha nel suo curriculum una laurea e un dottorato in Scienza Politica, una cattedra all’università degli Studi della Tuscia (Viterbo) e diversi lavori accademici pubblicati, tra cui un prezioso saggio in lingua inglese su Populismi in America Latina ed Europa del Sud, edito da Routledge. Originario di San Giacomo di Veglia, dopo aver vissuto diversi anni a Padova, Legnago, Santiago del Cile, ha preso residenza a Revine con la
moglie Silvia e la figlia Elena di cinque anni, che avrà presto una sorellina. Perché a Revine? “Perché - ammette - ci piace la tranquillità, e perché per noi a Vittorio Veneto era (e probabilmente è) del tutto proibitivo comprare casa…” Enrico, sei alla prima esperienza come assessore. Com’è andata finora? Ostacoli, sorprese, stimoli… Hai qualche aneddoto simpatico da riferire? Stimoli: una marea. Da associazioni e operatori culturali in primis, e poi movimenti e partiti cittadini, uffici… penso sia normale, perché sono nuovo e perché eredito un referato in cui le relazioni con l’assessora Uliana, che mi ha preceduto per dieci anni, erano rodate. Devo dire però che ho sempre incontrato persone molto corrette, aperte e disponibili. Il personale degli
Enrico Padoan, Assessore alla cultura e alla scuola del Comune di Vittorio Veneto, con deleghe alle politiche della cultura, a biblioteca, musei e alle politiche educative e scolastiche
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PRIMO PIANO tende a fare dibattiti ed eventi incapaci di far cogliere gli elementi per spunti legati all’attualità. A mio avviso il livello del dibattito politico (che è funzione del dibattito culturale) è molto démodé, e moltissimo provinciale. Al tempo stesso invece non ci rendiamo conto di eccellenze che abbiamo. Fare nomi è sempre scomodo: però, per dire, in città è sorta una rivista storica (l’Archivio Storico del Cenedese) che recentemente è stata riconosciuta quale “rivista scientifica” dal ministero (essendo del settore, posso testimoniare l’enorme lavoro che sta dietro a questo riconoscimento). Nel solo mese di settembre abbiamo avuto eventi musicali di clamorosa importanza – e lo dice uno che manco ha gli strumenti culturali per gustarseli pienamente.
Nelle fotografie in queste pagine: Enrico Padoan
uffici mi assiste molto bene, e si rende conto del fatto che mi trovo a prendere per mano molte cose, anche complesse, tutte assieme. Sorprese… non me ne vengono in mente. Ostacoli… sì ma per colpa mia e della mia inesperienza (non cerco alibi! Penso sia normale, e penso che sia mio compito colmare questo gap, in particolare in termini di gestione delle problematiche e delle risorse). Aneddoti simpatici? Oh, diversi! Quasi tutti mi dicono “oh che bello un assessore giovane”, io un po’ storco il naso perché a 40 anni tanto giovani non si è. Poi mi fanno i complimenti, e rispondo sempre “Fammeli fra tre-quattro anni, via!”. In passato Vittorio Veneto si è autodesignata Città della cultura (e della musica). Un’etichetta impegnativa che a tuo giudizio rispondeva davvero a delle proposte valide? A
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una vivacità culturale tenacemente sbandierata? O c’è ancora molto da fare in questo senso? “Città della musica” è un’etichetta impegnativa, ma risponde al vero. Credo che in particolare il Concorso Nazionale Corale sia un’eccellenza: dovremmo far ricordare che è l’unico concorso corale in Italia organizzato interamente da un’amministrazione comunale. E poi il Concorso di Violino, il Vittorio Chamber Festival, il Festival Organistico, il Da Ponte Opera Festival… e le associazioni di musica, i cori… Abbiamo delle chicche che dobbiamo valorizzare. “Città della Cultura”… forse lì c’è da fare qualcosina in più. Io la “vivacità culturale” di cui parli la vedo solo in potenza, non in atto. Nel senso che abbiamo moltissime associazioni, con risorse umane e culturali (cioè… persone!) incredibilmente ricche. Però spesso si
Sui social – ma guarda un po’ dove si va a ficcare il dibattito politico – mi è capitato di leggere le recriminazioni delle ex assessore sul Da Ponte, sul mancato cartellone teatrale, su progetti che a loro giudizio avevano il loro imprimatur. Ho anche letto una tua elegantissima risposta. La paradomanda è: che pensi di queste scaramucce social? Che pensi dell’operato di chi ti ha preceduto? Ti ringrazio per l’elegantissimo… Guarda, premetto che io sono polemico per natura. Però una delle cose che ho imparato negli ultimissimi tempi (diciamo, da poco prima della campagna elettorale in poi) è il valore e l’importanza del silenzio. Sovraesporsi è pericoloso: certo, non bisogna nemmeno passare per ‘deboli’. Non sono contrario ai social, ma non mi voglio piegare alle logiche dei battibecchi e intendo tenere un profilo consono: anche perché sono parte di un organo collegiale, e ogni volta che faccio esternazioni, posso mettere in difficoltà i colleghi di giunta, la sindaca in primis, chi ci ha sostenuto e ci sostiene, molte associazioni… È una questione delicata, penso che ci voglia molta responsabilità. È giusto ricevere critiche, anche pesanti, e nei modi corretti e istituzionali è giusto rispondere perché i cittadini vanno informati sulle scelte che si fanno e sui motivi di queste scelte. Nei 50 giorni da assessore, ho capito (ma lo sospettavo prima, eh…) che è un ruolo complicato. Penso che le due assessore che mi hanno preceduto abbiano fatto un buon lavoro, secondo il taglio ideologico, molto ben vi-
PRIMO PIANO Il Questionario di Proust
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sibile, che le contraddistingueva. Sui temi culturali chi mi ha preceduto ha operato – ripeto, tecnicamente bene secondo priorità, in base a sensibilità personali e in base a visioni politiche. Di ambiente, di società, di politica (nel senso alto del termine), di parità sociale e di genere, si è parlato molto poco – e se lo si è fatto, in modo estremamente e scientemente light, cioè che non mette in discussione tanti aspetti. Tutte queste sono scelte politiche: politica è scegliere di fare e scegliere di non fare. Non credo a una politica o a una cultura super partes – bravo è quel politico che fa credere di esserlo, ma quello stesso politico sa che non è vero. Preferisco una cultura plurale, anziché super partes. Quanto agli imprimatur… be’, mi sono parsi sempre autocelebrativi e spesso parecchio eccessivi nel merito, ma ci sta: siamo nel campo delle opinioni. Non ho colto mancanze di rispetto: mi pare vi sia, e mi auguro che vi sarà anche in futuro, correttezza reciproca. Stiamo parlando di persone estremamente in gamba, mica serve che lo dica io. Progetti all’orizzonte? Non voglio anticipare troppo. Lo sguardo è proiettato nel 2025: c’è l’80esimo della Liberazione, c’è la volontà di mettere in cantiere un ciclo di
incontri culturali a tema sportivo, e un festival cittadino sul tema del lavoro, a me carissimo. Penso sia una grande opportunità per parlare dell’oggi e del futuro, non solo di Vittorio Veneto. Sono sicuro sia un ottimo modo per coinvolgere le preziose imprese del territorio, per non renderle avulse dal circuito culturale. Inoltre mi piacerebbe valorizzare il sistema museale rendendo i nostri musei “centri di dibattito”, al di là delle esposizioni permanenti. Per non parlare del Teatro, su cui abbiamo enormi speranze e su cui investiamo in maniera importante. Vittorio, durante il periodo scolastico, è letteralmente invasa da studenti. D’estate mi pare sonnecchi. Stagionalità a parte, a tuo giudizio che cosa offre ai bambini e ai giovani? A me sembra – ti provoco – che i parchi giochi siano molto modesti, fatiscenti a volte, che sia grazie alle diverse associazioni (che richiedono contributi giustificati alle famiglie) che possiamo contare su proposte sportive, musicali, ludiche…ma l’intervento comunale resti ai margini. Che dici? Hai ragione, ma l’intervento comunale in realtà non è così scarso. Vittorio Veneto ha un nido comunale – e avrebbe potuto averne un altro… - e centri estivi comunali, su cui investiamo im-
ioco di società, noto fin dall’800, il celebre Questionario di Proust consentiva di scoprire qualcosa (di più) su amici e conoscenti “di recente data”. Abbiamo sottoposto al neoassessore solo alcune delle domande, senza tralasciare quella sull’ aforisma (che qui diventa un quiz). Il tratto principale del tuo carattere? Passione, temperata da ironia. Qual è la qualità che apprezzi in una persona? Passione, temperata da ironia (si vede che sono Scorpione?) Il tuo peggior difetto? Nervosismo e scarsa cura del dettaglio Il tuo passatempo preferito? Mia figlia. E il tennis. In ordine eh Dove vorresti vivere? Dove si sta tranquilli con la mia famiglia Il tuo colore preferito? Azzurro Il tuo fiore preferito? Stella alpina (il primo che mi viene in mente) I tuoi scrittori preferiti? García Márquez. Zerocalcare Chi sono i tuoi eroi? Chiunque rischi la vita per combattere le disuguaglianze. Se devo dare un nome, direi Salvador Allende Il tuo musicista preferito? Vicentico (rock argentino). Ogni mese cambio Un eroe o un’eroina nella tua vita reale? Tutti quelli che riconoscono le fortune che hanno avuto e non pensano che sia tutto merito loro Cosa detesti? Lodarsi-imbrodarsi Un personaggio della storia che odi più di tutti? Prima di Mussolini e di Hitler, direi quelli che hanno finanziato Mussolini e Hitler. Perché, in realtà, credo poco ad una storia fatta di personaggi Come ti senti attualmente? Stimolato Un motto, un aforisma, un verso che hai scolpito dentro. Ma, poi, è proprio necessario essere qualcuno?”. Ma non dico da dove è tratto: ve lo lascio scoprire
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Il Quindicinale
NOTIZIE DALLA MARCA Risposta stupida: ottimo! Fuor di battuta: evito paroloni e vado al dunque con sincerità. Veniamo da esperienze politiche diverse, e ora abbiamo scelto di compiere un percorso insieme – la campagna elettorale, poi, ha fatto tanto! Pertanto, c’è rispetto e un ottimo clima di collaborazione. E il fatto di provenire da esperienze politiche diverse fa sì che ci sia anche quel sano distacco che alimenta e garantisce la correttezza dei rapporti. Stare in coalizione significa rappresentare gruppi politici: ciò è un enorme antidoto ai personalismi che invece sorgono quando si è tutti della stessa famiglia.
Enrico Padoan
portanti risorse. Le associazioni sono una risorsa enorme. Che altre città non hanno. E non è piaggeria. Certo, si può e si deve fare di più per rendere più facile la loro vita, però spesso sono le stesse associazioni a reclamare, giustamente, indipendenza. Il campus scolastico tra poco si doterà di una nuova palestra (in costruzione quella del Beltrame e del Flaminio) ma soprattutto inaugurerà il nuovo Città della Vittoria. A me sembra una supercolata di cemento… Nel senso che abbiamo gli ex Italcementi che potrebbero ospitare delle bellissime aule con relativi laboratori… Abbiamo la Gotti, l’ex 5° Corpo d’armata e un sacco di edifici dismessi che stanno lì a marcire… Non è il caso di cambiare rotta? Recuperare, come fanno altre realtà anziché tirare su gru all’infinito?
Il Quindicinale 8 |
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Se c’è una cosa che qualsiasi amministratore, anche passato, può confermare è l’enorme difficoltà che il comune di Vittorio Veneto affronta nella manutenzione del patrimonio immobiliare cittadino, che sconta scelte al risparmio negli anni passati e di cui ora si vedono purtroppo gli effetti. Gli investimenti che menzioni sono comunque in capo ad altri enti. In generale, inaugurare permette di tagliar nastri, manutenere no… però è quello che va fatto prima di tutto! Penso poi all’occasione persa (non da Vittorio Veneto, bensì dall’Italia intera) con il superbonus: a prescindere dalle (pesanti) storture dello strumento, è un fatto che l’edilizia pubblica ne abbia beneficiato in misura del tutto residuale. In questi primi mesi com’è stato il clima in giunta? (questa è la domanda stupida…)
Riesci a conciliare docenza universitaria e impegno amministrativo? Te lo dirò tra qualche giorno, quando sino a fine anno per tre giorni a settimana starò a Viterbo – ma con i mezzi a disposizione oggi, non penso sarà un dramma. Al massimo mi si fonde il telefono o il pc. Il mio lavoro poi mi permette per molti mesi una totale organizzazione autonoma del lavoro. Per ora, la sfida è conciliare impegno amministrativo e vita familiare! Silvia capisce. Ma quando tua figlia ti abbraccia e ti dice “Sei sempre via”, capisci che ha imparato come toccare certe corde. Proviamo a pensare a queste cose, quando sparliamo degli amministratori! Tengo poi a dire una cosa: se vogliamo amministratori e amministratrici “giovani”, dobbiamo abituarci anche a politici che hanno la necessità di dividersi fra politica e occupazione – tanto più se l’occupazione è precaria. L’alternativa è lasciare la politica a chi se lo può permettere: roba da Ottocento, come minimo. Io ne faccio una questione profondamente democratica. Che cosa ti ha spinto a dedicarti anche all’attività amministrativa? Facile cadere nella retorica, quindi evito risposte tipo “l’amore per la Città”. Mi ha convinto la fiducia dimostratami dalla sindaca (che non sia letto come un alibi! Gli errori che ho fatto, faccio e che farò – com’è ovvio – sono e saranno colpa mia!). C’è anche la voglia di mettermi in gioco, e di portare punti di vista che non ho visto rappresentati negli scorsi anni. C’è il sostegno di diversi gruppi e persone, elettori/elettrici e non.
NOTIZIE DALLA MARCA Flash Elezioni provinciali,
Conte confermato all’Anci
Marca Trevigiana. Mario Conte (in foto) è stato riconfermato, all’unanimità, presidente di Anci Veneto. La nomina lo scorso 28 settembre, nel corso della 17a assemblea regionale congressuale di Anci Veneto dei 506 soci svoltasi nella sede della Provincia di Treviso.
Bortolomiol nel direttivo Valdobbiadene. The Grand Wine Tour - associazione che riunisce cantine italiane di alto profilo con l’obiettivo di valorizzare il potenziale del settore enoturistico di qualità - ha innovato il suo direttivo. Vi ha fatto ingresso come membro anche Elvira Bortolomiol (in foto) - alla guida dell’omonima azienda di Valdobbiadene con delega alla comunicazione dell’associazione.
Medaglia d’Oro al 51° Stormo Istrana. Conferita la Medaglia d’Oro al Merito Aeronautico alla Bandiera di Guerra del 51° Stormo di Istrana nel giorno della ricorrenza della costituzione dello Stormo avvenuta all’aeroporto di Ciampino il 1 ottobre del 1939.
ecco il nuovo consiglio Marcon in carica per altri due anni. Affluenza dell’84,23% TREVISO. Assegnati i seggi che comporranno il nuovo Consiglio della Provincia di Treviso. Il 29 settembre, alle 20 sono terminate le votazioni per il rinnovo dei 16 membri del consiglio provinciale per il prossimo biennio. A votare sono stati i sindaci dei 94 comuni trevigiani. Bene l’affluenza che è stata dell’84,23%. Tra le quattro liste candidate, al termine dello spoglio, i seggi assegnati sono stati: 6 seggi per Lega di Marca – Marcon Presidente, 4 seggi per Alleanza per il territorio, 3 seggi per Avanti Treviso e 3 seggi per Amministratori di Marca. Sulla base delle numero delle preferenze, i seggi sono stati assegnati ai consiglieri provinciali: per Lega di Marca – Marcon Presidente, a Claudio Sartor, Diego Zanchetta, Giorgio Bredariol, Olga Rilampa, Roberto Borsato e Valeria Salvati. Per Alleanza per il Territorio, Roberto Fava, Raffaele Freda, Davide Acampora, Frediano Brotto; per Avanti Treviso, Paola Chies, Fabio Maggio e Matteo Bellinato; per Amministratori di Marca, Sebastiano Sartoretto, Giulia Zangrando e Pietro Dal Zotto.
Stefano Marcon
“Il dato dell’84,23% testimonia l’alta partecipazione che c’è stata a queste elezioni, molto sentite sul territorio – commenta Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso –la composizione a breve sarà formalizzata, convocherò il Consiglio per la convalida degli eletti come previsto dalla normativa. Ai nuovi consiglieri rivolgo i miei auguri affinché possiamo lavorare in squadra per riuscire a dare il meglio per la nostra comunità e per il territorio: l’auspicio, di tutti, è che presto la riforma delle Province venga attuata e si torni all’elezione diretta, che dia ai cittadini la possibilità di esprimere il proprio voto nel pieno rispetto dei valori democratici e costituzionali”.
Simone nuovo Questore Treviso. Alessandra Simone è il nuovo Questore di Treviso. Simone si è particolarmente impegnata sul fronte del contrasto alla violenza di genere e degli abusi ai minori, è l’ideatrice del protocollo EVA, il modello operativo utilizzato dagli operatori di Polizia nel primo intervento in caso di maltrattamenti in famiglia, e del Protocollo ZEUS, che prevede l’introduzione della cosiddetta “ingiunzione trattamentale” nei decreti di Ammonimento del Questore per stalking, maltrattamenti in famiglia e cyber bullismo con lo scopo di incidere sul rischio di recidiva, per il quale ha vinto l’Ambrogino d’oro nel 2021.
Benvenuti ai nostri abbonati!
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tiamo per entrare nel pieno della nuova campagna Abbonamenti del Quindicinale. Anche il prossimo anno i lettori avranno a disposizione dei regali preziosi e la garanzia di poter leggere ogni numero del periodico comodamente a casa. Le opzioni per rinnovare l’abbonamento sono diverse, ma ci fa piacere sapere che qualche lettore preferisce venire a trovarci in redazione. Come ha fatto l’affezionata abbonata Antonia Barel, che risiede a Costa da dieci anni, ma che si sente ancora cenedese: “Mio figlio – ha raccontato la signora Barel – si era offerto di farmi l’abbonamento online, ma io trovo irrinunciabile e simpatica l’idea di venire a trovarvi in redazione. Almeno una volta all’anno!”
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VITTORIO VENETO E VITTORIESE
Il soldato Joseph e quella pipì che s A sorpresa la figlia di Joseph Dickinson, chiamato Bepi, incontra la partigiana Leda e racconta un episodio particolare che 80 anni fa salvò la vita a decine di uomini di Alfeo Zanette
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Joseph Dickinson in una foto del periodo della Seconda Guerra Mondiale
Il Quindicinale 10 | Giovedì 17 ottobre 2024
lla fine di luglio è venuta a trovarci nella sede dell’ANPI una signora inglese ora residente in Australia, per cercare notizie del padre, che durante la seconda guerra mondiale aveva operato in Cansiglio come ricetrasmettitore nella missione alleata Skorpion. Joseph Dickinson, il nome del militare, era un ufficiale inglese, a cui sono state conferite diverse onorificenze per il valore dimostrato in vicende militari di cui è stato protagonista in Italia durante la guerra e in diverse colonie dell’ex-impero inglese in anni successivi. Kathryn, la figlia, parlava con orgoglio del padre e delle vicende che lo avevano coinvolto. Il suo scopo è quello di conservarne la memoria e di non recidere i legami con la storia travagliata della sua famiglia. Mi sono messo in contatto con Leda Azzalini, Mariska il nome di battaglia, uno degli ultimi testimoni viventi della Resistenza, un testimone di eccezione essendo stata partigiana combattente. A casa di Leda, Kathryn le ha mostrato la foto del padre per sapere se lo conosceva. Subito Leda ha detto: “Questo è Bepo, Giuseppe, così lo chiamavamo noi partigiani ed è stato con noi fino alla Liberazione!” Erano diventati molto amici e in seguito l‘uomo ritornò in Italia a incontrare i suoi compagni. Ottanta anni, 1944- 2024, da non credere. Parlare di un passato remoto, come fosse ieri. Una commozione indescrivibile, dalla quale sono emersi frammenti di storia partigiana in parte inediti. Nonostante l’età, la memoria di Leda è integra, ricorda tutto fin nei minimi particolari, ma non ama parlarne, così come altri partigiani in passato, in quanto le provoca dolore ricordare un periodo di grande sofferenza, di lutti, di terrore del nemico. A Kathryn abbiamo chiesto qualche
ricordo di suo padre e di una vicenda particolare, avvenuta 80 anni fa in Cansiglio. Sul Quindicinale un’anticipazione di un video che prossimamente sarà messo a disposizione nel museo partigiano del Pian dele Femene. “Nostro padre – ha spiegato Katrhryn - era Joseph Fredrick Dickinson, nato l’11 luglio 1919, avrebbe compiuto 105 anni quest’anno. Si arruolò nell’esercito nel 1940 e frequentò per un periodo il campo di addestramento di Catterick. Crediamo che abbia prestato all’inizio servizio in Palestina e in Egitto e poi in Italia. Era un sergente del Royal Corp of Signals, un operatore wireless e durante il suo servizio ha fatto quasi 40 lanci con il paracadute. Una volta gli chiesi: “È diventato più facile avendo fatto più salti?” e lui rispose: “No, è diventato più difficile, perché non sapevo mai se la mia fortuna sarebbe finita”. Si è paracadutato in Italia nell’autunno del 1944. Quando fu effettuata una ricognizione della zona per accertare il luogo in cui dovevano atterrare nell’Italia settentrionale, era la stagione secca, ma quando arrivò il momento di lanciarsi con il paracadute aveva piovuto molto e il fiume Po si era allargato e aveva inondato il territorio. Nostro padre non parlava molto della guerra, ma di tanto in tanto ognuno di noi ne riceveva dei frammenti; raccontava a Brian che, mentre si trovava nella foresta e i tedeschi salivano dalle colline, si sdraiava con una specie di fucile. C’erano dei bambini accanto che gridavano “C’è Giuseppe” e lui faceva il resto. C’era anche una taglia sulla sua testa e pensiamo che parte della ricompensa fosse costituita da sacchi di sale, che scarseggiavano. Kathryn, se non sbaglio, suo padre apparteneva alla missione Bitterroot, chiamata anche Scorpion, comandata da Paul Brietsche (Newton era il suo
VITTORIO VENETO E VITTORIESE
salvò i partigiani nome di battaglia) e Richard Tolson, sostituito dal capitano Linghen alla fine della guerra. Si narra che l’11 gennaio 1945 una colonna di 200-300 soldati tedeschi salì in Cansiglio a insaputa dei partigiani per eliminare il comando della Divisione Nino Nannetti a cui si erano uniti i militari della missione Scorpion. Il comando si era rifugiato in due baracche su un colle sopra Crosetta. Al mattino presto mio padre uscì dalla prima baracca - si abbassò i pantaloni per necessità fisica - si accorse che i soldati tedeschi stavano arrivando silenziosamente per distruggere il quartier generale. Mio padre riuscì a rientrare di nascosto nella baracca per avvertire e tutti riuscirono a fuggire senza danni. I partigiani che si trovavano sul posto ricordano che fu un ufficiale della missione Scorpion a dare l’allarme, ma non fecero mai il suo nome: era mio padre, che quando ero più giovane mi raccontò che i tedeschi lo avevano quasi preso con i pantaloni abbassati! All’epoca non avevo idea di quanto fosse importante quell’episodio, finché Leda non mi raccontò la storia durante la mia visita. Papà ha raccontato di essere stato anche catturato e interrogato dai tedeschi. Ha aggiunto di non aver mai parlato inglese ma un un italiano fluente
(non sappiamo quanto fluente, ma ha detto che era arrivato al punto di pensare in italiano e non in inglese) e che era stato così convincente da ingannare il nemico ed essere rilasciato. Questo e altri ricordi sono importanti da riportare nella vostra intervista, ma anche le sensazioni di vostro padre riguardo a quella terribile esperienza:
stenti, privazioni, sofferenze, dolore, paura, fame, sete e una forte volontà dei partigiani di combattere contro nazisti e fascisti con l’obiettivo di liberare l’Italia e porre fine alla guerra prima possibile. L’obiettivo principale era infatti quello di porre fine ai combattimenti il più rapidamente possibile; papà diceva che si erano perse troppe vite. Mi disse che potevano rimanere senza cibo per giorni. Con un compagno andò a controllare se in una borgata ci fossero tedeschi nascosti. Nessuno dei due aveva mangiato per un paio di giorni. Entrarono in un casolare abbandonato e trovarono dei pomodori mezzi marci e una cipolla. Si divisero quello che c’era. Papà è stato premiato con l’Italy Star assegnata ai militari delle forze britanniche e del Commonwealth che hanno prestato servizio nella Campagna d’Italia dal 1943 al 1945 durante la Seconda Guerra Mondiale. La medaglia è stata istituita nel maggio 1945. Dopo la guerra rimase nell’esercito, trasferendosi prima in Irlanda del Nord, con la moglie e i due figli, poi dal 1948 in Birmania, Singapore e Malesia. Credo che sia tornato alla vita civile nel Regno Unito nel 1952. È deceduto nel gennaio del 1980, all’età di 60 anni.
Joseph Dickinson in una foto del periodo della Seconda Guerra Mondiale
A sinistra: Kathryn Dickinson e Leda Azzalini
Giovedì 17 ottobre 2024 | 11 Il Quindicinale
VITTORIO VENETO E VITTORIESE
I primi 100 giorni di Mirella Mirella Balliana, sindaco di Vittorio Veneto
“Tanto entusiasmo e nessun rimpianto”: il bilancio dei primi tre mesi tracciato dal sindaco
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a sempre i primi cento giorni rappresentano, per un sindaco, una tappa obbligata del proprio mandato. Si tratta di una scadenza brevissima, ma che è diventato una specie di simbolo, ricco di buoni auspici o di cattivi presagi. Mirella Balliana, eletta sindaco di Vittorio Veneto il 24 giugno scorso, ha oltrepassando da poco questa soglia. Le abbiamo chiesto di tirare le somme dei suoi primi tre mesi alla guida della città. Balliana, ci può tracciare un bilancio di questi primi 100 giorni? Il bilancio è positivo. Fin dal primo giorno siamo partiti tenendo un ritmo di lavoro molto alto: in questi primi tre mesi abbiamo dovuto rincorrere le scadenze di bandi legati ai progetti iniziati dalla precedente amministrazione, però allo stesso tempo abbiamo voluto fin dall’inizio segnare un cambio di passo, soprattutto per ciò che concerne il decoro della città: l’avvio delle fontane, la manutenzione giornaliera dei giardini del centro ecc. Abbiamo affrontato situazioni emergenziali come l’evento della
Il Quindicinale 12 | Giovedì 17 ottobre 2024
frana del Fadalto, riuscendo a trovare un accordo con gli enti per la liberalizzazione del tratto autostradale. Siamo inoltre riusciti a intervenire in modo celere anche sulla grande frana delle Perdonanze, costruendo un bypass provvisorio utilizzato dalle famiglie del luogo. Ogni giorno entro in municipio con tanto entusiasmo e altrettanto si può dire degli assessori, che stanno lavorando a pieno ritmo per affrontare le numerose problematiche nei vari ambiti. Li pensava più difficili? Su cosa si può lavorare? Ero conscia fin dal primo giorno della grande responsabilità che un sindaco deve avere nell’affrontare questioni che riguardano l’intera collettività. La difficoltà più rilevante è riuscire a dare risposte precise alle molteplici problematiche che i singoli cittadini ci presentano quotidianamente. Dobbiamo impostare un sistema funzionale tale da rendere più preciso ed esauriente il rapporto tra singoli cittadini e amministrazione. Che priorità avete messo in campo?
VITTORIO VENETO E VITTORIESE
L’approfondimento per ciò che concerne le strutture sportive, quindi la realizzazione dei campi da rugby e rifacimento della piscina. Poi ci sono la rimodulazione dei criteri per la gestione del Teatro Da Ponte e la ricognizione dello stato del patrimonio comunale. L’ultima priorità riguarda invece la maggiore attenzione e l’aumento degli interventi nell’ambito del sociale, in risposta ai molti bisogni. Le prime soddisfazioni? Ha qualche rimpianto? Rimanendo fermamente con i piedi ancorati a terra, sto sentendo attorno al nostro operato parecchio consenso: questo mi dà la carica per continuare nelle modalità di lavoro che abbiamo adottato. Per ora nessun rimpianto. Crede che si sia visto il cambio di passo annunciato durante l’elezione? Sì, penso che il cambio di passo si sia notato. Almeno lo spero, soprattutto per la questione della cura della città, che deve rientrare in un sistema ordinario e non emergenziale. A breve partiranno altri lavori di asfaltature, inoltre stiamo rivedendo tutto il sistema di pulizia delle strade con Savno. Inoltre spero che sia evidente anche la grande energia che gli assessori stanno mettendo nell’affronta-
re le questioni dei loro referati. Com’è cambiata la sua vita dopo l’elezione? Sotto il profilo di impegno lavorativo, la mia vita non è molto cambiata: diciamo che ero allenata, ho sempre sopportato carichi di lavoro e impegni molto intensi, e quindi ora dedicarmi “solo” alla Città di Vittorio Veneto non è poi così duro. Per una persona come me, che ama occuparsi degli altri e dei problemi, il ruolo del sindaco è forse quello più bello ed entusiasmante, anche se sono consapevole che un primo cittadino deve essere disponibile 24 h per 7 giorni alla settimana. Per questo ringrazio ancora tutti coloro che ci hanno sostenuti. Crede che i vittoriesi siano soddisfatti dei suoi primi 100 giorni? Sto raccogliendo tanti feedback positivi, mi sembra che ci sia molto entusiasmo. Ringrazio tutte le associazioni, che come sempre si stanno dando molto da fare per organizzare eventi. Senza il loro contributo la città sarebbe molto più povera, invece c’è molto fermento. Insomma, io sto vedendo una città molto attiva, che sta tenendo duro rispetto alle difficoltà che i nostri territori stanno vivendo. Robero Silvestrin
Zanin, medaglia d’oro
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n giorno di fine ottobre 1964 il centro di Vittorio Veneto si vestì a festa, esponendo lungo il viale della Vittoria decine di bandiere tricolori e rossoblù. Una piazza del Popolo gremita di gente si apprestava ad accogliere trionfalmente un atleta medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo. Si trattava di Mario Zanin, un ventiquattrenne di Santa Lucia di Piave, portacolori dell’Unione ciclistica Vittorio Veneto. Pochi giorni prima aveva conquistato la medaglia d’oro nella prova ciclistica su strada. Si era trattato di una vera e propria impresa, considerando che tra i battuti figuravano due atleti che qualche anno dopo avrebbero fatto la storia del ciclismo: Eddy Merckx e Felice Gimondi. Con la sfavillante medaglia al collo, Zanin venne accolto in municipio con tutti gli onori, apponendo la sua firma nell’albo d’oro riservato agli ospiti illustri di Vittorio Veneto.
Bar Lux: la famiglia Zanchetta passa il testimone
L’ombrellino viola
Vittorio Veneto. “È finita un’era”. Dallo scorso 30 settembre Diego Zanchetta e la sorella Wally possono godersi il meritato riposo dopo decenni di lavoro al bar Lux. La famiglia ha ceduto il locale, uno dei simboli cittadini, e ha salutato decine di clienti affezionati durante l’ultimo brindisi della sua gestione. “Sono rimasto sorpreso dall’affetto dei clienti, erano molto dispiaciuti – racconta Diego -. È stata una serata toccante, la degna conclusione di un periodo lungo una vita”. Ora il bar rimarrà chiuso per un certo periodo di tempo per consentire la ristrutturazione del locale.
Vittorio Veneto. Venerdì 18 ottobre alle 18:00 presso la Biblioteca Civica a Cenenda presentazione del volume L’ombrellino viola di Tito Spagnol. Presenta Annamaria Gazzin, intervengono Pier Paolo Brescacin e Roberto Orlich. Ingresso libero.
SESSANTA ANNI FA a cura di Ido Da Ros
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VITTORIO VENETO E VITTORIESE
“Braido in aula per la Lega” L’aut-aut degli “ortodossi” del Carroccio al commissario Manzato
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a sezione della Lega di Vittorio Veneto nel cuore dell’estate, a seguito delle dimissioni di tre dei componenti del suo direttivo, è stata commissariata. Il segretario provinciale del Carroccio, Dimitri Coin, ha chiamato Franco Manzato, già assessore regionale e deputato, a ricostruire la sezione dopo la fuga di molti suoi esponenti che hanno abbracciato il progetto politico-civico dell’espulso Gianantonio Da Re e il tracollo elettorale, che ha visto il partito ai minimi storici in città. Le tensioni interne però rimangono vive. Manzato è stato chiaro: è arrivato a Vittorio Veneto per ricostruire, guardando avanti, non al passato. Un passato che però molti militanti non vogliono così facilmente cancellare. Il 24 settembre, nella sede di via Manin nel frattempo ribattezzata “Sede degli amici di Salvini Premier”, e non più “della Lega Nord”, si è svolto il primo incontro tra il commissario e una trentina di militanti iscritti alla sezione di
Il Quindicinale 14 | Giovedì 17 ottobre 2024
Vittorio Veneto. Gli “ortodossi”, così si erano autodefiniti i leghisti che hanno sostenuto la candidatura a sindaco di Giovanni Braido, a dispetto di quanto prefigurato in precedenza, non hanno chiuso la porta al commissario, ma l’hanno aperta, mettendo però in chiaro la loro posizione e relative richieste. «Ora attendiamo due risposte dal segretario Coin. La prima è se è vero che il commissariamento della sezione è stato dovuto alle dimissioni di tre dei suoi componenti e la seconda è se intenda o meno far sì che la Lega abbia una sua rappresentanza in aula con Giovanni Braido che ora, a seguito dei provvedimenti presi a suo carico (è stato cancellato dalle liste degli iscritti come sostenitori per aver invitato a votare al ballottaggio per la candidata sindaco, poi eletta, del centrosinistra Mirella Balliana ndr), siede come gruppo misto. A meno che non ci arrivino risposte di poter continuare a determinate condizioni, una che Braido in aula rappresenti la Lega, noi entro fine anno chiuderemo la sede di via Manin – annuncia Giancarlo Scottà – e ci dedicheremo ad altro». Claudia Borsoi
Flash L’addio a Antonio Manzoni Vittorio Veneto. È improvvisamente deceduto a 68 anni Antonio Manzoni. Conosciuto da tutti come “Paolino”, era molto noto in città e in tutto l’hinterland: aveva infatti gestito per anni negozi di scarpe, pelletterie e abbigliamento nella Città della Vittoria, a Conegliano, a Pordenone e in alcune località balneari.
La scomparsa di Antonella Vittorio Veneto. Antonella Bortolotto si è spenta a 63 anni dopo una breve malattia che le era sta diagnosticata a giugno. La donna, mancata il 28 settembre scorso, aveva lavorato per una vita nell’azienda di famiglia. Lei e il marito Claudio si erano sposati qualche settimana fa all’ospedale di Vittorio Veneto, coronando una storia d’amore durata quasi quarant’anni.
VITTORIO VENETO E VITTORIESE
Una vita per la cultura
Ricorrenze
È mancata Amelia Bertorelli, amica di artisti e scrittori
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l 14 settembre 2024 è mancata Amelia Bertorelli e durante la cerimonia funebre, svoltasi nel duomo di Serravalle, il figlio Claudio ha letto una toccante lettera di commiato dalla madre. Una figura unica quella di Amelia, figlia del suo tempo e delle libertà nate nella seconda metà del Novecento, di cui per tutta la vita è stata interprete, sostenitrice e deciso difensore. Il diritto delle persone, la libertà umana come faro guida, la giustizia e la dignità declinate ai cittadini, come atto e parte fondante di una società sana e non corrotta, dove il rispetto per il prossimo era legato al senso collettivo delle cose. Fin da studentessa, al tempo in cui frequentava il Liceo Flaminio, ebbe una felice crescita sotto gli insegnamenti di Andrea Zanzotto, insieme ad una generazione di vittoriesi che hanno lasciato importanti pagine nella storia culturale locale. Lei era parte di questo mondo che, come ha ben ricordato il figlio, era conseguenza di una pratica quotidiana e continua, da condividere con chi le stava vicino, con
un’inesauribile voglia di partecipare a cenacoli, associazioni e sodalizi culturali. Le stanze della casa di famiglia in Viale della Vittoria usate come orgoglioso primo nucleo del Museo della Battaglia, i molti autori e artisti incontrati, con un’instancabile voglia di crescere e fare cultura; da Lionello Puppi a Davide Maria Turoldo, da Mario Rigoni Stern ad Andrea Zanzotto, carissimo amico, passando per Stepan Zavrel nel rifugio di Montaner, e per Rachele Padovan a Cortina, di cui era amica e presso la cui cucina per anni hanno transitato moltissimi interpreti della cultura italiana, da giovani promesse ad affermati autori. Lascia i figli Claudio e Odda. Michele Zanchetta
Ciao “zio” Silvano! Lutto nella Lilt di Vittorio Veneto: un malore stronca lo storico volontario Silvano Da Re
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ordoglio in città per la morte di Silvano Da Re, 77 anni, storico volontario della Lilt – Lega italiana lotta contro i tumori – di Vittorio Veneto. Da Re è stato stroncato da un improvviso malore nella sua casa a Forcal, dove è stato rinvenuto dagli amici che, preoccupati per la sua assenza, si sono precipitati nella sua abitazione, trovandolo ormai esanime nella poltrona del suo salotto. «Silvano – ricorda il presidente
della Lilt di Vittorio Veneto, Ugo Pollesel – era una delle anime della nostra delegazione. Tutti lo chiamavamo “zio” per il suo atteggiamento paternalistico: era sempre disponibile e sempre gentile con tutti. Aveva sempre una parola buona: intrepretava al meglio il volontario della Lilt». Da Re risiedeva a Forcal e qui per molti anni aveva gestito la cooperativa alimentare, ora chiusa. Quando la moglie si era ammalata, aveva conosciuto la Lilt, per poi entrare nella squadra degli autisti dell’associazione, mettendo a servizio delle persone malate il proprio tempo e soprattutto una parola e un sorriso, sotto i suoi inconfondibili baffi bianchi, per ogni paziente che trasportava con il pulmino dell’associazione.
RITA AZZALINI n. 23. 2. 1942 - m. 1. 9. 2023 È già passato un anno dalla tua dipartita e noi continuiamo ad immaginarti con il tuo splendido sorriso mentre canti con gli Angeli... Continua a vegliare su di noi e a proteggerci cara Rita... Il tuo ricordo è sempre vivo in noi e in tutte le persone che ti hanno voluto bene... con affetto.... Bruna e Nicoletta
GIULIA MARINELLI PELLEGRINI 25. 10. 2015 - 25. 10. 2024 A nove anni dalla scomparsa la ricordano con immenso affetto il marito Armando, il figlio Francesco con la moglie Eva, la figlia Eliana con il marito Andrea e le nipotine Alice, Giulia, Elisa, Vittoria. Una Messa verrà celebrata sabato 26 ottobre alle 18:30 nel Duomo di Serravalle di Vittorio Veneto
ALFREDO MARANGONI 6. 10. 2017 - 6. 10. 2024 Con rimpianto e tenerezza infinita ti ricordiamo e preghiamo per te. I tuoi famigliari
ALBERTO GAVA n. 5. 3. 1948 - m. 7. 10. 1994 Mille pagine di un libro non basterebbero per raccontare trenta anni di tua assenza. Ricordandoti con affetto. Moglie e figlia
Giovedì 17 ottobre 2024 | 15 Il Quindicinale
VITTORIO VENETO E VITTORIESE
La magia del parco Una pubblicazione per conoscere meglio il Papadopoli
La copertina del volumetto dedicato al Parco Papadopoli
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n occasione della giornata nazionale del WWF “Urban Nature”, svoltasi presso il parco Papadopoli lo scorso 28 settembre a cura del Reparto Carabinieri Biodiversità di Vittorio Veneto (e che tante persone ha richiamato anche da fuori Provincia), è stata
Il Quindicinale 16 | Giovedì 17 ottobre 2024
data alle stampe e distribuita ai partecipanti una pubblicazione che si rifà a una dispensa intitolata “Alla scoperta del Parco Papadopoli” realizzata dall’Associazione Ludoteca Piccolo Principe verso la fine degli anni ’80 e dalla relazione del naturalista Giuseppe Busnardo “Il Parco di Villa CostantiniPapadopoli. Storia e situazione attuale del patrimonio” dell’anno 2000, opportunamente revisionato dall’Ufficio Ambiente del comune di Vittorio Veneto. “Pensata per i ragazzi, è in realtà adatta alle persone di tutte le età disposte a farsi catturare dal fascino del mondo vegetale racchiuso in questo angolo di paradiso. Sono oltre 400 piante catalogate di 80 diverse specie, di cui almeno 10 dell’originario impianto ottocentesco e ben 5 che possono essere considerate monumentali”, ha commentato il sindaco Balliana. Il volumetto è disponibile gratuitamente in portineria del municipio.
Lanificio Bottoli premiato
Vittorio Veneto. Il Lanificio Bottoli guidato da Roberto Bottoli è stato premiato con l’oro all’European Textile & Craft Award Accademy nella categoria Sustainable Textile Industry. Il lanificio è pioniere nell’uso ecologico delle lane italiane nel solo colore del vello senza tinture o con tinture vegetali utilizzando le essenze dell’indaco, del campeggio, della robbia, del catecù che sono esenti dall’utilizzo di prodotti chimici.
VITTORIO VENETO E VITTORIESE
Sarmede chiede la medaglia d’oro Al vaglio del ministero. Pizzol: “Nei nostri territori la prima azione di Resistenza” SARMEDE. In vista dell’ottantesimo anniversario del 25 aprile 1945, il sindaco Larry Pizzol supportato dalla giunta ha chiesto al ministero dell’interno il conferimento della medaglia d’oro al valor civile al comune di Sarmede. L’iter, partito a febbraio dal piccolo comune dell’alta marca, dalla prefettura di Treviso è ora approdato a Roma. Si attendono aggiornamenti che potrebbero arrivare entro fine anno o ad inizio 2025, sperando che il capo dello Stato apponga la sua firma su quella proposta. «Proprio il presidente Sergio Mattarella a Vittorio Veneto nel 2019, dal palco del teatro “Da Ponte” aveva citato nel suo discorso le azioni di Giobatta Bitto (il cui nome di bat-
taglia era Pagnoca, ndr), ed aveva ricordato l’impegno di monsignor Giuseppe Faè, parroco di Montaner, e della sorella Giovanna – fa memoria Pizzol -. A Montaner nacquero i movimenti resistenti a cui si aggiunsero poi quelli di tutto il vittoriese. Nel marzo del 1944, alcuni giovani della frazione di Montaner capitanati da Giobatta Bitto per sottrarsi all’arresto da parte di tedeschi e fascisti salirono al Cansiglio: fu la prima azione di Resistenza nei nostri territori, azioni che non hanno coinvolto solo chi imbracciava un fucile, ma un paese intero: da qui la richiesta della medaglia d’oro al valor civile, supportata da una relazione redatta dall’Isrev». La ricerca storica ha inoltre evidenziato la presenza di un presidio fascista in località “Al tubo”, basso Montaner: alcuni aderenti nel gennaio 1945, alcuni mesi prima della Liberazione, senza alcun motivo salirono in paese e uccisero quattro ragazzi. «La comunità patì molto in quel periodo – sottolinea Pizzol –, ma reagì anche. Auspico per il prossimo anno di
avere una risposta, positiva o negativa, anche perché nel corso del 2025 organizzeremo in paese una serie di eventi legati alla Resistenza con il supporto dell’Isrev. La medaglia d’oro al valor civile rappresenterebbe un riconoscimento per tutti coloro che si sono battuti per noi e un segnale importante per i nostri giovani». Si tratterebbe del primo comune trevigiano e veneto ad essere decorato di medaglia d’oro al valore civile per atti di abnegazione durante la Seconda Guerra Mondiale. Claudia Borsoi
S. Giacomo di Veglia, 30 aprile 1945. Da sx:Ermenegildo Pedron “Libero”, Giobatta Bitto “Pagnoca” comandante del Gruppo brigate “Vittorio Veneto”, Attilio Tonon “Bianco”, e Silvio Giust “Vivis”, dopo la firma di resa sottoscritta dal colonnello Gericke, comandate della colonna tedesca sul Menarè
“Di Little c’è solo il nome”
Giovedì 17 ottobre 2024 | 17 Il Quindicinale
VITTORIO VENETO E VITTORIESE
Gemelli da 40 anni Colle Umberto ha rinsaldato il suo legame con i francesi di La Balme-de-Sillingy
Autorità dei paesi con presidenti e membri delle associazioni di gemellaggio
COLLE UMBERTO. Ad inizio settembre, la visita in terra italiana di una delegazione di francesi del comune di La Balme-de-Sillingy (dipartimento dell’Alta Savoia) è stata l’occasione per il comune di Colle Umberto per risaldare quel patto di gemellaggio siglato 40 anni fa. Una breve ma sentita cerimonia, presenti i rispettivi sindaci e i presidenti
Il Quindicinale 18 | Giovedì 17 ottobre 2024
delle associazioni che curano e tengono in vita i gemellaggi, ha visto i due comuni rinnovare l’impegno. Con l’occasione è stato presentato il libro “Il nostro percorso di pace e amicizia”, curato da Marino Fadelli, nel quale sono stati raccolti documenti, testimonianze e immagini relative al percorso effettuato in questi 40 anni. L’evento si è inserito nel proget-
to Cobalt 40 arricchito dall’arrivo a Colle Umberto anche delle delegazioni degli altri comuni gemelli, San Lawrenz (Malta) e Buje (Croazia). Momento clou la firma del rinnovato patto di gemellaggio sottoscritto dal sindaco di Colle Umberto, Sebastiano Coletti, dall’assessore del comune francese, Rocco Colella, e dalle due presidenti delle associazioni per il gemellaggio, Lucia Zanardo ed Elsa Vendetti. Il progetto Cobalt 40 è nato per promuovere la cittadinanza attiva e rafforzare la democrazia europea. Due i temi centrali: la partecipazione alla vita pubblica, pilastro della democrazia e della transizione sostenibile dei gemellaggi, e la sostenibilità ambientale, una delle priorità principali per i giovani dell’Unione Europea. C.B.
VITTORIO VENETO E VITTORIESE Fregona ha un nuovo medico: il dottor Catani Si aggiunge al dottor Da Ros: ora sono due i medici di base in paese FREGONA. Da settembre ha aperto il suo ambulatorio a Fregona. Il dottor Francesco Enrico Catani, 57 anni, è il nuovo medico di base operativo in paese. Si aggiunge al dottor Ivan Da Ros. Fregona è tornata ad avere un secondo medico dopo i pensionamenti dei precedenti dottori e i disagi innescati, soprattutto agli anziani, che hanno dovuto scegliere un medico di famiglia con ambulatorio a Vittorio Veneto o al Med 10 di Cappella Maggiore. «Una fortuita coincidenza ha portato il dottor Catani dalle nostre
parti – spiega il sindaco di Fregona, Giacomo De Luca -: con la sua famiglia si è trasferito qui da Cremona, dove ha operato fino a luglio come medico di famiglia. Ho già avuto modo di incontrarlo in municipio e l’impressione che ho avuto è stata ottima: una persona affabile e un medico di famiglia dalla massima disponibilità. Non riceve solo in ambulatorio, ma esegue anche visite a domicilio degli ammalati. L’Ulss 2 so che ha accolto con favore la sua richiesta di trasferimento da Cremona al Vittoriese. Il suo arrivo va a risolvere la problematica che si era innescata già da alcuni anni con il pensionamento di due dei medici di base che operavano in paese, con conseguenti disagi per i fregonesi che avevano dovuto scegliere altri medici
con ambulatori a Cappella Maggiore o Vittorio Veneto». A Fregona il dottor Catani si divide tra lo studio medico di via Marconi 6/a a Mezzavilla (l’edificio in cui ha sede anche la Pro Loco di Fregona) e Casa Amica, dove cura l’assistenza medica di una parte degli anziani della struttura residenziale. Riceve con accesso libero, dunque senza appuntamento, il lunedì e il mercoledì dalle 15 alle 17, il martedì dalle 8 alle 10, il giovedì dalle 10 alle 12 e il venerdì dalle 14 alle 16. Gli orari di accesso all’ambulatorio del dottor Da Ros (previo appuntamento) sono il lunedì e il venerdì dalle 8.30 alle 11 e il martedì e il giovedì dalle 15.30 alle 18.30. C.B.
L’addio a Annamaria Fregona. Due comunità in lutto per la morte di Annamaria Cattai. Fregona, comunità in cui risiedeva, piange la morte il 17 settembre scorso della 63enne, così pure quella di Vittorio Veneto, perché Annamaria per ben 42 anni ha lavorato alle dipendenze della farmacia Palatini di via Cavour, a Serravalle. E qui si era fatta conoscere, apprezzare e benvolere dai colleghi e dalla affezionata clientela. Annamaria lascia il marito Aldo Breda, la figlia Piera con Andrea, gli adorati nipoti Ettore e Rocco.
Ciao Claudio! Residente a Osigo, lavorava presso la Sipa di Vittorio Veneto ed era molto attivo nel mondo del volontariato FREGONA. Claudio De Conti è morto nel sonno nella notte tra il 27 e il 28 settembre scorsi. Aveva solo 56 anni. Residente a Osigo, lavorava presso la Sipa di Vittorio Veneto ed era molto attivo nel mondo del volontariato. Era socio del gruppo Alpini e
Claudio De Conti
contribuiva ad organizzare gli eventi dell’asilo, della parrocchia e le corse podistiche in paese. “Caro Claudio, tutti pensavano che fosse uno dei tuoi scherzi, ma questa volta non è così – hanno scritto gli organizzatori della Marcia delle lumache su Facebook -. Te ne sei andato troppo presto e a noi non rimangono che le lacrime per piangerti. Il resto verrà dopo”. De Conti, colpito da un malore improvviso, era molto conosciuto e apprezzato in paese, soprattutto per la sua generosità e la sua disponibilità. Roberto Silvestrin
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VITTORIO VENETO E VITTORIESE Giacomo De Luca
“Insieme è meglio” Fregona guarda a Vittorio Veneto per la polizia locale, all’unione montana per la videosorveglianza FREGONA. Dal primo di ottobre il comune di Fregona è rimasto senza agente di polizia locale. L’unico vigile qui in servizio, avendo vinto un concorso pubblico, si è trasferito in un altro comune. «Entro fine anno – annuncia il sindaco di Fregona, Giacomo De Luca – chiederemo al comune di Vittorio Veneto l’associazione della funzione di polizia locale, visto che Vittorio Veneto già condivide il servizio con Tarzo e con Revine Lago. Ne ho già parlato con il sindaco Mirella Balliana. Un solo vigile in piccoli comuni come il nostro comune non può fare molto, non può ad esempio mettere in atto un certo tipo di vigilanza stradale. Per questo chiederemo la funzione insieme a Vittorio Veneto che ha indetto il concorso pubblico per assumere tre agenti: anziché
“Arte e Mitologia”: D’Andrea in mostra alle Grotte del Caglieron Fregona. Fino 3 novembre nella Grotta dei Breda presso il Parco Grotte del Caglieron, Armando D’Andrea presenta un esposizione di sue sculture, in un viaggio tra arte e mitologia, un legame indissolubile in tutta la storia dell'arte, da quella classica a quella contemporanea. Orari: 10.00 - 17.00 festivi e feriali
Il Quindicinale 20 | Giovedì 17 ottobre 2024
tre, ne prenderà quattro, uno per Fregona. Nel frattempo troveremo un sistema per far fronte all’assenza di questa figura. Per fortuna abbiamo intanto ripristinato la figura del nonno vigile per le scuole grazie alla disponibilità di Gianpaolo Da Re che all’entrata e all’uscita di scuola vigila sull’attraversamento pedonale». Alla polizia locale si connette il tema della sicurezza nel territorio comunale. Anche a fine settembre in paese si sono registrati dei furti in abitazioni. Il territorio comunale di Fregona oggi non dispone di telecamere di videosorveglianza utili alle forze dell’ordine per dare un volto ai malviventi: le poche che erano state installate in passato, ormai non sono più funzionanti. L’amministrazione De Luca ha ereditato da quella Chies un progetto, già finanziato per circa 100mila euro, per mettere delle telecamere. «Il progetto prevede 92 telecamere, ma personalmente credo ne basteranno una cinquantina – afferma De Luca -. Ho già parlato con il presidente dell’unione montana Prealpi Trevigiane, Luciano Fregonese, affinché venga dato corso su tutto il territorio dell’unione ad un progetto unico per le telecamere così da avere un ufficio in unione che le possa gestire: non basta infatti acquistarle ed installarle, le telecamere richiedono una costante gestione che molti comuni non riescono a garantire. Le telecamere che c’erano a Fregona, proprio perché non sono state gestite, sono andate fuori uso. Ora dobbiamo piazzare occhi elettronici sulle vie di fuga, nei centri e in area frequentate come le grotte del Caglieron e il Pizzoc». Claudia Borsoi
VITTORIO VENETO E VITTORIESE
Fregona, è sagra da 151 anni Un ottobre ricco di appuntamenti
FREGONA. Da ben 151 anni si rinnova la tradizione della Sagra di Fregona. Appuntamento il 18, 19 e 20 ottobre nei pressi del campo sportivo di Fregona dove la parrocchia di Santa Maria Assunta, in collaborazione con la Pro Loco di Fregona e il patrocinio del comune di Fregona, allestirà lo stand enogastronomico con i piatti tipici “accompagnati” da musica e divertimento. Sempre qui ci sarà il luna park per grandi e piccini. Venerdì 18 ottobre, alle 18.30, apertura dello stand enogastronomico e dalle 19 saranno servite le trippe, specialità della serata. Dalle 21.30 la musica di Mr Paolino. Sabato 19 stand sempre aperto dalle 18.30 con cucina che proporrà il cervo
in salmì. Dalle 21.30 ancora musica con i Love Noise Market. Domenica 20 ottobre si inizia alle 10.30 con la tradizionale processione accompagnata dal corpo bandistico di Cappella Maggiore dalla chiesa di San Martino alla chiesa arcipretale di Fregona, dove alle 11 viene celebrata la messa solenne animata dal coro parrocchiale. Nel giugno 1873 il territorio fregonese venne colpito dal terremoto dell’Alpago che tra le altre cose danneggiò l’arcipretale di Fregona. Il Santissimo venne rimosso dall’altare e portato nella chiesetta di San Martino, a Mezzavilla, dove rimase fino a quando l’arcipretale non venne resa nuovamente agibile. Da allora, ogni terza domenica di ottobre, si ripete la processione del Santissimo dalla chiesetta all’arcipretale, così come accadde 151 anni fa. Alle 12.30 spiedo della festa (prenotazione al 328.8117359 dalle 10
alle 17 anche via WhatsApp). Dalle 18.30 cucina aperta e dalle 20.30 serata con l’orchestra Gli Amici.
59enne muore d’infarto all’uscita dall’edicola Inutili i tentativi di rianimazione di un passante e del 118. La vittima, Giovanni Maso, era molto conosciuta in paese FREGONA. Un tranquillo martedì mattina si è trasformato in tragedia nel centro di Fregona, quando il 24 settembre scorso Giovanni Maso, 59 anni, è stato stroncato da un infarto
fulminante appena uscito dall'edicola. L'uomo, molto noto in paese, si era recato come d'abitudine all’edicola "Regina di cuori" a bordo della sua inseparabile moto. Una volta dentro, aveva confidato alla titolare Angela di non sentirsi bene, rifiutando però l'offerta di chiamare aiuto. Pochi istanti dopo, appena varcata la soglia del negozio, Maso è crollato a terra privo di sensi accanto al suo mezzo. Un passante ha immediatamente iniziato le manovre di rianimazione
Lo spiedo della sagra di Fregona
Giovanni Maso
cardiopolmonare, proseguite poi dal personale del 118 giunto sul posto con automedica e ambulanza. Purtroppo, ogni tentativo di salvare la vita dell'uomo si è rivelato vano. “Era una persona mite e generosa”, ricorda la sorella e gli amici. Giovanni viveva con l’anziana madre Angela, di cui si prendeva cura insieme alla sorella. L'improvvisa scomparsa di Giovanni Maso ha scosso la comunità di Fregona, dove l'uomo era benvoluto e rispettato. Carlo De Bastiani
Giovedì 17 ottobre 2024 | 21 Il Quindicinale
CONEGLIANO E CONEGLIANESE
La corsa degli Amici di Diego Spingono carrozzine alle maratone e sognano di volare: per i volontari dell’onlus nata a Bagnolo non ci sono sfide impossibili ma solo esperienze incredibili da rendere a portata di tutti con un po’ di ingegno e tanta passione
di Fabio Zanchetta Gli Amici di Diego in azione
A destra: il presidente Stefano Franceschin con membri dell’associazione
D
a ormai vent’anni i volontari della onlus Amici di Diego sono impegnati nel rendere realtà sogni a prima vista impossibili: in primis permettere a persone con importanti disabilità fisiche e cognitive di partecipare a corse organizzate, e quando l’occasione giusta si presenta provare anche altre esperienze che possono sembrare “troppo estreme” per chi ha serie limitazioni di mobilità. Stefano Franceschin, presidente dell’associazione, guida da dodici anni il direttivo che oggi è composto anche da Fabio Magagnin, vicepresidente, Maura Bertagnin, segretaria, Irnerio Piai e Mauro Giacomini. E ci racconta come tanta passione, un po’ di allenamento fisico (per chi spinge le carrozzine) e un ruotino aggiuntivo (che all’inizio prendevano in prestito dalle bici graziella) possono fare la differenza. La vostra è un’organizzazione di lungo corso: come è nata questa idea di fare la differenza spendendovi in prima persona nella corsa? La nostra prima “partenza” è stata nel 2004: Diego Maschietto, ragazzo disabile di Bagnolo che è ancora tra quelli che seguiamo, desiderava par-
Il Quindicinale 22 | Giovedì 17 ottobre 2024
tecipare a una maratona ed è stato accompagnato a quella di Treviso. Una prima esperienza fatta come si poteva perché i mezzi erano pochi allora. Poi col tempo la realtà è cresciuta: nel 2007, quando ci siamo registrati come onlus, seguivamo cinque-sei ragazzi, nel 2012, quando sono diventato presidente, erano una decina e oggi sono diciotto. Amici di Diego, oltre alle cinque persone del direttivo, oggi ha un’ottantina di soci, tra cui i familiari dei ragazzi che seguiamo, e un gruppo costante di circa venti, trenta atleti che corrono spingendo le carrozzine. In tutti questi anni hanno corso con noi centoquaranta atleti. Di cosa vi occupate precisamente? Assistiamo ragazzi con varie disabilità, sia motorie che cognitive, già inseriti in un Centro Educativo Occupazionale Diurno (Ceod), nella partecipazione a varie attività sportive: principalmente spingiamo le loro carrozzine in corse organizzate che vanno dai dieci chilometri alle maratone, ma non sono mancate anche esperienze più impegnative, come per esempio la maratona eroica di Vittorio, che ha circa mille metri di dislivello. Qualche anno fa siamo addirittura andati a fare
rafting, con un gruppo ristretto che ne aveva le possibilità, tra Falzé e Ponte della Priula. E ogni tanto li portiamo su percorsi particolari per corse non organizzate, come la ciclabile San Candido – Lienz, o attorno al lago di Garda. Una particolarità riguarda le carrozzine che utilizzate. Nei primi anni ci arrangiavamo “arti-
CONEGLIANO E CONEGLIANESE
gianalmente”, saldando cioè la ruota di una graziella a un tubo di acciaio che veniva agganciato alla carrozzina. In questo modo il ruotino basculante teneva sollevate le ruote anteriori della carrozzina e permetteva la corsa a spinta facendo anche delle curve. Nel 2014, in occasione della Santa Klaus Run a Conegliano, abbiamo avuto l’idea di cercare degli sponsor per far realizzare delle carrozzine personalizzate, che si adattassero alle esigenze dei singoli ragazzi, che sono abbastanza specifiche. Sono mezzi in alluminio prodotti dalla Offcarr di Padova, simili alle carrozzine fornite dall’Ulss ma ognuna con le proprie caratteristiche: dai cuscini per tenere fermo il collo ai paramani, passando ovviamente per l’immancabile ruotino che può essere agganciato e rimosso quando serve. Come associazione nascete a Bagnolo e poi vi trasferite a Conegliano, ma la vostra sfera d’a-
zione in realtà è molto più ampia. Inizialmente partecipavamo solo a corse locali, poi abbiamo iniziato ad andare in giro, e in certe corse organizzate del territorio ci siamo quasi ogni anno: quasi sempre alla maratona di Venezia, una delle più toste, poi siamo andati a Vittorio, Treviso, Trieste, Udine, Jesolo, Lignano, Bibione, Palmanova. Anche i ragazzi che seguiamo sono sia del coneglianese che da fuori: in questo momento abbiamo due gemelle di San Donà di Piave, un paio di persone da Belluno, e altri provenienti da tutta la provincia di Treviso. Essendo ormai una delle onlus più storiche del settore in specifiche occasioni si appoggiano a noi anche esterni per riuscire a partecipare, e noi possiamo fornirgli assistenza anche perché siamo riusciti a dotarci di qualche carrozzina in più che può essere adattata e prestata. Quello che fate è una cosa molto im-
portante e immagino faticosa, che impatto credi possa avere sulle persone che aiutate e in generale su chi assiste a queste corse? Si tratta di un’attività molto impegnativa fisicamente e che richiede da parte nostra una grande responsabilità, ma la nostra passione è alimentata proprio dagli effetti che otteniamo. In primo luogo l’apertura di questi ragazzi a superare i loro limiti: guardano i loro “compagni di squadra” fare cose di cui non si sentivano in grado e allora vogliono farle loro stessi. E poi siamo consapevoli dell’aiuto che riusciamo a dare alle loro famiglie, non solo nei momenti di svago ma anche nel superare la titubanza di mostrare la disabilità in pubblico. Credo infatti che tra i nostri scopi ci sia anche quello di sensibilizzare la società sul tema della disabilità, e superare un certo distacco ancora presente che crea barriere. Mi è capitato spesso di litigare con organizzatori di corse perché volevano metterci in fondo e farci partire per ultimi, ma mostrare a tutti la partecipazione di persone con disabilità a queste sfide è parte del senso di quello che facciamo. Quali sogni e progetti avete in mente per il futuro? Da un po’ di tempo mi piacerebbe molto aprire una casa famiglia, ma il periodo non è quello adatto e non sarebbe sostenibile da un punto di vista economico. Un progetto per l’immediato è quello di andare di più all’estero, e infatti quest’anno non parteciperemo alla maratona di Venezia perché siamo in impegnati in quella di Monaco. Poi da un po’ sto lavorando a una cosa diversa, cioè far fare ai nostri ragazzi un giro in elicottero, ma bisogna trovare le condizioni giuste, considerando anche quanti sono.
Gli amici di Diego alla partenza di una maratona e con Linus di Radio DeeJay
A sinistra: gli Amici di Diego con Linus di Radio DeeJay e con Mario Conte, sindaco di Treviso
Giovedì 17 ottobre 2024 | 23 Il Quindicinale
CONEGLIANO E CONEGLIANESE
L’amico ritrovato Dopo sessant’anni, l’incontro casuale - e bellissimo - tra due vecchi compagni di scuola. Separati da una tragedia indicibile. Uniti da un’amicizia affettuosa
Giacomo Pradella e Giuliano Enzo Cettolin
SAN VENDEMIANO. A volte una storia nasce da una storia. Un anno fa, in occasione del 60° anniversario della tragedia del Vajont, sul Quindicinale abbiamo raccolto la testimonianza e i ricordi del longaronese Giacomo Pradella. La sua storia, la sua foto hanno attirato l’attenzione di un nostro
affezionato lettore: Giuliano Enzo Cettolin. “Le amicizie che si stringono da ragazzi - ha commentato Cettolin quando è venuto a trovarci in redazione sfidano il tempo. Quando sono sincere restano immutate e vive negli anni. Io avevo conosciuto Giacomo Pradella quando entrambi eravamo in collegio dai Salesiani, a Castello di Godego. Siamo stati nella stessa classe un paio di anni, finché - dopo la tragedia del 9 ottobre - Giacomo ha lasciato il collegio per tornare a Longarone. In una Longarone che ormai non esisteva più (la scuola era stata spostata a Castellavazzo). Di quei giorni terribili ricordo l’angoscia e la tristezza che si respirava anche nel nostro collegio. E ricordo la visita ai luoghi della disgrazia: la campana della chiesa nel fango è un’immagine indelebile”. Giacomo Pradella, pur non frequentando più il collegio, era rimasto nel cuore dell’amico Giuliano Enzo che vive
Nathali, tiro vincente Conegliano. Nathali Sperandio, coneglianese 26enne, è arrivata seconda nel Tiro Rapido Sportivo, una disciplina dell’Unione Tiro a segno italiana che la ragazza pratica come agonista nel Tiro a segno di Treviso. A fine settembre si è disputata la finale della categoria Semiauto a Cascina (PI), che ha chiamato tiratori sportivi da tutta Italia. Nathali Sperandio si è classificata seconda nella categoria Lady.
Il Quindicinale 24 | Giovedì 17 ottobre 2024
a Zoppè di San Vendemiano. “Ogni tanto - racconta quest’ultimo - dicevo a mia moglie Silvana che mi sarebbe piaciuto avere notizie di quel vecchio compagno di scuola. E un giorno ho visto la sua foto sul Quindicinale. Ho provato un’emozione fortissima. Ho chiamato il giornale: non potevo perdere l’occasione per incontrare il vecchio amico.” Erano sessant’anni che Giacomo e Giuliano Enzo non si rivedevano. Entrambi alle spalle avevano avuto esperienze diverse. Soddisfazioni diverse. Giacomo aveva dedicato la vita all’insegnamento e all’arte, Giuliano Enzo al lavoro (era enologo) e a una famiglia numerosa (tre figli e quattro nipoti). “Ci siamo dati appuntamento in un’osteria - ha spiegato Giacomo. - Davanti a una caraffa di prosecco si sono inanellati i ricordi: “Te ricordetu?”, è stato l’intermezzo più frequente della nostra conversazione. Eravamo stati lontani più di mezzo secolo, ma nei ricordi, nelle parole ritrovate, eravamo ancora quei due ragazzini che avevano stretto amicizia tra i banchi. Non dovevamo più perderci di vista. Abbiamo conosciuto le rispettive famiglie e riallacciato un legame che il tempo non aveva mai spezzato”. Si diceva - e non è retorica, è l’annuncio di un regalo sorprendente - che le storie possono nascere da altre storie. L’amicizia tra Giacomo e Giuliano Enzo è una delle più belle che mi sia capitato di raccontare. Emanuela Da Ros
CONEGLIANO E CONEGLIANESE Flash
Mobilità lenta da rivedere
Piantagione di marijuana Susegana. Un 44enne disoccupato è stato arrestato con l’accusa di produzione e detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio: è stato sorpreso dai carabinieri di Susegna mentre annaffiava le piante di marijuana che coltivava nel bosco vicino casa, di proprietà della madre. Nella sua abitazione sono stati ritrovati 650 grammi di marijuana, circa 100 grammi di infiorescenze essiccate nonché 23 piante di marijuana in essiccazione. All’interno del bosco sequestrate 98 piante di marijuana.
Medico disonesto Conegliano. Un dirigente medico dell’azienda sanitaria trevigiana è stato denunciato per truffa aggravata ai danni dello Stato in relazione all’esercizio della libera professione in assenza di autorizzazione. Il medico avrebbe omesso guadagni per oltre 300mila euro derivati da visite mediche per l’idoneità alla conduzione di automezzi effettuate dal 2016 presso varie autoscuole della Marca. Effettuava privatamente visite anche in periodi in cui percepiva dall’azienda sanitaria la retribuzione comprensiva dell’indennità di esclusività.
Truffe a nome Savno Santa Lucia di Piave. “Alcuni utenti hanno segnalato agli uffici della società di aver ricevuto la visita di sedicenti incaricati di Savno al controllo delle bollette presso la propria abitazione – si legge in una nota diffusa dall’azienda -. Nessun operatore è stato incaricato dalla società alla verifica delle fatture e del relativo codice utente. In caso di situazioni sospette, contattare immediatamente le orze dell’ordine, chiamando il 112 o il 113, e a segnalare l’accaduto agli uffici di Savno”.
La scomparsa di Modolo San Fior. Mondo dell’imprenditoria in lutto per la scomparsa di Ivano Modolo, fondatore della Lacoplast. Si è spento a 77 anni dopo una lunga battaglia contro una rara forma di leucemia.
Intervento di Liberalabici sul “fagiolone”
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opo la presentazione nel marzo scorso del progetto da 1.100.000 euro sulla complessa doppia rotatoria tra viale Friuli, via Papa Giovanni XXIII, via Cadore, via Rosselli, via Vespucci e via Matteotti, popolarmente nota come “il fagiolone”, prima della stesura finale si è tenuto un incontro con Fiab Conegliano Liberalabici, associazione attenta agli sviluppi viabilistici in città promotrice di un’adeguata mobilità debole. “Liberalabici è riuscita, grazie alle osservazioni che abbiamo presentato, a partecipare attivamente alla fase di stesura finale del progetto e ad avere una sistemazione, anche se solo marginalmente, più inclusiva per la mobilità attiva - dicono - sebbene l’associazione non convenga con la filosofia di base di testarda fluidificazione del traffico automobilistico, anziché di un cambiamento radicale del traffico stesso”. L’onerosa soluzione progettata dagli architetti Evasio De Luca e Nerino Meneghello incentrata sulla concretezza, ma anche sulla creazione di una quinta scenica riconoscibile per la città, dovrebbe dare una forma definitiva a questo complesso snodo relativo a una delle confluenze più articolate a est di Conegliano, impegnativo da superare soprattutto per i pedoni, costretti ad allungare il tragitto verso il centro e viceversa, e non meno per le biciclette.
“Sarà prevista una rampa d’accesso per la pista di viale Friuli, un percorso promiscuo tra viale Friuli e via Papa Giovanni XXIII, un attraversamento ciclopedonale posto su quest’ultimo e una corsia ciclabile, dentro l’anello rotatorio, da via Papa Giovanni XXIII a via Rosselli, con un raccordo in via Cadore – elencano da Liberalabici - Il limite di velocità di 30 km orari, già vigente, sarà confermato, e dove non verrà realizzata la corsia ciclabile verranno inseriti come da Codice della Strada dei pittogrammi di bicicletta a terra. Per rafforzare il rispetto del limite di velocità, abbiamo consigliato la pittura di alcuni bolloni “30” a terra”. Si tratta di un primo passo verso una Conegliano a favore di bicicletta, ma ben poco significativo rispetto alla programmazione integrata evidente nella maggior parte di simili cittadine europee. C.D.A.
Membri di Liberalabici all’incontro sul “fagiolone” con assessorato, dirigenza e progettisti incaricati
Il plastico della sistemazione dell’intersezione tra viale Friuli, via Papa Giovanni XXIII, via Cadore, via Rosselli, via Vespucci e via Matteotti, popolarmente nota come “il fagiolone”
Giovedì 17 ottobre 2024 | 25 Il Quindicinale
CONEGLIANO E CONEGLIANESE
Il 2025 sarà l’anno della piazza? Chi vince il concorso proseguirà direttamente con la progettazione esecutiva dei lavori
Viale Carducci
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iale Carducci diventerà finalmente, dopo decenni di annunci e tentativi falliti, la nuova piazza identitaria della città di Conegliano? Sembrerebbe che le possibilità si stiano finalmente concretizzando, dopo
Il Quindicinale 26 | Giovedì 17 ottobre 2024
una serie di lungaggini burocratiche responsabili di un allungamento dei tempi di quasi un anno per questa nuova fase ideativa voluta dall’Amministrazione. È stato di recente pubblicato un concorso che prevede di affidare al vincitore la progettazione esecutiva dell’opera, saltando tutta una serie di passaggi burocratici solitamente di complicata gestione. Si tratta di “un progetto di fattibilità tecnica ed economica, che dovrà essere sviluppato dal soggetto vincitore al quale - spiegano dall’Ordine degli Architetti di Treviso che ha organizzato il concorso - previo reperimento delle risorse economiche necessarie, sarà poi affidata, con procedura negoziata senza bando, la progettazione esecutiva”. Si sveltiscono i tempi, dunque, considerando che il bando è strutturato in
due fasi e che a disposizione per i lavori è prevista una cifra che si aggira intorno ai 2 milioni di euro. “Nella 1ᵃ fase l’obiettivo è di acquisire uno schema progettuale allargato, prevedendo una soluzione progettuale estesa che parta dalla Scalinata degli Alpini fino allo spazio antistante la stazione ferroviaria (piazza Aldo Moro) che tenga conto della previsione del sottopasso di via XXI Aprile - chiariscono - La 2ᵃ fase, a cui accederanno solo i progetti scelti dalla giuria, prevede l’elaborazione del progetto della nuova piazza Giosuè Carducci tenendo conto della necessità di avere uno spazio rappresentativo e identitario per la collettività che consenta lo svolgimento di diverse attività previste (manifestazioni, mercato settimanale, ecc.)”. La scadenza indicata per questa seconda fase è prevista per il 14 gennaio mentre il progetto vincitore verrà reso noto entro fine gennaio; da quel momento in poi, una volta prestabilito il budget complessivo da impegnare, dovrebbe a stretto giro iniziare il cantiere. Chiara Dall’Armellina
CONEGLIANO E CONEGLIANESE
Ecco la Prealpi SanBiagio Arena Nuova intitolazione per il palasport di Conegliano. Sarà gestito da Rucker e Stage Live
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al primo ottobre il principale Palasport di Conegliano si chiama “Prealpi SanBiagio Arena”. Non un semplice rebranding, ma un vero e proprio progetto di rilancio che vuole fare della struttura un punto di riferimento per il territorio, grazie alla collaborazione tra il Comune di Conegliano, Banca Prealpi SanBiagio la Rucker e Stage Live, società appositamente creata per gestire l’impianto. La nuova Prealpi SanBiagio Arena vuole riportare a Conegliano un maggior numero di concerti, assieme a conferenze, convention, eventi culturali e soprattutto sportivi. Oltre a diventare la nuova casa della Rucker, nell’impianto si potranno allenare 5-6 società sportive: dalla pallavolo, alla scherma, fino al pattinaggio e al tiro con l’arco. Ma la nuova gestione dell’Arena punta anche ad allargarsi ad eventi sportivi di carattere internazionale, a partire dal basket e dalla pallavolo. “Questa è la fine di un lungo percorso o meglio l'inizio di un nuovo progetto”, ha dichiarato il sindaco Fabio Chies. “Volevamo una società dalla visione ambiziosa proprio perché le nostre strutture devono diventare punto di riferimento per un’area vasta”. “Siamo espressione del territorio in cui operiamo. Quale Istituto di Credito Cooperativo, la nostra attività non si
limita a quella bancaria, ma vogliamo essere un volano di sviluppo economico e sociale per la comunità, creando un vero e proprio circolo virtuoso”, ha commentato il presidente di Banca Prealpi SanBiagio, Carlo Antiga. “La Rucker è nata poco più di dieci anni fa crescendo in modo esponenziale. Da oggi posso orgogliosamente dire che inizia per la Rucker e i suoi sostenitori una nuova era. Vogliamo continuare a crescere e puntiamo a diventare un punto di riferimento non soltanto a livello sportivo”, ha aggiunto il Presidente della Rucker, Riccardo Serafin.
La riqualificazione L’investimento complessivo per il rilancio dell’Arena è di quasi 900 mila euro e riguarda sia gli spazi interni che esterni: 700 mila, grazie al mutuo agevolato erogato da Banca
Prealpi SanBiagio, sono relativi a lavori da completare entro il 2025/2026 e circa 200 mila per interventi da concludere a cadenza biennale. L’esborso principale riguarda il rifacimento dell’impianto termico (la riqualificazione energetica vedrà la posa di un riscaldamento a pavimento), verrà poi realizzato un nuovo campo da gioco omologato, ridipinte diverse zone della struttura e posizionato un maxischermo ad alta risoluzione. Anche gli impianti audio, elettrico e di illuminazione a led verranno rinnovati. Il lato nord del tetto sarà oggetto di manutenzione, mentre le infermerie sul lato ovest saranno sistemate. Infine verranno posizionate scale fisse di accesso ai vani termici sul lato ovest della struttura. Sono già iniziati i primi lavori, per preparare la struttura all’avvio della stagione, che riguardano l’impianto luci e audio e la tinteggiatura. I.Q.
Novità per il Circolo Culturale di Conegliano
Minetto bronzo mondiale
Conegliano. Si preannuncia un autunno caldo per il Circolo Culturale di Conegliano. Tra gli appuntamenti in programma, una nuova conferenza sulla Conegliano Futura, per parlare del recupero delle aree urbane dismesse nel centro e nelle aree limitrofe. Tra ottobre e novembre nuovi incontri, nella prestigiosa cornice della Sala dei Battuti, per discutere di temi costituzionali, parlando di autonomia differenziata e premierato. In cartellone anche Libri in botte, manifestazione organizzato con la libreria Tra le righe in una cantina del territorio con un autore di prestigio. A dicembre le attività si chiuderanno con la consueta Mostra dei Presepi, ma in questi mesi continuerà anche la convenzione con il teatro La Fenice di Venezia per permettere ai soci di seguire prestigiosi appuntamenti musicali e operistici. M.Z.
Conegliano. Ottime notizie dal Campionato Mondiale Junior e Senior CMAS di Nuoto Pinnato in Acque Libere che si sono svolte a Carry-le-Rouet, in Francia: la nazionale italiana ha vinto dieci medaglie con tre ori, due argenti e cinque bronzi. Tra i bronzi anche il coneglianese Alessandro Minetto, in quartetto con Lara Pelliccia, Jacopo Bianchi e Giulia Mencarelli, nella staffetta 4x1000 m SB mista junior.
La nuova “Prealpi SanBiagio Arena”, ex “Zoppas Arena”
Giovedì 17 ottobre 2024 | 27 Il Quindicinale
QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA
Lei gioca con il fuoco
Jessica Formentin
Jessica Formentin racconta la sua esperienza personale di Tiziana Benincà
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arista di giorno e domatrice di fuoco di sera: così si presenta Jessica Formentin di 25 anni, originaria di Pieve di Soligo ma residente a Pedeguarda. Già, perché Jessica solo tre mesi fa si è innamorata dei ventagli di fuoco che ora spera diventino parte del suo futuro. “Una mia amica mi ha fatto scoprire questa realtà, ma sul subito non ci avevo dato molto peso. Poi, a distanza di un paio di mesi, forse complice anche il fatto che al momento non lavoravo, ho deciso di acquistarli e ho imparato come manovrarli da autodidatta. Mi è venuto tutto molto naturale e anche Il Quindicinale 28 | Giovedì 17 ottobre 2024
se ancora non ho fatto degli spettacoli, mi piacerebbe molto e mi sto già preparando per un festival cui mi hanno invitato il prossimo anno” spiega Jessica. Dopo averli imbevuti nel cherosene e accesi, i ventagli durano circa dieci minuti, per questo molti artisti preferiscono usare vari attrezzi che sono già nella sua lista della spesa. “Quando li utilizzo mi sento molto sicura di me, determinata e facendo questo spettacolo divento tutta un’altra persona, mi sento me stessa; non avrei mai pensato di trovare la forza nei ventagli, anche se mi piacciono le cose fuori dal comune, tanto che come animale domestico ho un serpente. Mi diletto anche con la creazione di collane in pietre naturali, amo partecipare ai festival celtici, perché questo è un po’ il mio mondo, con belle persone e musica diversa”. Dopo aver frequentato l’alberghiero, Jessica ha lavorato per diverso tempo
in fabbrica, ma si sente molto più a suo agio ora in qualità di barista, a contatto con il pubblico. “Non avevo molte idee quando ho scelto la scuola, ma ho sempre saputo che non era quello il mio percorso. I ventagli sono una passione che vorrei portare avanti, perché mi piace molto questo mondo spirituale, mi fa star bene e mi appassiona. A tarda sera mi metto fuori a provare, da sola, perché lo faccio più per me, come liberazione. Quando avrò imparato altre tecniche con i ventagli, passerò ad altri strumenti”. Jessica parla soddisfatta di questo nuovo mondo che le ha permesso di esprimersi al meglio; una vita cambiata in modo importante dopo un incidente in auto avuto due anni fa che l’ha sottoposta a degli interventi. “Dopo l’incidente sono rimasta ferma un bel po’ di tempo. Prima mi piaceva divertirmi molto, andare alle feste; poi mi sono calmata e sono cambiata in meglio, sono più tranquilla e sono felice così. Ho iniziato a fare cose che prima non avrei mai fatto, come lanciarmi in tandem da un aereo, ho iniziato a imparare snowboard; l’incidente non mi ha fermato, anzi. Mi godo i momenti, non mi proibisco niente e vivo il tempo facendo quello che voglio. Quando ho iniziato ad usare i ventagli non avevo paura di farmi male, anche se mi sono scottata un paio di volte. È una passione che mi piacerebbe condividere con altre persone, anche se non è molto diffusa; vorrei partecipare a dei festival celtici e magari frequentare in futuro la scuola di teatro a Torino.” Quando le chiedo cosa vorrebbe trasmettere agli altri attraverso questa pratica, Jessica si svela: “Secondo me se una persona ha una passione anche se diversa dal solito, deve portarla avanti e non fermarsi per paura del giudizio altrui. A me ha aiutato molto per superare l’insicurezza, per cui penso possa aiutare anche altri. Io quando accendo i ventagli mi trasformo: mi sento forte, sicura e non vedo nessuno, esistiamo solo io ed il fuoco. Entro nel personaggio, il fatto di dominarli e di manifestare la mia sicurezza mi carica e mi permette di mostrare la persona che sono realmente”.
QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA
Cacciatore di energie Giorgio Eberle e i metodi per una produzione alternativa più ecologica di Tiziana Benincà
P
uò l’Italia aspirare ad essere autonoma nella produzione di energia? È possibile risolvere il problema climatico, il rischio pandemie e il problema economico riducendo i costi del combustile? Queste sono le domande che Giorgio Eberle, nativo di Schio ma residente a Pieve di Soligo, si è posto ormai da ben 30 anni e la risposta sembra averla trovata. Iniziata la sua carriera nel tessile dopo aver frequentato un istituto industriale, Giorgio ha cominciato a spostarsi tra le varie grandi aziende italiane con il compito di capire gli errori tecnici commessi e trovare la giusta soluzione. Nel lungo peregrinare è giunto a Follina, dov’è rimasto per circa cinque anni, prima di cambiare completamente settore e cimentarsi nell’industria meccanica, fondando diverse aziende ed interessandosi sempre più al recupero energetico. Il punto di partenza è stato lo studio della situazione attuale che stiamo vivendo in Italia grazie ai dati ricavati da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Leggendo i dati Giorgio ha calcolato che il consumo del combustibile in Italia è suddiviso nelle seguenti percentuali: 71,9% per la produzione di acqua sanitaria, vapore che generano acque reflue; 28,1% per il riscaldamento. I problemi connessi sono quindi i costi alti, l’inquinamento derivato dalle polveri dei fumi dei camini ed un alto spreco di energia. “Ogni m³ di gas produce 8 m³ di fumi, ovvero si riscaldano 3 m3 all’ora alla temperatura dei fumi. Il mio sistema si basa sul riciclo del calore generato dalla combustione di qualsiasi combustibile, perché il fumo viene lavato, si recuperano le calorie delle acque reflue e del delta termico da fumi in uscita dai camini e si rimettono in circolo per riutilizzarle, perché una volta che ho generato la combustione il calore non si distrugge più, ma si può
Giorgio Eberle
solo trasferire e con gli strumenti che abbiamo oggi si può recuperare” spiega Giorgio. Come avviene il lavaggio dei fumi? “I fumi salgono e vengono intercettati più volte da acqua nebulizzata che li filtra. L’acqua scende e il fumo sale, così facendo siamo già arrivati ad abbassare le polveri del 95%; inoltre abbiamo abbattuto l’anidride carbonica del 30% e questi sono dati certificati, grazie ad un’azienda che avevo a Monopoli”. Continua Giorgio: “Quello su cui lavoro non è il risparmio energetico che spesso penalizza l’utente, bensì il recupero energetico ecologico. Diminuendo le polveri, diminuisce l’inquinamento e di conseguenza anche molte malattie respiratorie. Si tratta di un sistema utile soprattutto a quelle aziende che producono molto calore, quali lavanderie, fornaci, fonderie, vetrerie, cartiere – solo per citarne alcune – ma che può essere applicato anche ad utenze domestiche tramite la creazione di piccoli impianti di teleriscaldamento che interessano una via o un gruppo di condomini; in questo modo il costo del gas al m³ diminuirebbe di circa il 15%.”
A questo punto sorge spontaneo chiedersi se qualche azienda abbia già applicato con buoni risultati questo progetto: la risposta è affermativa sia in Italia, anche se in numero inferiore, che all’estero. Questo sistema può essere adattato per le varie casistiche: dagli aeroporti dove si potrebbero catturare e pulire i fumi degli aerei in partenza; alle cucine professionali per arrivare a risparmiare dal 46 al 54% di tempo e gas. “Si è mai sentito dire da qualcuno come si deve fare per risolvere il problema ambientale? Io sono il primo a farlo, perché grazie allo studio, alle prove e collaudi, agli impianti già realizzati, ho potuto verificare e testare i benefici che mi ero prefissato e vista la mia convinzione per il prodotto che offro, sono disposto ad eventuali incontri da parte di enti pubblici e privati”. Siamo veramente arrivati alla svolta con questa invenzione che sembra essere semplice ma geniale allo stesso tempo? Sembrerebbe la giusta via da seguire per cercare d’invertire la rotta intrapresa fin’ora, per cercare di salvare il salvabile, magari forse proprio grazie alla “scoperta dell’acqua calda”. Giovedì 17 ottobre 2024 | 29 Il Quindicinale
freodaczionualse
FINALMENTE SI SVELA LA REALE PATERNITÀ DEL TIRAMISÙ
Espressione del nostro territorio altresì simbolo dell’italianità
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n’atmosfera suggestiva come quella di Castelbrando sabato 28 settembre ha accolto il festeggiamento dei 91 anni dalla registrazione del marchio del mascarpone avvenuta a Roma presso il Ministero delle Corporazioni nell’anno 1933; unica registrazione ufficiale del mascarpone, elemento base del tiramisù moderno. “Una lunga storia nata dallo “sbatudin” (un composto di tuorlo d’uovo sbattuto con lo zucchero) che i nostri genitori chiamavano tiramisù afferma Remigio Villanova Presidente della Confraternita del Mascarpone 1933 – ed era abitudine una volta utilizzarlo come ricostituente. Il mascarpone è stato registrato dalla Latteria di Cison di Valmarino di proprietà della famiglia del Conte Annibale Brandolini; il direttore a quei tempi della Latteria era Remo Dolce ed è stato proprio lui che ha ideato il mascarpone quindi il tiramisù è legato all’invenzione del mascarpone. “Il tutto è nato da un incontro con il collega Giovanni Toffolati, appassionato di storia locale, che mi ha sottoposto una cartolina con il marchio del mascarpone e che era stata fatta dalla Latteria
di Cison di Valmarino. Da quell’incontro la nostra curiosità ci ha condotto a svolgere un’imponente ricerca procurandoci tutta la documentazione necessaria che ci ha permesso di ripercorrere l’albero genealogico del tiramisù e di presentare oggi la bozza del disciplinare che ha permesso di identificare per la prima volta la paternità di questo dolce ovvero della Confraternita di Cison di Valmarino 1933”. E’ stata una giornata memorabile all’insegna della convivialità, cultura, cibo e cammino dedicata al mascarpone e al tiramisù che ha riunito esperti, produttori, chef e appassionati, con la partecipazione di diverse confraternite legate tra di loro dalla stessa volontà ovvero di
diffondere la cultura, la tradizione e l’identità dei nostri territori: eredità lasciataci nei secoli dall’operosità e dalle fatiche dei nostri vecchi. La cena di gala è iniziata con un primo piatto tipico locale a base di radici e fasioi confezionati dallo chef Luca, con la supervisione del gran maestro Enrico Miozzo; un secondo di spiedo, preparato dalla Confraternita dei Maestri dello Spiedo di Pieve di Soligo; a chiudere il protagonista della serata ovvero il tiramisù, preparato dagli allievi
dell’Istituto Beltrame di Vittorio Veneto, con l’utilizzo del mascarpone della Latteria Soligo e con il coordinamento del Campione del mondo 2022 del tiramisù, Giuseppe Salvador. Quanto raccolto dai partecipanti della serata, sarà devoluto alla Fondazione Città della Speranza, centro di ricerca per leucemie dei bambini”.
QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA Flash Corso defibrillatore FARRA DI SOLIGO. Il comune di Farra di Soligo, in collaborazione con l’istituto Bon Bozzolla, organizza un corso di formazione con nozioni di primo soccorso e utilizzo del defibrillatore. Il corso di 4 ore, gratuito, si terrà nell’istituto di Soligo sabato 26 ottobre o sabato 16 novembre, dalle 8.30 alle 12.30. Iscrizione a: coordinatore@bonbozzolla.it - WhatsApp o SMS 366.8154830 o cultura@farra.it - 0438.901531.
Farra profuma d’autunno FARRA DI SOLIGO. Domenica 27 ottobre alle 9.45, con ritrovo all’auditorium Santo Stefano, passeggiata letteraria di due ore (5 km), un viaggio tra i colori e i profumi dell’autunno lungo l’itinerario Gor della Cuna accompagnati da Riccardo Rizzetto, autore del libro “Quello che le piante non dicono”, dottore forestale e docente. Iscrizione su eventbrite.it.
Soligo in sicurezza PIEVE DI SOLIGO. L’assessore regionale al dissesto idrogeologico Gianpaolo Bottacin comunica che si «è provveduto al ripristino della sponda sinistra di un tratto del fiume Soligo sulla cui sommità è posto un percorso ciclopedonale, che a seguito degli eventi di maggio presentava un’erosione. Gli interventi hanno comportato il rifacimento delle difese lapidee esistenti e la ricostituzione della sponda erosa».
Casa azzurra per Ettore
FARRA DI SOLIGO. Per informare i concittadini di essere diventati genitori di un maschietto, una coppia ha deciso di dipingere tutta la propria villetta di azzurro. Federico Lucchetta, il padre, ha spiegato che è collegata anche a un’esigenza di “dare più colore alla quotidianità”.
Più spazio all’infanzia Novità a Refrontolo: ampliamento del corpo insegnanti e nuova aula REFRONTOLO. La scuola dell’infanzia di Refrontolo, plesso dell’Istituto comprensivo G. Toniolo, avrà a disposizione da quest’anno due docenti di sezione in più, e le classi non avranno più un rapporto di circa 25/26 bambini ogni 2 maestre, ma un rapporto di 17/18 bambini ogni 2 insegnanti. “Appresa la notizia, in primavera, ci siamo subito attivati per cogliere questa opportunità andando ad adattare e modificare la Cappella per ricavare una terza aula” afferma Matteo Corbanese, vicesindaco con delega alla Pubblica Istruzione. Si è infatti resa necessaria la costruzione di un nuovo spazio, all’interno della Cappella. L’intero edificio, infatti, è di proprietà della Parrocchia di Refrontolo e concesso in uso al
Comune mediante convenzione. È stata aperta una via d’accesso dall’interno con una porta che si apre dalla palestra, e installata una tenda zippata davanti all’area dell’Altare della Madonna che impedisce l’accesso ai bambini all’area consacrata, permettendo l’utilizzo dello spazio solitamente usato dai fedeli. La tenda elettrificata può essere facilmente alzata da telecomando per scoprire l’Altare e poter celebrare la Santa Messa nelle consuete ricorrenze annuali con un cambio d’utilizzo molto veloce. I.Q.
La nuova aula per la scuola dell’infanzia di Refrontolo
Hub di comunità: al via i lavori Ambulatori medici, sale per associazioni e spazio polivalente saranno pronti per il 2026 REFRONTOLO. I lavori di costruzione della nuova casa della comunità (hub di comunità) possono partire. «Siamo arrivati ad un altro importante passo in avanti – afferma con soddisfazione il sindaco Mauro Canal – e ora speriamo che la fase dei lavori corra più velocemente di quella progettuale rallentata dall’attesa dei necessari pareri degli enti superiori». L’intervento da complessivi 1.652.386 euro, finanziati con fondi Pnrr ottenuti con il bando “Borghi storici”, è stato appaltato a metà settembre alla ditta Vanin di Valdobbiadene, che si è aggiudicata l’opera con la migliore offerta di circa 1.350.000 euro. «L’intervento – fa memoria il sindaco – prevede di ampliare gli attuali magazzini comunali andando a realizzare quattro sale per le asso-
ciazioni, un salone polivalente, una sala per il co-working, una terrazza esterna che potrà essere utilizzata per ospitare eventi culturali come concertini e presentazioni di libri, oltre a tre ambulatori per i medici di famiglia». Dal punto di vista economico e progettuale si tratta dell’opera pubblica più importante di questo mandato amministrativo del sindaco Canal. «Una struttura dalla sua finalità sociale e culturale molto importante – sottolinea il primo cittadino – che attendevamo da una ventina d’anni: quando infatti erano stati fatti i magazzini comunali, si puntava proprio ad uno sviluppo di questo tipo. L’hub sorgerà in una zona centrale del paese. Anche per questo, in futuro si potranno fare ulteriori ragionamenti per dare una collocazione alternativa ai magazzini comunali, che ospitano anche i magazzini della protezione civile e della pro loco, così che tutta l’area possa essere dedicata ad attività sociali e culturali». L’opera, come prevede il finanziamento ottenuto, dovrà essere ultimata entro il 2026. Claudia Borsoi
Mauro Canal
Giovedì 17 ottobre 2024 | 31 Il Quindicinale
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Tragedia a Tarzo Spara alla moglie e poi si toglie la vita: in casa trovato un biglietto TARZO. I corpi senza vita dei coniugi Giancarlo Gaio, 89 anni e Cesira Bianchet, 82 anni sono stati trovati all’interno della loro abitazione, in camera da letto, in località Colmaggiore di Sopra a Tarzo. A trovarli è stato il genero della coppia. Gaio ha lasciato un biglietto in casa per spiegare le motivazioni del gesto estremo compiuto nelle prime ore del 26 settembre. Secondo le ricostruzioni l’89enne ha preso l’arma, una pistola calibro 9x21 regolarmente detenuta dall’uomo per uso sportivo, ha sparato alla moglie per poi rivolìgere l’arma contro se stesso per farla finita. Un biglietto con le disposizioni per le salme e una semplice parola - “scusateci” - lascia ipotizzare un patto condiviso, anche se la donna sembra essere stata colta nel sonno. “Era una tipica coppia normalissima – spiega Ennio Casagrande, ex sindaco di Tarzo tra gli anni Ottanta e Novanta -. Questo lutto li aveva colpiti profondamente. Li avevo il gionro prima, erano tranquilli come al solito. Non avevano mai dimenticato la figlia, e poi c’era l’aggravarsi delle condizioni di salute e l’avanzare dell’età”. La coppia qualche anno fa aveva perso la loro unica figlia per un tumore al cervello e questo lutto li aveva colpiti profondamente.
Cesira Bianchet e Giancarlo Gaio
“Mia moglie ha capito subito cosa stava succedendo, ha capito che qualcosa non andava – ha testimoniato il giorno della tragedia Dino Tomasi, il gestore del bar Zuanella di fronte alla loro casa -. Mi pare una cosa impossibile. La morte della figlia ha pesato, li ha segnati. Era una brava ragazza”. “La gente non si riesce mai a capirla fino in fondo – aggiunge Vincenzo Introvigne, cugino di Cesira -. Nessuno si aspettava una cosa del genere”. Originario di Milano, Gaio aveva lavorato presso una fornace e come panettiere. Poi aveva conosciuto Cesira, si erano sposati e si erano sistemati a Tarzo, luogo di origine della donna. Secondo quanto appreso questa mattina, l’uomo era un bersagliere e in passato aveva frequentato regolarmente il poligono di tiro. Nonostante l’età, era ancora autosufficiente. Cesira aveva invece lavorato come cameriera e donna delle pulizie. Vivevano da soli, e lei qualche giorno fa era caduta dalle scale. Cinque anni fa, invece, avevano subito il lutto che aveva cambiato per sempre le loro vite.
A Follina è partito il pre-scuola
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www.maglieriamaso.it
Il Quindicinale 32 | Giovedì 17 ottobre 2024
Follina. È ufficialmente iniziato il servizio di pre-scuola presso la scuola primaria di Follina. Un’ iniziativa voluta dall'Amministrazione comunale in collaborazione con l’ Istituto comprensivo e resa possibile grazie all’impegno di alcune volontarie Auser. Il servizio, destinato agli alunni che necessitano di entrare a scuola prima dell'inizio delle attività didattiche per ragioni lavorative dei genitori, si pone l'obiettivo di garantire un’accoglienza sicura e serena ai piccoli studenti. E’ attivo dal lunedì al venerdì, escluse le festività, dalle 7.35 alle 8.05, cioè prima dell’inizio delle lezioni e della sorveglianza scolastica. Afferma Caterina Toffolatti, assessore all’istruzione del Comune di Follina: “Il Pre-scuola rappresenta una risposta concreta alle esigenze delle famiglie, che spesso si trovano a dover conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari e scolastici. Ringraziamo le volontarie Auser per la loro disponibilità e gentilezza”
QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA
Nuova vita per la teleferica di Santa Maria Il recupero voluto dall’associazione Amici della Montagna di Revine Lago REVINE LAGO. Tre pali di legno di castagno, due posizionati in piedi e leggermente convergenti verso l’alto e un terzo come traversa, così da formare una sorta di trapezio, dominano dall’alto, da Pian de Frassene, tutta la Vallata e oltre, fino al mare nelle giornate più limpide. È ciò che rimane dell’antica teleferica “Corda longa” di Santa Maria oggetto di un intervento di recupero e di restauro curato dall’associazione Amici della Montagna di Revine Lago con il contributo di banca Prealpi SanBiagio. Questa teleferica ed altre erano state impiegate per collegare la montagna al paese e trasportare a valle il fieno falciato in quota e il legname, un sistema via cavo alternativa al trasporto con le musse (slitte) scendendo ripidi sentieri. Dal passo San Boldo alla sella del Fadalto si contavano, come ri-
Flash Follina d’autunno FOLLINA. Giovedì 17 ottobre, alle 20.30 nel salone del municipio, per la rassegna “Follina d’autunno” l’aps Gaspare Paoletti propone l’incontro “Letteratura e filosofia del metal: di cosa parla veramente questo genere musicale”. Sabato 26 ottobre alle 11.15, sempre nel salone del municipio, “Pinocchio, la favola musicata e raccontata per grandi e piccini”.
Trasloco per la farmacia REVINE LAGO. Da Santa Maria a Revine: nuova sede per la farmacia del paese dopo il pensionamento e il passaggio di gestione dalla dottoressa Daniela Cesca ai farmacisti Antonio Zucchetto e Francesco Szumski. La farmacia ha ora sede in via Roma 30 a Revine, dove un tempo c’era il negozio di alimentari.
cordano gli Amici della Montagna di Revine Lago, ben 71 corde, dunque strutture teleferiche, per complessivi 58 chilometri di cavo. La prima teleferica fu installata a Santa Maria nel 1922, utilizzando un cavo usato. Questi sistemi di trasporto venivano gestiti da gruppi cooperativi. La teleferica più lunga era quella che partiva da pian de le Femene e arrivava in zona San Francesco, a Revine, coprendo 790 metri di dislivello con un cavo lungo 2.329 metri. Quella di Santa Maria andava da lama vecia a Santa Maria, 1.980 metri di cavo. Nel
1958 venne migliorata, diventando a filo unico: il cavo venne sfilato da Sant’Antonio Tortal per la valle del Col de Tabac da una trentina di persone. Un’impresa epica, ma che testimoniava la preziosità di questo sistema di trasporto che aveva permesso di alleggerire la fatica umana nel trasportare a valle i prodotti della fienagione e il legname. Il recupero ha permesso di installare anche dei pannelli informativi, realizzati dal comune di Revine Lago, per tenere viva la memoria dell’ingegno umano e trasmetterlo alle nuove generazioni. C.B.
L’inaugurazione della teleferica restaurata
Lupi sbranano capre e pecore L’attacco in località Costa, presso l’azienda agricola di Dino Merotto TARZO. “Un attacco mortale non solo nei confronti degli animali allevati, ma anche al reddito di un’azienda che opera e s’impegna in un’area dove la presenza dell’uomo è fondamentale per il mantenimento del territorio e quindi con una alta valenza sociale e ambientale”: è il commento di Coldiretti Treviso alla notizia di un’aggressione di lupi in località Costa, presso l’azienda agricola di Dino Merotto. “Sono state sbranate
cinque capre e tre pecore, in un terreno recintato e in una zona dove non avevamo mai visto il lupo nemmeno di passaggio. In questo caso è stato avvistato un branco e quindi si presume che l’attacco ai nostri animali sia stato compiuto almeno da tre lupi – spiega il pastore –. La preoccupazione riguarda il proliferare della fauna selvatica e della sua pericolosità, ma soprattutto se noi come coltivatori e allevatori molliamo questo mestiere, lo stesso territorio andrà verso il degrado e non ci sarà nessuna fascia di protezione verso i centri abitati”. “Chi oggi rischia l’estinzione è l’agricoltore di montagna”, sottolinea Coldiretti Treviso. Giovedì 17 ottobre 2024 | 33 Il Quindicinale
RUBRICHE 20 MILIONI DI MORTI
L Problemi Sociali a cura di Michele Cais
’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato chiusa l’emergenza sanitaria globale del Covid, proclamata il 30 gennaio 2020 dopo i primi focolai di Wuhan in Cina. Benché questo virus resterà con noi per anni, non è più un pericolo per la salute, soprattutto per anziani e fragili. Non si vedeva dal tempo dell’influenza “spagnola” che oltre 100 anni fa fece 50 milioni di vittime. All’inizio della pandemia, fuori dalla Cina, c’erano circa 100 casi di covid e non vi erano morti dichiarati. In quattro anni il mondo si è capovolto: circa 7 milioni di morti sono stati riportati dall’OMS, ma si ipotizzia una cifra molto superiore. Il covid è stato molto più di una crisi sanitaria,
ha causato sconvolgimenti economici. Ha spinto milioni di persone nella povertà. Al giorno d’oggi rimane il rischio di
nuove varianti emergenti, un recente studio su “Nature” parla di un virus che circolerà in tutte e quattro le stagioni.
con andata e ritorno per la stessa via. Uno molto grande si trova a Socchieva, alle porte di Belluno, nella Villa Paganigaggia. Il labirinto è la copia di quello di Strà per la forma, le dimensioni e la torretta centrale; il percorso è invece estremamente semplificato. L’ultimo arrivato è il Labirinto Borges della Fondazione Cini, un labirinto arboreo creato per celebrare e ricordare lo scrittore argentino Jorge Luis Borges a 25 anni dalla morte ed è la ricostruzione del giardino-labirinto che l’architetto Randoll Coate progettò in suo onore. L’immagine del labirinto è centrale nella poetica di Jorge Luis Borges. Essa costituisce un’allegoria della complessità del mondo, la cui intelligibilità non è afferrabile attraverso la sola ragione. L’opera è stata realizzata dalla Fondazione Cini, che si trova sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. Il Labirinto è stato pensato come un terzo chiostro, dopo il Chiostro del Palladio e il Chiostro dei Cipressi. Il giardino, che davanti a sé ha il bacino di San Marco, occupa un’area di 2.300 metri quadrati, per quasi 3 km lineari di sviluppo delle siepi. Le piante di bosso sono tagliate
ad un’altezza di 75 centimetri da terra. Se pensiamo al passato, il primo labirinto che conosciamo è quello legato al mito di Cnosso. Apollodoro, scrittore del I secolo a.C., ci descrive la storia di Teseo il quale, grazie alla complicità di Arianna, riesce a uccidere il terribile Minotauro (il mostro metà uomo e metà toro), nascosto al centro del dedalo di Cnosso, a Creta, e a trovare poi la via d’uscita.
I LABIRINTI VENETI
I
l Veneto è ricco di cose molto interessanti, i labirinti sono una di queste. Nella nostra Regione ce ne sono diversi e ben conservati; sono davvero delle straordinarie architetture vegetali.
il Cuore Veneto a cura di Alberta Bellussi
Il primo e anche il più famoso è quello di Strà, sito nel giardino di Villa Pisani. La sua forma è circolare, inscritta in un quadrilatero irregolare. È un labirinto a scelte, cioè un irrigarten; l’ingresso uscita è sulla base del quadrilatero. Si tratta di un tipico labirinto d’amore, le cui prime forme compaiono in Francia tra la fine del ’300 e l’inizio del ’400 con il nome di Maison Dèdalus. Il secondo è a Valsanzibio, nei Colli Euganei, nella Villa Barbarigo. Ha forma quadrata con belvedere centrale a cui si accede direttamente; l’ingresso e l’uscita non coincidono e si trovano al centro, alla base del belvedere. A Verona, nel giardino di Palazzo Giusti, si trova il terzo labirinto veneto, più piccolo degli altri e con le siepi che non superano il metro d’altezza. La forma è quadrata, a 11 spire, con sala quadra al centro, senza torretta o belvedere e con un solo percorso,
Il Quindicinale 34 | Giovedì 17 ottobre 2024
Il labirinto è un simbolo che ricorre con enorme frequenza nella storia dell’umanità. Esso è presente in culture, miti e religioni più disparate, ma anche nell’arte e nella filosofia. La storia dei labirinti è complessa, intricata e affascinante, così come lo sono i percorsi che li strutturano. Essi compaiono in civiltà ed epoche diverse ed in luoghi lontani come il Perù, Creta, l’Egitto, l’India, la Grecia, la Cina, e l’Europa. Alla fine, poi, a livello simbolico ciascuno di noi si rapporta con il proprio labirinto. Incontrando numerosi ostacoli nel corso della vita e tentando di superarli, non facciamo altro che iniziare un percorso di crescita entrando e uscendo di continuo da labirinti quotidiani.
RUBRICHE INTELLIGENZA E LAVORO
D
a capo dei metalmeccanici Cisl a consulente di ben tre Governi di diverso colore sull’Intelligenza artificiale. Marco Bentivogli, classe 1970, è originario di Conegliano, dove ritorna ogni tanto. Che c’azzecca un sindacalista con l’AI è una domanda d’obbligo. “In effetti molti se lo sono chiesti quando nel 2018 mi hanno nominato nella Commissione sull’Intelligenza artificiale…Rispondevo che meno male avevano chiamato un sindacalista a farne parte perché oggi la potenza della robotizzazione e quella dell’AI stanno ridisegnando il mondo del lavoro. E il sindacato, che conosce tempi e metodi della produzione, può indicare percorsi virtuosi e vie di uscita”. Magari per non farsi scippare posti di lavoro dall’AI: è questo che intende? Quanti i sommersi e quali i salvati nel mondo del lavoro? “Delle 804 professioni censite dall’Istat, una parte sparirà per l’effetto sostituzione; l’altra parte resusciterà a nuova vita, per l’effetto generazione. Ma integrazione e supporto saranno decisivi, perché l’AI permetterà non solo di ripensare ma anche di supportare molti
mestieri, il cui fabbisogno è facilmente intuibile prevedendo per il 2050 otto milioni di italiani in età di lavoro in meno”. Intanto il lavoro continua a voltarsi dall’altra parte, organizzandosi sempre allo stesso modo, con i capi a controllo della produzione. Proprio con questo modo di fare me la prendo questo parlo nel mio ultimo libro (“Licenziate i padroni”, ndr): le nuove tecnologie rendono ridicole l’iper gerarchizzazione del lavoro e i controlli dei capi; per non dire del digitale male o inutilizzato. Poi però c’è anche la metafora che prende in prestito da Warren Bennis:
A tu per tu a cura di Roberto “L’industria del futuro avrà solo due dipendenti: un uomo e un cane. L’uomo Grigoletto sarà lì per nutrire il cane. Il cane sarà lì per evitare che l’uomo tocchi qualcosa”. Sarà quello che vedremo prossimamente sui nostri schermi? “Degli umani continueremo ad avere bisogno perché l’Intelligenza artificiale non è intelligente, non è cosciente, non è senziente”. Chi può essere sicuro della correttezza con cui l’AI elabora i dati? Attrezziamoci piuttosto a educare all’Intelligenza artificiale e con l’intelligenza artificiale. Prima ancora a educare l’Intelligenza artificiale.
LA CROCE DI SANTI E BEATI
L
’oratorio della Santissima Trinità si trova tra le colline a sud di Ogliano e ha donato il nome sia alla strada vicinale che al piccolo borgo di case. È un’area isolata, a metà strada tra la via collinare ad ovest, che collegava Conegliano a Ceneda, passando per Ogliano e Carpesica, e la pianeggiante Alemagna a est. L’oratorio è un edificio sobrio, piccolo e in stile neoclassico, con un porticina che conduce all’interno, illuminato solamente da tre lunette, una in facciata e le altre sui lati nord e sud. Una sottile cornice decora il timpano, interrompendo la rigorosa semplicità della facciata a capanna. L’origine dell’edificio è da fare risalire alla fine del Cinquecento, quando Niccolò Doglioni, nobiluomo coneglianese, nel 1497 chiese alla Curia di Ceneda il permesso di edificare una cappella votiva nelle sue proprietà. Si dovette attendere il 1550 per vederne
la benedizione, da parte del vescovo. Ad inizio Novecento venne ampliato e cambiato radicalmente, assumendo le attuali forme. Sopra il portale è scolpita la dedicazione, mentre l’interno è semplice, con pochi banchi rivolti all’altare in pietra con tabernacolo, posto pochi decenni fa in sostituzione di uno ligneo più antico. Il tema della Trinità è ricorrente all’interno della chiesa: nell’area dell’altare si crea un perfetto triangolo tra il baldacchino ligneo dipinto, con una colomba inscritta in un triangolo a raffigurare lo Spirito Santo, la croce – reliquario sopra il tabernacolo, di fattura ottocentesca e al cui interno sono conservati frammenti ossei di vari santi e beati, e l’affresco con Dio sulla parete sud. Sino a pochi decenni fa si faceva una grande festa, che si svolgeva nel cortile raccolto della casa colonica che si trova poco a nord, percorrendo una dolce salita.
Autorizzazione Ufficio per l'Arte Sacra e i Beni Culturali Diocesi di Vittorio Veneto n°1253.189/2015
La fede tra le colline a cura di Michele Zanchetta
A sinistra: L’oratorio della Santissima Trinità a Ogliano di Conegliano
Giovedì 17 ottobre 2024 | 35 Il Quindicinale
RUBRICHE SULLE TRACCE DEGLI ARDITI
Alla scoperta delle Prealpi a cura di Giovanni Carraro
Giovanni Carraro
Giovanni Carraro
Alla scoperta delle Colline del Prosecco
di Conegliano e Valdobbiadene
Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
40 itinerari a piedi, 405 km di sentieri Il Cammino delle Colline del Prosecco nell’area Patrimonio dell’Umanità
I
sola dei Morti, un lembo di terra che si estende verso le Grave del Piave. Luogo della nostra storia che oggi è area monumentale a ricordo del sacrificio di tante giovani vite. Ma è anche un piccolo paradiso silenziosamente immerso nel verde, dove è possibile passeggiare tra alberi e prati alla ricerca di un po’ di tranquillità, lontani dal traffico. Un percorso in linea ci permetterà di apprezzare questo ambiente suggestivo unendo la visita alle vicine Fontane Bianche di Sernaglia della Battaglia, altro sito di grande interesse naturalistico. Partiamo dal parcheggio dell’Isola dei Morti e, giunti ai cancelli, svoltiamo a destra per compiere una piccola deviazione verso il giardino botanico. Qui sono esposte diverse tipologie di alberi, mentre nella stagione primaverile sbocciano molte specie di orchidee spontanee. Seguiamo viale Brigata Mantova e successivamente viale Monte Grappa, osservando i lunghi filari di tigli che si alternano al pino nero d’Austria, quindi si giunge al Giardino della Memoria, una fedele ricostruzione di un campo di battaglia, per poi Le Colline del Prosecco di Conegliano
e Valdobbiadene rappresentano un indiscutibile patrimonio di cultura e di bellezze paesaggistiche dove trovano spazio proposte di escursioni a piedi, alcune del tutto inedite, inserite nel
territorio di 29 comuni della Core Zone UNESCO, della Buffer Zone e della Commitment Zone. Una guida che offre passeggiate adatte a tutti, dalle semplici camminate di pianura tra borghi e città d’arte, agli itinerari più impegnativi e avventurosi sui rilievi maggiori della dorsale collinare.
405 km di sentieri costituiti da 40 percorsi base e 29 varianti, comprendenti il Cammino delle Colline del Prosecco da compiere in quattro tappe giornaliere tra Vidor e Vittorio Veneto. I singoli itinerari sono minuziosamente descritti e corredati da mappe Tabacco, altimetria, grado di difficoltà, distanza,
georeferenziazione, foto di dettaglio e approfondimenti storici e culturali. I tracciati GPS sono scaricabili nel sito www.collineconeglianovaldobbiadene.it.
Percorso tratto dal libro “Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, di Giovanni Carraro, De Bastiani Editore
Grado di difficoltà: turistico Punto di partenza: Moriago della Battaglia, Isola dei Morti Punto di arrivo: Falzè di Piave, piazza Arditi Tempo richiesto: 2h 15m
T
Aumento di quota: m 45 Distanza: km 8,1 Info e dati: www.ibit.ly/5GF47
Il Quindicinale 36 | Giovedì 17 ottobre 2024
arrivare in piazza Ragazzi del 99 dove Qui è stato attrezzato un percorso disi affacciano il Monumento Vita per la dattico-naturalistico ad anello gestito pace, la chiesetta votiva Madonna del da Legambiente Sernaglia, che conPiave e il cippo Isola dei Morti dalla ca- sente l’osservazione di molte specie ratteristica forma piramidale. animali e vegetali. Seguiamo Proseguiamo verso est entranla strada di accesso fino al do in un lungo tratto alberato, Molino Vecchio in Val, quindi viale XXII Corpo d’Armata. giriamo a destra immettendoSuperiamo un cancello ed ci su un tratto sterrato a fianco entriamo in aperta campagna del torrente Raboso. In breGPS E INFO in comune di Sernaglia della ve, raggiungiamo il borghetto Battaglia. Una lunga stradina sterrata, di Villa Matta su via Fontigo, subito coincidente con la Ciclabile La Piave, dopo aver superato il terrazzo fluviaci permetterà di camminare tra grandi le, quindi deviamo a destra ritrovando prati e aree coltivate, mentre osservia- il corso del Raboso e successivamente mo verso nord l’intera dorsale prealpi- del Fontanon. Entriamo così nel sentiena, dal Monte Cesen al Cansiglio, pas- ro storico naturalistico mitologico Le sando per il Col Visentin. La presenza Volpere, che ci consentirà di raggiundi acqua sulla nostra destra sta a testi- gere Falzè di Piave, passando per caratmoniare che siamo giunti alle Fontane teristici punti di interesse in un contesto Bianche. Entriamo nel sito tramite un paesaggistico straordinario: la Fontana piacevole sentierino che si snoda tra Stella, le Anguane, il Riparo Stella, gli alberi ed in breve giungiamo in un grotta ricavata dal conglomerato del punto di sosta con tavolo e panchine Piave dove sono stati rinvenuti reperpresso la stazione “El Bojon”. Ci tenia- ti archeologici, la Fontana de Scapol, mo a sinistra e, dopo aver attraversato lungo la linea isofreatica della scarpata un’area prativa, arriviamo all’ingresso delle Volpere, l’Andro de Breda, altro principale dove è posto l’info point. bell’esempio di grotta, El Matharol, statuetta rappresentante il bizzarro folletto della tradizione popolare veneta, il Passo Barca, dove per secoli funzionò un servizio di traghetto sul fiume Piave ed infine l’antico Porto di Falzè presso il quale anticamente facevano sosta le zattere provenienti dal bellunese dirette in laguna. Usciamo dal sentiero e ci immettiamo su via Grave, osservando le vecchie ciminiere delle fornaci De Zottis, quindi giriamo a sinistra su via Passo Barca, concludendo la nostra escursione a Falzè di Piave presso il Monumento ai Caduti di piazza Arditi.
cultura, arte & spettacolo
RADUNO ALPINO
Dal 25 al 27 ottobre 2024 Conegliano Imminente il 13° Raduno del “Gruppo Conegliano” - 3° Artiglieria da Montagna. La manifestazione verrà aperta dall’incontro con il giornalista Toni Capuozzo, in programma venerdì 25 ottobre alle 20.45, all’auditorium Toniolo di Conegliano, dove presenterà il suo libro “Cos’ è la guerra?”. Il giorno successivo, sabato 26 ottobre alle 15.45 si terrà un concerto in Casa Fenzi con la “Fanfara dei veci della Brigata Alpina Julia” che, successivamente alle 17, sfilerà in viale Carducci, per poi arrivare in piazza Cima, dove si esibirà con il suggestivo Carosello. Alle 20.45 all’auditorium Toniolo coro sezionale Ana “Giulio Bedeschi” e la “Fanfara dei veci della Brigata Alpina Julia”. Domenica 27 ottobre alle 11 si terrà la sfilata fino a piazza Cima, seguita dagli interventi delle autorità. Per finire, alle 12.30 è organizzato il rancio alpino nella sede del Gruppo “M.O. Pietro Maset” in via Calpena a Conegliano.
CA’ DEL POGGIO RUN
Domenica 20 ottobre 2024 Partenza da Conegliano, Piazza Cima Domenica 20 ottobre la seconda Ca’ del Poggio Run scatterà da Piazza Cima a Conegliano, dov’è previsto anche l’arrivo, e si svilupperà su due percorsi: uno di 19 km, quest’anno proposto sia in versione agonistica che ludico-motoria, e l’altro più breve e meno impegnativo, denominato Family Cross, da 8 km. I due tracciati - aperti davvero a tutti: runners, camminatori, appassionati di fit walking e nordic walking - si svilupperanno tra i Comuni di Conegliano, Vittorio Veneto e San Pietro di Feletto, passando per strade pubbliche e proprietà private (ben 18) messe a disposizione dai proprietari. Per la prova più lunga è previsto anche il passaggio sul Muro di Ca’ del Poggio. Iscrizioni online (obbligatorie per la prova agonistica sui 19 km) o nei punti convenzionati. Info: www.cadelpoggiorun.it
ABSTRACT
SCOPRI CONEGLIANO Autunno 2024 Conegliano
Prosegue il ciclo di visite guidate per riscoprire la città e i suoi dintorni nella calda atmosfera dei colori d’autunno. I prossimi apuntamenti: Sabato 2 novembre, ore 17.00 CONEGLIANO MISTERIOSA Visita guidata dedicata alle leggende e misteri che hanno caratterizzato la storia della città fin dalla sua fondazione: dalla vita del Cima ai passaggi segreti del Castello, senza dimenticare la leggenda della Madonna della Neve. Sabato 30 novembre, ore 15.00 CONEGLIANO TRA LA SERENISSIMA E NAPOLEONE Due epoche a confronto in una Conegliano dalle mille sfaccettature. Costo: 7 euro a persona. Prenotazione obbligatoria presso lo IAT di Conegliano: tel. 0438 21230, e-mail iat@comune.conegliano.tv.it
www.quice.it Giovedì 17 ottobre 2024 | 37 Il Quindicinale
RUBRICHE & ANNUNCI CALAMARI ALLEGRI NEL PROSECCO CON IL FIORE ROSSO
In cucina con Armando Zanotto
Armando Zanotto
Armando Zanotto
il Prosecco in cucinA
il Prosecco in cucinA ∙ Prosecco cookbook
Prosecco cookbook
DARIO DE BASTIANI EDITORE
24/06/19 19:26
Questa ricetta è tratta dal libro “Il prosecco in cucina”, di Armando Zanotto, Dario De Bastiani Editore
Ingredienti per 4 persone: 600 gr. di scamone di manzo ben pulito, 6 filetti di buone acciughe sottolio tritate, 1 cucchiaio abbondante di capperi sotto aceto tritati, 60 gr. di cetriolini sotto aceto tritati, olio extra vergine di oliva, 80/100 gr. di acini di uva Prosecco ben lavati, Sale e pepe Preparazione: Tagliate lo scamone a fettine sottili e tritate a punta di coltello, riducendo a tartare eliminando eventuali parti grasse. Mettete la carne in un recipiente, condite con l’olio, aggiustate di sale e pepe macinato al momento, unite i capperi, le acciughe e i cetriolini mescolando molto bene. Come servire: Comporre in 4 piatti a vostra fantasia la tartare guarnendola con acini d’uva Prosecco, portate subito in tavola.
Consiglio. Abbinate dei crostini di pane casereccio tostati, così da poter spalmare la carne sopra il crostino con
LA LANTERNA DI DIOGENE
a cura di Nello Della Giustina
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Nel 1807 Hegel, il padre dell’Idealismo tedesco, pubblicava La fenomenologia dello Spirito; Diogene, da cinico qual è, si è spesso divertito a sottolineare la pochezza culturale di certa classe politica. Si è dovuto ricredere alla notizia che un autorevole ministro in carica si diletta a leggere il testo di Hegel destinato, data la complessità, a pochi, e gli riesce di capirlo; la sua gioia è durata sino a quando il suddetto non ha aggiunto di aver compreso sì il testo del filosofo tedesco, ma di non aver capito nulla di un’Ordinanza del Tribunale di Genova (che sarebbe successo a parti invertite?). Affermazione legittima per un comune cittadino, ma censurabile quando a farla è chi dovrebbe essere garante dell’indipendenza del Potere Giudiziario dal Potere Esecutivo. Sine ira et studio!
Periodico di informazione, cultura e tempo libero Iscritto al n. 480 del registro stampa del tribunale di Treviso il 17/12/1981 e al n. 3086 del registro nazionale della stampa il 24 /04/1991 Editoriale il Quindicinale srl . Viale della Vittoria, Galleria IV Novembre, 4 - Vittorio Veneto (TV), Contatti: Tel 0438.550265 | E-mail: redazione@ilquindicinale.it Siti internet: www.oggitreviso.it | www.ilquindicinale.it Direttore responsabile Emanuela Da Ros Stampa Grafiche De Bastiani snc. Via Marco Polo, 14 - Godega S. Urbano (TV) Abbonamenti e pubblicità Telefono: 0438.550265 Via internet: www.ilquindicinale.it Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al R.O.C. (Registro degli Operatori di Comunicazione) N 016571
Il Quindicinale 38 | Giovedì 17 ottobre 2024
un po’ di burro e degli anelli di cipolla di Tropea tagliati sottili e qualche goccia di succo d’uva Prosecco.
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