Il Quindicinale 1073 - 19 settembre

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QUARTIER DEL PIAVE

Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CNS TV - Periodico di informazione, cultura e tempo libero - Anno XLIII n.16 - 19 settembre 2024 - Euro 2,50 - Contiene I.P.

La rinascita del San Boldo

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Oltre 150 ragazzi con disabilità coinvolti in un’esperienza straordinaria

Due giri col fiato in gola

A pag 27

1073 Informazione cultura e tempo libero Anno XLIII n.16 | 19 settembre 2024 | € 2,50

Fondato da Dario De Bastiani nel 1982

La sfida dell’attenzione

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CONEGLIANO

L’ultimo abbraccio a Ido Da Ros

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Solidarietà e sport a Revine Lago ISSN 2784-9716

VITTORIO VENETO


I nostri corsi Inizio corsi mercoledì 11 settembre

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PRIMO PIANO

La sfida dell’attenzione L’Adhd. L’isolamento. L’emarginazione. Le difficoltà delle famiglie. Che cosa vuol dire convivere con un disturbo, a volte non diagnosticato correttamente, e cosa si può fare per trovare condivisione e serenità. Indagine su una “patologia” in crescita, che riguarda sempre più bambini e adolescenti. E che è acuita dall’abuso di tablet e computer

di Emanuela Da Ros

La cosa più triste? Non venire invitati ai compleanni, per esempio. Scoprire che tutti i tuoi compagni andranno a una festa, e che tu sarai l’unico a non parteciparvi”. La testimonianza di una mamma mette in risalto la sofferenza e le difficoltà dei bambini e dei ragazzi con disturbo Adhd. Bambini che si stancano presto di un gioco, che non riescono a portare a termine un’attività, che non stanno fermi, che vengono tacciati di maleducazione. “A parte la condizione di disagio del bambino o del ragazzo, il disturbo Adhd ha conseguenze negative per tutti i familiari. L’emarginazione che spesso subiscono i ragazzini affetti da Adhd - spiega una mamma - li spinge a ritirarsi ancora di più in se stessi, anche in famiglia. E magari a comunicare con scatti d’ira o atteggiamenti difficili da interpretare

e gestire. E non sono solo i bambini a subire lo stigma, ma anche i genitori: la famiglia viene additata dal gruppo, accusata di non sapere educare i figli. E il problema della socializzazione si allarga a tutti i componenti, come in una spirale.” Una situazione segnalata da un’altra mamma che ha due figli con un disturbo Adhd diagnosticato relativamente tardi. “Il primogenito - racconta la mamma - ha avuto sfortuna nella carriera scolastica. A lungo è stato considerato borderline. Poi l’incontro splendido con la dottoressa Fornasier ha chiarito di che tipo fosse il suo disturbo. Le difficoltà che aveva incontrato hanno riguardato la socializzazione, soprattutto con i compagni di classe, e la scarsa autostima. Al nido non aveva nessun sintomo particolare, se non quello di stancarsi presto: mollava subito il gioco… All’asilo è stato turbato dai rimproveri che gli venivano mossi per il suo timore a partecipare alle attività collettive. Crescendo non è riuscito a farsi molti amici, non ha voluto praticare alcuno sport, ma i suoi risultati scolastici sono stati comunque positivi. La sua energia si manifesta soprattutto a casa: non starebbe mai fermo, è pieno di richieste, desideroso di collaborare in tutto. Per gestire l’iperattività e il desiderio di fare siamo ricorsi a un calendario degli impegni. Il problema del mio secondogenito è soprattutto la gestione dello stress. Dopo la scuola è particolarmente nervoso. Ha eccessi di rabbia e per questo si è provveduto a togliergli il

tablet che nuoceva all’equilibrio e alla concentrazione. Il periodo del Covid è stato massacrante...L’aiuto? Lo trova in un cane adottato recentemente, che tra l’altro ha la capacità di intuire eventuali crisi.” Per capirne di più abbiamo interpellato le responsabili dell’Associazione Zuppa di Sasso, una delle più attive sul territorio dell’Usl Alta Marca e la psicoterapeuta Emanuela Fornasier.

L’Associazione Zuppa di Sasso “Riconoscere l’ADHD e affrontarlo è possibile, così come individuare strategie di gestione e e condivisione di un disturbo che viene sempre più diagnosticato. Una soluzione importante – afferma Silvija Kramersteter, vicepresidente dell’associazione Zuppa di Sasso – è sviluppare una rete sociale positiva intorno ai bambini e adulti con difficoltà comportamentali e d’apprendimento affinché vengano sottolineate potenzialità e capacità funzionali in un’ottica positiva” Per questo nel 2013 un gruppo di famiglie del trevigiano con figli con disturbo Adhd e disturbi del comportamento si sono riunite per condividere problematiche e ricercare soluzioni organizzando corsi e convegni per fornire informazioni sia alle famiglie coinvolte sia agli operatori che, in qualsiasi modo, entrano a contatto con i bambini/ragazzi (scuola, attività sportive, grest). Nel 2019 il Gruppo genitori incontra Giovedì 19 settembre 2024 | 3 Il Quindicinale


PRIMO PIANO l’Associazione Zuppa Di Sasso, costituita nel 2018 da un gruppo di altri genitori dell’Emilia Romagna e la sinergia tra i due sodalizi porta a una fusione e incorporazione in un’unica associazione, denominata Zuppa di Sasso APS, regolarmente iscritta al Runts. Nel 2023 l’Associazione trasferisce la propria sede in provincia di Treviso, precisamente a Nervesa della Battaglia e attualmente conta più di 450 associati, composti, per la grande maggioranza, da famiglie con figli affetti dal disturbo e negli ultimi tempi anche da adulti Adhd. L’associazione collabora con professionisti quali psicologi e psicoterapeuti con pluriennale esperienza in gestione dell’Adhd e delle sue comorbilità. “Vengono organizzate serate informative aperte alla cittadinanza che vedono

una grandissima partecipazione di pubblico. Nel mese di aprile abbiamo organizzato una serata dal titolo “ADHD – Aiutami Dove Ho Difficoltà” nell’Area Fenderl del comune di Vittorio Veneto alla quale hanno partecipato oltre 250 persone tra genitori, insegnanti, catechisti, allenatori sportivi e vari altri operatori che quotidianamente si relazione con bambini ed adolescenti con Adhd e disturbi comportamentali. Tra le varie attività dell’associazione vi sono percorsi formativi gratuiti con l’obiettivo di fornire conoscenze e strategie di comportamento tenute dalla dottoressa Fornasier psicologa e psicoterapeuta specializzata; incontri tra gruppi (attualmente 9 gruppi) di genitori di ragazzi con disturbi comportamentali. nei vari territori delle Ulss della regione e un gruppo di adulti che si svolgono durante tutto l’anno con

frequenza bimestrale. E’ proprio durante gli incontri che vengono apprese strategie educative efficaci per ridurre i comportamenti problematici dei bambini con Adhd e vengono forniti supporti e informazioni su normative scolastiche e previdenziali a tutela e protezione dei bambini, ragazzi e adulti con disturbi del comportamento. Inoltre quotidianamente rispondiamo a famiglie e insegnanti su tematiche relative alla diagnosi, alla comorbilità, alle normative scolastiche e previdenziali legate ai disturbi certificati del comportamento”. Zuppa di Sasso è una delle associazioni tra le più complete in provincia di Treviso che collabora con enti pubblici e privati per portare nel territorio istanze e raggiungere obiettivi di inclusività, accettazione e coinvolgimento.

Io, adulto con l’Adhd La riflessione del docente Omar Lapecia Bis, a cui “da grande” è stato diagnosticato un “disturbo” che è un’opportunità. Per vivere e comprendere meglio se stessi e gli altri A destra: Omar Lapecia Bis

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er molti adulti, la diagnosi di Adhd arriva dopo anni di lotta con problemi di concentrazione, disorganizzazione e impulsività. Potrebbe essere scaturita da un momento di crisi, come un periodo di forte stress o un declino nelle performance lavorative o relazionali. Oppure potrebbe essere stata una lunga ricerca di risposte a domande persistenti sul perché alcune attività sembrano così difficili da gestire. Quando finalmente si riceve una diagnosi di Adhd da adulto, può essere un misto di emozioni. C’è il sollievo nel finalmente dare un nome alle sfide affrontate e nell’avere accesso a trattamenti e supporti appropriati. Ma c’è anche il senso di perdita per il tempo e le opportunità che potrebbero essere sfuggite a causa della mancanza di

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consapevolezza della condizione. I vantaggi e gli svantaggi dell’Adhd. Vivere con l’Adhd da adulto porta con sé una serie di vantaggi e sfide uniche. Da un lato, le persone con ADHD spesso possiedono una creatività e un’energia contagiosa. Possono essere iperfocalizzati su argomenti che li appassionano e pensare in modo non convenzionale, portando a soluzioni innovative e originali. Dall’altro lato, l’Adhd può rendere difficile mantenere la concentrazione su compiti noiosi o ripetitivi, portando a problemi sul posto di lavoro o nelle relazioni personali. La disorganizzazione e la tendenza a procrastinare possono causare stress e ansia, mentre l’impulsività può portare a decisioni precipitose e rimpianti successivi. L’Influenza positiva sulle relazioni. Essendo una persona con Adhd e un educatore, ho imparato molto sull’importanza dell’accettazione e della comprensione delle differenze individuali. Scoprire di avere l’ADHD da adulto mi ha reso più consapevole delle sfide che affronto e mi ha spinto a cercare strategie e supporti per gestire la mia condizione in modo più efficace. Inoltre, mi ha reso più empatico nei confronti dei miei studenti neurodivergenti. Essendo passato attraver-

so le stesse sfide, posso comprendere meglio le loro esperienze e offrire un sostegno più significativo. Ho imparato che l’ADHD non è una barriera al successo, ma semplicemente una caratteristica unica che contribuisce alla diversità del nostro mondo. In conclusione, vivere con l’Adhd da adulto può essere un viaggio complesso, ma anche un’opportunità di crescita e apprendimento. Attraverso il sostegno, la comprensione e l’empatia, possiamo imparare a gestire le sfide della condizione e ad abbracciare le nostre uniche qualità e talenti. Omar Lapecia Bis


PRIMO PIANO

Imparare a vedere quello che c’è, non quello che manca Emanuela Fornasier, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, spiega che cos’è l’Adhd, come riconoscerlo e come affrontare un disturbo in crescita in tutto il territorio dell’Ulss2 (e non solo)

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manuela Fornasier, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, da anni si occupa di disturbi del comportamento in bambini e ragazzi. Nel territorio dell’Ulss Alta Marca tiene corsi di formazione e incontri che hanno aiutato moltissime famiglie a prendere coscienza delle difficoltà dei figli e ad affrontarle in modo sereno. “Con l’Adhd - spiega Emanuela Fornasier - si nasce, si cresce e si convive per tutta la vita. Non è una malattia da cui si guarisce: si tratta di caratteristiche neurodivergenti che portano a modalità diverse di processare gli stimoli, di gestire le interferenze, di rispondere alle situazioni in modo adeguato, anche a fronte a imprevisti, a difficoltà di pianificazione, organizzazione e problem solving, a difficoltà nel gestire la risposta impulsiva. Oltre alla compromissione nella quotidianità (scuola, lavoro) spesso ci sono dei vissuti di ansia e costante inadeguatezza, che in età adulta possono sfociare in aspetti depressivi e compromettere anche gli ambiti relazionali e affettivi della persona”. L’acronimo Adhd cosa indica nel dettaglio? Indica il Disturbo di attenzione con iperattività: le persone che hanno queste caratteristiche neuroevolutive hanno delle importanti difficoltà nella vita quotidiana legate ad aspetti di disattenzione, impulsività e iperattività. Quando queste caratteristiche compromettono il percorso scolastico, sociale, relazionale, lavorativo allora parliamo di disturbo. A che età si può manifestare? I segni clinici dell’ Adhd a volte si identificano alla scuola dell’infanzia, ma più di frequente vengono identificati alla scuola primaria.

Segnali più frequenti? I bambini con Adhd combinato (disattenti, impulsivi e iperattivi) sono bambini che non riescono a stare fermi, che non riescono a stare seduti per un tempo sufficientemente lungo (a volte non più di pochi minuti consecutivi), che hanno difficoltà a stare attenti per tempi sufficienti a svolgere le attività che per i loro pari sono normali. L’adhd raggruppa caratteristiche che sono sempre esistite…. La prima descrizione nella letteratura scientifica di bambini con queste caratteristiche risale al 1902, sulla rivista Lancet. Nel corso del tempo siamo diventati sempre più bravi a identificare i bambini con fragilità e a supportarli in modo adeguato. Il disturbo pare sia in crescita. Quali le cause? Questo disturbo attualmente riguarda dal 3 al 5% della popolazione scolastica. Sicuramente è un disturbo in aumento, dal punto di vista diagnostico, perché si presta sempre più attenzione a quei segni che una volta venivano arbitrariamente giudicati come “maleducazione“, “mancanza di voglia di impegnarsi”, “svogliatezza “ o altro. Le recenti ricerche scientifiche stanno portando evidenze importanti rispetto a una eccessiva permanenza sui dispositivi elettronici, soprattutto nei bambini più piccoli. Questo può portare, in particolare nei bambini prescolari, a modificare le traiettorie evolutive e contribuire a sviluppare difficoltà di attenzione e di comportamento. Interventi che lei propone/realizza… È fondamentale intercettare precocemente le difficoltà neuroevolutive, per poter supportare i bambini e le loro famiglie: il trattamento efficace è quello multimodale: si lavora con il bambino, con la famiglia e con la scuola (ma a me verrebbe da dire che è importante lavorare con tutta la comunità educante). Fornire agli adulti strategie che permettano di accogliere e strutturare i bambini, per consentire loro di ricevere dall’ambiente le giuste compensazioni, che man mano diventeranno autocompensazioni, alle soglie dell’età adulta. La famiglia e la scuola in primis, ma più in generale la comunità educante, rivestono un ruolo di responsabilità determinante per favorire, o per creare enormi

barriere, un percorso di vita sereno ai nostri bambini e ragazzi con Adhd. I convegni su questa problematica organizzati dall’Associazione Zuppa di sasso che si sono svolti in diversi comuni della nostra Ulss hanno registrato una grande partecipazione. Questo riscontro quali riflessioni le ha sucitato? Il convegno organizzato alla Fenderl di Vittorio Veneto, ma anche in altre località è la dimostrazione evidente che la conoscenza è la chiave attraverso cui passa la comprensione e l’accettazione delle altrui fragilità. Ciò che si conosce non si teme, perché è fondamentale “imparare a vedere quello che c’è, anziché fermarsi a guardare a quello che manca”.

Emanuela Fornasier

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NOTIZIE DALLA MARCA

Scuola: un motore diesel a singhiozzo Concorsi e ricorsi: la storia infinita (e immutabile?) dei docenti scolastici

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un motore a diesel la scuola che riparte ogni settembre. Supplenti - che sono tanti e sono troppi - mai in cattedra il primo giorno di scuola e forse neanche il primo mese. In men che non si dica, poi, gli avvicendamenti: supplenti a lunga conservazione (di diritto) al posto di quelli a scadenza breve. Con la ciliegina sulla torta che ogni anno mica si può fare a meno di aggiungere, no? Stavolta confezionata nello stampo pseudo blasonato del “Preside-Reggente”, nominato il 30 agosto ma destinato a regnare forse sì, forse no, chissà come e chissà quanto. Non è improbabile che nelle prossime settimane possa essere rimpiazzato dall’avente diritto (come si dice nel gergo scolestichese). Le vie della legislazione e della burocrazia scolastica sono più infinite ancora di quelle di Dio. Il prof. Giuseppe Morgante, segretario regionale e provinciale della Uil scuola, ne ha viste di tutti colori e poco ormai lo stupisce ancora. “I

dirigenti scolastici quest’anno devono essere nominati da due graduatorie, una da concorso riservato e una da concorso ordinario. Alcuni candidati da concorso ordinario hanno fatto ricorso al Tar contro quello riservato, il giudice in sede cautelare ha sospeso le nomine dei dirigenti scolastici. Così se il Tribunale amministrativo regionale respingerà il ricorso, può procedere alle nomine”. Un andirivieni che ben conoscono i supplenti: quelli nominati dalle graduatorie provinciali (Gps) e quelli incaricai dagli istituti. Come mai si attenda la fine dell’estate e non si agisca con lungimiranza a giugno, nessuno l’ha mai capito. “Non ci saranno tutti i posti coperti con inevitabile orario ridotto per molte classi. Purtroppo l’ottimismo che il ministro sparge ogni giorno, maschera le proprie inefficienze, nonostante il nostro ufficio scolastico provinciale abbia sempre lavorato a ritmi serratissimi, i ritardi e del ministero procureranno inevitabili disagi”. Per non parlare dei vincitori dell’ultimo concorso che entreranno in ruolo a spizzichi e bocconi: “Ci saranno immissioni in ruolo fino a fine novembre, solo il quaranta per cento dei posti saranno utilizzati entro il 31 dicembre, il

restante sessanta nella prossima estate”. E via di questo passo… “il numero di contratti precari continuerà a salire, si bandiranno nuovi concorsi con una spirale negativa che sembra non aver fine. Sarebbe necessario fermarsi, stabilizzare i docenti che ne hanno titolo su tutti i posti disponibili e solo dopo ripartire con i concorsi. Roberto Grigoletto

Giuseppe Morgante, segretario provinciale e regionale Uil Scuola

Ulss: anticipati i termini di cancellazione L’utente dovrà effettuare la disdetta dell’appuntamento con un preavviso di almeno quattro giorni lavorativi. Pena il pagamento della prestazione non goduta

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al 1° settembre scorso sono cambieranno le condizioni per effettuare la disdetta delle prenotazioni di visite ed esami presso l’Ulss2. La comunicazione della disdetta dell’appuntamento da parte dell’utente deve essere effettuata con un preavviso di almeno quattro giorni lavorativi dalla data fissata per la pre-

stazione, e non più di 72 ore, per non incorrere nel pagamento dell’importo dovuto (anche se esente). Un cambiamento importante, che consentirà all’azienda sanitaria di organizzare meglio le risorse e offrire un servizio più efficiente ai cittadini: ogni visita o esame disdetto con quattro giorni di anticipo, infatti, consente di “liberare un posto” che potrà essere assegnato con maggiore preavviso a un'altra persona che ne ha bisogno. “Per giorni lavorativi si intendono i giorni dal lunedì al venerdì, esclusi sabati, domeniche e festività nazionali e patronali - spiega l’Ulss2 Quindi, ad esempio, se la prestazione è calendarizzata per il venerdì, la disdetta dovrà essere comunicata entro il lunedì precedente; se la visita o l’esame è fissato per il lunedì, sarà necessario disdi-

re entro il martedì precedente.” È possibile disdire un appuntamento o visita al seguente link: www.aulss2. veneto.it/Prenotazioni-e-Disdette oppure al CUP: per il distretto di Pieve di Soligo il numero è 0438.659004, (LunVen ore 7.30-18, Sabato ore 8-12). Giovedì 19 settembre 2024 | 7

Il Quindicinale


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

“Era ad un passo dalla chiusura. Ora la

Silvia Salezze

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uando nel 2019 Silvia Salezze venne nominata presidente, prima donna e prima non sindaco a ricoprire questo incarico, l’Unione Montana delle Prealpi Trevigiane – nata pochi anni prima con nuove funzioni dalle ceneri della vecchia Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane mettendo insieme i Comuni di Vittorio Veneto, Cordignano, Sarmede, Fregona, Cappella Maggiore, Revine Lago, Tarzo, Cison di Valmarino, Giovedì 19 settembre 2024

Follina e Miane – era ad un passo dalla chiusura. Tra le carte che le erano state messe in bella vista sul tavolo dopo la sua nomina, c’era la delibera del precedente consiglio dell’Unione che proponeva di chiudere l’ente viste le difficoltà nel dare corso a ciò per cui era deputato. «Quando sono arrivata – ripercorre Salezze che abbiamo incontrato pochi giorni prima della fine del suo mandato, conclusosi il 2 settembre con l’elezione del nuovo consiglio dell’Unione -, uno dei dirigenti della Regione del Veneto è stato diretto: “L’ente deve essere commissariato”. Ricordo che inizialmente ho avuto un attimo di sconforto, poi siccome le cose più difficili sono quelle che mi piacciono di più e mi danno anche carica, ho parlato con tutti i sindaci dei Comuni dell’Unione, che all’epoca erano dieci, per capire il loro volere, essendoci già una delibera in cui veniva approvata la chiusura dell’ente. Tutti i sindaci mi hanno dato fiducia, e ancora oggi li ringrazio, e mi hanno detto: “Prova a tenerla in vita, a farla funzionare!”. Io sono stata chiara: “Vediamo entro un anno cosa succede. Se l’ente non va avanti, sarò io la prima a chiedere di chiuderlo. Se invece va bene, abbiamo vinto tutti quanti”. E così è stato! Lascio infatti un’Unione che funziona e che ha importanti progettualità da portare avanti, dal piano sovracomunale di protezione civile, all’istituzione di una comunità energetica, progetto che proprio a fine agosto ha ottenuto il finanziamento da Avepa». Con il rinnovo di gran parte dei consigli comunali e delle amministrazioni dei Comuni dell’Unione, anche per questo ente si prospettano cambiamenti. Il primo è la fine del mandato di Salezze, già consigliere comunale a Vittorio Veneto e non più eletta con le amministrative di giugno. Il secondo è che ora il presidente dell’Unione dovrà essere uno dei 12 sindaci dei Comuni che fanno parte dell’ente e non più un consigliere comunale. L’inizio per Salezze, alla sua prima sia da consigliere comunale che da presidente di un ente, è stato dunque tutto in salita. «Ero una delle poche donne in Veneto alla guida di

A tu per tu con Silvia Salezze, per cinque anni prima donna a guidare l’Unione Montana delle Prealpi Trevigiane

di Claudia Borsoi un’Unione Montana. E all’inizio non è mancata la diffidenza da parte dei colleghi maschi, poi superata. Sono partita dai dipendenti, perché senza di loro l’Unione non poteva rinascere. Ho chiesto ad alcune persone già alle dipendenze di Comuni di collaborare e tutti mi hanno risposto affermativamente: questa è stata la prima azione per dare una svolta all’ente. E poi il dialogo con gli uffici regionali, trovando da parte loro massima disponibilità e grande aiuto» ricorda. Dalla Regione Veneto, partecipando ad appositi bandi, sono arrivati i primi fondi per dare corso ad interventi in montagna, come sfalci, pulizia delle scarpate e delle canalette d’acqua, ripristino delle lame, cura dei sentieri, manutenzione della viabilità montana e dei muretti a secco, riuscendo ad intercettare in questi cinque anni tramite bandi a livello regionale e nazionale circa 2,4 milioni di euro. «Si è poi iniziato a ragionare sull’associazione della funzione fondamentale di protezione civile che è poi andata in porto grazie alla sinergia di tutte le associazioni che operano in questo campo. Tutte le associazioni dei dodici comuni, perché nel frattempo si erano aggiunti anche Valdobbiadene e Vidor dopo il commissariamento e la messa in liquidazione dell’Unione Montana Monfenera-Cesen, hanno accettato di fare squadra e i risultati si sono visti» sottolinea. Facendo rete, è stato messo a punto un sistema di comunicazione via radio fra tutti i 12 Comuni in caso di emergenze, oltre a dotare la prote-


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lascio operativa e con tanti progetti”

zione civile di due nuovi fuoristrada per gli interventi, nuove attrezzature e nuovi dispositivi di protezione individuale. «Avendo l’ente poco personale, ogni progetto che è stato portato avanti in questi cinque anni è stato sofferto per arrivare a rispettarne i tempi – ammette Salezze -. Sempre legato all’associazione della funzione di protezione civile, lascio al mio successore ben avviato il progetto del piano di protezione civile sovracomunale, altro passo per fare squadra fra Comuni in caso di emergenze». Al nuovo consiglio dell’Unione, Salezze lascia poi altri due proget-

ti a cui dare corso: quello dedicato ad interventi sulla montagna per un milione di euro finanziato dal Fosmit, il fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, e quello della comunità energetica che ha ottenuto un contributo Avepa e che darà vita, raggruppando tutti i Comuni che posizioneranno su immobili comunali nuovi impianti fotovoltaici, alla prima produzione di energia pulita sul territorio dell’Unione. «Auspico – conclude Salezze - che nei prossimi anni rimanga l’entusiasmo con cui, io e i dipendenti, abbiamo lavorato. Tra i progetti che ricordo con maggiore affetto c’è

quello che ha coinvolto i numerosi volontari di protezione civile, con esercitazioni che hanno permesso di testare il sistema se mai dovesse succedere qualcosa: ho potuto toccare con mano ed apprezzare il grande impegno che mettono questi volontari. Il più sudato, che è stato anche uno degli ultimi del mio mandato, l’intervento di esbosco di 92 piante lungo il sentiero di Santa Augusta, piante già crollate o a rischio crollo, che ha richiesto un anno e mezzo di lavoro da parte dei dottori forestali con la Soprintendenza. Un grazie, infine, va a tutti i sindaci e a tutti i dipendenti».

Foto di gruppo per volontari della protezione civile con due mezzi dell’Unione Montana delle Prealpi Trevigiane

Fregonese nuovo presidente Silvia Salezze con Mirella Balliana, sindaca di Vittorio Veneto

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l nuovo consiglio dell’Unione Montana Prealpi Trevigiane, nella sua prima riunione del 2 settembre, ha eletto come nuovo presidente Luciano Fregonese, sindaco di Valdobbiadene. Guiderà l’ente nei prossimi cinque anni. «Mi complimento per il lavoro svolto dall’uscente Silvia Salezze, dalla giunta e da tutti i collaboratori che lavorano in Unione – le prime parole di Fregonese -. Porteremo avanti i progetti della comunità energetica e del piano sovracomunale di protezione civile senza dimenticare gli interventi sulla montagna, con nuovi progetti da sviluppare per tenerla viva». C.B.

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Il bar Lux passa di mano

Diego e Wally Zanchetta

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a famiglia Zanchetta ha ceduto il bar Lux, uno dei simboli del centro di Vittorio Veneto. Lo ha confermato Diego, storico titolare dell’attività di viale della Vittoria. “L’età avanza e c’è un po’ di stanchezza – ammette il

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proprietario -. Per me sarà come andare in pensione”. Il bar rimarrà chiuso per un certo periodo di tempo per consentire la ristrutturazione del locale, ma le tempistiche non sono certe. “Rimarremo aperti fino a fine settem-

L’attività chiuderà a fine settembre, poi la ristrutturazione e la ripartenza con la nuova proprietà bre, poi il locale chiuderà – annuncia Zanchetta -. La ristrutturazione potrebbe durare qualche mese, ma sinceramente non conosco le tempistiche precise”. “Da quello che so, il locale rimarrà un bar con servizio di ristorazione”, aggiunge proprietario. La famiglia Zanchetta ha rilevato il Lux 54 anni fa, e in tutti questi anni ha servito circa tre generazioni di vittoriesi. Ora è arrivato il momento del meritato riposo. “Sono innamorato del mio lavoro – dichiara Diego, che da decenni gestisce il bar insieme alla sorella Wally -. Non ci sarà continuità all’interno della nostra famiglia perché i miei familiari esercitano altre professioni. Si è presentata l’occasione di vendere il bar e l’abbiamo colta al volo”. Roberto Silvestrin


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Riaperta l’Alemagna sul Fadalto Anas ha completato i lavori di rimozione del materiale franato

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unedì 2 settembre ha aperto al traffico la strada statale 51 “di Alemagna” in località Fadalto, nel Comune di Vittorio Veneto, chiusa lo scorso 12 luglio a causa di una frana che aveva causato imponenti colate detritiche e reso instabili i versanti che incombono sull’infrastruttura. Anas ha infatti completato i lavori di rimozione del materiale franato e gli interventi di ripristino del sistema di monitoraggio della stabilità del versante, avviati immediatamente dopo l’evento in stretto coordinamento con gli operatori di RFI e Autostrade per l’Italia. Dal settembre 2021, per garantire la sicurezza e quindi la percorribilità del tratto stradale, sono in funzione impianti di monitoraggio dei versan-

ti costituiti da semafori, telecamere, sensori di movimento e pluviometri. In occasione dell’ultimo evento avverso, gli impianti avevano regolarmente attivato l’interdizione temporanea al traffico, ma la sensoristica

installata sui pendii era stata poi travolta dalla frana insieme a parte delle opere di protezione, così da rendere necessari lavori di ripristino e potenziamento per poter riaprire al traffico in sicurezza.

Via San Mor transitabile

Prenotano in 50, sono in 27

Elio a quota 100!

Vittorio Veneto. Secondo step completato nel cronoprogramma di sistemazione della strada delle Perdonanze. Di nuovo transitabile via San Mor, in attesa del terzo e più corposo intervento di ripristino, ovvero la realizzazione della grande opera che prevede la sistemazione del tratto stradale originario attraverso la realizzazione di micro pali, intervento che richiederà circa 350.000 euro, sostenuti dalla Regione Veneto.

Vittorio Veneto. Ancora a maggio avevano prenotato per 50 alla pizzeria “Mani in pasta” a San Giacomo di Veglia. Un paio di giorni prima avevano confermato la loro presenza per quel numero. Sabato 31 agosto sera, però, si sono presentati in 27, arrecando un danno alla pizzeria che ha dovuto tenere bloccati tavoli rimasti poi vuoti e mandare via numerosi clienti. «Episodi come questi sono sempre più frequenti - afferma Antonella Secchi, direttrice di Ascom Vittorio Veneto -. Quando uno telefona per prenotare un tavolo, si viene ad instaurare un vero e proprio contratto tra le parti: per cui possiamo chiedere un risarcimento danni». Su quando accaduto la famiglia Cuzzolino, titolare della pizzeria, spiega: «Ci siamo particolarmente arrabbiati perché il cliente non si è nemmeno minimamente scusato. Per lui era tutto normale, mentre noi abbiamo dovuto tenere occupati tavoli per cinquanta persone per tutta la sera”.

Vittorio Veneto. Lunedì 2 settembre il cenedese Elio Scottà ha festeggiato 100 anni. Storico volontario dell’associazione Insieme per Ceneda, con cui a lungo si è preso cura del parco Papadopoli, si è poi speso per molti anni nell’organizzazione del mercatino dell’artigianato in piazza a Ceneda, ha collaborato con il centro caritativo diocesano e con la parrocchia. «Ultimamente – racconta l’infaticabile Elio – con i miei collaboratori teniamo pulito con la falciatura dell’erba solo il patronato Costantini. Giustamente ero sempre attivo e sempre in movimento per aiutare gli altri, ma si sa che arrivato ad una certa età le forze calano. Ora che sono un po’ vecchietto mi piace tanto mangiare, bere un buon bicchiere di vino della mia vigna e mi muovo, visto che non ho più la patente, con l’autista personale che mi porta di qua e di là. Al mattino vado a bere il caffè da Susy al bar Magnolia o da Alberto al bar Duomo e faccio due ciacole. La mia vita, tra alti e bassi, è passata e sono arrivato a cento anni e ringrazio il Signore di avermi dato lunga vita!».

Riaperta la SS 51 all’altezza della frana sul Fadalto

Giovedì 19 settembre 2024 | 11 Il Quindicinale



VITTORIO VENETO E VITTORIESE

L’ultimo abbraccio a Ido Da Ros È scomparso improvvisamente, a 72 anni, il grande storico e ricercatore Ido Da Ros. È riuscito a completare il suo 45° libro

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ra il “nostro” Ido. Tito, come lo chiamavano alcuni amici. Era la nostra memoria storica. Attenta, vivace, appassionata, onesta. Un vittoriese che aveva a cuore la storia della sua città, Vittorio Veneto, la sua grandezza passata, fatta spesso di piccole, avvincenti curiosità. Era soprattutto un amico. Intelligente, acuto, misurato nelle parole: preferiva scrivere che parlare. O chiacchierare. Eppure la sua simpatia, l’integrità, la condivisione di tanti sentimenti e interessi comuni lo avvicinava a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Di leggerlo, soprattutto. Ido Da Ros è morto improvvisamente il 27 agosto scorso. Un malore lo ha colto a Treviso, mentre si stava dirigendo verso la biblioteca del Seminario, e a nulla purtroppo è valso l’intervento dei sanitari. “La morte dello zio - ha detto commossa l’adorata nipote Margherita Battistella - ci ha addolorato profondamente. Lo zio Ido negli ultimi giorni era sereno, come sempre. Dedito al suo lavoro e alle mansioni quotidiane”. Per il 9 settembre Ido Da Ros aveva programmato l’uscita dell’ultimo libro dedicato a Paolo Barison, calciatore vittoriese a cui è dedicato lo stadio comunale. “Il volume monografico su Barison spiega l’editore Alessandro De Bastiani - è il 45° libro di Ido Da Ros, una colonna della nostra casa editrice. Oltre che un amico fraterno. Pochi giorni prima di morire mi aveva rivelato che questa sarebbe stata la sua ultima pubblicazione. Poi si sarebbe dedicato esclusivamente al Quindicinale, il periodico a cui collaborava e sul quale - come i lettori sanno - teneva da tempo una rubrica intitolata “Cento anni fa”. Personaggio amabile, arguto, appassionato di storia locale e di sport, soprattutto di ciclismo - non perdeva mai un Giro d’Italia o di Francia - aveva pubblicato - tra gli altri - un libro sul Calcio vittorie-

se, su Bottecchia, ma soprattutto aveva firmato un’opera imprescindibile: Le Cronache vittoriesi, attraverso cui aveva ripercorso tutta la storia di Vittorio Veneto dalla fine dell’Ottocento agli albori di questo nuovo secolo. Tra i suoi successi più grandi vi era stato anche Il libro dei Sogni, in cui con la consueta chiarezza, appena venata di una contenuta ironia, aveva raccontato i progetti - spesso faraonici - che erano stati ipotizzati per la sua città.” Due lauree - una in Lettere e una in Filosofia - Ido Da Ros aveva insegnato a lungo Italiano e Storia all’Ipsia di Vittorio Veneto, affiancando la professione di docente a quella di storico e ricercatore, a cui si era completamente dedicato negli ultimi anni. Non aveva mai voluto conseguire la patente e la bicicletta era l’unico mezzo che usava in città. Quando non studiava si dedicava al suo orto - “L’ultimo regalo che mi ha fatto quando sono andato a casa sua ricorda Alessandro de Bastiani - è stata una verza appena raccolta. Al centro dei suoi interessi restava comunque la ricerca storica e la stesura di volumi che attualizzassero storie e personaggi del passato attraverso una scrittura chiara, intelligibile, misurata, puntuale e corretta nei riferimenti. E‘ stato il primo a scegliere di presentare i libri appena pubblicati in luoghi non canonici: le osterie, la piazza di Ceneda…Più che parlare ai lettori, in queste occasioni, amava confondersi con loro, mettersi a disposizione, come si fa con gli amici”. Affezionato lettore e collaboratore del Quindicinale, era un riferimento prezioso quando in redazione vi era la necessità di trovare tra le pagine del passato notizie attinenti alla realtà locale. Con Monica e Serena, che alle Grafiche De Bastiani seguivano l’impaginazione delle sue opere, lo chiamavamo Idone. Alto e robusto com’era, eravamo costrette a guardarlo di sotto in su. Ma vicino a Ido l’unica prospettiva che davvero contasse era quella della simpatia e della stima che lui accoglieva quasi con imbarazzo, con discrezione. E l’accrescitivo con cui veniva chiamato non era dovuto tanto al suo aspetto quanto al grande talento di studioso e di autore. Le ultime parole che ci ha lasciato riguardano un campione, Paolo Barison, a cui si era dedicato nell’ultimo anno, con la curiosità, l’onestà intellettuale e la passione che si respiravano nei suoi scritti e che

coinvolgevano ogni lettore. Ido Da Ros, oltre a moltissimi amici, lascia la sorella Loretta e il cognato Egidio e le nipoti amatissime Margherita e Maria. Ai familiari e ai tanti amici di Ido le condoglianze e l’abbraccio affettuoso della redazione del Quindicinale e delle Grafiche De Bastiani. E.D.R.

Ido Da Ros

Corsa al Cansiglio

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l 21 settembre 1924 si disputò la prima edizione della corsa automobilistica in salita Vittorio – Cansiglio. L’organizzazione era del Moto Club Treviso, coadiuvato da un gruppo di sportivi vittoriesi capeggiati da Arturo Pasqualis. Numerosi i partecipanti. Il via alla prima macchina venne dato alle 9,30 da Fregona. Le partenze avvenivano ogni tre minuti. L’arrivo era posto dopo quattordici chilometri ai 1.218 metri della Crosetta. Si aggiudicò la corsa il conte Ancilotto in 16 minuti e 17 secondi, alla media oraria di km. 51,248. Al secondo posto Munarini, al terzo Coletti. La corsa diventò ben presto una classica del panorama automobilistico nazionale, attirando i migliori piloti italiani. L’edizione del 1930 vide l’affermazione del grande Tazio Nuvolari, su Alfa Romeo, nel tempo di 10 minuti e 44 secondi, alla media di 82,832 chilometri orari. Al secondo posto Ernesto Maserati, su Maserati.

CENTO ANNI FA a cura di Ido Da Ros

Giovedì 19 settembre 2024 | 13 Il Quindicinale


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

“Città della Vittoria”: si chiude l’era Picchi Preside in pensione. Al suo posto arriva come reggente Emanuela Da Re del “Flaminio”

Il saluto a Susanna Picchi nell’ultimo giorno di lavoro come preside del “Città della Vittoria”

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opo 43 anni trascorsi nel mondo della scuola, prima come professoressa di inglese in svariati istituti superiori trevigiani, poi come dirigente scolastica, per la preside Susanna Picchi è arrivato, a fine agosto, il tempo della pensione. E il 31 agosto l’istituto che ha diretto in questi ultimi tre anni, il “Città della Vittoria”, le ha tributato un partecipato momento di saluto al quale ha presenziato, tra gli altri, il sindaco di Vittorio Veneto Mirella Balliana. Oltre a Picchi, l’istituto ha salutato altre tre neo pensionate: la direttrice dei servizi ammi-

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nistrativi Lucia Magnano, la professoressa di economia aziendale dell’Ite Lorena Andreetta e la collaboratrice scolastica Valeria Casagrande. «Lascio oggi un sistema di scuola effervescente e con innovazioni in atto finalizzate a dare risposta a nuove complessità ed emergenze – ha detto Picchi con riferimento, in particolare, al progetto dell’apprendistato duale introdotto all’Ipsia, cioè la possibilità di conseguire il diploma quinquennale trascorrendo, delle 33 settimane di scuola, 11 in azienda -. Sono dell’avviso che il nostro lavoro di docenti e di dirigenti, unitamente all’azione della famiglia, sia determinante per le future generazioni e che il fare scuola con attenzione, impegno, studio, condivisione e partecipazione, rappresenti un esempio valoriale prezioso per i nostri studenti, utile a costruire progetti di vita da parte loro basati su responsabilità e senso del lavoro». Al “Città della Vittoria” che conta

tre scuole, oltre mille studenti e più di 130 docenti arriverà con dirigente scolastico reggente Emanuela Da Re che già guida il liceo “Flaminio”. L’arrivo della preside Picchi al “Città della Vittoria” è stato sinonimo di innovazione a partire dall’introduzione dell’apprendistato duale all’Ipsia, poi ha costituito il Comitato tecnico scientifico per fare da ponte fra i mondi della scuola e dell’impresa, ha sviluppato l’Energy Team dell’Itt, che in questi tre anni si è evoluto nel gruppo “Green School Città della Vittoria per la transizione ecologica e culturale”, e altre progettualità legate agli aspetti comunicativi e all’internalizzazione della scuola. Ha poi tenuto a battesimo l’avvio dei lavori di costruzione della nuova scuola che sta sorgendo dalle ceneri del vecchio Ipsia. A salutare Picchi c’erano anche esponenti del mondo imprenditoriale e delle associazioni di categoria artigiane e imprenditoriali, oltre al presidente del consiglio d’istituto Sergio Gallo. Le hanno poi portato un saluto la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Barbara Sardella, il presidente della provincia di Treviso Stefano Marcon e l’ex ministro del lavoro Maurizio Sacconi. C.B.


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Le Pietre di Venezia Isidoro Dal Col, maestro di ceramica di Vittorio Veneto, ha esposto con grande successo a Senigallia, con un’opera significativa che unisce le Marche a Venezia

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riginario di Scomigo, Isidoro Dal Col ha iniziato da bambino a plasmare l’argilla, grazie agli insegnamenti del suo maestro delle elementari, Piero Marcon. Con il passare degli anni, come diversi allievi della Scuola di ceramica di Scomigo che sono diventati maestri ed hanno esposto le loro opere in Italia e nel mondo, non ha dimenticato la tradizione di tramandare la propria arte a moltissimi allievi. A Senigallia ha esposto alle ex Pescherie alla mostra Materia: le forme del contemporaneo nella scultura, insieme ai bellunesi Sara Casal, Gaetano Ricci e Giorgio Vazza ed altri artisti da tutta Italia, che con quest’arte esprimono sentimenti, inquietudini, problemi e osservazioni. Le pietre di Venezia è un’opera che ha una genesi molto particolare, avendo radici molto lontane nel tempo. Da anni Dal Col vive tra Vittorio Veneto e Venezia, dove ama passeggiare tra le calli e traguardare lontano, attraverso le onde della laguna. Al confine tra laguna e città, sulle

fondamenta eternamente battute dall’acqua, Isidoro ha trovato lo spunto per quest’opera particolare: sul bagnasciuga di Sant’Alvise, levigati continuamente dalle maree della laguna nord, si trovano a migliaia i mattoni dei vecchi edifici scomparsi, sempre più piccoli e tondi ad ogni onda, seppur impercettibilmente. Le arche lignee che li contenevano sono andate distrutte nei secoli, per cui naturalmente si è formata una spiaggetta di laterizi e ceramiche, pietre e malte indurite, a lato della fermata del vaporetto per Murano. Raccogliendo e analizzando i vecchi mattoni levigati, studiandone la genesi e l’abbandono, ha immaginato come questi potessero perforare e consumare la pietra, che è molto più resistente, in particolare il marmo. Ecco quindi come nasce quest’opera, dove gli

Addio a Alessandro Sarri

Totem fuorilegge

Vittorio Veneto. È morto Alessandro Sarri, 50 anni, dirigente del settore economico e finanziario del Comune di Vittorio Veneto. Sarri era stato colpito da un improvviso malore mentre si trovava in sella alla sua bici, durante una vacanza in Friuli. Subito soccorso, era stato ricoverato d'urgenza all'ospedale di Udine e successivamente trasferito al Ca' Foncello di Treviso, dove i medici hanno lottato per salvarlo. Sabato 24 agosto, il suo cuore ha smesso di battere.

Vittorio Veneto. I funzionari dell’Agenzia delle Dogane di Venezia e la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Treviso hanno scoperto, presso un locale adibito a circolo associativo nella frazione di S. Michele Salsa, 7 totem illecitamente messi in funzione, che consentivano il gioco con vincita in denaro senza essere collegati alla rete telematica. ADM procederà all’accertamento e al recupero di un’evasione fiscale per un importo di circa 370.000 euro.

antichi mattoni di Venezia sono posti come avessero la forza di penetrare il marmo di Senigallia, una rappresentazione del rapporto tra le due città, legate dallo stesso mare e da relazioni sociali antiche. Michele Zanchetta

Isidoro Dal Col e la sua opera esposta a Senigallia

Ricorrenze GIUSEPPINA DAL BO in MIGLIORE 25. 9. 2022 - 25. 9. 2024 Chi vive nel ricordo degli altri, non muore mai. Il tuo sorriso rimarrà sempre nei nostri cuori. Il tuo Gianni con Maria, Giuseppe, Lucy e i tuoi nipotini: Giovanmattia, Giacomo e la piccola Camilla

MADDALENA DE MORI n. 5. 3. 1929 - m. 19. 9. 2022 Ricorderemo per sempre l’amore e il bene che ci hai donato. I tuoi cari

PICCIN BRUNO n. 16. 4. 1933 - m. 16. 9. 2008 Sono passati 16 anni dalla tua scomparsa, tu sei sempre con noi. La tua famiglia

Giovedì 19 settembre 2024 | 15 Il Quindicinale


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Una scuola più sicura e green Investimento da oltre 2,7 milioni di euro sulla “Tiziano Vecellio”

Il plesso scolastico di Colle Umberto

COLLE UMBERTO. Anno scolastico scandito da un importante cantiere per la scuola media “Tiziano Vecellio” di Colle Umberto. L’edificio viene sottoposto in questi mesi e nei prossimi ad un intervento di messa in sicurezza sismica e di efficientamento energetico da 2.756.700 euro interamente coperto da finanziamenti ottenuti dal Comune. L’amministrazione Coletti, che nel suo primo mandato aveva progettato l’intervento ed era andata a caccia dei contributi, può dunque ora dare concretezza all’opera. «Grazie al finanziamento regionale di un milione di euro e ad un contributo del conto

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termico di 1,7 milioni di euro, l’opera sarà a costo zero per le casse comunali – sottolinea il sindaco Sebastiano Coletti -. Il lavoro per ottenere questi finanziamenti è stato molto impegnativo. All’esito dell’intervento avremo una scuola più sicura e più efficiente dal punto di vista energetico». Insieme agli interventi strutturali per adeguare sismicamente la struttura, realizzata circa cinquant’anni fa, saranno eseguite delle migliorie per contenere i costi energetici. «Oltre a sostituire tutti gli infissi, sarà fatto un cappotto armato che avrà una doppia funzione, statica ed energetica – spiega Coletti

-. Confidavamo di avviare i lavori già durante questa estate, ma ciò non è stato possibile. Le lavorazioni più invasive saranno eseguite durante il periodo delle vacanze invernali quando non ci sono le lezioni. Si cercherà di arrecare il minor disagio possibile a ragazzi ed insegnanti: i lavori dovranno convivere con l’attività scolastica dal momento che questi finanziamenti ottenuti ci chiedono di rispettare specifiche tempistiche. Chiediamo pertanto la comprensione delle famiglie». Nel corso dell’intervento saranno poi rifatti i bagni della scuola e realizzato un nuovo spogliatoio, smantellando gli attuali container, ad uso anche dell’area sportiva esterna quindi con accesso autonomo. Già in corso, invece, i lavori di adeguamento sismico della vicina palestra comunale per 650mila euro coperti per 480mila da un finanziamento regionale. Sulla palestra era già stata eseguita la sostituzione delle vetrate per 250mila euro coperti da contributo. Claudia Borsoi


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

“Via Vito Favero”: Sarmede ricorda il campione Dieci anni fa la morte del ciclista arrivato secondo al Tour de France 1958 SARMEDE. Dieci anni fa esatti moriva Vito Favero, sarmedese, ciclista professionista che nel 1958 arrivò secondo al Tour de France e che nella sua carriera vinse anche due tappe del Giro d’Italia. La sua Sarmede, su iniziativa dell’amministrazione comunale, gli omaggia un ricordo, intitolandogli una via. Un ramo laterale dell’attuale via Cesare Battisti, strada che dal ponte confinante con il comune di Cappella Maggiore arriva fino all’incrocio con borgo Floriani, prenderà il nome di via Vito Favero. «Una iniziativa che nasce dall’affetto e dalla gratitudine che Sarmede nutre per Vito Favero, icona non solo sportiva, ma anche sociale. La cerimonia – spiega il sindaco Larry Pizzol, promotore dell’iniziativa che ha mosso i primi passi durante la passata amministrazione comunale – si terrà tra la fine di ottobre e i primi di novembre: siamo ancora in fase di definizione. Abbiamo deciso di intitolargli la strada su cui si affaccia anche la casa in cui

lui ha abitato e in cui risiede ancora la moglie. Qualche appassionato di sport, all’indomani della morte di Favero, ci aveva avanzato l’idea di intitolare alla memoria del ciclista una via del nostro comune, idea che abbiamo fatta nostra a fine della precedente legislatura. Abbiamo avviato l’iter in prefettura e la richiesta è stata di recente accolta: ora possiamo procedere con l’intitolazione della strada». Il cambio di via interesserà un numero limitato di abitazioni, dunque sarà di facile gestione per il comune e per i diretti interessati. Nei giorni scorsi alla famiglia Favero è stata consegnata, ben 64 anni dopo, la bicicletta Atala con cui il sarmedese aveva corso il Tour de France, vestendo per sei giorni la maglia gialla. A donarla un appassionato della due ruote di Concorezzo, nei pressi di Monza, che negli anni ’60 aveva acquisto da un rivenditore di biciclette da corsa quell’Atala che il titolare, ex corridore, gli aveva detto essere appartenuta a Favero. La famiglia Favero ha deciso di consegnare la bicicletta al Museo del Ciclismo “Madonna del Ghisallo” a Magreglio, provincia di Como, dove per un periodo verrà esposta insieme alla maglia gialla. C.B. La consegna della bici dal donatore alla famiglia di Vito Favero

Nuovi occhi a vigilare su Cappella Attivate ulteriori telecamere su parchi gioco, parcheggi dei cimiteri e rotatoria di via Livel CAPPELLA MAGGIORE. Sono state attivate a metà agosto ulteriori telecamere nel territorio di Cappella Maggiore, così da potenziare la rete di videosorveglianza già precedentemente attiva con degli occhi puntati sui principali varchi del paese. Le nuove telecamere, come preannunciato nei mesi scorsi dall’amministrazione comunale, sono state collocate nei parcheggi dei cimiteri di Anzano e di Cappella Maggiore per

contrastare i ripetuti episodi di furti di fiori e di piante dalle tombe denunciati dai cittadini (per privacy gli occhi elettronici non possono essere installati dentro ai cimiteri), nei parchi gioco di Cappella Maggiore in via Trevisani nel Mondo e dell’area Peep ad Anzano contro i vandali che, nei mesi scorsi, avevano danneggiato le strutture e sulla nuova rotatoria tra le vie Roma e Livel, dotandola anche di un portale lettura-targhe. «L’obiettivo dei nuovi punti di videosorveglianza è garantire una maggior sicurezza e prevenire i fenomeni di vandalismo» spiega l’amministrazione comunale del sindaco Mariarosa Barazza. Le nuove telecamere sono state installate grazie ad un contributo ottenuto dal Comune di Cappella Maggiore che aveva partecipato lo

scorso anno al bando di videosorveglianza del ministero dell’interno, finanziamento da circa 45mila euro che ha coperto l’investimento. I lavori di installazione dei nuovi occhi elettronici erano iniziati a febbraio. Le nuove telecamere, in particolare quella posta sulla rotatoria di via Roma che potrà essere utile alle forze dell’ordine, sono entrate in funzione pochi giorni prima i furti messi a segno in un paio di abitazioni di via Carrettuzza, ad Anzano. Tra le case “visitate” anche quella del sindaco di Vittorio Veneto, Mirella Balliana, che si trovava con la madre al piano terra dell’abitazione mentre i malviventi agivano al piano superiore, ladri che poi hanno preso di mira l’abitazione a fianco fuggendo con un sostanzioso bottino e lasciando tutta la casa a soqquadro. C.B.

Mariarosa Barazza

Giovedì 19 settembre 2024 | 17 Il Quindicinale


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Pellegrinaggio lungo l’Alemagna Giuseppe Perini di Conegliano ha compiuto un pellegrinaggio alla scoperta dei capitelli votivi lungo la Strada Alemagna, dai Gai di San Vendemiano sino a Borca di Cadore, dove ha origine la sua famiglia

di Michele Zanchetta

Giuseppe Perini al cippo di inizio della Statale 51 di Alemagna, in località Gai tra San Vendemiano e San Fior

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on esiste una data di fondazione della via Alemagna, in quanto è uno dei percorsi antichissimi che attraversano le Alpi orientali, frequentato sin dall’età preistorica. Per la scorrevolezza, fu sicuramente percorsa dai mercanti che scendevano lungo una delle vie dell’Ambra, partendo dalle spiagge

Il Quindicinale 18 | Giovedì 19 settembre 2024

del Mar Baltico per commerciare nei centri dell’Alto Adriatico quelle gemme così preziose. Nel I millennio a.C., i Veneti Antichi risalivano le valli alpine per raggiungere città e giacimenti minerari, ma anche santuari legati al culto dell’acqua, come quello celebre di Lagole presso Calalzo. Si può parlare di strada vera e propria

solo con l’età romana, lungo il suo percorso sono state trovate numerose attestazioni archeologiche che certificano la presenza di una viabilità di una certa importanza, da Cenetam verso nord, sia lungo l’asse di Cortina e di Auronzo, passante per Cimabanche, che per quello di Passo Monte Croce Comelico, dove pochi anni fa è stato trovato un forte militare. Lungo questa via viaggiarono mercanti e soldati, ma anche la fede cristiana veloce risalì le valli alpine, probabilmente già a partire dal III – IV secolo d.C., dopo essere arrivata nelle città costiere di Aquileia e Altino dall’Oriente e da Roma. La Via Alemagna, quindi, appare anche come una via della fede per tutto l’altomedioevo e il medioevo, una strada di pellegrinaggio per i cristiani che scendevano da nord verso Roma o Venezia, dove si sarebbero imbarcati per la Terrasanta. In quest’ottica, non appare affatto strano che nel corso del tempo lungo il suo percorso siano stati costruiti santuari e chiese, ma anche monasteri, ospizi per pellegrini, cappelle e capitelli. Con gli occhi del fedele del XXI secolo, Giuseppe Perini ha percorso questa antica arteria dai Gai, la località al confine tra San Vendemiano e San


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Fior dove inizia la Strada Alemagna moderna, sino a Borca di Cadore, dove ha origine la sua famiglia e si trova ancora l’adorata casa dei suoi antenati. Il pellegrinaggio ha fatto emergere dati religiosi e culturali, artistici e architettonici, perché una strada attraversa territori diversi, dove i cambiamenti sono lievi ma continui. Perini racconta con precisione come una costante di questa parte di Veneto nordorientale è il culto di Sant’Antonio da Padova, spesso visto come protettore dei viaggiatori e dei pellegrini, forse perché anche lui veniva da una terra lontana, essendo portoghese. Sin dall’inizio, possiamo osservare nel territorio della diocesi di Vittorio Veneto come questo Santo compaia spesso lungo la strada, in capitelli, cappelle e edicole: poco prima del Menaré, a Nove, sulla Sella del Fadalto e a La Secca, esattamente sull’antico confine con Belluno, dove un tempo esisteva la Casamatta, un presidio fortificato che fungeva anche da dogana. Sant’Antonio appare anche poco dopo, in un capitello costruito nel 1969, sempre a La Secca, a Fortogna poco prima di Longarone e infine nella frazione Cancìa di Borca di Cadore, poco sopra la chiesa di San Rocco. In comune di Vittorio Veneto osserviamo una serie di capitelli legati al territorio. In località Sega a Santa Giustina si incontra quello della Madonna di Lourdes, edificato in forma di grotta nella seconda metà del Novecento, e proseguendo poco più avanti verso nord, prima delle arcate

della ferrovia, quello di Sant’Augusta. A Savassa, un’edicola lungo la strada accoglie il capitello dedicato a Sant’Elia, bell’opera scultorea in ceramica del maestro vittoriese Isidoro Dal Col. Giuseppe ci racconta come, dopo Longarone e fino a Pozzale, ci siano ampi tratti della vecchia strada senza rappresentazioni sacre ad esclusione dei centri abitati, seppur ora spopolati. In questo tratto il Piave scorre incassato tra alte pareti, quasi verticali, dalle quali scendono impetuosi torrenti e cascate con salti di centinaia di metri. Spesso in passato era considerato uno dei momenti più difficili del percorso, con l’alveo del fiume a pochi metri dalla strada e interessato da piene e alluvioni improvvise. Apparirebbe curioso, per non dire sconcertante, che qui venisse meno la protezione di Dio e dei Santi, così sempre presenti lungo tutto il percorso. Da Rivalgo, entriamo in un’area che ha subito molte distruzioni durante la celebre alluvione del 1823, case e edifici sacri spazzati via dalla furia del fiume, che scendendo da nord ha cancellato, con furia quasi biblica, i villaggi. Il culto della Madonna compare proprio in questi insediamenti, la sua presenza diventa assidua proprio da qui in poi, quasi a raccogliere il testimone lasciato da Sant’Antonio, come se ci volesse l’intervento della Madre di Cristo per un simile impegno. Giuseppe conosce perfettamente ogni tratto del percorso, che percorre da quando è bambino e ricorda

ogni particolare, presente o scomparso, curva eliminata, edificio demolito. Nell’insieme, i capitelli per fortuna rimangono, al massimo vengono spostati ma mai demoliti, perché nell’immaginario collettivo per il viaggiatore sono un faro acceso nella notte. Non di meno importante appare il culto di Cristo e della croce, in maggior parte con crocifissi lignei, seppur lungo l’Alemagna compaiano solamente a partire da Tai di Cadore, con un curioso capitello di forma esagonale al cui interno è rappresentata una crocifissione in affresco.

Tai di Cadore: capitello esagonale della Croce

Qui sotto, da sinistra: Savassa di Vittorio Veneto: edicola dedicata a Sant’Elia Nove di Vittorio Veneto: cappella di Sant’Antonio Valle di Cadore: capitello con crocifisso ligneo

Giovedì 19 settembre 2024 | 19 Il Quindicinale


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

In attesa degli alpini Si scaldano i motori per il Raduno Triveneto e il centenario della Sezione Ana di Conegliano. Presentato il progetto della Gradinata degli Alpini

La presentazione del programma degli eventi organizzati per il raduno Ana Triveneto e del centenario della sezione Ana di Conegliano

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i scaldano i motori per quello che sarà un grande appuntamento, in particolare per le Penne Nere della sezione Ana di Conegliano: il Raduno Triveneto e il centenario della sezione stessa, in programma dal 13 al 15 giugno del prossimo anno. La sezione di Conegliano è presieduta da Francesco Botteon, mentre il comitato organizzatore della manifestazione è guidato da Gino Dorigo. Il grande appuntamento per la primavera del 2025 sarà preceduto da una serie di manifestazioni itineranti che rientrano nella cornice di “Aspettando il centenario”: appuntamenti che toccheranno tutti i territori dei Gruppi alpini, tra cui l’inaugurazione della mostra “Sezione Alpini di Conegliano, un secolo di storia, 100 anni di opere”, prevista per il 7 maggio 2025 a Palazzo Sarcinelli, e il concerto all’alba all’Antica Pieve di San Pietro di Feletto, che si terrà il 7 giugno alle 7:00. Tra i vari appuntamenti, da segnalare il Carosello di Tamburi e Sbandieratori dell’associazione Dama

Il Quindicinale 20 | Giovedì 19 settembre 2024

Castellana in programma per venerdì 13 giugno, con il concerto dei Cori Ana Bedeschi e Congedati Tridentina in Duomo. Sabato 14 giugno, tra le varie cose, sono previsti il Concerto della Fanfare Congedati Brigata Cadore al Teatro Accademia, oltre all’esibizione di Fanfara e Cori alla Scalinata degli Alpini, con l’intonazione dell’Inno nazionale. Domenica 15 giugno l’attesissimo appuntamento con l’ammassamento e lo sfilamento. Da non dimenticare, poi, il 13esimo Raduno del “Gruppo Conegliano” – Terzo Artiglieria da Montagna, previsto nella città di Conegliano da venerdì 25 ottobre (con la presentazione al teatro Toniolo del volume “Cos’è la guerra?” di Toni Capuozzo), la sfilata della “Fanfara dei veci della Brigata Alpina Julia” in viale Carducci sabato 26 ottobre e l’ammassamento domenica 27 ottobre, a partire da Borgo Madonna, fino alla centralissima piazza Cima. In vista del grande appuntamento di giugno 2025, nel frattempo, a tutti i gruppi verrà fornito

uno striscione da esporre, che simboleggia l’unione interna della sezione di Conegliano. Il Museo degli Alpini, scrigno della memoria storica delle Penne Nere, proporrà per l’occasione una nuova mostra. Tra i vari progetti e iniziative pensate in vista del Raduno e del Centenario primeggia quello della Gradinata degli Alpini a Conegliano, al centro di un progetto di abbellimento “per la storia, per la gente, per l’ambiente”, con una rielaborazione dei blocchi di sostegno dei piloni. “Sono un alpino semplice che ha fatto tutto con il cuore – ha detto Gino Dorigo – Siamo più di 10 mila soci e 30 gruppi e queste opere sono importanti, perché stiamo lavorando perché rimanga qualcosa nella storia”. “Invito tutti a essere presenti”, le parole del presidente nazionale Sebastiano Favero, il quale ha ringraziato le Penne Nere per la loro disponibilità: “Per noi lo stare insieme è la nostra forza, con quello spirito che è sempre costruttivo”, ha aggiunto. “Il lavoro non ci manca, credo che tutti insieme riusciremo a fare qualcosa di buono – ha affermato Francesco Botteon – Vogliamo inoltre onorare la storia dei nostri ‘veci’, di coloro che ‘sono andati avanti’”.


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Il giro delle antiche mura dimezzato Successo per il Cammino delle Colline del Prosecco, ma il percorso attorno alle mura della rocca coneglianese ad esso collegato registra un’estate di chiusure e degrado

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uando era stato inaugurato in grande stile nel maggio del 2021, il sentiero di Porta del Soccorso pareva rappresentare una svolta nella gestione del castello di Conegliano: erano proprio i mesi in cui si stava tracciando il Cammino delle Colline del Prosecco e in piena era Covid l'idea di incentivare la mobilità lenta piaceva un po' a tutti, tanto che si parlava della possibilità di recuperare altri tracciati storici attorno alla rocca. A distanza di tre anni il Cammino nostrano è realtà e registra numeri positivi, e anche il giro delle antiche mura coneglianesi è realtà, ma solo sul sito ufficiale delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dove compare tra gli itinerari consigliati per scoprire il territorio. Nei fatti il tratto a

nord non è percorribile, e altre parti del tracciato portano segni di degrado molto poco suggestivi. Il sentiero di Porta del Soccorso, tracciato e mantenuto in questi anni dagli alpini, rappresenta infatti l’inizio e la fine dell'itinerario, che comincia nel parcheggio pubblico adiacente a Villa Canello in via dei Pascoli e risale il versante nord della rocca attraverso il bosco. Ma proprio quel versante della collina è stato interessato da uno smottamento causato dalle abbondanti precipitazioni che si sono registrate in primavera e che ha interessato principalmente il terrazzo cintato dalle mura in prossimità del ristorante, portando appunto alla chiusura della rampa di accesso al sentiero. Un problema non inedito: già dieci anni fa si era verificata una frana analoga proprio in quel punto che aveva richiesto importanti lavori di ristrutturazione che, tra le altre cose, avevano portato al rinvenimento di un manufatto murario antico. E anche all’ingresso opposto del sentiero, in cui molte persone si intrufolano nonostante i segnali di divieto, l’immagine non è quella di uno spazio pubblico curato e pensato per dare un'immagine positiva ai turisti. Il parcheggio in via dei Pascoli è sporcato infatti da mesi dai residui, cartoni di pizza,

bicchieri e lattine, gettati con molta maleducazione da chi ha deciso di passare qualche serata di divertimento in uno dei punti panoramici più suggestivi della zona di Costa. I segni di inciviltà non mancano del resto nemmeno nel versante sud della rocca, soprattutto in Calle degli Asini, una delle vie più belle e storicamente preziose delle mura cittadine, curata anche in questo caso dal lavoro degli alpini che provvedono periodicamente a pulizia e sfalcio. Anche qui, nonostante appunto il loro impegno, l'estate ha registrato varie lamentele da parte dei cittadini che percorrendola hanno trovato immancabilmente segni dell'inciviltà lasciato soprattutto da chi ne fruisce per festeggiare di notte lontano da occhi indiscreti. Fabio Zanchetta

Percorso interrotto per il sentiero di Porta del Soccorso

Alla scoperta di Conegliano Prosegue il ciclo di visite guidate per riscoprire la città e i suoi dintorni nella calda atmosfera dei colori d’autunno

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uovi appuntamenti dedicati alla scoperta della città di Conegliano e dei suoi dintorni con il calendario di visite e passeggiate #VisitConegliano, programma firmato dal Comune di Conegliano insieme all’Ufficio IAT, con la gestione di UNPLI Treviso. Una iniziativa che si propone di far conoscere le bellezze della città, la sua storia e le sue eccellenze con un calendario che è un vero e proprio viaggio attraverso le tante, diverse anime della città che si

sono alternate nel tempo dando vita alla Conegliano di oggi. Le prossime visite: Sabato 21 settembre, ore 10.00 LA VALBONA SI TINGE DI COLORI. Passeggiata nella natura in Valbona, un luogo ideale per osservare uno splendido paesaggio dove natura e uomo si incontrano e dove si possono osservare vigne, lembi di bosco e vecchi casolari. Sabato 5 ottobre, ore 10.00 LE DONNE CONEGLIANESI. In occasione del mese dedicato alla prevenzione e alla diagnosi precoce del tumore al seno, ecco un itinerario dedicato alla scoperta delle donne che hanno lasciato un segno nella storia, nella cultura e nella società coneglianese. Sabato 19 ottobre, ore 20.30 AL CHIARO DI LUNA. Speciale camminata nella natura al chiaro di Luna, per

ascoltare i suoni della notte, osservare i boschi in una veste originale e ammirare la volta stellata. Sabato 2 novembre, ore 17.00 CONEGLIANO MISTERIOSA. Visita guidata dedicata alle leggende e misteri che hanno caratterizzato la storia della città fin dalla sua fondazione: dalla vita del Cima ai passaggi segreti del Castello, senza dimenticare la leggenda della Madonna della Neve. Sabato 30 novembre, ore 15.00. CONEGLIANO TRA LA SERENISSIMA E NAPOLEONE. Due epoche a confronto in una Conegliano dalle mille sfaccettature. Informazioni: costo € 7,00 a persona, prenotazione obbligatoria allo IAT di Conegliano (tel. 0438 21230, e-mail a iat@comune.conegliano.tv.it). Giovedì 19 settembre 2024 | 21 Il Quindicinale


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Due giri col fiato in gola posso fare ad andare in finale”, ce l’ho messa tutta e mi sono qualificata. In finale non avevo niente da perdere, ho dato tutto ed è arrivato questo quinto posto, sono contentissima, ho fatto il personale, migliorandomi di 66 centesimi, e sono quinta al mondo. Sono stupita di me stessa”. De Noni, che ora sogna di fare l’atleta professionista ma continuerà a studiare (agraria all’università di Udine), ha “battuto” anche mamma Veronica Piutti, ex ottocentista azzurra con un personale di 2’05’’04. La sua atleta preferita è l’olandese Femke Bol, per il suo “modo di essere, sempre umile e determinata”.

“Una vittoria che è anche della società”

Lorenza De Noni in pista a Lima con i colori della Nazionale

Quinta al mondo negli 800, miglior piazzamento under 20 di un’italiana: ha anche siglato il personale di 2’03’’20

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ai un’ottocentista italiana era arrivata così lontano in un mondiale under 20. Lorenza De Noni è quinta al mondo nel doppio giro di pista. L’impresa, storica, della portacolori di Atletica Silca Conegliano nella tarda serata italiana di venerdì 30 agosto, ai campionati mondiali under 20 di Lima, in Perù. La diciottenne coneglianese è finita a ridosso del podio in una finale di altissimo livello, vinta dalla keniana Sarah Moraa (2’00’’36), davanti all’austrialina Claudia Hollingsworth (2’00’’87), già semifinalista alle Olimpiadi meno di un mese fa e all’americana Sophia Gorriaran (2’01’’04). Il Quindicinale 22 | Giovedì 19 settembre 2024

De Noniè anche la seconda europea al traguardo, dietro solo alla quarta, la tedesca Marie Celie Werneke (2’02’’88). Dopo un primo giro concluso in sesta posizione, De Noni, alla corda, lotta con le unghie e con i denti per restare con le più forti. Ai duecento sembra perdere un po’ di terreno. Davanti se ne vanno in quattro, ma lei reagisce con carattere e nell’ultimo rettilineo si lancia nella sua solita progressione e riesce a recuperare una posizione, chiudendo quinta. Ad applaudirla a bordo pista anche l’allenatore Massimo Furcas.

“Sono stupita di me stessa” “Non mi aspettavo questo risultato, sono arrivata ai mondiali con l’obiettivo di arrivare in semifinale - spiega la mezzofondista - una volta arrivata in Perù però mi sono sempre sentita bene, fin dalla batteria, questa cosa mi ha dato molta carica e in semifinale ho pensato “dai, forse ce la

La dedica è per tutti quelli che le sono stati accanto, in particolare quest’anno (ha fatto la maturità al liceo scientifico Marconi di Conegliano), dalla famiglia agli amici, ai compagni di classe e di squadra (in primis Atletica Silca Conegliano e anche al team Italia), all’allenatore Massimo Furcas e a tutta la sua società, guidata dal presidente Francesco Piccin. Proprio la società coneglianese ha fatto il tifo da lontano, facendo le ore piccole per seguire in diretta la gara di Lorenza. “Se la gioia era tanta dopo il passaggio in finale, ora con questo quinto posto è davvero incontenibile - commenta il presidente Piccin - qui da Conegliano, e non solo, abbiamo fatto tutti il tifo da lontano e siamo tutti orgogliosissimi di questo meraviglioso quinto posto. Con il nuovo primato personale si conferma la sesta italiana under 20 all-time e siamo convinti che possa scrivere ancora tante pagine importanti in questa specialità. Questa posizione, che vale come una vittoria, è di Lorenza, ma anche di tutta la società, dai dirigenti agli allenatori, dai volontari ai compagni di squadra, che l’hanno sempre sostenuta e che hanno contribuito alla sua graduale e serena crescita. Ho ricevuto anche i complimenti di vertici del nostro main sponsor, Michele Gazzola, amministratore delegato di Silca SpA e Stefano Zocca, President Key & Wall Solutions and OEM at dormakaba, profondi sportivi che hanno apprezzato il risultato ma anche il viaggio compiuto per arrivarci”.


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Buona pensione preside Buffoni! L’ultimo incarico di Buffoni all’istituto comprensivo di San Fior SAN FIOR. «Chiudo questa pagina della mia vita lavorativa con una lieve nostalgia, ma serena nella consapevolezza di aver dedicato alla scuola il meglio di me stessa». La cenedese Lorena Buffoni a fine agosto ha lasciato la scuola dopo oltre 40 anni di servizio per la meritata pensione. L’ultimo incarico ricoperto è stato quello di dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di San Fior. In precedenza aveva guidato l’istituto comprensivo Da Ponte di Vittorio Veneto. La sua carriera era partita come insegnante a San Fior, dove si è anche chiusa. «Ho iniziato la mia avventura nella scuola italiana proprio alla media di San Fior nel gennaio del 1981 – ricorda -. Qui ho ricoperto il ruolo di dirigente scolastico reggente negli anni 2009-2010 e 2014-2015 e qui ho

scelto di tornare come dirigente effettivo nel 2021». Alla preside Buffoni hanno portato un saluto, nel suo ultimo giorno di lavoro, il sindaco di San Fior, Gastone Martorel, e le consigliere regionali Sonia Brescacin e Silvia Rizzotto (in foto), conosciute ai tempi in cui entrambe erano sindache, rispettivamente di San Vendemiano e di Altivole, e Buffoni a capo delle scuole elementari e medie di quelle zone. «La concretezza è una delle doti di questa nostra preside – ha sottolineato Martorel -. In questi primi due mesi del mio mandato siamo riusciti insieme a risolvere alcune importanti criticità. È una preside dinamica e competente. Ci spiace ci lasci». «Ovunque la mia strada si è intrecciata con persone che hanno creduto nella scuola e nella sua centralità – afferma Buffoni - e con esse ho condiviso valide esperienze formative, risultati concreti ed enormi soddisfazioni». Claudia Borsoi

Paolo Tonon è bronzo olimpionico Terzo posto a Parigi per il trevigiano Paolo Tonon nel tiro con l’arco in coppia con Daila Dameno ORSAGO. Daila Dameno e Paolo Tonon hanno vinto la medaglia di bronzo nel tiro con l’arco mixed team W1 alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Gli azzurri hanno sconfitto nella finale per il terzo posto la coppia coreana formata da Kim e Park con il punteggio di 134 a 132, e sono stati protagonisti di una garadestinata a rimanere impressa nella memoria del tiro con l’arco azzurro. Perché si concretizza al termine di una rimonta clamorosa (recuperati 8 punti nelle ultime due volée). E, soprattutto, perché è la numero 32 (e primissima nel W1) nella storia di una Nazionale italiana che, sul podio, sale dalla notte dei tempi: ovvero, da Stoke Mandeville 1984 Tonon, dopo il quarto posto nell’in-

Sonia Brescacin, Gastone Martorel, Lorena Buffoni e Silvia Rizzotto

Paolo Tonon esulta dopo l’ottima prova di Parigi

dividuale, è raggiante: “Ero ancora stanco dalla giornata precedente, ma volevo riprendermi ciò che la sfortuna mi aveva tolto. Io e Daila non siamo una coppia consolidata, però sapevo che potevamo fare bene. Una volta persa la semifinale, è subentrata un po’ la paura della domenica. Ma abbiamo tenuto duro, senza mai mollare”. “Non me lo aspettavo, anche se sono partito da casa con grande fiducia. Ho lavorato molto, negli ultimi due mesi mi sono allenato al meglio. Mi sentivo preparato e determinato. Ma da qui ad arrivare in fondo sia nell’individuale, sia nel mixed team, ne passa”. Le sensazioni positive erano emerse già nelle qualifiche: “Ci credevo - aggiunge l’arciere veneto - e ce l’ho messa tutta. Dediche? In primis ai miei genitori, alla mia famiglia, ai tanti amici che erano qui a Parigi, ai miei compaesani di Orsago, in provincia di Treviso, al mio allenatore Ezio Luvisetto, a Fabio Fuchsova, allo staff. E, in generale, a chi ha sempre creduto in me”. I.Q. Giovedì 19 settembre 2024 | 23 Il Quindicinale


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

La rinascita del San Boldo

Il Passo San Boldo

Lontano e vicino, a due passi nel silenzio dei boschi

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di Michele Zanchetta

l Passo San Boldo è una millenaria via di collegamento tra l’Alto Trevigiano e la Valbelluna, sin dall’età antica questa strada è stata percorsa da viaggiatori, pellegrini, mercanti, soldati e pastori in transumanza. Non abbiamo dati risalenti all’età preistorica, ma di certo i valichi prealpini trevigiani erano frequentati, così come durante l’età romana, quando sicuramente il San Boldo era una delle scorciatoie secondarie per Il Quindicinale 24 | Giovedì 19 settembre 2024

raggiungere il territorio tra Bellunum e Feltria, al pari di Praderadego e Pian dee Femene. Dalla torre medievale di avvistamento sul passo, dalla quale si poteva traguardare verso pianura e Alpi, sino all’hospitia La Muda, già presente nel Quattrocento, dove fornire ricovero ai viaggiatori, nel corso dei secoli questo valico ha vissuto gli eventi più significativi dell’Alto Trevigiano. Nel Novecento, durante la Grande Guerra, venne costruita dall’esercito austroungarico una nuova viabilità, con le caratteristiche gallerie in curva sovrapposte, grazie all’opera di genti locali e prigionieri russi, prendendo il suggestivo nome di Strada dei Cento Giorni. Nella seconda metà del secolo, a partire dagli anni Sessanta, divenne luogo di villeggiatura estiva e sci invernale per le famiglie dell’alta pianura, vedendo la nascita di realtà di accoglienza diffusa. Dopo anni di oblio, a favore di mete lontane che grazie ai nuovi mezzi di trasporto divennero facilmente raggiungibili, le Prealpi sono state riscoperte.

Anche l’area del San Boldo sta rinascendo, grazie al turismo di prossimità e alla riscoperta delle bellezze della natura a due passi da casa, le Prealpi sono la perfetta destinazione per una scampagnata come per un’escursione, un’uscita in bici o un fine settimana di relax nel verde, respirando aria fresca e pulita. Le Prealpi sono monti silenziosi e da scoprire, dove si alternano prati d’altura a fitti boschi, altipiani nascosti


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

con pascolo brado e coltivazioni selezionate. Un’escursione nelle Prealpi, nel corso di una stessa giornata, permette di apprezzare una variabilità di paesaggi e ambienti: si alternano quello naturale all’antropico, l’abbandono al curato, le baite in pietra alle lame per l’abbeveraggio degli animali. In questo ambiente si scoprono eventi dimenticati e appassionanti, perché la grande storia è formata dall’intreccio delle minori. Dalle stazioni stagionali preistoriche, dove l’uomo scheggiava le pietre per farsene strumenti e andare a caccia, alle piccole chiese di origine antichissima, alle torri e ai castelli per presidiare il territorio. Le relazioni tra i due versanti hanno animato il San Boldo e le Prealpi, ma questi sentieri sono stati percorsi anche da soldati che difendevano i territori dai nemici, quanto da partigiani che nascosti nei boschi lottavano per la liberazione dell’Italia. Di pari passo, il mercato turistico si è adattato a queste nuove necessità, e in tutto il territorio pedemontano sono fiorite associazioni di guide, naturalistiche e storiche, che accompagnano i turisti alla scoperta di un mondo troppo a lungo ignorato. In quest’ottica, la rinascita del San Boldo è figlia anche dell’investimento privato, che ha portato alla riapertura della osteria La Muda, ma anche di chi ha sempre creduto nelle sue potenzialità, come gli storici ristoratori che troviamo sia verso Tovena che in direzione Sant’Antonio di Tortal. Al passo, il Ristorante Laris è un’istituzione di lunga data che è da sempre il punto di riferimento e sosta per turisti, motociclisti, ciclisti e camminatori,

ma non è il solo. Sui tornanti lungo la salita sul versante trevigiano, sono celebri il Babau e il Paradiso, osterie che all’ombra della torre di Tovena offrono le prelibatezze della cucina locale con il sapore montano. Da qualche anno, ad aiutare e spingere questa rinascita, c’è anche il Pamali Festival, un originale evento che ad agosto ospita concerti, spettacoli di teatro, performance artistiche e circensi, cucina biologica, in un clima di fratellanza e libertà. Anche l’accoglienza si è ampliata, infatti, sono iniziati negli anni i restauri di case ed edifici, alcuni dei quali ospitano i turisti, sia per un fine settimana che di passaggio, o per soggiorni più lunghi. Uno di questi, il B&B al Casel, organizza durante tut-

ta l’estate delle serate culturali, con incontri, mostre artistiche e concerti, alle quali partecipano numerosi appassionati e turisti. E’ interessante l’esempio della rinnovata fortuna del San Boldo, perché è la dimostrazione che per avvicinare turisti e amanti della natura non sono necessari piani di sviluppo fortemente articolati, non servono strutture turistiche architettonicamente impattanti, non bisogna costruire opere che alterino l’ambiente. Le grandi strade sono inutili, l’unico requisito fondamentale è il buon senso, la misura e l’amore per l’ambiente, che si manifesta in un turismo sostenibile, dove l’opera dell’uomo è contenuta al minimo. Chiaramente sono necessarie una mappatura e cura dei sentieri, una diffusa e razionale accoglienza, una diversificazione dell’offerta turistica, ma sono operazioni che non comportano uno stravolgimento dei luoghi. Questo genere di turismo permette anche una forte identificazione e radicamento degli abitanti dei luoghi, perché vedono il loro patrimonio apprezzato ma non sfruttato, rispettato e non assediato, osservato e non consumato. Il rispetto della vita degli insediamenti è fondamentale, perché non si deve stravolgere l’abitudine quotidiana.

Veduta aerea del Pamali Festival (fotografia di Sottobosco Ride)

A sinistra: lo scollinamento al passo San Boldo

Giovedì 19 settembre 2024 | 25 Il Quindicinale


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA Lavori di messa in sicurezza lungo la strada del San Boldo

Circolazione sospesa Per lavori sulla strada del San Boldo sarà sospesa la circolazione durante il cantiere, dal lunedì al venerdì CISON DI VALMARINO. Prima della pausa di Ferragosto la Provincia di Treviso ha completato l’intervento di messa in sicurezza della strada SP 4 “di Pedeguarda” in località Mura a Cison di Valmarino. Avviato nel mese di luglio, consisteva nella pulizia, ripristino e posa delle barriere paramassi lungo la parete rocciosa nel tratto dal km 16+300 al km 17+000. Dal 9 settembre scorso invece è partita la seconda fase dei lavori, che prevede la mitigazione del rischio lungo la SP 635 del Passo San Boldo, dal km 18+000 al km 21+000 con la posa di reti protettive per prevenire il rischio di caduta massi dal versante Est del Passo. Le lavorazioni, particolarmente delicate dal momento che l’area del cantiere si trova a 100 metri sopra la strada provinciale, sono svolte grazie alla realizzazione di un apposito sentiero e, anche in questo

caso, le strutture vengono installate attraverso l’utilizzo di un elicottero. Per svolgere in sicurezza le lavorazioni sulla SP 635 si è reso quindi indispensabile sospendere la circolazione nella strada sottostante, che potrebbe essere soggetta al rischio di caduta di materiale roccioso durante il cantiere: da qui la completa chiusura al traffico del Passo San Boldo, dal lunedì al venerdì (sabato e domenica esclusi), dalle 8 alle 18, fino al termine delle opere, previsto per i primi giorni di ottobre, salvo possibili anticipazioni della riapertura nel caso di condizioni meteo favorevoli. Il valore complessivo di questi due interventi ammonta a 745.860 euro. “In questo periodo estivo abbiamo investito 1.694.165 euro per opere di messa in sicurezza e prevenzione in aree particolarmente delicate, lungo la SP 37 a San Pietro di Feletto, la SP 101 Asolana, la SP 4 a Cison di Valmarino, la SP 422 a Fregona tutte in fase di completamento, e ora chiudiamo il cerchio con la SP 635 del Passo San Boldo – le parole di Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso” Isabella Loschi

PRODUZIONE E VENDITA SALOTTI SARTORIALI

Il Quindicinale 26 | Giovedì 19 settembre 2024


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA Flash Festa dei Centri Sollievo REVINE LAGO. Sabato 21 settembre, al parco del Livelet, c’è la festa dei Centri di Sollievo che accolgono persone con decadimento cognitivo. Evento organizzato in collaborazione con i Comuni di Revine e Tarzo. Durante la mattinata saranno disponibili laboratori musicali, animazione artistica e si terrà anche una breve camminata. Vi parteciperanno volontari, ospiti, familiari e la comunità tutta. L’attività terminerà con un momento di riflessione e convivialità.

Gruppi Cammino TARZO. È ripartita l’iniziativa dei Gruppi Cammino il martedì dalle 8.30 alle 10 con ritrovo in piazza a Corbanese e il venerdì dalle 8.30 alle 10 con ritrovo nel piazzale della scuola media di Tarzo. Costo 10 euro al mese. Per info e adesioni: ufficio servizi sociali 0438 9264209 o presentandosi direttamente nei punti di ritrovo.

Nuova sede per il Soccorso Alpino

CISON DI VALMARINO. Il gruppo del Soccorso Alpino SA32 Prealpi Trevigiane ha preso ufficialmente casa nella nuova sede in località Talponè a Cison di Valmarino. Il gruppo conta 17 volontari e 5 in formazione che arrivano dal territorio che va da Segusino a Cordignano.

“Estate per tutti” fa il pieno di solidarietà Oltre 150 ragazzi con disabilità coinvolti in un’esperienza straordinaria da Mattia Cattapan e Alvaro Dal Farra REVINE LAGO. Una giornata ricca di emozioni, esperienze da vivere e condivisione. Successo per l’edizione 2024 di “Estate per tutti” a cui, a fine agosto, hanno partecipato oltre 150 ragazzi con disabilità che hanno vissuto, negli spazi del Cadelach, una giornata indimenticabile grazie alla regia di Alvaro Dal Farra e di Mattia Cattapan di Crossabili, che da anni si dedicano anima e corpo a iniziative inclusive di grande impatto sociale. Nel corso della giornata sono stati organizzati quattro momenti che hanno visto protagonisti venti supercar, due maestri di tennis, otto moto da cross, due buggy e due bici inclusive di “A spasso bike”. Non sono mancate la musica, il divertimento e la speciale esibizione del tenore bellunese Domenico Menini, che ha reso ancora più speciale la giornata di normalità e inclusione. «Il successo dell’evento è stato reso possibile grazie all’intervento e alla partecipazione di diversi gruppi e singoli che hanno contribuito a rendere questa giornata unica e indimenticabile offrendo a titolo gratuito il loro tempo e la loro passione – afferma Dal Farra -. La grande ospitalità del Cadelach e della famiglia Grava è stata un elemento centrale dell’esperienza indimenticabile vissuta da tutti. L’edizione 2024 di “Estate per

tutti” ha confermato il valore di queste iniziative sociali, evidenziando come l’impegno collettivo possa davvero fare la differenza nella vita di tanti giovani». Mattia Cattapan e Alvaro Dal Farra continueranno a portare avanti la loro missione con dedizione, regalando momenti di gioia e normalità a chi ne ha più bisogno, dimostrando che l’inclusione è un obiettivo concreto e raggiungibile.

Alcuni momenti di “Estate per tutti”

Nuova area sgambamento cani MIANE. Viene inaugurata sabato 28 settembre, alle 10, la nuova area sgambamento per cani voluta dal comune e realizzata in un’area verde sul retro del palazzetto dello sport. A gestirla l’associazione Dogs save your soul.

Giovedì 19 settembre 2024 | 27 Il Quindicinale



QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

Refrontolo risplende Investiti oltre 200mila euro in quattro anni per riammodernare tutti i 300 punti luce REFRONTOLO. Moderni ed efficienti: sono gli oltre 300 nuovi punti luce che illuminano strade, marciapiedi e piazze a Refrontolo. L’intervento di completo riammodernamento della rete di illuminazione pubblica dopo quattro anni si è concluso ad agosto. Soddisfatto il sindaco Mauro Canal: «Migliorata l’illuminazione con effetto positivo anche sulle bollette».

In questi quattro anni strada dopo strada tutta l’illuminazione pubblica, con eccezione dei corpi illuminanti posti sulla rotatoria della strada provinciale in via Crevada, è stata ammodernata. L’intervento di sostituzione delle lampade ha riguardato anche quelle della scuola elementare del paese. «Lavori – spiega il sindaco – realizzati grazie ad un investimento di circa 50mila euro ogni anno, per quattro anni, coperti da un finanziamento statale. Abbiamo deciso di investire molto sulle luci con corpi illuminanti nuovi a led che hanno migliorato l’illuminazione sulle strade e consentono anche un risparmio energetico. Abbiamo av-

viato questo intervento quando i prezzi dell’energia elettrica hanno iniziato ad alzarsi e questo ci ha permesso di compensare l’aumento dei costi». Le lampade precedenti erano con tecnologie ormai obsolete a vapori di sodio e a iodio; ora tutte sono a led con ottiche stradali. «Pur essendo i corpi illuminanti tutti uguali, in base alla strada e alle verifiche illuminotecniche fatte, ogni luce ha uno specifico orientamento. Si è poi cercato di uniformare i corpi illuminanti per averli tutti uguali in paese – precisa Canal -, optando per tre tipologie, una per il centro storico, una per le strade e una più moderna per le aree residenziali». C.B.

Addio al campione Giorgio Mazzer Aveva 62 anni: mondo dello sport in lutto per la scomparsa del podista FARRA DI SOLIGO. Mondo dello sport in lutto per la scomparsa di Giorgio Mazzer. Il campione si è spento dopo essere stato colpito da un malore. Mazzer era molto conosciuto nel mondo della corsa: tesserato con la società Eurovo Atletica Pieve di Soligo, nel 2023 si era laureato campione italiano nei 1500 metri. L’anno scorso il 62enne

Flash Delizie d’autunno PIEVE DI SOLIGO. Tanti appuntamenti tra Quartier del Piave e Vallata per l’edizione 2024 di Delizie d’autunno che vede in campo le Pro Loco e protagonisti i frutti della stagione. A Pieve di Soligo, dal 27 settembre al 13 ottobre, c’è la manifestazione Spiedo Gigante, a Tarzo dal 5 al 20 ottobre la Festa della Castagna, mentre a Combai torna la Festa dei Marroni dall’11 ottobre al 3 novembre. Tovena in Festa dà invece appuntamento dal 12 al 31 ottobre.

Mauro Canal

Giorgio Mazzer

aveva vinto anche il campionato regionale dei 1500 indoor. Nel 2022 erano arrivati gli ori ai campionati regionali di cross-corsa in montagna, nei 5 mila e 10 mila su strada, nei 3 mila e nei 1500 su pista. “Una notizia terribile, che mai avremmo voluto dare e che ci spezza il cuore – ha scritto la società sul proprio profilo Facebook -. Il nostro Giorgio Mazzer ci ha lasciati, improvvisamente. Un abbraccio alla moglie Nadia, alle figlie Jessica e Nicol e a tutti i familiari. Ti vogliamo ricordare così, felice sul traguardo con le braccia al cielo”.

A scuola di musica. Con l’aiuto del Comune TARZO. A partire dal 23 settembre avranno inizio le lezioni annuali individuali e di gruppo al Circolo Musicale. L’offerta è molto ampia e va dal basso alla batteria, passando per la chitarra, il clarinetto, il contrabbasso, il flauto, il pianoforte, il sassofono, il violino e il violoncello. Come sempre, a tenere le lezioni di musica del Circolo Musicale Tarzo concorre un parterre di docenti dall’alto spessore professionale e artistico. «Tra i nostri docenti vantiamo musicisti di fama internazionale, che si dedicano con passione all’insegnamento e alla crescita dei loro allievi» afferma il presidente del Circolo Musicale, Diego Astolfi. Il Comune di Tarzo riconosce ai residenti un contributo di 50 euro una tantum. Per maggiori informazioni e iscrizione, contattare la segreteria del Circolo Musicale Tarzo al 320 3753604.

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TEMPO LIBERO

I soggiorni asolani di Eleonora Duse

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ato da una ricerca storiografica basata principalmente su carteggi, lettere e telegrammi I soggiorni asolani di Eleonora Duse (De Bastiani Editore) è un prezioso saggio storico che ripercorre gli anni asolani dell’attrice tra il 1919 e il 1923, nel tentativo di ricostruire con realismo fatti, personaggi e sentimenti del periodo asolano. Lasciando scorrere le penne dei principali personaggi che furono coinvolti nella vicenda asolana, il testo fa rivivere, con ritmo incalzante e coinvolgente, gli scambi epistolari di Eleonora Duse con i suoi principali interlocutori di quegli anni, dagli intimi amici Casale al regista Marco Praga, in una sorta di palcoscenico letterario dove ogni parola è vita ma anche manifestazione teatrale nel suo senso più scenico, cinematografico e già pienamente novecentesco.

Eleonora Duse

I soggiorni asolani di ELEONORA DUSE

solo è bello e tranquillo, paesetto di merletti e di sia; perché non è lontano dalla Venezia che adoro, ché vi stanno buoni amici che amo, perché è tra il appa e il Montello... Questo sarà l’asilo per la mia ma vecchiaia, e qui desidero essere seppellita. Anzi, ricordatelo, e se mai, ditelo…”.

Qui a destra: la copertina del libro di Alessandra Todesco e una stampa d’epoca di Asolo

I soggiorni asolani di ELEONORA DUSE

Alessandra Todesco

Alessandra Todesco Bassanese con base a Bologna, ha raccolto e studiato lettere e telegrammi che la Duse scambiava con frequenza quasi quotidiana con i suoi più cari affetti per offrire uno spaccato degli ultimi anni dell’attrice e del suo profondissimo legame con Asolo

Alessandra Todesco

Protagonista del libro, accanto all’attrice, è la città di Asolo, che vediamo qui sotto in una litografia d’epoca realizzata da Marco Moro nel XIX secolo. Perla della Marca Trevigiana, la cittadina ai piedi del Monte Grappa stregò anche la grande attrice, che la visitò per la prima volta nel 1892, quando fu ospite dell’amica Katherine de Key Bronson. Da quel momento i suoi pensieri non abbandonarono la città, che divenne infine il suo ultimo rifugio. Così ne parlava in una lettera all’amico Marco Praga: “Asolo è bello e tranquillo, paesetto di merletti e di poesia; perché non è lontano dalla Venezia che adoro, perché vi stanno buoni amici che amo, perché è tra il Grappa e il Montello… Questo sarà l’asilo per la mia ultima vecchiaia, e qui desidero essere seppellita. Anzi, ricordatelo, e se mai, ditelo…”.

I soggiorni asolani di

ELEONORA DUSE Nato da una ricerca storiografica basata principalmente su carteggi, lettere e telegrammi “I soggiorni asolani di Eleonora Duse” è un prezioso saggio storico che ripercorre gli anni asolani dell’attrice tra il 1919 e il 1923, nel tentativo di ricostruire con realismo fatti, personaggi e sentimenti del periodo asolano. Lasciando scorrere le penne dei principali personaggi che furono coinvolti nella vicenda asolana, il testo fa rivivere, con ritmo incalzante e coinvolgente, gli scambi epistolari di Eleonora Duse con i suoi principali interlocutori di quegli anni, dagli intimi amici Casale al regista Marco Praga, in una sorta di palcoscenico letterario dove ogni parola è vita ma anche manifestazione teatrale nel suo senso più scenico, cinematografico e già pienamente novecentesco.

I soggiorni asolani di

ELEONORA DUSE

Il Quindicinale 30 | Giovedì 19 settembre 2024

La prima lettura di cui vogliamo parlarvi in questo speciale cultura è una novità pensata per il centenario della morte di una delle più grandi attrici che abbiano mai calcato i palchi dei teatri italiani e non solo. “I soggiorni asolani di Eleonora Duse” è un saggio intimo e ricco di curiosità, di storia e di luoghi del cuore - per noi trevigiani come per la protagonista del libro, la Divina Duse. Perdutamente innamorata della cittadina trevigiana, l’attrice vi si rifugiava ogni qualvolta le tournée mondiali glielo permettevano, fino a spingerla a desiderare di costruirci la dimora della sua vecchiaia


cultura, arte & spettacolo

TEMPO LIBERO

Quell’aereo caduto a casa mia

Questo libro non è solo un tributo ai valorosi aviatori, ma un potente racconto

Ora vogliamo raccontarvi una storia che ha dell’incredibile. Il 29 dicembre 1944, un bombardiere B24 si schiantò a Sant’Antonio Tortal, segnando indelebilmente il destino di una piccola comunità momenti più bui della storia. A ottanta anni dalla tragedia,

viene pubblicato per commemorare e

riflettere su questa epica storia di guerra.

Una lettura imperdibile per chiunque sia

interessato alla storia, al coraggio umano e al potere della memoria.

A ottant’anni dalla tragedia, viene pubblicato da De Bastiani Editore per commemorare e riflettere su questa epica storia di guerra. Una lettura imperdibile per chiunque sia interessato alla storia, al coraggio umano e al potere della memoria. e 15,00

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Quell’aereo che cadde a casa mia narra la drammatica vicenda di quel giorno e dei dieci aviatori a bordo, colpiti mentre sorvolavano il Passo del Brennero. Come accade spesso, la ricerca dietro a questo lavoro è nata per caso, dopo che l’autore Daniele Cortina si è imbattuto in un articolo che raccontava di un aereo americano caduto proprio nel suo paese. Con ricerche meticolose e testimonianze toccanti, l’autore ricostruisce gli eventi di quella fatidica giornata e dei mesi successivi fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ogni pagina offre uno sguardo profondo e umano sugli uomini coinvolti, rivelando le loro storie di coraggio e resilienza e portandoci anche a ragionare sul significato della nostra storia locale. Questo libro non è solo un tributo ai valorosi aviatori, ma un potente racconto della forza d’animo che emerge nei momenti più bui della storia.

D a n i e l e C o rt i n a Il 29 dicembre 1944, un bombardiere B24 si schiantò a Sant’Antonio Tortal, segnando indelebilmente il destino di una piccola comunità. “Quell’aereo che cadde a casa mia” narra la drammatica vicenda di quel giorno e dei dieci aviatori a bordo, colpiti mentre sorvolavano il Passo del Brennero. Con ricerche meticolose e testimonianze toccanti, l’autore ricostruisce gli eventi di quella fatidica giornata e dei mesi successivi fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Ogni pagina offre uno sguardo profondo e umano sugli uomini coinvolti, rivelando le loro storie di coraggio e resilienza.

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Quell’aereo che cadde a casa mia

Daniele Cortina è nato e cresciuto a Belluno. Laureato in Scienze Economiche. Appassionato di letture storiche e della storia locale, considera fondamentale portare alla luce le storie che hanno formato le radici e la cultura della sua terra. In particolare, è interessato agli eventi della Seconda Guerra Mondiale.

DANIELE CORTINA

Foto dei membri del B-24G “Hard to Get” In piedi da sinistra a destra: George McLemore, Mike Reagan, Charles H. Lee, John Hardin, Thomas E. Anderson. In ginocchio da sinistra a destra: Harold F. Bechtloff, Walter J. Dalenta, Kenneth Q. Armstrong

La copertina del libro di Daniele Cortina sul B24 abbattuto il 29 dicembre del 1944

29 DICEMBRE 1944

Quell’aereo che cadde a casa mia Sant’Antonio Tortal Storia di un B-24G americano e del suo equipaggio

Il B-24G “Hard to Get” in missione

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TEMPO LIBERO

Occhi rapaci nel buio

Un gufo reale (Foto G. Contessa)

A destra: Giovani di civetta capogrosso appena involati (Foto F. Mezzavilla)

La natura è la protagonista del nuovo libro “Rapaci notturni del Triveneto”, che va ad aggiungersi alla collana di De Bastiani Editore sugli animali selvatici del NordEst

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rancesco Mezzavilla ha scritto una dettagliata sintesi di tutto quello che è noto non solo nella letteratura scientifica ma anche e soprattutto per il Veneto, territorio in cui lui è stato uno dei pochissimi ad occuparsi di rapaci notturni. Delle dieci specie note per la nostra regione, dalla minuscola civetta nana all’imponente allocco degli Urali, un testo ricco di informazioni anche personali ne spiega la biologia, la distribuzione nella nostra regione, le

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dinamiche di popolazione in atto, le minacce osservate nel corso di oltre trent’anni. Potrete quindi apprendere che il volo del barbagianni non gene-

ra praticamente alcun rumore, grazie alla particolare conformazione del piumaggio; che la fedeltà al territorio della civetta capogrosso è diversa tra il


cultura, arte & spettacolo

TEMPO LIBERO Un assiolo (Foto G. Contessa)

Un barbagianni in volo (Foto G. Contessa)

Laureato in Scienze Biologiche presso l’Università di Padova nel 1975. Ha collaborato con Istituti di Ricerca, Musei, Associazioni ed Enti Pubblici, svolgendo indagini e consulenze in campo faunistico e ambientale. Dopo la laurea, fino al 1981, ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto di Antropologia dell’Università di Padova finalizzate soprattutto alle caratterizzazioni emotipologiche di gruppi etnici italiani e dell’Africa Equatoriale. In seguito si è dedicato ad indagini ornitologiche e teriologiche in ambito locale e regionale. In particolare da alcuni decenni svolge ricerche a lungo termine inerenti: - Ecologia e biologia riproduttiva della Civetta capogrosso in area alpina. - Monitoraggio della migrazione dei rapaci sopra i Colli Asolani. - Monitoraggio dei Passeriformi migratori sopra il Valico Montano del Monte Pizzoc (Fregona-Vittorio Veneto). - Censimento delle colonie di Ardeidi nidificanti in provincia di Treviso. Dal 2015 svolge indagini sulle formiche del Veneto orientale ed in tale ambito è stato consulente di alcuni Parchi Nazionali (Dolomiti Bellunesi, Val Grande, Gran Paradiso). A seguito delle ricerche attuate ha prodotto circa 150 pubblicazioni, molti articoli su quotidiani e riviste locali e nazionali. Ha inoltre svolto un elevato numero di conferenze ed incontri pubblici. A livello nazionale ha partecipato ed è stato un componente di alcuni Convegni Italiani di Ornitologia. Ha infine organizzato due convegni nazionali sui Rapaci Notturni e Diurni.

I rapaci notturni, grazie alla loro capacità di adattarsi ai vari habitat esistenti, sono particolarmente diffusi a livello globale. Anche in Triveneto se ne trovano diverse specie, le quali trovano rifugio nelle foreste montane e nelle zone rurali e svolgono un ruolo cruciale per la salvaguardia dell’ecosistema.

www.debastiani.it

Francesco Mezzavilla

Francesco Mezzavilla, laureato in Scienze Biologiche presso l’Università di Padova nel 1975, ha collaborato con Istituti di Ricerca, Musei, Associazioni ed Enti Pubblici, svolgendo indagini e consulenze in campo faunistico e ambientale.

I rapaci notturni

Francesco Mezzavilla

elevato dei rodenticidi, che vengono poi assimilati dai rapaci notturni attraverso le prede di cui si nutrono.

e 9,50

maschio e la femmina o che l’allocco, rapace di medie dimensioni, può nutrirsi anche di gamberi di fiume e pesci. Il testo analizza inoltre anche le minacce a cui questo gruppo di specie è esposto. Gli interventi più impattanti nelle aree di pianura sono di certo riconducibili alle moderne pratiche agricole, alla progressiva riduzione o scomparsa delle siepi e dei boschetti planiziali, nonché all’uso sempre più

Dopo la laurea, fino al 1981, ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto di Antropologia dell’Università di Padova finalizzate soprattutto alle caratterizzazioni emotipologiche di gruppi etnici italiani e dell’Africa Equatoriale.

Francesco Mezzavilla

I rapaci notturni del Triveneto

Un allocco degli Urali (Foto M. Cargasacchi)

La collana di libri di De Bastiani Editore sugli animali selvatici del NordEst

Francesco Mezzavilla ha scritto una dettagliata sintesi di tutto quello che è noto non solo nella letteratura scientifica ma anche e soprattutto per il Veneto, territorio in cui lui è stato uno dei pochissimi ad occuparsi di rapaci notturni. Delle dieci specie note per la nostra regione, dalla minuscola civetta nana all’imponente allocco degli Urali, un testo ricco di informazioni anche personali ne spiega la biologia, la distribuzione nella nostra regione, le dinamiche di popolazione in atto, le minacce osservate nel corso di oltre trent’anni. Potrete quindi apprendere che il volo del barbagianni non genera praticamente alcun rumore, grazie alla particolare conformazione del piumaggio; che la fedeltà al territorio della civetta capogrosso è diversa tra il maschio e la femmina o che l’allocco, rapace di medie dimensioni, può nutrirsi anche di gamberi di fiume e pesci. Il testo analizza inoltre, molto opportunamente, anche le minacce a cui questo gruppo di specie è esposto. Gli interventi più impattanti nelle aree di pianura sono di certo riconducibili alle moderne pratiche agricole, alla progressiva riduzione o scomparsa delle siepi e dei boschetti planiziali, nonché all’uso sempre più elevato dei rodenticidi, che vengono poi assimilati dai rapaci notturni attraverso le prede di cui si nutrono.

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RUBRICHE GUERRA ...E PACE

L Problemi Sociali a cura di Michele Cais

a pace, come dice saggiamente papa Francesco, deve diventare cultura quotidiana di tutto il mondo… Dobbiamo imparare a controllare e sublimare i nostri istinti più aggressivi per creare e mantenere un mondo basato sulla pacifica convivenza degli esseri umani. Due anni fa, la saggia scrittrice, Dacia Maraini scriveva: “In questi mesi la parola guerra sta correndo come una lepre e ciascuno di noi sta cercando di acchiapparla per la coda”. La guerra è certamente una espressione della conflittualità umana, rappresenta uno scontro di forze, di interessi, che non trovano il modo di convivere. E dietro ogni guerra c’è anche una mitologia, una visione del mondo, un racconto che tenta di giu-

stificare la violenza. Da quando poi si sono inventate le testate atomiche, capaci di cancellare in pochi secondi una città intera con dentro tutto quello che c’è di più prezioso - corpi, intelligenze, scienza, creatività... come è successo con Nagasaki - la guerra è diventata talmente distruttiva che non conviene a nessuno. Fra l’altro le armi nucleari hanno una capacità di espansione e di inquinamento che finirebbe per colpire oltre al nemico anche chi le usa. Per questo il pericolo di una guerra nucleare non sembra scomparso con la moltiplicazione delle armi nucleari. È difficile fermare una popolazione infatuata e montata da un regime in ansia di espansione, convinta dal suo capo carismatico di avere diritti e privilegi al di sopra degli altri popoli.

L’OROLOGIO PIÙ ANTICO DEL MONDO SI TROVA IN VENETO

L il Cuore Veneto a cura di Alberta Bellussi

o sai dovedove si trova il contributo più antico del mondo? Si trova sul campanile della chiesa di Sant’Andrea di Chioggia e segna l’ora esatta da 630 anni. L’orologio di Chioggia fu ritrovato nel 1997 da un carpentiere, Gianni Lanza, che era stato incaricato di sistemare le vecchie scale in legno che portavano alla cella campanaria. Quell’antico marchingegno era stato accantonato in un angolo dopo l’elettrificazione dell’orologio; i pesi furono ritrovati al piano terra della torre, cosicchè l’esemplare può dirsi completo in ogni sua parte. Per fortuna il parroco comprese che si poteva trattare di un reperto meritevole di attenzione e non lo fece smaltire, si preoccupò invece di capirne le origini. Uno studioso locale, Aldo Bullo, esperto di orologeria antica, vedendo l’arcaico manufatto lo collegò a quello della cattedrale di Salisbury, considerato fino a quel momento il più antico al mondo, menzionano a partire dal 1386. Il meccanismo di Chioggia venne sottoposto al giudizio del prof. Ettore Pennestri (università Tor Vergata di Roma e membro del Registro Italiano Orologi da Torre) e

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alla d.ssa Marisa Addomine, collega del Registro. Gli studiosi intrapresero insieme un’approfondita ricerca, sia sul reperto che d’archivio, dalla quale emerse anzitutto il documento sovrano sulla sua datazione, in cui si legge : Quod ponatur in exitu per massarios ad quod restat ad expensam orologi et

quod teneat in ordine et acconcio (Si metta a disposizione degli economi del Comune la somma per saldare le spese dell’orologio e per tenerlo in ordine e funzionante). die XXVI february (26 febbraio 1386). Anche per l’esemplare chioggiotto si deve quindi ritornare al 1386: che battaglia per il primato con Salisbury. In questo documento, per la verità, si parla già dell’esistenza dell’orologio, ma è la carta più antica di cui si disponga poiché l’archivio precedente venne distrutto durante la Guerra di Chioggia (1379-’80) Gli studiosi sono riusciti a ricostruire l’intera storia del vetusto meccanismo, e hanno pure ricostruito virtualmente l’orologio; infatti grazie a tecniche di reverse engineering e di modellazione tridimensionale, presso la cattedra di Meccanica Applicata alle Macchine del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Roma “Tor Vergata”, è stato possibile eseguire lo studio cinematico dell’orologio. Oggi l’originale è custodito all’interno della torre, che ospita un Museo verticale, dislocato su cinque livelli, fino a raggiungere la cella campanaria, dalla quale si gode un panorama mozzafiato.


RUBRICHE TEMPO DI SCUOLA (E DI BALLETTI)

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o sai che esiste il massaggio terapeutico nel dolore perineale ? Viene utilizzato come forma terapeutica nelle donne con dolore alla penetrazione, nelle forme di ipertono del pavimento pelvico, nel dolore pelvico da prostatiti croniche nell’uomo o nel dolore pelvi perineale post parto. Il massaggio provoca cambiamenti fisiologici dal perineo a tutto il corpo attraverso: - la risposta di rilassamento, che è una risposta involontaria, ma prevedibile, del sistema nervoso alle tecniche di massaggio e al tocco - risposte meccaniche, che sono effetti fisici che si verificano nel corpo quando la pressione viene applicata ai tessuti molli (calore, miglioramento della perfusione tessutale, migliore ossigenazione. Insieme, queste risposte possono produrre benefici fisici ed emotivi. Qual è la risposta al rilassamento? In un massaggio, un tocco premuroso e sicuro è un invito a rilassarsi. Alcune trazioni o stretching del perineo sia

interno che esterno, possono inizialmente esacerbare il dolore per poi far avvertire l’allentamento della contrattura. Questo, insieme al sollievo dal dolore, produce generalmente una “risposta di rilassamento”. La musica rilassante durante le manovre ha molta importanza. La risposta di rilassamento è uno stato

in cui il battito del cuore e la frequenza respiratoria rallentano, la pressione sanguigna scende, la produzione di ormoni dello stress diminuisce e i muscoli si rilassano. La risposta di rilassamento sembra anche aumentare il livello disponibile di serotonina, che è una sostanza chimica nel corpo che influenza positivamente le emozioni e i pensieri. Ulteriori studi sono in corso per confermare direttamente la relazione tra il massaggio e i livelli di serotonina nel cervello. La risposta di rilassamento in genere, a un massaggio terapeutico, può ridurre gli effetti fisici dell’ansia da prestazione o dell’ansia correlata al dolore sessuale, e ridurre i rischi associati allo stress, come ipertensione, aritmie cardiache, insonnia, stanchezza persistente, numerose disfunzioni sessuali, disturbi digestivi o della defecazione e problemi psicologici, per citarne alcuni. Ma anche ridurre le tensioni del tessuto connettivo di cicatrici o altri traumi. Anche legati a infiammazione cronica come nelle cistiti e vaginiti ricorrenti.

Tabù a cura della dott.ssa Fanni Guidolin Specialista nella riabilitazione delle disfunzioni pelvi perineali Consulente Sessuale

LA TENACIA DELLA FEDE

L

e prime attestazioni della chiesa di Sant’Elena a Scomigo risalgono al 1227, una fonte del tempo ne ricorda la presenza, mentre bisogna attendere il XIV secolo per conoscerne la dedicazione in un altro documento. Nel 1497 se ne ricorda la consacrazione, per cui è chiaro che la chiesa venne ricostruita o modificata, ma non è possibile conoscere altro, in quanto nel 1743 l’edificio venne demolito. Nel territorio collinare tra Ceneda e Conegliano c’erano tre chiese e non abbastanza entrate per sostenerle tutte, inoltre erano avvenuti dei gravi fatti di sangue con un omicidio, per cui il vescovo Da Ponte decise di demolirle e costruirne un’unica a Ogliano, dedicata alla Concordia. I parrocchiani di Scomigo accettarono malamente la decisione, anche per quell’antagonismo tipico che esiste tra paesi confinanti, e lottarono per la ricostituzione della parrocchia. Nel 1746 venne ricostruita la chiesa,

ma per la sua consacrazione si dovette attendere il 1798, quando il vescovo Gianbenedetto Falier dedicò la chiesa a Sant’Elena e San Vito. L’edificio subì un ulteriore cambiamento tra il 1865 e il 1867, con l’avanzamento della facciata che le donò i tratti attuali. La chiesa è in forme neoclassiche e si alza sul poggio più alto di Scomigo, affiancata dalla torre campanaria, orientata con l’abside a est. L’interno risente del gusto ottocentesco, con robuste semicolonne sormontate da capitelli ionici, il fregio floreale continuo sull’architrave e le cappelle che si aprono sui lati. Sull’altare novecentesco, si può ammirare la Madonna con bambino in trono tra Sant’Elena e San Tiziano, pregevole opera del Beccaruzzi commissionata da un rappresentante dei da Porcia, di cui si vede lo stemma tra i due santi. Il soffitto fu decorato verso la metà del XIX secolo con l’Invenzione della croce ma l’autore è sconosciuto.

Autorizzazione Ufficio per l'Arte Sacra e i Beni Culturali Diocesi di Vittorio Veneto n°1253.189/2015

La fede tra le colline a cura di Michele Zanchetta

A sinistra: la chiesa di S.Elena a Scomigo di Conegliano

Giovedì 19 settembre 2024 | 35 Il Quindicinale


RUBRICHE LA VIA DEL LANDREL

Alla scoperta delle Prealpi a cura di Giovanni Carraro

Giovanni Carraro

Giovanni Carraro

Alla scoperta delle Colline del Prosecco

di Conegliano e Valdobbiadene

Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

40 itinerari a piedi, 405 km di sentieri Il Cammino delle Colline del Prosecco nell’area Patrimonio dell’Umanità

L

a Grotta del Landrel a Miane rappresenta per la popolazione locale un simbolo di antica e affezionata religiosità tanto che, per poterla visitare, il 4 agosto 2019 è stato inaugurato un percorso turistico facilmente accessibile diventato a tutti gli effetti un piccolo pellegrinaggio. Non è stato tralasciato, tuttavia, il vecchio sentiero di accesso, più erto e impegnativo, che in un tratto si affianca al percorso principale come possibile variante. Dal municipio di Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene rappresentano un indiscutibile patrimonio di cultura e di bellezze paesaggistiche dove trovano spazio proposte di escursioni a piedi, alcune del tutto inedite, inserite nel

territorio di 29 comuni della Core Zone UNESCO, della Buffer Zone e della Commitment Zone. Una guida che offre passeggiate adatte a tutti, dalle semplici camminate di pianura tra borghi e città d’arte, agli itinerari più impegnativi e avventurosi sui rilievi maggiori della dorsale collinare.

405 km di sentieri costituiti da 40 percorsi base e 29 varianti, comprendenti il Cammino delle Colline del Prosecco da compiere in quattro tappe giornaliere tra Vidor e Vittorio Veneto. I singoli itinerari sono minuziosamente descritti e corredati da mappe Tabacco, altimetria, grado di difficoltà, distanza,

georeferenziazione, foto di dettaglio e approfondimenti storici e culturali. I tracciati GPS sono scaricabili nel sito www.collineconeglianovaldobbiadene.it.

Percorso tratto dal libro “Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, di Giovanni Carraro, De Bastiani Editore

Grado di difficoltà: escursionistico Punto di partenza e arrivo: Miane, municipio Tempo richiesto: 2h 30m Aumento di quota: m 658 Distanza: km 6,6 Info e dati: www.ibit.ly/5GF47

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Miane percorriamo la strada e i Prati di Pradie, quindi in direzione della frazione di dopo alcuni tornanti e maVisnà, quindi deviamo su via gnifiche visuali sulla valle e Carmine dove si affacciano sulle alture circostanti, prentipiche abitazioni costruite in diamo a destra il sentiero che pietra locale. Ad un bivio, ci in breve ci porterà alla Grotta GPS E INFO teniamo a destra sulla “Strada del Landrel (m 967) con Vecia”, lungo la quale si incontrano le qualche passaggio più impegnativo. quattordici stazioni della Via Crucis risalenti al 1903. Giunti al Santuario Variante: Per chi volesse apprezzare della Madonna del Carmine (m 476) un’esperienza più escursionistica, è continuiamo per la strada sterrata, pas- possibile seguire un tratto dello stosando per il borghetto di Posa Granda rico sentiero diretto a Salvedella che funge da scorciatoia tra i tornanti della strada forestale sopra menzionata. Il tracciato, che si imbocca poco dopo il borghetto di Posa Granda, si snoda lungo la Val di Cavril. Tempo di percorrenza: 30’, aumento di quota D+: m 265, distanza: km 0,9.


cultura, arte & spettacolo

DOPOCENA LETTERARIO

9 ottobre 2024, 20:30 Colle Umberto, Sala San Lawrenz (via Capitano) Talking letterario con lo scrittore Antonio G. Bortoluzzi che presenterà il suo ultimo romanzo. Sono sessanta gli anni che ci separano dal 9 ottobre 1963, la notte del disastro della diga del Vajont. Attraverso una visita guidata all’impianto idroelettrico, il protagonista rivive i ricordi della sua giovinezza contadina e della sua vita da operaio nella zona industriale di Longarone. Il romanzo riflette sulle costruzioni umane come simboli tragici, evidenziando l’entusiasmo e il duro lavoro degli operai, contrastato dalla devastazione causata dal disastro. “Il saldatore del Vajont” ci accompagna al di qua e al di là di uno dei “prima e dopo” della storia d’Italia, narrando di un paese all’avanguardia nelle opere pubbliche e nella potenza industriale e infine il disastro, le morti, la distruzione irrimediabile e ciò che resta, oggi. Info: www.prolococolleumberto.com

ABSTRACT

...CAFFÈ?!? MOSTRA FOTOGRAFICA

AUTUNNO DANTESCO

Fino al 22 settembre 2024 Conegliano, Palazzo Sarcinelli

Giovedì, 17:30 Conegliano, Auditorium Dina Orsi

Quest’anno il tema sviluppato per la mostra da diciotto soci dell’associazione Inquadra è “...Caffè?!?”: sulle pareti di palazzo Sarcinelli troveranno quindi posto un centinaio di fotografie divise in 18 progetti interpretati e sviluppati in modo molto diversificato. I lavori esposti sono il risultato di otto mesi di lavoro in cui i fotografi hanno riflettuto collettivamente e sviluppato poi in forma personale la propria ricerca. La novità sono gli Aperitivi in mostra, con inizio alle 19:30: • Giovedì 19. Michele Carisi in “La terza onda del caffè: tra cultura e degustazione” • Venerdì 20. IAN Combo in concerto: “Musica espressa” L’ esposizione rimarrà aperta fino al 22 settembre con ingresso gratuito. Orari: giovedì e venerdì 18:30-22:00 Sabato 10:00-13:00 e 15:00-22:00 Domenica 10:00-13:00 e 15:00-20:00 Info: www.inquadra.info

Ricominciano gli annuali incontri culturali dell’associazione Amici di Dante. Si parte il 26 settembre con Lamberto Salvador e “Il Dante della Commedia e l’Impero, nonostante (?) Federico II di Svevia”. A seguire: il 3 ottobre conferenza di Gianni Mazzocco su “La poesia di Giorgio Cipulat”; il 24 ottobre conferenza di Sante Rossetto su “Raccontare la storia: assassinio nel campo di grano”; il 7 novembre conferenza di Giuliano Simionato su “Madama Butterfly e le altre eroine di Puccini”; il 21 novembre conferenza di Lorena Gava su “Il ritratto nella storia dell’arte” ; il 5 dicembre conferenza di Valentino Venturelli su “Heidegger e la Svolta. Completamento del suo pensiero: la coerenza del coraggio.”; il 19 dicembre conferenza di Carmelo Ciccia su “Don Nilo Faldon: studioso, storiografo e narratore”, seguita dal Filò natalizio con poesie e racconti dei soci. L’ingresso è libero e gratuito.

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RUBRICHE & ANNUNCI MAIONESE AL PROSECCO

In cucina con Armando Zanotto

Armando Zanotto

Armando Zanotto

il Prosecco in cucinA

il Prosecco in cucinA ∙ Prosecco cookbook

Prosecco cookbook

DARIO DE BASTIANI EDITORE

24/06/19 19:26

Questa ricetta è tratta dal libro “Il prosecco in cucina”, di Armando Zanotto, Dario De Bastiani Editore

Ingredienti per 4 persone: ∙ 4 rosse d’uovo fresche ∙ 1/4 di olio di arachidi ∙ 1 cucchiaio di senape dolce ∙ 1 bicchiere di Prosecco Superiore Docg o Prosecco Doc Brut ∙ 60 gr. di succo d’uva Prosecco ∙ 1 cucchiaio di salsa di soia ∙ Succo di limone facoltativo ∙ Sale Preparazione: Fate bollire il Prosecco in un tegamino a fuoco moderato per 2 minuti, poi lasciatelo raffreddare. Mettete nel bicchiere del mixer le rosse d’uovo, la senape e un po’ di sale. Frullate aggiungendo poco per volta l’olio, unite il Prosecco freddo, e succo d’uva Prosecco, sempre poco per volta, alla fine aggiungete la soia ottenendo una maionese ben legata. Se risulterà troppo densa aggiungete

ancora del vino. Suggerimenti. Servita in coppette di ceramica o vetro, si presta per il pesce, bollito o al forno, o come accompagnamento per piatti di carne. Ideale per accostamenti con verdure crude,

LA LANTERNA DI DIOGENE

a cura di Nello Della Giustina

Segno dei tempi. Da anni le iscrizioni al Liceo classico sono in progressiva diminuzione: fenomeno ineluttabile? Crediamo e speriamo che no; in caso contrario perderemmo la nostra identità più importante, distruggeremmo i ponti con la nostra storia culturale e dovremmo affidarci ancora una volta al soccorso di Madre Chiesa, più attenta alla conservazione della memoria. Non aiutano di certo alcune uscite in pubblico di chi quel patrimonio dovrebbe conservare e valorizzare; non aiuta la lavagna dell’ospite televisivo zeppa di errori dozzinali, speriamo dovuti a scarsa lucidità senile, proprio nelle lingue insegnate per decenni; non aiuta il docente universitario che, cimentandosi in conferenze pubbliche in traduzioni dal latino di testi semplici, non si rende conto di commettere errori marchiani, per i quali sanzionerebbe i propri allievi.

con antipasti, oppure con paste fredde bilanciando bene la quantità. Consiglio l’utilizzo di questa maionese per creare nei piatti dei leggeri specchi sui quali potrete adagiare le pietanze.

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Periodico di informazione, cultura e tempo libero Iscritto al n. 480 del registro stampa del tribunale di Treviso il 17/12/1981 e al n. 3086 del registro nazionale della stampa il 24 /04/1991 Editoriale il Quindicinale srl . Viale della Vittoria, Galleria IV Novembre, 4 - Vittorio Veneto (TV), Contatti: Tel 0438.550265 | E-mail: redazione@ilquindicinale.it Siti internet: www.oggitreviso.it | www.ilquindicinale.it Direttore responsabile Emanuela Da Ros Stampa Grafiche De Bastiani snc. Via Marco Polo, 14 - Godega S. Urbano (TV) Abbonamenti e pubblicità Telefono: 0438.550265 Via internet: www.ilquindicinale.it Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al R.O.C. (Registro degli Operatori di Comunicazione) N 016571

Il Quindicinale 38 | Giovedì 19 settembre 2024

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