Focus Casa - giugno 2024

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C’era una volta la casa Pag VI

Come sono mutate le abitazioni nell’ultimo secolo?

Utenze domestiche: guida al risparmio Pag VIII

Consigli per una bolletta del gas più “leggera”

Superbonus, quanto è costato fino a ora? Pag XII

Cgia: “Ha tolto ai poveri per dare ai ricchi”

SpecialeCasa

Redazionale

n. 12 del 21 giugno 2024

Dentro il Bosco verticale

Dentro il Bosco Verticale

A

Conegliano sembra ancora un’utopia, ma a Treviso è realtà da ormai tre anni: il bosco di Boeri raccontato da chi ci abita

Da circa un anno sta circolando a Conegliano un masterplan (un documento di indirizzo strategico più che un progetto definitivo) firmato dallo studio dell’archistar Stefano Boeri per la riqualificazione dell’area ex-Zanussi attraverso un’avveniristica declinazione del famoso concept del “bosco verticale”.

Mentre ci si interroga sulla capacità della città di attirare le risorse necessarie per realizzare un simile progetto, si guarda verso Treviso dove Ca’ delle Alzaie, sempre ideato dallo studio di Boeri, ha già portato un esempio di riqualificazione post-industriale all’insegna della sostenibilità nel tessuto urbanistico della provincia.

Un bosco orizzontale più che verticale in questo caso, formato da tre corpi residenziali edificati lungo la Restera, l’irrinunciabile (per i trevigiani) passeggiata lungo il Sile, che presenta

sicuramente molte differenze rispetto al progetto coneglianese, ma la stessa intenzione di fondo.

Míriel (nome di fantasia) vive ormai da tre anni a Ca’ delle Alzaie, che è stata tra le altre cose la sua prima esperienza in un condominio, e dal suo terrazzo panoramico con vista sul Sile (di cui è assolutamente innamorata) racconta come è vivere nel Bosco di Boeri.

Intanto cosa rende questo complesso residenziale un “bosco verticale” invece di un semplice condominio?

ha progettato il futuro dell’area ex-Zanussi a Conegliano

Il Quindicinale | III Venerdì 21 giugno 2024 CASA SPECIALE
Ca’ delle Alzaie, complesso ideato a Treviso dallo studio Boeri, lo stesso che

Prima di tutto il verde: ogni unità abitativa ha almeno una terrazza con un albero: si tratta di specie autoctone, selezionate appositamente dall’agro-

noma Laura Gatti, che richiamano il paesaggio circostante del Sile. Poi c’è la luce: le terrazze sono orientate verso sud e hanno vetrate molto ampie, per

cui si ha una percezione molto forte del paesaggio circostante, soprattutto per quanto riguarda il cambio delle stagioni che si avverte moltissimo anche dall’interno. Più in generale si tratta di edifici con un basso impatto ambientale, che utilizzano fonti di energia rinnovabili, impianti di irrigazione automatizzati che non disperdono l’acqua e costruiti con materiali non inquinanti.

Ci sono differenze tra i vari appartamenti del complesso?

Il trait d’union di tutti gli appartamenti è la terrazza affacciata a sud con il suo albero, ma gli appartamenti più grandi hanno anche un affaccio a nord verso le montagne. Poi ogni piano, composto da tre unità abitative, ha una sua peculiarità paesaggistica: quelli intermedi hanno una bella vista sul fiume, mentre il piano terra ha un giardino privato pensato secondo accorgimenti che creano l’illusione ottica di uno spazio infinito. Dall’attico invece, composto da solo due unità abitative, non si vede il Sile ma si ha un bel panorama sulla città.

Chi ci vive deve rispettare delle regole o impegni particolari?

Nessun impegno a parte segnalare subito se ci si accorge che uno degli alberi è stato colpito da una malattia o da

CASA Il Quindicinale IV | Venerdì 21 giugno 2024 SPECIALE
Le terrazze alberate di Ca’ delle Alzaie

un parassita: del bosco vero e proprio se ne occupa un vivaio specializzato, e ovviamente tra le spese condominiali quella più alta è quella per le piante. Agli inquilini poi è vietato portare altre piante, se non molto piccole, negli appartamenti, perché non si può alterare esteticamente le terrazze ma soprattutto perché ci sono dei rischi dal punto di vista fitosanitario: cioè si potrebbero portare dall’esterno parassiti che colpirebbero le piante del complesso residenziale. Si tratta di un verde molto curato e studiato, in cui nulla è lasciato al caso.

Come già saprai, anche a Conegliano si parla di un progetto simile per recuperare un’altra area industriale dismessa, quella dell’ex-Zanussi: credi che potrebbe essere la soluzione giusta anche in una città che ha già tanti spazi sfitti?

Anche il centro di Treviso ha tanti spazi sfitti, ma Ca’ delle Alzaie va vista come un’alternativa che permette di vivere al di fuori del centro storico, tra l’altro in una zona come quella della Restera sempre molto frequentata dai trevigiani e che aveva già avuto altri interventi di recupero. Qui il progetto di riqualificazione ha indubbiamente raggiunto il suo scopo, ma non basta l’idea del bosco, dipende anche da

CASA SPECIALE

dove lo si vuole realizzare.

Quale è stato quindi a tuo avviso l’ingrediente essenziale perché il progetto di Boeri funzionasse a Treviso?

Come dicevo è stato realizzato in un’area già molto frequentata dai trevigiani, e anche per questo abbastanza tranquilla. Soprattutto il quartiere in cui è stato edificato questo complesso, quello di Fiera, ha una sua storia ed è ben strutturato: si trovano tutti i servizi necessari, dalle scuole alle banche, dalla parrocchia ai negozi di quartiere. In questo modo chi ci è venuto a vivere ha trovato già tutto, non ha bisogno di spostarsi verso il centro e questo porta un beneficio sia ai nuovi residenti che agli esercenti di questa parte della periferia.

Ma in definitiva come è per te vivere dentro questo Bosco Verticale?

A distanza di tre anni ogni mattina mi sveglio e mi sembra di essere sempre in vacanza, nel senso che mi trovo in un luogo molto rilassante che mi rende ben disposta verso le cose. Sarà per la quantità di luce che entra in casa, per il paesaggio circostante o in generale per la qualità abitativa molto alta, ma credo che sia molto bello vivere qui dentro.

Il Quindicinale | V Venerdì 21 giugno 2024

Come è mutata la casa nell’ultimo

Che differenza passa tra le nostre case e quelle dei nostri genitori, o dei nostri nonni?

Dalla metà del Novecento molto è cambiato, alla ricerca di un benessere e di un’emancipazione sociale che ha attraversato settanta anni di storia, le nostre famiglie hanno plasmato la loro casa in rapporto ai crescenti desideri della società.

Le grandi case coloniche, che ospitavano generazioni familiari sotto lo stesso tetto, con un’economia di condivisione e risoluzione dei problemi, sono state lentamente abbandonate per la migrazione verso le città, con il conseguente spopolamento delle campagne. Una nuova fase industriale, una rinascita che spinse l’Italia verso il boom economico, ma allo stesso tempo determinò la fine di consuetudini abitative secolari, che avevano caratterizzato la società veneta.

La prima grande conquista fu il bagno: dalla latrina attaccata al letamaio

Un viaggio nel tempo, nell’architettura e nella società, con uno sguardo all’economia e all’estetica

in campagna ai ballatoi con le stanzette, spesso condivise con altri appartamenti, sino all’interiorizzazione dei servizi igienici negli appartamenti, spinti da un crescente pudore per la sfera privata.

Contemporaneamente anche gli altri spazi interni mutavano, per prima la zona pranzo. Dal tinello, buia stanzetta dove cucinare e lavare, si è passati alla sala da pranzo con la cucina a vista, magari illuminata da una grande finestra. Ma se la cucina diventò il centro della vita familiare, una nuova conquista sociale diventava il soggiorno, grande sala da aprire e usare solo poche volte all’anno, durante le feste ufficiali e le ricorrenze. Aprire il soggiorno equivaleva alla festa: nel-

la mia memoria di bimbo, quando venivano aperte le porte vetrate di quelle stanze misteriose che tutto l’anno erano sigillate nelle case dei nonni, si apriva un mondo nuovo, fatto di curiosi bicchieri di vetro intagliato, cuscini dai colori vivissimi e mobili dalle ante pesantissime.

Per una generazione, quella a cavallo delle due guerre, che si era emancipata dalle case coloniche, dove comandavano “i vecchi” e gli sposi avevano a loro disposizione solo la stanza da letto, con un baule, un letto e un armadio, la ribellione era la possibilità di avere una casa ampia, vasta, dove muoversi e dove, a piacimento, conservare anche una stanza solo per le grandi occasioni.

CASA Il Quindicinale VI | Venerdì 21 giugno 2024 SPECIALE

nell’ultimo secolo?

Con il passare degli anni, il soggiorno perse il suo isolamento, nacquero i grandi open space, dove il soggiorno si fondeva con la cucina e la sala da pranzo, spesso illuminati da ampie vetrate per dare luce alle case. Il bagno crebbe di dimensioni, ora non era più solamente la stanzetta angusta e quasi da nascondere, stava diventando un ambiente da vivere come le altre stanze; vasche da bagno, docce con sauna e idromassaggio, in quelli più grandi chaise longue dove rilassarsi, magari raddoppiando a discapito delle stanze ormai inutili, come la dispensa.

E la camera da letto? Diciamo che è

la stanza, genericamente, meno cambiata nel tempo, mantiene la dimensione di ambiente dedicato alla fase notturna o di preparazione, con i vestiti, ma non è diventata anche altro, a differenza degli altri spazi della casa, al massimo si è imposta la presenza di una scrivania per lavorare separati.

Sono piuttosto diventati importati gli altri spazi, spesso snobbati in passato, come le terrazze e i giardini privati, forse per ritornare ad una memoria naturale, forse perché, dopo il COVID, la necessità di spazi privati all’aperto è sempre più necessaria.

Michele Zanchetta

Il Quindicinale | VII Venerdì 21 giugno 2024 CASA SPECIALE
Interno di una vecchia casa colonica

Utenze domestiche: la guida

La fornitura di gas domestico soddisfa una serie di necessità fondamentali nel quotidiano, a seconda del livello di elettrificazione dei consumi di ogni abitazione: dalla produzione di acqua calda sanitaria alla cottura dei cibi, passando per il riscaldamento degli ambienti.

A prescindere dalle diverse tipologie d’uso, risparmiare sulla bolletta al giorno d’oggi non comporta rinunce: è sufficiente seguire qualche piccola strategia e investire nelle soluzioni giuste.

Per tagliare la bolletta del gas spesso il primo passo è quello di guardare al contratto di fornitura: le

condizioni economiche e contrattuali in essere, infatti, potrebbero risultare troppo onerose rispetto al passato oppure inadeguate alle nuove esigenze familiari.

Inoltre, bisogna anche tenere conto del fatto che, qualora con il concludersi del regime di maggior tutela non si sia provveduto a passare a un fornitore sul mercato libero, è scattato il passaggio automatico alle nuove offerte – con caratteristiche del tutto simili a quelle PLACET – erogate dal vecchio operatore: un cambiamento che potrebbe aver comportato un aumento dei costi in bolletta.

In questo caso, guardarsi attorno alla ricerca di una compagnia che, sul mercato libero, possa offrire un’offerta gas più competitiva è una delle strategie più importanti per chi vuole tenere sotto controllo la spesa per la

fornitura, beneficiando al contempo di interessanti servizi di valore aggiunto. Una fra tutte? Sul mercato libero troviamo le tariffe di Pulsee Luce e Gas, sia a prezzo fisso, con il costo della materia prima (euro/Smc) bloccato per 24 mesi, indicate per chi preferisce pianificare le spese sul lungo termine, sia tariffe a prezzo indicizzato, che varia in base alle fluttuazioni del mercato all’ingrosso, perfette per chi preferisce provare a sfruttare gli eventuali ribassi per risparmiare in bolletta.

RIDURRE I CONSUMI CON IL TAGLIO DEGLI SPRECHI

Una parte cospicua di costi che mensilmente si leggono sulla bolletta del gas è legata agli sprechi, in particolare per quanto riguarda il riscaldamento: capita spesso di alzare la temperatura sul termostato e riscaldare gli ambienti

CASA Il Quindicinale VIII | Venerdì 21 giugno 2024 SPECIALE
Via Fossa, 5 - FOLLINA - 0438 85450 I www.duecielle.com / info@duecielle.com PAVIMENTI IN LEGNO Consigli, strategie e investimenti per una bolletta del gas più leggera

CASA

al risparmio

più del necessario, senza preoccuparsi di quanto questo possa incidere sui consumi e di conseguenza sulla bolletta.

In linea di massima, è bene ricordare che, per avere una temperatura ottimale, basta mantenere il termostato al di sotto dei 19°C e che ogni grado in più può contribuire a incrementare i costi anche in modo significativo.

Inoltre, gli impianti di ultima generazione, grazie a una maggiore efficienza, possono assicurare un riscaldamento ottimale con minore energia. Pertanto, qualora si disponga di radiatori a parete, è sufficiente settare la temperatura dell’acqua sulla caldaia in un range compreso fra 60 e 70°C.

GLI INVESTIMENTI CHE AIUTANO A RISPARMIARE SUI CONSUMI DI GAS

Anche un investimento finalizzato a sostituire gli impianti esistenti può contribuire a ridurre la spesa del gas.

Gli interventi di efficientamento energetico degli edifici hanno la capacità di limitare la dispersione del calore, preservando l’energia consumata e di riflesso l’ammontare dei consumi. Una valida opzione è quella di sostituire il vecchio impianto di riscaldamento con una più efficiente caldaia a condensazione, che permette di recuperare il calore latente, risparmiando una grossa percentuale di energia.

Infine, per tagliare i costi è altrettanto importante assicurarsi che l’impianto venga sottoposto a regolari interventi di manutenzione, evitando l’insorgenza di guasti e inefficienze che potrebbero far lievitare i consumi.

IL PORTALE

CON TUTTE LE OFFERTE

Ma come sapere se una offerta è davvero conveniente? Dal 1° luglio 2018 è online il Portale Offerte per la raccolta e la pubblicazione di tutte le offerte presenti sul mercato di vendita al dettaglio elettrico e gas naturale.

Su questo sito pubblico clienti domestici, famiglie e piccole imprese possono confrontare e scegliere in modo semplice, chiaro e gratuito le offerte di elettricità e gas. Il Portale Offerte mette a disposizione un motore di ricerca di semplice utilizzo e offre una serie di informazioni utili sui mercati dell’energia elettrica e del gas e sulle novità di legge previste.

Il Portale Offerte è realizzato e gestito da Acquirente Unico, come disposto dall’ARERA in attuazione della legge 124/2017 che ha previsto la fine dei servizi di tutela.

L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore.

Per accedere al portale basta collegarsi al sito web www.ilportaleofferte.it

Il Quindicinale | IX Venerdì 21 giugno 2024
SPECIALE

Voglio vivere in una villa

In vendita uno dei gioielli della parte storica collinare di Conegliano. A due passi dal Castello.

La villa, già lussuosa residenza dei nobili Malvolti, si trova in via Pomponio Molmenti, adiacente alla Porta Ser Bele e al Castello. A proporre la vendita di questa dimora storica è Italy Sotheby’s International Realty, leader nel settore immobiliare di lusso.

Sorta nel Settecento all’interno del complesso fortilizio medievale del Castello di Conegliano, attorno a una delle torri originarie conserva-

CASA Il Quindicinale X | Venerdì 21 giugno 2024 SPECIALE
La villa nei pressi di Porta Ser Bele

tasi nel tempo fino ai giorni nostri, la villa domina le colline circostanti con una vista panoramica a 360 gradi ed è circondata da un bosco di pini secolari e cipressi di oltre 4000 mq che ospita anche una piscina.

La proprietà, su una superficie di 1.000 mq e disposta su più livelli, presenta 7 camere e 6 bagni, e negli anni, è stata impreziosita con balconi provenienti da ville palladiane venete, lavorazioni autentiche

in ferro battuto, camini ed elementi decorativi.

Il prezzo indicato dal sito di Sotheby’s International Realty è di 2.600.000 euro.

Info qui: www.ibit.ly/5djhN

Il Quindicinale | XI Venerdì 21 giugno 2024
SPECIALE
CASA

Superbonus, quanto è costato

Il Superbonus sino a ora, rileva la Cgia, “si è comportato come un Robin Hood al contrario: ha tolto ai poveri per dare ai ricchi”.

E’ costato alle casse pubbliche 122,6 miliardi di euro di detrazioni fiscali, fa presente. Se lo Stato, anziché finanziare quasi esclusivamente l’edilizia privata, avesse investito queste risorse (pari a oltre 6 punti di Pil) per realizzare alloggi pubblici a un costo ipotetico di 100mila euro cadauno, potremmo contare su 1,2 milioni di nuove unità abitative. Pertanto, in linea puramente teorica, avremmo potuto demolire tutte le 800mila case popolari presenti in Italia, molte delle quali versano in condizioni fatiscenti, e ricostruirle con tecniche innovative e con classi di efficienza energetica elevate. Grazie a questa operazione disporremmo di 400mila alloggi pubblici in più di quan-

ti ne contiamo adesso. Insomma, investendo tutte queste risorse nel social housing avremmo in massima parte risolto l’emergenza abitativa che colpisce, in particolare, le fasce sociali più deboli del nostro Paese corrispondenti, secondo il Censis, a 3,5 mln di persone. E’ quanto sostiene l’Ufficio Studi della Cgia . Il Superbonus “si è comportato come un Robin Hood al contrario: ha tolto ai poveri per dare ai ricchi. Con una spesa di oltre 122 mld, nei prossimi anni sarà molto difficile far quadrare i nostri conti pubblici, pregiudicando la possibilità di reperire nuove risorse aggiuntive da destinare alla sanità pubblica, all’edilizia sovvenzionata e per contrastare la povertà e l’esclusione sociale. Settori, quelli appena citati, di primaria importanza, perché costituiscono l’asse portante del nostro welfare che, in massima parte, è chiamato a sostenere le persone meno abbienti dal punto di vista economico e sociale”, rileva la Cgia.

Anche la Corte di Conti “ha avuto modo di denunciare come le risorse impegnate per il cosiddetto 110%

abbiano interessato, in particolare, le persone più benestanti. Il nostro debito pubblico, a seguito della generosità di questo provvedimento, è destinato ad aumentare, di un ulteriore punto tra il 2024 e il 2026, arrivando così a toccare il 137,7%del Pil”.

Chi politicamente ha voluto e continua difendere questo provvedimento, sottolinea la Cgia, “sostiene che non si debba guardare solo alla spesa che lo Stato si è fatto carico fino ad ora, ma anche agli effetti economici positivi che esso ha generato. Vale a dire più gettito (Irpef, Ires, Iva, etc.), più occupazione, più Pil, più risparmio energetico e meno emissioni di inquinanti. E’ un’obiezione facilmente confutabile dalla posizione tenuta dalla Cgia

Anche i risultati ottenuti dall’incentivo fiscale in oggetto, rileva la Cgia, “sarebbero stati molto modesti. Il contributo del Superbonus alla crescita della ricchezza del Paese in questo biennio non dovrebbe aver superato gli 1,8 punti, di cui 1,2 nel primo anno (su 7 punti di crescita totale) e circa 0,7 nel

GIORDAN GIORGIO

CASA Il Quindicinale XII | Venerdì 21 giugno 2024 SPECIALE
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costato fino a ora?

2022 (su 3,8 punti complessivi). Il numero degli occupati nel settore in questi ultimi anni, invece, ha subito un deciso aumento. Non poteva essere altrimenti, con un investimento di oltre 122 miliardi di euro abbiamo ‘drogato’ il mercato, facendo esplodere la domanda e, conseguentemente, anche la platea degli addetti in edilizia. Tuttavia, ora che il ricorso al Superbonus sta “scemando”, gli occupati di questo settore stanno diminuendo”.

Grazie all’agevolazione fiscale del 110%, rileva ancora la Cgia, “, questa situazione, affiancata anche dagli effetti legati alla ripresa post Covid, ha contribuito ad aumentare a dismisura i prezzi delle materie prime e dei prodotti/servizi correlati, con una ricaduta sui costi di costruzione degli edifici residenziali del tutto ingiustificata”.

“Secondo l’Agenzia delle Entrate, ad oggi le frodi riconducibili ad un utilizzo illegale dei bonus edilizi sono state pari a 15 miliardi di euro, di cui 8,6 sono stati oggetto di sequestri preventivi da parte dell’autorità giudiziaria e 6,3

sono stati sospesi”.

“A livello regionale, invece, è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al 110% Con 59.588 asseverazioni depositate, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è stata pari al 5,6%. Seguono l’Emilia Romagna con 44.364 asseverazioni e un’incidenza del 5,4%, il Trentino Alto Adige con 11.314 interventi e sempre con un tasso del 5,4%, la Lombardia con 77.992 asseverazioni e un’incidenza del 5,2 e la Toscana con 38.166 operazioni e anch’essa con una incidenza del 5,2%. Per contro, a “snobbare” l’incentivo sono state le regioni del Mezzogiorno: Molise e Puglia, ad esempio, hanno interessato solo il 2,9% dei propri edifici residenziali, la Calabria il 2,6% e la Sicilia solo il 2,2%”.

A livello nazionale, l’onere medio a carico dello Stato, osserva la Cgia, “è stato di 247.531 euro per edificio residenziale interessato da un intervento con il Superbonus. Il picco massimo lo scorgiamo in Valle d’Aosta con

401.671 euro per edificio: seguono la Basilicata con 298.909 euro, la Liguria con 298.063 euro, la Lombardia con 295.222 euro e la Campania con 294.632 euro. Chiudono la graduatoria il Veneto con un costo medio per intervento di 194.896 euro per edificio, la Sardegna con 187.413 e, infine, la Toscana con 182.930 euro”.

Il Quindicinale | XIII Venerdì 21 giugno 2024 CASA SPECIALE

A20

NON SOLO MANUTENZIONE CALDAIE

Da 10 anni A.VENTI è conosciuta nel territorio per la manutenzione periodica annuale delle caldaie.

In questi anni l’azienda ha sempre lavorato con la volontà di distinguersi per la varietà dei servizi offerti ai propri clienti, proprio per questo motivo, oltre che nelle manutenzioni delle caldaie, A.VENTI è operativa ed attrezzata anche per eseguire le sanificazioni e la pulizia degli impianti di climatizzazione e per il lavaggio dei pannelli fotovoltaici. A differenza delle caldaie, i climatizzatori residenziali non hanno nessun obbligo normativo che ne determini la periodicità della manutenzione ma, come ci spiega il titolare: “Anche nelle automobili il tagliando annuale non è stabilito da nessuna normativa, ma sappiamo che se facciamo controllare la nostra automobile una volta all’anno, saremo sicuri di aver un veicolo efficiente e sicuro.”

Per i climatizzatori vale lo stesso concetto, anzi, molte persone sottovalutano l’importanza di far eseguire una sanificazione dei loro impianti di climatizzazione da un’azienda operante nel settore. Come si può trovare descritto anche nei manuali di uso e manutenzione dei climatizzatori, la pulizia dei filtri è un operazione che può fare anche l’utilizzatore dell’impianto ma, come ci spiega il titolare di A.VENTI: “Noi, oltre ad eseguire la pulizia dei filtri dei climatizzatori utilizzando specifici prodotti certificati, effettuiamo anche la sanificazione degli split. Per eseguire queste operazioni ci serviamo di generatori di vapore secco a 180 °C che, grazie all’utilizzo del perossido di idrogeno (certificato dal Ministero della Salute come sanificante), ci garantisce l’eliminazione di tutti i virus e batteri che si depositano negli split nel corso del loro funzionamento.” Non è quindi il solo pulire periodicamente i filtri che garantisce di avere un impianto di climatizzazione pulito e sicuro? “Esattamente, con la pulizia periodica dei filtri che possono fare i clienti in maniera autonoma, si rallenta il depositarsi della polvere negli split, ma ci saranno sempre dei virus e batteri che si possono eliminare solo utilizzando dei prodotti specifici, come dicevo prima. Tra i batteri presenti negli impianti di climatizzazione, c’è la possibilità che ci sia la formazione della legionella, che se respirata può diventare molto dannosa per l’uomo, fino a portare alla morte. Con la sanificazione che noi eseguiamo siamo sicuri di poter garantire ai nostri clienti di respirare un’aria sempre salubre e pulita” e per chi volesse invece dotarsi di un nuovo impianto di climatizzazione? “Siamo operativi ed attrezzati anche per la nuova installazione o sostituzione degli impianti di climatizzazione in quanto siamo una ditta regolarmente certificata F-GAS. Inoltre, per chi volesse sostituire il vecchio Via Benedetto

impianto di climatizzazione con un nuovo impianto più efficiente c’è la possibilità di poter usufruire della detrazione fiscale del 50% dell’importo grazie al BONUS CASA. Noi forniamo un pacchetto chiavi in mano, ci occupiamo anche della pratica Enea necessaria al fine della detrazione”.

Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, far eseguire una pulizia programmata può riportare i pannelli ad aver la massima efficienza, a volte guadagnando anche 20/30% di rendimento degli stessi ed aumentando notevolmente il risparmio dei clienti. Un impianto pulito può produrre corrente anche nelle giornate di scarsa fonte di luce solare.

Siamo attrezzati per eseguire la pulizia sia di impianti domestici che di impianti industriali, con l’utilizzo di specifici macchinari ed attrezzature, eseguendo l’accesso alla copertura con piattaforme mobili. Ci avvaliamo inoltre di personale certificato per poter lavorare in quota in sicurezza.

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Decreto Salva-casa

ll decreto Salva-casa entra in vigore e partono così anche le richieste ai Comuni per ottenere la sanatoria.

Per le tolleranze non sarà necessario ma per le procedure di accertamento di conformità, necessarie per regolarizzare le difformità, sì. I cittadini potranno quindi avviare le istanze, nella consapevolezza che nell’iter parlamentare del dl potrebbe esserci qualche ulteriore allargamento delle maglie.

Nell’inoltrare la richiesta ai Comuni va inoltre tenuto conto dell’introduzione del meccanismo del “silenzio assenso”: se l’amministrazioneplausibilmente sovraccarica di domande - non risponde entro le scadenze previste l’istanza si considera accettata. I termini sono di 45 giorni se il permesso è in sanatoria; di 30 giorni in caso di Segnalazione certificata di inizio attività (Scia); infine di 180 giorni se ad essere coinvolti sono immobili soggetti a vincolo

paesaggistico. Ecco di seguito una scheda con le novità introdotte dal decreto:

Verande ed edilizia libera

Le vetrate panoramiche amovibili (le cosiddette Vepa) potranno essere costruite senza autorizzazione comunale o senza comunicazione di inizio attività, anche per i porticati rientranti all’interno dell’edificio. ‘Libere’ anche le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici la cui struttura principale sia costituita da tende purché non determino spazi stabilmente chiusi.

Pareti e tolleranze costruttive

Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio scorso sono previsti nuovi limiti di tolleranza, che restano del 2% per una superficie superiore a 500 metri quadri, ma passano al 3% per una superficie tra i 300 e 500 metri quadri, al 4% tra i 100 e 300 metri quadri e al 5% sotto i 100 metri quadri.

Muri interni e tolleranze esecutive Per tolleranza esecutiva si intendono

le irregolarità geometriche, le modifiche alle finiture degli edifici di minima entità, la diversa collocazione di impianti e opere interne. Sempre per gli interventi realizzati entro il 24 maggio vi rientrano ora il minor dimensionamento dell’edificio; la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali; le irregolarità esecutive di muri esterni ed interni; la difforme ubicazione delle aperture interne, la difforme esecuzione di opere rientranti nella nozione di manutenzione ordinaria.

Accertamento di conformità

Il decreto salva-casa semplifica la normativa, richiedendo la doppia conformità (a normatica edilizia e urbanistica) solo nei casi più gravi.

Stato legittimo dell’immobile

Per dimostrare lo stato legittimo sarà sufficiente presentare il titolo che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio, anche in sanatoria. Le parziali difformità che saranno sanate contribuiranno quindi a dimostrare lo stato legittimo di un immobile.

Il Quindicinale | XV Venerdì 21 giugno 2024
SPECIALE
CASA

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