Donne

Page 1

Sfoglia

qui le pagine con l’articolo
“Dopo il Mondiale” sul Sei Nazioni Donne di Mario Diani

Dopo il Mondiale

La Coppa del Mondo in Nuova Zelanda ha chiuso in autunno, con un anno di ritardo, il ciclo quadriennale 2017-2021. La prossima Rwc è in programma in Francia nel 2025. Cominciano con questo Sei Nazioni le manovre per arrivare a quella data.

di Mario Diani

Il Sei Nazioni che segue una Coppa del Mondo è solitamente un torneo di transizione. Si rinnovano gli organici e si fanno esperimenti, spesso sotto la guida di un nuovo staff tecnico, e s’imposta con relativa calma il nuovo ciclo finalizzato alla prossima competizione mondiale. Quest’anno la situazione è diversa, per varie ragioni. In primo luogo, lo slittamento di un anno dell’edizione neozelandese fa sì che gli spazi di sperimentazione siano meno ampi del solito: alla fine del 6 Nazioni di quest’anno mancheranno soltanto due anni o poco più alla Coppa del Mondo 2025, che si svolgerà in Inghilterra. Bisogna poi considerare che la classifica del 6 Nazioni di quest’anno definirà la posizione con cui le varie squadre parteciperanno alla nuova competizione WXV, promossa da World Rugby, che inizierà in autunno. Le prime tre classificate nel 6 Nazioni faranno parte del gruppo WXV 1 insieme alle prime tre classificate del Pacific Four, che comprende Nuova Zelanda, Canada, Australia e USA. I gruppi WXV 2 e WXV 3 includeranno ciascuno altre due squadre europee (ci sarà cioè spazio anche per la Spagna). Un buon piazzamento quest’anno garantirebbe maggiori opportunità di incontrare ogni anno avversarie di qualità anche al di fuori del 6 Nazioni (la qualificazione a RWC 2025, che dipenderà anche dalle prestazioni nel WXV, dovrebbe arrivare comunque, visto l’allargamento del torneo a 16 squadre).

Terzo elemento di complicazione sarà rappresenta-

to dalla rilevanza del rugby a 7 in un anno che deciderà dell’ammissione alle Olimpiadi 2024. Il torneo di Hong Kong, previsto per il 31 marzo-2 aprile, interferirà con le prime due giornate del Sei Nazioni, poi non dovrebbero più esserci altre sovrapposizioni di calendario. Si tratta di vedere che risposta daranno le varie federazioni alla questione se riservare alcune loro giocatrici esclusivamente alla versione ridotta del gioco, oppure utilizzare i migliori talenti anche per il 15. Non sarà un dilemma rilevante per l’Italia ma potrebbe essere più significativo per alcune delle nostre avversarie. Infine, bisogna considerare i movimenti in corso nelle nazioni celtiche, che sono il maggior punto di riferimento dell’Italia. In primo luogo, il mondiale neozelandese ha stimolato anche in quei Paesi un’ulteriore accelerazione verso la professionalizzazione delle giocatrici. Va segnalata inoltre la prima edizione della Celtic Challenge, svoltasi tra gennaio e febbraio 2023 con la partecipazione di tre selezioni (Thistles XV per la Scozia, WRU Development XV per il Galles e Combined Provinces per l’Irlanda). La competizione dovrebbe garantire alle nostre competitrici principali una base più ampia di reclutamento per le nazionali maggiori. La Scozia inoltre ha utilizzato in quel contesto anche giocatrici che hanno già esperienze con la prima squadra ma sono basate in patria, e quindi si trovano a corto di ritmo rispetto a chi invece gioca in Inghilterra.

Rosie Galligan, seconda linea inglese, placcata dall’irlandese Katie O’Dwyer nel match del Sei Nazioni 2022.
SEI NAZIONI DONNE 2023

Nel complesso sembra allora lecito aspettarsi un torneo in cui la posta in gioco sarà più elevata rispetto al solito anno post-mondiale, e in cui gli esiti di molte partite (anche se non di tutte) potrebbero essere ancora meno prevedibili che nel recente passato. Vediamo come arrivano le varie squadre all’appuntamento (ovviamente con la cautela dovuta al fatto che la composizione finale delle rose non era ancora stata annunciata al momento di stendere queste note).

Inghilterra

La struttura della squadra rimane sostanzialmente quella che ha dominato la scena europea e mondiale negli ultimi anni (soltanto il pilone Shanaugh Brown ha lasciato il rugby internazionale, per un ruolo di allenatrice alle Cayman Islands). Immutato per il momento anche lo staff tecnico, con Simon Middleton che si congederà dopo la fine del 6 Nazioni. Si potrebbe pensare a una squadra in cerca di motivazioni dopo lo shock della sconfitta nella finale mondiale. E sicuramente non sarà semplice la scelta del rimpiazzo di Middleton, decisione che sarà presa più avanti, ma di cui inevitabilmente si parlerà anche durante il torneo. L’attuale tecnico della mischia Louis Deacon sembra aspirare alla posizione ma sono molto forti anche gli orientamenti favorevoli ad avere per la prima volta una head coach donna. Nonostante qualche possibile tensione, l’Inghilterra rimane comunque chiaramente favorita per un ulteriore Gran Slam, tra l’altro da celebrare in uno stadio di Twickenham gremito di spettatori (33.000 biglietti già venduti al 15 febbraio per lo scontro con la Francia che chiuderà il torneo).

Francia

Le transalpine, peraltro, non arriveranno certamente a Twickenham con spirito celebrativo, confortate anche dal fatto che negli ultimi incontri sono state più vicine a battere le inglesi proprio giocando fuori casa. Dovranno però faticare più di loro a trovare un nuovo assetto. Anche in questo caso il clima postRWC è stato tutt’altro che sereno. Le forti tensioni tra lo staff tecnico e le giocatrici, di cui già si sussurrava durante il torneo, hanno infine portato alle dimissioni dell’head coach Thomas Darracq (ufficialmente per “motivi famigliari”) e della team manager Annick Hayraud, con la squadra ora affidata a Gaelle Mignot e David Ortiz. Inoltre, la squadra si presenta al 6 Nazioni 2023 con numerose assenze di rilievo rispetto al recente passato. Hanno annunciato il loro ritiro dalla nazionale avanti di grande esperienza come Safi N’Diaye, Céline Ferer e Marjorie Mayans, e soprattutto Laure Sansus, probabilmente il miglior mediano di mischia del mondo degli ultimi anni. Si aggiunga a questo il fatto che tra le linee arretrate l’apertura Droin, l’ala Grisez e l’estremo Jacquet non figurano nell’organico 2023, avendo dato priorità alla nazionale Seven. Il potenziale rimane altissimo,

Julien Annery salta in touche per la Francia contro la Scozia.

si tratta di vedere che tipo di equilibrio riusciranno a raggiungere sotto una nuova guida tecnica, che peraltro è stata almeno in parte coinvolta nelle recenti controversie tempi (sia Mignot che Ortiz erano in Nuova Zelanda come assistenti). Irlanda.

Non essendosi qualificata al mondiale neozelandese, l’Irlanda ha avviato il processo di rinnovamento dei ranghi già nella stagione 2021-2022, con l’addio alla nazionale di giocatrici come Ciara Griffin, Sene Naoupu o Lindsay Peat. In totale 15 giocatrici hanno ottenuto il primo cap durante il 2022, un anno che ha visto risultati altalenanti, con sconfitte inattese - in casa con il Galles nel 6 Nazioni e in trasferta con il Giappone in un match prima dei Mondiali. Le Verdi non hanno un calendario favorevole, ricevendo a Cork Inghilterra e Francia. Anche qui un punto di domanda riguarda l’impegno delle giocatrici che giocano anche a 7. Nella scorsa stagione Parsons, Murphy Crowe, Flood e Higgins hanno fatto la differenza quando erano in campo - soprattutto contro l’Italia, purtroppo - e l’indicazione chiara che emerge da IRFU è di impegnarle anche nella selezione a 15 quando non c’è sovrapposizione di date. I rapporti con la federazione sono stati negli ultimi anni alquanto tesi, si tratta di vedere se l’attivazione di una trentina di contratti professionistici sarà sufficiente a riportare il sereno all’interno di un team che ha comunque molta qualità.

Galles

I cambiamenti dovrebbero essere in questo caso relativamente limitati. La capitana Siwan Lillicrap è passata dal rugby giocato a quello commentato, ma non dovrebbero esserci altre defezioni di rilievo. L’eccezione - importante, se confermata - potrebbe essere l’indisponibilità di due forti trequarti come Jasmine Joyce e Kayleigh Powell, che sono state selezionate per il team Great Britain 7 in vista delle Olimpiadi 2024. Nel complesso il Galles potrebbe faticare a ripetere il terzo posto ottenuto lo scorso anno: ha due sole partite in casa, di cui una contro l’Inghilterra, e una trasferta a Edimburgo dove la Scozia tenterà disperatamente di vendicare la rocambolesca sconfitta rimediata al mondiale, grazie al disastroso - e inusuale - 0/5 al piede dell’apertura Nelson.

Scozia

Tendenziale continuità anche nella selezione scozzese, dove soltanto le trequarti Hannah Smith e Megan Gaffney hanno annunciato il loro ritiro dalla scena internazionale. Confermato anche lo staff tecnico, salvo l’arrivo come allenatore delle avanti di Martin Haag (già coach dell’Inghilterra che vinse il titolo mondiale U20 nel 2016 e reduce, più di recente, da un’esperienza con USA Women). L’attivazione di 25 contratti e il coinvolgimento delle giocatrici basate in Scozia nel nuovo torneo celtico dovrebbe -

SEI NAZIONI DONNE 2023

ro rendere la squadra più competitiva rispetto al recente passato. Anche il calendario pare favorevole, con soli due incontri in trasferta, contro Francia e Inghilterra, e tutti gli incontri sulla carta più accessibili in programma ad Edimburgo. Si tratta di vedere se riusciranno a scrollarsi di dosso l’immagine di squadra abilissima a perdere incontri che paiono già vinti (“snatching defeat from the jaws of victory”, direbbero i britannici).

Infine, l’Italia si presenta al via con importanti novità. La principale riguarda ovviamente l’arrivo sulla panchina di Nanni Raineri al posto di Andrea Di Giandomenico (vedi Allrugby n. 177). In attesa che il nuovo allenatore trasmetta alla squadra la propria filosofia di gioco, la questione immediata riguarda le possibili conseguenze derivanti dal ritiro dalla scena internazionale di giocatrici carismatiche come Furlan, Barattin, Bettoni e Magatti.

La prima uscita della nuova gestione, l’amichevole dell’11 febbraio contro la Spagna, ha peraltro dato indicazioni molto positive su diversi piani, primo tra tutti quello della tenuta mentale. Nonostante un inizio di grande sofferenza in mischia chiusa, la squadra non ha subìto punti grazie a un eccellente lavoro difensivo e ha finito per assumere progressivamente il controllo della partita. Il punteggio finale di 22-5 è largamente imputabile alla girandola di cambi messi in atto da Raineri (nove, per lo più riguardanti giocatrici esordienti), altrimenti sarebbe stato molto più ampio.

Buone indicazioni sono venute anche dalla rimessa laterale, un’area dove l’assenza di Melissa Bettoni poteva farsi sentire, ma dove invece ha funzionato quasi tutto, nonostante un’opposizione esperta come quella rappresentata da Anna Puig e Carmen Castellucci. Con i recuperi attesi di avanti di qualità come le infortunate Fedrighi e Veronese e la squalificata Tounesi, anche l’assenza di Ilaria Arrighetti (indisponibile sino all’estate visto il grave incidente sostenuto contro gli Stati Uniti in Nuova Zelanda) non dovrebbe porre difficoltà insormontabili al pacchetto di mischia. Avanti a parte, tra le nuove arrivate Francesca Granzotto si è fatta notare per la versatilità del proprio contributo, disputando un ottimo incontro sia dalla posizione iniziale di estremo che da quella di mediano di mischia. Comunque, tenendo conto degli altri inserimenti recenti nel gruppo, e di alcune buone individualità messesi in luce durante l’incontro perso di poco dalla neo-costituita U20 sempre contro la Spagna (5-10), l’Italia dovrebbe essere in grado di affrontare il 6 Nazioni contando su una discreta profondità di rosa. Anche il calendario sembra relativamente favorevole, prevedendo tre partite in casa contro avversarie abbordabili (la stessa Francia, come abbiamo visto in profondo rinnovamento, ha perso tre delle ultime quattro partite del 6 Nazioni giocate in Italia). Insomma, in assenza di infortuni a giocatrici chiave, le chance di giocarsi il terzo posto potrebbero non essere irrilevanti.

SEI NAZIONI
DONNE 2023
Nella pagina precedente, Jasmine Joyce ala del Galles, placcata da Aoife McDermott (a sinistra) e Lindsay Peat, durante il match del Sei Nazioni disputato a Dublino nel 2022 Un’apertura del mediano di mischia scozzese Jenny Maxwell Qui, Aura Muzzo, 31 cap, placcata da un’avversaria. Ai Mondiali in Nuova Zelanda, la Muzzo ha messo a segno due mete.

Dopo il Mondiale

da Allrugby 178

foto

Daniele Resini, Getty Images).

179 numeri fa nasceva Allrugby. Lavoriamo da 16 anni per la crescita della cultura del rugby in Italia. Abbonatevi e regalate un abbonamento, il sostegno dei lettori è decisivo.

abbonatevi su www.allrugby.it e potrete leggere Allrugby completo online insieme a tutti i contenuti speciali al costo di 25 euro per un anno (11 numeri) oppure acquistare un singolo numero a € 3,50

Sempre su www.allrugby.it abbonamento carta + digitale a 60 euro l’anno

Per informazioni: redazioneallrugby@alice.it

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.