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Il Benetton non passa a Tolone ma rimane la bandiera del nostro rugby di club: semifinale record in Challenge Cup e prestazioni in crescita nello Urc SEI NAZIONI DONNE Le Azzurre ci riprovano ma scontano i limiti del movimento italiano PLAY OFF TOP10 Il punto sulle quattro contendenti RUGBY200 1823-2023 180 Maggio 2023 ALLRUGBY RIVISTA MENSILE Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale –70% AUT. N° 070028 del 28/02/2007 DCB Modena . Prima immissione 01/02/2007 www.allrugby.it 3
TREVISO ITALIA

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La sconfitta, a zero, del Benetton a Tolone (in 15 vs 14, per quasi tutta la partita…) ha chiuso una stagione internazionale di complessivo discontento per il rugby italiano. Zero vittorie della Nazionale nel Sei Nazioni (pure in crescita di gioco e competitività), zero delle Zebre, una sola delle ragazze dopo il Mondiale, due dell’U20, gruppo promettente da diverse stagioni.

Tuttavia va detto onestamente: meno male che Treviso c’è. I tredici successi della formazione di Marco Bortolami rappresentano circa il 60% di tutte le vittorie conquistate dall’Italia (seniores + U20) nell’arco degli ultimi otto mesi.

E gli oltre quarantamila spettatori del Monigo, tra Challenge Cup e Urc, a loro volta, costituiscono, mal contati, un settimo di tutti gli spettatori della stagione domestica, compresi quelli del Top10.

Dunque Benetton. Che alla Nazionale ha dato in media ogni partita 15 giocatori dei 23 messi a referto nei test autunnali e nel Sei Nazioni. La cosa ovviamente ha avuto un prezzo: nello URC, Treviso ha perso alcune partite che non avrebbe dovuto perdere, precludendosi di fatto la possibilità di arrivare ai play off. Viceversa ha raggiunto le semifinali di Challenge Cup, un traguardo che nessuna squadra italiana aveva mai raggiunto prima.

Benetton in questo momento è l’Italia. Ha un progetto, ha stabilità, competenze e strutture. Ma avere un’altra franchigia che possa supportare la Nazionale per formare i giocatori per l’alto livello è una necessità da cui il movimento italiano non può prescindere. Della situazione delle Zebre, si parla all’intero di questo numero di Allrugby, senza entrare peraltro nel tema economico, la cui dimensione è spropositata per i risultati raggiunti, non solo da punto di vista agonistico, ma sul piano tecnico e formativo.

I buoni risultati della Nazionale U20 e la vittoria incoraggiante della U18 sul Galles al Six Nations Festival disputato a Dublino dicono che è urgente trovare un percorso per i giovani.

Al Benetton non si può chiedere di cantare e portare la croce, ovvero vincere, riempire le tribune, nobilitare l’audience televisiva e nel contempo formare anche i giovani. Cosa che alla Ghirada (Menoncello, Ale Garbisi, Lucchesi, Zuliani) riescono comunque a fare meglio che altrove. Urge un intervento serio sul Top10. Nella penultima giornata di campionato, lo scorso 15 aprile, circa un terzo del 230 giocatori messi a referto dai 10 club impegnati nel torneo proveniva da un paese straniero. Vuol dire che la nostra famosa “base” non produce talenti a sufficienza per alimentare un’Eccellenza a dieci squadre. Nella quale con difficoltà trovano posto gli Azzurri U20, molti dei quali giocano in Serie A, o per niente.

Nel contempo i club faticano a trovare i mezzi per il loro sostentamento: nulli gli incassi da botteghino, inesistenti i diritti televisivi. Un testacoda drammatico che ogni anno perde un pezzo, o quasi: soltanto nelle ultime stagioni, San Donà, Firenze, ora Calvisano. Si può dire che alcune di queste realtà non abbiano compiuto scelte oculate, che l’ambizione abbia travalicato i mezzi e le possibilità di ciascuno. Resta il fatto che il rugby vive di elargizioni individuali, mecenatismo, passione. Non solo in Italia si intende. Ma altrove restituisce almeno visibilità, entusiasmo, riconoscenza, reputazione.

Se il rugby nascesse oggi Italia, anziché il nome della cittadina dello Warwickshire, a cui vengono fatte risalire le sue origini, porterebbe quello di treviso (con la minuscola) o addirittura di benetton (idem). Ma agganciati alla locomotiva, per fare un treno, servono i vagoni. Servono un percorso chiaro e stazioni.

Gianluca Barca

direttore responsabile

Gianluca Barca gianluca.barca@allrugby.it

photo editor

Daniele Resini danieleresini64@gmail.com

redazione

Giacomo Bagnasco, Federico Meda, Stefano Semeraro. Collaboratori

Danny Arati, Felice Alborghetti, Alessio Argentieri, Sergio Bianco, Simone Battaggia, Enrico Capello, Alessandro

Cecioni, Giorgio Cimbrico, Andrea Di Giandomenico, Mario Diani, Diego Forti, Andrea Fusco, Gianluca Galzerano, Christian Marchetti, Norberto “Cacho” Mastrocola, Paolo Mulazzi, Iain R. Morrison, Andrea Passerini, Luciano Ravagnani, Roberto “Willy” Roversi Marco Terrestri, Maurizio Vancini, Valerio Vecchiarelli, Giancarlo Volpato, Francesco Volpe.

fotografie

In copertina, Michele Lamaro saluta il pubblico a fine match. (foto Daniele Resini/Fotosportit). Nel riquadro, Alyssa d’Incà con Veronica Madia in sostegno (Getty Images)

Fotosportit

Roberto Bregani, pag. 22, 29, 31b, 41; John Dickson pagg. 32, 33, 35a, 69; Gareth Everett pag. 10b; David Gibson, pagg. 11b, 13, 18, 24, 36b, 37a; Daniele Resini, pagg. 10a, 20, 21, 26, 27, 28, 30, 31a, 42, 47, 62b-c, 63.

Getty Images

Jane Barlow, pag. 36a; Ramsey Cardy, pag. 35b; Emmanuele Ciancaglini, pag. 9; Seb Daly, pag. 71; Alex Davidson, pag. 11a; Paul Ellis, pag. 55; Federugby, pag. 16, 12a; Keystone-France, pag. 58; Catherine Ivill pag. 15; Brendan Moran, pagg. 34, 37b; Dan Mullan, pagg. 12b, 49; Harry Murphy pag. 28; Valerio Pennicino pag. 4.

Altri crediti

Giorgio Achilli, pag. 40; Angelica Agosta, pagg. 50, 51; Bpe Foto, pag. 38; Daniel Cau, pagg. 44, 45, 46; Vito Ravo, pag. 43.

L’editore è a disposizione degli aventi diritto, con i quali non gli sia stato possibile comunicare, per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani e delle fotografie.

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Alemanno
Matteo

FLASH

L’ultimo break di Sara

Al Lanfranchi di Parma, Sara Barattin ha disputato contro il Galles la sua ultima partita con la maglia dell’Italia. 116 cap, una carriera in Azzurro durata 18 anni, dall’esordio contro la Germania, ad aprile 2005 a Amburgo, al Sei Nazioni 2023, in cui ha disputato tutte e cinque le partite del torneo.

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FLASH Inarrestabili

Matteo Minozzi (a destra) e Tomas Albornoz cercano di fermare il centro Duncan Paia’aua nella semifinale di Challenge Cup tra Tolone e Benetton disputata allo stadio Felix Mayol lo scorso 30 aprile. Innescato da uno splendido assist al piede di Sergio Parisse, Paia’aua ha messo a segno la prima meta di un match dominato dai francesi, 23-0, nonostante oltre settanta minuti di inferiorità numerica per l’espulsione (cartellino rosso) del numero sette transalpino Charles Ollivon al sesto minuto del primo tempo.

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numero centoottanta

SEI NAZIONI DONNE 2023

Pag.8 Italia, un passo indietro

Galles terza forza dietro Inghilterra e Francia

Pag.10 Il racconto del Torneo

Mario Diani racconta le 15 partite, il Grande Slam dell’Inghilterra, i tormenti dell’Italia.

SEI NAZIONI U20

Pag.16 A suon di jazz

Massimo Brunello confessa a Gianluca Barca sogni e ambizioni di un coach sulla cresta dell’onda da diverse stagioni.

UNITED RUGBY CHAMPIONSHIP

Pag.24 Attraversare sulle Zebre

Dieci anni dopo, le Zebre tornano a chiudere la stagione senza neppure una vittoria. Urge prendere una direzione chiara. Di Gianluca Barca.

Pag.32 Verde Irlanda

Walter Pozzebon analizza il gioco dei trequarti irlandesi e il ruolo di Garry Ringrose negli equilibri della squadra.

180 SOMMARIO

CAMPIONATO TOP 10

Pag.38 I verdetti del Top10

Più competizione, meno mete. La regular season proietta quattro squadre alle semifinali.

Pag.40 Quattro ai play off

Gianluca Guidi analizza la quattro candidate al titolo, i “più” e i “meno” di ciascuna squadra.

DINASTIE

Pag.44 Ritratto di famiglia

Piero e Thomas Dominguez raccontano a Andrea Fusco la loro storia di rugbisti “predestinati”. Papà Diego li incoraggia dall’Argentina.

Pag.48 Di Farrell in Farrell

Il rugby è sempre stato un affare di famiglia - scrive Giorgio Cimbrico -. Più raramente però su fronti opposti.

Pag.50 Pari o dispari

Alessandro Cecioni analizza pregi e difetti del ritorno nei campionati giovanili alle categorie di età basate sugli anni pari.

Pag.52 Le isole del tesoro

In mezzo al Pacifico, lontano da tutti e tutto, c’è una delle fucine di talenti più suggestive del rugby francese. Di Giorgio Cimbrico

RUGBY PRESS

Pag.56 Articolo 21

Luciano Ravagnani ripercorre settant’anni di giornalismo ovale in Italia. Tanti nomi, tante testate, trasferte, passione.

IN MEMORIA

Pag.64 In ricordo di Ennio Ponzi

A settantadue anni è scomparso Ennio Ponzi. Lo ricordano i compagni di squadra Fulvio Di Carlo, Massimo Mascioletti, Serafino Ghizzoni, Giorgio Morelli.

RUBRICHE

Pag.69 Lo spazio tecnico di Andrea Di Giandomenico

Pag.70 Un altro sguardo di Simone Battaggia

Pag.71 Mani in ruck di Maurizio Vancini

Pag.72 West end di Giorgio Cimbrico

Italia, un passo

Per l’Inghilterra ennesimo trionfo, cresce il Galles, la Francia regge il confronto con le inglesi. di Giacomo Bagnasco

Un quinto posto finale, come l’anno scorso, ma la qualità non è la stessa. Perché 12 mesi fa il piazzamento è arrivato dopo avere vinto due partite (contro il solitario successo sull’Irlanda del Sei Nazioni 2023) e perché le Azzurre ci avevano abituati a finali in crescendo, mentre stavolta il livello si è abbassato con l’andare delle giornate. Tanto è vero che la migliore prestazione delle ragazze del nuovo ct Nanni Raineri è stata quella del match di apertura, perso 22-12 contro una Francia che si è ampiamente confermata seconda forza europea.

Certo, per il quarto posto sarebbe bastato non incappare nella giornata meno brillante proprio in casa della Scozia, che non ci batteva dal 2017 e che, anche grazie al successo sul fanalino di turno Irlanda, ci ha superato in classifica e ha conquistato direttamente l’accesso alla seconda fascia della nuova competizione internazionale femminile, denominata WXV, mentre l’Italia potrà arrivarci solo se batterà in uno spareggio la Spagna, che ha vinto lo European Championship.

Resta il fatto che il numero di errori, anche banali, commessi dalle Azzurre durante il torneo è stato eccessivo e che la mischia ha sofferto in maniera evidente. Qui entrano in gioco pure l’indisponibilità di Arrighetti (già preventivata) e gli ulteriori infortuni nella fase iniziale del Sei Nazioni capitati a Sgorbini, Turani e Giordano. Quest’ultima, in particolare, era stata fino alla stagione scorsa uno dei due “poli” su cui si reg-

geva principalmente il buon rendimento della touche: lei comandava le giocate e Melissa Bettoni, che si è ritirata, metteva tutta la sua esperienza e la sua accuratezza nei lanci. Evidentemente il movimento, ora come ora, non può contare su una profondità tale da sopperire a un certo numero di defezioni. Si tratta sicuramente di continuare a lavorare su tutti gli aspetti del gioco, ma è anche vero che sotto il profilo tecnico il Galles sembra avere effettuato un sorpasso piuttosto deciso nei nostri confronti, non solo in termini di “fisicità”. Quel requisito che permette all’Inghilterra di staccarsi dalle altre, arrivando - tra l’altro - a conquistare il quinto torneo consecutivo con una striscia di sole vittorie.

Per fortuna che c’è la Francia, capace di mettere il pepe su una partita decisiva nella quale, fino al 40’, sembrava destinata a un massacro storico davanti ai quasi 60mila spettatori di Twickenham. Il risultato finale (38-33) è la prova di un confronto credibile, quello a cui non possono mai aspirare Italia, Galles, Scozia e Irlanda quando si trovano di fronte alle inglesi. Obiettivamente, questo è un grave problema: se il Sei Nazioni maschile deve molto del suo fascino ai cambiamenti di leadership che si verificano quasi ogni anno, il torneo al femminile ha troppe partite dall’esito scontato e, “al massimo”, solo due reali aspiranti alla vittoria. E all’orizzonte non si vedono possibilità di invertire la tendenza.

SEI NAZIONI
Squadra Vinte Perse Punti fatti Punti subiti Mete fatte Mete subite Punteggio 1 Inghilterra 5 0 271 48 45 7 28 2 Francia 4 1 202 67 32 10 21 3 Galles 3 2 118 135 17 20 15 4 Scozia 2 3 94 178 15 28 10 5 Italia 1 4 72 162 10 26 4 6 Irlanda 0 5 25 192 3 31 8

DONNE 2023 indietro

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Aura Muzzo in azione contro il Galles, a Parma, nell’ultima giornata del Sei Nazioni 2023.

Il racconto del

Prima giornata

Sabato 25 e domenica 26 marzo

Italia v Francia 12-22

Italia 2 mete (Franco, D’Incà), 1 tr (Sillari) Francia 3 mete (Verneir, Arbez, Boujard), 2 tr (Bourdon, Tremouliere), cp (Bourdon)

Cartellini Boujard (giallo)

Arbitra Cogger Orr (NZ)

L’Italia esordisce nel torneo schierando, contro una Francia fortemente rinnovata, una formazione di grande esperienza (oltre a Bettoni, Furlan e Magatti ritiratesi dalla scena internazionale, mancano soltanto, rispetto alla squadra del Mondiale, le infortunate Arrighetti e Veronese). Un’ottima prestazione al breakdown e la capacità di vincere le collisioni tengono l’Italia in partita sino alla fine. La Francia si stacca definitivamente soltanto al 74’ quando una meta trasformata fissa il punteggio sul 22-12. La partita evidenzia alcuni tratti che rimarranno costanti nel corso del torneo: in positivo, una notevole prestazione difensiva (88% di placcaggi riusciti) che priva la Francia del punto di bonus offensivo; in negativo, una grande difficoltà ad assicurarsi possessi di qualità in touche e in mischia chiusa, accentuata dal nubifragio scatenatosi su Parma nel secondo tempo. Rimane alla fine la sensazione che con una conquista di decente qualità la partita avrebbe potuto avere un esito molto diverso

Galles v Irlanda 31-5

Inghilterra v Scozia 58 -7

Negli altri incontri, un’Inghilterra con molte assenze tra infortuni, gravidanze e (rari) pensionamenti, saluta la sua leggendaria capitana Sarah Hunter con l’usuale nettissimo successo contro la Scozia. Scozia che peraltro mostra buone capacità di utilizzare i limitati possessi a disposizione, marcando una pregevole meta con l’estremo Chloe Rollie a fine gara e rendendosi più volte pericolosa.

A Cardiff il Galles supera nettamente l’Irlanda, grazie al dominio totale delle avanti soprattutto nella prima frazione, raggiungendo il bonus offensivo in meno di mezz’ora. La reazione irlandese porta a una segnatura nella ripresa ma non cancella l’impressione di una preoccupante sterilità offensiva delle ragazze in maglia verde.

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Dall’alto: un break di Francesca Sgorbini; l’urlo di Alex Callender per la prima meta del match tra Galles e Irlanda all’Arms Park di Cardiff.

Torneo

Seconda giornata

Sabato 1 e domenica 2 aprile

Inghilterra v Italia 68-5

Inghilterra 12 mete (Dow 4, Breach 3, McDonald 2, Packer 2. Heard), 4 tr (Aitchinson, Tuima, 2 Sing). Italia una meta (Tounesi)

Arbitra Roche (Usa)

A Northampton, l’Italia viene sottoposta all’usuale calvario contro la potentissima In ghilterra (5-68) ma la cronaca registra perlomeno la meta, segnata da Sara Tounesi, con cui si rompe un digiuno di cinque anni - l’ultima azzurra a varcare la linea bianca contro le inglesi era stata un’altra seconda linea, Valentina Ruzza, a Reggio Emilia nel 2018. Spesso accusata di dipendere in maniera monocorde dalla propria incontenibile rolling maul, l’Inghilterra risponde alla grande segnando dieci mete (sulle dodici complessive) con le trequarti. Tra queste si inserisce spesso con esiti devastanti il pilone Sarah Bern, che fornirà in questo torneo una perfetta illustrazione delle caratteristiche del pilone moderno: mobile e dotato di una tecnica degna delle linee arretrate.

L’Italia si batte come sempre al massimo, sviluppa di tanto in tanto manovre di pregevole fattura, ma la combinazione di tecnica e potenza fisica della squadra inglese si rivela ancora una volta irraggiungibile per le nostre ragazze.

Irlanda v Francia 3-53

Scozia v Galles 22 -34

A Cork, invece, la Francia demo lisce l’Irlanda 53-3, nonostante le transalpine giochino per un’ora in 14 a causa dell’espulsione del pilone Deshayes al 20’.

Colpisce che sei delle otto mete francesi siano arrivate dopo quell’episodio e che la mischia irlandese non sia riuscita minimamente ad imporsi contro un avversario in inferiorità numerica.

Infine, la Scozia lotta, rimane in partita sino a pochi minuti dalla fine, per poi cedere (22-34) alla fisicità del Galles.

La differenza la fanno le percussioni delle avanti che producono due mete a testa per i piloni Pyrs e Tuipolutu. Quest’ultima, diciannovenne, con la seconda nomina a player of the match si afferma come una delle stelle emergenti del torneo.

SEI NAZIONI DONNE 2023
Dall’alto: Vittoria Vecchini placcata da due inglesi al Franklin’s Garden di Northampton; una delle cinque mete del Galles alla Scozia, a Edimburgo.
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Terza giornata

Sabato 15 e domenica 16 aprile

Italia v Irlanda 24-7

Italia 3 mete (Stefan, 2 D’Incà), 3 tr (Sillari), un cp (Sillari).

Irlanda una meta di punizione

Arbitra Groizeleau (Fra)

L’Italia ottiene un dei rari successi contro l’Irlanda alternando giocate di altissima qualità - che portano alle mete di Stefan nel primo tempo e alle due di D’Incà nel secondo - a momenti di notevole sofferenza.

Se colpisce la grandissima solidità difensiva, con 94% di placcaggi riusciti (202 su 216), qualche preoccupazione deriva dal grande possesso concesso all’Irlanda (circa il 65%) e la persistente inaffidabilità della rimessa laterale. In questo caso, una touche irlandese altrettanto imprecisa e l’estrema affidabilità di Sillari dalla piazzola (4/4) sono sufficienti a portare a casa l’incontro.

Rimane il rammarico per non aver ottenuto un punto di bonus offensivo che sembrava alla portata, ma il bilancio, pur con luci e ombre, è senz’altro positivo.

Galles v Inghilterra 3-59

Francia v Scozia 55-0

Sugli a ltri campi si sviluppano due partite dal percorso identico, con la squadra favorita che fatica nel primo tempo (marcando comunque tre mete senza subirne alcuna) per poi dilagare nella ripresa con altre sei segnature. A Cardiff di fronte ad una folla record che sfiora le 9,000 presenze l’Inghilterra infligge al Galles una sconfitta pesante (59-3), vicina a quelle del passato, che però forse occulta la qualità della performance del pacchetto gallese nel primo tempo.

Anche a Vannes la Scozia mette in mostra buone trame di gioco nei primi 20 minuti ma si scioglie alla distanza. Da sottolineare in entrambe le partite il ruolo centrale dei trequarti nel finalizzare le azioni (in particolare Boulard e Vernier per la Francia, e la solita Abby Dow per l’Inghilterra).

Nel complesso la giornata suggerisce un “cauto ottimismo” circa le nostre prospettive nel torneo. Non andrà esattamente così purtroppo….

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Dall’alto: Alyssa D’Incà protagonista del match contro l’Irlanda al Lanfranchi di Parma; una devastante percussione di Sarah Beckett sulle gallesi Hannah e Kelsey Jones (a destra).

Quarta giornata

Sabato 22 e domenica 23 aprile

Scozia v Italia 29-21

Scozia 5 mete (Mc Millan, Skeldon 2, Bartlett 2), 2 tr (Nelson)

Italia 3 mete (Franco, Tounesi, Vecchini), 3 tr (Sillari)

Cartellini Duca (giallo), Seye (rosso)

Arbitra Groizeleau (Fra)

Il quarto turno riserva numerose sorprese. La più grossa riguarda purtroppo l’Italia, che a Edimburgo perde malamente una partita che era ampiamente alla sua portata. Un numero altissimo di in-avanti e alcuni falli scriteriati nei momenti più delicati permettono alla Scozia di restare a lungo nei nostri 22 innescando la sua migliore (e per certi versi unica) arma, la driving maul da rimessa laterale. Da questa originano, direttamente o indirettamente, tutte e cinque le mete delle nostre avversarie. Il ritorno imperioso delle Azzurre nel secondo tempo, quando due segnature in quattro minuti ci riportano sul 21-24, sembra riaprire la partita, ma viene vanificato subito con l’espulsione di Seye, che sigilla un pomeriggio da dimenticare. Preoccupano in particolare le difficoltà nelle fasi statiche contro un avversario ordinato e come sempre combattivo ma non trascendentale.

Irlanda v Inghilterra o-48

Francia v Galles 39-14

Le sorprese degli altri incontri non riguardano il risultato ma il modo in cui è maturato. A Cork l’Inghilterra fatica di più e segna meno del previsto contro un’Irlanda molto concentrata in difesa, anche se con i consueti limiti in attacco e in rimessa laterale. Finisce comunque 48-0 per le bianche, con otto mete all’attivo ma anche insolitamente a secco per un’intera mezz’ora. Di segno opposto la sorpresa a Grenoble, dove la Francia distrugge il Galles con maggiore facilità di quanto alcuni si aspettassero grazie a una prestazione maestosa nel primo tempo (29-0 con tanto di punto di bonus offensivo). Il nubifragio che colpisce lo Stade des Alpes rivitalizza le gallesi che nella ripresa segnano due mete al pari delle francesi, ma vedono rinviate al match con l’Italia le loro ambizioni di affermarsi come terza forza del torneo.

SEI NAZIONI DONNE 2023
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Sara Tounesi contende palla in touche a Louise McMillan, al Dam Health Stadium di Edimburgo contro la Scozia.

Quinta giornata

Sabato 29 aprile

Italia v Galles 10-36

Italia una meta (Madia), una tr. (Sillari), un cp (Sillari).

Galles 5 mete (Lewis, Tuipulotu, Harries, Callender, Lake), 4 tr (Bevan 3, Snowsill), un cp (Beven).

Arbitra Neville (Irl)

Nel giorno dell’addio di Sara Barattin, le Azzurre cedono nella ripresa contro un Galles ordinato, molto dinamico nei raggruppamenti e preciso al piede, ma non trascendentale nel gioco complessivo. La partita offre una sintesi di tutti i problemi che la squadra di Nanni Raineri ha evidenziato in questo Sei Nazioni: un possesso incerto e raramente in grado di offrire una piattaforma su cui impostare l’attacco, e molti errori di gestione (alla mano e al piede) che hanno affossato le manovre anche di pregio che le Azzurre sono riuscite a proporre. L’Italia ha dei momenti di qualità nel secondo quarto di gara e nel finale di partita ma non bastano a evitare un pesante passivo ed in maniera un po’ triste un 6 Nazioni da cui ci si aspettava onestamente qualcosa di più.

Inghilterra v Francia 38-33

Scozia v Irlanda 36-10

Nel primo incontro della giornata, oltre 50,000 persone assistono a Twickenham a un incredibile “game of two halves”. Le inglesi chiudono sul 33-0 il primo tempo (mete di Dow, Packer, Matthews e Aldcroft, più una meta di punizione), ma subiscono nel secondo un parziale di 5-33. Le francesi pagano pesantemente il crollo del secondo quarto di gara in cui, complici anche due cartellini gialli (Tremouliere e Bernadou), concedono cinque mete dopo aver portato quasi venti minuti di sterile pressione all’inizio del match. Nella ripresa invece, soltanto la solita meta da rolling maul (segnata al 59’ da Davies) permette alle Red Roses di portare a casa ancora una volta il risultato pieno.

Il Sei Nazioni si chiude con la Scozia che conferma il suo buon momento regolando alla distanza l’Irlanda. Le verdi conducono per larga parte del primo tempo grazie ad un solitario penalty, si riportano in parità al 55’ (10-10) ma poi cedono concedendo quattro segnature negli ultimi 20 minuti. Il quarto posto della Scozia rappresenta il miglior piazzamento dal 2017, mentre rimane il dubbio su quanto abbia contribuito al cucchiaio dell’Irlanda la rigida separazione tra 15 e 7 che ha tolto alle verdi l’intera linea arretrata.

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SEI NAZIONI DONNE 2023 15

A suon di jazz

Vicino ai 56 anni, Massimo Brunello sogna un ulteriore passo avanti nella sua carriera di allenatore. Facendo il punto sui risultati raggiunti, i tanti giocatori tenuti a battesimo, la passione, le ambizioni.

di Gianluca Barca

Competenza, passione, empatia. Ecco le tre caratteristiche principali di un buon allenatore secondo Massimo Brunello, il tecnico che da tre anni porta la Nazionale U20 a traguardi mai raggiunti prima. Brunello a giugno compirà 56 anni. A quell’età molti suoi colleghi hanno raggiunto il vertice già da un bel po’ di stagioni: Greg Townsend aveva 44 anni quando, nel 2017, prese la guida della Scozia, Andy Farrell a 37 era assistente di Lancaster in Inghilterra e a 45 head coach dell’Irlanda (che dall’estate 2022 ha portato al primo posto del ranking), Fabien Galthié comanda la Francia da quando ne ha 51. Massimo a 46 anni allenava ancora l’Italia U18, dopo aver portato il Badia dalla serie B alla A2 e il Rovigo alle semifinali del campionato nel 2009. La sua gavetta gli ha riservato anche sei stagioni tra le Nazionali U20, U17 e U18, prima dell’approdo a Calvisano, nel 2015, quattro finali e due scudetti. “Credo di aver scarpinato e dato tanto - riflette -. Nessuno mi ha regalato niente, ho passato cinque anni nelle accademie zonali di Mogliano e Rovigo, e questo mi ha permesso di conoscere a fondo tanti ragazzi che poi ho ritrovato ai livelli più alti nel corso della mia carriera. Tuttavia mi ritengo un privilegiato perché i veri sacrifici, nel rugby, li fanno altri: quel-

li che la sera, finito di lavorare, vanno ad allenare le giovanili, o le squadre delle serie inferiori, quelli che mettono il loro tempo libero a disposizione per preparare il campo o organizzare una trasferta. Io lo facevo al Badia. Quando dico che dedico a tutto il movimento i risultati che otteniamo con la U20 è perché ho in mente cosa c’è alla base della piramide che produce i giocatori che poi vediamo nelle varie selezioni, in maglia azzurra e nelle franchigie”. Kieran Crowley dovrebbe reggere il timone della Nazionale fino alla primavera del prossimo anno, per la sua successione si parla di una volata tra Brunello, Marco Bortolami (tredici anni più giovane) e il solito “guru” straniero (ancora da identificare, peraltro), l’uomo della provvidenza sempre necessario per fare da ombrello alle nostre insicurezze e ai nostri patemi.

“Onestamente, non ho ancora valutato quali siano le reali prospettive che mi aspettano nel prossimo futuro - dice Brunello -. Ammetto di avere una certa ambizione e che mi piacerebbe fare un passo avanti ulteriore, dopo la U20. Tornare al Top10 non la considererei una diminuzione di ruolo, però è un percorso che ho già fatto, vorrebbe dire andare a ripercorrere sentieri noti…”.

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Massimo Brunello guida la Nazionale U20 dalla stagione 2020/2021.

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