Xtreme Stuff Magazine 08 by Gian Luca Corona

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XTREMESTUFF MAGAZINE SETTEMBRE / OTTOBRE

Numero 08

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SETTEMBRE / OTTOBRE ANNO 2006

Settembre / Ottobre 20 06

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numero 08

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ACCENDI LA TUA PASSIONE 64°Salone Internazionale della Moto 14-19 NOVEMBRE 2006 FIERA MILANO Milano,capitale della moda e del design, per la 64a volta negli ultimi 92 anni accoglie nella sua modernissima Fiera la piu’ ricca,la piu’ completa, la piu’ rappresentativa Esposizione di moto, scooter, ciclomotori, caschi, abbigliamento, componenti e accessori. Arricchiscono EICMA 2006, rendendola assolutamente imperdibile, “Motolive” - 60.000mq. outdoor per gare, musica, esibizioni spettacolariil “Forum Internazionale sulle 2 ruote” e una serie di eventi che da soli meriterebbero un viaggio a Milano. Per sapere tutto clicca su www.eicma.it.

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SOMMARIO Xtreme SETTEMBRE / OTTOBRE

ANNO 2006

Numero 08

Sommario

SPORT

18 Avalanche Cup 2006

Molto piu’ estrema di una gara di Downhill, Molto piu’’ emozionante di una gara di Xcountry.

26 Masirah, isola dell’Oman

L’estate 2006 ci avrebbe visti sull’Isola di Masirah nota per essere l’isola delle tartarughe marine.

30 Roma Survival

Un’occasione per ritrovare la nostra anima, pronta a ruggire di fronti ai pericoli e alle difficolta’ della vita.

34 Rock Master

La piu’ importante competizione che ogni climber vorrebbe nel proprio palmares.

40 Leogang Dirt

Ecco come richiamare rider da tutto il mondo!

46 LG Action sports & NASS

Grandi campioni mondiali degli action sports, skateboarding, BMX, inline skating e freestyle motocross (FMX).

50 Etnies …a spasso per gli USA

Cinque amici in giro per gli States cverso Woodward!

54 100% Brumotti

Pluricampione di bike trial, vanta numerose apparizione in famose trasmissioni televisive, adora le soubbrettes...

56 Viano Challenge 2006

Evento sportivo nell’ Allgau: esperienza indimenticabile.

61 Le mie prime curve…

Marco Galliano e Nicola Giolitti hanno portato a termine con successo la spedizione sul Muztagh-ata (7.546 mt.).

66 Vivo per miracolo

Una serie spettacolare, avvincente e sconvolgente.

76 La piega ...fa la differenza

Sara un Motomondiale combattuto all’ ultima curva.

82 Quante curve ci sono nei circuiti ? Se non siete potuti andare, ecco cosa vi siete persi...

88 SBK 2006

Adrenalina e spettacolo “di serie”

72 Maurizia Cacciatori in copertina

“Non chiamatemi Sex-symbol!” Sara’ una dei naufraghi su “L’Isola dei Famosi” sfidando se stessa in questa avventura verso l'estremo...

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Settembre - Ottobre

SOMMARIO Xtreme SETTEMBRE / OTTOBRE

ANNO 2006

Numero 08

Sommario

Xtreme SPORT

Avalanche Cup 2006

VIAGGI

92 Big game fishing

Molto piu'' emozionante di una gara di Xcountry.

Campionato mondiale 2006 alle azzorre. Il grande evento ��

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94 Mediterraneo No Limits

Viaggi tra sport e natura ideati da Stefano Colacchi.

ATTUALITA'

98 Film: Il Diavolo Veste Prada Tratto da un best-seller di Lauren Weisberger.

100 Libri: Jonah Lomu Autobiografia ufficiale.

Xtreme SPORT

Viano Challenge 2006

102 Musica: "Pungiglione" in arte Sting Fin da bambino sapeva di voler diventare un musicista.

Evento sportivo nell’ Allgau: esperienza indimenticabile.

104 Giochi: Yakuza

Non solo un gioco il crimine fa da protagonista. “Hero From Zero” ��

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Xtreme ATTUALITA'

106 World Cyber Games ‘06 Le “olimpiadi” dei videogames a Monza.

MODA

108 In autunno, comodi con stile

Come affrontare la città con grande stile e buon gusto.

LIFESTYLE

116 Comodi e Caldi all'aria aperta ��

Tra la vita e la morte

“VIVO PER MIRACOLO“ ( I shouldn’t be alive )

Una serie spettacolare, avvincente e sconvolgente come solo la realta' puo' essere

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Dai produttori di: “Touching the Void” ��

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Xtreme SPORT

Tutto l'occorrente per praticare gli sport all'aria aperta, senza paura del freddo sulla pelle.

118 Autunno metropolitano

Le nostre idee per stare in perfetto stile nella tua città.

120 Per non perdere il tuo tempo Dall' ufficio alla palestra passando per il mare.

MOTORI

122 EICMA 2006

Al via l’edizione 2006 del Salone Internazionale del Motociclo.

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124 Moto: Buell ulysses

L’avventura e per portarvi ancora piu’ lontano.

126 Auto: Nissan Navara Per chi non vuole farsi mancare nulla.

STORY

QUANTE CURVE CI SONO NEI CIRCUITI ?

128 Storie Altrove ��

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Settembre - Ottobre

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Quando imparai a volare.

The ADVENTURE

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Tra te e l’avventura c’è un canale diretto. www.adventureone.it

EDITORIALE Xtreme SETTEMBRE / OTTOBRE

ANNO 2006

Numero 08

IN COVER

Maurizzia Cacciatori, pallavolista campionessa Nazionale indossa abbigliamento Nike Pro - Dri-FIT. Photocredit: © archivio fotografico Nike

Anno II - Numero 8 - Bimestrale Settembre / Ottobre 2006 www.xtremestuff.it Direttore editoriale e responsabile Gian Luca Corona gianluca@xtremestuff.it Art Director Grafica e impaginazione Alessandro Cirina alessandro@xtremestuff.it Responsabile di Redazione Patrizia Salaris patrizia@xtremestuff.it Redazione David Defilippi, Stefania Corona Stefano Colacchi, Tania Monteleone Hanno collaborato Alberto Accettulli, Carlo Brena Gianandrea Lecco, Guido Caporizzi, Luana Hegglin, Lucas Canevaro Marco Galliano Fotografie Redbull, Cometa Pess, Nike, Mercedes Benz, Marco Galliano, Luana Hegglin Photorider Fotografo Ufficiale Stefano Colacchi Ringraziamo Lucas Canevaro Guido Caporizzi Distributore per l’Italia Società Europea di Edizioni SpA Via G. Negri, 4 - Milano

Editoriale Prima di tutto devo ringraziarvi per il materiale che ci avete messo a disposizione, le segnalazioni che ci avete fatto e tutta la disponibilità e interesse dimostrataci. Come potete notare in questo numero c’è una rubrica molto importate in chiusura che è dedicata alla vostra prima impresa, una rubrica che racconta le vostre sensazioni, emozioni e paure che vi hanno accompagnati nel giorno del debutto. Abbiamo ritenuto fosse importante dare spazio a chi vuole documentare la propria vittoria, sia essa come inizio di una nuova disciplina sportiva non convenzionale, oppure come il superare un proprio limite personale, quindi da questo numero in avanti lo spazio è tutto vostro! Per i prossimi numeri saremmo Media Partner in diversi eventi che riguardano diverse discipline sportive che sono: DownHill, Paracadutismo, Skate, Arrampicata, Supermotard e tanti altri. Vogliamo documentare tutte le imprese, tenervi aggiornati e comunicarvi tutto ciò che riguarda il mondo del non convenzionale. Inoltre intervisteremo una bellissima paracadutista tutta pepe, un grande campione del mondo ci svelerà alcune curiosità e segreti delle corse motociclistiche e poi tanto tanto altro… Intanto godetevi questo numero, pieno di curiosità, imprese mozza fiato, avventure e reportage, insomma un altro numero da collezionare! Vi auguro una buona lettura e non dimenticatevi di mandarci le vostre segnalazioni.

Stampa Arti Grafiche Amilcare Pizzi Milano Editore Publiteam s.r.l. www.publiteam.com Uffici e sede amministrativa Zona Industriale Truncu is follas 09030 Elmas (CA) Tel. 070 9484010 - Fax 070 9484352

OnLine Xtremestuff.it Il Magazine dedicato a tutti gli sport NON convenzionali ...e non solo

Indirizzo Postale: Publiteam srl - Casella Postale 279 09030 Elmas (CA) Sede Legale Via Togliatti, 78 09028 Sestu (Ca)

Non si restituiscono testi e materiali illustrativi non espressamente richiesti. Riproduzione, anche parziale, vietata senza autorizzazione scritta dell’Editore. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale. Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comporta responsabilità alcuna per l’Editore. Xtremestuff Magazine è registrato presso il Tribunale di Cagliari al n° 14/05 Codice ISSN 1825-8158

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www.xtremestuff.it Ricco, accattivante e interattivo. Accedi, registrati e diventa anche tu parte attiva del sito... Nelle sezioni dedicate a Voi lettori, potrete pubblicare le vostre esperienze, interagire con il nostro Forum di discussione, lasciare i vostri messaggi nel Guestbook, scriverci le vostre NEWS che pubblicheremo quotidianamente e tanto altro... Sarete Voi, con le vostre avventure, il cuore del sito. Venite a trovarci su www.xtremestuff.it

NEWS Xtreme SETTEMBRE / OTTOBRE

ANNO 2006

Numero 08

Informazione

Le informazioni sono suscettibili di variazione. Eventuali modifiche sono di esclusiva responsabilità delle fonti organizzative dell'evento o manifestazione

Circuito IST 2006 Maschile “Banzai Rip Curl Pro” Dal 01.10.2006 al 31.10.2006 Location: Banzai, Santa Marinella Categoria: Short Open Maschile Quinta tappa circuito IST 2006, cat. Open Short Maschile

Finale campionato italiano 2006 surfing italia organizzato dal SANTA MARINELLA SURF CLUB con il patrocinio del COMUNE DI SANTA MARINELLA ASS. allo SPORT, Banzai Beach - Santa Marinella, Italy Waiting periodo 01-31 Ottobre Categoria “shortboard”.

Il Rip Curl Pro 2006 La sua terza edizione, è uno dei più importanti surf-contest dell’anno. La città di Santa Marinella attende i migliori atleti della nostra penisola che lotteranno per la conquista del Rip Curl Pro 2006, l’ultima delle 5 tappe shortboard del campionato italiano Surfing Italia.

I° hot buttered invitational Dal 01.10.2006 al 30.11.2006 Location: Bova, Calabria Categoria: Short Open Evento Speciale del circuito IST 2006

Babylon tunnel camp Dal 13 al 16 novembre 2006 Il team Babylon, i riconfermati Campioni del Mondo di FreeFly, dal 13 al 16 Novembre organizzano un Tunnel Camp presso il BodyFlight di Bedford. I Campioni: Fred Fugen, Vincent Reffet e Stéphane Fardel con Cathy Bouette saranno i coach delle diverse sessioni all’interno del tunnel. I Babylon mettono a disposizioni dei pacchetti di 2 ore da dividere nei 4 giorni dello stage (turni di 1/2 ora al giorno). Info: www.babylon-freefly.com

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NEWS Xtreme SETTEMBRE / OTTOBRE

ANNO 2006

Numero 08

Informazione

Le informazioni sono suscettibili di variazione. Eventuali modifiche sono di esclusiva responsabilità delle fonti organizzative dell'evento o manifestazione

SKIPASS – XIII° 28 ottobre - 1 novembre ModenaFiere/ Modena Salone del Turismo, degli Sport Invernali e del Freestyle SKIPASS, giunto alla sua tredicesima edizione, è l’appuntamento fisso per tutti gli amanti della montagna, ma non solo. Il Salone del Turismo, degli Sport Invernali e del Freestyle, unico in Italia, si riconferma come punto d’incontro per tutti coloro che vogliono organizzare e prenotare le proprie vacanze invernali, in Italia e all’estero, scoprire le nuove attrezzature e acquistare abbigliamento sportivo. Skipass è anche l’occasione giusta per passare una giornata all’insegna del divertimento, con le tante esibizioni di freestyle sulla spettacolare rampa da snowboard, con gli atleti della bmx, dello skate e dell’inline, e con gli spericolati professionisti di motocross.

Give it a Twist 14/15 ottobre a Firenze Per saperne di più: info@apki.it Give it a twist è una raccolta di stage tecnici di parkour gratuiti ed aperti a tutti. Gli stage si svolgeranno sotto la guida di istruttori francesi del “Team Parkour by David Belle”. Lo scopo dello stage è quello di far capire ai presenti le corrette strategie di allenamento del parkour ponendo l’attenzione sulla sicurezza. Far capire il senso che deve essere dato ad ogni tecnica e ad ogni esercizio: l’efficenza prima di tutto! Tracciare in compagnia di chi ha fondato questa disciplina sportiva.

Etnies european open ’06 la tappa finale del campionato europeo di skate per professionisti che si svolgerà a Roma, presso lo Stadio dei Marmi, da venerdì 06 a domenica 08 Ottobre 2006, e al quale la sede italiana del publisher americano prenderà parte anche quest’anno. Per la terza volta consecutiva, Roma ospiterà le fasi finali del Campionato Europeo di Skateboard “Etnies European Open 2006”, anche quest’ anno affidate all’organizzazione dello staff di “The Spot Sk8park” gestito da Oasi Verde. Atteso per le giornate del 6-7-8 Ottobre 2006, l’evento di Skate Top in Europa dell’anno si svolgerà questa volta in una location d’eccezione, lo Stadio dei Marmi presso il Foro Italico Il programma prevede, per le due discipline “Street” e “Half Pipe” , le pre - qualificazioni, le semifinali, le finali più la competizione VERT BEST TRICK e BEST TRICK STREET contest. La competizione ha formula OPEN in quanto l’ingresso sarà completamente gratuito e aperto a tutti, pertanto chiunque volesse “ skatare” sulle rampe e nell’area street sarà libero di farlo e i coraggiosi che vorranno sfidare i campioni in gara potranno farlo presentandosi il giorno stesso e pagando una quota d’iscrizione. Per ulteriori informazioni sull’evento, è possibile consultare il sito ufficiale dell’organizzazione: www.thespotskate.it

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Avalanche Cup 2006

Articolo: Gianandrea Lecco Foto: Photorider

Molto piu' estrema di una gara di Downhill, Molto piu'' emozionante di una gara di Xcountry.

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Il grande evento Per correre una tappa del circuito Avalanche Cup bisogna essere biker completi, per vincere la Coppa Europa di specialità dei veri fenomeni, con una discreta dose di fortuna. In ogni caso forza, resistenza, coraggio ed una sana dose di follia sono il comune denominatore per le centinaia di rider che si radunano lungo le griglie di partenza delle “maratone di DH”. All’alba gli atleti si avviano verso gli impianti di risalita e ancora un po’ addormentati e spesso intirizziti dal freddo raggiungono quote comprese tra i 2500 ed i 3300 m di altitudine sulle vette più belle delle Alpi e del mondo. Si corre ad Andorra, Alpes d’Huez, Val d’Isere, Cervinia e quando arriva il freddo ci si trasferisce all’Isola Francese della Reunion e a Cusco in Perù. L’obiettivo è sempre lo stesso scendere l’intera montagna nel più breve tempo possibile in sella alla propria mountain bike.Il circuito Avalanche Cup, organizzato e gestito da Georges Edwards, diviso in categorie a seconda della lunghezza e del dislivello del percorso, breve, media e lunga. Abbiamo seguito le tappe più spettacolari. Alpes d’HuezMegavalanche 2006: Nicolas Vouilloz vince la più lunga maratona di DH al mondo in 50 minuti!! La dodicesima edizione della Megavalanche a l’Alpes d’Huez ha visto protagonisti i migliori atleti europei che per oltre 35 km si sono scontrati gomito a gomito, dal Pic Blanc, Glacier de Strenne 3300 m, fino a Allemont, 720m. Nicolas Vouilloz ha vinto davanti al favorito René Wildhaber (vincitore della Outdoor Games by Columbia e di 4 edizioni di questa gara, nonché vincitore della Megavalanche in Perù e all’Isola de Reunion nel 2005). Terzo classificato Mickael Pascal seguito da Jerome Clementz (vincitore dello scorso anno). Tra le donne spicca un altro nome d’elite, Anne Caroline Chausson, pluricampionessa del mondo di downhill e in questa occasione vincitrice delle Megavalanche 2006 davanti a Hélene Gaskell e Birgitt Braumann, rispettivamente seconda e terza.

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Attrezzatura e Mezzi utilizzati. Mountain bike robuste ma leggere e pedalabili. Un compromesso che il mercato chiama Enduro o Easy Freeride. Le biciclette devono sopportare altissime sollecitazioni. L’escursione preferita è di 150 mm sia sulla ruota anteriore che posteriore, in modo da assorbire le asperità, spesso anche notevoli come pietraie e salti, ma senza troppa dispersione di energia durante la pedalata grazie a ammortizzatori bloccabili. I freni sono rigorosamente a disco e ruote dal 2.3 pollici in su, anche semislick per favorire il rotolamento, anche in caso di neve. Protezioni: E’ fatto obbligo dall’organizzazione l’uso di protezioni completi di casco integrale, maschera, guanti lunghi, paraschiena, pettorina e ginocchiere. Il biker si veste come un gladiatore per affrontare queste gare, ma la sicurezza viene davanti a tutto.

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Ma partiamo con ordine. Già dall’inizio della settimana tutta la valle ai piedi dell’Alpes d?Huez è stata movimentata con una serie incalzante di eventi e competizioni sotto il simbolo dell’Avalanche Trophy. Venerdì sera sono arrivati gli ultimi rider, pronti ad un fine settimana unico nel suo genere. Sabato mattina hanno avuto luogo le manche di qualifica su un percorso ridotto rispetto alla Megavalanche, ma per questo non meno impegnativo e selettivo. Con oltre 1500 m di dislivello, si partiva dal Dome Des Petites Rousses (2810 m) per arrivare a Ox En Oisans (1350 m) su un percorso molto divertente quanto fisico. L’inizio era caratterizzato da una sezione rocciosa da interpretare al meglio per cercare di non rimanere imbottigliati nei passaggi tecnici. Una volta entrati su una strada sterrata di montagna la discesa diventava molto veloce e dopo una pedalata per riprendere quota a metà tracciato si entrava nel bosco in un’infinata sezione di toboga e paraboliche fino all’arrivo. Già

dalle prime batterie di comprendeva il livello altissimo dei partecipanti giunti da oltre 15 nazioni tra cui Usa e Canada, Nuova Zelanda e Australia. I più preparati si sono subito dimostrati i padroni di casa che immediatamente hanno occupato i primi posti in classifica, ad eccezione dello svizzero Rene Wildhaber che ha segnato il miglior tempo di qualifica e dello spagnolo Misser Tomas, in ritardo di una trentina di secondi. Tutto è pronto per la Megavalanche. Il tracciato di oltre 35 km è stato cambiato nella parte iniziale rispetto alle edizioni precedenti con una lunga e tortuosa sezione sulla neve che avrebbe sicuramente fatto la differenza. Nicolas dichiara di montare un copertone semislick sulla ruota posteriore e di apprezzare molto le novità introdotte che lasciano maggiore interpretazione della discesa rispetto al vecchio single track.La sua unica preoccupazione è René che è sempre il favorito e ha dimostrato in qualifica di essere in

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gran forma. Domenica mattina alle 6, con le prime luci dell’alba, i primi atleti inizia a salire e piano piano tutti gli altri 1200 iscritti. La neve del ghiacciaio è in condizioni perfette e puntualmente alle 9.00 viene dato il via al primo gruppo di 300 atleti che si sono guadagnati il diritto di correre la Megavalanche PRO. La partenza è velocissima in massima pendenza. Renè e Nico subito davanti mentre dietro Misser esplode sulla neve senza conseguenze. Ma Renè sbaglia troppo sulla neve e Nico non perdona, prendendo un vantaggio che riesce a mantenere fino al traguardo. Non troppo diversa è andata per le donne dove Anne Caroline parte sicura sulla neve e nessuna delle avversarie riesca a recuperare il gap. Dietro i professionisti è l’ora delle categoria Promo, divise

in 2 gruppi da ca 300 concorrenti; probabilmente i veri protagonisti di questa avventura e sicuramente i più divertenti da vedere. Il livello medio era molto alto, nessuno era disposto a lasciare un metro al proprio vicino e sulla neve che verso le 10.00 iniziava a sciogliersi le conseguenze sono state catastrofiche. Mucchi di mezzi e uomini rotolavano a valle, con ruote, braccia e gambe che uscivano da una nuvola di neve e fango. Fortunatamente non ci sono state conseguenza gravi per nessuno. E poi tutti verso valle con tempi cha hanno superato le due ore. La Megavalanche è una gara unica nel suo genere ce merita di essere vissuta da cima a fondo.

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Specialità 2006 LE MEGAVALANCHE 25 - 26 Marzo

Cusco – PEROU

28 - 30 Luglio

Alpe d’Huez

02 - 03 Dicembre

Isola de la Réunion francese

Le Megavalanche è una formula di gara di downhill caratterizzata da partenze di gruppo in linea (al contrario delle partenze singole delle gare Sprint di DH) su percorsi dai 15 ai 25 km di lunghezza per un dislivello compreso tra i 2000 ed i 3000 metri.

LE MAXIAVALANCHE 20 - 21 Maggio

Vallnord (Andorra)

12 - 13 Agosto

Val d’Isere

02 - 03 Settembre

Cervinia (Italia)

Le Maxiavalanche sono una via di mezzo tra la formula SPRINT e MEGAVALANCHE. Aperta a tutti, la Maxiavalanche si sviluppa in ambiente montano lungo un percorso tra i 10 ed i 15 km con un dislivello di circa 1000m. La competizione si svolge su due manche che i primi coprono mediamente in circa 20/30 minuti ciascuna.

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12-13 Agosto 2006: Maxiavalanche Val d’Isere Non ho dubbi nel dire che nessuno dei 200 iscritti alla prima edizione della Maxiavalanche in Val d’Isere si aspettassero un tempo tanto inclemente quando da li a due giorni si sarebbe festeggiato Ferragosto. Ma i veterani della Avalanche Cup lo sanno, non può esistere una gara di maratona di DH che non abbia qualche metro di percorso innevato. Ed ecco che presumibilmente su richiesta di Georges Edwards e staff, il venerdì notte la pioggia che già da tutta la giornata cadeva copiosa si è trasformata in neve. Le prove del sabato si

sono svolte comunque con regolarità. Il tracciato era molto pedalato in mezza costa lungo le piste tra Val d’Isere e Tignes. Il prati ed i pascoli che venivano attraversati sono presto diventati una pista di fango dove era impossibile solo pensare di toccare i freni. Tutta la concentrazione era sulla tenuta di spigolo dei copertoni mentre le gambe dovevano spingere il più possibile. Solo la seconda parte si presentava più tecnica con uno stretto single track nel bosco e l’arrivo in fondo al paese. Per tutta la notte non ha mai smesso di piovere

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Siti consigliati:

in paese e nevicare in quota. Chi poteva montava gomme da pioggia per gli altri rimaneva la speranza di rimanere in piedi sulla bicicletta da cima a fondo. Sicuramente i pedalatori erano i più avvantaggiati. La partenza della prima manché è stata puntuale alle 10,30 con il termometro ferma a 4 gradi e vento che tirava da nord. Gli atleti sono partiti in blocco unico. Un primo muro di neve su cui chiudere curve da gigante ha subito scremato il gruppo. Primo all’arrivo è Doucende Gregory in 16 m 37 s, davanti a Parolin Frank e Remy Abso-

lon, rispettivamente secondo e terzo. La seconda manche parte con condizioni meteo meno rigide. Il vento è calato e ha smesso di nevicare. Doucende non cala il ritmo e mantiene il vantaggio vincendo eroicamente questa seconda prova valida per la Coppa Europa di Maratona di DH. Dietro a lui sempre Parolin Frank, seguito da Clementz Jerome che ruba la terza posizione a Remy Absolon. Per le donne la massima supremazia è di Anna Caroline Chusson che non da spazio a nessuna delle sue avversarie.

www.avalanchecup.com Sito ufficiale con il calendario, regolamento e modalità di iscrizione www.mysticfreeride.com Sito di Freeride dove trovare report delle principali gare di maratona di DH. www.photorider.it Fotografi ufficiali della Maxiavalanche Cervinia. Sul loro sito si possono trovare tutte le fotografie di questa tappa ma anche molto altro. www.shplus.com Caschi integrali, maschere ed occhiali www.soul-race.com Protezioni da MTB, obbligatorie per partecipare. www.duncon.pl Sito di produttore di telai da discesa e Freeride, ideali per questo tipo di utilizzo.

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Maxiavalanche Cervinia: Ultima prova del circuito di Coppa Europa di specialità. Parolin Frank si conferma il più veloce maratoneta di DH, vincendo per il secondo anno la Coppa Europa di specialità grazie ad una splendida vittoria dell’ultima tappa disputata a Cervinia. Una gara avvincente, tecnica e impegnativa, caratterizzata da un tracciato tra i più belli dell’intero circuito delle Maxiavalanche. La partenza sul ghiacciaio è stata meno spettacolare degli scorsi anni a causa delle alte temperatura fin dalle prime ore della giornata che hanno reso il ghiacciaio lento. In compenso per la prima volta su tre anni i trecento atleti in partenza non hanno affrontato la gara sotto la bufera di neve che ha caratterizzato le edizioni precedenti. La parte intermedia metteva a dura prova i mezzi e la tecnica di guida. Una lunga sezione in pietraia difatti mieteva vittime di foratura e rotture meccaniche oltre a numerosa cadute senza gravi conseguenze per

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nessuno. Uscire dalla lunga sezione di pietre ai piedi del ghiacciaio indenni era il principale pensiero quando comunque non si era ancora oltre la metà percorso. La sinuosa sezione nei pascoli di Plan Maison faceva aumentare il ritmo, tra curve paraboliche e linee sempre più estreme, e buttava sul tecnico sigle track che conduceva all’arrivo nel cuore del paese. Una gara di oltre 1600 metri di dislivello che Parolin Frank ha incredibilmente coperto in 21 minuti circa per ben due volte consecutive, vincendo in questo modo la gara di Cervinia ma soprattutto i punti definitivi che lo hanno posto sul primo gradino del podio dei migliori rider della Coppa Europa di DH. Jerome Clements, vincitore della prima tappa ad Andorra, ha tentato il tutto per tutto. Dopo le migliori premesse con la vittoria della prima manche con una strategia di gara da Tour de Fran-

ce, è stato uno delle vittime di guasti che gli hanno rubato 9 minuti nella seconda manche, scivolando al terzo posto della classifica di Coppa. Al secondo posto di Coppa si è classificato Doucende Gregory, grazie a prestazioni sempre altissime e costanti, ma non sufficienti a superare Frank. Il più forte degli italiani si conferma Claudio Brunier, decimo a Cervinia a quindicesimo in classifica di Coppa. Claudio, residente ad Aosta ha preparato con attenzione questa ultima tappa corsa nelle sue valli. Purtroppo non è stato in grado di superare la supremazia francese, ma a lui il plauso di essere il miglior atleta italiano di DH marathon. Il circuito è concluso per questa stagione estiva. Le Megavalanche in Perù e La Reunion saranno le prossime tappe invernali. Per maggior informazioni: www.avalanchecup.com

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Masirah, isola dell’Oman Oman, penisola Arabica: l’estate 2006 ci avrebbe visti in Oman e per la precisione sull’Isola di Masirah nota per essere l’isola delle tartarughe marine. Con noi sarebbero partiti Tito, Angela ed Andrea amici conosciuti tramite Windcam.it. Programmando il viaggio con un certo anticipo (2-3 mesi) si riesce a strappare un prezzo di circa 600-650 euro. E’ necessario uno scalo intermedio. Viaggiando con Alitalia ed Emirates le tratte sono MilanoDubai e Dubai-Muscat. Altre combinazioni di compagnie aeree usano scali intermedi diversi. Il solito problema extrabagaglio ci ha tenuti in scacco sino all’ultimo, ma una signorina particolarmente gentile e carina all’andata, ed una particolare distribuzione dei pesi delle sacche sulla bilancia al ritorno, ci ha permesso di far viaggiare l’attrezzatura completamente gratis. Le tratte internazionali non sono soggette alle stesse regole

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di trasporto bagagli che vigono in Europa. All’andata dopo che ci avevano prospettato un costo di 700 euro per il trasporto, in pratica 27euro per ogni chilogrammo extra, ci è arrivata la soffiata giusta: rifare il check-in nello scalo intermedio può evitare di pagare costi eccessivi. L’unica fatica è dover ritirare il materiale ed imbarcarlo. Nel caso di Dubai vi assicuro che non è gioco da poco visto la dimensione dell’aeroporto ed il fatto che dovendo uscire dallo stesso vi ritroverete a 45gradi con il 95% di umidità! Dopo circa 12 ore complessive di viaggio ci siamo ritrovati a Muscat,. Le tavole di Tito non erano arrivate, abbiamo così deciso

di dividerci, ci saremmo ritrovati sull’isola. Ritirato il fuoristrada ci siamo avviati velocemente verso l’imbarcadero posto a circa 500 km da Muscat. I 15 km che separano Masirah dalla costa Omanita sono compiuti in 2 ore, su un traghettino dalla portata di circa 30-35 auto. Il traghetto in teoria dovrebbe partire ogni ora in realtà è legato al numero di auto e camion che riesce ad imbarcare, sino a che non è pieno non si parte! L’Hotel Masirah non è niente male e con circa 10-15 Ryal Omaniti (poco meno di 20/30 euro al giorno) avrete diritto ad una camera dotata di aria condizionata, tv satellitare, frigo e doccia, a volte calda a volte tiepida.

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Gli Omaniti.

... Dovete sapere

ni possono I cittadini italia ario un visto. ss ce plomatica ne di è za an m la rappresentan Per visitare l’O so es pr nel o tic di soggiornare del visto turis fare richiesta euro, permette 25 oa ss st co po to try ma: il vis ti multi-en dell’Oman a Ro estensibile. I vis è un n r no pe e an e m an O settim o fermarsi in paese per tre so che intendon standard. Pres ciati a coloro as ril re se es vis l to turistico no da o ist to ev en pr re a quello mesi dal mom e uno valido 6 periodo superio rn ne al te i, ot es ò m pu 3 Roma si l paese per l’ambasciata di soggiornare ne vo di rri l’a rà al te o et tic rm e pe il visto turis del rilascio, ch ssibile acquisire uimento ro. E’ anche po eu ietto di proseg 50 gl bi di il o , st to co or ap ss pa to dà il Il visto ottenu presentando in aeroporto, circa 50 euro. di a ss tenta in a Se un e. pagando 2 settiman del viaggio e a nel paese di co. sim ifi as ec m sp za so en es rman urarvi un perm oc pr diritto a una pe te ve i in do che siete stat in automobile aporto risulta ss dete viaggiare pa ro st vo l te che se da Tenete presen sso in Oman. negato l’ingre rrà ve Israele vi aria ntrarre la mal è il rischio di co c’ an m wich O en in re ri: eridiano di G Rischi sanita ti rispetto al m an av e or 4 : Fuso orario

o iusto dedicarl g è e rt a p a lo Un capito e persone che L . a it n a m o à alla civilt la sono di una so ’i ll su e t re incontre ità una disponibil to generosità ed biamo allaccia b A . re va ro t a rara d mo e persone, sia lt o m n o c ia iz amic case, ci hanno ro lo le el n i t stati invita tipici. I anti e vestiti rb u t o t la re a g re ci hanno semp ia g g ia sp in cui pescatori iffidenza con d a L e. c es p onti dato del talia, nei confr ’I ll a d i it rt a p i ha siamo lontano da no sì o c lo o p o p di un sentimenti di a io z a sp o t presto lascia spetto. amicizia e di ri

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Il WindSurf

Siamo arrivati... sull’isola la sera del giorno dopo la partenza. Tito e famiglia si sono dovuti trattenere a Muscat in attesa delle tavole che per un disguido sono rimaste a Dubai. Il viaggio per quanto agevole è abbastanza stancante soprattutto, per chi non è in grado di rubare ore di sonno nei trasferimenti aerei. L’arrivo in hotel è veramente il miraggio di fine viaggio. Durante il viaggio si ha modo di iniziare a capire che la vita in Oman costa molto poco. Un pieno di benzina al fuoristrada si effettua con circa 8-9 Ryal omaniti, intorno ai 15-16 euro; un caffè preso nei numerosissimi coffee shop sparsi ovunque (nescafe in acqua calda e latte liofilizzato ) costa 100 Baisa meno di 20 centesimi di euro. Hilf , il paese dove abbiamo alloggiato all’Hotel Masirah, è molto vicino ad una base militare occupata, nel

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passato, dagli inglesi, per questo motivo quasi tutti parlano piuttosto bene la lingua anglosassone. Ad Hilf non manca niente, come detto è presente un hotel, quattro ristoranti dove con poco più di un euro è possibile cenare discretamente, attingendo ad un menù frutto di influenze arabe ed indiane. E’ presente una fornitissima farmacia, un supermercato, un’ ottima pasticceria ed è veramente impressionante il numero di lavanderie dove con 100-200 Baisa è possibile ottenere un servizio “europeo” di lavatura e stiratura di pantaloni e magliette. Non ci sono molte cose da fare lontano dal mare sull’isola di Masirah, ma tappa obbligata durante la residenza sull’isola è una visita notturna a Turtle Beach , una spiaggia sul versante Nord Est dell’isola, dove le gigantesche tartarughe che popolano l’oceano indiano vanno a deporre le uova. L’isola è percorsa da una piccola dorsale di collinette completamente brulle, spesso e volentieri piene di fossili marini.

Quello che stupisce di Masirah dal punto di vista surfistico è la costante direzionale che accompagna tutti gli spot, sempre e solo side-off (sulla parte ondosa dell’isola). E’ incredibile ma risulterebbe difficile trovare anche solo uno spot side. Detto questo, definito questo magnifico punto fermo che tutti i windsurfisti del mondo sognano , rimane da scegliere l’altezza dell’onda, la velocità e la potenza della stessa, la difficolta’ di accesso, il paesaggio in cui si desidera surfare. Intensità del vento ed altezza delle onde è una relazione molto stretta. Ci sono tuttavia spot che reagiscono immediatamente all’aumento del vento come la Base ed il Sercio , altri come Khasiit pretendono più giorni di vento forte per dare il meglio di se stessi. Masirah è un posto dove si surfa, onde vicino all’albero di altezza, magari non particolarmente veloci come a Khasiit, o di un metro, un metro e mezzo ma potenti e velocissime come alla Base, dove spararsi a mille sul lip in cerca di areal o goiter è quello che farete per la maggior parte del tempo. Non impressionatevi, è possibile anche saltare, magari non con altissima frequenza, ma uscire sulla raffica giusta e trovarsi di fronte una ripida rampa di 2,5-3m è cosa piuttosto usuale. Siamo usciti praticamente tutti i giorni, spesso anche due volte al giorno, la mattina allo spot chiamato “La Base” ed il pomeriggio abbiamo scelto lo spot in base all’intensità del vento. Se siete windsurfisti e cercate un posto per fare wave riding con direzione veramente sideoff, Masirah è il posto che fa al caso vostro. Col tempo la sensazione di essere nel regno del nulla che vi pervade i primi giorni lascerà spazio all’affetto per un posto che a modo suo vi offrirà sensazioni e paesaggi unici.

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Roma Survival Un’occasione per ritrovare la nostra anima, pronta a ruggire di fronti ai pericoli e alle difficolta' della vita. Alla partenza sul lungolago di Anguillara Sabazia la tensione si tagliava a fette. I 600 atleti pronti al via divisi in Maratoneti, Bikers e Squadre di sopravvivenza si capiva subito che erano “atleti speciali”, pronti a tutto; a correre, pedalare, saltare, arrampicare… a gioire e maledire il giorno che avevano deciso di partecipare, ma per nessuna ragione al mondo avrebbero mai rinunciato ad esserci. Lo sparo del giudice di gara non li ha colti di sorpresa e nemmeno l’acqua gelida del lago nella quale si sono immersi dopo

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trecento metri di corsa sulla sabbia vulcanica della spiaggia. Schizzi d’acqua e di adrenalina, volti tesi, sguardi decisi, muscoli e sudore ma anche sorrisi, gesti gentili, correttezza nei gesti. Questa è stata l’immagine consegnata da una macchina fotografica alla storia di questa terza edizione della Roma Off Limits (Roma no Limits). Un’edizione migliorata dal punto di vista organizzativo, che ha confermato la giustezza di una formula progettuale sicuramente nuova e originale, ma vincente dal punto di vista partecipativo.

La Filosofia La manifestazione nasce dalla rivalutazione di uno sport che per molto tempo è stato dimenticato e che solo in questi ultimi anni ha ripreso terreno, visto i forti legami con la vita reale e con le situazioni di sopravvivenza. Ha ripreso corpo il Survival e il Surviving, l’anima dello sport natura e di quelle attività all’insegna dell’avventura e della resistenza fisica, che attira gli interessi degli studiosi e degli esperti che analizzano il comportamento umano in condizioni di forte stress (calamità naturali, attentati terroristici o incidenti). Nel Survival rientrano tutte quelle attività che definiamo “sport estremi” e che negli ultimi anni sono diventati moda e tendenza fra gli sportivi ma anche fra coloro che amano l’emozione e desiderano spezzare la monotonia della vita quotidiana con istanti di adrenalina pura. L’entusiasmo nato intorno

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Il Percorso

a queste attività ha portato ad una serie di iniziative, eventi e manifestazioni in diverse parti del mondo, che hanno avuto un riscontro positivo anche sul turismo e l’economia. Grazie all’impegno della Federazione Italiana di Survival, anche in Italia questa moda ha preso piede incontrando il favore di molti appassionati. Nonostante sia un fenomeno ancora specialistico e sperimentale, le iniziative di Surviving e di Avventura incominciano ad avere un ruolo e una funzione importanti nel mondo dello sport agonistico e amatoriale. Roma off Limits nasce per dare uno spazio nuovo a questa cultura sportiva, con l’obbiettivo di diffonderne la conoscenza anche fra quei “profani” che non sono sicuramente specialisti di questo

sport e che lo praticano per divertimento alla ricerca di nuovi stimoli e passioni. Inoltre l’interesse è anche quello di formare il cittadino perché sia in grado di affrontare con abilità le situazioni estreme o d’emergenza che la vita spesso ci propone. La verità è che in ognuno noi, dall’impiegato all’operaio, si nasconde un’anima selvaggia, un retaggio di quello che siamo stati e che il tempo, il progresso e la modernità hanno smorzato, ma in realtà è ancora là, nel profondo di noi, assopito in attesa di riemergere quando la vita e le sue difficoltà lo richiedono. Roma off limits è proprio questo, un’occasione per ricongiungerci con la nostra anima selvaggia e rendersi conto che non è mai andata persa.

Anche per quest’anno la location del percorso è stata organizzata nell’hinterland romano, considerato il più adatto per gli atleti e il più suggestivo per chi avrebbe assistito alla gara, affascinato dall’immagine di una campagna romana che per l’occasione si è trasformata in una jungla selvaggia e impervia. La spiaggia di Anguillara Sabazia è stato il punto di partenza della gara. Un piccolo Borgo di pescatori sulle rive del Lago di Bracciano, situato a circa 25 chilometri da Roma. Dopo un centinaio di metri in acqua si risaliva per il Borgo per poi ridiscendere verso il lago per un guado di un chilometro circa. Una volta usciti dal lago si attraversano le colline della Riserva Naturale, lungo un percorso misto di asfalto, sterrato e prati, per giungere al Lago di Martignano. Dopo aver attraversato il lago si corre e pedala su un piccolo sentiero che costeggia il lago stesso con frequenti contatti con l’acqua, immersi in un paesaggio circondato da boschi che nascondono antiche necropoli etrusche. Si piega sul territorio di Cesano attraversando le colline dei Monti di S. Andrea per almeno 3,5 chilometri, in direzione del borgo medievale, in cui è stato collocato il Ponte Tibetano per i Team. Superato il borgo ci si inoltra nel Bosco del Rigo, nell’alveo di un antico fiume molto simile ad una foresta del Borneo. Si piega verso la via Cassia e i Team, passando attraverso uno stretto e buio sottopassaggio, iniziano il percorso del ritorno tra colline e prati, attraversando la via Cesanense. I ciclisti e i maratoneti proseguono verso la Valle del Sorbo nel territorio di Formello, diretti al traguardo, risalendo sull’antico bosco etrusco di Martignano. Usciti dal bosco, per circa 6/7 chilometri si discende lungo una strada sterrata prima di rientrare nel Lago ripercorrendolo nei pressi di Anguillara. Usciti dal lago ultimo chilometro di fatica, il Borgo, la Piazza del Molo e il traguardo finalmente.

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Le new entry Quest’anno oltre ai consueti afecionados “dell’estremo” e dell’avventura come Modestino Preziosi e Clara Vaccaio, vincitori della prima edizione, Michele Ermacora e Simona Vittori della seconda, alla partenza si sono presentati volti “nuovi” come Giorgio Calcaterra e Caterina Fusco ma anche Marco D’innocenti e il marocchino francese Faiz Hassan per la maratona estrema, oltre a tanti sconosciuti che hanno voluto provare il brivido di un’avventura davvero esaltante. Commovente ed entusiastica la prestazione dell’atleta non vedente Lorenzo Gazzellone e del suo splendido accompagnatore Raffaele di Manno che insieme hanno incredibilmente coperto l’intera distanza in poco meno di cinque ore e trenta. Il percorso di 42 chilometri che prevedeva passaggi mozzafiato tra fiumi, colline, zone desertiche ed altre del

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tutto simili a jungle tropicali, è stato divorato in poco più di tre ore dal vincitore Calcaterra e in poco meno di otto ore dall’ultimo classificato, mentre i Bikers hanno eletto vincitore il colombiano Salazar che si è aggiudicato la gara dei 48 chilometri in poco meno di 2 ore e trenta. Per i Survivor Team che hanno dovuto affrontare 12 prove davvero impegnative di coraggio e destrezza, ma anche divertenti ed istruttive, la vittoria è andata ad uno scoppiettante gruppo di due uomini e una donna dell’Associazione Sportiva Peter Pan. La giornata davvero troppo calda per questa stagione ha complicato un po’ le cose, ma pochissimi sono stati quelli che non hanno raggiunto il traguardo; nessuno avrebbe rinunciato ad un tuffo ristoratore nel lago, ad un buon piatto di pasta, alla bella medaglia coniata a ricordo della manifestazione, ma soprattutto alla soddisfazione di poter dire e raccontare che quel giorno a quella già mitica Roma Off Limits: C’ERO ANCHE IO!!.

Maratona Maschile 1) Giorgio Calcaterra 2) Marco D’Innocenti 3) Claudio Faraoni Femminile 1) Simona Vittori 2) Antonella Chini 3) Caterina Fusco

Mountainbike Maschile 1) 2) 3) Donne 1) 2) 3)

Jhon Jairo Salazar Paolo Alberati Julian Alfonso Medina Lucia Anzi dei Beatrice Del Moro Tiziana D’Aloi

“PlayStation” and “PSP” are registered trademarks of Sony Computer Entertainment Inc. “‰ ” is a registered trademark of Sony Corporation. Gangs of London™ ©2006 Sony Computer Entertainment Europe. Published by Sony Computer Entertainment Europe. Developed by SCEE London Studio. All rights reserved.

Yardies, Triadi cinesi, Cockneys, mafia Pakistana o Russa? Scegli una gang e prendi il controllo della città nel primo spin-off di Getaway per PSP. 60 missioni di azione e strategia criminale, anche in modalità “guerra fra gang” per 5 giocatori, per vivere una Londra sesso, droga e antidolorifici.

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Articolo: Carlo Brena Foto: Carlo Brena, Michele Fontana

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Rock Master La piu' importante competizione che ogni climber vorrebbe nel proprio palmares.

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Cosa spinge l’uomo verso quelle rocce? Uomini e donne, dalle mani trasformate in bianchi artigli e sostenute da bicipiti generosi. In ognuno di loro c’è un bambino che si arrampica, costretto all’interno di un corpo da adulto. Guardano la parete che verticale si erge davanti a loro: il loro sguardo corre lungo la “via” che devono disegnare, quella che devono lavorare, quella che devono domare. C’è una febbre dentro loro che li spinge oltre il limite e li rende più simili a dei ragni. L’artefatto su cui devono tessere la ragnatela, sembra un misto tra un’opera postmoderna e un piping industriale. Un arco grigio, e non potrebbe essere altrimenti in questo angolo del Trentino, un’iperbole d’acciaio alta come un palazzo di sei piani da cui scendono granitiche lenzuola. O quasi. Appigli colorati. Appoggi di resina. La montagna artificiale è davanti a loro, e dietro, quella vera.

Il Paradiso dell’arrampicata Un contrasto surreale, un’immagine che è tutta una storia. E ad ogni fine stagione la storia si ripete: da ventanni Arco, stretta tra il Lago di Garda e le Dolomiti del Brenta, ospita l’evento principe dell’arrampicata sportiva, il Rock Master. Dicono che questo sia il paradiso dell’outdoor, l’Eden dell’arrampicata, l’empireo della mountain bike e del trekking. Il mondo dei climber è tutto qui: europei, americani, giapponesi, insomma ogni continente dona a questo appuntamento i migliori alunni della propria scuola. Due giorni di gare, con il sole ad accecare gli spettatori. In seimila erano sdraiati nel prato, qualcuno con la mano a fare ombra sugli occhi, qualcun altro con la bocca aperta.

Arco Rock Legends, ovvero gli “Oscar” dell’arrampicata Nei giorni che precedono il Rock Master, come ogni anno, il fermento è grande, ma quest’anno lo è stato ancora di più perchè alla vigilia delle gare è andato in scena un nuovo appuntamento, quello degli “award” dell’arrampicata. La prima edizione di Arco Rock Legends, promossa in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, il comune di Arco, Ingarda, Amsa spa, e con il contributo di Salewa e La Sportiva che hanno legato il proprio marchio all’iniziativa, verrà ricordata come la notte degli “Oscar” dell’arrampicata. Sono stati due i premi consegnati dalla madrina e presentatrice dell’evento Kay Rush, agli atleti che si sono distinti nella passata stagione. Due donne, due grandi climber, da tempo stelle dell’arrampicata sportiva

mondiale, hanno meritato gli ambiti trofei. Nel salone delle feste del casinò di Arco è stato un grande applauso, in una sala gremita all’inverosimile, a tributare il successo ai vincitori ma sopratutto all’idea. Non è stato un compito semplice per la giuria, composta dai migliori giornalisti del settore, aggiudicare i premi. L’hanno spuntata, come già detto, due rappresentanti dell’altra metà del cielo: Josune Bereciartu e Angela Eiter. La 34enne basca Josune Bereciartu ha ricevuto il primo Salewa Rock Award che ha premiato l’arrampicatore che più si è distinto nell’arrampicata su roccia nelle ultime due stagioni. La basca ha dimostrato negli ultimi anni una capacità unica alzando il grado di difficoltà al femminile fino ai livelli assoluti. Alla 20enne austriaca Angela Eiter è andato, invece, il primo La Sportiva Competition Award per il suo dominio assoluto nel Rock Master di Arco, in Coppa del Mondo, World Games e Campionato del mondo.

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SPORT Xtreme Result MEN Boulder Rank 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

Name HUKKATAIVAL Nalle OLEKSY Tomasz LAURENCE Ludovic FISCHHUBER Kilian PRETI Lucas CAMINATI Michele ANDRADA Daniel BOROWKA Andre Mร LLER Matthias

Result MEN Duel 2006 Rank 1. 2. 3. 4.

Name MRAZEK Tomรกs PUIGBLANQUE Ramรณn Juliรกn VERHOEVEN Jorg CRESPI Flavio

Result WOMEN Duel 2006 Rank 1. 2. 3. 4.

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Name LEVET Sandrine DURIF Charlotte SAURWEIN Katharina EITER Angela

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Rock Master 2006 Come ogni gara anche il Rock Master ha avuto il suo podio. E’ salita l’austriaca Angela Eiter, campionessa del mondo e tre volte vincitrice ad Arco, che, dopo una prima giornata opaca, s’è riscattata raggiungendo il top nella via finale. Le ha subito risposto, da grande campionessa, la francese Sandrine Levet che sul podio s’è conquistata il gradino più alto. Grande delusione, e sorpresa invece, per l’errore della ventenne slovena Maja Vidmar che comandava la classifica provvisoria dopo la prova del sabato: un errore banale l’ha fatta precipitare al 7° posto. Chi invece non ha sbagliato nulla è stato lo spagnolo Ramón Julián Puigblanque che ha riconfermato la leadership della prima giornata salendo con numeri incredibili e sfiorando letteralmente il top in mezzo al tripudio del Climbing Stadium. Grande prova anche per il tulipano Jorg Verhoeven, secondo davanti all’iridato in carica Tomasz Mrazek dalla Cekia. Ai piedi del podio il varesino Flavio Crespi che però resterà in cima al circuito mondiale. Nel testa a testa del Parallelo di velocità, il regno degli sprinter della verticale, il russo Sergey Sinitsyn vince il confronto con i climber più veloci del mondo davanti al connazionale Evgeny Vaytsekhovsky e al polacco “volante” Tomasz Olesky che nel corso della gara ha stabilito il nuovo record della pista mondiale di Arco abbassando il suo precedente record a 10 secondi e 52 centesimi. Nel sassismo artificiale del Sint Roc Boulder Contest, un’esplosione di arrampicata allo stato puro dove conta la forza di un guizzo, la sensibilità e l’inventiva da grandi interpreti dell’anti-gravità, dovevate vedere l’austriaca Anna Stöhr che ha dominato dopo aver preceduto la russa Olga Bibik e l’ucraina Olga Shalagina, seconde parimerito. In gara maschile è stato lo straordinario finlandese Nalle che ha preceduto, nell’ordine, lo stesso recordman dello speed Tomasz Oleksy e il francese Ludovic Laurence. E finito l’evento, tutti a scorticarsi le mani alla falesia di Massone il cui nome è tutto un programma: Policromuro, e che altro? Con Kate Rush a far da sicura e il gotha dell’arrampicata a disegnar vie, tutti con il naso all’insù, a guardar le stelle. E pensare che era ancora giorno.

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In questo paradiso dell'arrampicatore, prese e punti d'appoggio si alternano per sfidare le capacita dell'alteta concentrato ed attento per scegliere sempre il passaggio giusto per conquistare ogni centimetro che lo separa dalla "vetta"

Una leggenda che ci accompagna da ventanni Il Rock Master di Arco è la gara della leggenda, quella che racchiude tutta la storia dell’arrampicata sportiva: un tomo dell’Enciclopedia Britannica del climbing. E’ dal 1987, infatti, che il Rock Master ogni prima settimana di settembre raccoglie migliaia di appassionati della verticale. E anche quest’anno, è stata una grande edizione. Nella due giorni le straordinarie evoluzioni degli atleti si sono susseguite in un tour de force micidiale che ha avuto il suo culmine naturale con la gara leggenda, il Rock Master, la vera sfida! Ma oltre al ventennale trofeo altre sfide si sono succedute: dal boulder allo speed, i migliori specialisti del mondo hanno avuto di che misurarsi. Il clou è stato la doppia manche del Rock Master: 14 uomini e 10 donne hanno catalizzato l’attenzione in ogni istante della gara, fino alla salita terminale di Luca Cardini, per tutti “Canon”, il veterano dell’evento con ben 13 partecipazioni: nella sua ultima sfida ha entusiasmato il pubblico e sulle note di Exodus di Bob Marley ha innescato il giusto ritmo. Alla fine per uno così valeva la pena della standing ovation.

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La Mano, una collezione per i climber in parete e a terra C’è chi ha reinterpretato gli ultimi trend del panorama internazionale del free climbing e lo ha fatto in stretta collaborazione con i propri atleti. Il suo nome, Salewa, rappresenta 70 anni di storia dell’alpinismo e della montagna; il frutto di tale lavoro, La Mano, è una collezione di capi che fanno sognare. Gli stilisti Salewa, infatti, hanno mostrato particolare cura nel taglio dei capi: grazie allo studio del posizionamento corretto dei tessuti, i modelli presentati assicurano grande libertà di movimento e sono estremamente resistenti allo strappo. Nei pantaloni, per esempio, sono stati utilizzati particolari tessuti stretch nei punti chiave del movimento degli arti. In alcuni modelli sono stati impiegati tessuti altamente resistenti all’abrasione in particolare nei punti che sono continuamente a contatto con la roccia. Facciamo un esempio? E’ il caso di Hood Sweater, una felpa pensata per i giorni più freschi: una speciale apertura frontale consente l’accesso all’imbraco, e in questo modo è possibile mettere in sicurezza il proprio compagno di cordata senza prendere freddo. Alcuni dei capi d’abbigliamento sono eccellenti al punto da diventare articoli di culto tra gli arrampicatori, proprio come la Idol, una T-shirt che rende omaggio al leggendario climber Wofgang Guellich.

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LEOGANG DIRT Ecco come richiamare rider da tutto il mondo!

Alberto Accettulli

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I PROTAGONISTI La linea Dirt era composta da 6 salti dalle dimensioni quasi motocrossistiche! Si parla di un doppio di nove metri per il primo e una serie di doppi di 6-7 metri gli altri… Si sono viste delle belle novità, come le due new entry europee che hanno quasi dominato il contest, facendo sudare i più famosi americani. Si parla dell’inglese Lance McDermott che è stato l’unico, e primo al mondo in Mtb, a chiudere nella sua run il frontflip (una capriola in avanti con la bici) e il backflip turn down, un trik davvero incredibile che non si era mai visto fare con ruote da 26. Vuol dire una rotaCOILER Per chi ama un freeride meno estremo c’è la linea COILER - OUT OF BOUND. Con un peso che si aggira fra i 14 e 15 Kg, risulta più leggera e maneggevole, grazie anche a nuove linee di ammortizzatori da discesa ad aria by Fox DHX Air. Ideale per chi vuole trovare il gusto del freeride più puro (risalendo con le proprie gambe!!). I modelli disponibili saranno quattro, un doppio modello ad aria per ridurre ulteriormente i pesi: Coiler, Coiler supreme, Coilair.

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zione all’indietro facendo passare la gamba tra il manubrio e il telaio. Insomma un bel casino! Non si sa come mai si è classificato solo al quarto posto… A dettare legge è stato un ragazzino spagnolo di 17 anni, alto sì e no 1 m e 50, che ha dimostrato di avere uno stile impeccabile e di poter fare qualsiasi run e trik senza sbagliare nulla! Sconcertante la facilità con cui eseguiva trik ad altezze che non si possono pronunciare. Per come tirava certi trik sembrava Cory Nastazio (star del dirt 20 pollici), soprattutto nei no foot can can e nei superman. Ha concluso al secondo posto. Un caso a parte è quello dell’americano Greg Watts, che senza dire nulla a nessuno è partito dal rollin e ha chiuso perfettamente double STAB Ma quando si desidera la velocità e il massimo controllo sulle piste di DH di tutte le Alpi, la grande novità è il doppio modello STAB. 8 inches (ca 200 mm) di esc. posteriore e vanta la crema della componentistica con un ritorno all’italianissima Marzocchi 888 RC2X, ammortizzatori Roco e freni Stimano Saint. Il telaio è stato reso più compatto con tubo quadrato e inversione delle leve dell’ammortizzatore per abbassare il baricentro. Pronta da subito per correre in Coppa del Mondo.

backflip, cioè due capriole all’indietro. L’ha chiuso così bene che poi ha continuato indisturbato gli altri salti della linea! Mah!.. La vittoria se l’è portata a casa in California, il ventenne Cameron McCoul con sessions pulite e senza sbagliare nulla. Mai che gli sia scappato un pedale o la catena. No, tutto perfetto! Backflip, bar spin to can can, tailwhip e tailwhip come se piovessero… Il terzo posto se l’è aggiudicato l’americano Paul Basagoitia, che pecca un po’ in stile ma chiude di tutto, compreso 720 e 360 tailwhip! Tra i più stilosi ricordiamo sicuramente l’inglese Grant Fielder che faceva superman seat grab meglio di Pastrana in moto!; l’americano Jamie Goldman e il tedesco Carlo Dieckmann. STINKY La linea STINKY, propone un concetto nuovo di bicicletta che è anche un riferimento per tutti gli amanti del Freeride. Il telaio non si discosta tanto dal modello dell’anno passato, se non per l’aggiunta dell’aggancio per il perno del freno flottante su tutti i modelli Out of Bound. La componentistica abbraccia nei modelli di punta la casa Shimano, freni compresi, e Marzocchi, forca e Roco. La gamma si presenta con 3 modelli, Stinky, Stinky deluxe, Stinky estremo.

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L'evento nel paese Ogni anno vengono organizzati in Europa sempre più contest, sempre più eventi di mountain bike, a carattere internazionale. L’intero paesino di montagna è stato messo sottosopra: in mezzo alla piazza principale gli organizzatori hanno allestito un tendone per i party serali, dico i party perché ce n’era uno al giorno! I ragazzi austriaci provenienti da ogni valle erano presenti a queste serate, e hanno portato un po’ di casino in un posto altrimenti frequentato da gente “non proprio al passo coi tempi”…. Era presente il meglio del meglio della scena freestyle in Mtb, da Paul Basagoitia a Cameron McCoul, passando per Kyle Strait e Cameron Zink.

Un po’ di storia La MTB dopo la grossa diffusione avuta nei primi anni ‘90 ha continuato ad evolversi, dividendosi principalmente in due filoni, Cross Country e Downhill. Dalla fine degli anni ‘90 invece si è sviluppata sempre più la disciplina del freeride con segmentazioni ancora più marcate. E’ quindi arrivato il Dirt, il freeride, il freeride estremo e solo negli ultimi tempi lo Slopestyle. Lo Slopestyle è certamente la massima espressione di quello che sia possibile su di una bicicletta. Un percorso con diversi ostacoli dove gli atleti vengono giudicati secondo: ampiezza dei salti, varietà, coefficiente di difficoltà, fluidità e stile.

Leogang Dove si trova m da Milano, k 0 5 5 a c ir c a Leogang dist derci nsigliabile spen per o c o t n a t er p è lo k-end, non so almeno un wee apprezzare ed er p a m a z n a la dist i percorsi che o im ss a m l a e o. approfondir ento garantit im t er iv d n u o re e assicuran anche scollina e il ib ss o p è llata Inoltre ercorsi nella va p ri lt a e er g n e aggiu hi non ne avess c er p , va si es c suc gang. i quelli di Leo d a z n a st a na b b a ike park bisog b il e er g n iu g tinuare Per rag Brennero, con o ss a p l a re a ire arriv k, quindi segu c ru sb n In er p poi lla A12. Uscire su o c a n o M ), er p orgl-Ost (n.17 W a a d ra st o t dall’au sulla statale n n a h Jo t k n a seguire per S 4. gang sulla 16 eo L er p i o p e 312 Settembre - Ottobre

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Si può fare di più Chissà tra qualche anno come sarà il livello? Ci si chiede quando ci sarà uno stop all’innovazione e ai trik. Quando si arriverà a un punto di stallo per cui non ci sarà più niente da fare perché è già stato fatto tutto? Cosa può fare una persona più di double backflip? Magari double frontflip! Si vedrà…

Leogang è stata anche un’importante vetrina per i modelli di bike più moderni che si possono trovare sul mercato. La gamma delle bici Kona offre una svariata gamma di bici per chi vuole fare la giusta scelta.

Snow-Bike Quelli che amano davvero andare sulla bici e cimentarsi in percorsi a volte pericolosi e immersi fra i boschi, in una natura selvaggia e incontaminata, non fanno differenza tra il giorno e la notte, il freddo e il caldo. E’ da questa passione incondizionata che nasce lo snow-bike, percorsi di mbk fra sentieri innevati, immersi nella notte e illuminati dalla luce della luna.

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Settembre - Ottobre

Immagini e paesaggi molto suggestivi che regalano a coloro che li percorrono emozioni e sensazioni indimenticabili. Con le lampade da esploratore posizionate sulla fronte, si procede immersi nella magia della notte e il silenzio è rotto solo dallo scricchiolio della neve sotto la spinta delle ruote. L’inizio della stagione sciistica coincide con il periodo ideale per praticare lo snow-bike, da dicembre ad aprile. Una delle escursioni più suggestive è quella che si svolge lungo la Val di Ferret, illuminata dalla luna, che esalta la maestosità di queste montagne e le fa sembrare più vicine e accessibili. E’ inutile dilungarsi in parole e aggettivi per descrivere l’intensità di certe esperienze…l’unica cosa è provarle! Perciò armatevi della vostra bike, giubbetto antivento, scarpe da trekking e… buona pedalata!

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LG Action sports & NASS

Articolo: Enrica Brandimarte Foto: Dioniso Plaza

LG Action Sports World Tour grandi campioni mondiali degli action sports, skateboarding, BMX, inline skating e freestyle motocross (FMX), per i World Championships.

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Il Campione Tony Hawk Personaggio non solo dei videogames ma di tantissimi amanti dello skatebord, stimato in tutto il mondo per il suo grande talento.

Settembre - Ottobre

Xtreme SPORT Tony Hawnk Bio

Data di nascita: 12 maggio 1968 Luogo di nascita: San Diego, California Nickname: Birdman

Il fratello maggiore Steve gli regala uno skate ad otto anni. A dodici Tony ha già uno sponsor, la Dogtown skateboards. Diventa professionista a quattordici e a sedici è il miglior skateboarder al mondo. A metà degli anni ’80, Tony Hawnk da il via ad un’incredibile serie di vittorie diventando dodici volte di seguito campione del mondo. In quegli anni inventa oltre 85 tricks. Gli anni ’90 iniziano male per lui. Dopo gravi problemi finanziari che lo portano quasi al tracollo, dà vita al brand Birdhouse, producendo skateboards e accessori. Rientra alla grande nel 1995 nei primi X-Games e promuove così anche il suo brand. Il 1999 è conosciuto dagli amanti dello skateboarding, come ” l’anno del 900”, un giro di 900° nella halfpipe, e anche come l’ultimo anno in cui Tony partecipa attivamente alle gare. Oggi Tony Hawnk partecipa solo a show, o fa da moderatore ad eventi di skateboarding. Ha fatto anche apparizioni in diversi film come XXX, Dogtown boys e Scuola di polizia 4. Ha recentemente fatto una comparsa nella serie CSI Miami (Game Over) dove era la vittima di un omicidio.

Mat Hoffman Bio Grande giornata quella di sabato 29 luglio a Birmingham. Quest’anno per festeggiare il decimo anniversario della manifestazione, il Nass si è tenuto presso la NEC Arena. Tra le tante manifestazioni in programma al NASS c’è la finale di inline skating su rampa, resa avvincente dalla presenza dei giovanissimi fratelli Yasutoko imbattuti dal 2002 e le bellissime Fabiola Da Silva e Ayumi Kawasaki, tra le poche donne a competere in rampa insieme agli uomini. Gli atleti hanno lottato a suon di cadute e tentativi di double backflips per raggiungere l’ambito podio. Dopo una serie di runs acrobatiche di prim’ordine il tasmaniano Shane Yost si e’ guadagnato la vittoria, seguito da Eito Yasutoko e dall’olandese Sven Boekhorst. Un folto pubblico si e’ poi radunato sugli spalti per assistere alla prima attesissima esibizione di Mat Hoffman e Tony Hawk, che accompagnati da talenti come John Parker, Zack Shaw, Tas Pappas e Jason Brahnam si sono alternati in una serie dei loro tricks piu’ famosi. Nonostante sulla soglia della

quarantina Tony Hawk ha esibito con nonchalance i suoi famosi 720 e varial mactwist, mentre Mat “Condor” Hoffman, ha lanciato la sua BMX verso lidi ancora inesplorati da molti riders come nohanded 540s e doppi tailwhips. Un duetto mozzafiato con incroci a mezzaria ha terminato la prima demo e le due star una volta scesi dalla rampa si sono rese disponibili alle telecamere per qualche commento e per firmare autografi ai fortunati che hanno potuto avvicinarli. L’attenzione del pubblico si e’ poi spostata verso la megarampa della FMX competition, attratti dal boato dei motori, l’odore di combustibile e la presenza di famose pin up come Lucy Pinder e Orlaith. Riders del calibro di Jamie Squibb, Sebastian Walter, Chris Birch e Gary Taylor, accompagnati dal sapiente commento di Rob Herring, si sono sfidati in una serie di superman, whips e no hands per la delizia dei presenti ma anche per guadagnarsi ricchi premi e un posto ai campionati del mondo di Pomona in California.

Data di nascita: 9 gennaio 1972 Luogo di nascita: Edmond, Oklahoma Nickname: The Condor

Forse il più grande BMX rider nella halfpipe. E’ diventato famoso per i tricks inventati, tra i quali ricordiamo Flair, 900 e una serie infinita di variazioni del 540. Nel 1991 Mat fa suo il record mondiale nel Highest Air Vertical Ramp su una quarterpipe da 6,4 metri. Nel 2001 migliora il suo record da una rampa più alta di 1 metro.

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Spenti i motori si ritorna alle rotelle, con la finale di street skate. Il brasiliano Daniel Viera ha conquistato ancora una volta il primo posto, dopo la vittoria ad Amsterdam con un kickflip frontside grab e un mammoth 360 flip, seguito a distanza dal tedesco Juergen Horrwarth e l’Australiano Josh Rouillon. Verso sera si e’ tenuta la finale di BMX su rampa, dove gli atleti, forse spronati dall’esibizione di Hoffman, hanno tentato tricks molto rischiosi e frequenti sono state le cadute che hanno lasciato i presenti col fiato sospeso. Per la conquista del podio si e’ scatenata una lotta USA contro Inghilterra. John Parker, Jason Brahnam e Tom Haugen hanno lanciato una sfida gli agguerritissimi Zach Shaw, Simon Tabron e Jamie Bestwick a tutto vantaggio del pubblico che ha avuto modo di godersi una serie di 540s, 900, mid-run e tailwhip flairs spettacolari. In prima posizione per solo mezzo punto di distanza da Tabron, il simpaticissimo Jamie

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Bestwick e terzo Tom Haugen. La seconda giornata ha visto la vittoria degli americani Erik Baily nell’ inline street maschile e Fallon Heffernan in quello femminile mentre sulla rampa si e’ tenuta una agguerritissima competizione tra i migliori nomi dello skate mondiale che hanno dovuto sudare la vittoria effettuando i tricks piu’ estremi. L’americano Anthony Furlong si e’ meritato il primo posto eseguendo una serie di varial flip mute grab, varial air, boned out frontside, kickflip indy, tail grab, kickflip mute, tailgrab 540, Madonna, stalefish air... impossibile fare una lista. Secondo il bello e bravo Mathias Ringstrom e terzo Tas Pappas. Ottima la performance del francese Terrence Bougdour che ha tentato un 720 a piu’ non posso ottenendo un dignitosissimo quarto posto. Un’ennesima dimostrazione pomeridiana di Tony Hawk e Mat Hoffman ha definitivamente sancito il loro posto nell’Olimpo dei piu’ grandi atleti del mondo.

Le due leggende hanno eseguito un’altra serie di salti da vertigine per poi terminare con un incredibile front flip in sincrono con atterraggio sul ponte lasciando cadere i rispettivi skate e BMX giu’ dalla rampa. La folla in delirio. Memorabile performance. Difficile e’ stato quindi concentrarsi sull’ultima finale street di BMX, che nonostante tutto e’ stata di un livello altissimo. L’americano Nyquist e’ giunto terzo con un 720 barspin, secondo il tedesco Tobias Wicke, primo l’inglese Mike Webb che dopo aver vinto anche il Braun cruzer spine ha offerto una run impeccabile ed energetica e dimostrato di avere le carte in regola per diventare un talento mondiale. L’evento si e’ concluso con una corsa allo shopping generale e non si poteva non notare sui visi di grandi e bambini un bel sorriso di soddisfazione.

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ffman (bmx) ate) & Mat Ho Tony Hawk (sk

Location & Event Il NEC di Birmingham, uno spazio fieristico di dimensioni ciclopiche, ha ospitato nell’ultimo weekend di luglio la decima edizione del National Adventure Sport Show, una mostra mercato nazionale dedicata agli appassionati di sport d’azione di tutte le eta’, che oltre a radunare i maggiori fornitori di attrezzatura e abbigliamento sportivo d’Inghilterra, offre la possibilita’ di vedere in azione un centinaio di atleti provenienti da 23 paesi, Dj music, B-boy crews e un live stage presentato da Metal Hammer magazine. Numerose le competizioni in programma: il Braun Cruzer tour, un contest dedicato alle discipline flatland e spine, la DC Urban Attack una gara per amatori e giovanissimi, il WFMX il trofeo di freestyle motocross, mountain bike trials, la Eastpak Throwdown B-Boy comp e la tappa inglese del LG Action Sports tour, l’unico contest internazionale di skateboarding, inline skating e BMX che include una imperdibilie esibizione dei “Kings of Vert” Tony Hawk e Mat Hoffman. L’evento di Birmingham e’ stato ripreso dalla troupe televisiva della ASA events contando di raggiungere le case di 440 milioni di spettatori attraverso Channel 4, Extreme Sport Channel, Eurosport e il canale sportivo americano OLN.

NASS World tour & s rt o p S n io t c LG A w ure Sport Sho t n ve d A l a n io Nat rè rts World Tou o p S n io t c A G L cui i ifestazione in orts, la grande man degli action sp li ia d n o m i n ing e campio X, inline skat M B , g in rd a o skateb ano di ss (FMX) cerc ro c o t o m le s. y freest Championship d rl o W i er p qualificarsi a ento tenutosi ev l’ o n n ’a è t es Qu luglio scorsi, 0 3 e 9 2 il m ure Birmingha tional Advent a N l a o t a in b de stato ab ), la più gran S S A (N w o h S n Sports tiva agli actio la re a p ro u E fiera in ipato i hanno partec o t n ve ’e ll A s. sport o. tleti al mond migliori 110 a

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Articolo & Foto: Alberto Accettulli

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ETNIES …a spasso per gli USA Cinque amici in giro per gli States con una sola destinazione: Woodward! L’avventura indimenticabile del team etnies nello skatepark piu' grande al mondo, fra festa e divertimento in un’America tutta da scoprire.

Stefan Lantschner "turndown"

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Stefan Lantschner "barrier air"

Tutto comincia... Il tour Etnies negli Stati Uniti è incominciato nel migliore dei modi. Finite le pratiche al check, Taison perde subito il biglietto dell’aereo! Incomincia subito il panico. Manca un quarto d’ora all’imbarco. Poi una comunicazione al microfono, ci salva dalla prima sventura del nostro tour. Il biglietto è stato ritrovato! Ci siamo tutti, il team Etnies bmx al completo: Andrea Mazzola, Gianluca Riboni, Stefan Lantschner, Alessandro Tisoni detto

Alberto Accettulli "wall top"

Taison ed io, che faccio eccezione visto che uso una mtb. Il viaggio è lungo ma non troppo, e dopo 8 ore di partite di golf sul minischermo, arriviamo a New York! Dopo aver “ceduto” le impronte digitali alla polizia, ritiriamo il nostro Dodge 6000 di cilindrata, e ci avviamo immediatamente in Pennysilvania, diretti nel più grosso skate park del mondo: Woodward! Usciti dall’autostrada, inizia la caccia all’amish, visto che siamo nel loro territorio, nascosti nelle loro carrozze. Passati paesini fantasma, boschi e fattorie, arriviamo a Woodward camp, situato in piena campagna, a tre ore e mezza da New York.

Non c’è anima viva ed è notte fonda, quindi ci infiliamo di nascosto in un bungalow, che ospitava una vetrinetta stracolma di sigari, tenuti in temperatura! L’indomani, dopo il “cazziatone” del boss per aver dormito nel suo bungalow segreto, incominciamo subito a girare, noncuranti del fuso orario. Woodward è così: ci si apre da soli il park prescelto, si attacca la musica e si gira. Centinaia di metri quadri di park tutti per noi. Ogni tanto veniva a trovarci Bestwick, che è solo il più grande campione di Vert del mondo, e girava tranquillamente con noi, yeandoci quando facevamo qualcosa di figo!

Woodward, biglietto di sola andata... Woodward Park è considerato lo skate park più grande al mondo. A tre ore e mezza di macchina da New York, in Pennysilvania, Woodward camp offre la possibilità di svolgere una serie di attività oltre lo Skateboard. BMX freestyle, Freeride, BMX racing, Inline skate, nuoto, Driving range, Go-cart, Bungee trampoline sono solo alcune delle discipline che è possibile praticare. L’età media degli ospiti varia tra i sette e i diciotto anni ma in determinati periodi dell’anno anche gli over 19 possono accedere alle strutture del campo. Uno staff di istruttori sono a disposizione dei ragazzi per guidarli nella pratica di tutte le discipline, distinte per livello di difficoltà, dal principiante all’avanzato. A Woodward è possibile assistere anche alle acrobatiche perfor-

mance dei Pro più famosi (professionisti) dello Skateboard, Bmx Freestyle e Freeride, consentendo ai ragazzi di ammirare i loro eroi nel tentativo di studiarne le tecniche e le abilità. I Pro, guest-star di Woodward, cambiano ogni settimana quindi per chi fosse interessato può contattare gli uffici per informarsi sui Pro che saranno presenti nel periodo prescelto. Per chi è solito destreggiarsi a bordo della sua bmx sono a disposizione 17 park con diversi livelli di difficoltà naturalmente. Alcuni di questi sono più recenti per costruzione e il più vecchio risale al 1984. Probabilmente ogni rider, almeno una volta nella vita sogna di visitare Woodward camp e di trovarsi fianco a fianco con il proprio idolo. E’ un’esperienza necessaria soprattutto per chi non si accontenta più di scampoli di asfalto, o delle strade di periferia che non lasciano spazio alle proprie abilità. Woodward nasce per dare voce e spazio a tutti i riders, e agli sport che oggi sembrano messi ai margini ma che contano in realtà tanti appassionati e atleti di grande calibro.

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Vert Il Vert è l’evoluzione in chiave moderna del Quarterpipes, in cui i freestyler degli anni ’80 si destreggiavano in evoluzioni aeree che stupivano il pubblico. E’ sicuramente la specialità più estrema del Freestyle, adatta solo ai riders con fegato da vendere e che amano le grandi altezze. Basti pensare che una vert ramp oggi viene costruita con un’altezza che difficilmente rimane sotto i quattro metri, aggiungiamo il fatto che un rider di buon livello vola fuori dal bordo di quasi altri tre e si può facilmente capire come va a finire se si cade nel modo sbagliato. Lo spettacolo è assicurato ma il timore che spesso deriva dal livello di pericolo delle esibizioni ha ostacolato la diffusione di questa disciplina che tuttavia rimane l’aspetto più spettacolare di questo sport.

Street Lo Street nasce dalla creatività del singolo. Si svolge per strada e gli ostacoli della realtà urbana mettono alla prova le abilità individuali, articolando e disegnando il percorso da fare. Questa è l’idea di base per chi pratica lo street. La città con la sua architettura e le sue costruzioni sono il sito ideale per gli street riders che adorano girare con i propri amici e affrontare con agilità gli ostacoli che la città pone davanti, soprattutto di notte quando le strade si svuotano e diventano piste ideali. Lo street può essere anche praticato negli skateparks sfruttando le rampe comunemente usate con skate e pattini, questo avviene soprattutto nelle gare dove si ha l’esigenza di giudicare un rider su ostacoli uguali per tutti.

Dirt

"axel stall" (local) Marty

Probabilmente il “dirt” rappresenta il motivo per cui il BMX è nato, ovvero saltare! I dirt jumps (salti di terra), possono essere costruiti da qualsiasi gruppo di amici su un qualsiasi campo vicino a casa. Questa facilità di pratica unita alla sensazione di poter volare con la propria bici, fanno sì che il dirt jumping sia oggi la disciplina più in espansione. Il livello tecnico si è così alzato enormemente in poco tempo grazie a dei riders dall’attitudine veramente “estrema” e le evoluzioni che si possono compiere in volo sbalordiscono tanto quanto l’incredibile altezza che i più bravi riescono a raggiungere.

Flatland Flatland, letteralmente “terra piatta”, consiste nell’eseguire con la BMX delle manovre a terra senza l’ausilio di rampe o altri ostacoli e senza appoggiare i piedi a terra, queste manovre sono molto complicate da eseguire e sfidano sempre le leggi della gravità e dell’equilibrio. Il “flat” viene considerato come lo Zen del BMX, sono infatti necessarie delle doti di concentrazione non comuni unite ad una straordinaria perseveranza, infatti molte manovre richiedono mesi di prove e le combinazioni con cui si possono collegare l’una all’altra sono praticamente infinite. Questo rende il flatland una disciplina molto difficile e molto “mentale”, viene da molti visto come una forma di arte in movimento e rappresenta per chi lo pratica una sorta di ossessione, una religione cui dedicare molte ore della propria vita alla continua ricerca del proprio limite. Uno degli innovatori del Flat è stato Dave Vanderspek, tragicamente morto per overdose nel 1989. Dave inventò il Vander Roll, in pratica era una capriola sulla schiena fatta insieme alla bici; questo trick segnò l’inizio di una nuova fase in cui si sperimentarono manovre più basate sul movimento e sull’equilibrio dinamico anziché statico.

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American life Le giornate a Woodward sono pressoché tutte uguali, il cambio d’aria si effettua la sera, quando si va al Woolmark a fare la spesa e poi a State College a fare festa! Al supermercato facevamo incetta di qualsiasi classico americano, dal burro d’arachidi, al formaggio spray; poi proteine, hamburger, patatine, bevande mai viste, tacos etc etc..Visto che riempivamo un carrello gigante con 50 dollari! State College è invece un enorme campus universitario, sede della Penn State. Di sera c’è un casino incredibile: è proprio come nei film, anche se i controlli sono molto più ferrei. In ogni locale controllano i documenti e registrano la persona; se non si hanno 21 anni si può stare a casa! In discoteca siamo entrati dopo il setaccio al metal detector! L’ultimo giorno di Woodward, durante una discesa in manual nei campi al buio, do il meglio di me, e vado a sbattere su un’auto di alcuni tipi del Montana che la stavano caricando, risarcendo loro 540 $ di danni!

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Un po' di Storia

l grind" oni "50 50 rai Alessandro Tis

The City Il giorno dopo Philadelphia! In centro, incontriamo dei local in bmx e li seguiamo negli street spot del ghetto! Grossi fabbricati, palazzine a mattoni e immense aree desolate ci fanno da sfondo. Sui marciapiedi c’è gente che gioca a dadi per terra, con la mazzetta di dollari in mano! La mattina ripartiamo verso la grande mela, dove ci dimenticheremo della bici, grazie alla trasformazione in 5 perfetti turisti giapponesi, alla ricerca della foto perfetta. Empire, Manhattan, Time Square, Brooklyn e tutti i posti turistici erano ormai pane quotidiano per noi… Un peccato è stato non vedere il Bronx, Queens, i Docks e tutti i posti da gangstar! L’ultimo giorno riding con i più famosi local newyorchesi, da Edwin Denarosa a Bob Scerbo, nel più famoso spot del mondo: i Brooklyn Banks, situati sotto l’omonimo ponte. Il ritorno è stato terribile: il treno che andava in aeroporto ha preso fuoco! Quindi con borse, bici e zaini abbiamo preso il metrò. Anche qui, tutto bloccato a causa del treno in fiamme. Saliamo per miracolo, è così pieno che la gente stava per uscire dal finestrino, poi ne cambiamo un altro, il taxi e finalmente arriviamo al check in 20 minuti prima della partenza dell’aereo, non dell’imbarco! Un tour memorabile, non basta una rivista intera per raccontare tutte le avventure vissute in sole due settimane. La prossima volta almeno un mese!

Il BMX (abbreviazione di Bicycle Motocross), nasce in California nel 1969 quando un gruppo di ragazzini, in sella alle proprie bici, vollero imitare gli eroi del motocross. L’idea ebbe un successo immediato, tanto che già dai primi anni settanta si organizzarono le prime gare su sterrato. Considerando le sue qualità sportive la BMX venne vista di buon occhio anche dai genitori che spronavano i figli a coltivare la passione, e a partecipare alle diverse gare. Le prime due federazioni risalgono ai primi anni settanta e gestivano solo le gare di Bmx, divise per categorie in base all’età, fino alla classe dei PRO. In quest’ultima categoria gareggiavano quei riders che avevano maturato una certa esperienza nella categoria AMATEUR e, verso i 18 anni, dopo durissime selezioni, diventavano professionisti e cominciavano a guadagnarsi da vivere. Verso l’inizio degli anni ottanta alcuni di questi PRO, per acquisire più naturalezza cominciarono a cimentarsi in vere e proprie prodezze acrobatiche in sella alla bici, per acquisire più tecnica e naturalezza in gara. La convinzione di base era che se fossero riusciti a spostare in volo la bici sui salti più lunghi, avrebbero potuto cogliere di sorpresa gli altri riders e vincere (un buon PRO guadagnava già allora anche 6/8.000 dollari ogni gara). Si cominciò così a costruire le prime rampe dette comunemente Quarterpipe (quarto di tubo) dove i nuovi Freestyler impararono presto le prime evoluzioni aeree. I protagonisti di questa nuova disciplina furono Bob Haro, Bob Morales, Mike Buff e Hugo Gonzales che presto abbandonarono le gare su terra per dedicarsi totalmente al Freestyle. Sia il BMX che il Freestyle si diffusero a livello mondiale e anche in Italia si organizzarono delle gare a cui la gente accorreva per ammirare le esibizioni degli atleti che partecipavano in cambio di grossi compensi in denaro. Alla fine degli anni ottanta il freestyle era già diffuso in tutto il mondo ed i nomi di rider ormai leggendari come Eddie Fiola, Josh White, Woody Itson, R.L. Osborn o Martin Aparijo divennero famosi un po’ in tutto il mondo e partecipando ai tour mondiali in cui si macinavano centinaia di dimostrazioni negli eventi più disparati.

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100% Brumotti Pluricampione di bike trial, vanta numerose apparizione in famose trasmissioni televisive, adora le soubbrettes, vive tutto al massimo e soprattutto... “mucho sexo”

Vittorio Brumotti Bio Data di nascita: 14 giugno 1980 Luogo di nascita: Finale Ligure (SV) Nickname: 100% Otto volte campione italiano nella disciplina. Secondo posto ai campionati mondiali di Bike Trial di Andorra nel 2005. Nel 2006 è il primo italiano a diventare campione del mondo in questo sport. Vittorio “100%” Brumotti detiene il record mondiale di High Transenna Jump, il salto di dieci transenne.

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Vittorio Brumotti cento x cento Brumotti anche detto Vittorio inizia a praticare bike trial all’età di undici anni. Folgorato da un video di bike trial, il piccolo Vittorio decide di acquistare una bike: gli basterà poco tempo per capire che quello non sarà solo un hobby, ma diventerà la sua vita. Da allora nessuno l’ha più fermato. Quando non è in giro per il mondo per partecipare a gare e campionati, Vittorio si esibisce in Italia

insieme al suo team, il BikeTrialShow, composto da venti piloti. Lo show che questi riders offrono al pubblico è eccezionale. Per loro lo stile è importante perché rende la disciplina ancora più spettacolare e coinvolgente. Fondatori del gruppo, oltre a Brumotti, sono Andrea Oddone e Andrea Marchi. La logistica è curata da Fabio Rizzo. Fotografo ufficiale del team è Paolo Scalmana.

Che cosa è il bike trial? E’ lo sport praticato con bike specifiche da trial. Si divide in due categorie: 20” e 26”, dove, di serie, vengono montati pneumatici allargati, freni idraulici e telai rigidi in alluminio. Le regole sono come quelle del trial in moto: vince chi mette meno appoggi a terra. Il percorso può essere naturale, scogliere,letti di fiumi da risalire, oppure indoor, con ostacoli in cemento. La prova deve essere effettuata entro un tempo limite per ogni zona. Ciò che conta nelle gare non è lo stile ma l’equilibrio. In un mondiale di bike trial ci sono in genere dieci zone da ripetere due volte, per un totale di venti zone. La prova deve essere comple-

tata entro sei ore. Il campionato italiano si suddivide in sei prove, organizzati da diversi motoclub. Ogni anno le iscrizioni a queste competizioni aumentano considerevolmente. L’età dei partecipanti è varia, dal teenager al quarantenne! La bike Quando venti anni fa in Spagna si iniziò a praticare il bike trial, le bike pesavano circa venti chilogrammi. Adesso, grazie all’evoluzione tecnica e all’introduzione di nuovi materiali, le bike pesano intorno ai nove chilogrammi. Le prime aziende a produrre bike da trial sono state Montesa e Torpado.

Il Team Brumotti Il Brumotti team oggi è composto da circa 20 piloti che girano l’Italia facendo dimostrazioni di stile in tutte le migliori piazze e contesti, si perché per il gruppo conta molto sullo stile, anche se nelle competizioni non serve, ma così facendo si può rendere più spettacolare la disciplina e di conseguenza coinvolgere sempre più adrenalinici. Il team è munito di attrezzatura appositamente realizzate per poter saltare, che viene trasportata con mezzi americani scenici, il tutto condito da uno speaker dj che pompa musica nelle orecchie dei rider, a tal punto da gasarli a fargli sfidare l ‘impossibile. Il fondatore del gruppo è Vittorio Brumotti,insieme a Oddone Andrea e Andrea Marchi, alla logistica dell’area ci pensa Fabio Rizzo, il fotografo ufficiale Paolo Scalmana. Da questo anno con la vincita del campionato del mondo, 100%Brumotti avrà la possibilità di andare in California per circa 4 mesi per girare il suo video personale e di mostrare al mondo intero cosa vuol dire made in Italy. Il team che opera si chiama www.biketrialshow.it, per avere un idea generale sulla disciplina, altrimenti www.brumotti.com

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Viano Challenge 2006

Articolo: Luana Hegglin

'' Evento sportivo nellâ&#x20AC;&#x2122; Allgau: esperienza indimenticabile.

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“Hero From Zero” Non credo che al mondo esista qualcuno che meriti davvero di stare stretto tra le quattro mura di un ufficio: eppure quasi sempre ci troviamo intrappolati a svolgere dei lavori nei quali ci siamo trovati quasi per caso. Ho sempre voluto pensare però che il destino prima o poi offra a tutti, almeno una volta nella vita, una via d’uscita e la possibilità di esprimersi in qualche cosa di nuovo ed emozionante: “HERO FROM ZERO” come si direbbe dalle mie parti, in Canada, o “uscire dal convenzionale” come direbbero gli amici italiani di Xtreme magazine ...

...Questa è la storia del Mercedes Viano Challenge 2006 L’evento che mi ha dato la possibilità di “esprimermi” e provare, soprattutto a me stessa, che i miei limiti sono molto piu’ lontani di quello che mai avrei potuto pensare prima della gara. Concorrenti selezionati da tutta Europa tra migliaia di aspiranti, una competizione multidisciplinare che includeva corsa, nuoto, arrampicata libera, mountainbike, Canyoning e kayak : il Viano Challenge è durato un battere di ciglia, ma in questo tempo un gruppo di 30 persone ha vissuto per qualche giorno una esperienza che lo ha profondamente cambiato. Al ritorno alcuni di noi hanno deciso di provare nuove avventure, altri di inventarsi spazi nuovi: nel mio caso,

esiste la possibilità di prendere parte ad un progetto internazionale veramente “cool” (e per ora “top-secret”) dedicato al mondo degli sport estremi. Nome in codice del progetto: PS2SP. Inoltre, ci sono in cantiere alcune altre iniziative, altrettanto entusiasmanti, da sviluppare proprio con Xtreme Magazine. Ma questa è un’altra storia, che vi racconterò a tempo debito... Tornando al Viano challenge, esso comprende una serie di prove spesso estenuanti. Molte volte è stato solo l’or-goglio dei componenti dei teams a con-sentire il completamento delle prove, quando tutto sembrava veramente troppo duro e si veniva pervasi dalla sensazione di non potercela piu’ fare. Di aver dato tutto quello che si pensava di poter dare. Pressione della stampa internazionale, di conti-

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nue interviste, televisioni, canali Sky, un elicottero a filmare dall’alto la competizione : questa cornice, se ce n’era bisogno, ci ha sicuramente motivato a portare avanti fino alla fine le prove. Alla fine però, quando sei da sola con tutta la tua stanchezza, in mezzo alle tue paure e alla sensazione di non potercela piu’ fare, è il carattere che conta ed è in te stessa che devi trovare energie e motivazioni, piuttosto che in quello che ti circonda. Io ho trovato queste energie nel-la testa, molto di piu’ che nei muscoli. Ci siamo classificati molto bene, nella parte alta di una classifica dove la maggior parte dei componenti dei quattro equipaggi arrivati prima di noi non solo sono degli atleti “veri” (almeno per quanto mi riguar-da) ma soprattutto sono molto piu’ giovani. Nel nostro team, Max, il mio compagno di squadra, ha portato la forza e l’allenamento di un “ironman” veterano,

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disciplina che comprende 3,8 kms di nuoto, 42 kms di corsa e 180 kms di bicicletta corsi uno di seguito all’altro. Poiché nel Mercedes Vianochallenge non è però il singolo atleta ma è il team che vince, io ho dovuto compensare con la forza di volontà sia la forza fisica del mio compagno di squadra sia quella degli avversari. Mi sono così imposta di “dimenticare” il mio rapporto “peso/potenza”, il vuoto, la profon-dità e le rapide, gli “ingre-dienti” delle altre discipline. Questa strategia ha funzio-nato bene sia nell’arram-picata in parete, sia nel freeclimbing a tempo, sia nella discesa delle rapide. Nelle immersioni in apnea dove dovevamo seguire un percorso sommerso, ho invece avuto dei momenti di difficoltà : l’acqua gelida del Grober Alpsee, un lago alpi-no che nemmeno con la muta ha una temperatura dell’acqua molto “amica” mi ha causato

un debito d’ossi-geno che ha penalizzato la mia prestazione. Tuttavia credo di essermi ampiamente riscattata nell’ultima gara di corsa in salita dove, a detta degli organizzatori sono stata protagonista di una prova quasi stoica. Infatti poco prima della gara, in una prova di canyoning, mi sono purtroppo malamente contusa ad una gamba (cosa di cui non avevo proprio bisogno!!!) urtando contro una roccia affiorante : questo incidente è sfortunatamente avvenuto proprio prima di dover affrontare l’ultima corsa in salita di 12 kms, con un dislivello di 1.000 mts da superare e con penden-ze che in alcuni punti superavano il 20%. Una delle gare piu’ difficili e con maggior “peso” in termine di punti, tanto che il medico dell’evento mi ha voluto visitare e mi ha chiesto se volessi continuare. E’ stato veramente il momento peggiore della competizione e mi sentivo vicina a dover

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L'evento

abbandonare per il dolore alla gamba che quasi mi impediva di muovermi. Ho deciso di andare avanti comunque, tra gli applausi di tutti i giornalisti ed un tifo generale che alla fine è diventato vera “passione”. Quasi non riesco a trovare le parole per spiegare, ma vi posso solo dire che sentire questo supporto lungo tutta la gara mi ha dato un’energia che non pensavo piu’ di avere. La neve, penetrata nelle scarpe da running e che mi ha gela-to i piedi per la maggior parte del percorso, diventava un sollievo sulla contusione, quando l’ho usata per cercare di “anestetizzare” il dolore … “Forza Lou!” “Forza Lou!” “Dai che ce la fai!” : un tifo viscerale, dal profondo. I giornalisti, e perfino gli altri concorrenti sono ri-masti toccati dalla forza di volontà che sono riuscita a trovare,

non so da dove. All’arrivo, che ho completato in poco piu’ di un’ora, mi hanno abbracciato tutti, giornalisti ed avversa-ri, commossi da tanta volontà. Mi sono trovata a piangere di felicità abbracciata ad una av-versaria, dopo un arrivo sofferto ed una partecipazione meravigliosa, uniti da uno sport che, dopo tre giorni di competizioni, ci ha avvicinato tutti. Un momento davvero toccante che non dimenticherò tanto facilmente, soprattutto ora che tutti mi hanno affettuosamente soprannominato “ironwoman”! Tutto il resto risale a “ieri” : altre interviste, televisioni, una grande festa di celebrazione. Sono soddisfatta, sono riuscita ad aggiungere “vita” agli anni quando, troppo spesso, siamo costretti nostro malgrado ad aggiungere invece solo anni alla vita.

Stoccarda Sonthofen, Allgäu. L’edizione di quest’anno del Viano Outdoor Challenge, disputatasi con il Viano MercedesBenz nell’imponente contesto delle alpi dell’Allgäu (in Germania) si è conclusa tra il grandissimo entusiasmo dei partecipanti. Alcune migliaia di sportivi da circa 40 Paesi hanno fatto richiesta per partecipare nei team dei partner media e cooperation. Le domande provenienti da posti lontani, come Canada e Sud america, sono giunte agli organizzatori di DaimlerChrysler AG via Internet. La partenza del Viano Outdoor Challenge 2006 ha visto 15 team misti (1 uomo e 1 donna), scelti da cinque Paesi europei, dover affrontare delle impegnative prove sportive. Sia durante la sessione di immersione e nuoto, che nella prova gara di kayak nell’Alpsee seguita da una gara in mountain bike e trekking-duathlon nel Hochgratin Oberstaufen; sia anche nell’evento di freeclimbing che nella gara di kayak whitewater nella Bregenzer Wald (Austria); sia ancora nella corsa in montagna di 9 km fino alla cima del Nebelhorn(2224m) nella regione dell’ Oberstdorf, tutti i partecipanti hanno superato le prove con coraggio ed entusiasmo. Per tutti il team il versatile compagno del Viano Outdoor Challange 2006 è stato un Viano ACTIVITY color argento. Questo non ha solo trasportato tutto l’equipaggiamento sportivo; in un attimo i sedili posteriori abbattibili hanno offerto un confortevole spazio per dormire a due persone, durante la notte del “Round up”. Tutti i Viano che hanno partecipato, equipaggiati con un potente motore 150 kW/204 hp V6 CDI, hanno dimostrato il proprio comfort, versatilità e sicurezza di guida su ogni tipo di terreno. Alla fine del Viano Outdoor Challenge 2006, sono stati consegnati i premi , con il primo posto andato al team tedesco “Jack Wolfskin”, composto da Marianne Pietsch e Jürgen Jacobtaking. Il team spagnolo “Sport Life” ha conquistato l’argento con Margarita Salavertand e Alvaro Manuel Rodriguez, mentre l’altro team spagnolo “MuyInteressante”, composto da Lola TrivnoVaron e Luis Barbuto ha conquistato il terzo posto. Quest’anno il premio Team Spirit è andato a due squadre. Con il fair play e lo spirito di gruppo dimostrati, il team tedesco “T-Online” con Karin Schiel e Lars Voigt e quello spagnolo “Men´sHealth” composto da Nora Dorian e Oscar Macias hanno sottolineato il carattere dell’evento, dove l’importante non è vincere ma partecipare.

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Le mie prime curve nell’aria sottile…

Articolo: Marco Galliano Foto: Ilda, Marco, Nicola e Valter

Marco Galliano e Nicola Giolitti hanno portato a termine con successo la spedizione sul Muztaghata (7.546 mt.), discendendolo con lo snowboard per la “prima italiana”.

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ncludersi.

ta per co s a r tu n e v v a n’altra

partissi ha voluto che esto progetto qu rsario rve ra ni st an ca ° in no del 50 Bishkek, vedo nel 2006, an nese. Ci to Decollando da o/ es ss qu Ru di e mo tassello ima spedizion lti pr l’u lla e da ch ains, an nt e si gni, Ilda TC Asia Mou . I miei compa ggiandoci all’I po Ap tale pi ca he “puzzle cinese” k, tic alle fa de a Bishke o, ripensando enzia con se ag stro no il Walter riposan il n co o m lotta , faccia ro sci; Nicola del Kyrgyzstan autoo di fatte con i lo rit ni ge or di gi 3 ha in Cina dopo che forse non di suo intestino, mie ingresso valichi su piste owboard. Le sn o versando alti su l tra de at s t. bu in po o kle gesta nn ec mi ha e numerosi ch ll’aria sottile i terra battuta ad m no di prime curve ne i e or lm st co o anche i pa ni magiche, io m oz ria nt em co lle In to la de rega ti pastori e e che, solo La vita di ques isteriose energi so Kyrghysi. insperate e m or sc lla realtà. Divitra de E’ ite i… lim saporarm ro famiglie è al lo ed ora, inizio ad as esta terra a nz rte il poco che qu dalla nostra pa dono tra loro sì idi cavalquasi un mese co nd o le m sp ia che dedich . Cavalcando re lta fri vo of a ò o im pu pr è la eggi che vivon tagna, ma ad una mon ono le loro gr gu se i. li, az sp si si, tanto tempo acclimatar in questi immen ro che, per lo stato brado te al ar i ica es è anche ve un m i ta io. Ne roso di ques mpo necessar Il traffico polve na, Ci la questo è il te na n le co al an st tra il Kyrgyz la partenza, ria che collega antecedenti al mbini saluative che una zz ni barli, anzi i ba ga ur or st di e n ich no re pa risti che un menti e prat avevo smo i pochi tu ile richiede, no con entusia ta e abbiaspedizione sim tro ch al e ke alch a Karakuri la noscere se qu incontrano. È n o attesa chiodo fisso: co co nt ta tta la ve n se disceso dalla imo impatto co es pr av il o lo m sua no lia Ita sse un’im gna: fiera della Non perché fo siderata monta de e ate cc r ra lo snowboard. se pe mente volta da due anzi, ma sola andezza ed av a gr nz se i re presa estrema, e ira nt m ra du faceva am terminazione di ghiaccio, si itrovare più de ar “c i rm ia ore. menti e lanc di alcun tim ripetuti allena ida. Il destino sf a ov nu ta co” in ques

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Campo 1 La nostra carovana, con tanto di cammelli carichi all’estremo, lascia gli ultimi yurta di Subashi per iniziare il trekking che ci porterà al campo base: una vera distesa di tende multicolori! La vita al campo base è tranquilla, la giornata trascorre velocemente in compagnia dei cuochi, dei lavapiatti e di Xiao, il referente Cinese della nostra agenzia. Le notti, invece, trascorrono insonni, un po’ a causa dei sacchi letto troppo caldi e un po’ per l’adrenalina accumulata durante le prime salite sotto il campo 1, indispensabili per l’acclimatamento e per il trasporto di tutto il material e necessario per i campi alti, ma snervanti per l’attesa dei primi passi con i ramponi, sul ghiacciaio vero e proprio. Alla luce della frontale scorrono le pagine del libro “Sulle tracce di Nives”, inviandomi messaggi che inconsciamente mi raggiungeranno sopra i settemila. Il campo1, finalmente installato, ci offre un panorama emozionante: il disgelo delle ore calde ci regala colori suggestivi, il secco e desertico altopiano è tutto un luccicare di rigagnoli di acqua di fusione. Questo inganna le prospettive e anche l’orizzonte appare vicinissimo. Al tramonto, con il freddo tutto torna ad esser più severo, la luce tersa esalta i profili dei saracchi che all’indomani attraverseremo per salire al campo 2. Lo spettacolo sta per iniziare, la montagna si trasforma in enormi sculture di ghiaccio fra cui, in punta di piedi quasi come intrusi, cercheremo la via più sicura.

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Campo 2 La giornata è ottima, nella notte una spruzzata di neve ha reso il terreno uniforme, nascondendoci un po’ le ferite del ghiacciaio. Superando le tende del campo2 arriviamo ai 6.400 mt. dove montiamo la nostra seconda tenda. La quota inizia a farsi sentire, lo zaino è pesantissimo e, pur trainando la tavola, arrivo molto stanco. E’ la nostra prima volta a questa quota e, invece di ometti e bandierine, ad attendermi trovo un bel mal di testa e un morale tormentato. Per scelta, avevo programmato di salire in autonomia, senza portatori. Nicola, che in questo momento è più “fresco” mi ripete di aver preteso troppo dal mio fisico. (Charym –come d’accordo- gli ha portato lo snowboard fino a qui). Per il mal tempo trascorriamo due giorni al campo 2 ed intanto gas e cibo scarseggiano. Una schiarita ci permette di scendere a rifocillarci e rifornirci al campo base prima “dell’attacco finale”. Mentre risaliamo incontriamo Ilda e Walter scendere soddisfatti con la vetta in tasca, raggiunta il giorno dopo la nostra discesa forzata, grazie anche alle scorte di un’altra spedizione che ha permesso loro di rimanere altri 2 giorni in quota. Risaliti con tutta calma e tirando i freni alla nostra impazienza per l’assalto finale, al campo 2 incontriamo altri ragazzi con la tavola che ci confessano di non aver raggiunto la vetta.

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La vetta Mi lascio condizionare, ma poi mi arriva una forza interiore che mi dice di continuare con la stessa determinazione che avevo prima di partire. Decidiamo così, insieme agli amici francesi, di partire alle 7.30 dell’indomani con un solo obiettivo: la vetta! Nella notte un’abbondante nevicata ci regala 40 cm di candida polvere. Aprire la traccia a queste quote sarà una fatica in più, ma, pensando alla discesa che ci aspetta, un passo dietro l’altro, a turno, iniziamo la salita. A causa del freddo, e del ritmo sostenuto, Nicola accusa il mal di quota e sceglie di aggregarsi ad una spedizione cinese che, avendo già allestito il campo 3, renderà l’ultimo tratto meno impegnativo e permetterà loro di acclimatarsi meglio. Superata la nebbia, mi accorgo che ognuno di noi ha preso il proprio ritmo, ma non mi sento solo, la fatica ormai è una fedele compagna di salita. Sbuca il sole, mi volto ed ho sotto i piedi un mare di nubi, una luce accecante mi riporta alla realtà, vedo lontanissima la tanto sospirata punta e l’altimetro mi conferma quello che mi pare un sogno, ho oltrepassato il muro dei settemila. I pensieri volano alla discesa che mi aspetta e, senza accorgermene alzo gli occhi e sono in cima! Appena sfioro le bandiere della vetta ho la sensazione di volare via insieme ad un’altro sogno, un’altra meta da inseguire, come se un altro desiderio volesse rapirmi alle intense emozioni di questo istante che vorrei invece bloccare pigiando il pulsante del fermo immagine per provarle all’infinito. Poi mi accorgo che il presente è già parte dei ricordi, purtroppo l’orologio del tempo corre inesorabile. Ho provato le stesse sensazioni in Caucaso, sull’Elbrus. Meccanicamente scatto le due foto di rito e, senz’ accorgermi, sono già sulla mia tavola, eccitato come non mai per le mie prime curve nell’aria sottile.

ta Il Muztagh-a

e di delle montagn re d a “P e h c n a inese Detto in territorio c va ro t si ”, io c ghiac Afganistan e , n a t is k a P n o al confine c ta. ica via della se t n a l’ el n , il ia ss Ru 19 m), domina .7 (7 r u g n o K l Insieme a klamakan. gli deserto del Ta onsiderato da c è a t -a h g a t aa Il Muz ente facile, m m a ic n ec t ri o scalat fisicamente e, in d u it lt a a causa della su tivo. E’ senza a n eg p im e t e tecnicamen gne più amate a t n o m le el d dubbio una ndo, di tutto il mo ri o t la a sc i li g a d ano qui per po en ll a si li a u q molti dei te Everest. rima scalare il Mon alato per la p sc fu a t -a h g a t Il Muz balakow, nel A o ss ru l a d , volta nel 1956 inese. izione russo-c ed sp a n u i d o cors

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“VIVO PER MIRACOLO“ ( I shouldn’t be alive )

Una serie spettacolare, avvincente e sconvolgente come solo la realta' puo' essere

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Ancora una volta la vita reale offre lo spunto per raccontare storie incredibili e spettacolari. Da Ottobre su sky, sarà presentato al pubblico italiano “Vivo per miracolo”, la serie Discovery Channel che racconta le cronache di storie di sopravvivenza realmente accadute attraverso la testimonianza eccezionale dei sopravvissuti.

Tra la vita e la morte Quando la vita ci pone davanti ostacoli e difficoltà insormontabili siamo costretti a fare scelte cruciali per la nostra sopravvivenza, che spesso vanno oltre la nostra percezione e concezione della realtà. Situazioni estreme che fanno riemergere i nostri istinti primordiali, radicati nelle profondità della natura umana, disposti a riemergere quando la vita lo richiede. La serie “Vivo per miracolo” si propone di esplorare gli anfratti più nascosti e primitivi dell’animo umano, per rivelarne la complessità. Ogni episodio narra storie vere di sopravvivenza, mostrandone i dilemmi morali, i momenti cruciali, gli eventi fortuiti e le decisioni estreme prese dai sopravvissuti. I telespettatori vivranno la drammaticità di queste decisioni e non potranno che chiedersi “Cosa avrei fatto io per sopravvivere?”

Dai produttori di: “Touching the Void” Frutto della collaborazione con la prestigiosa casa di produzione Darlow Smithson Productions, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali per il film documentario “La Morte Sospesa - Touching the Void”, “Vivo per miracolo”, in originale “I Shouldn’t be alive”, narra in puro stile Discovery storie incredibili di sopravvivenza in situazioni estreme: 14 episodi dal grande impatto di un’ora ciascuno che offrono agli spettatori la possibilità di vivere forti emozioni attraverso il racconto in prima persona dei sopravvissuti che rivivono le loro esperienze ai limiti delle possibilità umane e descrivono le azioni e le imprese miracolose che li hanno tenuti in vita.

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TI SEI PERSO PER CASO ?

Non hai cibo né acqua, e dopo ore di cammino ti sembra di ritornare sempre al punto di partenza… La prima cosa a cui devi pensare, superata la fase di panico estremo, è SOPRAVVIVERE! Sopravvivere significa sapersi adattare ad ogni luogo e in qualsiasi situazione. In ogni caso, sono 5 le regole da rispettare per chi deve lottare per rimanere vivo.

RIPARO Costruire un riparo è un altro dei passi fondamentali da compiere per guadagnarsi ulteriori possibilità di sopravvivenza. Tutto dipende anche dall’abilità, dell’individuo. E’ importante che il rifugio sia costruito al riparo da pericoli naturali, lontani dai letti dei fiumi per evitare piene o valanghe, che sia posizionato in prossimità di riserve idriche e di cibo, come i boschi. Sconsigliamo le zone paludose, che, oltre ad essere umide, sono popolate da quantità incredibili di insetti, che renderebbero più difficile la situazione.

FUOCO Il fuoco è fonte di luce e calore e fin dai tempi antichi è stato sempre un elemento fondamentale per la vita dell’uomo. Sembra strano ma accendere un fuoco risulta più difficile di quanto si possa immaginare anche perché chi deve sopravvivere è improbabile che potrà disporre dei normali strumenti d’accensione. Tenete presente che bisogna procurarsi prima di tutto materiali da combustione asciutti e quindi facilmente infiammabili: paglia, rami sottili, pigne, polvere di legno, nidi, felci, carta, cotone, ecc…

ACQUA Si sa che il corpo umano è composto per il 70% di acqua, l’elemento vitale soprattutto in condizioni di sopravvivenza. Economizzate il consumo d’acqua e per tale motivo anche il dispendio di energie fisiche che richiederebbe un apporto idrico maggiore. Ricordate che in condizioni estreme la disponibilità di acqua è più importante di quella di cibo; potete fare la fame per una settimana ma senza acqua il vostro organismo non può sopravvivere a lungo.

MANGIARE Mettete da parte i vostri pregiudizi culinari e cibatevi della flora e fauna che riuscite a reperire intorno a voi. Considerate che per vivere e agire l’organismo ha bisogno di carboidrati, proteine grassi. I cibi di origine vegetale e animale assicurano il dovuto apporto energetico ma non dimenticate le priorità. Gli zuccheri sono determinanti per un efficiente funzionamento del cuore e cervello, mentre un eccessivo consumo di grassi porterebbe disturbi digestivi.

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Oltre ogni limite I casi unici ed eccezionali raccontati dalla serie provengono principalmente dal mondo dell’avventura e degli sport estremi. Altri episodi si riferiscono invece a persone ordinarie che improvvisamente si ritrovano a lottare per la sopravvivenza in situazioni terribili. Le storie sono narrate al presente dai sopravvissuti e ciò consente allo spettatore di entrare nella storia in prima persona, vivere il pericolo sulla sua pelle. Il momento cruciale di ogni episodio, arriva quando il protagonista deve fare una scelta fondamentale per la sua sopravvivenza. Sul filo della suspance una sequenza drammatica di immagini accompagnano il protagonista lungo il percorso della storia, attraverso le scelte necessarie per scampare la morte e poter raccontare il suo ritorno alla vita.

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Team vincente

“Vivo per miracolo” on-line!

La serie “Vivo per miracolo” è prodotta da Darlow Smithson Productions per Discovery Channel. John Smithson e Adelene Alani della Darlow Smithson sono i produttori esecutivi. John Smithson, regista e produttore apprezzato dalla critica, è co-fondatore della rinomata casa di produzione Darlow Smithson Production che vanta oltre 20 anni d’esperienza nel settore della “documentaristica” d’alta qualità. Il documentario del 2003 “La Morte Sospesa- Touching the Void” ha ricevuto riconoscimenti internazionali, come miglior film inglese ai BAFTA Awards e agli Evening Standard British Film Awards, ed è il film-documentario che ha ottenuto il più alto risultato al boxoffice inglese. Ora, con la nuova serie di Discovery Channel “Vivo per miracolo”, Smithson dedica il proprio talento alla produzione di storie vere di sopravvivenza umana, ricche di emozione e coinvolgimento.

A partire dal 15 settembre 2006 all’interno del sito internet di Discovery Channel (www.discoverychannel.it) verrà pubblicato uno spazio dedicato alla nuova serie “Vivo per Miracolo”. Come spesso accade, le storie più straordinarie accadano alle persone che conducono una stile di vita “ordinario”. Per questo il sito dedicato alla serie avventurosa “Vivo per miracolo” non si limiterà alla descrizione del programma, ma darà ai visitatori la possibilità di scrivere la propria storia in un blog! Inoltre, il coinvolgimento dello spettatore verrà stimolato in un’area interattiva dove sarà invitato a rispondere alla domanda “Tu cosa avresti fatto?” mettendo alla prova il suo intuito e le conoscenze acquisite per sopravvivere in condizioni estreme.

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Realtà e finzione Il fascino dell’avventura e del rischio all’insegna del survival hanno sempre attirato l’attenzione del cinema hollywoodiano che più volte ha dato vita a pellicole di grande successo. Storie spesso crude e molto realistiche, che spaventano e affascinano allo stesso tempo. Un’occasione per pensare e confrontarsi con le paure del mondo moderno.

Cast Away Un Tom Hanks nei panni di un naufrago su un’isola deserta, deve lottare tutti i giorni per la sua sopravvivenza, ingegnandosi per cercare cibo e riparo in una natura ostile e incontaminata. Tra le scene del film è “la scoperta del fuoco”, la gioia della sua conquista è una delle immagini simbolo dell’intero film.

Lost

Consigli per la sopravvivenza Che siate dispersi nella giungla amazzonica, o su una zattera alla deriva in mare aperto, sono questi i consigli che vi diamo perché un domani possiate dire: sono ancora vivo! Prendete atto della vostra situazione il prima possibile; la negazione del problema porta alla morte. Tenete sotto controllo il panico. Concentratevi sulla respirazione, facendo respiri lunghi, profondi e lenti: il vostro battito cardiaco rallenterà e sarete in grado di agire adeguatamente. Cantate, contate, recitate un mantra: il ritmo vi farà andare avanti.. Trovate un qualsiasi rifugio. Dovete proteggervi dagli elementi naturali. Toglietevi gli abiti bagnati di dosso. Spogliatevi ed avvicinatevi a qualsiasi persona. La condivisione del calore corporeo può salvarvi la vita. Generalmente, un essere umano può sopravvivere per circa un mese senza cibo, ma solo qualche giorno senz’acqua. Dovete trovare l’acqua a tutti i costi; persino

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l’umidità delle radici delle piante può contribuire a mantenere l’idratazione. A 90°F si può sopravvivere per cinque - sette giorni, a 60°F per otto - dieci giorni. Bevete la vostra urina: ritarderete temporaneamente la disidratazione. Non bevete mai l’acqua del mare: accelera la disidratazione e conduce alla morte. Conservate le energie. Non sprecate le vostre risorse fisiche, stancandovi più del necessario. Riconoscete i primi segni di congelamento. Se cominciate ad avvertire sensazioni simili a punture di spilli, muovete gli arti e copriteli. Se dormite, morite: l’ipotermia induce il sonno. Resistete. Al freddo, respirate sempre dal naso e non dalla bocca. Il naso riscalda l’aria che entra nei polmoni. Inoltre, se l’aria inalata è fredda, si perde acqua nel respiro. Non bevete la neve: vi raffreddereste ulteriormente. Sciogliete la neve e riscaldatela prima di sorseggiarla. Non arrendetevi mai. C’è sempre un’altra cosa che si può fare.

Vincitrice dell’ultimo Golden Globe, la serie narra le vicende di un gruppo di sopravvissuti che dopo un incidente aereo si risvegliano su un’isola deserta, costretti ad affrontare i pericoli e i segreti di una terra selvaggia, in un incalzare di suspance e colpi di scena che lasciano lo spettatore col fiato sospeso dall’inizio alla fine.

Alive Il film si ispira ad un fatto realmente accaduto. Negli anni Settanta un aereo con a bordo una squadra di rugbisti, si schianta sulle vette innevate delle Ande. Il freddo e il gelo riducono le possibilità di sopravvivenza, e la decisione atroce di nutrirsi con i corpi dei morti, ad un certo momento, si rivela impellente e obbligatoria. Una storia di coraggio e sofferenza, in una lotta per la vita.

© 2006 adidas-Salomon AG and Polar Electro Oy. adidas, the adidas logo and the 3-Stripes mark are registered trademarks of the adidas-Salomon Group. The Polar logo is a registered trademark of Polar Electro Oy.

I L P R I M O S I S T E M A D I A L L E N A M E N T O I N T E G R AT O A L M O N D O * adidas e POLAR, leader mondiali nei loro mercati, si sono alleate per unire le più avanzate tecnologie nel mondo del running in un unico sistema di allenamento integrato. Nella T-shirt adiStar Fusion è applicato il trasmettitore POLAR WearLink™ che rileva i tuoi battiti, mentre il sensore di velocità POLAR S3 Stride Sensor™ è inserito nella suola della scarpa adiStar Fusion. Insieme trasmettono le informazioni direttamente al cuore del sistema: il Running Computer POLAR RS800sd™ che ti comunica in tempo reale la frequenza cardiaca, la velocità, la distanza percorsa e i tempi di recupero. È il futuro del running, e comincia qui. PART OF YOUR TRAINING. PART OF YOU.

www.adidas-polar.com *Il primo strumento di allenamento che, integrato nella T-shirt, monitora il battito cardiaco, e inserito all’interno della scarpa da running misura allo stesso tempo la velocità e la distanza percorsa.

Articolo: David De Filippi

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MAURIZIA CACCIATORI

“Non chiamatemi Sex-symbol!” Sara' una dei naufraghi su “L’Isola dei Famosi”

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Bella in campo! E’ spesso in tuta e scarpe da ginnastica, ma non disdegna l’abito lungo e i tacchi a spillo. Quando la parola “sportiva” fa rima con “diva”, ecco entrare in scena Maurizia Cacciatori, una delle pallavoliste più note del panorama del volley internazionale. Famosa tanto per le sue doti atletiche, quanto estetiche, l’abbiamo avvicinata alla vigilia della partenza per il Sudamerica, dove finirà sotto l’occhio delle telecamere per 24 ore al giorno: sarà infatti naufraga nel reality-show “L’Isola dei Famosi”, dove la sua popolarità avrà di sicuro un’ulteriore impennata. Era poco più di una bambina, che già i palasport gridavano il suo nome. A Carrara, la sua città d’origine, erano centinaia i ragazzi che l’avevano consacrata al ruolo di mito irraggiungibile e affollavano le gradinate ai bordi del campo sia per vedere le sue prodezze sportive, che per guardare il suo modo maliziosamente scorbutico di indossare i calzoncini attillati. Grintosa, Maurizia. Caparbia e un po’ spigolosa, come il nome che porta, a dispetto di un aspetto da Francesca, da Samantha o da Sharon… Già: tenace, Maurizia. Tanto da arrivare alla nomina di miglior palleggiatrice del mondo, otto anni fa. Bella in campo e fuori, schietta e diretta, l’ex alzatrice della Nazionale si è tolta anche lo sfizio delle passerelle. Ma non chiamatela sexsymbol, perché potrebbe percuotervi… con la potenza di una schiacciatrice! “Quando dicono che sono sexy mi viene da ridere – afferma divertita la giocatrice, che continua – A volte ho letto di me che sono una mangiauomini. Ma chi dice questo non mi conosce affatto! Ho avuto pochissimi amori nella mia vita e tutti molto intensi. Non c’era spazio per la quantità, ma solo per la qualità”. Sposatasi recentemente, ha finalmente trovato chi può tenerle testa, guardandola dall’alto in basso: il marito infatti è il giocatore di basket Santiago Toledo, che le dichiara il proprio amore da duecentodieci centimetri di altezza…

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SPORT Xtreme Maurizia, ora sei una donna sposata. Cos’è per te l’amore? “Esistono molte forme di amore. C’è quello per se stessi, per i familiari e quello per un uomo, fatto di passione, complicità e intimità. Quest’ultimo dev’essere in grado di arginare il proprio ego, perché amare significa pensare con due teste. Amore, per me, vuol dire crescere assieme all’altra persona”. Secondo te esiste il colpo di fulmine? Sì, e lo dico per averlo provato. Avevo sempre pensato che il colpo di fulmine fosse una sorta di attrazione momentanea. Ma mi sono ricreduta, non appena ho scoperto che non era affatto così!”. Che differenza c’è tra l’amore e l’innamoramento? L’innamoramento è la fase iniziale, fatta di batticuore, di vuoto allo stomaco e di emozioni vive. Ma io credo di più nell’amore, quello che viene dopo i primi tempi: è quello ad essere resistente alle difficoltà e alle burrasche quotidiane”. Sei nel cast di uno dei reality show più seguiti del panorama televisivo italiano. Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto al naufragio sull’Isola? Premetto che non ho smesso di fare sport e voglio rassicurare i miei tifosi che non appena terminata questa esperienza tornerò a giocare per due anni in Spagna. L’idea dell’Isola viene dopo che alcuni reality mi avevano offerto di partecipare. Credo che l’Isola dei Famosi sia il non plus ultra in fatto di sfide estreme. E può senza dubbio essere una palestra anche dal punto di vista dell’esperienza umana”. Hai qualche paura? Credi che ci sarà qualcosa che ti mancherà particolarmente? Non ho timori, ma anzi grande curiosità, perché andrò ad affrontare una realtà che non conosco per niente. Dovrò cercare di adeguarmi il più velocemente possibile a tutte le difficoltà. Forse mi mancherà il non sapere cosa accade nel mondo, ma probabilmente sarà una fase legata ai primi giorni di abitudine alla nuova dimensione di naufrago.

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Xtreme SPORT C’è qualcuno dei tuoi “colleghi” naufraghi che conoscevi già? Ho conosciuto Raffaello Balzo e Claudio Chiappucci. Gli altri li conosco attraverso i media. Tu sei di Carrara, città famosa per il marmo. Cosa porterai sull’Isola delle tue radici? Da Carrarina verace, porterò la cocciutaggine. Sono infatti dura e cocciuta, proprio come il marmo! Sei consapevole delle grande botta di popolarità che ti investirà quando uscirai dallo show? Al momento non ci penso e provo a vivere il tutto con una grande serenità. Voglio assaporare l’esperienza per come io interpreterò l’Isola, ma sarà tutto circoscritto alla vita della trasmissione: tutto nascerà e finirà con l’Isola stessa. Non ho ambizioni particolari, né vorrò apparire diversa da come sono. Sono perciò convinta che apparirò naturale, coi miei pregi e con i miei difetti. Quando poi verrà il momento di abbandonare la trasmissione, tornerò da mio marito e riprenderò i miei impegni soliti. Ho molti progetti per il futuro e non intendo trascurarli. Ora giocherò un po’ sull’Isola e poi tornerò a giocare, sul serio, sul campo da volley per almeno altri due anni”.

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La piega

...fa la differenza

Sara un Motomondiale combattuto all' ultima curva

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Curiosita e Numeri del Circuito di BRNO La Honda ha vinto il GP di Brno in dieci occasioni, la Yamaha in sette e la Suzuki una sola volta, con Schwantz, nel 1989.

Dani Pedrosa è salito sul podio di Brno negli ultimi quattro anni nelle classi minori, vincendo due volte: nel 2003 con la 125 e con la 250 nel 2005. Dall’inizio del suo mondiale nella MotoGP lo spagnolo ha totalizzato 160 punti, il punteggio più alto per un debuttante da quando Rossi ne totalizzò 209 nel 2000.

Marco Melandri fece il suo debutto nel mondiale nel 1997 a Brno, poco dopo aver compiuto i 15 anni, divenendo all’epoca il più giovane pilota ad aver corso nel mondiale. Marco ha vinto tre volte a Brno: nel ’98 e ’99 nella 125 e nel 2002 in 250. Melandri quest’anno grazie al terzo posto di Laguna Seca è salito per la prima volta sul podio per tre gare consecutive in MotoGP.

Valentino Rossi ha conquistato il suo primo successo a Brno nel 1996, nella 125, dopo esser partito per la prima volta in carriera dalla pole. Da allora ha vinto a Brno altre quattro volte: in 250 nel 1999 e nella classe regina nel 2001, 2003 e 2005.

Loris Capirossi è finito nei primi cinque a Brno sei volte, incluso un podio nel 2001 e l’anno passato.

Colin Edwards grazie al 9° posto di Laguna Seca ha completato 32 gare finendo nei punti. L’unico pilota ad avere una serie più lunga è stato Mick Doohan che ci è riuscito per 37 volte.

John Hopkins ha totalizzato 74 punti in 11 gare, il suo miglior risultato da quando ha iniziato a correre nei GP nel 2002.

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Loris Capirossi, dopo aver intrapreso una lunga fuga, lunga 22 giri, ha conquistato il podio di Brno. Ha girato con tempi inavvicinabili, il pilota della Ducati ha tagliato il traguardo con quasi cinque secondi di vantaggio su Rossi e Pedrosa e ha concluso l’ultimo giro esibendosi in una lunga impennata in vista del traguardo. Il circuito di Brno ha avuto altri due protagonisti che quasi hanno rubato la scena al bravissimo capirex che ha preso il largo. I due protagonisti

sono il nostro Valentino nazionale e Dani Pedrosa. Il piccolo spagnolo, dopo essersi messo alle spalle il compagno di squadra Hayden nelle prime battute, ha intrapreso una sfida serrata con il “Doctor”, è stato bravissimo, alcuni suoi sorpassi sul campione del mondo sono stati da manuale, ma alla fine l’esperienza ha avuto la meglio sulla precocità. Pedrosa, comunque, ha lasciato dimostrato ampiamente di essere in lotta per il mondiale che, nel frattempo, si è

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decisamente riaperto visto che Nicky, dopo il malfunzionamento della frizione e brevi duelli, tutti persi è finito in nona posizione. I risultati di Brno hanno riaperto la classifica, con Nicky è sempre al comando, ma il suo vantaggio sugli inseguitori si è ridotto di molto: Pedrosa, secondo, a – 25, e Rossi a – 38. Con cinque gare all’orizzonte ancora da disputare, sono ben cinque i piloti in lizza per il campionato. “Questo è stato un weekend incredibile! – ha dichiarato Capirex - Venerdì, dopo la

prima sessione di prove libere volevo prendere l’aereo per rientrare a casa, la moto non andava come volevo, e c’erano difficoltà nel sistemarla, invece poi siamo stati bravissimi, è stato fondamentale anche l’aiuto della Bridgestone, abbiamo fatto veramente un gran bel lavoro. Mi sono subito accorto di avere un buon passo, migliore di quello degli altri, ho cercato di spingere al massimo nei primi giri, in modo da distaccare un po’ gli altri. Alla partenza è andato tutto bene e leggevo sulla

lavagna che effettivamente il mio distacco cresceva di giro in giro. Comunque non è il momento però di parlare del Campionato. Cercherò solo di fare del mio meglio nelle prossime cinque gare e poi vedremo quel che succederà. Anche Rossi ha dichiarato: “La gara di oggi è andata bene, sono contento, ovviamente partendo dalla pole si spera nella vittoria ma oggi Loris aveva un passo diverso dal resto di tutti noi, non riesco a credere al distacco che ci ha dato! Oggi non eravamo perfetti, resta ancora

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SPORT Xtreme Shinja Nakano vincitore del GP di Brno in 250 nel 2000 non è mai finito nei primi dieci da quando è passato nella classe regina.

Il 7° posto di Checa a Laguna Seca è il miglior risultato per un pilota Dunlop da quando Hopkins raggiunse il medesimo piazzamento con la Yamaha nel GP d’Olanda nel 2002.

Sete Gibernau è partito dalla pole nelle ultime due stagioni a Brno e vi ha vinto nel 2004. Lo spagnolo non sale sul podio da 16 gare, esattamente dal GP di Germania del 2005.

Randy De Puniet è salito due volte sul podio di Brno, inclusa la vittoria in 250 nel 2003.

Toni Elias è salito sul podio di Brno tre volte nelle classi minori, inclusa una vittoria nella 125 nel 2001.

Chris Vermeulen è finito 3° nella seconda manche del mondiale SBK a Brno l’anno passato. Il 5° posto di Laguna Seca, dopo aver condotto per più di metà gara, è finora il suo miglior risultato in MotoGP.

Nome

Autodrom Brno

Costruito

giugno 1987

Modificato

giugno 1996

Pole position

sinistra

Lunghezza

km 5.403

Larghezza

m 15

Curve a destra

Curve a sinistra

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qualche problema ma in ogni caso ho potuto fare una bella gara e lottare fino alla fine. Ho fatto una grande battaglia con Dani Pedrosa, con tanti bei sorpassi e un gran divertimento, specialmente perché alla fine sono riuscito a stargli davanti! Anche se non ho vinto, quello di oggi è un risultato molto importante per il campionato; adesso siamo terzi e abbiamo guadagnato su Pedrosa e su Hayden. Dopo questo fine settimana la

situazione per noi con la moto e con le gomme è molto più chiara, il nostro impegno sarà quello di essere ancora più competitivi per le ultime cinque gare. Tutti in Yamaha stiamo lavorando molto duramente per tornare al top, quindi voglio ringraziare la mia squadra e tutti gli ingegneri. Ci sono cinque gare e cinque piloti che possono ancora lottare per il mondiale, penso che sarà un finale di stagione molto eccitante!”.

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QUANTE CURVE CI SONO NEI CIRCUITI ? Noi vi consigliamo di presenziare sempre alle gare dal vivo, se non siete potuti andare, ecco cosa vi siete persi...

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Solitamente... ...ad una domanda così si ha sempre una risposta tecnica, come 5 curve a sinistra, 6 curve a destra, etc. noi girando per i vari circuiti, ad una domanda cosi abbiamo difficoltà di risposta, più si gira all’interno dei circuiti, più curve si vedono. Ovviamente non parliamo delle curve del tappeto nero, ma di tutte quelle fantastiche curve delle fanciulle che da sempre danno un tocco in più alle maschiliste gare motoristiche: ci riferiamo alle ormai mitiche ragazze del Paddock, diventate una vera e propria istituzione all’interno dei circuiti al punto che persino i media gli dedicano uno spazio sempre più importante. Sono tutte bellissime e quasi sempre coperte da pochi centimetri di stoffa, quasi sempre stazionano sulla pit-lane e nelle vicinanze, sia nei momenti che precedono la partenza delle gare che durante le pause. Spesso fanno parte dello staff organizzativo dei gran premi, oppure vengono ingaggiate dai vari team a scopo pubblicitario

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...in effetti...

non si può dire che non attirino l’attenzione, le foto del servizio lo dimostrano! Una Cosa è certa, in tutto questo grande spettacolo di uomini, di cuore e di tecnologia sono le uniche donne al mondo a dare gioie senza dolori. Addirittura meglio dei motori che, prima o poi, fanno imprecare chiunque. Loro, invece, al massimo distraggono. O fanno innamorare qualche malcapitato. Non

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sono mai fuori posto, sono la cosa più lontana ma per questo anche la più vicina, E non ci importa che sappiano cos’è una corsa, ad alcuni appaiono superflue, ma solo perché ci sono. C’è da scommetterci, infatti, che se non ci fossero ci sentiremo tutti un po’ più soli. Noi siamo convinti che non se ne possa fare a meno.L’unica cosa certa è che prima e dopo la gara, le vere regine della pista non sono le moto, ma queste ragazze, attrattiva della domenica dei motori.

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SBK 2006

Adrenalina e spettacolo "di serie"

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La Superbike è una categoria di moto da corsa. Nel campionato Superbike sono impiegate moto derivate dalla produzione di serie (cioè le moto vendute anche al pubblico) ma elaborate nel motore, negli scarichi, nelle centraline e in tutti i restanti accorgimenti che le rendono meglio sfruttabili per la competizione. Al campionato SBK possono partecipare solamente moto che hanno un numero minimo di esemplari prodotti, in modo da poter considerare la produzione di questo modello una produX3M06

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zione di serie e non una “special” (per esempio la Ducati Desmosedici RR che sarà prodotta in soli 50 esemplari non permetterà alla casa di Borgo Panigale di schierarla nel campionato SBK). Ormai è dal 1988 che si svolge puntualmente ogni anno il campionato mondiale World Superbike Championship che coinvolge le massime case motociclistiche mondiali attirando un considerevole numero di appassionati. Dal 2003 in poi il regolamento ha permesso anche l’impiego di moto con cilindrata di 1000cc con motore a

4 cilindri. Le moto che competono nel campionato SBK hanno anche un peso massimo di 165 kg. Durante il primo periodo degli anni 90, il campionato mondiale di Superbike veniva considerato una sorta di cugino povero del famoso e affascinante Motomondiale ma verso la fine del decennio, la sua popolarità è andata via via crescendo grazie anche alle continue novità inserite nei regolamenti, come l’introduzione della marca unica di pneumatici (la Pirelli dal 2004), che ha rallentato i tempi di percorrenza della pista a

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vantaggio dello spettacolo, riuscendo così a coinvolgere un numero sempre maggiore di spettatori. La gara della superbike, conosciuta anche come Superbike racing, può essere paragonata alle gare di Turismo delle quattro ruote in cui si utilizzano automobili derivate da quelle di serie. Oltre che l’Italia molte nazioni, come gli USA, l’Inghilterra, l’Australia e il Canada organizzano dei campionati nazionali di Superbike, mentre dal 1988 si svolge puntualmente ogni anno un campionato mondiale (World Superbike Championship) che coinvolge le massime case motociclistiche mondiali attirando un considerevole numero di appassionati. Fino al 2003 al campionato SBK potevano partecipare solamente moto di cilindrata fino a 750 cc se 4 cilindri, 900cc se 3 cilindri, 1000cc se bicilindriche; dal 2003 in poi il regolamento ha permesso anche l’impiego di moto di 1000cc con motore a 4 cilindri, che ha permesso alle case nipponiche

di schierare i modelli di punta della loro produzione di serie. Le regole in relazione a quanto una moto possa essere modificata, sono differenti tra le competizioni americane della serie AMA e quelle del Campionato mondiale. Generalmente le potenze erogate da questi propulsori sono dell’ordine dei 200 cv. La Superbike è molto importante per i costruttori di moto: essendo derivate dalle versioni da strada, il valore della vittoria aumenta il prestigio della casa produttrice incrementando così le vendite. Infatti i colossi giapponesi del settore (Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki) si impegnano da anni nella categoria, peraltro bene contrastati anche dalle case italiane, in particolar modo la Ducati che, fino al 2005, vanta il maggior numero di vittorie, sia nelle gare singole che nei campionati mondiali (ben 13).

Per quanto riguarda i piloti, quello che viene considerato il “re” della categoria è l’inglese Carl Fogarty, vincitore del titolo mondiale per ben 4 volte (1994-’95-’98-’99) sempre in sella a una Ducati (916 i primi 2 titoli e 996 gli altri 2). Oggi, anche le tv si stanno interessando molto a questo campionato (in Italia è trasmesso da La7 e Nuvolari).

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BIG GAME FISHING Campionato mondiale 2006 alle azzorre

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In Portogallo, nel mese di settembre, si sono svolti i Campionati Mondiali di pesca, di tutte le specialità. Vediamo in particolare il Big Game Fishing, in traina d’altura, a Marlin bianchi o Bleu, rostrati. La competizione è stata molto sfortunata per l’ Italia, che ha rischiato di salire sui gradini più alti del podio, con i due equipaggi italiani (Affiliati alla F.I.P.S.A.S. – Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) presenti in gara. Sono solo sei le barche che hanno effettuato catture. Manca un’ora alla fine della gara, il team Italia B ha già due catture con relativo rilascio, ma Italia A ha il cuore in gola. E’ ancora a secco e basta una sola cattura per salire sul podio, argento, ma oggi è nera. I due Team Italia, il primo composto da Quarta, Coppari, Morano e Raffaele ed il secondo, Camera Roda, Rotondaro, Fanelli e Bot, per scelta tecnica vanno a Nord Est dell’Isola dove maggiore è la presenza di white marlin. La zona si trova a 30 miglia dal porto e per essere di ritorno alle 18:30, è necessario andare via due ore prima. Così fa il team di Italia B con due rilasci di white Marlin mentre Quarta & company rischiano la penalità

rimanendo in pesca. Quando ormai il sogno sembra svanito ecco che in scia sul teaser (esche artificiali senza amo che servono per incattivire il pesce e spingerlo a mangiare con rabbia l’ esca con l’ amo) si avventa un marlin, aggressivo, con il suo rostro quasi minaccioso a solcare il cielo, sciabola un fendente sulle esche trainate sotto scia. E’ in caccia, è affamato, è arrabbiato per non aver trovato nulla di buono sulla prima esca. I quattro ritirano i teaser e cercano di invitare l’esca al rostrato. La mossa funziona, Antonio Quarta con Francesco Coppari, Gaetano Raffaele e Walter Morano sperano di poter effettuare il rilascio. Il marlin bianco salta ripetutamente, va in profondità, riparte per poi riavvicinarsi alla barca molto velocemente. Ormai è vicino. Il mate, per l’occasione Francesco Coppari, si prepara con i guanti ed il coltello, mentre Gaetano Raffaele, è pronto con la macchina fotografica. Ma il pesce si slama. Cala il gelo sul Team di Italia A. Corre anche qualche lacrima sul volto dei componenti dopo un gara durata sette ore di pieno stress. Il team di Quarta le prova tutte, ma il tempo è quasi scaduto e la giornata non era favorevole.

Le tecniche del Big Game Fishing le più spettacolari e per così dire “acrobatiche”, comprendono la pesca a Drifting (al tonno gigante a scaroccio), la traina costiera (ai piccoli pelagici) e la Traina in altura (in alto mare ai grandi tonni e rostrati). La pesca alla traina ai Marlin si pratica a diverse miglia dalla costa con grandi imbarcazioni che trainano ad una velocità di circa 8 nodi, esche artificiali combinate a volte anche con esche morte, ma freschissime. Nelle competizioni internazionali come per questo campionato, era consentito usare solamente esche artificiali. Grandi Kona, teste piombate, Bubble jet abbinati a piume e accessori vari riescono a convincere, se trainati a dovere, anche il più sospettoso dei marlin. E la mangiata del marlin, soprattutto del blue o del black è micidiale, tanto che questi rostrati sono soprannominati “bruciafilo”. Mangiano l’esca con tale violenza e ripartono verso

Alla fine la delusione è stata tanta. Per i due Team Italia l’aspettativa era altissima ed il podio raggiungibile. Ma la competizione è stata falsata dalla carenza di imbarcazioni, quasi tutte molto piccole, che hanno penalizzato tutti gli equipaggi. Ha trionfato la Spagna che è stato l’ unico team a “scappottare” tutti e tre i giorni. I Team Italia hanno comunque ben figurato risultando poi subito dopo i team più accreditati quali Portogallo, USA, Senegal, Azzorre, su una tecnica (la traina al Marlin Bianco) che viene praticata con il vivo o comunque con il pesce morto abbinato all’esca artificiale, che in gara non era consentito. Il mare, sebbene ci sia stata sempre la rinomata onda lunga oceanica alta diversi metri ed un vento mai inferiore ai 10 nodi, è stato prodigo di ferrate. Molti i pesci slamati e qualche rottura di lenza. Il Campionato si è svolto con un libraggio massimo consentito di 130 libre (65 Kg. il carico di rottura del filo), ma la carenza di imbarcazioni adatte ha fatto si che diversi team abbiano dovuto scegliere attrezzature più leggere e quindi lenze non adatte all’incontro con il Marlin Blue per il rischio rottura.

la parte opposta della barca a velocità prossime o superiori ai 100 km.orari. La loro difesa poi si rivolge verso l’alto con improvvise testate e fuoriuscite dall’ acque ed ancora rapidi ed improvvisi affondamenti. Non di rado, soprattutto negli USA dove questa pesca è molto praticata, ci sono stati gravissimi incidenti con persone che sono state trascinate in acqua dalla furia del pesce con conseguenze facilmente immaginabili. Nel Mediterraneo sporadicamente è stato catturato qualche white marlin. Purtroppo lo sbarramento distruttivo di reti e long line che viene praticato davanti lo stretto di Gibilterra blocca ingresso ed uscita dal nostro mare a qualsiasi specie di pesce, ma questa è un’altra storia.

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Mediterraneo No Limits Viaggi tra sport e natura ideati da Stefano Colacchi, con lâ&#x20AC;&#x2122;obiettivo di dare allâ&#x20AC;&#x2122;attivita' sportiva subacquea una visibilita' a 360o. Iniziamo a conoscere Capo Caccia...

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Mediterraneo No Limits è una gran mostra video-fotografica, che propone la conoscenza e le bellezze del nostro mare, praticando l’attività subacquea con macchine da presa, per far si che quello che esiste, che vive con forme e colori, possano essere divulgati sui tanti canali mediatici ad oggi a disposizione per una maggiore conoscenza del nostro totale territorio. Il viaggio di Mediterraneo No Limits parte da uno dei promontori più belli d’Italia sulla costa ovest della Sardegna. Capo Caccia, situato nella famosa riviera del corallo di Alghero, è uno sperone di 184m sul livello del mare che si espone alle forze dei venti proteggendo la costa e le insenature circo-

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stanti. Non poteva mancare il faro, la luce della sua lampada avverte le imbarcazioni che la costa è vicina e che la baia di Porto Conte con il suo porticciolo offre accoglienza ed ospitalità. Il vasto complesso di cavità subacquee di quest’area e la composizione carsica delle rocce rende le immersioni molto variegate tra esse e dal fascino del tutto particolare, ogni tuffo è un emozione che porta la mente a lunghe riflessioni ed immaginazioni. Il fenomeno di bradisismo, che negli anni ha logorato queste pareti, fa si che oggi si possano ammirare bellezze sia di superficie che sommerse. Da Alghero partono molti battelli che portano visitatori di ogni nazionalità nelle sale emerse, colme di stalat-

titi e stalagmiti della Grotta di Nettuno, dove laghetti, pozzi e cunicoli la rendono molto complessa e suggestiva. Mentre per immergersi nei fondali e conoscere approfonditamente questo spettacolare lembo di terra italiano, è consigliato l’appoggio dei diving più qualificati. Mediterraneo No Limits si è appoggiato al Diving Center Capo Galera, situato in una splendida villa sull’omonimo promontorio, e sotto la guida di Gaddo Risso ci siamo avvicinati ai punti d’immersione a bordo del mitico barcone in legno “Patrizia”, che lentamente solca le limpide acque blu, dandoci modo di goderci queste bellissime falesie, che si innalzano nel cielo accompagnate dal canto e dal volo dei gabbiani, che

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aspettano il nostro ancoraggio per essere visitate nelle tante cavità. La grotta del Nereo, la più grande finora scoperta per l’immersione sportiva, ha un’entrata più profonda ai -35m per poi risalire in una serie infinita di tunnel e camere, dove hanno preso casa aragoste, astici, gronchi, gamberi meccanici, corallo, polpi, murene, cernie. La grotta dei Fantasmi, acqua cristallina e roccia bianca, ci fa entrare in un’atmosfera insolita e surreale. Nella grotta di Falco, nome datogli dal suo scopritore Ennio Falco, si entra in un breve tunnel per poi arrivare sulla superficie, dentro le cavità della

terra. Ci si toglie l’attrezzatura e si cammina al suo interno tra stalattiti ad organo e forme variegate piene di colori. La grotta dei Cervi, dove sono fossilizzate le ossa dei cervi nani, poi il Ciprea, i Laghi, la Galathea e il nostro tempo di permanenza in questa località è scaduto. L’ultimo tuffo lo facciamo alla grotta degli Archi: uno spettacolare gioco di luci, banchi di saraghi, pareti interamente ricoperte di parazhoantus, spirografi, cereaunthus e stelle marine di varia natura ci lasciano la voglia di tornare e di dire… A PRESTO.

ani Mare li antichi Rom g a d o t a m ia h agna C editerraneo b M r a M il , m Nostru ica, continenti: Afr re t i d e st o c di le na superficie u a H . a si A ed Europa d una km² e arriva a i n io il m ,5 2 a circ 7 metri. assima di 5.26 m à it d n fo il ro p di Gibilterra, o t t re t S lo e Tramit l’Oceano neo raggiunge ra er it ed M r a M dei est lo Stretto Atlantico; ad di giunge al Mar n o c lo li el n a Dard oro al anale del Bosf ez Marmara e il C il Canale di Su st -e d su A . o er Mar N ar Rosso. iterraneo al M ed M il a eg ll o c il ritengono che Molti studiosi a a ciò che rest si eo n ra er it i Med Tetide, che da la el d r a M o dell’antic atolia e eva fino all’An d en t es si ei Piren di i due separando quin wana, , ya la a im ’H ll a nd ti Eurasia e Go e paleo-continen conformazion le a u t t a l’ o d raggiungen ni fa. 5 milioni di an Settembre - Ottobre

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Ghost Rider Genere: Horror, Fantasy Trama: Un Nicholas Cage in ottima forma nel ruolo di Johnny Blaze, uno stuntman dannato e vendicativo che vende la sua anima a forze oscure per poter salvare la vita del padre. Il più cool dei supereroi della Marvel.

Lady in The Water Genere: Drammatico, Thriller

Il Diavolo Veste Prada

Genere: Commedia, Drammatico

Tratto da un best-seller di Lauren Weisberger, nel favoloso e sfavillante mondo della Moda, Miranda Priestly è un mito assoluto. Esile ed elegante come nessuna, dirige la rivista patinata più venduta e prestigiosa del pianeta. Quando Andrea Sachs - ventitré anni, neolaureata e originaria di una cittadina di provincia con in testa il sogno di diventare scrittrice - si trasferisce a New York dove trova lavoro come assistente di Miranda Priestly, celebre editrice della rivista di moda ‘Runaway’. Accetta di lavorare per lei in cambio di una futura raccomandazione. Una posizione invidiabile se non fosse che il suo nuovo capo è una donna dispotica che le rende la vita impossibile perseguitandola con telefonate anche nel cuore della notte. Andy non sospetta di avere stretto un patto con il diavolo. Perché Miranda - l’algida, sofisticata Miranda - dietro l’aspetto impeccabile, nasconde un’indole velenosa e volubile, capace di trasformare la vita di Andrea in un vero e proprio inferno... come se non bastasse, Emily, la prima assistente di Miranda, cerca in ogni modo di farla fuori rendendosi sempre più simile al loro capo. Grazie ai preziosi consigli di Nigel, l’editore della rivista, la vita di Andy sembra migliorare giorno dopo giorno ma i suoi vecchi amici e il suo fidanzato non sembrano essere d’accordo.

Trama: Cleveland, é il guardiano di un condominio che aiuta una giovane inquilina che si trova in pericolo. Dopo questo avvenimento scoprirà che la donna é nasconde un misterioso segreto.

Non Aprite Quella Porta L'inizio Genere: Horror Trama: Prima di partire per il Vietnam, due amici con le rispettive ragazze, fanno un ultimo viaggio per passare un pò di tempo insieme, ma nel tragitto subiscono un incidente, così sono costretti a fermarsi in una casa che per loro sfortuna si rivelerà tutt’altro che accogliente...

World Trade Center

Meryl Streep... Seria, raffinata, elegante, estremamente perfezionista, quasi al limite della maniacalità, lontana dallo star-system, ma considerata da tutti come una delle migliori attrici di tutti i tempi, Meryl Streep è nata a Summit, una località del New Jersey, nel 1949. Il suo vero nome è Mary Louise, Meryl è il nome con cui la chiamava la madre, donna dell’alta borghesia cittadina, di origini olandesi, come il padre. Dotata di una bella voce da soprano, a 12 anni comincia a prendere lezioni di canto, con l’intenzione di diventare cantante di musical.

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Genere: Drammatico Trama: La vera storia di due poliziotti newyorchesi, John McLoughlin e William J. Jimeno, sopravvissuti dopo essere rimasti sepolti sotto le macerie di Ground Zero, dove si erano recati per partecipare alle operazioni di soccorso dopo l’attacco terrorista alle torri gemelle dell’11 settembre...

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Le Vertigini tra angoscia e piacere Chi non ha mai avuto le vertigini? “Gira tutto il vuoto mi attira”. Freud considera le vertigini come una delle manifestazioni principali dell’angoscia. Ciononostante, si può giocare con le vertigini e trarne piacere, come accade in quegli sport che ci mettono a contatto con l’aria, il vuoto e la discesa, alla continua ricerca di un equilibrio che non può essere raggiunto una volta per tutte. l’autrice si concentra sulla ricerca del limite e i “giocatori dell’impossibile”, definendo gli aspetti specifici che caratterizzano le vertigini di origine psichica, le persone che ne sono soggette e i diversi livelli di angoscia espressi da questo sintomo. Con l’aiuto dello psicanalista il paziente capisce che la sensazione “fisica” di vertigine, traduce i suoi sentimenti e la relazione con le persone a cui è legato. In tal modo, passa dalla sensazione alla rappresentazione e può rintracciare il senso simbolico del suo sintomo.

Psicologia e Psicodinamica dell'immersione subacquea

L’AUTOBIOGRAFIA UFFICIALE Non ci sono mai stati giocatori di rugby come lui. Poche persone hanno avuto un così forte impatto nel loro sport, come lo ha avuto Jonah Lomu nel rugby. E non importa che sia stato l’ala più veloce di questo sport; o che abbia segnato più mete di chiunque altro; o che sia stato un difensore eccezionale. Questi sono criteri con cui si giudicano i comuni mortali. Lomu è oltre queste considerazioni, oltre tutti quei superlativi che sono stati affibbiati al miglior giocatore di rugby di tutti i tempi. Lomu è stato un FENOMENO. Non solo una biografia. Questa è la storia di un uomo che ha trasceso il rugby per diventare uno degli sportivi più famosi del mondo. Autore: JONAH LOMU - WARREN ADLER

JONAH LOMU: pelle d’ebano: 196 centimetri d’altezza e 112 chili di peso che corrono come uno sprinter. Finché è fermo puoi ancora farci qualcosa. Ma se parte dopo tre passi è già una palla di cannone che brucia l’erba e fa male solo a guardarla. Con l’aggravante che una palla di cannone non ragiona e non è agile: lui sì. Scannerizza il campo, inquadra gli avversari, si tramuta in palla da flipper, se li beve come birilli e non si ferma fino a quando non è arrivato in meta. Jonah Lomu: l’unica cosa umana che si avvicini a Obelix.

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Chi non ha mai avuto le vertigini? “Gira tutto il vuoto mi attira”.Freud considera le vertigini come una delle manifestazioni principali dell’angoscia. Ciononostante, si può giocare con le vertigini e trarne piacere, come accade in quegli sport che ci mettono a contatto con l’aria, il vuoto e la discesa, alla continua ricerca di un equilibrio che non può essere raggiunto una volta per tutte. l’autrice si concentra sulla ricerca del limite e i “giocatori dell’impossibile”, definendo gli aspetti specifici che caratterizzano le vertigini di origine psichica, le persone che ne sono soggette e i diversi livelli di angoscia espressi da questo sintomo. Con l’aiuto dello psicanalista il paziente capisce che la sensazione “fisica” di vertigine, traduce i suoi sentimenti e la relazione con le persone a cui è legato. In tal modo, passa dalla sensazione alla rappresentazione e può rintracciare il senso simbolico del suo sintomo.

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Colui che "punge" in arte

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Fin da bambino sapeva di voler diventare un musicista. Nato il 2 ottobre 1951 a Wallsend, piccolo paese nel nord-est dell’Inghilterra, Gordon Summer diventa Sting (pungiglione) quando un suo amico musicista, vendendolo di spalle con addosso un maglione a strisce gialle e nere decise di affibbiargli quel soprannome. Fonda insieme a Stewart Copeland e Andy Summer “The Police”, che dalla pubblicazione, nel 1978, del primo album “Outlandos d’Amour” fino al 1984, anno di scioglimento del gruppo, ha segnato profondamente la storia della musica contemporanea. Nel 1985 Sting pubblica il suo primo album da solista, “The Dream of The

“Songs from the Labyrinth” Sting Etichetta: Deutsche Grammophon Nel suoi ultimo lavoro, disponibile in Italia dal 29 settembre, Sting percorre un terreno musicale nuovo. Il musicista inglese, infatti, si confronterà con la musica del celebre autore elisabettiano John Dowland (15631626). Sting sarà affiancato dal talentuoso liutista Edin Karamazov, in ciò che egli descrive come “la colonna sonora alla vita di Dowland in parole e musica”. “Songs from the Labyrinth” sarà pubblicato dalla Deutsche Grammophon, la più celebre casa discografica di musica classica. Nei primi anni ‘80, Sting viene

Blue Turtles”, che vedeva anche la partecipazione dei migliori musicisti jazz d’America come Branford Marsalis, Kenny Kirkland, Omar Hakim e Darryl Jones. In questi ultimi vent’anni Sting è diventato un artista capace di vendere milioni di dischi, un’attrazionde dal vivo, un songwriter di successo premiato anche col Grammy e un richiestissimo autore. Sting è sposato dal 1992, con l’attrice Trudie Styler. Recentemente hanno presentato insieme, in veste di produttori, il film “A Guide to Recognizing Your Saints” diretto da Dito Montiel, alla Mostra del Cinema di Venezia.

per la prima volta in contatto con la musica di John Dowland e, come lui stesso ha confessato, questa musica è stata una “gentile ossessione” per i venti anni successivi. L’interesse per la musica di Download fu risvegliato circa due anni fa, quando il suo chitarrista Dominic Miller gli regala un liuto, uno strumento musicale del sedicesimo secolo ad undici corde. John Download scrisse un gran numero di composizioni destinati a questo strumento. Ancora Sting: “Questo progetto non è nato per diventare un disco. E’ stato più che altro un tributo d’amore. Volevo imparare questi brani, e per curiosità Edin ed io siamo semplicemente andati avanti.” Ancora Sting: “Non sono un cantante esperto di questo repertorio, ma spero di poter aggiungere freschezza a queste canzoni che forse un cantante più esperto non potrebbe dare. Per me queste sono canzoni pop scritte intorno al 1600 e le vedo in modi diversi; bellissime melodie, liriche fantastiche e accompagnamento eccezionale.” Non resta che aspettare l’uscita del disco e lasciarci rapire dalla magia di questo grande artista.

We Shall Overcome… American Land Edition Bruce Springsteen Etichetta: Columbia Uscirà in 3 ottobre in tutto il mondo la nuova “expanded version” dell’ultimo album di Bruce Springsteen “The Seeger Sessions”. Il nuovo album si chiamerà “We Shall Overcome: The Seeger Sessions - American Land Edition” e comprenderà tre brani inediti, quattro video, due tratti da concerti e due videoclip, un DVD contenente la versione estesa del filmato girato durante la registrazione dell’album, un documentario e rare foto di Springsteen realizzate da Danny Clinch. Sono previsti anche alcuni concerti all’aperto in locotion d’eccezione come Villa Manin a Udine, la Reggia di Caserta e l’Arena di Verona. Ecco le date: 1°ottobre: Bologna - Palamalaguti; 2 ottobre: Torino - Palaisozaki; 4 ottobre: Udine - Villa Manin; 5 ottobre-: Verona - Arena; 7 ottobre: Perugia- Arena Santa Giuliana; 8 ottobre: Caserta- Giardini della Reggia; 10 ottobre,: Roma - Palalottomatica

“The Open Door” Evanescence Etichetta: Columbia Si chiamerà “The Open Door” e uscirà il 3 ottobre il nuovo, atteso album degli Evanescence. Seguito del fortunatissimo “Fallen”, che dal 2003 a oggi ha venduto sei milioni e mezzo di copie, l’album è stato registrato a Los Angeles all’inizio dell’anno e prodotto da Dave Fortman, che aveva già collaborato al primo album. “Realizzare questo disco è stata un’esperienza molto intensa”, ha detto la frontwoman Amy Lee, “Ne sono uscita come purificata. Mi sento come se avessi toccato un nuovo livello di ispirazione e possibilità”. L’album è anticipato dal singolo “Call Me When You’re Sober”. Gli Evanescence saranno in tour, e faranno un’unica data in Italia. L’appuntamento è per il 14 novembre all’Alkatraz di Milano.

Revelations Audioslave Etichetta: Sony E’ uscito il 5 settembre “REVELATIONS”, l’attesissimo nuovo album della rock band “multi platino” degli AUDIOSLAVE. In una recente intervista su Rolling Stone.com il chitarrista Tom Morello definisce così il nuovo lavoro: “I Led Zeppelin incontrano gli Earth, Wind and Fire”, e dfinisce l’album “un vero disco hard rock con una base funky”. Tra i punti di forza dell’album c’è senza dubbio il groove travolgente del primo singolo “Original Fire”. La rock band, già nominata ai Grammy (Chris Cornell alla voce, il chitarrista Tom Morello, il bassista Tim Commerford ed il batterista Brad Wilk), ha registrato REVELATIONS negli Henson Studios di Los Angeles con il produttore Brendan O’Brien. O’Brien, che vanta innumerevoli collaborazioni con nomi prestigiosi come Pearl Jam e Bruce Spingsteen, ha mixato per gli Audioslave anche l’album Out of Exile ed il CD/DVD Live in Cuba

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Yakuza La Sega ha voluto dar prova della sua classe, con un titolo che, anche se non perfetto, rispecchia in pieno tutto ciò che desideravamo, un grande titolo dalla casa di Sonic. Yakuza riprende molti elementi del celebre gioco con protagonista Ryo Hazuki, con una storia che strizza l’occhio a GTA facendo però vedere ai ragazzi della Rockstar cosa sia una vera banda, o meglio… famiglia. Tony Hawk’s Skate

Tokio e la Yakuza La criminalita' sfondo dell' eroe protagonista Yakuza non è un gioco in cui il crimine fa da protagonista. Piuttosto il mondo criminale è sfondo e scenografia di una storia che si interessa di ben altri valori, marchiata a pelle sul volto di un eroe dalla moralità indubbia. Un gioco ambientato in una realtà cruda e spietata del crimine organizzato, dell’interesse e della politica: per misurarsi con esse ad armi pari, le armi vanno sapute impu-

gnare ed utilizzare. E quando si è da soli di fronte all’ostacolo della colpa, del rimorso e della perdita, impugnarle può essere persino un atto di grande coraggio. Yakuza è un’esperienza totalmente immersiva che cattura l’anima suburbana del Giappone moderno, ricreando in modo verosimile la vita notturna clandestina di Tokyo e svelando i misteri che circondano i sistemi della Yakuza. La sceneggiatura di Yakuza è stata affidata

ad un noto scrittore Giapponese, Hase Seishu, che ha confezionato una storia intrigante basata su lealtà, onore e vendetta. Il cast Hollywoodiano scritturato per il doppiaggio delle voci nella versione Americana è di tutto rispetto (Michael Rosenbaum, Michael Madsen, Eliza Dushku, Rachel Leigh Cook, e Mark Hamill), porterà in vita i diversi personaggi del gioco, grazie all’elevata capacità interpretativa. L’inconfondibile voce di Michael Madsen (Le iene, Sin City) verrà data a Shimano, un boss Yakuza che si serve della brutalità e della violenza per realizzare i propri obbiettivi, Michael Rosenbaun (Smallville) impersonerà Nishiki, uno spietato membro Yakuza che ha tradito il suo amico d’infanzia, Kazuma; Eliza Dushku, (Buffy the Vampire Slayer, Bring It On) darà la propria voce a Yumi, cresciuta in un orfanotrofio con Nishiki e Kazuma e al centro del mistero principale della trama, Rachel Leigh Cook (She’s All That) vestirà i panni di Reina, proprietaria del Serena hostess bar; e Mark Hamill (Guerre Stellari) sarà la voce del folle Majima, un boss Yakuza con un discutibile senso dell’onore, “Yakuza è stato un grande successo in Giappone, e, nel portare il titolo sul mercato Statunitense/Europeo, SEGA vuole assicurare estrema cura sul più piccolo dettaglio di questo titolo; “Il gioco possiede una grafica altamente cinematografica e tanta azione e, grazie a tutti questi fattori, gli utenti avranno modo di giocare l’avventura più profonda e appassionante che abbiano mai potuto provare”

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Activision Italia presenterà, in anteprima, Tony Hawk’s Project 8 – in versione Xbox 360 - e Tony Hawk’s Downhill Jam – in versione Nintendo DS™ - i due nuovi videogiochi legati al franchise di Tony Hawk che saranno distribuiti il prossimo autunno in tutti i negozi italiani. I giochi danno la possibilità di cimentarsi con gli spettacolari e quanto mai realistici trick e combo di Tony Hawk’s Project 8 e con le adrenaliniche corse “downhill” ambientate negli scenari più spettacolari del mondo di Tony Hawk’s Downhill Jam. Ducati world championship Un gioco che permette al giocatore di migliorare le sue prestazioni passando attraverso vari livelli di difficoltà, rappresentati da tornei sempre più professionali, a cui si partecipa con moto sempre più sofisticate.

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World Cyber Games '06 Le “olimpiadi” dei videogames si terranno dal 18 al 22 ottobre presso l’Autodromo di Monza. Grande concerto d’apertura e sfide virtuali per 700 gamers provenienti da tutto il mondo. Da non perdere!

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Colpi di... click! Giunti alla sesta edizione, i World Cyber Games, organizzati dalla coreana International Cyber Marketing, si svolgeranno presso l’autodromo di Monza, per la “prima volta” europea. L’evento si aprirà con un mega concerto il 18 ottobre a partire dalle ore 18:00, dove si alterneranno sul palco artisti come Carmen Consoli, Max Gazze e, in veste di special guest, Gianna Nannini. Nei giochi si sfideranno settecento tra i migliori videogamers, divisi in otto categorie ufficiali, provenienti da settanta Paesi, che faranno del loro meglio per aggiudicarsi il titolo di campione mondiale e portare a casa un montepremi di 430,000$. I giochi si concluderanno il 22 ottobre. Il programma della manifestazione prevede, oltre alle sfide virtuali, anche concerti, spettacoli e l’intervento di numerosissimi ospiti provenienti dal mondo dello sport, della musica, dello spettacolo, della cultura e delle istituzioni. Sono anche in programma una serie di conferenze che avranno come tema principale il rapporto tra tecnologie digitali e Pubblica Amministrazione nonché dibattiti sull’industria dell’intrattenimento digitale, temi che riguardano da vicino Istituzioni e operatori di mercato di ogni Paese. La scelta di Monza come città ospitante da parte dell’ente organizzativo è dovuta alla particolarità della location messa a disposizione. Per la prima volta infatti la finale del WCG non si svolgerà in un centro congressi o in uno

stadio, ma in uno dei tempi mondiali dell’automobilismo: una location che saprà senza dubbio regalare emozioni e divertimento non solo ai cyber atleti ma anche al pubblico. Quest’ultimo potrà ammirare le performance dei giocatori da un palco collocato nell’area Paddock, o visitare i “Cyber Spaces”, dove alcune partite verranno trasmesse su maxi-schermi e commentate in italiano. Sono poi in programma altre manifestazioni quali musica, danza, Sumo Wrestling, face painting: attività per tutta la famiglia insomma! A rappresentare l’Italia in quest’edizione dei WCG penseranno ventisei Cyber atleti selezionati nelle finali nazionali, svoltesi a giugno presso l’Autodromo di Monza e organizzate da NGI SpA, leader nazionale nel gaming on-line e connettività internet. I giocatori italiani, che puntano al titolo mondiale, sono suddivisi in un clan di cinque membri per CounterStrike e tre migliori players per ciascuna delle altre discipline, più un team leader. I biglietti d’ingresso per il pubblico saranno disponibili su www.ticketone. it dal 18 settembre. Tutte le attività che si svolgeranno all’interno dell’Autodromo sono incluse nel costo del biglietto giornaliero.

World Cyber Games I World Cyber Games sono una competizione nata nel 2000, che coinvolge ogni anno giocatori da tutto il mondo, promuovendo l’amicizia e l’armonia fra le culture attraverso gli E-sports. Con lo slogan “Beyond the game” i WCG sono diventati la manifestazione di videogiochi più importante a livello mondiale, con in palio il montepremi più alto. I WCG sono i leaders nella “Cultura dell’intrattenimento digitale”. Il Grand Final si terrà quest’anno a Monza presso l’Autodromo Nazionale, dal 18 al 22 Ottobre. I Cyber Atleti si sfideranno su diverse specialità: StarCraft: Brood War – RTS; Warcraft III: Frozen Throne – RTS; Warhammer 40,000: Winter Assault – RTS; Counter Strike 1.6 – FPS; FIFA 2006 – Sports; Need for Speed: Most Wanted – Sports; Project Gotham Racing (Console/Xbox 360) – FPS; Dead or Alive 4 (Console/Xbox 360) – Fighting. SAMSUNG Electronics è lo sponsor mondiale dei World Cyber Games. Microsoft X-box e AMD sono gli sponsor principali delle finali mondiali WCG 2006 mentre ATI e SyncMaster sono gli sponsor ufficiali.

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MODA Xtreme

In autunno, comodi con stile Ecco come affrontare la cittĂ con grande stile, comoditĂ e buon gusto

ALCOTT, Lei pantalone in denim con tasche laterali ed inserti color moka, camicia in cotone bianco, gilet in denim effetto vintage e cardigan in lana bianca con piccoli pon-pon, cintura con piccole borchie metalliche.

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NARA CAMICIE camicia bianca cotone strech lavorato a costine con collo coreano

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Pal Zileri Piumino in nylon metallo con collo in pelo; sciarpa in seta-cachemire; cappello in pura lana merino extra-fine.

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Pal Zileri Bomber in piuma in nylon tinto in filo con particolari in pelle e collo in pelo; camicia stretch in cotone; 5 tasche in denim non lavato.

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il jeans WPM DENIM Ă¨ un jeans particolare ed innovativo. Due sono i suoi punti di forza: il colore e gli inserti in pelle.

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Xtreme Xtremelifestyle rubrica

Getting cooler

I Must Have per il prossimo autunno

116 Comodi e caldi all'aria aperta 118 Autunno metropolitano 120 Per non perdere il tuo tempo

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Comodi e Caldi all'aria aperta Tutto l’occorrente per poter praticare gli sport all’aria aperta senza doversi preoccupare della temperatura.

SALEWA GIACCA FEATHERLIGHT Giacca tecnica in Primaloft da alpinismo, spedizione e scalate in alta montagna. Taglio aderente, altamente traspirante con il giusto equilibrio tra impermeabilità e calore. Rinforzi con tessuti di qualità elevate, tasche interne in rete, leggero e ripiegabile. Prezzo €129

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SALEWA CULTER Giacca tecnica in laminato Stormwall di Salewa con inserti laterali in Stretch. Adatta per l’escursionismo e il trekking.Taglio ergonomico, 2 tasche anteriori con zip, 1 tasca applicata sulla manica senza cuciture, cappuccio integrato nel collo, gomiti preformati e inserti in Dry’Ton Mesh sotto le braccia per assorbimento del sudore. Prezzo €159

DYNAFIT Piz Palü Racing Un gilet da tenere sempre a portata di mano per la protezione da vento e freddo del petto. Costruito con soluzioni tecnologiche basate su Ultra rip 3l, Softshell Lite e un mesh che ne aumenta il comfort. Disponibile nelle due versioni, uomo e donna. Prezzo €129

CRAFT ACTIVE WOOL POLO ZIP La Polo con zip Craft è un underwear termico per uso aerobico e anaerobico, che offre maggiore comodità e regolazione termica, grazie al tessuto “active wool”, che trattiene il calore ed espelle l’eccesso di umidità.

BROOKS CASCADIA Il modello Cascadia coniuga il confort di una calzatura running (leggerezza, flessibilità, versatilità) alla robustezza e all’ammortizzazione di una da trekking. Di rilievo il doppio pivot, posto ad entrambi i lati della scarpa, che fornisce un ottimale supporto alle naturali asperità del terreno. Ottima aderenza grazie al profilo sovradimensionato e al rinforzo della zona dell’avanpiede. Prezzo €130

HI-TEC V-LITE HURRICANE La V-Lite Hurricane di Hi-Tec è una calzatura robusta e confortevole pensata per il trekking leggero, grazie alla costruzione V-Lite, ovvero l’utilizzo di materiali che garantiscono la massima performance con il minimo peso. Questo modello assicura un’ottima tenuta su tutti i tipi di terreno grazie anche alla suola Vibram, particolarmente leggera prodotta in esclusiva per Hi-Tec. Prezzo € 85

ROCKPORT HIGH TORQUE Modello dalle caratteristiche tecniche in grado di soddisfare coloro che hanno esigenze di alta qualità. Ogni passo è sorretto da un sistema di ammortizzamento, altamente tecnico, un sistema ad aria, non pressurizzata, che si sposta con la pressione del piede sul terreno, a seconda del proprio peso. Create per camminare con qualsiasi condizione atmosferica. Prezzo €151

HAGLOFS Marsupio: HIPPAK Marsupio, formato da due tasche. Resistente sia agli strappi che alle abrasioni. Entrambe le chiusure a lampo hanno una doppia copertura per migliorare l’impermeabilità. Dotato di: sacchetto porta cinghia, organizer, cerniera a lampo impermeabile, strisce riflettenti e cinghia di sostegno. La costruzione, a maglie larghe, facilita la ventilazione sulla parte che aderisce al corpo. Prezzo €30

SALEWA MINIMAX III Marsupio con tasca integrata completo di due borracce portabevande con sistema di trasporto AIRSTREAM. Comodo pratico e maneggevole perfetto per ogni evenienza e situazione con le comode chiusure rapide e veloci, facile da indossare, confortevole con possibilita di fariare la misura del cinturino. Prezzo €39

MyNav Mountain Satellitare per l’escursionismo, sinonimo di passione per la montagna e tecnologia insieme. Il suo cuore pulsante è una banca dati cartografica studiata e creata ad hoc per l’escursionismo estivo ed invernale in montagna, con tutte le informazioni per orientarsi e muoversi, con qualunque mezzo, tra sentieri, piste da sci, percorsi da mountain-bike, e altro ancora. Prezzo software €299

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Autunno metropolitano

Le nostre idee per stare in perfetto stile con la tua cittĂ felpe, giacche e pantaloni per vivere al meglio le tue giornate.

Geospirit DOCTOR T Bomber con profili in maglia e collo staccato in lapin epilato Prezzo â&#x201A;Ź500

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Dekker uomo WALL STREET Giaccone full zip in nylon fiammatocon cappuccio regolabile da coulisse e polsini in maglia di lana. Prezzo €470

Boundary No Sew Jacket Riparati dal freddo bene avvolto nel caldo comfort della giacca Boundary No Sew. Imbottito di morbida piuma d’oca, leggero e protettivo.

Peuterey uomo ARROW Trench multitasche in nylon wax con collo in maglia Prezzo €550

ALCOTT: CG1785UO felpa verde militare in stile ARMY con invecchiature e stampe vintage Prezzo €40

ALCOTT: FE709UO06 felpa nera con cappuccio, sul davanti ampia tasca e scritta ALC Prezzo €25

ALCOTT: MA1775UO06 maglia verde militare effetto vintage, arricchita da una particolare lavorazione a costine, da inserti in cotone sui finachi e da taschino sul braccio Prezzo €45

ALCOTT: S4544UO pantalone verde militare con ampi tasconi laterali e cerniere alla caviglia. Prezzo €45

ALCOTT: WF528UOTW pantalone cargo color moka. Prezzo €36

NIKE Killington Cotton Pant Entra nell’area benessere, una volta abbandonate le piste, in questi pantaloni di cotone. L’estetica stampata mette in risalto il retro rinforzato, mentre la vita su misura e il bordo, creano una linea attraente e confortevole.

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Per non perdere il tuo tempo Dall’ufficio alla palestra passando per il mare, ecco alcuni accessori che non puoi farti mancare.

PRYNGEPS “FLAG” ITALIA ( disponibile anche -USA-INGHILTERRA.CUBA JAMAICA BRASILE) Vetro, Cassa acciaio Cinturino in pelle Prezzo €170

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Xtreme LIFESTYLE

Timex Volete stupire anticipando l’arrivo della marea? Timex fornisce lo strumento adatto ed a un prezzo abbordabile con un cronografo dotato anche di termometro. Prezzo €125

Pryngeps Quartz Chrono Scafandrier Un cronografo subacqueo dalla linea molto classica e di grande affidabilità grazie alla cassa in acciaio water resistano fino a 10 atmosfere. Colori brillanti disponibili che lo fanno adatto ad essere indossato tutti i giorni. Prezzo €280

POLAR CS300 Si indossa come un orologio, ma chi fa sport non può fare a meno del cardiofrequenzimetro di Polar. Perfetto per tutte le discipline aerobiche, fornisce i fondamentali dati di chi pratica sport, a qualsiasi livello. Prezzo €199

Laurens Fin Creato per gli appassionati del mare, il cronografo FIN permette di praticare tutte le attività acquatiche grazie alla versatilità di uno strumento impermeabile fino a 10 atmosfere. Prezzo €230

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EICMA 2006 Al via l’edizione 2006 del Salone Internazionale del Motociclo.

Manca poco... ...alla sessantaquattresima edizione del Salone Internazionale del Motociclo. Si terrà infatti dal 14 al 19 novembre alla fiera di Milano, quella che secondo i pronostici sarà un’edizione da urlo. Tutti i grandi nomi hanno confermato la propria presenza e molti di loro hanno aumentato la superficie espositiva. La più grande novità per quest’edizione sarà il “Forum Internazionale sulle due Ruote a Motore” che l’ANCMA organizza in collaborazione con Ambrosetti. Il Forum sarà dedicato quest’anno alla forza del marchio, e al contributo del design all’immagine di marca. Tra i relatori spiccano i nomi di Glen Hiemstra, futurologo di fama mondiale, autore di “Turning the future into revenue”; Joseph Sassoon, Presidente di Alphabet, Istituto specializzato in ricerche sulla comunicazione e l’immagine ; Lars Wallentin, che da quasi 40 anni insegna design, comunicazione e packaging in tutto il mondo e Loyola de Palacio, che è stata Commissario ai Trasporti della Comunità Europea. La mattina della giornata pre-inaugurale del Salone è in programma in Fiera anche un Seminario sul mercato USA delle due ruote a motore. Con queste iniziative e “Motolive”, EICMA vuole diventare un evento unico a livello mondiale, in cui accanto al Salone vero e proprio, che resta il core business della manifestazione - ci siano momenti di grande interesse spettacolare per gli appassionati (con Motolive : esibizioni e musica nel grande spazio outdoor) e momenti di grande interesse formativo e culturale per gli operatori e per l’industria.

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Info generali Apertura al pubblico: dal 14 al 19 novembre dalle ore 10:00 alle ore 18:30 Venerdì 17 novembre chiusura alle ore 22:00 ( …e ingresso gratuito per le Signore!) Costo del biglietto: €16,00 (ridotto e gruppi: €10,00)

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BUELL ULYSSES UNA MOTO SPORTIVA COSTRUITA PER VIVERE L’AVVENTURA E PER PORTARVI ANCORA PIU' LONTANO Buell Ulysses è una Sport-Adventure davvero versatile. E’ nata per l’avventura, ma come tutte le Buell ha un aspetto sportivo ed è sinonimo di eccellente maneggevolezza. L’enorme potenza erogata dal V-Twin su un’ampia gamma di regimi del motore e il telaio rigido rendono la Ulysses capace di prestazioni straordinarie sulle strade urbane, sulle strade sconnesse, in autostrada e più in là ancora. L’ergonomia consente di mantenere comodamente una posizione di guida eretta, l’ampia sella offre tanto comfort sia al pilota che al passeggero per l’intera giornata. Le borse laterali rigide e il bauletto opzionali trasformano la Ulysses in una motocicletta da turismo, adatta alle lunghe distanze e a qualsiasi tipo di strada vogliate percorrere. Progettata per divertirsi su strada e fuori strada, con la sua grande versatilità turistica, Ulysses offre al motociclista la possibilità

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di viaggiare con tranquillità su superfici fangose, ghiaia o su altri tipi di terreni accidentati. Per migliorare il controllo, è dotata di un alto e ampio manubrio con staffe di irrigidimento incrociate. Le robuste pedane sono collocate in posizione neutrale. I paramani montati sul manubrio e il parabrezza in due pezzi sono progettati per limitare le vibrazioni e migliorare il comfort durante guida. Un sistema a doppio parafango anteriore offre una buona protezione dai detriti sia per il pilota che per la moto.

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La nuova BMW R 1200 R Con la nuova R 1200 R, BMW Motorrad prosegue la lunga tradizione nella costruzione di Roadster presentando un successore per l’affermata R 1150 R. ha un design classicheggiante dalle connotazioni sia personali che eleganti e senza tempo. Il maggiore temperamento deriva dal motore da 1.200 cmc, che grazie ai suoi 80 kW/109 CV Il motore Boxer corrisponde alla versione evoluta, che ha festeggiato il proprio debutto già sulla R 1200 RT. Per la prima volta, su questo modello viene impiegata la nuova generazione dell’Integral ABS della BMW Motorrad, combinabile su richiesta con un sistema elettronico d’antislittamento (ASC). Inoltre una vasta gamma di optional e di equipaggiamenti specifici permette di completare in maniera personale la dotazione della R 1200 R.

Ducati Multi Strada Nata e sviluppata tra i tortuosi tornanti di montagna e le strade cittadine tosco-emiliane , la Multistrada è una moto vera per veri motociclisti, una moto sportiva in grado di offrire il massimo in termini di prestazioni senza però rinunciare alle comodità. La sua singolare versatilità è frutto del suo design. Sulle strade di montagna è capace di “pieghe” incredibili, grazie a sospensioni di derivazione Superbike, all’eccellente impianto frenante e al rinomato telaio a traliccio. Nelle lunghe percorrenze le sospensioni regolabili facilitano il viaggio, il nuovo manubrio ad attacco elastico riduce la stanchezza e la posizione di guida rilassante.

Piacevole e Sportiva targato Kawasaki La nuova Kawasaki racchiude tutta la sua essenza all’interno del nome: Versys. Di derivazione latina da vertex (vertice/apice) e system (sistema), con l’accezione di “andare verso l’apice del piacere di guida” diviene, nella sua trasposizione più anglosassone, Versatile System a rappresentazione di una natura dinamica e divertente che identifica l’ultima arrivata della famiglia Kawasaki. La Versys si rivolge ad motociclista evoluto che, animato da un “cuore” sportivo, vuole godere quotidianamente di differenti stili di guida. Sia in città come fuori. Su questo modello Kawasaki è l’uomo che fa la differenza. Ogni centauro può provare la libertà di trovare il proprio stile di guida.

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Per chi non vuole farsi mancare nulla. è un autentico un pick up, uno di quei veicoli che “fanno molto America” e si vedono scorazzare sempre più spesso anche nelle strade italiane. Un mezzo unico per chi può combinare il piacere di divertirsi al proprio mezzo di lavoro, un mezzo valido con una buona capacità di carico, in grado di muoversi su ogni tipo di terreno, versatile e confortevole al punto giusto anche per il tempo libero per sentirsi sempre un po’ in vacanza! Ottima capacità di carico, un motore a gasolio 2.5 dCi in grado di sviluppare ben 174 cavalli, comfort da autentico SUV ed una valida tenuta di strada

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anche nelle situazioni più difficili, sono le caratteristiche che fanno di Nissan Navara un concorrente molto temibile nel segmento dei pick up. Si può scegliere tra due varianti di carrozzeria, King Cab e Double Cab Con il potente motore diesel ed un vero spirito off road, Nissan Navara è perfetto per soddisfare il tuo spirito di avventura. Ha una capacità di traino di 3-tonnellate e un carico utile di 835-kg, il potente Navara può trasportare qualsiasi tipo di carico. Inoltre la versione Double Cab, può ospitare in tutto comfort fino a 5 persone.

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Godiamoci le foto... Alla Land Rover, sono orgogliosi di dire che non si fermiamo mai. A breve si potranno scoprire le tecnologie innovative sulle quali Land Rover sta lavorando per migliorare le prestazioni ambientali dei nuovi veicoli, migliorando nel contempo la portata delle loro capacità. Queste soluzioni pratiche effettive si vedranno fisicamente a bordo del nuovo Freelander. Il suo debutto in pubblico sarà a novembre 2006, ma riusciremo a vederla in strada solo nell’estate 2007.

Personalita' “off-road” per il tempo libero Fiat Sedici nasce per superare qualunque situazione stradale. Senza scendere mai a compromessi. Dotata di un telaio rigido e rinforzato, oltre all’adozione di una trazione a controllo elettronico 4x4 che consente di ripartire la coppia variabile sulle ruote anteriori e posteriori. Fiat Sedici adotta un nuovo sistema 4x4 – di tipo “on-demand” con differenziale centrale e 3 modi operativi – che coniuga le prestazioni di un vero fuoristrada e il comfort di guida di una vettura stradale. Infatti, rappresenta la sintesi delle trasmissioni integrali e di quelle anteriori e, quindi, sfrutta al massimo i punti di forza di ciascuna di esse. Con queste caratteristiche, risulta essere eccellente nel uso fuoristradistico, fantastica, comoda e maneggevole in città. Una macchina per la famiglia che ama l’avventura e la comodità in città.

La Carta d’identità della nuova BMW X3 La nuova edizione di questo eccezionale SAV (Sports Activity Vehicle) di grande successo dal design modificato delle parti esterne rappresenta simbolicamente, con le nuove motorizzazioni ancora più potenti e – nel contempo – più efficienti, la crescita avvenuta a livello di agilità e dinamica; la nuova estetica dei proiettori e delle luci posteriori, insieme alle unità paraurti verniciate – in larga misura – nel colore della carrozzeria, ne sottolineano il sorprendente aspetto dinamico ed il carattere di pregio; interni raffinati; redesign di notevole portata della plancia, del volante, della consolle centrale, dei sedili, dei rivestimenti delle portiere, dei vani portaoggetti e del rivestimento interno del padiglione; un’ampia scelta di colori, imbottiture ed elementi decorativi consentono di dare un tocco decisamente personale alla vettura. Inoltre una nuova motorizzazione «top»: motore diesel a sei cilindri in linea (3,0 litri, 210 kW/286 CV) con tecnologia Variable Twin Turbo rendono questo veicolo unico e inimitabile.

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Il Fatto

Storie Altrove Quando imparai a volare

Articolo: Lucas Canevaro & Guido Caporizzi Foto: Max Camattar

È sempre così. Vorremmo essere uccelli per lasciarci andare tra paesaggi e prospettive mai visti, respirare il silenzio di chi è beato, sentirsi abbracciati dalla carezza del vento ed infine, esserne parte. Danzare con i defini, planare su montagne d’acqua, scoprire dove vanno i fiumi, da dove vengono. Siamo mossi dall’energia della nostra mente, dalla sua capacità di percepire l’ignoto e dal sapere di non sapere. È sempre così, vogliamo scappare da una realtà che, ormai conosciuta, ha perso la sua poesia e anche, ci spaventa un po’. E siamo certi che se fossimo in altri spazi e tempi indefiniti godremmo di una pace che mai ci fu donata, di una sinfonia che non siamo in grado di sentire. Ed è così che inventiamo i nostri mondi, come proiezione della nostra fantasia e desiderio. Ma anche dell’ignoto. I contrasti più grandi nascono dentro di noi, immancabimente legati dal nostro innato desiderio di essere e dalla consapevolezza di una realtà limitante. Sempre spinti da quello che “non è”. Perché ricordiamoci, se fossimo alati, ci mancherebbe la terra. Queste sono le storie di chi ha sognato, ha osato, ha scoperto. In mondi altrove.

Come si inizia a fare paracadutismo? Niente di più semplice. Contrariamente a quanto si pensi, ovvero che sia uno sport lontano, senza facili possibilità di accesso se non attraverso amicizie del settore che ci introducano, questa attività è stata di un’accessibilità e accoglienza come difficilmente accade. Semplicemente, mi sono seduta davanti al computer e ho cercato “paracadutismo” su Internet. Dopo aver visitato i siti delle diverse scuole, uno in particolare mi ha subito colpito, e per vicinanza (io sono di Como) e per questioni di cuore legati a mie cari: quello della BFU (Body Fly University, www.bfu.it) di Reggio Emilia. Devo dire: fortuna che ho seguito il cuore! Sul sito ho trovato tutte le informazioni di cui avevo bisogno, e ho anche scoperto il fantastico “Tandem – Battesimo dell’aria”. Esattamente quello di cui avevo bisogno: diventare paracadutista in 20 minuti e senza nessuna esperienza richiesta. Una prova, in totale sicurezza, per sapere cosa si prova a lanciarsi da un aereo da 4.500 metri d’altezza e andare in caduta libera. Nessun impegno, nessuna grande preparazione, solo un divertimento come non lo si è mai provato.

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Sono entrata nella dropzone (è questo il nome “tecnico” dei centri di paracadutismo) come si entra dalla porta d’ingresso in un’altra dimensione. Lì dentro le leggi del quotidiano non entrano. Ogni personaggio è un mondo a sé, così peculiare e amichevole da voler starci a parlare per giorni. Come promesso, dopo 20 minuti ero pronta a saltare e dopo 40 minuti mi trovavo sull’orlo del portellone dell’aeroplano con una serenità trasmessami da chi mi era intorno che lasciava tutto lo spazio necessario all’ammirazione di uno spettacolo difficilmente descrivibile. Passata quella porta, ero in un’altra dimensione. Fuori dall’aereo si...galleggia. Contrariamente a quanto detta la cultura comune, una volta in aria si sente solo l’assenza di qualunque tipo di forza, quasi come si fluttuasse nel vuoto. Poi, ero nel paesaggio. La discesa è stata un continuo gioco con chi mi volava intorno e non mi sono accorta che un minuto era già passato. È scontato dire che dopo il dolce atterraggio ho ripetuto il tandem e, senza neanche pensarci, ero alla prima lezione del corso accelerato di caduta libera (AFF). Quante probabilità ci sono di scegliere una scuola di paracadutismo a caso e trovare la perfetta combinazione di divertimento e sicurezza? Si può certamente dire che sono stata foruntata. Appena entrata, sono stata catapultata in una sensazione di agio degno di casa mia, nelle mani di ragazzi tanto disponibili e divertenti quanto professionali e dediti alla sicurezza (sempre priorità assoluta). Edo e Frank – è vero, mi avete regalato un sogno!*. 10 lanci in due fine settimana, uno dietro l’altro in una progressione tanto eccitante quanto naturale, ed ora sono una neo-paracadutista nel suo clan e so di avere trovato il mio angolo di paradiso. Se dovessi descrivere in poche parole l’esperienza di un corso AFF direi che è “la serena scoperta di una nuova realtà rivoluzionaria”. Adesso, la settimana è diventata quel lasso di tempo che separa due week-end e la magia del vento, della danza e della musica hanno trovato un’unica essenza nella quale coesistere, che inizia quando entro nella mia dropzone BFU e si esprime quando il vento dei 4.500 metri inizia ad accarezzarmi. Ora, devo solo danzare.

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Settembre / Ottobre 20 06

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