Xtreme Stuff Magazine 07

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XTREMESTUFF MAGAZINE LUGLIO / AGOSTO

Numero 07 €4,50

RedB ull D istr ict R ide Fra le strade di Catania si e' sv olta l’edi del Red Bull Dizione 2006 strict Ride.

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Sono sempre piu' numerose le donne che sport estremi praticano e si cimentano in imprese pe ricolose.

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King Of the D iga

Al Bagno Trop ical di Sotto mare, sole, di marina, una gior nata di vertimento e spettacolo

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Luglio / Agosto 20 06

Antonio Li uzzi La st oria la prepara zione e la vita di un pilo ta emergen te

LUGLIO / AGOSTO ANNO 2006

numero 07

Toro Rosso in pista

€4,50 N.07

Anno II

il magazine dedicato al non convenzionale

ANNO 2006 -


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Numero 07

Sommario

22 Red Bull District

78 King of the Diga Brividi sull’acqua

82 A-Style Stile per caso

Sport 18 JETSKY 2006 I centauri dell’acqua 22 Red Bull District Ride 30 Un’estate in Citta’ 34 Townhill su e giù per la città 38 Il Grand Raid Du Cro-Magnon 46 Dalle Nuvole al Mare ...e viceversa 52 Raid Campoquattro tra terra e acqua 56 Rafting, quando il fiume detta legge 62 Un toro rosso in pista 68 Mugello Tra Passato e Presente 72 Kevin il tranquillo 74 Pozza di Mat 2006 76 Donne no limits 78 King of the Diga Brividi sull’acqua

Personaggio 82 A-Style Stile per caso

Viaggi 86 Maui, The Valley Isle 90 A tu per tu con the Great White X3M07

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Sommario

84 Maui, The Valley Isle

Attualità 92 Flyng Doctor Angeli d’Africa 96 Le prestazioni del Food-Design 98 Sapori in alta quota 2006 100 Un’estate da film 102 Games entertainment 106 Sport e libri

96 Sapori in alta quota 2006

Moda 110 Dirk Bikkembergs

Lifestyle

122 Mini si...ma unica e inimitabile

116 Fashion Eye 118 Le Macchine del tempo 120 Mode, gusti e... tempi 122 Beauty&Body

Motori 124 Mini si...ma unica e inimitabile 126 “ON THE ROAD”

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Numero 07

IN COVER

Vitoantonio Liuzzi, in questo servizio indossa abiti: A.R.T.S prodotto e distribuito da rainbow srl via cerreto 12- 66010 Miglianico (CH) Photocredit: ©Fabio Fiore

Anno II - Numero 7 - Bimestrale Luglio / Agosto 2006 www.xtremestuff.it Direttore editoriale e responsabile Gian Luca Corona gianluca@xtremestuff.it Art Director Grafica e impaginazione Alessandro Cirina alessandro@xtremestuff.it Responsabile di Redazione Patrizia Salaris patrizia@xtremestuff.it Redazione Emanuele Concas, Stefano Colacchi Stefania Corona, Tania Monteleone Hanno collaborato Enrica Brandimarte, Simone Bottura, Federica Friz Roberto Oldani, Benedetta Spinola Laconi Carlo Salvatore III, Andrea Mauri Fotografo Ufficiale Stefano Colacchi Fotografie Archivio MisticFreeride.it, Fabio Fiore, Gran raid du cromagnon, Simone Bottura, Federica Friz, Totem Adventure, Archivio Xtreme Stuff, Archivio Mugello Circuit, Giorgio Bragante, Ron Dahlquist, Archivio amref, Dionisio Plazaw Ringraziamo Laura Mele, Stefania Bosio

Concessionaria esclusiva per la Pubblicità MEDIA COMPANY SRL Mirrors Towers Via Carlo Barbiano di Belgioioso, 332/4 Torre 4, 1° piano 20141 Milano Tel. +39 02 537939 Coordinatore Area Maschili Matteo Veneziani Matteo.veneziani@media-company.it Distributore per l’Italia Società Europea di Edizioni SpA Via G. Negri, 4 - Milano Stampa Arti Grafiche Amilcare Pizzi Milano Editore Publiteam s.r.l. www.publiteam.com Uffici e sede amministrativa Zona Industriale Truncu is follas 09032 Assemini (CA) Tel. 070 9484010 - Fax 070 9484352 Indirizzo Postale: Publiteam srl - Casella Postale 279 09030 Elmas (CA) Sede Legale Via Togliatti, 78 09028 Sestu (Ca) Non si restituiscono testi e materiali illustrativi non espressamente richiesti. Riproduzione, anche parziale, vietata senza autorizzazione scritta dell’Editore. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale. Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comporta responsabilità alcuna per l’Editore. Xtremestuff Magazine è registrato presso il Tribunale di Cagliari al n° 14/05 Codice ISSN 1825-8158

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Editoriale Come annunciato da vari media, da questo numero “Xtreme Stuff Magazine” sarà diverso. Troverete all’interno nuove rubriche dedicate a moda, lifestyle, musica, giochi, libri e tanto altro, ma sempre tutto all’insegna del non-convenzionale. Siamo in estate, con temperature tropicali e ci sentiamo svogliati, stanchi, ogni giornata diventa più faticosa della precedente. Il primo gesto una volta arrivati in ufficio, dopo aver acceso il computer, è quello di controllare sul calendario quanti giorni ci separano ancora dall’inizio delle nostre vacanze. Ma stranamente più ci si avvicina a quel fatidico giorno più le giornate diventano lunghe, dure e faticose: non si sopporta più il telefono, le e-mail ricevute sono sempre troppe, il collega, e chiunque richieda la nostra attenzione, è un fastidio.La mente, i pensieri, le fantasie volano verso paradisi di relax, località balneari, isole lontane, centri benessere o baite in montagna, ma fisicamente siamo ancora in ufficio. Sempre più spesso in questi ultimi giorni, durante le telefonate mi capita di chiedere: “Quando vai in ferie, allora?” E le risposte sono quasi sempre così: “Ho deciso per la prima decade di agosto! Al mare, ma non so ancora dove. Certo Direttore, a te queste cose non interessano, tanto con la redazione in Sardegna tu sei sempre in vacanza!!!” La mia risposta ormai è sempre la stessa: che io sia nell’ufficio a Milano o in redazione in Sardegna, sto comunque dentro quattro mura e vi assicuro che così è ancora più dura! A chi in vacanza è già stato, a chi si appresta ad andarci e soprattutto a chi non andrà, auguro tanto relax e divertimento. Al vostro rientro vi faremo trovare in edicola un numero pieno di articoli e novità interessantissime, promesso!. Buone Vacanze a tutti!


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Informazione

Le informazioni sono suscettibili di variazione. Eventuali modifiche sono di esclusiva responsabilità delle fonti organizzative dell'evento o manifestazione

Roma Off Limits Dopo il grande successo delle prime due edizione della Roma No Limits il 10 Settembre ad Anguillara Sabazia si riuniranno ancora bikers, maratoneti e squadre di sopravvivenza alla scoperta di una nuova avventura all’insegna del survival e dello sport. L’organizzazione, ancora capitanata da Umberto Silvestri, sta rivedendo e studiando percorso e prove “no limits” per creare quel “caos organizzato” che lo scorso Giugno ha coinvolto e appassionato oltre 800 sportivi arrivati da tutta Italia. Saranno sempre tre le possibilità di partecipare all’evento: correndo a piedi l’Extreme Marathon per 42 chilometri e 195 metri, in sella ad una bici per 48 chilometri nella Impossible Mountain Bike o con la squadra di amici nel Survivor Team di 3 persone attraversando a piedi un territorio di 35 chilometri, superando ostacoli e difficoltà lungo il percorso. Come nelle edizioni passate la partenza verrà data ad Anguillara Sabazia, per perdersi poi nei boschi, nei fiumi, tra le colline e le campagne selvagge intorno ai laghi di Bracciano e Martignano, attraversando i comuni di Cesano, Formello e Campagnano.

Surf raduno 2006 Il Surf-Raduno, la classica per gli appassionati del windsurf, kitesurf e tutto ciò che plana sull’acqua si ripropone per la sua sesta edizione a Vieste, sul Gargano dal 15 al 17 settembre 2006. Un Kite & Wind Surf-Happening dedicato agli amatori, addetti al settore e al mercato. A Spiaggia Lunga si hanno le condizioni perfette per la pratica del kiteboarding e del windsurfing. Sulla spiaggia di Santa Maria di Merino invece verrà allestito il Village, con gazebo gonfiabili, palchi, strutture sportive e attività ludiche, animato da aquiloni, dalle tavole da windsurf, gli intrattenitori, la musica, le feste, gli spettacoli. Una area ricreativa dove riunire appassionati e curiosi. Saranno tre giorni d’intensa attività agonistica amatoriale. L’evento infatti premierà atleta emergente più completo nelle diverse discipline di kitesurf e windsurf amatoriali. Ritornando indietro nel passato, rispolverando quei concetti di aggregazione sulla spiaggia, il piacere di divertirsi regatando e facendo festa, lontano dalla massima espressione professionistica. Gare per tutti, alla portata di tutti, e tanta festa, Per coloro che vogliono divertirsi alla vecchia maniera su percorsi in & out e long distance. Non mancheranno le demo dei campioni di freestyle, kite e windsurf. Tutte le sere del week-end saranno organizzati party musicali a tema. Da non perdere! http://www.surfconcept.it

Wellness World Exhibition La nuova manifestazione internazionale dedicata all’industria del Benessere e del Fitness si terrà a Fieramilano dal 20 al 23 ottobre 2006. E’ stata studiata per esprimere le potenzialità dell’industria del benessere; per servire concretamente un mercato con un trend in costante crescita e rappresentare il meglio dell’offerta mondiale. Sei i settori coinvolti in questa manifestazione : Wellness Beauty & Spa, Wellness Water & Technology, Wellness Training, Wellness Health, Wellness Leisure e Wellness Project. X3M07

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Informazione

Le informazioni sono suscettibili di variazione. Eventuali modifiche sono di esclusiva responsabilità delle fonti organizzative dell'evento o manifestazione

Downhill Due appuntamenti impedibili per tutti gli appassionati di Down Hill e delle due ruote in generale. AXO e Bruno Zanchi, campione italiano DH organizzano due stage a Caldirola il 7/8 ottobre e a Finale Ligure il 14/15 ottobre . Per imparare tutti i segreti di questo sport e perfezionare la propria tecnica oppure semplicemente per scoprire una nuova disciplina e divertirsi in compagnia! DATA: 7/8 Ottobre LOCALITA’: Caldirola (AL) INFO: Claude (347/8114800 - scaddict@libero.it) DATA: 14/15 Ottobre LOCALITA’: Finale Ligure (SV) INFO: Silvia (338/2793144 - trekandbike@libero.it)

Messe Frankfurt Marathon 29 ottobre 2006 Una maratona particolare che si conclude all’interno del salone delle feste della Fiera di Francoforte. Si tratta di un weekend all’insegna di feste per le strada, con band conosciute, negozi, pasta party e programmi che comprendono eventi come Struwwelpeter Run per bambini da quattro a nove anni (420m), la Mini Marathon (4.2K) per ragazzi da dieci a sedici anni, la Pretzel Run (5K), la Saturday morning Breakfast run, ed infine la relay race con partecipanti famosi. Lasciamoci affascinare dalla skyline of Mainhattan (così viene anche chiamata la capitale tedesca!), dalla terza corsa più veloce in Germania, e dal tappeto rosso sul quale è posto l’arrivo della maratona all’interno della ‘Festhalle’. L’aspetto atletico è notevole. Quest’anno poi cade il 25° anniversario della maratona, quindi ci sarà tanto da festeggiare!

Bicycle Film Festival 2006 Milano, Cinema Mexico dal 1 al 3 dicembre 2006. In questa prima edizione italiana, vedremo a Milano materiale girato per lo più negli USA: le corse tra bike messengers nei vicoli di Manhattan, le bmx e il ciclocross in aree dismesse, le critical mass, le mostruose creature a due ruote dei Black Label di Brooklyn, ecc. Nell’occasione, verrà lanciato un concorso per raccogliere produzioni italiane da inserire nel circuito internazionale del Festival a partire dal 2007. Il Bicycle Film Festival mostra una città trasfigurata, luogo d’attività aerobica, un posto avventuroso, poetico, segreto. Espressione di quel vasto “sottobosco creativo” che si muove in tutte le grandi città, il Festival è fatto per lo più di miniproduzioni di abili artigiani della videocamera, visionari del digitale. Non mancano artisti di un circuito più grande, come Mike Mills (che ha diretto Keanu Reeves in Thumbsucker e ha girato video per musicisti come Moby, Air e Pulp), Jorgen Leth (cineasta che recita la parte di se stesso nel recente Le cinque variazioni di Lars Von Trier), Jonas Mekas (icona del cinema indipendente e della videoarte newyorchese), Lucas Brunelle (film-maker ciclista di culto) e artisti visivi come i Neistat Brothers. In contemporanea col festival ci saranno eventi di strada, gare, feste e concerti. Un vero e proprio raduno per ciclisti urbani di tutta Europa.

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Outdoor... No problem!

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CERCASI VIAGGIATORE: DIVENTA “L’INVIATO SPECIALE” DI

ADVENTURE ONE

Sogni di poter girare il mondo? Dalle immersioni nelle profondità oceaniche alle vette Himalayane, da vulcani in eruzione alle tempeste oceaniche, Adventure One (canale 405 di SKY) ti fa vivere in prima persona l’avventura del viaggio. Unico canale tematico di questo genere nel panorama televisivo italiano, Adventure One porta i suoi spettatori nei luoghi più incredibili della terra per vivere un’esperienza unica e godere di un punto di vista eccezionale. Dedicato a chi ama vivere al limite come a chi vuole godere di riprese realizzate in situazioni e luoghi unici ed eccezionali, è il canale giusto per ampliare l’esperienza nel mondo, è viaggi ed avventura allo stato puro. Una programmazione che accompagna all’esplorazione delle più diverse culture, passando dalla natura ed ecologia alle esplorazioni sottomarine , dai siti archeologici, parchi naturali agli sport estremi. Ma non si tratta solo di tv, dal 30 giugno Adventure One ti da la possibilità di condividere le tue esperienze e vivere nuove avventure.

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Ciccando sul sito www.adventureone.it potrai partecipare al nuovo progetto di Adventure One, AAA CERCASI VIAGGIATORE. Fino al 30 novembre, gli utenti potranno infatti caricare sul blog i propri video ed immagini di viaggio, votare quelli degli altri utenti e far votare i propri. Un modo per condividere esperienze, commenti e sensazioni, ma anche una vetrina per i giovani filmaker, attraverso cui il canale potrà scoprire nuovi talenti da valorizzare e proporre al suo pubblico. Tra i video presentati, Adventure One selezionerà i due migliori per qualità dell’immagine, partecipazione alla community, contatti con gli altri utenti, attività all’interno del sito e voti ricevuti. Gli autori dei video selezionati diventeranno gli “inviati speciali” di Adventure One. Riceveranno in dotazione due biglietti aerei per un giro del mondo e un accordo di incarico professionale. Ad ogni tappa della loro avventura intorno al pianeta, dovranno realizzare un video-diario di viaggio e caricarlo sul sito. Un vero e proprio reportage di viaggio realizzato appositamente per la community di Adventure One, ma anche un’occasione unica per scoprire e raccontare il mondo attreaverso i propri occhi.

Una Soluzione per tutte le discipline dal 1852, data della sua fondazione, Gialdini è la prima azienda in Italia specializzata nel mondo dell’Outdoor. Per chi ama praticare attività che vengono a contatto con la natura al fine di conoscenza, esperienza e beneficio personale, possiamo indicare tutti gli sport della montagna, sci compreso, viaggi avventura, campeggio e attività estreme; qui si trova una risposta a tutte le necessità tecniche e tutte le attrezzature necessarie per praticare questi sport. Nel visitare l’ampia superficie di vendita, circa 1300mq arredati in modo rustico con tanto legno e tanta sensazione di natura, si percepisce che i prodotti in vendita sono stati scelti con l’attenzione e la ricercatezza dell’appassionato. Piccole proposte “strane o impensabili”, non per suscitare curiosità ed acquisti d’impulso, ma per la loro indubbia utilità a risolvere i piccoli problemi. Naturalmente chi ha passione per qualcosa ha anche il desiderio d’informarsi e conoscere profondamente la materia; questa caratteristica è evidente nei venditori di Gialdini. Tutti professionisti nell’outdoor da molti anni, tutti con esperienze sportive e tutti con il solo desiderio di assistere, con la loro preparazione tecnica, il cliente, soddisfare la sua esigenza nel modo più soddisfacente. Sia che tu voglia vestire le vesti di pellegrino nel sentiero di Santiago oppure affrontare a piedi i 1800 km della dita tra i ghiacci dell’Alaska, puoi trovare in questo negozio il consiglio più appropriato per l’attrezzatura completa. Essendo specializzato, Gialdini è anche il più fornito con prodotti molto specialistici, d’importazione diretta ed anche nati da progettazioni od intuizioni dei responsabili. Più che un venditore troverete un amico, un alleato capace, competente e disponibile ad aiutarvi nella scelta; per questo da Gialdini è facile incontrare persone provenienti da altre province ed anche personaggi quali alpinisti d’alta quota, piloti della Parigi Dakar, arrampicatori di fama, ma anche semplici appassionati che spesso compiono imprese di grande rilievo. Non importa quanto sia “estrema” la tua avventura, importante è che sia la tua e questo da Gialdini lo sanno.



JETSKY 2006 I centauri dell’acqua

Foto di: Stefano Colacchi

Per gli appassionati del jetsky si e' svolta a San Vincenzo (Li) la seconda prova del Campionato Italiano Moto d’acqua in cui atleti di grande calibro si sono confrontati in diverse discipline, in un connubio perfetto tra gara e divertimento.

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In una cornice di sole e mare fantastici, con un grande successo di piloti e di pubblico, si è svolta a San Vincenzo (Li) la 2^ prova di Campionato Italiano Moto d’acqua. Organizzata dalla A.S.D.FUNJET, in collaborazione con gli organizzatori locali La Fontana Staff , HSP agenzia pubblicitaria e Marina Terre Rosse. L’intrattenimento è stato curato nei particolari, con attenzione a soddisfare l’interesse di tutto il pubblico intervenuto; durante gli intervalli di manche si è assistito ad esibizioni di king boxing e spinning, mentre nella notte, dopo un meraviglioso tramonto, i riflettori si sono accesi sulla passerella dove, le ragazze partecipanti all’elezione di miss New Model, hanno sfilato con abiti firmati omaggiando il pubblico con vari gadget. Una bella novità è stata poter camminare sul lungomare, dove stand ben organizzati davano la possibilità di degustare prodotti tipici tirolesi, sardi, siciliani e calabresi, dolci o salati, ma di ottima qualità che raramente si trovano in queste occasioni.

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La cronaca sportiva Alberto Monti ha vinto entrambe le gare, aggiudicandosi nettamente la vittoria nella Sky Superstock. Nella Runabout Superstock, il pilota di Rimini, Bruno Secchiaroli, si è aggiudicato un 1° ed un 3° posto che gli hanno consentito di salire sul gradino più alto del podio. Nella Sky Limited femminile la napoletana Alessia Ida, dopo la vittoria ottenuta nella 1^ prova di Jesolo, ha conquistato anche qui entrambe le manche e al momento conduce la leadership del campionato. Nella Run Stock si afferma il pilota del circolo polisportiva Argo, Stefano De Crescenzo. Netta affermazione, nella Run Open 4 Tempi, per il pluricampione Gimmi Bosio che si è aggiudicato entrambe le gare ed ha ottenuto così la sua prima vittoria in questa categoria. Nella Runabout Limited bella affermazione del pilota veneto, Massimo Baggio. Nella Sky Limited vince il bolognese Mirco Mazza. Il bergamasco Matteo Luzzatti si afferma nella Sky Stock. Nel Pro, vince l’esperto padovano Rosario Caruso. Il Freestyle Expert vede invece l’affermazione del pesarese Andrea Rosati e nel Freestyle Esordienti si impone Mattia Caruso.



Red Bull District Ride

Foto di: Archivio RedBull

Fra le strade di Catania si e' svolta l’edizione 2006 del Red Bull District Ride. Una manifestazione dove gli atleti in gara si confrontano a bordo delle loro mountainbike in rocambolesche manovre, tra salite e discese, lungo un percorso fatto di ostacoli naturali e artificiali. Un’occasione per tastare le proprie capacita' ed abilita', una gara spettacolare per festeggiare gli eroi del freeride.

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Per il 2006 la crème della crème della scena internazionale del mountainbike urban freeride si è data appuntamento a Catania, il 15 e 16 Luglio, per il tanto atteso Red Bull District Ride. Visto il successo dell’anno scorso, con 40.000 spettatori, era scontato che dovesse esserci una seconda edizione ed è iniziata così la ricerca delle location più adatte. Oltre alla città siciliana, la scelta è caduta su Norimberga, in Germania, che il 5 Agosto ospiterà la seconda tappa europea dell’evento. L’ideatore della gara ed ex atleta, Terek Rasouli, il più vicino ai rider, ha commentato così l’entusiasmo che anima la competizione: “E’ davvero incredibile vedere come i rider siano impazienti all’idea di prendere parte al Red Bull District Ride 2006. Ancor prima che fossero spediti gli inviti ufficiali, i rider mi hanno contattato per conoscere la loro posizione di partenza!”

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Location e percorso La città di Catania, unica tappa italiana del Red Bull District Ride 2006, è stata la scelta ideale, soprattutto per la sua conformazione che ha consentito la realizzazione di percorsi fatti di pendenze dalla partenza all’arrivo, permettendo agli atleti di concentrarsi su ogni distretto e di conservare le energie per affrontare i trick della gara. Gli agguerriti rider partecipanti hanno seguito un percorso articolato in sei tappe, i district appunto. La partenza consisteva in un salto dall’imponente chiesa di San Niccolò in Piazza Dante, adiacente al Monastero dei Benedettini; la corsa di ogni singolo rider proseguiva lungo gli stretti vicoli di via Gesuiti e via Crociferi, e snodandosi tra chiese e palazzi di incredibile bellezza, si immetteva poi sulla Scalinata Alessi. Piazza Università ha accolto il passaggio e alcune delle evoluzioni più entusiasmanti degli atleti, che hanno infine terminato la gara in Piazza Duomo, la piazza più suggestiva della città, con la fontana dell’Elefante, simbolo di Catania.


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Uno sport nuovo... La manifestazione accende i riflettori su una nuova disciplina che consiste nel cimentarsi in evoluzioni mozzafiato a bordo di una mountainbike, affrontando ostacoli, naturali e non, presenti in città, in un mix perfetto di professionismo, spettacolo ed emozione. Non è importante il tempo impiegato per finire il percorso, ciò che conta è come si affrontano i trick, le manovre spettacolari che dimostrano l’abilità del rider.

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I migliori rider Fra i 31 selezionati per la tappa siciliana e provenienti da 12 nazioni, ha primeggiato nella finale del 16 Luglio il diciannovenne americano Paul Basagoitia, che ha saputo incantare la giuria con i suoi trick spettacolari e la sua tecnica perfetta. “ Quando sono partito alla volta del Red Bull District Ride di Catania non avrei mai creduto di poter vincere. A questo punto posso solo dire: grazie Catania, grazie Italia!” ha così commentato l’emozionato vincitore. Tra gli altri rider, tutti giovanissimi e dotati di inesauribile energia e coraggio, si sono particolarmente distinti il diciassettenne spagnolo Andrei Lacondeguy, che ha conquistato il secondo posto e l’inglese Lance McDermott, 20 anni, che si è classificato terzo.

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Lo Show Sui maxischermi posizionati lungo il percorso, dai balconi delle case e ai bordi delle strade il numeroso pubblico del District Ride ha potuto assistere ad una gara emozionante, uno spettacolo di mountainbike che, come animate da una forza magica, saltavano e volteggiavano in aria compiendo le manovre più difficili e acrobatiche, grazie alle indiscusse capacità dei loro rider.


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Foto di: Dioniso Plaza X3M07

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Un'estate in Citta’ In un soleggiato primo weekend di luglio, Londra ha ospitato presso il parco di Clapham Common l’ottava edizione degli Sprite Urban Games 2006, un evento immancabile che celebra le discipline dello skate, freestyle bmx e b-boy.

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La capitale inglese, dope essersi aggiudicata il titolo di citta’ olimpica del 2012, si sta rivelando una citta’ appassionata di sport e disponibile a supportare le richieste di un pubblico sempre piu’ vario e sofisticato. Dalle corse dei cavalli al free climbing, non mancano le strutture e gli spazi per poter praticare la propria attivita’ preferita. E in un clima gia’ reso caldo dai mondiali di calcio e l’inizio del Tour de France, che in uno spazio grande abbastanza da ospitare fino a 20000 persone, sono state messe a disposizione due piste street per skate e bmx, una pista per il flatland, una vert ramp per skate e bmx e una arena per le perfomance di b-boy (break dance) per la delizia degli appassionati degli sport di strada. Il top DJ di Radio 1 Zane Lowe e Eddy Temple Morris di Xfm, le radio piu’ ascoltate del momento, insieme agli MC Killa Kela, Sway e Nihal si sono alternati sul palco del 3G Music Stage per intrattenere il pubblico con le ultime novi-

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ta’ in campo hip hop. NUmerosi gli stands di abbigliamento sportivo e attrezzature a prezzi speciali, associazioni locali a supporto dello sport e la presenza della troupe dell’ Extreme Sports Channel, il canale via cavo dedicato esclusivamente agli sport estremi. Il calendario delle gare e’ stato denso e quasi un centinaio di atleti provenienti da tutto il mondo si sono dati battaglia per accaparrarsi i premi in palio di un valore complessivo di 40.000 sterline. La giornata di sabato, purtroppo penalizzata da una fuga pomeridiana di pubblico a causa della partita Inghilterra-Portogallo e’ stata caratterizzata da una avvincente gara di skateboard su vert ramp, a detta degli organizzatori una della rampe piu’ grandi viste in Europa, progettata e costruita dal pro rider inglese Peter King. Skaters di prim’ordine da tutta Europa si sono dati appuntamento sotto un sole cocente per strabiliare i presenti con le acrobazie piu estreme che la disciplina su

rampa richiede. Sono stati ovviamente gli skaters piu “anziani” come Lee Blackwell, Sean Goff e Sasha Muller ad effettuare i salti piu impegnativi, ma anche le nuove leve, alcuni ragazzini non piu’ che dodicenni si sono dimostrati all’altezza della situazione. Lois l’unica ragazza in gara ha dimostrato abbastanza fegato da saltare giu’ da una rampa di tali dimensioni ma non ha potuto purtroppo competere con i colleghi maschietti. Non sono mancate le cadute spettacolari ma per fortuna nessuno degli atleti si e’procurato piu di qualche graffio. Duplice vittoria e’ andata all’australiano Renton Miller che ha eseguito con successo il suo primo kick flip front side 5-0 vincendo anche la categoria Vert best trick, seguito dal francese Terrence Bougdour con il suo primo cab 720 e terzo l’inglese Andy Scott con un varial mctwist La seconda finale in programma e’ stata quella


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dei dirt jumps, dove alcuni dei migliori nomi mondiali avuto modo di eseguire una massiccia dose di spettacolari tailwhips, backflips e barspins. Frequenti cadute hanno tenuto i presenti col fiato sospeso, dando prova che i riders hanno cercato di eseguire i tricks piu’ difficili del loro repertorio. La vittoria e’andata al finlandese Markus Hampl seguito dal Sudafricano Matt Mc Leod e dall’ australiano Colin Mackay. La gara di flatland ha avuto un gusto un po diverso. L’attenzione qui e’ rivolta all’abilita’ del rider di effettuare acrobazie in piano a suon di musica roteando la bmx in maniera alquanto libera e creativa, quasi una danza a due ruote. Il cronista dallo spiccato senso dello humor ha intrattenuto il pubblico con varie battute di scherno verso riders che fallivano i loro tricks. Tutto sommato una gara molto divertente, piu’ adatta un pubblico ricercato e tranquillo. Ed e’ stato il finlande-

se Martti Kuoppa ha trionfare in ambedue le gare di flat inprogramma. La giornata di domenica e’ stata all’insegna delle finali di street skate e BMX dove erano in gara gli unici due rappresentanti italiani. Marco Lambertucci non e’ riuscito a piazzarsi fra i primi dieci migliori street skaters nonostante i pronostici, ma ci ha pensato Alessandro Barbero del team Red Bull a farci fare una bella figura. Con uno spettacolare backflip tailwhip Alessandro ha conquistato un rispettabilissimo quarto posto, dietro riders di altissima levatura come Mark Webb e ben Wallace. “Avrei voluto arrivare terzo” ci confida subito dopo la gara “se le rampe fossero state costruite un po’ meglio avrei potuto fare di piu’”. A differenza dei suoi colleghi, che normalmente iniziano a praticare la BMX in gruppo e sono facilitati dalla presenza di strutture adeguate, Alex ha

iniziato ad allenarsi da solo su una mini rampa nel giardino ma in pochi anni e’ riuscito a conquistarsi i primi posti nelle gare piu’ importanti sia in Italia che all’estero. La giornata si e’ conclusa poi con uno spettacolare contest di street BMX riservato agli atleti inglesi, e il Game of Skate, una gara inventata nel 1970 dagli skater statunitensi Lance Mountain e John Lucero. Nonostante il caldo abbia determinato una bassa affluenza di pubblico, che probabilmente ha preferito praticare i loro sport sul lungomare di Brighton, l’evento non ha disatteso le aspettative degli addetti ai lavori e tutti gli atleti in gara hanno offerto un imperdibile spettacolo agonistico. Enrica Brandimarte

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su Townhill e giù per la città vecchia Per gli atleti della Downhill, mountain bike in discesa, una nuova prova da superare: non piu' fra i tortuosi sentieri dei boschi ma fra le strette mura della vecchia Bergamo. Un altro appuntamento all’insegna dello spettacolo e del puro divertimento.

Il percorso

Dalla campagna alla città

Ripide scalinate, salti, ponti, paraboliche, passerelle che finiranno nel vuoto, strutture in legno per movimentare la discesa saranno gli elementi chiave per un percorso che metterà a dura prova la tecnica e la destrezza dei partecipanti alla gara. Una gara Open per tutte le bici da Freeride e DH a categoria unica. Un appuntamento imperdibile, senza precedenti in Italia, che i migliori atleti italiani della specialità non possono assolutamente perdere.

Il 1 Ottobre, Bergamo, con il suo centro storico, farà da teatro alla “Townhill” la prima gara di Downhill cittadino. Nonostante le passate edizioni, Randagio Downtown di Sestola e il Trofeo Pinocchio di Collodi, abbiano visto i vari atleti destreggiarsi fra le impervie strade dei caratteristici paesi collinari, è la prima volta che i corridori si confrontano con le mura di una città come Bergamo.

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Il Grand Raid Du Cro-Magnon Da Limone Piemonte a Cap d’ Ail-Cote d,Azur. Un giorno e mezzo di corsa e marcia estrema

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Il Grand Raid nacque 7 anni fa nella testa di alcuni podisti francesi appassionati di Ultra Trails, che pensarono di creare una prova estrema portando i concorrenti da Limone Piemonte a Cap d’Ail per celebrare un gemellaggio tra le due cittadine. Un gruppo di essi decise di provare il percorso, dopo averlo tracciato sulla carta e ,sacco in spalla, salì sulle creste innevate e arrivò al mare della Costa Azzurra a Cap d’Ail dopo un giorno e una notte di corsa e marcia. Con il supporto delle due cittadine lanciarono nel 2001 la prima edizione e battezzarono l’ultra raid DU CRO-MAGNON perché la corsa attraversa valli dove migliaia di anni fa vennero lasciate migliaia di incisioni rupestri. La fama della manifestazione si è diffusa in tutto il mondo e da quel momento le richieste di partecipazione sono in continuo aumento: il Cro- Magnon è una classica internaziona-

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le ambita da tutti gli appassionati di corse estreme. Solo quest’anno ci sono stati 440 partecipanti provenienti da 13 Paesi diversi; tra questi 190 italiani. A tanti altri è stato detto no per ragioni di sicurezza: il percorso è immerso nella natura selvaggia e sono pochi i punti raggiungibili con autoveicoli. E’ indubbiamente una prova durissima che tempra il carattere e crea forti legami tra i concorrenti; si arriva stremati alle fasi finali con grande forza d’animo e determinazione, si maledice il Du Cro- Magnon, ma ci si ritrova puntuali l’anno successivo pronti per una nuova avventura nella quale tutti vincono, anche l’ultimo arrivato. Sabato mattina 3 giugno 2006 all’alba , da una Limone - Piemonte circondata da creste innevate, con una temperatura di -1 C, 400 coraggiosi partivano per una delle prove estreme più

ambite dai podisti europei: Il Grand Raid International du Cromagnon. Alle varie difficoltà insite nel tracciato , quest’anno si sono aggiunte due tempeste di neve nelle due notti precedenti la gara, ma gli organizzatori all’ultimo minuto hanno trovato un passaggio sulle creste tra l’Italia e la Francia modificando il tracciato per circa 15 km. La gara ha preso il via dalle nevi delle Alpi e i concorrenti, accompagnati da una magnifica notte stellata, dopo 10h O1’sono arrivati al mare della Francia. Per la sesta volta consecutiva la gara è stata vinta dall’italiano Marco Olmo, un montanaro piemontese di 58 anni veterano di queste corse estreme che lo hanno visto protagonista e vincitore più volte in altri ultra-trails internazionali.


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La Storida del Trail Il Cro-Magnon è un Ultra Trail che, partendo da Limone valica le Alpi, sale per 2500 m. di altitudine e si snoda nelle montagne del Parc National du Mercantour in Francia e dopo 103 km e 5200m di dislivello positivo e 6200m di dislivello negativo, arriva nel mare blu della Costa Azzurra , sulla spiaggia di Cap d’Ail, di fianco a Montecarlo. E’ una prova che si svolge su sentieri scoscesi e a volte inesistenti, su piste forestali con soli 4,8 km di strade secondarie; un percorso selvaggio ma tanto emozionante da far dimenticare fatica e sofferenze a chi riesce a superarlo, arrivando sino al mare entro il tempo limite di 30 ore. I concorrenti ricevono un road-book

per orientarsi in caso di necessità e sono tenuti ad organizzarsi in auto-sufficienza; devono avere il materiale obbligatorio elencato nel regolamento, anche se ci sono punti di rifornimento raggiungibili con autoveicoli. Chi si ritira dalla gara deve raggiungere tali punti o aspettare il “carro-scopa”: è un volontario che segue l’ultimo concorrente collegato via radio con la base. Se un ritiro non viene segnalato e al controllo manca un concorrente, partono alla sua ricerca le squadre di soccorso. Sugli ultimi 53 km del percorso, si corre per “i meno tosti”il NEANDER-TRAIL: è un trail notturno che parte dalla stazione sciistica di Camp d’Argent al passaggio degli ultimi concorrenti; è la gara di iniziazione per chi vuole poi cimentarsi nel Grand Rail.

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Intervista

a Massimo Tagliaferri, arrivato secondo per la terza volta Quali sono le difficoltà maggiori del Cro-Magnon? Il vento gelido sulle creste vi ha dato fastidio? La difficoltà maggiore incontrata al Cro di quest’anno è senza dubbio il freddo che nei primi 30-40km. ha condizionato la gara. Con il freddo infatti l’organismo brucia molte più calorie quindi, se non si apporta una giusta alimentazione e idratazione, si rischia di non terminare la gara. Per collegarci con l’ultima domanda, effettivamente sulle creste sopra i 2000mt., il vento freddo è stato veramente fastidioso, calcola che l’acqua di riserva era quasi congelata. Questo ha comportato poi dei problemi di stomaco che abbiamo dovuto sopportare per parecchi km. Avete avuto momenti difficili? Come li avete superati? Momenti difficili in particolare non ce ne sono stati, comunque la necessaria variazione di percorso iniziale, ha fatto si che il ritmo è stato da subito molto più alto rispetto alle precedenti edizioni. Questo si è verificato anche per via di atleti con poca esperienza di montagna magari più preparati su maratone o gare simili. Questa velocità iniziale, alla fine, si è veramente sentita sulle gambe ed anche la media gara lo dimostra.

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Cosa vi piace di più del Cro-Magnon? Siamo ormai giunti alla quinta partecipazione consecutiva e credo che il percorso completo sarebbe stato veramente il “top”. Questa gara ci affascina per il fatto che si svolge in un panorama eccezionale con un arrivo ed una partenza spettacolari. Nel corso di questi 5 anni, l’organizzazione si è sempre adoperata per migliorarsi, e il numero degli atleti partecipanti e le richieste di partecipazione lo dimostrano. Cosa vi spinge a cimentarvi in questo genere di prova? Io e Paolo, proveniamo dal canottaggio (3 volte campioni Italiani) e siamo abituati agli sport di fatica. Inoltre, abbiamo la fortuna di abitare sotto il complesso della Grigna con cime di oltre 2400mt. La passione quindi per le due cose, ci ha portato ad intraprendere queste gare, anche se lavorando entrambi, i tempi per gli allenamenti, sono sempre molto ridotti. Cosa suggerite per rendere ancora più affascinante questa prova? La gara nel suo complesso, è ben studiata, presumo quindi convenga mantenerla così cme è. Un unico punto negativo, lo darei alla città di Limone. In 5 anni non abbiamo mai visto un manifesto o qualcosa di accogliente per le centaia di atleti che questa gara richiama.


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Virginia Olive ri

Intervista

Sentiamo Virginia Olivieri la campionessa che ci risponde alle stesse domande fatte a Massimo Tagliaferro, con un suo riassunto generale dell’esperienza vissuta del CroMagnon. Riportiamo cosi come ci scrive… A me personalemente le gare di trail mi fascinano, sarà perche sono abituata alla strada, subito dopo finire la gara pensavo che como ero andata tanto concentrata non avevo visto niente del paesaggio, ma mi sbagliavo, è rimasto qualcosa dentro mio che mi fa sentire che il paesaggio era spettacolare!

Massimo Tagli aferri a destra e compagno di squadra Pa olo Agliati

Non saprei quali sono le difficultà della CRO ma personalemente ho trovato le discese più dure delle salite, penso che per non essere una vera trail ancora debo lavora in quello. Abituata alle 24 hs, sento che ho finito la gara prima che arrivasenno i momenti difficili. Il vento sempre da fastidio, ma sono stata in patagonia facendo 800 km con la bici il anno scorso e quello è ancora più fastidioso! Ho cercatto di gestirlo al meglio, correre per non rafreddarmi ed pensare ad altro. Mi ha ricordato tanto la patagonia... Il trail mi piace, corro volentieri la CRO mi ha piaciutto da morire.

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Top Ten Maschile

Top Ten Femminile

1) OLMO, MARCO

31) OLIVERI, VIRGINIA

2) TAGLIAFERRI, MASSIMO

40) JUDA, MARTINA

3) AGLIATI, PAOLO

68) BONNOT, SOPHIE

4) BLANC, PASCAL

71) BOASI, MARIA

5) MARMET, PATRICE

92) AFFRE, ROXANE

6) GIRARD, MATTHIEU

106) GABRIELLI, ORNELLA

7) ZAUGG, JEAN-MARC

148) BAUDEMENT, MAGALI

8) BENOIT-LIZON, ALAIN

152) LOPEZ, CHRISTINE

9) TREMOLLIERE, FREDDY

153) DURERO, CLAUDINE

10) BELTRAMINO, OSVALDO

177) AGNEL, FRANCK

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Dietro a Marco Olmo, a 22 minuti, altri due italiani: Massimo Tagliaferro e Paolo Agliati veterani del Du Cromagnon. Delle 30 donne arrivate al traguardo: prima in 13h24’ l’italo-argentina Virginia Olivieri; seconda a 28’ la ceca Martina Giuda; terza a 1h12’ la francese Sophie Bonnot.


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Dalle Nuvole al Mare ...e viceversa

Foto di: SImone Bottura

Ripercorrendo il fantastico viaggio di una goccia d’acqua scesa sul ghiacciao Adamello fino al mare per risalire su nel cielo.

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I Protagonisti Solo atleti capaci e allenati possono affrontare una maratona di questo tipo; per alcune manifestazioni è richiesta una professionalità diversa e si rende necessaria la presenza di un numero maggiore di persone che praticano le più svariate attività sportive: paracadutismo (tandem), rafting, barca a vela, bisse, dragon boat, mongolfiera, ma di questo evento sono stati protagonisti una guida alpina e un atleta di “endurance race” che in totale autonomia hanno dato vita ad un’entusiasmante avventura. Un pulmino con due assistenti, di cui uno è un cameraman, li hanno seguiti per il supporto logistico e per il trasporto dell’equipaggiamento e del materiale tecnico.

L' Obiettivo Sensibilizzare verso il problema dell’acqua, che al di là dallo sfruttamento ludico di questo evento diventa sempre più elemento di preoccupazione per le future generazioni. Divulgare la cultura delle attività eco-compatibili in ambienti naturali visti come mezzi di crescita personale, di rispetto e di conoscenza ambientale, al di la della competizione sportiva o della prestazione atletica.

Il Percorso L’itinerario segue l’ideale percorso dell’acqua: dalla goccia di pioggia o dal fiocco di neve che cade in vetta, fino al mare, dove l’acqua, evaporando, ricomincerà il suo ciclo.

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Immaginatevi di essere una minuscola goccia d’acqua e di cadere dolcemente, sotto forma di fiocco di neve, sulle cime del più vasto ghiacciaio d’Italia, l’Adamello. Fantasticate poi di sciogliervi al primo, dolce tepore primaverile e di percorrere, attraversando cavità carsiche, lungo impetuosi torrenti montani e i grandi fiumi della pianura, il sinuoso tragitto naturale dell’acqua fino al mare. Infine immaginatevi di evaporare sotto i raggi del sole per risalire alle nubi del cielo e ricominciare l’infinito ciclo dell’acqua. Questo viaggio fantastico, dal sapore mitico e leggendario, è stato trasformato in realtà da due atleti bresciani,

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la guida alpina Guido Bonvicini e il runner Stefano Miglietti, che lunedì 22 maggio, di buon ora, si sono idealmente trasformati in gocce d’acqua, calandosi in corda doppia dall’elicottero sul “Pian di neve”, nel Parco Naturale Adamello Presanella, con l’obiettivo di arrivare, 7 giorni dopo, domenica 28 maggio, al Delta del Po, seguendo il percorso naturale del prezioso liquido che genera la vita sulla Terra. Praticando sci-alpinismo sul ghiacciaio, escursionismo, mountain board, rafting, mountain bike (salita da Pinzolo a Campiglio) e ancora escursionismo, le due “gocce d’acqua” hanno raggiunto il rifugio Bren-

tei, dove hanno pernottato la prima notte dell’avventura. Il giorno successivo hanno praticato alpinismo risalendo la vedretta dei Camosci (e rinunciando, purtroppo, alla vetta della Tosa per le temperature troppo alte e le scarse condizioni di sicurezza del canale), ferrata e mountain bike downhill fino alla valle del Sarca. Quindi via, a tutta velocità, utilizzando solo la forza dei propri muscoli, lungo le altre grandi riserve idriche: la copertura vegetale del Parco Naturale Alto Garda Bresciano, il fiume Sarca, il più grande lago italiano, il Garda, ancora i fiumi, il Mincio e il Po, infine il mare, praticando altre discipline rispet-


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tose dell’ambiente naturale: kayak, barca a vela, escursionismo, bicicletta, torrentismo, arrampicata, nuoto, bisse (tipica imbarcazione gardesana con voga alla veneta), mountain bike, equitazione, canoa biposto, bici tandem e subacquea. E finalmente... il grande mare, la meta del viaggio. Domenica 28, secondo programma, Bonvicini e Miglietti hanno raggiunto il delta del Po, vi si sono immersi e poi, risalendo al cielo in mongolfiera, come fa l’acqua per effetto dell’evaporazione, hanno idealmente completato il ciclo naturale l’«oro blu» del pianeta, che dal cielo tornerà sulla Terra, sotto forma di pioggia o neve, e ricomincerà

a dare la vita. «Ci siamo divertiti come matti - dicono i due -, ma abbiamo anche avuto modo di toccare con mano i problemi che affliggono la risorsa idrica: dallo scioglimento dei ghiacciai, che con le calotte artiche e antartiche rappresentano il 70% dell’acqua dolce disponibile sul pianeta, allo sfruttamento irrazionale, da parte dell’uomo, dell’acqua fluviale, incanalata, utilizzata e rilasciata senza che vi sia una reale consapevolezza delle conseguenze devastanti di questi prelievi eccessivi». L’avventura dei due atleti bresciani, organizzata a livello logistico da Liberavventura (www.liberavventura.it), non è fine a se

stessa. L’obiettivo è incentivare una corretta cultura ambientale e promuovere comportamenti ecologici nei confronti dell’utilizzo della risorsa idrica. Bastano pochi dati per comprendere quanto sia improrogabile e impellente un mutamento culturale in questo senso: nel mondo una persona su sei (1 miliardo e 400 milioni di persone) non ha accesso all’acqua potabile; un terzo della popolazione (2,4 miliardi di persone) non ha a disposizione impianti fognari adeguati; 80 paesi (il 40% della popolazione mondiale) si trovano in stato di penuria, con meno di 2,7 litri di acqua al giorno per persona; ogni giorno circa 6.000

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bambini muoiono per malattie causate da acqua inquinata, da impianti sanitari e da livelli di igiene inadeguati (si stima che acqua non potabile e impianti igienici inadeguati siano all’origine dell’80 per cento di tutte le malattie presenti nei paesi in via di sviluppo). In Italia il prelievo pro capite d’acqua è di 980 metri cubi annui, rispetto ai 647 della Francia o ai 719 della Germania. L’Italia è il Paese che consuma più acqua in Europa, il terzo al mondo dopo Canada e Stati Uniti. Il nostro è uno tra i paesi più ricchi d’acqua al mondo. Ma la disponibilità d’acqua diminuisce ogni anno, le località in emergenza idrica crescono di numero, i costi ed i prezzi

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dell’acqua sono in rapido aumento. Un terzo dell’acqua disponibile in Italia si disperde lungo le reti fatiscenti e corrose degli acquedotti e non arriva nelle nostre case; il 40% dell’acqua per irrigazione si perde lungo le tubazioni dalle sorgenti, dagli invasi alle prese e agli idranti. Uno spreco inaccettabile. Il viaggio culturale «Dalle nuvole al mare... e viceversa» avrà anche un epilogo benefico. Il denaro raccolto tramite gli sponsor che hanno sostenuto il progetto è stato infatti destinato alla costruzione di un pozzo di acqua potabile nella zona di Kisangani, nella Repubblica del Congo, a cura dell’as-

sociazione bresciana «Cuore Amico» di don Armando Nolli. Il diario del viaggio, le fotografie scattate lungo il percorso e altre informazioni sono disponibili sul sito www.acquavventura.it. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al sostegno di sponsor istituzionali (tra cui le Provincia di Brescia e Verona) e aziende private (tra cui Gialdini Adventure Team di Brescia e la Banca di Credito Cooperativo Agrobresciano) Simone Bottura


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Foto di: Federica Friz

Raid Campoquattro tra terra e acqua Tra i colori e i profumi delle dolomiti venete si e' svolta la prima edizione di un raid avventura articolato in tre diverse discipline sportive. Otto squadre in una sfida di forza e resistenza fisica.

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Trekking, mountain bike e hydrospeed. Questi gli ingredienti mescolati da Giacomo e dall’associazione sportiva Campoquattro per un raid avventura nostrano tra le dolomiti venete. Per chi non lo sapesse un raid avventura e’ una competizione multidisciplina che consiste nel percorrere un itinerario predefinito nel minor tempo possibile utilizzando varie tecniche sportive senza dimenticarsi di passare per tutti i punti di controllo disseminati sul percorso. Alla sua prima edizione, il raid prevede una salita a piedi lungo un sentiero, da Cismon del Grappa al Col di Buratto sul Monte Grappa per un dislivello positivo di circa 1200m, una discesa in mountain bike sino al lago del Corlo da quota 1400 a 200 per poi prendere la strada che conduce a Cismon e, seguendo

la destra orografica del fiume Brenta, arrivare a Valstagna dove si lascia la bici per percorrere il fiume in hydrospeed, sino all’arrivo posto a Campolongo. Sabato alle 14:00, ora dell’incontro, arrivo alla spiaggia di Campolongo. Il briefing è fissato di lì a poco. Le squadre per una prima edizione sono tante e la maggior parte dei concorrenti non hanno mai affrontato una gara di questo genere, ma hanno l’entusiasmo per provarci. Vengono distribuite le cartine con il percorso della gara. La cartina è l’elemento fondamentale in ogni raid. Indica i punti di controllo ed un buon orientista la studia per scegliere il percorso migliore per la sua squadra, valutando le capacità dei suoi compagni. Domenica 25 giugno ore 6:30. Sveglia, cola-

zione abbondante ed energetica, preparazione delle macchine degli assistenti –“forniti” gentilmente dall’organizzazione!- ed ecco quello che nessuno si aspettava: inizia il diluvio. Un po’ di pioggerellina rinfrescante fa certo piacere d’estate, ma una pioggia battente rende il percorso più insidioso. Alle 8:30 è prevista la partenza. Alle 8:20 le nuvole lasciano il posto ad un sole brillante e un cielo cristallino! (le mille risorse della natura!) Pronti? Via! La prima parte del percorso è decisamente la più massacrante. Si sale su per una ripida mulattiera con una pendenza costante intorno al 40% per i primi 2km per poi assestarsi intorno al 30% per il resto della salita. Le foglie viscide, il fango, i ciottoli bagnati e levigati dal tempo e un’umidità altissima nella parte boschiva fino ai 950m

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le

Classifica Fina

slm, aumentano le difficoltà e così si delinea già quella che sarà una probabile classifica finale. Il Team Pedini-Iret, veterano dei raid, arriva primo in cima. Le ottime doti di orientamento di Roberto Mattioli, unita alla potenza di Michele Sartori, permettono loro di primeggiare in questo parziale. Giusto il tempo per ammirare velocemente il paesaggio con le Dolomiti di fronte, e poi da Col di Buratto, a quota 1400m slm, si parte per una lunghissima discesa in mtb fino al laghetto di Corlo a quota 300m. Il percorso in mtb non è difficile, ma è tutto in discesa ed i pedalatori più forti incrementano il loro vantaggio. Il contachilometri di Roberto e Michele raggiunge i 66 km/h; non male. Il verde cristallino e trasparente del laghetto invoglia a una pausa sulle sue sponde. Purtroppo però non c’è tempo per fermarsi perchè biso-

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gna pedalare ancora per parecchi chilometri, prima in salita e poi in piano per raggiungere la località di Valstagna, dove ai concorrenti aspetta la prova in hydrospeed. I distacchi di pochi minuti nel gruppo delle prime 4 squadre non sono ancora sufficienti per una classifica definitiva, quindi la terza prova in acqua può ancora riservare delle sorprese. Si lascia la bici, si indossa la muta (che a 30° è già un’impresa di per sé, anche se poi la temperatura dell’acqua è di 8-9°!) e ci si butta nel torrente Brenta con l’hydrospeed: un incrocio tra un bob ed una piccola canoa dove ci si adagia con la parte superiore del corpo, mentre dotati di pinne, le gambe fungono da forza propulsore nelle parti del torrente tranquille, oppure da timone nelle parti di acque bianche con correnti e sassi da evitare. Scendere un torrente frizzante con

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Pedini-Iret

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ia Onda Selvagg

3

Bibo’s Angels

4

Univer Telai

5

www.m6-spor

3h28’ 3h40’ 3h49’ 3h50’

t.com

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Orient Team Garden Relais

7

6 Pedini Iret – M

4h20’, 4h34’ 4h56’

l’hydrospeed in una giornata di caldo torrido è sicuramente piacevole, ma ai concorrenti ha riservato non poche difficoltà. Con le gambe provate dalla prima parte durissima e selettiva, i contendenti non si risparmiano, ma i crampi sono spesso in agguato durante le fasi di pinneggiata. Roberto e Michele amministrano il vantaggio accumulato mentre un grande risultato parziale lo ottiene l’unica squadra femminile: il team Pedini-M6 con Federica Friz e Stefania Zarotti fa segnare il terzo miglior tempo a soli 5 secondi dal secondo. Un’ora circa di hydrospeed e si raggiunge il traguardo. Mani alzate e soddisfazione per aver concluso la gara. Un grande applauso per tutti ed anche agli organizzatori. Federica Friz


The ADVENTURE

The ONE

Tra te e l’avventura c’è un canale diretto. www.adventureone.it


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Foto di: Totem Adventure


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Rafting,

quando il fiume detta legge Un’esperienza straordinaria a bordo di gommoni in balia di acque impetuose in continua sfida con la natura

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Cosa serve... L’attrezzatura necessaria per praticare Rafting consiste in una muta e scarpe in neoprene, casco, ausilio al galleggiamento, pagaia e giacca d’acqua. Naturalmente per chi si avvicinasse per la prima volta a questa disciplina esistono numerose scuole in tutta Italia che, oltre a mettere a disposizione istruttori e guide specializzate, offrono un servizio di noleggio in loco per l’attrezzatura. Prima di ogni discesa la guida istruirà l’equipaggio e illustrerà le manovre e le misure di sicurezza al fine di introdurre anche i più inesperti alle principali tecniche di navigazione fluviale e per garantire un’esperienza in totale sicurezza e divertimento.

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Che cos’è... Il Rafting consiste in una discesa fluviale attraverso spumeggianti e selvaggi corsi d’acqua a bordo di imbarcazioni pneumatiche appositamente studiate per questo scopo. In generale l’opinione comune è portata a considerare il Rafting come uno sport estremo e come tale pericoloso per la vita di chi lo pratica. In realtà non è necessario essere dei super-uomini; basta godere di buona salute ed essere animati da uno spirito d’avventura fuori dagli schemi. É lo sport ideale per chi non teme le forti emozioni, per chi ama il contatto con la natura e vuole misurarsi con la forza dei suoi elementi.

Dove fare Rafting Da Maggio fino a metà Settembre quando la portata dei fiumi è maggiore, per lo scioglimento dei ghiacciai di alta montagna, in varie località sparse in Italia è possibile praticare il Rafting. In Umbria, sotto la Cascata delle Marmore, a meno di un’ora d’auto da Roma, il fiume Nera regala fantastiche discese in gommone, contornato da una vegetazione rigogliosa, in un ambiente che sembra tropicale. In Trentino nella Val di Sole è possibile scendere fra le rapide impetuose del fiume Noce, uno tra i più entusiasmanti percorsi di Rafting d’Europa.


Xtreme sport Da nord a sud,

l’Italia offre div erse possibilità per provare un menticabile, im ’esperienza ind mersi in una co irnice di natura magica e selva ggia.

29/30 Luglio – I prossimi ap Campionato Na puntamenti zionale – Ville 28/29 Ottobre neuve (AO) – Fiume Dora Ba – Campionato ltea Nazionale – Pa pigno (TR) – Fiu me Nera

Totem Adventure In Valle d’Aosta, a Pre’ Saint Didier, l’emozione è garantita dalle spumeggianti acque della Dora Baltea, il Colorado d’Europa. Qui è possibile affidarsi all’esperienza e professionalità del Totem Adventure, un team altamente qualificato, guidato da Davide Alemanni, Maestro di Rafting nonché Responsabile della formazione professionale per conto dell’Airaf in Italia. I corsi organizzati prevedono diversi livelli di difficoltà a seconda delle capacità e dell’esperienza dei partecipanti. La sicurezza è alla base di tutto ed è per questo che prima di ogni discesa è prevista una formazione teorica, a terra, per preparare tecnicamente e psicologicamente le persone, fornendo anche nozioni geologiche e fluviali che aiutino nella “lettura del fiume” e dei suoi percorsi.

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La Federazione Il successo sempre crescente del Rafting in Italia promuove la fondazione dell’Associazione italiana rafting (Airaf), nata a Milano nel Dicembre 1987. Nel 1988 viene organizzato il primo Campionato italiano a cui partecipano una quindicina di imbarcazioni e, grazie all’impegno degli appassionati e degli addetti ai lavori, l’Airaf ha dato il via ai campionati del mondo di Rafting. Nel 2005 diventa F.I.raft. (Federazione Italiana Rafting) associata alla F.I.C.K. (Federazione Italiana Canoa Kayak), fa parte della Lega Sport d’Acquaviva UISP/CONI ed è tra le organizzazioni che hanno dato vita all’International Rafting Federation e all’European Rafting Association.

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Un po’ di storia Già gli antichi babilonesi usavano scendere lungo le rapide dell’Eufrate a bordo di imbarcazioni ricavate dagli otri di pelle gonfiati con aria. Secoli dopo, in America, furono gli indiani e i primi esploratori ad usare canoe in legno ricoperte di pelle per muoversi attraverso i territori ancora inesplorati. Lo sport moderno, così come lo conosciamo oggi, nasce in America tra le rapide impetuose del Colorado. Le prime prove vennero effettuate con canotti pneumatici, residuati bellici della Seconda Guerra Mondiale, utilizzati per trasportare l’attrezzatura necessaria. In Europa il Rafting approda negli anni Ottanta, prima in Francia, poi in Italia dove era già conosciuto dagli sportivi che avevano compiuto discese negli Usa.



Un toro rosso in pista

Foto di: Fabio Fiore

Prima era il Kart, poi la F3000 e ora F1 con il team Toro Rosso. Le tappe e i successi di un ragazzo con la passione dei motori. Un’ intervista per conoscere la storia, la preparazione, e la vita di un pilota emergente.

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Chi e'... Nome: Vitantonio Liuzzi Nato a: Locorotondo (Ba), il 6 Agosto 1981 Dove vive: Pescara Particolari: Liuzzi è uno dei più brillanti talenti emersi negli ultimi anni dal Karting Internazionale. Palmares: 2001, Campionato Mondiale Kart. 2003, Secondo posto nella F3000 internazionale. 2004, Vittoria assoluta con 7 successi (e 9 pole position!) su 10 gare nella F3000 Internazionale. 2005, Team F1 Toro Rosso Curiosità All’età di 12 ha iniziato a frequentare il mondo del Kart fino al 2001 quando ha vinto il Campionato Mondiale. Se la sua fortunata carriera non avesse preso la strada della Formula 1, sarebbe rimasto nell’ambito del Kart, con un suo team di piloti, a coltivare la passione che l’ha conquistato fin da adolescente.

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Xtreme sport Tonio, a che età sei diventato professionista? Penso di esserlo diventato intorno ai sedici/diciassette anni. E’ più o meno a quell’età che cominci a fare delle gare e a guadagnare dei soldi! Io a diciassette anni correvo in kart, e penso di essere diventato professionista proprio allora. Quali sono state quindi le tue esperienze prima della Formula1? Ho corso col kart fino a vent’anni, quando nel 2001 ho vinto i mondiali di kart. Poi sono passato all’automobilismo. In automobilismo ho corso in Formula3 nel primo anno, poi Formula 3000 per due anni ed infine Formula1. Da quanti anni corri in Formula1 quindi? Questo è il secondo anno, ma il primo di attività in competizione. L’anno scorso ero terzo pilota. Ho già corso quattro GranPremi fino ad ora! Che sensazione hai provato quando hai fatto il primo punto? E’ stata un’esperienza bellissima. Anche perché la scorsa stagione abbiamo guadagnato un punto proprio ad Imola. Quest’anno abbiamo dovuto aspettare Indianapolis. Però è una soddisfazione particolare perché siamo un team giovane, alla prima stagione in Formula1. Stiamo cercando di mettere delle basi solide per il 2007. Il team ha lavorato bene, se lo meritava. Stiamo facendo passi da gigante. Parliamo un po’ del Liuzzi atleta. Segui una preparazione particolare, curi l’alimentazione per esempio? Si, siamo seguiti dai nostri preparatori atletici. Il mio personale mi segue quotidianamente. Mi fa allenare, mi tiene in linea. Per fortuna non è troppo severo! Il problema è che quando sono in Italia, con la mia famiglia, è difficile resistere alle tentazioni della tavola! Ma cerco di fare il possibile! Da quale parte d’Italia vieni? Sono nato a Locorotondo, in provincia di Bari.

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Ho capito, quindi ottima cucina da quelle parti…è difficile rispettare una dieta rigida! Si, poi io vivo a Pescara, quindi tra le due cucine puoi capire bene…. …astenersi è quasi come correre un GranPremio! Hai ragione! Poi col team, tra un GranPremio, le prove libere, le qualifiche è come la cena di capodanno ogni giorno! Prima hai parlato della tua famiglia. Come gestisci i rapporti con loro? Sei molto attaccato alla famiglia? Guarda, io ho un briefing familiare ogni sera. Alle otto, anche quando sono in Australia o in Giappone ci sentiamo, siamo in contatto continuo. La tua famiglia quindi è sempre con te, ti segue e ti supporta, anche se non è fisicamente vicina. Si, questo è sicuro. Una domanda che tutte le tue fan aspettano: sei libero sentimentalmente? Si, si! Sei un scapolone, quindi? Si! Ragazze, fatevi avanti! Hehe!, per il momento vorrei dedicarmi completamente allo sport! Passiamo a cose più serie! Se non fossi diventato un professionista in campo automobilistico, cosa avresti voluto fare nella vita? Quando ho iniziato a frequentare il mondo del kart, a dodici anni, me ne sono subito innamorato. Poi verso i quindici ho fatto la mia scelta. Più avanti ho aperto il mio negozio di kart. Quindi penso che se non mi fossi diventato un pilota di Formula1 sarei rimasto nell’ambito kartistico, magari con un mio team, con i piloti… Torniamo all’automobilismo! Prima di salire in macchina hai qualche rito scaramantico? No, non particolarmente. Quando ero più piccolo e correvo in kart, ero molto scaramantico, avevo le mie

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Xtreme sport mutande da gara, le calze da gara..! Però poi crescendo ho imparato a superare la scaramanzia e adesso non ho nessun rito. Adesso quindi solo preparazione e concentrazione. Si, la concentrazione che poi serve a farti arrivare rilassato alla gara. Come pensi si concluderà il campionato? Per me la cosa più importante è guadagnare qualche altro punto, farebbe bene a me e anche al morale della squadra. Anche se vedo un futuro difficile fino a fine dell’anno, perché stiamo utilizzando un motore di vecchia concezione. Comunque sono positivo, siamo cresciuti giorno per giorno, stiamo col fiato sul collo dei nostri avversari ed impariamo dai loro errori. Siamo in estate, e molti dei nostri lettori sono già in vacanza. Tu che periodo dell’anno preferisci per le tue. E dove ti piace andare? Ma quest’estate ho una settimana libera, penso di andare a Pescara, vedere gli amici e poi magari in Sicilia. Ma è giusto per staccare la spina. Per me il periodo migliore per le vacanze è tra novembre e dicembre, quando non ho molti impegni e posso davvero rilassarmi. Bene Tonio, ti ringraziamo per la disponibilità e ti auguriamo una buona estate ed un “in bocca al lupo” per la tua carriera.

In questo servizio Vitoantonio Liuzzi indossa abiti:

A.R.T.S

prodotto e distribuito da rainbow srl via cerreto 12- 66010 Miglianico (CH) tel: 0871 958109 fax: 0871958678

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Mugello Tra Passato e Presente

Foto di: Archivio Muggello Circuit - Stefano Colacchi

Le gare, i personaggi e le macchine che hanno fatto la storia del Mugello, dagli anni d’oro del primo dopo guerra ai successi degli anni ’60. Un circuito progettato intorno all’automobile, tra i piu' emozionanti, moderni e sicuri del panorama internazionale.

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Il Mugello "ieri e oggi" Una gara completa, selettiva e sempre aperta all’imprevisto. Questo era il vecchio Circuito del Mugello. Nata nel 1914 come competizione di regolarità e subito interrotta dalla guerra, conobbe un periodo d’oro nel primo dopoguerra, quando a sfidarsi sui 66 polverosi chilometri che da Scarperia salivano fino a Firenzuola per poi tornare attraverso il passo della Futa a San Piero, di nuovo a Scarperia, erano i migliori conduttori di allora. Campari, Brilli Peri, Enzo Ferrari (vincitore nel 1921 della classe 4500 su Alfa Romeo), Antonio Ascari, Borzacchini ad Emilio Materassi idolo locale. Messa in ombra dal prestigio della Mille Miglia, il circuito rimase silenzioso dopo l’edizione del 1929, nonostante una ripresa, risultata poi effimera, nel 1955, su un percorso ridotto a poco più di 19 km. Fu la scomparsa delle Mille Miglia e la analoga rinascita della popolarità delle gare su strada negli anni ‘60, che convinse dirigenti appassionati come Pasquale Borracci ed Amos Pampaloni a riproporre la competizione sul tracciato classico dei 66 km. Riedizioni che godettero di buon successo ma che contarono, a livello di risonanza, la rara presenza del marchio tricolore più prestigioso, quello del Cavallino, intervenuto in forma ufficiale solo alle prove dell’edizione del 1967. Era comunque destino che le storie del Mugello e della Ferrari dovessero incrociarsi ancora,

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ma sarebbe stato necessario attendere più di vent’anni. Le sette edizioni svoltesi negli anni ‘60 richiamarono nelle verdi valli del Mugello centinaia di migliaia di spettatori, richiamati indubbiamente dalle performanti vetture Sport e Turismo in lotta per l’assoluto, ma che riservavano un posto speciale nel cuore e nel tifo più autentico ai piloti delle vetture più vicine alla serie come le piccole Abarth elaborate. Il percorso permetteva exploit di guida che alcuni piloti come Enrico Pinto, Nanni Galli, Ignazio Giunti, Mauro Nesti, Arturo Merzario, seppero adeguatamente sfruttare per costituirsi una reputazione duratura e meritata. Campione ideale dell’entusiasmo che il pubblico toscano riservava ai piloti più prodighi di “numeri” di guida nelle

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loro esibizioni, erano gli applausi a scena aperta che scattavano ad ogni passaggio della Fulvia “barchetta”, inventata da Fiorio e Maglioli per consentire al “drago” Sandro Munari di dare lezioni di bravura sulle difficili strade dell’ Appennino. Tra le ultime edizioni disputate , fra i partecipanti non vittoriosi ricordiamo Stommelen, Elford, Toivonen, Van Lennep , la più entusiasmante fu quella del 1968 : in un pomeriggio in cui la vettura italiana sembrava volasse, spinta da un caloroso tifo, prevalse l’Alfa Romeo di Luciano Bianchi, Galli e Nino Vaccarella al termine di una rimonta incredibile sulla Porsche del grande elvetico Jo Siffert e di Rico Steinemann. Come nella favola del brutto anatroccolo in cui il protagonista, scacciato

da tutti, diventa un ammiratissimo cigno, così dal Mugello stradale degli anni Venti, nasce un impianto destinato a rappresentare un passo in avanti nella concezione stessa di Autodromo: dal concetto stesso di circuito si passa a quello di spazio sicuro ed efficiente dove è possibile trovare supporti tecnologici a manifestazioni diverse. Un centro, dunque, che ruota intorno all’automobile. L’Autodromo Internazionale del Mugello, progettato e realizzato con tutti gli accorgimenti scaturiti dall’esperienza agonistica, garantisce massima sicurezza sia per i piloti che per il pubblico. Ampie vie di fuga nei punti più impegnativi del tracciato: una strada di servizio per i mezzi di soccorso che possono liberamente muoversi per tutti


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Record di presenze

e 5.245 metri del tracciato. Il Mugello, poi, ha dislivelli così specifici e così alti da risultare ideale per severi collaudi e test. Progettato negli anni ‘70 e poi profondamente rinnovato, il circuito è uno dei più suggestivi, moderni e sicuri del panorama internazionale. E’ sede abituale di test e prove di F.1, delle case leader nel Mondiale MotoGP e del Mondiale Superbike, di prestigiose case automobilistiche nazionali ed internazionali. Ha ospitato la Formula 5.000 ,(che ha tenuto a battesimo l’impianto il 23 giugno 1974), la Formula 3.000, la Formula Due,

il Fia-Gt e, unico impianto italiano, l’ITC: per quanto concerne le due ruote è sede abituale del GP d’Italia. La pista si distende per oltre cinquemila metri nei boschi e nel verde. Tutte le strutture di supporto sono state realizzate potendo contare su tecnologie costruttive all’avanguardia. Nella palazzina direzionale sono stati creati locali nuovi e polifunzionali, attrezzati di tutti i servizi. Gli spettatori possono “partecipare” alle gare con grande intensità grazie alle numerose tribune naturali dislocate lungo l’intero anello della pista.

Scarperia 1/2/3 giugno 2006, la carovana della MotoGP ha dato vita ad uno degli spettacoli più belli a cui si possa assistere. Record negli ascolti televisivi, di spettacolarità in tutte le tre classi, con la 125 che ha visto vincitore il nostro Pasini da Bautista, in un duello durato 40 frenetici minuti. In 250 vittoria in volata per lo spagnolo Lorenzo e con la MotoGP che ha saputo regalare 23 giri che rimarranno nella storia del motociclismo. Parte in pole position Sete Gibernau, che ha preceduto di appena 89 millesimi il suo compagno di scuderia Capirossi, con il tempo di 1’48”969, migliore performance cronometrica mai effettuata su questo circuito e Valentino che sceglie la sterminata platea dei 90.000 spettatori, venuti da tutta Europa, per coronare la quinta vittoria consecutiva sui 5245 metri del Mugello. Non credo ci sia più un aggettivo per definire il DOTTORE ROSSI,.a mio modesto parere, il più grande interprete di traiettorie e sensibilità che io abbia mai potuto ammirare, vederlo attraverso l’obbiettivo mi dà l’emozione giusta per cercare di fermare nel fotogramma la differenza che cè tra lui e gl’altri… notare che alla stessa curva allo stesso millimetro alla stessa inclinazione, il suo polso destro apre il gas dove altri lo chiudono…l’alzarsi sulla sella per ammorbire i cavalli scatenati della Yamaha M1, Un grandissimo Capirossi, Hayde, Gibernau, niente hanno potuto se non inchinarsi alla bravura del ragazzo di Tavullia.Ed alla fine una grande invasione pacifica ha chiuso una giornata indimenticabile.

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Kevin il tranquillo La carriera e i successi del grande campione mondiale Stunt che ha fatto della sua passione un lavoro. Un atleta che, a cavallo delle sue moto, regala sempre al suo pubblico performance coreografiche e spettacolari che mozzano il fiato. A vederlo in “borghese” lo si potrebbe immaginare al massimo in sella ad uno scooter, con le gambe sotto la copertina Tucano. Amichevole, con un tono di voce gentile e sempre disponibile a chiacchierare con i fan, il trentasettenne scozzese dalla personalità accomodante nasconde una forte determinazione, che lo spinge a passare ore a perfezionare i suoi numeri, e una grande fiducia nelle sue capacità che gli permette di eseguirli davanti a migliaia di spettatori. Ma i successi nel mondo degli stuntman sono arrivati soltanto a un punto relativamente avanzato della carriera di Carmichael.

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Nonostante abbia gareggiato nel motocross fin dall’età di sette anni, guadagnando una serie di titoli sia nella competizioni junior sia senior, per arrivare al giro di boa della sua carriera, Kevin ha dovuto aspettare fino al 1997. Amante delle impennate sin da quando era ragazzino, dopo aver capito che gli riusciva meglio fare i “numeri” con la moto, piuttosto che abbassare i tempi sul giro, decise di iscriversi al Campionato Europeo Stunt del 1997 e finì con il sorprendere anche se stesso conquistando la vittoria alla sua prima partecipazione! Il successo immediato convinse il modesto Kevin a dare una svolta alla sua vita e a diventare un

professionista. Da allora ha vinto numerosi titoli, sia in UK che al di fuori dei confini, di certo non un piccolo passo considerando da quanto poco tempo praticasse questo sport! È stato campione Europeo Stunt nel 1999 e nel 2000, campione UK nel 2001 e ha vinto il Campionato Mondiale, tenutosi in Texas, la stagione successiva. Di fatto, da quando lo spirito competitivo di questo sport ha iniziato a crescere trasformandosi da novità divertente in un contesto ufficiale e riconosciuto, nessun rider ha ottenuto i successi di Kevin Carmichael. Per tutti coloro che non hanno mai assistito ad una gara di Campionato Stunt, la scena si è note-


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volmente evoluta dai tempi di Evel Knievel che, alla guida di una grossa Harley, cercava di superare in volo una lunga fila di auto, sperando di rimanere in sella sino all’atterraggio! Oggi lo Stunt è una disciplina molto specializzata e coreografica che richiede straordinarie doti di talento e intelligenza. La decisione di Kevin di esibirsi preferibilmente su una Triumph Speed Triple, è motivata dal fatto che gli dia alcuni vantaggi rispetto ai suoi rivali che guidano altre moto. “La Speed Triple eroga la potenza in maniera molto lineare e possiede una grande coppia anche ai bassi regimi, inoltre il suo motore piccolo e compatto è posizionato quasi sul baricentro ideale, cosa che la rende perfetta per la guida stunt”, dice Kevin. Le due Speed Triple usate da Kevin sono allestite in maniera molto diversa. Una è completamente standard ed è la moto dedicata agli Stoppie e ai numeri più tradizionali. La seconda ha modifiche alla ciclistica più sostanziali, che arrivano alla rimozione completa della forcella e della ruota anteriore per il “No Front End Wheelie”. Si tratta di un’incredibile esibizione che vede il team di Kevin rimuovere completamente l’avantreno dalla Triumph,

lasciando la moto ferma sui cavalletti prima che Kevin la muova, partendo direttamente in monoruota, il tutto con un controllo totale e senza la possibilità di fermarsi, se non in posizione verticale! E lo stesso Kevin è d’accordo nell’affermare che questa è l’esibizione più folle che si possa compiere. Di fianco alle due Speed Triple Kevin utilizza anche una Rocket III, improbabile bisonte da 2.300cc e oltre 300kg di peso, con la quale gioca come se fosse in sella a una bicicletta… Ultimo ingresso nel suo parco moto, la Daytona 675 Triple, una Supersportiva che grazie alla grande maneggevolezza e al motore dall’incredibile tiro ai bassi regimi, si presta ottimamente ad un utilizzo stunt. Carmichael, assolutamente convinto che lo Stunt sia soprattutto pratica e allenamenti, cerca di guidare ogni giorno, tempo permettendo. La pratica è la chiave di ogni nuova figura e attualmente Kevin sta lavorando ad una nuova, difficile, figura: un’impennata circolare, seduto all’indietro sul serbatoio.

Mi raccomando... guardare, applaudire, ma non imitare! Luglio - Agosto

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Pozza di Mat 2006 Una discesa rapida sulla neve, una grande piscina, un pizzico di follia e voglia di stupire: gli ingredienti essenziali che hanno caratterizzato un momento di grande divertimento e spettacolo.

Per quelli che sulla neve desiderano assaporare in anticipo un pezzo d’estate, Bormio 2000 ha regalato una manifestazione a metà tra competizione e festa. La pozza di Mat è una sorta di gara in cui i diversi atleti, dopo aver disceso con rapidità la pista allestita nella neve, fuoriescono sulla piscina (pozza) situata alla fine del percorso. L’abilità dell’atleta consiste proprio nell’attraversare la pozza senza sprofondare, tentando di dosare la velocità dell’impatto con l’acqua: non troppo lenti per evitare di affondare, ma neanche troppo veloci per non schiantarsi sopra le protezioni, una volta usciti dalla pozza. Oltre agli atleti della categoria Normal che hanno gareggiato con snowboard e sci tradizionali, lo spettacolo e il divertimento

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è stato garantito dalla categoria Mat, a cui appartengono coloro che si cimentano a bordo di mezzi non proprio convenzionali… vasche da bagno, zattere, piramidi, casse da morto, wc, poltrone! Individualmente o in gruppi gli atleti Mat hanno regalato agli spettatori, raccolti a bordo pozza, performance acrobatiche e bizzarre, premiate anche per l’originalità del mezzo usato e la spettacolarità dell’evoluzione. Nella categoria Normal sono stati premiati i primi 3 uomini e le prime 3 donne che hanno attraversato la pozza nel minor tempo, senza sprofondarci dentro. Alla discesa più folle è stato conferito il premio speciale “IL PIU’ MAT” mentre la palma d’oro del “PIRLO MIGLIORE”

spetta a chi fa la caduta più spettacolare. Quest’anno, l’“ambìto” premio (una scatola di cerotti, un vasetto di pomata VOLTAREN ed un massaggio riabilitativo post trauma…) è andato agli agenti di Polizia di Stato, Rolando Salvatori, Michele Puntel e Stefano Farfanetti. Inserito all’interno della manifestazione non poteva mancare un momento di piacevole svago come l’elezione di “MISS MAGLIETTA BAGNATA”. Oltre al cestino di prodotti locali, premio previsto per la fortunata vincitrice, il comitato organizzatore ha pensato bene di aggiungere una cena con il presidente dei Mat, della quale tuttavia la Miss non è stata ancora informata.


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Per il prossimo anno Visto il successo riscosso dalla manifestazione, già per l’anno 2007 è prevista una seconda edizione arricchita da migliorie e novità. Tanto per cominciare, come risposta all’entusiasmo dei numerosi bambini presenti nella passata edizione, verrà allestita una pozza più piccola per consentire loro di vivere le emozioni della festa, anche se in scala ridotta. Tribune per il pubblico saranno costruite a bordo pista per consentire agli spettatori una postazione visiva più comoda che consenta di ammirare le acrobazie degli atleti in gara. Per l’intrattenimento delle persone verranno organizzati altri piccoli

eventi da contorno alla gara: concertini, animazione, toro meccanico, ragazze immagine, ecc… Considerato il problema del traffico di macchine, creatosi per l’enorme afflusso di curiosi, per il prossimo anno sarà vietata la salita in auto a Bormio 2000, praticando prezzi agevolati per coloro che sceglieranno la cabinovia e lasceranno la macchina nell’apposito parcheggio. L’edizione 2007 sarà sicuramente in Aprile e sarà ancora Bormio 2000 ad ospitarla e non Bormio paese, come erroneamente riportato da alcuni giornali.

Perché piace Alla base del successo e dell’entusiasmo che hanno circondato la Pozza di Mat sta la natura quasi “popolare” della manifestazione: tutti possono parteciparvi, per questo è più sentita dalla gente. Risulta evidente il paragone con altre manifestazioni di diverso calibro e rivolte ad un target di pubblico più selezionato, Mondiali di sci o la Coppa del Mondo, che per tale motivo riscuotono consensi e un successo diversi.

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Donne no limits Sono sempre piu' numerose le donne che praticano sport estremi e si cimentano in imprese pericolose, al limite delle possibilita'. Senza rinunciare alla propria femminilita' si confrontano in attivita' considerate maschili, dimostrando una forza e audacia spesso sottovalutate.

Il sesso debole... Quando parliamo di sport tuttavia non vogliamo riferirci solo alle tradizionali discipline agonistiche. I sondaggi ci dicono che un numero crescente di donne si dedica alla pratica di sport estremi. Kite surf, box, rafting, kick box, parapendio, free climbing, bungee jumping, downhill (con mountain bike), skysurf e sci estremo sono, nell’ordine, le specialità più praticate dalle amazzoni del terzo millennio. Ma quale tipo di donna si dedica allo sport estremo? Anche in questo caso i sondaggi parlano chiaro e prime fra tutte sono le donne manager, seguite dalle imprenditrici, dirigenti d’azienda e libere professioniste. Non è necessario essere esperti per capire che si tratta di persone e categorie che svolgono uno stile di vita dinamico, per certi versi stressante. Se ci fermassimo però a queste considerazioni rischieremo di cadere nella banalità e nel luogo comune. Sono tante le donne “normali” che amano gli sport estremi. Non dispongono di superpoteri, alcune di loro hanno marito e figli a casa, eppure hanno scelto di gettarsi in imprese estreme, in avventure ad alto rischio dove il ritorno non è affatto garantito.

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Le imprese Attraversare l’Antartide sugli sci passando per il Polo Sud, completare il giro del mondo in solitaria su una barca a vela, scalare le pareti più difficili della Terra o correre su una moto a 300 km/h sono solo alcune delle imprese compiute da donne che hanno voluto sfidare le proprie possibilità, arrivando al limite. Passando dalla fiction alla realtà, l’esplosione delle potenzialità femminili, le capacità del cosiddetto sesso debole di affrontare pericoli e prove massacranti, la dimostrazione di quanto la donna possa essere forte, lucida e determinata trova continua conferme. Il tutto senza perdere un grammo delle propria femminilità, senza trasformarsi in imbarazzanti virago muscolate o amazzoni arrabbiate.

Rivalsa o necessità Dietro la scelta di cimentarsi in sfide cariche di adrenalina, vi potrebbe essere la ricerca di una maggiore sicurezza di sé, ma anche il desiderio di rivalsa nei confronti di tutti i luoghi comuni che fanno delle imprese “no limits” un esclusivo appannaggio del ‘sesso forte’. In realtà non è una gara fra uomini e donne, per chi sia più forte o coraggioso. Oggi la donna non sente più la necessità di dimostrare le sue qualità, o rivendicare primati esclusivamente maschili. La società è cambiata, dando alla donna la possibilità di esprimere emozioni e necessità fino a poco tempo fa soffocate da modelli stereotipati, che la costringevano dentro le mura di casa o in attività ordinarie.

Le donne e lo Sport I successi sportivi che le donne hanno riscosso negli ultimi tempi hanno dimostrato che anche in questo ambito il sesso femminile è riuscito ad eguagliare i risultati maschili. La grande diffusione dello sport tra le rappresentanti del sesso femminile testimonia di per sé la piena compatibilità dell’attività fisica con le caratteristiche fisiologiche della donna. Questo vale per tutti gli sport.

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Foto di: Giorgio Bragante


King

of the

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Diga

Brividi sull’acqua

Una festa nata undici anni fa, che oggi come ieri richiama non solo atleti e sportivi ma anche appassionati, per vivere una giornata fra mare e sole, divertimento e spettacolo. Al Bagno Tropical di Sottomarina diversi i personaggi gia' noti al mondo dello sport che si sono confrontati nelle diverse discipline previste. Piloti eccezionali che hanno fatto sognare e divertire in ogni gara.

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I Re della Diga Nel freestyle il trono del King of Diga spetta a Rosario Caruso, pilota della “New” che sfodera una delle sue giornate di grazia nella classica per moto d’acqua del litorale adriatico. Un vero fuoriclasse, “cannibale delle evoluzioni”, che non perde il vizio di vincere, sia che gareggi per il campionato italiano o per la festa delle moto d’acqua di metà estate. Nessun avversario regge il suo ritmo freestyle. E se il freestyle rappresenta, sotto il profilo scenografico, il clou di ogni manifestazione, non bisogna dimenticare le altre specialità del “King” e i vincitori che non hanno tradito premesse e promesse.Un particolare complimento ad Angelo Bertozzi, distintosi nello Ski, e a Gimmi Bosio, re del Runabout. Il trofeo Seadoo è andato alla coppia Bertozzi – Fior, mentre la coppa Jetski è stata vinta dal team sloveno Floriancic – Ivancic. Come ogni anno gli atleti sono riusciti a dare il meglio di sé superando chiunque abbia voluto sfidarli.

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L’Evento King of Diga è diventato ormai l’appuntamento estivo per eccellenza e ancora una volta le aspettative dei partecipanti alla gara e degli appassionati non sono state deluse. Un’organizzazione eccellente, quella della Pharma Bag, per un evento certamente sopra le righe, per chi ama gli sport off limit: motocross, al quad freestyle, dal kytesurf, windsurf, show jetski. Performance acrobatiche di grande impatto visivo e grande sport, alternati a leggere parentesi come il “bikini contest” e il “beach party” hanno regalato una festa in perfetto stile californiano per un evento unico in Europa.


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I protagonisti Long distance runabout Team Seadoo Italia Gimmi Bosio Long distance ski Team Pharmabag Angelo Bertozzi Nissan Cup jetski Team Slovenia Floriancic-Ivancic Seadoo Team Challenge Team Pharmabag Bertozzi-Fior Freestyle Team Caruso show Rosario Caruso

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A-Style Stile per caso Un marchio nato quasi per gioco, un disegno, un paio di linette e due palline ed ecco che nasce un logo che diventa tendenza. Il successo a volte e' inaspettato e la moda e' imprevedibile ma dall’incontro di due artisti dell’immagine non puo' che nascere un fenomeno.

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Xtreme personaggio

L’idea Sportivo attivista di discipline spericolate - surf, kite, snowboard e affini - dopo un’università troppo stretta per un iperattivo, Marco guadagna una borsa di studio che gli permette di mettere in sintonia corpo e mente. L’interesse per le arti grafiche è innato e il fatto di maneggiare programmi lo diverte e dà materia alle sue fantasie. Così crea oggi, crea domani, ecco che una A nera in campo giallo con due pallini che gli “scivolano” addosso prende vita. Trascorsi alcuni anni in cui il logo rimane parcheggiato in un cassetto, il momento fortunato arriva quando Burns decide di fare della sua creatura un adesivo che attraverso un’invasione massiccia, non a tappeto ma a palo, a muro, everywhere, si diffonde in tutte le città del mondo. Dagli adesivi il logo passa su t-shirt e felpe ed è così che nasce il marchio e il marchio diventa fenomeno.

L’architetto delle idee Ma perché fermarsi qui? L’incontro con Simone Sidoti, “archittetto delle idee”, rappresenta la svolta per un’idea che è destinata a diventare moda. Grazie alla sua esperienza e formazione nel campo tessile Sidoti si rende subito conto di avere davanti a sé un fenomeno su cui vale la pena puntare e investire energie, un’idea vincente. Con il suo staff gira il mondo, raccoglie input, fotografa immagini e persone con gli occhi della mente. Al suo ritorno traduce le immagini in una collezione completa e rende possibile un progetto: A-STYLE.

L’immagine C’è chi distrattamente riesce a vederci solo un virtuosismo grafico e chi invece più sensibile scorge un allusivo gioco d’amore. In ogni caso certo è che l’autore stesso del logo, che nato per caso è ormai diventato tendenza, non poteva immaginare il successo che il frutto delle sue sperimentazioni computer graphic, avrebbe riscosso in seguito. Ma procediamo per gradi. Cerchiamo di capire l’origine di un fenomeno facendo prima la conoscenza del “papà” del marchio: Marco Burns.

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Chi è... Nome: Marco Cognome: Burns Nato a: Milano Nato il: 1969 Professione: Ex Graphic Designer ora surfer e Viaggiatore del mondo

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I numeri di A-Style Il marchio è oggi presente su tutto il territorio nazionale attraverso una fitta rete di punti vendita accuratamente selezionati. Da una produzione di 10.000 capi nella prima stagione, si sono raggiunti oggi, alla sesta stagione, 320.000 capi, e le previsioni parlano di 400.000 P/E 06. Dopo l’Italia, Spagna, Francia e Giappone, l’obbiettivo per A-STYLE sarà il Regno Unito, un mercato difficile ma anche il test più attendibile dei gusti giovani internazionali.


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Maui, The Valley Isle Un' isola dalle coste splendide e incontaminate, meta fissa per chi ama il mare e desidera cavalcare le sue onde, fondali magici da esplorare in un turbinio di colori e vita. Quando non basta guardare una cartolina per sentire il profumo del mare, il rumore delle sue onde e il sole sulla pelle... e' giunto il momento di volare a Maui!

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Xtreme viaggi

Seconda isola delle Hawaii Maui è soprannominata ‘l’isola della valle’ a causa della sua particolare topografia: l’istmo creatosi nel corso dei millenni tra le “West Maui Mountains” ed l’Haleakala Crater ricorda infatti una vallata tra i coni delle montagne. Maui fa parte dello stato americano delle Hawaii ed è l’isola più grande della contea di Maui, a cui appartengono anche L�na‘i e Moloka‘i. La popolazione residente si aggira intorno ai 120.000 abitanti. Le maggiori città dell’isola sono Kahului, Wailuku, Lahaina e Kihei. Meta ogni anno di centinaia di migliaia di turisti, Maui è il paradiso per chi ama il mare e gli sport acquatici. Le spiagge di Maui sono ormai leggenda. Incontaminate e protette, specialmente nelle coste sottovento, sono da anni ritenute tra le più belle al mondo. La spiaggia di fronte al Kapalua Bay Hotel è tra le più apprezzate. Ma non si deve assolutamente perdere l’occasione di ammirare la distesa di sabbia bianca a Kaanapali, o le spiagge di Kihei e le piccole baie continue a Wailea e Makena.

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Se non le spiagge, sono l’acqua ed il vento della costa settentrionale ad attirare surfers e windsurfers a Maui. Le particolari condizioni dell’oceano hanno reso Maui la mecca mondiale per windsurf ed surf. Chi pratica il surf, sceglierà le coste sopravvento a nord ed est, e la celeberrima Hookipa Beach, non lontano da Paia. Nel lato meridionale dell’isola, Maalaea Bay, si trova Maalaea Pipeline che conta i uno tra i migliori break al mondo. Ai windsurfers esperti consigliamo oltre Hookipa anche Sprecklville, vicino a Paia. Ma torniamo ad Hookipa Beach…Questa leggendaria spiaggia è il windsurf-spot più famoso al mondo. La vicinanza del riff e delle onde alla spiaggia, circa 100 metri, permettono un’eccellente visuale da terra. Questa vicinanza ha lati positivi e negativi per surfers e windsurfers.

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Se da una parte, infatti, partendo dalla spiaggia si raggiungono in pochi secondi onde meravigliose, dall’altra, la partenza dalla spiaggia richiede grande abilità tecnica, e, a causa delle forti correnti, una partenza sbagliata può concludersi sulle roccie. Il lato orientale di Hookipa Beach è frequentato dai surfers, mentre quello occidentale, solo in caso di vento, dai windsurfers. Hookipa ospita due volte l’anno le maggiori gare di windsurf: a fine marzo si svolge la PWA Worldcup, e ad inizio novembre l’Aloha Classic. Maui offre moltissimo anche agli appassionati di snorkeling e di immersioni. Partendo da Kihei o Wailea si possono raggiungere molti punti interessanti, come l’isola vulcanica Molokini, o l’area conosciuta come Turtletown (la città delle tartarughe) a

Makena. Da novembre a marzo in tutte le acque intorno a Maui è possibile osservare le balene Humpback, che qui trascorrono la stagione degli amori. Le balene migrano dalle acque del Canada, distanti circa 5.600 km, ogni autunno e passano l’inverno accoppiandosi e facendo nascere i cuccioli nelle calde acque di Maui. In genere le balene vengono avvistate in piccoli gruppi composti da alcuni adulti e uno o più piccoli. Le balene Humpback sono una specie in via d’estinzione, e si stima che nel Nord Pacifico siamo circa 3.000 esemplari. Patrizia Salaris


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L’isola dei balenieri

Il cratere del vulcano Haleakala Fra le cose da vedere a Maui, lo spettacolo offerto dall’enorme cratere dello Haleakala è da togliere il fiato. Il cratere ha una superficie di circa 49 km² ed un diametro di circa 34 km. Lo si raggiunge percorrendo la highway 378 fino all’altitudine di 3.040 m. Una volta arrivati in cima, il panorama sorprende il visitatore con una varietà di colori inaspettati, dovuta ai riflessi rossi, verdi, blu e gialli della lava. Il sentiero lungo il cratere profondo oltre 1.000 metri è facilmente percorribile. Qui è possibile incontrare la rara anatra Nene, e la rarissima pianta Silversword, che fiorisce solo una volta nella sua vita, raggiunge i 3 metri d’altezza e si trova solo sulle pendici del vulcano Haleakala. All’interno del parco vi sono anche capanne in legno dove è possibile pernottare, guide che organizzano gite a cavallo. Il centro visitatori offre anche passeggiate naturalistiche e visite guidate. Uno dei modi migliori per ammirare il cratere è quello di svegliarsi presto, raggiungere la cima e godersi lo spettacolo dell’alba sul Pacifico. Chi ama la bicicletta potrà percorrere i 61 km di strada tutta curve che dalla vetta raggiunge Paia, sulla costa e unirsi magari ai numerosi gruppi con la stessa passione.

Lahaina nella costa sud-occidentale di Maui è un antico porto baleniero e città di piantagioni con circa 9100 abitanti. I primi balenieri arrivarono a Lahina intorno al 1819. Qui si rifornivano di provviste, cercavano riparo dalle tempeste invernali del nord Pacifico, e anche un pò di conforto tra le braccia delle ragazze del posto. Le taverne erano pullulanti di marinai e giovani donne, e gli affari andavano bene per tutti. Pochi anni più tardi arrivarono in città anche i primi missionari dal New England. Inorriditi da tanta immoralità, i missionari incominciarono una lotta contro i balenieri e riuscirono ad influenzare la famiglia reale con i propri principi morali e visione del mondo. Le navi dei balenieri diventarono tabù e nessuna ragazza ci mise più piede. Ci fu una rivolta, contro le rigide norme sulla prostituzione. Ma alla fine i missionari ebbero la meglio. Quando scoppio la febbre dell’oro in California, molti balenieri abbandonarono le navi e partirono alla ricerca di fortuna. In Pennsylvania poi vennero scoperti alcuni giacimenti di petrolio e l’olio di balena perse velocemente importanza. La caccia ai cetacei diminuì drasticamente ed il declino di Lahaina cominciò. Oggi, passeggiando lungo Front Street, si può rivivere l’atmosfera di quel tempo. I vecchi edifici costruiti con assi di legno sono stati ristrutturati e ospitano negozi e ristoranti, mantenendo vivo il fascino del vecchio porto. Da visitare: il Pioneer Inn, con il suo cortile e le camere ricche di foto e soprammobili; il brigantino a vela Carthaginian II, trasformato in museo marittimo o l’enorme banano piantato nel 1873, usato allora come punto di riferimento.

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A tu per tu con the Great White Lo squalo bianco o in lingua inglese “the Great White Shark”, puo' raggiungere e superare i 7 metri e da 11 milioni di anni rappresenta il predatore per eccellenza. Vediamolo da moooolto vicino con il “cage diving”!

E’ il sogno di ogni sub con un briciolo di amore per il brivido. Vedere da vicino, ed in sicurezza, uno degli animali più grandi e più temuti che vivono negli oceani: il grande squalo bianco. Abbiamo contattato i nostri amici del “White Shark Diving Company”, operator con base a Gansbaai, South Africa, per farci spiegare nel dettaglio cosa succede durante un’immersione in gabbia con the Great White! Ecco cosa ci ha raccontato Robbie Kempson, respondabile del diving. “Generalmente la barca lascia il porto di Kleinbaai prima delle nove, e impiega circa 20 minuti per raggiungere il canale tra le isole Geyser e Dyer. Arrivati al punto di immersione viene gettata in mare l’esca, e dal quel momento all’avvistamento del primo squalo bianco bisogna attendere circa un’ora. Poi all’improvviso, la pinna dorsale e la coda emergono silenziosamente dall’acqua: il padro-

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ne degli abissi è arrivato! Lo squalo bianco compie veloci attacchi a sorpresa dal basso e da dietro, sbucando fuori dall’acqua, e facendo la sua terrificante apparizione dal nulla. Dopo aver attaccato l’esca con una forza incredibile, cade all’indietro, usando la forza di gravità ed il poderoso corpo per allontanarsi dalla barca e discendere nelle profondità dell’oceano. Per tutti quei passeggeri che non si immergono, ma assistono all’azione dal ponte più alto della nostra barca, lo spettacolo dello squalo bianco che attacca, circonda e s’immerge sarà davvero mozzafiato. Il ponte superiore è il luogo migliore da cui poter fare video o foto, le acque sono profonde non più di 6 metri e la visibilità è perfetta. Il Grande Squalo Bianco può sentire l’odore del pastone (in genere sardine spezzettate) da distanze considerevoli. In aggiunta a questo, l’equipaggio tira le cime

alle quali è assicurata l’esca fin dentro lo scafo, per far arrivare gli squali ancora più vicini. Questi, essendo animali molto curiosi, spesso arrivano fino alla barca, portando fuori la testa dall’acqua e sono così vicini da poterli toccare. Le file di denti affilati come rasoi sono a pochi centimetri di distanza, ma vista la pericolosità è meglio starne lontani. Una volta arrivati gli squali, la speciale gabbia che galleggia poco al di sotto della superficie, viene calata in mare. A questo punto i divers possono entrare nella gabbia, dove si possono mantenere all’anello interno che si trova ancora fuori dall’acqua. Soltanto al comando del dive master potranno iniziare la discesa, che comunque non sarà mai superiore ad 1 metro. Una volta nella gabbia i divers respirano tramite “hooker system”, cioè l’aria viene fornita dalla superficie tramite dei lunghi erogatori,


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Carcharodon carcharias: Lo squalo bianco

non quindi dalle singole bombole dei divers. Chi lo desidera può fare apnea. Secondo la nostra esperienza questi sono i metodi più adatti, che portano una sicura e tranquilla immersione. Il periodo migliore dell’anno per fare “cage diving” con gli squali bianchi è tra aprile e settembre. In genere si incontrano quattro o cinque squali bianchi al giorno, anche se a volte ne sono stati avvistati fino a diciotto. La nostra percentuale di successo è del 95% per quanto riguarda gli avvistamenti giornalieri durante l’alta stagione. I Grandi Squali Bianchi preferiscono una dieta a base di pesci di grandi dimensioni, e tra maggio ed

ottobre questi abbondano. Gli squali bianchi si nutrono anche di foche. Da ottobre a dicembre, stagione della riproduzione per le 35.000 foche di Geyser Island, c’è una grande abbondanza di cibo data dai cuccioli affogati nelle acque intorno all’isola. Nonostante alcuni squali bianchi possono venire avvistati durante la bassa stagione, l’abbondanza del cibo in quell’area non favorisce l’avvicinamento degli squali alla barca tramite l’esca.” Grazie Robbie, speriamo di poter incontrare presto The Great White insieme a voi!

Lo squalo bianco, Carcharodon carcharias (Linneo, 1758), è il più grande predatore marino. Raggiunge una lunghezza di oltre 6.1 metri ed un peso di 2.268 kg. Fu Carlo Linneo a dargli il nome scientifico dopo averne esaminato un dente. Il nome squalo bianco ha sempre incuriosito le persone e si pensa derivi dalla pancia bianca presente negli esemplari di tutto il mondo. Il colore dello squalo bianco va dal grigio chiaro al grigio scuro. Può variare molto secondo la luce, il colore e la qualità dell’acqua marina. La taglia media dello squalo bianco è di 4.6 m, ma sono stati avvistati esemplari che superavano i 7.62 m. Lo squalo bianco appartiene alla famiglia dei Lamnidi, che comprende anche gli squali mako e squali salmone. I denti superiori sono triangolari, molto affilati e fitti, vengono utilizzati per tagliare grandi pezzi di carne dalla preda. I denti inferiori sono meno fitti e meno affilati, e servono per tenere la preda. Una caratteristica unica dello squalo bianco è quella di mantenere parti del proprio corpo ad una temperatura superiore a quella dell’acqua circostante, che li fa classificare come pesci endotermici, o a sangue caldo, come i mammiferi. Sebbene gli squali bianchi non abbiano un grande valore commerciale, la loro cattura sta diventando uno sport popolare tra chi pratica pesca d’altura. La cattiva reputazione dello squalo bianco gli ha dato lo status di predatore assoluto. Ma ironia della sorte, gli uomini rappresentano una minaccia ben più seria per lo squalo bianco, e tutti gli squali in genere, di quanto essi lo siano per noi. Infatti la maggior parte degli attacchi di squali all’uomo non sono fatali. Questi invece sono spesso uccisi da noi per sport e per le loro pinne. Per l’importanza degli squali bianchi come predatori nell’ecosistema marino, è stato riconosciuto loro lo status di animale protetto in California nel 1994 e poco dopo in Sudafrica e Australia.

Patrizia Salaris

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Flyng Doctor Angeli d’Africa Un team di medici che mettono la loro esperienza al servizio del popolo africano, raggiungendo i posti piu' impervi e le zone piu' isolate a bordo di piccoli aerei chesna. Affrontando innumerevoli difficolta', i Flyng Doctors portano il loro aiuto a chi e' piu' bisognoso, animati solo dal desiderio di sostenere e dare una speranza di vita dove non c’e'. In Africa Orientale il 90% dei medici, circa uno ogni 10 mila abitanti, è concentrato nei grandi centri urbani, dove opera il sistema sanitario statale. Il 70% della popolazione vive però nelle aree rurali, territori vastissimi semidesertici, dove gli ospedali sono rari, privi di farmaci e con personale scarso, inesperto e non aggiornato. Nel 1957 un chirurgo inglese, Michael Wood, impressionato dalle drammatiche condizioni sanitarie di queste zone, decise di impegnarsi a portare soccorso agli abitanti dei villaggi, con un piccolo aereo.

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Nacque così AMREF con il servizio dei Flying Doctors per portare assistenza medica nelle aree remote. Oggi i dottori volanti operano, assistono e formano personale medico in Kenya, Tanzania, Uganda, Somalia, Etiopia, Sudan e Ruanda. Paesi soggetti a frequenti epidemie, vittime di conflitti e poveri: fattori che contribuiscono alla mancanza d’igiene e alla malnutrizione, e che rendono le popolazioni particolarmente vulnerabili al diffondersi di pericolose infezioni (AIDS, colera, tubercolosi, dissenteria ed altro ancora).


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Medici con le ali I Flying Doctors assistono circa 80 ospedali rurali. Visitano, curano e operano centinaia di persone, portano farmaci ed attrezzature e promuovono la formazione e l’aggiornamento del personale sanitario locale, con l’obiettivo di rendere queste strutture il più possibile autosufficienti. “Visitiamo ogni ospedale in media dalle due alle quattro volte l’anno- spiega il dottor Musomi, responsabile del progetto. In questo modo portiamo assistenza specialistica e chirurgica a persone che non avrebbero mai i mezzi per raggiungere un centro urbano. Siamo inoltre impegnati nella formazione delle popolazioni locali: le comunità devono collaborare per la prevenzione delle malattie più diffuse e aiutarci nell’organizzazione del nostro lavoro”. Nel 2007 una straordinaria impresa sportiva raccoglierà fondi per i Flying Doctors. Protagonista sarà Francesco Gambella, recordman di kayak, che da giugno ad agosto realizzerà la circumnavigazione dell’Italia in kayak in circa ottanta giori.

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Dall’Africa: notizie, fatti, voci dal continente africano. In volo con un Flying Doctor E' sabato, la radio nazionale del Kenya annuncia l’arrivo dei Flying Doctors all’ospedale di Moyale, a 700 km da Nairobi, al confine con l’Etiopia. C’'e' chi chiede in prestito la bicicletta ad un amico, chi ripristina un vecchio carretto di legno, qualcuno conta i propri risparmi per arrivare a pagare il biglietto di un matatu (piccolo autobus locale), altri si incamminano sotto il sole: sono tutti trafelati, tutti diretti a Moyale. Lunedì, all’alba, un chesna decolla dal Wilson Airport di Nairobi: i Flying Doctors sono pronti per una nuova missione. Si tratterranno a Moyale fino a venerdì. Gestito solo da infermieri, l’ospedale di Moyale ha 209 posti e i pazienti, che sono più del doppio, dividono il letto con un’altra persona. Fuori, all’aperto, sono sistemati i parenti dei malati, incaricati di assistere i propri familiari durante la degenza. Il team dei Flying Doctors è guidato dal dottor Musomi, un internista specializzato in gastroenterologia:“Portare gli specialisti oltre i confini delle aree urbane, dare assistenza medica a comunità rurali così povere da vivere come un sogno impossibile il semplice

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accesso ad un ospedale: questo è il valore dello Specialist Outreach Service, di cui io cerco di elaborare i piani strategici. Piani complessi, perché il programma coinvolge molti specialisti ed oltre 80 ospedali rurali. Visitiamo ogni ospedale dalle due alle quattro volte l’anno, e ci fermiamo per tre o quattro giorni. La popolazione che risiede vicino all’ospedale viene avvisata del nostro arrivo con due settimane d’anticipo: così i pazienti possono organizzarsi ed incamminarsi dai loro villaggi. Il nostro impegno, però, non si esaurisce nell’intervento diretto in ogni singolo ospedale. Negli ultimi anni abbiamo scelto di insistere sulla formazione del personale sanitario

locale. Nello stesso tempo ci impegniamo nell’educazione sanitaria delle popolazioni locali: un sistema sanitario, in Africa, funziona quando è profondamente radicato nelle comunità, che possono e devono collaborare per la prevenzione delle malattie più diffuse e nell’organizzazione del nostro lavoro”. I nostri “partner” sono in larga maggioranza le donne. A loro voglio dedicare queste mie parole. Le donne sono infatti la categoria più debole e più bisognosa di cure, ma sono anche e soprattutto le nostre più strette collaboratrici, perché più sensibili all’importanza dell’educazione sanitaria”. Benedetta Spinola



Le prestazioni del Food-Design Il Grinder K-Ma si inserisce nel panorama dell’art cooking un design particolare che va oltre il semplice macina sale casalingo che tutti conosciamo, grazie ad una meccanica innovativa e ad una linea moderna e originale.

Grinder K-ma Il Grinder K-Ma si inserisce nel panorama dell’art cooking con un design particolare che va oltre il semplice macina sale casalingo che tutti conosciamo. Un contenitore “diverso”, fuori dalle convenzioni; uno strumento che conferisce al sale una nuova importanza, riqualificandolo all’interno della nostra tradizione alimentare, grazie ad una meccanica innovativa e ad una linea

moderna e originale.

------------------------------------------------Struttura camma in acciaio temperato Meccanica tritatutto in alluminio e acciaio Vaschetta contenitiva in policarbonato Caratteristiche Ergonomico Curioso Non convenzionale Presentato da Unilever UFS Italia Fiera internazionale del Food Rimini 2006

info@minimalismobarocco.com

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Chi e'... Nome: Laconi Carlo Salvatore III Nato a: Cagliari il 5 maggio 1978 Mestiere: Artista. Tendenze: Minimalismo Barocco. Futuro: Radioso, se la giustizia esiste e la fortuna assiste.

La Sfida

Art in Cooking

La Finalità

Rispettare e riqualificare il Sale quale spezia per antonomasia. Sempre utilizzata e troppo spesso sottovalutata, la si intende far rientrare nel processo di culturalizzazione come già è avvenuto per l’Olio e i Vini. Riqualificare tramite l’atto ludico, contenuto da un vestito non convenzionale che riporta alla mente più che un prodotto di condimento classico, il suo valore performante, basilare, indispensabile, quale il sale rappresenta nella nostra alimentazione tramite il paragone logico della meccanica automobilistica.

É un modo diverso di comunicare che UFS ITALIA ha scelto. Non l’unico, solo il meno ovvio. Per pensare fuori dalle convenzioni. Per perseguire l’eccellenza. Per confermare la sostanza anche attraverso la forma. Il Tutto è la fonte di ispirazione per l’Opera K-Ma! Poiché diverrà la nuova confezione a contenere una grande idea per comunicarne la qualità. Il Mondo di Riferimento: Ovvero il Sale, quale simbolo del cibo, del piacere condiviso, dell’arguzia e del gusto ludico-intellettuale.

Concepire tramite il design, in questo caso il food-design, il valore aggiunto per l’investimento culturale che deve esistere nella buona alimentazione; suggerire il concetto inedito o non convenzionale dello Chef non solo creativo, buongustaio ma anche quello futuribile dello Chef-Atlete, salutista come gli atleti, divertito e performante come quei motori sportivi a cui si guarda per piacere di stile. Food e prestazioni... creatività e ricerca... arte e salute... magari il tutto è il MADE IN ART!

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Sapori in alta quota 2006 Le pareti di una cucina sono troppo strette per uno chef che ama le sfide e l’alta quota. Capita cosi' che la passione per la montagna e la cucina si fondano per dare vita ad un’esperienza fuori dall’ordinario. Andrea Sarni, ha scelto il Tibet per mettere alla prova le sue doti culinarie lungo una scalata di 8.201 mt. Un’avventura sul tetto del mondo per confrontarsi con se stessi, oltre i propri limiti.

La Sfida Lo chef ed appassionato scalatore Andrea Sarni titolare dell’hotel ristorante “Principe” di Arzignano (VI) tenterà di realizzare un suo grande sogno e cioè unire le passioni della sua vita: quella per l’alta cucina con quella per l’alta quota. Dalla combinazione di questi due ingredienti nasce “Sapori in alta quota” spedizione alpinistico gastronomica al Cho Oyu (8.201 mt.). Il progetto prevede la salita della montagna che è il

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settimo ottomila della terra con abbinando la preparazione di piatti di alta cucina che Andrea Sarni preparerà nella sua piccola, ma altamente tecnologica, cucina allestita al campo base avanzato a quota 5.900 mt. La spedizione “Sapori in alta quota” sarà costantemente seguita in collegamento quotidiano attraverso una web cam che porterà in Italia le immagini di quanto sta accadendo, con particolare attenzione per la giornata in cui Andrea Sarni tenterà di preparare piatti di alta cucina alla presenza di ospiti di primo piano tra cui Manuela Di Centa, risolvendo le difficili problema-

tiche che comporta predisporre un menù completo di elevato livello in condizioni altimetriche e climatiche di estrema difficoltà. Preparazione, presentazione e degustazione di piatti in un contesto così inusuale e difficile saranno la vera sfida di Andrea Sarni, mentre la scalata della montagna sarà un lavoro di gruppo. Non è escluso che lo chef non si riservi un exploit in vetta con la preparazione di un singolo specialissimo piatto a 8.201 mt. La straordinaria avventura dello chef Andrea Sarni diventerà, alla fine della spedizione un libro in cui verrà documentata una straordinaria, innovativa e originale sfida.


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Il Team La Spedizione La spedizione avrà inizio verso la fine di agosto 2006 mentre il rientro è previsto alla metà di ottobre. Una decina di giorni di viaggio, lungo gli interminabili altipiani tibetani e la visita alle principali città, consentiranno di arrivare al campo base cinese (5.000 mt.) dal quale la spedizione proseguirà a piedi per il campo base avanzato (5.900 mt). Due–tre settimane saranno necessarie al gruppo per acclimatarsi in quota e per allestire i campi alti (rispettivamente a 6.200 mt. – 7.100 mt. – 7.600 mt.). Durante questo periodo Andrea Sarni sarà all’opera nella sua cucina per preparare piatti unici ed irripetibili in un scenario ambientale straordinario. Un piatto particolare verrà tentato ai campi alti compatibilmente con le problematiche ambientali e climatiche che una spedizione in ambiente himalayano impone.

Per una buona riuscita di questa impresa dal punto di vista tecnico Andrea Sarni ha scelto di avvalersi un team di professionisti della montagna: Fabio Meraldi: capo spedizione, nota guida alpina e più volte campione di skyrunning e di sci alpinismo, con la sua esperienza guiderà Andrea Sarni fino alla vetta. Diego Giovannini: operatore video, alpinista e operatore d’alta quota che vanta una grande esperienza himalayana, documenterà con le immagini la maestria di Sarni ai fornelli come in quota. Annalisa Fioretti: medico e alpinista con esperienza in quota, sarà la garanzia sotto l’aspetto salute del team. La progettazione, la comunicazione, il piano marketing e sponsoring sono stati affidati ad Aglaia S.r.l. eventi & comunicazione, società con all’attivo una significativa esperienza nel campo nell’eventistica e della comunicazione nel settore della montagna.

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Un’estate da film Il cinema non va in vacanza e anche in estate le sale italiane si animeranno con gli ultimi film in uscita. Una vasta scelta, tra azione, horror e fantascienza. Dai motori ruggenti di Fast and Furious, alle macchine animate di Cars, dai poliziotti di Miami Vice al thriller horror del Collezionista d’occhi, fino al drammatico Gloryroad e all’attesissimo ritorno di Superman. Un copione di emozioni per vivere un’estate da film.

The Fast and the Furious: Tokyo Drift Il carismatico Toretto, fuorilegge duro ma di buon cuore e re indiscusso delle corse clandestine, dopo aver aiutato l’inesperto agente O’Connor nelle sue indagini e’ stato lasciato libero da quest’ultimo in segno di riconoscenza, adesso l’uomo si e’ rifugiato in Messico ma ben presto si vede costretto a volare a Tokyo, nuova capitale delle corse illegali, in soccorso di un vecchio amico nei guai con la mafia giapponese. Nazione: U.S.A. Genere: Azione Regia: Justin Lin Sito ufficiale: www.thefastandthefurious.com Sito italiano: www.fastandfurious3.it Cast: Lucas Black, Nikki Griffin, Bow Wow, Brian Tee, Nathalie Kelley, Zachery Ty Bryan, Daniel Booko Produzione: Original Film, Universal Pictures

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Cars "motori ruggenti" Saetta McQueen è una macchina da corsa alle prime armi ma con un futuro promettente, si ritrova improvvisamente deviata nella sonnolenta città di Radiator Springs sulla Route 66. Mentre sta attraversando il paese per raggiungere il grande campionato Piston Cup in California, fa la conoscenza dei personaggi un po’ “alternativi” della città, che lo aiutano a comprendere che ci sono cose più importanti nella vita dei trofei, del successo e degli sponsor.

Glory road

Nazione: U.S.A. Genere: Animazione Durata: 96’ Regia: John Lasseter Sito ufficiale: www.disney.go.com/cars Cast: Bob Costas, Katherine Helmond, Bonnie Hunt, Ray Magliozzi, Tom Magliozzi Produzione: Walt Disney Pictures, Pixar Animation Studios Uscita: Agosto 2006 (cinema)

Genere: Drammatico Regia: James Gartner Sito ufficiale:www.disney.go.com/gloryroad Cast: Josh Lucas, James Aaron, Mark Adam, Tatyana Ali, Gary Anderson, Michael Arata, Doug Barden, Brandi-Alisa Bates Produzione: Jerry Bruckheimer Films, Walt Disney Pictures Distribuzione: Buena Vista Uscita: Agosto 2006 (cinema)

1966. Per la prima volta nella storia del basket universitario americano, la squadra dei Texas Western allenata dal coach Don Haskins, schiera una squadra composta esclusivamente da giocatori di colore la grande voglia di vincere superò le sfide più dure e difficili in un momento della storia americana di grande tumulto culturale e filosofico.


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Miami Vice Il Collezionista di occhi Frank Williams è un poliziotto. Un giorno, mentre è di pattuglia con un collega, rispondendo a un SOS. Prima che i due poliziotti si rendano conto di essere in pericolo, si trovano davanti un essere enorme armato di ascia. Il compagno di Frank viene ucciso e lui perde un braccio ma riesce a sparare contro il mostro e a ferirlo. Quattro anni dopo Frank avrà nuovamente a che fare con il mostro del passato, nascosto nell’ombra, pronto a fare i conti con lui. Titolo originale: See no evil Genere: Horror Regia: Gregory Dark Sito ufficiale: www.seenoevilthemovie.com Cast: Glen Jacobs, Jason Chong, Craig Horner, Trent Huen, Tiffany Lamb, Tim McDonald, Penny McNamee, Samantha Noble Produzione: Lions Gate Films, WWE Films Distribuzione: Mediafilm Uscita: Luglio 2006 (cinema)

L’FBI richiede l’aiuto delle autorità di Miami per smascherare gli autori di un rilevante traffico di droga. Le indagini sotto copertura vengono affidate ai detectives Ricardo ‘Rico’ Tubbs e James ‘Sonny’ Crockett. I due si mettono subito in azione spacciandosi come Sonny Burnett e Rico Cooper piloti di offshores e contrabbandieri, partecipando alle manovre dei narcotrafficanti capeggiati da Arcángel de Jesús Montoya insieme ad Isabella, affascinante amministratrice di origine cubano/cinese. Man mano che vanno avanti con le indagini, i due poliziotti mettono a rischio la loro copertura soprattutto quando Sonny inizia una relazione con Isabella e la famiglia di Rico viene messa in pericolo... Cast: Jeannie Belgrave, Ciarán Hinds, John Ortiz, Luis Tosar, Tom Towles, John Tomlinson, Justin Theroux, Elizabeth Rodriguez, Edward Marsan Regia: Michael Mann Sceneggiatura: Michael Mann Uscita: Settembre 2006 Genere: Azione, Thriller

Superman Returns Dopo una misteriosa assenza di diversi anni,perchè andato alla ricerca di altri superstiti del pianeta Krypton, Superman torna sulla Terra ma ha un’amara sorpresa: la sua amata Lois Lane si è rifatta una vita senza di lui e gli abitanti di Metropolis non hanno più bisogno del loro supereroe. A riportare l’Uomo d’acciaio in azione interviene la scarcerazione di Lex Luthor, suo acerrimo nemico alla ricerca di un sistema per distruggere per sempre l’ostacolo Superman e la terra . Anno: 2006 Genere: Azione, Fantascienza Regia: Bryan Singer Cast: Kevin Spacey, Brandon Routh, Kate Bosworth, James Marsden, Frank Langella, Sam Huntington, Eva Marie Saint Produzione: Gilbert Adler, Jon Peters, Bryan Singer Distribuzione: Warner Bros Uscita: Settembre 2006 (cinema)

Cinema d'estate Sembrerebbe che l’estate sia una stagione morta per il cinema: le città si spopolano e i film in uscita sono quasi sempre di quarto ordine e di bassa produzione. Negli ultimi anni però abbiamo assistito ad un’inversione di tendenza e film di grande successo e pubblico vengono trasmessi nelle sale proprio in Estate. A volte sono anteprime che, anticipando l’uscita invernale, testano l’indice di gradimento e gli incassi della prossima stagione. Il cinema estivo sopravvive anche grazie alle sale all’aperto, frequenti soprattutto nelle località di villeggiatura, in cui film della passata stagione vengono riproposti per i ritardatari che hanno perso la prima uscita e per chi desidera gustarsi una replica ad un prezzo scontato. Per gli amanti del cinema d’autore, lontano dal chiasso hollywoodiano, si organizzano rassegne cinematografiche seguite da dibattiti e riflessioni. Incontri “d’elite” incorniciati dalle luci di una sera estiva.

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Games

entertainment Dopo una giornata di mare, quando il caldo ti toglie le forze, ritrova la tua energia con i giochi. Puoi volare sul circuito della Nuova F1 2006, combattere a fianco degli X-Man, vivere le avventure del Signore degli Anelli. Vivi le tue emozioni a bordo della tua console.

All’origne fu Atari Pong Nel 1972 viene presentato il Magnavox Odyssey 2001 e l’Atari Pong che sono le prime vere proprie console da casa. Erano veramente primitive, ma la loro giocabilità era di livelli grandiosi. Pong consisteva principalmente in due linee rette che giocavano a tennis con una pallina cercando di far passare la pallina dietro l’altra linea. Il vero successo del videogame però partirà dal 1977 anno in cui viene lanciata la console Atari VCS CX2600 che segnerà i primi record di vendite con 30 milioni di pezzi venduti. Verrà poi seguito dai vari rifacimenti del 2600 cioè Atari 2600 e 2600Jr in Giappone nominato Atari 2800 e in Australia Bit Corporation Amigo. L’Atari venne imitato sia da Mattel nel 1980 con l’Intellivision che dalla Colecovision nel 1982 con un processore da 16 bit addirittura ma con una frequenza tale da non poter sfruttare tale potenzialità. I giochi in compenso erano giocabilissimi nonostante i pochi sprite pixel e colori a tutt’ora ancora più divertenti delle nuove console. Con risoluzioni “ridicole” ci si doveva ogni tanto arrangiare con la fantasia nel trovare una linea con quattro pallini ai suoi lati estremi come una macchina (Bump’n Crash).

Super Pong inizia come il classico gioco Pong, ma poi tutto cambia.. E’ possibile impostare la grandezza ed il numero di palline, la larghezza del respingente, turbolenze ed altro ancora.

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Super PONG! L’invenzione di questo grande classico si deve ad uno studente dell’università dello Utah di nome Nolan Bushnell. Egli era deluso dai precedenti esperimenti in campo di videogame, ma restava fortemente convinto che quel tipo di esperienza elettronica fosse relamente spendibile sul mercato. Egli, dunque, raccolse forze e fondi e fondò l’Atari nel 1972. Il gioco che ne venne fuori fu chiamato “Pong”, sia per il suono che faceva la pallina quando sbatteva su un ostacolo.

Odyssey 2100 ormai è introvabile...un pezzo da collezione che si trova solo su internet. I classici comandi ai lati si ritrovano anche nei modelli precedenti successivi ma la banda colorata gli dà un aspetto più moderno e futuristico rispetto alle versioni passate. Un oggetto del desiderio di tutti gli appassionati dell'antiquariato videoludico... imperdibile!

Atari VCS 2600 1977 una delle console che tanti di noi sicuramente conoscono. Un pezzo ormai raro come prezioso tra i ricordi della nostra infanzia, (sei leve per selezione livelli e rifinito in radica) completo di scatola e istruzioni in ottime condizioni vale circa 80-100€ mentre senza scatola e istruzioni lo trovate tranquillamente dai 30-45€.

Atari VCS 2600 Black Un pezzo che appartiene alla preistoria dei videogiochi. Un design ormai sorpassato anche anche per i modelli contemporanei che mostravano comandi differenti. Più che una consolle sembra una radio del periodo. Fortunato chi ancora possiede il pezzo in ricordo dei vecchi tempi....

Mattel Intelvision Intellivision, acronimo per Intelligent Television era la risposta Mattel all’Atari 2600. E’ stato venduto in più di 3 milioni di unità. Nel suo primo anno di vita, furono venduti 175.000 esemplari di Intellvision e la sua collezione di videogiochi ammontava a 19 titoli. Oggi è possibile emulare sul proprio PC Windows ( testato da Win 98 fino a XP SP2) il Mattel Intellivision e tutti i suoi programmi tramite gli emulatori presenti nei siti dedicati ai collezionisti.


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DeffJam "Fight for NY"

World Tour Soccer 2

ombatti per diventare il più forte esponente della comunità HIP-HOP! Porta la violenza e il dominio delle più degradate realtà metropolitane sempre con te! Questo perché DefJam per PSP, è l’unica versione portatile del gioco che permette di divertirsi con più di cinque stili di lotta, con quaranta artisti e celebrità di fama mondiale con l’unico obiettivo di diventare il più forte di New York.

Dopo it successo ottenuto col primo episodio di World Tour Soccer su PSP, Sony Computer Entertainment Europe a lieta di annunciare l’uscita di World Tour Soccer 2, un titolo calcistico unico nel suo genere per una console unica nel suo genere. Un calcio dove la regola numero uno non è vincere, ma giocare con stile e dare spettacolo. Sviluppato in esclusiva per PSP, WTS2 racchiude un’ampia gamma di modalita di gioco basate su punteggi di stampo videoludico.

Sviluppatore: EA Canada Data di uscita: luglio 06 Piattaforma: PSP Categoria: Azione

Piattaforma: PSP Genere: Sportivo Software house: Sony Sviluppatore: Interno Distributore: Sony

Electronplankton

Big Brain Academy

Più che è un vero e proprio gioco, Electroplankton grazie alla genialità dell’artista giapponese Toshio Iwai permette di trasformare il tuo Nintendo DS in un centro per plankton ultraterreni, ognuno dei quali può essere usato per riprodurre tutta una serie di collage audiovisivi. Riproduci musica, assisti a show di luci e gioca con i tuoi suoni e parole, distorcendoli e stratificandoli per sentire l’effetto prodotto. Scegli la modalità Performance per usare strumenti unici per produrre una melodia creata da te oppure la modalità Audience per farti allietare da suoni inusuali. Gli altri giochi ti spingono a ragionare, Electroplankton è un’esperienza puramente sensoriale.

Stupisci gli amici con la tua agilità mentale usando una serie di pazzi e divertenti giochi di logica che mirano a testare la velocità di reazione della mente. Oltre ai numerosissimi giochi che puoi fare da solo, Big Brain Academy è il modo perfetto di sfidare i tuoi amici divertendosi da pazzi. La velocità è fondamentale, poiché ogni prova richiede di rispondere alle domande di una particolare categoria in soli 60 secondi! Il gioco mette alla prova la velocità di pensiero e di reazione con una serie di pazzi test da 60 secondi. Big Brain Academy è divertentissimo nella modalità multiplayer, dove puoi stupire gli amici con la tua agilità mentale!

Piattaforma: Nintendo DS Genere: Puzzle Game Sviluppatore: Nintendo Publisher: Nintendo Uscita: 2005

Piattaforma: Nintendo DS Sviluppatore: Nintendo Distributore: Leader Publisher: Nintendo Uscita: luglio 2006

X-Men "conflitto finale" Formula 1 2006 AND1 Streetball Mentre stai palleggiando sul campo, sai che non potrai mai fare un fantastico 360 con 30 flip in aria chiudendo con un’incredibile schiacciata partendo dal centro. Quando invece parli di giocare a Streetball, tutto questo può essere realtà. Farai balzare in piedi il pubblico con esaltanti passaggi al volo verso i tuoi compagni. Andrai prepotentemente a canestro sbaragliando tutti gli avversari. Divertiti a pulire il tabellone mentre blocchi ogni tiro avversario con una difesa impenetrabile. Ma è solo mostrando le tue migliori mosse e il tuo stile personalizzato nei più famosi campi del mondo, che potrai vedere il tuo nome tra stelle del calibro di Skip-To-MyLou, AO, Hot Sauce, The Professor e altre leggende del basket di strada. AND 1 Streetball…puro basket di strada. Publisher: Ubisoft Sviluppatore: BlackOps Data d’uscita: Q1 2006 Categoria: Sport street basket

Il Signore degli Anelli "La terra di mezzo" Basato sulla versione PC, questo fantastico titolo porterà il giocatore nel cuore della Terra di Mezzo e renderà disponibili non solo tutte le battaglie presenti nei tre capolavori cinematografici, ma anche quelle descritte soltanto nei libri. Questo titolo prevede un sistema di controllo inedito, ideato per adattarsi in modo perfetto alle funzionalità di Xbox360, permettendo ai casual gamers di godersi il gioco senza sforzi eccessivi e ai giocatori esperti di disporre di una flessibilità sufficiente per gestire le più complicate strategie relative al controllo di centinaia di unità in contemporanea. Sviluppatore: Electronic Arts Uscita: luglio 2006 Piattaforma: Xbox 360 Categoria: Strategico in tempo reale Lingua: Gioco completamente in italiano.

Formula 1 06 e l’unico gioco ufficiale del Campionato del Mondo di Formula 1 FIA. Dotato di nuove caratteristiche e di ogni pilota, auto, circuito, regola ufficiale e team dell’edizione 2006 (comprese le new-entry Scuderia Toro Rosso), F1066 runic° modo per interagire davvero con lo sport a quattro ruote per eccellenza! Fra le caratteristiche aggiuntive rispetto all’edizione dello scorso anno meritano anche menzione l’inclusione di diverse auto storiche (che, una volta sbloccate, possono essere guidate a piacimento), una modalita Carriera completa, da vivere nei panni dell’ingegnere capo della propria scuderia, nonche la possibilità di settare e modificare la propria monoposto senza dover passare per complicati menu, grazie all’innovativa opzione Race Car Evolution. Sviluppatore: Traveller’s Tales Produttore: Sony Piattaforma: PlayStation 2 Uscita: Giugno 2006

Scritto da Zak Penn, co-autore della sceneggiatura di X-Men: Conflitto Finale, e da Chris Claremont, leggendario autore di fumetti, X-Men: Il Gioco Ufficiale immerge i giocatori in una storia originale che funge da prologo per X-Men: Conflitto Finale, l’atteso film della Twentieth Century Fox e Marvel Studios che uscirà nelle sale italiane il 26 Maggio prossimo. Per la prima volta, X - Men: Il Gioco Ufficiale consente ai giocatori di dominare e comandare realmente i poteri di popolari personaggi dell’universo cinematografico degli X - Men consentendo ai giocatori di assumere i ruoli di Wolverine, Nightcrawler e Iceman, gestendo, utilizzando e potenziando i loro caratteristici ed unici poteri in ambientazioni esclusive create per valorizzare al massimo le abilità dei Super Eroi. Publisher: Activision, Inc. Sviluppatore: Z-Axis (PlayStation® 2) Uscita: Maggio 2006 Piattaforme: PlayStation®2/ Windows® PC/ Xbox360™/Xbox® / Nintendo® DS™/ Nintendo® GameCube®/ Game Boy® Advance

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Per tutti i gusti... Vi segnaliamo 4 artisti da noi ritenuti interessanti e che sicuramente sentiremo parlare di loro.

BeBe Pafuera Telarañas (prodotto da Carlos Jean) è l’album di debutto di Bebe, cantante alternativa/pop/folk/rock spagnola, assoluta rivelazione dell’anno. Bebe è una stella con una voce unica; le sue canzoni sono poetiche, sentimentali e affrontano tematiche molto forti, come la violenza sulle donne. Nata a Valencia e cresciuta musicalmente in Extremadura prima come cantante dei Vanagloria, poi come cantautrice, Bebe ha venduto più di 500.000 copie tra Spagna e America Latina con 5 singoli consecutivi nella classifiche radio. Ha ottenuto 9 nomination ai Premios De La Musica in Spagna, vincendo nelle categorie Best Pop Album, Video, Best New Artist e nel dicembre 2005 ha ottenuto ai Latin Grammy Awards di Los Angeles ben 5 nomination come Record of the Year, Album of the Year, Song of the Year con il singolo Malo, Best New Artist e Best Female Pop Vocal. Dalla stampa internazionale Pafuera Telarañas è stato considerato il miglior album “latin”, grazie alle sonorità calde e alle enormi qualità vocali di Bebe. Ben scritto, ritmico, radiofonico ma impegnato, frizzante e vivace. Basta solo sentire il singolo Malo, una hit in Spagna, Francia, Messico, Argentina, Brasile e in tutto il Centro/Sud America, e seguirne il testo di agguerrita denuncia.

The Kooks La prima cosa che bisogna imparare su i Kooks, come dice il nome stesso, è che a loro piace rischiare. Come spiega il cantante diciannovenne Luke Pritchard: “Quando c’è così tanta musica da esplorare, perché limitarsi?” La prima prova per i Kooks si presenta all’incredibile esordio del singolo “Eddie’s gun”. Le loro canzoni sono piene di incidenti sugli autobus, disavventure in camere da letto. Nel giro di un’ora i Kooks (Luke: voce e chitarra; Hugh Harris; chitarra di piombo, Max rafferty: basso, Paul Garred: batteria) hanno delirato su ogni cosa, dai Police agli Everly Brothers ai Funkadelic, ai pezzi della musica medievale. Per tornare alla prima canzone che hanno suonato insieme “The Strokes “Reptilia”.

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Xtreme attualità

In un mondo marcio, la musica può salvarti. Gianmarco Marcello nasce a Milano in un freddo dicembre del 1986. Nasce in una città non facile, da una famiglia non facile. Allora ci pensa la strada ad accoglierlo, e lui cresce lì, assieme agli altri fra’ e tra mille visite agli assistenti sociali (i fra’ sono i fratelli, sono gli amici che, “marci” come lui, condividevano con lui la strada). E poi, c’era la droga. Da fumare e da vendere. In una città così, da lui ribattezzata “la città del fumo”, una città senza speranza, dove distinguersi è impossibile, dove annullarsi è fin troppo facile, solo la musica poteva salvarlo. E per fortuna c’era il rap. “Mondo” ha iniziato a appassionarsi al rap quando aveva 13 anni: prima ascoltando pezzi su pezzi e consumando dischi di Tupac, Eminem, JayZ, e poi provando a rifare quello che aveva sentito, e poi traducendolo con parole sue, con la sua sensibilità. E più tutto il resto diventava nero, più la musica era un bellissimo mondo dove rifugiarsi e dove creare ed esprimersi. La musica era diventata la sua droga benefica. Mondo lascia la strada e si infila in studio a registrare: è ora che quella rabbia, quel dolore e quella voglia di riscatto diventino rime e musica. Mondo inizia a far girare i suoi primi demo, che lo portano a firmare con un’ etichetta indipendente per la quale pubblica il suo primo disco “MONDO MARCIO”, e un mixtape “FUORI DI QUA”.

Amir Uomo di prestigio Amir Issaa, nato nel 1978 a Roma e cresciuto a Torpignattara, figlio di un immigrato egiziano, si avvicina alla cultura hip hop nel 1992, prima come breaker, poi come writer. Il rap fa da colonna sonora nel suo percorso di crescita artistica, e proprio grazie a questa musica trova un mezzo per raccontare al mondo le sue difficili esperienze. Dopo diverse autoproduzioni nella scena underground, finalmente nel 2005 grazie all’amicizia e al supporto del suo produttore artistico italo-canadese E-money, inizia a lavorare al suo primo album da solista. Il progetto si concretizza all’inizio del 2006, quando Amir firma un contratto discografico con Virgin-EMI, che ne annuncia il debutto con l’album “Uomo di Prestigio”, il 30 giugno 2006. Le 18 tracce dell’album si alternano tra storie di vita, street bangers e atmosfere più party; non manca la contaminazione di sonorità etniche, come emerge dal primo singolo “Shimi” o da altri brani come “Straniero nella mia nazione” o “Notti arabe” (feat. Tormento), dando vita ad un sound unico ed inimitabile. I testi sono sempre personali e pungenti, carichi di emozioni che solo un ragazzo che ha vissuto veramente quelle esperienze, può mettere in rima e raccontare. Oggi Amir è pronto per parlare al grande pubblico, per fargli conoscere la sua realtà e quella di tanti ragazzi come lui che, nati in questo paese da genitori immigrati, sulla carta sono Italiani ma si sentono “Stranieri nella loro nazione”.

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Sport e libri Letture ad hoc per i veri sportivi che vogliono andare oltre l’attivita' fisica e conoscere i meccanismi psicologici, culturali ed economici che stanno dietro la disciplina. Un mix tra sport, psicologia, e un pizzico di thriller per una lettura rilassata... ma non troppo.

Lucy D. - Dracula

Manuale del Turismo sportivo

Next Games

Progettare l'allenamento sportivo

Lucy è una biologa dalla doppia vita: di notte si diletta infatti a recidere il collo delle vittime per nutrirsi del loro sangue. La ragione di tale ossessione è spiegata in flashback allusivi che ci riportano all’infanzia della protagonista. Lucy, i suoi incontri e il suo punto di vista, sono al centro del romanzo. Gli altri personaggi: Thomas, il migliore amico, Alice, l’ispettore che indaga sugli omicidi, e soprattutto Arthur, amante e confidente. Sullo sfondo una Cagliari crepuscolare, musiche dark e numerose citazioni tratte dal Dracula di Stoker e dalle trasposizioni cinematografiche ispirate alla saga del vampiro.

L’importanza del tempo libero nella società contemporanea e i suoi effetti economici, culturali, sociali sono elementi imprescindibili del vivere quotidiano. La storia ha sempre sottolineato la valenza e il senso sia del viaggio, inteso come spostamento, occasione di conoscenza, sia il senso dello sport concepito come opportunità di scambi culturali ma anche di pace e di fratellanza, riconoscendo ad entrambi l’alto valore culturale ed educativo. Con il ‘900 e l’affermarsi della società di massa, il viaggio e lo sport passano da una dimensione elitaria ad una di massa coinvolgendo di fatto la dimensione socio-politica. In questo senso, una cultura dello sport ed una cultura del turismo sono divenuti due degli elementi essenziali di un approccio formativo e professionale dinamico e rispondente alle più recenti esigenze che provengono dagli spazi del tempo libero.

Lo sport è un settore che, da diversi anni, in continua trasformazione (delle pratiche, dei codici di funzionamento, dei modelli di fruizione, dei canali di diffusione, dei principi gestionali), ingiustamente trascurato da chi, per altri versi, si occupa di “innovazione” e di “creatività”. La Scuola Superiore del Loisir e degli Eventi di Comunicazione è un istituto di ricerca e consulenza, che dal 2001, esplora l’area dei consumi vocazionali e dei “nuovi turismi” originati nella sfera del loisir ed i modi attraverso cui questi consumi interfacciano il sistema delle imprese ed i sistemi turistici locali. Nel corso della propria attività la Scuola ha indagato a fondo i settori dello sport, del fitness, del benessere, del ballo e quell’insieme articolato di consumi che attiene all’area della “memoria” e a quella della “natura”.

Il libro “Progettare l’allenamento Sportivo”, rappresenta un mezzo di studio didattico per Allenatori, Istruttori, Preparatori fisici, studenti in Scienze Motorie e operatori specifici del settore che vogliano approfondire ed ampliare le proprie conoscenze sulla progammazione dell’allenamento. Uno strumento facilmente applicabile nelle sue linee generali alle varie discipline sportive. Gli autori hanno identificato tale modo di operare con la sigla “Advanced Periodization Method” o APM, descrivendo una metodologia di progettazione dell’allenamento basata sulla costruzione di una griglia di pianificazione degli eventi. Il testo evidenzia come, partendo dalla progettazione del ciclo annuale di training, sia possibile organizzare in modo preciso gli allenamenti, le gare e i test al fine di una migliore gestione, controllo e verifica della performance dell’atleta.

Editrice: Barbera Editore

Autori: Mario Di Marco, Stefano Oronzo, Graziano D’Intino

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Autori: Andrea Pollarini, Lorenzo Scatigna

Autore: Gollin Massimiliano, Vota Giova



Uomo Bikkemberg Il mood sportivo riproposto in chiave futuristica e di gran lusso.

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Xtreme Moda

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Xtreme Moda

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Xtreme Moda

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Xtreme Lifestyle

Style Xtreme Moda Salute e Bellezza per un'estate fashion

Moda Uomo

Le Macchine del tempo

Fashion Eye

Beauty&Body

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Fashion Eye In tendenza con uno stile sempre piu' glamour anche gli occhiali da vista diventano un accessorio moda. Linee sempre piu' morbide ed essenziali in linea con i nuovi gusti, per chi non vuole rinunciare al proprio fascino, per chi ha fatto di un difetto un’arma di seduzione.

Quando l’occhio inganna A volte non basta avere un “occhio di lince” quando si viene ingannati da un’illusione ottica e crediamo di vedere forme o luci che in realtà non esistono. Capita infatti che l’occhio veda linee che non esistono, profili che nascondono altre immagini, curve che sembrano rette, forme che scompaiono e luci che appaiono. Spesso sono fenomeni puramente ottici, indipendenti dalla natura umana, altre volte sono fisiologici legati alla particolare struttura dell’occhio, oppure al cervello che percepisce la realtà in maniera differente. Un fenomeno affascinante e curioso tutto da scoprire.

JEAN PAUL GAULTIER mod. VJP 022 579

CHOPARD

mod. VCH 027S 6YP Modello in acetato: il frontale rettangolare, dalla forma semplice, crea, grazie al gioco di trasparenza, contrasto con le aste piene, sulle quali Chopard rielabora con modernità il motivo “Happy Spirit”, disgregandolo lungo tutta l’asta ed illuminandolo con punti luce. Disponibile in numerose e sfiziose varianti colore: total black, nero/bianco, viola, cognac/marrone, turchese/blu.

LOZZA

mod. VL 1802S 958 Modello femminile dalla forma ricercata e sofisticata, e in colori sobri e striati. L’acetato che lo compone segue linee classiche e pulite. Il frontale si congiunge alle aste grazie ad un fregio metallico ldecorato con smalti o strass, che donano luminosità e “preziosità” all’occhiale. Disponibile nei seguenti colori: blu/tortora, verde/lilla, arancio/tortora, ciclamino/rosa & un più sobrio marrone impreziosito da strass.

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Modello di forte impatto, in acetato, dalla linea squadrata e retrò, con una barra metallica che percorre la parte superiore del frontale e forma un tutt’uno con l’asta. La cerniera flex è completamente nascosta dalla “molla”, brevetto De Rigo Vision. Disponibile in varianti colore “vintage”: nero/palladio, marrone, havana/gunmetal, blu chiaro/gunmetal, total black.

GIVENCHY

mod. VGV 593S 954 Modello “simbolo” della nuova collezione: moderno, nuovo e fashion. La montatura in iniettato, ha l’aspetto leggero grazie alle aste a forchetta, alle aperture laterali in corrispondenza dei musi ed alla costruzione nylon. Un tocco glamour è dato dall’accostamento di colori differenti tra frontale e aste e dal logo “4G” arricchito da strass e smalti colorati che funge da raccordo con l’asta. Disponibile nelle seguenti combinazioni colori: total black, bianco/nero, bordeaux/rosa, viola/lilla, rosa, tortora, cristallo/nero.


Xtreme Lifestyle

POLICE

mod. V 1524 942

STING

mod. VS 4678 8BX Modello in acetato dalla linea impattante con aste nettamente separate dal frontale. Nuova ed originale la lavorazione diamantata (sfaccettature create eliminando parti di acetato) che si snoda lungo le aste fino a raggiungere il musetto. È fashion e segue i dettami della moda il bi-colore di ciliare e parte inferiore del frontale. Disponibile in queste vivaci varianti colore: total black, viola/verde, dark blu/viola, bordeaux/arancio, nero/cristallo.

LA PERLA

mod. VPE 137S 97C

Modello con frontale in metallo ed aste in plastica bicolore per un effetto cromatico davvero insolito. La parte esterna dell’ asta sembra incorniciare una “finestra” in colore contrastante, con fregio metallico che riproduce il logo “S”. Disponibile in 6 varianti colore con abbinamenti molto originali.

CELINE

mod. VC 1304 A88

Modello dalla linea semplice ma decisa. La montatura è affusolata e le aste sono lineari. Una serie di strass a carrè, inseriti nelle aste a livello della cerniera, impreziosisce un occhiale romantico ed elegante. La montatura in acetato viene alleggerita dalle lenti nylon nella parte laterale, che lasciano aperta una piccola finestra sul musetto. Disponibile nei colori: total black, cristallo/lampone, miele/bordeaux, lilla/viola, focsia/oliva.

Modello combinato con frontale in metallo rettangolare e aste in acetato.Occhiale dalla linea semplice e pulita con quel tocco di glamour che lo rende unico. L’asta leggermente larga, che ingloba un ovale trasparente al cui interno è inserito il blasone Celine in metallo, è un tutt’uno con il frontale, alleggerito grazie alla struttura nylon nella parte inferiore. Disponibile nelle seguenti varianti colore: nero, bronzo, viola, arancio, lilla.

ESCADA

ETRO

mod. VES 583S SBS

mod. VE 9858 9CB

Modello combinato semirim con barra in metallo fresata. Le lenti sono fissate con filo in nylon nella parte inferiore e le aste sono larghe ed in acetato. Luminoso dettaglio sull’asta, impreziosito da strass, che ricorda le applicazioni degli accessori Escada, composto dalle 4 “E” come la tessera di un mosaico a “fiore”. Disponibile nelle seguenti combinazioni colore: rosa/ fucsia, acquamarina/blu, bronzo/marrone oliva, lavanda/ametista, total black.

Modello unisex in acetato dalla forma rettangolare. Il musetto, grazie ad incollaggi particolari di acetato, è lavorato a striature di colore, per un effetto vintage. Le aste in corno sono larghe e dalla linea semplice. Numerose le varianti colore: nero/marrone, verde, blu scuro/blu chiaro, ciclamino/fucsia, marrone/miele.

FURLA

FILA

ALICE - Modello combinato con frontale in metallo e aste in acetato, sulle quali viene lavorata, tramite laser, una fantasia floreale che riporta l’immaginazione a merletti del ‘500. Il tutto gioca con colori tono su tono dalle tonalità soft e delicate per un effetto naturale e semplice. Soft e di classe le combinazioni colori proposte: bordeaux/rosso, azzurro grigio/nero, beige/ marrone, rosa antico/rosa cipria, verde scuro/marrone.

Modello unisex, dal design moderno ed accattivante. Il frontale in metallo, con lenti che terminano a livello del musetto con profilo nylon, si congiunge ad aste in acetato dalla forma ergonomica. Il logo FILA è inciso in colore contrastante sull’asta bi-color. Modello disponibile in numerose varianti colore metallo/aste: nero/cristallonero, marrone tono su tono, Azzurro semi-mat/blu-azzurro, ruthenium/rosso-blu, ruthenium semi-mat/giallo-verde militare.

mod. VU 4107 SD3

mod. VF 8424 509

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Le Macchine del tempo Colori, forme e design sempre piu' diversi per un accessorio che risponde ad ogni stile di vita. La tecnologia avanzata, la funzionalita', i materiali innovativi creano un prodotto moderno e pratico sia nel quotidiano che nel tempo libero.

Il primo orologio da polso automatico Il primo orologio da polso automatico risale agli anni ’20, quando al suo inventore, John Harwood, venne l’idea durante le lunghe ore passate nelle trincee della Prima Guerra Mondiale. Quando ritornò alla vita civile Harwood incominciò ad elaborare l’idea di un orologio a carica automatica. Già alcuni modelli di orologi da tasca avevano una ricarica automatica ma Harwood sembrò non esserne al corrente, quindi partì da zero. Lavorando presso un laboratorio, come apprendista orologiaio, sorgeva continuamente il problema di come caricare la molla infallibilmente ed automaticamente, senza l’aiuto esplicito dell’uomo, cosicché l’orologio potesse essere sigillato contro i pericoli della polvere e dell’umidità. John Harwood è oggi proclamato da autorevoli membri dell’industria orologiera svizzera come capace di superare, per precisione e stabilità, non solo il normale orologio da polso a carica manuale ma addirittura l’orologio da tasca..

IKE

Dynamic Rubber Curiosa ed efficiente la cassa e il cinturino in silicone prodotti da unica fusione. Disponibile in sei colori vivi perfetti per l’estate. La cassa in policarbonato trasparente è impermeabile a 5 ATM. Prezzo: euro 140

Quando nasce... L’orologio da polso nasce alla fine del XIX secolo come un accessorio di moda esclusivamente femminile. L’inventore, Patek Philippe, riadattò l’orologio da tasca inserendolo in una sorta di braccialetto di pelle, predisposto di una piccola tasca all’interno della quale veniva posizionato il quadrante. Da una pubblicità del tempo sembra che questi bracciali fossero indossati dalle signore durante “la caccia, il tiro a segno e l’equitazione”. Durante la Prima Guerra Mondiale, nelle trincee, anche i soldati degli eserciti si resero conto che era molto più comodo dare uno sguardo al polso piuttosto che maneggiare le tradizionali cipolle da tasca. Considerata la funzionalità, al termine della guerra gli orologi rimasero agli ufficiali europei ed americani, favorendo la diffusione di questo oggetto nelle culture occidentali.

Swatch Red Fish

Visioni sottomarine: un pesciolino rosso scivola via davanti ai vostri occhi, ondeggia leggero e sfoggia i suoi colori vivaci per poi sparire. Il cinturino di questo Fun Scuba in silicone profilato con passante in silicone. Impermeabile fino a 200 metri di profondità. Prezzo: euro 75

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Xtreme Lifestyle

ChronoTech

Breil

Crystal

Ducati BW0162

Un vetro a prisma per un design assolutamente innovativo: è il Crystal di Chronotech. Numerose le varianti colori con cinturini in pelle stampa cocco e glizt che impreziosiscono ghiere e indici nei modelli più glamour.

Sfegatato per la rossa a due ruote? Immancabile al polso il Breil Ducati, un grintosissimo cronografo al quarzo tutto in acciaio e alluminio con rifiniture che ricordano le supermoto bolognesi, lo stesso indossato da Loris Capirossi, Troy Bayliss e tutti i campioni del Team.

Prezzo: euro 200

Prezzo: euro 330

Girard-Perregaux

Terra Cielo

È il bellissimo cronografo automatico con cassa in titanio al polso del Team BMW Oracle Racing di Coppa America (USA87) che tenterà la conquista della 32° America’s Cup a Valencia nel 2007 Un importante connubio fra eleganza e affidabilità che ricalca la collaborazione fra due marchi eccellenti

Nonostante l’aspetto elegante che non fa minimamente pensare ad un orologio subacqueo, il “Palombaro Lighting” è un vero strumento professionale resistente fino a duecento metri, 20 atmosfere. È ispirato al mondo dei palombari e alle grandi professionalità che proprio in Italia sono state sviluppate da questi avventurosi degli abissi.

R&D01 USA87

Mare Palombaro

Prezzo: euro 8.300 Prezzo: euro 990

Haurex

Casio

Un vero orologio subacqueo, essenziale e resistente fino a 200 atmosfere, pratico e comodo da indossare. Cassa in acciaio, fondello in acciaio serrato a vite, ghiera unidirezionale per misurare i tempi d’immersione, corona serrata a vite, movimento al quarzo Citizen-Miyota, con vetro minerale inscalfibile. Disponibile anche una versione con cinturino in silicone con chiusura ad ardiglione in acciaio e quadrante in carbonio.

La notissima azienda giapponese Casio presenta un’intera collezione di orologi di orologi progettati per tutti gli appassionati delle attività marine: vela, surf e sub. Il modello SPW-100 è il top di gamma della collezione Sea Pathfinder, fornendo in un unico strumento barometro, bussola digitale, profondimetro e 40 memorie di immersione

Caimano

SPW-100

Prezzo: euro 280

Prezzo: euro 235

Tissot

Arnold & Son

Per i supporter del “bellissimo della Moto GP”, l’orologio autografato e con il suo numero di gara: Nicky Hayden Limited Edition da Tissot. I materiali richiamano il mondo delle due ruote: acciaio e carbonio. È prodotto in edizione limitata (4999 pezzi) e confezionato in un contenitore a forma di casco, ovviamente arancione come i colori della moto.

Ispirato dal genio di John Arnold che nel 18° secolo creò strumenti segnatempo e di calcolo nautico talmente raffinati che il navigatore James Cook li adottò nei suoi viaggi di esplorazione nel Sud Pacifico. Esso permette di mantenere la rotta scelta effettuando la triangolazione nautica: attraverso il quadrante che mostra la bussola ed i due fusi orari (GMT) con la rosa dei venti applicata.

Prezzo: euro 435

Prezzo: euro 3.800

Nicky Hayden Limited Edition

Scout

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FORNITURE CIVILI Autunno/Inverno 06/07 Elegante è un termine abusato quasi quanto vintage. Una collezione che è un riproporre, con orgoglio, un déja-vu che assume il significato tutt’altro che svilente di qualcosa di già visto, di già indossato. Ecco che quel pullover in cachemire, quel cappotto in panno pesante, quel pantalone in gabardina che per anni hanno accompagnato la vita di un uomo e a volte sono stati “dimenticati” in un armadio che profuma di cedro e tabacco, tornano a vivere addosso a Lui. E’ di ieri infatti quel cappotto occhio di pernice che sfiora il ginocchio, quella giacca costruita in lino d’inverno, quel pantalone in cotone lavato e invecchiato dall’uso, quel giaccone da ufficiale. E anche quel pull di lana infeltrita, quella camicia morbida di vissuto. Tradizione è anche rivalutazione di tessuti dimenticati. Le drapperie old english, l’occhio di pernice anni ’50, i cotoni pesanti, le lane infeltrite e via dicendo. Tutti in tinte da uomo: marroni, grigi, blu, cammello e l’intramontabile nero.

NICKEL & DIME Autunno/Inverno 06/07 La stagione del freddo N&D è solo uomo e solo sopra. Rimangono forti i segni distintivi della collezione: la connotazione anglosassone, l’ispirazione agli sport élitari - dal polo al golf, dal rugby al tennis - le citazioni Royal Air Force e Royal Navy e nell’insieme quell’aspetto un po’ vintage estremamente chic. Grande enfasi al marchio: un grifone che si staglia netto e deciso su felpe, polo e bomber e un logo che diventa badge in panno pesante e infeltrito. I giubbotti sono in orsetto doppiato pile e con inserti in canvas di cotone oppure in felpone con interni in eco pelliccia e tasconi in simil pelle. La sperimentazione è soprattutto nelle felpe che sfilano in differenti modellature: full zipper, a collo alto o con cappuccio, round-neck o polo zippate. Altre invece, più leggere e asciutte, hanno colletto in cotone tipo camicia, stampe, righe e applicazioni. In chiusura, una serie di maglie pesanti, molto sailor, che mixano diversi tricot. I colori spaziano dai panna ai tortora, dal blu all’avio ai verdi con qualche punta di bordeaux.

A-STYLE Autunno/Inverno 06/07 L’impatto globale è certo molto forte, alla maniera di A-STYLE, ma emerge una nuova raffinatezza, che ci porta pian piano, collezione dopo collezione, incontro a un nuovo A-STYLE. La “A nera coi pallini” è sia nell’uomo, sia nella donna ma è meno aggressiva, meno hard e diventa un’applicazione in Swarovski, una stampa laser in velluto dévoré, un ricamo… E si respira un’aria diversa molto, molto streeet-glam. L’onnipresente jeans dai molteplici trattamenti tocca tutti i toni del blu e vira al grigio-nero. I pantaloni multitasche vanno dal fustagno pesante ai velluti 1000righe, talmente trattati da risultare lisi, quasi trasparenti. Oltre a questi, una serie di panta scozzesi, molto Canada, che fanno il paio con la giacca dei boschi profilata in pelle. Tante camicie, unite o tartan, in cotone-carta e felpe di ogni foggia, zippate e girocollo, con cappuccio o collo polo. E poi giacche e bomber molto slim, piumini e naturalmente il gettonatissimo eskimo. Il giallo sta al grigio, il marrone al tortora, l’azzurro al turchese mentre spopolano i verdi e i marroni in ogni sfumatura.

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Xtreme Lifestyle

Mode, gusti e... tempi Ogni stagione detta le sue regole in fatto di moda e ogni anno gli stili e le tendenze cambiano. La parola d’ordine è in ogni caso apparire. I colori, le forme, i modelli dettati dalla moda hanno superato quella che all’origine nasce come una necessità dell’uomo, ed è diventata sempre più un prodotto di massa, legato alla semplice estetica. Non basta coprirsi, è importante saper vestire, rispondere al piacere del proprio gusto e spesso a quello degli altri. Nel tempo ha acquistato una certa importanza la scelta dei colori e dei modelli da indossare, e non è recente la tendenza di fare dell’abito uno status symbol. In passato le classi sociali ricorrevano al proprio abbigliamento per distinguersi; le classi più agiate utilizzavano stoffe e modelli raffinati rispetto alla massa che indossava vestiti dalla manifattura molto povera. Oggi come ieri essere al passo con la moda e indossare un abito firmato consente di entrare idealmente in un altro mondo, e di appartenere a quelle che ancora oggi potrebbero definirsi classi privilegiate. La moda è in continua evoluzione e da sempre compie un percorso quasi a spirale, tornando sempre su se stessa o su ciò che già è stato fatto. Nascono per tale motivo degli stili che rievocano mode che hanno fatto il loro corso, si recuperano tendenze che sembravano passate, riadattandole in chiave moderna. È l’esempio dello stile anni ’70 che oggi ha incontrato i gusti di molti non solo nell’abbigliamento ma anche nell’arredamento e nel design della casa. Gli stilisti propongono spesso degli abiti che vanno molto al di là dell’uso quotidiano: forme bizzarre, accessori particolari, colori vistosi, accostamenti di linee e profili stravaganti che devono stupire e fare spettacolo. La moda detta le regole del vestirsi bene, del bello e di ciò che piace, sia per l’uomo che per la donna. La voglia di fashion non fa discriminazioni e se in passato la moda e i gusti erano intesi solo al femminile, oggi anche l’uomo rivendica il suo posto sulla passerella.

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Beauty&Body La salute del nostro corpo richiede continua cura e attenzione. E' possibile scegliere tra una vasta gamma di creme e profumi che con le loro proprieta' rigeneranti ridonano alla pelle nuova luce e compattezza. Per un corpo sempre in forma e un benessere che dura tutto l’anno.

The Body Crème Moschino Friends Men è naturale e spontaneo,un profumo giovane che suggerisce emozioni profondee sincere: è una nuova armonia olfattiva intensa e luminosa,che unisce la frizzante partenza delle note agrumate di bergamotto di calabria, mandarino e arancia,ad un cuore fiorito di geranio bourboned autentico petitgrain del paraguay, rinfrescato da un soffio di brezza mediterranea, ed infine avvolto in un finale legnoso-muschiato.

Versace Man Eau Fraîche Per l’uomo che fa dell’anima il suo punto di forza,che si sente libero e sa godersi la vita attimo per attimo, versace man eau fraîche,una nuova armonia olfattiva dove gli ingredienti più classici della profumeria maschile si rinnovano con accenti inediti, dando vita a un profumo dalla sorprendente freschezza.

Bright Crystal di Versace E’ Estate 2006 con la collezione di makeup Tom Ford per Estée Lauder. Tom Ford ha nuovamente reinterpretato la tradizione Estée Lauder per creare una bellezza moderna e senza tempo. Una palette di colori adatti alle donne di oggi.

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Pura sensualità, pura trasparenza, pura luminosità, un autentico gioiello di rara bellezza che si svela in un profumo fresco dai vividi accenti fioriti. Una fragranza accattivante e voluttuosa, eloquente segno distintivo di una donna forte e sicura del proprio fascino, femminile e sensuale, al passo con i tempi e con il glomour Versace.

è un idratante per il corpo straordinariamente ricco, che dona alla pelle una condizione di estremo benessere ed una idratazione a lunga durata. Grazie alle alghe marine e alla bio-fermentazione, capisaldi della formula, The Body Crème è come “un avvolgente impacco di alghe in vasetto”. Infondendo la pelle d’idratazione, The Body Crème aiuta ad interrompere il ciclo di secchezza ed aridità. La pelle è radiosa e vitale.

Crème de la Mer sfida le leggi della natura. La pelle diventa più morbida, più tonica, appare virtualmente senza segni. Le linee di invecchiamento e i pori sono notevolmente meno visibili. Perfino le carnagioni più aride trovano il loro rimedio, la sensibilità è lenita.


Xtreme Lifestyle

Facial Soap o Liquid Facial Soap Non c’è niente di meglio del sapone per pulire la pelle - precedentemente struccata - in profondità, ma con tutta la delicatezza necessaria.

Dramatically Different Moisturizing Lotion Il “genio giallo” di Clinique, per gli amici DDML, è la crema idratante appositamente studiata per offrire l’idratazione necessaria a tutti i tipi di pelle dopo la pulizia e l’esfoliazione. Anche in versione gel dalla texture più leggera e rinfrescante.

All About Moisture Edizione Limitata Balsamo super idratante a base di aloe color verde menta, ideale per uomo, donna e bambino, che protegge quotidianamente la pelle. Dona subito sollievo alla pelle arida, disidratata e stressata, perfetto per una immediata azione lenitiva.

Advanced Stop Signs Age Defending Serum & Cream sono due prodotti finalizzati a contrastare il processo di invecchiamento cutaneo aiutando efficacemente a: ridurre e prevenire la comparsa di sottili linee di disidratazione, segni del tempo e discromie cutanee.

Crema Intensiva Doposole Olio Solare Spray FP Il vero must tra gli appassionati di sole è l’Olio Solare Spray FP 2 che, grazie alla sua formulazione super-idratante mai appiccicosa, è il segreto di un’abbronzatura intensa color bronzo.

Aromatics Elixir è un profumo “firmato”: si riconosce subito per la sua aura intensa e persistente, seppur discreta; ostenta calma interiore ed innata raffinatezza, serenità e seduzione oltre ad un velo di mistero. Stimolante, aromatica, molto femminile, è la fragranza che crea atmosfera.

Pensata per un pronto intervento intensivo dopo una giornata di esposizione al sole, dona immediata rigenerazione e un pieno di idratazione. L’Iso-protectine, ricco di flavonoidi, ha un effetto antiossidante contro l’azione aggressiva dei radicali liberi sulle cellule.

Stop Signs Hand Repair Crema idratante per le mani che attenua i segni del tempo e riduce l’aspetto delle macchie dell’età. Ideale anche per il decolleté.

Peeling Dolce Rice & Lotus grazie alla sua formula cremosa all’olio di riso dall’azione esfoliante superdelicata, può essere usato quotidianamente per rigenerare dolcemente la pelle e lasciarla meravigliosamente morbida e luminosa. Ricchissimo di olii protettivi (per il 40%), contiene Orizanolo, l’antiossidante del riso, che nutre in profondità e affina la struttura della pelle.

Bagno Crema Rice & Lotus possiede una consistenza ultra-cremosa che amplifica il piacere del bagno. La sua formula arricchita di olio di Riso contiene Orizanolo, l’antiossidante naturale che aiuta la pelle a rigenerarsi e nutrirsi, contrastando l’azione dei radicali liberi.

Acqua Solare Rinfrescante FP 4 Rinfresca istantaneamente la pelle con una piacevole fragranza di agrumi e protegge dalle scottature. La formula offre una protezione bassa ideale per pelli già abbronzate ed è arricchita con Provitamina B5 lenitiva per la pelle.

Anti-Ageing Face Cream FP 10 Crema viso a protezione media con formula non grassa. Garantisce una difesa sicura contro le scottature e, grazie alla speciale formula arricchita con Alpha Flavon previene efficacemente le rughe solari e lascia la pelle elastica e levigata.

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Mini si... ma unica e inimitabile

Solo per pochi eletti la Mini Cooper S John Cooper Works GP Kit, costruita in 2000 esemplari in tutto il mondo, 218 cavalli per divertirsi e non solo

MINI Cooper S John Cooper Works GP Kit E’ la Mini più potente finora costruita: con i suoi 160 kW/218 CV a 7.100 giri/min. sviluppati da un motore con compressore volumetrico di 1,6 litri è puro divertimento di guida. Disponibile soltanto in 2.000 esemplari del modello speciale, la Mini Cooper S è già un mito tra gli appassionati. Con una potenza di 160 kW/218 CV, una coppia massima di 250 Nm e una velocità di punta di 240 km/h, la Mini Cooper S con John Cooper Works GP Kit supera addirittura i valori della versione da corsa Mini Challenge. Il peso è contenuto, i posti solo due, aerodinamica superefficiente: queste sono le condizioni migliori per incrementare la velocità di punta e garantire la massima agilità dell’auto. La maneggevolezza della Mini Cooper S con John Cooper Works GP Kit è stata ottimizzata con sistemi elettronici. Differenziale autobloccante, ASC+T e EBD sono di serie. A richiesta e senza sovrapprezzo è disponibile anche il DSC. E’ disponibile con una verniciatura bicolore in Thunder Blue/Pure Silver con retrovisori esterni rossi.

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Xtreme motori

Volkswagen Eos Disponibile da maggio 2006 sul mercato europeo la nuova Volkswagen Eos, è la prima automobile di serie a quattro posti che coniuga le caratteristiche del tetto a cinque elementi di una cabriolet e quelle di una coupé con i vantaggi di un tettuccio scorrevole. Il tetto CSC è completamente apribile e si richiude in soli 25 secondi. Il segmento anteriore è realizzato in vetro trasparente e può essere completamente aperto o regolato in altezza fino a 35 millimetri La Volkswagen Eos è larga 1,79 metri, lunga 4,41 metri e alta 1,44 metri. E’ disponibile con quattro motori a benzina (potenza: 85 kW/115 CV, 110 kW/150 CV, 147 kW/200 CV e 184 kW/250 CV) e un TDI da 103 kW/140 CV con filtro antiparticolato di serie.

Audi TT Coupé La seconda generazione di questo modello di successo, che ha debuttato nell’autunno 1998, si conferma icona di dinamismo. L’elemento stilistico che caratterizza la nuova vesione è sicuramente la griglia del radiatore single frame. I fari dal taglio obliquo e le linee filanti sottolineano il temperamento aggressivo dell’auto. Le dimensioni sono leggermente diverse dal modello precedente: ora è lunga 4.178 mm, larga 1.842 mm e alta 1.352 mm. La nuova Audi TT Coupé è disponibile con due potenti motori trasversali a benzina: un quattro cilindri Turbo e un V6 aspirato : 2.0 TFSI 147 kW (200 CV); 3.2 V6 184 kW (250 CV). Questi garantiscono una ripresa potente e prestazioni eccellenti: grazie al loro rendimento questa leggera Coupé può vantare prestazioni di marcia impressionanti.

Mazda3 Lanciata sul mercato nel 2003, divenuta l’auto Mazda più venduta sul mercato europeo nel 2005, ora nel 2006 la Mazda3 si presenta al pubblico con una serie di novità interessanti. Nuove linee nel frontale la rendono ancora più aggressiva; nuovi design per i cerchi e sette nuovi colori, che portano così il totale a dodici. Gli interni sono stati arricchiti con nuovi tessuti e colori, e con un tocco di argento per la strumentazione. Sono disponibile tre motori a benzina, un 2.0, un 1.6 ed un 1.4, come per la versione precedente, ma sono state prese misure volte a limitarne i consumi ed a migliorare l’aerodinamica del veicolo. Vengono proposti anche due derivati del MZ-CD 1.6 common-rail turbo diesel: una versione Standard Power e una High Power.

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“ON THE ROAD" Punta il dito nella cartina, lei ti porta, pero' per fare cio' hai bisogno di una sola cosa, Il tempo! La voglia di vita “on the road”, accompagnata dal desiderio di conoscere ed immergersi completamente nei luoghi, tra cultura, tradizioni e natura, induce alla ricerca di quelle strade meno battute, dove il turismo di massa fatica fortunatamente ad arrivare. Con loro ci si può permettere il lusso di andare alla ricerca di strade “alternative”, tracciati che nascono quasi per caso, che poi portano alla scoperta di magici scenari unici nel loro genere. Paesaggi che rapiscono e sensazioni che avvolgono, facendo dimenticare tutte le fatiche, emozioni e sensazioni che puoi provare solo con una compagna di viaggio unica; La moto da Gran Turismo, fra tante ecco per te le ultime novità..

Norge 1200 Moto Guzzi riconquista oggi il ruolo di protagonista assoluta nel mercato mondiale delle moto granturismo. La cilindrata di 1151cc, si traduce in una potenza massima di oltre 66 kW (95 CV) a 7.500 giri/minuto, e in una coppia massima di oltre 100 Nm a 5.800 giri/minuto. Intorno al tradizionale bicilindrico a V di 90°, un marchio di fabbrica inconfondibile, tecnologicamente sempre più evoluto, Moto Guzzi ha ideato e realizzato una moto con parametri di comfort, sicurezza e prestazioni d’eccellenza. Un modello nato per rispondere alle esigenze attuali con creatività tutta italiana, passione per l’innovazione e idee originali.

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Xtreme motori

Triumph Sprint ST La Triumph Sprint ST è stata la prima Triumph della nuova generazione a diventare competitiva in uno specifico segmento di mercato confrontandosi con le migliori concorrenti giapponesi e tedesche. Il successo è stato comprovato dalla conquista di posizioni di vertice nelle classifiche di vendita della sua categoria, quella delle sport touring, in tutto il mondo. Sportiva ma anche divoratrice di chilometri, turistica capace di prestazioni entusiasmanti in curva, la Triumph Sprint ST era una moto autenticamente poliedrica, ancora in grado, a sette anni dal debutto, di dire la sua al confronto con le più moderne sport touring.

Yamaha FJR 1300 Nella stagione 2006 Yamaha presenta FJR1300, con una nuova elegante carenatura che offre standard di comfort ancora più elevati e adotta una tecnologia Yamaha completamente inedita, il cambio a gestione elettronica (Yamaha Chip Controlled Shift – YCC-S) che ne fa la sport tourer più sofisticata nel panorama delle due ruote.

Harley-Davidson Twin Cam 96/96B Presentando la propria gamma moto 2007, la Harley-Davidson lancia il Twin Cam 96/96B, un nuovo motore Big Twin da 1584cc. Tutti i modelli delle famiglie Harley-Davidson Dyna, Softail e Touring, saranno equipaggiate col Twin Cam 96/96B e con il cambio Cruise Drive a 6 marce che ha fatto la sua prima apparizione nel 2006 sui modelli della famiglia Dyna. Inoltre le famiglie Softail e VRSC includeranno, ciascuna, due nuovi modelli 2007.

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Sono sempre piu' numerose le donne che sport estremi praticano e si cimentano in imprese pe ricolose.

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Al Bagno Trop ical di Sotto mare, sole, di marina, una gior nata di vertimento e spettacolo

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Luglio / Agosto 20 06

Antonio Li uzzi La st oria la prepara zione e la vita di un pilo ta emergen te

LUGLIO / AGOSTO ANNO 2006

numero 07

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ANNO 2006 -


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