Tekneco #12

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Energia alternativa

Legambiente è favorevole al biogas sostenibile Secondo l’associazione ecologista la filiera corta rappresenta il criterio fondamentale per valutare l’impatto sull’ambiente di questa fonte energetica

di Gianluigi Torchiani

ll biogas, proprio per la crescita impetuosa che abbiamo descritto negli articoli precedenti, è senza dubbio la tipologia di biomassa che incontra in Italia i maggiori problemi di accettabilità sociale. Negli anni scorsi, data l’elevata redditività del biogas garantita dagli incentivi in vigore sino a fine 2012, parecchi investitori, spesso estranei al mondo agricolo, hanno preso in affitto terreni agricoli con l’obiettivo di utilizzare le materie prime a più alto rendimento, ossia gli insilati di colture dedicate: sorgo, triticale e, soprattutto, mais. Questa scelta aveva dietro una precisa logica economica: se da un metro cubo di liquame suino, infatti, si possono ottenere in media 16 m³ di biogas, da un metro cubo di silomais se ne ottengono quattro volte tanto (68 m³ di biogas). Il rendimento in energia per ettaro del silomais (20-26 MWh/ ha) consentiva, con gli incentivi precedenti al nuovo decreto sulle rinnovabili emanato nel luglio 2012, un ricavo lordo annuo di 5.500-7.500 euro/ha, superiore a qualsiasi resa di un utilizzo prettamente alimentare o agricolo. Questa rincorsa alle più alte rese del silomais ha generato due effetti: l’occupazione delle terre irrigue migliori (con un rilevante uso di acqua) e la lievitazione eccessiva dei canoni di affitto dei terreni agricoli, soprattutto in Emilia, Lombardia e Veneto. La conseguenza è stata la nascita sul territorio nazionale di numerosi comitati locali contrari alla realizzazione degli impianti a biogas, in particolare a quelli di grande dimensione. Una decisa presa di posizione a favore è però arrivata di recente dall’associazione Legambiente, che nei mesi

scorsi ha rilasciato un documento per spiegare le tre buone ragioni per cui gli ecologisti dovrebbero essere favorevoli al biogas. La prima riguarda il contributo che questa tecnologia potrebbe dare alla riduzione dell’utilizzo di risorse fossili, in quanto è una fonte rinnovabile (come tutte le biomasse solide e liquide) non intermittente, che può produrre elettricità per tutto il giorno e tutto l’anno. In secondo luogo, secondo l’associazione ambientalista, il biogas rappresenta una grande opportunità per l’agricoltura e l’ambiente, nella misura in cui concorre all’integrazione del reddito agricolo, alla valorizzazione dei suoi sottoprodotti che, altrimenti, sarebbero trattati come rifiuti tout court. La terza ragione riguarda la necessità di rilancio nel nostro Paese di politiche organiche per lo sviluppo della produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, dopo il tramonto del quinto Conto energia fotovoltaico e il taglio degli incentivi alle altre fonti rinnovabili. Legambiente ammette però come, soprattutto negli ultimi anni, il biogas sia stato anche occasione di iniziative speculative che poco hanno avuto a che fare con l’uso sostenibile delle risorse naturali dei territori e, in alcuni casi, impianti mal gestiti hanno

20-26 MWh ▶ il rendimento in energia per ettaro del silomais

prodotto forti problemi nell’accettazione sociale anche agli operatori più virtuosi. Ad acuire la confusione, poi, si è aggiunta la preoccupazione per la possibile diffusione di batteri patogeni attraverso il ciclo del digestato e lo spargimento sui suoli del compost di qualità da esso prodotto. Eppure, evidenzia il documento dell’associazione, il biogas presenta una serie di punti di forza, tra cui l’elevato rendimento energetico (per esempio rispetto a caldaie e motori a olio vegetale) ed elettrico rispetto al consumo totale di energia (35-40%) e per ettaro coltivato. Questa risorsa energetica, poi, è in grado di valorizzare i residui che altrimenti verrebbero trattati come rifiuti e che spesso sono una grave fonte di inquinamento. Diversamente dalle altre bioenergie, il biogas può essere trasformato in biometano ed essere immesso nella rete del gas o utilizzato come carburante nei trasporti in sostituzione del metano di


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