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È una nuova impresa quella fondata poco più di un anno e mezzo fa a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, da Andrea Bernardelli, che può vantare oltre 20 anni di esperienza nel settore.
Esperienza, determinazione e passione per questa professione, unite alla precisione e alla capacità di supportare i familiari, hanno accompagnato Andrea Bernardelli nella decisione di trasformare un’idea in realtà e dare quindi vita a una propria impresa: le onoranze funebri Bernardelli di Luzzara, in provincia di Reggio Emilia.
«La mia impresa è nata poco più di un anno e mezzo fa. Dopo aver infatti lavorato come dipendente nel settore funebre per oltre 20 anni ho deciso di dare vita e gestire una mia agenzia, con il supporto di mio cugino Valerio e di uno staff preciso, attento e costantemente aggiornato»,
Alla sede di Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, si affianca quella di Dosolo, in provincia di Mantova, che consente alle onoranze funebri Bernardelli di operare, grazie anche agli affiatati collaboratori e a un’ottima organizzazione, all’interno di un ampio bacino tra Lombardia ed Emilia Romagna.
L’impresa si occupa in modo completo di tutto quello che riguarda la cerimonia, dalle prime fasi, incluso il disbrigo delle pratiche burocratiche, fino al trasporto, alla sepoltura o alla cremazione. Non solo offre numerosi e diversificati servizi, ma ha come obiettivo quello di focalizzarsi su quelle che sono le diverse richieste ed esigenze delle famiglie che vogliono una cerimonia personalizzata per il proprio caro, perché “una vita non finisce mai, diventa emozione e ricordo nelle vite degli altri”, come si legge sul sito on line dell’impresa.
«Il nostro obiettivo è da sempre quello di seguire personalmente ogni famiglia che si rivolge a noi, con profondo rispetto per gli affetti, fornendo il giusto supporto e garantendo sempre professionalità e discrezione», conclude Andrea Bernardelli. ◀
afferma il titolare Andrea Bernardelli. «La mia esperienza in questo settore mi ha portato, nel corso degli anni, a capire quanto sia importante la scelta di un fornitore per permetterci di offrire costantemente alle famiglie, in ogni situazione e fase della cerimonia, garanzie e servizi di qualità. Per quanto riguarda i cofani funebri, per esempio, ci affidiamo a Ferrari, che apprezziamo non solo per la qualità delle essenze e per l’estetica dei modelli, ma anche per la varietà proposta da un catalogo puntualmente rinnovato che riesce sempre a soddisfare tutti».
Andrea Bernardelli e il cugino Valerio negli uffici della sede di Luzzara, a cui si aggiunge anche quella di Dosolo, in provincia di Mantova.
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La presenza di un violinista, che ha suonato lo scorso luglio durante l’inaugurazione della casa funeraria Terraecielo di Paluzza, in provincia di Udine, non solo ha emozionato, ma ha anche permesso ai cittadini presenti di capire come può essere personalizzata una cerimonia. «Il mio desiderio, dopo tanti anni di presenza con la nostra impresa e i nostri servizi sul territorio, era quello di dare alle famiglie uno spazio intimo e riservato per accompagnare il proprio caro per l’ultimo saluto», afferma il titolare Oscar De Franceschi. «Sulle pagine della rivista Tecnica ho avuto modo di vedere diversi interventi di Apiemme Engineering e, quando è stato il momento di scegliere il partner per questo mio progetto, non ho avuto dubbi».
Tra Oscar De Franceschi e Paolo Gentilini, amministratore di Apiemme Engineering, è nata subito un’intesa perfetta e i desideri del titolare sono diventati realtà, con la nascita di
Per l’ambizioso progetto della casa funeraria Terraecielo di Paluzza, in provincia di Udine, Oscar De Franceschi ha voluto al suo fianco Apiemme Engineering.
In basso, a sinistra, il giorno dell’inaugurazione, con la presenza di alcuni rappresentanti della regione Friuli Venezia Giulia accanto a Oscar De Franceschi e al sindaco di Paluzza durante il taglio del nastro.
una struttura moderna, dagli spazi appositamente studiati per essere funzionali e accoglienti, partendo sempre da quelli che sono i requisiti richiesti dalla legge per la parte impiantistica e tecnologica, dal raffrescamento degli ambienti al ricircolo dell’aria fino all’impianto audio e streaming di immagini e video in tutta la struttura.
La partecipazione di un violinista e, sopra, due delle tre sale presenti.
Sempre da parte di Apiemme Engineering non sono mancate le giuste e preziose indicazioni per l’arredo e l’interior design. All’ampia sala del commiato si aggiungono le tre sale, studiate con tinte e arredi differenti, destinate a ospitare il defunto e un’accogliente hall dove familiari e amici possono fermarsi per un momento di relax, senza allontanarsi dalla struttura.
«È stato un progetto importante, anche dal punto di vista economico, che, a causa del periodo di pandemia che ha ovviamente rallentato in qualche modo tutte le diverse fasi, ha visto la sua
completa realizzazione in oltre tre anni di lavori, sempre affiancati da Apiemme Engineering», conclude Oscar. L’impresa De Franceschi – fondata nel 1964 dal nonno Leone e passata successivamente al figlio Lores per essere attualmente gestita dal nipote Oscar – opera prevalentemente nel territorio della Valle del Bût, tra le principali valli della Carnia, poco distante dal confine con l’Austria.
Alcuni particolari tecnici e di arredo della moderna casa funeraria progettata da Apiemme Engineering.
Non solo qualità ma anche efficienza e velocità. Spaf garantisce a tutte le imprese la disponibilità immediata e la consegna in tempi brevissimi di tutti gli accessori e le maniglie presenti nel catalogo.
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Un particolare disegno nella fascia centrale amplifica l’eleganza del modello 91 di Ferrari. Appartenente alla linea Meraviglioso e realizzato in frassino, si distingue anche per la forma, con base e coperchio ben definiti.
A forma di lampada da tavolo, realizzata interamente in Italia, l’urna Eterna presentata da L’Equipe offre la possibilità di conservare nelle proprie abitazioni le ceneri dei propri cari. Una presenza discreta e una soluzione molto elegante, con un inserto a forma di cuore o farfalla in palissandro.
Sono ripetute in prossimità di ogni angolo e donano un tocco in più di artistica originalità. È tra i modelli più apprezzati della produzione firmata Lavalle il cofano 94 Foglia, realizzato in larice, con cornici in evidenza e caratterizzato da una forma semplice e squadrata.
Viene proposto con la finitura a poro aperto in rovere tinta wengè il modello Diamante di Lombarda, con le venature classiche del legno in evidenza e in rilievo all’occhio e al tatto. È disponibile anche nelle finiture classiche lucida e satinata, in rovere naturale, beli awura, ebiara pocouli, noce maalghi e noce nazionale.
Un design innovativo e le idee moderne accompagnano la collezione firmata Lorandi, ricca di modelli originali e caratterizzati da particolari estetici. Come il cofano 70 R, in una versione rustica valorizzata anche dall’utilizzo del rovere sabbiato.
Come in un delicato abbraccio, una rosa in legno naturale avvolge il modello Rosa Coperchio della gamma Melloni, realizzato in frassino sbiancato. Si tratta di un raffinato intaglio che valorizza linee semplici e moderne oltre a creare un elegante contrasto.
È un cofano liscio, dalla forma sobria ed elegante, il modello 71 in frassino di Menegardo. Ed è reso ancora più particolare dalla lavorazione a coda di rondine, che unisce gli angoli in modo visibile ed esteticamente molto piacevole.
Anche il cofano 116, realizzato in legno massello di abete senza nodi, appartiene alla linea Legno is Green di Scacf. Un’innovativa gamma ecologica di modelli realizzati utilizzando esclusivamente legno massello ed energia rinnovabile.
Quando le temperature non sono rigide, ma è comunque arrivato il momento di coprirsi, l’impermeabile si rivela indispensabile non solo per il tempo libero, ma anche al lavoro.
E per gli impresari o lo staff di un’impresa di onoranze funebre si conferma un capo che consente di muoversi con disinvoltura, garantendo al tempo stesso l’eleganza che ci si aspetta in tutte le occasioni in cui si entra in contatto con le famiglie e nel corso
E visto che la parola d’ordine per Service Global Fashion resta sempre la stessa – eleganza –tutti i capi vengono pensati e realizzati per rispondere a questa precisa esigenza, senza trascurare la necessità di praticità richiesta
consentono di presentarsi in modo appropriato in ogni situazione, garantendo quindi eleganza e praticità. Tra questi ricordiamo l’impermeabile e il maglione, indispensabili al cambio di stagione.
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Confermano la capacità dell’impresa Garda & Dalberto di Ivrea, in provincia di Torino, di unire storia e tradizione a modernità e innovazione, per continuare a offrire un servizio impeccabile alle famiglie.
È a meta dell’Ottocento, precisamente nel 1845, che viene fondata a Ivrea la ditta Garda. Una storica impresa di onoranze funebri che vanta anche un importante e forte legame con la città in cui attualmente è presente con due sedi, a cui si aggiunge quella di Caluso, sempre in provincia di Torino. Dal 2007 l’impresa, la cui denominazione completa oggi è diventata Garda & Dalberto, vede alla guida Armando Paglia insieme al figlio Riccardo. «Siamo entrati in questo settore pieni di entusiasmo e grandi aspettative, soprattutto con il desiderio di continuare a proporre alle famiglie di Ivrea e dei territori limitrofi il servizio attento e preciso a cui erano abituati», afferma Riccardo Paglia. «Non abbiamo mai dimenticato le tradizioni e abbiamo sempre cercato di coniugare quindi il passato con quelle che sono le esigenze e le richieste attuali». E i risultati non si sono fatti attendere.
Riccardo Paglia insieme al padre Armando, che da oltre 15 anni gestiscono l’impresa affiancati anche dalle rispettive mogli, Francesca e Aurora.
All’inizio della sua storia, e per oltre un secolo, l’impresa si è occupata dei trasporti con cavalli e anche del noleggio di vetture e carrozze funebri.
Ancora oggi, per chi lo desidera, è possibile utilizzare la carrozza d’epoca trainata da cavalli: un mezzo che, per sottolineare ancor più la convivenza di modernità e tradizione in questa impresa, si affianca a un fornito e moderno parco auto.
E per la seconda volta è stato scelto un modello su base Mercedes-Benz firmato Ellena.
«È la seconda volta che ci rivolgiamo a Ellena», conclude Riccardo, «e siamo molto soddisfatti del design dall’eleganza misurata, molto raffinata, quindi, ma sempre senza esagerare».
Lo staff dell’impresa accanto all’ultimo modello su base Mercedes-Benz di Ellena, al centro, e agli altri mezzi dell’impresa, tutti di colore grigio.
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Spesso si dice cosa non è il counsellor: non è uno psicologo, non è un terapeuta, non è un coach. Allora cos’è?
Counsellor professionista in dinamiche relazionali a indirizzo fenomenologico esistenziale e formatrice. Lavora con singoli o gruppi di persone in ambito personale e aziendale.
Nel suo progetto di death education “Tratto da una storia vera” pubblica articoli e interviste. Ha scritto e registrato il Podcast “La mia vita senza te – come affrontare il lutto in modo consapevole”.
Iscr. al Reg. Regionale Veneto n°84 del 26/06/2017 ai sensi della Legge 1401/13 n°4 –Disposizioni in materia di professioni non organizzate
É un professionista che si occupa di prevenzione e formazione, affrontando le tematiche che hanno a che fare con la vita dal punto di vista emotivo e relazionale, lavorando con persone che non necessitano di terapia e non presentano patologie.
Si occupa dunque del ciclo naturale della vita in tutte le sue aree: personale, interpersonale, lavorativa, trattando temi come la gestione degli stati d’animo, la comunicazione, i processi decisionali, l’organizzazione.
COME SI INSERISCE NEL SETTORE FUNEBRE
Nel rispetto del cliente e del suo dolore, informare che l’impresa funebre propone un servizio di sostegno alla persona per far fronte alla perdita offre un valore aggiunto alla qualità dell’esperienza e della relazione con l’agenzia. Sapere di non essere soli e di avere un appoggio può fare la differenza per quanto riguarda l’organizzazione del funerale e dei giorni a seguire.
Il counsellor è formato a sostenere la sofferenza dell’altro, le sue emozioni, le reazioni, portando così il dolente a sentirsi compreso e seguito.
Il counsellor è formato a sostenere la sofferenza dell’altro, le sue emozioni, le reazioni, portando così il dolente a sentirsi compreso e seguito. Inoltre può formare lo staff nell’acquisizione degli strumenti relazionali necessari per aumentare la percezione positiva della famiglia e lavorare in coerenza.
Aumentare la percezione di accoglienza e cura della famiglia che si trova ad affrontare un lutto, la possibilità di diversificarsi all’interno del settore funebre e la capacità di far sentire maggiormente il valore del servizio offerto: sono i primi vantaggi per un’impresa di onoranze funebri che decide di collaborare con un counsellor.
Per stabilire il valore del servizio offerto si fa sempre più attenzione alla relazione con il dolente e alla sua esperienza. A questo proposito possiamo dire che elevare la qualità favorisce la fidelizzazione del cliente e il passaparola positivo grazie a un servizio superiore sia dal punto di vista dell’accuratezza della professionalità e della tecnica sia nel continuo sviluppo dell’aspetto relazionale-emotivo delle interazioni tra la famiglia e l’impresa funebre.
BENEFICI ANCHE PER LO STAFF E L’ORGANIZZAZIONE
Altri vantaggi riguardano anche le dinamiche interne dell’attività lavorativa, dal miglioramento dell’organizzazione a quello della coerenza con l’immagine aziendale. Da non sottovalutare, inoltre, la riduzione dell’accumulo delle tensioni che causa il così detto burn out, sindrome da stress lavorativo che si presenta per lo più nelle professioni che hanno a che fare con le relazioni, le persone e le loro emozioni o stato di benessere. E tutto questo è possibile anche grazie alla formazione dello staff, cucita su misura per garantire all’impresa funebre la possibilità di mantenere un livello elevato e lo stile che la caratterizza.
Collaborare con un counsellor, per un’impresa funebre, significa aumentare la percezione di accoglienza e cura della famiglia, diversificarsi e far sentire maggiormente il valore del servizio offerto.
ALZATEVI DURANTE LA CENA, DITELO CHE AVETE UN DOLORE CHE NON PASSA.
GUARDATE NEGLI OCCHI
I PARENTI
PROVATE A FARE UNA FEDERAZIONE DI FERITE. (FRANCO ARMINIO)
È questo che dovremmo fare nel momento in cui viene a mancare una persona amata: pronunciare ad alta voce il nostro dolore e condividerlo con gli altri, senza timore o vergogna, provando a creare quella “federazione di ferite”, che il poeta e scrittore Franco Arminio descrive così bene in questa sua struggente poesia.
La morte di una persona cara è, senza dubbio, uno dei momenti più difficili e dolorosi che possiamo affrontare nella vita. Il funerale, quindi, rappresenta un’importante occasione per salutare l’amato defunto e per ri-
cordare la sua vita e il suo contributo al mondo.
Tuttavia, organizzare un funerale può essere un compito emotivamente e fisicamente impegnativo, e molte persone possono sentirsi sopraffatte dalla tristezza e dal dolore.
Esploriamo alcuni consigli su come rendere il funerale di una persona cara un momento di serenità e pace per le persone che restano.
COMPRENDERE LE ESIGENZE DELLE PERSONE IN LUTTO
Prima di iniziare a pianificare il funerale è importante comprendere le esigenze delle persone in lutto. Ogni persona che vive un lutto è diversa e ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra.
Alcune persone potrebbero desiderare pianificare ogni dettaglio del funerale, mentre altre potrebbero preferire delegare queste responsabilità ad altre
persone. Alcune potrebbero desiderare passare del tempo da sole per elaborare il proprio lutto, mentre altre con amici e familiari. È importante rispettare le esigenze di ognuno e ascoltare richieste e desideri.
PIANIFICARE IL PROGRAMMA
Un altro aspetto importante da considerare nella pianificazione del funerale è il programma dell’evento.
È importante tenere presente che il funerale non deve essere una celebrazione della morte, ma piuttosto una celebrazione della vita del defunto. Si potrebbe considerare di includere nella cerimonia elementi come, ad esempio, la lettura di un testo poetico, una presentazione di fotografie, una breve meditazione o una raccolta di testimonianze delle persone che hanno conosciuto il defunto.
Questo potrebbe aiutare le persone a ricordare i momenti felici
che hanno condiviso con il defunto e rendere il funerale un momento di autentica celebrazione della vita di chi non è più con noi.
La scelta del luogo in cui si terrà il funerale è molto importante per creare un’atmosfera di serenità e pace.
Si dovrebbe scegliere un luogo che sia confortevole e che consenta alle persone di sedersi e riflettere sulla vita del defunto. Una chiesa o una cappella potrebbe essere un luogo appro-
fortevole e accogliente. Si potrebbe creare un’area per la famiglia del defunto, per un momento di privacy e conforto.
Potrebbe essere una buona idea allestire un’area per le persone che si sentono emotivamente sopraffatte, dove possano trovare un momento di tranquillità per riflettere e raccogliersi.
Inoltre, l’ambiente potrebbe essere reso più confortevole attraverso l’uso di fiori, candele o altri elementi decorativi che creino un’atmosfera serena e pacifica.
loro di leggere una poesia, di fare una breve meditazione o di condividere un ricordo personale vissuti con la persona cara. Inoltre, si potrebbe considerare di coinvolgere le persone nell’organizzazione del funerale, chiedendo loro di aiutare a preparare l’evento o di partecipare alla creazione di un memoriale.
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priato per un funerale religioso, mentre un parco o un luogo all’aperto potrebbero essere più adatti per un funerale laico. Per creare un’atmosfera di serenità e pace è quindi importante assicurarsi che il luogo in cui si celebra il funerale sia con-
COINVOLGERE LE PERSONE
Coinvolgere le persone nel funerale può essere un modo per rendere l’evento più significativo ed emotivamente coinvolgente. Si potrebbe chiedere a parenti o amici del defunto di partecipare alla cerimonia, chiedere
È importante offrire supporto alle persone in lutto anche dopo la cerimonia di commiato: attraverso un follow-up telefonico, un messaggio di testo o un’email per assicurarsi che le persone si sentano supportate e comprese.
Si potrebbe inoltre considerare di organizzare un evento di condivisione del ricordo, dove, chi lo desidera, si possa incontrare e condividere i propri ricordi sul defunto.
Come possiamo rendere il momento dell’estremo saluto un’occasione di condivisione e di sereno commiato dalla persona cara?
Questo potrebbe aiutare le persone a elaborare il lutto e a sentirsi meno sole in un momento così difficile. In sintesi, organizzare un funerale per una persona cara può essere un compito difficile, ma seguendo questi consigli si può creare un’atmosfera di serenità e pace per le persone che restano. Ascoltare le esigenze di tutte e tutti coloro che stanno vivendo il lutto, scegliere il luogo giusto, organizzare con cura una cerimonia di commiato che rispecchi la vita e il sentire del defunto, rispettandone le convinzioni e gli ideali, pianificare un programma significativo, creare un’atmosfera confortevole, coinvolgere le persone e offrire loro supporto dopo la cerimonia; sono tutti elementi importanti per rendere il funerale di una persona cara allo stesso tempo un momento di celebrazione della vita e di conforto per coloro che rimangono.
➦ comprendere le esigenze delle persone in lutto
➦ scegliere un luogo ideale per creare un’atmosfera di serenità e di pace
Come celebrante laica, aiuto a “mettere in tavola” la vita di chi non è più con noi, accompagnando con empatia e delicatezza, raccontando e celebrando la vita di chi ci ha lasciato; con parole e pensieri scelti con estrema cura e attenzione, in modo unico e speciale, così come speciale e unica è la storia di ciascuno e ciascuna di noi.
➦ chiedere a parenti o amici di partecipare alla cerimonia e includere elementi come, per esempio, la lettura di un testo poetico, una presentazione di fotografie, una raccolta di testimonianze o la condivisione un ricordo personale
➦ offrire supporto alle persone in lutto anche dopo la cerimonia di commiato
Alcuni semplici consigli per una cerimonia personalizzata, che sia anche celebrazione della vita e conforto per coloro che rimangono:
prima parte
MMi è stata offerta l’opportunità di descrivere storicamente e tecnicamente alcune foto di veicoli appartenuti a un’importante impresa legata alla storia nella zona di Monza e di Cinisello Balsamo: l’impresa funebre Antonio Pirovano. Tutto nasce dal ritrovamento nei loro archivi di alcune interessanti foto in bianco e nero, pubblicate in questo articolo. Personalmente è stato un vero tuffo nel passato, in quanto i mezzi ritratti hanno contribuito in maniere determinante al nascere della mia passione per le autofunebri, per me che ero un bambino cresciuto nella città di Monza degli anni Settanta.
L’impresa Pirovano aveva già dai primi anni Sessanta un nutrito parco mezzi, tra i quali spiccavano i cinque luccicanti furgoni Fiat 1100T carrozzati dalla medio-piccola ma operosa carrozzeria Fratelli Riva di Merate, che negli anni si dedicò a ogni tipo di allestimento, dai mezzi pubblicitari alle ammiraglie per il Giro d’Italia fino alle coupé fuoriserie e ai mezzi funebri. Si occupò anche di restauri di auto d’epoca anticipando di anni un’attività poi ripresa da molti, ma i funebri rimarranno nella produzione di Riva che terminerà come molti carrozzieri produttori nei primissimi anni Settanta.
I furgoni funebri Riva erano molto apprezzati soprattutto nel Nord Italia, dove la struttura commerciale riusciva a
trovare nuovi ordini, grazie a linee originali e alla capacità di essere sempre al passo con i tempi, e a produrre in tempi brevi con un’alta qualità dei mezzi che nascevano, come in questo caso, dai telai che Fiat produceva appositamente per gli allestitori esterni. Posso affermare che i Fiat 1100T Riva erano davvero molto graditi agli impresari lombardi, veicoli in seguito affiancati dai concorrenti furgoni Fiat 1500 prodotti dalla torinese Icardi. Questi Fiat 1100T erano davvero monumentali, alti, seriosi, con decori sacri in bronzo addirittura sulla mascherina. Io da bambino ne rimasi davvero stregato quando li vedevo passare in città. Un giorno, transitando di fronte alla storica sede in centro a Monza, mano nella mano con mia mamma, si aprì il portone del garage per l’ingresso di un mezzo e da lì si ammirava tutta la rimessa di Pirovano, dove c’erano non solo i Fiat 1100T, ma anche alcune Fiat 1400 sempre di Riva e altri mezzi databili anni Cinquanta e Sessanta. Mia madre mi vide bloccato come di fronte alla vetrina di un negozio di giocattoli e dopo avermi chiesto se avessi voluto vederle da vicino, domanda alla quale annuii senza dubbio alcuno, pensò di chiedere alla persona che presenziava nell’attiguo ufficio (che era poi il nonno di Davide, il commendatore Aldo Veronese, che nel 1968 rilevò l’azienda) se potevamo entrare per vedere quelle che per me erano delle vere bellezze. Il commendatore Veronese, sicuramente divertito e incuriosito, gentilmente acconsentì senza problemi di fronte alla curiosa richiesta di un bambino. Così varcammo il portone e mi ritrovai circondato da tutti questi veicoli, in una tranquillità tipica delle autorimesse, ma questa era molto speciale. Ricordo che sulle pareti perimetrali erano appesi i pesanti drappi grigi di velluto che in passato si usavano sull’ingresso delle abitazioni, i famosi paramenti a lutto, oggi visibili solo sulle foto in bianco e nero. In questa particolarissima atmosfera ebbi modo di osservare da vicino questi furgoni funerei, così carichi di simbologie sacre e così mastodontici per me che ero un bimbo di sei/sette anni… poi, un brivido lungo la schiena mi riportò alla realtà e dissi a mia mamma che desideravo uscire. Ringraziammo il commendatore Veronese e da lì partì in me la scintilla per questi veicoli, che in forma del tutto ingenua e infantile chiamavo “le macchine dei morti”!
Due delle foto forniteci dall’impresa ritraggono uno dei primi esemplari prodotti da Riva di fronte all’imponente e famosa Villa Reale di Monza, indicativamente nell’inizio degli anni Sessanta. Da notare, oltre alla carrozzeria totalmente inedita di Riva, la targa che identificava l’impresa montata sulla parte frontale, in seguito poi sostituita con targhe interne, e la presenza di ben sei cordoni usati dai parenti durante il tragitto del funerale. Immagino fossero foto con scatti professionali fatti fare alla consegna dei primi mezzi nuovi, probabilmente per illustrarli ai dolenti, sottolineando il legame con Monza grazie al cortile della Villa Reale.
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle autofunebri utilizzate in passato dagli impresari italiani. In ogni numero vi presentiamo alcuni modelli grazie all’analisi di Marco Sambataro , modellista ed esperto di autofunebri d’epoca.
Otto brevi e inquietanti racconti che, ispirandosi alla serie fantascientifica Ai confini della realtà, sono però ambientati in Italia.
Oppure una raccolta dei ricordi e delle testimonianze di chi ha deciso di assistere i malati di Alzheimer.
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