

A destra, il taglio del nastro il giorno dell’inaugurazione della casa funeraria San Marco che ha visto la partecipazione di diverse autorità religiose e civili, tra cui Giulia Buna Lucia, consigliere della Regione Friuli Venezia Giulia, Alessandro Ciriani, deputato del Parlamento Europeo, e vari sindaci.
Progetto d’eccellenza curato da Apiemme Engineering, è stata inaugurata a marzo la casa funeraria
San Marco di Pordenone.
Una moderna ed elegante casa funeraria che celebra i primi 25 anni di attività. Era infatti il 2000 quando i titolari di sei storiche imprese funebri della provincia di Pordenone decisero di unire le forze e dare vita alle Pompe Funebri Associate San Marco per offrire alle famiglie del territorio un servizio d’eccellenza.
«Questa unione è stata una scelta importante, che ha portato notevoli risultati a ognuna delle nostre imprese, che da decenni collaborano per rispondere a richieste e aspettative
delle famiglie. E la nuova casa funeraria è un altro importante passo di questo percorso vincente», afferma Marco Gasparini, uno dei soci delle sei imprese fondatrici insieme a Maurizio Breda, Enrico Tolusso, Mauro Ioza Silvestrin, Mattia Breda e Donatella Damo Marzona.
Un progetto in costante espansione quello delle Pompe Funebri Associate San Marco, con l’apertura di un’agenzia a Casarza della Delizia nel 2013 e l’ingresso del nuovo socio Federico Feyrsinger Nonato lo scorso dicembre.
UN PROGETTO
CHE CONFERMA
LA SENSIBILITÀ
Per la nuova casa funeraria, le Pompe Funebri Associate San Marco hanno scelto Apiemme >
Engineering che, come dichiarato dall’amministratore Paolo Gentilini, «si distingue dal 2012 per la capacità di gestire tutti gli aspetti della progettazione e della realizzazione di case funerarie e sale del commiato.
Il progetto della casa funeraria San Marco di Pordenone rappresenta al meglio la nostra filosofia e conferma anche la particolare sensibilità nei confronti delle esigenze della comunità, con la creazione di spazi funzionali, accoglienti e rispettosi del contesto urbano e naturale».
Apiemme Engineering ha curato meticolosamente i dettagli della casa funeraria San Marco, integrando accessori ed elementi di arredo in grado di valorizzare ogni ambiente. Il risultato è uno spazio che emana un’eleganza raffinata e discreta, più vicina a quella di una residenza che a un contesto funerario, per offrire un’esperienza più armoniosa e serena in un’atmosfera accogliente e rispettosa.
Sono tre le sale destinate all’esposizione del defunto –Corallo, Smeraldo e Topazio –ognuna caratterizzata da tre differenti colorazioni e affiancata da un salottino privato che garantisce la privacy.
Render della casa funeraria San Marco di Pordenone, progettata e realizzata da Apiemme Engineering, il noto studio guidato da Paolo Gentilini: dalla demolizione alla costruzione del nuovo edificio per procedere poi con gli interni e gli impianti elettrico e meccanico.
LE PERSONE
Un luogo dove far sentire a casa le persone. È stata presentata così dai soci delle Pompe Funebri Associate la casa funeraria di Pordenone che si sviluppa su due livelli. Alla hall con reception del piano terra si affianca un corridoio sul fronte della struttura, con un’ampia vetrata rivolta al giardino esterno, che accompagna alle tre differenti sale –dedicate all’esposizione della
salma, ognuna affiancata da un salottino privato per garantire la necessaria privacy – e all’ampia sala del commiato. Un altro corridoio, sul retro dell’edificio e indipendente, è utilizzato dal personale dell’impresa per condurre alle sale per la preparazione della salma, per la tanatoprassi e alla stanza con la cella frigorifera.
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Un impegno che si tramanda da generazioni, con un occhio attento all’innovazione per l’impresa Locatelli di Clusone, in provincia di Bergamo.
Risale al 1470 la costruzione della chiesa di Clusone, in provincia di Bergamo, dedicata ai due Santi Defendente e Rocco, protettori delle epidemie, ai quali la popolazione rivolse le preghiere quando la peste colpì la Val Seriana nel 1477. La chiesa, con un piccolo campanile e un portico a tre campate, ospita 52 pitture murali realizzate in un arco di tempo di circa duecento anni, dall’anno di costruzione della chiesa fino al 1600. E dopo anni di abbandono –fu adibita perfino a deposito e polveriera nell’800 – seguiti da interventi di restauro, è oggi uno dei luoghi religiosi più cari ai clusonesi.
UN MODELLO COMPLETAMENTE
ELETTRICO
Ed è davanti a questa antica chiesa che l’impresa Locatelli
di Clusone ci ha dato appuntamento per presentarci la nuova autofunebre EMQE, scelta in una particolare tonalità di grigio. «Apprezziamo da sempre le linee delle autofunebri Ellena, a cui ci rivolgiamo per il nostro parco auto già da tempo», afferma Benedetto Locatelli, titolare dell’impresa. «Questo ultimo modello unisce la già nota estetica elegante a un motore completamente elettrico che contribuisce alla riduzione delle emissioni e all’efficienza energetica, senza rinunciare alle prestazioni».
«È un lavoro difficile, inutile negarlo. Ogni giorno ci confrontiamo con il dolore di chi ci sceglie per organizzare una cerimonia che onori la volontà del proprio caro e rispecchi la sua essenza», prosegue Benedetto Locatelli. «Proprio per questo, oltre all’esperienza, è fondamentale avere una forte motivazione e passione. Le salme che ci vengono affidate non sono numeri, ma persone che hanno vissuto, lasciato tracce e meritano un ultimo saluto nel modo più dignitoso e rispettoso possibile».
Quella dell’impresa Locatelli, punto di riferimento per la comunità di Clusone, in provincia di Bergamo, e dei paesi limitrofi, è una filosofia che si tramanda da generazioni. Dalle origini nella falegnameria dei nonni alla licenza ottenuta
Anche i particolari fanno la differenza e arricchiscono ogni modello firmato Ellena, sia per quanto riguarda le linee sia per l’allestimento degli interni, come confermano le immagini dell’ultimo modello EMQE scelto pochi mesi fa dall’impresa Locatelli di Clusone.
negli anni Settanta dal padre Pietro, oggi la guida dell’impresa è affidata a Benedetto affiancato dalla fondamentale presenza del figlio Luca. L’impresa Locatelli può inoltre contare sulla competenza di Moira, moglie di Benedetto, sull’esperienza del direttore tecnico Henri Giudici, sull’efficienza dell’impiegata Emanuela e sulla preparazione di uno staff affiatato che porta avanti l’impegno e i valori dell’impresa di famiglia.
La EMQE davanti alla chiesa dei Santi Defendente e Rocco a Clusone, in provincia di Bergamo.
Non solo qualità ma anche efficienza e velocità. Spaf garantisce a tutte le imprese la disponibilità immediata e la consegna in tempi brevissimi di tutti gli accessori e le maniglie presenti nel catalogo.
È di rigore una necessaria premessa: oggi ragioniamo dei funerali solenni pur sempre di un sovrano (evento del tutto straordinario) per di più in uno stato estero (il Vaticano), quindi è solo possibile tracciare o delineare un vago parallelismo con le procedure di polizia mortuaria italiane, che gli assidui lettori di Tecnica già sapranno certo padroneggiare.
La Santa Sede, in un apposito comunicato ufficiale diffuso su tutti i media, è stata laconica: una volta provveduto al formale accertamento di morte (in via strumentale con il cosiddetto tanatogramma?) la salma del sommo Pontefice è stata sottoposta a trattamento igienicoconservativo, così da permetterne una più lunga esposizione, in piena sicurezza. Per volere dello stesso Papa Francesco, dal cerimoniale delle esequie è stato abrogato il catafalco con cuscini, su cui il cadavere avrebbe dovuto essere trasportato verso la Basilica di San Pietro, prima della deposizione vera e propria nella bara. Si è quindi proceduto subito dopo a vestizione e incassamento.
Come richiesto dallo stesso Papa Francesco nel suo testamento, dopo i funerali celebrati sabato 26 aprile sul sagrato della Basilica di San Pietro, alla presenza di centinaia di migliaia di fedeli, capi di stato e centinaia di delegazioni straniere, le spoglie del pontefice sono state portate nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione.
I SIMBOLI
DELLA VESTIZIONE
La spoglia mortale di Francesco è stata così abbigliata: sulle tempie del defunto è stata delicatamente posta la mitria, copricapo liturgico tipico dei vescovi e simbolo della dignità episcopale. Sopra la veste bianca è stata sistemata un’elegante casula rossa. Il colore rubino e così acceso richiama la potente azione dello Spirito Santo e lo stesso sacrificio cruento di Cristo sul Calvario. Attorno al collo e sulle spalle poggia il pallio, ossia una striscia di pura lana bianca costellata da croci nere, segno ultimo dell’autorità pastorale e di comunione con la Chiesa stessa. Tra le mani (molto ben curate) è stata posta e intrecciata la corona del santo rosario.
DELLA SALMA:
VOCI INCONTROLLATE
E IPOTESI REALISTICA
Nelle ore immediatamente successive alla morte, avvenuta il
Jorge Maria Bergoglio
è stato eletto Papa, scegliendo il nome Francesco, nel 2013, a seguito della rinuncia di Papa Benedetto XVI.
21 aprile, prima dell’allestimento della camera ardente e delle esclusive immagini diffuse sulla reale condizione del corpo esamine si sono diffuse, specie sui social, e rincorse voci incontrollate e pazzesche, vi-
sto, di solito, il massimo riserbo della Santa Sede su questioni necroscopiche che potrebbero pure riuscire a tratti macabre e morbose, soprattutto per il grande pubblico, usualmente poco interessato ai problemi di polizia mortuaria.
Alcuni esperti hanno addirittura fantasticato su presunti balsami antiputrefattivi impiegati anche nella normale tanatoprassi (almeno nei Paesi dove essa sia liberamente praticabile), non più a base di formalina, come sembrerebbero richiedere i più rigorosi e restrittivi standard sull’impiego di prodotti biocidi nell’industria funeraria.
Possiamo azzardare, comunque un’ipotesi realistica, che la salma non è stata imbalsamata (nel senso tecnico della legge italiana) né sottoposta a interventi di semplice tanatoestetica. Infatti i primi sgradevoli signa mortis da subito sono stati ben visibili sul viso del Papa, con ogni probabilità dovuti anche alla causa di morte.
UN SOLO COFANO, LA RIFORMA DI PAPA FRANCESCO
La cassa mortuaria, ovviamente realizzata artigianalmente ad hoc, è un’eccellenza del made in Italy.
Vista in pianta presenta una forma trapezoidale, non spallata quindi, molto semplice nelle linee: nessun intarsio, cornice o decorazione.
Pregevoli gli incastri delle assi a coda di rondine. Bella l’imbottitura sempre rossa, però di una tonalità più scura e impreziosita da un ricamo sul bordo, essa è molto aderente alle pareti del cofano.
Lo stesso Pontefice ha fortemente riformato il rito delle proprie esequie, abolendo la disposizione invero un po’ anacronistica delle tre bare: una di semplice legno, preferibilmente abete o cipresso, quella metallica esterna di metallo e infine il cofano più voluminoso di
contenente il rogito, cioè un breve riassunto del pontificato appena conclusosi, la medaglia e le monete coniate durante il regno del de cuius.
Anche sul coperchio di zinco sono stati apposti molteplici sigilli di garanzia, da parte delle autorità vaticane e lo stemma, l’emblema di Papa Francesco, nei suoi anni di pontificato, assieme a una targhetta identificativa (molto simile alla previsione della normativa italiana).
Top secret sulle caratteristiche tecniche del feretro, come spes-
prezioso rovere o noce. In quest’occasione si è ricorsi a una più convenzionale disposizione del doppio feretro per la tumulazione stagna, vale a dire controcassa di zinco (non più piombo) interna al feretro e cofano ligneo esterno.
All’atto della chiusura, effettuata con la tradizionale saldatura a caldo, nel feretro sono stati deposti un tubo di metallo
sori del legno o della lastra di zinco, o altri dispositivi di profilassi (per esempio, la valvola depuratrice?).
Sul coperchio campeggia un’imponente croce latina bianca, non in rilievo. Anche la disposizione delle viti sul coperchio piatto, ottenuto forse da un unico pezzo, tradisce la natura altamente atipica, eccezionale e irripetibile di questa opera di arte funeraria. Sulla cassa è stato, infine, applicato il motto scelto dallo stesso
Papa “perdonare e scegliere”, ovviamente in latino, assieme al vessillo episcopale.
Tutta questa procedura di preparazione alla chiusura del feretro è stata appositamente verbalizzata.
La cassa di legno è stata poi cerchiata con un nastro rosso, il significato del gesto è prettamente liturgico, non si tratta, infatti, della classica reggetta applicata al fine di contenimento, tenuta ermetica ed integrità del feretro, una volta tumulato.
Molto toccante il penultimo atto di suffragio, prima del trasporto a feretro chiuso: il rito della velatio. in effetti, alla presenza di pochi intimi, sul sembiante del Pontefice, ormai molto provato e dall’insano pallore violaceo è stato pietosamente steso un velo di purissima seta bianca, in funzione di sudario.
Questa operazione non serve a nascondere il tumultuoso avvio dei processi putrefattivi sulle parti scoperte, appunto come il viso, ma mantiene un significato sacro e trascendente: si copre con un ultimo gesto di riguardo e pudore lo sguardo del defunto dalle miserie e ingiustizie di questo mondo, così da favorirne il pio transito verso la sepoltura in perpetuo. È un segno di inevitabile e definitivo distacco dagli affanni terreni.
Scegliere una camicia in cotone garantisce un look impeccabile, anche dopo molteplici utilizzi e lavaggi, e una sensazione di freschezza.
Sono diversi i motivi per cui
indossare al lavoro una camicia realizzata al 100% in cotone riveste un’importanza fondamentale. In primo luogo, il cotone è un materiale naturale che offre comfort e traspirabilità durante l’intera giornata lavorativa, permettendo alla pelle di respirare, riducendo così il rischio di sudorazione e mantenendo una sensazione di freschezza anche nelle giornate più calde.
La camicia in cotone è nota per la sua capacità di assorbire l’umidità, contribuendo a mantenere il corpo asciutto e confortevole.
UN ASPETTO SEMPRE PULITO E PROFESSIONALE
Dal punto di vista estetico, una camicia in cotone offre un aspetto pulito e professionale. Il tessuto naturale tende a es-
sere più liscio e a mantenere meglio la forma nel tempo rispetto ai materiali sintetici, garantendo così un look impec-
cabile anche dopo molteplici utilizzi e lavaggi.
Le camicie realizzate da Modit sono in popeline 100% cotone.
Con questo materiale resistono meglio all’usura e conservano la loro qualità nel tempo, rappresentando quindi un investimento intelligente per il guardaroba professionale.
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Tutti i capi firmati Modit – che si occupa di abbigliamento professionale dal design unico per uomo e donna dal 1989 –sono realizzati grazie a un attento servizio di rilevazione taglie effettuato da personale specializzato, che garantisce in questo modo la migliore vestibilità dell’abito.
Uno staff altamente specializzato e qualificato è pronto ad accompagnare l’impresario e i
dipendenti dell’impresa dal momento del preventivo fino all’assistenza post vendita. «Scegliere Modit significa scegliere una produzione completamente personalizzabile per ogni esigenza», fanno sapere dall’azienda piemontese. «Facendo tesoro delle esperienze di formazione e dei continui aggiornamenti, creiamo abbigliamento professionale di qualità rispettando i più alti standard qualitativi con un rigoroso processo di produzione».
Da sempre il colore influenza le emozioni, il modo in cui percepiamo l’ambiente e persino le decisioni che prendiamo. E questo vale in ogni settore, incluso quello delle onoranze funebri.
La scelta di tonalità mirate
può influenzare l’esperienza emotiva, anche quando si tratta di un’impresa di ono-
ranze funebri, dove l’uso dei colori non solo vuole trasmettere un preciso messaggio ma può anche contribuire a creare
un’atmosfera di rispetto, serenità e conforto.
Se da un lato il nero rimane infatti il colore simbolo del lutto
nella tradizione occidentale, oggi molte imprese di onoranze funebri stanno rivalutando le tonalità impiegate nei loro servizi e negli spazi in cui operano ogni giorno.
Toni neutri, sfumature tenui e combinazioni sofisticate possono trasmettere calore e delicatezza, aiutando le persone a vivere il momento del commiato in un ambiente che favorisca il raccoglimento e la memoria. E sono infatti sempre più scelti anche per le moderne case funerarie, dagli uffici alle sale del commiato fino a quelle dedicate a ospitare il defunto per l’ultimo saluto di parenti e amici.
Chromotherapia. La fotografia a colori che rende felici.
È il titolo della mostra visitabile da fine febbraio a giugno a Roma presso Villa Medici, curata da Maurizio Cattelan, tra i principali artisti italiani della scena contemporanea, e Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia a Roma –Villa Medici, specialista dell’immagine contemporanea. Una mostra che ripercorre la storia della fotografia a colori lungo tutto il XX secolo attraverso lo sguardo acuto di 19 artisti: un itinerario espositivo, articolato in sette sezioni, che trasporta in mondi vibranti e saturi in cui il colore colpisce la retina e mette in gioco l’intelletto.
Spesso denigrata e raramente presa sul serio, la fotografia a colori ha in realtà permesso ai fotografi di sbizzarrirsi, di mettere mano alla loro tavolozza per ridipingere il mondo. Sono in tanti a essersi liberati dai vincoli documentaristici del mezzo fotografico per esplorare le comuni radici dell’immagini e dell’immaginario, flirtando con il pop, il surrealismo, il bling, il kitsch e il barocco.
La conquista del colore in fotografia segue di poco l’invenzione del mezzo con i primi esperimenti a scopo scientifico a metà del XIX secolo.
Nel 1907 fu messo a punto il primo procedimento fotografico industriale a colori grazie all’autochrome, creato da fratelli Lumière.
È l’inizio di un secolo di sperimentazione cromatica: dalle scene ordinarie alle riflessioni filosofiche e politiche, il colore trascende il semplice strumento per diventare elemento narrativo essenziale. Tutte queste innovazioni del quotidiano rivelano un’immagine surreale, iperreale che reinventa i generi –dalla natura morta al ritratto –
offrendo una visione gioiosa e colorata del mondo.
Che si tratti di amplificare i dettagli di una scena quotidiana, di ridefinire i codici di bellezza delle riviste o di immortalare soggetti impegnati, la fotografia a colori offre una visione intensamente cromatica del mondo.
Tale varietà di sguardi e di pratiche rivela un comune filo conduttore: la volontà di mostrare le cose in modo diverso, infondendo nelle immagini la vita e l’emozione che solo il colore può trasmettere.
Copertina del libro, a corredo dell’omonima mostra Chromotherapia. La fotografia a colori che rende felici, curata da Maurizio Cattelan e Sam Stourdzé.
Da un secolo, l'eccellenza del Made in Italy
100 anni di esperienza, valori e rispetto
N
ei mesi più caldi, il minifrigo Olivetti garantisce una conservazione sicura della salma, assicurando il rispetto e la tranquillità in ogni ultimo saluto.
La versione Sprint, con il coperchio aperto, agisce da efficiente raffrescatore, offrendo alle famiglie un contatto visivo più diretto. Nelle case funerarie, si integra con discrezione nell’ambiente e agisce in sinergia con la climatizzazione.
La versione F1, con coperchio chiuso, è lo strumento fondamentale per l’impresario che cerca la vera refrigerazione. Disponibile con coperchio spallato oppure dritto, per coprire una vasta gamma di feretri.
Il minifrigo F1 di Olivetti è disponibile nelle versioni spallata o dritta, nella rinnovata finitura noce oppure marmorizzata. In alto, la versione Sprint.
Quando un accessorio si rivela pratico e semplice da montare è naturalmente molto apprezzato da un impresario funebre, che a volte si trova da solo ad allestire una camera ardente. Ma nello stesso accessorio l’impresario vuole ritrovare anche tutta la qua-
lità e l’estetica necessarie a garantire un servizio di classe.
Tra l’ampia produzione firmata Zenit, il fondale Roll Up risponde perfettamente alle richieste di praticità ed estetica grazie al telo riavvolgibile e alla qualità dei materiali utilizzati.
«Grazie alla nostra esperienza sappiamo quanto tutte queste caratteristiche, estetica, qualità e praticità, siano fondamentali per un impresario», commenta Francesco Scuri di Zenit. «E puntiamo a riconfermarle ogni volta che studiamo un prodotto nuovo».
Terni, il cimitero per animali è una realtà
Lo scorso mese di luglio, al fine di consentire la continuità del rapporto affettivo tra i proprietari e i loro animali d’affezione deceduti e garantire la tutela dell’igiene pubblica, l’amministrazione comunale ha individuato nell’area del cimitero di Terni una zona dedicata alla sepoltura degli animali.
E oggi il cimitero comunale accoglie le spoglie di cani, gatti, criceti, uccelli da gabbia, pesci ornamentali e altri animali domestici di piccole dimensioni, a condizione che un apposito certificato veterinario escluda la presenza di malattie trasmissibili all’uomo. «Il cimitero degli animali di affezione è oggi una realtà anche a Terni. All’individuazione delle 5 aree interne al cimitero urbano destinate al progetto, deliberata a luglio dal consiglio comunale, è seguita a ottobre l’approvazione in giunta del disciplinare che regola costi e modalità di accesso al servizio.
Avviato nel gennaio 2023, il progetto di digitalizzazione dell’archivio dei servizi cimiteriali di Saronno portato avanti da Saronno Servizi ha segnato un cambiamento radicale nella gestione dei servizi cimiteriali di via Milano e della Cascina Ferrara.
E ora siamo finalmente giunti all’operatività, con la sepoltura del primo ospite, una gattina di nome Siria che è stata tumulata nei giorni scorsi e presto avrà una vera lapide in marmo, che andrà a sostituire la targa provvisoria», ha dichiarato a fine gennaio Marco Iapadre, assessore con delega ai servizi cimiteriali. «Sono soddisfatto per il raggiungimento di quello che considero un traguardo di civiltà e di umanità: dare la possibilità ai tanti concittadini che possiedono un animale domestico di avere un luogo dedicato e accogliente dove tumulare quelli che con gli anni diventano veri e propri membri del nucleo familiare». www.comune.terni.it
Ogni documento cartaceo è stato scansionato e inserito in un database consultabile, accessibile non solo dagli uffici comunali, ma anche dai cittadini. Attraverso un portale on line dedicato, infatti, è possibile gestire in modo più semplice ed efficiente le pratiche relative a loculi e tombe, ma soprattutto individuare facilmente la posizione di ogni defunto, in modo rapido e intuitivo, grazie a una mappa interattiva e a immagini dettagliate. Il primo passo è stato un accurato censimento di tutte le tombe e i loculi dei cimiteri, corredato da una documentazione fotografica meticolosa. Ogni sepoltura è stata catalogata con precisione, garantendo l’accuratezza e la completa tracciabilità delle informazioni. Successivamente, i dati raccolti da documenti cartacei sono stati digitalizzati e resi facilmente consultabili e gestibili.
www.saronnoservizi.it
Nasce per offrire un’alternativa moderna, anche come elemento d’arredo in caso di affido, l’urna Omega in ceramica di Bertoncello.
Fornita sia con il coperchietto abbinato per l’inserimento nel loculo sia con il portavaso per un fiore o una piantina, è disponibile nei colori tortora, ardesia e bianco.
BERTONCELLO GRAZIANO tel. 0424 848267
www.bertoncellograziano.it
Una collezione di urne dedicate al mare, simbolo di viaggio, di eternità e di ritorno.
Personalizzate con disegni ispirati alle onde e ai suoi simboli, le urne di Elinvenit sono disponibili in rovere, rovere sbiancato e noce, nelle forme cubo (4,4 L), libro (3,6 L), libro large (5,1 L) e rettangolare (6,5 L).
ELINVENIT cel. 346 9453064
www.elinvenit.it
Ogni creazione firmata Ferrari riflette la passione e la tradizione artigianale di qualità che si uniscono all’autenticità dei moderni processi produttivi. Come il modello Sydney Ultima Cena, in esotico o mogano, arricchito da un intaglio dall’elevato valore simbolico.
Al fianco dell’impresario moderno, il progetto Ara firmato L’Equipe si conferma uno strumento indispensabile che valorizza la professione e il momento della consegna dell’urna.
L’elegante bauletto in ecopelle accoglie ogni tipologia di urna, è disponibile in tre colori, con la piantana personalizzabile con il logo dell’impresa.
È pensata per chi desidera una cerimonia raffinata il modello 520 Ramo di Lavalle.
Un ricercato cofano realizzato in yellow pine e arricchito da un ramo di ulivo, che unisce l’eleganza al suo notevole valore simbolico.
www.lavallecofani.com
Pensato per chi cerca uno stile unico senza rinunciare al fascino classico, il modello Vintage di Lombarda è realizzato in essenze pregiate quali noce nazionale, rovere slavonia e mogano afrika e si distingue per la particolare quanto difficile lavorazione a incastro a coda di rondine.
www.lombarda.info
L’elegante cofano 75 SW in frassino sbiancato di Lorandi è arricchito da piccole e ricercate pietre preziose. La forma squadrata si unisce con grande armonia a linee più morbide per dare vita a un modello imponente, ma sempre sobrio e discreto.
È un’artistica rosa intagliata che avvolge dolcemente dal coperchio alla fascia laterale, proprio come in un abbraccio, il cofano Rosa Coperchio. Un elegante modello firmato Melloni e presentato in frassino sbiancato.
Appartiene alla linea Modern di Rosa il modello Venezia Resinoso, caratterizzato dalla modernizzazione di un intaglio tradizionale. Per la sua realizzazione vengono impiegati legni resinosi: frakè, frassino, mogano e finitura a cera.
Un raffinato intaglio floreale sulla fascia centrale arricchisce le linee eleganti del modello 29 della linea Elegance, confermando la volontà di Scacf di richiamare un’estetica classica. Disponibile in frakè, larice e mogano.
Non è solo un cofano il modello Zelanda di Urciuoli Global, ma è un gesto d’amore scolpito nel legno. Ogni intaglio fatto a mano parla di rispetto, ogni curva racconta un addio vissuto con dignità. Pensato per chi vuole offrire un ultimo omaggio, autentico e indimenticabile.
con intaglio a mano
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I RITUALI TRASFORMANO IL CAOS IN ORDINE, IL DOLORE IN MEMORIA, IL DISTACCO IN CONTINUITÀ (JOSEPH CAMPBELL)
Nel mondo del commiato, il rituale assume un ruolo fondamentale nel dare senso al distacco e nel trasformare il dolore in memoria. Anche in una cerimonia umanista, dove non ci sono formule prestabilite o riferimenti religiosi, i gesti simbolici e le parole scelte con cura possono creare un momento profondo di condivisione e significato.
In questo articolo, esploreremo come la figura del/della celebrante possa guidare le famiglie nella scelta di simboli e rituali che rendano ogni cerimonia unica, personale e autentica.
I simboli parlano un linguaggio universale. Attraversano culture, epoche e sensibilità, per-
mettendo di esprimere emozioni che spesso le parole non riescono a catturare. Nelle cerimonie umaniste il simbolo non è un elemento decorativo, ma un ponte tra il vissuto della persona scomparsa e il ricordo che i suoi cari conserveranno.
ESEMPI DI SIMBOLI CHE POSSONO ARRICCHIRE
UNA CERIMONIA
PAOLA MINUSSI a cura di
Amo la comunicazione in tutte le sue forme: adoro scrivere e raccontare storie, sono un’instancabile lettrice e ho girato il mondo come musicista. Sono celebrante accreditata Uni/Pdr 118:2021 e accompagno, chi lo desidera, in un viaggio della memoria, perché sono convinta che celebrare la vita di chi abbiamo amato possa aiutare a trovare un senso nella nostra esistenza e a vivere con maggiore serenità. paola.celebrantelaica@gmail.com www.latuacerimonia.it
• Candela accesa: rappresenta la luce della memoria che continua a risplendere, un piccolo gesto di raccoglimento e riflessione collettiva.
• Fiori donati: ogni fiore ha un significato e scegliere di offrire una rosa, un girasole o una margherita può diventare un modo per tra-
smettere un pensiero personale.
• Acqua versata: un gesto che può simboleggiare il fluire della vita e il legame con la natura, evocando un senso di continuità.
• Oggetti significativi: esporre un oggetto caro alla persona scomparsa (un libro, uno strumento musicale, un capo di abbigliamento) può creare un forte impatto emotivo per i presenti.
L’importante è che il simbolo venga scelto in modo autentico, in sintonia con la personalità e la storia di chi ci ha lasciato.
COME
Un rito non è solo un’azione ripetuta, ma un momento di unione e condivisione. In una cerimonia umanista, il rituale può diventare un atto
una guida discreta ma essenziale, deve avere la sensibilità di comprendere cosa può confortare la famiglia e come rendere la cerimonia un momento di reale significato
collettivo che aiuta i presenti a sentirsi parte di un addio significativo.
COINVOLGENTI
• Condivisione di un ricordo: ogni partecipante può scrivere un pensiero, un ricordo o un messaggio su un biglietto che verrà poi raccolto in una scatola o disperso simbolicamente.
• Cerchio del commiato: i presenti possono disporsi in cerchio e, a turno, pronunciare una frase, un augurio o un ricordo.
Questo gesto rafforza il senso di comunità e vicinanza.
• Passaggio di un oggetto simbolico:
una candela, una pietra, un fiore possono essere passati di mano in mano, ognuno aggiungendo un pensiero silenzioso prima di depositarlo in un luogo speciale.
• Gesto conclusivo: soffiare bolle di sapone, piantare un albero, liberare petali nell’acqua o nel vento sono modi delicati per simboleggiare il passaggio e il ricordo che resta.
Questi rituali, se ben guidati dal celebrante, permettono ai partecipanti di sentirsi parte attiva della cerimonia, piuttosto che spettatori passivi del commiato.
Oltre ai gesti e ai simboli, la parola è il vero cuore della cerimonia umanista. Ogni discorso deve essere scritto e pronunciato con cura, affinché rispecchi la personalità e il valore della vita della persona scomparsa.
LE PAROLE GIUSTE?
• Dare voce alla persona: parlare di chi era, delle sue passioni, delle sue scelte, evitando formule impersonali.
• Evitare un tono eccessivamente solenne: un linguaggio semplice, autentico e vicino ai sentimenti dei
presenti è spesso più efficace di frasi elaborate.
• Lasciare spazio alle emozioni: una cerimonia umanista non deve temere il silenzio, le lacrime o i sorrisi. Le parole devono accogliere tutte le sfumature del commiato.
• Coinvolgere i presenti: se possibile, dare spazio a chi desidera dire qualcosa, anche con una breve lettura o una testimonianza spontanea. Le parole hanno il potere di trasformare il dolore in memoria e il compito del celebrante è trovare il giusto equilibrio tra profondità, calore e vicinanza.
UNA GUIDA DISCRETA
MA ESSENZIALE
Il mio ruolo in veste di celebrante umanista è quello di essere una guida discreta ma essenziale.
La celebrante umanista, come nel mio caso, non è solo colei che parla, ma anche colei che ascolta, accoglie e accompagna. Deve avere la sensibilità di comprendere cosa può confortare la famiglia e come rendere la cerimonia un momento di reale significato.
• Ascoltare senza pregiudizi: ogni famiglia ha una storia diversa e la celebrante deve saper cogliere ciò che conta davvero per loro.
• Suggerire senza imporre: offrire idee su simboli e rituali, ma lasciare sempre spazio alle scelte personali.
• Gestire il tempo e il tono della cerimonia: fare in modo che tutto scorra con naturalezza, evitando momenti di imbarazzo o pause troppo lunghe.
• Rispettare i sentimenti di tutti i presenti: non tutti vivono il lutto nello stesso modo e chi celebra deve saper accogliere ogni emozione con empatia.
In una società in cui sempre più persone cercano alterna-
tive ai riti tradizionali, la cerimonia umanista si distingue per la sua capacità di adattarsi alle storie e ai sentimenti individuali. Creare significato attraverso i gesti e le parole è un’arte delicata, che richiede ascolto, sensibilità e rispetto.
E in questo equilibrio tra memoria e commiato, tra dolore e celebrazione, si trova il vero valore di una cerimonia umanista ben condotta.
Grazie al mio ruolo di celebrante umanista, accompagno ogni famiglia con il massimo rispetto, mettendo il cuore in ogni parola e gesto. Per me, ogni cerimonia è un’opportunità unica per onorare la memoria di chi non c'è più, trasformando il commiato in un momento autentico e si-
gesti simbolici e parole scelte con cura possono creare un momento profondo di condivisione e significato
gnificativo. È un compito che svolgo con profonda dedizione, consapevole che, attraverso i simboli, i rituali e le parole, posso aiutare i presenti a trovare conforto e a custodire per sempre il ricordo di chi hanno amato.
Modulapide risponde in modo concreto alle esigenze dell’impresario moderno che vuole offrire alle famiglie un monumento definitivo totalmente personalizzabile, anche utilizzando il configuratore on line gratuito.
Ogni soluzione Modulapide si contraddistingue per le linee semplici e le colorazioni delicate, che si adattano in modo armonioso a tutti gli accessori di arte funeraria, da quelli più moderni ai classici, presenti
nel settore funerario. Disponibile nella maggior parte delle misure utilizzate nei cimiteri d’Italia, il monumento è realizzato in alluminio riciclato e riciclabile al 100% utilizzando una verniciatura a polveri, ad
alta resistenza, certificate Qualicoat 2, che permettono un’eccezionale durata, resistendo agli agenti atmosferici e al passare del tempo. Le colorazioni disponibili, molte delle quali simulano l’effetto della pietra naturale, consentono una perfetta integrazione all’arredo cimiteriale.
PIÙ DI 1.500
COMBINAZIONI
Grazie ai moduli intercambiabili è possibile dare vita a più di 1.500 combinazioni scegliendo tra diverse tipologie di Trattandosi di una soluzione modulare, il monumento definitivo può essere modificato e implementato anche successivamente, rimuovendo o sostituendo i diversi accessori.
testate, accessori, colori e misure e avere un monumento definitivo personalizzato estremamente resistente, ma anche leggerissimo e molto apprezzato esteticamente.
L’innovativa soluzione può essere modificata e implementata anche dopo la sua installazione. È infatti basata sul concetto dell’unione di componenti modulari in alluminio –avvitati tra loro con viterie in acciaio inox – che in caso di rotture accidentali possono essere smontati e ripristinati o sostituiti.
La lapide personalizzata è configurabile con un programma on line che consente agli impresari di progettarla direttamente dal proprio computer o dal cellulare, per proporla poi alla famiglia comprensiva del preventivo di spesa.
Modulapide non necessita di fondamenta cementizie, la sua installazione è semplice e veloce: dopo aver livellato il terreno si può posizionare la soluzione scelta e procedere con l’inserimento della ghiaia che farà da riempimento, per poi inserire il divisorio e posizionare gli accessori scelti.
È sufficiente richiedere a commerciale@modulapide.com le credenziali di accesso per poter usufruire del servizio gratuito e senza limitazioni di utilizzo. «È uno strumento innovativo e intuitivo, con una facilità di utilizzo che lo rende fruibile da tutti gli impresari, anche senza una competenza tecnica, da qualsiasi tipologia di device», afferma Francesco Cullere, che gestisce insieme al fratello Lorenzo l’azienda che ha lanciato sul mercato Modulapide. «Il configuratore on line consente alle imprese di fornire un importante e ulteriore ser-
vizio alle famiglie clienti, contribuendo inoltre a incrementare le proprie vendite». La soluzione scelta, esattamente come è stata configurata dall’impresario per la famiglia, viene spedita su tutto il territorio nazionale, senza ulteriori spese aggiuntive di spedizione e imballaggio.
Ho il piacere di raccontare in questo articolo un’esperienza di formazione aziendale, che alcuni definiscono particolare.
Lo stupore che accompagna il racconto di questa mia esperienza scaturisce forse dalla combinazione di due tematiche apparentemente distanti: la formazione aziendale e la morte.
Fortunatamente ho avuto modo di conoscere numerosi imprenditori che si prendono davvero cura dei loro dipendenti. La titolare dell’azienda che mi ha ospitata per questo intervento è proprio una delle persone che mette al primo posto il benessere della propria squadra.
Il confluire di tutti questi elementi ha fatto sì che mi trovassi a parlare di fronte a un pubblico esclusivamente maschile – essendo l’attività appartenente al settore metalmeccanico – e ad affrontare
tematiche delicate come la morte, il lutto e la perdita. Il mio intervento è stato inserito in un programma più ampio, pensato per offrire momenti di formazione ai dipendenti non solo in ambiti legati al lavoro, ma anche alla vita privata.
L’atteggiamento di fondo della titolare si basa su un principio semplice quanto profondo: se un dipendente è felice, l’ambiente lavorativo migliora, cresce in qualità, equilibrio, serenità e si riduzione i conflitti. E questo contesto porta inevitabilmente a una migliore produttività e benessere generale.
L’ESPERIENZA
DELLA PERDITA
Con lungimiranza, la titolare dell’azienda ha compreso che
la vita non si esaurisce dentro le mura dell’azienda e ha dunque deciso di dare vita a uno straordinario progetto, gratuito, dedicato ai suoi dipendenti. Un’iniziativa che offre loro la possibilità di stare bene, anche al di fuori dell’ambito lavorativo. Si tratta di un gesto raro di umanità e comprensione, profondamente rispettoso, che ha già prodotto e continua a dare frutti ben più preziosi del semplice guadagno o dell’otti-
mizzazione della produzione.
L’intervento che ho curato personalmente aveva come titolo
L’esperienza della perdita e il mio obiettivo non era tanto quello di fornire risposte, ma di proporre una riflessione: quali altri aspetti posso osservare e vivere in una perdita?
Un quesito che apre infinite possibilità di interpretazione, a mio parere tante quante sono le persone che abitano questa terra.
DELLA MORTE
Gli argomenti che ho proposto agli auditori hanno riguardato lo stato dell’arte sul tema della morte e le possibili ragioni per cui è ancora un argomento scomodo.
Ho avuto però modo di approfondire gli aspetti della perdita, le emozioni che ne scaturiscono, le dinamiche relazionali tra chi resta e alcuni aspetti legati all’ambito esistenziale e fe-
nomenologico del lutto, oltre alle reazioni e alle risposte emotive delle persone.
Ritengo che ogni realtà aziendale, anche le imprese di onoranze funebri – in cui dipendenti e titolari si confrontano quotidianamente con la perdita e la sofferenza di chi deve dare addio ai propri cari – possa trarre beneficio da momenti di ascolto e condivisione come questo.
Mi sono trovata davanti a persone che, con i loro vissuti emotivi, non solo hanno ascoltato, ma con mio enorme stupore e gratitudine hanno condiviso le proprie esperienze. Hanno parlato apertamente, raccontato le loro storie, espresso con autenticità il proprio pensiero.
Per me questo rappresenta un segnale forte: questi dipendenti si sentono accolti in un’azienda che li considera individui, anche al di là del ruolo lavorativo. È una constatazione basata
anche dipendenti e titolari di imprese di onoranze funebri, che si confrontano quotidianamente con la perdita e la sofferenza di chi deve dare addio ai propri cari, può trarre beneficio da momenti di ascolto e condivisione
sulla mia esperienza, certo, ma avendo viaggiato e incontrato diverse realtà lavorative in Italia, posso affermare che il tipo di relazione instaurato tra azienda e lavoratore ha un impatto enorme.
Un ambiente lavorativo in cui le persone sono libere di esprimersi, protette e valorizzate, porta a una naturale diminuzione dello stress lavorativo e di eccessivi turn over, oltre a una maggiore serenità collettiva.
in filosofia.
professionista in dinamiche relazionali a indirizzo fenomenologico esistenziale e formatrice. Lavora con singoli o gruppi di persone in ambito personale e aziendale. Nel suo progetto di death education “Tratto da una storia vera” pubblica articoli e interviste. Ha scritto e registrato il Podcast “La mia vita senza te – come affrontare il lutto in modo consapevole”.
Iscr. al Reg. Regionale Veneto n°84 del 26/06/2017 ai sensi della Legge 1401/13 n°4 – Disposizioni in materia di professioni non organizzate
Dardiz cell. 348 3959516 info@ladardiz.com ❖ www.ladardiz.com
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Prodotta con materiali ad alta elasticità e tenacia, Mentofix® è la mentoniera con una straordinaria resistenza meccanica. Disponibile nelle taglie ergonomica e invisibile grazie al colore neutro, è indispensabile nell’attività di tanatoprassi e adatta a qualsiasi dimensione di collo.
Articolo utilizzabile in cremazione, inumazione, tumulazione, destinato esclusivamente alla gestione salme.
Le scatole per la raccolta delle offerte o per i ricordini si confermano indispensabili quando l’impresa vuole offrire alla famiglia un servizio curato in ogni dettaglio.
Bordeaux e blu sono i colori scelti da Ftc per le scatole destinate a raccogliere le offerte o conservare i bigliettini, le buste portadocumenti e i libri firma nella versione semplice oppure con una rosa sulla copertina.
Semplici e veloci da montare, le scatole porta offerte o destinate alla conservazione dei bigliettini studiate da Ftc sono sempre molto apprezzate anche per la loro eleganza e per la facilità con cui si possono abbinare a qualsiasi ambiente. Anche se troppo spesso sono sottovalutate, le scatole sono indispensabili per tutte le imprese funebri che vogliono offrire un servizio curato in ogni dettaglio. Realizzate in velluto blu oppure bordeaux, appartengono alla linea di coordinati che comprende anche le buste portadocumenti e i libri firma.
❖ Leader in Italia nella progettazione integrata di Case Funerarie
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La nuova versione modulare del Portacasse Olivetti è studiata per rispondere alle specifiche necessità degli impresari funebri.
Nella configurazione da esposizione, i bracci sono inclinati in avanti e offrono una visibilità ottimale, che valorizza l’estetica dei cofani.
Per le classiche esigenze di stoccaggio, abbiamo invece la configurazione da magazzino, che presenta bracci con inclinazione posteriore. Gli innovativi bracci modulari possono essere smontati e sostituiti, passando così alla diversa configurazione.
Portata certificata di 100 kg per ogni ripiano.
3 piani doppio per esposizione.
3 piani doppio per magazzino.
3 piani per magazzino.
Barre trasversali di rinforzo.
OLIVETTI tel. 0522 875165 www.funerolivetti.com
VVettura americana del periodo anteguerra, trasformata localmente in autofunebre, è quasi sicuramente arrivata in Italia a seguito delle truppe americane o forse semplicemente importata dopo la guerra. È una Buick berlina modello 57 del 1935, mossa da un poderoso motore 8 cilindri a benzina di circa 4000 cc. La vettura venne tagliata dopo il sedile anteriore e chiuso l’abitacolo come era consuetudine nel dopoguerra per trasformare molte berline in autofunebri o camioncini. La parte posteriore, grazie alla presenza del telaio separato a longheroni, venne ricreata da qualche artigiano locale con un notevole lavoro di ebanisteria.
Le immagini, inviate dall’impresa Antonione di Narzole, in provincia di Cuneo, mettono in mostra la classica struttura a baldacchino con colonne in legno, visi di putti agli angoli del tetto e i quattro pennacchi decorativi in piume di struzzo. Presenti gli immancabili cordoni per l’accompagnamento da parte dei parenti, il tutto ben rappresentato in questa bella foto durante un funerale.
• VALLE D’AOSTA
Crematorio Aosta (AO) 0165 551372
• PIEMONTE
Crematorio Acqui Terme (AL) 0142 726226
Crematorio Serravalle (AL) 0143 686254
Crematorio Valenzano (AL) 0131 947981
Crematorio Asti (AT) 0141 434771
Crematorio Biella (BI) 015 9248205
Crematorio Bra (CN) 0172 421627
Crematorio Eclipsy (CN) 0174 66535
Crematorio Novara (NO) 0321 402647
Crematorio Trecate (NO) 0321 783553
Crematorio Mappano (TO) 011 9968268
Crematorio Piemontese (TO) 0121 570394
Crematorio Torino (TO) 011 2419332
Crematorio Domodossola (VB) 0324 481988
Crematorio Verbania (VB) 0323 086780
Ponte Arcobaleno (AL)
339 9348830
Petit Ami (NO) 327 3672380
Angeli e Orme (TO) 388 1553015
Esperos (TO) 380 5050193
Oasi del Paradiso (TO) 345 8309168
• LIGURIA
Crematorio Genova (GE)
010 8361871
Crematorio La Spezia (SP) 0187 517570
Crematorio Savona (SV) 019 2072430
Ofa Cremazioni (GE) 333 4350203
• LOMBARDIA
Crematorio Bergamo (BG) 035 240711
Crematorio Brescia (BS) 030 3361932
Crematorio Como (CO) 031 252570
Crematorio Cremona (CR) 0372 801077
Crematorio Lodi (LO) 0371 423064
Crematorio Cinisello Balsamo (MI) 02 66023274
Crematorio Lambrate (MI) 02 88445560
Crematorio Mantova (MN)
Crematorio Cesena (FC) 0547 663736
Crematorio Ferrara (FE) 0532 230110
Crematorio Il giardino della cremazione (FE) 0532 864658
Crematorio Modena (MO) 059 828967
Crematorio Piacenza (PC) 0523 593511
Crematorio Parma (PR) 0521 290494
Crematorio Faenza (RA) 0546 663760
Crematorio Ravenna (RA) 0544 451398
Crematorio Reggio Emilia (RE) 0522 1831503
Crematorio Rimini (RN) 0541 741817
L’Ultima Carezza (FE)
320 0320225
Pets on Paradise (RN) 0541 1835556
• TOSCANA
Crematorio Arezzo (AR)
0575 21178
Crematorio Firenze (FI) 055 401372
Crematorio Ponte a Ema (FI)
347 7177078
Crematorio Grosseto (GR) 0564 1911329
Crematorio Livorno (LI) 0586 404305
Crematorio Turigliano (MS) 0585 1925154
Crematorio Pisa (PI) 050 910280
Crematorio Pistoia (PT) 0573 1921503
Crematorio Siena (SI) 366 9095389
Petheory (PO)
592 043
Arca Service (SI) 0577 574615
• MARCHE
Crematorio Ascoli Piceno (AP)
Crematorio San Benedetto (AP)
Crematorio Fano (PU)
Fenice (AN)
Cineraria (MC)
UMBRIA
Crematorio
298594
757077
372455
605805
2998135
• ABBIGLIAMENTO
Modit (TO) 011 9696366
• ACCESSORI E MONUMENTI IN BRONZO
Caggiati (PR) 0521 5208
• ACCESSORI PER LA CERIMONIA
bigliettini / libri firma / manifesti / ricordini
Ftc (TO) 011 6471002
• ASSOCIAZIONI
Registro Italiano Cremazioni (MI) 02 87214414
• AUTOFUNEBRI E FURGONI
Bell’s Car (MB) 0362 222214
Ellena (CN) 0175 217576
Pilato (TV) 0422 881413
• CAMERE ARDENTI E ACCESSORI
BL (VA) 0331 206803
Clarius (MC) 071 987108
Coccato & Mezzetti (NO) 0321 806789
Fhp (PR) 0521 5208
Olivetti (RE) 0522 875165
Riello (BS) 030 6871315
Zenit (PV) 0382 868222
• CARATTERI PER LAPIDI
Caggiati (PR) 0521 5208
• CARRELLI ED ELEVATORI
Coccato & Mezzetti (NO) 0321 806789
Fhp (PR) 0521 5208
Olivetti (RE) 0522 875165
Riello (BS) 030 6871315
• CASSONI RECUPERO SALME
Fhp (PR) 0521 5208
Olivetti (RE) 0522 875165
Spaf (TO) 011 9771553
• CELLE FRIGORIFERE
Fhp (PR) 0521 5208
Olivetti (RE) 0522 875165
Spaf (TO) 011 9771553
• CENTRO SERVIZI
Asf Italia (BS) 030 2702592
• COFANI
Bertoncello Graziano (VI) 0424 848267
Ferrari (MN) 0376 808901
Lavalle (CN) 0172 373013
Lombarda (BS) 030 311402
Lorandi (BS) 030 6900600
Melloni (BS) 030 6900601
Menegardo (VR) 045 4500532
Rosa (BS) 030 2148049
Scacf (PG) 075 856328
Urciuoli Global (AV) 340 9560538
• DETERGENZA E SANIFICAZIONE
Coccato & Mezzetti (NO) 0321 806789
Fhp (PR) 0521 5208
Spaf (TO) 011 9771553
• FIERE
Funéraire (Francia) +33 147565079
Funermostra (Spagna) +34 963861394
Memoria Expo (BS) 335 5311957
Myplant & Garden (MI) 02 6889080
Tanexpo (BO) 051 282611
• FRIGORIFERI PER COFANI
Fhp (PR) 0521 5208
Olivetti (RE) 0522 875165
• FUNERAL HOME - realizzazioni
Apiemme Engineering (BS) 030 225492
• HOLDING
Hofi (MI) 02 88186253
• IMBOTTITURE E VELI
Fhp (PR) 0521 5208
Zenit (PV) 0382 868222
• LAPIDI
Modulapide (VI) 335 1001305
• MACCHINARI PER INCISIONI
BL (VA) 0331 206803
Fhp (PR) 0521 5208
Olivetti (RE) 0522 875165
• MANIGLIE E ACCESSORI PER COFANI
Fhp (PR) 0521 5208
Riello (BS) 030 6871315
Spaf (TO) 011 9771553
• PROVVISORI
Bertoncello Graziano (VI) 0424 848267
• SOFTWARE & INFORMATICA
BL (VA) 0331 206803
• STAMPANTI
BL (VA) 0331 206803
• TAVOLI REFRIGERATI E DA VESTIZIONE
Coccato & Mezzetti (NO) 0321 806789
Fhp (PR) 0521 5208
Olivetti (RE) 0522 875165
• URNE
Bertoncello Graziano (VI) 0424 848267
Caggiati (PR) 0521 5208
Ferrari (MN) 0376 808901
Elinvenit (CN) 346 9453064
Fhp (PR) 0521 5208
L’Equipe (AL) 0131 253566
Lavalle (CN) 0172 373013
Lombarda (BS) 030 311402
Lorandi (BS) 030 6900600
Melloni (BS) 030 6900601
Menegardo (VR) 045 4500532
Riello (BS) 030 6871315
Rosa (BS) 030 2148049
Scacf (PG) 075 856328
Spaf (TO) 011 9771553
Urciuoli Global (AV) 340 9560538
• VALVOLE
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