Tecnica 7/2024

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ON THE ROAD

Non solo qualità ma anche efficienza e velocità. Spaf garantisce a tutte le imprese la disponibilità immediata e la consegna in tempi brevissimi di tutti gli accessori e le maniglie presenti nel catalogo.

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Tiziano Bertin tbertin@tecnicaed.it

Redazione

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Stampa Colorshade di Cabrini Matteo M. Via Cristoforo Colombo, 7 20068 - Peschiera Borromeo (MI)

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Chiuso in redazione il 17-5-2024

Mensile inviato gratuitamente a tutti gli operatori del settore, edito da

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TECNICA ED INFORMAZIONI DALLE AZIENDE

Anno 32 • n. 7 • luglio 2024

Sempre più spazio ai nostri esperti e professionisti, per affrontare insieme agli impresari il futuro del settore con approfondimenti, opinioni e consigli sulle principali e importanti tematiche della funeraria.

IL CONSIGLIO DELLA PSICOLOGA

Monica Fiocchi �� 347 3090216

VISUAL MERCHANDISING

Doriano Missora �� 338 6532182

SAI DIRLO CON I FIORI?

Laura Grandi e Roberto Sangalli �� 339 5080536

MUSICA

Jessica Pino �� 340 3834942

AUTOSTORICHE CHE PASSIONE!

Marco Sambataro �� 347 7847628

COUNSELLING

Emily Marie Dardiz �� 348 3959516

LEGGI E NORMATIVE

Carlo Ballotta �� 347 9904770

LA TUA CERIMONIA

DEATH EDUCATION

Riccardo Polo �� 346 3176436

Paola Minussi paola.celebrantelaica@gmail.com

DA COLLEGA A COLLEGA

Roberta Ridolfi e Tania Bressan dacollegaacollega@gmail.com

Tiziano Bertin

Un’idea semplice, eseguita magistralmente

È questo il segreto del successo per Chiotti Autotrasformazioni, fondata e sviluppata grazie all’impegno e alla visione di Franco Chiotti che ha saputo trasmettere ai figli Alessia e Luca un profondo senso di responsabilità e dedizione.

ALESSIA,

QUAL È STATO

IL TUO ESORDIO IN AZIENDA?

Ricordo con affetto quando ho iniziato a lavorare in azienda, avevo solo 16 anni. Il primo compito che mi fu affidato fu quello di lavare l’esposizione delle nostre autofunebri, sotto

lo sguardo attento di mio padre Franco. Lui insisteva sulla perfezione, scherzando sul fatto che avrei avuto guai seri se non avessi eseguito il lavoro a dovere.

CHI TI HA AFFIANCATO

NELLA TUA CRESCITA PROFESSIONALE?

Sicuramente i miei genitori, mio fratello Luca e Barbara Moriondo, il nostro braccio destro!

LA PRIMA MACCHINA

CHE HAI GUIDATO?

Rimarrà sempre impresso nella mia memoria il giorno in cui, emozionata e con un leggero timore, ho guidato la mia prima autofunebre: una Mercedes-Benz classe E W210 per il collaudo a Cuneo.

Le parole di mio padre – sali, parti e vai – furono un semplice incitamento, ma tutto ciò

di cui avevo bisogno per prendere coraggio e partire.

TI RICORDI LA PRIMA CONSEGNA?

Sì, ricordo vivamente quel giorno. Ho accompagnato mio padre da un cliente storico a Milano e ha deciso di affidarmi la guida dell’autofunebre. Nonostante la tensione iniziale, è stata un’esperienza molto gratificante e arrivati a destinazione l’entusiasmo del nostro cliente nel vedere il nuovo mezzo ha trasformato la mia ansia in gioia. Entusiasmo e soddisfazione che, ho poi scoperto, accomunano tutti i nostri clienti.

DI COSA TI OCCUPI, IN PARTICOLARE?

La nostra azienda si fonda su valori familiari e questo si riflette nella versatilità dei ruoli che ricopriamo. Io e mio fra-

Alessia Chiotti.

Una sorridente Adele in posa davanti a una delle ultime novità firmate Chiotti Autotrasformazioni.

Chissà quante foto simili tra i ricordi della mamma Alessia da piccola!

tello gestiamo ogni aspetto, dagli acquisti alle vendite fino all’ideazione e allo sviluppo di nuovi progetti. Mentre io, insieme a Barbara, coordino le operazioni principalmente dall’ufficio, Luca guida invece la carrozzeria.

È

MAI CAPITATO

DI DOVER SODDISFARE

UNA RICHIESTA

PARTICOLARE?

Ci sono stati richiesti colori esterni della carrozzeria che si discostano dall’ordinario, per esempio una tonalità ispirata a una squadra di calcio, oppure l’illuminazione del vano feretro con giochi di luce che potremmo definire un po’ psichedelici. L’attenzione al dettaglio

si estende anche a richieste particolari e personalizzate, specie per quanto riguarda i furgoni da sempre cuciti su misura, per rispondere alle esigenze dei nostri clienti.

QUALI SONO A TUO

AVVISO LE PRINCIPALI DIFFICOLTÀ NEL VOSTRO LAVORO?

Non è sicuramente un compito semplice inserire nuove figure qualificate che possano unirsi ai nostri esperti collaboratori.

RITIENI CHE SIA UN AMBIENTE COMPLICATO

PER UNA DONNA?

No, credo che la determinazione, l’impegno e il desiderio di crescita siano qualità indi-

Alla sede storica di Rossana si affianca quella di Piasco, sempre in provincia di Cuneo. Uno spazio espositivo di oltre 1.000 mq, con 2.000 mq dedicati alla produzione.

INTERVISTE

pendenti dall’essere donna o uomo, indispensabili per raggiungere il successo personale e professionale.

COSA TI PIACE DEL TUO LAVORO?

Adoro il mio lavoro per la sua varietà.

Mi piace assicurarmi che tutto sia fatto alla perfezione e spesso il venerdì mi dedico alla verifica degli ordini fatti in officina, alla cromatura lucidata come desidero io e a tante e piccole accortezze che, a mio avviso, permettono a una donna di esprimersi al meglio.

UN’AUTOFUNEBRE A CUI

SEI PARTICOLARMENTE LEGATA…

Negli ultimi mesi di vita di mio padre abbiamo realizzato un’autofunebre con un colore molto particolare, scelto ancora da lui. Purtroppo ci ha lasciati prima che fosse ultimata. Anche senza volerlo, mi rendo però conto che consiglio spesso ai clienti per le loro nuove autofunebri proprio questa particolare tinta.

C’È UN MODELLO CHIOTTI

PARTICOLARMENTE APPREZZATO DAGLI IMPRESARI?

La nostra gamma di modelli, che spazia da quelli storici a quelli di ultima generazione, ha costantemente ricevuto elogi e riconoscimenti. In particolare, il modello Mgc su

base Maserati Ghibli ha riscosso un successo straordinario, superando ogni nostra aspettativa.

UN OBIETTIVO

RAGGIUNTO, MAGARI

CON TANTA FATICA E

SACRIFICIO, MA DI CUI

SEI MOLTO FIERA...

Tra i più recenti, indubbiamente la nuova unità produttiva ed espositiva di Piasco che, da pochi mesi si affianca alla storica sede di Rossana. Era il mio sogno, e non solo il mio!

COSA TI PIACE FARE NEL TEMPO LIBERO?

È un lavoro che occupa molto del mio tempo e se aggiungiamo che ho anche due figli adolescenti… cos’è il tempo libero?

PROSSIMI PROGETTI…

Avrete notato che in questa chiacchierata ho nominato diverse volte mio padre Franco. Perché Chiotti Autotrasformazioni, tutto quello che siamo oggi, lo dobbiamo a lui.

E tutti i progetti di domani sono i frutti del suo insegnamento.

CHIOTTI tel. 0175 64129 www.chiottiauto.it
Alessia Chiotti, in azienda da quando aveva 16 anni, è oggi alla guida di Chiotti Autotrasformazioni insieme al fratello Luca.

UNA GAMMA SPAZIALE TUTTA ITALIANA

Dal

qualità,

Investire in competenza •

Lo sviluppato e vario know-how consente ad Apiemme Engineering di seguire un’impresa funebre già dai primi passi, dalla decisione quindi di ampliare i propri servizi, fino alla realizzazione della nuova struttura pensata per le famiglie che si trovano ad affrontare un lutto.

Una squadra in grado di mettere in campo tutte le competenze necessarie allo sviluppo di ognuno degli specifici

ambiti di progettazione – dall’ingegneria impiantistica alla progettazione architettonica fino all’interior design – per

realizzare una moderna casa funeraria. Così si presenta all’impresario funebre Apiemme Engineering, che può vantare

È importante per l’impresario affidarsi a un team di esperti, in grado di offrire soluzioni adeguate alle particolari esigenze funzionali e in linea con le normative vigenti.

Paolo Gentilini, amministratore di Apiemme Engineering.

una ricca esperienza nel settore dell’architettura, in grado di seguire l’impresario in tutte le varie fasi che portano ad avere una struttura in grado di rispondere a precise richieste. «A seguito dei tre convegni di Bergamo, Brescia e Milano, in cui Apiemme è stata invitata da Federcofit come ospite per discutere e dibattere il tema relativo ai metodi, all’approccio e alla progettazione di una casa funeraria», afferma Paolo Gentilini, amministratore di Apiemme Engineering al termine del congresso Federcofit che si è svolto a Roma e che ha visto la nomina del nuovo presidente Davide Veronese, «Apiemme, in qualità di sponsor nazionale, è nuovamente al fianco della federazione, che riconosce al nostro studio la competenza e l’esperienza necessarie per continuare a essere un punto di riferimento per gli impresari funebri».

PRESENTI

IN TUTTA ITALIA

Apiemme Engineering opera senza alcun tipo di difficoltà sull’intero territorio nazionale e la sede di Roma, inaugurata lo scorso anno, è subito diventata un nuovo punto di riferimento per gli impresari del centro e del sud Italia, ai quali viene garantito un servizio a 360 gradi. A gestire lo studio di Roma sono stati chiamati due importanti figure professionali, architetti e project ma-

Alcuni esempi degli interventi di Apiemme Engineering, che vanta un’ampia esperienza nella progettazione e nella realizzazione di case funerarie in tutta Italia.

nager come Riccardo Gentilini e Salvatore Pappalardo.

«È sempre puntando sul nostro sviluppato e vario know-how», aggiunge Paolo Gentilini, «che siamo in grado di continuare a offrire le migliori soluzioni sia per l’accoglienza del pubblico sia per l’operatività di chi lavora all’interno della casa funeraria».

CONSULENZA INIZIALE, UNA FASE

INDISPENSABILE

Anche se non tutti gli impresari riescono ancora a riconoscerne l’importanza, la consulenza iniziale è invece indispensabile per avviare la progettazione di una casa funeraria. È una consulenza che deve essere richiesta, per esempio, prima dell’acquisto del terreno in modo da poter effettuare la valutazione urbanistica per stabilire se è possibile creare al suo interno una casa funeraria. E avviare

quindi tutto l’iter progettuale: preliminare, definitivo, esecutivo. Apiemme si occupa inoltre della progettazione degli spazi esterni e interni, come fornitura di arredo e illuminazione, studiando e interpretando le esigenze dell’impresario in relazione al design, dal più classico e tradizionale fino alle tendenze del momento.

Grazie

a tutti i nostri clienti, che ci hanno scelto per lavorare fianco a fianco con impegno e passione, in perfetta sintonia.

Tutti i NOSTRI CLIENTI, titolari delle imprese, confermano l’importanza di una solida, duratura e rispettiva collaborazione con un partner fidato, per un servizio di qualità e alla ricerca di un costante miglioramento.

Nell’arte del prezioso ricordo

Ti manderò un bacio con il vento e so che lo sentirai, ti volterai senza vedermi ma io sarò lì.

Cofano e urna Il Bacio, con lavorazione del disegno al laser.

“La differenza consiste nel vedere ciò che tutti vedono e nel pensare ciò che nessuno ha pensato”

In coordinato, l’imbottitura con la stessa frase ricamata.

Cinzia Rota, art director Rotastyle.

Unico nel suo genere

Territorio di incomparabile bellezza, la Costa Smeralda ha accolto il modello G 3.0 su base Maserati Ghibli di Ellena.

alle caratteristiche case con le facciate in granito, alcune dipinte con colori pastello, il centro storico di Arzachena, in provincia di Sassari, è il cuore pulsante della cittadina della Gallura che vede, tra le sue attrazioni, il Monte Incappiddhatu, il monte con il cappello, conosciuto come

la roccia Il Fungo perché negli anni ha assunto la forma di un fungo e dalla cui cima è possibile godere di una splendida vista su Arzachena e sulle vallate circostanti. Meritevoli di attenzione sono anche le due chiese dedicate a Santa Maria e a Santa Lucia, che si raggiunge attraverso l’omonima scalinata arricchita ormai da

La nuova G 3.0 su base Maserati Ghibli dell’impresa Santa Maria, nel centro storico di Arzachena, in provincia di Sassari, davanti alla chiesa settecentesca di Santa Maria della Neve.

tempo da installazioni artistiche temporanee.

È invece davanti alla chiesa di Santa Maria della Neve, edificata nel 1776 e caratterizzata da una copertura esterna in pietra, che è stata fotografata la G 3.0 su base Maserati Ghibli. Non si tratta del primo, ma del terzo modello firmato Ellena per l’impresa Santa Maria di Arzachena, richiesto questa volta full optional e di colore grigio.

SITUAZIONI

DA INTERPRETARE

Fondata da Paolo Sanna, è dal 1956 che l’impresa Santa Maria è al fianco delle famiglie del territorio.

«La lunga esperienza ci ha portato a essere accanto ai dolenti per celebrare, in questi momenti, il valore della vita», af-

ferma Nicola Sanna, figlio del fondatore e attuale titolare dell’impresa che oggi può contare su due differenti sedi, una ad Arzachena e una a Santa Teresa Gallura. Competenza e immediata operatività caratterizzano da sempre l’impresa Santa Maria che, con un approccio empatico, si occupa di tutti gli aspetti logistici e organizzativi, permettendo alle famiglie di concentrarsi sul lutto.

Come specificato sul sito dell’impresa, per i riti laici vengono create cerimonie che riflettono la personalità e le passioni della persona scomparsa, mentre per i servizi religiosi l’impresa collabora con le diverse confessioni per assicurare una celebrazione rispettosa dei diversi culti.

«La soddisfazione della famiglia è il nostro principale obiettivo»,

conclude Nicola Sanna. «Ed è ciò che mi appassiona del mio lavoro: essere sempre pronti a dare il massimo e, ogni volta che si presenta una nuova situazione, saperla interpretare al meglio».

Nella pagina accanto, un particolare del raffinato interno del modello G 3.0 su base Maserati Ghibli di Ellena, scelto dall’impresa Santa Maria di colore grigio.

ONORANZE FUNEBRI SANTA MARIA Arzachena (SS) tel. 0789 82036 ELLENA

NOTIZIE

Polvere, una mostra dedicata ai cimiteri monumentali

italiani

Le inquadrature rigorosamente frontali, le geometrie ortogonali e l’attenzione a una luce uniforme sono i principali elementi linguistici utilizzati per allestire un catalogo della memoria in cui oggetti, tombe, opere diventano luoghi riuniti in un unico grande spazio visivo senza soluzione di continuità. Polvere è il progetto fotografico dedicato ai cimiteri monumentali d’Italia, in cui la fotografia è utilizzata con l’intento di raccontare memorie di cose destinate a corrompersi e lentamente a scomparire.

All’inaugurazione è stato presentato il volume Polvere: 57 immagini raccolte in 143 pagine accompagnate da un testo critico curato da Maria Virginia Cardi, docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, da una postfazione dell’autore e da alcuni brevi testi che costituiscono una cornice alle fotografie che il fotografo Nino Costa ha scattato nel corso di 5 anni nel suo viaggio fotografico dove luce e polvere hanno fatto da filo conduttore, privilegiando i cimiteri monumentali nati tra il XVIII e il XIX secolo. Tra questi Staglieno a Genova, le Certose di Bologna e Ferrara, il Vantiniano di Brescia, il Verano di Roma, i Monumentali di Torino, Milano, Verona, Modena e Trieste.

La mostra – allestita a Palazzo Moncada a Caltanissetta alcuni mesi fa – voleva essere anche uno spunto per diffondere ancor più la conoscenza delle strutture monumentali cimiteriali in Italia ed Europa, coinvolgendo la popolazione nella conoscenza non solo degli aspetti religiosi, ma anche storicosociali, urbanistici, architettonici e paesaggistici atti alla conservazione e allo sviluppo di questi siti. Proposta da Antonella Furian, organizzata dall’amministrazione comunale di Caltanissetta, la mostra prevedeva due sezioni: la prima patrocinata da Italia Nostra, con 14 immagini che raccontano il Cimitero Monumentale degli Angeli di Caltanissetta, e la seconda che ospitava 50 immagini nelle successive sale storiche del palazzo. L’amministrazione comunale di Caltanissetta ha accolto il progetto cogliendo allo stesso tempo l’opportunità di inserire il Cimitero degli Angeli nell’Asce, l’associazione dei cimiteri significativi d’Europa, e nella European Cemeteries Route, con l’intento di creare anche in Sicilia, come avviene già da diversi anni in Francia, un itinerario del turismo dei luoghi del silenzio.

www.comune.caltanissetta.it

72 nuovi loculi nel cimitero di Catanzaro

Ultimati i lavori per la costruzione di 72 nuovi loculi prefabbricati a tumulazione frontale in calcestruzzo nel cimitero di via Paglia a Catanzaro. E si è anche proceduto agli ulteriori adempimenti previsti dall’iter, a cominciare dal collaudo delle strutture. Si tratta di un importante progetto del valore di circa 100mila euro, finanziati tramite fondi sia comunali sia regionali.

«Ovviamente l’amministrazione comunale continua a essere impegnata affinché anche negli altri cimiteri cittadini gli spazi possano essere implementati, realizzandone di nuovi e recuperando, secondo le norme, quelli occupati da un ventennio», si legge in una nota del comune. «Il problema, al pari di altri attualmente all’attenzione del comune, necessita dei passi necessari per essere risolto, ma è bene che i cittadini sappiano che c’è piena consapevolezza dell’importanza di garantire alla nostra comunità un luogo di riposo finale, che rispetti la dignità e il valore della vita umana, entrambi fondamentali per onorare la memoria dei nostri cari scomparsi».

www.comune.catanzaro.it

Quel legame che l’impresa funebre non può ignorare

Complessa e ricca di storia, la relazione tra uomo e animale si intreccia con la cultura, la psicologia e l’evoluzione sociale. Un tema approfondito in un ciclo di conferenze anche dalla counsellor Emily Marie Dardiz che ha voluto sottolineare non solo il legame speciale, ma anche cosa succede quando si affronta il lutto per la perdita del proprio animale.

Un momento delle serate inserite nella rassegna “Animali tra terra e cielo, passando attraverso l’uomo” che ha portato la counsellor Emily Marie Dardiz in diversi comuni del Veneto per parlare della complessa relazione tra uomo e animale, evidenziando inoltre quanto sia importante affrontare la perdita del proprio amico a quattro zampe e come può essere fatto.

Cosa succede quando a morire non è una persona, ma un animale? Cosa ci dice la storia sul rapporto animaleuomo? E cosa possiamo fare per evitare di delegittimare il dolore provato per un animale che non è più con noi? Sono solo alcune delle numerose domande alle quali rispondo, in collaborazione con una veterinaria e una pedagogista clinica, durante i cicli di conferenze organizzati nei diversi comuni della mia regione, il Veneto.

Secondo i dati Ansa, il nostro Paese è al secondo posto in Europa per il possesso di animali domestici. Un numero importante che fa intuire il motivo per il quale si sta rivolgendo un’attenzione sempre maggiore alla relazione tra uomo e animale, una relazione complessa che esiste da tempi molto antichi, fatta di bisogni, venerazioni, avvicinamenti e anche violenza. Che gli animali facciano parte della dimensione umana, dunque, è un fatto.

Ma il tipo di relazione e i valori che ruotano attorno a tutto questo cambiano molto da cultura a cultura e anche da persona a persona.

Di recente ho rilasciato un’intervista per View, la rivista del Giornale di Vicenza che, in un articolo dal titolo “Animali speciali, sono il nostro specchio”,

riflette la crescente importanza di questa relazione nella società contemporanea. Sono stata contattata dalla giornalista che si è occupata dell’articolo a seguito della risonanza che hanno avuto le conferenze a cui ho partecipato

È fondamentale mettere la famiglia al centro, mostrandosi pronti in ogni momento a legittimare il dolore, qualunque esso sia

e dalle quali sono emersi non solo molta curiosità, ma anche un interesse diffuso verso il ruolo degli animali nella nostra vita. L’esigenza da parte di molti cittadini di diversi comuni qui in Veneto, non solo amanti o proprietari di animali domestici, di dare spazio a tutti gli argomenti relativi all’interazione uomo-animale e a questi legami speciali ha fatto sì che le due serate fossero sempre sold out.

È questo il titolo della mini rassegna che è stata organizzata in due diverse conferenze. Mentre la prima serata è dedicata a spiritualità e animali, il tema della seconda conferenza è il lutto per la perdita del pro-

prio animale domestico. Questi due incontri hanno avuto l’obiettivo comune di approfondire il tema dell’importante relazione tra uomo e animale, oltre al dolore causato dalla perdita.

Un aspetto da non sottovalutare è quello della delegittimazione del dolore. Purtroppo, infatti, in un periodo storico in cui il dolore per la perdita è un tabù, per quella di un animale domestico è perfino delegittimato, non solo dai conoscenti ma anche dalla persona stessa che ha subito la perdita. Il proprietario si rende ovviamente conto della propria sofferenza, ma mi è capitato diverse volte di ascoltare le testimonianze in cui è la persona stessa a negare questo dolore.

UN DOLORE

DA LEGITTIMARE

“Sono stato male più per il gatto che per il nonno” è una delle tante affermazioni che ci deve indubbiamente portare a riflettere, ma da counsellor sono formata proprio per acco-

Il lutto per la perdita del proprio animale domestico, tra i temi sempre più importanti anche per le moderne imprese funebri, ha attirato numerosi cittadini alle conferenze organizzate in Veneto.

gliere ogni sfaccettatura della nostra vita, senza giudizio. E sempre il mio ruolo mi permette di approfondire il tema del lutto per un animale comprendendo come la relazione –con il cane, il gatto o anche con il cavallo – sia da ritenersi talmente particolare che,

Counsellor professionista in dinamiche relazionali a indirizzo fenomenologico esistenziale e formatrice. Lavora con singoli o gruppi di persone in ambito personale e aziendale.

Nel suo progetto di death education “Tratto da una storia vera” pubblica articoli e interviste. Ha scritto e registrato il Podcast “La mia vita senza te – come affrontare il lutto in modo consapevole”.

Iscr.

Urne, cerimonie, sepolture in cimiteri dedicati… sono diversi i modi con i quali l’impresario può offrire alle famiglie la possibilità di prendersi cura anche dell’ultimo saluto al proprio animale

Emily Marie Dardiz cell. 348 3959516 info@ladardiz.com ❖ www.ladardiz.com

quando il nostro amico animale viene a mancare, il distacco può in effetti provocare ancora più dolore. Grazie all’autenticità dei sentimenti, all’amore incondizionato e alla presenza fedele e costante, ciò che lega un umano a un animale può essere infatti tanto forte da far sentire di più la sofferenza rispetto alla perdita di una persona.

A tutto questo, inoltre, si possono aggiungere alcune implicazioni che possono accentuare questo dolore, come per esempio il fatto di essere soli, di proiettare nell’animale alcune necessità e di colmare

vuoti già esistenti. Per questo l’intento delle nostre conferenze è quello di informare e sensibilizzare, nonché legittimare questo dolore.

IL SERVIZIO CHE NON PUÒ MANCARE NELLA

MODERNA IMPRESA

FUNEBRE

Una formazione adeguata, che permetta di accogliere un dolore particolare e profondo, è significativa per una moderna impresa di onoranze funebri. E con questo si intende anche che venga incluso un servizio completo nel caso della perdita dell’animale domestico.

Come gli operatori del settore funebre già sanno, è importante mettere a disposizione delle famiglie la possibilità di scegliere tra differenti servizi per l’ultimo addio al proprio animale domestico, dalle urne alle cerimonie fino alle sepolture in cimiteri appositi. Credo che in questo periodo sia fondamentale approfondire e arricchire questo aspetto e ogni impresario funebre deve saper mettere, come da sempre sottolineo, la famiglia al centro, mostrandosi pronto in ogni momento a legittimare il dolore, qualunque esso sia.

www.funerolivetti.com

info@funerolivetti.com

I cimiteri sono prossimi al collasso?

Inizio a “dare i numeri” di questo mese con una questione che viene ritenuta, a torto o a ragione, il maggiore degli attuali problemi gestionali per i cimiteri italiani: le salme sepolte secondo la vigente normativa non si scheletrizzano nei tempi e nei modi previsti!

a cura di Carlo Ballotta

Consta di oltre 16.000 campisanti in funzione il sistema cimiteriale italiano e le spoglie mortali quivi deposte ammontano indicativamente a 200.000.000, senza volerne specificare le trasformazioni di stato, intermedie o definitive. Da ben oltre 20 anni a questa parte rileviamo con sempre

maggior frequenza come le salme sepolte in terra, nei loculi o nelle tombe private gentilizie, decorso il periodo legale di sepoltura (rispettivamente 10 e 30-35 anni) presentino elevate percentuali di mancata o imperfetta scheletrizzazione. Il fenomeno medico legale degli indecomposti, inizialmente

avvertito nel corso delle esumazioni decennali (20% di inconsunti, con punte in zone umide del 70-80%) è in effetti la sommità di un iceberg, perché solo in questi e nei prossimi anni cominceranno a entrare in rotazione, per scadenza naturale, i loculi o i posti salma in tomba frutto

della crescita esponenziale delle tumulazioni nello scorcio finale del XX secolo, quando da pratica elitaria riservata ai ceti sociali più abbienti la tumulazione stagna divenne la tecnica di sepoltura più diffusa.

LE CAUSE REALI

DELLA SPONTANEA CONSERVAZIONE

Già in molte realtà urbane si rilevano percentuali di inconsunti che variano fra il 2030% e il 50-60% ed anche più in caso di estumulazione, anche dopo i canonici 30 anni. Le salme racchiuse in doppio ambiente ermetico (cassa e loculo) sono soggette a mummificazione, saponificazione o corificazione in modo e con una facilità impressionante. Ci si è quindi cominciato a chiedere quali fossero le reali cause di un simile effetto di spontanea conservazione dei

corpi morti, anche tenuto conto che spesso i terreni di inumazione sono pur sempre gli stessi (in certi casi si è addirittura determinato un abbassamento delle falde superficiali, a causa di forti emungimenti dai pozzi), ritenuti idonei a propiziare e favorire la decomposizione cadaverica. Inoltre, è per certi versi sconvolgente la constatazione che nella tradizionale tumulazione più si segue alla lettera la norma di legge e più si ottengono risultati negativi. In pratica: la impermeabilità ai liquidi e ai gas, unita alla puntura conservativa, determina condizioni di prolungamento nel tempo dei processi di scheletrizzazione.

Dai rari studi fino ad ora condotti e dalla sperimentazione empirica, condotta sul campo… di terra, sembra ormai assodato come non sia

una sola la causa, bensì si tratti di una combinazione di circostanze sfavorevoli capaci di determinare questi effetti deleteri, ma – obiettivamente –incidono sempre più le cure mediche e i trattamenti conservativi.

ALCUNE REGOLE

Una buona regola da seguire sarebbe l’introduzione di nuovi modelli di sepoltura a scheletrizzazione accelerata:

· nel caso di inumazione, per esempio con l’individuazione di una sorta di interro in camera d’aria, da affiancare alla tradizionale sepoltura con terra tutt’intorno al feretro. Inoltre con l’alzata per piano di posa del feretro al massimo a 1,5 metri dal piano di campagna.

· nell’evenienza della tumulazione, con la possibilità di ricorrere ad un tipo di loculo aerato;

· se si agisce sul pregresso, invece, la ripresa dei processi di scheletrizzazione bloccati o interrotti andrebbe ripristinata attraverso l’addizione con specifiche sostanze biodegradanti.

I NUMERI DEL SISTEMA CIMITERIALE ITALIANO

› 16.000 cimiteri

› 200.000.000 spoglie deposte

È un sistema che sfrutta la velocità di scheletrizzazione data dalla sostituzione di processi putrefattivi, molto lenti e incerti con altri di tipo ossidativo.

VARIABILI GEOGRAFICHE

E CLIMATICHE

Gli esperti di medicina legale conoscono benissimo la regola di Casper relativa all’equivalenza del grado di putrefazione per permanenze in vari ambienti: 1 settimana all’aria = 2 settimane in acqua = 8 settimane sotto terra. E quella ulteriore secondo cui 1 ora d’estate equivale a 1 giorno d’inverno.

Regole di buon senso, che trovano conferma nella forte pre-

occupazione dei gestori dei cimiteri del Nord del Paese nei confronti di quelli del Sud, per la differente incidenza di salme inconsunte.

Da notare come la variabilità di condizioni geografiche e climatiche non possa che consigliare un ventaglio di possibilità ad ampio spettro: soluzioni valide per una zona non possono essere parimenti efficaci per un altro contesto territoriale e viceversa.

È pur vero che valutazioni economiche restringeranno l’applicazione di queste norme alle grandi città dotate di crematori e nel contempo con riserve di spazi cimiteriali prossime alla saturazione. Ma è doveroso annotare che soluzioni dap -

REGOLA DI CASPER

Il principio utilizzato per stimare il tempo trascorso dalla morte in base al grado di putrefazione di un cadavere.

1 settimana all’aria

equivale a

2 settimane in acqua

equivale a

8 settimane sotto terra

1 ora d’estate

equivale a

1 giorno d’inverno

ESTUMULAZIONI IN MOLTE REALTÀ URBANE

› inconsunti tra il 20-30% e il 50-60%

› percentuali anche maggiori dopo i canonici 30 anni

prima osteggiate o in taluni casi non consentite su scala locale, diventano oggi rimedi decisamente più percorribili.

NUOVA ATTENZIONE SULL’UTILIZZO DEI MATERIALI

Un’altra prescrizione di carattere “programmatico” sarà, senza dubbio, una nuova attenzione sull’utilizzo dei materiali che si immettono nel ciclo cimiteriale.

E qui tutta l’industria funeraria italiana potrebbe fornire un contributo determinante, riversando sulla propria produzione tutto questo know-how tecnico, sviluppato in decenni di ricerche.

La modifica normativa, già in parte attuata con regolamenti regionali, interviene quindi sia dal lato preventivo, per ripristinare il criterio rotatorio del sistema cimiteriale italiano, sia con soluzioni che consentono di intervenire sull’attuale stock di salme inconsunte, frutto di mezzo secolo di cure conservative e non scheletrizzanti.

accessori funebri da oltre quarant’anni

Da oggi il monumento si fa così

Bastano 15 minuti per avere un monumento definitivo e offrire alle famiglie una soluzione moderna, duratura e modulabile, con accessori quindi facilmente sostituibili nel tempo che rendono possibile la personalizzazione per onorare al meglio la memoria del defunto.

Modulapide è un nuovo concetto di monumento definitivo, leggero, ma resistente, moderno, personalizzabile e semplice da montare.

Un innovativo concetto di monumento definitivo. È così che possiamo descrivere Modulapide che, grazie alla posa a secco della struttura, non necessita di fondamenta cementizie, non richiede tempi di attesa per l’assestamento del terreno e rende superfluo l’utilizzo della lapide provvisoria.

Si basa sulla combinazione di componenti modulari in alluminio che formano una struttura leggerissima, ma estremamente resistente.

Uno dei principali vantaggi di questa struttura a moduli è proprio quello di rendere veloce e intuitiva la fase di montaggio, facile da eseguire anche da un solo operatore, senza l’utilizzo di colle o altri accessori.

La famiglia può scegliere tra diverse soluzioni in base alle preferenze, anche aggiungendo o sostituendo in un secondo momento i vari componenti, come le diverse tipologie di testata, il piano piedi con il foro per il vaso di fiori oppure la fioriera. E realizzare così un monumento personalizzato, unico e significativo, che durerà nel tempo.

POSIZIONARE

È fondamentale sistemare il terreno, cioè livellarlo in modo tale che sia pronto ad accogliere la soluzione

Modulapide scelta tra le varie proposte, disponibile in diversi colori e personalizzabile con differenti accessori.

RIEMPIRE

Modulapide non necessita di fondamenta cementizie e dopo aver tolto temporaneamente gli elementi che compongono il monumento, in questo caso la testata e il piano piedi, si procede con l’inserimento della ghiaia che farà da riempimento.

FISSARE

A questo punto viene inserito il divisorio, per creare l’apposito spazio che consente di aggiungere ciò che la famiglia desidera, come terra e fiori. Assicurandosi che il monumento sia in piano, si aggiunge nuovamente la ghiaia che permette di fissare definitivamente Modulapide al terreno, senza l’utilizzo di particolari strumenti o colle speciali.

INSERIRE GLI ACCESSORI

Si completa il monumento con l’inserimento sia della testata sia, nello spazio creato dal divisorio, dell’accessorio scelto dalla famiglia, in questo caso il piano piedi con il foro per il vaso di fiori.

RIFINIRE

Ultimi abbellimenti il nuovo monumento Modulapide: si procede aggiungendo e livellando la ghiaia che resterà in superficie e i fiori, come predisposto dalla soluzione scelta. Il monumento definitivo è pronto!

PERSONALIZZARE

Trattandosi, come abbiamo detto, di una soluzione modulare, è possibile modificare e personalizzare con altri accessori. Vediamo in queste foto, per esempio, come sia facile sostituire il piano piedi comprensivo di foro per il vaso fiori con la fioriera a cui aggiungere la terra.

Dinamismo professionale, ma non solo…

Marika Grimaldi non si ferma mai, con tante idee per crescere professionalmente e affiancare le famiglie che scelgono la Casa del Commiato Grimaldi di Caltagirone, in provincia di Catania, inaugurata 2 anni fa insieme al fratello Paolo. Ma è anche una donna capace di ritagliarsi del tempo per la propria famiglia e per la danza, una grande passione che coltiva fin da piccola e che si rivela un aiuto fondamentale in questa professione.

SPESSO NELLE IMPRESE

FUNEBRI LE NUOVE GENERAZIONI

AFFIANCANO I GENITORI

PER POI SUBENTRARE

NELLA GESTIONE. MA TU

MARIKA, INSIEME A TUO

FRATELLO PAOLO, HAI

FATTO UNA SCELTA

DIFFERENTE…

Io e Paolo abbiamo scelto di progettare la nostra sala del commiato a Caltagirone, in provincia di Catania.

E la scelta di dare vita a questo nuovo progetto nasce dall’idea di gestire in modo innovativo la cerimonia funebre, introducendo il mio ruolo che non solo si occupa dell’aspetto organizzativo del rito funebre, che comprende anche la cura estetica della salma, la tanatoestetica, ma anche fornendo alla famiglia un supporto psicologico che possa contribuire

a elaborare il lutto.

Abbiamo inoltre voluto introdurre un ulteriore servizio in quanto vantiamo di essere un partner convenzionato con un importante studio di infortunistica, molto noto a livello nazionale, che ci permette di offrire un servizio eccellente nella gestione di sinistri stradali mortali, tutelando la famiglia e facendo in modo di garantire il giusto risarcimento.

DA QUANTO TEMPO È OPERATIVA LA SALA DEL COMMIATO?

La nostra casa del commiato nasce da un progetto di mio padre Salvatore di circa 20 anni fa e che si è deciso di riportare alla luce durante il periodo storico che abbiamo vissuto recentemente ovvero la pandemia.

È aumentata infatti, non essendoci strutture adatte nel

nostro territorio per accogliere la veglia funebre, la richiesta da parte delle famiglie di poter avere a disposizione un luogo accogliente dove allestire una camera ardente, difficile da realizzare in un ambiente ospedaliero o tra le mura domestiche.

E cosi il 20 novembre 2022, dall’esperienza nel settore funebre trasmessa da più di 40 anni di attività dei nostri genitori Salvatore e Patrizia e da circa 60 anni della nonna materna Maria Parisi, io e mio fratello abbiamo inaugurato a Caltagirone la casa del commiato Grimaldi, proprio con l’obiettivo di offrire un luogo

La danza è una passione che accompagna da oltre 20 anni Marika, da quando era una bambina.

di conforto e solidarietà alle famiglie, dove poter accogliere parenti e amici.

COM’È STATA ACCOLTA

LA NUOVA STRUTTURA

DALLE FAMIGLIE E DAI CITTADINI?

Come tutte le novità, essendo inoltre tra le prime strutture del territorio, i cittadini hanno accolto bene questo nuovo servizio, soprattutto le nuove generazioni.

Qualche difficoltà si è riscontrata invece con le generazioni precedenti che inizialmente non hanno inteso la funzionalità e il vantaggio di poter usufruire della sala del commiato. Ma grazie alle famiglie che ci hanno scelto negli anni, e che continuano a farlo, oggi è tra le principali richieste che riusciamo a soddisfare, anche garantendo la veglia funebre a

più famiglie contemporaneamente grazie alle tre ampie sale a disposizione.

QUALI SONO A TUO AVVISO LE PRINCIPALI

DIFFICOLTÀ PER DUE GIOVANI IMPRESARI?

Quando si hanno progetti importanti le difficoltà non mancano mai. Questo è un lavoro che spesso viene visto con diffidenza e proprio per questo motivo è povero d’informazione.

Molti sottovalutano la figura dell’impresario funebre pensando che svolga solo un lavoro, tralasciando l’aspetto emotivo e la pressione psicologica che ogni giorno dobbiamo affrontare dovendo gestire lutti che interessano qualsiasi età, nel caso quindi di anziani – perché ogni persona ha un suo vissuto ed è >

Marika Grimaldi insieme al fratello Paolo negli uffici della Casa del Commiato Grimaldi di Caltagirone, in provincia di Catania.

INTERVISTE

sempre difficile il distacco fisico dall’affetto incondizionato dei famigliari – e ancora più complesso quando ti ritrovi a gestire una perdita in età prematura. Io personalmente cerco sempre di affiancare con umiltà e discrezione la famiglia accompagnandola in ogni momento e invitandola a parlare del loro dolore.

Così mi fermo, ascolto e lascio le persone libere di poter esternare le proprie emozioni.

E COSA SIGNIFICA INVECE

ESSERE UNA DONNA NEL SETTORE FUNEBRE?

Nonostante mia nonna lo fosse già negli anni Sessanta, devo dire che essere una donna in questo settore oggi significa confrontarsi con una società che si vanta di essere moderna, ma che spesso vive ancora di pregiudizi.

Mi capita di raggiungere la famiglia sul luogo del decesso e ritrovarmi volti sorpresi dalla mia presenza. Oppure durante le cerimonie in chiesa, vedendomi guidare l’autofunebre, leggo sul viso di tanti un’espressione di stupore. Gli stessi familiari poi manifestano piena fiducia in me complimentandosi in ufficio e, dopo qualche giorno ancora, con messaggi privati.

Cerco sempre di dare il meglio della mia professionalità mettendomi pienamente a disposizione delle famiglie, così finisco sempre per affezionarmi

e particolari differenti.

a loro indipendentemente dal rapporto lavorativo.

Non ritengo che sia un ambiente di lavoro particolarmente complicato per una donna, ma è sicuramente impegnativo come ogni lavoro che alla professionalità si affianca la necessità di instaurare rapporti umani che devono basarsi su fiducia, rispetto e discrezione.

COSA TI PIACE FARE

DOPO IL LAVORO?

Ovviamente non si vive solo di lavoro, anche se questo, in particolare, tiene occupata buona parte della nostra vita, non avendo giorni, orari e festività. Ma cerco sempre di riservare del tempo per la mia famiglia.

Ho la fortuna di essere mamma di due splendidi maschietti, Oscar di 14 anni e Mattia di 6. Insieme a Luca sono la mia forza, incoraggiandomi sempre.

Sono una donna alla quale piace arricchire costantemente

il proprio bagaglio professionale di sapere. Così dedico anche del tempo alla lettura. Ma il vero hobby è la passione che mi accompagna fin da piccola. E mi riferisco alla danza: 21 anni dedicati a questa passione e ancora oggi, quando posso, mi rifugio nella scuola di danza ed è lì che posso esprimere tutte le mie emozioni positive e negative che ho accumulato al lavoro. Mi fa star bene e mi ricarica di energia positiva.

PROGETTI

PER IL FUTURO…

Progetti tanti. Spesso dicono che sono silenziosa e soprappensiero, ma è la mia mente che è occupata continuamente nell’elaborazione di progetti lavorativi e preferisco non parlarne mai prima. Lo stesso vale per i progetti personali, anche quelli non mancano. Crescere professionalmente è senza dubbio uno degli obiettivi che ha la precedenza su tutti gli altri.

Sono tre le sale della Casa del Commiato Grimaldi di Caltagirone, in provincia di Catania, dedicate all’ultimo saluto del proprio caro – Roma, Impero e Persia, questi i nomi scelti – ognuna caratterizzata da colori

Corredato di leva frenante e freno a disco da 10”, ERCOLE è il carrello ideale per la movimentazione e il trasporto di feretri in vani scala e spazi angusti. Privo di motore e leggero (pesa infatti solo 20 kg) è dotato di cingoli in gomma dentellati per un agevole scorrimento sui gradini.

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Peso 20kg Facilmente trasportabile

CUSTODIRE IL RICORDO

Il pregio della cornice in legno massello e la solidità della struttura metallica del contenitore rendono l’urna Quadro firmata Bertoncello una soluzione unica ed elegante per custodire con discrezione il ricordo di una persona importante, soprattutto in caso di affido.

Grazie al serbatoio rimovibile, l’urna è pratica e sicura in fase di trasporto. Varie le cornici in legno abbinabili ai soggetti proposti o alla versione portafoto.

BERTONCELLO GRAZIANO tel. 0424 848267

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ABILITÀ ARTIGIANALI

Proprio come altri modelli della linea Meraviglioso, il cofano Stoccolma può essere considerato la massima espressione delle capacità e abilità artigianali riconosciute al marchio Ferrari. La scelta dell’essenza, yellow pine spazzolato, sottolinea ulteriormente l’attenta e accurata lavorazione.

Stoccolma

FERRARI tel. 0376 808901

www.ferraricofani.it

Quadro

UN DELICATO RAMO DI ROSE

Le linee squadrate, tra una base tondeggiante e un coperchio dolcemente arrotondato, caratterizzano il modello 615 di Lavalle, qui presentato in frassino e nell’artistica versione con un ramo di rose nella fascia centrale.

RARA E PREZIOSA

Come una pietra rara e preziosa, il modello Gemma si fa notare per la purezza delle linee, frutto di un’abile e attenta lavorazione, e per il colore intenso delle essenze scelte da Lombarda per la sua realizzazione: larice, frassino mogano e noce esotico.

Marco Ghirardotti

ARMONIA DI STILI

Una forma squadrata si unisce a linee più morbide per dare vita a un modello imponente ed elegante, ma sempre sobrio e discreto: il cofano 75 SW disponibile in frassino sbiancato o in wengè e arricchito da piccoli Swarovski.

PROPOSTA D’ARTISTA

Particolari estetici come il coperchio piatto e gli angoli vivi caratterizzano il modello Picasso di Melloni. Un cofano originale e dallo stile artistico, come suggerisce il nome, disponibile in diverse essenze.

UNA SCELTA RAFFINATA

È stato scelto un fiore semplice, ma al tempo stesso raffinato, come la calla per arricchire la fascia centrale del modello C 52 Calla di Menegardo, disponibile in quattro differenti essenze: yellow pine, esotico, mogano e frassino.

ESCLUSIVA GREEN

Anche il modello 116 in abete senza nodi appartiene alla linea ecologica Legno is Green di Scacf, che comprende cofani realizzati in legno massello, alcuni rifiniti con vernici ad acqua e altri grezzi, attraverso un processo produttivo alimentato da energia rinnovabile.

C 52 Calla
Michela Sgoluppi

Estate in sicurezza

Per l’impresario che vuole essere sicuro durante i funerali estivi, il Minifrigo F1 di Olivetti è lo strumento indispensabile per l’impresario che vuole essere sicuro durante i fu-

nerali estivi, perché permette di esporre la salma ai dolenti per l’ultimo saluto anche nei periodi più caldi dell’anno. La versione diritta, estremamente versatile, è adatta a cofani di ogni

forma e di ogni dimensione ed è disponibile nella rinnovata finitura noce, che dona a questo modello una maggiore luminosità.

Il minifrigo F1 diritto nella rinnovata finitura noce.

Influencer di Dio

Proposto ai ragazzi da Papa Francesco come modello di santità dell’era tecnologica, il beato Carlo Acutis sarà proclamato santo.

Antonia Salzano, madre di Carlo Acutis, a fine maggio è stata ospite di Cinque Minuti, il programma televisivo di approfondimento dell’attualità italiana e internazionale condotto da Bruno Vespa subito dopo il telegiornale della sera su Rai 1.

Lo scorso 23 maggio la sala stampa vaticana ha annunciato che un miracolo compiuto per intercessione del beato Carlo Acutis è stato riconosciuto da Papa Francesco, che ha autorizzato il dicastero per le cause dei santi a pubblicare il relativo decreto. «Su questa base, in data da definire, Carlo sarà proclamato santo», scrive in una nota il vescovo della diocesi di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, «passando così dal culto locale, che è proprio dello status di beato, al culto universale

che caratterizza i santi canonizzati. La Chiesa di Assisi è in festa».

Il miracolo riconosciuto ai fini della canonizzazione riguarda una ragazza del Costa Rica, studentessa in Italia, operata per un trauma cranico dovuto a un incidente e che è uscita dalle sue condizioni disperate grazie all’intercessione del beato, invocato dalla mamma.

DA ORDINARIA

A STRAORDINARIA

Un ragazzo speciale dalla vita ordinaria come tutti, ma che

ha saputo aprire le porte del suo cuore a Cristo e ha fatto in modo che la sua vita da ordinaria diventasse straordinaria.

È il pensiero espresso dalla madre di Carlo Acutis in una recente intervista.

Il programma di vita di Carlo Acutis, come aveva scritto all’epoca della sua Prima Comunione, a 7 anni, era quello di essere sempre unito a Gesù.

E lo ha fatto, continuando però a coltivare anche le sue amicizie e la sua passione per lo sport, le passeggiate in montagna e, forse prima sulle altre, per l’informatica.

Ha saputo utilizzare internet per annunciare Cristo, realizzando delle opere come, per esempio, una mostra che sta girando in tutti i continenti, sui miracoli eucaristici, segni cioè che Dio ha dato nel corso dei secoli per confermare la sua presenza.

Influencer di Dio, così come è stato definito Carlo Acutis, ha sempre sottolineato che non si è mai soli, perché Dio è accanto a noi.

La cerimonia di beatificazione è stata celebrata ad Assisi il 10 ottobre 2020, dopo la traslazione al Santuario della Spogliazione avvenuta il 6 aprile 2019.

UN COFANO SOLIDO E SEMPLICE PER LA TRASLAZIONE

Nel 2019 i resti di Carlo Acutis sono stati traslati nella chiesa di Santa Maria Maggiore, il Santuario della Spogliazione di Assisi, e i genitori hanno dato indicazioni molto chiare per la realizzazione del cofano per la traslazione: solido e semplice, come il modo di vivere del giovano figlio scomparso. La Santa Sede, rappresentata dal responsabile dell’ufficio dedicato alla canonizzazione dei santi e alla cura e conservazione dei resti recenti o reliquie, decise di rivolgersi al marchio Lorandi.

Realizzato in frassino, con giunzioni solo naturali, non a vista, con il pianetto fissato con la ceralacca, è un cofano solido, resistente e con spessori minimi. Quella delle dimensioni è stata una vera sfida: all’altezza del giovane Carlo si è aggiunta la necessità

Carlo Acutis

di una realizzazione in assenza di spessori, per consentire la tumulazione in un preciso spazio già dedicato, e il peso dell’urna in cristallo blindato, che necessitava quindi di una soluzione solida e robusta.

La sua è stata un’autentica testimonianza di vita cristiana, metteva sempre in primo piano il valore e l’importanza del sacramento dell’Eucarestia, la mia autostrada per il Cielo, come amava ripetere.

3 maggio 1991 nasce a Londra e riceve il battesimo il 18 maggio, a settembre rientra in Italia con i genitori

16 giugno 1998 Prima Comunione

24 maggio 2003 Cresima

12 ottobre 2006 muore per leucemia fulminante gennaio 2007 il corpo viene trasferito al cimitero di Assisi, su disposizione di Carlo

2012 si apre la causa di beatificazione e canonizzazione 24 novembre 2016 si chiude presso l’Arcivescovado di Milano, alla presenza del Cardinale Scola, il processo diocesano della causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Carlo Acutis

5 luglio 2018 Papa Francesco dichiara Carlo Venerabile

6 aprile 2019 il corpo di Carlo è traslato al Santuario della Spogliazione di Assisi

10 ottobre 2020 Carlo viene beatificato ad Assisi

23 maggio 2024 Papa Francesco autorizza il dicastero delle cause dei santi a promulgare il decreto riguardante il miracolo attribuito al beato Carlo Acutis.

NOTIZIE

Cimitero ebraico di Finale Emilia: siglata la convenzione

Di proprietà della comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia e iscritto all’Asce, l’associazione dei cimiteri storicomonumentali d’Europa, il cimitero ebraico di Finale Emilia, in provincia di Modena, viene affidato all’amministrazione comunale per quanto riguarda la sua gestione e la valorizzazione, il coordinamento delle iniziative pubbliche di carattere culturale, delle visite guidate, delle attività didattiche e della manutenzione ordinaria. La firma della convenzione –tra Claudio Poletti, sindaco di Finale Emilia, e Tiziana Ferrari, presidente della comunità – arriva a conclusione di un percorso avviato grazie a Maria Pia Balboni, ricercatrice e storica, fondatrice dell’associazione Alma Finalis, che per molto tempo e anche negli ultimi anni della sua vita (è scomparsa il 27 dicembre 2022), ha lavorato affinché la comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia e il comune di Finale Emilia trovassero un accordo grazie al quale quest’ultimo potesse occuparsi a pieno titolo della valorizzazione dello storico cimitero con il supporto del volontariato finalese. «È solo il primo passo che costituirà il caposaldo di ciò che avverrà in futuro», ha affermato Elisa Cavallini, assessore alla cultura del comune di Finale Emilia, «quando avremo modo di coinvolgere i volontari nelle attività di valorizzazione e anche di gestione del cimitero ebraico».

www.comune.finale.mo.it

Novità per l’edilizia cimiteriale nelle Marche

Tra i decreti in materia di edilizia cimiteriale della regione Marche c’è quello relativo al secondo acconto per i lavori, attualmente in fase finale, del cimitero di Gualdo, in provincia di Macerata, per un importo totale di 789.283 euro. Il Comune, nelle vesti di soggetto attuatore, si è concentrato sulla riparazione della cappella, della galleria porticata, dei blocchi loculi e dei muri di cinta e sulla rampa scale esterna, modificata per ottenere un percorso più agevole e sicuro. Approvati anche i progetti per i cimiteri ascolani delle frazioni di Mozzano (40.000 euro), Castel Trosino (150.000 euro) e Lisciano (100.000 euro). Sempre nel comune di Ascoli, la conferenza regionale ha espresso parere positivo per i progetti dei cimiteri di Casalena (50.000 euro), Porchiano (80.000 euro) e Rosara (50.000 euro). Stesso iter per la riparazione della chiesa del cimitero di Capolavilla di Genga, in provincia di Ancona (100.000 euro) di una parte del cimitero di Monte San Vito, sempre nell’anconetano (81.000 euro) e per il cimitero di Regnano, frazione di Tolentino (180.304 euro). Approvato anche il progetto per la riparazione del cimitero di Monte Rinaldo, in provincia di Fermo, (293.000 euro) e per i lavori di ristrutturazione con miglioramento sismico della Chiesa dell’Annunziata del cimitero maggiore di Osimo, in provincia di Ancona, (500.000 euro). Per un totale di 403.900 euro, approvato il progetto esecutivo del triplo intervento dei cimiteri di Spelonga, Colle e Faete, frazioni del comune di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.

www.regione.marche.it

Casa funeraria, l’importanza di organizzare gli spazi

Funzionale ed efficiente, la casa funeraria deve rispondere a precise caratteristiche tecnico-costruttive dettate dalla vigente normativa, ma anche saper gestire e organizzare gli spazi espostivi. Spazi impostati, gestiti e via via rinnovati su precisa misura. Quella delle famiglie.

La casa funeraria – progettata e realizzata nel pieno rispetto delle normative vigenti da aziende specializzate nella progettazione di tali strutture –deve essere uno spazio in grado di comprendere e risolvere i problemi d’acquisto (di prodotti e di servizi), adeguato, ma non inutilmente esuberante e tantomeno incoerente. Non basta che sia funzionale, perchè la moderna casa funeraria deve anche essere efficiente e

per questo va organizzata e gestita esattamente come un’azienda in cui è necessario massimizzare la produttività per mantenersi moderna e svilupparsi.

Il moderno impresario funebre non sta più gestendo una casa funeraria tradizionale e deve tener conto che la sua impresa si compone di diverse parti:

- un’offerta merceologica aggregata (cofani, urne, fiori ecc.);

visual merchandising

Esperienza pluriennale in comunicazione, marketing e visual merchandising. Centinaia di collaborazioni con imprese, studi fotografici, enti e associazioni. Doriano Missora, con un team di professionisti provenienti da vari settori, gestisce l’immagine e la comunicazione di aziende e punti vendita per fidelizzare e valorizzare brand e prodotti: creazione del marchio, allestimento di vetrine e stand, cataloghi fotografici, organizzazione eventi e fiere, still life fotografici e corsi di formazione professionale.

- particolari tecniche di vendita (soddisfare la famiglia che si rivolge all’impresa);

- l’organizzazione dello spazio di vendita e cioè uno specifico layout (la sala dedicata all’esposizione dei cofani o dei vari accessori);

- un certo modo di esposizione dei prodotti e cioè il display;

- la realizzazione delle vetrine (con scritte autoadesive, cartelli o l’esposizione di specifici prodotti).

338 6532182 info@dorianomissora.it

VISUAL MERCHANDISING

Possiamo affermare che tutto questo fa parte delle regole del visual merchandising, che definiamo come l’insieme di tutte quelle azioni che mirano alla migliore valorizzazione possibile dei prodotti in vendita. È una moderna tecnica commerciale per organizzare e gestire in modo sistematico i diversi strumenti commerciali come pezzi della propria impresa. Attraverso il visual merchandising è possibile realizzare una migliore funzionalità distributiva, una maggiore produttività commerciale, una maggiore efficienza economica della casa funeraria e un mi-

glior servizio al cliente.

Il visual merchandising si basa su tre cardini fondamentali:

1. esposizione

2. rotazione dei prodotti

3. profitto

NON TEMERE LA CONCORRENZA

Con il termine visual merchandising si fa riferimento anche al supporto dato a un prodotto di vendita visiva e che quindi deve difendersi da solo dai prodotti della concorrenza. È molto importante conoscere bene tutti i prodotti e gli accessori che si hanno all’interno della propria sala esposizione e tenerli sempre sotto controllo.

Anche perché la caratterizzazione e l’immagine di una casa funeraria derivano in buona parte dai confronti che le famiglie fanno con altre imprese funebri.

L’impresario professionale e innovativo non teme la concorrenza, ma la ricerca e ne approfitta. Perché oltre a essere

Una moderna casa funeraria si rivolge alle famiglie anche organizzando opportunamente gli spazi destinati all’accoglienza

L’impresario che gestisce una moderna casa funeraria deve dare importanza all’organizzazione degli spazi di vendita, cioè uno specifico layout per la sala dedicata all’esposizione dei cofani o dei vari accessori.

più bravo in quanto più creativo, sa anche trasformare in opportunità i vincoli di mercato, e quindi non ne rifugge ma li vede come uno stimolo a mantenersi sempre in forma commercialmente.

VENDITA ASSISTITA O VISIVA

Ma quali sono le tecniche di vendita da utilizzare?

Anche in quello funebre val-

gono le stesse regole degli altri settori e si parla quindi di vendita assistita – dove l’impresario funebre diventa il tramite essenziale di vendita – oppure di vendita visiva, dove il prodotto tende invece a vendersi da solo.

In entrambe le tecniche, comunque, è di fondamentale importanza saper organizzare efficacemente lo spazio dedicato alla vendita. Lo spazio è

una risorsa sempre più scarsa e quindi preziosa. Sovente è sprecato, utilizzato cioè a livelli modesti di funzionalità e di produttività.

È molto importante, invece, che uno spazio espositivo venga studiato e organizzato per essere fruibile e facilmente agibile da tutti, con diversi prodotti esposti e in grado di fornire informazioni, per esempio attraverso i cartellini.

OBIETTIVO:

ORGANIZZARE GLI SPAZI

PER FACILITARE LA SCELTA

L’efficace organizzazione dello spazio dedicato alla vendita e alla presentazione dei prodotti si chiama layout e si compone di due elementi essenziali: - la ripartizione dell’offerta merceologica nello spazio di vendita (sala esposizioni), nota come layout merceologico;

- la disposizione dei prodotti in vendita nella sala esposizioni, nota come layout delle attrezzature.

Agevolare la fruizione dei prodotti e promuovere i singoli articoli in esposizione è indubbiamente tra i principali obiettivi del layout, che punta a fa-

Uno spazio espositivo deve essere studiato e organizzato per essere facilmente fruibile da tutti

cilitare e massimizzare la scelta da parte delle famiglie, formando e confermando l’immagine dell’impresa anche attraverso l’utilizzo del logo. Non solo facilita il lavoro di rifornimento, di controllo e di riordino, ma il layout consente di ottimizzare la produttività e la redditività, oltre l’utilizzo e il rendimento degli spazi, delle attrezzature e degli impianti, come vengono cioè disposti i prodotti, divisi per settore.

LAYOUT MERCEOLOGICO, COME RIPARTIRE I PRODOTTI NELLA SALA ESPOSIZIONI

Nello spazio destinato alla vendita i prodotti devono essere ripartiti con una certa logica, che sempre più corrisponde alla logica fruizionale. Questa logica commerciale impone che sia chiaramente e

immediatamente leggibile a tutti in cosa consiste e come si caratterizza l’offerta dei prodotti esposti, in modo che i clienti capiscano quali delle proprie esigenze d’acquisto siano in grado di soddisfare. La ripartizione dei prodotti nelle diverse zone deve anche tenere conto della necessità di mantenere sempre viva l’attenzione delle famiglie in ogni parte della sala esposizioni, facendo trovare ovunque qualcosa di interessante.

LAYOUT DELLE ATTREZZATURE, COME DISPORRE GLI ESPOSITORI DEI

PRODOTTI

Oltre che con una ben studiata collocazione dei prodotti nelle diverse zone della sala esposizioni, una migliore e maggiore fruizione del prodotto stesso da parte delle famiglie si ottiene organizzando opportunamente gli spazi destinati all’accoglienza e alle sedute. Naturalmente le attrezzature necessarie per la posizione dei prodotti variano a seconda delle tipologie e dello spazio dedicato: armadi, vetrine, vetrinette e altri mobili chiusi, cassettiere, scaffali murati e a ripiani, tavoli da esposizione e da servizio, espositori da terra, da muro, da banco o da scaffale. Particolare attenzione anche alla scelta della luce, fredda bianca oppure calda naturale.

NOTIZIE

Davide Veronese è il nuovo presidente nazionale di Federcofit

Lo scorso 29 maggio a Roma Davide Veronese, amministratore del gruppo Pirovano/Cof con sede a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, è stato eletto nuovo presidente nazionale per Federcofit, la federazione del comparto funerario italiano. Il neo-presidente, che finora era stato vicepresidente nazionale di Federcofit e presidente regionale per la Lombardia, subentra a Cristian Vergani, titolare delle onoranze funebri Vergani di Inveruno, in provincia di Milano, che ha guidato la federazione dal 2015 fino a oggi.

Ad affiancare il neo-presidente si segnalano importanti riconferme nella presidenza nazionale di Federcofit: il presidente uscente Cristian Vergani, il romano Marco Aquilini, la fiorentina Catia Catassi, il cagliaritano Ernesto Leonori. Confermati Valeriano Cacciola e Vittoria Franchino, rispettivamente come tesoriere e come presidente del collegio dei garanti, oltre a Piero Chiappano come segretario nazionale e a Fabio Tarantola come vicesegretario.

ufficio stampa Federcofit

Davide Veronese, nuovo presidente nazionale di Federcofit.

Pietra, materiale dalle molteplici sfaccettature

Un percorso studiato per i visitatori – e nel quale i protagonisti sono le aziende espositrici, le mostre e gli eventi – porta alla scoperta delle innumerevoli varietà di pietra naturale presenti in natura e delle più moderne lavorazioni tecnologiche, raccontando il rapporto tra la pietra e le macchine.

Una panoramica completa sulle ultime innovazioni sia a livello di prodotti litici che di macchinari e strumenti per la lavorazione e la cura di marmi e graniti. È quello che attende il visitatore a Verona dal 24 al 27 settembre 2024. Con un’edizione che punta a consolidare il suo ruolo di piat-

taforma di business, formazione e cultura per tutti gli operatori della filiera tecno-lapidea italiana, ma non solo, Marmomac, la manifestazione di riferimento per l’industria della pietra naturale, si conferma un hub altamente internazionale, con il 66% dei visitatori presenti nel 2023 arrivati dal -

l’estero, in rappresentanza di 138 nazioni, e oltre 1.500 espositori presenti ogni anno. Partecipare a questo evento, quindi, significa essere al centro del progresso creativo e tecnologico, scoprendo come il marmo continua a sperimentare per trasformare la sua eleganza senza tempo in infinite

modalità d’impiego. Ecco perché Marmomac rappresenta un importante valore aggiunto per tutti i professionisti che come architetti e designer che al salone di Verona possono connettersi, ispirarsi e sviluppare nuove collaborazioni.

GRANDE PRESTIGIO E VERSATILITÀ

Una mostra che indubbiamente è di interesse anche per il set-

tore funebre, non solo per il marmo, la pietra e il design oppure le numerose macchine e attrezzature per il settore litico, ma anche per prodotti finiti come, per esempio, i bronzi artistici appositamente dedicati all’arte funeraria. «Nel contesto contemporaneo», commenta Raul Barbieri, direttore commerciale di Veronafiere, «la pietra naturale continua a essere un materiale di grande prestigio

e versatilità, capace di aggiungere valore a qualsiasi progetto architettonico o di design con la sua bellezza e le sue proprietà uniche. Marmomac svolge un ruolo cruciale nel promuovere l’uso innovativo di questo materiale, evidenziando le sue applicazioni più all’avanguardia attraverso una serie di

La mostra Walk of Stone, ispirata alla celebre Walk of Fame hollywoodiana, vuole essere un omaggio alla pietra naturale per metterne in luce la straordinaria ricchezza, esaltando differenze cromatiche, texture e dettagli.

eventi collaterali, tra cui mostre, workshop e conferenze».

MOSTRE ED EVENTI

Il padiglione 10, The Plus Theatre, si riconferma il centro della sperimentazione dedicata alla pietra naturale. Il tema di quest’anno sarà la materia, protagonista all’interno di un vero e proprio distretto che si sviluppa attorno a un viale centrale su cui si affacciano le mostre, l’area degli incontri e gli spazi di ristoro. Ispirata alla celebre Walk of Fame hollywoodiana, la mostra Walk of Stone rende protagonista la pietra naturale. Questo omaggio mette in luce la straordinaria ricchezza dei materiali naturali, esaltandone differenze cromatiche, texture e dettagli. Con una passerella

di circa 300 metri quadrati l’opera offre una vetrina esclusiva per aziende italiane ed estere, consentendo loro di esporre e valorizzare un metro quadrato delle loro migliori creazioni. La selezione di pietra naturale, ognuna con identità e caratteristiche uniche, rappresenta il vero valore aggiunto dell’installazione. Questi materiali non solo esprimono una diversità estetica sorprendente, ma offrono anche fun-

Si svolgerà a Verona dal 24 al 27 settembre la nuova edizione di Marmomac, la manifestazione di riferimento per l’industria della pietra naturale che ogni anno vanta la presenza di oltre 1.500 espositori.

zionalità e innovazione e sono scelti per la loro unicità e qualità distintive.

UN’IPOTETICA “BOTTEGA” DI DESIGN DEL FUTURO

Tante altre le mostre presenti, come Full/Empty – con designer internazionali e aziende del settore lapideo che esploreranno in libertà il rapporto tra il pieno e il vuoto con una serie di opere in marmo realiz-

zate nell’epoca delle nuove strumentazioni digitali – o The Applaud, che si ripropone di promuovere la cultura litica e mettere in luce le straordinarie potenzialità della pietra naturale. Nell’ambito di Marmomac meets Academies Giuseppe Fallacara cura la mostra Ceci n’est pas un fossile, realizzata grazie alla creatività degli studenti di alcune università italiane ed estere e al supporto

delle aziende del settore lapideo. Il progetto pone al centro il tema del design litico del futuro principalmente focalizzato sullo stretto rapporto tra sapere e saper-fare, tra teoria e pratica, tra manualità artigianale e tecnologia.

Tali concetti si concretizzeranno in un allestimento innovativo che mette in scena un’ipotetica “bottega” di design del futuro dove coesistono il design computazionale con la fabbricazione digitale e la sapienza artigianale con tutti i relativi strumenti tecnici. La forma della “bottega” prende ispirazione dalle conchiglie fossili, contenute all’interno della pietra sedimentaria. Suddivisa in aree funzionali (progettazione, stampa 3D e costruzione prototipale), la “bottega”, animata da un programma di eventi quotidiani, indicherà una possibile prospettiva verso cui condurre il mondo complesso del design litico.

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La strada per il Passo dello Stelvio (2.757 metri) è leggendaria tra i motociclisti. I suoi 48 tornanti offrono una sfida entusiasmante e paesaggi indimenticabili. Prenditi il tempo per fermarti lungo il percorso e ammirare le viste spettacolari. Una volta in cima, fai una pausa per scattare qualche foto e goderti l’aria fresca di montagna.

Dopo aver attraversato il passo, la discesa verso Prato allo Stelvio è altrettanto emozionante. Da qui, dirigiti verso il Lago di Resia, famoso per il suo campanile sommerso che emerge dalle acque. Il campanile della vecchia chiesa di Curon Venosta è tutto ciò che resta del villaggio sommerso negli anni ‘50 per creare il lago artificiale.

Prosegui verso Santa Maria Val Müstair, attraversando il confine con la Svizzera. Questa tratta ti offrirà un percorso panoramico tra le montagne.

Santa Maria è una tranquilla località dove puoi fare una pausa pranzo e visitare il monastero benedettino di San Giovanni, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Rientra in Italia dirigendoti verso il Passo del Gavia (2.621 metri).

Questa strada è meno conosciuta dello Stelvio ma altrettanto affascinante e impegnativa. I suoi stretti tornanti e i panorami mozzafiato. La strada è stretta e richiede attenzione, ma è una delle esperienze più appaganti per ogni motociclista.

La nobile rivalità tra due campioni

Ancora oggi due grandissimi nomi della storia del ciclismo,

Gino Bartali e Fausto Coppi, sono ricordati per le magiche vittorie diventate motivo di orgoglio nazionale, che hanno appassionato per anni e letteralmente diviso gli italiani.

Èin un’Italia post-bellica, nel 1946, che Il Giro d’Italia riporta sulle strade Gino Bartali e Fausto Coppi e la loro rivalità su due ruote che ha indubbiamente segnato un’epoca d’oro del ciclismo, con i tifosi italiani che si sono trovati letteralmente divisi. Veri e propri avversari in squadre diverse, i due campioni ripresero quindi quella battaglia interrotta nel 1940 a causa della guerra.

Dal passaggio della borraccia tra i due ciclisti durante una dura tappa alpina alla vittoria di Coppi sullo Stelvio fino al Tour de France vinto da Bartali nel 1948, che sembra sia riuscito a concentrare gli italiani sulla vittoria e a placare gli

A 20 anni, nel 1940, Fausto Coppi è gregario di Gino Bartali e partecipa per la prima volta al Giro d’Italia, che vincerà il 9 giugno, dopo la sua prima vittoria di tappa del 29 maggio a Modena.

animi in merito all’attentato a Togliatti: sono solo alcuni degli importanti episodi, accanto alle numerose vittorie, che fanno di quella tra Coppi e Bartali la rivalità per eccellenza dello sport italiano.

Fausto Coppi morì pre maturamente all’età di 40 anni il 2 gennaio del 1960 a causa della malaria contratta durante un viaggio in Africa e non diagnosticata per tempo. Cinquantamila persone assistettero al suo funerale a Castellania, il paese dove era nato, tra Tortona e Novi Ligure, sulle montagne dell’Appennino fra la Liguria e il Piemonte, il 15 settembre 1919. “L’airone ha chiuso le sue ali” scrisse Orio Vergani sulle pagine della Gazzetta dello Sport.

Nel 1960 Gino Bartali seguiva il Giro d’Italia fermandosi presso i rivenditori del suo marchio di biciclette. Queste foto sono state scattate ad Agugliaro, in provincia di Vicenza.

È morto invece a 86 anni, il 5 maggio del 2000, Gino Bartali e in seimila hanno firmato i libri delle condoglianze nella chiesa parrocchiale di San Piero in Palco a Firenze dove è stata esposta la salma e dove poi si è svolta la cerimonia religiosa. I funerali allestiti dalla Pubblica Assistenza Fratellanza Militare di Firenze hanno visto la presenza di almeno mille persone. L’ultima veste

di Gino è stato un saio bianco avorio, quello da terziario dei Carmelitani Scalzi. La mano destra stringeva un rosario di legno. Sotto il cofano, mazzi di fiori rossi.

UN UOMO SOLO

AL COMANDO

È la frase pronunciata alla radio da Mario Ferretti che consacrò il campionissimo nell’immaginario collettivo. Fausto

Coppi era unico. Aveva conseguito, con lunghe fughe solitarie, 58 vittorie; percorso 3.041 km in fuga in gare vittoriose e 119.077,3 km di corsa. Nella sua carriera era

monte. Ma all’età di 40 anni, dopo aver scalato tutte le vette del Giro d’Italia e del Tour de France, il 2 gennaio 1960 veniva stroncato nell’ultima definitiva battaglia: una banale

riuscito a superare il trauma di ben 11 fratture, la perdita del fratello Serse, anche lui ciclista, morto il 29 giugno 1951 dopo essere caduto e aver battuto la testa al Giro del Pie-

puntura di zanzara, un virus malarico non diagnosticato per tempo. Il chinino lo avrebbe sicuramente salvato: Geminiani, il campione francese, che era stato con lui e aveva contratto la stessa malattia, ricoverato a Parigi aveva infatti superato facilmente lo stato febbrile. Ma a Coppi, le circostanze erano state spesso avverse, pagando anche un prezzo elevatissimo per conquistare il titolo di campionissimo e passare alla storia dello sport come l’airone.

IL PRIMO VOLO

Fausto Coppi inizia a pedalare per lavoro: è infatti garzone di

macelleria a Novi Ligure e utilizza la bicicletta ogni giorno, trasportando avanti e indietro i pacchetti di carne fra Novi e Castellania.

Il primo volo lo spiccherà nel 1939, al Giro del Piemonte, arrivando terzo, lui indipendente tra squadre organizzate con gregari agguerriti.

Era stato Biagio Cavanna, ex pugile, cieco, conosciuto come “il mago dei muscoli”, che l’anno precedente ne aveva intuito le potenzialità dopo aver testato le sue gambe d’acciaio. Essendo stato il massaggiatore di Girardengo e Guerra, di campioni se ne intendeva.

È IL MOMENTO

DEL GIRO D’ITALIA

Nel maggio del 1940 con la maglia verde della Legnano è al suo primo Giro d’Italia: ha 20 anni ed è gregario di Gino Bartali, che aveva già vinto il Giro d’Italia del 1936 e del 1937 e il Tour de France del 1938. Ma a Modena, il 29 maggio, Coppi è primo: è nato un campione!

Il 9 giugno 1940 vincerà il Giro d’Italia. Ma il giorno dopo l’Italia entrerà in guerra. Anche se militare, potrà partecipare ai campionati italiani di inseguimento, al Giro di Toscana, del Veneto e dell’Emilia ottenendo nel 1942, al Vigorelli di Milano, il primato dell’ora alla media di 45,871 km: un primato che durerà ben 14 anni.

Un piccolo museo dedicato a Fausto Coppi, con le maglie indossate e i trofei vinti nella sua carriera.

La guerra si avvicina all’Italia: mandato in Africa è catturato dagli inglesi in Tunisia. Al termine del conflitto è subito in bici; non più con la Legnano, ma con la maglia celeste della Bianchi.

Sposa intanto Bruna Ciampolini, una brunetta del paese che lo ha aspettato per due anni e dalla quale avrà una figlia, Marina. Poi, nel 1946, vincerà la prima delle sue tre Milano-Sanremo e nel 1949 realizzerà la fuga più lunga del ciclismo: 190 km con il colle della Maddalena, il Vars, l’Isoard, il Monginevro e il Sestrière. Un’impresa mai più eguagliata.

Ma a ogni vittoria non si percepisce mai sul suo viso tirato l’ombra di un sorriso, uno sprazzo di gioia. Quando, al traguardo, scende dalla bicicletta assume quel tono quasi assente che ancora si nota osservando le foto dei suoi tanti trionfi: nessun compiacimento.

LA DAMA BIANCA

Le vittorie lo portano lontano lungo le strade della gloria

sportiva: perde il fratello Serse, i vecchi amici, la moglie Bruna e la figlia Marina.

L’unica cosa che gli era rimasta era la bicicletta, a quelle due ruote doveva tutto: la fama, il benessere economico, ma anche le amarezze più pro-

fonde. Nel 1953, a Lugano, quando si laureerà campione del mondo, al suo fianco ci sarà Giulia Occhini, la famosa dama bianca. Soli contro l’opinione pubblica, il sistema italiano della giustizia e perfino il papa, che ha invitato Coppi

Per onorare la memoria di Fausto Coppi e del fratello Serse, nel 1970 a Castellania, in provincia di Alessandria, venne eretto da un apposito comitato facente capo alla Pro Julia Dertona, con offerte pervenute da sportivi di tutta Italia e su disegno dell’architetto Tito Gatti, un complesso comprendente le tombe dei 2 fratelli con un pregevole busto in bronzo dello scultore Todeschini e una moderna chiesa per comodità degli abitanti troppo lontani dalla vecchia parrocchia.

a concludere la relazione.

Il segno di una frattura profonda con il suo mondo e il tentativo di inserirsi tra persone con le quali non ha interessi comuni.

È vero, non è più il ragazzo di campagna delle colline tortonesi; è cresciuto culturalmente, ha un tratto e un portamento eleganti, ma il suo cuore, la sua mente, la sua vita sono legate indissolubilmente alla bicicletta che gli ha dato tutto, ma in nome della quale ha anche tutto sacrificato. Quando il destino scriverà la fine della sua straordinaria storia di campione, accanto a lui ci saranno solo Giovannino Chiesa, un ex calciatore, l’amico di sempre, e l’avversario di tante gare Gino Bartali, col quale aveva progettato l’ennesima avventura ciclistica: una squadra favolosa con lui capitano e Bartali direttore sportivo.

QUEL NASO TRISTE

COME UNA SALITA

È la celebre canzone di Paolo Conte a raccontare di uno dei più grandi ciclisti di sempre, il campione che si rese protagonista di imprese memorabili. È

morto per una crisi cardiaca all’età di 86 anni, il 5 mag gio del 2000, nella sua casa di Ponte a Ema, vicino a Fi renze, dove era nato il 14 luglio del 1914. Iniziò a cor rere giovanissimo nella società to scana S.S. Aquila e dal 1931 al 1934 partecipò a 105 corse come debuttante, vincendone 44. Il primo successo da ciclista lo ottenne ad Antella, un paese vicino, il 5 ottobre 1931; l’ultimo nel Giro della Toscana il 24 giugno 1953. In carriera disputò 836 corse e ne vinse 186, tra le quali tre Giri d’Italia, nel 1936, 1937 e 1946, due Tour de France, nel 1938 e 1948, quattro Milano-Sanremo, tre giri di Lombardia, due giri della Svizzera e quattro titoli italiani. Scorbutico e sempre polemico, Ginettaccio, come era soprannominato, in bicicletta era grintoso e generoso. Celebre la sua frase: è tutto sbagliato, tutto da rifare.

Una targa presente nel monumento dedicato ai fratelli Serse e Fausto Coppi nel paese in provincia di Alessandria che ha dato le origini al grande campione e, che in suo onore, è diventato Castellania Coppi.

NON FU UNA GARA

LA SUA IMPRESA PIÙ

IMPORTANTE

A Bartali, con un po’ di esagerazione, fu attribuito anche un merito storico, quello di aver salvato l’Italia dalla guerra civile. Era il 14 luglio 1948. L’Italia viveva i giorni di fuoco dell’attentato a Togliatti, quando Ginettaccio vinse a

Briançon una tappa fondamentale del Tour de France, conquistando la maglia gialla. Leggenda vuole che quel successo rappacificasse gli animi. Per molto tempo non si seppe nulla di quella che possiamo sicuramente ricordare come la sua migliore impresa in bicicletta, ma non sulle strade del Giro d’Italia o del Tour de France. Tra il 1943 e il 1944 Gino Bartali trasportò documenti falsi, nascosti nel tubo della sua bicicletta, da una stamperia clandestina di Assisi fino a Firenze, dove il vescovo distribuiva agli ebrei i nuovi documenti di identità che consentivano ai cittadini ebrei perseguitati dai nazifascisti di espatriare. Avanti e indietro, in un solo giorno, riuscendo così a salvare oltre 800 persone. Nel 2006, dall’allora Presidente della Repubblica Ciampi, è stata conferita alla memoria di Gino Bartali la medaglia d’oro al valore civile e qualche anno dopo gli è stata assegnata l’importante onorificenza di giusto fra le nazioni dallo Stato di Israele.

UNA PEUGEOT 504 salvata da probabile demolizione

ÈÈ grazie al ritrovamento di una particolare Peugeot 504 da parte di un appassionato, che ha avuto la possibilità di salvarla da una probabile demolizione, che posso illustrarvi la seconda vita di questo mezzo. La protagonista è questa autofunebre basata sulla versione familiare della 504 prima serie 1800cc benzina, vettura che la casa francese presentò nel 1968, inizialmente solo in versione berlina e in seguito, nel 1971, affiancata dalla Break, versione estremamente capiente e versatile oltre che praticamente indistruttibile.

La base di questa autofunebre, come dicevo, era la versione familiare, estremamente capiente, ma nello specifico allestita per l’uso funebre dalla carrozzeria Alessandro Icardi di Torino, azienda già nota nel variegato panorama degli allestitori di autofunebri degli anni Sessanta e Settanta. Icardi, famoso per i suoi furgoni

funebri su base Fiat 1100T e Fiat 241, lavorò con una trasformazione decisamente in linea con i gusti del periodo e della connotazione geografica del nord Italia. Infatti l’impresa che ordinò questa trasformazione era la Sottemano di Condovè, in provincia di Torino, quindi non lontano dalla sede di Icardi. È possibile che lo spunto per questa trasformazione arrivasse dalle vetture allestite dalla carrozzeria Grazia di Bologna, che già aveva a catalogo questo allestimento per imprese funebri.

Ma mentre Grazia allestì svariate Peugeot 504 funebri, questa di Icardi è molto probabilmente un esemplare unico, commissionato su specifiche del cliente. La trasformazione di Icardi, totalmente in lamiera di acciaio, sfruttava parzialmente i lamierati della versione prodotta di serie, adattando le grandi vetrature, e di fatto chiudendo le porte posteriori. Si notano inoltre uno sfarzo di opulenti decori sul tetto con una incastellatura di alluminio fuso, unita a decori e lampade interne in acciaio inox, come anche i batticorona laterali e posteriore. Internamente, il vano feretro è caratterizzato dal carrello manuale scorricassa e dai cassonetti laterali ricoperti in tessuto trapuntato color porpora, arricchiti da vari decori in color oro, due crocefissi e da quattro lampade votive interne in acciaio inox agli angoli. Sono presenti tendaggi interni del medesimo colore con fregi e bordi color oro. La vetratura laterale appare leggermente rialzata rispetto al vetro originale, pur mantenendo il tetto della stessa altezza della berlina.

La Peugeot 504 familiare strutturalmente si prestava bene all’allestimento ad autofunebre, senza dover procedere all’allungamento dello sbalzo posteriore e, come sempre, accoppiato al riduttore sul cambio, fondamentale per l’uso nei cortei, affrontandoli senza problemi.

Il motore era un tranquillo e affidabile quattro cilindri a benzina di 1800 cc, con cambio manuale, anche se questa vettura all’epoca era nota per la motorizzazione diesel, anche per uso funebre.

Lo spazio interno a disposizione degli allestitori non era moltissimo e pertanto come spesso accadeva sui mezzi che non subivano l’allungamento del passo, si tendeva a “rubare” qualche centimetro tenendo lo schienale dei posti anteriori con un’inclinazione più verticale possibile,

rendendo di fatto il mezzo scomodo se guidato per lunghi tratti.

Questa vettura, ordinata dal signor Sottemano nei primi anni Settanta, verrà in seguito usata per lo stesso scopo dalle giovani figlie che erediteranno l’azienda, svolgendo per anni il proprio lavoro nella zona della provincia di Torino.

In seguito “pensionata” a causa del normale ammodernamento del parco veicoli, fino a quando fu acquistata da Giuseppe

Vetrano, grazie alla segnalazione che Susanna Sottemano mi inviò personalmente. La vettura, infatti, soddisfaceva totalmente i gusti personali di Giuseppe che da tempo era alla ricerca di un mezzo con queste caratteristiche. E anche le condizioni di conservazione erano eccellenti. Dopo l'acquisto, l’attuale proprietario ha provveduto a un restauro conservativo della vettura che, pur essendo rimasta sempre in garage, risentiva dell’inattività durata diversi anni.

Oltre alle targhe e alle chiavi originali, l’auto presentava un’ampia documentazione includendo la dichiarazione

di idoneità, da parte del medico di base usl, dal punto di vista sanitario al trasporto di salme. Il restauro conservativo ha coinvolto la meccanica, dove il motore era fortunatamente l’originale, ma richiedeva una parziale revisione, che ha coinvolto anche la parte dell’alimentazione, in questo caso a carburatore, trattandosi della versione 1800cc benzina.

Dal punto di vista della carrozzeria, alcune parti nascoste della sottoscocca presentavano delle fioriture di ruggine, parti in seguito ripristinate da abili carrozzieri che hanno nel contempo proceduto alla lucidatura totale della vernice originale nera.

Con il suo nuovo proprietario Giuseppe Vetrano, negli ultimi anni, a Firenze, questa Peugeot 504 di Icardi sta rivivendo una seconda vita, anche se non professionalmente parlando, e incuriosisce al suo passaggio lo sguardo delle persone, ormai non più avvezze ad autoveicoli con addobbi così dettagliati, e per certi versi, dall’aspetto perentorio.

Un sentito ringraziamento a Giuseppe Vetrano – per averci segnalato questa sua speciale vettura e per aver condiviso con i lettori di Tecnica le foto e le informazioni che hanno reso possibile questa testimonianza – e a Susanna Sottemano che ha sostenuto il salvataggio di questo pezzo di storia dell’impresa di famiglia.

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle autofunebri utilizzate in passato dagli impresari italiani. In ogni numero vi presentiamo alcuni modelli grazie all’analisi di Marco Sambataro , modellista ed esperto di autofunebri d’epoca.

LA PASSIONE PER LE COSE FATTE BENE NON MUORE MAI

Un’azienda con un secolo di storia come Ferrari garantisce un servizio ai massimi livelli perchè coniuga volumi di produzione tipici dell’industria con macchinari di avanguardia alla cura e passione dell’antico falegname di bottega. Una realtà produttiva italiana leader del settore, che da sempre segue ogni fase della produzione per raggiungere un prodotto finito di enorme qualità.

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Fhp (PR) 0521 5208

Olivetti (RE) 0522 875165

Spaf (TO) 011 9771553

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Fhp (PR) 0521 5208

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Spaf (TO) 011 9771553

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Asf Italia (BS) 030 2702592

Galassia Funeralia (RO) 351 3948702

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Bertoncello Graziano (VI) 0424 848267

Ferrari (MN) 0376 808901

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Funéraire (Francia) +33 147565079

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Myplant & Garden (MI) 02 6889080

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Fhp (PR) 0521 5208

Riello (BS) 030 6871315

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Spaf (TO) 011 9771553

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Bertoncello Graziano (VI) 0424 848267

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BL (VA) 0331 206803

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BL (VA) 0331 206803

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Coccato & Mezzetti (NO) 0321 806789

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Bertoncello Graziano (VI) 0424 848267

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Ferrari (MN) 0376 808901

Fhp (PR) 0521 5208

L’Equipe (AL) 0131 253566

Lavalle (CN) 0172 373013

Lombarda (BS) 030 311402

Lorandi (BS) 030 6900600

Melloni (BS) 030 2732598

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Riello (BS) 030 6871315

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