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Anno 33 • n. 11 • novembre 2025
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Dieci spazi dedicati al commiato
È composta da dieci stanze, a cui si aggiunge la sala per le cerimonie, la nuova casa funeraria Il Salice, recentemente inaugurata a Collegno, in provincia di Torino.
S i sviluppa su una superficie di circa 3.200 metri quadrati la nuova casa funeraria di Collegno, in provincia di Torino: una moderna funeral
home nata da un’idea di Dario Massa, titolare dell’azienda Servizi Funebri Massa. Pensata per essere sempre a disposizione di tutte le imprese
di onoranze fune bri consorziate, Il Salice, questo il nome della casa funeraria inaugurata a settembre, è frutto di un im
portante investimento e di un grosso intervento di ristrutturazione di un edificio già esistente.
Disposta su due piani, collegati da ascensore interno, la casa funeraria Il Salice presenta al piano terra tutti gli spazi ne-
All’inaugurazione della casa funeraria, a settembre, hanno partecipato numerosi cittadini, noti personaggi del mondo della funeraria, sindaci e assessori di Collegno e dei paesi limitrofi.
cessari alle imprese funebri per occuparsi del servizio, dalla sala autoptica all’autorimessa che, con circa 20 veicoli a disposizione tra mezzi e autofunebri, garantisce un’importante diversificazione.
La nuova casa funeraria Il Salice si sviluppa su due piani, collegati da un ascensore interno. Sono presenti dieci stanze dedicate all’ultimo saluto del defunto, ognuna caratterizzata da un numero e dotata di salottino privato, antibagno e bagno.
CRESCITA
PROFESSIONALE
È una professione che si tramanda da diverse generazioni quella intrapresa nel 2016 da Dario Massa. Già il bisnonno, infatti, in Puglia, aveva fondato molti decenni fa un’impresa di onoranze funebri che ancora oggi esiste ed è gestita dalla famiglia.
La casa funeraria Il Salice è un’ulteriore crescita professionale. «La casa funeraria nasce dal mio desiderio di garantire alle imprese consorziate, e di conseguenza a tutte le famiglie, un luogo sereno e rispettoso, che consenta di accompagnare con dignità l’ultimo
Dario Massa insieme alla famiglia – la moglie Bianca, la figlia Megan e i genitori Michele e Maria – e a Giovanni Lavalle, a cui si rivolge da tempo l’azienda Servizi Funebri Massa per i cofani funebri.
Elegante e raffinata, dai colori agli arredi, la casa funeraria Il Salice propone anche spazi per il ristoro di famigliari, amici e conoscenti.
saluto», ha sottolineato Dario Massa durante l’inaugurazione, che ha visto la partecipazione di numerose persone, sia di Collegno sia dei paesi limitrofi della provincia di Torino, insieme a noti personaggi del mondo della funeraria e autorità politiche: Matteo Cavallone, sindaco di Collegno, Emanuele Gaito, sindaco di Grugliasco, e Giancarlo Balbo, sindaco di San Gillio, insieme a Roberta Colombo, assessore di Grugliasco, e Clara Bertolo, assessore di Collegno.
RACCOGLIMENTO E RISERVATEZZA
La sala del commiato della nuova casa funeraria Il Salice si presenta non solo molto accogliente dal punto di vista estetico, ma anche molto
Dario Massa, fondatore e titolare dell’azienda Servizi Funebri Massa, presente nel settore dal 2016, insieme alla moglie Bianca durante l’inaugurazione della casa funeraria Il Salice.
grande, proprio perché pensata per ospitare parenti, amici e conoscenti che, tutti insieme e in raccoglimento, desiderano dare un ultimo saluto al proprio caro anche organizzando cerimonie religiose oppure laiche. Sono dieci invece le stanze dedicate all’osservazione del defunto e anche in questo caso ogni sala è caratterizzata da eleganza dei colori e degli arredi, sobrietà e ampie dimensioni.
Ogni ambiente è stato progettato per permettere di vivere il lutto con intimità e raccoglimento: è infatti affiancato da un salottino riservato, un antibagno e un bagno che garantiscono massima privacy e riservatezza in ogni momento. Sempre per familiari e conoscenti è stata studiata anche una sala d’attesa dotata di area ristoro.
Prodotti e accessori di qualità, uniti a un ricco e costantemente aggiornato parco auto firmato Ellena, sono da sempre le scelte vincenti di Dario Massa, anche per la nuova casa funeraria Il Salice.
Sempre presenti! •
È interpretando al meglio le esigenze di ogni cliente che BL si conferma un fornitore sempre più apprezzato tra gli operatori del settore funerario, dove opera da molto tempo con numerose soluzioni che garantiscono qualità e personalizzazione.
Luigi Bossi, titolare di BL, al centro, tra i due tecnici venditori Davide e Luca.
Dalla carta per ricordini all’innovativo fotoincisore, sono numerose le soluzioni proposte da BL alle imprese funebri italiane, alcune presentate anche ai visitatori dell’evento Mediterraneo Funeral Show che si è recentemente svolto in Sicilia.
La più recente conferma dell’apprezzamento di BL da parte delle imprese funebri è arrivata anche dall’ultimo evento a cui l’azienda lombarda ha partecipato a fine settembre. Organizzato nel raffinato contesto del Grand Hotel Villa Itria a Viagrande, in provincia di Catania, l’evento Mediterraneo Funeral Show ha infatti raccolto numerosi visitatori che hanno potuto chiedere informazioni e vedere da vicino la qualità e l’ampia varietà dei prodotti offerti da BL per il settore funerario.
MASSIMA ATTENZIONE ALLA QUALITÀ DI STAMPA
«Da sempre ci presentiamo come un’azienda capace di interpretare al meglio le richieste di tutta la nostra clientela, sempre più attenta alla massima qualità di stampa, ottenendo risultati soddisfacenti», commenta Luigi Bossi, proprietario dell’azienda con sede a Cardano al Campo, in provincia di Varese.
L’esperienza maturata negli anni consente di sfruttare al meglio, anche nel settore funerario, le tecnologie di ge-
stione del colore con ogni attrezzatura a disposizione e per ogni tipo di esigenza.
CARTA, PER MANIFESTI O RICORDINI
Tra i prodotti particolarmente richiesti, ricordiamo la nuova carta per manifesti dello spessore di 105 grammi al metro quadrato, con una maggiore capacità di copertura, che non influisce però in alcun modo sulla procedura di affissione. È fornita in rotoli da 100 metri nelle misure classiche richieste dal settore funerario, cioè una luce di stampa
di 48, 50, 61, 68 e 70 centimetri. Nuova anche la carta per ricordini lucida e semilucida che consente di realizzare stampe fotografiche professionali dalla definizione estrema, garantendo la massima fedeltà dei colori, ideale per stampe in formato 6x9, 7x10, 10x15, 13x18 e in A4.
DISPOSITIVI
ALL’AVANGUARDIA
L’innovativo fotoincisore
Roland MPX-95 è invece una delle soluzioni proposte all’impresario per offrire alle famiglie una completa personalizzazione. Riproduce fedelmente foto, loghi e testi su molteplici oggetti di diverso materiale, caricabile fino a 12 kg, come oro, argento, rame, ottone, alluminio, ferro, acciaio inossidabile, titanio, nickel e acrilico.
È già corredato di software dedicato per gestire in maniera semplice e veloce la riproduzione di foto e testi, con importazione automatica dei file da incidere.
SOLUZIONI ESPOSITIVE
DIGITALI PER LE
FUNERAL HOME
BL offre inoltre una vasta gamma di display espositivi digitali per case funerarie, rendendole ambienti più connessi e personalizzati, offrendo alle famiglie clienti un nuovo modo di onorare e ricordare i propri cari. Studiato con un design compatto e sottile, il display proposto da BL consente di ottimizzare l’uso degli spazi, soprattutto se ristretti. Dall’aspetto elegante anche sul retro, può essere montato a parete o liberamente posizionato su una base d’appoggio, mantenendo la
massima praticità in termini di connettività, riproduzione dei contenuti e impostazioni del dispositivo.
✓applicabile in fase di vestizione
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Un supporto da oltre 40 anni •
Nasce nel 1980 l’azienda di trasporti e servizi funebri gestita dai fratelli Bruno e Roberto Barbiero, sempre pronta anche ad affiancare le imprese funebri della zona.
Con la sede storica di Padova, l’impresa di servizi e trasporti funebri Barbiero opera dal 1980 sull’intero territorio italiano ed effettua trasporti funebri locali, nazionali e anche internazionali con autofunebri di ultima generazione.
E proprio la necessità di avere mezzi e autofunebri costantemente aggiornati ha portato al recente acquisto di quattro nuovi modelli Ilios su base Mercedes-Benz GLE forniti da Pilato. «Quello con Pilato è un rapporto nato tanti anni fa, negli anni Ottanta, all’inizio quindi della nostra attività di impresa funebre e di trasporti funebri.
È un rapporto che continua a rinnovarsi e a rafforzarsi, permettendoci di avere un parco auto costituito da oltre 20
mezzi caratterizzati da linee innovative e particolari estetici e tecnici che rendono unico ogni nuovo modello di autofunebre», afferma Roberto Barbiero, che gestisce l’impresa Barbiero insieme al fratello e fondatore Bruno, oggi affiancati nell’attività di famiglia anche dai rispettivi figli Michele e Andrea.
AL FIANCO
DELLE FAMIGLIE
E DELLE IMPRESE
«Ci occupiamo dell’organizzazione del servizio funebre con l’obiettivo, da sempre, di sostenere e aiutare la famiglia che attraversa un momento di profondo dolore», aggiunge Roberto Barbiero.
«E lo possiamo fare curando ogni aspetto del servizio, logistico, amministrativo e burocratico, dal disbrigo di tutte le pratiche, quindi, fino a tutto quello che riguarda l’organizzazione del funerale, i lavori cimiteriali e i trasporti non solo in Italia ma anche in tutta Europa».
L’obiettivo non è solo quello di offrire prodotti e un servizio di qualità alle famiglie che si rivolgono all’impresa Barbiero per l’organizzazione di un servizio funebre, ma anche di soddisfare le richieste delle famiglie affiancando le imprese funebri che necessitano di autofunebri e di autisti.
Al centro, da sinistra, Bruno e Roberto Barbiero, titolari dell’impresa di servizi e trasporti funebri Barbiero, accanto ai rispettivi figli, Michele
A sinistra, il ricco parco auto che ha recentemente visto l’ingresso di quattro modelli Ilios, su base Mercedes-Benz GLE di Pilato
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TRASPORTI FUNEBRI
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La bellezza della tradizione artigianale italiana unita alla forza eterna del bronzo
NOTIZIE
Echi di pietra
Tradizionalmente dedicato alla memoria dei defunti, il mese di novembre è ricco di iniziative per il cimitero di Andria, capoluogo pugliese, insieme a Barletta e Trani, della provincia di Barletta-Andria-Trani. Si tratta di iniziative rientranti nel già avviato progetto Echi di Pietra che, per la loro forza innovativa, connotano la struttura come modello esemplare del ristretto cartello dei cimiteri monumentali italiani. Un calendario degli eventi particolarmente nutrito e voluto dalla municipalizzata concessionaria dei servizi cimiteriali con l’intenzione di sensibilizzare il più possibile l’utenza cittadina, credente o meno che sia, alla frequentazione di questo luogo che è, in definitiva, autentico depositario non solo dei ricordi e degli affetti individuali e familiari, quanto della memoria collettiva dell’intera comunità andriese. «Abbiamo recentemente sottoscritto con la dirigenza dell’istituto scolastico R. Lotti un protocollo finalizzato alla formazione di guide specialistiche per visite studentesche programmate con il mondo della scuola» ha ricordato Antonio Griner, amministratore unico dell’azienda.
Nel corso del mese di novembre, dopo la chiusura serale del camposanto, si terranno una serie di brevi format teatrali aperti al pubblico allo scopo di ribaltare il concetto stesso di cimitero, da luogo di mestizia o di timore a luogo di pace e di serenità da condividere con i nostri cari defunti.
«Echi di Pietra proporrà una visione nuova e moderna del camposanto di Andria» ha rimarcato il sindaco Giovanna Bruno, «trasformandolo di fatto in una sorta di grande museo, custode e testimone delle mille storie, il più delle volte sconosciute, che si celano dietro le tombe, i monumenti, le lapidi, le cappelle, i campi, gli ossari, le epigrafi. Di più: si aprirà a rassegne e mostre temporanee, a iniziative formative per le scuole ed eventi di valorizzazione dell’arte funeraria. Così da restituire un’immagine autentica e completa della comunità andriese attraverso i secoli».
www.comune.andria.bt.it
Funeral home: inquadramento giuridico e urbanistico
Una completa padronanza delle leggi e dei regolamenti in materia di case funerarie e di sale del commiato è indispensabile per la realizzazione di strutture che sappiano rispondere a precisi requisiti, seguendo percorsi normativi e burocratici che dipendono, anche, dalle diverse leggi regionali. Tenendo però sempre conto della sostanziale differenza concettuale tra sala del commiato e casa funeraria.
a cura di Carlo Ballotta
Sotto il profilo squisitamente tecnico e funzionale la casa funeraria, nell’esperienza italiana almeno, altro non è se non una sorta di... “servizio mortuario sanitario” assimilabile al deposito
di osservazione istituzionale, però di proprietà e gestione da parte soggetti sì di diritto privato, ma pur sempre autorizzati all’erogazione di questo servizio di carattere necroscopico.
Essa, allora, è simile in tutto e per tutto al servizio mortuario sanitario degli ospedali, (impropriamente detto “camere ardenti”) e deve rispondere almeno ai criteri minimi nazionali del Dpr del 14 gen-
naio 1997.
Invero molte Regioni hanno adottato misure ancor più vincolanti, orientate a standard qualitativi molto selettivi ed elevati. Superando così, per certi versi, i disposti minimali della normativa nazionale, essi operano semmai residualmente.
LE DIVERSE REALTÀ
IN EUROPA
La casa funeraria, nella sua declinazione anglosassone, è anche conosciuta come funeral home, può sorgere entro il cimitero o nei pressi del recinto cimiteriale (cioè nella fascia di rispetto che circonda il sepol-
creto dove vige il divieto di nuove costruzioni) o in altro luogo purché autorizzato dal comune.
In Spagna, invece, è chiamata tanatorio: al suo interno possono esser praticati interventi di tanatoprassi, purché da personale specializzato e abilitato all’esercizio della professione.
In Francia la sala o struttura del commiato, sempre più spesso gestita da imprese private, è denominata: athanée, funérarium o, ancora, chambre funéraire.
Mentre le camere ardenti allestite all’interno di questi edifici vengono definite salons de présentation.
INQUADRAMENTO DOGMATICO QUALE FATTISPECIE COMPLESSA
E IBRIDA
Quanto poi alla casa funeraria, vi è da comprenderne la natura, se quindi possa qualificarsi anch’essa come edificio (questa volta privato) adibito ad attività funebre e soprattutto necroscopica, ossia pubblico, al pari del servizio mortuario di struttura sanitaria.
Depone a favore di questo inquadramento dogmatico della casa funeraria, intesa come fattispecie complessa ed ibrida, il fatto che si sovrappongano, nella sua conduzione, tre elementi di pubblicistica, diritto
meramente privato e anche un ultimo aspetto che adesso analizzeremo con qualche breve riflessione.
Se la funeral home è stata resa “legale” come alternativa ai presidi pubblici del Dpr n. 285/1990 è grazie alle leggi regionali.
Queste leggi intervengono in materia sanitaria (sfera in cui è attratta la polizia mortuaria) con la loro potestà legislativa concorrente ai sensi della riforma Titolo V Cost.
Quindi la normazione specifica sul problema o sull’opportunità della casa funeraria ad oggi è unicamente di carattere igienico sanitario.
Tra la sala del commiato e la casa funeraria c’è una sostanziale differenza concettuale: mentre nella sala del commiato si celebrano riti di commemorazione per l’ultimo saluto, ma a cassa rigorosamente chiusa e sigillata, nella casa funeraria, invece, si ritrovano le stesse condizioni di una camera ardente, dove il defunto è visitabile ancora a cofano aperto.
STRUMENTO OPERATIVO
DI UN’IMPRESA FUNEBRE
La categoria catastale attribuita a una casa funeraria (o funeral home, come definita in contesti urbanistici più recenti) non è univoca, ma dipende dall’effettiva destinazione d’uso e dalla configurazione funzionale dell’immobile, nonché dalle prassi locali degli uffici dell’agenzia delle entrate (ex catasto).
Si propende per la categoria D/8 – Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività commerciale. Tale categoria è utilizzata quando la struttura è funzionale a un’attività imprenditoriale, con locali predisposti per il ricevimento del pubblico,
esposizione delle salme, camere ardenti, sale del commiato ecc.
È la categoria più frequente per immobili destinati a essere strumento operativo di un’impresa funebre.
LA DIFFERENZA TRA
L’ATTIVITÀ FUNERARIA
PROPRIA DELLA CASA
DEL COMMIATO E L’ATTIVITÀ COMMERCIALE IN GENERE
Pare, poi, interessante segnalare la pronuncia del Tar Puglia, Lecce, Sez. I, 25 luglio 2024, n. 99. Il giudice amministrativo conferma i propri precedenti orientamenti, intervenendo su un tema non sempre colto in tutta la sua portata, cioè quale veste giuridica abbia davvero l’impianto e l’esercizio di una struttura di tal genere.
Nella precisione, affermando che “[…] vi è una netta differenza tra l’attività funeraria propria della casa del commiato e l’attività commerciale in genere”.
Per cui “l’esercizio di una casa del commiato – anche ai fini della destinazione di zona secondo la normativa urbanistico-edilizia – non può in alcun modo ritenersi attività commerciale o ad essa equiparata, rientrando a pieno titolo tra le attività cimiteriali” (Tar Lecce, Sez. I, 07 febbraio 2019, n. 197; id. Tar Lecce, n. 1178 17 luglio 2018). >
CASA FUNERARIA:
ATTIVITÀ IN AMBITO
NECROSCOPICO E NON CIMITERIALE
In realtà sarebbe meglio far ricadere queste attività nell’ambito necroscopico e non cimi-
vità funebre, provveda a realizzare e gestire una sala del commiato ponendola al servizio di una pluralità di esercenti, magari la sola attività funebre qualora essi, su disposizione dei dolenti, ritengano avvaler-
Le immagini presenti in queste pagine sono di alcune delle numerose case funerarie e sale del commiato progettate e realizzate da Apiemme Engineering in tutta Italia.
«Disponiamo di tutte le professionalità richieste per seguire l’iter di progettazione e realizzazione di strutture specializzate come le case funerarie», afferma l’amministratore delegato Paolo Gentilini, «anche dialogando con gli enti in rapporto alle normative che, data la sensibilità della materia, sono complicatissime e comportano accurate valutazioni preliminari».
teriale, almeno laddove vi sia custodia delle salme e loro esposizione a cofano aperto. Proseguendo con la puntualizzazione: nella specie, l’ente civico non ha assentito alcuna attività commerciale ma un’attività, per quanto in atti, funzionale all’interesse pubblicistico della promozione dei luoghi per la libera manifestazione del cordoglio, dei sentimenti di solidarietà e del culto dei defunti.
Seguendo questa filosofia giurisdizionale, almeno, si potrebbe pure teorizzare che vi sia un qualche operatore economico il quale, senza svolgere minimamente la classica atti-
sene. Con ciò fornendo autonomamente (nel senso di indipendentemente dall’attività funebre) le prestazioni di maggiore qualità insite nell’uso di una casa del commiato.
Anche questa ipotetica previsione potrebbe essere estesa alle case funerarie.
I DIVERSI PERCORSI NORMATIVI DELLE
LEGGI REGIONALI
In entrambe le fattispecie, si tratta di soluzioni che non tengono conto del verso della moneta (o medaglia).
Una delle motivazioni d’investimento sta cioè proprio nell’acquisire una quota di mer-
cato maggiore rispetto a quella presuntivamente acquisibile senza disporre di queste “strutture”.
Per completezza, il Consiglio di Stato, Sez. IV, 6 giugno 2024, n. 5067 parla di autorizzazione commerciale all’apertura della “sala del commiato” e individua la legittimazione del ricorrente nella sua qualità di… concorrente.
Molto, invero, dipende dalle leggi regionali.
Esse potrebbero, infatti, individuare percorsi normativi e burocratici diversi, se non alternativi tra la conduzione della sola sala del commiato e la vera e propria (per completezza!) funeral home, o particolari obblighi di fruizione estesa a tutta la cittadinanza, a prescindere dall’impresa funebre, scelta liberamente dai dolenti, in capo alla casa funeraria stessa.
SALA DEL COMMIATO E CASA FUNERARIA: UN’IMPORTANTE DIFFERENZA
CONCETTUALE
La differenza concettuale tra la sala del commiato e la casa funeraria è sostanziale: nella prima si celebrano riti di commemorazione per l’ultimo saluto, ma a cassa rigorosamente chiusa e sigillata, nella casa funeraria, invece, abbiamo le stesse condizioni di una camera ardente, dove il defunto è visitabile ancora a
cofano aperto.
Diversi, quindi, proprio nel loro dna, questi due presidi di polizia mortuaria, tant’è che il giudice di cui prima assimilerebbe la sala del commiato alla camera mortuaria cimiteriale, nel senso delle dotazioni tecniche minimali di cui all’articolo 64 del Dpr n. 285/1990, mentre la casa funeraria è normata da altra disciplina, come ampiamente dimostrato prima.
UNO SPAZIO NEL
TESSUTO URBANO
Si ricordano, poi, altre importanti fonti, in qualche modo indirette per inserire correttamente la casa funeraria, ma anche la sala del commiato, nel tessuto urbano e ritagliarle uno spazio sicuro, senza troppe frizioni con il… vicinato: decreto interministeriale 2 aprile 1968 n. 1444, Limiti inderogabili di densità edilizia,
di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’articolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765.
Resilienza e sicurezza, da sempre •
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unisce un’inaspettata leggerezza e maneggiabilità. Le iconiche fasce catarifrangenti laterali assicurano sicurezza agli operatori che devono effettuare un recupero di notte. Gli impresari che vogliono il massimo standard sanitario
possono optare per la versione in acciaio inox, ancora più resistente rispetto al modello in abs.
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Come si può unire un’eleganza imponente a uno stile delicato? Lombarda lo ha fatto con il cofano Cristallo, disponibile in larice, frassino, ebiara, beli awoura, noce maalghi e rovere, in grado di richiamare le caratteristiche del minerale da cui prende il nome.
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COSTANTE RICERCA STILISTICA
Si contraddistingue per le linee bombate e le viti di chiusura con sfera in ottone il modello 74N proposto nella versione in larice o pinewood naturale. Dalla forma ottagonale, conferma la costante ricerca stilistica del marchio Lorandi.
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Le linee semplici e raffinate si uniscono a una forma caratterizzata da un’elegante bombatura nel modello 4 Marzo, realizzato da Melloni e disponibile in tre differenti essenze: frassino, mogano o noce nazionale.
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Disponibile in diverse tonalità di colore, pensate per fare da interprete e soddisfare gusti ed esigenze delle famiglie, il modello C48 in abete spazzolato è frutto dell’esperienza di Menegardo e della passione nella lavorazione artigianale del legno.
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Appartiene alla linea Moderno di Rosa il modello F Liscia, caratterizzato da eleganti linee pulite ed essenziali. Per la sua realizzazione sono stati utilizzati materiali resinosi quali il frakè, il frassino e il mogano.
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LEGNO IS GREEN
È il nome della linea ecologica con cui Scacf sottolinea l’importanza dell’utilizzo di un materiale naturale come il legno per una produzione di qualità. Tra i modelli di questa linea ricordiamo il cofano 25 E, realizzato in larice con finiture in noce chiaro utilizzando vernici ad acqua.
COME IMPRONTE DELLA VITA VISSUTA
Ogni venatura racconta una storia e ogni curva celebra la bellezza dell’unicità nel modello Americanina, dove le sfumature uniche del fraké venato disegnano paesaggi naturali e linee irripetibili, come fossero impronte della vita vissuta. Per chi sceglie un commiato autentico, avvolto dalla poesia del legno e dalla memoria.
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Estetica e resistenza: la nuova stampa digitale su testate
La nuova tecnologia di stampa digitale proposta da Modulapide è pensata per offrire alle famiglie una soluzione elegante, duratura e sempre facile da installare.
Sempre attenta alle nuove esigenze del mercato, Modulapide propone un’innovativa stampa digitale diretta sulle diverse tipologie di testate proposte.
Si tratta di una stampa con vernici UV che, grazie al processo di fotopolimerizzazione, garantisce una resistenza superiore contro abrasioni, graffi e agenti at-
mosferici a cui sono sottoposte quotidianamente le lapidi, come pioggia, neve, ghiaccio, sole e vento. Preservando così nel tempo la qualità estetica delle la-
Alcuni esempi di testate piane sagomate proposte da Modulapide con l’innovativa stampa diretta, resistente agli agenti meccanici e atmosferici.
pidi. La procedura di realizzazione della nuova stampa digitale sulle testate è estremamente semplice.
È infatti sufficiente che l’impresario invii la foto e l’epigrafe per consentire a Modulapide di creare in tempi brevi un progetto grafico personalizzato.
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«Grazie alla nostra ampia libreria, ogni impresario può comporre la testata scegliendo lo stile, il carattere, l’immagine di sfondo, i simboli religiosi, ma anche fiori, piante e immagini varie e la dedica», afferma Francesco Cullere, titolare insieme al fratello Lorenzo dell’azienda che con il marchio Modulapide ha lanciato sul mercato un nuovo concetto di lapide, basato sull’utilizzo di
componenti modulari in alluminio che formano una struttura facile da montare, molto leggera e al tempo stesso molto resistente.
«Con questa proposta all in one non solo consentiamo all’impresario di presentare un prodotto nuovo e fresco, ma riduciamo al minimo anche i tempi di montaggio». Tutte le soluzioni Modulapide vengono consegnate già pronte per l’installazione, permettendo un notevole risparmio anche sui costi di manodopera specializzata e intermediari.
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Dolore in rete: il lutto ai tempi dei social
Ti è mai capitato di avvertire l’esigenza di condividere online il tuo dolore?
La rete è diventata un luogo dove trova spazio e visibilità anche il dolore per un un lutto, molto spesso nella convinzione che condivisione significhi anche sopravvivenza emotiva.
Èuna domanda che, negli ultimi anni, tocca sempre più persone. Nell’elaborazione del lutto ognuno di noi usa i mezzi che ha e i tempi moderni hanno moltiplicato gli strumenti a disposizione. La rete è diventata, nel bene e nel male, un luogo in cui il dolore trova spazio e visibilità.
NUOVI LINGUAGGI PER
UN ANTICO BISOGNO
Un tempo la morte e il lutto si vivevano in comunità, con rituali, veglie e momenti condivisi. Oggi, complici i ritmi di vita e la frammentazione sociale, la dimensione collettiva del lutto offline si è ridotta. I social, però, hanno aperto un nuovo canale.
Così, accanto a chi rifugge la rete come fosse un “lazzaretto”
Questi strumenti aiutano davvero l’elaborazione del lutto o rischiano di congelarla in un eterno “presente digitale”?
di emozioni, c’è chi vi si affida, convinto che condivisione significhi anche sopravvivenza emotiva. La domanda è: dove finisce la condivisione e dove inizia la spettacolarizzazione? Tra pudore, intimità e bisogno di esprimersi, i confini si fanno sottili.
FACEBOOK: LETTERE AL DEFUNTO
Su Facebook la scrittura resta il mezzo privilegiato. Molti scrivono direttamente al defunto, come se il profilo fosse un ponte tra mondo dei vivi e mondo dei morti.
Nascono così pagine commemorative, gruppi di memoria collettiva o profili che restano attivi, tenuti vivi dai familiari. Questa dimensione epistolarenarrativa consente a chi resta di “parlare” ancora con chi non c’è più. Un aiuto, forse, ma anche un ostacolo.
Quanto questo legame digitale favorisce l’elaborazione e quanto rischia di impedire quel distacco fisiologico che fa parte del lutto?
INSTAGRAM: IMMAGINI E COMMENTI
Se Facebook predilige le parole, Instagram racconta il dolore attraverso le immagini. A volte sono foto commemorative, altre volte veri e propri selfie ai funerali, soprattutto tra i più giovani. Un gesto che può apparire superficiale o offensivo agli occhi di molti, ma che ri-
sponde al bisogno di utilizzare i codici comunicativi della propria generazione per mostrare la sofferenza. Non sarà che dietro a questi scatti, c’è spesso il desiderio implicito di ricevere calore e sostegno?
YOUTUBE E TIKTOK: IL LUTTO IN VIDEO
Su YouTube e TikTok il dolore si trasforma in narrazione visiva. Adolescenti che parlano della perdita di un genitore, video di pianti condivisi, racconti del “prima e dopo” di un lutto, perfino serie di clip che docu-
mentano le fasi di un’elaborazione. In alcuni casi, lo spazio virtuale diventa una comunità di auto-mutuo-aiuto.
TikTok, con i suoi hashtag, raccoglie storie di lutti personali,
Dove finisce la condivisione e dove inizia la spettacolarizzazione?
Tra pudore, intimità e bisogno di esprimersi, i confini si fanno sottili.
persino momenti intimi come la prima vacanza senza la persona amata o l’ultimo saluto a un animale domestico. Per qualcuno è spettacolarizzazione, per altri è un modo di cercare confronto e vicinanza. Fenomeni come i video “Get ready with me for a funeral” mostrano come anche la ritualità intima del dolore (il vestirsi per un funerale, il piangere davanti alla camera) trovi un canale di espressione collettiva.
REDDIT E COMUNITÀ DIGITALI
Anche Reddit ospita gruppi dedicati al lutto, divisi per tipologie di perdita.
Sono spazi meno esposti ma molto specifici, dove l’anonimato facilita il racconto intimo e la ricerca di supporto.
CONDIVISIONE O TABÙ?
Dalla pittura sacra alla letteratura, per secoli il dolore e la
professionista in dinamiche relazionali a indirizzo fenomenologico esistenziale e formatrice. Lavora con singoli o gruppi di persone in ambito personale e aziendale. Nel suo progetto di death education “Tratto da una storia vera” pubblica articoli e interviste. Ha scritto e registrato il Podcast “La mia vita senza te – come affrontare il lutto in modo consapevole”.
morte sono stati rappresentati apertamente.
Solo in epoca moderna sono diventati tabù, relegati al privato.
I social media, in questo senso, riportano il lutto nello spazio pubblico, ma con codici nuovi, talvolta destabilizzanti.
Forse i giovani, con le loro modalità esplicite e visibili, non fanno altro che restituirci un messaggio: c’è bisogno di comunità nel dolore, anche se non più solo nelle piazze e nelle chiese, ma anche sugli schermi dei nostri telefoni.
Il punto rimane aperto: questi strumenti aiutano davvero l’elaborazione o rischiano di congelarla in un eterno “presente digitale”?
Forse la risposta sta nell’equilibrio: saper usare la rete come ponte, in un giusto bilanciamento tra rispetto, vicinanza, pudore e astensione dal giudizio.
al Reg. Regionale Veneto n°84 del 26/06/2017 ai sensi della Legge 1401/13 n°4 – Disposizioni in materia di professioni non organizzate
Laureata in filosofia. Counsellor
Emily Marie Dardiz
NOTIZIE
Stagione conclusiva per i lavori del cimitero di Sant’Andrea a Empoli
Quest’estate è stata la stagione conclusiva per i lavori del cimitero comunale di Sant’Andrea a Empoli, dove sono state portate a termine le finiture della parte nuova che consta di 684 nuovi loculi e sono stati completati gli interventi dei blocchi esistenti. Un impegno non da poco per l’amministrazione, che aveva stanziato ben 1,6 milioni di euro per il complesso di via Val d’Orme, strutturato su tre cappelle collegate da scale e ascensore. A fine 2024 era stato deciso di sistemare anche altre opere in calcestruzzo e di risanare altre parti del cimitero, più degradate. Sempre per il cimitero di Sant’Andrea è andata avanti la costruzione del nuovo chiosco per la vendita dei fiori, spesa da 32mila euro, per il quale è stato effettuato il getto della platea in cemento sul quale verrà collocato. Assieme ai lavori al cimitero di Monterappoli, conclusi a fine maggio, il comune di Empoli arriva a 709 loculi aggiuntivi nell’anno 2025. «Come amministrazione abbiamo potenziato le attenzioni verso le strutture cimiteriali. Con questo ampliamento sono state eseguite opere di manutenzione a un vicino blocco del cimitero, con l’obiettivo di rendere questi luoghi sempre più decorosi», spiega Simone Falorni, assessore ai lavori pubblici del comune di Empoli. «Ora è il momento di concentrarsi anche su altre strutture cimiteriali che necessitano di interventi manutentivi e di ampliamento».
www.comune.empoli.fi.it
Dal produttore alle imprese di Campania e Molise in 24 ore
È un servizio sempre più efficiente quello della fornitura di cofani in tutta Italia da parte del gruppo Lorandi, che ha recentemente potenziato il magazzino di Benevento.
Nuovi spazi, per una migliore organizzazione e per rispondere in modo puntuale agli impresari delle zone servite.
È con questo obiettivo che Lorandi ha deciso di ampliare il magazzino di Benevento, in Campania, già operativo da diversi anni, che ora può ospitare un maggior numero di cofani e accessori tra cui possono scegliere le imprese del territorio per l’organizzazione dei diversi servizi funebri o per la sala esposizione della propria agenzia.
La struttura si trova in prossimità dell’ingresso della tangenziale che conduce all’autostrada: una posizione molto facile da raggiungere per gli impresari che decidono di andare al magazzino, per le costanti consegne da Brescia e per gli spostamenti dal magazzino verso le imprese clienti.
Alberto Petretti, responsabile del magazzino, è affiancato da Michele Delrio e insieme si occupano di tutto quello che riguarda il magazzino, dall’accoglienza degli impresari
A sinistra, Alberto Petretti, responsabile del magazzino, e Michele Delrio. Insieme si occupano della gestione del magazzino di Benevento. Sopra, il momento dell’arrivo dalla sede di Brescia del carico di modelli a marchio Lorandi e Melloni e, in alto, una selezione delle diverse urne in legno presenti nel magazzino.
alla preparazione dei cofani fino alle consegne.
CONSEGNE E RITIRI
Dopo aver ricevuto gli ordini
Alberto e Michele si organizzano infatti per effettuare in breve tempo, con i propri furgoni personalizzati, le consegne dei cofani funebri richiesti dalle varie agenzie, partendo direttamente dal magazzino di Benevento per raggiungere le varie zone della Campania e del Molise.
Alle consegne si aggiungono le visite per proporre i vari modelli e le novità di prodotto, ma anche per visitare nuovi e potenziali imprese clienti.
Capita anche, ovviamente, che ordini più grandi e importanti vengano invece passati direttamente alla sede di Brescia, che riesce comunque a garan-
Sette giorni su sette e a qualsiasi ora. Il magazzino di Benevento vuole essere un reale supporto per l’impresario e, per questo, è pronto ad accogliere le richieste in qualsiasi momento.
Operativo già da diversi anni, il magazzino di Benevento può ora contare su uno spazio maggiore per ospitare le diverse tipologie di cofani, da quelli lisci ai più ricercati.
tire una rapidità nella consegna in tutta Italia.
«Non mancano le visite in magazzino da parte degli impresari, che decidono di passare con il proprio mezzo per ritirare i cofani, scelti anche dopo aver avuto un confronto con noi, o per preparare con il nostro aiuto un particolare modello di
cui sono sprovvisti ed è necessario per la cerimonia che devono organizzare», afferma Alberto Petretti, che da oltre 20 anni opera nel settore funebre e che da dieci fa parte del team Lorandi.
REPERIBILI
24 ORE SU 24
Non è solo un’affermazione che vuole far intendere una grande disponibilità. Il magazzino di Benevento è realmente pronto ad accogliere le richieste degli impresari in qualsiasi momento, sette giorni su sette e in qualsiasi orario.
Alla scrivania, Alberto Petretti, responsabile del magazzino di Benevento, con un’esperienza di oltre 20 anni nel settore funebre, dieci dei quali al fianco del gruppo Lorandi.
«Il lavoro dell’impresario funebre è dettato da tempi che non possiamo decidere noi e proprio per questo, per non lasciarli quindi mai soli o sprovvisti di un particolare prodotto da proporre alla famiglia, siamo sempre reperibili, a qualsiasi ora e in qualsiasi giornata.
Se l’impresario è infatti impegnato al lavoro, allora lo siamo anche noi, perché dobbiamo essere sempre un reale supporto», conclude Alberto Petretti, specificando che in ogni caso, anche quando non si tratta di emergenze, operano puntando alla velocità e alla precisione, confermando la massima affidabilità. Per grandi ordini, inoltre, può essere direttamente la sede di Brescia a occuparsi del trasporto, senza passare dal magazzino e riducendo ulteriormente i tempi.
DAI LISCI AI PIÙ PARTICOLARI E RICERCATI
L’ampliamento degli spazi della struttura di Benevento consente anche di avere sempre a disposizione un numero ancora maggiore di prodotti, tra i quali non possono mai mancare quelli che risultano i più apprezzati e richiesti dalle famiglie delle diverse zone servite. Negli spazi destinati al magazzino sono infatti presenti i principali modelli dei marchi Lorandi e Melloni, dai cofani lisci, capaci di adattarsi a gusti differenti, a quelli più particolari e arricchiti da intagli e intarsi, fino ai cofani capaci di rispondere alle richieste di larghezza o lunghezza differenti da quelle standard.
L’eleganza del legno africano, la cura del Made in Italy
80S in Noce Esotico
Tipo
Uno strumento su cui contare
Da oltre 30 anni gli impresari funebri sanno che possono affidarsi al marchio Olivetti e alla sua intramontabile Valvola OG94.
Questa valvola per la depurazione dei feretri viene prodotta solo con materiali di altissimo standard qualitativo, per garantire sicurezza e serenità nel suo impiego. La garanzia estesa a tre anni, previo invio dell’apposito certificato, copre eventuali danni derivanti da difetti di fabbricazione o da malfunzionamenti.
AUTOSTORICHE da collezionare
FIAT 1100 ELR
VVersione industriale della diffusa Fiat 1100 berlina, questo modello Fiat 1100 ELR, furgone prodotto dal 1949 al 1953, deriva da un veicolo pubblicitario per il noto aperitivo Cynar. Solo in seguito – grazie all’ingegno dell’impresa Paglietti di Spilinbergo, in provincia di Pordenone, e della carrozzeria Bellentani – fu trasformata in autofunebre, operando sulle fiancate e sui portelli posteriori, cui vennero applicate le vetrature specifiche. Venne installato il carrello scorricassa interno e furono adottate delle finiture migliori rispetto a quelle presentate dal veicolo industriale. Si notano i paraurti cromati anteriori, le vistose borchie sulle ruote e i tubi batticorona laterali e posteriori, anch’essi cromati. È probabile che fossero già presenti sul veicolo pubblicitario Cynar.
Sul tetto si trova una croce tradizionale, accompagnata da una canalina decorativa in alluminio, che delinea lo stile semplice dell’allestimento tipico delle regioni del nord Italia. Si aggiungono le classiche quattro luci votive esterne e altrettanti cordoni, ai quali si tenevano i dolenti durante il corteo. Sono presenti all’interno tende decorative e di separazione tra vano feretro e cabina, all’epoca non ancora obbligatoria. Era sicuramente montato un riduttore di velocità sul cambio, al fine di agevolare il percorso del corteo, senza sussulti da parte del motore.
Ciao Rino
Con queste poche righe voglio ricordare personalmente Rino Guindani, che pur‐troppo ci ha lasciato in maniera improvvisa e prematura alla fine di settembre.
Rino, personaggio più unico che raro, empa‐tico, dotato di un’espansività tutta sua e non affatto comune, ha lasciato un segno indelebile nel nostro settore e nelle vite di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, di frequentarlo, di la‐vorarci assieme, sia come cliente che come col‐lega, e l’eccezionale partecipazione alla ceri‐monia funebre di una folla di amici, conoscenti, fornitori e clienti ne è stata la dimostrazione.
Conoscevo Rino fi n da quando eravamo ra‐gazzi, siamo cresciuti nello stesso quartiere di Brescia, e il destino ci ha poi accomunati anche nelle scelte professionali di entrambi, abbiamo avuto modo di condividere spesso in questi anni situazioni lavorative alternate a momenti di convivialità.
Rino aveva raccolto con orgoglio l’eredità del padre Gianni, figura storica nel settore funebre già negli anni Ottanta, portando avanti con competenza, serietà e passione un mestiere che richiede sensibilità e soprattutto dedizione. Negli anni ha poi saputo distinguersi non solo per la sua esperienza e la sua professionalità come agente di commercio per importanti aziende del settore, ma anche come singolo im‐prenditore alla guida della società, da lui stesso fondata, specializzata nel commercio di accessori funebri.
Ci mancherà la sua presenza, il suo modo di fare, a volte ingombrante e sopra le righe, ma sempre positivo ed empatico, e soprattutto ci mancherà la sua voglia di vivere che trasmetteva anche a chi lo circondava.
Esprimo la mia più sentita vicinanza alla famiglia anche a nome di quanti lo hanno conosciuto e stimato e gli hanno voluto bene come collega e amico.