SWEDinMAG 11/2025

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Un “vestito tutto nuovo” per Host Milano 2025

Un “vestito tutto nuovo” per Host Milano 2025

Swedlinghaus tra le protagoniste della Fiera Internazionale del settore Ho.Re.Ca.

S.I. Arredamenti di Lucia Iannone rivenditore a Corato (BA)

Oleificio Sante Ciuccarelli

“oro liquido” a chilometro zero

Elisabetta Corneo: dove la dolcezza incontra l’estro

Swedlinfactory ospita la regina di Artefrolla

Società Costume
Attualità Lavoro

SOMMARIO

UN “VESTITO TUTTO NUOVO” PER HOST MILANO 2025 pag. 04

Swedlinghaus tra le protagoniste della Fiera Internazionale del settore Ho.Re.Ca.

INTERVISTA A LUCIA IANNONE

rivenditrice Swedlinghaus a Corato (BA)

OLEIFICIO SANTE CIUCCARELLI

Antea e Giordano, fratelli di quarta generazione, sono pronti a rinnovare la tradizione

ELISABETTA CORNEO: DOVE LA DOLCEZZA INCONTRA L’ESTRO

Swedlinfactory ospita la regina di Artefrolla

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EDITORIALE

di Davide Longo, CEO di Swedlinghaus

Un “vestito tutto nuovo” per Host Milano 2025

Swedlinghaus tra le protagoniste della Fiera Internazionale del settore Ho.Re.Ca.

Un appuntamento importante, che avviene ogni due anni, necessita di una preparazione oculata, attenta a ogni dettaglio: è un po’ come quando si vuole apparire in gran forma per un evento tanto atteso!

Ed è proprio così che Swedlinghaus ha affrontato Host Milano 2025: per stupire si è “rifatta il trucco” così accuratamente da ricevere commenti entusiasti dai visitatori.

La parola, quindi, passa al titolare della spedizione milanese.

Davide, quali sono state le tue sensazioni e i riscontri del pubblico rispetto alla spumeggiante veste del nuovo stand Swedlinghaus?

Le sensazioni sono state tutte estremamente positive! Chi era venuto a trovarci due anni fa ha notato subito la differenza: il nuovo stand è un vero tripudio di colori, mosaici e richiami alla tradizione italiana, in particolare alla ceramica di Sorrento. Abbiamo voluto portare un tocco di “arte e calore” anche in fiera, rompendo un po’ gli schemi dei classici allestimenti monocromatici che si vedono spesso.

Tanti visitatori ci hanno fatto i complimenti proprio per questo: un cliente dall’Uruguay, ad esempio, ci ha detto “che bell’impatto visivo, trasmettete allegria e italianità”.
 Un dettaglio che ha colpito molto è stata anche il coordinamento tra lo stand e le divise

dei nostri chef: tutto era armonizzato nello stesso tema cromatico e grafico, creando un’atmosfera coerente e curata in ogni minimo particolare.
 Il risultato? Un’ondata di apprezzamenti e tanto entusiasmo da parte di chi ci ha visitati.

Quante persone hanno fatto parte della squadra Swedlinghaus a Host 2025 e come erano organizzate le varie competenze?

La nostra “spedizione” era composta da un gruppo affiatato e ben organizzato. Nei primi giorni eravamo in quattro: io, lo chef German Scalmazzi, Sofia e Giacomo.
 Prima dell’apertura, tre dei nostri dipendenti hanno dato supporto al montaggio dello stand, sistemando macchinari, materie prime e l’angolo cottura con vini, birre e tutto il necessario per le dimostrazioni culinarie.

Dal venerdì abbiamo ricevuto anche il prezioso contributo di Francesco Beneduce, titolare di FRABE, azienda nostra partner nel settore dei forni pizza. Insieme abbiamo organizzato una serie di demo live con pizzaioli professionisti, che ha riscosso grande successo: German preparava la pasta fresca, mentre i maestri pizzaioli sfornavano pizze perfette nei forni FRABE.

Nel weekend la squadra si è ampliata con Lucia, Silvia, Maurizio e Leonello, impegnati nell’accoglienza e nella gestione dei contatti con fornitori e clienti.
 A supportarci, come sempre, c’erano anche i nostri agenti di commercio, tra cui Franco Rondelli, oggi nostro responsabile commerciale per l’Italia, che ha seguito lo stand per tutta la durata della fiera.

Quanti giorni di lavoro vi ha richiesto la fiera e come avete organizzato le varie attività e dimostrazioni?

Host Milano ci ha impegnati per diversi giorni intensi, ma ben pianificati, ovviamente senza contare tutti i mesi precedenti relativi al lancio dei prodotti, agli inviti, ecc.

Ogni giorno lo chef German Scalmazzi ha preparato pasta fresca in diretta, proponendo diversi condimenti e piatti tipici della tradizione italiana. Tra le ricette

più apprezzate, la frittata di pasta napoletana e una pasta al forno realizzata con pasta fresca e cotta nel forno a legna, una vera sorpresa per i visitatori: il risultato è stato eccezionale, tanto nel gusto quanto nella presentazione.

Parallelamente, le demo con i forni pizza FRABE si sono svolte per tre giorni consecutivi – venerdì, sabato e domenica – con i maestri pizzaioli impegnati a realizzare diversi tipi di pizza, offrendo al pubblico la possibilità di assistere e degustare il prodotto finito.

Domenica, inoltre, abbiamo avuto il piacere di ospitare Alma Delia, la nostra food blogger di riferimento, che ha creato contenuti per i social e collaborato con German affiancandolo nelle preparazioni.

A completare l’esperienza, il supporto di Bival di Valdobbiadene, che ci ha omaggiato con le loro bottiglie di prosecco, e del birrificio agricolo Jester di Petritoli, contribuendo a rendere ancora più conviviale l’atmosfera dello stand.

Quali sono stati i giorni più intensi?

Senza dubbio il sabato è stato il giorno più impegnativo: lo stand è rimasto pieno dall’apertura alla chiusura, con un flusso continuo di visitatori, distributori e curiosi. 
È stata una giornata frenetica ma anche entusiasmante: eravamo sei in squadra, tutti costantemente all’opera tra dimostrazioni, degustazioni e incontri commerciali. Il venerdì ha visto un’ottima affluenza e grande interesse, ma con un ritmo più gestibile.
 La domenica, invece, è stata leggermente più tranquilla, permettendoci di dedicare più tempo ai contatti e ai clienti più interessati. 
Ogni edizione ha le sue dinamiche, ma quest’anno il sabato resterà sicuramente nella memoria come il giorno clou di Host 2025 per noi.

Hai notato differenze o novità rispetto alla fiera di due anni fa, in termini di pubblico, tecnologie o tendenze di mercato?

Devo ammettere che, essendo stato molto concentrato sullo stand e presente con i visitatori, ho avuto poco tempo per esplorare in lungo e in largo la fiera.
 Tuttavia, posso dire che l’affluenza generale è stata buona e, per quanto ci riguarda, i contatti raccolti sono numerosi e di qualità.

Un dato interessante riguarda la provenienza del pubblico: quest’anno abbiamo registrato una netta prevalenza di visitatori esteri (circa l’80%) rispetto agli italiani (20%).
 Sono venuti a trovarci operatori da Stati Uniti, Canada, Sud America, Francia, Spagna, Inghilterra, Grecia e anche Paesi arabi e asiatici.
 Quindi, nel complesso, siamo molto soddisfatti: l’interesse verso la nostra nuova linea di affettatrici di alta gamma è stato davvero sopra le aspettative. È sempre una grande soddisfazione vedere che il lavoro, la ricerca e l’attenzione al dettaglio vengono riconosciuti dal pubblico internazionale.

S.I. Arredamenti: dove il design incontra l’esperienza e ogni progetto racconta una storia

Intervista a Lucia Iannone, rivenditrice Swedlinghaus a Corato (BA)

Lucia, partiamo dalle origini. Come nasce S.I. Arredamenti?

L’azienda nasce nel 2012 a Corato (Bari), ma la mia storia inizia molto prima. Dopo il liceo ho lavorato per dieci anni nell’arredamento per la casa, sia nella parte progettuale che in quella commerciale. Erano anni in cui si disegnava tutto a mano, con matita e carta millimetrata: un modo di progettare che ti faceva toccare le idee. Poi, dopo diverse esperienze come consulente per grandi gruppi, ho deciso di mettermi in proprio. È così che è nata S.I. Arredamenti, una realtà che oggi si occupa di arredamenti per negozi — dal food al non food — da grandi aziende a piccole realtà: salumerie, bar, macellerie.

di Silvia Remoli

Quindi una crescita naturale, ma anche coraggiosa. Come è strutturata oggi la tua azienda?

Siamo una realtà snella ma con tante collaborazioni. Io coordino il tutto, lavorando con professionisti esterni: frigoristi, un’ingegnera, un team che segue i layout dei progetti. Condividiamo gli uffici e molte idee! Collaboro anche con una falegnameria per la parte più artigianale. In più, mio marito (Francesco Scaringella, ndr), spesso lavora con me: un vero supporto tecnico e umano. Diciamo che S.I. Arredamenti e lo Studio Iannone — che si occupa di progettazione — sono come due lati della stessa medaglia.

Hai citato tuo marito, Francesco. È bello vedere che il vostro lavoro è anche una storia di famiglia.

Sì, assolutamente. Io e Francesco ci siamo sempre confrontati e sostenuti. Lui viene dal mondo del merchandising nella grande distribuzione e poi, negli anni 2000, è passato alla vendita di arredi per locali commerciali. Io, invece, mi sono buttata sulla consulenza e sulla ricerca di mercato. Oggi lavoriamo insieme e ci capiamo al volo. Ma insieme abbiamo anche creato qualcosa dal valore incommensurabile: una bella famiglia, coi nostri tre figli, Noemi (34 anni), Vincenzo (31), e Sofia (28). Sono il mio orgoglio più grande!

Qual è il valore che cerchi di trasmettere nei tuoi progetti di arredamento?

L’ascolto e la comprensione. Ogni progetto nasce da un dialogo, da un’intesa con chi deve vivere quegli spazi ogni giorno. Arredare un negozio non è solo mettere mobili: è costruire un’identità, un’esperienza. La soddisfazione più autentica la provo quando, dopo vent’anni, un cliente torna da me per rinnovare il suo locale. È successo più volte, come ad esempio una macelleria di famiglia passata di generazione in generazione. Questi sono i momenti che ti ripagano di tutto.

Come hai conosciuto Swedlinghaus e come è nata questa partnership?

L’ho conosciuta in fiera, al SIGEP. Mi ha colpito subito il rapporto umano con Davide Longo, il titolare. È una persona che ci mette sempre la faccia, pronta a risolvere i problemi e a garantire un’assistenza costante, sia durante la produzione che nel postvendita. Swedlinghaus è un’azienda italiana in tutto e per tutto: qualità, competenza e un ottimo rapporto qualità-prezzo. È bello lavorare con chi condivide i tuoi stessi standard.

E quando non lavori? Come si rilassa Lucia Iannone? (ride) Cucino! È la mia passione. Mi piace preparare piatti della tradizione pugliese come le orecchiette fatte a mano con cime di rapa e cozze, oppure sperimentare con risotti — funghi, zucca, provola e ribes — e le mezze maniche con melanzane e pomodorini confit. E poi, per compensare i peccati di gola, in qualche modo devo anche tenermi in forma, quindi vado in palestra: mi serve anche per staccare la testa. Francesco invece è molto più sportivo di me, in tutti i sensi: si muove tanto ed è anche un tifoso dell’Inter irriducibile ed attivissimo! Abbiamo anche due cani, Oscar e Chicca, due meticci che abbiamo trovato per strada: sono parte della famiglia e con loro facciamo lunghe passeggiate nei dintorni di Corato.

Se dovessi riassumere il tuo lavoro in una frase, quale sarebbe? Direi che arredare è dare forma alla passione degli altri. Quando entri in un negozio e tutto funziona — l’estetica, la praticità, l’atmosfera — capisci che hai fatto bene il tuo lavoro. E quello, per me, è il successo più grande. Non a caso, aprendo il mio sito internet (https://siarredamenti.com/ ), ci si imbatte subito in una frase di Steve Jobs che rispecchia il mio modus operandi: “Il design non è come sembra o come appare, il design è come funziona”.

Dall’Oleificio

Sante Ciuccarelli

“oro liquido”

a chilometro zero

Antea e Giordano, fratelli di quarta generazione, sono pronti a rinnovare la tradizione di Silvia Remoli

Il 26 novembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Olivo, istituita dall’UNESCO per valorizzare l’importanza culturale, sociale, ambientale ed economica dell’olivicoltura. 
La bellezza delle vallate e delle colline del nostro territorio è dovuta anche alla maestosità di queste piante che accompagnano sia le strade di campagna che le arterie di viabilità principali. Per celebrare una risorsa che dalla natura arriva sulle nostre tavole e ha proprietà nutritive insostituibili, abbiamo scelto un frantoio vicino alla nostra azienda, privilegiando, come siamo soliti fare, la sostenibilità. Inoltre, l’Oleificio “Sante Ciuccarelli”, non solo si trova a pochi passi dal nostro stabilimento produttivo, a Grottazzolina, ma racconta anche una storia di tradizione familiare molto simile a quella di Swedlinghaus.
Ci piaceva quindi condividere il racconto dei due giovani ‘eredi’ dell’attività, Antea e Giordano, quasi in controtendenza

con la fuga di giovani dalle terre di origine, e sentire dalle loro voci l’attaccamento alle proprie origini. La nostra interlocutrice è Antea Ciuccarelli, neomamma di Brando (10 mesi): lei ed il fratello Giordano rappresentano la quarta generazione di questa splendida realtà.

Antea, nel titolo ho definito l’olio “oro liquido”, sei d’accordo?

Mai come quest’anno si poteva trovargli nome più azzeccato, perché, al di là della preziosità nutritiva, della purezza dell’olio EVO, l’annata in corso ha creato non poche difficoltà nel reperimento della materia prima a causa sia di patologie che hanno attaccato i frutti sia del cambiamento climatico, che inevitabilmente ha inciso sui raccolti, specie nel centro Italia.
 Quindi concordo: un olio extravergine di qualità è davvero diventato un bene di valore.

Tu, classe 1991 e tuo fratello Giordano, classe 1993, siete due giovani sui generis, avete scelto la campagna mentre molti vostri coetanei preferiscono le metropoli

Siamo cresciuti tra questi colori, profumi e sapori e i nostri genitori, papà Giampeppino e mamma Anna Maria, ci hanno trasmesso la passione per le nostre radici, senza forzature.

A proposito di piante rigogliose, partiamo dall’albero genealogico…

Il primo fondatore fu il nostro bisnonno Giuseppe Ciuccarelli, che iniziò da una piccola attività inizialmente posizionata lungo la Val d’Ete. Poi fu nonno Sante, con nonna Marina, ad ingrandire l’impresa stabilendola dove siamo ora, in via Fermi a Grottazzolina. Il testimone passò poi a nostro padre che, supportato costantemente da mamma, continua tuttora a insegnarci il mestiere.

Ora abbiamo ben due molini: il tradizionale, metodo classico di estrazione dell’olio per

pressione, e il sistema più innovativo, l’impianto continuo, con gramole chiuse e temperatura controllata per ottenere oli di elevata qualità.
 Ma oltre che nella strumentazione adeguata, credo la vera forza della nostra realtà si trovi nelle persone: quindi, ai nomi già fatti, aggiungo con affetto quello di zia Chetty (sorella di nostro padre) e approfitto per ringraziare, per l’instancabile lavoro di squadra, tutti gli altri nostri dipendenti.

E ora, al timone, ci siete anche voi due. Che impronta volete dare tu e Giordano? (Sorride) “Impronta” è la parola giusta, perché mi fai ripensare a quando, da piccolissimi, ci rincorrevamo nelle nostre campagne come cane e gatto! Tipico di due fratelli, maschio e femmina, che hanno due anni di differenza e che quindi crescono, e giocano, insieme. Diciamo che da allora abbiamo mantenuto quella vicinanza ma abbiamo trasformato i nostri vivaci confronti ‘fisici’ in energia da riversare nell’azienda, con tante idee condivise da realizzare.

Tipo?

Alcuni step li abbiamo già realizzati, altri sono da compiere a breve. Innanzitutto cerchiamo di partecipare a tutte quelle attività finalizzate a promuovere il territorio, giusto per farti un esempio, abbiamo ospitato il ‘Tour dell’Olio’, organizzato dall’associazione ‘Girovagando Grotta’ , rendendoci tappa di un percorso in bicicletta alla scoperta dei più suggestivi oliveti di zona e abbiamo omaggiato tutti i partecipanti di un piacevole ristoro, ovviamente a base di pane e olio, una delle merende più semplici e, a parere mio, sane e rasserenanti. È stato anche un modo per far conoscere il nostro fornito punto vendita, un vero e proprio negozio dal produttore al consumatore, ricco di prodotti a chilometro zero, con certificazioni di qualità. Inoltre collaboriamo con le scuole primarie e apriamo le nostre porte per visite guidate

in cui facciamo toccare con mano e vedere con i loro occhi tutte le fasi del ciclo produttivo, dalla raccolta dell’oliva all’imbottigliamento. Ed anche in quelle occasioni è un vero piacere vedere tutti i piccoli alunni deliziati nell’addentare una bella fetta di pane con il nostro olio.

E guardando al futuro?

Oltre a voler curare ed intensificare tutti i canali di comunicazione, stiamo progettando un rimodernamento del punto vendita, per ampliarlo e renderlo accattivante per il pubblico, non solo esperto di settore ma anche amatore. Noto infatti con piacere che si sta riscoprendo l’amore per l’hobbistica agricola, come, ad esempio, la creazione di un orticello personale, il giardinaggio creativo, allevamento di piccoli animali da cortile, ecc. È bello poter dare consigli a chi, per evadere dalle sovrastimolazioni causate dalla vita frenetica o dall’uso eccessivo di dispositivi digitali, decide di ritagliarsi uno spazio sensoriale anti-stress, dove il tempo si dilata, si allena la pazienza, e soprattutto ci si può stupire per quei piccoli miracoli che la natura compie ogni giorno.

Antea, mi hai fatto venire la voglia di venirti a trovare e di provare a piantare qualcosa, magari iniziando da semplici erbe aromatiche; ma poi, ovviamente, mi dovrai far assaggiare il vostro olio!

Contaci, qui all’Oleificio Sante Ciuccarelli ti aspettiamo a braccia aperte!

Elisabetta Corneo: dove la dolcezza incontra l’estro

Swedlinfactory, come “Bake Off Italia”, ospita la regina di Artefrolla di Silvia Remoli

Ce la vedete un’architetta di Milano, laureatasi a pieni voti al noto Politecnico della sua città, capitale della moda e del design, destreggiarsi tra palazzi e monumenti… interamente commestibili?

In fondo, sempre di costruzioni si tratta, ma al posto del cemento e dei mattoni, lei usa farina, uova, burro e zucchero: è da qui che nasce ‘Artefrolla’, marchio inconfondibile di Elisabetta Corneo, la pluripremiata creatrice di capolavori talmente belli che è quasi un peccato mangiarli!

E noi, che abbiamo visto la sua abilità creativa dal vivo, possiamo assicurarvi che si resta meravigliati da ciò che è riuscita a sfornare. Anzi, se volete rimanere a bocca aperta anche voi, andate a visitare la sua pagina Instagram e fateci sapere.

Non è infatti un caso che il suo corso, tenutosi a ottobre nella nostra cucina attrezzata, abbia registrato il tutto esaurito. Non solo: gli iscritti, non appena conseguito l’attestato, con trepidante aspettativa, hanno subito chiesto quando si terrà il prossimo appuntamento con una delle regine delle scorse edizioni di “Bake Off Italia”, programma TV condotto, all’epoca, da Benedetta Parodi. Quindi, nell’attesa di fissare un’altra data per il 2026, ve la facciamo conoscere più da vicino.

Quando e come è sbocciato il tuo amore per la pasta frolla?

L’amore è nato negli anni ’90, in concomitanza con la facoltà di Architettura: ricordo in particolare che durante le festività natalizie, nei momenti di pausa dalle lezioni e dagli esami universitari, realizzavo quei tipici dolci di pan di zenzero - pupazzi, casette, piccoli villaggi - e mi sono detta: «Ma perché non farli con la nostra frolla?».

Quindi la facoltà di architettura e la passione per la ‘bakery’ sono andate di pari passo?

Sì, anzi, si sono contaminate reciprocamente: l’uso di righelli, squadre e strumenti da designer mi ha supportato nella creazione di modelli di cartone e di legno, che poi sono stati le basi delle mie frolle artistiche.

Da qui il nome del tuo marchio “Artefrolla”…

Esatto, perché al posto del tavolo da disegno tecnico ora ho larghi banconi da cucina, la frolla è la mia tela, gli ingredienti i miei colori. Ogni biscotto, ogni scultura dolce, è un piccolo racconto che profuma di casa, ironia e poesia quotidiana.

Quale creazione è stata la più impegnativa?

Tra le più complicate devo assolutamente menzionare il castello di Neuschwanstein (quello, per capirci, che ha ispirato Disney per “La bella addormentata nel bosco” e per il logo ufficiale della sua nota casa di produzione, n.d.r.). 
Ma ce ne sono altre che hanno richiesto tante ore di lavoro, sia per la progettazione che per la realizzazione, l’assemblaggio, le decorazioni e le rifiniture: penso a Positano in miniatura, alla Mole Antonelliana, al Duomo di Milano e a molto altro.

A quale sei particolarmente affezionata?

Certamente Gotham City: portai la nota città di Batman come demo al programma tv ‘Bake Off Italia’, quando fui invitata da Benedetta Parodi e riscosse molto successo: i concorrenti, che si dimostrarono immediatamente entusiasti, furono stimolati a sbizzarrirsi nelle loro personali creazioni, al contempo ascoltando ogni mio consiglio.

A proposito, come ti trovi nel tuo ruolo di insegnante e formatrice?

Cerco di trasmettere quanta più energia possibile ai miei corsisti, di incoraggiarli, svelando loro qualche segreto della mia “Artefrolla” e, soprattutto, dei “Frollabordi” (brevetto di Elisabetta per crostate, cestini e infinite altre realizzazioni in 3D, a base di frolla). Quest’ultima tecnica, in particolare, è quella che ho cercato di insegnare durante il corso qui a Swedlinfactory. 
Molti corsisti mi collegano inevitabilmente a

sontuose creazioni architettoniche e quindi partono con una discreta dose di insicurezza: si definiscono ‘maldestri’ ancor prima di iniziare. Come primo impatto ci sta, lo posso concedere, ma poi, man mano che trascorro delle ore insieme a loro, cerco di far capire che niente è impossibile e li invito a riprovarci a casa, facendo tesoro dei tanti piccoli trucchetti condivisi durante le lezioni pratiche.

E per le imbranate come me che non riescono a sfornare un biscotto neanche con lo stampino?

Niente paura: non devi far altro che iscriverti al prossimo corso e ti prometto che ti insegnerò anche a mascherare bene le crepe e a trasformare in un successo inaspettato anche un incidente di percorso!

Swedlinghaus Srl

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