rassegna 27-02-13

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DOPOLE ELEZIONI. Provetecnichedi “nonbelligeranza” traPd eM5S

di ARIO GERVASUTTI l giorno dopo lo tsunami non era lecito aspettarsi chissà quali svolte. È già tanto se Pierluigi Bersani ha trovato la lucidità per dire che «il Pd non ha vinto anche se è arrivato primo». Gli aspetti positivi, purtroppo, si fermano qui. Blaterano di governissimi con gli stessi schemi logici delle vecchie nomenklature, come se si trattasse di trovare un accordo diplomatico per distribuire poltrone: quelli sono inciuci, non governissimi. L’ha capito lo stesso Grillo, che infatti ha già l’acquolina in bocca per le elezioni che si prefigurano all’orizzonte. Se pensano di fare un governissimo con l’obbiettivo di fermare il M5S, sbagliano di grosso; se invece pensano di cambiare se stessi e l’Italia, allora hanno qualche chance di salvarsi, e di salvare il Paese. Ma per farlo, dovranno confrontarsi con Grillo: non opporsi. Al netto delle battute da palcoscenico il leader a 5 stelle e perfino alcuni dei suoi candidati hanno detto chiaramente che in Parlamento non si limiteranno a dire «no» a prescindere: se le proposte saranno serie, le prenderanno in considerazione. E ne avanzeranno a loro volta: alcune sono sbagliate, altre però sono plausibili e in larga parte condivisibili. In particolare quelle che non hanno una connotazione “di destra” o “di sinistra”. Partire dalle proposte, dalle riforme istituzionali, dalla riforma morale della politica, è l’unica ricetta digeribile. Peccato che questo semplice ragionamento si scontri con la mentalità dei leader: Bersani ha detto chiaramente che vuole andare avanti da solo, al limite offrendo a Grillo la presidenza di una camera in cambio di una sorta di “appoggio esterno” o dell’astensione al momento di votare la fiducia. Roba da Parlamento anni ’70: manca solo che dia la disponibilità a eleggere Dario Fo al Quirinale, e il cerchio è chiuso. Ma Grillo sarebbe disponibile a buttare così il consenso raccolto? Significherebbe entrare nello stesso meccanismo che vuole distruggere: sembra impossibile. Perciò se Bersani andrà fino in fondo, andrà a fondo. Peccato, perché avrebbe anche la possibilità di togliere dal panorama l’ombra ingombrante di Berlusconi: semplicemente facendo lui per primo un passo indietro. A quel punto, al Cavaliere non resterebbe altro da fare che imitarlo, lasciando entrambi campo libero a volti nuovi che - loro sì con l’aiuto e il controllo dei 5 stelle potrebbero gettare le basi per riformare il sistema politico e il Paese. E magari da una situazione disastrosa potremmo uscirne meglio di quanto oggi si possa immaginare. Ma c’è qualcuno disposto a scommettere su una simile soluzione? Le Borse, come si è visto, no: e per una volta è difficile dar loro torto. • GW14122

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Doppiolavoro: tremedici finiscono sottoinchiesta

Votiincrociati Grillo:«VorreiDario Fo alQuirinale» Bersani:«Tioffrola presidenzadiunaCamera»

Medici di base sotto inchiesta. L’inchiesta della Finanza ha portato a perquisire studi, abitazioni e auto di tre medici della città e dell’hinterland. Sono professionisti con una specializzazione, che sfruttano per una seconda attività. f NERI PAG 25

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CORNEDO

Ennesimofurto diarticolidasci: laspaccatafrutta 25milaeuro f CARIOLATO PAG38

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Testanti-Tbc perglistudenti egliinsegnanti della“Bassani” ELEZIONIREGIONALI. InLombardiavinceilcentrodestra,Zingaretti(Pd)nelLazio.TonfoinBorsa:-4,89%

Maronisalval’orgoglioleghista Roberto Maroni, segretario della Lega Nord è il nuovo governatore della Lombardia. Ha sconfitto Umberto Ambrosoli, sostenuto dal centrosinistra, che è giunto al 37% contro il 44% dell’ex ministro dell’Interno. A Milano città, comunque, Ambrosoli ha ottenuto il 46%. Nel Lazio vince il centrosinistra con Nicola Zingaretti, che prende il posto di Renata Polverini. Il quadro politico è commentato con un tonfo in Borsa, che perde il 4,89%. f PAG 6

Cosa cambia in vista Categorie preoccupate Sarego a 5 stelle: del voto a Vicenza per l’ingovernabilità «Non siamo alieni» di NICOLA NEGRIN

di MARINO SMIDERLE

di MARCO SCORZATO

e qualcuno si aspettava una corsa a due tra Variati e Dal Lago dal primo giorno di campagna elettorale ora deve ricredersi. Non solo per l’ondata a 5 stelle. f PAG 10

e elezioni hanno visto materializzarsi il rischio maggiore: l'ingovernabilità. E adesso le categorie economiche non nascondono la preoccupazione. f PAG 11

arego, paese con il primo sindaco M5S d’Italia, si conferma il più grillino della provincia di Vicenza. E il Movimento cresce ancora, arrivando al 36%. f PAG 12

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ILCONGRESSO

Cisl:lestrategie perilrilancio delterritorio f MARZOTTO PAG22

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SERIEB. La premiataditta B&B trascinaalla vittoriai biancorossiapparsi però appannati

Bojinoval 90’, il Vicenza fail colpo

Bremecpara,il Grossetosbaglia unrigore, uno-duedelbulgaro È statoun Vicenza bravo aribaltare il risultato che lo vedeva soccombere a Grosseto a poco più di un quarto d’ora dalla fine. Bravo ma anche fortunato, perché l’avversario (che ha sciupato un rigore)nonhasaputoapprofittaredellaserata di scarsa venadella squadradi Dal Canto e s’è imbattuto in un super Bremec. Nel finale Bojinov ha prima pareggiato su rigore e poi firmato il sorpasso al 90’.

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Ratzingerresterà BenedettoXVI esaràchiamato Papa“emerito” Ilcapitano Bojinovha ribaltato lapartita

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8 Elezioni

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 27 Febbraio 2013

IlvotonelVeneto:reazioni Ilcrollodel Carroccio:viaaunconfrontointerno

31,8% COALIZIONEDICENTRODESTRA VITTORIAALLACAMERAINVENETO

IlPdltotalizzail18,7%di consensi,mentrelaLeganordsi fermaal10,5%:ilsorpassoha portatoaparlaredirimpastoin Giunta,esclusoperòdaZaia

26,3%

RISULTATOMOVIMENTO5STELLE PRIMOPARTITOINVENETO

LaprovinciapiùgrillinaèVenezia: ilM5Shatotalizzatoil29,2%, seguitadaPadovaconil26,7%,da RovigoeTrevisoconil26,3%, seguonoVicenza,Belluno,Verona

SCONTROAPERTONELLALEGA. «Ha avocatoa séleliste, evitando qualsiasi condivisione»

ZaiacontroTosi «Doveva riunificare Haspaccato dipiù» Ilpresidenteufficializza ilgruppo degli“zaiani” evuole uncongresso federale“sui contenuti” Chiamaincausa Maroni:«Faccialuida garante» Piero Erle

inviato a VENEZIA

«La sfida di Flavio Tosi era ricomporre le anime della Lega in Veneto, come dissi appena fu eletto segretario: non c’è riuscito. Ora la sfida è del segretario federale Roberto Maroni, che invito a restare al suo posto, perché nella Lega veneta va ritrovato quel compattamento che non è avvenuto». C’è una clessidra sul tavolo del governatore Luca Zaia: gliela consegnò a inizio mandato il capogruppo Dario Bond (Pdl) per dirgli “non c’è tempo da perdere”. Ora è girata: la sabbia è tutta giù. Il tempo dell’attesa è finito: inizia la battaglia. Intendiamoci: i toni del governatore leghista, attorniato nel suo studio da una massa di giornalisti e tv per dire la sua nel dopo-terremoto elettorale, non sono affatto accesi. Mantiene la calma, sorride forzatamente ai pungoli di un

giornalista della trasmissione Rai “L’ultima parola” («vi siete persi le pmi e le partite Iva»), ma lancia le sue bordate senza tentennamenti: «Ho detto che non aveva senso esprimersi durante la campagna elettorale, ma adesso i risultati ci sono. E nel mio partito, sottolineo “mio” perché ci milito da una vita, non si può non dire quello che si pensa». È il momento di parlare, e pur coi guanti di velluto Zaia lancia due frecciate in direzione del suo collega-rivale, il segretario Flavio Tosi, «per due passaggi che non capisco». Primo, per come Tosi ha scelto i candidati leghisti: «Aver avocato a sè le liste ci ha messo in condizione che, se c’era la possibilità di avere un minimo di condivisione, la si è persa subito. E non è vero che è stato fatto per pulizia: capisco chi aveva 2-3 legislature, ma sono stati lasciati a casa parlamentari con una legislatura. Guardate

che non discuto i nomi, ma la metodologia: è stato inutile “mettere le dita negli occhi” a chi già era ferito. E poi ci sono paesi in cui non sono comparsi nemmeno manifesti o non si sono fatti incontri». Secondo: il famoso convegno a tre giorni dal voto con cui Tosi ha lanciato il “progetto Csu” che vada oltre la Lega: «Chi si occupa di marketing lo sa: non puoi pensare di vendere un detersivo a un cliente nello stesso momento in cui gli dici anche che arriva un altro prodotto che smacchia di più». Ma non è solo questa la critica: il governatore va ben più a fondo sottolineando che il “modello Csu” tedesco fu lanciato ancora da Bisaglia e Bernini ma è ben diverso dalla situazione veneta e soprattutto - attacca - risulta privo di contenuti. «Non mi interessa il contenitore, chiamatela pure la “cosa”, mi interessa la proposta che ci mettiamo dentro: au-

tonomismo, federalismo, indipendentismo... Ma in un partito come il mio queste sono proposte che possono certo essere legittime ma vanno discusse con i militanti, con gli iscritti, che sono la nostra forza, all’interno di tesi congressuali: oggi non ce ne sono». Eccola quindi l’altra parola pesante: “congresso”. Zaia però non scatena la guerra totale: «Ci sono congressi elettivi e congressi “esplorativi”: penso sia il caso di trovarsi e discutere una strategia. La Csu non si fa in una cabina telefonica». E l’invito a convocare il congresso “esplorativo”, è chiaro, non è rivolto a Tosi: Zaia vuole che sia Maroni, il segretario federale, a muoversi: «Deve porsi con una logica di garanzia rispetto al Veneto, perché si trovi la “quadra” in una situazione che è incandescente: la vera lettura è questa». Chiaro: da una parte i “tosiani”, dall’altra quelli che «non dovete chiamare “bossiani”, perché nessuno o quasi si richiama a quel passato». Come chiamarli allora i leghisti veneti “non tosiani?. «Chiamateli “zaiani”» è la risposta. Il dado è tratto: la sfida è ufficiale. •

GLIEFFETTI INREGIONE. «Noinel 2008 nonlo chiedemmoa Galan»

«Nessunrimpasto Noncambioassessori» Swg: «La Lega conZaia recupererebbeil19-22%» VENEZIA

«Non hanno sbagliato gli elettori, ed è inutile guardare in casa d’altri: le colpe sono nostre». Luca Zaia non ha dubbi sulle responsabilità del crollo della Lega in Veneto: tutto è iniziato dalla «tragedia immane» dalla chiusura del ciclo «di Bossi and family, con Tanzania, diamanti e così via». Ma poi in Veneto con l’elezione di Tosi segretario, attacca il governatore, occorreva ricompattare le file leghiste «e invece da allora a oggi si sono consumate vendette personali, dissidi, “scambi di prigionieri” come li ho già definiti in passato». E Zaia marca la differenza: «Io credo che i veneti non ci abbiano abbandonato: sono disposto a metterlo alla prova e chiedere la fiducia degli elettori». A dargli man forte, ieri, è arrivata l’analisi del voto diffusa dall’istituto di ricerca Swg, diffusa nel pomeriggio dall’ufficio stampa: “Veneto, crolla la Lega, tiene solo con Zaia”, riporta la ricerca. Secondo l’analisi di Swg, solo il 27%

Ibanchidi Lega e Pdl inConsiglio regionale di chi aveva votato Lega ha confermato il voto per il Carroccio: il 24% ha invece scelto Grillo, il 20% si è astenuto, il 9% ha votato Pdl, l’8% ha preferito Monti, il 7% il Pd e il 5% ha scelto liste indipendentiste. Ma è la sentenza conclusiva di Swg che fa alzare la testa al govenatore: «La Lega nord riconquista parte dei voti in fuga solo con la figura di Zaia: +19-22% nell’ipotesi di elezioni con la guida del presidente

della Regione». Ecco perché Zaia si sente tranquillo nel dire che è pronto ad affrontare l’esame degli elettori. Alla scadenza del 2015, ovviamente, e senza l’ostacolo della candidatura di Flavio Tosi che è invece il vero fantasma che aleggia da tempo su palazzo Balbi. Intanto però il governatore leghista ha altre gatte da pelare sul fronte politico. Il crollo di consensi della Lega - che sia

FlavioTosie Luca Zaia:ora ilconfrontotra ledue“anime” dellaLega venetaè esplicito

ILPD DOPOIL VOTO. Leneosenatrice bocciainvece il dialogoconil Pdl colpa di Tosi o meno - ha fatto cadere lo stesso presupposto su cui si era basata la sua candidatura alla guida del Veneto: i maggiori consensi del Carroccio rispetto al Pdl. È infatti il partito di Berlusconi, con Galan e Brunetta capifila in Veneto, ad aver ri-superato di gran lunga gli alleati: il 19,2% contro l’11% al Senato (un po’ meno per entrambi alla Camera: 18,7% contro il 10,5%). E in area Pdl - vedi il capogruppo Dario Bond, ma anche l’ex governatore Giancarlo Galan - si è già levata la parola: rimpasto. Magari facendo passare addirittura dalla Lega al Pdl il più pesante degli assessorati: la sanità. Ma Zaia alza il muro. E ricorda a Galan che «anche nel 2008, pur con risultati elettorali molto forti, la Lega non chiese un rimpasto di giunta regionale». Il presidente veneto sottolinea con forza che l’alleanza Lega-Pdl in Veneto in questi tre anni ha retto bene, anche quando soffiavano venti di terremoto per la caduta della Regione Lombardia, e che nel 2010 quando pure la Lega aveva numeri per avere anche di più «io sono stato garante della maggioranza e continuo a esserlo. Non faccio nessun rimpasto di giunta», è lapidario il presidente. «Non cambio nessun assessore in corsa perché mancano poco meno di due anni al voto e non ha senso inseguire meri calcoli di segreteria politica. Non è una sfida, è un atto di coerenza». • P.E.

PuppatoapreaGrillo «Intesasualcunitemi» Rubinato:«Valutiamose inParlamentocisono inumeriperalcuneriforme poisitornisubitoalleurne» Laura Puppato, neo senatrice eletta con il Pd in Veneto, ritiene possibile un dialogo con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. «In un momento di estrema difficoltà - afferma l’esponente veneta dei Democratici - la priorità deve essere quella di avere un Governo che metta mano subito alle indispensabili riforme e al riavvio dell’economia che è in recessione». Per Laura Puppato «l’interesse del Paese deve essere prioritario», e in questo contesto, osserva, «non escludo il dialogo con gli esponenti del Movimento 5 stelle, con i quali è senza dubbio possibile un’intesa su alcuni temi fondamentali, come il taglio dei costi della politica o le politiche ambientali. Questa sembra essere al momento l’unica alternativa per il cambiamento del sistema Paese che dia stabilità di governo al Senato». Porte chiuse invece a Berlusconi: «Difficile se non improponibile - rileva la neo senatrice - cercare accordo con il Pdl, che certo non produrrebbe benefici

LauraPuppato né all’immagine dell’Italia né risponderebbe alle attese della parte preponderante del Paese». Quindi sulla figura che del segretario democratico oggi messo in discussione dopo la mancata vittoria. «Bersani è stato il nostro saggio conduttore, sa bene cosa deve fare e gode della nostra fiducia sia come segretario che come persona. Solo il rinvio a nuove elezioni in caso di disperato, mancato accordo, può farci sostenere un altro leader». replica Laura Puppato. Che poi aggiunge: «Oggi è lui e solo lui che può guidarci nel difficile cammino da intraprendere». Alle parole della nuova senatri-

ce, seguono quelle di Simonetta Rubinato, eletta alla Camera, per il PD, nella circoscrizione Veneto2: «Di fronte al risultato del voto, il partito deve fare autocritica: da un lato ha pagato enormemente la sua scelta responsabile di sostenere il governo Monti per far uscire il Paese dall’emergenza, dall’altra ha scontato l’incapacità di interpretare il cambiamento, troppo convinto che il successo delle primarie si sarebbe tramutato automaticamente in un successo alle politiche. Così non è stato, e ora bisogna trarne le conseguenze sul piano politico». «È stato un errore abbandonare la vocazione originaria di un Pd maggioritario - continua la parlamentare - per discutere invece di alleanze e tattiche, come pure non tener conto che sulla scheda elettorale non c’erano i nomi dei candidati locali, ma il simbolo del partito». Quanto alle prospettive future: «Ognuno, ora, deve assumersi le proprie responsabilità, Grillo compreso. Valutiamo se in Parlamento ci sono i numeri per cambiare la legge elettorale, fare una legge sul conflitto di interessi, ridurre i costi della politica e poi torniamo alle urne». •


Elezioni 9

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 27 Febbraio 2013

«Illavoro continua»

SulrisultatodiMaronialgoverno dellaLombardiagioisceLeonardo Muraro,presidenteleghistadella ProvinciadiTreviso:«Risultato centratodallaLega2.0»

Lareplica «LEPOLEMICHE INTERNENON SERVONO» «Siamopartiti daun risultatopesantemente negativo dell’annoscorso, sulqualehanno influito graviepisodi». Così il segretarioveneto della Leganord e sindacodi Verona,Flavio Tosi, in un’intervistaaTelenuovo hacommentato lecritiche delgovernatore Luca Zaia, dopoil tonfoelettorale, riguardoallaformazione dellelistee all’annuncio di unnuovo movimento a tre giornidal voto.«Le polemicheinterne-ha spiegatoTosi -credo che nonservano assolutamentea nulla:seci sonodelle questionisi discutono all’internodellesedi del movimento.Credocheai cittadini,chehanno ben altrie piùseri problemi, noninteressino lebeghe internedellaLega». «Ai cittadiniinteressachela Legafaccia delleproposte concreteperrisolverei loroproblemi».«Nella Legaè successodi tutto: dailingotti aidiamanti, a Belsito.E perqueste vicendel’anno scorso siamouscitimassacrati dalleelezioni amministrative. L’anno scorso-ha ricordato- si sonosalvatipochicomuni, dopoi variscandaliche hannocolpito laLega. Noi siamosereni- haconcluso Tosi-per ilfattodi aver lavorato sempre e intensamenteperil movimento,anche in questacampagna elettorale». •

PDL. Zorzato:«Ci votanoperi nostri risultati»

«Nonchiediamo poltronein più, ma cifaremo sentire» VENEZIA

«Rimpasto? Vediamo. Da parte mia dico che quello che ci chiedono i veneti non sono cambi di poltrone, ma che realizziamo fatti». Sorride Marino Zorzato, vicepresidente della Regione e coordinatore vicario del Pdl in Veneto: il partito ha tenuto bene «e se ci hanno dato un buon risultato elettorale rispetto a quanto dicevano i corvi è per i temi del nostro progetto politico, non certo perché ci diano mezza delega assessorile in più». Zorzato sa che il consenso riottenuto dal Pdl è stato una grande vittoria, perché i sondaggi fino a poco fa erano pessimi e «al di là di tanti che parlano si sa chi ha lavorato sul territorio»: lui è in prima fila tra questi. E in poche parole spiega perché il Pdl ha convinto tanti a ridargli il voto: «I veneti guardano se si mettono tasse, e noi non lo facciamo: sarà stato notato il nostro no all’aumento dell’addizionale Irpef. Guardano se si riduce la burocrazia, se si tagliano i costi della politica, se si dà attenzione alle imprese artigiane, se si eliminano le auto blu, se la sani-

Ilvicepresid.MarinoZorzato(Pdl) tà funziona. Questo noi lo facciamo, e il risultato del Pdl veneto credo sia anche merito dei nostri assessori». Insomma, più che di rimpasti Zorzato - «a me nessuno lo ha chiesti», dice facendo finta di dimenticare le dichiarazioni esplicite, invece, di Giancarlo Galan - vuole sentire parlare di «una linea politica, quella del Pdl, che esce rafforzata e che faremo valere di più in Regione. Io dico “no” a vecchi rituali. E quanto ai risultati elettorali - conclude il saggio vicepresidente - il tema non è certo il Veneto, ma sapere se ci sarà un governo di questo Paese o se si deve tornare al voto».

«Disastro totale»

«Cominciaillavoroperradicarela propostaetrasformarelalista elettoraleinorganizzazione». DIEGOBOTTACIN COORD.SCELTACIVICAVENETO

«PerilPdunassolutodisastro.Ma seRenziavessevintoleprimarie sarebbeandatadiversamente». MASSIMOCACCIARI EXSINDACOPDDIVENEZIA

POLTRONE. Dentroi fedelissimidiBerlusconi, fuoril’ex Fabio Gava,ce lafainvece ladecanadel Pd Margherita Miotto

Glieletti: big e vittimeillustri

DebuttalavirologaCapua(Monti),bisdelcentristaDePoli,nonentrainvecePaniz(Pdl) Antonella Benanzato

ELEZIONI

VENEZIA

Chi entra e chi esce, come in ogni tornata elettorale. Chi rimane in bilico e chi con un palmo di naso. Il Veneto avuto la conferma dell'asse Pdl-Lega vede entrare in Senato gran parte dei colonnelli del Cavaliere: da Ghedini a Sacconi, da Bonfrisco a Casellati. Resta fuori però, Franco Conte a meno che Berlusconi (capolista a Palazzo Madama) non decida di lasciare il suo posto. La Lega Nord porta sui seggi senatoriali l'ex sindaco di Cittadella Bitonci e altri 4 esponenti veneti del Carroccio ma lascia fuori dalla porta Paolo Tosato. Non entra al Senato nemmeno il democrat Giancarlo Piva, mentre i colleghi Puppato, Casson, il sindacalista Cisl Santini e la segretaria del Pd Veneto Filippin andranno a Palazzo Madama. I neofiti del Movimento 5 Stelle hanno il loro spazio, capitanati dal vicentino Enrico Cappelletti, anche se Tiziana Michelotto non ce la fa. Un escluso illustre è l'ex Pdl trevigiano Fabio Gava che, candidato nella Lista Con Monti per l'Italia, sconta il risultato non eccellente dell'ex premier. Entrano al Senato, invece, il demografo Giampiero Dalla Zuanna e il centrista Antonio De Poli. E alla Camera che succede? Il Pd in Veneto 1 porta a Montecitorio una bella pattuglia di democrat capitanata dal veneziano Davide Zoggia, già presidente della Provincia di Venezia. Nel gruppo una decana del Pd come Margherita Miotto, esclusa Vanessa Camani. In bilico anche Alessandro Zan, l'assessore all'ambiente del Comune di Padova. A meno che il capolista di Sel Nichi Vendola non gli ceda il posto. Il Pdl vede il successo dell'ex ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan e dei fedelissimi di Berlusconi, Giorgetti, Longo, Milanato e Polidori. Per il Carroccio non ce la fa Giovanna Negro mentre entrano Bragantini, Busin e Caon. Per molte nuove leve, ci sono esponenti illustri che devono cedere il passo. Capita nella Lista Scelta Civica per Monti, dove resta a casa Domenico Menorello, assessore nella giunta di Giustina Destro, siederà nel transatlantico la virologa Ilaria Capua. In bilico Valdegamberi, Udc, che potrebbe rientrare se il capolista Catania gli cedesse il suo posto. Anche in Veneto 2 ci sono vittime di un certo rilievo. È il caso del penalista bellunese, Maurizio Paniz, primo non eletto nel Pdl, in cui passano il capolista Brunetta e Valentini. Nella lista Monti, poi, ad essere escluso è un calibro come Andrea Causin, che resta in attesa di una decisione del capolista Bombassei. Anche Massimo Donadi, cofondatore con Tabacci del Centro Democratico e Antonio Borghesi dell'Idv devono dire arrivederci a Roma. Infine, le liste minori: Raffaele Zanon di Fratelli d'Italia (l'esponente padovano protagonista del video contro le unioni gay) non dovrà fare la valigia. •

POLITICHE 2013

GLI ELETTI NEL VENETO

SENATO

Silvio BERLUSCONI Niccolò GHEDINI Maurizio SACCONI Anna BONFRISCO Pierantonio ZANETTIN Marco MARIN Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI Mario DALLA TOR Giovanni PICCOLI

Massimo BITONCI Patrizia BISINELLA Raffaela BELLOT Emanuela MUNERATO Erika STEFANI

Laura PUPPATO Felice CASSON Giorgio SANTINI Rosanna FILIPPIN

Gianpiero DALLA ZUANNA Antonio DE POLI Fabio GAVA

Giancarlo PIVA

Tiziana MICHELOTTO

Paolo TOSATO

TOTALE: 24

Franco CONTE

CAMERA

Davide ZOGGIA Alessandro NACCARATO Alessandra MORETTI Federico GINATO Diego ZARDINI Giulia NARDUOLO Gian Pietro DAL MORO Diego CRIVELLARI Daniela SBROLLINI Margherita MIOTTO Vincenzo D’ARIENZO Filippo CRIMÌ Alessia ROTTA

Enrico CAPPELLETTI Paola DE PIN Giovanni ENDRIZZI Gianni Pietro GIROTTO

Circoscrizione: VENETO 1 (PADOVA, ROVIGO, VERONA, VENEZIA)

Nicola VENDOLA detto Nichi Alessandro ZAN

Giancarlo GALAN Alberto GIORGETTI Piero LONGO Lorena MILANATO Catia POLIDORI

Matteo BRAGANTINI Filippo BUSIN Roberto CAON Giovanna NEGRO

Dino SECCO

Francesca BUSINAROLO Silvia BENEDETTI Gessica ROSTELLATO Marco BRUGNEROTTO Mattia FANTINATI Tancredi TURCO

Ilaria CAPUA Giuseppe Stefano QUINTARELLI

Mario CATANIA Stefano VALDEGAMBERI

Domenico MENORELLO

Gabriele Martino PERNECHELE

Vanessa CAMANI

Circoscrizione: VENETO 2 (BELLUNO, TREVISO, VENEZIA) Pier Paolo BARETTA Michele MOGNATO Simonetta RUBINATO Delia MURER Andrea MARTELLA Floriana CASELLATO Roger DE MENECH Oreste PASTORELLI Sara MORETTO Giovanni TONELLA

Nicola VENDOLA detto Nichi

Renato BRUNETTA Valentino VALENTINI

Marco MARCOLIN Emanuele PRATAVIERA

Maurizio PANIZ

Arnaldo S. PITTON

Giulio MARCON

Arianna SPESSOTTO Marco DA VILLA Federico D’INCÀ Emanuele COZZOLINO

Alberto BOMBASSEI Enrico ZANETTI Andrea CAUSIN

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TOTALE: 51

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Macro regione


10 Elezioni

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 27 Febbraio 2013

IlvotonelVicentino

Leconseguenze delleelezioniper Camerae Senato VERSOPALAZZOTRISSINO. Una simulazione coni dati dellepolitiche

Sesi votasseoggi alballottaggio Variatie Zaltron

L’esitodilunedìmutaloscenario verso lecomunali Ilsindacodeve fareiconti con ilboomdiGrillo mentrePdle Lega sonoancora lontanidall’intesa Nicola Negrin Come una folata di vento che manda all’aria le carte disposte con ordine sul tavolo. C’era da aspettarselo ma ora è ufficiale. Il voto politico cambia le strategie e soprattutto le gerarchie delle prossime elezioni amministrative. Se qualcuno si aspettava una corsa a due tra Variati e Dal Lago dal primo giorno di campagna elettorale ora deve ricredersi. Non solo per l’ondata a 5 stelle che ha investito il parlamento e che è pronta ad abbattersi anche su palazzo Trissino ma anche per il crollo vertiginoso del centrodestra, con un Pdl che perde in città 9 mila voti e che, però, pretende di mettersi al timone della coalizione. «Le politiche non sono come le comunali», ripetono tutti in coro. Intanto, però, lo scenario comincia a mutare. I NUMERI. Si comincia dai dati. E allora guardando ai numeri della Camera non può che risultare la rimonta di Grillo anche in città, con il movimento che si è piazzato al secondo posto (22,5 per cento) dietro al Partito democratico, primo con il 25,4 per cento. Pdl e Lega arrancano nelle retrovie rispettivamente con il 15,6 e l’8 per cento. In mezzo si piazza la Scelta civica di Monti (12,2 per cento), che però, salvo clamorosi colpi di scena, non si presenterà a palazzo Trissino. E dunque, prima di tracciare una linea orizzontale e di co-

minciare a fare i calcoli, sarà necessario capire dove finiranno i voti della lista dell’ex premier. Molti all’Udc che ha chiuso le politiche con un desolante 1,47 per cento. GLISFIDANTIA5STELLE.Tra dati e percentuali Achille Variati si dice «tranquillo». Il sindaco ammette di non essere «preoccupato». Anche se allo stesso tempo sa che la sfida per palazzo Trissino «non sarà bipolare. Il quadro è cambiato e il confronto si allarga». Il primo cittadino guarda ai 5 stelle, «sarà una bella campagna», e non dimentica di mandare un messaggio: «Spero che al centro ci siano i fatti concreti; non i proclami. Ricordo che qui in Consiglio non si prendono chissà quali stipendi».

Sel?Conme stachilapensa comeme Nonaccetto icompromessi ACHILLEVARIATI SINDACO DIVICENZA

Nonescludo uncandidato delPdlmaci confronteremo conilregionale NEREOGALVANIN SEGRETARIOCITTADINOPDL

LASFIDAINTERNA.Qualche calcolo, però, Variati deve farlo, vista soprattutto la debacle dell’Udc. «Deve chiarirsi con l’area Monti, anche se sono convinto che il partito ha sofferto perché è stato messo in secondo piano». Dall’altra parte della barricata c’è Sinistra ecologia libertà, che ha portato a casa il 2,9 per cento di voti in città. Lo strappo con Variati sembra difficile da ricucire. Rebesani ha confessato di poter guardare «al secondo turno» ma il primo cittadino è chiaro: «Con me sta chi la pensa come me. Non sono disposto ai compromessi che pagherei in termini di governabilità. Non guardo all’aritmetica». TRA LEGA E PDL. Tra compromessi e calcolatrici in casa centrodestra, uscito a pezzi dalle elezioni politiche, non si può dire che al momento ci sia governabilità. Il nome forte è quello di Manuela Dal Lago «che noi - annuncia il segretario del Carroccio Carlo Rigon appoggeremo senza ombra di dubbio. Confidiamo che sotto il nostro ombrello arrivino anche le altre forze». Ed è proprio questo il grande punto interrogativo. I numeri parlano chiaro: il Pdl, nonostante il

80,7

LAPERCENTUALEDIVOTANTI NELLACITTÀDIVICENZA

Incittàsièregistratounlievecalo rispettoalleelezionidel2008.Ai seggisisonopresentati65.907 elettoriperuntotaledi80,7per cento.

25,5

LAPERCENTUALEOTTENUTA DALPARTITODEMOCRATICO

IlPdèstatoilprimopartitoin città.AseguireilMovimento5 stelleconil22,5percentoeil Popolodellalibertàconil15,6per cento.

Lacritica «ACASA TUTTI» «Grilloha vinto. Ma quanti elettoridelMovimento 5 stelleerano esonoa conoscenzaperquale programmapolitico hanno votato?» Se lo chiede FrancescoLovo, del direttivodel Psidi Vicenza.«Il suo-afferma èun programmaampio cheriguarda lo Stato,i cittadini,l’energia, l’informazione,l’economia, itrasporti,la salute, l’istruzione.Un elenco chiaroe definito Maquello cheèpassato perla maggiore,nelle piazze affollatissimedi Grillo,è stato: “acasa tutti”, i vaffa a tutti(gli altri naturalmente),fuori dall’Europaedall’Euro e altro.Laprotestaalla massimapotenza». Lovo va oltre. «Analizzandoil votonel Veneto econfrontando

soloinumeri, troviamo chetreannifa, nel2010, il movimento eraal 2,5 per cento,laLega Nord al35 percento,il Pdl al25 per cento,ilPdal 20percento eora ilmovimentoè al 26,5percento,la Lega Nordal 10,5percento, il Pdl al18 percentoe ilPd al21percento. Semplice calcolo aritmetico.Quali elettorihanno abbandonatoilpartitodel 2010pervotare Grillo? Sicuramentequelli che avevano sostenuto laLega eil Pdl. Sono consapevoli cheGrillo,indiversi punti, haun programmamolto diverso?». •

crollo, in città ha ottenuto quasi 5 mila voti in più della Lega. «Ed è ovvio - afferma il coordinatore cittadino del Popolo della libertà, Nereo Galvanin, che qualche riflessione vada fatta. Ci troveremo con il direttivo regionale». Puntare su un proprio candidato? «Non lo escludo. Visto il risultato è evidente che nel centrodestra siamo il primo partito. Le considerazioni vengono da sé» TRAPDLEPDL.Prima di risolvere la questione tra Pdl e Lega, bisogna, però, capire quali sono le divisioni all’interno del Popolo della libertà. Sergio Berlato, coordinatore provinciale, ammette che «bisogna fare delle valutazioni per capi-

LaLega appoggerà sicuramente ManuelaDalLago Èunnomeforte CARLORIGON SEGRETARIOCITTADINOLEGA

Ilprogetto delcentrodestra èfallito:raccolgo ancheidelusi dellasinistra VALERIOSORRENTINO CANDIDATOSINDACO

re quale candidato proporre». Difficile, però, che queste avvengano in collaborazione con il coordinamento cittadino che ha ribadito più volte la propria «autonomia». C’è poi Fratelli D’Italia (1,5 per cento alla Camera in città). Anche se il movimento per la caccia e per la cultura rurale ha già detto che si presenterà alle prossime amministrative. Non è dato sapere se il candidato sarà il medesimo del Pdl. OUTSIDER. Nella galassia del centrodestra continuano a navigare Claudio Cicero che prosegue convinto con la sua lista, e Gerardo Meridio (Mir) che, nonostante i 157 voti alla Camera, si è detto «soddisfat-

GLIELETTI. Irappresentanti democraticisalgonoasei,treper“ramo”. Due ileghisti, unsenatoreciascunoperPdleM5S

Iparlamentarisono 10:c’è pure Crimì Alla Camera il “renziano” del Pd che ha solo 25 anni «Dietro di me un gruppo che vuole politica nuova» Se il Pd deve ripartire da Matteo Renzi, come dicono più o meno a denti stretti dal suo interno, ora ha anche trovato il suo volto vicentino. È quello di Filippo Crimì, 25 anni, medico praticante residente in città, renziano del Partito democratico, da ieri notte anche neodeputato. Nella pattuglia di parlamentari vicentini (10) c’è anche lui, ma ha dovuto fare le ore piccole e attendere i conteggi e la ripartizione puntuale dei seggi per averne certezza. Anzi, dopo una lunga notte di emozioni contrastanti - l’amarezza per la non-vittoria del Pd e la gioia per l’elezione - giura di aver voluto «aspettare il ver-

detto ufficiale ieri pomeriggio», fino a scaricare il cellulare. IL RENZIANO. «Ma non è che fossi in ansia - precisa subito Crimì - ho appena passato l’esame di Stato da medico e ora ho iniziato a lavorare...». Come dire che la vita è quella, e la politica un “di più”. «Un onore e un onere essere eletto deputato - confessa Crimì sento un carico di responsabilità che sono pronto ad assumermi per un incarico importante in un momento particolarmente critico per l’Italia: dietro di me c’è un gruppo, che cerco di rappresentare: un gruppo che crede in una nuova politica» e non serve che nomini Renzi per far capire a cosa si riferisce. LE PARLAMENTARIE. Crimì, tra i più giovani parlamentari vi-

centini della storia repubblicana (se non il più giovane), era al dodicesimo posto della lista del Pd nel Veneto 1, dopo essere passato per le parlamentarie di fine dicembre, classificandosi terzo tra i candidati vicentini. In virtù del Porcellum, i democratici, con il premio di maggioranza alla Camera, hanno eletto 13 deputati in questa circoscrizione, aprendo le porte di Montecitorio anche al neo-medico. SEI DEMOCRATICI. Con l’elezione di Crimì sale a dieci il numero dei rappresentanti vicentini a Roma, equamente distribuiti nei due rami del Parlamento. La truppa più numerosa è quella del Partito democratico che ha eletto ben sei esponenti. Quattro di loro siederanno alla Camera, e per tre sarà un debutto assoluto: si tratta di Federico Ginato, se-

gretario provinciale del partito; Alessandra Moretti, vicesindaco di Vicenza; e appunto Filippo Crimì; l’unica riconfermata - lei dice «sopravvissuta» - è Daniela Sbrollini, deputata uscente che si è comunque dovuta sudare la candidatura passando dalle parlamentarie e risultando la donna più votata del Veneto in quell’occasione. Al Senato il Pd ha eletto due vicentini: Rosanna Filippin, segretaria regionale, e Giorgio Santini, ex sindacalista della Cisl. DUELEGHISTI.Tra gli altri quattro rappresentanti vicentini in Parlamento, due sono della Lega nord: alla Camera è stato eletto Filippo Busin, imprenditore ed ex assessore comunale a Thiene nella giunta del Carroccio; al Senato approda Erika Stefani (nessuna parentela con il tesoriere della Lega

Stefano), vicesindaco di Trissino. Non ce l’hanno fatta, invece, Luciano Todaro (alla Camera) e la deputata uscente Manuela Lanzarin (al Senato). PDL E M5S. Gli altri due parlamentari vicentini andranno al Senato: Enrico Cappelletti, 45 anni, imprenditore, in rappresentanza del Movimento 5 stelle, di cui era il capolista in Veneto; Pierantonio Zanettin andrà a Palazzo Madama sotto la bandiera del Pdl. Per l’avvocato vicentino è un ritorno a Roma dove è stato prima deputato (tra il 2001 e il 2006) e poi senatore (fino al 2008) di Forza Italia. Primo dei non eletti alla Camera, tra i berlusconiani, è Dino Secco: l’ex vicepresidente della Provincia potrebbe essere ripescato nel caso di dimissioni di uno degli eletti veneti del suo partito. • M.SC. © RIPRODUZIONERISERVATA

FilippoCrimì,25 anni,neodeputato delPartitodemocratico


Elezioni 11

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 27 Febbraio 2013

Ilpiù giovane

FilippoCrimì,25anni,èilpiù giovanetraiparlamentari vicentinichesonostatieletti.Ha saputol’esitosolamenteatarda notte.Èun“renziano”delPd

Berlusconi havinto

«IlPdlèriuscitoavinceregraziea Berlusconi.Serveunafigurasimile ancheperlecomunalidiVicenza» SERGIOBERLATO COORDINATOREPROVINCIALEPDL

Possibile coalizione

«UnaconvergenzaconVariati? Forseèpossibiletrovarlaal secondoturno:dipendedaivoti» TOMASOREBESANI SEGRETARIOPROVINCIALESEL

LECATEGORIEECONOMICHE. Ilrisultato delleelezioni politichepreoccupagli imprenditorivicentini. Che orachiedono senso diresponsabilità

«Cosìi sacrificidiventano inutili» Zigliotto:«Paeseingovernabile» Zuccato:«Stagione costituente» Bonomo:«Governi inadeguati» Rebecca:«Nonsi tornialvoto» Marino Smiderle Confindustria aveva provato a richiamare i politici al senso di responsabilità. L’aveva fatto alla vigilia delle elezioni preparando un’agenda programmatica che si proponeva come obiettivo il rilancio dell’Italia e che richiedeva l’adesione preventiva dei candidati che si dichiaravano d’accordo. È andata come è andata, e adesso il richiamo al senso di responsabilità diventa il segnale di allarme a bordo di un vascello Italia che rischia di andare alla deriva, di affondare. «Le elezioni hanno visto materializzarsi quello che alla vigilia sembrava il rischio maggiore per il paese: l'ingovernabilità - scrive Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza -. Dalle urne, dunque, esce la fotografia di un'Italia politica senza bussola, divisa tra schieramenti che, se non si metteranno a dialogare con senso di responsabilità, rischiano di consegnare il paeto». Valerio Sorrentino esce dalla traiettoria. «Il risultato del centrodestra vicentino è fallimentare e questo conferma la bontà della mia scelta. Io non appoggio Dal Lago. Raccolgo i delusi, anche quelli della sinistra». La galassia vicentina dopo le elezioni si arricchisce poi di un nuovo pianeta: Fare per fermare il declino, che ha raccolto il 3,9 per cento. Il futuro è già stato scritto, visto che i candidati hanno detto che si presenteranno alle amministrative. Un volto nuovo che dovrà essere preso in considerazione. Così come Rivoluzione civile (1,84 per cento); anche se qui sembrano prevalere le divisioni. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Dalleurne escelafotografia diun’Italiasenza bussola,divisa einstabile GIUSEPPEZIGLIOTTO CONFINDUSTRIA VICENZA

Nonhanno saputocogliere isentimentidi insoddisfazione emalessere ROBERTO ZUCCATO CONFINDUSTRIA VENETO

se a una nuova fase di instabilità. Sarebbe lo scenario peggiore: un'ingovernabilità destinata a riportarci nelle sabbie mobili dalle quali con fatica ci siamo appena allontanati. I sacrifici dell'ultimo anno e mezzo, che hanno lasciato il paese stremato da manovre economiche e nuove tasse, finirebbero vanificati». Le categoria economiche vicentine, già provate da circa cinque anni di tracolli congiunturali, temono che questo risultato elettorale finisca con l’essere il colpo di grazia. «In uno scenario così instabile c'è chi parla già di un ritorno alle urne prosegue Zigliotto -. Un' ipotesi che, con questa legge elettorale, potrebbe non risolvere nulla e finire invece per aggregare la delusione in modo ancora più eclatante. Prima di pensare a nuove elezioni bisogna raggiungere un accordo politico largo su alcune riforme fondamentali, a cominciare da quella elettorale. I leader degli schieramenti rappresentati in Parlamento devono superare i dissensi e mettere il bene del paese davanti a quello della loro parte politica, concentrandosi sulle ricette per rimettere in movimento il paese. Se non lo faranno, credo che gli italiani, la prossima volta, daranno alla politica un segnale definitivo e senza ulteriori appelli». Roberto Zuccato, da poco eletto presidente di Confindustria Veneto, concorda con Zigliotto e aggiunge due aspetti che ritiene degli di essere sottolineati: l’affermazione del Movimento 5 Stelle e il calo dell’affluenza. «Sono segnali annota - che solo in parte possono essere interpretati come un voto di protesta, ma che sono invece la conferma di quanto questa classe politica non

IPRESIDENTI ALLARMATI

Lacrisi rischia didiventare ancora piùdrammatica 1

GiuseppeZigliotto

2

RobertoZuccato

3

AgostinoBonomo

4

SergioRebecca

L’aula di Montecitorio,sededellaCamera deideputati.Difficile immaginare unamaggioranza. ARCHIVIO abbia saputo cogliere i sentimenti di insoddisfazione e malessere che provenivano dal Paese. Nonostante tutto ciò, l'Italia oggi ha bisogno di un governo solido. Per questo il nostro invito a tutte le forze politiche è di mettere da parte le tensioni. Serve una stagione costituente, che riporti il Paese sul sentiero della crescita. Le sfide che abbiamo davanti richiedono uno sforzo collettivo, e nessuno può chiamarsi fuori. Il segnale giunto dalle urne è stato chiaro e inequivocabile: è finita un’epoca, ora bisogna fare i conti con la realtà». Dal fronte artigianale il clima è il medesimo. Agostino Bonomo, presidente di Confar-

tigianato Vicenza, si associa al richiamo alla responsabilità ma non dimentica i colpevoli. «Chi ha governato in questi ultimi anni - attacca - deve avere l’umiltà di capire i tanti perché di un voto di protesta che è frutto di inadeguatezze di ogni sorta ed è stato accentuato da una situazione sociale ed economica giunta a livelli di guardia, come possono testimoniare le piccole imprese sottoposte alla pressione non solo della crisi, ma anche della burocrazia, delle tasse, dei mille ostacoli creati da un sistema Italia inefficiente. Ora l'Italia non può permettersi il lusso di aspettare». Sergio Rebecca parla di sonoro ceffone per la vecchia politi-

ca e invita i partiti tradizionali a darsi da fare per formare un nuovo governo. «Perché, diciamolo chiaro - osserva Rebecca - in questo momento il nostro Paese ne ha un assoluto bisogno. Tornare al voto, infatti, significherebbe precipitare ancor più nel baratro di un'incertezza totale, in una lotta di tutti contro tutti, con gravi contraccolpi per l'economia. L'auspicio, dunque, è che si arrivi a trovare una formula di coalizione concentrata nell'individuare pochi ma chiari punti programmatici, partendo in primis dalla necessità di licenziare una riforma elettorale che possa garantire stabilità al Paese». • © RIPRODUZIONERISERVATA

LEREAZIONINEL PD EINGIUNTA. Sindacoevice d’accordosoloa metà suipossibiliscenari futuriin seguitoalrisultato delleelezionipolitiche

Moretti:«Noalleurne».Variati:«Stopinciuci» Il primo cittadino: «Mai più con Berlusconi». E pensa a intese solo per una legge elettorale che porti al voto «Cercare l’accordo punto su punto con i moderati e con i grillini - diceva l’altra sera la vicesindaco, bersaniana, neodeputata democratica Alessandra Moretti - Spero non si vada al voto». Non esattamente la fotocopia di quello che ieri ha detto il sindaco Achille Variati, renziano, che propone un’agenda snella di riforme prima di andare di nuovo alle urne. «Al governo con Berlusconi? Mai più - ammonisce il primo cittadino -. Se qualcuno nel Pd nazionale ci dovesse pensare, sappia che nei territori sarebbe rivolta, a partire da me». E ancora «Se è in grado, il Pd faccia un governo di minoranza al Senato - propone

Variati -. Oppure avvii un’intesa con il Movimento 5 stelle e le destre per eleggere un Presidente della Repubblica garante e condiviso, riformare la schifosa legge elettorale e quindi tornare alle urne». IL DISAGIO. Ad aprire le danze dei commenti del dopo-voto, con un centrosinistra che ha la maggioranza alla Camera ma non al Senato e che si trova a studiare una strategia per uscire dallo stallo, era stata l’altra sera la neoletta Alessandra Moretti, già portavoce di Bersani nella campagna elettorale per le primarie e poi nominata ai vertici (3˚ posto) della lista del Pd alla Camera. «Dobbiamo cercare di trovare degli accordi punto su punto con le forze moderate e i rappresentanti in Parlamento del Movimento 5 Stelle - esortava Moretti -. C’è un forte disagio che

viene espresso attraverso il voto al M5S che nel Nord, ma anche in Sicilia ha connotazioni importanti e c’è la difficoltà al Senato di governare».

AlessandraMoretti, neodeputatadelPartitodemocratico

L’AUTOCRITICA. Quanto al riscontro ottenuto da Berlusconi, l’esponente del Pd commenta: «L’Italia è un paese strano, dopo un fallimento così pesante da parte del governo di centrodestra ancora gli italiani si fidano e questo ci deve interrogare sulla nostra capacità di trasmettere un messaggio che sia capace di acquisire la fiducia». E ieri ha raccomandato: «In questo momento di grande confusione dobbiamo tenere compatto il partito: abbiamo importanti appuntamenti che ci aspettano come le Amministrative - spiega Moretti - e indebolire il Pd ora significa solo rafforzare Grillo e il suo movimento».

VARIATI: NO ALL’INCIUCIO. Ieri anche il sindaco Variati è intervenuto per un commento sul risultato del voto e gli scenari possibili. Il primo cittadino alza il suo muro di contrarietà all’ipotesi di un “governissimo” che veda il Pd a guidare il Paese insieme con Berlusconi e il Pdl, Anche Variati - in parte in linea con la sua vice Moretti - propone un’intesa con il Movimento 5 stelle e con le destre, ma finalizzata in maniera esclusiva all’elezione del Capo dello Stato e alla riscrittura della legge elettorale. A differenza di Moretti, in quelle condizioni, non teme nuove elezioni: perché «a quel punto - sostene il sindaco - con un sistema elettorale che non sia il Porcellum griffato Lega, ci sarà un vincitore. Che dovrà assumersi onori e oneri del governo». E conclude con l’avvertimento con il quale aveva iniziato: «Ma inciuci e pastrocchi basta: abbiamo già dato, fin troppo». • © RIPRODUZIONERISERVATA


12 Elezioni

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 27 Febbraio 2013

IlvotonelVicentino

Viaggionei paesi“travolti”dallo tsunamielettorale

36%

IVOTIDELMOVIMENTO5STELLE ALLACAMERAASAREGO

Nell’unicocomunedelVicentino guidatodaun’amministrazione grillina,Sarego,ilMovimento5 Stellehaottenutoilpiùalto consensointuttalaprovincia

19,8%

IVOTILEGANORDALLACAMERA ASANPIETROMUSSOLINO

AllepolitichediierilaLegaNord haconosciutountracolloinuna dellesueroccaforti,S.Pietro Mussolino,dovenel2008aveva superatoil50percento

ILPRIMO COMUNEGRILLINO. Nell’unico paese vicentino amministratoil Movimento consolidail primatoe catturail consenso popolare

I5stelle: «Non siamogliUfo» Lacrisi, la“casta”,lasfiducia nellaLega ela vogliadinovità ASarego M5S darecord: 36% Ilsindaco:«Noi vicini allagente» Marco Scorzato SAREGO

C’è tempesta in Borsa, ma a Sarego splende il sole. Qui i “mercati” sono una cosa lontana e il meteo si adegua all’atmosfera del paese più grillino della provincia: è una riconferma, perché questo, nel maggio scorso, è stato il primo Comune d’Italia con un sindaco a 5 stelle. E pare un paese soddisfatto, o quantomeno non deluso, se ora il Movimento cresce ancora, strappa un roboante 36% e agli altri non restano che le briciole: Lega e Pdl nemmeno sommati riescono a fare meglio; e pensare che a due passi, nella frazione Monticello di Fara, c’è la sede del parlamento padano. Sembra passata un’era geologica, ma a girare per il paese, fino a 15 mesi fa roccaforte bossiana, non si trova una voce stupita per quanto sfornato dalle urne: qualcosa di più e di diverso rispetto all’urlo dell’antipolitica, comunque forte. «È la voglia di cambiamento, di dare un segnale ai partiti, è un voto di speranza», dice Graziella che lavora al bar del bocciodromo dove si vende lo spritz a 80 centesimi. «C’è la crisi, cerchiamo di tenere i prezzi al minimo, anche se si rischia di andare in perdita», osserva Antonio, il gestore. La crisi, «le aziende che non ce la fanno, il lavoro che non c’è»:

ingredienti di queste elezioni, insieme con slogan e promesse da campagna elettorale. LA CRISI. Al bocciodromo c’è chi porta i segni della crisi sulla pelle. «Sono disoccupato», dice Jovan Stevic, alias Giovanni, che non vota perché è serbo, ma vive da queste parti dagli anni Settanta e sa parlare in dialetto. Anche Jovan, senza lavoro, tifa per Grillo ed è certo che i suoi figli abbiano votato per lui. «Gli altri partiti hanno governato, ma le cose non sono cambiate». Il voto a Grillo, per lui, è un salto nel buio che vale la pena provare: «Il mio lavoro? Non me lo danno mica i politici», e gli basta riflettere che lui l’ha perso quando governava qualcun altro. LA PARTECIPAZIONE. Al bar del bocciodromo una decina di pensionati gioca a carte. Gianni Melotto interrompe la partita e si alza a commentare: «Il record di voti a Grillo? Guardate che non è mica un’anomalia: Grillo parla di ridurre i privilegi dei politici, di pulizia, di riportare la politica al di sopra dell’economia, di ridare peso alla gente...». Melotto non è un attivista del Movimento, né un patito di internet, né un folgorato sulla via del comico genovese; riconosce che «a Grillo mancano persone con una certa esperienza». È un “grillino critico”, che però non

Cercheranno tranoideinuovi Scilipoti:dovremo esserecoerenti erestarecompatti ROBERTO CASTIGLION SINDACO DISAREGO

Dove amministra UNOSU TRE Unelettore sutreha sceltoilMovimento 5 stelle:a Sarego,l’unico Comune amministratoda unsindacogrillino, è il paeseincui ilM5S ha ottenutol’affermazione piùnetta, con1.346 voti, parial36,3% degli elettori. Glialtripartiti si sono fermatisu unlivello di consensomolto inferiore: tuttoil centrodestraha raggiuntoil 31,4%,con la Legaal12,6%e il Pdl al 16%,mentre lacoalizione dicentrosinistra non ha superatoil 14%. MIRAE COMACCHIO Almomento ilMovimento amministraquattro ComuniinItalia, conquistatituttidurante leultimeelezioni amministrative,quelledi maggio2012. L’effetto-trainosul risultatodelle Politiche chesiè registratoa Saregosi è riprodottoin modoanalogoanche a Mira,nelVeneziano, e a Comacchio,nel Ferrarese: inentrambii Comuni i grillinisono laprima forza politica,nelprimo caso conil35,1%e nelsecondo conil34,2%. APARMAVINCE IL PD Inleggera controtendenza rispettoa questo andamentoil datoche riguardaParma, il Comune piùgrande traquelli amministratidal Movimento:lìigrillini sono laseconda forzaconil 28,1%deiconsensi, alle spalledel Partito democratico(32%) e della coalizionedi centrosinistrache, unita, toccaquota 36%. © RIPRODUZIONERISERVATA

Albardelbocciodromo di Sarego si giocaa cartee si commentanoi risultati delleelezioni. FOTO CASTAGNA

ASarego 5 stelledarecord

teme rischi per il Paese. «Il Movimento rappresenta il popolo: questa è forse la svolta definitiva per creare una classe politica nuova e giovane».

ministrare, ma che ha cominciato a lasciare la sua «impronta» con alcune scelte, come quella «sui lavori all’asilo di Monticello». Che l’amministrazione a 5 stelle sia stata un traino per il voto delle Politiche o meno è difficile dirlo. C’è chi, come Paola, dice che non conta, che Comune e Parlamento sono due cose diverse; e chi, come Maria Brusarosco, 82 anni, dichiara che quel sindaco «giovane» le piace, e che i primi mesi di amministrazione l’hanno «confermata» nel voto a Grillo.

LA SFIDUCIA NELLA LEGA. Tra il bocciodromo e il municipio ci sono i tabelloni per la propaganda diretta: tre manifesti con la faccia di Grillo, tre del Pdl, tre della Lega nord, ma è l’unico “pareggio”. Mattia Vottarghi, titolare del Bar Sport, la fa breve: «Dopo anni di voto e tante speranze, anche la Lega ha deluso. Come non bastasse hanno “mangiato” anche loro, perciò era ovvio che la gente votasse per la svolta. E se si rivota prendono il 40%».

L'INTERVISTA

di CLAUDIA RUGGIERO

PATRIZIALAQUIDARA

voto perso. Nella mia vita ho sempre votato a sinistra. Al giorno d'oggi però la situazione è gravissima, serviva un segnale.

Pensavo divotare perla lista Ingroia Hoscelto 5Stelle

N

on ho votato per Beppe Grillo, ma per il Movimento. È diverso. Credo molto nel movimento che parte dal basso, non nella figura carismatica che lo guida». La cantante maladense Patrizia Laquidara spiega così le ragioni che l'hanno portata a votare per il Movimento 5 Stelle. Trionfatore indiscusso di queste elezioni politiche, sia su scala nazionale sia su quella locale, dal momento

IL TRAINO DEL SINDACO. «Svolta, rinnovamento, via la Casta»: a Sarego, e non solo, l’elettore «grillino» si esprime così, mentre veicolare il logo «Movimento 5 stelle» e il suo «programma» è roba da attivisti. Tra loro anche il sindaco Roberto Castiglion. Davanti al municipio lo ferma una donna, lavora in una scuola del paese e gli chiede di riparare le buche di una strada che percorre tutti i giorni. «La sistemeremo, ma per asfaltarla non ci sono soldi», spiega paziente il filiforme Castiglion. Ha 33 anni e fa il sindaco a tempo pieno da maggio. «Sì, ho perso qualche chilo», ammette. Spiega che non è facile am-

che è il primo partito nel Vicentino e nel Veneto. A Malo i grillini hanno scavalcato i partiti tradizionali come il partito democratico, il Popolo delle libertà e la Lega Nord, raggiungendo un ragguardevole 26,2 per cento alla Camera e il 24,5 per cento al Senato.

Si aspettava un successo di tale portata da parte del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo?

Si riferisce alla condizione politica italiana?

Sì, certo. Non sono solo scontenta, sono assolutamente preoccupata. La politica è diventata un vero cancro: le sue logiche non corrispondono più al bene dei cittadini ma esclusivamente a interessi personali di chi gravita in quel mondo.

PatriziaLaquidara,la cantantedi MalofandelMovimento5Stelle L'unica cosa che non mi aspettavo era una riconferma così pesante di Silvio Berlusconi.

Come è maturata la sua decisione di votare per il Movimento?

È stata una scelta molto difficile e che ho preso all'ultimo momento, il sabato prima delle elezioni politiche. Io avrei votato per la lista Ingroia, per una sinistra molto forte, ma mi sono resa conto che sarebbe stato un

Quindi il suo voto al Movimento di Grillo è stato un voto di protesta? Non proprio. Se avessi voluto protestare mi sarei astenuta. Invece io ho fiducia nel programma di questa lista; ho la sensazione che sia sensato e che possa scardinare molti sistemi politici perversi. •

© RIPRODUZIONERISERVATA

Lacifra

1.346

IVOTIRACCOLTI DAL M5S NELCOMUNEDI SAREGO

IlMovimento 5stelleha raccoltoil36%delle preferenzenelComune di Saregoamministrato dal grillinoRoberto Castiglion. Alivelloprovinciale ilM5S haraccolto131.365 voti complessivi,parial 25,36%.È primo partito anchealivelloregionale con458.085 voti(25,6%).

«EXTRATERRESTRE A CHI?». «Perché ci votano? Perché andiamo a parlare con la gente e

GAMBELLARA. Ritardodovuto ainesperienza

Lamacchina elettorale tiratardi per treseggi Con soli tre seggi da scutinare, il Comune di Gambellara, ultimo tra i 121 centri vicentini a consegnare alla Prefettura i dati relativi alle elezioni politiche, ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino alle 24,30. Un ritardo in prima battuta inspiegabile che ha prolungato oltre la mezzanotte l'invio del fonogramma con i risultati. Tanto che i funzionari di contrà Gazzolle hanno contattato il municipio per capirne i motivi. La risposta ottenuta ha individuato il problema nell'utilizzo di un sistema informatico aggiornato solo di recente. Non è questa, però, l'unica causa: «Il ritardo è da imputare anche all'inesperienza di alcuni presidenti e scrutatori impiegati nei seggi per la prima volta - spiega il sindaco Michela Doro -. Oltre a ciò non mi risulta ci siano stati altri proble-

mi particolari. In ogni caso, è mia intenzione approfondire la questione». Sulla stessa lunghezza d'onda del primo cittadino, il segretario comunale Giuseppe Cardella spiega: «Avevamo dei presidenti di prima nomina, per questo le operazioni sono risultate più lunghe del previsto. In ogni caso sono situazioni legate al normale funzionamento dell' attività elettorale, a mio avviso non si tratta di un episodio eccezionale. Nel corso della mia esperienza ho visto ritardi, nell'ambito delle tornate elettorali, che in alcuni Comuni hanno prolungato le operazioni anche fino alle 4 del mattino». Tutto risolto, dunque? Certamente sì, anche se la macchina elettorale provinciale ha temuto di dover fare l’alba per soli 3 seggi. • MA.CA. © RIPRODUZIONERISERVATA


Elezioni 13

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 27 Febbraio 2013

Provincia checambia

Leultimeelezionipolitichesisono rivelate“rivoluzionarie”ancheper alcunezonedelVicentino caratterizzatedaun orientamentopoliticodefinito

Sconfitti madecisi

«NoidiVenetoStatorimaniamo convintichel'indipendenzasia l'unicasalvezzaperilVeneto» ANTONIOGUADAGNINI SEGRETARIODIVENETOSTATO

Lapriorità dell’Italia

«LaprioritàèdareunGovernoal Paese.Nonpossiamopermetterci un’Italiaingovernabile» ANTONIODEPOLI SENATORESCELTACIVICA-UDC

SAN PIETROMUSSOLINO. Nel 1992il Carroccioraggiungeva il70%

L’exvalle“verde” delusadallaLega «Orabastabugie» Lalista dell’ex comico genovese quièdiventata ilprimopartito esecondonella vicinaChiampo Terremotoanchetra icacciatori Paolo Mutterle

SAN PIETRO MUSSOLINO

poi perché abbiamo sottolineato l’attenzione alle Pmi, alle partite Iva. Cogliamo un sentimento, siamo vicini alle persone in difficoltà, ci mettiamo sul loro piano: non siamo extraterrestri, semmai lo è la classe politica distante dalla gente». E ora? È più responsabile mantenere la chiusura ad ogni alleanza o “aprire” nell’interesse della governabilità? «L’unica responsabilità è verso gli elettori: abbiamo detto no ad alleanze e sì al dialogo sui temi, come in Sicilia, e faremo così». Castiglion indica un pericolo: «Cercheranno gli Scilipoti anche nel M5S: dovremo essere coerenti e uniti». •

Nella ex valle più verde del Nord risuona il canto del Grillo. La valanga del Movimento 5 stelle si è abbattuta anche sulle roccaforti storiche della Lega, e prima ancora della Democrazia Cristiana. Voto di protesta, lo liquidano soprattutto i detrattori; voto di speranza, ribattono i sostenitori più entusiasti. Punti di vista. Quello su cui tutti concordano è che l'emorragia di preferenze del Carroccio si sia riversata in buona parte sulla lista del comico genovese: primo partito alla Camera a San Pietro Mussolino, dove nel 1992 Bossi e i suoi mietevano uno stratosferico 70 per cento; secondo partito a Chiampo, dietro al Pdl di Giuliana Fontanella, ma davanti alla Lega Nord di Paolo Franco. E il bello è che se lo aspettavano tutti. «Di cosa vi stupite?» chiede Pierangelo Fracasso. «Mi sorprende di più chi è senza memoria e ha votato i partiti tradizionali. Ci hanno preso in gi-

ro per anni, serve una politica trasparente fatta da gente normale. Come a Sarego. La Lega? Sì, in passato ho fatto anch' io questo errore e mi sono pentito. Di brutto». In piazza Zanella incrociamo Rocco e Salvatore, nomi e accento non proprio settentrionali. «Alla Lega ci abbiamo creduto anche noi, ma dopo tutti gli scandali non se ne può più. Non è che Grillo sia un esempio positivo, ma il suo messaggio è giusto: “Fuori tutti, siete circondati. E non saranno fatti prigionieri”». Anche chi non lo ha votato, ne apprezza il programma. «Le idee sono condivisibili - afferma Marco Vencato - ma lui non mi piace: butta benzina sul fuoco e non accetta il confronto. Se si torna a votare, sono convinto che supererà il 50 per cento». Una delle novità è che il voto al M5S sembra prescindere dalla figura del suo leader. «Non mi è mai piaciuto come comico, tantomeno come politico. Ma si è rivolto alle persone stanche e la delusione fa fa-

LEOPINIONI DEGLIABITANTI 1

Unaveduta dall’altodi SanPietroMussolino dove la“valanga” delM5Ssi è abbattuta sulla Lega

MarcoVencato

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GrazianoRancan

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Ilcentrodestra hatenutoesenza lacrisiilM5S nonsarebbe neppurenato GIULIANAFONTANELLA EXSINDACODICHIAMPO

© RIPRODUZIONERISERVATA

ElioBergamin

Ilcentrodi Chiampo: quiilM5S è ilsecondopartitodopo ilPdl re cose inaspettate», racconta Elisa. («Niente cognome, non voglio che mio papà scopra che l'ho votato»). Al suo fianco annuisce l'amica Margherita. «Destra e sinistra hanno stufato: pensano solo a vincere le elezioni. Così ho scelto Grillo, alternative non ne vedo». Tutte e due votavano Pd. «Ma non dava speranze di cambiamento. E il malcontento deve essere ascoltato».

Tra i delusi del Carroccio ci sono anche i cacciatori. «In verità ci sentiamo presi in giro da tutti: Lega, Pdl, Berlato», lamenta Elio Bergamin, che non rivela il proprio voto. Però aggiunge che «il Movimento 5 Stelle raccoglie la protesta soprattutto dei giovani: senza lavoro, senza soldi, senza futuro. A maggio qui ci sono le amministrative e di sicuro qualche lista cavalcherà l’onda».

Chissà cosa ne pensa l'ex sindaco Fontanella. «Guardi: intanto mi sembra che il centrodestra qui abbia tenuto. Poi, per fortuna, c’è liberta di pensiero. Possiamo aver fatto degli errori, una riflessione è sempre utile; ma senza la crisi, il Movimento 5 Stelle non sarebbe neanche nato». Salendo nella vallata, non cambiano tanto i numeri e neppure i discorsi. Lo conferma Mario Boschetto, barista di San Pietro; un tempo sui tavoli del suo locale si trovava La Padania, oggi solo Il Giornale di Vicenza e la classica Gazzetta. «Qui la gente è pratica: per un po’ ti segue, poi si stufa e ti gira le spalle». Nel paese vecchio incontriamo Graziano Rancan, ristoratore. «L'elettore ragiona, non è mica stupido: la Lega aveva un buon programma, ma non lo ha rispettato. Adesso è il momento della protesta e tanti elettori si rivolgono al nuovo. Non interessa che Grillo sia un comico, sia genovese, di destra o di sinistra; lo votano perché rompe i c... e smuove la vecchia politica. Ma poi se ne pentiranno», assicura lui, che ha il calendario del Duce ma si definisce “apolitico”. «Ho tanti amici leghisti. Ma nelle nostre zone si apprezzano le trote, mica il Trota». • © RIPRODUZIONERISERVATA

ILCASO. IlsegretarioAlessandro Pozzanpronto arimettere ilmandato, anticipatodal coordinatoredell’Alto Vicentino

ASchiodimissionariiverticidelPd Alessandro Zaffonato ha rinunciato all’incarico alle 15,01 di lunedì: «Il partito provinciale sbaglia tutto» Mauro Sartori SCHIO

La resa dei conti è rimandata di qualche giorno ma nel Pd scledense c’è aria di svolta. Il segretario Alessandro Pozzan è intenzionato a presentarsi dimissionario al direttivo convocato per la settimana prossima, mossa già messa in pratica da Alessandro Zaffonato, fino all’altro giorno coordinatore dei rapporti sovracomunali dei circoli di Schio, Santorso, Torre e Valli e membro dell'assemblea provinciale del Partito Democratico. Il giovane Zaffonato probabilmente ha battuto ogni record: ha spedito la sua lettera di di-

missioni alle 15,01 di lunedì, quando gli exit poll erano lontani e gli instant poll davano invece come probabile un buon successo per Pierluigi Bersani e la coalizione che lo sosteneva. «Mi sono dimesso perchè non condivido più la linea politica del partito provinciale che ci ha portato a questo deludente risultato elettorale - spiega Zaffonato. - Da tempo avevo chiesto al segretario vicentino una maggiore attenzione per i temi delle piccole imprese e dell' artigianato, attori principali del tessuto produttivo vicentino, tuttavia dopo anni e più richieste non ho ricevuto nessun risposta. Sottolineo che continuerò a lavorare nel centrosinistra e che manterrò la tessera del Pd, a 28 anni non mi interessa cambiare partito, ma migliorare quello in cui milito e le mie dimissioni, giunte

Inumeri

2.002

IVOTIPERSI DAL PDDI SCHIODAL 2008 ADOGGI

Cinqueannifaallacamera ilPd arrivòal35,03% con 8316voti.Lunedìsi è fermatoal27,44%con 6314consensi.

350

ITESSERATI ALPARTITONEI CIRCOLI“ALTO VICENTINO”

AlessandroZaffonato coordinava quattro circoli cheinsieme potevano contaresuun numero consistentedi iscritti.

dopo qualche settimana di riflessione, vogliono manifestare il mio disappunto verso la dirigenza provinciale e la totale perdita di fiducia nei confronti di chi la compone». Riguardo alla tornata elettorale, Zaffonato è laconico: «Qualcuno dovrebbe riflettere su alcuni dati, come il 18% scarso alla Camera del Pd a Pojana Maggiore, comune del neo- onorevole Federico Ginato o il 13% di Camisano, dove c’è il potente Angelo Guzzo. Sono dati su cui riflettere...» Diverso il discorso di Alessandro Pozzan che premette: «Il risultato di Schio, dove la cultura democratica è ben radicata, è migliore di quello vicentino e la tenuta c’è stata. Però sono convinto che la dirigenza nazionale debba assumersi le sue responsabilità. Sarò il primo a mettermi in discussione e non abbandonerò la nave, an-

che se dovessi lasciarla da comandante e rientrare da mozzo. Però serve un confronto serio e se per avviarlo necessita un mio passo indietro, sono pronto». «Resistere e vincere» è la parola d’ordine di Emilia Laugelli che su un posto in Senato ci contava ma la prende con filosofia: « Essere il primo partito a Schio, non travolti nonostante lo tsunami nazionale è un grande successo. Come Schio, molti comuni dell'Alto vicentino:Santorso, Torrebelvicino, San Vito di Leguzzano. Il nosrto territorio ha le caratteristiche e la base per guidare in un nuovo percorso anche la Provincia!Ora si riparte. Il Pd nazionale e regionale è un disastro di comunicazione. Nonostante facce fresche e brillanti non ha saputo far passare la serietà della proposta politica. Devono andare via i protagoni-

AlessandroZaffonato

AlessandroPozzan

sti fallimentari , a tutti i livelli, compresi i giovani rampolli che non hanno portato risultati se non per se stessi». Non la pensa così Vanni Potente, portavoce scledense dei "renziani” che già lunedì tuonava: «Abbiamo perso sonoramente e fatto resuscitare Berlusconi, inutile negare e nascondersi dietro i parziali di comodo. Ci sono 2 mila voti in meno a Schio per il Pd su cui

riflettere e altrove non è andata meglio. Tante volte sembriamo figli di un dio minore. Nessun processo e nessuna analisi del voto: serve una nuova classe dirigente che sappia ripensare il partito nell’ottica della partecipazione. Con quella torneremo a lavorare tutti insieme con umiltà, competenza e metodo per una nuova generazione di politici». • © RIPRODUZIONERISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 27 Febbraio 2013

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CRONACADIVICENZA

Ilproverbio

L’uomosi conosceal bicchiere

Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: redazione@ilgiornaledivicenza.it

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UNAGIORNATA

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STORICA

L’ampliamento dellaFiera rispetta itempi previsti Amarzo2012lefondamenta,appenaquattromesi falaposadellaprimacapriataeieri,nelcantiere di via dell’Oreficeria, la posa dell’ultima maxi trave. Si sta viaggiando secondo il cronoprogramma per realizzare l’ampliamento del quartiere espostivo dellafieradiVicenza.Saràconsegnato a inizio novembre e il debuttoconlaFieradell’orodigennaio2014.

LASFIDA.Unatravedasettantatonnellatedilegnolamellaresospesain aria e un addetto dell’impresa appaltatrice che indica la posizione per la posadell’ultimacapriatadalla lunghezzarecord.

I PROTAGONISTI. Da destra il presidente della Fiera Roberto Ditri, il sindaco Achille Variati, il presidente di Assindustria Giuseppe Zigliotto e il presidentedell’impresa costruzioniMaltauroGianfranco Simonetto.

IL PARCHEGGIO. Sorge accanto al nuovo padiglione in costruzione e potrà ospitare quasi 600 auto. È la comoda novità che gli standisti della Fierapotrannoutilizzare apartire dall’appuntamento digennaio2014.

ILGRANDECANTIERE. Ieri laposadell’ultima capriata inlegno del nuovocomplesso costato32 milioni dieuro. Entronovembrepronto anche ilparcheggio multipiano

LaFierasifa grandeper iconcerti Cristina Giacomuzzo Dai gioielli griffati che costano un occhio della testa alle rock star in concerto. Non ci sono limiti per il nuovo quartiere espositivo della Fiera. Limiti nel vero senso della parola: niente piloni che bloccano la vista o gli spazi. La struttura si regge su mastodontiche capriate in legno. Ieri è stata posata l’ultima. Ciascuna ha una lunghezza da record: 80 metri. «Questo padiglione ha una copertura in legno ad unica campata che è la più ampia d’Italia e tra le prime in Europa», ha esordito il presidente della Fiera, Roberto Ditri che annuncia la fine dei lavori per novembre. Per la “Fiera dell’oro winter”, gennaio 2014, sarà tutto pronto per accogliere i

Lanostra mostradell’oro nonèsecondaa LasVegas,Hong KongoBasilea ROBERTO DITRI PRESIDENTEDELLA FIERA

big dell’oreficeria internazionale: il nuovo complesso sarà integrato ai padiglioni esistenti. «È una sfida nella sfida commenta il sindaco Achille Variati -: superare i già ottimi risultati di quest’ultima edizione e lanciare un segnale all’economia vicentina e veneta. È da qui che si riparte». L’ECCELLENZA. Si riparte cioè dall’innovazione e sicurezza firmate da fior di studi di progettazione come Altieri e Albanese e realizzata dall’Ati capitanata dall’impresa Costruzione G. Maltauro spa e Gemmo Spa con il supporto di Sipe spa per le opere prefabbricate e di Stratex per le travi reticolari in legno dalle misure da guinness. È il nuovo complesso della Fiera di Vicenza, oggi ancora cantiere in via dell’Oreficeria, ben più grande di un campo da calcio. E libero da ostacoli. Ci si potrà ospitare fiere, eventi e anche concerti. Quello che impressiona, poi, è l’altezza. Quasi quattro piani, dieci metri da terra, per trovare la prima trave, quella più bassa, della capriata. Quindi ci si eleva ancora: altri dieci metri. La lunghezza della maxi-trave è

Inumeri

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LETRAVIDELLA COPERTURA

Sonotravida record perchéhanno una dimensione,ciascuna, di80 metridiluce, inun unico pezzoconinterasse di12 metri.Ciascun pezzopesa oltre70tonnellate.

587

IPOSTI AUTO NELPARK MULTIPIANO

È infase di costruzione proprioaccantoal nuovo maxipadiglione. È compostoda ottolivelli.La strutturasarà collegata conilquartierefieristico e saràpronto per novembre.

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MILIONIDI EURO ILCOSTODELL’OPERAZIONE

Uninvestimento importanteper laFiera di Vicenzache, adetta del presidenteDitri,rientrerà entrocinque anni. Nella nuovastrutturaanche concertied eventi.

Lacapriata in legnodelpadiglionedella Fieraconsentiràdi avere uno spazio senzapiloni: l’idealeancheper iconcerti. COLORFOTO ARTIGIANA di 80 metri (a pezzo) e pesa 70 tonnellate. Un colosso che ieri è stato sollevato e posato sulle travi di cemento. Era l’ultima che mancava. Si è completata così la copertura reticolare in legno tra le più imponenti in Italia. All’appuntamento il presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, il presidente dell’impresa di costruzioni G. Maltauro, Gianfranco Simonetto, e mons. Antonio Marangoni che ha benedetto la struttura al termine dell’operazione di alloggiamento della capriata, una sfida tecnico-logistica non da poco.

IL COMPLESSO. Il nuovo spazio espositivo ieri aveva finalmente assunto l’aspetto di quel che sarà a breve. «Sarà un business center - spiega Ditri -: 15 mila metri quadri liberi da pilastri e ciò consentirà grande versatilità. Poi, l’area sopraelevata, con una vetrata di separazione al primo piano sull’interno padiglione per una lunghezza di circa 150 metri, sarà destinata a zona ristorazione e sale per convegni. In tutto 75 mila metri quadrati di superficie: ci possono stare diecimila persone in piedi, seimila sedute». I lavori sono iniziati a marzo del 2012.

LA SFIDA INNOVATIVA. Spiega Antonio Zerman, direttore Operations della Fiera di Vicenza: «Abbiamo lavorato a pieno ritmo senza interferire con le varie manifestazione espositive. Non è stato facile. Basti pensare al via e vai di mezzi che trasportavano la copertura che è stata qui assemblata e montata. Per la sua realizzazione sono stati utilizzati 1.800 metri cubi di abete rosso proveniente dal Nord Europa e 90 mila chili di ferro. Il padiglione è in linea con la vigente norma anti-sismica e innovativa per quanto riguarda l’insonorizzazione. Accanto al nuo-

vo padiglione, poi, è in costruzione anche il nuovo parcheggio: 8 livelli per 587 posti». Il padiglione e il park saranno collegati tramite dei corridoi coperti e riscaldati dalla struttura della fiera esistente. Conclude Ditri: «Finalmente a gennaio si potrà ammirare la metamorfosi della fiera in “The botique show” offrendo spazi e servizi in linea con i più evoluti standard perché Vicenza non è seconda alle esposizioni di Hong Kong, Basilea o Las Vegas. E lo stiamo dimostrando. A cominciare dagli spazi. Senza limiti». • © RIPRODUZIONERISERVATA

ILNODO-PRESIDENZA. Lapartita dellasuccessione inizierà ad aprile

Variati:«Ditrièl’uomodellasvolta Ilsostituto?Lapoliticanestiafuori»

Partecipa al concorso dal 1° febbraio al 31 agosto 2013: puoi vincere una settimana da sogno tra le isole greche con Costa

GT18485

Daigioielligriffatiallepop star Ilnuovopadiglioneèconcepito senzapiloni: merito dicampate conmisure da record italiano

«Lui è l’uomo della svolta. Adesso non dobbiamo cambiare metodo». Achille Variati, sindaco, segna con la mano Roberto Ditri, il presidente della Fiera di Vicenza che, per ragioni professionali (gli impegni nell’azienda Marelli), non si è reso disponibile al mandato bis. «Un peccato - ammette Variati -. Con lui la Fiera di Vicenza ha saputo pensare in grande e dimostrare di essere all’altezza di una fama internazionale». Ad aprile, con l’approvazione del bilancio da parte del consiglio di amministrazione, Ditri lascerà la guida dell’ente

di via dell’Oreficeria. «Non si può far tutto - ammette il presidente guardando la campata da record ancora sospesa nell’aria poco prima di essere posata sui piloni -. Questo nuovo padiglione è un po’ figlio mio. È una soddisfazione. Consegno al mio successore una Fiera in crescita. Abbiamo già predisposto il piano industriale strategico fino al 2017. L’investimento per l’ampliamento, 32 milioni di euro, è destinato a rientrare in 5 anni». Ma la domanda è: chi arriverà al posto di Ditri, l’uomo che ha saputo conquistare sul campo la fiducia dei principali soci

della Fiera, vale a dire Comune, Provincia e Camera di Commercio? Variati ha già in mente il candidato ideale che resta top secret. «Sicuramente - dichiara il sindaco - nella scelta non si dovrà cambiare metodo e non ci dovranno essere invasioni della politica. Dovrà essere un manager in grado di mantenere saldo il legame tra i soci e le associazioni di categoria. A lui il compito arduo di superare i limiti. Dopo l’uomo della svolta, avrà il compito di continuare sulla strada segnata migliorando ancora di più i risultati». • © RIPRODUZIONERISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 27 Febbraio 2013

SantiePatroni delgiorno

Inquesto giornovienefesteggiato Gabrieledell’Addolorata(1838-1862) novizionellafamiglia religiosadei Padri Passionistiproclamato dapapa Pio XI compatronodell’AzioneCattolica eda

GiovanniXXIII patronodell’Abruzzo.In questadata si commemoranoanche Onorina,unadelle prime martiriin Gallia chevegliasuipartie proteggeimarinai, Baldomeroprimafabbro e poi

suddiaconoaLione(protegge ifabbri), Taleleto eremitadellaSiria (combatte angosciaemalinconia) eGiovanni di Vandières cherimediaaidisturbi della memoria.

Dialettando Nofar bonquelo cheuno dise:non ritenere verità quelloche altrapersona

diceotestimonia. GX22777

L’INIZIATIVA. Tantispettatori hannogoduto delloskyline di Vicenza

Aprelaterrazza Show inBasilica per500visitatori Perlaprimavoltadopo ilmaxi-restauroi vicentini hannopotutoammirarelospettacolo mozzafiato Saràvisitabile gratuitamente finoal5 marzo Nicola Negrin Una vista mozzafiato. La splendida giornata di sole avrà sicuramente aiutato, ma il commento dei vicentini che nella giornata di ieri hanno voluto vedere Vicenza dall’alto è stato unanime. Tutti senza parole. Tutti ad ammirare lo spettacolo che offre la terrazza della Basilica. Il primo giorno di apertura del monumento ha richiamato tanti spettatori: in 500 circa hanno varcato l’ingresso del gioiello palladiano. Ma c’è da scommettere che nei prossimi giorni le visite aumenteranno in maniera sensibile. APERTURA.La Basilica ha aperto le porte alle 10 di ieri mattina. Da quel momento e fino alla chiusura si è registrato un flusso continuo di visitatori, nonostante le indicazioni non fossero molto chiare. O meglio, fossero inesistenti. Variati era stato chiaro: «Chiunque - aveva detto in occasione della presentazione delle numerose iniziative messe in calendario - deve vedere la terrazza per ammirare la nostra città». Detto, fatto. La prima giornata di apertura gratuita del monumento ha visto la partecipazione di 480 vicentini, che hanno riempito la Basilica fino alle 18, orario di chiusura. IL DOVERE. Tutti i visitatori hanno potuto ammirare le logge e la terrazza. Il punto forte del monumento ha offerto una vista mozzafiato. Complice la stupenda giornata, gli spettatori sono rimasti senza parole osservando i monti imbiancati e lo skyline della città

del Palladio. «Peccato per quel tribunale», ha affermato più di qualcuno posizionandosi nel lato B; quello che dà su piazza delle Erbe. LAPRIMAVOLTA.Per tutti, praticamente, è stata una prima volta. «Mai nessuno - commenta il sindaco - aveva avuto la possibilità di salire in alto. Ricordo, infatti, che prima questa parte di Basilica non era agibile». Da qui la decisione di aprire le porte e non far pagare l’ingresso: «Ritengo doveroso che almeno tutti i vicentini possano vedere uno spettacolo così affascinante». PROSSIMI GIORNI. La Basilica resterà aperta fino al 5 marzo. Chi vorrà cogliere l'opportunità di entrare nell'edificio recentemente restaurato potrà farlo dalle 10 alle 18 (chiuso lunedì 4 marzo). Il grande salone non potrà essere visibile perché è in corso l'allestimento della mostra “Vicenza pen-

Ilmonumento èaperto dalle10alle18 L’accessodalla biglietteria dellamostra Laprossima settimanacisarà inesposizione unaraccolta dicartoline storiche

sieri e sogni. Una città in cartolina”, che esporrà cartoline della città dal Risorgimento agli anni '40 e sarà inaugurata proprio la prossima settimana, mercoledì 6 marzo. L'ingresso al monumento, che per il momento non è indicato da nessun cartello, può avvenire dalla biglietteria, nel Salone degli Zavatteri a fianco della Torre Bissara. APPUNTAMENTI. A conclusione di questa prima fase di visita gratuita la Basilica non chiuderà, anzi. Tra il 6 marzo e il 6 aprile ospiterà la mostra “Vicenza in cartolina” selezionate da storici esperti e curata dal Comune di Vicenza. Si proseguirà poi ad aprile. Il 12 e il 13 è in programma “Classici contro”, con reading e conferenze sul tema dei classici in letteratura che ha esordito lo scorso anno con successo di pubblico organizzato dall'assessorato alla cultura con l'Università di Venezia. Successivamente, dal 17 al 23 aprile in città approderà il Guitar Festival, organizzato dall'assessorato alla cultura con l'associazione “Tavola armonica” che allestirà in Basilica la mostra mercato di chitarre storiche. Tra l'8 e il 18 maggio ritornerà il consueto appuntamento con New conversation-Vicenza Jazz, e infine tra il 23 maggio e il 12 giugno il Festival biblico: entrambi avranno a disposizione la Basilica per alcuni eventi. Attesi appuntamenti anche in estate con videoproiezioni proposte dall’università di Bologna. «Questo monumento conclude Variati - deve diventare il cuore pulsante della nostra città». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Nellaprima giornatadi aperturadellaterrazza dopoillungo restaurosi sono presentaticirca500visitatori. SERVIZIO COLORFOTO

Omaggioal senatoredella Dc

UnaviaaBorgoBerga intitolataaGiorgioOliva

Ivisitatori hannopotuto vederelaparte miglioredella Basilica

Sipotràsalireall’ultimo piano finoal prossimomartedì

Lagiornata di soleha permesso di osservare loskylinedi Vicenza

Ilnome del senatoreGiorgio Oliva èstato attribuitoieri alla nuova vianellazona diBorgo Berga,laterale sinistrasubito dopoviaEttoreGallo,intitolata unasettimana fa,chetermina nellaparteretrostantedel nuovo palazzodi giustizia. Eranopresenti allacerimonia il sindacoAchille Variati, l'assessoreall'ediliziaprivata PierangeloCangini, l'avvocato LorenzoPellizzari, quattrodei cinquefigli diGiorgioOliva Alvise,Giuseppe,Marina e Margherita,oltreche alcuni rappresentantidiassociazioni combattentisticheed'arma. «Conemozioneeaffetto ricordooggi la figuradiGiorgio Oliva chehoavutomodo di conoscereeammirare-ha dichiaratoil sindaco -.Èstato anchesenatoreneglianni della ricostruzioneincui Vicenzaha conosciutol'emigrazione. Ritengoabbiavissuto con fermezza,serietà, onestà, dedizione,competenza, gentilezzaedimostrando amoreperla propriaterra,per Vicenzadovehavissuto gran partedellasua vita.È statoun parlamentaresolido come dovrebberoessere tutticoloro chericopronoun simileruolo rappresentandol'identità cattolicanellapoliticaenella

Lacerimonia di ierimattina società.GiorgioOliva eraunuomo dicultura, unuomo “colonna”come loèstato Rumor. Amava le istituzioniculturalieper questo partecipòallafondazionedel Cisa efeceparte dell'Accademia Olimpica».GiorgioOliva, natoa Voghera inprovinciadiPaviail 10 luglio1908 edecedutoa Vicenza il27 luglio 2001,avvocatoe decanodell'ordinedegli avvocati, èstatouno deifondatori e consigliered'amministrazione dell'Istitutoprofessionaledi Stato perl'industriael'artigianatodi Vicenza.Tra il1958 eil1976è statosenatore nellefiledellaDc, ricoprendola caricadi sottosegretarioagli esteri, industriaecommercio.Ha inoltre fondatola Dcvicentina,èstato presidentedell'ospedaleSan Bortolo,dellaProvinciadiVicenza evicepresidentedell'autostrada Brescia-Padova. • © RIPRODUZIONERISERVATA

SANT’ANDREA. Del consiglio pastorale parrocchialecon l’assessorato

A Sant'Andrea compie due anni il progetto di animazione di strada realizzato dal consiglio pastorale parrocchiale con il sostegno dell'assessorato al decentramento e alla partecipazione. Si tratta di un'iniziativa nata per rispondere ai bisogni educativi e di socializzazione dei giovani del quartiere di età compresa tra gli 11 e i 20 anni. Sono decine i ragazzi che in questi due anni sono stati seguiti da un’educatrice professionale che li ha contattati, li ha fatti conoscere tra loro ed è

diventata una presenza costante e un punto di riferimento per ognuno. I giovani, a volte segnati da vissuti di marginalità e di esclusione sociale, hanno imparato a crescere giocando insieme a ping pong, a calcetto balilla, dipingendo, ritrovandosi in un luogo protetto dove hanno anche l'occasione di informarsi su manifestazioni, iniziative cittadine e opportunità di lavoro. «Si tratta di un progetto pilota - dichiara l'assessore al de-

Lachiesa di Sant’Andrea

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Consulenza in agricoltura biologica e convenzionale

A MARZO INIZIERANNO I CORSI DI ORTICOLTURA BIOLOGICA Per informazioni visita il nostro sito I corsi saranno tenuti dai Dottori Agronomi Andrea Pietrobelli 334–1099755 Matteo Marzaro 334-1099757 email: info@agricolturabiologica.eu sito web: www.agricolturabiologica.eu facebook: agricolturabiologica.eu

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Animazioneperigiovani Ilprogettocompiedueanni

centramento e alla partecipazione Massimo Pecori - che stiamo sperimentando da qualche tempo e che sta già dando buoni frutti in quanto, in un momento di crisi economica e sociale quale l'attuale, è importante cercare di includere chi si trova in difficoltà, a partire dalle fasce più deboli, come i giovani, che senza il supporto di professionisti competenti rischierebbero di scivolare nella marginalità». Il progetto si inserisce in una più ampia iniziativa di valorizzazione dell’oratorio come luogo educativo di ritrovo e di aggregazione, spazio di ascolto, di apertura e di relazioni. Le attività si possono seguire sul profilo facebook “Oratorio di Sant'Andrea”. •


22 Cronaca

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 27 Febbraio 2013

L’APPUNTAMENTO. Oltre330delegati si riunirannoperdiscutere sullenuove politicheperil lavoro.Domani tavola rotonda sullosviluppo locale INFORMAGIOVANI

Alleanzee rilancio: è l’AgendaCisl Oggiil congressoprovinciale. Refosco:«Costruireuna strategia perrilanciareilterritorio. Ancheil sindacatodevecambiare»

L'intervento L’instabilità danneggia ilavoratori Gianfranco Refosco

SegretariogeneraledellaCisl

Lasede dellaCisldi viaCarducci aVicenza. Dastamattina viaalcongresso provinciale delsindacato cherappresenta quasi66.500iscritti

Arriva l’indomani del risultato elettorale e certamente sul palco della Fiera di Vicenza si dovrà tenere conto di quello che è successo a livello nazionale e locale. Ma la Cisl è pronta a dire la sua in un congresso che segnerà la svolta per un’organizzazione da quasi 66.500 iscritti radicata su tutto il territorio, capace di discutere con forze politiche e imprenditoriali. Il 17˚ congresso della Cisl diventa quello del cambiamento ed è lo stesso segretario generale Gianfranco Refosco a dirlo con forza: «Deve cambiare prima di tutto il sindacato che con le sue modalità tradizionali rischia di non essere in grado di coinvolgere i lavoratori». Ma dal palco oggi si aprirà alle proposte per il Vicentino, una piattaforma, un’Agenda che guarda alle alleanze da costruire per disegnare una strategia di rilancio del territorio vicentino. Stamattina dalle 10,30 si riuniranno oltre 330 delegati, in

rappresentanza delle 17 categorie sindacali di lavoratori. Insieme per discutere i temi che incrociano la situazione di crisi, e di fronte a questa pongono interrogativi urgenti: come pensare di farcela da soli? Su quali risorse, opportunità, energie vive puntare? A quali esperienze guardare per costruire modelli che possano traghettare Vicenza oltre la crisi? Intorno a quale idea di sviluppo del territorio riconoscersi e impegnarsi insieme? Titolo scelto per il congresso è “Valore al lavoro”, nella convinzione che sta qui il nodo principale, una delle vie d’uscita da questa crisi che anche a Vicenza ha colpito ogni settore: «È tempo di ridare ruolo ai lavoratori nelle imprese e di superare l’ormai vecchia idea

Ètempodi ridareunruolo aidipendenti Capitaleelavoro oggidevono convivere

che vede le relazioni sindacali incardinate, e cristallizzate, intorno a una visione antagonista del lavoro – spiega Gianfranco Refosco, segretario generale provinciale.». «Bisogna costruire percorsi che facciano stare insieme capitale e lavoro e favoriscano, appunto, la partecipazione dei lavoratori: anche perché, come dimostrano i dati, sono le aziende che hanno fatto propria la cultura partecipativa a reggere meglio la difficile congiuntura economica». La prima giornata di congresso si aprirà con i saluti delle autorità istituzionali e di altri invitati: il sindaco Achille Variati, i segretari generali di Cgil e Uil, i rappresentati delle maggiori associazioni economiche, i presidenti di alcune real-

Leaziende conlacultura partecipativa hannoretto megliolacrisi deimercati

tà imprenditoriali e cooperative, infine esponenti del mondo sociale e non profit vicentino, mentre nel pomeriggio è previsto l’intervento del segretario confederale della Cisl Maurizio Petriccioli. Domani invece ci sarà invece la tavola rotonda dal tema “Lo sviluppo locale: come costruirlo? Buone pratiche e modelli di sostenibilità”. Coordinati e sollecitati al dibattito da Ario Gervasutti, direttore del Giornale di Vicenza, intervengono Luca Romano, direttore Lan (Local Area Network), Gianfranco Refosco, segretario generale provinciale Cisl Vicenza, Marco Vincenzi, socio responsabile “Cooperativa Sociale Insieme”, Paolo Stefan, direttore fondo pensione “Solidarietà Veneto”, Guido Zovico, responsabile area fund raising e sviluppo del “Festival Biblico”, Federico Gitto, presidente associazione “Ferrovie a Nordest”; conclude l’incontro il segretario generale della Cisl del Veneto Franca Porto. Nel pomeriggio prosegue e si chiude il dibattito congressuale. •

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Si parlerà di lavoro domani in una nuova serata del contenitore “I Giovedì all’Informagiovani”. Nella sede dell'Informagiovani a Levà degli Angeli 7 dalle 19 l'appuntamento “Move on” vedrà come protagonista l'associazione Fortes che tratterà il tema degli stage all'estero discutendo di opportunità e modalità di candidatura. Quello di giovedì sarà il primo di cinque incontri dedicati all’Europa e ad Eurodesk di cui Informagiovani Vicenza è punto locale. Nell’era dei social network anche la ricerca di lavoro e la selezione di personale hanno subito dei mutamenti legati a questo nuovo modo di comunicare. I social network sono diventati elementi fondamentali nel nuovo mercato del lavoro e rappresentano dei canali importanti per stringere nuove collaborazioni. Essere presenti nei principali social network non è però sufficiente, è indispensabile infatti avere profili aggiornati e curati per farsi conoscere positivamente e attivare dei contatti lavorativi utili: non solo su Facebook o Twitter ma soprattutto su LinkedIn, il network del mondo del lavoro che ha rivoluzionato il concetto di contatti professionali trasferendolo nella rete. A Vicenza da qualche mese ha preso il via anche una nuova e innovativa iniziativa, già conosciuta e apprezzata all’estero. Si tratta dei Job Club, gruppi di persone che si aiutano a vicenda a trovare un lavoro e che, a cadenze regolari, si ritrovano per prepararsi e supportarsi nella fase attiva della ricerca facendo leva sul lavoro di squadra per rovesciare il comune approccio al mercato del lavoro, stimolandolo dal lato dell’offerta e non solo della domanda. I Job Club sono aperti a chiunque sia alla ricerca del primo impiego. . • © RIPRODUZIONERISERVATA

SCUOLA. L’intervento diZen in prossimitàdel termine perleiscrizioni

«Sulcontributovolontario nonci sideve scontrare» Nella scelta dell’istituto superiore può diventare determinante la richiesta economica alle famiglie Salvatore Nigro

GW14167

Eugenio Marzotto

In un contesto come questo vogliamo che il congresso che si celebra oggi sia un luogo dove avviare una fase di forte cambiamento. Deve cambiare prima di tutto il sindacato, che con le sue modalità tradizionali di azione rischia di non essere in grado di coinvolgere in un movimento partecipativo le nuove lavoratrici e i nuovi lavoratori, le nuove generazioni e chi è meno tutelato. Serve un forte rinnovamento dell'azione sindacale, e nel nostro congresso vogliamo rilanciare la nostra capacità di essere fattore di cambiamento per una maggiore equità sociale. Deve cambiare il territorio vicentino, per superare il piagnisteo diffuso della crisi e per avviare una rinascita economica e sociale. La Cisl, nel proprio congresso provinciale, proporrà agli attori politici, sociali ed economici del territorio una forte alleanza per riprogettare insieme una nuova fase di sviluppo, a partire dal basso. Deve cambiare la politica, anche quella locale. Le elezioni di cui vediamo i risultati oggi, e che rischiano di far pagare ancora una volta a lavoratori e pensionati un prezzo salato in termini di crescente instabilità economica, certificano l'inadeguatezza della

politica. Non accetteremo il fatto che questa classe politica, che in mezzo alla crisi non è stata in grado di dare segnali di autoriforma, scarichi sui più deboli del paese il prezzo del proprio fallimento. I politici eletti, di tutti gli schieramenti, si dovranno occupare dei temi prioritari dell'agenda politica del paese, dei bisogni di migliaia di lavoratori e lavoratrici, rimettendo al centro il lavoro, lo sviluppo, l'ambiente, il welfare. Saremo intransigenti nei confronti di questi impegni e contro il primato di logiche di partito piuttosto che collettive e solidali. Per questo riteniamo che il congresso della Cisl, che - va ricordato - con i suoi 66.500 iscritti è la maggiore realtà associativa della nostra provincia, abbia anche il compito di ribadire l'importanza e la centralità della politica, della buona politica, per il nostro paese e per il nostro territorio. La Cisl fa appello alla grande responsabilità che hanno oggi deputati e senatori neoeletti: non possiamo permetterci di affrontare un anno difficilissimo per l'economia mondiale come questo senza un governo. Il primo congresso della Cisl vicentina è stato nel 1949, nell'immediato dopoguerra, in una situazione disastrosa. I primi cislini puntavano sulla mobilitazione sociale per ricostruire il paese e il vicentino, e si può affermare che hanno avuto ragione. Ma se si è riusciti allora a risollevarsi dalla distruzione della guerra, tanto più dovremo spendere oggi il nostro impegno per una vera rinascita economica e sociale del vicentino. •

Daglistage all’estero ainetwork suinternet

Il “contributo volontario" delle famiglie alle scuole può condizionare l'orientamento scolastico? Siamo alle battute finali per le iscrizioni alle superiori da parte dei ragazzi di terza media. Un'operazione da formalizzare entro giovedì. Ne sono coinvolti oltre seimila ragazzi vicentini con relative famiglie. Uno dei punti in discussione, al di là dei requisiti formativi degli istituti, riguarda la somma richiesta alle famiglie quale “contributo volontario". I pareri in merito sono diversi fra loro, con presidi e sindacati della scuola a dar voce sull' obbligatorietà o meno del contributo. Ne è nata una polemi-

Studentiin classedurante unalezione. FOTO ARCHIVIO ca su cui Gianni Zen, preside del liceo Brocchi di Bassano, vorrebbe mettere la parola fine. «Il cosiddetto “contributo volontario" deve diventare terreno di dialogo tra famiglie e

scuola e non di scontro. Bisogna tenere conto della vita reale della scuola che, nonostante le mille difficoltà, è preoccupata di offrire ai giovani tutte le migliori opportunità per il lo-

ro futuro. Senza questo “contributo volontario" le scuole sarebbero costrette a togliere tutto: dagli accessori quotidiani alle varie forme di investimento in laboratori. Come presidi, noi facciamo la nostra parte perché le scuole abbiano i necessari finanziamenti, ma nel frattempo dobbiamo rispondere alla domanda di qualità del servizio, anche attraverso questo contributo “volontario", ma che per noi è essenziale per la vita delle scuole. È giusta - si chiede ancora Zen - questa nostra insistenza? Credo di sì, per il bene dei nostri ragazzi. Sappiamo che fino al triennio delle superiori nessun contributo o versamento obbligatorio può essere chiesto alle famiglie se non le spese sostenute per loro conto, quali libretto di assenze ed assicurazione. Però, nell'ambito dell'autonomia giuridica alle scuole, la normativa in vigore lascia intendere la facoltà di chiedere contributi anche per attività o progetti volti a migliorare l'offerta formativa. Naturalmente, tale decisione deve essere condivisa dalle famiglie stesse attraverso le rappresentanze dei genitori negli organi collegiali». • © RIPRODUZIONERISERVATA


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