rassegna 20-03-13

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I

l compito che la Costituzione affida al capo dello Stato - cercare tra le forze politiche presenti in Parlamento una maggioranza in grado di governare il Paese - oggi appare anche più difficile di quanto non lo fosse nel dicembre 2012, quando Berlusconi si dimise e Napolitano s’inventò la soluzione Mario Monti. Lo si è detto più volte: le ultime elezioni non hanno decretato un vincitore quanto piuttosto molti sconfitti. Lo stesso movimento di Grillo che pure da zero è arrivato al 25 per cento, non è in condizioni di poter aspirare a guidare un governo visto che il risultato ottenuto non gli ha dato maggioranza nelle due Camere. Che alla fine un governo possa esserci è fuor di dubbio: nessuno, neppure Grillo a ben guardare, intende scommettere su nuove elezioni di qui a due mesi. Il rischio è che chi “cantava” il 25 febbraio rischi di restare senza voce nel prossimo giugno. Su questo farà affidamento Napolitano il cui compito, comunque impervio, sarà sostanzialmente quello di estrarre dal cilindro una soluzione che garantisca l’avvio di un certo numero di riforme, rassicuri in qualche modo i mercati e consenta alla legislatura di traguardare almeno un anno di vita. Poi con una nuova legge elettorale, un minimo (si spera) di ripresa economica favorita magari dall’allentamento dei diktat europei e un profondo “mea culpa” della classe politica sotto il profilo dei costi e dei privilegi, si potrà tornare alle urne. Difficile però che il traghettatore possa essere proprio il segretario del Pd, Bersani. Ha diritto a ricevere il primo incarico e lo avrà; ma sarà proprio il colpo di genio con la scelta dei due presidenti delle Camere a certificare il fallimento del suo tentativo. All’orizzonte spuntano nomi nuovi e idee di rinnovamento che rischiano di mettere all’angolo il leader del centrosinistra. Insomma per Bersani la strada della rinuncia, forse già alla fine della prossima settimana, sembra segnata. Il capo dello Stato ha già fatto sapere che non intende certificare la nascita di governi di minoranza o di scopo. Cerca e vuole un governo pieno che abbia una solida maggioranza in Parlamento anche solo per varare poche ma significative leggi di riforma, da quella elettorale e quella della politica tout court. Nessuna scorciatoia dunque e alcuni paletti ben precisi e fissati. Napolitano vuole tra l’altro rimuovere dalla strada che dovrà portare alla nascita del nuovo governo tutti gli ostacoli che rischiano di bloccare il dialogo tra le forze politiche. In questo quadro il presidente sarà in grado, al momento opportuno, di far capire a Bersani che di fronte ad un fallimento forse è meglio fare un passo indietro per favorire soluzioni diverse. •

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Il destino del leader Pd

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SERIEB. Trasfertaamara:troppo rinunciatarii biancorossi,inguaiatidal Crotone(1-0)

Vicenzakoa unsoffiodal 90’ Il Crotone non fa niente di speciale, ma prova ad attaccare. Il Vicenza pensa solo a difendersi, forse sperando nel colpaccio nel finale come in altre occasioni. Questa volta è accaduto il contrario: biancorossi trafitti al minuto 88 da Eramo. E ora la classifica fa davvero paura. f PAG46-48

BASKETEUROLEGA

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Famila,nuova Suorasioppone batosta.Aunpasso eilPaliodeimussi dall’eliminazione vienecancellato

Ilgol di Eramo concui il Crotone,all’88’, hafatto suala partitacon un Vicenzaperaltro troppo rinunciatarioe maipericoloso

L’INIZIODEL PONTIFICATO. Bagno di follaper ilPapa: «Nonabbiate paura dellatenerezza»

«Ilpotereè servireideboli» MessainauguralediFrancescodavantiaipotentidellaTerraea200milapersone L’INCHIESTA. IN CARCERE ANCHE IL TITOLARE DI UNA DISCOTECA

Bagno di folla (è stato calcolato che i fedeli fossero 200 mila) in piazza San Pietro per Papa Francesco nel giorno dell’inaugurazione del suo Pontificato, cui hanno assistito le delegazioni di 132 paesi del mondo. Il Papa ha esortato tutti a non avere timore della bontà e della tenerezza e ha lanciato un monito ai leader presenti: «Il potere - ha detto - è servizio verso i deboli». f PAG2 e 3

CAMERAESENATO

Inuovipresidenti sitaglianodel30% lostipendio f PAG4

VICENZA. L’azienda simisurerànel liberomercato

Aim,finediun’epoca Agaratuttiiservizi

Usura,Ghiottodinuovoincella DUE ARRESTI. Il faccendiere Andrea Ghiotto (a destra nella foto mentre viene accompagnato in carcere), noto alle cronache per il suo coinvolgimento in un’inchiesta per evasione fiscale milionaria e per l’amicizia con Fabrizio Corona, è

tornato in cella. Lo ha arrestato la Guardia di Finanza con l’accusa di estorsione e usura ai danni di due imprenditori di Montorso e Arzignano; con lui in manette anche il titolare di una discoteca di San Bonifacio, Paolo Ortolan. f NERI PAG 12

Fine di un’epoca. L’Aim cambia assetto e lascia il contesto della operatività “in house”. Il Comune, azionista unico, ha deciso infatti di sciogliere i vincoli operativi che finora lo legavano alla holding di contra’ San Biagio, di fatto lanciandola sul libero mercato. Questo significa che Aim parteciperà alle gare per i servizi: la prima è per il gas, già l’anno prossimo. f MANCASSOLA PAG13

La Scala del calcio

D

ecisione a 5 stelle del solitamente letargico Coni: «Per evitare strumentalizzazioni sui privilegi riservati ai parlamentari, non verrà più rilasciata la tessera a loro riservata per l'accesso alle manifestazioni sportive sul territorio nazionale». E mentre il presidente della Lazio Claudio Lotito plaude («È un segnale giusto») e La Russa fa spallucce ma un poco rosica («La tessera non l’ho mai usata, ma non credo che così si aggiustino i conti dello Stato»), ciò che sorprende è la motivazione addotta dal Coni per giustificare il suo piccolo col-

di GIANCARLO MARINELLI po alla casta: «Al fine di evitare strumentalizzazioni sui privilegi riservati ai parlamentari». Che è come dire: fosse per noi, tutto sarebbe come prima. Sir e Lady Dini nella tribuna vip della Fiorentina che, vista l’età, scambiano Jovetic per Antognoni. Rutelli che all’Olimpico cerca un accordo con Alemanno per il prolungamento della Metropolitana. Purtroppo però, onorevoli colleghi, i tempi sono cambiati e dobbiamo almeno far finta di essere tutti un po’ più seri e rigorosi come ‘sti dannati crucchi che ci fanno la romanzina ad ogni auto blu che

sfreccia: per cui, onde evitare che qualcuno s’arrabbi e magari cominci a buttarvi uova marce dalla curva dei poveri, è meglio che stiate a casa. Nessuno impedisce ad un club di invitare un politico piuttosto che un impiegato a casa sua; ci mancherebbe. Ma ci voleva tanto ad ammettere: «È scandaloso che fino ad oggi i politici avessero l’accesso gratuito a tutti gli stadi»? E dunque, caro Sovrintendente alla Scala di Milano, “al fine di evitare spiacevoli strumentalizzazioni”, che ne dice se i soliti scrocconi, alla Prima di dicembre, stavolta pagano il biglietto? •

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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 20 Marzo 2013

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ILFRONTEVENETODEGLIENTI PUBBLICI. Sindaciin corteo domania Roma,Zaia plaude.Sono fermi2,5 miliardidi euro

«Decretosubito,oaddioPatto» «Romapuòallentaregiàoraivincoliesbloccareisoldipersaldareilcontocoifornitori» VENEZIA

«O arriva subito un decreto da Roma, perché non occorre aspettare nuovi governi, o sforeremo tutti insieme il Patto di stabilità». Nella sfilacciatissima politica veneta, dove spaccature e divisioni emergono in qualsiasi “casa” politica, c’è un unico tema capace di rimettere assieme tutti perché è macroscopico: rompere i vincoli del Patto di stabilità. Il quale, tanto per cambiare, proprio in Veneto sta tenendo fermi nelle casse pubbliche circa due miliardi e mezzo di euro nello stesso istante in cui, fuori dai palazzi pubblici, ci sono imprese che entrano in crisi anche per i crediti che non riescono a farsi onorare dagli enti se non con tempi di pagamento lunghi anche più di un anno. REGIONE: «SIAMO CON I COMUNI». Il campo, come noto, l’ha sgombrato lunedì l’Unione europea: Bruxelles è pronta ad allentare il calcolo del debito dell’Italia se dovesse appesantirsi per uno specifico motivo, e cioè perché la pubblica amministrazione italiana vara un piano per pagare i debiti arretrati verso i fornitori. E il gover-

natore Luca Zaia ribadisce il suo plauso, perché «l’apertura all’utilizzo da parte dell’Ue di 70 miliardi di euro accantonati con il Patto di stabilità, rispetto a una cifra che verosimilmente è in tutto di circa 100 miliardi, è una buona notizia. È quello che già hanno fatto in Spagna. Promozione dell’economia significa immettere risorse nel mercato». Ma attenzione: «Spero che si faccia, ma sono pronto: se dal Governo non arrivano segnali - minaccia il presidente - faremo una falange macedone contro Roma. Voglio dire che non sforeremo mai il Patto di stabilità da soli: è impossibile, perché significa vedersi tagliare i trasferimenti da Roma, ad esempio per la sanità, e poi ricevere pure una denuncia per danno erariale di fronte alla Corte dei conti come è accaduto a Cremona. No: dobbiamo agire tutti insieme, Regioni e Comuni, destra e sinistra, e per questo parlo di falange macedone» I SINDACI A ROMA. «Siamo con l’Anci che manifesta domani a Roma - aggiunge Zaia - e il Governo deve capire che non siamo ai supplementari, usando il linguaggio calcistico, ma ai calci di rigore». La Regione di suo ha fermi in cassa 1,3 miliar-

di di euro e sbloccarli «significherebbe pagare il pregresso alle ditte che lavorano per noi come per altre aziende pubbliche: quanto un ente paga a 429 giorni di distanza non significa che c’è inefficienza ma che qualcuno al di sopra ha deciso di imporre una regola che crea un disastro. Quello dei pagamenti arretrati è il primo tema, ma il secondo è che con risorse e con vincoli del patto allentati potremmo pensare anche a sbloccare gli investimenti in opere utili al Veneto e che darebbero ossigeno alla sua economia». L’APPELLODIANCIVENETO.«Rivolgiamo un appello a tutti i sindaci: siamo già in 50 che sicuramente scenderanno a Roma domani, ma è importante che ci sia una partecipazione massiccia». È l’invito pubblico di Diego Marchioro, sindaco vicentino e presidente della consulta “Finanze” di AnciVeneto, che sarà domani a Roma con il presidente Giorgio Dal Negro per la manifestazione dell’Anci nazionale per lo sblocco dei pagamenti degli enti pubblici alle aziende, allentando i vincoli del Patto di stabilità. «Solo come Comuni - spiega Marchioro - abbiamo fermi in tutta Italia 9 miliardi

Fotonotizia

Isindaci tornano aRoma: «Via ivincoli delPattodistabilità» di euro». E per il Veneto la cifra è di circa 1,2 miliardi, che sommati agli 1,3 miliardi della Regione fanno appunto due miliardi e mezzo di euro bloccati in cassa. «Lo sblocco di quei fondi - spiega Marchioro - significherebbe fatti molto concreti per il territorio: solo per fare un esempio, abbiamo calcolato che con quasi 112 milioni di euro che si potrebbero smobilizzare subito si può dare risposta a lavori di somma urgenza nelle scuole dei Comuni, anche solo per metterle a norma e cioè far sì che rispettino la normativa». ROMA FACCIA IL DECRETO. . «E

sia chiaro: anche il governo attuale è in grado di fare un decreto che sblocchi la situazione, soprattutto ora che è intervenuta l’Ue». La manifestazione, aggiunge Marchioro, è aperta anche alla società civile e alle imprese. E Rete Imprese (artigiani e commercianti) ha risposto aderendo alla manifestazione dei sindaci Anci e «chiede al Governo e al Parlamento di intervenire con immediatezza per sbloccare il problema dei pagamenti della Pubblica amministrazione verso le imprese». Anche per Confartigianato «il problema dei ritardati o mancati pagamenti è uno più gravi». • P.E.

LaCgia frena: «Serveun nuovo esecutivo»

Confartigianato:«Ecco cosafaresenzaindugi» Ildebitoche lapubblica amministrazionehacon molte aziende,echetardaa essere saldato,potrebbetrovareora lastrada diuno sblocco. La notiziariportataieridal nostro giornalechei vicepresidenti dellaCommissioneUe, Olli RehneAntonioTajani,hanno indicato«la liquidazione dei debiticommercialicomeuno deifattoriattenuanti» per il rispettodel Pattodistabilità, hasuscitatomolticommenti positivinel mondo economico. Traquestiil presidentedi Confartigianato Vicenza, AgostinoBonomo: «Sistima che70miliardidicreditisiano fermiin quantoenti pubblici, amministrazioniterritorialie centralidellostato,aziende sanitarie,nononorano le fatture delleimprese. Riconoscereil pagamento per benio servizi giàconsegnati da moltimesi,ea volte daanni, nonèsolodoverosoma sarebbeuna boccata d’ossigenoper l’economia, attivandounaritrovatafiducia capacedigenerare daparte degliimprenditoriuncircolo virtuosodiinvestimentie nuova occupazione». Ora l’invitoèal Governoaffinché si affrettiapreparare il pianodi liquidazionechedaun lato definiscachiaramentela dimensionedelfenomeno,

dall’altrosanzioni quelle amministrazionichenon collaborerannonellafornitura dei dati.«Ilritardodei pagamenti dellapubblicaamministrazione continuaBonomo - èun’altradi quellevoci,accantoall’eccesso di burocraziaeditassazione, che mettea rischiolasopravvivenza delleaziende.Le soluzioni devono esserediimpattoimmediato: ad esempio,compensarei debiti deglienti pubbliciversole imprese coidebitifiscali econtributivi delleimpreseversolo Stato. Inoltre,va fattarispettare lalegge invigoredagennaiochefissail terminedi30giorni per saldarele fatture nelletransazioni commercialitra Statoeimprese». CGIA:NUOVOGOVERNO. «Per il benedelle imprese,equindi per l’economiaditutto ilPaese, si formisubito unGoverno che consenta,tra le altrecose,il pagamentodegli oltre70miliardi dicrediti».Èl’appellolanciato ieri daGiuseppeBortolussi segretario dellaCgia(artigiani) diMestre, rivoltoa tuttii leader politici nazionalidopoche laCommissioneeuropea hadato unasorta di vialiberaallo sbloccodel pagamentodei debitiarretrati. «Maper consentirelo sbloccoè necessariounprovvedimentod’ urgenzachel’Esecutivo attualediceBortolussi- nonpuòfare:èin caricasolo pergli affaricorrenti».

GLIARRESTI ECCELLENTIINVENETO. Ilgiudice haaccolto larichiestadel legaledelmanager

DissequestratiibenidiBaita maspuntanonuoveaccuse

C’èuncontratto da 1,3milioniper«contrastare leforzedell’ordine» Giorgio Cecchetti VENEZIA

InVeneto corsie preferenzialiper legreggi VENEZIA. Confronto ieri in Regione sulla proposta di elaborare una mappatura di «corridoi verdi» nel territorio del Veneto all’interno dei quali praticare senza problemi la transumanza degli ovini. Il sindaco di San Giorgio in Bosco (Pd) Renato Bobo Miatello ha segnalato problemi legati al passaggio delle greggitransumanti,ed è solo l’ultimodi una serie disindaci chechiedono un interventonormativo.

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Baita aveva capito di essere nel mirino delle forze dell’ordine, per questo aveva messo in piedi un servizio di controspionaggio. È questa la novità investigativa di ieri, che si aggiunge all’annullamento da parte del Tribunale del riesame di Venezia, presieduto dal giudice Angelo Risi, del sequestro dei beni di Piergiorgio Baita stesso disposto dal giudice Alberto Scaramuzza. A chiederlo era stata l’avvocato Paola Rubini. La Guardia di finanza aveva sequestrato all’ingegnere due conti correnti, uno alla Banca Antonveneta di Mogliano, l’altro all’Unicredit di Mestre (uno di pochi spiccioli, l’altro di ben 500 mila euro), e cinque appartamenti (a Mogliano, Treviso, due a Lignano Sabbiadoro e l’ultimo a Venezia) tutti in comproprietà con la moglie. Per sapere i motivi dell’annullamento dell’ordinanza di sequestro sarà necessario attendere il deposito delle motivazioni, ma è probabile che la decisione sia stata presa sulla base del fatto che non sia stato indicato il valore degli immobili, mentre la Corte di Cassazione lo prescriverebbe tassativamente. Il sequestro

preventivo, infatti, avrebbe dovuto scattare fino alla concorrenza dell’importo di 7 milioni e 905 mila euro e per stabilire se sia stata raggiunta o superata questa cifra è necessario conoscere il valore di ciò che è stato sigillato. Tra la documentazione che il pubblico ministero Stefano Ancilotto ha depositato al Tribunale del riesame quando, venerdì scorso, ha partecipato all’ udienza per discutere il ricorso presentato dalla difesa per ottenere la scarcerazione dell’ex presidente della «Mantovani Spa» (ricorso già respinto), c’era una scrittura privata sottoscritta da Baita e dall’imprenditore di Polverara Mirco Voltazza, colui che per alcune settimana è rimasto latitante a causa di un ordine di carcerazione per un anno e mezzo di reclusione e che poi è rientrato in Italia ed ha vuotato il sacco con il rappresentante della Procura lagunare. Il documento era stato sequestrato nell’abitazione di Baita dagli investigatori della Guardia di finanza che l’hanno perquisita. Si tratta di un contratto tra la Mantovani e la «Italia Service srl» di Montegrotto Terme, una società che si occupa di servizi di sicurezza e fondata lo scorso anno da Voltazza.

Leindagini dellaGuardiadi finanzasui documenti sequestrati Il contratto prevede una decina di articoli, ma quello che è sembrato più interessante agli inquirenti è quello che prevedeva «azioni per prevenire e contrastare le aggressioni da parte delle forze dell’ordine e della magistratura». Evidentemente, per i due firmatari le indagini dei finanzieri di Venezia e la verifica fiscale di quelli di Padova sono considerate «aggressioni» da contrastare con tutti i mezzi, anche quelli illeciti. E per i servizi resi dagli uomini di Voltazza, Baita si era impegnato a pagare ben un milione e 300 mila euro in tre rate da 430 mila euro circa l’una. È probabile che il pm Ancillotto, quando Voltazza ha sostenuto l’interrogatorio davanti a lui, abbia

chiesto spiegazioni. Soprattutto per capire se davvero quel servizio che si può definire di «controspionaggio» è mai entrato in funzione e con quali mezzi e se e quali informazione è riuscito a raccogliere. Ma le risposte dell’imprenditore di Polverara sono coperte dal segreto: il rappresentante dell’accusa, infatti, ha consegnato ai giudici del Riesame alcuni brani del suo interrogatorio, ma ha coperto con gli omissis la maggior parte delle sue risposte. Quella scrittura privata, comunque, conferma che Baita si era attivato anche con le sue conoscenze all’interno delle forze dell’ordine per sapere che cosa stava accadendo e per ostacolare le indagini. •


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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 20 Marzo 2013

VERONA.Violenza,fermatotunisino Untunisino24enneirregolareinItalia,èstatofermatodalla PoliziadiVeronaperaveraggreditosessualmentel’amicadella suacompagna,unaragazzabrasilianadi24anni.

PADOVA.Tabaccaioaggredito:ègrave SisonoaggravatenellanottelecondizionidiEnrico Ferri,iltabaccaio50enneaggreditoduranteunarapinaierisera all’orariodichiusuradelpuntovenditainzonaPontediBrenta.

CRISILAVORO. Cassa integrazione: numeridrammatici peril Veneto

Ciginderoga Giàbruciatitutti ifondi del 2013

Donazzan:«Insoli 2mesi domandeper78milioni maRomapertutto il2013 cenehadatisolo 38» Piero Erle

INVIATO A VENEZIA

È allarme totale per la cig-cassa integrazione in deroga in Veneto. Una prima denuncia era giunta da Cna Veneto, e ieri l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan ha confermato che i primi due mesi dell’anno hanno già accumulato richieste spaventose. LECIFRE.«In gennaio e febbraio - spiega l’assessore - le richieste di cassa integrazione in deroga giunte alla Regione sono state quasi 7 mila, per la precisione 6693. Riguardano 40 mila lavoratori e sono pari a un esborso di 313 milioni di euro». Come segnalava nei giorni scorsi Cna Veneto «per tutto l'anno 2012 erano state presentate un numero di pratiche pari a circa 63 mila lavoratori di cui circa il 60% dipendenti

da imprese artigiane». Come dire che l’inizio anno segna un drammatico aumento di domande. A parziale consolazione, precisa subito Elena Donazzan, va detto che in genere le aziende poi fanno effettuare ai dipendenti molte meno ore di cassa integrazione rispetto a quelle richieste e concesse: «Nel 2011 il “tiraggio”, cioè il ricorso effettivo alla cig in deroga, fu del 20% rispetto a quanto concesso, e l’anno scorso fu del 19%. Però la situazione sta peggiorando, abbiamo aziende che chiedono cig per tutti i loro dipendenti. Diciamo che una stima attendibile è che l’effettivo ricorso alla cig sarà più o meno del 25% rispetto a quanto concesso». IL “BUCO” NELLE RISORSE. Non serve fare molti calcoli per capire quindi «che quello che diciamo da mesi al governo Mon-

ti, che non ascolta, è drammaticamente vero: le risorse che Roma mette a disposizione per le Regioni sono troppo basse». È attendibile infatti la stima che solo per le 7 mila richieste di questi primi due mesi la Regione dovrebbe concedere circa 78 milioni «e invece da Roma per l’intero anno ne abbiamo avuti assegnati solo 38» (sono 200 a livello nazionale). «Avevamo detto che forse con quei 38 milioni stanziati da Roma saremmo arrivati al a maggio e non di più, e che ne servivano almeno il doppio, e purtroppo la realtà è ben più pesante». Senza tener conto - aggiunge l’assessore - che ci sono anche le domande di cig in deroga fatte dalle aziende alla fine dell’anno scorso, ma che si estendono come periodo anche a quest’anno mentre il governo ha “chiuso” i conteggi al 31 dicembre. Se poi si

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«Ripuntiamo suilavori socialiutili»

ISEGNI PEGGIORI Ilpeggioramentodella crisi,secondo l’assessore Donazzan,si vededa due datiprincipali: l’aumento deiconcordati fallimentari eil fattochelestesse aziendechiedonoperla quasitotalitàdei loro lavoratoril’avvio delleprocedurediammortizzatori sociali:negli anni scorsile richiesteriguardavano soloa una partedi lavoratori. «Ècome senon cifosse piùsperanza, più dimensionedel futuro». • guarda alle macro cifre «i disoccupati in Veneto nel 2012 erano 150 mila, e i lavoratori licenziati emessi in lista di mobilità 37 mila, cifra che sale a 62 mila se si fa il conto di tutti questi cinque anni di crisi che abbiamo alle spalle». IL CONFRONTO CON ROMA. A rendere tutto più difficile, come noto, è il fatto che da quest’anno le Regioni non possono più dedicare alla cassa integrazione in deroga i fondi europei del Fse-Fondo sociale, e l’unica cassa in cui pescare è quella statale. Oggi a Roma ci sarà un altro incontro tra il ministro Fornero e l’assessore toscano Simoncini per le Regioni. «Io però - dice l’assessore sarò in Consiglio dopo quello che è successo». LA FOLLIA DEI SOLDI DIROTTATI ALLE “VONGOLE”. Come noto,

L’assessore Elena Donazzan

Sonosemprepiù leaziende venete cheriducono la forzalavoro infatti, in tutto questo quadro di crisi di lavoro è arrivata giovedì in Consiglio regionale l’incredibile votazione con cui una maggioranza mista di consiglieri ha dirottato su un contributo ai pescatori di vongole e molluschi, che certo sono in crisi anche loro ma sono solo una delle mille categorie che oggi soffrono, ben 2 milioni di euro (su un totale di 10) che il bilancio 2013 doveva dedicare alle “politiche attive” per chi resta senza lavoro e deve ritrovarne uno. «Trovo scandaloso e indecente, lo dico con un misto di ironia e di rabbia, l’emendamento “vongole” approvato in Consiglio regionale

perché dimostra di non aver colto la drammaticità della situazione», commenta Elena Donazzan. Che oggi sarà in aula per chiedere il ripristino delle risorse per il lavoro. CNA. Al dramma delle risorse che mancano si aggiunge, denuncia la Cna Veneto, l’aumento di burocrazia che il Ministero vorrebbe imporre: «Richiede - dice il presidente Alessandro Conte - che tutti gli accordi tra aziende e sindacati, per essere validi, debbano essere sottoscritti nuovamente presso la Regione. Assurdo si tratta di 7 mila accordi che muoverebbero 40 mila persone». •

LaRegionecome notomira a rifinanziarei fondi per i lavoratoridipubblica utilità. «Trale azioni innovativeche riproponiamo- evidenzia l’assessoreDonazzan- cisono i lavoridipubblica utilità, propostida2annidalla Regione,riservatia quei lavoratorisenza più coperture: sieffettuanocon accordi tra RegioneeComuni,pagati al 50%daentrambi, con durata di seimesi. Suicirca 1000 lavoratoriimpiegati neilavoridi pubblicautilitàil 35% sta ancoralavorando,molticon un lavoroa tempo indeterminato, mentreunaltro 36%, finitoil lavorodipubblica utilità, ha trovatounaltro lavoro. Il29% nonhapiùlavorato.Morale:il 70%hatrovato un’altra opportunitàdilavoro». •

CON“VENETOSVILUPPO”. Eintanto nel bilancioregionale2013ci saràun fondopro aziende

LaRegionedàunnuovoordine ConfindustriaVerona «Micro-creditoalleimprese» hadesignatoPedrollo

LAPRESIDENZA. Ladecisione all’unanimità

VERONA

La Giunta di Confindustria Verona, ieri, ha designato, all’unanimità, Giulio Pedrollo alla presidenza dell’organizzazione imprenditoriale. Spetterà sempre alla giunta il prossimo 16 aprile esprimersi sul programma e sulla squadra, mentre la formalizzazione dell’elezione del nuovo presidente per il quadriennio 2013-2017 sarà affidata all’assemblea. Pedrollo, 40 anni, succederà ad Andrea Bolla al-

VENEZIA

La Regione ha varato un piano per offrire microcredito alle imprese che hanno problemi di liquidità. Sono state pubblicate ieri sul Bur, bollettino ufficiale, due delibere volute dall’assessore Isi Coppola per attuare «nuova modalità di finanziamento agevolato alle pmi, in particolare appartenenti al settore industria, commercio e servizi, di importo limitato e con procedura informatizzata». Il primo provvedimento è destinato in particolar modo alle aziende artigiane e istituisce, all’interno di un Fondo di rotazione già creato da tempo dalla Regione e assegnato in gestione alla finanziaria “Veneto sviluppo”, un «nuovo scaglione di finanziamento, a partire da 10 mila euro e fino a 50 mila, avente durata massima di rimborso pari a 5 anni, compreso il preammortamento massimo di 12 mesi». La richiesta per questi microcrediti potrà essere presentata da banche, ma anche direttamente dai titolari delle piccole e medie imprese «ai Confidi che abbiano sottoscritto apposita convenzione con Veneto Sviluppo spa, vigilati dalla Banca d'Italia». Nel giro di

Lasede diVeneto SviluppoaMarghera

L’assessore IsiCoppola

massimo due settimane i Confidi convenzionati presenteranno la relativa domanda «a Veneto Sviluppo spa, esclusivamente per il tramite di apposita procedura informatica». Sono escluse dal finanziamento le domande di imprese con bilanci che hanno chiuso in perdita gli ultimi tre anni consecutivi «o comunque definibili “imprese in difficoltà" ai sensi della vigente normativa comunitaria». Niente da fare anche per le richieste «per importi di finanziamento agevolato superiori al 120% del fatturato dell'ultimo esercizio». A sua volta, la finanziaria Veneto sviluppo dovrà procedere a deliberare l’ammissione al credito entro le due settimane seguenti: in sostanza, un’azienda nell’arco di un mese potrà ottenere i soldi necessari a far

una innovativa che verrà resa pubblica lunedì». Intanto oggi si torna in Consiglio regionale per cercare di chiudere il bilancio 2013, e le notizie di ieri sera parlavano di un nuovo accordo di maggioranza LegaPdl e di una trattativa in corso anche con i capigruppo di minoranza per cercare di abbreviare i tempi del dibattito, che si trascina da due settimane. Secondo quanto già emerso dalle cronache, si mira a istituire un fondo di 10 milioni per le emergenze sociali (soprattutto il lavoro), un altro di 3,6 milioni di euro per il sostegno agli affitti per famiglie in difficoltà e soprattutto a creare un fondo di emergenza di 46 milioni per le piccole e medie imprese, con soldi presi anche da fondi di Veneto sviluppo che non sono stati utilizzati. • P.E.

fronte alla sua crisi di liquidità. La finanziaria della Regione adesso dovrà adeguare le sue procedure informatiche, ma la delibera prevede che entro un mese si possa dare il via a questa operazione di microcredito. La seconda delibera è quasi una fotocopia della prima, nel senso che istituisce lo stesso tipo di microcredito anche per le aziende del commercio e dei servizi. SOLDIALLEIMPRESEDALBILANCIO REGIONALE. Il governatore Luca Zaia ha annunciato ieri di aver dato mandato a “Veneto Sviluppo” anche «di scendere in piazza a parlare con le aziende» per rendere noti tutti gli strumenti di finanziamento che è in grado di offrire, mentre «sono pronte altre iniziative di sostegno di cui

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GiulioPedrollo la guida degli industriali scaligeri. «La responsabilità che mi ha affidato questa sera la giunta di Confindustria Vero-

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Verrà creato un apposito sportello informatico per finanziamenti da 10 mila a 50 mila euro

na designandomi alla presidenza per il prossimo quadriennio - ha detto Pedrollo - mi riempie di orgoglio e di emozione. La scelta del mio nome con unanimità di consensi è la soddisfazione più grande. Significa che Confindustria Verona è forte, unita e vuole continuare a migliorare». Quello di Pedrollo sarà il terzo quadriennio di presidenza di Confindustria Verona affidato a quarantenni dopo quello di Gian Luca Rana e quello che sta per chiudersi di Andrea Bolla. Il presidente uscente continuerà nell’impegno associativo dopo che lo scorso anno il presidente Squinzi lo aveva chiamato a presiedere il Comitato tecnico per il Fisco di Confindustria nazionale. •


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IL GIORNALE DI VICENZA

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PRESENTATOILBILANCIO 2012. Ildocumentoapprovatoieridal Cda

Matteo Bernardini Nonostante la difficile situazione economica, Il Gruppo Banca Popolare di Vicenza ha chiuso il bilancio 2012 facendo registrare un utile netto di 100,3 milioni di euro. Ma il dato forse più significativo emerso dal Consiglio di amministrazione che ieri ha approvato il documento, è il ritorno, dopo due anni, al dividendo.

IlGruppoconta 640filiali,16 negozifinanziari, 32punti“private” idipendenti sono5.506

Nella prossima Assemblea, prevista in seconda convocazione il 27 aprile, verranno proposti ai soci 0,50 centesimi per azione da corrispondersi in contanti. IL PRESIDENTE ZONIN. «In un periodo economico ancora molto complesso per il nostro Paese, abbiamo continuato a operare coerenti con il nostro modello di banca cooperativa al servizio dei suoi territori, sostenendo concretamente le famiglie e le piccole e medie imprese: per il quinto anno consecutivo abbiamo erogato impieghi con un tasso di crescita triplo rispetto al sistema bancario italiano», commenta il presidente dell’istituto di credito berico, Gianni Zonin. Che poi, al termine della seduta del cda, aggiunge: «A confer-

ma di quanto questa nostra strategia sia stata compresa e apprezzata, la nostra clientela e la nostra compagine sociale sono aumentate in modo significativo, consentendoci di rafforzare la liquidità e la solidità patrimoniale necessarie per poter continuare l’attività di banca commerciale a sostegno del tessuto economico». Quindi, conclude il presidente della Popolare di Vicenza: «Il Consiglio di amministrazione, nel ringraziare i nuovi clienti e i nuovi soci per la fiducia manifestata nell’istituto, ha espresso particolare apprezzamento nei confronti del management e di tutti i dipendenti che hanno contribuito con costanza, impegno e grande professionalità a perseguire l’indirizzo strategico di non far mancare il sostegno alle

Ilpresidente Gianni Zonin(a sin.)e il d.g. SamueleSorato piccole e medie imprese e alle famiglie, per salvaguardare le aziende e l’occupazione». I NUMERI DEL GRUPPO. Rispetto al 2011 l’utile netto è cresciuto del 6,5%. È incrementato anche il numero di clienti (+6,1%), così come gli impieghi verso la clientela (+2,4%). Nel 2012 sono stati stanziati quasi 3 miliardi di euro di nuove erogazioni, per il 75% destinati a famiglie e piccole e medie imprese. Segno “più” anche per la raccolta diretta (+13,2%) sul 2011 e questo in particolare grazie alla crescita della componente retail (+16,2%). Il rapporto impieghi-raccolta diretta per la prima volta è sotto il 100% (94,8%). Per quanto riguarda la capogruppo Banca Popolare di Vicenza, l’utile di esercizio si è attestato a 64 milioni di euro (-23% rispetto all’anno scorso); un dato penalizzato, in particolare, dal diverso pe-

Unicredit,riflettori sulBrasile Isolafelice perilMade inItaly Seminarioieri:hannopartecipato 100 aziende vicentinee venete merosi incontri “one-to-one” tra i relatori, gli specialisti UniCredit, e molte imprese che hanno così avuto l’opportunità di approfondire le tematiche di loro interesse . Nel corso della giornata è emerso il quadro di un Paese che ha beneficiato di un prolungato periodo di crescita e che rappresenta una straordinaria opportunità per le imprese italiane: tra il 2004 e il 2008, infatti, il pil carioca è cresciuto a un tasso del 5% medio annuo e il tasso di disoccupazione è diminuito dal 13 al 6,8%. Dal 2005, oltre 25 milioni di persone sono entrate a far parte della classe media brasiliana che oggi comprende 104 milioni di persone (52% del totale), che stanno spingendo a ritmi assai sostenuti la crescita dei consumi della famiglie brasiliane, che ad oggi contribuiscono nella misura del 60% al pil (in Cina lo stesso dato è al 35%). Inoltre il Brasile ospiterà i Mondiali di Calcio 2014 e le Olimpiadi 2016, due eventi globali che lo proietteranno ancor più al centro dell’attenzione internazionale e che avranno un ulteriore effetto di traino della crescita. «In coerenza con la nostra strategia di sostegno, affiancamento e accompagnamento delle imprese verso nuovi mercati abbiamo

Ilnumero

4%

ILTASSO DICRESCITA DEL BRASILE NEL2013

RomanoArtoni (Unicredit) organizzato questo incontro dedicato al Brasile per gli imprenditori vicentini e del Veneto. E con grande soddisfazione abbiamo registrato una numerosa e partecipata adesione, ben oltre le nostre stime, di clienti che ci auguriamo possano aver apprezzato il taglio molto pratico e concreto che abbiamo voluto dare all’iniziativa», ha spiegato Romano Artoni. «Il nostro impegno era infatti fortemente finalizzato a far cogliere nuove opportunità attraverso un corredo di informazioni ampie, oggettive e qualificate, così da arricchire il bagaglio di conoscenze su un Paese ad elevati margini di

“Aggregazionitraimprese:lecondizionipertrasformarlein opportunità”.Senediscuteràconespertieaccademici oggi,dalle17alle19.30,aValdagnoinviaGasdotto,23.

LaMarelliMotori finiscesul mercato Melrosecede il sito

PMIEBUSINESS. Appuntamentoorganizzatoa PalazzoBoninLongare perdiscutere diexport

“Forum Brasile-Le opportunità di business per le pmi”. È questo il titolo del seminario che Unicredit ha dedicato, a Palazzo Bonin Longare, al quinto paese più popoloso del mondo che oggi è diventato il nono partner commerciale italiano. All’appuntamento ha coinvolto circa 100 imprese vicentine e delle altre province del Veneto. Il Brasile, anche per il 2013 si conferma in crescita tra il 3 e il 4%, e proprio per la sua grande espansione economica, costituisce un’area fortemente attrattiva per le aziende che vogliono diversificare il loro business sui mercati esteri. Inoltre, grazie al continuo ampliamento della sua classe media, costituisce un importante bacino di nuova clientela per il “made in Italy”. Il seminario si è aperto con la relazione di Romano Artoni, Deputy regional manager Nord Est di UniCredit, quindi Francesca Nenci, Head of UniCredit Political risk& country analysis ha analizzato il panorama istituzionale ed economico brasiliano. Sono poi intervenuti Renzo Regini, Head of UniCredit Italian companies business development Unit di San Paolo, e Giacomo Guarnera, dello Studio legale Guarnera Advogados. Il convegno è proseguito con nu-

RETID’IMPRESA.Staseral’incontro

L’OPERAZIONE. Nel 2012,ricavial+12%

BpVi, 100milioni diutile netto Tornaildividendo Ai socisarannoproposti50centesimi perazione Cresconoi clienti:+6,1% rispettoallo scorsoanno Zonin:«Continuiamoasostenere famigliee pmi»

Mercoledì 20 Marzo 2013

Dal2005oltre 25milioni di cittadini“carioca”sono entratiafarpartedella classemedia, che oggi comprende104 milioni di persone.Un bacinodalle enormipotenzialità perle nostrepmi. sviluppo. Quello brasiliano è un mercato caratterizzato da notevoli potenzialità di crescita ed è per questo che UniCredit si propone come partner privilegiato nel supporto allo sviluppo del business delle imprese venete nel grande Paese del Sud-America», ha quindi aggiunto il manager. UniCredit sostiene da tempo l’internazionalizzazione delle aziende italiane in Brasile. E’ infatti presente nel Paese sudamericano con la “Italian Company Business Development Unit” di San Paolo, guidata da Renzo Regini, italiano residente da oltre venti anni in Brasile e con una lunga esperienza bancaria.

so che i benefici fiscali non ricorrenti hanno avuto nei due esercizi. L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte segna infatti un progresso dello 0,4% sul 2011. PREVISIONI 2013. «L’esercizio 2013 - riporta la nota pubblicata dal Cda - si prospetta incerto e complesso per il gruppo, così come per tutto il sistema creditizio italiano. L’incremento della rischiosità è legato alla perdurante situazione recessiva, unito al permanere di tensioni sul lato del funding e di un basso livello dei tassi di mercat, richiede di affrontare il contesto operativo con responsabilità, decisione e ragionevole prudenza». E così il gruppo BpVi riserverà «grande attenzione all’ulteriore miglioramento della posizione di liquidità e al continuo rafforzamento patrimoniale, necessario per affrontare rischi e incertezze del contesto».

La Marelli Motori di Arzignano è sul mercato. La conglomerata Melrose industries, quotata alla Borsa di Londra con una market cap pari a circa 3,3 miliardi di sterline ha infatti deciso di mettere in vendita l’impresa di elettromeccanica fondata da Ercole Marelli, uno dei fiori all’occhiello del nostro Made in Italy. L’incarico di trovare un compratore per lo storico marchio berico è stato affidato all’advisor Nomura. Finisce così in vendita uno dei dei primi cinque produttori al mondo di generatori e motori elettrici fino a 6,4 mw di potenza che tra i suoi clienti annovera anche Eni-Saipem e, nella propulsione marina, Rolls Royce. Il gruppo, attualmente conta quasi 600 addetti (tra lo stabilimento di Arzignano e gli altri siti dalla Malesia agli Usa, Inghilterra, Germania e Sudafrica) e ricavi per circa 135 milioni generati per il 75% dalle esportazioni. La proprietà della Marelli, gestita dall’amministratore delegato Roberto Ditri, era migrata nel Regno Unito 17 anni quando la Kki engineering aveva acquisito Wexford management e Mutual series, che a loro volta avevano rilevato

SOSDICONFARTIGIANATO. Letteraaisindaci

«Nontrasformate laTaresinun nuovo salassoperlepmi» «Come già per l'Imu, anche per la Tares ci attendiamo che i Comuni del Vicentino prestino particolare attenzione, agevolando le piccole imprese, applicando tariffe ridotte alle attività produttive». È l’auspicio che Agostino Bonomo, presidente provinciale di Confartigianato Vicenza, rivolge in una lettera inviata ai sindaci della provincia. Dopo la decisione, a inizio anno, di posticipare da aprile a luglio il pagamento della prima rata, la questione tornerà tra non molto a presentarsi. «Come dissi, quel rinvio non ha fatto che spostare il problema senza risolverlo. Ma il tempo corre e non possiamo permetterci che le aziende nulla ancora sappiano e nulla possano prevedere in termini di costi – continua Bonomo-. Eppure, riteniamo che proprio la Tares sia un argomento importante, che dovranno valutare anche i candidati nei Comuni in cui avverrà il rinnovo delle amministrazioni». Confartigianato Vicenza, infatti, teme che questa nuova tassa sui rifiuti e sui servizi comunali - che sostituisce la Tarsu e le tariffe rifiuti Tia – si traduca in una nuova stangata per le imprese, visto che il Governo si aspetta dalla Tares maggiori entrate per i Comuni pari a 1 miliardo nel 2013 e altrettanto nel 2014, ovvero

AgostinoBonomo un incremento di 16 euro per abitante. In effetti, dalle prime simulazioni effettuate con i dati di alcuni Comuni della provincia emerge come l’aumento della tassa rifiuti si aggira da un minimo del 10% rispetto alla Tia (applicata in 33 Comuni) fino a un massimo del 25-30% rispetto alla Tarsu (applicata in 88 Comuni) per effetto dell’obbligo della totalità del costo dello smaltimento rifiuti. «In 10 anni le tariffe rifiuti in Italia sono cresciute del 57%, quasi 23 punti in più rispetto all’Area-euro, con inevitabili ricadute anche sulle imprese. Ora, con la Tares, non solo la percentuale è destinata ad aumentare, ma potremmo anche trovarci nella paradossale situazione di tassazioni di molto diverse in Comuni contermini».

LaMarelli diArzignano dai liquidatori del gruppo Gerolimich-Cameli l’azienda. Oggi Marelli Motori si presenta ai prossimi compratori con il miglior bilancio della sua storia. Infatti dopo il +22% alla voce ricavi fatto registrare nel 2011, anche il 2012 si è chiuso col segno positivo: +12% a quota 135 milioni di euro. La holding britannica (guidata da Simon Pekham, che è anche presidente di Marelli) che ha deciso di mettere sul mercato l’azienda di Arzignano, nel corso degli ultimi anni ha venduto anche le controllate Dynacast e McKechnie aerospace. Ma a imprimere la revisione strategica è stata, lo scorso anno, la maxi acquisizione della Elster (azienda di contatori e apparati gas) da 1,5 miliardi di sterline.

STUDIO STORTI

Vicenza innova ilsettore pubblico Inizia da Vicenza l’innovazione del settore pubblico nazionale. Un percorso intrapreso grazie allo Studio Storti, realtà che opera dal 1997 nel campo della consulenza informatica, in particolare nella progettazione e implementazione di soluzioni e sistemi basati su tecnologie Open source proprio per il mondo delle pubbliche amministrazioni Italiane. Negli ultimi quattro anni lo studio berico ha registrato una crescita pari a circa il 25% annuo, così come le acquisizioni di nuovi clienti: amministrazioni pubbliche di tutta la penisola che adottano tecnologie open source per i loro sistemi informatici. Con sede a Vicenza, attualmente lo Studio Storti serve più di 250 amministrazioni pubbliche sul territorio nazionale, ovvero il principale player di mercato nel settore dell’open source per la Pubblica amministrazione. Tra i clienti ci sono la Camera dei Deputati, Equitalia, Aziende sanitarie, molti comuni (tra cui Venezia e Verona) e numerosi atenei (Udine, Pavia, Cagliari, Sassari). «In tempi di spending rewiew le amministrazioni sono portate a investire in prodotti che coniugano risparmio e affidabilità – afferma il titolare dello studio, Paolo Storti - così sempre più enti pubblici scelgono software open source».


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IL GIORNALE DI VICENZA GX22982

Mercoledì 20 Marzo 2013

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CLAMOROSAINDAGINE. Laguardia di finanzahacatturatoil faccendiere e iltitolare diuna discoteca di San Bonifacio.Prestavanosoldiconinteressidel 230 percento

Estorsioneeusura, Ghiottoin cella Vittimedue imprenditori incrisi dellazonadiMontebello.Nove gliindagati perfrodefiscale e falso,fra cui lamadrediAndrea Diego Neri Andrea Ghiotto torna in cella. Lo fa salutando con la mano il fotografo e il cronista. Pesantissime le accuse a suo carico: usura ed estorsione, ma anche frode fiscale, ricettazione, commercio di opere d’arte fasulle. Oltre a Ghiotto, il faccendiere di 42 anni residente ad Arzignano in via Stadio, noto al pubblico per gli anni da presidente del Grifo calcio a 5, ma soprattutto per l’evasione fiscale milionaria, le spacconate e l’amicizia con l’altro bad boy Fabrizio Corona, la guardia di finanza ha ammanettato all’alba di ieri Paolo Ortolan, 64 anni, originario di Montebello, residente a San Bonifacio nel Veronese, amministratore della discoteca “Skylight”. L’OPERAZIONE. L’indagine, coordinata dal procuratore Cappelleri e dal pubblico ministero De Munari, era scattata nei mesi scorsi quando due imprenditori di Montorso e Arzignano si sono rivolti alle fiamme gialle vicentine, comandate dal colonnello De Luca. I detective del nucleo di polizia tributaria, anche con la sezione mobile, e i colleghi di Arzignano hanno avviato gli accertamenti, servendosi anche di intercettazioni telefoniche, portando alla luce una serie di episodi ritenuti illeciti, adottati allo scopo di far quattrini. Di qui l’indagine denominata “Money from the sky” (i soldi piovono dal cielo). Ieri, al termine degli accertamenti, sono state compiute 23 perquisizioni; oltre ai due arrestati, sette sono gli indagati in libertà. USURA E ESTORSIONE. Le accuse più pesanti vedono coinvolti Ortolan e Ghiotto. Secondo quanto emersi dagli accertamenti dei detective guidati dal tenente colonnello Dametto e dal tenente Aloi, fra il 2007 e le

scorse settimane due conciari in difficoltà economiche della valle del Chiampo si erano rivolti a Ortolan (che presentava dichiarazioni dei redditi da povero in canna) per avere prestiti: Ghiotto faceva da intermediario per le consegne. I due indagati avrebbero consegnato 360 mila euro, pretendendo la restituzione di altri 200 mila, con interessi che arrivavano fino al 230 per cento annuo. Non solo: da una delle vittime avrebbero preteso la cessione del 49 per cento di quote societarie della sua ditta, e la consegna di quattrini per non porre all’incasso gli assegni dati in garanzia. Di qui l’ipotesi di estorsione. RICETTAZIONEEFALSO.Nel corso delle verifiche, i finanzieri hanno trovato assegni ricettati, tre quadri falsi (di Giulio Turcato e Karel Appel, ceduto ad un gallerista di Brescia), un Rolex tarocco che Ghiotto aveva ceduto in pegno all’“amico” Ortolan, beffandolo. Per queste ipotesi sono stati denunciati anche William Poropat, 43 anni, di Vicenza, Denis Bozzolato, 38, di Montecchio Maggiore, Leonardo Buson, 63, di Arcugnano. Fra gli indagati, ma per la vicenda del “falso lavoro” di Ghiotto, compare anche Domenico Santi, 48 anni, veronese, titolare formale della discoteca di San Bonifacio; e Stefano Parise, 42, con la mamma di Ghiotto Rosa Vestali, 64, entrambi di Arzignano, per quanto riguarda il “Gratta & Vinci” da un milione di euro. L’APPELLO.La guardia di finanza, che per tutta la giornata di ieri si è occupata dei sequestri per equivalente firmati dal giudice Furlani a carico di «indagati che vivono di espedienti», ha lanciato un appello temendo che vi siano altre vittime dell’usura: «Venite in caserma». •

Analisi Selaverità fafatica amostrarsi EugenioMarzotto

S

arà pure il figlioccio di una società malata dove prevalgono i furbi, ma il personaggio Andrea Ghiotto, 42 anni, di Arzignano, sembra il risultato di storture giudiziarie che sono lì agli atti. Perché se è vero che esiste una verità giudiziaria, è anche vero che la stessa verità può diventare sfacciata. Dalle mitologiche cronache ghiottesche emergono alcuni passaggi. Dopo il trasferimento del giudice Bertotti il processo per corruzione ai danni di Ghiotto è ricominciato, riascoltando una trentina di testi. Era il 16 ottobre e Ghiotto sorridente commentò: «Sono felice, mi restituiscono la patente». Una settimana dopo, il tribunale concesse a Ghiotto di non rinunciare alla vita normale dopo che la procura aveva chiesto la sorveglianza speciale. Una richiesta a ben guardare non peregrina: l’amico di Corona era o è a processosotto inchiesta per fatture false, evasione, corruzione, sponsorizzazioni gonfiate, bancarotta e guida in stato di ebbrezza. Dai giudici il niet. E la vincita da un milione? Il procuratore voleva vederci chiaro su quella vita da star. La difesa ribadì che quel tenore di vita derivava dalla fortuna materna. I giudici diedero ragione a questa tesi. Ieri l’ultimo colpo di scena. I soldi li avrebbe vinti un amico; la ricchezza ostentata? Frutto delle frodi. Vien da chiedersi se in tempi di moralizzazione francescana e parlamentare sia necessaria una svolta. Nei processi ghiotteschi. •

© RIPRODUZIONERISERVATA

AndreaGhiottoieri amezzogiornomentreviene accompagnato dallacasermain carceredalla guardiadi finanza. FOTOSERVIZIO COLORFOTO

L’OPERAZIONE. Sigilli alle operediGiulio Turcato e KarelAppel

Fraquadrid’autore fasulli eleipotesi sull’avvocato La procura ha iscritto anche uno dei legali. Secca replica: «È intimidatorio, era attività difensiva» Fra quadri farlocchi e orologi ricettati, sono numerosi i retroscena dell’indagine. Uno dei più controversi è l’iscrizione sul registro degli indagati dell’avv. Sara Motta, uno degli storici legali di Ghiotto. La procura ipotizza a suo carico - con Ghiotto, la madre, Ortolan e Santi - le false dichiarazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria. L’ipotesi è quella che quando per Ghiotto fu richiesta (non ottenuta) la misura di prevenzione in ottobre, sarebbe stata realizzata una falsa prospettiva di lavoro. Averla aveva un peso difensivo; per i

PaoloOrtolan,64 anni

Ghiottoe i suoilegaliin tribunale

pm il legale avrebbe contribuito, agendo da “intermediaria” e depositando l’atto, alla redazione di documenti non veritieri. Un’ipotesi fermamente osteggiata dall’avv. Lucio Za-

rantonello, che tutela la collega: «È un atto intimidatorio verso il difensore che stava svolgendo un’attività sacrosanta e garantita dalla legge. Noi difensori di Ghiotto (ab-

biamo firmato gli atti assieme) da molto tempo lo invitavamo a trovarsi un lavoro onesto; quando la madre ci ha avvertiti che erano state intavolate delle trattative e che la famiglia aveva pagato una somma per l’apertura di un locale la cui conduzione sarebbe stata affidata a Ghiotto, le abbiamo chiesto i documenti. Il contratto col rappresentante legale, sottoscritto 3 mesi prima della produzione in tribunale. la dichiarazione del futuro datore, e l’assegno da 50 mila euro del luglio 2012 e già incassato. Come è possibile parlare di atti falsi e addirittura di un concorso del difensore in un reato peraltro insussistente? In ogni caso, il difensore si è limitato a predisporre una memoria, allegando i documenti prodotti dalla parte. Se ci è inibito anche questo, se non possiamo svolgere appieno il nostro ruolo, non si può parlare di difesa e di garanzie difensive. È un’accusa assurda, intimidatoria, gravissima e infondata quella rivolta alla collega. La vicenda si chiarirà in breve». •

ILRETROSCENA. LaTributariaèconvintadi aver scoperto laverità sulla vicendache avevafattoil girod’Italia

Risequestratii soldidelGratta &Vinci Il biglietto milionario era dell’amico Parise che lo cedette alla signora Ghiotto per beffare il fisco Il biglietto da un milione di euro non era stato vinto nè da Ghiotto nè tanto meno da sua madre. La Finanza ne è convinta: il vero vincitore era stato nel marzo 2011 Stefano Parise, 42 anni, di Arzignano, “amico per la pelle” (dal nome di una vecchia indagine) di Ghiotto e suo vice alla presidenza del Grifo. Quel milione era stato sequestrato a Ghiotto, che era poi riuscito a farselo restituire dal tribunale dimostrando che a

vincerlo era stata sua mamma. Secondo le fiamme gialle, che si sono servite di intercettazioni e testimonianze, quel giorno in tabaccheria si recarono Parise e Ghiotto. Il biglietto lo grattò Parise, e vinse. Ma lì iniziarono gli accordi sottobanco. Ghiotto avrebbe infatti convinto l’amico a simulare la vincita a carico di sua madre, visto che su entrambi gravava (e grava) un pesante debito con l’erario per le vecchie frodi fiscali: 406 mila euro a carico di Parise, 24 milioni per Ghiotto. Pertanto, Rosa Vestali, la mamma del faccendiere, si recò in tabaccheria, comprò un biglietto e finse di vincere. Da

allora, Parise ha più volte tentato di rientrare in possesso dei suoi quattrini, senza riuscirvi. E non poteva fare azioni pubbliche, temendo il sequestro. Ma in un’intercettazione si lascia scappare un «come faccio? li ammazzo?». Quel milione pertanto alla fine lo intascò Vestali, anche se era di Parise. Sulla scorta di questa ricostruzione, perciò, ieri i finanzieri le hanno sequestrato beni per 406 mila, il debito tributario di Parise; 200 mila li hanno trovati nei conti correnti, e poi le hanno sigillato tutti gli immobili che aveva. «Le accuse sono generiche e già smontate in tribunale. Anche per l’usura il ruolo di

Ghiotto è tutto da chiarire», ha replicato l’avv. Zarantonello. «Ghiotto vive di espedienti», ribattono gli inquirenti. Ieri le fiamme gialle hanno sigillato anche 200 mila euro a carico di Ortolan (il presunto provento dell’usura), che avrebbe una certa disponibilità economica. E sono stati sequestrati anche un assegno falso da 20 mila euro (con cui Ghiotto voleva pagare orologi veri a Brescia) e, sempre ad un ignaro gallerista di Brescia, Francesco Boni, un quadro di Karel Appel contraffatto, che Ghiotto gli aveva dato per farsi ritirare una vecchia querela per truffa. • D.N. © RIPRODUZIONERISERVATA

StefanoParise. È ilfortunato?

Iltenente colonnello FabioDametto e il colonnelloLivio DeLuca


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IL GIORNALE DI VICENZA Hatantorisaltonelcalendariodioggi GiovanniNepomucenochenel1913fu fattoannegarenellaMoldavadal gelosissimore VenceslaoIV chevoleva violasseilsegretosacramentale

rivelandolecolpedellareginaGiovannadi Bavieradellaqualeilsantoera confessore.Edeccoglialtri patronio guaritoriricordatiinquestogiorno:santa Fotina(controlapertosse),Ambrogioda

Siena(persuperaregliesami),Archippo (vertigini),Vulfrano(paralisi),Gutbertodi Lindisfarme(patronodimarinaiepastori econtroi crampi),Ariberto(perla pioggia)eZosimo(controlafame).

Dialettando Bubanaobobana:vuol dire abbondanzae allegro sperpero.“Da vu ghexe la

bubana“: incasavostra si guazzasempre.

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LATRASFORMAZIONE. Laholding di San Biagiocambiaassetto

SCENARI. Conferenzavoluta da Berlato (Pdl)

Ilprimoappuntamento ètra dodici mesiperil gas Allostudio formedisalvaguardia perilpersonale Ilsindaco:«Non sonoinvendita quotesocietarie»

Laconferenza aBruxelles sulla propostadi un governo perl’Ue

Aimvolta pagina evasul mercato Gareper iservizi Gian Marco Mancassola Il vascello Aim esce dalle acque limacciose del porticciolo municipale e si inoltra nel mare aperto del libero mercato. Sul molo di palazzo Trissino celebrano il varo l’armatore Achille Variati e il nostromo Paolo Colla: «Molliamo gli ormeggi, questa è una pagina storica». Sindaco e amministratore unico sono gli artefici della delibera che innesca l’ultima rivoluzione nella galassia della holding comunale, che si lascia alle spalle la gestione “in house” e inizia a muoversi tra le opportunità e le incognite del mercato. INHOUSE.L’operazione prende forma in una nebulosa normativa spesso modificata negli ultimi altalenanti anni, segnati da due diversi governi (Berlusconi e Monti), da un referendum sui servizi pubblici, da pronunciamenti della Corte

costituzionale e da direttive europee spesso di contrasto con i cavilli nostrani. «Ora si apre una finestra normativa per consentire ad Aim di crescere», annota Variati, azionista unico della holding. Per farlo è necessario uscire dalla formula “in house”. In cosa consiste la gestione “fatta in casa”? Fino a ieri il Comune affidava direttamente alla sua azienda la gestione di una vasta gamma di servizi pubblici, dal trasporto pubblico alla manutenzione dei cimiteri. Il salto di qualità, riversato nelle sedici pagine che compongono la delibera licenziata ieri dalla giunta e trasmessa al consiglio comunale per il voto finale, consiste proprio nello sciogliere i vincoli che legano Comune e Aim, consentendo all’azienda di ampliare il suo raggio di azione. L’affidamento dei servizi, alla scadenza dei contratti, dovrà essere messo in gara. Ma aprirsi al mercato non significa che Aim sia sul merca-

Lagestione “inhouse”avrebbe strangolato un’aziendache devecrescere ACHILLEVARIATI SINDACODIVICENZA

Ilgruppoha maturatoinquesti annilacapacità dicompetere sulliberomercato PAOLOCOLLA AMMINISTRATOREDIAIM

to: «Non è in vendita né sono in vendita quote societarie», assicura Variati. COSTI E BENEFICI. Variati ne fa una questione di crescita: «Mantenere Aim in house, infatti, vorrebbe dire strangolarla, obbligandola, ad esempio, a mantenere il 90% della sua attività nel territorio di Vicenza, legandola al patto di stabilità del Comune e impedendole di partecipare alle altre gare». Propedeutica allo storico passaggio è una relazione che certifichi lo stato di salute del gruppo, che a fine 2011 ha registrato un risultato positivo di 9,9 milioni, risalito sopra la linea di galleggiamento dopo il profondo rosso a meno 6,2 milioni di fine 2007. Colla non ha riserve: «Aim può navigare nel libero mercato e portando beneficio e ricchezza alla città, avendo maturato in questi anni la capacità di competere». LE GARE. In realtà, gran parte delle gare hanno scadenze a medio termine, tra il 2019 (trasporto pubblico locale: il futuro è la fusione con Ftv per competere al meglio) e il 2025 (igiene ambientale: il futuro è la creazione di un polo che riunisce Aim e Sit). La prova del nove sarà tra dodici mesi, quando scatterà la gara del gas. Paradossalmente, la norma avrebbe impedito ad Aim di partecipare a una gara in casa sua se fosse rimasta vincolata alla formula “in house”. E in caso di sconfitta cosa accadrebbe? È il tasto premuto durante gli incontri con i sindacati. Colla assicura che è allo studio un protocollo d'intesa con una clausola di salvaguardia per il personale del gruppo. • © RIPRODUZIONERISERVATA

VIABILITÀ. Ilnuovoservizio delComune debutta conil tema piùcaldo

CorsoFogazzaro pedonale èla prima petizioneon line Potrebbe essere la prima petizione on line. Quando la segreteria generale di palazzo Trissino accenderà il semaforo verde, la raccolta di firme per la pedonalizzazione di corso Fogazzaro e la riduzione dei bus in Motton San Lorenzo potrà essere sottoscritta direttamente sul sito del Comune avviando il nuovo servizio ispirato alla Casa Bianca presentato appena l’altro giorno. L’iniziativa è di Mattia Pilan, esponente vicentino di Sel, portavoce del comitato che riunisce nu-

merosi residenti e commercianti della zona di corso Fogazzaro. L’argomento è di estrema attualità: dieci giorni fa, dopo mesi di cantiere, infatti, il tratto di corso Fogazzaro tra San Biagio e i Carmini è stato riaperto al traffico innescando un vivace dibattito sull’opportunità di prolungare la passeggiata del centro storico pedonalizzando quel segmento di strada. I promotori della petizione sottolineano l’intenzione di «rendere una così vasta e rilevante area del centro stori-

Ricettaanti-crisi «Europafederale conungoverno»

Petizioneper corsoFogazzaro

Lagara per ilgassaràilprimo appuntamentoper lanuova Aim

Nicola Negrin

Lasegnalazione diPrc

«Bollettetroppopesanti Lefamiglievannoaiutate» «Chiediamoche agliutenti sia speditauna bollettadipiù facile lettura echeil personale deglisportelli siamesso nelle condizioni,dirispondere completamentea tuttele questioniinerentialla fatturazione ealle bollette,edi vederei pagamenti relativi alle fatture diriferimento».La richiestaarriva daIreneRui (Forumdelledonne di RifondazioneComunista) e AntonellaZarantonello (Dipartimentosociale esanità Prc),chesegnalanocheda alcunimesi moltivicentini «non riesconoaleggeree controllarele bolletteAim del gas,poco chiare,esitrovano cifre abbastanzaimportanti tra iltotaledei servizidivendita, il totaledeiservizi direte, l’addizionaleregionale ele imposte,calcolatenon solosul consumoeffettivo alquale va aggiuntouncoefficientedi standardizzazione,maanche sullaSmc (metri cubistimati). Bollettechele famiglie,già strettenellamorsa dellacrisi economica,non riesconoa

co, nella quale si trovano importanti testimonianze storiche, maggiormente vivibile e meglio fruibile attraverso lo stop al traffico di attraversamento nel centro storico con allargamento della Ztl a corso Fogazzaro nel tratto compreso tra Motton San Lorenzo e i Carmini». Parallelamente, la petizione propone di ridurre il costo della sosta nel parking Fogazzaro «per facilitare l'accesso ai cittadini che intendano recarsi a fare acquisti in centro». Infine viene chiesta «la riduzione immediata del transito dei vecchi bus Aim, le cui dimensioni sono palesemente sproporzionate rispetto alla situazione viaria nel tratto compreso fra S. Biagio, Motton S. Lorenzo e Mure Porta Castello». • © RIPRODUZIONERISERVATA

«Vanno eliminatigli sprechi comelasede diStrasburgo»

Ilquartier generale di Aim pagare.Ognigiornoci sono decine dipersone aglisportelli Aim, per la rendicontazionedelle bollettee perla eventualerateizzazione. Allosportello pagamenti, delle impiegatepazienti, fanno presenteche peravere la rateizzazionebisognaversare almenoil 40% dellabolletta». Nonsempre èfacile:incaso di cifre elevate,accade cheanche pagareil 40% diventa un’impresa. Nonrestano cheiversamenti volontari, chefinisconoperò per sommarsialle bollette successive». • © RIPRODUZIONERISERVATA

INVIATO A BRUXELLES

Una moneta, una strategia finanziaria, un governo e un leader. Quattro ingredienti e la ricetta per salvare l'Europa «da una situazione di stallo e di crisi» è servita. Storici, studiosi e rappresentanti del parlamento di Bruxelles lo dicono senza ombra di dubbio. E il messaggio è stato ribadito durante il convegno voluto per rilanciare «un vero e proprio governo europeo democratico, in grado di garantire una partecipazione politica attiva di tutti i cittadini». L'OBIETTIVO.Il punto di partenza è fissato dall'eurodeputato Sergio Berlato, che guarda al 2014 in vista delle elezioni politiche europee: «Se chiediamo a un ragazzo italiano cosa pensa dell'Europa, molto probabilmente non risponderà. E questo perché si è persa la rappresentanza diretta e l'Unione europea è vista come un ente distante. È giunto il momento della svolta». Già, ma come? Il processo è stato analizzato da Adolfo Morganti, presidente di “Identità europee", Simone Ceramicola, funzionario della commissione europea e rappresentante dell'associazione culturale “Avenir de l'Europe", Gianluigi Comini, già diretto-

re del parlamento di Bruxelles e Andrea Guglielmi. «Dobbiamo compiere un percorso chiaro - affermano - che parta dall’unificazione della Commissione e del Consiglio europeo». L'equazione è presto detta: «Servono prima di tutto un Governo e un leader». LE TAPPE. Secondo Morganti «stiamo attraversando una crisi che intacca le nostra fondamenta» e per questo è necessario «che in Europa sia istituito non solo un ministro dell'economia, ma anche uno dell'energia, uno dei trasporti e uno della politica estera». Ci vuole «un governo che sia guidato da una personalità di spicco - spiega Ceramicola - e che sia coniugato come un vero e proprio Stato federale». ELEZIONI. Il tutto si può raggiungere con una nuova partecipazione che passa attraverso «l'elezione diretta del presidente - aggiunge - e la formazione del Governo con liste presentate in tutti gli Stati membri da partiti europei unitari». Contemporaneamente ci sono dei problemi da risolvere. Primo tra tutti quello della sede. «Ce ne sono tre - spiega Comini - e sono troppe. Strasburgo è diventato quasi uno spreco di risorse». • © RIPRODUZIONERISERVATA

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Mercoledì 20 Marzo 2013


14 Cronaca

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 20 Marzo 2013

Lafinediun’epoca

Fuunodeiprotagonistidellavitapoliticaneglianni60e70

Famiglia sacrificata

«Hopassatopiùtempocon Morocheconmiamoglie Nonèunfattopositivo» SERENOFREATO SEGRETARIODELL’ON.MORO

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LAGESTIONE

«Aiuti imiei»

«Aiutidunqueimiei,caro Freato,conlasuaimmensa bontà.Labenedico» ALDOMORO LETTERADALLAPRIGIONIA

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3

DELPOTERE

Unruolo chiave nel rilancioeconomico delNordest Sereno Freato ebbe un ruolo importante nel mondo politico degliannisettantacomecapodella segreteriadiAldoMoro.Fuilfautoredimoltiprovvedimentidiincentivazione economica per le impresedel Nord-est,inparticolare per Vicenza. Durante i 55 giornidelsequestroMorosvolse un ruolo nei tentativi di avviare unatrattativa conleBr. •

SerenoFreato, asinistra, mentrediscutecon FrancescoCossiga

Ilcadaveredi AldoMoro lasciato dalleBr nelbagagliaiodella R4

Lealteistituzioni aifunerali dellostatista democristiano

LUTTO. Sièspento l’altramattina nellasua casadi Camisanoquello cheper tantianni fuilsegretario particolare dell’uomo politicodemocristiano.Aveva 84anni

AddioaFreato,custodivaisegretidiMoro Aveva ilcultodella riservatezza Rilasciòpoche interviste.Dagli onoridellapoliticaalloscandalo petroli:il carceree l’assoluzione Ivano Tolettini Ha un culto innato della riservatezza quel giovane cattolico dallo sguardo penetrante. Per questo il neodottore in giurisprudenza Sereno Freato, che vuole specializzarsi in diritto canonico, piace subito ad Aldo Moro. Per il suo stile. È il 1951, tra i due nasce un feeling intellettuale destinato a durare. Il 35enne parlamentare di Maglie è già sottosegretario agli Esteri del governo De Gasperi ed è il promettente cavallo di razza della Dc, che sta gettando le basi politiche del boom economico, dopo le macerie della guerra. È Mariano Rumor a presentargli Freato su suggerimento di Lorenzo Pellizzari. I due sono coetanei e amici di studi. Sereno ha 24 anni ed è di Camisano. È figlio di Remo, che ha inculcato ai figli il dovere dello studio per elevarsi. Per ventisette anni, fino al rapimento e all’uccisione del leader Dc per mano delle Br nel 1978, Freato è il potente capo della segreteria del politico che guida la nazionalizzazione dell’energia elettrica con il primo governo di centrosinistra nel 1963 e aprirà, prima di morire, ai comunisti in un’Italia che sta cambiando pelle. L’ALTRAMATTINAalle 4.30 Sereno Freato, l’uomo dei molti segreti della Prima Repubblica, si è spento a 84 anni nella sua casa di Camisano, in via degli Alpini. Era attorniato dall’amata moglie Maria Antonietta, con la quale a settembre avrebbe festeggiato sessant’anni di matrimonio, e dai figli Sebastiano e Alberto. Fatale una leucemia fulminante. Gli altri figli Stefano ed Elisabetta si trovavano in Toscana dove vivono, mentre la più giovane Serenella, che si era laureata con Moro, abita nella capitale. Tre anni fa i coniugi Freato avevano perso la figlia Chiara, apprezzata giornalista del Resto del Carlino di Bologna. Pare stridere il fatto che un personaggio come Freato che aveva una figlia giornalista, avesse continuato a fare del ri-

Ilsindaco Marangon

«Fecemoltoperilpaese Aiutòlagenteinsilenzio, senzamaiapparire»

serbo un culto, pur nella “società liquida” in cui la comunicazione è pervasiva. Fu coerente, e le sue interviste si contano sulle dita di una mano. E sì che di cose da raccontare, dal Kissinger che minacciò Moro per l’apertura ai comunisti al gravoso problema del finanziamento dei partiti, ne avrebbe avute. IL NOME DI FREATO ai giovani non dice probabilmente nulla, ma chi conosce la storia del nostro Paese, e quella politica del partito cristiano al potere, ricorda il suo ruolo nei tragici 55 giorni del rapimento Moro. Contattò l’avvocato svizzero Payot, legale delle Baader Meinhof, per una trattativa con le Br, ma prevalse la linea della fermezza dettata da Andreotti, Berlinguer e dal ministro degli Interni Cossiga, col quale si rappacificò prima della sua morte nel 2010. A Sereno, Moro dalla prigionia scrisse tre lettere, di cui due recapitate dopo la morte. In una, struggente e drammatica, gli chiede di prendersi cura della famiglia «con la sua immensa bontà», nel nome di un’amicizia antica. DOPO LA TRAGEDIA Andreotti lo voleva ministro, ma Freato seguendo la linea della famiglia Moro, rispose di no, per la rabbia di un’intransigenza grondante sangue. «I petrolieri misero a disposizione una decina di miliardi per la sua liberazione - spiegò -, ho il rimorso di non avere fatto abbastanza». Negli anni Sessanta era stato il catalizzatore di finanziamenti che cambiarono il volto di Camisano, fino ad allora a vocazione agricola, costituendo alcune aziende. Il suo nome è nelle cronache giudiziarie dello “scandalo dei petroli”, che terremotò i vertici della Finanza. Uscì a testa alta, con l’assoluzione piena dall’accusa di frode, dopo un’ingiusta carcerazione preventiva di 15 mesi. È morto portandosi dietro segreti e misteri, perché il potere, per un cattolico come lui, era servizio. Mai ostentazione. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Unavedutadelcentro di Camisano,dovevivevaSerenoFreato NicolaGobbo CAMISANO

Ungiovane SerenoFreatodi profilo mentreparlacon l’allorapresidente delConsiglioAldo Moro

Ilricordo dellamoglie MariaAntonietta

«Andreottilovolevaministro maSerenoglidissedino» «Sìèvero,Andreotti lovoleva ministro,mapapà ringraziòe declinòperchélaferita della mortedi Morononpotevamai rimarginarsi».Il figlio Sebastianoeicongiunti romponounsilenzio cheera la regolaincasaFreato.Lo fanno perricordare cheSereno Freato,collaborandoper quasi trent’anniconAldo Moro,servì un’idead’Italia «Èstato lucidofinoalla fine, curiosodelle cosedel mondo, appassionatodipoliticae attentolettore,direi quasi onnivoro:cominciavale sue giornatesempredall’Avvenire. Unbravo maritoeun uomo coerente»,aggiunge lamoglie MariaAntonietta,sedutanel grandesolottodicasa foderatodai libri diunavita. Le sonovicicinii figli ealcuni nipoti. «Eraconvinto -proseguono chesenza lamorte diMoro la storiapiùrecente delnostro

SerenoFreato, 84 anni paesesarebbe statadiversa,ein meglio.Aveva vissuto inprima persona,vicinoal presidentedella Dc,momenti importanti ec’erano tantecose chesapeva sololui. Nonne hamaiparlato perché riteneva fossegiusto tutelareil segreto». Leporte dicasaFreato siaprono alcronista inunagiornata incui i ricordi,si intreccianoperi congiunticon ilriconoscimento

peruna vita piena.«Èveroquando miomaritodiceva chefinoalla mortedi Moro,avevapassato più tempocon luichecon noi aggiungeMaria Antonietta-, perchéall’epoca,inpiena ricostruzione,c’erauna visione totalizzantedellapolitica, quasi chel’uomopubblicoavrebbe fatto meglioquasiadessere scapolo». Finoa quando Freatonontornòa viverea Camisanoall’inizio degli anniOttanta,trascorreva inpaese disolitoilmese disettembre. «Un paiodivolte vennequi ancheMoro -affermala compagna diunavita -.Erasempre gentile,un grande signore.Miomaritoaveva una venerazione per lui; diceva che aveva la capacitàdiprefigurare gli scenarifuturidelnostro paese, anticipava i tempi,comenel caso delcompromessostorico.Sereno rifiutòogniincarico: fece eccezioneperil consiglio d’amministrazionedell’Enel. Mio maritofece moltoper ilVenetoe perCamisano». • I.T.

Unuomochequando haavutoil poterehafattomoltoper il paese,reperendo finanziamenti,aiutando alla trasformazionee modernizzazionediCamisano, graziealle sueentrature romane. Cosìviene ricordatodai più anzianie dachi conoscele dinamichedelpotere. Atalpunto, chetra gli anni SessantaeSettanta inpaese c’erail detto che“sea Romaè sereno,èFreato”, per manifestarglila riconoscenza perquello chefecavea per la comunità. «Glihofattovisitadopoche sonostato elettosindaco ricordail sindaco Renzo Marangon-.Ricordo lasua cortesiaecapacitàdianalisi, nonsiamoentrati inquestioni politiche,maabbiamo fatto unagenerica panoramicadel presente.Fu uncolloquio piacevole,ancheperchéavevo difronteunapersona digrande esperienza,con cui era piacevoleparlare». Ilprimo cittadino manifestandoil cordoglioalla famiglia a nomedella comunità, ricordadiavere saputo,anche intempirecenti perchéglielo hannodetto glistessi interessati,«dicome Freatoin passatoavesse fattolorodel bene.Senzamai apparire, in silenzio» «Untrattocaratteristicodella suapersonalità, com’è

sottolineatodatutti- sottolinea Marangon-,erail riserbo.Era davveroun uomo chepesavale paroleenonfaceva maitrasparire ciòdicui eracapace, maintanti mi hannodetto diesserestati aiutati concretamenteda lui.Per questo eraunapersona benvoluta, perchéschiva, mapresente, soprattuttoinanniincui Camisanostava crescendoenello stessotempocambiando». Freatoaveva costituitonegli anni Sessantala “Euroboxspa”,che fabbrica lattineescatole metalliche,poitrasformata in NewBoxepresieduta da OttavianoLucatello, inquesti giorniall’esteroper lavoro,eche aveva rilevatol’azienda dal fondatore.MaFreato aveva dato lavoromettendo inpiedi anchele “ConfezioniSportiveCamisano”e laFagib spa,che imbottigliava la CocaColanelVeronese. SerenoFreatooltrechesedere nelconsigliod’amministrazione dell’Enel,era stato commissraio governativo dell’ente “Tre Venezie”, poidisciolto. «La sua presenza, anchedopocheaveva deciso di rientrarea Camisanoinseguito allatragediadiMoro -conclude il sindacoMarangon- èsempre statamoltodiscreta. Era statoun professionistadellapoliticadi altolivello eun protagonistaa livello nazionale, manonl’aveva maifattopesare.Una persona coltaedelegante, inunaparolaun vero signore.ACamisanohafatto delbene enonpossiamoche ricordarlocome uncittadino che hadatolustroalla nostra comunità». • © RIPRODUZIONERISERVATA


Cronaca 15

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 20 Marzo 2013

Versoleamministrative Legrandimanovredeipartitivicentini

«Appoggio Galvanin»

«Ilcoordinatorecittadino halavoratoperlePolitiche ehailnostromandato» MARINOZORZATO VICECOORD.PDLVENETO

ILVOTOCOMUNALE/1. Berlusconiani divisisullestrategie cittadine

Marco Scorzato «Ma quale “volontà di perdere”, sono solo sciocchezze: tutto si può dire del Pdl fuori che questa cosa, noi vogliamo battere il sindaco uscente Achille Variati». Marino Zorzato, vicecoordinatore veneto del Popolo della libertà, interviene all’indomani delle parole al veleno di Sergio Berlato, il leader provinciale con cui non corre

Dasoliocon DalLago?Ilavori sonoincorso, nullaèdeciso Eilrisultatodelle elezioniconta

buon sangue. L’eurodeputato vicentino, ieri da queste colonne, ha accusato il Pdl della città guidato da Nereo Galvanin di essere «allo sbando» e di essere «uno strumento in mano di qualcuno che vuole portare alla sconfitta il Pdl» stesso. Berlato si riferisce al fatto che il vertice del partito cittadino vuole correre con un proprio candidato sindaco, mentre lui appoggerebbe la civico-leghista Manuela Dal Lago. «NON SIAMO UN TRAM». Siccome Galvanin ripiega sul «no comment», è Zorzato a intonare il controcanto. «A Vicenza c’è un coordinamento che sta lavorando sodo, e non da ora, lo sta facendo con il nostro mandato e va rispettato da tutti». L’ex forzista vicino ai vicentini Lia Sartori e Costantino

Toniolo alza le barricate di fronte alle critiche. «Io difendo il lavoro di Galvanin, che in campagna elettorale ha passato ore e ore ai banchetti, e se il Pdl ha rimontato è anche merito di persone come queste. Al contrario - continua Zorzato chi ha lavorato poco o chi ha scelto di correre con altre sigle dovrebbe almeno stare zitto: il Pdl non è un tram dove si può salire o scendere a piacimento». Il riferimento è a Berlato, da un lato, e a Gerardo Meridio, dall’altro, che ha criticato Galvanin. Il consigliere comunale ed ex presidente dell’Ipab è infatti candidato sindaco del Mir, con cui ha corso anche alle Politiche, pur rimanendo nel gruppo pidiellino in Sala Bernarda. «Ma quella è una questione istituzionale - commenta Zorzato di fronte a quel-

«Noneral’oradiverifiche interne:l’addiodiBusetti cifrenaversoleComunali» CARLORIGON SEGRETARIOLEGAVICENZA

ILVOTOCOMUNALE/2. L’appello aGalvanin

Zorzatozittisce Berlato:«IlPdl nonè un tram»

Ilnumerodue veneto replicaalleaderprovinciale eaMeridio:«Non accettiamolezionida chi nonha lavorato perlePolitiche ohacorso con altresigle»

«Siamo bloccati»

Eil leghista Rigon chiamagli azzurri «Corriamouniti» Il leader cittadino vicino a Busetti. «La crisi interna? Sbagliati i tempi, ci blocca la campagna elettorale»

NelPdl vicentinopermangono divisioni daoltre unanno la che pare però un’anomalia noi non abbiamo mai fatto epurazioni; ma dal punto di vista politico egli ha fatto una scelta esterna al Pdl: è legittima, ma ora guardi a casa sua». «LEPOLITICHEPESANO».Sul nodo della questione - che farà il Pdl alle Comunali? - il vice-capo veneto resta però ermetico. Corsa in solitaria come da volontà del gruppo GalvaninMarco Zocca? O convergenza su Dal Lago? «È un cantiere aperto - spiega Zorzato - è possibile una cosa o l’altra. Di sicuro le elezioni politiche hanno dimostrato che abbiamo fatto bene a investire sul marchio Pdl, mentre altri, che hanno investito su altre sigle come Mir o Fratelli d’Italia, hanno nulla da insegnarci. Non accettiamo lezio-

ni da chi ci ha abbandonato, e ci sono membri del direttivo provinciale che l’hanno fatto» Zorzato vuole quantomeno far pesare il risultato delle Politiche: Pdl davanti, in rimonta; Lega dietro, in picchiata. «Il risultato delle Politiche conta», dice. E siccome Manuela Dal Lago, fino a prova contraria e pur correndo con una Civica è una big della Lega, a Zorzato & C. non va per nulla a genio di andarle al seguito a testa bassa. Se (ormai a sorpresa) il Pdl dovesse rinunciare al candidato e supportare l’ex triumvira, lo farebbe solo dopo caparbia trattativa. I dallaghiani fanno sapere che la candidata non è incline a scendere a patti. Poi, si sa, se dovesse intervenire Berlusconi tutto potrebbe cambiare, anche all’ultimo.

La resa dei conti all’interno della Lega? È arrivata «al momento sbagliato: qualcuno nel partito si è dimenticato che ci sono le elezioni comunali». Così Carlo Rigon, segretario cittadino del Carroccio, tosiano, commenta la bufera interna ai padani che ha portato, l’altro ieri, alle dimissioni della segretaria provinciale Maria Rita Busetti, colpita da una mozione di sfiducia firmata dalla maggioranza del direttivo provinciale. Con le dimissioni di Busetti, adesso, cade anche il direttivo e, sottolinea Rigon, questo è «un problema» in vista delle Comunali: «Prassi vuole che le verifiche interne si facciano all’indomani degli appuntamenti elettorali, non prima». E se è vero che una tornata elettorale c’è stata, quella delle Politiche di febbraio che ha fatto da detonatore del malcontento di una parte dei leghisti vicentini, è altrettanto vero che c’è un’altra sfida alle porte, quella delle Comunali di fine maggio. «Evidentemente - di-

ce piccato Rigon - per qualcuno è finita qua, invece per qualche altro non è finita». Sulla sfiducia a Busetti commenta con cautela: «Tutti possiamo essere messi in discussione, ma le motivazioni addotte», relative alla conduzione del partito e alle candidature per le Politiche, «mi lasciano perplesso. Io con Busetti ho sempre lavorato bene e ora mi secca che tutto ciò che è stato deciso fino ad oggi si blocchi». Rigon si riferisce alle Comunali: «La scelta di appoggiare Dal Lago deriva da una volontà del direttivo provinciale fatta propria dalla sezione», spiega il segretario. «Ma il direttivo ora è caduto e la campagna elettorale si fermerà finché non arriverà il commissario e ci dirà come agire». Prima che qualcuno possa pensare che Rigon pensa a una “marcia indietro”, è lui stesso a precisare: «Buon senso vuole che non sia messa in discussione la linea presa. Anzi, lancio un appello a Galvanin», coordinatore cittadino del Pdl, «affinché venga anche lui sotto il grande ombrello comune: facciamo questa sintesi a centrodestra, serve alla città». • M.SC. © RIPRODUZIONERISERVATA

ILCASO. Ilneoeletto delPd, 25 anni, medico,èstato“interrogato”a Romadall’inviata dellatrasmissione di ItaliaUno

AlleIene Crimìcadesulla Perestrojka La gaffe del neodeputato: «La volle Stalin». E poi ammette: «Non la sapevo non siamo “tuttologi”» Promosso in medicina, rimandato in storia contemporanea. Filippo Crimì, neodeputato vicentino del Partito democratico, è finito nella rete delle Iene, inciampando, al suo “primo giorno di scuola”, nell’interrogazione che l’inviata Sabrina Nobile gli ha riservato - come ad altri eletti - davanti a Montecitorio. «La Perestrojka? Non ricordo... Mi pare sia successa durante il regime stalinista... Pen-

so sia un evento negativo...», ha risposto il giovane Crimì, 25 anni, medico fresco di abilitazione nonché di elezione alla Camera con i democratici, piuttosto imbarazzato davanti al microfono della Iena, ma desideroso, quantomeno, di non fare scena muta. Ha azzeccato il Paese, l’Urss, ma per il resto la risposta sulla Perestrojka, al cospetto di un professore di storia, sarebbe da matita blu. Ma il professore, se non altro, era già nato, a metà degli anni Ottanta, quando Mikhail Gorbaciov, dal congresso del Pcus, lanciava in Unione Sovietica una nuova stagione di riforme economi-

che all’insegna della trasparenza, una trasformazione epocale nel regime. Ebbene, nell’86 il giovane Crimì non era invece ancora al mondo. «Che dire? Non lo sapevo», ammette candidamente Crimì. Che la prende con filosofia: «Non siamo tuttologi. Dopo il servizio, qualche amico mi ha telefonato, dicendomi: “sei diventato una persona importante, ti intervistano le Iene”. Qualche altro mi ha detto che nemmeno lui sapeva la risposta». Ma, si sa, le Iene non fanno sconti e - Crimì ne è la prova vivente - non sono andate a “testare” soltanto i nuovi parla-

mentari del Movimento 5 stelle. Tra questi hanno pizzicato la padovana Rostellato, che sulla Bce non ha centrato la risposta: «Banca della comunità europea», ha detto, invece che “Banca centrale europea”. A regalare “soddisfazioni” all’interrogante Sabrina Nobile sono stati altri parlamentari: il deputato Mosca (Pd) non sa cosa siano i vatileaks. Il suo collega Lauricella (Pd) dichiara di sapere chi è Netanyahu, ma si defila e risponde: «Preferisco non parlarne». Renata Bueno, esponente italo-brasiliano dell’Unione sudamericana emigrati italiani, infila i peggiori strafalcioni: non sa

cosa sia lo Ior, l’Istituto opere religiose, e sulla parola “vatileaks” dichiara: «Questa è una parola latina, no?». Matteo Orfini (Pd) ha qualche difficoltà sui quattro evangelisti: dimentica Marco, Salvatore Sciascia (Pdl) divaga sulla Perestrojka e non ricorda il nome del suo promotore, «uno grasso - dice - con i capelli bianchi». Il quiz di cultura generale delle Iene mieteva vittime anche nella passata legislatura, quando molti parlamentari, ben più navigati di Crimì, inanellavano una serie di gaffe imbarazzanti. Continuità nel rinnovamento. • M.SC. © RIPRODUZIONERISERVATA

FilippoCrimìintervistato daSabrinaNobile de“Le Iene”

L’APPELLO. Idue deputatidel Pd premonoperrevisione erinvio dellanuova impostasuirifiuti

«Chiediamo al nuovo governo di ripensare in modo organico la Tares». È quanto affermano gli onorevoli del Partito democratico Daniela Sbrollini e Federico Ginato in merito all’introduzione del tributo per il servizio di raccolta rifiuti che prevede, con un nuovo sistema di calcolo basato sui metri quadri dell’immobile, anche una maggiorazione sulla tariffa per i rifiuti, che andrà a pesare sulle tasche dei cittadini mediamente più dell’Imu sull’abitazione principale. All’indomani dell’elezione dei Presidenti di Camera e Se-

nato, i deputati vicentini presentano, assieme alla collega Simonetta Rubinato, un appello per dare seguito all’ordine del giorno di quest’ultima, accolto lo scorso gennaio, che impegna il governo a rimediare al pasticcio generato dall’entrata in vigore di questa nuova imposta. «Se da una parte è corretto introdurre una revisione della tassazione sui rifiuti per porre rimedio alla frammentazione della disciplina che fino a ieri prevedeva due diversi prelievi (Tarsu e Tia), non possiamo mettere ulteriormente in gi-

nocchio le famiglie e le imprese con un’imposta ingiusta, né continuare ad affidare agli enti locali il ruolo di esattori», dichiarano Ginato e Sbrollini. Intanto, il pagamento della prima rata della Tares è stato rinviato a luglio 2013, e ciò, anziché risolvere i problemi, li complica ulteriormente, perché le famiglie e le imprese si troveranno a pagare un vero e proprio salasso, aggiuntivo all’Imu, mentre le aziende che gestiscono il servizio di raccolta dei rifiuti per conto dei Comuni, avendo dovuto attendere sette mesi per incassare la

prima rata, si troveranno con gravi problemi di bilancio. «Il nostro intento è quello di rivedere integralmente la Tares - affermano i parlamentari -. Tuttavia, poiché si tratta di un lavoro complesso, chiediamo che nel frattempo e con la massima urgenza, venga differita al 1˚ gennaio 2014 l'entrata in vigore della nuova imposta, consentendo intanto a ciascun Comune di applicare in via transitoria la Tarsu, per non colpire le realtà che si occupano della raccolta dei rifiuti». • © RIPRODUZIONERISERVATA

GU18018

Sbrollinie Ginato contro laTares «Impostaingiusta,è darivedere»


Cronaca 23

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 20 Marzo 2013

ACCORPAMENTI. Èstatopresentato ierimattina ilnuovoprogetto

Un’unicaIpab perl’assistenza all’infanzia

14-24 MARZO

Chiara Roverotto Una ventina di immobili, qualche soldo da parte. E tanta voglia di ripensare ad istituzioni benefiche, alcune delle quali sorte nientemeno che nel 1829, in linea non solo con un progetto della Regione che da anni ne chiede l’accorpamento, ma guardando soprattutto alle nuove esigenze che arrivano dal sociale e, quindi, collegate con i servizi già esistenti in città. MINORI. Questa volta non si tratta di anziani, ma di minori: quattro gli enti che in città si occupano di loro: l’ambula-

Costiridottie razionalizzazione Eccoperché èstatoscelto questopercorso ACHILLEVARIATI SINDACO DIVICENZA

torio pediatrico “Principe di Piemonte” già al centro di una vicenza giudiziaria , l’Opera Pia “Ospizi marini”, l’Opera Pia “Cordellina” e la Colonia alpina “Umberto 1”. STATUTO. I quattro presidenti nell’ordine: Nicola Zamperetti, Virgilio Boscardin, Mario Zocche e Vincenzo Negrin da alcuni mesi si sono messi attorno ad un tavolo per pensare a quella che potrebbe essere una fusione con tutti i crismi: prima con il via libera del Consiglio comunale e, poi, con una delibera di giunta regionale. Ne è uscito uno statuto, approvato dai quattro enti supportato da un parere legale fornito da alcuni consiglieri componenti del cda, che è stato presentato ieri mattina a palazzo Trissino e che ora dovrà essere votato dal Consiglio. TEMPI.Tempi? «Stretti - ha detto il sindaco Variati - in una delle prossime riunioni, e poi l’ultima parola spetta a Venezia». Si tratta di un fusione pe-

raltro già annunciata dal sindaco lo scorso anno quando cambiò i vertici dell’Opera Pia Cordellina, e il nuovo ente si chiamerà “Ipab per minori di Vicenza”. «In passato - ha ribadito Variati - ognuna delle quattro Ipab aveva una specifica funzione: aiutava i minori in difficoltà e guardava anche alle famiglie in condizioni economiche complesse. Gli istituti andavano avanti grazie alle donazioni. Poi, dopo la vergognosa vicenda della fuga con la cassa dell’ente da parte di Sergio Fratantoni, presidente dell'Ipab Principe di Piemonte, ma anche per le mutate esigenze manifestate dalle famiglie nel corso del tempo, abbiamo pensato di procedere ad una fusione dei quattro enti che garantisse razionalizzazione, risparmio dei costi, miglioramento dei servizi a fronte di un patrimonio immobiliare di una certa rilevanza». NOVITA.“Ipab per minori di Vicenza” sarà un’istituzione pubblica che agirà sulla base di

CONCORSO. È statopromossodai Lions Club VicenzaHost

1829

L’ANNO DELLAFONDAZIONE DELL’OPERACORDELLINA

Tra iquattro entiche confluirannoinuna sola Ipab èilpiù antico,venne istituitada Ludovico figlio diCarlo Cordellina.

200

LEMIGLIAIA DIEURO DICUI DISPONGONOI4 ENTI

Sitrattadiquanto riesconoamettere a disposizioneogni annoper iservizi chevengono offertiaiminori dellacittà.

progetti di intervento e che trarrà i mezzi finanziari dalle rendite del proprio patrimonio, il quale sarà costituito dalla somma dei patrimoni delle quattro Ipab originarie. Il consiglio di amministrazione sarà formato da cinque componenti nominati dal sindaco e resterà in carica cinque anni con possibilità di rinnovo per un’unica volta. Gli incarichi di presidente, vicepresidente e consigliere saranno gratuiti. FUSIONE. «Sotto questo punto di vista - spiega Mario Zocche dell’Opera Pia Cordellina avremo notizie non prima della fine dell’anno. Nel frattempo ho chiesto al sindaco una proroga dell’incarico per il funzionario Diego Fontana che resterà altri due mesi a disposizione, poi vedremo che cosa deciderà il Comune». • © RIPRODUZIONERISERVATA

SCUOLA/2. IngDirect

Pranzodella legalità perlagita inCalabria

Farstudiare ibambini inAfrica Bastaunsogno

Ma espressione di pace sono soprattutto il patto antico dei sensali, muto e universale, del palmo contro palmo e della coccinella che trasforma in colori il filo spinato: interpretazioni artistiche di due ragazze, Ludovica Belverato del Patronato Leone XIII e Ludovica Valente della scuola media di Dueville, che hanno già superato anche la selezione a livello distrettuale di un concorso che in 100 paesi del mondo ha coinvolto 4 milioni di alunni. Tutti i premiati, accompagnati dai loro docenti, sono stati gratificati anche da un buono di 80 euro per acquisti di materiale scolastico. •

Il viaggio in Calabria costa e per questo hanno pensato di autofinanziarsi. Come? Organizzando “il pranzo della legalità”. Loro sono gli studenti della 3 BAC alberghiero dell'istituto Da Schio e la trasferta in questione ha come meta i terreni confiscati alla mafia nei dintorni di Gioia Tauro, oggi occupati e lavorati da diverse cooperative sociali. È questa la realtà che Marco Bedin, insegnante di religione al “Da Schio”, intende far conoscere ai suoi allievi che dal 15 al 19 aprile affronteranno il tema delle infiltrazioni mafiose nella filiera produttiva dei prodotti enogastronomici. «Sarà l'occasione - spiega don Bedin - per capire le ricadute positive della legge 109/06 sul recupero sociale dei beni sottratti alla mafia. Il gruppo vivrà un’esperienza di lavoro con la cooperativa sociale “Libera Terra Del Marro». «Vista l’importanza della proposta - fanno sapere gli studenti del Da Schio coinvolti nel progetto - abbiamo pensato di autofinanziarci organizzando e preparando con le nostre mani un pranzo comunitario nella sala teatro della parrocchia di Ospedaletto dove don Marco è parroco». L'appuntamento per chi volesse tendere una mano è in parrocchia a Ospedaletto domenica 24 alle 12. • AN.MA.

© RIPRODUZIONERISERVATA

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Torna nelle scuole di Vicenza e provincia “Coltiva il tuo sogno”, l'innovativo progetto ludico-didattico, gratuito, promosso dalla banca Ing Direct e dedicato ai bambini delle scuole elementari, agli insegnanti e alle famiglie. Obiettivo: sensibilizzare i più piccoli al valore del risparmio e all'uso consapevole delle risorse e al tempo stesso sostenere concretamente l'istruzione dei coetanei meno fortunati grazie alla partnership con Unicef. Giunto alla sua quinta edizione nazionale, “Coltiva il tuo sogno” ha già coinvolto negli anni scorsi 79 scuole elementari nella provincia di Vicenza, dove anche quest'anno hanno aderito 20 istituti. Grazie alle passate edizioni oltre 3.200 bambini di Etiopia, Zambia e Nepal hanno potuto frequentare la scuola per un anno scolastico attraverso Ing Chances for Children, il progetto di Ing e Uinicef che ha l'obiettivo di abbattere gli ostacoli alla scolarizzazione. Il kit didattico, fornito gratuitamente a tutti gli insegnati, comprende il libro-gioco "Le avventure del folletto Seminasogni - La scala per la luna" di Annalisa Strada.Il libro fornisce validi spunti per i moduli didattici pratici che compongono la guida docenti e gli altri strumenti ad uso dell'insegnante. •

Centocinquanta i disegni selezionati e 12 i premiati Ai vincitori un buono per materiale scolastico

Unmosaicocon iposter perla pacerealizzati dagli studenti pace è uno di quei valori che si apprezzano appieno solo troppo tardi, quando vengono a mancare. Per questo è difficile "immaginare la pace", quando la si vive. Tra i 150 disegni selezionati, che a maggio saranno esposti nei negozi del centro storico, ne sono stati premiati 12, tutti interessanti per qualità tecniche e invenzioni creative. E così simbolo di pace possono essere lunghe mani alate a schermar il mondo, un boomerang pacifico, il moderno che avanza nell'invenzione della pagina web sulla pace, un tornado positivo, un ombrello protettivo, un mondo felice tra colori, giochi di bimbi e fiori.

Lecifre

SCUOLA/1. DaSchio

I“Poster perlaPace” finirannosullevetrine È stata una bella festa quella che si è svolta nel salone d'onore del palladiano Palazzo Thiene Bonin-Longare, messo a disposizione da Confindustria Vicenza per le premiazioni e la mostra del concorso internazionale “Poster per la Pace”, promosso dal Lions Club Vicenza Host. A fare gli onori di casa il vicepresidente Matteo Cielo, gratificato nel vedere una partecipazione così qualificata (oltre a dirigenti Lions del Distretto 108 Ta1, anche l'assessore alla Famiglia e alla Pace Giovanni Giuliari in rappresentanza del sindaco) e, soprattutto, una folla di studenti, docenti e familiari, attenti ed emozionati, pronti all’ applauso dei 12 vincitori. Soddisfatto, con la collaboratrice Maria De Stefani, anche il presidente del club Mario Bagnara per la risposta ottenuta da 12 scuole medie della città e dei comuni limitrofi: oltre 1.000 i disegni realizzati. Il tema di quest’anno era “Immagina la pace”: tema senz'altro arduo per chiunque, essendo facile cadere negli stereotipi della colomba e dell'arcobaleno, senza approfondire la ricerca in modo personale. La

Lasede dell’OperaPiaCordellina aSanta MariaNova

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Cronaca 25

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 20 Marzo 2013

LASECONDAMOSTRA. Tappa alWadsworthAtheneumMuseumof Artdi Hartfordalla ricercadi nuovegrandi opereda esporre in Basilica nel febbraio2014

UnCanalettoda sogno mai vistoinEuropa Oltreaidue Monet delleNinfee edellaspiaggia diTrouville saràesposta aVicenza la“Veduta dipiazzaSanMarco”delmaestroveneziano Alessandro Mognon

INVIATO AD HARTFORD (USA)

Non c'è filtro, al Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford, 150 chilometri da Boston. Passi dalla biglietteria, fai tre metri, apri una porta a vetri, entri in un grande salone luminoso e ti giri a guardare il primo quadro a fianco. È un Picasso, e poi un altro, e poi Matisse, Munch, Mirò, Magritte, Ernst, Klee, Chagall. Si presentano così, con un botto iniziale. Come dire «visto cosa possiamo fare qui?». Solo per dire che in questo museo, il primo fondato negli Usa nel 1840, Marco Goldin non poteva non venire per fare la “spesa” per Linea d'Ombra. Qui doveva tornare perché qui ci sono i sei quadri che voleva assolutamente avere per l'esibizione Verso Monet. Dal Canaletto che non è mai stato esposto prima in Europa alle spiagge e ai panorami sconfinati degli americani John Frederick Kensett e Frederick Edwin Church fino ai due Monet delle Ninfee e della Spiaggia a Trouville. Qui c'è la più grande collezione dell'Hudson River School. Ma poi con il passare del tempo ha acquisito anche pezzi antichi. O li ospita, come sta facendo adesso con la mostra su Caravaggio “Burst of Light" (lampi di luce). Arrivano dalla

National Gallery di Londra o dal Metropolitan Museum di New York. La curatrice del museo, Robin Frank, ci tiene particolarmente a questa operazione, anche perché spiegare Caravaggio a una delegazione di giornalisti italiani è forse una piccola sfida. Compreso il fatto che si viene sempre seguiti da una guardia della sicurezza che non ti molla un secondo. Comunque arriva il Canaletto. Goldin quasi non ci crede ad averli convinti al prestito. È un Canaletto singolare. Una veduta di Piazza San Marco con il campanile al centro e con una prospettiva eccezionale: «Ha una luce straordinaria - dice Goldin - Non era mai stato esposto in Europa». Il motivo per cui il responsabile delle prossime mostre alla Gran Guardia di Verona e nella Basilica Palladiana a Vicenza lo voleva è quello del confronto: i paesaggi e la luce visti dai pittori europei e americani, dal 1600 al 1800, dalle vedute della Francia a quelle della

Noneramai statoesposto nelVecchio continente Haunaluce straordinaria

scandinavia.Usa le spiagge e l'acqua, Goldin, per far vedere cosa unisce e cosa divide due continenti e periodi diversi. Ecco perché nella sezione dedicata al Realismo metterà di fianco La costa con figure a Beverly Shore di John Frederick Kensett accanto a una spiaggia di Courbet con vicino un altro dipinto di grandi dimensioni in arrivo da Gand del belga Artan De Saint Martin. Un modo per legare gli artisti degli Stati Uniti con quelli di Francia. E così sempre per giocare su questa idea ecco l'acquisizione delle due opere di Edwin Church: Le rapide del fiume Susquehanna (1846) e la Veduta del Quebec (1846). Sono i grandi cieli e i grandi spazi della pittura americana dell' Hudson River che Goldin vuole mettere a confronto con i confini più ristretti dell'Europa. Insomma le praterie americane non sono esattamente la stessa cosa delle colline della Provenza. Ma ad Hartford Goldin doveva venire perché gli servivano altri colori e altri modi di vedere l'acqua, la spiaggia, la luce. Quello dei due Monet: le Ninfee del 1907 e Spiaggia a Trouville del 1870. Spiaggia a Trouville lo considera un punto di partenza. Prossima tappa al Columbus Art Museum: operazione Monet, Degas e Pissarro. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ilpercorsodelle tele

Paesaggiesettesezioni dedicatiaigrandispazi

JohnKensett, “Figuresul lungomare”, 1869

Canaletto,Vedutasu piazza SanMarco, 1738

EdwinChurch,“Lerapide delfiumeSusquehanna”, 1846

LAMANIFESTAZIONE. Dadomani adomenicatutte lenovità perchinon sa rinunciarealle gite

LaprimaveraportaGitando Lavacanza si prendela Fiera Tralenovità il padiglionedellosportincollaborazione conil Coni Maria Elena Bonacini La primavera "fuori porta" parte da Gitando. Inizierà domani per concludersi domenica il salone dedicato al turismo all'aria aperta, che ormai da cinque anni è associato a Gitando.all, l'ampia sezione dedicata al turismo accessibile, nato dalla collaborazione tra la Fiera e il network "Village4 All". Tra le novità ci sarà anche Gitando.sport, padiglione in collaborazione con il Coni provinciale che presenterà le attività sportive con campi da gioco, dimostrazioni di campioni e conferenza. Ma ci sarà spazio anche per la nona edizione di "Benè", che proporrà sette percorsi di benessere: luoghi di relax, metodi e trattamenti, prodotti naturali, vivere ecologico, Spa habitat, alimentazione sana, attività sportiva. Ma il salone sarà anche l'occasione per riflettere sul design accessibile, le opportunità che offre, la situazione delle strutture ricettive, con appuntamenti anche a livello internazionale, come il Mita, il Meeting internazionale del turismo accessibile, in collaborazione con Regione e Commissione europea, che si svolgerà venerdì e precederà la cerimo-

Visitatoriaunadelle ultimeedizioni di Gitando. ARCHIVIO nia inaugurale delle 18.30. Tante le collaborazioni, dal Coni al Centro servizi volontariato, da Confartigianato a Confcommercio, che sarà presente con l'Università del gusto. Tantissimi gli appuntamenti dedicati all'accessibilità, dall'incontro di domani alle 11 su "Retail for all" ai tanti eventi di Confartigianato, che alla stessa ora inaugurerà "Cities for All. Prodotti, spazi e sistemi per tutti", la mostra iti-

nerante promossa da Design for all Europe e che venerdì premierà la quarta edizione del concorso Libero Accesso, lanciando l'edizione 2013. Venerdì alle 14 sarà anche presentato il libro "Human Hotel Design" sulla progettazione alberghiera e alle 13.30 si svolgerà il convegno sull'ospitalità accessibile. Anche l'Arena sport ospiterà un turbinio di attività: dal rugby in carrozzina ai tornei di calcio, dalla

scherma al tennis tavolo, dal dai shi do, la presentazione di "Emozionabile.it" portale delle "emozioni accessibili", a quella delle Universiadi 2013, con ice sledge hockey e curling in carrozzina. E lo Spirito di Stella festeggerà in Fiera i suoi 10 anni. Sarà presente, durante tutta la manifestazione, l'Agorà della solidarietà, tenuto dal Centro servizi volontariato, dove le associazioni incontreranno le scuole e saranno approfonditi i temi dell'inclusione sociale. Tra i progetti di Confartigianato anche Hackathon 2013, un contest informatico in cui oltre 100 programmatori avranno 24 ore di tempo per studiare nuove "app" sui temi assegnati. Tante le attività anche nel campo del benessere, con corsi di massaggi indiani, amazzonici e maori dedicati ad estetiste ed operatori del benessere, ma anche dimostrazioni di massaggi e Ayurlifting. Nel Ciao Campeggio showroom sarà in mostra tutta l'offerta dedicata ai campeggiatori. Momento clou il 3˚ simposio turismo plein air: quale futuro in Europa (sabato alle 9.30). Gitando sarà aperto da domani a sabato dalle 9 alle 21 e domenica dalle 9 alle 20. Ingresso gratuito. • © RIPRODUZIONERISERVATA

vademecum

Èdivisoinsette sezioni,il percorsodellaprossima mostraVerso Monet.Etutte legateinqualche modo fra loro. Eccole:Il Seicento. Il vero eil falso dellanatura; il Settecento,l'etàdellaveduta; Il paesaggioromantico; Realismi; Monetela nuova ideadinatura; l'impressionismoeil paesaggio;il paesaggio del novecento. Insommase nellaprima mostrainBasilicaPalladiana il protagonistaera ilritratto, adessosono i grandi spazi,i paesaggi,le luci. Dallepraterie americanesenza confiniai paesinidellaFrancia.Inaltre parolela storiadelpaesaggio in Europae inAmericadal SeicentoalSettecento. Una novantina didipinti(alcunisono ancoradadefinire)per raccontarelanatura. E nonpiù conl'uomo comeprotagonista.

Equindi comparesolounapiccola figuralontanaesperduta Ilfilo conduttore,o meglioil simbolodellamostrasarà Claude Moneteil suo passaggiodalla pitturadovesi riconosconoancora idettagli alladissoluzionedei segnifra luceecolore.A luiè dedicatoun terzodellospazio espositivo,conventicinque dipinti. Dalseicentoedal settecento di entrerà cosìnel1800. Passando daTurnereConstable.Passando dallaFrancia dellascuoladi Barbizonalla Scandinavia,all'Est Europafino alla scuolamade in Usadell'HudsonRiverSchool. Edalìsi arrivaa Monet, affiancatodaglialtri impressionisticome Renoir, Sisley,Pissarro, Caillebottefino a VanGogh, Gauguin eCezanne.Un lungoviaggioinsommasulla trasformazionedelpaesaggio dal '600allamodernità. • AL.MO. © RIPRODUZIONERISERVATA

ILWORKSHOP. Trentaoperatori incittà

CARTESIOEGEOMETRIA Oggialle16 a Palazzo Cordellina,incontro dell’Ausercon Lidia Barsottisu“René Descartesela chiave peril possessodelle basidi tuttelescienzeovverola geometriaanalitica”. POESIA Oggialle18 a Palazzo LeoniMontanari, peril ciclo“Dire poesia 2013”, incontroconilpoeta

Foto digruppo dei“venditori” di Vicenzadavantia villaCordellina

Cosìgli operatori turisticiitaliani “vendono”Vicenza Padovan: «Cultura earcheologia industrialedestano interesse»

PierluigiCappello(nella foto).Introduce Maurizio Casagrande. VINOESTORIA Alle17.30 allabiblioteca LaVigna,incontro promossodall’Ufficio pellegrinaggidella diocesi su“Ilvino e lavite nel Medioriente".Relatori AttilioScienza eOsvaldo Failla.Intervieneil vescovo BeniaminoPizziol. COLLEZIONISMO Alle10al centro Proti incontroorganizzato dall’Unionefilatelica numismaticavicentina.

La recente riapertura della Basilica palladiana e la grande mostra su Monet e il paesaggio, prevista per inizio 2014, hanno costituito il filo conduttore dell’edizione 2013 dell’evento organizzato da Vicenza è, grazie agli interventi promozionali finanziati dalla Camera di commercio. «Una trentina i seller del territorio - precisa Carla Padovan del consorzio - che, grazie ad una accurata selezione di altre proposte culturali, fra cui i distretti, i villaggi e l’archeologia industriale fino agli spacci aziendali consigliati per uno shopping di qualità. Sono stati presi accordi per alcuni gruppi previsti già dal prossimo maggio».

Gli operatori intervenuti hanno avuto la possibilità di presentare anche il Palladio Museum e il prossimo museo del gioiello, oltre ad un ventaglio di percorsi di turismo industriale, incentrati su musei d’impresa, visite alle aziende. Tra le diverse novità illustrate già al momento della presentazione delle destinazioni vicentine anche idee per il cicloturismo e suggerimenti per assaporare la ricca offerta enogastronomica della provincia, inclusi i prodotti a marchio europeo e quelli De.Co. L’agenda ha previsto un workshop di approfondimento, nel contesto di un educational tour di tre giorni in provincia. •


26 Cronaca

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 20 Marzo 2013

L’INCONTRO. Ilpacifistaargentino chehaconosciuto latorturanegli anni Settantahaincontrato ilsindaco ei vicentini

L’INIZIATIVA. Partecipano nove localivicentini

Ambasciatoredipace ediritti: «Nessunabasemilitare èutile» SupapaFrancesco: «Lo conosco, maiconnivenze coni generali»

Sidovrebbe partireafine maggio Bevande, fruttae“angolo bimbi”

Esquivel, ilNobelanti-DelDin Roberto Luciani Il disegno di un viso di donna e di una colomba, poi la dedica. Immagini e parole, è il linguaggio particolare e rotondo, a suo modo tridimensionale, della gente del Sud America. Non sfugge alla regola neppure il Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel che verga così la pagina del registro degli ospiti illustri per il suo saluto a Vicenza e alla amministrazione comunale prima dell’incontro con i cittadini al palazzo delle Opere Sociali. È la sintesi diretta ed efficace del lungo confronto avuto con il sindaco Achille Variati e con l’assessore alla pace Giovanni Giuliari, entrambi molto emozionati, nonché con la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi. Equidistante dalla diplomazia di facciata e dalle ideologie, Esquivel ha risposto senza mediazioni dialettiche ad

Non-violenza nonèpassività manecessita diun’azione trasformatrice ADOLFOPEREZ ESQUIVEL PREMIONOBELPER LA PACE

ogni domanda. A cominciare dal Del Din, visto molto da vicino: «Nessuna base militare è un’opportunità e non ce n’era bisogno in una città come Vicenza. Ma se non dà vantaggi allora diventa un pericolo, perché espone la gente ai rischi e alle conseguenze di una guerra. Per questo è giusto continuare a opporsi, educando la gente ai valori del rispetto e del dialogo». I DIRITTI E LA PACE. La gente: il senso stesso della parola “pace". Combattente della non violenza e testimone della giustizia fin dagli anni ’60, imprigionato e torturato dalla giunta militare argentina a fine anni ’70 per la sua difesa appassionata dei diritti umani, salvato dalla resistenza della moglie Armanda ed insignito del Nobel nel 1980 (e del premio Pacem in Terris nel 1999), oggi che di anni ne ha 82 ribadisce la sua convinzione: «La speranza sta nella capacità delle persone di sapersi organizzare per reclamare i propri diritti. Sia chiaro: la non violenza non è affatto passività, ma necessita di un’azione trasformatrice». Ricorda la rivendicazione attiva dei contadini senza terra brasiliani e il ruolo decisivo che in tutto il continente ha assunto il movimento delle

IlFieroha un’idea “Trasferire”i bar aCampoMarzo Maria Elena Bonacini

Ilpremio NobelAdolfo PerezEsquivel all’arrivo alpalazzodelle OpereSociali. COLORFOTO

Inumeri

82

GLIANNIDELL’ARGENTINO ADOLFO PEREZESQUIVEL

Ilpacifistaargentino ènato aBuenosAiresnel 1931. Neglianni Settantafu imprigionatoe torturato duranteladittatura.

1980 L’ANNO DELNOBEL APEREZ ESQUIVEL

PerezEsquivel fuinsignito delNobelper lapace nel 1980per aver denunciato gliabusidel regimedei generaliinArgentina.

donne, poi, confine irrinunciabile, sottolinea che non ci possono essere obiettivi condivisi con chi veste una divisa militare. «Perché le armi non avvicinano, semmai sono fatte per allontanare gli uomini». «IL PAPA? ZERO CONNIVENZE». Il “tubo", la cella stretta e lunga dove fu cacciato nel 1977, se lo ricorda bene. Fu là che ebbe la folgorazione: «Dios no mata». Parole che sono diventate il cuore della sua fede disarmata e che oggi sono la lente di ingrandimento sulla realtà di quegli anni. «Papa Francesco con la dittatura non c’entra. Ci furono sacerdoti collusi, ma non lui. Anzi, io che lo conosco bene, posso dire che allora come oggi la sua forza è proprio nella semplicità e nella convinzione che la Chiesa deve liberarsi dalle lusinghe della ricchezza e del potere. La sua

azione sarà utile per superare l’egocentrismo dell’istituzione e aprirla al mondo: il nome che ha scelto parla da solo». Nessuna difesa d’ufficio, del resto quella scritta tracciata con il sangue, “Dios no mata", esige coerenza fino in fondo. EMOZIONI. Sollecitato, ricorda Chavez e il suo progetto di un Banco Sur, una banca sudamericana autonoma rispetto ai grandi sistemi bancari, e sottolinea come il processo di integrazione fra i Paesi dell’area sia consolidato e irreversibile. «Sono cresciuto scoprendo la non violenza proprio dalle sue parole, mentre svolgevo il servizio civile», sottolinea colpito Giovanni Giuliari, mentre Variati ribadisce: «Quello che ha detto deve farci riflettere, è un insegnamento da tenere a mente anche per il futuro». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Una lunga passeggiata con tra i locali vicentini senza lasciare viale Dalmazia. È il progetto estivo con capofila "Il Fiero", presentato in Comune come alternativa tutta berica allo spritz padovano. A raccontare la proposta è Nino Carpanedo, presidente de Il Fiero, che questo fine settimana tornerà sotto la struttura di Campo Marzo con la Festa della Pizza, che vedrà ai fornelli Salvatore Ferraro di Pizzamania. «Il progetto coinvolge nove noti locali vicentini - spiega Proseccheria, Moplen, Cirkus, Qubò, Sartea, Bar Castello, Angolo Palladio, Touch e La Vinoteca, che aprirebbero una loro "filiale" sui lati di viale Dalmazia a partire da fine maggio, più Il Fiero con un'enoteca. La data è pensata per non andare a confliggere con la Millemiglia o il Giro d'Italia. I locali aprirebbero pomeriggio e sera, creando quindi una bellissima passeggiata nel verde, che è quella che manca a Campo Marzo. Durante il giorno il target sarebbero famiglie e bambini, mentre la sera ci si rivolgerebbe ad un pubblico più giovane. L'offerta sarebbe varia, con ristorazione, grigliate, bar frutta, bevande, con un an-

golo per i bambini e un'area eventi dove organizzare spettacoli e iniziative culturali, dal teatro ai concerti». La proposta è già stata presentata in Comune e la discussione è avviata. «Abbiamo incontrato sia il sindaco Achille Variati che l'assessore Marco Dalla Pozza - continua Carpenedo - ai quali abbiamo anche illustrato alcuni tipi di struttura che si potrebbero installare e che andranno scelti anche in accordo con la Soprintendenza. Inoltre, con un tecnico stiamo studiando un sistema d'isolamento acustico ad acqua, che è la migliore barriera, anche se i costi sono alti e speriamo in qualche sponsor». «L'obiettivo - evidenzia - è creare la passeggiata che a Vicenza non c'è, bonificando al contempo l'area di Campo Marzo. Da fine mese, sempre in quest'ottica, recupereremo anche una tradizione vicentina, cioè quella di avere le giostre due volte l'anno. Dal 29 marzo al 21 aprile a Campo Marzo tornerà il luna park, con attrazioni per bimbi. Per aiutare le famiglie abbiamo concordato con i giostrai due mezze giornate gratuite per gli alunni di asilo, elementari e medie ai quali saranno distribuiti i buoni a scuola». • © RIPRODUZIONERISERVATA


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