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I buoi scappati dalla stalla
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li scandali dilagano, inarrestabili, offrendo il desolante spettacolo di un paese marcio sino alle midolla, facendo impallidire persino il ricordo di Tangentopoli. Si stenta a trovare una regione, un'amministrazione locale, una istituzione pubblica che non sia coinvolta, o quantomeno sfiorata, da questo sordido «magna-magna» che da Roma in su e in giù sembra aver infettato l'intero paese. E, mentre il Parlamento, perdendosi in inconcepibili e inammissibili sofismi, tarda ad approvare il disegno di legge anti corruzione, il governo scende in campo per approvare un decreto che affondi finalmente il bisturi nella mala amministrazione dilagante perché l'Italia degli scandali, avverte Mario Monti, «è un'Italia vecchia che preferiremmo non vedere in futuro». Si annunciano sanzioni pesanti per gli amministratori locali che vengono meno ai loro doveri, si preparano controlli spietati della Corte dei conti sulle spese delle Regioni, si discute sull'opportunità di non ricandidare a cariche pubbliche coloro che sono stati riconosciuti responsabili di reati. La decisione del governo Monti di porre mano ad un provvedimento che sia quanto più possibile severo è certamente encomiabile. Ma non ci si può limitare ad un plauso generico e di circostanza se non si vuole correre il rischio di chiudere la stalla quando buoi sono scappati. Fuor di metafora: se non si vuole che tutto resti a livello di buoni propositi. E allora s'impone in primo luogo di capire come sia stato possibile che enti di così vasto rilievo istituzionale siano giunti ad infangarsi fino a questo punto, come sia stato, cioè possibile che il sistema sia arrivato a così elevati livelli di corruzione. Perché c'è, evidentemente, la corruzione degli uomini, ma c'è anche una corruzione del sistema che va individuato e modificato con riforme profonde. E il secondo, ma certo non ultimo problema da risolvere, è quello dei tempi di attuazione di queste misure. Il governo può approvare i provvedimenti in sé più efficaci, ma questi sono destinati a rimanere lettera morta se poi, come troppo spesso è accaduto, il Parlamento fa perder loro ogni efficacia dilatandoli nel tempo o, addirittura, stravolgendone i contenuti. Le forze politiche sono probabilmente nel giusto quando sostengono che, una volta investite del consenso popolare, hanno diritto a governare il paese. Ma a questo diritto deve far riscontro anche l'adempimento di un dovere, la dimostrazione concreta di meritare il consenso che chiedono ai cittadini. Finora non lo hanno meritato.
Laproposta del Governo. Monti: «Èpossibileridurre letasse entro6 mesi» Interdetti. E mai più in lista. Sindaci e presidenti di provincia che hanno contribuito al dissesto «non sono candidabili per 10 anni» a numerose cariche tra cui quelle nelle Giunte e nei consigli e nel Parlamento. Questa è la nor-
DECRETO“SVILUPPO2”
Arrivaildocumentodigitaleunico Misureperinfrastruttureestartup f PAG2
VICENZA. L’UCCISIONE IN CAMPO MARZO FU UNA SPEDIZIONE PUNITIVA
ma inserita nella bozza di decreto legge allo studio del Consiglio dei ministri sui costi della politica. E a proposito di tutti gli scandali trascorsi di cattiva amministrazione, il primo ministro Mario Monti, presentando le misu-
re sulla crescita, ha ribadito che si tratta di «un' Italia vecchia, che preferiremmo non vedere in futuro», e che è interessata da questo decreto, mentre quello Sviluppo «riguarda il futuro e l'Italia nuova». f PAG 3
L’INTERVISTA. Calcio,l’imprenditorescoprelecarte
DalleRive:«Vorrei ilVicenzaperNatale» L’imprenditore Rino Dalle Rive rivela la speranza di concludere entro Natale la trattativa in corso per rilevare, insieme ad altri vicentini, il Vicenza Calcio. Ha già parlato con il sindaco Variati di nuovo stadio e avrà un incontro con Vicenza Futura. Intanto sta mettendo a punto il piano economico e tecnico per il futuro del club. f MANTOVANI PAG49
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Benzinaioucciso, lafamigliachiede 1,6milionialkiller
Altri4arrestiperl’omicidio La polizia ha arrestato tre tunisini e un marocchino che, la sera della Festa dei Oto avrebbero preso parte alla spedizione punitiva per il controllo dello spaccio di droga e che era sfociata nell’omicidio di un uomo. All’appello mancano altri tre stranieri che forse sono già scappati all’estero. Il procuratore Cappelleri: «La città non ha bisogno di risposte emotive ma tecniche. Qualcuno ha proposto di chiudere il parco: ma se i rimedi sono “improvvisati” rischiano solo di ottenere l’effetto opposto». f MILANIVICENZI PAG18
L’imprenditoreRinoDalle Rive
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«Hosbagliato,nonsonounhacker» Orgogliosoperl’offertadilavoro:«Mailmioeraun“gioco”sbagliato» Parla per la prima volta lo studente di quinta superiore creatore del programma che ha violato il sistema informatico dell’istituto “Marzotto” di Valdagno: «Non sapevo di commettere un reato, per me si trattava solo di un gioco. Ho capito di aver sbagliato e ai miei coetanei dico: non fatelo, non ne vale la pena. Il talento va usato a fin di bene, in maniera positiva».
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Venerdì 5 Ottobre 2012
VENETO
VENEZIA.Ulssemedicocondannati LaCortediCassazionehacondannatol’UlssdiCastelfrancoe unmedicoarisarcireunafamigliapernonaverdiagnosticato lasindromedidownaunfetoduranteunagravidanza.
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SANITÀ. Indaginedi Confartigianato sulla salutenel dopo-crisi: forti aumentidiesborsi pro capitea livello nazionale,ma emergono anchedifferenze tra singolerealtà
Ammalarsicosta di più, mailVenetotiene
Rafficadirincaripermedicine,prodotti farmaceutici, apparecchimedicali, peròsiamoal13˚posto percrescitadispesa Roberta Bassan
Le“Pagelle” nazionali diAgenas
VENEZIA
Mai come di questi tempi vale il detto “l’importante è la salute”. E non solo perché in fondo, quando si sta bene, si affronta tutto con maggiore facilità. Ma anche perché oggi ammalarsi costa caro, maledettamente caro. Curarsi è sempre più costoso: medicine, prodotti farmaceutici, attrezzature e apparecchi medicali. Quando ci si reca in farmacia è un salasso, così le visite specialistiche e gli esami diagnostici a meno di non avere il tempo di aspettare, aggiunciamoci anche i ticket. La sanità costa tanto, sempre peggio. I dati nazionali fanno impressione. Il Veneto tiene: pur con una variazione pesante della spesa negli ultimi 10 anni, la nostra regione si colloca tra le più virtuose in fatto di qualità e costo del sistema sanitario nazionale. Una performance che potrebbe incoraggiare Ministeri della Salute e dell’Economia a scegliere il Veneto tra i possibili modelli di riferimento. I costi standard in sanità partiranno dal 2013 e a fare da benchmark per Ulss e ospedali di tutta Italia saranno tre delle cinque migliori regioni per i bilanci in regola e per la qualità, l’efficienza e l’appropriatezza del servizio reso nel 2011 da prendere a punto di riferimento. L’INDAGINE. Intanto a fornire un po’ di dati sul quadro nazionale e regionale è stato l’Ufficio studi di Confartigianato veneto, guidata dal vicentino Giuseppe Sbalchiero. L’indagi-
Lavirtuosità venetasanitaria potrebbefareda benchmarkper Ulsseospedali italiani
ABassanoaltamortalità dainfarto,adArzignano sisopravviveall’ictus
Cifra
58,7%
SPESA SANITARIA VENETA: L’AUMENTOIN10 ANNI
Fileper prenotatevisite edesami. ARCHIVIO ne racconta come in Italia, più che nel resto d’Europa, ammalarsi è molto costoso: tra luglio 2007 e luglio 2012 i prezzi dei servizi e prodotti sanitari sono cresciuti del 14,1%, vale a dire 5,7 punti in più rispetto all’aumento dell’8,4% nell’Eurozona. Secondo Confartigianato, a far registrare i maggiori rincari sono stati medicinali, prodotti farmaceutici, attrezzature e apparecchiature medicali i cui prezzi sono saliti negli ultimi quattro anni del 13,6%, ad un ritmo quasi triplo rispetto al 5% dell'Eurozona, con un differenziale che arriva a 8,6 punti. Molto elevata la differenza Italia-Ue anche
per i servizi ambulatoriali i cui prezzi in Italia salgono del 18%, cioè 7,6 punti in più rispetto al 10,4% degli altri membri Ue. Ma un balzo ancor più grande riguarda la spesa pubblica per la sanità: tra il 2000 e il 2011 è cresciuta del 64,1%, con ritmo doppio rispetto all’aumento del 31,9% registrato dal Pil, Prodotto interno lordo, valore che misura in buona sostanza la ricchezza del Paese. Nel 2012, la spesa pubblica sanitaria ha raggiunto i 114,5 miliardi, pari al 7,2% del Pil e al 14,2% della spesa pubblica complessiva. REGIONIEDISAVANZO.Il rappor-
Ladinamicadella spesadel serviziosanitarioveneto è passatada 5.637milioni di eurodel 2000agli 8.946 del2011 aumentando del 58,7%(controil64,1% dell’Italia),tredicesimia livellonazionale. to di Confartigianato stila anche la classifica delle regioni con il disavanzo più vistoso nel servizio sanitario. In testa il Lazio oggi più che mai nell’occhio del ciclone per gli scandali della Regione che, tra il 2008 e il 2011, da solo cumula un disavanzo di 4.958 milioni, pari al 45% del totale, seguito dalla Campania con 2.337 milioni pari al 21,2%, dalla Puglia con 1.103 milioni pari al 10%, Sardegna con 786 milioni pari al 7,1%, Calabria con 632 milioni pari al 5,7% e Sicilia con 592 milioni, il 5,4%. VENETO VIRTUOSO. Sul versante opposto della classifica ci so-
no 8 regioni che tra il 2008 e il 2011 hanno accumulato un avanzo: il valore più alto in Emilia Romagna con 113 milioni, seguita da Bolzano con 65 milioni, Veneto con 63 milioni, Friuli Venezia Giulia con 59 milioni, Marche con 52, Lombardia con 45 milioni, Umbria con 32 milioni e Piemonte con 28 milioni. Il disavanzo nella sanità pubblica tra il 2008 e il 2011 incide per 182 euro pro capite. Ma nel Lazio pesa per 865 euro per abitante nel quadriennio 2008-2011, mentre i cittadini veneti hanno avanzato 13 euro a testa. Il polso veneto lo dà il presidente Sbalchiero: siamo al quintultimo posto per spesa del Servizio Sanitario pro capite (1.812 euro); tredicesimi per crescita della spesa negli ultimi dieci anni (+58,7% al di sotto della media nazionale +64,1%); terzi per importo dell’avanzo di bilancio (+65 milioni di euro in 4 anni) dopo Emilia Romagna e Bolzano. «Veneto virtuoso - sintetizza Sbalchiero - con la spending review non è possibile chiedere tagli indifferenziati». Intanto si apre il confronto tra Governo e Regioni per decidere le regioni migliori, quelle da prendere a modello. •
Haun po’il saporedellapagella lamappa delleperformance sanitariecurata dall’Agenas, l’entechesvolge il ruolodi collegamentoedisupporto decisionaleper il Ministero dellaSaluteele Regioni sulle strategiedisviluppo del Serviziosanitarionazionale. Sottola lentesonofinite le patologiecuratenegli ospedali pubbliciitaliani. Le prestazioni deinosocomivenetisono tutto sommatopositive, salvo qualcheeccezione. Eccole più significative. INFARTOMIOCARDICO ACUTO: MORTALITÀ A 30 GIORNIDALRICOVERO.La mediaitaliana èdel10,28%, sopratalesoglia tra ivenetisi collocal’ospedale diBassano (18,81%dimortalità), sulla stessalineaBellunoeMirano, poiPievediSoligo(15,87%) e Rovigo eEste (14,47%). ICTUS.MORTALITÀ AD UN MESEDAL RICOVERO. La mediaitaliana èl’11,61%, tra le situazionimigliori siassesta l’ospedalediArzignanodovela mortalitàin questocasosi collocaal 6,86%.In Venetotra lesituazioni peggiori sisitua Chioggia(25,32%). BYPASS AORTOCORONARICO: MORTALITÀ A30 GIORNI.È unodegliinterventipiù diffusi almondo, lamortalità media italianaadunmese dall’intervento èdi2,45%. Tra gliospedaliveneticon le performancepeggiori èSan DonàdiPiave(8,45%).
ILSINDACATODÀLA SCOSSA. Porto(Cisl):«Il“Tavoloperlosviluppo”dàrisultati,manonbastaspenderebenei soldichecisono.Neservonoaltri»
«Non c’è scelta: reperire risorse straordinarie» «LaRegione chiedauno sforzoai redditipiù alti Confindustriarealizzicon noiun entebilaterale» Piero Erle Approva con decisione il cammino che la Regione ha portato avanti con la seconda tappa del “Tavolo per lo sviluppo del Veneto”: «Apprezzo il metodo di coinvolgimento di tutte le parti sociali, e apprezzo la trasparenza: questa è l’unica Regione che costruisce il bilancio e individua le priorità in un processo di coinvolgimento e di trasparenza. È molto importante, specie in questi tempi». Ma Franca Porto, segretario generale della Cisl Veneto, rappresentanti di Province e Comuni, non si nasconde ed è pronta - come ha chiesto agli
interlocutori lo stesso presidente Luca Zaia - a chiedere per scritto che quel “Tavolo per il Veneto” si dia una scrollata in più «di fronte alla crisi che continua». Bisogna fare un salto, spiega, perché la realtà è chiara: è un’ottima cosa che si concordi nello spendere bene, e secondo priorità precise, le risorse che ci sono a disposizione, «ma questo non è sufficiente. È evidente che è necessario reperire risorse straordinarie per la crescita». TRE “SCOSSE” DAGLI ENTI PUBBLICI. Articolando una prima proposta dirompente che aveva già lanciato, il segretario della Cisl regionale chiede alla
Regione di agire anche sul fronte del prelievo fiscale: «È necessario che si vada a chiedere uno sforzo a chi ha di più, agendo o sui patrimoni o sui redditi, con un prelievo più alto che sia finalizzato non certo a coprire “falle” nel bilancio ma esclusivamente a finanziare azioni di crescita dell’economia». Secondo: sfruttare un’anomalìa evidente che c’è in Italia, e cioè il fatto che il Patto di stabilità applicato qui si discosta in alcune voci dalle direttive dell’Ue, per «individuare 1-2 capitoli di spesa che possono essere importanti per dare sostegno all’economia e decidere tutti insieme ComuniProvince e altri, di sforare il
diamoci: è giusto che sia Roma a stabilire i costi della politica per tutti, e cioè i compensi massimi per Regioni, Province, sindaci o altro. Non è quella l’autonomia che si chiede: quella che ci vuole invece è un’autonomia amministrativa della Regione ad esempio nello stabilire regole per lo sviluppo, le imprese, il turismo, che mettano le aziende alla pari con Slovenia o, Carinzia».
FrancaPorto(CislVeneto) Patto di stabilità su quei capitoli, pronti tutti a rispondere in piazza, anche noi sindacati a sostegno della disobbedienza civile scelta. Terzo, ottenere un’autonomia maggiore per il Veneto in alcuni settori. Inten-
UNA“SCOSSA”PRIVATA.Ma neppure questo può bastare: di fronte alla crisi del lavoro che c’è oggi le risorse pubbliche in ogni caso da sole non bastano: «Una volta ci si trovava a confrontarsi davanti all’ente pubblico, che bene o male faceva da mediatore anche con risorse sue, e si trovavano gli accordi. Oggi le parti sociali devono essere in grado di interagire di-
rettamente». E Franca Porto rilancia la sua proposta a Confindustria Veneto: «Decidano loro se a livello aziendale, locale, regionale, ma occorre trovare un accordo sulla produttività che metta assieme imprenditori e lavoratori. Siamo la regione con più contratti di solidarietà, possibile non si riesca a trovare accordi che compensino anche chi lavora, invece di proposte inaccettabili come “un’ora di lavoro gratis in più”? E poi stanno cambiando anche gli ammortizzatori sociali: vorrei che anche Confindustria valutasse l’idea di creare un ente bilaterale coi sindacati per gestire tutta questa difficile partita di aiuti, sussidi e altro. La politica deve fare la sua parte, ma anche le parti sociali devono sapersi arrangiare, e per tutti e due non c’è più tempo da aspettare». •
COLECISTI:LAPAROSCOPIECON DEGENZAENTROA 4GIORNI.La mediainItalia èal59,31%, tra le Ulssmigliori inVenetosi colloca Legnago(89,74%), RovigoeAdria (80%).Sottoalla mediaBassano (51,22%). FRATTURA TIBIA/PERONE: TEMPIDIATTESA PER INTERVENTOCHIRURGICO. Stanteunaposizione mediana italianasull’ordinedei4giorni, Arzignanosicolloca a 2, Thiene (oggiospedaleunicocon Schioa Santorso)a 3insieme con Pievedi Soligo,Cittadella, Padova,Este, Rovigo,mentre VicenzaeVerona sicollocanosui 4giorni diattesa. Peggiofal’Ulss veneziana(6 giorni),Bassano eAsolo5. PROPORZIONEDI PARTICON TAGLIOCESAREO.Secondo l’Oms iparticesarei nondovrebbero superareil 20%del totale.La mediaitaliana èdi27,42%.Altop inVenetoèTreviso(8,98)con Feltre(9,40) eAsolo(10,04). AncheVicenzaè sottola media italianacon il16,16%, Bassano (19,98),Arzignano(20,11%)e Thiene(20,30%). INTERVENTOPERTUMORE MALIGNODELPOLMONE: MORTALITÀ A30 GIORNI.La mediaitaliana èdell’1,87%, peggiofannoVerona (5,99%)e Belluno(8,86%). FRATTURA FEMOREOPERATA ENTRO48ORE.Bisogna operare prestoper evitare complicanze.In Italialamedia si ferma al33,11%. Ottimaprestazione diMontecchio (87,90%)eArzignano(72,50%). Mal’Ulss Venezianaèal 10,20%.
ASan Marco VINYLS,4OPERAI PROTESTANO SULCAMPANILE Quattrooperai della Vinylsdi PortoMarghera sonosalitiieri serasulla cellacampanariadi San Marco,a Venezia, per protestarecontro lostallo nelqualeversal’azienda chimica.Traloro c’è NicolettaZago,storica portavocedel gruppo: «Siamostanchidi essere presiingiro.Da5 mesi non abbiamolostipendio». Gli operaisi sonomescolatiai turisti,a oltre 50metri d’altezza.«Siamoarrivati qui- haspiegato Lucio, unodeglioperai - con l’intenzionedi rimanervi pacificamente».Haspiegatocheil campanile «è chiamato“ilparon diVenezia”comesonopadroni i commissaricheci hanno portatoa questo punto».
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IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 5 Ottobre 2012
IcarabinieridiJesolohannoarrestatounmarocchinodi36anni, LekbirJaouad.Lostranieroèstatotrovatoinpossessodiun sacchettocontenente15grammidicocainacirca4milaeuro.
Accoltofinoafinemeseil ricorsoambientalista Stopper19specie diuccelli, usodipiomboealtro VENEZIA
Nuovo colpo di scena per la caccia in Veneto, dove da mesi tra l’altro nei corridoi si sente da una parte parlare di un nuovo provvedimento per la “caccia in deroga” e dall’altra gli ambientalisti che annunciano a destra e a manca che se così dovesse essere saranno gli stessi amministratori regionali a dover risponderne subito all’Unione europea e alla Corte dei conti e a dover pagare di tasca propria i danni alla fauna. La notizia piombata ieri riguarda però di nuovo il Calendario venatorio, sul quale c’era stato un primo stop provvisorio del Tar e una seconda delibera della Giunta Zaia che rimetteva in pista la possibilità per le doppiette di “suddividere” su cinque giorni la settimana, e non su tre, il carniere
massimo cui hanno diritto. «Il Tar del Veneto - ha annunciato ieri l’eurodeputato Andrea Zanoni (Idv) ha accolto con decreto cautelare il ricorso presentato dalle associazioni contro la Regione Veneto per quanto riguarda il calendario della stagione venatoria 2012-2013». Il Tar in particolare ha deciso di sospendere tre precisi punti del Calendario veneto. Primo, bocciato l’inserimento tra quelle cacciabili di 19 specie di uccelli classificati dall’istituto nazionale Ispra «e quindi non cacciabili in assenza di un “piano di gestione”, mai effettuato» (si tratta ad esempio di allodola, marzaiola, quaglia). Secondo, bocciata «la previsione della cacciabilità di specie migratrici di uccelli, ovvero di specie simili, prima del termine del periodo di riproduzione e dopo l’avvio della fase di migrazione “pre-
L’on. AndreaZanoni (Idv) nuziale”. Terzo, bocciata «la cacciabilità degli uccelli acquatici migratori anche con munizione tossiche al piombo fuori delle Zone di protezione Zps». Quarto, bocciata «la cacciabilità di ungulati con munizione al piombo contro il parere dell’Ispra». Quinto, bocciata «la cacciabilità nei siti della
LaPoliziahasventatoun’estorsioneaidannidiuncalciatoredel Trento.Avevamessoinvenditaunmotoscafoper25.000euro, ricevendoassegniscoperti.Poièstatoricattato.Duegliarresti.
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ROMA. IlFormez certifica:sono7 espariranno
COLPODISCENA. LaRegione: «Chiediamosubito la revoca deldecreto»
Caccia,ilTar bloccadi nuovo leregole venete
VENEZIA.Estorsioneauncalciatore
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SisvolgerannooggipomeriggioaPortoViroifuneralidel comandantedellalocalestazionedeicarabinieriedellamoglie uccisilunedìacolpidipistoladall’appuntatoRenatoAddario.
VENEZIA.Arrestatospacciatore
Rete Natura 2000» (siti Zps e Sic) perché manca «la valutazione di incidenza». Il Tar peraltro ha solo emanato un decreto di sospensione provvisoria: il 30 ottobre si terrà la discussione vera e propria davanti ai giudici e la Regione potrà dire la sua per ottenere il nuovo via libera al Calendario venatorio. «Si tratta di una vittoria inaspettata e strepitosa - dice Zanoni - nei confronti dell’ingordigia dei cacciatori, una vittoria che mette in ginocchio l’intera stagione venatoria veneta e condanna l’intera giunta Zaia che ha approvato il calendario sotto dettatura della lobby dei cacciatori: mi auguro si arrendano». Il ricorso è presentato da Lega Antivivisezione Lav, Wwf, Lipu, Lega abolizione caccia-Lac e Legambiente, rappresentate dall'avv. Valentina Stefutti, contestava la caccia a una ventina di specie di uccelli, tra i quali l'allodola, la marzaiola e la quaglia, nonché la caccia a molte specie in periodo pre-nuziale e nel periodo in cui i piccoli sono ancora dipendenti dai genitori. «Presenteremo subito l’istanza con cui chiediamo la revoca della sospensiva accordata dal Tar - annuncia l’assessore regionale Daniele Stival - nella ferma convinzione di aver operato, quest’anno come in quello precedente, nel pieno rispetto delle normative vigenti, nazionali e comunitarie. Trovo singolare che i pareri espressamente non vincolanti dell’Ispra, di fatto lo diventino in queste circostanze». • P.E.
Autoblu, idati veri premianoVenezia «Ormaiazzerate» VENEZIA-ROMA
Era diventato un cruccio, in Regione: tutte quelle tabelle su giornali e tv nazionali che affibbiavano al Veneto oltre 300 auto blu, incuranti di tante smentite e precisazioni diramate da palazzo Balbi. Questa volta finalmente è stato diverso, e il verdetto è venuto da “Formez Pa”, l’Istituto nazionale che ha il compito da due anni di svolgere il monitoraggio nazionale del parco auto pubblico e dei relativi costi, «fornendo al Governo - spiega una nota - gli elementi conoscitivi che sono serviti ad emanare una normativa tesa al contenimento dei costi che oggi sono circa 1 miliardo e 200 milioni annui su scala nazionale». All’incontro di ieri su “Auto blu: come si fa in concreto a risparmiare?”, con i vertici di Forme Pa, c’era una delegazione del Veneto guidata dal vicepresidente regionale Marino Zorzato. Ebbene, la Giunta regionale del Veneto, secondo il Formez, «è un esempio di ente locale «virtuoso», che ha realizzato in due anni un risparmio del 29% sulle spese di gestione e acquisizione del parco auto. La “buona pratica” del Veneto,
Ilpresidente Luca Zaia
Ilvicepresid. Marino Zorzato che ha superato anche le indicazioni del Governo di un risparmio nel 2011 del 20% rispetto al 2009, è stata imperniata soprattutto sulla dismissione di vetture di grossa cilindrata e sulla riduzione del numero di personale adibito al servizio, reimpiegato in altre funzioni. Attualmente le auto blu con autista in dotazione alla Giunta sono 7, cui si aggiun-
gono altre 13 a disposizione degli uffici nonché 269 auto “grigie”, cioè senza autista e adibite a servizi e attività operative (ad esempio, pronto intervento protezione civile e servizi forestali)». Zorzato ha detto che l’impegno della Regione è destinato ad intensificarsi: già dal 30 novembre sarà del tutto rispettata la norma che vieta l’uso di auto di cilindrata superiore ai 1600. «Sono molto soddisfatto che anche il Formez abbia riconosciuto, mi auguro in via definitiva e per tutti, che la Giunta regionale del Veneto è un esempio di virtuosità e che si è distinta a livello nazionale», è il commento diramato ieri poi dal governatore Luca Zaia, alla luce dei dati diffusi da Formez. «Le nostre 7 auto blu, che a novembre verranno anche queste rottamate, e il 29% di risparmio, che rappresenta quasi il doppio rispetto alla media nazionale - prosegue Zaia - sono l’esito di un processo di risparmi, di razionalizzazioni e di tagli, che personalmente e insieme con tutti i componenti della Giunta ci eravamo prefissi come risultato da conseguire a tutti i costi». «Un particolare ringraziamento - aggiunge Zaia - lo devo al vicepresidente della Giunta, Marino Zorzato che, fin dal primo giorno del nostro mandato, ha lavorato con caparbietà e intelligenza per ottenere che alle intenzioni si unissero fatti concreti, visibili alla comunità veneta». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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Saltaun Raffaello Battaglialegale perquelprestito IlcuratoreGoldin furibondo: «Oramai loavevano promessoanoi,mi hannoavvisato conun sms» Edàincarico agliavvocati perchiederei danni
IL DOPPIO RITRATTO. In effetti per settimane era stata annunciata l’esposizione di 86 quadri provenienti da musei americani ed europei. Nel catalogo, però, ne vengono elencati e dettagliati 85. Il quadro mancante è una tela di Raffaello che raffigura due scrittori dell’epoca: Andrea Navagero e Agostino Beazzano. «Costoro stavano allora compiendo un viaggio a Roma. L’opera appartenne a uno di essi e passò poi a Bembo, da cui la vide Michiel. Il quadro deve aver fatto scalpore fra gli uomini illustri del mondo veneziano contemporaneo. Databile verso il 1516, l’opera rientrò a Roma
con la quadreria Aldobrandini». Questo riporta la scheda pubblicata sul sito internet della galleria Doria Pamphilj che ospita da secoli una collezione privata unica al mondo, con opere di artisti come Caravaggio, Tiziano e Raffaello. LA MOSTRA. Da tempo Goldin inseguiva questo prestito di grande prestigio, che aveva annunciato al nostro giornale a metà agosto, definendo l’accordo con la galleria capitolina «un eccezionale risultato almeno per tre ragioni: primo perché la Doria Pamphilj presta raramente; secondo perché è un documento importante dell’attività finale di Raffaello; terzo perché c’era la concorrenza della mostra sull’Ultimo Raffaello prima a Madrid fino al 16 settembre, poi al Louvre di Parigi, che poteva soffiarci questa tela». E proprio il Louvre, in extremis, ha soffiato la tela a Vicenza, in una vicenda che sembra pescata dal-
Avevamo ricevutoleemail diconfermadel prestitoancora adagosto MARCOGOLDIN CURATOREDELLAMOSTRA
le cronache del calciomercato estivo. RETROMARCIA.L’idea del curatore della mostra era di collocare il Doppio ritratto nella terza sezione, dedicata ai ritratti nel quotidiano, accanto al Ritratto di due amici di Jacopo Carrucci detto Pontormo. A fine agosto, però, un sms ha cambiato le carte in tavola. «Avevamo ricevuto una serie di email di conferma del prestito nei primi giorni di agosto dalla segreteria della galleria, con tanto di indicazioni sulle menzioni da pubblicare nel catalogo, i contatti del trasportatore e dell’assicuratore. Poi il messaggio sul telefonino: è la prima volta che mi accade una cosa simile». IN TRIBUNALE. «Non conosco le ragioni di questa scelta - afferma Goldin - ma ho deciso di affidare tutto allo studio legale Domenichelli per difendere le nostre ragioni. Oltre agli aspetti contrattuali, c’è un danno di immagine. Dopo la prima udienza dei giorni scorsi, si terrà un nuovo confronto davanti ai giudici, poi nel giro di una decina di giorni dovremmo arrivare a un verdetto. Le strade sono tre: la prima è che ci venga concesso il prestito a mostra iniziata, anche se questa ipotesi mi sembra improbabile; la seconda è che il quadro resti al Louvre; la terza è che ci venga riconosciuto un risarcimento economico. Sia chiaro, non stiamo parlando della Gioconda. La mostra espone 85 opere d’arte di elevatissima qualità. Non vale la pena di enfatizzare l’episodio, ma è giusto difendere le nostre ragioni». •
Corsivo Cifacciamo sempre riconoscere MarinoSmiderle
N
iente e nessuno riuscirà a rovinarelagrandefestadi oggi.Raffaello andrà sempre idealmente verso Picasso,guidatodal percorsostraordinario concepito da Andrea Palladio e la Basilica non soffrirà più di tanto dal fatto che le opere esposte saranno 85 anziché 86, per quantoquella mancante fosse una tra le più attese. «Con altri due quadri - disse il curatore della mostra, Marco Goldin, quando annunciò che avrebbe portato a Vicenza anche il Doppio ritratto di Raffaello - sarà il clou della visita». Sicuramente i visitatori avranno di che consolarsi, ma non è questo il problema. Il problema è che noi italiani non perdiamo l’occasione per farci riconoscere. Allora, Goldinha fatto il giro dei più importanti musei americani ed europei per chiedere, e ottenere, il prestito di alcuni capolavori di inestimabile valore. «Andranno a inaugurare la Basilica palladiana restaurata», spiegava il curatore ai responsabili dei musei. Di fronte a Palladio, che negli Stati Uniti è considerato una sorta di ispiratore dei padri fondatori (Do you know Thomas Jefferson?), ogni ostacolo veniva superato. Spetterà al giudice, visto che c’è una causa in corso, stabilire cosa è successo. È un fatto, però, che dalla galleria Doria Pamphilj di Roma il Raffaello non è arrivato. Con un sms avrebbero comunicato che l’opera sarebbe andata a Parigi, al Louvre. Giù il cappello di fronte alla grandezza del museo parigino, il più importantedel mondo,mal’Italia resta il Paese col maggior numero di opere d’arte. Che però fa di tutto per non farle vedere o, al massimo per farlevedereall’estero.Bentornata tra noi, casa Basilica palladiana. • © RIPRODUZIONERISERVATA
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Battaglia legale per un sms. Il messaggio della discordia è quello apparso sul display del telefonino di Marco Goldin il 31 agosto, poco più di un mese prima di inaugurare la mostra “Raffaello verso Palladio” che debutta questa sera in Basilica palladiana. Mittente era la galleria Doria Pamphilj di Roma. L’oggetto del messaggio prefigurava una promessa non mantenuta: l’accordo per il prestito del Doppio ritratto dipinto da Raffaello Sanzio nel 1516 veniva cancellato. Nuova destinazione del quadro: il Louvre di Parigi. «Non mi era mai capitato prima di veder annullato un contratto con un semplice sms», attacca Goldin, che ha affidato tutta la pratica nelle mani dello studio legale Domenichelli di Padova. La prima udienza davanti al tribunale di Roma è andata in scena mercoledì, proprio mentre la Basilica ospitava il vernissage per la stampa.
Quando piove con il sole, il diavolofal’amorecon levecchie
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ILCASO. LagalleriaDoria Pamphilj diRoma manderà latelaalLouvre
Gian Marco Mancassola
Ilproverbio delgiorno
IlDoppio ritratto diRaffaelloè conteso traBasilica e ilLouvre
LAMOSTRA. Alle18 l’inaugurazione,alle 21 l’aperturaalpubblico
Oggiiltaglio del nastro conilministroOrnaghi Alla cerimonia ci saranno il presidente di Cariverona Biasi, l’assessore regionale
Zorzato e diverse autorità
Era nell’aria, mancava solo l’ufficialità, giunta ieri: sarà il ministro per i beni e le attività culturali Lorenzo Ornaghi a tagliare il nastro della mostra “Raffello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e figure”. Al suo fianco, oggi pomeriggio alle 18, saranno presenti Paolo Biasi, presidente della Fondazione Cariverona e il sindaco Achille Variati, mentre è in forse la presenza del governatore Luca Zaia. L’inaugurazione della mostra segna anche la riapertura al pubblico della Basilica Palladiana dopo il
LorenzoOrnaghi
complesso restauro durato 6 anni e finanziato proprio dalla Fondazione Cariverona per circa 21 milioni di euro. La presenza del ministro Ornaghi è stata ufficializzata ieri. Tra le autorità che hanno già confermato la loro presenza alla visita inaugurale guidata dal curatore Marco Goldin, direttore di Linea d’ombra, ci saranno anche l’assessore regionale alla Cultura Marino Zorzato, i sindaci di Venezia Giorgio Orsoni e di Padova Flavio Zanonato, il vescovo Beniamino Pizziol, il prefetto Melchiorre Fallica e il questore Angelo Sanna. Con loro anche numerosi parlamentari vicentini, consiglieri regionali e comunali, rappresentanti delle categorie economiche e del mondo im-
L’INIZIATIVA. Occasione imperdibileritagliandoil coupon quialatoche saràpubblicato anche nei prossimigiorni
Visiteguidate gratuitecon ilgiornale È necessario prenotare fino a esaurimento posti Il tagliando consente un risparmio di sette euro Una grande opportunità riservata in esclusiva ai lettori de Il Giornale di Vicenza. Ritagliando il coupon pubblicato qui di lato, ogni lettore potrà prenotare una visita guidata gratuita alla mostra “Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e figure” allestita in Basilica palladiana e aperta al pubblico dal 6 ottobre 2012 al 20 gennaio 2013. L’iniziativa è frutto di un accordo di media-partnership tra Il Giornale di Vi-
cenza e Linea d’ombra, la società che ha curato l’organizzazione dell’evento per conto del Comune di Vicenza e della Fondazione Cariverona. «Replichiamo anche a Vicenza la collaborazione con il principale quotidiano locale - sottolinea il curatore della mostra Marco Goldin - un’operazione che ha già riscosso un ampio successo in altre città, da Brescia a Genova, da Torino a Rimini. Offriamo infatti ai lettori de Il Giornale di Vicenza l’occasione di usufruire di una visita guidata gratuita alla mostra che sarà organizzata in gruppi da 25 persone, con un risparmio di 7 euro. L’inizia-
Staseraapre lamostrain Basilica.Col coupondelGdV saràscontata
tiva proseguirà nelle prossime settimane fino all’esaurimento dei posti a disposizione». È necessario quindi ritagliare il coupon, che sarà pubblicato anche nei prossimi giorni. La visita va prenotata, fino all’esaurimento dei posti, telefonando al numero 0444 544866. L’ingresso alla mostra resta a pagamento, ma è del tutto gratuita la visita guidata agli 85 quadri esposti nelle quattro sezioni, con un risparmio di 7 euro. Il coupon ritagliato dal giornale dovrà essere presentato all’ingresso: non sono ammesse, ovviamente, fotocopie. • © RIPRODUZIONERISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 5 Ottobre 2012
Storie diSanti
Faustina Kowalska è la santa che il calendario ricorda oggi. La Kowalska, nata in Polonia e dal 1925 suora di umili mansioni in vari conventi tra i quali quello di Cracovia, è la fondatrice e la
propagatrice della misericordia divina e del nostro dovere di usare sempre misericordia. Morì a 33 anni a Cracovia e un arcivescovo di Cracovia divenuto papa con il nome di Giovanni Paolo II la
Dialettando
beatificò nel 1993 e la proclamò santa nel 2000. Fu ispirandosi a suor Faustina che il “papa polacco” istituì la domenica della divina misericordia.
Neldialetto veneto c’èuna parolalatina “passio” chesi riferiscealraccontodella
passionedel Signore, una cronacalungache viene lettanellaSettimana Santa. Diqui ilmododi dire “longa comeel passio”.
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L’INAUGURAZIONE. Aperto ieriapalazzo Barbaran DaPorto ilpiano nobile conseisale sulla storia dell’architetto
Palladioè unmuseo delleidee Nessunoggettomuseale tradizionalema unpercorsotra video,modelli dilegnoeoggetti evocativi deinobili edell’epoca Nicoletta Martelletto
prenditoriale e bancario, tra cui l’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni e i fratelli Lucchetta di Euromobil, principali sponsor della mostra. Oggi la mostra sarà aperta ai cittadini in via straordinaria dalle 21 all’una di notte, con biglietto al prezzo speciale di 10 euro (non prenotabile). In contemporanea in piazza dei Signori ci sarà il concerto di Antonella Ruggiero e Pfm preceduto alle 20.30 dal saluto del sindaco Achille Variati. Ieri, intanto, lo stesso primo cittadino ha accompagnato in Basilica la Giunta e, oltre al presidente del consiglio comunale Luigi Poletto, tutti i capigruppo e presidenti di commissione consiliari (o delegati) invitati. Erano presenti Urbano Bonato, Cinzia Bottene, Maurizio Franzina, Gerardo Meridio, Pio Serafin e Filippo Zanetti. Con loro anche l'amministratore unico e il direttore generale di Aim Vicenza, Paolo Colla e Dario Vianello. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Cose strane e meravigliose accadono a palazzo Barbaran Da Porto, contrà Porti, laterale di corso Palladio. Accade che si battezzi un museo che di oggetti da custodire non ha nulla. Accade che la padrona di casa, la presidente del Cisa Lia Sartori, che tra i suoi talenti vanta la concisione, si profonda in un articolato intervento che chiude 30 anni d’attesa. Accade che i professori virtuali che dalla pareti parlano di Palladio, si materializzino in carne ed ossa per salutare il pubblico. Accade ancora che da Londra e Montreal arrivino direttrici di importanti centri d’architettura che ritengono Vicenza «città-chiave per ispirare progettisti di tutto il mondo». Si è aperto all’insegna della curiosità il Palladio Museum, che ieri pomeriggio ha aperto i battenti nel piano nobile del palazzo voluto da Montano Barbarano e che ospita dal 1992 il Centro internazionale di studi d’architettura Andrea Palladio. Di un progetto museale - punto di partenza per chiunque in Veneto voglia visitare chiese e palazzi palladia-
Sicompie undisegno duratotrent’anni, giàpensatoda Cappelletti LIASARTORI PRESIDENTEDELCISA
ni - si parlava già negli anni Settanta e ciclicamente il sogno sembrava vicino. Lo è divenuto nel 2008-2009 dopo il 500˚ della nascita di Palladio quando la mostra che lo ha celebrato ha fatto il giro del mondo insieme ai disegni originali. Ed ora ecco che un museo che nasce sul nulla - tutto ciò di cui si parla è solidamente edificato fuori del palazzo - e si propone come luogo di idee, dove leggere un’epoca, capire i committenti, studiare come e perchè lo scalpellino Andrea divenne un professionista conteso dai ricchi per fare belle case. «Si respira qui quella eleganza che era l’aspirazione delle famiglie cinquecentesche osserva Lia Sartori -. Si compie qui un disegno che già Guglielmo Cappelletti, uno dei fondatori del Cisa e il cui lascito nutre la nostra Library, aveva in mente nel 1958: un cenacolo di studiosi ma anche un luogo di divulgazione per tutti». Il mecenatismo - accanto agli enti pubblici - è stato fondamentale, ricorda la presidente, per far crescere il Cisa ed ora il museo: quest’ultimo dice grazie a Regione, Arcus (emanazione del ministero dei Beni culturali), Lino Dainese imprenditore, Fondazione Cariverona. Interviene il suo vicepresidente, Silvano Spiller, che ricorda come dal ’94 la fondazione abbia dimostrato di credere «con soddisfazione in ogni progetto del Cisa elargendo da allora 3 milioni di euro». Il sindaco Achille Variati fa eco a Lia Sartori: questo museo è frutto di sinergia tra enti e gioco di squadra, non è un caso se si apre in concomitanza con la mostra di Goldin e la conclusione del restauro della Basilica in piazza «perchè Palladio è il marchio mondiale di Vicenza, che si sente capitale già così com’è». Poi tocca agli studiosi: il presidente del consiglio scientifico del Cisa, Howard Burns, definisce il museo «nuovo, fresco, intelligente, uno spazio dove noi stu-
Situazionegenerale L’altapressionegarantirà bel tempo apartequalche nubein più domenicaperla discesadi ariapiù fresca.
Previsioni
del tempo per il fine settimana in tutto il
territorio vicentino
VENERDÌ
+12° +24° Zerotermico 3.600m
Tempo buono con poche nubi e foschie
SABATO
Uninedito:si vedeil primo ingressodi palazzoBarbaransul retro
Domani dalle 10 alle 19, in occasione di “Invito a Palazzo”, l’appuntamento annuale dell’Abi (Associazione bancaria italiana) che propone l’apertura dei più bei palazzi delle banche nell’intero territorio nazionale, le Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari promuovono iniziative musicali e culturali ad ingresso gratuito. La formazione di musica antica “I Musicali Affetti” proporrà l'esecuzione di brani tratti dell’opera II e IV di Corelli. Durante tutta la giornata, gli spazi barocchi di Palazzo Leoni Montanari ricostruiranno l’atmosfe-
ra della vita culturale dell’epoca. Protagonisti non saranno soltanto gli strumenti (violini, violoncello e tiorba), ma ci sarà anche la possibilità di un dialogo con il pubblico, alla presenza di un musicologo. Per chi ama il contemporaneo, le Gallerie daranno allo stesso tempo la possibilità di prendere visione dell’opera di nove autori della maggiore agenzia fotografica mondiale, la Magnum, che propongono un ritratto originale dell’Italia di oggi in una mostra itinerante promossa da Intesa Sanpaolo.
Infine, per chi ama calarsi nell’atmosfera spirituale dell’arte e della cultura della Russia ortodossa, sarà visitabile, ad ingresso libero, la maggiore collezione di icone russe dell’Occidente, posta al piano alto del palazzo. Informazioni al numero verde 800.578875 www.palazzomontanari.com Anche la Banca Popolare di Vicenza aderisce all’iniziativa nazionale dell’Abi e domani apre al pubblico la sede storica di Palazzo Thiene, in contrà San Gaetano Thiene: dalle 10 alle 19 i visitatori potranno avere accesso libero alle sale
Temperature
+12° +24°
Unadelle salecentrali delPalladio Museumcon imodellilignee delleville. COLORFOTO
L’APPUNTAMENTO. A PalazzoThieneenelle Gallerie LeoneMontanari
Sedistoriche,porte aperte induebanche cittadine
Temperature
diosi sembriamo simpatici spiritelli in una reazione estremamente seria e visivamente affascinante». Il direttore del Cisa, Guido Beltramini, deus ex machina del progetto con l’architetto Alessandro Scandurra, introduce fieramente Irena Murrey che dirige la biblioteca del Riba di Londra, un tempio dell’architettura che custodisce tra l’altro i 400 disegni originali di Palladio. E la Murray sottolinea che la collaborazione con Vicenza è garantita e che per il 2015 si prepara una grande mostra per il 300˚ della pubblicazione della prima edizione in Inghilterra dei Quattro libri di architettura di Palladio. Poi la visita: bachi da seta mangiano il gelso che fece agiata la borghesia della seta, le modanature degli edifici lanciano ombre, la pietra di Vicenza, Piovene e d’Istria si fa accarezzare, i modelli lignei delel ville tornano ad essere esposti. Tutto qui. Tutto sapientemente qui. • © RIPRODUZIONERISERVATA
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DOMENICA Temperature +12° +23° Zerotermico 3.000m
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del palazzo con l’opportunità di seguire una visita guidata gratuita. Palazzo Thiene, splendida dimora nobiliare del ‘500, capolavoro del Palladio, con interni affrescati e decorati a stucco e patrimonio mondiale dell’Unesco, ospita una pinacoteca di dipinti veneti dal XV al XIX secolo, una collezione di ceramica popolare veneta dell’800, un museo di stampe settecentesche dei Remondini, una galleria di sculture di Arturo Martini e di Nero Quagliato e la preziosa collezione di Oselle veneziane, l’unica completa oggi visibile al mondo.Visite guidate con partenza ogni ora dalle 10.30 fino alle 18.30, comprenderanno la pinacoteca, le sale monumentali e i sotterranei palladiani. Tutte le collezioni saranno visitabili liberamente. • © RIPRODUZIONERISERVATA
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18 Cronaca
IL GIORNALE DI VICENZA
Venerdì 5 Ottobre 2012
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IlcasoCampoMarzo
GLIANNIDELLAVITTIMA ASSASSINATAINCAMPOMARZO
Svolta nelleindaginiepolemiche inConsiglio DALLAQUESTURA. Ilprocuratore:«No alle risposte emotive»
Altri4arrestati perlaspedizione punitivaal parco
Siètrattatodiunaspedizione punitivaperfarcapirechi comandavainquell’areailmercato dellospaccio.Probabilmentela bandaeratuttaarmata
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GLIANNIDELRAGAZZOACCUSATODI OMICIDIOMAFORSENEHAVENTI
Incellasonofinititretunisinieun marocchino.Adunmesedi distanzadall’omicidiogli investigatorisonopassati aigraviindizidicolpevolezza
Gliarrestati
FesBobola
Ilminorenne avrebbe pugnalato amorte il rivale Con lui sette amici, accusati di concorso in omicidio ma tre forse sono già riusciti ascappare all’estero so in omicidio.
Claudia Milani Vicenzi Delitto di Campo Marzo: il numero degli arresti sale a cinque. In meno di 24 ore la polizia aveva bloccato un tunisino di 17 anni, accusato di omicidio volontario. È lui che, secondo gli investigatori, quella sera dell’otto settembre, in piena Festa dei Oto, sferrò la coltellata al fianco di Rafik Ghrissi, tunisino di 33 anni che morì dissanguato poco dopo. LA SPEDIZIONE PUNITIVA. Non era stato uno scontro alla pari. Secondo quanto spiegato ieri dal questore Angelo Sanna, dal procuratore Antonino Cappelleri e dal pm Silvia Golin la vittima, sola, era stata affrontata da otto persone. Una vera e propria spedizione punitiva, per far capire, una volta per tutte, chi comandava e gestiva lo spaccio di droga. Probabilmente erano tutte armate e sapevano che quell’aggressione avrebbe potuto culminare con la morte del rivale. A meno di un mese di distanza gli investigatori sono passati dai sospetti iniziali ai «gravi indizi di colpevolezza». Ieri sono state dunque emesse quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di concor-
GLI ARRESTI. In cella sono finiti tre tunisini: Fes Bobola, 18 anni; Farid Dkiri, 26enne; Chawki Boussetta, 28 anni e il marocchino Mohamed Ben Fredy, 29 anni. Tre erano stati portati, subito dopo il delitto, nei Cie di Milano e Roma, mentre il quarto si era allontanato subito dalla città ma è stato trovato a Trento. Il cerchio non è ancora chiuso: altri tre uomini, destinatari della stessa misura, non sono ancora stati trovati e c’è il rischio che siano già all’estero. Il giovane tunisino arrestato con l’accusa di omicidio è in carcere a Treviso perché sarebbe un minorenne. Il condizionale, però, è d’obbligo. Sulla sua età non c’è ancora alcuna certezza e la famiglia della vittima, a pochi giorni dal delitto, aveva inviato a
Cappelleri: «Recintare ilparco? Cosìsirischia solodipeggiorare lasituazione»
questura e procura una serie di documenti dai quali emergerebbe che non ha 17 anni bensì 20 e che, nei mesi scorsi, sarebbe scappato dal suo Paese per non scontare una condanna a sette anni per rapina. La squadra mobile, coordinata dal vicequestore Michele Marchese, sta attendendo la conferma dall’ambasciata. Risposta che potrebbe arrivare a giorni. PROCURATORE E QUESTORE. «Il delitto di Campo Marzo - ha considerato il questore Angelo Sanna - ha toccato tutti nel vivo, sia per il luogo in cui è avvenuto sia per il momento. Abbiamo dimostrato di poter dare una risposta rapida alla collettività e sono orgoglioso sia del lavoro compiuto dai miei uomini che dal rapporto di collaborazione con l’Autorità giudiziaria». «La città ha bisogno di risposte tecniche - ha aggiunto il procuratore Antonino Cappelleri riferendosi all’idea di recintare il parco - e non di risposte emotive. Se i rimedi sono improvvisati rischiano di avere l’effetto opposto. Bisogna invece continuare con la strada intrapresa, ovvero con l’azione di controllo delle forze dell’ordine». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Laconferenza stampa di iericonil questore e ilprocuratore. Quattroarresti perl’omicidio di campoMarzo. COLORFOTO
FaridDkiri
ILRETROSCENA. Inordafricanisi eranoincontratiin vialeS. Lazzaro
Undelitto pianificato albarnel pomeriggio L’accusa contesta il dolo eventuale: gli indagati sapevano che la “lezione” poteva finire in tragedia
ChawkiBoussetta
Mohamed BenFredy
Diego Neri Un delitto pianificato al bar. I nordafricani catturati ieri dalla polizia, assieme ai complici scappati all’estero - probabilmente in Francia - si erano dati appuntamento qualche ora prima del dramma, l’8 settembre scorso, al bar “Vicenza Cao Cao”, tristemente noto perchè teatro di un altro delitto: un anno e mezzo fa un pensionato fu ucciso da un minorenne romeno con un pugno. Rafik Ghrissi era un pezzo
RafikGhrissi,la vittima grosso della malavita tunisina. Arrivato a Vicenza, aveva voluto avviare un’attività in proprio di spaccio a Campo
Marzo, e la circostanza aveva dato non poco fastidio alla banda capeggiata - secondo la procura - da Mohamed Ben Fredj. Gli avevano fatto arrivare dei messaggi chiarissimi; la mattina stessa del delitto Hamza, il presunto minorenne, lo aveva affrontato con un coltello a Campo Marzo; ma Ghrissi lo aveva disarmato e ferito, sfregiandolo. «Stammi alla larga», gli aveva intimato. Nel pomeriggio la banda di spacciatori e amici si era ritrovata per pianificare la controffensiva. Avevano anche chiamato altri rinforzi, ricevendo però come risposta qualche defezione. Ma per la gang tunisino-marocchina dare una risposta immediata era una questione di principio. Per questo
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Cronaca 19
IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 5 Ottobre 2012
Ildubbio sull’età
Rafikmorìinpochiminuti dissanguatoacausa dell’accoltellamento.Lafamiglia haraccontatochel’omicidain realtàèunmaggiorenne
«Istituzione violata»
«Unacosamaivistaegravissima, laGiuntahaoffesol’istituzione. Siamoprontiaqualsiasiazione» VALERIOSORRENTINO CONSIGLIERECOMUNALEPDL
«Glioffesi siamonoi»
«Sonoioasentirmioffesodalle minoranzecheavevanochiestola sedutaepoil’hannoabbandonata» RAFFAELECOLOMBARA CONSIGLIERELISTAVARIATI
CLAMOROSO. In polemicacon lapropagandaPdl sindacoeassessori assentiin blocco aldibattitosulla sicurezza
LaGiunta diserta ilConsiglio Variati: «Manifesto nefando:noi noncistiamo». Leminoranze insorgonoese nevanno: «Èuna vergogna:d’ora inpoisaràlotta» Marco Scorzato
L’8 settembrescorsoa campoMarzo l’assassiniodelgiovanetunisino. ARCHIVIO
avevano studiato l’assalto, tutti armati di coltello, tranne Ben Fredj. Quest’ultimo si era poi incaricato, quella sera, di andare a chiamare Ghrissi, che era seduto sul palco allestito dal Comune vicino alle giostre con il fratello e degli amici. «Devo parlarti un attimo», gli aveva spiegato. Ghrissi era caduto in trappola; si erano avvicinate altre 7 persone e lo avevano colpito, uccidendolo. Qualche ora dopo, Bobola e Ben Fredj si erano presentati in questura. Secondo le difese per fare il loro dovere di bravi cittadini, e cioè raccontare alla polizia cioè che avevano visto. Per la procura per fare in modo che l’omicidio venisse ricostruito a loro uso e consumo; avevano già deciso, probabilmente, di incolpare Hamza, il minorenne tuttora in carcere a Treviso. È per questo che sono accusati di omicidio volontario con dolo eventuale: dovevano sapere che quella spedizione punitiva poteva finire in tragedia. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Ladifesa L’AVV.AGRON XHANAJ «Laposizionedi BenFredj, rispettoa quella deglialtri indagati,deve ritenersi carentedi graviindizi; e pertantol’arresto non è giustificato.Proporremo ricorsoal tribunaledel Riesame». Perl’avv. Xhanaj, che difenderel’immigrato, va ricordatocome «ilmio assistitosisia presentato spontaneamentein questurasubitodopo l’omicidioaraccontare quantoaveva assistito. Nonha maipartecipato all’aggressionee nonne aveva motivo. Non era armato.L’armautilizzata perl’omicidiononè sua. Si trattadiun semplice spettatorecheha assistitoallascenadel delitto,eloha sempre raccontatosin dall’inizio. Lasuaposizione sarà chiarita». •
La Giunta diserta in blocco il Consiglio comunale sulla sicurezza: per scelta politica. Un’azione di cui non si hanno ricordi nella storia recente. Sindaco e assessori, in polemica con il «manifesto nefando» affisso sui muri della città dal Pdl e con un «dibattito impostato in modo becero», hanno diserato Sala Bernarda. Le minoranze, Pdl e Lega nord, sono insorte: «È una vergogna, un’offesa alla democrazia». E hanno lasciato a loro volta l’aula. A garantire, per meno di 50 minuti, il numero legale è stata la maggioranza che ha stigmatizzato l’abbandono dell’opposizione. La quale ha preferito improvvisare una confe-
Ilsindacol’ha fattagrossa:ioin 20annihoavuto semprerispetto perleistituzioni CLAUDIOCICERO CONSIGLIEREIMPEGNO A 360˚
LaGiunta solidalecon Variati.Ilnumero legalegarantito dallamaggioranza FILIPPOZANETTI CONSIGLIEREVI.CAPOLUOGO
renza stampa per lanciare altre bordate al sindaco. Risultato: veleni su veleni e la sensazione che siamo solo all’inizio. Inediti e surreali quei 50 minuti di Consiglio. La seduta era stata richiesta dal Pdl dopo l’omicidio di Campo Marzo. Destino vuole che cada nel giorno in cui la polizia fa scattare quattro arresti per quei fatti. Si parte con 27 consiglieri presenti: minoranze al completo e maggioranza a garantire il numero legale. Ma sui banchi del governo della città c’è il deserto. Il sindaco Achille Variati dirama un comunicato prima della seduta: «Per la prima volta nel mio mandato nessun assessore né il sindaco parteciperanno al Consiglio. Abbiamo sempre rispettato i diritti della minoranza, ma su un tema delicato come la sicurezza, il gruppo del Pdl ha impostato il dibattito in modo becero, addossando all'amministrazione, con un nefando manifesto, addirittura la colpa di un omicidio. Se questi sono i termini, discutano pure, ma noi non partecipiamo. Ringrazio i consiglieri di maggioranza che garantiranno il numero legale per il rispetto che nutrono per le istituzioni». Il Consiglio in teoria potrebbe svolgersi, ma quella della Giunta è un’assenza clamorosa. Valerio Sorrentino, Pdl, parte lancia in resta: «La Giunta ha leso i diritti del Consiglio: mai vista una tale offesa all’istituzione». Claudio Cicero erutta: «Inorridisco: da 20 anni sto nei consigli e anche in cir-
AlConsiglio comunale di ieriseraassente laGiunta perprotestare controi manifestianti Variati. ARCHIVIO
Ilmanifesto delladiscordiaaffisso per iniziativadelPdl cittadino coscrizione ho sempre voluto esserci per rispetto della città». Per Patrizia Barbieri, Lega, «l’offesa è a tutta la città». Quindi Pdl e Lega lasciano l’aula e chiamano la stampa. «È una cosa indegna - aggiunge Cicero -. Perché non accettare il confronto? Il sindaco stavol-
ta non l’ha fatta fuori dal vaso: nel vaso ci è finito lui». «Volevamo fare prosposte sulla sicurezza - dice Francesco Rucco, Pdl - È una vergogna che il governo della città sia mancato». Per l’azzurro Arrigo Abalti è stato «gravissimo: la Giunta si sente offesa per il manife-
sto» (che lui peraltro non ha condiviso) «e cosa fa? Una rappresaglia. È la partita a chi fa l’azione più schifosa?». Sorrentino riesplode: «Quando governavamo abbiamo sfidato i pugni pur di venire in aula. Ora ci sentiamo autorizzati a qualsiasi azione di lotta. Magari già all’inaugurazione della Basilica». «No, alla controrappresaglia non ci sto», rilancia Abalti, ed è l’unico punto in cui si smarca. E Gerardo Meridio annuncia: «Ci rivolgeremo al prefetto». Intanto in aula la maggioranza fa quadrato attorno al sindaco: Filippo Zanetti (Vi.Capoluogo) ricorda che «la Giunta non c’è per colpa di quel manifesto Pdl: a garantire il numero legale c’è però la maggioranza». Maurizio Franzina (Misto) contesta l’abbandono delle minoranze che avevano chiesto la seduta. Idem Raffaele Colombara (Lista Variati): «Sono io a sentirmi offeso per questo». A fine serata, Mario Guerra, Fli, contesta il sindaco: «Ferita la democrazia». Il clima è rovente. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Cronaca 25
IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 5 Ottobre 2012
PROVINCIA. Dapalazzo Nievo ilbilanciodei tesserinirilasciati segnaun calo darecord: si èpassati dai20 milaiscritti negli annid’oro ai16 milaepoco piùdi quest’anno
Lacrisi“spara”aicacciatori:1.100inmeno Ledoppiettesonoin nettocalo rispettoalloscorso anno.Iltrend innegativoèiniziato nel 2004 Colpadeisupercosti edei ricorsi Caccia, che passione. Ma sempre meno vicentini riescono a praticarla. Il dato lo fornisce la Provincia di Vicenza che ha il compito di rilasciare i tesserini regionali. Quest’anno sono a quota 16.502. Lo scorso anno si registravano 17.652 tesserini. Cioè, meno 1.100 iscrizioni. Siamo lontani dai numeri da capogiro all’inizio del Duemila quando si sfioravano i 20mila doppiette in provincia. «Colpa della crisi, perché alla fine cacciare costa sia in termini di tesseramento che di attrezzatura. Ma è colpa anche dei continui cambi della normativa, sempre appesa ai ricorsi (l’ultimo proprio ieri) che disincentivano. Come la caccia in deroga che è poi molto legata alla tradizione vicentina», commenta il capo di Gabinetto della Provincia, Dino Secco.
C’èancora incertezza sullapossibilità dicacciare inderoga DINOSECCO PROVINCIA DIVICENZA
LA FOTOGRAFIA. È iniziata il 16 settembre la stagione venatoria. E dall’ultima ricognizione che è stata effettuata dagli uffici di palazzo Arnaldi, il numero dei tesserini rilasciati è nettamente inferiore rispetto lo scorso anno. Ogni anno, infatti, chi intende cacciare deve rinnovare l’autorizzazione e specificare in quale “Ambito” intende muoversi e svolgere l’attività venatoria. Ad oggi si contano 1.100 doppiette in meno rispetto lo scorso anno. Altro dato che parla chiaro riguarda i nuovi tesserati, chi cioè frequenta i corsi e si sottopone all’esame per ottenere l’abilitazione. La media fino a qualche anno fa si attestava sui 500 nuovi iscritti. Quest’anno siamo alla metà. Un crollo notevole. Un trend che non è nuovo e che conferma come lo zoccolo duro dei cacciatori sia rappresentato da persone in età pensionabile che, con il passare degli anni, sarà sempre più destinato ad assottigliarsi. Ci sono anche giovani leve, certo, ma il numero è sicuramente inferiore rispetto a quello degli anni precedenti. LA MAPPA. La Provincia fornisce poi una mappa delle presenze dei cacciatori. Dall’analisi risulta che la concentrazione di doppiette coincida con le
Queiduemilacapanni inattesadellaConsulta
Uncapannoutilizzatoperla caccia. ARCHIVIO
Ilpopolo deicacciatori è indiminuzione nel Vicentino negliannid’oro si sfioravano le20mila doppiette
Lacifra
778
SCHIOÈIL PRIMOCOMUNE PERNUMERODICACCIATORI
Vicenzacapoluogo ne conta567.Maè terzain classificadietro alcomune scledenseseguito da Valdagno(621). Ben piazzataRecoaro (524), Marano(448),Chiampo (406),Arzignano(469). Bassanoè aquota 279, Isolaa306.
“autostrade del popolo dei migranti”, dove cioè la caccia in deroga rappresenta una tradizione fortemente sentita. Nella classifica, Vicenza capoluogo è al terzo posto per numero di tesserati (563). Al primo svetta Schio con 778, seguita da Valdagno (621). In graduatoria, dopo Vicenza, ci sono Quinto (524), Marano (448), Arzignano (469). I meno interessanti alla caccia sono i residenti di Laghi (5 cacciatori), Lastebasse (7), Asigliano (18). Cacciare, comunque, è sempre più uno sport di elite, se si considerano le spese per il rinnovo del tesserino, sui 300 euro, e per l’attrezzatura.
ILCASO. IlpresidentedellacommissioneEsteri alla CameraStefani
BasePluto, sibussa daMonti «Serveun’intesa diplomatica» Stefani: «L’asse targato Lega tra Provincia, Regione e Parlamento farà da interlocutore» «Sarà un’azione “diplomatica” svuotata da qualsiasi ideologia partitica o antiamericana, volta esclusivamente alla tutela del territorio e degli interessi della cittadinanza». Questo il commento del presidente della Commissione Affari esteri alla Camera, Stefano Stefani, all’indomani del
via libera del Consiglio regionale alla mozione che impegna il governatore Zaia a chiedere chiarimenti al Governo in merito alle vicende della base Pluto. «Sono sicuro che l'asse targato Lega Nord, Provincia-Regione-Parlamento, saprà essere interlocutore delle richieste di chiarimento che arrivano da Longare e dall’intero territorio vicentino - assicura Stefani -. Nei tempi e nei modi che competono ai vari livelli istituzionali, ci sarà un con-
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fronto con il Governo per capire cosa effettivamente sarà fatto o realizzato all’interno della base Pluto di Longare». «Penso che, da parte dello Stato, non ci sarà alcun interesse a nascondere o camuffare eventuali progetti in essere che, ricordo, nascono e rientrano nell’ambito di rapporti internazionali». «Solo una volta che avremo in mano i “contenuti” del progetto e si conosceranno le intenzioni degli Usa si potrà valutare se esistono le condizio-
ni per mettere in moto un’azione politica coordinata che punti all’immediata contrapposizione degli interessi del territorio». Interviene anche il consigliere regionale della Federazione della Sinistra Pietrangelo Pettenò, autore della mozione: «La mozione - commenta - segnala che non è più sostenibile il modello di un Veneto terra di conquista subordinato alle servitù militari, che ormai non hanno alcun senso. Sono evidenti la portata e significato di questa decisione. I vicentini, ma in futuro anche i cittadini di altre zone della regione, si riappropriano del diritto di decidere sul proprio territorio». • © RIPRODUZIONERISERVATA
LE NORME. Quest’anno sono due i fronti ancora incerti per chi vuole cacciare. Il primo: la caccia in deroga, cioè la possibilità di sparare a uccelli solitamente protetti. Il secondo: i capanni o altane che usano almeno 2 mila cacciatori. Sono due modalità di caccia a cui i vicentini sono molto legati per tradizione. Sulla caccia in deroga si attendono disposizioni dalla Giunta Regionale. Disposizioni che, come di consueto, saranno poi impugnate dagli ambientalisti. Intanto ieri il Tar ha accolto un altro ricorso presentato dalle associazioni no caccia contro il calendario venatorio regionale. •
Cacciaredacapanniealtane si può?L’incertezza regna sovrana per i cacciatori vicentinichesannodipoter rischiareancheuna denuncia penale.Gliappostamenti fissi autorizzatidalla Provincia sono oltre2mila.Aseguito diuna seriediesposti delle associazioniambientaliste in Procura,quest’ultimahadato incaricoal Corpoforestale delloStatodiverificaresul territorioeventuali irregolarità. Ilrisultato èstato paria un terremoto.Gran partedei capanniodelle altanerisultano noninlineacon i regolamenti edilizie coni vincoli paesaggistici.Infatti,in teoria, sesi realizzaun capannoinun boscosi dovrebbe chiedere l’autorizzazionealla Soprintendenzadei beni
NoDalMolin
Passeggiateestriscioni Leiniziativediprotesta «Siamovenuti aconsegnarvidi personale valige per tornarea casa». Ècon questeparoleche, megafonoallamano, unodei leaderdelmovimento “NoDal Molin”, Francesco Pavin,si rivolge aimilitari dellabase Pluto.Nel pomeriggiodiieri, infatti,sono stati circa quarantai rappresentantidel “NoDalMolin” apresentarsi davanti ai cancellidellabase americana,per depositarele simbolichevalige chei militari dovrebberoriempireper
958 1 l Da
tornarea casa. «Ilsenso della nostracampagna - spiegapoi Pavin-èdi chiarirela nostra posizionecontro la servitù militare.Gli americani stanno usandoquestoterrenoproprio comese fossecasaloro, senza dareinformazioni esattesuquello checifannodentro». Eproprioper portareavanti laloroidea «utopicadi liberareilterrenodalle servitùmilitari», i“NoDal Molin” hannoorganizzato unaserie di iniziative.Per domenica 21 ottobreèstata programmatauna passeggiatasui colliattorno alla
ambientali.Ovviochemoltissimi cacciatorinonl’abbianofatto. Tuttavia,la leggeèleggee questa violazionecomportauna denuncia penale.Nel Vicentinoquesti controllihanno scatenato ilpanico trai cacciatoriconvinti diaver da sempreseguito nelmiglioredei moditutte le regole.Aseguito delleverifiche, poi,molticapanni sonostati demoliti direttamente daicacciatori. Altririsultano addiritturasequestrati. Intanto,laRegione hacercatodi semplificaretramite dueleggi che permettonoladeroga alle norme percostruire i capannipurché sianocostruiti secondo«usie consuetudinilocali».Unsospirodi sollievo per i vicentini.Einveceno. IlGoverno haimpugnatodavanti allaCorte costituzionale questo provvedimentoregionale.Si attendel’esitodalla Consulta. •
baseamericana,«perfarvedere cosapuòessercisotto eper far vedereche questoèilnostro territorio».Èpoi OlolJackson, altroportavoce deiNo DalMolin,a spiegarel'obiettivo a breve termine,quello «difare pressioni sulleamministrazionilocaliperché siassumano laresponsabilitàdi direnoall'approvazionedella propostadiampliamentodella Pluto,decisionesulla qualeil Comipardovrebbe pronunciarsiil 25ottobre». Una delegazionedel movimento, composta dasette donnecon a capo AgnesePriante, andrannoinfineamanifestare a Niscemicontro l'installazione di unaseriediantenne per la telecomunicazione. «Questeantenne- dichiara Priante-non servono assolutamentealladifesa della nostranazione». • GI.GU. © RIPRODUZIONERISERVATA
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Cristina Giacomuzzo
Battaglielegali
36 Provincia
IL GIORNALE DI VICENZA
Venerdì 5 Ottobre 2012
ARZIGNANO E MONTECCHIO MONTECCHIO/1. Maggioranzae opposizionehanno votato all’unanimitàin Consigliocontrol’installazione dell’impianto
«Noalgassificatoredeifanghi» Sitemeperlasalute deicittadini «Nonci sonosperimentazioni nècertezze sulfunzionamento dell’impiantoche èstatoscelto» Antonella Fadda Il Consiglio comunale di Montecchio dice no al gassificatore dei fanghi e pensa anche ad un comitato che, come era accaduto per la Centrale termoelettrica, si opponga all’installazione dell’impianto ai confini della città. I consiglieri di maggioranza ed opposizione hanno votato compatti il documento presentato l’altra sera durante la seduta. «I fanghi residui dell’attività conciaria portati a certe temperature - è scritto nella delibera - possono trasformarsi in sostanze dannose per la salute. I cittadini sono preoccupati per l’impatto ambientale. Non si potranno avere certezze su ciò che l’impianto po-
Unprogettopiù sicurorichiesto alMinistero Sindacononvota «Halafebbre» Minoranzacritica
trà emettere dal momento che mancano esperienze simili al mondo». Per questo motivo il Consiglio: «Ribadisce la propria contrarietà a soluzioni che prevedano il trattamento termico dei fanghi così come proposto». Ma non solo: maggioranza ed opposizione non condividono il parere positivo sul gassificatore recentemente espresso dal Ministero dell’ambiente e chiedono al sindaco, Milena Cecchetto, e alla Giunta che «rimanga ancora aperta la comparazione tra diverse ipotesi tecnologiche proposte da varie ditte al fine di individuare un progetto più sicuro, anche alternativo, al trattamento termico. Eventuali sperimentazioni devono avvenire lontane dal territorio castellano» Ivan Chiari di “Essere Montecchio” ha evidenziato che, pur avendo fatto per tre volte richiesta all’ente gestore, Acque del Chiampo, di poter visionare i dati tecnici per le emissioni gassose del processo di combustione «non sono stati mai consegnati. Pur di ottenerli siamo intenzionati a rivolgerci al Tar». Giuseppe Ceccato
MONTECCHIO/2. Oggisi ritornain tribunale
Dueproposte per cercaredisalvare laCeccatoLavaggi
Confindustria
«L’Italiadei campanili devefinire» Suldocumento delConsiglio comunalediMontecchio intervieneancheil presidente dellasezioneconciadi Confindustria,ValterPeretti. «Nonc’ènientedi nuovo. Montecchioesprimeuna posizionepregiudiziale manon pensocompetaa loroprendere unadecisione. La termovalorizzazione deifanghi dellaconciaèimpostadalle legge»spiega. «Sultema ègià stato compiutotuttoun iter.La stradaèstata tracciata continuaPeretti-.Come industrialidesideriamoche venga percorsaeche sivada avanti.L’Italia deicampanilinon puòpiùcontinuare adesistere, Ogni volta chec’èun’opera da fare saltafuoriun comitatoo qualcunochenonè d’accordo. «Indemocrazia bastala maggioranza.Vorrà direchesi andràavanti nonall’unanimità. Montecchiorappresanta una voce ma nonla maggioranza: nonsono loroadare l’autorizzazione. Ilparere del Ministeroèchiaro». S.C. © RIPRODUZIONERISERVATA
MONTECCHIO/3. Inflitti 15 mesidi reclusione
«Sivaavanti» L’accordo il17ottobre
Il capogruppo di minoranza, Maurizio Scalabrin, ha osservato che l’opposizione è stata poco coinvolta dal Comune sulla questione. «Una soluzione va trovata perché sulla salute dei cittadini non si fanno baratti o accordi». Scalabrin ha anche polemizzato perché il sindaco non era presente alla votazione: «Poteva rimanere almeno per alzare la mano» ha detto. Pronta la risposta di Peripoli: «È andata via perché è malata, ha la febbre». •
«Iovado avanti con ilpercorso previsto».Il sindaco di ArzignanoGiorgioGentilin, presidentedell’Ato,commenta cosìil nodelConsiglio comunalediMontecchio al gassificatoreperi fanghi della concia.«Quandosono andato a Romahoavutoil mandatodi12 comunisu13, aparte Montecchio.Noi,quindi, procediamocon l’accordotra enti,con Ministero,Regione, ProvinciaeArpav,nella massimatrasparenza enell’iter previsto.Montecchiofarà ilsuo percorso,noi il nostro,in continuitàper tuttoil distretto. Senzadimenticarele nuove fasce dirischiosismico egli oltre2milionidimetri cubi di fanghi dellaconciastoccati nel sottosuolodiArzignano». «Rispettole decisioni del ConsigliodiMontecchioma questaèlaloroopinione» aggiungeil presidentediAcque delChiampoAntonio Fracasso. «Sullaquestionefanghi iomi attengoalla decisionedell’Ato chehadatogli indirizzi da seguire.Il 17ottobre ci sarà in Regionelaverifica dell’accordo quadrodi programmaper i finanziamenti,acui seguirà un accordointegrativo. Questo consentirà poi adAcque del Chiampodiavviare ilbando pubblicodiconcorso per la progettazione». L.N.
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Levaschedeldepuratore in viaFerraretta adArzignano. ARCHIVIO ha ricordato che 10 anni fa Montecchio aveva detto no alla Centrale perché ritenuta inquinante: «Ai confini con la città non deve esser posizionato un impianto così impattante». «Il nostro no non è a priori ma è una convinzione frutto di molti temi a favore della nostra presa di posizione» ha affermato il vicesindaco, Gianluca Peripoli, e il capogruppo PdL Emanuele Festival. Mentre il leghista Maurizio Meggiolaro ha proposto la creazione di un comitato.
PresidenteAto
MONTEBELLO. Patteggia 4 mesi direclusione
Fatturefasulle Attivaabbonamenti pernonpagare l’Iva conSkye Telecom Cinesecondannata anomediun’altra
Spetteràalliquidatore valutare leofferteutiliper ilconcordato
Inquattroannidocumenti contraffattiper1,18 milioni
L’imputataeraaccusata difalse dichiarazioniedi truffa
La Ceccato Lavaggi ritorna oggi in tribunale a Vicenza per valutare l’ipotesi di concordato in liquidazione, dopo il rinvio di due settimane concesso dal giudice Paola Cazzola per consentire alla proprietà dell’azienda di sviluppare una trattativa. Sul tavolo del commissario giudiziale Andrea Peruffo ora ci sono due proposte d’affitto di ramo d’azienda, giunte dopo la richiesta di fallimento da parte della procura il 18 settembre. Quella della finanziaria torinese Gestauto. che controlla aziende nel ramo auto, e quello della società emiliana Daerg Chimica che produce detergenti per autolavaggi e prodotti chimici. Spetterà al liquidatore la scelta tra le due proposte, dopo aver valutato se le offerte delle società interessate all’affitto di un ramo d’azienda della “Ceccato” sono in grado o meno di sostenere l’ipotesi di un concordato; viste le obiettive difficoltà di una situazione in apparenza priva di spiragli per i 137 dipendenti. Il passivo ammonta, infatti, a quasi 30 milioni di euro mentre l’attivo è difficile da quantificare. Se non verrà richiesto un ulteriore rinvio al giudice, spette-
Il giudice Michela Rizzi ha condannato a un anno e tre mesi di reclusione la cittadina cinese Jinlian Hu, 38 anni, residente a Montecchio Maggiore in viale Europa. Il tribunale ha accolto le richieste della procura con il pubblico ministero Silvia Golin. L’imputata, difesa dall’avv. Gianluca Alifuoco, doveva difendersi dall’accusa di aver utilizzato fatture fasulle per anni, allo scopo di abbattere l’imponibile per pagare meno tasse: la solita frode all’erario. In base a quanto era stato ricostruito dai finanzieri della tenenza di Arzignano, la ditta individuale di cui era amministratrice Hu aveva usato fatture false per 1,18 milioni di euro in un arco temporale che andava dal 2005 al 2009. Le fiamme gialle del tenente Aloi avevano concentrato l’attenzione investigativa sulla ditta di confezioni di Montecchio nel 2009. La società nel corso degli anni aveva sempre presentato la dichiarazione dei redditi, ma i guadagni venivano sistematicamente abbattuti da una serie di spese. Peraltro, sempre con la stessa società, la “Zuo Gin Yu”, che nel 2005 aveva emesso fatture per 193
Gli abbonamenti attivati a nome di un’altra persona verosimilmente per non pagare il dovuto le costano quattro mesi di reclusione e una multa di qualche decina di euro. È la pena (sospesa con la condizionale) patteggiata l’altra mattina in tribunale, davanti al giudice Furlani e al pubblico ministero Golin, da Elisa Vencato, 43 anni, residente a Montebello in via Garibaldi. L’imputata, difesa dall’avv. Davide Verlato, era accusata di falso e di truffa. I fatti contestati dalla procura, sulla scorta dell’indagine dei carabinieri della stazione con il maresciallo Poiesi, risalivano al febbraio di due anni fa. In base a quanto ricostruito dalla pubblica accusa, Verlato aveva formato una scrittura privata fasulla costituita da un abbonamento per un servizio di telefonia con Telecom, e aveva firmato con il nome di Daniela Barbierato, che così risultava la contraente. Lo stesso aveva fatto con Sky, per i servizi televisivi a pagamento. L’obiettivo? Era quello, secondo gli inquirenti, di godere di quei servizi ma di non pagarne in realtà l’importo, visto che in linea teorica avrebbe do-
Ilpresidio operaiodellaCeccato rà poi al Collegio giudicante la decisione finale. Pertanto, la vicenda “Ceccato” è destinata a non giungere a soluzione neppure oggi. Anche perché a rendere tutto più incerto interviene il decreto Sviluppo di agosto che ha introdotto innovazioni nell’ambito della disciplina del concordato preventivo: si è concessa al debitore la facoltà di presentare l’istanza senza allegare il piano contenente la descrizione analitica delle modalità e dei tempi di adempimento della proposta rivolta ai creditori. Il cosidetto concordato in bianco. • L.D. © RIPRODUZIONERISERVATA
Iltenente Angelo Aloi mila euro, l’anno successivo 211 mila, nel 2007 290 mila, nel 2008 erano 308 mila e nei primi mesi dell’anno successivo 181 mila euro. Gli accertamenti dei finanzieri hanno però consentito di accertare che la società “Zuo Gin Yu” in realtà era inesistente. Per questo, tutte quelle fatture erano carta straccia, e quindi i documenti erano relativi ad operazioni inesistenti e i passivi erano inventati. Di qui, la segnalazione in procura della titolare, che è stata condannata per l’evasione fiscale della ditta. • D.N. © RIPRODUZIONERISERVATA
brevi MONTEVIALE SCONTISUILIBRI INBIBLIOTECA
Oggi e domani in biblioteca, durante il regolare orario di apertura, appuntamento con la mostra-mercato del libro, con la possibilità di acquistare volumi con sconto del 15%. L.N.
SOVIZZO SIVAA TEATRO ALL’AUDITORIUM
Oggi alle 20.45 all’auditorium delle scuole elementari, la compagnia “Gruppo Teatro Calembour” porta in scena “Variazioni Enigmatiche” nell’ambito della rassegna “Il Paese dei Libri 2012 -La musica”. L.N.
BRENDOLA OPPOSIZIONE SERATA SULPAT
I gruppi d’opposizione organizzano stasera alle 21 nella Sala della Comunità una serata su “Pat: piano di assetto del territorio per i prossimi decenni. Il punto di vista delle minoranze». I.BER.
ALTISSIMO ALCOLDIPENDENZA ALCENTROCULTURALE
Stasera alle 20.30 nella sala del centro culturale Molino si terrà una serata con gli Alcolisti anonimi dedicata alle dipendenze, con testimonianze dirette e consigli. L’ingresso è libero. M.P.
MONTECCHIO/4
Tentatofurto diferro inun’azienda Arrestato
AntonioUsceri, l’arrestato
vuto essere Barbierato a pagare quei servizi; ma ovviamente quest’ultima non avrebbe versato alcunchè. L’inganno era stato scoperto quando nè Telecom nè Sky avevano ricevuto il dovuto; avevano avviato accertamenti scoprendo che la destinataria dei servizi era Vencato, ed avevano segnalato la circostanza in caserma. Le successive indagini avevano consentito di ricostruire nel dettaglio l’accaduto e di denunciare la vicentina. La quale ha preferito scendere a patti per evitare guai peggiori in aula. •
Cerca di rubare del ferro da un’azienda ma viene fermato ed arrestato dai carabinieri. È accaduto ieri mattina alla ditta Pilati Zeferino & figlio di via degli Alberi a Montecchio. Due uomini, dopo aver forzato il cancello d’ingresso, hanno tentato di portare via del materiale metallico per un valore di circa 200 euro. I ladri sono stati notati dai dipendenti che hanno avvertito le forze dell’ordine. Uno dei malviventi è riuscito ad allontanarsi prima dell’arrivo della pattuglia ma gli uomini del maresciallo Paolo Iurato sono riusciti a bloccare ed arrestare Antonio Usceri, 44 anni, domiciliato nel campo nomadi di via Cricoli a Vicenza. L’imputato (avv. Borrella) ha patteggiato 5 mesi e 10 giorni di reclusione e 160 euro di multa davanti al giudice Carli. La pena è stata sospesa ed è tornato in libertà. • A.F.
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Gliuffici delGipdi Vicenza