Running Magazine n. 7/8 - 2012

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OBIETTIVO: FORNIRE UN SISTEMA OGGETTIVO PER DESCRIVERE LE CALZATURE: ECCO L’APPROCCIO MESSO A PUNTO DA FILIPPO PAVESI, CHE CE NE ILLUSTRA I VARI ASPETTI

LA SCARPA IN UN’IMMAGINE

Filippo Pavesi al lavoro...

LANCIATO LO SCORSO ANNO SUL CATALOGO “SCARPE&SPORT”, QUESTO innovativo METODO è STATO AGGIORNATO E VERRà RIPROPOSTO IN MODO PIù COMPIUTO e regolare A PARTIRE DAL NUMERO DI SETTEMBRE DI “CORRERE”. VE LO PRESENTIAMO IN ANTEPRIMA. • benedetto sironi

ovviamente. Di seguito sono descritte dalle parole dello stesso Filippo Pavesi le 12 caratteristiche prese in esame.

1. MASSIMO AMMORTIZZAMENTO

L’IDEA DEL PROGETTO “Con la varietà di scarpe per lo sport presenti oggi sul mercato, trovare la scarpa adatta per ogni impiego potrebbe sembrare cosa facile”, esordisce Filippo. ”Paradossalmente, proprio la vastità dell’offerta rende invece problematico individuare e distinguere le caratteristiche funzionali che differenziano i molti modelli. Inoltre, su riviste, pubblicazioni, inserti, blog e altro ancora continuano da anni a essere riproposti gli stessi concetti sclerotizzati, che si rifanno a schemi rigidi e opinabili, o a modelli obsoleti. Spesso non aiutano neanche le strategie comunicative messe in atto dai produttori di calzature, poiché vantano caratteristiche presunte, senza comunicare abbastanza il reale comportamento delle calzature, o puntano solo sul look”.

1 SUPERFICIE DI APPOGGIO - Qual è la superficie

* caratteristiche soggettive

Riassumere in maniera veritiera ed esaustiva le caratteristiche di una calzatura – sia essa da running o meno – in una descrizione tecnica è già di per sé difficile. Figuriamoci poi se si ha l’ambizione di farlo con una sola immagine. Ma è proprio questo l’obiettivo che il gruppo “Editoriale Sport Italia” (editore tra gli altri di Scarpe&Sport e Correre) si è prefisso già da un paio di anni. La soluzione? Semplice, ma solo all’apparenza. Vale a dire un grafico che in una sola istantanea sia in grado di “fotografare” una calzatura evidenziandone le principali caratteristiche da un punto di vista oggettivo (con alcune variabili soggettive, come vedremo). A spiegarci la genesi del progetto, le prospettive e i relativi possibili vantaggi è Filippo Pavesi, da 25 anni attivo nel mondo delle calzature a più livelli (soprattutto R&D) e che ha tra le sue vesti anche quella di collaboratore del noto mensile specializzato Correre. Proprio all’interno della redazione milanese lo abbiamo incontrato, in compagnia del condirettore Daniele Menarini.

UN NUOVO APPROCCIO

RISULTATI E PROSPETTIVE

“Mi è allora sembrato opportuno fare tabula rasa dei vecchi schemi e ridefinire le più importanti caratteristiche funzionali che determinano le differenze di comportamento delle scarpe per correre, rendendo i vari modelli adatti a soggetti o impieghi diversi”, continua Filippo. “Va innanzitutto chiarito che alcune di queste caratteristiche sono oggettive, di tipo fisico, mentre altre sono invece soggettive, legate cioè all’adeguatezza a soggetti diversi, nonchè ai diversi usi che ciascuno potrebbe fare delle varie calzature. Esaminando 20-30 caratteristiche oggettive è possibile dare una descrizione piuttosto completa. Tuttavia il quadro diviene già sufficientemente chiaro prendendone in considerazione una dozzina. Alcune caratteristiche sono di tipo geometrico, facilmente misurabili, altre richiedono apposite apparecchiature, il che può essere fatto solo in laboratori opportunamente attrezzati. Tra le caratteristiche importanti ci sono quelle dimensionali: i piedi richiedono scarpe più o meno lunghe, ma non tutti sanno che sarebbero utili anche scarpe più o meno larghe”.

Ecco quindi la sintesi di questo percorso: un grafico (graphico “radar”, courtesy of Microsoft) in grado di fornire in un’ istantanea le 12 caratteristiche principali di una calzatura (le prime 9 oggettive e le ultime 3 soggettive). I primi grafici sono stati pubblicati sul numero di Scarpe&Sport n° 31 (primavera 2011). Ora sono ben visibili anche le tre caratteristiche soggettive grazie ad una differente colorazione. La presentazione al grande pubblico è prevista sul numero di settembre del mensile Correre. L’idea è quella di adottare sempre più questo standard per riassumere in un’immagine chiara e ben comprensibile le peculiarità di una calzatura. Nei grafici di queste pagine – riferite a calzature “tipo” delle relative categorie, sono evidenti le differenze che intercorrono tra scarpe di diversi segmenti, tutti comunque legati al running. Certamente un’operazione da monitorare e che potrebbe costituire un primo, importante passo verso l’utilizzo di uno standard di comunicazione il più possibile oggettivo, condiviso e semplice. Da utilizzare magari a più livelli, dalle aziende ai negozi, fino a media

2. STABILI

della scarpa che appoggia a terra? Per visualizzarla con sicurezza, è sufficiente lasciare un’impronta bagnata su un fondo asciutto. Tale indicazione risulta più significativa delle disquisizioni su “forme curve” o “forme dritte”, che non a tutti risultano così chiare. Mi sembra più semplice dire che una scarpa STABILE ha la maggiore superficie di appoggio, mentre una scarpa LEGGERA da GARA ha la minore superficie di appoggio; una scarpa a MASSIMA AMMORTIZZAZIONE avrà anch’essa una notevole superficie di appoggio, mentre una scarpa INTERMEDIA avrà anche una superficie intermedia fra quella a massima ammortizzazione e quella da gara.

2 DIFFERENZIALE - Misura della differenza fra lo spessore posteriore e quello anteriore del sistema intersuola/suola. Più il differenziale è basso, maggiore è l’allungamento a cui sono sottoposti il tendine di Achille e il tricipite della sura: correre con scarpe a basso differenziale potenzialmente migliora il nostro rendimento. Il rovescio della medaglia è che, tanto più basso è il differenziale, tanto maggiore diviene lo stress a cui è sottoposto il nostro tendine di Achille. Le scarpe da gara sono quelle più piatte, le scarpe da allenamento protettive (stabili e a massima ammortizzazione) sono più alte dietro. Le scarpe intermedie (di solito concepite per l’allenamento veloce) sono dotate di differenziale intermedio. Purtroppo i produttori non sono soliti dichiarare il differenziale. Mon è neanche facile misurarlo, almeno se si vuole mantenere integre le calzature. Si può farlo con un “test distruttivo”, sezionando la scarpa longitudinalmente. Su scarpe da gara dovreste riscontrare un differenziale

* caratteristiche soggettive

* caratteristiche soggettive

3. INTERMEDIE

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