HUB Style #03-2024

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Blue of a Kind

Candiani Denim

HandPicked

Levi’s

Roy Roger’s Shaft Jeans

Focus Design: international appeal

Speciale Denim: blue jeans

Inchiesta esclusiva: 100 Punti di Vista

N.03-2024 • ISSUE #46 contemporary active premium STYLE Periodico bimestraleRegistrazione al Trib di Milano n° 178 del 9 giugno 2017Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1LOM /MI /2804. In caso di mancato recapito inviare al l’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. sneaker Big in Japan Trend&News “Little America” diventa grande
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UN FUTURO PIÙ BLU(E)

Da sempre, se si guarda all’avvenire con ottimismo e speranza, ci si augura un futuro più “roseo”. Così come si confida in un futuro più “verde”, con un diretto e sempre più frequente riferimento all’ambiente. Noi oggi auspichiamo un futuro più “blu”. Anzi “Blue”, per dirla con un termine inglese. Al quale aggiungiamo la parola “Jeans”. Ed ecco svelato uno dei primi focus di questo frizzante e ricco numero di HUB Style, il terzo dell’anno, come da tradizione dedicato in parte anche alla Milano Design Week, dove saremo presenti con svariate operazioni speciali e una distribuzione dedicata.

Ma torniamo ai blue jeans. Non tutti sanno che questo nome, ormai iconico e planetario, deriva probabilmente dall’espressione “Blue de Genes”, cioè blu di Genova. L’origine ligure risalirebbe fino al XV secolo, quando veniva esportato questo tessuto blu robusto (fustagno), usato per vele e teloni. La tela blu di Genova arrivò anche in America, dove venne utilizzata per creare abiti da lavoro per i minatori. Fu poi nell’800 che nacque di fatto il “jeans moderno”, in particolar modo legato ai pantaloni. Precisamente nel 1853, in seguito alla scoperta dell’oro in California, Levi Strauss, per vendere capi d’abbigliamento utili ai cercatori d’oro, fondò a San Francisco la Levi Strauss & Co. Da qui nacque tecnicamente il denim, un tessuto resistente, pesante e di colore blu pressoché uniforme, mentre nel jeans il filo dell’ordito era bianco o écru.

Il resto è storia. Tanti i marchi nati in oltre un secolo di storia del jeans, diventato un capo di moda e utilizzato da miliardi di persone nel mondo. Con un importante effetto sull’ambiente, ovviamente. Sappiamo come infatti la produzione di jeans sia stata, per anni, una delle più impattanti, con un gran numero di litri di acqua utilizzati per produrne un solo paio. Oltre all’utilizzo di sostanze per la tintura e le lavorazioni, nonché i possibili impatti sul territorio, per le coltivazioni di cotone e i risvolti sociali nei paesi nei quali la produzione non è così controllata ed etica. C’è da dire, però, che molte aziende hanno lavorato in modo virtuoso sotto questo punto di vista, puntando forte su innovazione e sostenibilità. E c’è da considerare che un paio di jeans, come sappiamo, dura in media molto di più, nel nostro guardaroba, rispetto ad altri a più elevata rotazione.

Di questo e di molto altro parliamo nel nostro focus dedicato nelle prossime pagine, aperto da una bella storia tutta italiana dedicata a Roy Roger’s, lo storico brand di Campi Bisenzio fondato nel 1949 e che ha lanciato il primo blue jeans italiano. Oltre ad altre interessanti interviste con alcuni dei maggiori player di questo segmento. Che rimane un “must” anche all’interno dell’offerta dei negozi del nostro settore, a prescindere dal proprio posizionamento.

A proposito di dealer: in questo numero vi proponiamo l’attesa, seconda puntata della nostra esclusiva inchiesta 100 Punti di Vista: anche le ultime 50 interviste hanno confermato un sentiment tra luci e ombre, ma tutto sommato non così negativo. Anche se non mancano ovviamente situazioni di criticità e annosi problemi (leggi alla voce saldi, che in molti vorrebbero posticipare). Il 2024 si sta confermando un anno non semplice, dopo una stagione invernale non certo esaltante. Ma dobbiamo registrare con piacere che pochi negozi si aspettano una chiusura d’anno in negativo. In attesa di verificare sul campo se queste attese saranno rispettate, è già un’ottima notizia. Perché serve anche un rinnovato entusiasmo e una sana dose di ottimismo per sperare in un anno non troppo in chiaro scuro ma decisamente… più blu(e).

BENEDETTO SIRONI

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Novembre

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Chiuso in redazione l’11 aprile 2024

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08 - N.03
2024 Periodico
Registrazione al Trib di Milano
178 del 9
ROC
EDITORIALE
Anno
/
bimestrale -
giugno 2017 - Iscrizione al
n. 16155 del 23
2007
SOMMARIO 16-18 ROY ROGER’S: FAMILY AFFAIR NEWS 08-12 Collabo, capsule & retail FOCUS DESIGN 14-15 International appeal COVER STORY 16-18 Roy Roger’s: family affair NEW TALENT 20 Green is the new black RETAIL STORY 22 Urbanstar: anima street FOCUS ON DENIM 24-26 Blue jeans ANALYTIC 28-30 Il futuro (e il presente) della moda è green INTERVIEW 32 Denim Première Vision: un viaggio nell’indaco FROM FASHION 34 Una primavera second-hand MARKET 36 Una lenta ripresa INCHIESTA ESCLUSIVA 38-45 100 Punti di Vista SHOWCASE 46-53 Uniformi di stile SNEAKER TREND 54 Big in Japan SNEAKER NEWS 55 SNEAKER SHOWCASE 56-57 INSIDE THE STORE 58 “Little America” diventa grande 54-58 SNEAKER SECTION 24-26 FOCUS ON DENIM 34 UNA PRIMAVERA SECOND-HAND — 6 —

LA NUOVA “MINI ME BAG” DI A504 È UN’ESPRESSIONE DI AUTENTICITÀ

Un pezzo unico e autentico come ogni donna che lo indossa. Mini Me Bag è la nuova creazione di A504, brand di capi e accessori, nato dalle menti creative di quattro donne diverse e complementari: Donata Ceccarelli e Andrea Isaia, co-founder, e Monica Palmieri e Francesca Merloni, business angel. È una dichiarazione di indipendenza, pensata per contenere tutto l’essenziale, dotata di una base geometrica e una chiusura a pattina. Perfetta per chi non vuole omologarsi e realizzata dalle abili mani di artigiani napolentani, questa borsa presenta una vasta scelta di materiali e colori: disponibile in pelle, in army, scarlet, red marron, off white, nero, cuoio e cipolla, e nella versione vernice in nero o barolo. Offrendo infinite possibilità di combinazioni, rendendo quasi impossibile la possibilità di trovarne due identiche.

LO STREETWEAR CONTEMPORANEO

DI NAPAPIJRI X OBEY

La capsule Napapijri x Obey, mixando estetica outdoor, dettagli utility e stile streetwear contemporaneo, presenta una collezione di modelli pensati sia per l’outdoor sia per la vita urbana. Protagonista una versione esclusiva della giacca Epoch di Napapijri, con il suo tessuto ripstop riciclato e una patch grafica creata con i loghi dei due brand. Completano la collezione anche una serie di capi streetwear, come bucket hat, marsupi e bermuda cargo.

IL VIAGGIO DI LEVI’S AL MUDEC DI MILANO

In occasione della Milan Design Week, Levi’s presenta “Icons, Innovations & Firsts. Stories of Heritage and Progress from the Levi’s Archives”, una mostra di capi d’archivio presso lo Spazio delle Culture al Mudec di Milano. La mostra, curata da Tracey Panek, Historian Levi’s, presenta capi provenienti dagli archivi Levi’s di San Francisco, città natale del brand. Esplorando la storia del marchio e del blue jeans originale negli ultimi 150 anni, Levi’s illustra le origini e l’evoluzione di questo iconico capo di abbigliamento. In scena dal 5 al 26 aprile 2024 presso lo Spazio delle Culture al Mudec di Milano, i visitatori saranno invitati a immergersi nella collezione di capi provenienti dagli archivi Levi’s.

MAISON MARGIELA

ENTRA NEL METAVERSO

CON LE “METATABI”

L’iconico stivaletto della maison del lusso parigina è entrato nel metaverso. Le Tabi di Maison Margiela, che per l’occasione hanno preso il nome di MetaTABI, sono disponibili per l’acquisto come NFT e rappresentano una tappa fondamentale nel processo di creazione di prodotti ed esperienze firmate dal brand. Accessibili tramite il possesso di digital token. L’inconfondibile calzatura con design split-toe verrà lanciata in due edizioni: una versione in edizione super limitata MetaTABI in bianco (15 unità) e una edizione limitata MetaTABI in nero (1.500 unità), ognuna con benefici digitali, fisici e in mixed reality.

MADH E CANDIANI DENIM: PER UNA TELA RESPONSABILE

Madh, fashion denim brand svedese radicato nella ricerca sostenibile, presenta, in collaborazione con Candiani Denim, la prima collezione jeans prodotta con un cotone rigenerativo europeo e non OGM derivato da un seme di proprietà della tessitura italiana. Il Blue Seed utilizzato da Madh viene coltivato in Andalusia dall’azienda Algosur con tecniche di agricoltura rigenerativa. Possedere un seme consente a Candiani la piena rintracciabilità del suo prodotto sin dalla coltivazione, tracciando in trasparenza tutto quello che succede nell’intera catena di approvvigionamento.

— 8 — NEWS, COLLABO & CAPSULE

“OBIETTIVO ALLA SECONDA” DI MOMO BY SAVIGEL

“Obiettivo alla seconda” è il nuovo progetto di MoMo by Savigel, brand fondato da Simone Frulio, volto a offrire a ragazzi giovani e neofiti del mondo del lavoro l’opportunità di esprimere e mettere in pratica le proprie abilità e visioni artistiche. All’interno di questa iniziativa, infatti, sono stati coinvolti sei fotografi e sei stylist, tutti giovani e desiderosi di fare esperienza e farsi notare nel settore, che insieme hanno dato vita a una capsule collection di t-shirt.

PLUG-MI: L’URBAN CULTURE

TORNA A MILANO

PLUG-MI, il festival ideato e prodotto da Fandango Club Creators che celebra e amplifica l’Urban Culture più autentica, torna a Milano sabato 28 e domenica 29 settembre al Superstudio Maxi. Un’edizione piena di novità a partire dallo spazio che passa da 4.000 a 10.000 mq, un portfolio di artisti potenziato e aree tematiche che vedranno la firma di alcune delle leggende della street culture internazionale. Diverse attività con un ruolo centrale per basket, skate e battle di street dancing, un infinity wall dedicato ai graffiti e talk interattivi con protagonisti i personaggi che hanno scritto e scriveranno il futuro della cultura urban.

HOKA E LA COLLAB CON END. TRA OUTDOOR E FASHION

HOKA annuncia la sua prima partnership con END. attraverso l’esplorazione del mondo outdoor e ispirata al concetto dell’overlanding. La collaborazione rivisita lo stile di Mafate Speed 2 e Kaha Low, i due modelli scelti per le caratteristiche di robustezza e stile, rendendo omaggio alla libertà dell’avventura, alla fiducia in se stessi e alla gioia di vivere senza barriere. Radicata nel movimento globale dell’overlanding, la prima collezione della collab trae ispirazione dai terreni più impegnativi, dalle distese aperte e aride del deserto alle profondità della giungla.

LA NUOVA CAPSULE

SPERIMENTALE

DI C.P. COMPANY

E KIKO KOSTADINOV

C.P. Company, il marchio italiano specializzato nello sportswear dal 1971 e Kiko Kostadinov tornano a collaborare con una nuova collezione, rappresentazione dell’essenza innovativa e sperimentale di entrambi. Silhouette ampie e dettagli funzionali contraddistinguono questa nuova capsule composta da una giacca modulare, un pantalone cargo e una hoodie.

MATTEL E VISION OF SUPER ACCENDONO I MOTORI

Mattel, azienda leader mondiale nel settore dei giocattoli, presenta la collaborazione di Hot Wheels, le macchinine e piste più amate da bambini e collezionisti, con il brand italiano di moda Vision of Super. I due brand danno vita a una capsule collection che esprime gli elementi iconografici di entrambi i marchi per ricreare un festival immaginario in cui magliette, felpe, pantaloni, cappellini e calze vengono rivestiti dai loro caratteri distintivi.

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NEWS, COLLABO & CAPSULE

IL NEGOZIO SLOWEAR

DI FORTE DEI MARMI

Situato in una delle location marittime più suggestive del litorale toscano, il nuovo store Slowear ospita la migliore selezione di capi d’abbigliamento e accessori di alta qualità e caratterizzati da uno stile senza tempo. Una tappa obbligatoria per le passeggiate tra le piccole e caratteristiche vie della città.

UMA WANG INAUGURA

IL SUO STORE MILANESE

Uma Wang inaugura a Milano il suo primo monomarca nel cuore di Brera. Situato al civico 1 di via Palermo, lo spazio caratterizzato da pareti in tonalità sfumate e un pavimento in parquet composito unico nel suo genere. L’ambiente riflette l’essenza del brand, in cui l’intimità mette in risalto le meraviglie tattili delle sue creazioni.

A MARBELLA UNA BOUTIQUE PER MALO CASHMERE

Nel tempio del lusso spagnolo, Malo Cashmere ha aperto una nuova boutique. Si tratta di uno spazio di 70 mq nell’elegante Avenida Bulevar Príncipe Alfonso de Hohenlohe nel cuore della vivace cittadina sulla Costa del Sol: Marbella. Un luogo in cui gli amanti dell’eccellenza italiana e del cashmere di alta gamma troveranno tutto il fascino discreto e avvolgente dei capi timeless e iconici della maison fiorentina e, in particolare, la nuova collezione primavera-estate 2024 “Le Club Malo”.

D.A.T.E. APRE IL NUOVO FLAGSHIP A ROMA

Un’estetica minimalista e contemporanea per far vivere al cliente un’experience inclusiva. D.A.T.E. apre un nuovo flagship store nel centro storico romano, in via Del Gambero 18. Questo spazio innovativo, che si sviluppa su oltre 100 mq, è stato progettato e realizzato dal rinomato di architettura milanese NM3, con l’obiettivo di creare uno spazio contemporaneo che rappresenta le radici del marchio fiorentino celebrando l’identità di Roma.

AMERICAN VINTAGE: UNA VETRINA SUL MARE

Nel cuore della nota località marittima, Forte dei Marmi, American Vintage sceglie Piazza Tonini per inaugurare uno spazio esclusivo dedicato all’abbigliamento donna, uomo e bambino. Ogni spazio interno mira, attraverso l’uso di colori caldi e materiali naturali come legno e tarracotta, ad accogliere il visitatore infondendo una sensazione di benessere e spensieratezza, richiamando l’heritage e le origini del brand marsigliese.

OTTOD’AME APRE IL SUO PRIMO MONOMARCA A VIENNA

Il brand fiorentino, ottod’Ame, ha inaugurato il primo monomarca al di fuori dei confini italiani. Situata nella rinomata via Rotenturmstrasse, la boutique si estende su una superficie di circa 100 mq, offrendo uno spazio esclusivo dedicato all’esposizione delle ultime collezioni del brand. Gli interni, curati dallo studio di architettura modenese Amostudio, incarnano un’elegante fusione di nuance chiare, materiali naturali e arredi essenziali. Questo design minimalista è stato concepito per permettere agli abiti di emergere come autentici protagonisti.

— 12 — RETAIL

INTERNATIONAL APPEAL

Milano Design Week 2024. Grandi novità sia per il Salone del Mobile, in fiera a Rho, che per il Fuorisalone: eventi che trasformano la città meneghina nel palcoscenico del design a livello globale di Valeria Oneto

Come ogni aprile torna con uno dei momenti più attesi dell’anno, che rende Milano la vibrante capitale dell’architettura e dell’arredo. Dal 16 al 21 aprile va in scena, infatti, la Milano Design Week, punto di riferimento mondiale per la design industry. Una manifestazione in equilibrio tra la presenza della fiera con il Salone del Mobile, alla sua 62a edizione, e quella degli eventi diffusi sul territorio urbano, sotto il cappello del Fuorisalone, capaci di generare numeri straordinari che hanno reso questa kermesse un esempio da seguire replicato nel mondo.

Il Salone del Mobile

Appuntamento imperdibile sia per gli operatori del settore che per tutti gli appassionati o curiosi, desiderosi di scoprire le ultime tendenze nel mondo del design. La fiera, da sempre principalmente rivolta ai professionisti del settore, da quest’anno avrà anche due giornate aperte al pubblico, (20 e 21 aprile). Una delle principali novità della kermesse riguarda gli spazi, riorganizzati secondo una filosofia “human at centre”, dove il tracciato ad anello nei padiglioni 2-4 (EuroCucina + Ftk) e 6-10 (il Salone Internazionale del Bagno), permetterà ai visitatori di seguire un percorso simmetrico lungo le pareti perimetrali esterne. Questo nuovo layout, sviluppato utilizzando tecniche tipiche delle neuroscienze, riduce il tempo di percorrenza del 10%, e dovrebbe aumentare contemporaneamente il senso di orientamento del 15% e la memorabilità del 40%. Punti focali di questa edizione sono l’installazione “Interiors by David Lynch. A Thinking Room”, curata dal celebre regista statunitense David Lynch e quella artistica “Under The Surface”, situata nel Padiglione 10, legata al Salone Internazionale del Bagno. Attesissima la mostra curata da Beppe Finessi, che racconterà la storia della manifestazione ideata da Marva Griffin Wilshire 25 anni fa. Oltre a una serie di talk e tavole rotonde, curati da Annalisa Rosso, che affronteranno tematiche attuali e innova-

tive come l’uso dell’AI nel design, il rapporto tra design e settore dell’ospitalità, e molto altro ancora.

Il Fuorisalone Famoso per eventi, installazioni e presentazioni che faranno respirare design in ogni angolo del capoluogo meneghino, il Fuorisalone 2024, l’evento collaterale più conosciuto e atteso della Milano Design Week, ha come scenografia l’intero panorama urbano del capoluogo lombardo. E riempirà la città, dal centro alle periferie, con esposizioni temporanee, sfruttando alcuni dei luoghi più iconici, ma anche più inediti di Milano, aprendo le porte di palazzi storici e showroom. Fruibili generalmente da tutti senza alcun ticket. Tema principale del Fuorisalone 2024 è “Materia Natura”, che enfatizza il ruolo cruciale della natura e della materia nel design contemporaneo. Questo tema non solo affronta le sfide attuali come l’economia circolare, il riuso e la sostenibilità dei materiali, ma invita anche a riflettere sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente circostante. Da Brera, con l’installazione sul sogno a Palazzo Clerici a 5 Vie, dove imperdibili sono Palazzo Litta e l’autorimessa in Darsena, da Tortona, dove negli spazi di Superstudio più oltre 80 espositori sono in mostra sul tema “Thinking Different - everything, everywhere, everyone” a via Durini, fino a Isola, che invita il grande pubblico a scoprire spazi finora mai esplorati. E ancora Alcova, con Villa Borsani e Villa Bagatti Valsecchi, che ospitano la mostra collettiva di design sperimentale, Porta Venezia e DropCity, in zona Stazione Centrale. Protagonisti assoluti i brand di design e architettura ma anche di moda o automotive, che occuperanno strade e piazze all’insegna di installazioni d’arte ed experience immersive.

Tra moda e design, la nostra guida di “Must see” Prada Frames è un simposio e momento di scambio intellettuale, a tema Being Home, curato da FormaFantasma, il duo di

Xacus presenta l’opera “We Are Future” di Nazareno Biondo. Le creazioni per la casa di Hermès, esposte a La Pelota

— 14 — FOCUS DESIGN

designer Simone Farresin e Andrea Trimarchi, dal 14 al 16 aprile nella cornice del Museo Bagatti Valsecchi. PierreLouis Mascia svela la sua prima collezione maison, in via Maurizio Quadrio 12. Labo.Art, brand fondato da Ludovica Diligu, ha realizzato, con Plastique Fantastique, un’installazione all’Università Statale: l’albero del cortile sarà avvolto da una sfera pneumatica, per creare un vero e proprio Planetarium del futuro. Domenico Dolce e Stefano Gabbana continuano a supportare i giovani designer. In via Broggi 19, arriva infatti la seconda edizione di Gen D, a cura di Federica Sala. Per il progetto, sono state selezionate 11 promesse under 40 provenienti da diversi paesi. E verranno presentate poi le collezioni DG Casa: Dreaming e Verde Maiolica. Design Ancora è il progetto di Gucci, voluto dal direttore creativo Sabato De Sarno, che prevede un’edizione speciale di cinque oggetti del passato, simboli di italianità e milanesità, risaltandone la contemporaneità e il loro essere iconici. Dal 15 al 21 aprile presso lo store del brand di via Montenapoleone. Hermès presenta le sue nuove creazioni per la casa presso La Pelota, via Palermo 10, Milano, 16-21 aprile. Xacus continua il suo viaggio tra arte e moda, con il progetto “The Art Of Becoming”, attraverso l’opera “We Are Future” di Nazareno Biondo, che rimarrà esposta nello store fino a fine aprile. Birkenstock presenta assieme a Jacopo Carli l’installazione di “Birkenstock Studio”, in via Meravigli 4, dove sarà possibile customizzare il proprio paio di sandali. Harmont & Blaine presenta la collaborazione con

Lorenzo Vitturi, con il progetto Stripe Stories, in corso Matteotti 5. Glass Design e L’Impermeabile collaborano insieme con un prototipo di trench in spugna e tessuto, in via Statuto 8. Levi’s presenta al MUDEC di Milano la mostra “Icons, Innovations & Firsts - Stories of Heritage and Progress from the Levi’s Archives”: un’esplorazione del ricco e affascinante patrimonio del brand. Jacopo Ascari presenta la mostra “Viaggio Sentimentale in Lombardia” con le sue illustrazioni esposte nel Belvedere di Palazzo Lombardia. Il direttore creativo, Matteo Cibic, unisce le ultime tendenze di design made in Italy di DelvisUnlinited con l’arte di Robert Janitz di König Galerie, conosciuto per i suoi grandi dipinti astratti su fondo monocromatico. Versace aprirà le porte di Palazzo Versace in via Gesù 12, casa milanese della Maison e sede storica del suo Atelier, per presentare la collezione Versace Home. NonostanteMarras, in via Cola di Rienzo 8, aprirà lo spazio “Il mare dove non si tocca”, che diventerà centro nevralgico di alcune importanti collaborazioni. Pal Zileri ospiterà nello store di via Manzoni 38 a Milano, alcuni pezzi delle collezioni Bespoke di Telese.

“On The Rocks” è l’installazione all’interno di Palazzo San Fedele di Bottega Veneta in collaborazione con Cassina e Fondation Le Corbusier. Zegna celebra il lancio del suo nuovo libro “Born in Oasi Zegna” con diversi momenti. Ecoalf svelerà una vetrina/installazione creata per cambiare la percezione al cambiamento nello store di piazza

Gae Aulenti 6.

Le vetrine di Harmont & Blaine in collaborazione con Lorenzo Vitturi.

I manifesti di Gucci Ancora e Prada Frames di FormaFantasma. L’installazione di Labo.Art all’Università Statale

— 15 — FOCUS DESIGN

FAMILY AFFAIR

Roy Roger’s, storico brand di Campi Bisenzio, che ha lanciato il primo blue-jeans italiano più di 70 anni fa, è oggi in costante crescita, e punta sul mercato estero, ma anche sulla donna, con progetti speciali di Valeria Oneto

Artigianalità italiana e attitudine internazionale. È un affare di famiglia quello di Roy Roger’s. Da sempre sinonimo di innovazione costante e sperimentazione, il brand è stato fondato nel 1952 da Francesco Bacci, che dopo un viaggio negli States, inventò i primi jeans made in Italy, in denim originale, antesignani di un capo che subirà poi infinite imitazioni e declinazioni. Fu poi il genero Fulvio Biondi, nei primi Anni 2000, a portare avanti il progetto. Attento alle evoluzioni sociali, comprende le tendenze del mercato e, grazie alle proprie idee e intuizioni, riesce a portare nuova linfa al brand, partendo proprio dalla sua storicità e tradizione. Sostenendo che l’unica maniera possibile di affrontare il presente è quella di guardare al futuro, tra ricerca e attitudine al cambiamento, senza mai dimenticare il passato. L’azienda è oggi alla terza generazione, guidata da Niccolò Biondi, amministratore delegato, assieme a suo fratello Guido, direttore creativo e con la mamma Patrizia Biondi, presidente e figlia del fondatore. Il gruppo Sevenbell Group, di cui fanno parte oggi, oltre a Roy Roger’s, anche President’s e Amish, ha chiuso il 2023 con un fatturato di 28 milioni di euro. Abbiamo fatto qualche domanda a Guido Biondi, sul passato, presente e futuro della realtà fiorentina.

Roy Roger’s ha compiuto 70 anni nel 2022. Come nasce il marchio?

Roy Roger’s è la storia del primo blue jeans in denim ame-

ricano, progettato e realizzato in Italia. Eclettico, funzionale, versatile, resistente, pratico e duraturo. Nel 1952 il sogno americano arriva in Italia con Roy Roger’s. Più di 70 anni fa. È l’anno che porta mio nonno, Francesco Bacci, attratto dal denim, il nuovo tessuto americano dalle caratteristiche uniche per colore e resistenza, ad andare in America e stringere una partnership, in corso ancora oggi, con la Cone Mills Corporation, tempio del denim americano, diventando il produttore del primo blue-jeans made in Italy in denim Usa. I primi modelli mostrano già alcuni particolari che rispecchiano l’attenzione ai dettagli che solo un artigiano italiano è in grado di fare. Sono quelle caratteristiche che ancora oggi definiscono la loro unicità: le cerniere sulle tasche posteriori (brevettate e depositate negli Anni ‘50) per proteggere i documenti durante il lavoro; la famosa “pocket money” (piccola tasca sul davanti per gli spiccioli) e l’iconico triangolo nero sulla tasca posteriore.

Come si evolve nel tempo? Oggi chi è alla guida del brand? Oggi i Roy Roger’s sono il risultato di una costante ricerca in tutto il mondo di materiali di altissima qualità e una sperimentazione continua di lavaggi innovativi, lavorazioni artigianali e tecnologie all’avanguardia. Ma soprattutto, sono la capacità di rielaborare i modelli storici per concepire nuovi modi di indossare e vivere il blue-jeans. Il brand nasce come un’azienda “di famiglia” ed è ancora così. Tre generazioni che condividono lo stesso sogno del nonno Francesco e portano

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COVER STORY
Alcune immagini dall’archivio storico di Roy Roger’s

Due proposte della collezione SS 24 del brand fiorentino

avanti l’intuizione di Fulvio Biondi, che nei primi Anni 2000 diede un nuovo sprint al brand con l’idea che “Non c’è futuro se non hai una vera storia”: perché solo con una continua ricerca, con l’attitudine al cambiamento si può affrontare il futuro, ma senza mai dimenticare il proprio passato. A guidare l’azienda è mia madre Patrizia Biondi, presidente e figlia del fondatore, insieme a me che sono direttore creativo e mio fratello Niccolò, amministratore unico.

Perché questo nome?

Roy Roger’s era il nome di un sarto americano che alla fine dell’800 realizzava le salopette da lavoro dei contadini californiani. Mio nonno rimase colpito dalla sua storia e scelse di utilizzarlo come nome del brand, in onore della tradizione americana dalla quale era tanto affascinato.

Quali sono i valori che identificano la label?

Un vero Roy Roger’s si riconosce soprattutto per la qualità della materia prima e delle lavorazioni artigianali. E la costanza di portare avanti negli anni questi valori ha reso iconico il marchio. Perché ogni nostro capo è unico e irripetibile, come chi lo indossa.

L’artigianalità made in Italy vi contraddistingue. Cosa significa per voi?

È proprio dall’importanza della manifattura italiana che deriva l’alta qualità del prodotto finito. In questo modo, per anni, sono state alimentate eccellenze artigianali italiane che si sarebbero perse nel tempo. Un patrimonio prezioso che oggi è sinonimo di “fatto bene”. Per noi i laboratori e le lavanderie sono dei veri e propri partner, che contribuiscono, con la loro esperienza, a nuove sperimentazioni per risultati innovativi.

È vero che siete stati i primi a produrre una collezione dedicata interamente alle donne?

Un’idea quasi sovversiva se pensiamo che erano gli Anni ‘50 e che, all’epoca, i blue-jeans erano considerati solo dei pantaloni da lavoro. Questa attitudine al cambiamento e l’attenzione al mondo che ci circonda sono ancora oggi nello spirito della nostra azienda, che da piccola manifattura di famiglia è diventata una realtà presente in tutto il mondo.

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Una

Un’immagine della limited edition Selvedge, acquistabile esclusivamente sul sito del brand

della collaborazione

Che tipologie di tele utilizzate per le collezioni?

Il nostro denim arriva dall’Italia, Giappone, Turchia e America.

Da indumenti da lavoro ad azienda di moda. Quanto conta per voi oggi il denim e quanto il total look?

Il denim resta la parte principale attorno alla quale si sviluppa tutta la collezione che ormai da anni si è arricchita di maglie in lana e in cotone, giacche in pelle, cappotti, t-shirt, felpe e costumi. Roy Roger’s è un total look a tutti gli effetti. La ricerca di materie prime di alta qualità e lavorazioni innovative restano il fulcro di ogni nostra collezione.

Qual è il vostro target di riferimento? Incide più l’uomo o la donna sul fatturato?

Il nostro target di riferimento ricopre la fascia 28-40 anni. L’uomo è ancora superiore alla donna, anche se quest’ultima cresce uniformemente di stagione in stagione, soprattutto grazie a un lavoro scrupoloso tra prodotto, immagine e commerciale in grado di rispondere sempre più alle richieste del mercato femminile.

Quali sono i vostri best seller? Oltre ai nostri jeans, hanno un ottimo sell-out costumi, giubbotti in pelle, chino in cotone e maglieria.

Attenzione per l’ambiente: in che modo vi impegnate per essere responsabili?

Abbiamo sostituito ormai interamente il packaging come cartellini, polybag e scatole con materiali riciclati e riciclabili. Molti lavaggi proposti rispettano canoni di eco-sostenibilità, come risparmio di acqua e di energia. Lane e cotoni sono spesso a km 0 perché acquistati da manifatture toscane che ricreano filati da lane riciclate. Inoltre cerchiamo di produrre il più possibile in Italia, dove l’attenzione per l’ambiente e il trasporto sono più controllati rispetto ad altre parti del mondo.

Qual è il vostro principale mercato di riferimento? Dove state puntando ora?

L’Italia è ancora il nostro mercato principale, ma da qualche stagione siamo presenti in Usa e Giappone. Grazie a prestiogiose

collaborazioni, Roy Roger’s sta crescendo sempre più in questi paesi. Roy Roger’s x Dave’s NY ci ha aperto le porte di importanti department store oltre oceano, che hanno apprezzato la qualità delle collezioni e la lunga storia del brand fortemente connessa all’America. L’edizione limitata di Soriana by Afra & Tobia Scarpa Cassina + Roy Roger’s, creata in esclusiva per il mercato giapponese, ha dato invece visibilità al brand in Oriente.

Che valenza hanno per voi le collaborazioni?

Come le selezionate?

Ogni collaborazione nasce da una passione e da una naturale familiarità in fatto di storicità, autenticità e qualità. Sono parte del mondo Roy Roger’s e ci permettono di misurarci in territori a noi nuovi. Come è stato per la più recente capsule con Cassina, in cui abbiamo lavorato un denim molto pesante da 20 once, con lavaggi e rovinature ispirate a un nostro capo d’archivio per rivestire una poltrona. Una vera sfida che, grazie all’esperienza dei nostro storici fornitori, siamo riusciti a superare ottenendo una poltrona unica nel suo genere.

Fiere di settore: quanto contano per voi e perché?

Dove siete presenti?

Siamo tra le prime aziende ad aver partecipato a Pitti. Un appuntamento per noi ancora molto importante perché momento di confronto con i nostri clienti nazionali e internazionali.

Parlando di fatturato, come avete chiuso il 2023?

Previsioni per il 2024?

Il 2023 si è chiuso intorno ai 28 milioni di euro, un incremento importante considerando che il mercato di riferimento è sempre l’Italia. Mentre per il 2024 si prevede un incremento minimo del 3% e di conseguenza un risultato in via di consolidamento rispetto all’anno precedente.

Come guarda al futuro Roy Roger’s?

I nostri obiettivi più prossimi sono in verità due. Il primo è quello di incrementare il mercato donna in Italia con progetti dedicati. Il secondo è continuare la crescita del brand all’estero, puntando sulla qualità del prodotto e sulla nostra storia lunga più di 70 anni.

— 18 — COVER STORY
foto di Roy Roger’s con Dave’s New York, il famoso negozio di workwear americano

GREEN IS THE NEW BLACK

Amare il proprio pianeta a tal punto da volerlo proteggere. Esplorare il mondo per conoscerlo più a fondo e aiutarlo a rialzarsi. Attraverso occhi nuovi, la moda cerca di fare la sua parte di Sara Fumagallo

ZONA20 MILANO

Non parliamo solo di un marchio d’abbigliamento ma di una comunità vivace e internazionale in cui inclusività, giovinezza, creatività e moda unisex si fondono per fornire valori e ispirazioni. ZONA20 Milano è un nuovo brand slow fashion nato dalla volontà delle sorelle Cherie e Zoe Wang di creare una label che non fosse solo esteticamente bella ma anche responsabile. Una moda lenta, quindi, che si traduce in una produzione 100% made in Italy e a basso impatto ambientale grazie anche all’utilizzo di tecnologie 2.0. “Puntiamo a una moda progressista”, questa è la mission del marchio che, attraverso uno stile di vita ispirato alla libertà e alla celebrazione dell’espressione individuale, propone collezioni genderless, raffinate e dal design minimal. Come la proposta autunno-inverno 2024, dalle linee “comfy” e oversize, caratterizzata da richiami sartoriali e geometricamente “destrutturata”.

Instagram @zona20milano zona20milano.it

CHAU RISING

“Uncompleted adolescence” è l’idea da cui prende ispirazione Liu Chaoying, founder del marchio di design Chau Rising. Specializzata nella maglieria in cashmere, la label nelle sue collezioni, attraverso forme e colori, racconta storie di ribellione, rimpianti, continuità e altre emozioni legate all’adolescenza. In questo modo punta a riposizionare un tessuto storico come il cashmere nel mercato contemporaneo, parlando alle nuove generazioni. E lo fa anche impegnandosi in temi molto attuali e in linea con lo stato d’animo del target: la sostenibilità ambientale e sociale. Infatti, nelle proposte firmate Chau Rising al centro dell’attenzione c’è la protezione dell’ambiente, in tutte le sue sfumature, attraverso la pratica dell’upcycling: durante il processo di creazione dei capi, tutti i pezzi di stoffa di prova e di scarto vengono smontati per essere riparati e ricamati. E tutte le rimanenze vengono utilizzate per la “composizione artistica”.

Instagram @chaurising.official chaurising.com

— 20 — NEW TALENT

ANIMA STREET

Uno dei punti di riferimento dello streetwear romano in cui a brand affermati si affiancano le creazioni di designer emergenti. Questa è la storia di Urbanstar, il concept store originale ed eclettico dal fascino giovane e cosmopolita

Ne abbiamo parlato nei numeri 04 e 05-23 di HUB Style in occasione dell’evento speciale per celebrare la release dello stivale 8833 Classic Moc di Red Wing. Parliamo di Urbanstar, lo store romano nato nel 2002 e che nel suo spazio di 400 mq, diviso su due livelli, propone una vasta selezione di brand affermati e indipendenti. La ricerca di nuovi stimoli per i clienti più attenti è infatti il core business della realtà che nel suo vasto ambiente riflette l’anima street di ogni marchio, ponendo un focus importante sul prodotto. Molte sono le novità che verranno proposte nel corso delle prossime stagioni. Ne abbiamo parlato con Andrea Ciommi, founder di Urbanstar.

Quando e dove nasce Urbanstar? Quali sono le sue mission e vision?

Urbanstar nasce nel 2002 dalla mia voglia di dare vita a una passione che tenevo nel cassetto da sempre, nonostante non avessi un background nel settore. In pochi anni è diventato un punto di riferimento per tantissimi appassionati del mondo streetwear e, trascinato dal successo che avevamo ottenuto in poco tempo, solo pochi anni dopo ci siamo ampliati e dal 2017, grazie al sito web, siamo riconosciuti a livello globale. Nel tempo Urbanstar è diventata una realtà plasmata sul gusto della nostra community, con una vision improntata sulla passione per lo streetwear ma con una maggiore attenzione al particolare. Per questo motivo nel nostro catalogo c’è un’ampia presenza di brand non mainstream e provenienti da realtà internazionali, anche indipendenti.

Sul vostro sito è presente una sezione dedicata alla sostenibilità. Da quanto tempo l’avete inserita? E quanto è importante per voi questo tema?

Il tema della sostenibilità lo abbiamo sollevato subito dopo la pandemia. Come azienda ci siamo impegnati inizialmente a modificare tutti i packaging degli ordini e-commerce, a utilizzare corrieri che potessero garantire una compensazione della CO2 e a selezionare alcuni marchi più responsabili all’interno della nostra brand list. Dopodiché il passo successivo è stato organizzare un evento di community attiva, ed è qui che nasce “Urbanstar GoingGreen”: un progetto che prevede l’organizzazione di eventi

SCHEDA TECNICA

Nome boutique: Urbanstar

Indirizzo: via Enrico Fermi, 91/93 (00146) - Roma (RM)

Titolare: Andrea Ciommi

Mq: 400

Sito web: urbanstaroma.com

Tra le griffe più vendute: adidas, Birkenstock, Carhartt WIP, Comme des Garçons, C.P. Company, Mizuno, New Balance, Nike, Red Wing, Stone Island

Un’immagine dell’interno dello store romano Urbanstar

legati alla sostenibilità e alla salvaguardia dell’ecologia. Inoltre, ad aprile 2023, in occasione del restyling del nostro sito, abbiamo deciso di dedicare una sezione specifica alla sostenibilità, marcando i prodotti conscious con un segno distintivo. In questo modo non solo facilitiamo la scelta del cliente ma diamo maggiore visibilità a prodotti “green”.

All’interno del vostro store c’è, inoltre, una sezione con brand giapponesi. Perchè questa scelta? C’è un legame particolare tra Urbanstar e il Giappone?

Quella per i brand giapponesi è una passione che coltivo ricercando ogni anno marchi nuovi e all’avanguardia. Abbiamo iniziato inserendo i più conosciuti come Undercover, Needles, South2 West8, Comme des Garçons Shirt, fino a label quali FC/E., Beams+, Digawell e Snow Peak. Infine, gli iconici Mizuno e Asics sono da sempre presenti nella brand list.

Avete intenzione di incrementare la selezione di marchi giapponesi? Se sì, potete farci qualche spoiler? Sì, ovviamente. Le new entry per la prossima stagione saranno SOPHNET., Fumito Ganryu, Anonymous.ism, Norbit, Uniform Experiment, F.C. Real Bristol e CMF Outdoor Garment: brand ai più quasi sconosciuti ma di inestimabile valore per i più appassionati.

Avete in mente altri eventi speciali e/o collaborazioni come l’iniziativa dello scorso settembre per la release dello stivale di Red Wing?

Siamo sempre aperti a collaborazioni con i nostri brand. Quella con Red Wing è stata la nostra prima vera prova sul mercato internazionale, permettendoci di capire cosa significhi lavorare in simbiosi con una realtà così importante e mettendoci alla prova come retailer. Fin da subito abbiamo avuto sensazioni positive e con il successo delle vendite ci siamo dati la carica per mettere in agenda molte più esperienze simili. Attività come queste rendono stimolanti e uniche le uscite di nuovi prodotti.

L’intervista integrale la trovate su hubstyle.it

— 22 — RETAIL STORY
Inspired by nature CHACRONA

BLUE JEANS

Responsabilità, innovazione e ricerca. Sono alcuni dei pilastri che rendono virtuosa la produzione del denim, che vive oggi una nuova vita, come raccontano diversi player del settore di Valeria Oneto

La recente rinascita di questo tessuto, storicamente legato al workwear, segna un ritorno alle origini, esprimendo una sensibilità pratica ma sofisticata. In questa nuova era, il denim si trasforma, adottando tecniche innovative e un’estetica che bilancia armoniosamente il classico e il contemporaneo. Cuore pulsante di questa rinascita è l’intersezione tra sostenibilità, empowerment e nostalgia. Pur mantenendo il suo aspetto classico, il denim è una delle filiere che ha saputo reinventare i processi, le tecniche e le tecnologie per creare prodotti eco-consapevoli. Una moda, quella del 2024, che omaggia l’eredità degli Anni ’80 e ’90, ma anche ‘00, reinterpretandola e ridefinendola in maniera moderna e personale. I brand esplorano modi inediti per rendere il denim più responsabile, utilizzando materiali riciclati e processi di produzione a basso impatto ambientale. Sperimentando, attraverso diverse linee e vestibilità, nuovi stili, che siano però riconoscibili. I jeans non passeranno mai di moda, ma il modo in cui si indossano cambia costantemente. Diventa così, non solo

1 Il concetto di denim è molto cambiato nel tempo. Come si è evoluto in questi ultimi anni?

2 Che caratteristiche ha il vostro denim? Qual è la vostra filosofia?

3 Quali sono le tendenze di stile per le prossime collezioni?

4 Che rapporto ha il brand con il tema della responsabilità?

un capo di abbigliamento, ma un simbolo di un’era che abbraccia il passato ma che guarda con fiducia il futuro. Una recente ricerca, pubblicata a marzo 2024 e firmata dalla societa Research&Markets, prevede che il mercato globale dei jeans denim, ha raggiunto un valore di 72,90 miliardi di dollari nel 2023. Aiutato dalla crescente spesa dei consumatori nella moda, si prevede che il mercato crescerà ulteriormente a un CAGR (Compounded Average Growth Rate) del 4,7% tra il 2024 e il 2032, per raggiungere un valore di 111,40 miliardi di dollari entro il 2032. Le vendite offline del denim registreranno un tasso di crescita annuale del 3,6%, mentre la crescita nel canale di distribuzione online è stimata dell'11,1% per i prossimi otto anni. Responsabilità, economia circolare, innovazione e ricerca, si stanno facendo sempre più strada anche nella filiera tessile. In Italia esistono delle realtà che da anni hanno fatto di questi valori un modello di business. Abbiamo avuto il piacere di coinvolgere alcune delle più importanti realtà del settore nella nostra inchiesta speciale.

5 La direzione che l’azienda sta prendendo è quella verso una produzione più rispettosa dell’ambiente?

6 Quali sono i mercati più performanti per voi? Dove invece vorreste affacciarvi?

7 Quale è stato l’andamento del 2023 in termini di fatturato? Previsioni per il 2024?

8 Qual è il futuro del denim?

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FOCUS ON DENIM
Nella foto un fiocco di cotone di Candiani Denim

1 Il tessuto denim che usiamo oggi è nato a Genova nel XVI secolo. Candiani è l’unica azienda che ancora oggi lo produce nella stessa area, guidando la sua evoluzione in termini di estetica, innovazione e sostenibilità.

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L’obiettivo è creare tessuti che soddisfino lo stile dei brand e rappresentino delle soluzioni tangibili per la moda circolare. Un esempio è il brevetto Coreva.

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Si tornerà a un effetto ring più marcato, con fiamme in ordito accentuate ed estetiche autentiche. I tessuti saranno brillanti, con giochi di colore e speciali

1

Nel corso degli anni, il denim ha subito una trasformazione significativa, passando da un tessuto principalmente utilizzato per abbigliamento da lavoro a un'icona della moda. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un'evoluzione verso una maggiore attenzione per la sostenibilità e la qualità dei materiali impiegati, oltre a una varietà sempre più ampia di stili e tagli che rispondono alle esigenze dei consumatori moderni.

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Il nostro denim si distingue per la cura dei dettagli, la sartorialità e l'attenzione alla sostenibilità. Utilizziamo materiali di alta qualità e ci impegniamo per garantire processi produttivi rispettosi dell'ambiente. La nostra filosofia si basa sulla creazione di capi di abbigliamento che coniugano comfort, stile e responsabilità sociale e ambientale.

texture. I volumi rimarranno ampi, ma si intravede un ritorno del super stretch per jeans skinny.

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Ci concentriamo su tre ambiti: sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e innovazione green. La transizione "verde" di Candiani è iniziata già nel 1974, quando il nostro territorio divenne il Parco del Ticino, primo parco naturale d’Italia.

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Per migliorare, serve continuità. Sappiamo che l’evoluzione tecnologica avanza con l’innovazione sostenibile. Oggi, disponiamo di soluzioni per gli ambiti chiave della produzione circolare: ridurre, riutilizzare, riciclare.

6 Quasi il 90% del nostro fatturato si ripartisce in egual misura tra Europa e USA, in cui abbiamo una forte presenza dalla fine degli Anni ‘80, quando Gianluigi Candiani sviluppò i tessuti elasticizzati che conquistarono la nascente premium denim industry californiana.

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Il nostro settore ha sofferto gli effetti del Covid-19, soprattutto nel 2023. La sovraproduzione dovuta alla ripartenza non ha incontrato le aspettative dei brand e i consumi rallentati hanno paralizzato la filiera. La situazione si sta riequilibrando da fine anno. È presto per stimare l’andamen-

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Per le prossime collezioni, puntiamo su un lusso urbano che offre comfort senza compromettere l'eleganza. Stiamo osservando una crescente domanda per capi versatili e di alta qualità, che possano adattarsi a diverse occasioni senza rinunciare allo stile distintivo del denim.

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Il nostro brand pone grande enfasi sulla responsabilità sociale e ambientale. Abbiamo implementato strategie per ridurre l'impatto della nostra produzione, utilizzando energie rinnovabili, materiali eco-sostenibili e pratiche di riciclo. Inoltre, ci impegniamo per garantire condizioni di lavoro etiche lungo tutta la catena di approvvigionamento.

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Assolutamente sì. Handpicked ha intrapreso un percorso verso una produzione più sostenibile, adottando pratiche eco-compatibili e investendo in tecnologie innovative che riducono l'impatto ambientale dei nostri processi produttivi. Continueremo a perseguire questo obiettivo prioritario per il nostro futuro.

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Attualmente, i mercati più performanti includono sia quelli nazionali che internazionali, con una particolare rilevanza in Europa Centrale, Benelux, Dach e Francia e buone si riconfermano le prospettive negli Stati Uniti. Tuttavia, stiamo esplorando opportunità di espansione in nuovi mercati, mirando a rafforzare la nostra presenza globale e a soddisfare la domanda crescente di denim di alta qualità.

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Nel 2023 abbiamo registrato una crescita significativa del fatturato, grazie alla forte

to del 2024, ma il primo trimestre vede un trend positivo.

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Vediamo il futuro come l’unione di produzione industriale e agricoltura rigenerativa, per dar vita a un modello circolare in cui le materie prime diventano capi che, a fine vita, tornano alla natura per far nascere nuove materie prime.

domanda per i nostri prodotti e alla nostra strategia di espansione. Per il 2024, prevediamo di mantenere questo trend positivo, continuando a concentrarci sulla qualità, l'innovazione e la sostenibilità per soddisfare le esigenze dei nostri clienti.

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Il futuro del denim vede un un'attenzione sempre maggiore alla sostenibilità, all'innovazione e alla personalizzazione. Ci aspettiamo una continua evoluzione delle tecniche di produzione e dei materiali, con un focus crescente sull'individualità e sull'espressione personale attraverso il denim.

— 25 — FOCUS ON DENIM
SIMON GIULIANI global marketing director CANDIANI DENIM FRANCO CATANIA ceo HANDPICKED (GIADA S.P.A.)

1

Il denim ha subito certamente un cambiamento profondo, anche se forse ultimamente più nel “dietro le quinte” che in termini di estetica. Sono cambiati, e continuano tutt'ora, i processi che portano a rendere il prodotto attraente e cool, con l’obiettivo di ridurne l’impatto in termini di consumo di acqua e utilizzo di chimica dannosa per l’ambiente. Dunque un’estetica coerente, ma con ricetta in aggiornamento.

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Il nostro denim incarna dall’origine il senso di accettazione della caducità delle cose: utilizziamo solo jeans e tessuti esistenti per creare i nostri capi. Dunque i difetti, le differenze cromatiche, gli strappi e le riparazioni sono per noi parte integrante della suggestione e della narrativa che li accompagna e li rende unici.

1 Il nostro concetto di denim è quello di presentare un capo comodo, ma allo stesso tempo fashion con una forte connotazione femminile Anni ‘70 nel suo dna. Crediamo che i nostri vestiti in denim siano perfetti per tutte le occasioni e che debbano essere riconoscibili grazie ai ricami, lavaggi e lavorazioni che applichiamo su ogni prodotto.

2 Le nostre caratteristiche principali sono tessuti molto comodi e stretch che forniscono una vestibilità funzionale alle attività quotidiane. Inoltre, come specificato, la nostra filosofia si rispecchia in una ricerca

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Per quanto ci riguarda, dopo aver esteso l’offerta di Blue of a Kind ad altre categorie merceologiche, sentiamo il bisogno di tornare a focalizzarci sul denim nella sua forma più pura. Vogliamo continuare a indagare e interpretare il capo che più di tutti è riuscito a rimanere fedele a se stesso nei decenni, mantenendo intatto il suo fascino e la sua natura ribelle. Il tutto attraverso la trasparenza di un approccio il più possibile non impattante.

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Blue of a Kind ha da sempre fatto della responsabilità una delle sue colonne portanti. Per questa stessa ragione manteniamo un approccio attento e critico nei confronti delle innovazioni di prodotto che ci vengono via via proposte: cerchiamo di avere sempre ben presente che la responsabilità va affrontata come un percorso, più che come un punto d’arrivo.

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La direzione per noi è stata questa sin dalla fondazione. La volontà di sperimentare quanto lontano si possa andare integrando alla radice il concetto di “sostenibilità”, ci porta ancora a oggi a testare incessantemente le più innovative offerte in termini di trattamenti responsabili. La nuova collezione che stiamo presentando alla stampa in questi giorni, ad esempio, integra capi colorati con tinture vegetali applicate a freddo.

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Il mercato più performante sino a ora è stato l’Italia, che è sicuramente quello servito da più tempo. Vediamo d’altro canto un grande interesse provenire da Francia, Giappone e dai mercati anglosassoni.

quotidiana di nuove tecniche di lavorazione sul denim, che lo rendono unico rispetto agli altri. Definiamo la nostra nicchia di mercato comfort-cool.

3 Le tendenze di stile, per la prossima stagione, sono forme ampie e morbide e tessuti impalpabili con mood Anni ‘70 e un touch tex-mex.

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Il 2023 è stato un anno spigoloso, ma siamo riusciti a mantenere le posizioni. Per il 2024, in particolare, abbiamo in vista la possibile apertura di due mercati nuovi, che potrebbero essere un punto di svolta per il brand.

8 Non sono bravo con le previsioni, ma posso dirvi cosa mi auguro per il denim: spero che dalla commodity che è diventata, possa tornare a essere un prodotto a cui viene riconosciuto il suo grande contenuto e il conseguente valore che rappresenta per il mercato dell’abbigliamento.

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Abbiamo un grande senso di responsabilità nei confronti del territorio in cui viviamo e lavoriamo. Tutti i nostri prodotti sono fatti in Italia, rispettando una filiera molto corta. E sviluppiamo sempre di più tessuti e lavaggi eco-sostenibili, che non utilizzano pesticidi nella coltivazione del cotone e sfruttano il minor utilizzo di acqua nei processi di lavaggio.

5 Sì, inoltre stiamo sviluppando e brevettando un nuovo progetto che salterà definitivamente la fase di lavaggio e che sostituirà questa con una stampa digitale.

6 Il nostro mercato è 60% estero e 40% italiano, con un obiettivo di 80% e 20%. Principalmente vendiamo nel nord Europa e in USA. Ci piacerebbe sviluppare il mercato Cinese.

7 Il 2023 è stato un anno di crescita e consolidamento, segnato da un +15% rispetto al 2022. Per adesso il 2024 è in crescita di circa un 20%.

8 Per quanto riguarda la nostra parte di mercato, che è relativa al premium denim, vediamo delle prospettive di crescita importanti. Il mercato si sta muovendo sempre di più verso prodotti particolari e unici, che rispettano l'ambiente e la filiera. Il made in Italy è sempre molto apprezzato nei mercati internazionali e crediamo rimarrà un punto distintivo nel mercato.

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FABRIZIO CONSOLI founder BLUE OF A KIND
FOCUS ON DENIM
LETIZIA E LORENZO PALCHETTI TOSI founder, head of design e business developer SHAFT JEANS
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©Steve Coté via Arts Thread
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JUNE 2024 SUPERSTUDIO PIÙ, MILAN

IL FUTURO (E IL PRESENTE) DELLA MODA È GREEN

Attenzione per l’ambiente, materiali sostenibili, riciclo, decarbonizzazione, efficientamento energetico e smaltimento. È giunto il momento di fare il punto per un fashion system più responsabile di Angelo Ruggeri

Green everywhere. Questo deve essere il motto della moda oggi e nel futuro. Non ci devono essere dubbi di alcun genere: la sostenibilità è necessaria per crescere. La sostenibilità è necessaria. Secondo una ricerca di McKinsey, nel 2018 l’industria della moda è stata responsabile dell’emissione di circa 2,1 miliardi di tonnellate di gas serra, corrispondenti a circa il 4% del totale globale. Per imboccare un percorso green (e contenere le emissioni, tra i fattori responsabili dell’innalzamento della temperatura oltre 1,5 gradi), secondo la società il settore dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra a 1,1 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2030, il che vorrebbe dire all’incirca un miliardo in meno rispetto ai livelli recenti: un impegno non indifferente. Uno dei principali impedimenti al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del settore riguarda l’incapacità di arginare l’entità dei volumi di produzione e di consumo, un valore in ascesa anche grazie al miglioramento dello stile di vita dei Paesi in via di sviluppo. “Se non verranno intraprese serie azioni di abbattimento, l’aumento dei volumi di produzione e commercio potrebbe spingere le emissioni a circa 2,7 miliardi di tonnellate all’anno entro il 2030”, si legge nel rapporto. Tuttavia, se l’industria sarà capace di abbracciare ingenti iniziative di decarbonizzazione potrà limitare le emissioni a 2,1 miliardi di tonnellate annue entro il 2030.  Secondo McKinsey, dunque, servono azioni più consistenti: circa il 60% della riduzione delle emissioni del settore potrebbe essere ottenuto tramite l’efficientamento energetico e l’utilizzo di energie rinnovabili nei processi di produzione. Un altro 18% delle emissioni potrebbe essere risparmiato attraverso miglioramenti operativi e un ulteriore 21% tramite cambiamenti nel comportamento dei consumatori.

La buona notizia per l’industria è che molte delle azioni necessarie per un abbattimento accelerato delle emissioni possono essere realizzate a costi

La seconda fase della collaborazione con National Geographic Creative Works di Prada Re-Nylon

— 28 — ANALYTIC

modesti: quasi il 90% di queste misure potrebbe costare meno di 50 dollari per tonnellata di emissioni di gas serra ridotte. Inoltre, circa il 55% delle misure porterebbe a risparmi netti sui costi di produzione. Le restanti azioni richiederebbero invece incentivi per modellare la domanda dei consumatori o normative per promuovere azioni di abbattimento.

Oltre alla catena di produzione esiste, però, il problema dello smaltimento. A questo proposito McKinsey identifica diversi sistemi per trasformare i rifiuti “in valore”: tra questi, la riduzione della sovrapproduzione e del consumo eccessivo, l’estensione della durata del prodotto e la progettazione di materiali adatti a una maggiore circolarità. Uno degli strumenti più sostenibili e scalabili (capaci di aumentare o diminuire di scala a seconda delle necessità) è il riciclo fiber-to-fiber (da fibra a fibra), il cui obiettivo è la trasformazione di rifiuti tessili in nuove fibre, da riutilizzare per creare nuovi vestiti e altri prodotti. Alcune tecnologie del settore (come il riciclo del puro cotone) sono già consolidate, mentre altre (come il riciclo del poliestere) sono in via di sviluppo. Una volta introdotte queste tecnologie, le stime di McKinsey indicano che “il 70% dei rifiuti tessili potrebbe essere

riciclato da fibra a fibra”, mentre il restante 30% richiederebbe forme di recupero a circuito aperto (dove i beni ottenuti hanno un valore minore rispetto ai materiali di partenza) oppure attraverso il riciclo termochimico. A oggi, però, meno dell’1% dei rifiuti tessili viene riciclato da fibra a fibra, a causa di una serie di ostacoli strutturali, tra cui il livello di difficoltà della raccolta, smistamento e pre-trattamento, che limita la quantità di rifiuti tessili messi a disposizione per il riciclaggio da fibra a fibra (30-35% rispetto ai rifiuti tessili prodotti). Inoltre, questo strumento richiede il rispetto di requisiti rigorosi sulla composizione e purezza delle fibre.

Sopra: la collezione di outwear sartoriale nata dalla collaborazione tra Slowear e North Sails Apparel

Sotto: le nuove sneaker della B Corp italiana ACBC realizzate in materiali responsabili

Un’altra grande battaglia del settore riguarda la riduzione degli sprechi, aspetto particolarmente critico per il settore del fast fashion. Per questa ragione, invece di produrre o comprare nuovi prodotti, sempre più rivenditori, marchi e consumatori si stanno rivolgendo a modelli di consumo alternativi. Il mercato del second-hand, infatti, è in crescita da anni e, secondo Ispo, raddoppierà fino a un totale di 34 miliardi di euro entro il 2025. Sempre più marchi stanno investendo in nuovi modelli di rivendita e offrono beni di seconda mano insieme alle loro collezioni regolari. Ispo registra anche l’esigenza, da parte dei consumatori, di acquistare prodotti che non vengano soltanto da materiali riciclati, ma che possano essere riciclati a loro volta. Da questa necessità nascono, per esempio, le sneaker della B Corp italiana ACBC (acronimo di Anything Can Be Changed) realizzate in materiali responsabili come il cotone riciclato, il RePET e il FreeBio (RePU). O la collezione di outwear sartoriale nata dalla collaborazione tra Slowear e North Sails Apparel, che vuole ridefinire il capospalla nella sua essenza. Last but not least, la nuova collezione Prada Re-Nylon che ha rilevato la seconda fase della collaborazione con National Geographic Creative Works e ha esplorato i pericoli che corrono alcuni degli ecosistemi oceanici e acquatici più delicati al mondo, e i modi in cui è possibile creare un impatto positivo.

— 30 — ANALYTIC
mou-online.com

UN VIAGGIO NELL’INDACO

Torna Denim Première Vision, il punto d’incontro di addetti al settore per conoscere tutti gli sviluppi in materia di responsabilità. Intervista a Fabio Adami Dalla Val, show manager di Cristiano Zanni

Dal 5 al 6 giugno 2024, torna al Superstudio Più l’appuntamento milanese Denim Première

Vision per scoprire le nuove tendenze e gli ultimi sviluppi eco-responsabili della stagione FW 25/26. Molti saranno gli incontri ma anche i momenti di formazione, tra cui due talk importanti: “Jeans: How to assess impact & transform denim through Innovation” e “Artificial Intelligence: The Tip Of The Iceberg”. Della kermesse e le sue novità, tra denim e responsabilità, ne abbiamo parlato con Fabio Adami Dalla Val, show manager.

L’appuntamento milanese di Denim Première Vision si sta consolidando sia a livello di data che di location e sembra stia ottenendo sempre maggiori soddisfazioni. Indubbiamente, e questo conferma sempre più la bontà di una strategia e che oggi sta dando i suoi frutti. Del resto il nostro posizionamento orientato al denim contemporaneo, che da ampio spazio ai brand emergenti e alla fascia premium-luxury, è coerente sia con le date che con la location. Ci dà molta soddisfazione confermare ogni stagione i nostri partner. E da qualche edizione riscontriamo una presenza importante di produttori italiani, un ulteriore segno della bontà dell’evento e dei suoi obiettivi. Per questa edizione, inoltre, molti produttori provenienti dal Giappone trovano in Denim PV il partner ideale per le loro presentazioni.

Denim e responsabilità sono considerati due concetti spesso in antitesi. Come pensate di coniugare questo percorso?

Il denim ha e ha avuto un ruolo fondamentale nell’attirare l’attenzione verso il mondo della moda. Noi siamo molto consci del nostro ruolo: negli anni abbiamo sviluppato progetti per dare supporto concreto al concetto di sostenibilità, responsabilità e smart production. Dal 2015 e dal lancio della piattaforma Smart Creation, il nostro obiettivo rimane lo stesso, ovvero riunire espositori e visitatori attorno ai temi della responsabilità sociale e ambientale. Con questo spirito, abbiamo ideato un nuovo sistema per analizzare gli approcci dei nostri partner e promuovere questi sforzi durante i saloni e attraverso il marketplace. Durante l’edizione di luglio 2023, PV ha lanciato “A Better Way”, un programma per decodificare l’offerta sostenibile dei suoi espositori basandosi su pittogrammi sup-

portati da cinque criteri per rispettare la totalità delle performance di un espositore e rispondere alle domande dei visitatori. E ora è parte integrante di Denim Première Vision. Un approccio unico nel panorama fieristico internazionale.

Ci sono circa 400 certificazioni che coinvolgono le procedure che dovrebbero essere di competenza delle aziende. Non pensate sia un numero eccessivo?

Al netto di un giudizio personale, è indubbio che queste rendano complicata la vita dei produttori. Proprio per questo, “A Better Way” ne seleziona alcune in base alla loro forza su scala globale. Siamo anche coscienti che le certificazioni non sono presupposto per un impegno verso la produzione responsabile. Infatti, il nostro sistema è stato pensato per includere gli espositori che non dispongono di marchi o certificazioni.

Il consumo dell’acqua, considerando le diverse fasi, è un argomento sensibile per il ciclo di vita completo del denim, qual è il vostro punto di vista a riguardo?

Il consumo dell’acqua dovrebbe diventare argomento di qualsiasi dibattito, essendo uno dei problemi fondamentali del pianeta. Secondo le stime del report “A new textiles economy: Redesigning fashion’s future” di Ellen MacArthur Foundation, l’industria del tessile e abbigliamento (inclusa la coltivazione del cotone) spende circa 93 miliardi di m3 d’acqua all’anno. Ovvero il 4% dell’acqua dolce globale. L’abbigliamento, da solo, ne consuma 62 miliardi all’anno, in pratica, i due terzi dell’intero settore. Solo il 3% delle acque del Pianeta è dolce. Secondo alcune fonti, servono tra i 10.000 e 20.000 litri d’acqua per produrre 1 kg di cotone. Altri studi più recenti dicono che il fabbisogno idrico è di circa 1.600 litri. È ovviamente faticoso anche per un insider arrivare a una sintesi, figuriamoci per il consumatore finale. Dal lato mio credo che il problema non stia tanto nell’acqua che serve al cotone quanto come questa viene utilizzata. Ci sono ancora troppe gestioni inefficienti spinte dalla necessità di profitto a fronte di alti margini per pochi. E serve molta educazione verso il consumatore finale, attore spesso distratto per quanto riguarda l’impatto ambientale delle sue abitudini quotidiane.

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L’intervista integrale la trovate su hubstyle.it Alcune immagini emozionali di Denim Première Vision

find yourself in quality, details, making.

UNA PRIMAVERA SECOND-HAND

I consumatori di tutto il mondo stanno apprezzando sempre più la compravendita di prodotti vintage sulle piattaforme dedicate, riducendo così gli acquisti ex novo negli store di Angelo Ruggeri

Una recente ricerca condotta da Wallapop, la piattaforma leader nella compravendita di prodotti second-hand che promuove un modello di consumo responsabile, in collaborazione con mUp, ha svelato che la primavera è per gli italiani il momento perfetto per liberarsi del superfluo (lo sostiene il 65% degli intervistati).

In particolare, dalla ricerca è emerso che: più di 8 italiani su 10 hanno comprato oggetti per poi usarli molto raramente (o addirittura mai) e che molto spesso non ricordano nemmeno di possedere perché stipati in garage (30%) o in cantina (28%). Gli articoli più comunemente accumulati nelle case degli italiani sono libri (40%), articoli da cucina (37%) e oggetti di tecnologia (31%). Il 62% degli intervistati utilizzerebbe una piattaforma second-hand come Wallapop per vendere oggetti che non usa più e così facendo buona parte ritiene di poter guadagnare oltre 500 euro. Un risultato straordinario, che sottolinea il cambiamento radicale in fatto di shopping nella vita dei consumatori, dovuto anche alla crisi economica e all’introduzione di regole più severe in fatto di sostenibilità.

Anche Vestiaire Collective, piattaforma leader della rivendita di articoli di lusso di seconda mano, continua a sorprendere i clienti di tutto il mondo. Proprio

In alto, l’esclusiva collaborazione di Vestiaire Collective con Carine Roitfeld, caporedattrice della rivista CR Fashion Book e consulente per numerosi brand del mondo della moda e del lusso

A destra, l’homepage di Wallapop, la piattaforma leader nella compravendita di prodotti second-hand

“SONO ORGOGLIOSA DI COLLABORARE CON VESTIAIRE COLLECTIVE A QUESTO PROGETTO

SULLA MODA VINTAGE. SARÀ UN MIX DI CAPI, ACCESSORI E PEZZI ORIGINALI CHE

ABBRACCIANO DECENNI DI STORIA DELLA

MODA. LUSSUOSE BORSE GUCCI, ICONICHE

GIACCHE TOM FORD: OGNI ARTICOLO È STATO

SELEZIONATO CON CURA PER MOSTRARE

QUANTO LA MODA VINTAGE POSSA ESSERE

DIVERSA, UNICA E INTRAMONTABILE”, CARINE ROITFELD

per la primavera, infatti, ha presentato l’esclusiva collaborazione con Carine Roitfeld, caporedattrice della rivista CR Fashion Book e consulente per numerosi brand del mondo della moda e del lusso. Questa partnership deluxe celebra la passione per la moda di altri tempi e offre alla community di VC la possibilità di acquistare una selezione di ben 300 pezzi vintage scelti da Carine e disponibili in esclusiva sulla piattaforma.

FROM FASHION
lotto.it

UNA LENTA RIPRESA

Se dovessimo descrivere l’anno appena passato con una sola parola, questa sarebbe “equilibrio”. Perché, nonostante le difficoltà, il 2023 è riuscito a mantenere una certa stabilità. Anche se il mercato è ancora sotto i livelli del 2019

di Maria Pina Ciuffreda

Dopo la notevole impennata registrata nel 2021

dovuta al rebound del post-Covid, nel 2023 il fashion system ha segnato una certa stabilità, nonostante non abbia ancora raggiunto i livelli del 2019 (Grafico 1). Secondo un’indagine di Sita Ricerca, ad aver penalizzato la crescita sono stati l’aumento dei prezzi e l’attacco di stagione posticipato. Infatti, gli ultimi due anni hanno registrato temperature anomale in autunno e primavera che, di conseguenza, hanno ritardato gli acquisti (Grafico 2). Una tendenza che ha influito anche sulle scelte dei consumatori in termini di prodotti che, per quanto riguarda l’abbigliamento esterno, si sono orientati verso t-shirt/polo e capi in denim, rispetto alla maglieria pesante e ai capispalla. Il clima ha avuto un impatto negativo anche sul footfall, ovvero i flussi di entrata nei negozi: a maggio, settembre e ottobre si sono registrati dei forti cali degli ingressi (Grafico 3). Per questo motivo risulta sempre più urgente aiutare i player del settore e ottenere un accordo di filiera “anche per evitare un’inutile concorrenza tra fornitori e retail”, come dichiara Giulio Felloni, owner di Felloni. Un trend che conferma il sentiment dei 100 store multibrand intervistati in occasione della nostra annuale inchiesta

esclusiva “100 Punti di Vista”, consultabile sul numero 02-24 di HUB Style (prima parte) e nelle prossime pagine (seconda parte).

Tra negozio fisico e online Rispetto al 2022, in generale, il primo semestre 2023 ha registrato una leggera crescita (+1,5%) ma le performance positive riguardano principalmente i centri commerciali (+1,5%) e i factory outlet (+4,5%). Mentre i negozi in centro città, anche se di poco, hanno segnato un trend negativo (-0,9%). Positivo, invece, è stato l’andamento dell’abbigliamento per il lavoro (9,8%), casual (1,5%) e per il tempo libero (1,1%): numeri che confermano nuovamente la voglia di tornare alla normalità e di uscire. I prodotti per lo sport (-0,6%), la cerimonia (-14,4), la sera (-11,2%), la casa (-2%), la scuola e l’università (-3,4%), al contrario, hanno chiuso con il segno meno anche (e soprattutto) per gli ottimi risultati ottenuti l’anno precedente. L’online continua a essere fondamentale per il business del settore che vede una crescita importante rispetto al periodo pre-Covid. Nel primo semestre 2019, infatti, il valore del digitale (Pure Player¹ e Brick&Click**) era intorno al 13% mentre nel 2023 è stato del 17,4%.

per quanto riguarda la gestione di assortimento, pricing, disponibilità prodotto e attività promozionali

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MARKET
1. I Pure Player sono quelle realtà che sono riuscite a creare un business di vendita totalmente digitale 2. Il mondo dei Brick&Click è strettamente legato alle dinamiche offline
35 -35 1° Sem. 20 -2,1 -33,2 +1,8 +0,9 +1,8 +1,5 +16,8 +19,5 1° Sem. 21 Valore PM 1° Sem. 22 1° Sem. 23 0 GRAFICO 1. L’ANDAMENTO DEL MERCATO MODA DAL 1° SEMESTRE 2020 AL 1° SEMESTRE 2023 GRAFICO 3. FOOTFALL MENSILE (IN %): 2023 VS 2022 GRAFICO 2. L’EVOLUZIONE DELLA SPESA (IN %) Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre 15,0 0,0 -15,0 11,5 -3,8 0,2 2,8 0,1 -5,0 -6,8 gen 22 feb 22 mar 22 apr 22 mag 22 giu 22 lug 22 ago 22 set 22 ott 22 nov 22 dic 22 gen 23 feb 23 mar 23 apr 23 mag 23 giu 23 lug 23 ago 23 set 23 ott 23 2022 vs 2021 2023 vs 2022 -6,9 -7,9 -0,2 -4,7 -16,9 -12,6 -8,1 Set-Ott -10,3 Trend Valore Gen - Ott 23 vs 22 -0,6
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100 PUNTI DI VISTA

La terza edizione dell’inchiesta esclusiva di HUB Style, che analizza l’andamento delle vendite del mercato nel 2023, è arrivata alla seconda e ultima parte. Parola ai retailer di Sara Fumagallo

Il 2023 è stato un anno di grandi soddisfazioni ma anche difficoltà. A confermarcelo sono stati i primi 50 intervistati che, in generale, hanno sì registrato un sentiment positivo ma le problematiche relative al clima della passata FW, ai saldi anticipati e agli scenari mondiali poco rassicuranti incutono timore. La prima parte dell’anno ha segnato un andamento più che positivo, mentre da ottobre a dicembre le vendite non hanno avuto ottime performance: le temperature troppo elevate, rispetto alla media del periodo, hanno influenzato negativamente gli acquisti invernali (principalmente capispalla) e gli sconti anticipati non hanno permesso ai negozianti di vendere a prezzo pieno questi prodotti. L'e-commerce si conferma una vetrina fonda-

LE DOMANDE

SECONDA PUNTATA

1. BILANCIO DI FINE ANNO E PREVISIONI 2024

a. Nel 2023 qual è stato l’andamento delle vendite in store?

In crescita In calo Stabile

b. Qual è stata la percentuale di crescita/calo nel 2023?

c. Quali sono state le principali problematiche riscontrate e quali, invece, gli aspetti positivi?

d. In termini di vendite, quali sono le previsioni per il 2024?

2. VENDITE ONLINE

a. Nel 2023, quanto hanno inciso le vostre vendite online sul totale del fatturato? (valore in %)

Meno del 10% Tra il 10% e il 30%

Tra il 30% e il 50% Più del 50% Non abbiamo un e-commerce

b. Secondo alcune analisi, l’e-commerce si conferma una vetrina fondamentale per i multibrand italiani, anche se i punti vendita fisici stanno riscoprendo una “golden age”. È così anche per voi?

Quali sono i requisiti/servizi fondamentali per una buona presenza online?

c. Utilizzate i social media come canale di vendita o di promozione? Se sì, quale/i?

Instagram Facebook TikTok LinkedIn Altro Non usiamo social media

3. SHOPPING EXPERIENCE

a. Come sono cambiate l’esperienza e la dinamica d’acquisto da parte dei vostri clienti in questi ultimi 12 mesi?

b. Una delle principali criticità di cui si è sentito parlare quest’anno è il “bracketing”, ovvero il “reso compulsivo”. Per ovviare a questo problema molte realtà stanno ponendo delle condizioni. Come state agendo a riguardo?

c. Il sentiment generale è quello di un ritorno all’esperienza d’acquisto in store da parte dei consumatori?

d. Siete favorevoli a un possibile posticipo dell’inizio dei saldi?

4. CONSUMATORE

a. L’attenzione ai prodotti realizzati in materiali ecologici/responsabili è sempre più elevata. Riscontrate questo trend anche nei vostri clienti?

b. I consumatori sono disposti a pagare di più per un prodotto “green” o continuano a preferire altre variabili (prezzo, marchio, estetica ecc…)?

5. TREND Quali sono state le principali tendenze moda della stagione invernale 23/24?

6. MARCHI PIÙ VENDUTI NEL 2023

Elencate i top brand più venduti (max 3) nelle categorie:

a. Abbigliamento donna

b. Abbigliamento uomo

c. Accessori uomo e donna

d. Calzature uomo e donna

7. BRAND RIVELAZIONE 2023

8. ALTRE OSSERVAZIONI

mentale per la maggior parte delle boutique e per loro il fenomeno del reso compulsivo online non è una vera e propria realtà: gli store italiani puntano molto sulla shopping experience e sull'assistenza a 360 gradi ai clienti. Il bracketing rimane quindi una criticità insostenibile per le aziende di fast-fashion. Nel 2024, alcuni retailer puntano a riconfermare i budget degli ultimi 12 mesi o addirittura (anche se non di molto) a superarli. Pochi prevedono una chiusura d’anno con il segno meno. Arrivati anche alla fine della terza edizione, ecco gli ultimi 50 feedback che hanno saputo fare un bilancio di fine anno e le previsioni per quello futuro, analizzando novità, trend, problematiche ma soprattutto opportunità.

FELLONI

– FERRARA (FE)

Giulio Felloni, owner

1a. In crescita.

1b. +5%.

1c. La principale problematica riscontrata è stato il troppo acquisto di merce con poca marginalità. Di positivo abbiamo notato un piccolo ritorno di clienti che amano il contatto diretto con il venditore e soprattutto il made in Italy.

1d. Prevediamo stabilità o una leggera flessione. Dei dati di chiusura dovuti ai minori acquisti (-20%) rispetto allo scorso anno e alla preoccupazione di tensioni internazionali.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Non avendo un’e-commerce non saprei dire con certezza. Penso che per avere un sito online bisogna metterci il giusto impegno: un investimento troppo alto se lo si vuole fare in maniera concreta e remunerativa.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Maggiore ricerca di stile e qualità. Prodotti che non si hanno nell’armadio e che rappresentano un’emozione nei colori e nella vestibilità.

3b. Siamo d’accordo sulle restrizioni anche per il rispetto dell’ambiente.

3c. Sì. Deve essere comunque supportato dagli stessi negozianti e dai fornitori.

3d. Potrebbe essere un salto nel buio se non si fa in maniera preventiva un accordo con i fornitori sulle tempistiche delle collezioni, delle consegne e dei pagamenti.

4a. Sì, sicuramente insieme al made in Italy questi rappresentano un valore aggiunto anche per la vendita.

4b. Il passaggio al green non deve essere caratterizzato da un incremento dei costi. È indispensabile che l’aumento dei prezzi non incida in maniera negativa sulla scelta ecologica del consumatore. Quindi maggiore attenzione anche da parte delle aziende produttrici.

5. Volumi leggermente più comodi senza esagerazioni. Per le nuance, oltre alle varianti un po’ più chiare del blu, anche il verde e colori naturali per l’uomo.

6a. Herno (=), Tagliatore (=), Slowear (=)

6b. Tagliatore (=), Dondup (=), Herno (=)

6c. Orciani (+), Polo Ralph Lauren (+)

6d. Doucal’s (+)

7. Tagliatore

8. Sarà determinante un accordo di filiera, anche per evitare un’inutile concorrenza tra fornitori e retail.

NOHA – BRINDISI (BR)

Matteo e Natale De Stradis, buyer

1a. In crescita.

1b. +5%.

1c. Come problematiche principali abbiamo riscontrato sicuramente il cambiamento climatico, l'aumento vertiginoso dei prezzi e la concorrenza sleale dei siti aziendali e vari marketplace con sconti per quasi tutta la durata dell'anno. Uno degli aspetti positivi della stagione è stato il ritorno in boutique di tanti clienti che hanno smesso di acquistare online e l'aumento dello scontrino medio.

1d. Speriamo che siano in linea con quelle del 2023, con un naturale aumento.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Noi abbiamo un sito pronto. Non abbiamo mai creduto, soprattutto in questo momento storico, che la risposta fosse nell'online, ma anzi ci siamo soffermati maggiormente sulla cura del cliente e del negozio, rinnovando gli spazi nel marzo 2023. Devo dire che abbiamo avuto una bellissima risposta sia in termini di aumento delle vendite che di percepito dei clienti. Per quanto ci riguarda, in questo momento, avere un sito serve esclusivamente come vetrina e/o immagine. 2c. Instagram.

3a. Il cliente ha voglia di toccare i tessuti, conoscere la storia dei brand selezionati ed essere portato all'interno delle fiere di settore e sfilate attraverso i nostri occhi. L'acquisto emozionale rimane sempre al primo posto. Abbiamo notato che i clienti storici che ci seguono ormai da tante stagioni hanno maggiore voglia di acquistare. Il cliente è molto più attento a ciò che acquista, sia in termini di marchi (storici che trasmettono sicurezza) che di qualità.

3b. Non abbiamo online pertanto l'unico reso a cui facciamo fronte è quello in negozio, ma cerchiamo comunque di limitarlo il più possibile, indagando le motivazioni che spingono a farlo e cercando di dar maggiore peso alla questione.

3c. Sì, assolutamente.

3d. Soprattutto in virtù del cambiamento climatico delle ultime stagioni siamo favorevoli assolutamente allo spostamento dei saldi.

4a. Sì, il cliente è più attento ma crediamo che serva ancora del tempo.

4b. No, il prezzo resta comunque un fattore molto importante.

5. Volumi ampi sia nel capospalla che nei pantaloni, materiali sempre più naturali, meno piumini e più tessuto.

6a. Tagliatore (+), Herno (+), Ralph Lauren (+)

6b. Stone Island (+), Herno (+), Ralph Lauren (+)

6c. Zanellato (=), Orciani (=), Armani (=)

6d. Autry (+), Doucal's (=), Hogan (=)

7. Ralph Lauren

8. Tendenzialmente preferiamo la vendita in negozio: su Instagram cerchiamo di attirare il cliente per portarlo in store.

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INCHIESTA ESCLUSIVA

MAXIMILIAN – BOLZANO (BZ)

Madlen Gschwenter, management team

1a. In crescita.

1b. +5%.

1c. Problematiche: concorrenza da parte dei player online che hanno proposto sconti su collezioni attuali praticamente tutto l'anno. Aspetti positivi: i clienti apprezzano e danno sempre più importanza a una vendita assistita da parte di un personale altamente qualificato. 1d. Prevediamo una crescita del 10%.

2a. Meno del 10%.

2b. Crediamo in Maximilian come brand omnichannel in cui i processi, la vendita e l'assistenza al cliente sono tra di loro fondamentalmente intersecati. Per un marchio come il nostro sarebbe impensabile non avere una vetrina offline, anche solo come proposta di contenuti online. I requisiti fondamentali sono contenuti di qualità (sia immagini che testi) che siano rilevanti per la nostra audience.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Non ci sono stati cambiamenti netti, l'importanza della vendita assistita è in crescita.

3b. Lavoriamo sulle politiche di reso anche perchè è un fenomeno ad alto impatto ambientale.

3c. Decisamente sì.

3d. No, visto che i concorrenti online propongono gli stessi prodotti in saldo anche molto prima dell’inizio del periodo di svendita.

4a. L'interesse per materiali ecologici e responsabili e le modalità di produzione e il Paese di origine è in continua crescita.

4b. I consumatori nella nostra fascia di prezzo sono disposti a pagare di più per un prodotto "green".

5. Stivali cowboy, checks & prints, minigonne, giacche in (eco)pelle.

6a. Mvm (+), Pinko (+), Baum & Pferdgarten (=)

6b. Dondup (+), Paolo Pecora (+), Stone Island (+)

6c. Orciani (+), LaMilanesa (+), LaCarrie (+)

6d. Golden Goose (+), Dr. Martens (+), Autry (+)

7. Isnurh

VENTI5 SHOP – BRESCIA (BS)

Fausto Sottini, titolare

1a. In crescita.

1b. +34%.

1c. Il lato positivo è stata la continuità e fidelizzazione del nostro cliente.

1d. Prevediamo un aumento.

2a. Meno del 10%.

2b. Sì, capacità e investimento.

2c. Instagram, Facebook e Google.

3a. Sono più indecisi.

3b. Per ora nulla.

3c. È la speranza di tutti i negozianti.

3d. Sì, soprattutto quelli invernali perchè le sta-

gioni sono traslate almeno di un mese.

4a. Poco o quasi nulla.

4b. La variabile del marchio credo sia prevalente (dipende dal prodotto).

5. Stile casual.

6a. Barbour (+), Autry (+), Closed (+)

6b. Barbour (+), Autry (+), Pence 1979 (+)

6c. Non commercializziamo la categoria

6d. Autry (+)

7. Barbour

TWENTY BOUTIQUE – BORDIGHERA (IM)

Lorenzo Marzola, titolare

1a. In calo.

1b. -15%.

1c. Inverno inesistente e saldi non posticipati.

1d. Spero migliori del 2023.

2a. Tra il 10% e il 30%.

2b. Il servizio al cliente e la relativa customizzazione.

2c. Instagram.

3a. Il cliente viene da noi perché cerca la qualità e un servizio personalizzato.

3b. Ci appoggiamo al sevizio clienti delle aziende produttrici per soddisfare le richieste della clientela.

3c. Purtroppo sta accadendo lentamente.

3d. Assolutamente sì, però è inutile se non partecipano allo spostamento i colossi dell'online.

4a. Solo una piccola percentuale.

4b. Non tutti.

5. In assoluto la maglieria e i jeans in risposta alla crisi del capospalla dovuto a un caldo eccessivo.

6a. Pinko (+), Hanami D'Or (+), Liviana Conti (+)

6b. Gran Sasso (+), Roy Roger’s (+), Baronio (+)

6c. Pinko (+), Rains (+), Inoui Editions (+)

6d. Sebago (=)

7. Hanami D'Or

8. I saldi online danneggiano in maniera significativa. Bisogna posticipare le date.

VITALE BOUTIQUE – MILANO (MI)

Angela Vitale, owner

1a. Stabile.

1c. Le condizioni climatiche sono state la nota negativa che ha influito maggiormente sul 2023.

1d. Ottimistiche, non si può andare più in basso.

2a. Tra il 30% e il 50%.

2b. Credibilità legata al negozio fisico e disponibilità nei servizi.

2c. Instagram, Facebook e TikTok.

3a. Non sono cambiate le dinamiche ma di certo sono influenzate da contingenze esterne: pandemia, guerra, oscillazione del Pil, situazione climatica e così via.

3b. I nostri resi sono nella media dell’8/10% ma ritengo bisogni restringere la tempistica entro la quale poter procedere e rendere il reso non gratuito.

3c. È quello che ci auguriamo tutti. Questo, ovviamente, non deve esclude la vendita online ma è chiaro che l’experience in store non potrà essere mai sostituita.

3d. Al momento non vedo una soluzione per arginare questi saldi selvaggi se non far leva su

una condotta deontologicamente corretta per i commercianti riguardo a questa tematica.

4a. Non particolarmente sentita.

4b. Al momento dell’acquisto concretamente si occupano di verificare altre variabili.

5. Morbidi cappotti in cashmere, gonne oversize e soffici maglioni.

6a. Max Mara (+), Moncler (+), Herno (+)

6b. Moncler (=), Herno (=), Polo Ralph Lauren (=)

6c. Dolce & Gabbana (=), Isabel Marant (=)

6d. Autry (+), Ugg (+), Tod’s (+)

7. Autry

8. Come in tutti i momenti particolarmente complicati, la creatività si arresta per poi esplodere in tutta la sua grandezza. Noi siamo la moda e torneremo alla grande in tutta la nostra bellezza.

1a. In crescita. 1b. +30%.

GASTE – MILANO (MI)

Elena Gasperini, titolare

1c. A fronte di un clima che muta e che soprattutto è "slittato" di un mese abbondante sarebbe opportuno ristabilire l'ordine delle stagioni e del periodo saldi. Grandi problemi non ne abbiamo avuti: il nostro staff è preparato e attento a tutte le dinamiche della boutique. Abbiamo una grande clientela che si fida (e affida), che si diverte molto nel sperimentare le tante proposte. Molto importante è proporre capi di qualità, sostenibili e made in Italy. I dati positivi nelle vendite sono una conseguenza naturale di un grande impegno nella scelta delle collezioni, di una grande attenzione al cliente e alle sue esigenze e, infine, le aziende che mai come ora hanno compreso quanto sia necessario essere vicino alle dinamiche dei loro retailer.

1d. Confidiamo in una crescita del 15/20%.

2a. Abbiamo aperto da poco il nostro e-commerce.

2b. Avendo aperto il nostro e-commerce da poco, non abbiamo ancora dati.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Indubbiamente l'attenzione alla qualità, alla sostenibilità e al made in Italy.

3b. Essendo appena partiti con l'e-commerce non abbiamo questo problema. Sicuramente è importante far cambiare la policy ed eliminare la possibilità di resi gratuiti. Un'altra soluzione sarebbe quella di educare i consumatori ad acquisti consapevoli, ricordandogli che il bracketing ha un costo

notevole, inquina e ha un forte impatto sul nostro pianeta.

3c. Ribadisco di non aver paragoni tra il fisico e l’e-commerce. Ciò che accade in store non è ripetibile online: sperimentazione, rapporto umano, confronto, controllo sartoriale.

3d. Come già detto, credo sia indispensabile. Le stagioni sono "slittate" di un mese abbondante. Le temperature di settembre e ottobre sono praticamente estive, la FW si inizia a vendere da inizio novembre.

4a. Assolutamente sì e non solo. Credo sia importante sottolinearlo nel momento della vendita.

4b. Da noi uno non esclude l'altro. C'è chi è attento al green e comprende sia necessario pagare qualcosa in più e c'è chi acquista il marchio non per tendenza ma perché ne conosce le caratteristiche e si riconosce in quel gusto.

5. Maglieria.

6a. RRD Roberto Ricci Designs (+), Circolo 1901 (+), Mason's (+)

6b. RRD Roberto Ricci Designs (+), Mason's (=), Arovescio (+)

6c. RRD Roberto Ricci Designs (+), Campomaggi (+), Gallo (=)

6d. Premiata (+), Flower Mountain (+), 4B12 (=)

7. RRD Roberto Ricci Designs

MORETTI BOUTIQUE – BERGAMO (BG)

Francesca Moretti, amministratore

1a. Stabile.

1c. Le problematiche sono state principalmente climatiche: soprattutto nella stagione invernale le vendite della FW sono iniziate a partire dai primi di ottobre a discapito dei capispalla e della maglieria pesante. Abbiamo inoltre riscontrato un aumento dei prezzi generalizzato che è stato percepito dalla nostra clientela. Gli aspetti positivi sono stati l'interesse all'acquisto per giacche/cappotti in lana e capi per le occasioni speciali. 1d. Abbiamo come obiettivo un aumento del fatturato intorno al 10%.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Le nostre pagine social vengono aggiornate in continuazione perchè sono una vetrina molto seguita che da supporto alle vendite della nostra boutique. 2c. Instagram e Facebook.

3a. La nostra clientela fidelizzata è alla ricerca continua di un prodotto qualitativamente alto e durevole. Nelle collezioni abbiamo come obiettivo l'acquisto di capi che possano "emozionare" mentre per la clientela più giovane dobbiamo tenere in considerazione soprattutto il mondo social e tutta la comunicazione che viene proposta online. 3b. Non avendo l'e-commerce, non abbiamo particolari problematiche in merito ai resi.

3c. Sono d'accordo, la nostra clientela vuole essere consigliata da esperti e quest’ultimi, a loro volta, cercano di soddisfare al meglio le loro richieste. Si è tornati alla voglia di fermarsi di più in boutique anche solo per chiacchierare, per trascorrere del tempo libero piacevolmente.

3d. Siamo molto favorevoli alla proposta di posticipo dei saldi. In primo luogo, come già sottolineato, le condizioni climatiche hanno posticipato le vendite di stagione rispetto alle consegne previste dalle aziende. Inoltre, in termini di fatturato, i mesi a margine pieno si sono ridotti drasticamente e ciò incide sulla marginalità del prodotto. Infine, va rivista la regolamentazione delle vendite promozionali in stagione che da diversi anni è fuori controllo.

4a. Sì, lo riscontriamo. La clientela è sempre più attenta alla composizione dei capi anche per giustificare il prezzo del prodotto durante l'acquisto. 4b. La nostra clientela più esigente è molto attenta a tutte queste variabili e quindi in presenza di un prodotto qualitativamente alto è disposta a pagare un prezzo più elevato. La clientela più giovane predilige per la maggior parte il brand e l'estetica.

5. Per la stagione invernale la tendenza per la donna è stata la proposta di pantaloni a palazzo declinati nei denim e velluti, pantaloni cargo, giacche in velluto e cappotti lunghi con dettagli. Anche per l'uomo è aumentata la richiesta del velluto sia nelle giacche che nei pantaloni. E poi giacche doppiopetto, pantaloni con pences e cappotti dai volumi military e colori naturali nelle collezioni.

6a. 'S Max Mara (+), Fay (+), Polo Ralph Lauren (+)

6b. Stone Island (+), Fay (+), Polo Ralph Lauren (+)

6c. Hogan (+), Orciani (+)

6d. Doucal's (+), Hogan (+), Ugg (+)

7. After Label

THE STORE – MILANO (MI) Ludovico e Alejandro Campanini, co-owner

anziché il reso.

1a. In crescita.

1b. +7%.

1c. Le varie problematiche riscontrate nell’anno passato sono tutte principalmente legate al clima troppo caldo durante la FW. Gli aspetti positivi sono stati la presenza di turisti e la consapevolezza di un prodotto stimolante per il consumatore.

1d. Prevediamo un’ulteriore crescita, seppur leggera.

2a. Meno del 10%.

2b. Sì, il punto vendita rappresenta per noi ancora una fonte irrinunciabile. Proprio per questo abbiamo sempre un occhio di riguardo verso lo sviluppo dell’e-commerce. 2c. Instagram e Facebook.

3a. Non abbiamo notato un particolare cambiamento.

3b. Quello che stiamo studiando noi è un sistema tecnologico innovativo che fomenta il cambio

3c. Assolutamente sì.

3d. Sì. Il prezzo ha un’influenza psicologica molto forte e il ritardare l’inizio dei saldi comporterebbe a un periodo più esteso di vendita a prezzo pieno.

4a. Sì. Sia noi che i nostri clienti siamo sempre più sensibili a riguardo.

4b. La nostra selezione, già a monte, prevede la scelta di capi il più green possibile anche se prezzo, brand e immagine hanno sempre il loro peso.

5. Bomber, pantaloni cargo e sneaker.

6a. Nude (+), Circus Hotel (+), Destin (+)

6b. Finamore 1925 (+), Tagliatore (+), Moorer (+)

6c. Ant 45 (+)

6d. Autry (+), Moa Concept (+)

7. Autry

— 39 — INCHIESTA ESCLUSIVA

ATHOS – PORTOGRUARO (VE)

Edoardo Bortolussi, titolare

sumatore e noi ne siamo molto felici.

1a. In crescita.

1b. +20%.

1c. Nel 2023 abbiamo riscontrato una maggiore e migliore fidelizzazione del cliente.

1d. Mi aspetto un 2024 positivo anche per i progetti ai quali sto lavorando con il mio team. Incrociamo le dita.

2a. Tra il 10% e il 30%.

2b. Sì, anche per noi è così ed è fondamentale avere un sito sempre aggiornato. È molto importante anche essere sempre veloci e puntuali, il cliente nota queste accortezze.

2c. Instagram.

3a. Non notiamo cambiamenti.

3b. Fortunatamente non abbiamo mai riscontrato questo problema.

3c. Sì, si sente proprio nell’aria questo ritorno in store del con-

3d. Assolutamente sì. Anzi, dirò di più, dovrebbero proprio vietare qualsiasi tipo di promozione durante l’anno.

4a. Sì, riscontriamo anche noi questa tendenza.

4b. Sono disposti a pagare di più se il prodotto è attento all’ambiente.

5. Cappotti e giacche doppiopetto.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. Gabriele Pasini (=), Lardini (=), Roberto Collina (+)

6c. Doucal’s (+), Camerucci (-)

6d. Doucal’s (+)

7. Tela Genova

BORDONI 1926 – MORBEGNO (SO)

Giovanni Bordoni, titolare

1a. In calo.

1b. -2%.

1c. C’è stato un andamento poco omogeneo: l'uomo ha sofferto e comprato maggiormente nei saldi, mentre la donna è andata bene. 1d. Per la stagione estiva non vedo grossi problemi, ma i capispalla invernali spaventano molto.

2a. Meno del 10%.

2b. La nostra vendita è principalmente in store mentre l’online lo utilizziamo solo per visibilità: effetto vetrina. 2c. Instagram e Facebook.

3a. C'è chi si avvicina all'acquisto in modo tradizionale e aperto e chi invece è diventato un "talebano degli screenshot" a cui interessa solo il capo in questione e niente più.

3b. Non abbiamo cambiato politica in quanto soffriamo poco di questo problema.

3c. Sembrerebbe che chi si avvicina al negozio lo fa per essere un po’ più coccolato e soprattutto consigliato nelle scelte.

3d. Sì, sono favorevole in quanto le stagioni, soprattutto quella invernale, sono diventate troppo corte.

4a. Non in modo particolare, il capo deve principalmente piacere al gusto del cliente. Il resto è un "di più".

4b. Direi di no! il prezzo, insieme al percepito del marchio, la fa ancora da padrone.

5. Colori chiari da abbinare ai classici blu e grigio. Più lana/ lana tecnica e meno nylon.

6a. Max Mara (=), Woolrich (=), Herno (+)

6b. Stone Island (=), Ralph Lauren (=), Tagliatore (=)

6c. Orciani (+), Pinko (=), Mc2 Saint Barth (=)

6d. Autry (+), Doucal's (+), Ash (-)

7. Autry

CENTRO MODA COGNO – PIANCOGNO (BS)

Loris Ghidinelli, titolare

1a. In crescita.

1b. +1%.

1c. I contro sono stati il meteo avverso, i saldi troppo anticipati, poca propensione all'acquisto, catene ed e-commerce che propongono saldi di mezza stagione. I pro, invece, sono stati i clienti fidelizzati che premiano la nostra professionalità.

1d. Siamo ottimisti, speriamo in una leggera crescita.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Nel nostro settore la maggior parte delle vendite e-commerce sono prerogativa delle aziende e delle grosse catene: loro hanno maggior marginalità e spesso sede all'estero con una tassazione fiscale molto ridotta rispetto a quella italiana in modo da poter permettere sconti proibiti ai negozi fisici.

2c. Instagram, Facebook e TikTok.

3a. Per acquisti importanti, come abiti da cerimonia, si affidano alla nostra professionalità ed esperienza.

3b. Credo sia un problema legato all'e-commerce, spesso si compra in modo impulsivo e il prodotto non è quello desiderato.

3c. Più che sentiment, per ora, è solo una speranza.

3d. Certamente. Le stagioni sono cambiate e di conseguenza le

CONFEZIONI TAFFELLI

PIEVE DI BONO-PREZZO

(TN)

vendite iniziano più tardi e c’è meno tempo per vendere i prodotti a prezzo pieno. Iniziare i saldi così presto porta a ridurre gli utili con tutte le conseguenze immaginabili.

4a. L'attenzione al prodotto green sta crescendo, soprattutto nei giovani ma non è elevata.

4b. Come spesso capita sono tutti bravi a professare ma di fronte al prodotto green la variabile prezzo/qualità/estetica ha un maggiore appeal.

5. Un ritorno agli Anni ‘80 con jeans e pantaloni più larghi e a zampa. Colori naturali nelle maglie.

6a. Marella (+), Liu Jo (-), Penny Black (=)

6b. Harmont & Blaine (+), Roy Roger’s (=), Tommy Hilfiger (-) 6c. Non commercializziamo la categoria

6d. Non commercializziamo la categoria

7. Roy Roger’s

Ivo Taffelli, responsabile commerciale

1a. In calo.

1b. -10%.

1c. I lati negativi sono stati il clima e l’inflazione.

1d. Prevediamo un ulteriore calo del 5%.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Non avendo un e-commerce non saprei.

2c. Instagram e Facebook.

3a. I clienti sono influenzati dai social.

3b. Anche noi abbiamo sempre risposto con condizioni chiare.

3c. Sì.

3d. Sì, ma è sempre più difficile.

4a. Non in modo particolare.

4b. Preferiscono ancora altre variabili come marchio/prezzo/estetica e così via.

5. Il cappotto.

6a. Liu Jo (=), Marella (+), Gaudi (=)

6b. Armani Exchange (+), Calvin Klein (+), Colmar (-)

6c. Calvin Klein (=), Liu Jo (=)

6d. Non commercializziamo la categoria

7. Nike

BREFICOM – TREVISO (TV)

Enrico Barcè, amministratore delegato

1a. In crescita.

1b. +10%.

1c. Abbiamo riscontrato un eccesso di promozioni anche durante i mesi iniziali della stagione. Un grave problema per noi retailer.

1d. Prevediamo una stabilità.

2a. Più del 50%.

2b. Sì, anche per noi è così e per una buona presenza online è richiesta una grande accuratezza nello sviluppo dei contenuti.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Non ci sono state particolari variazioni.

3b. È un grande problema e noi siamo in attesa di capire come muoverci.

3c. Sì, confermo.

3d. Sì perchè le stagioni stanno cambiando dal punto di vista meteorologico.

4a. Non eccessivamente, forse lo pensano ma non lo dicono apertamente.

4b. Direi altre variabili.

5. Non ne abbiamo riscontrate particolari.

6a. Max Mara (+), Elisabetta Franchi (+), Fay (+)

6b. Fay (+), Barbour (+), Moorer (=)

6c. Michael Kors (=), Zanellato (=), Orciani (+)

6d. Premiata (+), Hogan (+), Via Roma 15 (+)

7. Max Mara

ELITE – MANERBIO (BS)

Paolo Fredi, socio

1a. In calo.

1b. -6%.

1c. Crisi economica generalizzata nel settore abbigliamento. L'aspetto positivo è il ritorno alla ricerca della qualità dei prodotti da parte del consumatore finale.

1d. Stabili.

2a. Meno del 10%.

2b. L'online è decisamente in calo, forse anche a causa dell'enorme concorrenza. Non diamo molta importanza all'online, preferiamo concentrarci sul negozio fisico.

2c. Instagram e Facebook.

3a. I clienti sono più attenti alla qualità dei prodotti e alla provenienza degli stessi.

3b. Abbiamo eliminato il contrassegno e gestito le vendite online in modo più razionale valutando attentamente gli ordini dei clienti.

3c. Ne sono convinto.

3d. Certamente sì. I saldi devono essere un acquisto di fine stagione (febbraio-marzo per l'invernale e agosto-settembre per l'estivo) e non una consuetudine d'acquisto con sconto già in stagione.

4a. Sì.

4b. Credo che il consumatore preferisca pagare di più per un prodotto di qualità, indipendentemente dal fattore green, che è sempre da valutare a priori.

5. Maglieria di qualità, gonne e abiti.

6a. Elisabetta Franchi (=), Fay (=), Blugirl (+)

6b. Fay (+), Paolo Pecora (+), Dondup (=)

6c. Elisabetta Franchi (=), Ballantyne (+), Lancel (=)

6d. Doucal's (=), Premiata (=), Michael Kors (+)

7. Blugirl

BERNARDELLI – MANTOVA (MN)

Ginevra Gozzoli, ceo

1a. Stabile.

1c. Stiamo vivendo un periodo che, a livello mondiale, è molto difficile e con pochi stimoli. Però, il lato positivo è che la nostra clientela fidelizzata e storica è molto forte.

1d. Si spera in un pareggio dell'anno precedente.

2a. Tra il 30% e il 50%.

2b. Sì. Foto di qualità, un sito ben costruito e accessibile.

2c. Instagram.

3a. Non sono cambiate.

3b. Non riscontriamo questa problematica.

3c. Dipende molto dal target: i clienti giovani tendono ad acquistare maggiormente online.

3d. Sì, iniziano sempre prima e i costi diventano molto difficili da sostenere.

4a. Sì, c'è più attenzione verso prodotti sostenibili.

4b. In genere, i più giovani sono più attenti al sostenibile.

5. Eco fur, cardigan, stivali e gonne midi a tubino.

6a. Max Mara (+), Maison Margiela (=), Toteme (+)

6b. Moncler (=), Marni (+), Rick Owens (=)

6c. Golden Goose (+), Maison Margiela (+), Maison Mihara (+)

6d. Golden Goose (+), Maison Mihara (+)

7. Fear of God

— 40 — INCHIESTA ESCLUSIVA

FREEPORT – CLUSONE (BG)

Claudio Nodari, titolare

1a. Stabile.

1c. Problematiche: il clima che non segue più le "solite stagionalità", i prezzi sempre più in crescita e la giungla incontrollata delle scontistiche tutto l'anno. Aspetti positivi: essendo in un Paese a vocazione turistica, dopo il periodo buio del Covid, la riscoperta delle nostre zone.

1d. Speriamo di riuscire a mantenere i numeri dell'anno precedente.

2a. Meno del 10%.

2b. Assolutamente sì, il punto vendita fisico è sempre il mezzo principale e anche a detta dei nostri clienti l'e-commerce viene utilizzato più come una vetrina per avere un'idea generale della nostra proposta e poter arrivare in negozio con le idee chiare. I requisiti fondamentali per una buona presenza online? Pubblicità indicizzata alla clientela target.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Clientela sempre più attenta ai dettagli e all'eco-sostenibilità della filiera produttiva. Il consumer medio-alto spendente è sempre più alla ricerca di un momento di shopping fatto su misura per lui, deve sentirsi come a casa.

3b. Da sempre, sull'e-commerce abbiamo il reso a pagamento.

3c. Assolutamente sì, è anche vero che la nostra clientela va principalmente dai 30 anni in su e preferisce toccare con mano ciò che compra.

3d. Assolutamente favorevoli. Non ha senso chiamarli saldi di fine stagione quando si ha avuto un mese effettivo di clima favorevole per la vendita di prodotto di una stagione intera. A mio parere andrebbero spostati almeno di un mese.

4a. Sì, il cliente è sempre più attento a questa tematica, anche se resta sempre una minoranza.

4b. Continuano in generale a preferire altre variabili tra cui estetica, vestibilità, marchio e made in Italy.

5. Materiali tecnici portati nel quotidiano. E poi i cappotti, i tailleur e i piumini in tessuti bi-materici.

6a. Polo Ralph Lauren (+), Dondup (=), Circolo 1901 (+)

6b. Polo Ralph Lauren (+), Peuterey (+), Mc2 Saint Barth (+)

6c. Orciani (+), Zanellato (=)

6d. Seboy's (=), Mou (=), Noova (-)

7. Customer Lovers

LAGOSTINA ABBIGLIAMENTO – ARONA (NO)

Andrea Ferri, owner

1a. In crescita.

1b. +20%.

1c. La stagione invernale è partita in ritardo per via del clima troppo caldo però poi non ha avuto brutte performance. La primavera-estate 2023 è stata un’ottima stagione grazie anche al turismo.

1d. Prevediamo un incremento del 10%.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Sì, si sta riscoprendo una golden age per gli store fisici. Non avendo un e-commerce non saprei dire quali sono i requisiti o servizi fondamentali per una buona presenza online.

2c. Non usiamo social media.

3a. Il cliente cerca il rapporto stretto e diretto con l’operatore: vuole essere coccolato e indirizzato per l’acquisto migliore.

3b. Non ho questi problemi, per fortuna.

3c. Sì. 3d. Non faccio saldi.

4a. Direi che nel nostro store è un 50 e 50.

4b. Continuano a preferire altre variabili.

5. Abiti doppiopetto.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. Corneliani (+), Eleventy (+),

Jacob Cohën (+)

6c. Corneliani (+), Eleventy (+),

Jacob Cohën (+)

6d. Henderson (=), Eleventy (+), Corneliani (+)

7. Eleventy

LUCA SALVINI – VICENZA (VI)

Ivo Volpon, titolare

1a. In crescita.

1b. +3%.

1c. Ricerca abbigliamento di qualità.

1d. Stabili.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Sì.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Meno capispalla e più maglieria.

3b. Non è un problema che ci riguarda fortunatamente.

3c. Il cliente ricerca il servizio.

3d. Le stagioni sono cambiate: la vendita invernale comincia a ottobre e posticipare le svendite porta ad avere più marginalità.

4a. Sì, riscontriamo anche noi questo trend.

4b. Marchio e qualità.

5. Pantaloni in tessuto tecnico, giubbotti in pelle e maglieria in cashmere.

6a. Agnona (+), Missoni (+), Ermanno Scervino (+)

6b. Canali (+), Herno (+), Jacob Cohën (+)

6c. Ermanno Scervino (+), Canali (+), Missoni (=)

6d. Santoni (+), Ortigni (+), Herno (+)

7. Ermanno Scervino

1a. Stabile. 1c. Il clima troppo caldo è stata una nota negativa mentre la riscoperta del classico tra i più giovani è stata una nota positiva. 1d. È difficile fare previsioni visti i segnali altalenanti che stiamo ricevendo.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Non abbiamo né una piattaforma online nè social media quindi non saprei dire.

2c. Non usiamo social media.

3a. La disponibilità degli orari flessibili è molto richiesta. Con clienti sempre più preparati, l’esperienza in negozio è più un accompagnamento all’acquisto che una consulenza sulla scelta dei capi.

GINO BAUDINO – TORINO (TO) Paolo Baudino, socio

1a. Stabile.

1c. La concomitanza di diversi fattori socio-economici e le variazioni climatiche hanno determinato un aumento dei prezzi e un conseguente calo della domanda. Il comparto cerimonia nella stagione primavera-estate ha bilanciato positivamente queste problematiche.

1d. Sostanziale tenuta.

2a. Meno del 10%.

2b. L'e-commerce ha per noi una rilevanza minima, privilegiando il contatto fisico e la vendita assistita di persona.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Non si sono avvertite particolari differenze. Abbiamo notato un aumento del “malcostume”, specie per le calzature: ovvero provare in negozio la misura corretta per poi ricercare il medesimo prodotto online.

3b. Al momento non abbiamo dati rilevanti al riguardo.

3c. Parrebbe di sì.

3d. Assolutamente favorevoli se tutti si adeguassero (anche i grandi Gruppi e le piattaforme).

4a. Una percentuale minore è attenta a queste istanze e pare in lenta crescita.

4b. Nella hit degli interessi ci sono estetica, marchio e prezzi. Qualità ancora considerate con maggiore attenzione.

5. La maglieria di qualità.

6a. Gran Sasso (+), Save the Duck (+), Circolo 1901 (+)

6b. Canali (+), Gran Sasso (+), Tagliatore (+)

6c. Barbour (=), Rains (=), Jack (=)

6d. Blundstone (-), Saxone (-), Flower Mountain (=)

7. Bob Company

LAZZARI ABBIGLIAMENTO – ORZIVECCHI (BS)

Alberto Lazzari, titolare

1a. In crescita.

1b. +8%.

1c. Le temperature troppo alte rispetto alla media hanno condizionato le vendite di ottobre. Fortunatamente nei mesi successivi il lavoro è andato meglio.

1d. Spero meglio. Pensiamo in positivo.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Il servizio e la nostra professionalità da sempre.

2c. Instagram e Facebook.

3a. I nostri clienti vengono da noi perché trovano qualità, disponibilità e professionalità.

3b. Non è un nostro problema.

3c. I nostri clienti apprezzano questo.

3d. Sconti e/ saldi di fine stagione. Le due ultime due parole (fine stagione) sono la risposta.

4a. No.

4b. No.

5. Andato particolarmente bene il denim sia nella donna che nell’uomo. Ottimo anche l’andamento della maglieria con dei volumi morbidi.

6a. Twinset (=), Emme Marella (=), Rino Pelle (=)

6b. Duno (=), Camouflage (=), Tommy Hilfiger (=)

6c. Corsini (=)

6d. Rossi (=), Francesco Milano (=)

7. Duno

8. Abbiate fiducia delle attività che hanno una storicità.

RAMBELLI – MILANO (MI) Ludovico Rambelli, buyer

1a. In crescita. 1b. +10%.

1c. Le problematiche principali sono state la forte inflazione che affligge il Paese e che inevitabilmente toglie potere d'acquisto a molti consumatori e l'autunno con temperature anomale al quale però ci stiamo abituando. Tra gli aspetti positivi abbiamo riscontrato una forte volontà di tornare ad acquistare con criterio, cercando la qualità.

1d. Puntiamo a confermare la crescita del 2023.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Non abbiamo ancora trovato una soluzione adatta a noi per ciò che riguarda l'e-commerce ma possiamo confermare che l'attenzione al cliente che si percepisce in un punto vendita fisico è sempre più apprezzata.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Abbiamo notato con piacere una nuova consapevolezza: comprare meno ma meglio. Less is more.

3b. Non riscontriamo questa problematica, ma il consumatore deve essere educato. E questo spetta al negoziante.

MARTINI – SESTO FIORENTINO (FI)

Matteo Miano, titolare

3b. Sempre disponibili verso il cliente anche se per noi è un fenomeno quasi inesistente.

3c. Da sempre lo promuoviamo e solo in casi eccezionali l’acquisto avviene a distanza.

3d. Ormai è tardi per scelte di questo tipo: in un mercato libero paga soltanto la professionalità, la serietà e la credibilità di un punto vendita, non si è più scelti per lo sconto.

4a. Ancora poco ma sicuramente sono in aumento i clienti che porgono maggiore attenzione ai prodotti realizzati con materiali ecologici.

4b. Per un prodotto made in Italy, meno impattante o in tessuti riciclati sono sicuramente disponibili a pagare di più.

3c. Decisamente.

3d. Sì, siamo favorevoli e il cambio climatico che stiamo vivendo basterebbe a giustificare una scelta del genere.

4a. Più che l'attenzione alla realizzazione di prodotti eco-friendly, notiamo una spiccata propensione a una produzione etica e legata al territorio italiano.

4b. Penso si cerchi il giusto compromesso per ogni variabile. Sembra paradossale comprare un prodotto green se poi viene spedito dal Far East.

5. La voglia di un gusto tradizionale ma contemporaneo, sobrio e poco appariscente.

6a. Barbour (+), Via Masini 80 (+), Xacus =

6b. Barbour (+), Santaniello (+), Paltò (+)

6c. Alberto Luti (+), Campomaggi (=), Archivio Camerucci (=)

6d. Non commercializziamo la categoria

7. Haikure

5. Meno nylon e più tessuto sull’over jacket.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. Jacob Cohën (+), Lardini (+), Xacus (+)

6c. Orciani (+)

6d. Jacob Cohën (+)

7. La nostra clientela ci richiede meno capi ma che piacciono e in cui si possono sentire a proprio agio. Questo ci ha permesso di alzare ulteriormente la qualità dei nostri prodotti.

— 41 — INCHIESTA ESCLUSIVA

CUPERTINO – FASANO (BR)

Pierpaolo Cupertino, legale rappresentante

1a. Stabile.

1c. Le problematiche sono molteplici: principalmente si avverte una mancanza d’interesse verso il settore rispetto ad altri, gli acquisti sono più orientati verso necessità o ricorrenze. Il clima incerto (non solo metereologico) e la confusione generata da promozioni in piena stagione e saldi troppo anticipati hanno dato il loro contributo negativo alle vendite. Gli aspetti positivi sono stati la conferma di fidelizzazione e l'acquisizione di un certo tipo di clientela che apprezza e si sente confortata e gratificata dal valore qualitativo dei capi, dal servizio offerto e dall'accoglienza nei negozi. 1d. Ci aspettiamo di confermare o incrementare leggermente le vendite.

2a. Meno del 10%.

2b. Abbiamo uno shop online ma rappresenta ancora una percentuale irrisoria del nostro fatturato. È per noi utile come vetrina virtuale per avvicinare clienti distanti che utilizzano il nostro shop online come catalogo da sfogliare e da cui attingere idee o spunti che possono concretizzarsi in vendita diretta in negozio oppure anche da remoto.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Avvertiamo la necessità di instaurare relazioni sempre più personalizzate con le diverse tipologie di clientela. Ci deve essere un’assistenza costante, un servizio attento e adeguato e un utilizzo garbato dei

canali di vendita e promozione.

3b. Non abbiamo riscontrato più di tanto questa problematica, per fortuna.

3c. Decisamente. Abbiamo una storia che nasce da queste basi, fatta di relazioni dirette e legami di fiducia con i nostri clienti. I canali social danno una mano a raggiungere nuovi consumer, sono un supporto non trascurabile ma rimaniamo fedeli al rapporto diretto nei negozi.

3d. Assolutamente sì. È necessario se si vuole dare maggiore credibilità al settore e valore a ciò che vendiamo.

4a. Poco. 4b. La maggioranza mostra importanza verso altri aspetti.

5. Tendenze d’ispirazione classica aggiornate nelle forme e nelle vestibilità con particolare attenzione a tessuti performanti. Stessa cosa sulle calzature dove le scelte su prodotti dalla connotazione business casual hanno ricominciato a catturare l’attenzione.

6a. Herno (+), K-Way (+), Be You - Geraldine Alasio (+)

6b. Tagliatore (+), Herno (+), K-Way (+)

6c. Orciani (=), The Bridge (+), Marcella (=)

6d. Autry (+), Hogan (-), Premiata (=)

7. Hindustrie

NUOVA PEVERI ABBIGLIAMENTO – PIACENZA (PC)

Luca Marazzi, amministratore unico

1a. In crescita.

1b. +10%.

1c. Abbiamo riscontrato, come aspetto positivo, la crescita dell’acquisto di abiti per le cerimonie (ambito in cui il negozio è specializzato). Mentre, negativo, le temperature troppo alte nel periodo autunnale con un conseguente stallo delle vendite della collezione invernale.

1d. Stabilità.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Non avendo un e-commerce non saprei. 2c. Instagram.

3a. La clientela è più attenta al prezzo. 3b. Non ho questa problematica.

3c. Penso che dipenda molto dal tipo di offerta: un abito intero difficilmente viene comprato online perchè il cliente desidera provarlo e toccarlo con mano. Al contrario, invece, di una marca di jeans (per esempio) di cui conosce già taglia e modello.

3d. Molto favorevoli. Ormai le stagioni si sono posticipate di almeno un mese quindi è inutile iniziare i saldi a gennaio quando l’inverno non è ancora

cominciato. Secondo noi dovrebbero iniziare almeno a febbraio.

4a. Non riscontro eccessivamente questo trend ma penso sia una tendenza rivolta a un pubblico più giovane. 4b. Secondo me preferiscono altre variabili come il prezzo o il marchio.

5. Il classico che non tramonta mai.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. LBM 1911 (=), Corneliani (+), Abkost (+)

6c. La categoria non è il principale focus per lo store

6d. Non commercializziamo la categoria (dalla prossima primavera lo inseriremo)

7. Abkost

8. Ci vuole più impegno da parte delle associazioni di categoria da parte del comparto moda Italia e dei comuni stessi per incentivare il commercio di prossimità. Si deve (e si può fare) certamente di più.

QUINTESSENCE – FIRENZE (FI)

Daniele Ghetti, founder

1a. In crescita.

1b. +6%.

1c. Abbiamo riscontrato un aumento del flusso turistico ma abbiamo registrato un trend negativo nei mesi di novembre e dicembre per via delle temperature troppo elevate.

1d. Crediamo in un incremento in positivo.

2a. Meno del 10%.

2b. Personale competente e dedicato.

2c. Instagram, Facebook e TikTok.

3a. La nostra clientela è pù adulta e acquista total look.

3b. Non abbiamo grossi problemi di reso.

3c. Sì, crediamo nel ritorno in store.

1a. In crescita.

1b. +5%.

1c. Le vendite in store hanno avuto un trend in decrescita. Abbiamo beneficiato di un inizio anno positivo con un ritorno della clientela in boutique che si è fortunatamente protratto fino a fine estate. Ma da settembre le vendite hanno subito un calo drastico, con un disinteresse della clientela verso gli acquisti di capi di abbigliamento e accessori motivato dall’incertezza economico-politica e dallo spostamento dei budget di spesa verso altri canali.

1d. Le nostre previsioni non sono positive, l’aumento esagerato e molte volte ingiustificato dei prezzi di tut-

3d. Favorevoli, durano troppo. Per noi sarebbe sufficiente il mese di febbraio.

4a. Sì.

4b. Prezzo, marchio ed estetica prevalgono ancora.

5. Il rallentamento dello slim fit a favore di linee piu' regular (aumenti di volume).

6a. Quintessence (+)

6b. Colmar (=), Breras (+), White Sand (+)

6c. Non commercializziamo la categoria

6d. New Balance (+), A.S.98 (+), Hundred (+)

7. Quintessence

1a. In crescita.

1b. +6%.

GIANNI ITALIA 1965 – MILANO (MI)

Maurizio Italia, titolare

1c. Ci sono stati sia aspetti negativi che positivi. Di contro c’è stato sicuramente il cambiamento climatico che ha spostato le stagioni ma anche (e soprattutto) le varie svendite (es. Black Friday) che noi non facciamo perchè influiscono negativamente sulle vendite di dicembre. Di pro, invece, c’è stata la fidelizzazione della clientela, nonostante un 2023 negativo per il nostro mercato.

1d. Ci auguriamo di crescere ulteriormente.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Assolutamente sì, il cliente ha voglia di essere consigliato e coccolato.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Abbiamo riscontrato un approccio all'acquisto

più chiaro da parte del cliente: entra in store già con le idee in testa. Ovviamente accettano il consiglio.

3b. Non è un problema.

3c. Assolutamente sì.

3d. Assolutamente sì. Posticiperei di un mese.

4a. Non è determinante.

4b. Non sono disposti a pagare di più.

5. Ritorno al formale con delle modellistiche più morbide rispetto a prima.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. Moorer (+), Incotex Blue Division (+), Kangra (+)

6c. Gallo (+), Gierremilano (+)

6d. Ortigni (+), Valsport (+)

7. RRD - Roberto Ricci Designs

MULINO DOCKSMART – MILANO (MI)

Fabrizio Elia, founder

1a. In crescita. 1b. +8%.

1c. Il flusso è calato ma la qualità della clientela, in termini di potere d'acquisto, si è alzata. Un cambiamento avvenuto anche per la scelta di alzare il livello del prodotto. Di fatto lo scontrino medio è aumentato.

1d. L'obbiettivo è aumentare il fatturato tra il 5% e il 7% rispetto all'anno precedente.

2a. Meno del 10%.

2b. Noi abbiamo sempre puntato ad attrarre la clientela presso il nostro spazio. Utilizziamo l'online solo per prenotazione di servizi e acquisto di buoni regalo da spendere in store.

2c. Instagram.

3a. "Meno capi ma buoni". Credo si possa riassumere in questa frase. 3b. Rimaniamo fedeli ai 30 giorni, facendo molta attenzione alle condizioni del capo reso.

3c. Non ne sarei così sicuro. Le nuove generazioni sono profondamente legate all'online. Lo capiremo quando la Generazione Z diventerà over 30. 3d. Ovviamente sì, il calendario commerciale non ha più ragione di esistere e danneggia solo ed esclusivamente i multibrand.

4a. Sì, qualcosa si inizia a percepire.

4b. Dipende dal tipo di consumatore. I giovanissimi anche se negli intenti vorrebbero affrontare l'acquisto in modo più responsabile, sono ancora molto più attenti al prezzo del cartellino che alla sostenibilità, che spesso costa fino al 30% in più rispetto a un articolo fast fashion. Mentre gli over 30 sono più predisposti a prestare attenzione a un acquisto green: in questo caso il discorso vale solo per chi può permetterselo. Il potere d'acquisto fa la differenza.

5. Stile country-chic per la donna e heritage per l'uomo.

6a. Barbour (+), Mulino DockSmart (+), Akep (+) 6b. Barbour (+), Manifattura Ceccarelli (+), Mulino DockSmart (+)

6c. Blundstone (-), Stone Addicted (+), Baobab (-) 6d. Blundstone (-), Sebago (-), Mulino DockSmart (+)

7. Barbour

8. Abbiamo notato un certo apprezzamento nei confronti di prodotti firmati Mulino DockSmart, in particolar modo la maglieria in cashmere di nostra produzione.

SABI – SAN DONATO MILANESE (MI)

Rosanna Sassoni, responsabile acquisti

1a. Stabile.

1c. Sicuramente il cambiamento climatico, e di conseguenza lo slittamento delle stagioni, hanno influito negativamente sulle vendite. Sarebbe, quindi, opportuno posticipare i saldi invernali a febbraio ed estivo ad agosto. A questo aggiungiamo la situazione mondiale instabile e il terrorismo mediatico. 1d. Ci auguriamo una crescita.

2a. Meno del 10%.

2b. Noi abbiamo un e-commerce ma a oggi non abbiamo avuto un riscontro positivo. 2c. Instagram e Facebook.

3a. Non abbiamo notato alcun cambiamento.

3b. Non abbiamo questo problema. 3c. È già da qualche anno che, fortunatamente, riscontriamo questo sentiment. 3d. Assolutamente sì. I saldi invernali a febbraio e quelli estivi ad agosto. Sicuramente aumenterebbero le vendite in stagione. Aggiungiamo anche che siamo assolutamente contrari anche al Black Friday.

STILMODA – SABBIADORO (UD)

Maria Teresa Vidotto, owner & ceo

ti i marchi sta ulteriormente aggravando la situazione, allontanando anche i clienti più fedeli.

2a. Tra il 30% e il 50%.

2b. Confermo che lo shop online è ormai irrinunciabile, ma molte volte ha solo la funzione di vetrina per i nostri clienti che in ogni caso lo consultano spesso e soprattutto prima di venire in boutique. 2c. Instagram.

3a. Il cliente visita molti più siti prima di effettuare l’acquisto. Per questo motivo il prezzo finale è determinante.

3b. Abbiamo da tempo introdotto il reso a pagamento per gli acquisti provenienti dall’estero, ora stiamo valutando l’inserimento di un costo fisso minimo anche per i resi dall’Italia. 3c. Sì, ma altri fattori rallentano di molto le vendite. 3d. Purtroppo un posticipo solo in boutique non avrebbe senso, i saldi all’estero e sui marketplace sono vincolanti.

4a. Non riscontriamo un particolare interesse nella scelta d’acquisto, a parte una piccola percentuale di clientela che è attenta all’utilizzo di materiali di provenienza non animale.

4a. Abbastanza ma per ora non è vincolante. 4b. A oggi continuano a privilegiare estetica, qualità e made in Italy anche se, soprattutto i più giovani, sono attenti al green.

5. Sicuramente il tessuto in alternativa al piumino nel capospalla. Maglieria di qualità, borse, scarpe e sciarpe.

6a. RRD Roberto Ricci Designs (+), Circolo 1901 (+), Fay (=)

6b. RRD Roberto Ricci Designs (+), Fay (=), Kangra (+)

6c. Avenue 67 (+), Plinio Visonà (=)

6d. Wushu Ruyi (=)

7. RRD Roberto Ricci Designs

8. È stato un anno difficile ma sicuramente se si riuscisse a modificare le problematiche legate ai saldi e al Black Friday la situazione non potrà far altro che migliorare.

4b. Al momento il consumatore medio preferisce altre variabili: marchio e prezzo principalmente.

5. Maglieria e cappotti ampi e avvolgenti.

6a. Max Mara (+), Moncler (+), Balmain (+)

6b. Moncler (=), Dolce & Gabbana (=), Palm Angels (-)

6c. Dolce & Gabbana (=)

6d. Paris Texas (=), Dolce & Gabbana (-)

7. Max Mara

— 42 — INCHIESTA ESCLUSIVA

AGNETTI BOUTIQUE – MACERATA (MC)

Andrea Agnetti, titolare

1a. In calo. 1b. -10%.

1c. Abbiamo notato troppi sconti, poco interesse nell’abbigliamento e un aumento dei prezzi.

1d. In linea con il 2023.

2a. Tra il 30% e il 50%.

2b. E-commerce e store fisico devono coesistere. È fondamentale questa sinergia. Il sito deve essere ben curato e la stessa cosa vale per i social, anche questi molto importanti.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Comprano tanto nel periodo dei saldi, purtroppo. 3b. Noi non abbiamo avuto questa problematica.

3c. Sì, confermo e stiamo lavorando per migliorare sempre di più l’esperienza d’acquisto in store che resta sempre il canale principale e con i margini più alti.

3d. Si potrebbe anche fare ma il problema non è solo quello. Andrebbero regolamentati nei periodi di vendita a prezzo pieno.

4a. No.

4b. Preferiscono altre variabili.

5. Pantaloni cargo, maglieria e denim larghi.

6a. Max Mara (+), Elisabetta Franchi (+), Maison Kitsunè (=)

6b. Golden Goose (=), Maison Kitsunè (=), Amaranto (+)

6c. A.P.C. (-), Golden Goose (=), Pinko (=)

6d. Ugg (+), New Balance (+), Golden Goose (=)

7. Ugg

BERNYS – TOLENTINO (MC)

Sandro Rilli, ceo

1a. Stabile. 1c. Problematiche riscontrate: incidenza del clima e scontistiche eccessive praticate da altri store. Aspetti positivi: avere un assortimento importante, coerenza nei confronti della clientela e maggior servizi.

1d. Speriamo in miglioramento.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Siamo fortemente convinti che la vendita offline sia decisamente più importante della vendita online.

2c. Instagram, Facebook e TikTok.

3a. Acquisti concentrati maggiormente sull'esigenza e sullo stato emozionale.

3b. La nostra azienda ha già posto delle regole chiare in merito alle sostituzioni e resi.

3c. Sì.

3d. Assolutamente favorevoli per i cambiamenti climatici che hanno posticipato la partenza delle stagioni.

4a. Sì.

4b. Il consumatore è orientato ad acquistare meno capi ma di qualità.

5. Linee più morbide, comfort e stile sportwear chic.

6a. Max Mara (+), Dondup (+), Ugg (+)

6b. Tagliatore (+), RRD Roberto Ricci Designs (+), Briglia 1949 (+)

6c. Rains (+), Mc2 Saint Barth (+), Ant 45 (=) 6d. Ugg (+), Veja (+), Green George (+)

7. Veja

RANALDI ABBIGLIAMENTO – FABRIANO (AN)

Fabio Cesari, amministratore delegato

1a. In calo.

1b. -5%.

1c. Il clima non ha aiutato le vendite ma siamo felici di poter confermare che per la clientela il nostro negozio rimane un punto di riferimento.

1d. Le previsioni sono stazionarie: crediamo di mantenere i fatturati passati.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Non usando alcuna piattaforma non possiamo rispondere.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Molto più attenti alla qualità dei prodotti e al prezzo di vendita.

3b. Cerchiamo sempre di capire le esigenze del cliente e il motivo del ripensamento.

3c. Per noi il rapporto con il cliente è molto importante: puntiamo a regalargli una buona esperienza, coccolandolo e cercando di sostenerne le esigenze.

3d. Assolutamente sì e addirittura direi che andrebbero aboliti totalmente. Diverse aziende producono prodotti con prezzi di cartellino maggiorati così che in periodo di saldi la marginalità sia maggiore. Il tutto a discapito del reale valore del prodotto.

4a. Effettivamente c'è una particolare attenzione da parte del cliente.

4b. Purtroppo il consumatore non è molto propenso a pagare di più un prodotto green. La conseguenza? Scegliere molto spesso capi similari ma a prezzo inferiore.

5. Per colpa del cambiamento climatico, il cliente ha cercato meno articoli invernali lasciando spazio a prodotti adatti alle mezze stagioni.

6a. Weekend By Max Mara (=), Save The Duck (+), Blauer U.S.A. (+)

6b. Save The Duck (+), Blauer U.S.A. (+), People Of Shibuya (=)

6c. Bahobab (=), Weekend By Max Mara (+), Le Pandorine (=)

6d. Blundstone (+), Colmar (=), Aku (+)

7. Blauer U.S.A.

ALBERTA BOUTIQUE– SAN MINIATO BASSO (PI)

Giorgia Mainardi, owner e buyer

1a. In calo. 1b. -22%.

1c. I lati negativi sono stati: le temperature troppo elevate, l’atmosfera di guerra e comprensorio del cuoio in netto calo con le griffe, noi ne risentiamo con la clientela. C’è da dire, però, che noi non ci perdiamo d'animo, lavoriamo sempre dando il massimo e speriamo di riuscire a trasmettere positività ed energia ai nostri clienti, che per noi sono tutto. Speriamo e pensiamo che tutto riprenda quanto prima.

1d. Il 2024 sarà probabilmente un anno piuttosto stabile, cerchiamo di "combatterlo" facendo molta ricerca di brand portando novità in store.

2a. Meno del 10%.

2b. Siamo molto felici del ritorno a una "golden age" del negozio fisico in quanto si tratta proprio del nostro punto di forza, da ormai 55 anni. Per una buona presenza online deve esserci un costante caricamento prodotti, almeno per quanto riguarda la nostra realtà. Purtroppo non riusciamo a seguire bene questo filone per svariate motivazioni ma spero vivamente un domani di poter realizzare anche questo sogno. 2c. Instagram.

3a. Abbiamo investito molto del nostro lavoro sul servizio personalizzato alla clientela.

3b. Condivido e approvo le regole del reso. Per noi si tratta di tempo perso. Dovrebbero esserci delle limitazioni dato che la maggior parte delle realtà si basano almeno per l'80% sul negozio fisico: non possiamo competere con il mondo online e quindi credo che abbiamo diritto a imporre dei limiti al cliente.

3c. Decisamente sì.

3d. Favorevole. Uno dei motivi principali è che le temperature stanno cambiando e il mondo della moda deve adeguarsi a tali cambiamenti. Inoltre, iniziare i saldi invernali subito dopo Natale non ci permette tempistiche di recupero e un’adeguata organizzazione lavorativa.

4a. Non del tutto.

4b. Direi che è un 50 e 50.

5. Look minimal ma al tempo stesso di ricerca, attenzione al comfort e brand non commerciali ma di qualità.

6a. N°21 (+), Diesel (+), Alberta Ferretti (=)

6b. Herno (=), Barbour (+), Edwin (+)

6c. Rodo (=), Orciani (=), Ballantyne (+)

6d. Casadei (+), Flower Mountain (+), Armani (+)

7. Diesel

CONTI STORE – AMELIA (TR) Rodolfo Conti, titolare

1a. In crescita.

1b. +5%.

1c. Il 2023 è stato un anno negativo a causa della situazione climatica, in particolare nel mese di ottobre, e parzialmente a novembre. Buono, invece, dicembre. 1d. Stabili.

2a. Tra il 10% e il 30%.

2b. Sì, l'e-commerce è una vetrina fondamentale anche per noi. Ultimamente riscontriamo una maggiore attenzione per la vendita diretta nel nostro negozio.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Maggiore ricerca di prodotti di qualità e meno soggetti alle variabili della moda.

3b. Descrizione dettagliata soprattutto della vestibilità dei prodotti per evitare errori negli acquisti, riduzione ai minimi termini di legge per la restituzione dei prodotti acquistati e spese a carico del cliente in caso di reso.

3c. Nel post pandemia riscontriamo un maggior interesse agli acquisti in store.

3d. Sì, purché la stessa regola venga rigorosamente applicata anche alle vendite online. Attualmente subiamo soprattutto la concorrenza di alcuni nostri fornitori che, anche prima dei saldi, con promozioni varie, vendono a prezzi scontati gli articoli della stagione.

8. Noi consideriamo molto importante il passa parola della clientela anche sui social. 1a. In crescita. 1b. +50%.

UNIVERSAL SHOP – VILLA ROSA (TE)

Alessia Valà, ceo

1a. In crescita.

1b. +10%.

1c. La problematica principale è stato il cambiamento climatico che ha creato grosse criticità nelle vendite.

1d. Viste le condizioni economiche dell’Europa e le guerre in Medio Oriente e in Ucraina non credo ci sarà una crescita.

2a. Tra il 10% e il 30%.

2b. Sicuramente la vendita online è un’alternativa a quella tradizionale, anche se rimaniamo dell'idea che quest’ultima sia la preferita dei nostri clienti.

2c. Instagram, Facebook e TikTok.

3a. Sì è cambiata. Il cliente cerca di spendere meglio, previegiando la qualità.

3b. Da tempo abbiamo deciso di far pagare il cambio merce online, proprio per far sì che il cliente sia più consapevole e responsabile già al momento dell'acquisto.

3c. Da sempre pensiamo che l'acquisto in store sia più genuino e ricco di emozioni, grazie anche al rapporto di fiducia che si instaura con il cliente.

3d. Assolutamente sì ma la lobby delle multinazionali farà in modo che non accada.

4a. Sì, abbiamo diversi brand che hanno prodotti in materiali ecologici e anche bio-degradabili. 4b. Non basta solo avere un prodotto green.

5. Sicuramente i colori chiari, dal burro al beige e sabbia. Come prodotto il cappotto cavalca ancora la cresta dell’onda mentre come tessuto il velluto.

6a. Dondup (=), Liu Jo (=), Save The Duck (=) 6b. Dondup (=), Kangra (+), C.P. Company (=) 6c. Saint Barth (+), Liu Jo (=) 6d. Autry (+)

7. Dondup

8. Sicuramente molti fattori hanno contribuito a uno stallo del settore: clima, guerre, instabilità economica e, non per ultimo, un sistema che sta allargando il divario della forbice sociale.

4a. In maniera ancora non molto rilevante ma potrebbe essere un buon inizio.

4b. Rispetto al "green", ancora, in maggioranza prevalgono le altre variabili (marchio, prezzo, estetica).

5. Ritorno a capi della tradizione e "storici" anche per i più giovani e interesse per capi in velluto e maglieria in cashmere.

6a. Barbour (+), Guess (=), Peuterey (=)

6b. Barbour (+), Lacoste (=), Colmar (=)

6c. Polo Ralph Lauren (=), Timberland (=)

6d. Blundstone (+), Timberland (=), JpDavid (=)

7. Barbour

8. Le miti condizioni climatiche hanno influito in maniera negativa sulla vendita dei capispalla e in particolare sugli imbottiti (piumini): dovremo tener presente questa situazione per gli acquisti della prossima stagione. Le aggressive vendite online di molti brand stanno danneggiando i negozi, spesso loro clienti, e frequentemente il cliente "prova in store" e "compra online". È assolutamente necessaria una maggiore attenzione e collaborazione da parte delle aziende.

URBANSTAR – ROMA (RM)

Claudia Dragone, digital marketing manager

1c. La principale problematica riscontrata è stata stare al passo con le assurde scontistiche dei competitor. Mentre gli aspetti positivi sono molteplici: raggiungere un pubblico più ampio sia online che in store (i clienti che hanno iniziato a conoscerci provengono da ogni parte del mondo). Questo ci ha dato modo di farci conoscere anche grazie alle iniziative di marketing, come l'evento di Red Wing a settembre o quello di Mizuno a marzo, per arrivare ancor di più a un pubblico di nicchia che ama il nostro stile e desidera acquistare i nostri prodotti.

1d. In termini di vendite, ci potrebbe essere una crescita ma meno della metà dello scorso anno, vista la situazione economica e le difficoltà che si incontrano nel mondo del fashion e delle sneaker.

2a. Più del 50%.

2b. Confermo che la presenza online sia di fondamentale importanza, senza il nostro e-commerce online non potremmo avere altrettante vendite in store. Tuttavia, è necessario puntualizzare che anche senza lo store non ci sarebbero altrettante vendite online, visto che molti clienti che vengono in viaggio a Roma preferiscono ritirare fisicamente o acquistare direttamente nel negozio dopo aver visto adv o il sito online. I requisiti fondamentali sono in primis un’ottima UX per i clienti sia italiani che stranieri: la possibilità di tradurre il sito nella propria lingua o di convertire l'importo del prodotto in valute differenti. È importante anche avere un'ottima customer care, pre e post vendita, e strategia adv su vari canali social o piattaforme. Infine, avere un buon servizio di spedizione e resi. 2c. Instagram, Facebook, TikTok e Pinterest.

3a. I clienti sono più propensi a comprare quando i pro-

dotti sono in saldo oppure quando trovano una promozione conveniente. Questo meccanismo avviene sia in Italia che all’estero. Di base le esperienze e le dinamiche di acquisto non sono cambiate.

3b. Al momento non vogliamo agire in merito perchè il tasso di resi non è alto.

3c. Io credo che quest’anno la tendenza sia come quella dello scorso anno: ormai i consumatori hanno il piacere di acquistare online e avere subito il prodotto a casa senza sforzi. Inoltre, bisogna contare che le temperature si stanno alzando sempre più durante l'estate e le persone sono meno propense a provare vestiti.

3d. Sì, proprio tornando a una delle prime domande, è necessario regolarizzare la possibilità di scontare i prodotti online, specialmente in alcuni periodi dell'anno.

4a. In parte, infatti abbiamo una categoria di prodotti sostenibili e secondo le analisi è molto visitata.

4b. Continuano a preferire altre variabili. Sono propensi ai prodotti green ma riconoscono maggiormente il brand piuttosto che le qualità del prodotto stesso.

5. Nel 2023 il trend è stato molto positivo per lo stile street: in particolare le sneaker (New Balance), abbigliamento (Stone Island) e accessori (C.P. Company e Carhartt).

6a. Nike (+), Sessùn (+), MM6 Maison Margiela (+)

6b. Nike (+), The North Face (+), Stone Island (+)

6c. MM6 Maison Margiela (+), Carhartt Wip (+), Nike (+)

6d. Nike (+), Saucony (+), Mizuno (+)

7. New Balance

— 43 — INCHIESTA ESCLUSIVA

DANDY’S ROMA – ROMA (RM)

Alessio Gigliani, titolare

1a. Stabile. 1c. La causa maggiore del calo dell'andamento delle vendite è stato sicuramente il cambiamento climatico. Mi sorprende molto il fatto che solo nel nostro campo non ci si rende conto. Dovrebbero posticipare le consegne e l'inizio delle stagioni di un mese. In più ovviamente il continuo aumento dei costi del prodotto in ogni settore.

1d. Sempre positive ovviamente. Noi ci poniamo obiettivi interessanti.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Sì.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Il nostro store si distingue per l’esperienza. Il nostro cliente quando entra nel nostro negozio viene coccolato e assistito in ogni sua richiesta: il nostro staff cerca di consigliare realmente ciò che potrebbe soddisfare tutte le sue esigenze.

3b. Cerchiamo di accontentare spesso la richiesta con delle regole predefinite all'interno del negozio.

3c. Sì.

3d. Assolutamente sì. Bisognerebbe slittare il tutto di un mese dalle consegne alle vendite di fine stagione: l'autunno-inverno da ottobre a marzo e la primavera estate da aprile a settembre. I saldi per noi non sono più importanti come prima.

4a. Poco.

4b. Non sempre.

5. Un uomo più informale dallo stile workwear.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. Gran Sasso (+), Berwich (+), Myths (+)

6c. Gallo (+)

6d. Doucal’s (=), Valsport (=)

7. Daniele Fiesoli

8. La nostra previsione di crescita è rivolta solo ed esclusivamente verso il bello e aziende solide con rapporti personali da difendere.

FIORILLI TASSIELLO – NETTUNO (RM)

Ugo Fiorilli, collaboratore

1a. In calo.

1b. -10%.

1c. Abbiamo iniziato abbastanza bene ma in autunno sono cominciati i problemi. Purtroppo, a causa delle troppe vendite promozionali (come il Black Friday) sono saltate le vendite natalizie. In America viene effettuato solo un giorno, qui dura troppo.

1d. Contiamo di recuperare il 10% perduto nel 2023.

2a. Tra il 10% e il 30%.

2b. Sì.

2c. Instagram.

3a. I nostri clienti cercano sempre capi emozionali.

3b. Ancora non affrontiamo il problema.

3c. Sì, infatti per la prossima stagione stiamo organizzando degli eventi nel nostro store per cercare di coinvolgere la clientela.

3d. Assolutamente. Principalmente i saldi invernali perchè sono cambiate le stagioni.

4a. Sì.

4b. Nel nostro store il marchio ha ancora la sua

importanza anche se, essendo un punto vendita storico, la clientela si fida molto di quello che gli proponiamo.

5. Sneaker e abbigliamento casual.

6a. Weekend By Max Mara (+), RRD Roberto Ricci Designs (=), Dondup (=) 6b. Non commercializziamo la categoria

6c. Gianni Chiarini (-), Pinko (=), Marcella (-) 6d. Ugg (+), Flower Mountain (+), Saucony (-)

7. Ugg

8. Questo lavoro diventa sempre più difficile. Bisogna essere bravi per pagare fornitori e personale. Le vendite promozionali sono sempre più presenti durante le stagioni e le aziende non ci tutelano adeguatamente: facendo loro vendite online, noi siamo diventati delle vetrine per i loro prodotti e infine abbiamo poca marginalità.

I GEMELLI – PERUGIA (PG)

Gianluca Mariucci, titolare

1a. In calo.

1b. -15%.

1c. Abbiamo riscontrato un calo d’interesse nei confronti dei nostri prodotti. Non trovo aspetti positivi da evidenziare.

1d. Puntiamo alla stabilità anche se le possibilità di un ulteriore calo non sono remote.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Merce disponibile in quantità e buona visibilità.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Lo stretto necessario.

3b. Non ho riscontrato questo problema.

3c. Si spera.

3d. Assolutamente sì, ormai ci sono sconti quasi sempre.

4a. No.

4b. Altre variabili sicuramente.

5. Maglieria e pantaloni.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. Michael Coal (=), Alpha Studio (=), LC^DR (+)

6c. In The Box (=)

6d. Non commercializziamo la categoria

7. LC^DR

FILIPPO MARCHESANI – CUPELLO (CH)

Marco Zaccaria, buyer

1a. Stabile.

1c. La problematica maggiore sono state le temperature troppo alte per la media del periodo. L'aspetto positivo è stato l'incremento delle vendite online.

1d. Ci auguriamo un aumento del 30%.

2a. Tra il 30% e il 50%.

2b. Investimenti sul nostro e-commerce in termini di visibilità, servizio e velocità nell'evadere le richieste dei nostri clienti.

2c. Instagram, Facebook, TikTok e LinkedIn.

3a. Il cliente è sempre più attento e preferisce dei look minimali che possano essere sempre attuali.

3b. L'idea potrebbe essere quella di inserire un pagamento per il reso.

3c. Il nostro negozio fisico è sempre un grande punto di forza per la nostra proprietà. 3d. Siamo favorevoli perchè le stagioni sono variate nel tempo.

4a. Purtroppo non molto.

4b. Per chi crede nella sostenibilità certamente sì.

5. Cappotti e giacche oversize.

6a. Max Mara (+), Marni (=), Etro (=)

6b. Marni (=), Eleventy (+), Moorer (=)

6c. Marni (=), By Far (=), Paul Smith (=)

6d. By Far (=), Golden Goose (+), Tod's (=)

7. Diesel

HACKETT RIMINI – RIMINI (RN)

Amerigo Camorani, titolare

1a. In crescita.

1b. +5%.

1c. Principale problematica è l'attacco di stagione molto ritardato che unito all'inizio dei saldi molto ravvicinato comprime il periodo di vendita a prezzo regolare. Il caldo anomalo rende molto piu' difficoltosa la vendita dei capi piu' pesanti. Aspetto positivo la fidelizzazione dei nostri clienti.

1d. Stabile.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Siamo prevalentemente negozio fisico. Riapriremo l’e-commerce a breve.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Non abbiamo notato particolari cambiamenti.

3b. Come negozio fisico non abbiamo grossi problemi con i resi. I pochi che riceviamo vengono sempre gestiti in modo da soddisfare il cliente.

3c. Ci sono capi che vanno visti, descritti e provati con l'assistenza di personale esperto. Questo ovviamente non è possibile con la vendita on-line e sono sempre di più le persone che lo fanno notare.

3d. Favorevole. Le stagioni dal punto di vista commerciale partono con molto ritardo rispetto a qualche anno fa e i saldi dovrebbero slittare di conseguenza 20/30 giorni.

4a. Non riscontriamo, purtroppo, grande attenzione al tema della sostenibilità.

4b. Non riscontrando molta sensibilità per i prodotti ecosostenibili di conseguenza l'attenzione è rivolta ad altre variabili, in primis marchio e prezzo.

5. Ricerca del prodotto vero, di qualità, con una storia dietro. Capi tecnici outdoor e maglieria.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. Stone Island (=), Arc'teryx (+), Plusultra (+)

6c. Yeti (+)

6d. On (+), Teva (+), Clarks (=)

7. Arc'teryx

1a. In calo.

1b. -10%.

1c. Cambiamento climatico e aumento prezzi.

1d. Stabilizzare le vendite del 2023.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Non facciamo vendite online.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Acquisti più mirati e attenzione nei confronti dei prezzi.

1a. In crescita.

1b. +2%.

MAX CIAMPINO – CIAMPINO (RM) Jacopo Castellani, store director

1c. Sicuramente le condizioni climatiche hanno influito notevolmente sugli incassi, la nota positiva è stata l’attenzione dei clienti verso i prodotti di qualità.

1d. L’obiettivo è quello di arrivare a un aumento del fatturato intorno al 10%.

2a. Meno del 10%.

2b. Noi siamo ancora tra quelli che prediligono un contatto diretto e “familiare” con i propri clienti. La “freddezza” dell’e-commerce non fa per noi. 2c. Instagram e Facebook.

3a. I clienti sono sempre più attenti al prodotto, alla qualità e al made in Italy. 3b. Non abbiamo mai avuto problemi di questo tipo, fortunatamente. 3c. Come già detto in precedenza, l’esperienza in store permette al cliente di stabilire un contatto più informale, caldo e familiare rispetto ovviamente all’acquisto online.

3d. Assolutamente sì, sono anni che combattiamo questa battaglia. Il cambiamento climatico fa

RAFFAELE PANARELLI – L'AQUILA (AQ)

Raffaele Panarelli, titolare

3b. Non abbiamo iniziative in merito.

3c. Avendo soprattutto clienti fidelizzati, abbiamo sempre notato il piacere di acquistare all’interno del punto vendita.

3d. Sì, siamo favorevoli in quanto i saldi non funzionano da qualche tempo e occorre cambiare la dinamica di approccio con il cliente sia in che fuori stagione.

4a. Scarso.

4b. No.

coincidere l’inizio dei saldi con quello della stagione: per esempio in inverno i saldi dovrebbero iniziare a fine febbraio e non a inizio gennaio quando nel 70% d’Italia siamo ai primi giorni di freddo.

4a. Sì, una percentuale di consumatori inizia a preferire prodotti ecologici realizzati con materiali di recupero.

4b. Al momento ancora siamo all’80%/20% ma pensiamo che possa crescere nel tempo la percentuale di persone che si vorrà affacciare al green.

5. Sicuramente stiamo tornando a una moda più pulita: il “less is more” sembra essere il nuovo trend.

6a. Weekend Max Mara (+), Beatrice B. (+), Nenette (=)

6b. Circolo 1901 (+), Entre Amis (+), People Of Shibuya (=)

6c. Furla (+)

6d. Anna F. (=), Mizuno (+), Strype (+)

7. Circolo 1901

5. Maglieria e pantaloni.

6a. Ralph Lauren (=), Herno (=), Tagliatore (=)

6b. Stone Island (+), Ralph Lauren (=), Herno (=)

6c. Autry (=), Zanellato (-), Doucal’s (=)

6d. Doucal’s (=), Autry (=), Henderson (-)

7. Stone Island

— 44 — INCHIESTA ESCLUSIVA

BANANA MOON – BARI (BA)

Nino Carofiglio, store manager

1a. In crescita.

1b. +20%.

1c. Le principali problematiche sono state le strategie legate agli sconti online. Mentre gli aspetti positivi sono stati le nostre ricerche di mercato e le attivazioni in store con alcuni brand.

1d. Speriamo di portare sempre almeno un 20% in più.

2a. Tra il 10% e il 30%.

2b. L'e-commerce si conferma una vetrina fondamentale ma ha bisogno puntualmente di campagne pubblicitarie per interagire meglio con gli utenti.

2c. Instagram, Facebook e TikTok.

3a. Sono cambiate le dinamiche ma grazie al nostro network e alla nostra comunicazione siamo riusciti a fidelizzare i clienti, sia in store che online.

3b. Abbiamo deciso di far pagare il reso ai clienti.

3c. È quello che ci auguriamo tutti, perchè la vendita assistita porta vantaggi allo store e grazie alle competenze dei nostri collaboratori informiamo i clienti sulle nostre ricerche di mercato. 3d. Non siamo assolutamente favorevoli perchè i saldi sono sempre stati attivati a fine stagione.

4a. I clienti in questo momento sono molto esigenti e informati.

4b. Si parla tanto di green ma il consumatore preferisce altre variabili.

5. Il mondo heritage è al primo posto seguito dallo street-fashion e dalle vestibilità baggy, molto vicine allo stile giapponese.

6a. Levi's (+), Carhartt Wip (+), Barbour (+)

6b. Carhartt Wip (+), Evisu (+), Barbour (+)

6c. Fjällräven (+), Carhartt Wip (+), Dr. Martens (+)

6d. New Balance (+), Ugg (+), adidas (+)

7. Evisu

DONATI PERUGIA – PERUGIA (PG)

Sergio Donati, titolare

1a. In crescita. 1b. +5%.

1c. Aumento dei prezzi ingiustificato.

1d. Una discreta crescita.

2a. Tra il 10% e il 30%.

2b. Anche per noi è così.

2c. Instagram e TikTok.

3a. Nessun cambiamento.

3b. Per noi non è così.

3c. Da noi è sempre stato così.

3d. Siamo favorevoli a un’eliminazione completa dei saldi.

4a. No, nessuna attenzione da parte dei consumatori.

4b. Qualità assoluta.

5. Vestire un po’ più comodo.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. Herno (+), Moorer (+), Tagliatore (+)

6c. Petronius 1926 (-), Borsalino (+), Orciani (-)

6d. Barrette (+), Valsport (+)

7. Hindustrie

MASCIOPINTO BOUTIQUE – MOLFETTA (BA)

Livio Masciopinto, owner

1a. Stabile.

1c. Per quanto riguarda la situazione climatica, soprattutto nel sud Italia, ci sono state delle criticità. Non siamo riusciti a distaccarci dalla stagione uscente, tranne nel periodo natalizio che è stato alquanto soddisfacente.

1d. Per quanto riguarda la primavera-estate, non prevedo grandi cambiamenti mentre la stagione invernale sarà fortemente condizionata dal clima. Penso che il 2024 sarà più o meno stabile come negli ultimi anni.

2a. Meno del 10%.

2b. L'e-commerce è una vetrina importante, per una buona presenza online bisogna fare un discreto investimento e crederci per davvero.

2c. Instagram, Facebook e LinkedIn.

3a. È un alternarsi tra l'e-commerce e punti vendita fisici. I nostri clienti, quelli fidelizzati, continuano a seguirci costantemente.

3b. Non riscontro questo problema.

3c. Personalmente avverto la volontà di molti miei clienti al ritorno in store. Bisogna fare squadra, non basta il singolo negozio a dover coccolare, seguire e consigliare il cliente, tutti gli store del quadrilatero commerciale cittadino dovrebbero adottare un mood adeguato affinchè il cliente si senta motivato a entrare.

3d. Posticipare i saldi potrebbe essere una discreta soluzione al problema vendite. Blindarli a un solo mese e concentrare delle offerte interessanti ai propri clienti risolverebbe il problema rimanenze ma bisognerà prima vietare i pre-saldi e le vendite promozionali. Maggiori controlli per chi trasgredisce le regole preposte.

4a. Molti miei clienti sono attenti alla composizione e alla qualità dei capi, una tendenza in forte aumento.

4b. Il prodotto "green" diventa sempre più attraente anno dopo anno. Spiegato e descritto con consapevolezza ed esperienza, invoglia il cliente a comprare un capo un po' più costoso.

5. Ho riscontrato un discreto calo nelle vendite del capospalla tecnico. Piuma e nylon sono in calo, mentre in graduale ripresa ci sono i capi in lane pregiate e in pelle. La maglieria è in forte tendenza, soprattutto nelle lane e cashmere sulle finezze 18 micron.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. Armani (=), Lacoste (+), Gran Sasso (+)

6c. Lacoste (+), Gallo (=), Rains (+)

6d. Berwich (=)

7. Lacoste

1a. Stabile.

BOUTIQUE FALPALÀ – CORIGLIANO SCALO (CS)

Antonio Trebisonda, titolare

1c. Le problematiche sono state a carattere climatico non in linea con le stagioni che dovevano rappresentarle. Gli aspetti positivi sono stati una maggiore informazione mediatica al cliente finale che ha permesso di aprire a nuovi acquirenti.

1d. In leggero calo.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Non abbiamo un e-commerce e quindi non sappiamo.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Comprano all'occorrenza ma cercano la qualità.

3b. Non abbiamo un e-commerce.

3c. Crediamo e speriamo di sì.

3d. Perchè i saldi si fanno a fine stagione, anche in rispetto di chi ha comprato normalmente.

4a. Sì.

4b. L'attenzione al rispetto della natura. Non deve maggiorare in maniera esagerata il prezzo d'acquisto.

5. Casual.

6a. K-Way (+), Barbour (+), RRD Roberto Ricci Designs (+)

6b. Roy Roger's (+), K-Way (+), Barbour (+)

6c. K-Way (+), Altea (+), Barbour (+)

6d. Non commercializziamo la categoria

7. Barbour

LOMBARDI 1957 – MARIGLIANO (NA)

Andrea Lombard, titolare

1a. In calo.

1b. -15%.

1c. Le principali problematiche sono state le condizioni climatiche, gli sconti del Black Friday e saldi anticipati.

1d. Prevediamo una stabilità.

2a. Non abbiamo un e-commerce.

2b. Un requisito fondamentale per una buona presenza online è la specializzazione in un settore specifico.

2c. Instagram e Facebook.

3a. Il cliente entra nei negozi dopo avere fatto indagini di mercato online.

3b. Non avendo un e-commerce non è un problema che abbiamo.

3c. Per ora non riscontriamo questa voglia da parte dei clienti.

3d. Assolutamente sì, soprattutto per i saldi invernali che iniziano davvero troppo presto e non danno la possibilità di marginare abbastanza.

4a. Al momento no.

4b. Continuano a preferire prodotti di qualità al giusto prezzo, non si preoccupano della sostenibilità.

5. In molti hanno preferito capi con volumi più ampi.

6a. Emme Marella (=), Max Mara (=), Peuterey (+)

6b. Barbour (=), Peuterey (+), Luigi Bianchi Mantova (-)

6c. Rains (+), Marella (=), Gallo (=)

6d. Doucal's (-), Blundstone (=)

7. Barbour

8. Negli ultimi anni l'abbigliamento non è più una priorità, le persone preferiscono spendere il proprio denaro per le esperienze e per il proprio benessere.

STEFANO BOUTIQUE – CERIGNOLA (FG)

Michele Petrarolo, owner

1a. Stabile.

1c. La stagionalità.

1d. Prevediamo una stabilità.

2a. Non abbiamo un e-commerce

2b. Non avendo un e-commerce non saprei dire.

2c. Instagram, Facebook e TikTok.

3a. Non è cambiata.

3b. Non facciamo resi.

3c. Sì.

3d. Sì, sicuramente.

4a. Non ancora.

4b. Preferiscono i marchi.

5. Basic.

6a. Non commercializziamo la categoria

6b. RRD Roberto Ricci Designs (=), LBM 1911 (=), Roy Roger's (=)

6c. Gallo (=), RRD Roberto Ricci Designs (=), Mino Ronzoni (=)

6d. Alexander Smith (=), Rossi (=)

7. Camouflage

8. I clienti chiedono con insistenza la percentuale di sconto.

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INCHIESTA ESCLUSIVA

UNIFORMI DI STILE

Dalla miniera alle passerelle. Il capo più semplice e avanguardista, presente nell’armadio di tutti, continua la sua evoluzione, attraverso nuove sfumature e materiali. Un viaggio verso oriente fra i trend delle prossime stagioni, con particolare attenzione alla responsabilità

ART TO WEAR

La main collection FW 24/25 di Avant Toi presenta una capsule di sei pezzi, in cui si fondono in modo originale la maglieria e il denim. Capi patchwork dipinti a mano con l’esclusiva colorazione Work of Art in due possibili varianti colore: blu e ghiaccio.

SENTIRE LA NATURA

Un nuovo modo di concepire e vivere il pantalone. Tessuti, lavaggi e accessori riciclati e di alta qualità si combinano per dar vita a capi realizzati in maniera consapevole. Jeckerson utilizza il cotone organico BCI (Better Cotton Initiative) sottoposto a un lavaggio a basso consumo di acqua che dona ai pantaloni un aspetto used.

SMART LOOK

Energia, determinazione, spirito d’avventura e forza. L’habitat di Bomboogie è urbano e moderno, caratterizzato da spirito di adattamento e fiducia. Come il pensiero e lo stile, il brand è in continua evoluzione, coniugando nelle sue creazioni stile, funzionalità, design e innovazione.

A REASON FOR BEING

Il viaggio di Japan Rags è scandito dall’innovazione e dall’adattamento alle evoluzioni del mercato. L’impegno del marchio verso l’eccellenza si esprime attraverso una rigorosa selezione dei tessuti e curata attenzione per i dettagli.

L’ORIGINE

DEL CAMBIAMENTO

Dsquared2 porta in scena il netto divario tra “ruvido” e raffinato. Un denim dalla finitura ricca di dettagli con jeans intinti di fango e neve, toppe e tessuti invecchiati.

L’INCONTRO

Pollini propone una selezione di modelli essenziali per costruire il guardaroba estivo dedicato all’uomo, all’insegna di quell’eleganza confortevole che da sempre caratterizza il brand. Come il mocassino driver, in un’originale versione in denim.

TRA CORPO E ANIMA

Chacrona, la creazione di Satorisan, prende il nome dalla foglia della giungla amazzonica utilizzata dalle tribù indigene per connettere corpo e anima. È progettata e costruita per durare nel tempo, utilizzando materiali di alta qualità. Il disegno dei tacchetti, la superficie del battistrada e i materiali di qualità assicurano trazione su ogni terreno e in qualsiasi condizione.

SHOWCASE - DENIM INSPIRATION — 46 —

SARTORIA SCULTOREA

HIGH presenta un mix eclettico di classici reinventati in collaborazione con Candiani Denim . Design all’avanguardia e capi iconici concepiti per le esigenze delle donne contemporanee che si possono ritrovare nello stile del brand in ogni occasione, stagione e aspetto della loro vita.

INDEPENDENT THINKER

Carhartt WIP fonde perfettamente pezzi iconici con un design contemporaneo, offrendo una nuova interpretazione delle silhouette classiche. Simbolo di durabilità, autenticità e stile senza tempo, il brand rievoca in ogni pezzo lo spirito laborioso dei suoi fondatori.

A RADICAL SOLUTION

Femminilità, naturalezza e disinvoltura sofisticata. Citizen of Humanity offre un’uniforme di classici del guardaroba reinterpretati in chiave contemporanea. Lavorazioni e lavaggi autentici, garantiscono il massimo della qualità in termini di aspetto, vestibilità e sensazione.

FROM WASTE TO BEAUTY

Regenesi presenta un nuovo modello della collezione “Rigenera i tuoi jeans”. Un progetto che abbraccia il concetto di upcycling. Così nasce la nuova shopping bag realizzata con il materiale polisemico per eccellenza, il denim.

UN SIMBOLO DISTINTIVO

Les Filles D’Eva celebra il denim come simbolo di uno stile contemporaneo e distintivo. La tela, classica e intramontabile, viene rinnovata infatti attraverso tagli destrutturati e cuciture a vista, che ne definiscono le linee e ne esaltano il design.

RE-NIM

Al fine di ridurre l’impatto ambientale, Lois ha presentato una linea di denim bio, caratterizzata da eco lavaggi, tessuti prodotti senza consumo di acqua, tecniche a laser, trattamenti con ozono e tessuti riciclati.

UN NUOVO CAPITOLO

GUESS JEANS , il nuovo marchio del pioniere americano del denim. La proposta senza tempo reinventa e perfeziona l’autentico guardaroba della West Coast, presentando la tecnologia sostenibile Guess Airwash, il brand reinventa i meccanismi di creazione del marchio con una tecnologia all’avanguardia che ricrea l’aspetto stone washed attraverso una lente sostenibile.

— 47 — SHOWCASE - DENIM INSPIRATION

UNA DELIZIOSA MISCELA DI STILE

Sono proprio i colori delle bevande must della California a caratterizzare la nuova collezione di Icon Denim , reinterpretati in chiave estetica. Tonalità pastello come quelle del lilac sono accostate a sfumature neutre e al classico blue denim.

UN’ESTATE AL CLUB

Accenti sport heritage e preppy con tocchi sartoriali e workwear guidano i key look di Gas tendenza. Un mix and match dal sapore urban. I tessuti si fanno più leggeri, naturali e nobili con l’introduzione di lini, cotoni, popeline, garze e viscose dalla mano serica.

INSTINCTIVELY ITALIAN

Cruna dà vita a una collezione che fonde alla perfezione l’ideale di estetica del brand, restituendo un everydaywear raffinato, cosmopolita e autentico, attraverso l’utilizzo del brevetto in ternazionale Coreva. Il primo denim stretch compostabile, tra dizionalmente destinato al workwear e allo stile casual rielabo rato in chiave elevated.

IT’S TIME

Guidato dalla spontaneità, Mother evoca i ricordi e le esperienze di crescita in California negli Anni ’70, riflettendo nei capi la libertà di vivere senza filtri. Tessuti morbidissimi che offrono una vestibilità e dei lavaggi che abbracciano la condivisione di diversi target

AUTHORS OF DENIM

Shaft Jeans lancia la nuova collezione SS 24 ispirata a Heart, uno dei primi gruppi composti da donne nella storia della musica rock. L’energia e il genio creativo delle sorelle Wilson vengono celebrati in una collezione volta a esaltare una nuova femminilità.

CONTEMPORARY TOUCH

Capi dai tessuti retrò e dettagli sofisticati sono i protagonisti della collezione di Tela Genova. I colori sono un omaggio ai classici del brand, resi unici dai volumi ampi e i tessuti traveller. I fit contemporanei esaltano i materiali che rendono l’uomo Tela Genova sempre al passo con i tempi.

ALLA CORTE DEL DESIGN

La nuova collezione di Re_Hash ridefinisce il concetto di luxury clothing, combinando la capacità di resistere nel tempo del Blue de Gênes, da sempre dna della label, all’estetica sofisticata delle lane e dei velluti, che prendono forma in nuovi modelli dal mood rilassato, con elastico e coulisse.

SHOWCASE - DENIM INSPIRATION

CONSAPEVOLMENTE

Blue of a Kind ridefinisce il classico denim con un approccio etico. Il minimalismo e la purezza delle forme conferiscono un’eleganza contemporanea ai capi, incarnando uno stile chic e moderno. La dedizione verso la responsabilità non è solo una scelta, ma un autentico stile di vita.

L’ARTE DEL DENIM

Anche per questa stagione, Cycle Jeans mostra il suo supporto in materia di sostenibilità e ambiente, sperimentando nuovi approcci e formule sempre più avanzate, come la tecnica Eco-Cloud, in cui l’ozono viene nebulizzato stingendo il denim e donandogli così un “effetto nuvola”

PROSSIMA FERMATA

Victory Gate promuove un’attitudine rock’n’roll attraverso collezioni denim di alta moda. La tradizione manifatturiera italiana incontra il panorama culturale e iconografico degli Stati Uniti, rompendo le convenzioni e creando un nuovo sentiero per distinguersi ed essere fedeli a se stessi.

IL CORAGGIO DELLA FEMMINILITÀ

La libertà di essere se stessa, mostrando anche le mille sfaccettature che compongono il proprio Io. Jacob Cohën pensa così la donna FW 24, con una collezione che racconta al contempo storie di forza, coraggio e decisione. Tutto parte dal denim, tessuto emblema del brand. Resistente, versatile, contemporaneo e rassicurante.

LONGEVITY DESIGN

La collezione Armedangels incarna i principi di una moda duratura presentando cuciture rinforzate, soluzioni di lavorazione durevoli e un impegno nel “Design for Repair”. In linea con gli elevati standard di sostenibilità del brand, la collezione è realizzata principalmente in cotone organico, materiali riciclati o di origine naturale.

MODERN SHAPES

Design, sostenibilità e comfort. Sono queste le caratteristiche di Agolde. Ogni pezzo è realizzato con dettagli meticolosi e tessuti innovativi provenienti da tutto il mondo che rendono ogni capo pratico, irriverente e incline a ogni vestibilità.

— 49 — SHOWCASE - GREEN - BLUE JEANS

CULTURAL CLASH

Kapital è un esplicito richiamo alla hippie culture. Elemento importante dell’estetica del brand è proprio la drammaticità di vestibilità e silhouette. Ogni singolo pezzo presenta dettagli unici e difetti intenzionali che, idealmente, dovrebbero accumularsi sempre di più accogliendo, per così dire, nel design del capo la vita stessa di chi lo indossa rendendolo unico nel suo genere.

AUTENTICITÀ VINTAGE

Denim giapponesi, cotoni delle Barbados, tinture naturali indiane, lane scozzesi, pelli e velluti italiani. Vintage55 non si ferma mai ma esplora il mondo nel tempo e nello spazio. Sempre alla ricerca di nuove ispirazioni e dettagli da riproporre in un guardaroba contemporaneo ricco di storia e contenuti.

PATCHWORK

FDMTL produce principalmente capi in denim realizzati in Giappone, la capitale mondiale della produzione del denim. Questi prodotti senza compromessi sono realizzati con cura con dettagli così incredibili che è difficile da ottenere con mezzi di produzione di massa.

SUPER SMOOTH

Fullcount è un rinomato marchio di denim giapponese celebrato per le sue sfumature in stile vintage e la meticolosa lavorazione artigianale. L’impegno per garantire il comfort nei suoi prodotti senza compromettere la qualità identifica il brand come un simbolo di eccellenza duratura nel mondo dell’artigianato storico e della moda denim.

THE FRUIT OF WORK

Trasparenza, rispetto per l’ambiente e sostenibilità. Haikure si proietta nel futuro rispettando il presente. Capi che valorizzano la storia e la personalità dell’individuo, utilizzando materiali organici e sostenibili e processi di lavorazione volti a minimizzare l’impatto ambientale.

TEXTURED MOTIONS

La nostalgia degli Anni ’70 e ’90 combinata con il minimalismo giapponese è il cuore pulsante della collezione denim di Edwin. Silhouette moderne e tecniche di lavaggio sperimentali evidenziate dal Terra Wash, un tono terroso creato in modo completamente responsabile, elevano la classica EU Trucker Jacket e gli ampi Tyrell Pant.

ARTE INDOSSABILE

La collezione SS 24 made in Japan di Levi’s è il denim selvaggio di alta qualità, proveniente dal rinomato Kaihara Denim Mill con sede a Hiroshima. La loro tecnica di tintura a corda in-house unica aiuta a ottenere bellissime sfumature di denim indaco che diventano ancora più belle col tempo e con l’usura.

— 50 — SHOWCASE - JAP STYLE

L’ESPRESSIONE DI UN SENTIMENTO

Yohji Yamamoto , pioniere di uno stile anticonformista, evolve stagione dopo stagione, rivelando la sua forza. Le tonalità profonde risaltano il modo in cui i volumi adornano e contornano il corpo. Un gioco di sperimentazione in cui il tessuto diventa il reale protagonista.

JAPAN MOTIF

Tsuchiya Kaban intreccia l’eredità del passato nel presente. Così nasce il secondo capitolo della serie “Japan Motif”, dove l’antica arte di Kumihimo si unisce con l’esperienza di Tsuchiya nella pelletteria. Una cristallizzazione in cui artigiani e tradizioni si fondono per creare qualcosa di straordinario.

STRATI CREATIVI

Le silhouette tradizionali sono reinventate con tocchi asimmetrici e contrasti materici. Setchu porta nella sua collezione invernale una svolta giocosa dei grandi classici. La novità, il denim Hokkaido, realizzato con filati di fibra di carta, cotone e canna da zucchero.

THE NATURE OF CREATIVITY

La collezione FW 24 Homme Plissé Issey Miyake riflette sulla relazione tra concetto e realizzazione. L’interpretazione degli elementi va oltre la loro trasformazione in stampe e motivi. L’opera d’arte stessa funge da ingrediente da utilizzare per il design e la realizzazione della collezione, dando vita a un armonioso processo creativo.

UNIQUE IN UNEEK

Uneek, il sandalo sneaker di Keen perfetto per chi cerca comfort senza mai rinunciare allo stile. Traspirante grazie al suo design open air, conferisce alla calzatura flessibilità e calzata personalizzata. Infatti, la tomaia in corda elastica in plastica PET riciclata si adatta alla forma del piede.

INTRECCIO

Dalla ventennale joint venture tra il brand tedesco adidas e il genio giapponese Yohji Yamamoto, nasce la linea adidas Y-3, punto d’incontro tra moda minimalista ed abbigliamento sportivo. L’importanza della decostruzione tipica dello stilista giapponese è l’espressione di questa nuova collezione declinata in fit boxy e palette neutre.

— 51 — SHOWCASE - JAP STYLE

TRA ARTE, SCIENZA E NATURA

Dai filati in purezza ottenuti tramite allevamenti certificati e privi di trattamenti chimici, ai pigmenti tintori provenienti da agricoltura biologica o autoprodotti. Pintorie unisce ad esperti di materie prime di pregio a basso impatto ambientale quella vocazione artigianale e stilistica che ha reso la moda italiana famosa nel mondo.

HARD DISK

La sneaker OOH! di Lotto è realizzata con materiali derivanti da processi di riciclo. La suola è prodotta con il riutilizzo di palle da tennis e padel, mentre la tomaia con gli scarti della lavorazione delle mele. I lacci sono realizzati in poliestere riciclato e la comoda soletta interna deriva dal recupero degli scarti di altre solette in poliuretano espanso.

OGNI ME

NiMé nasce dal desiderio di creare prodotti etici e sostenibili realizzati in Italia in laboratori locali, dove artigiani e sarti trasferiscono il loro know-how a ogni pezzo. La mission è anche quella di utilizzare tessuti certificati e materiali di rimanenze dead stock per ridurre l’impatto ambientale e azzerare gli sprechi.

EVERYDAY

Le borse di Halíte si tingono di tonalità e stampe sempre nuove, arricchendosi di dettagli ricercati e inaspettati, rispondendo a ogni occasione, esigenza e personalità. Un’anima poliedrica come la sua terra d’origine, la Puglia, dove eleganza ed estrosità si esprimono attraverso la semplicità.

PRESERVARE LA NATURA

Festa Foresta nasce dalla mente creativa di Laura ZuraPuntaroni. Tutti i prodotti del brand sono realizzati o con l’utilizzo di filati riciclati, recuperati da materiali di scarto come reti da pesca, o prodotti con filati e fibre a biodegradabilità accelerata, pensati per non essere d’impatto sull’ambiente una volta terminato il loro ciclo di utilizzo.

UNA TRADIZIONE INEDITA

Gli accessori inediti dalle forme classiche di Studio Sarta sono una combinazione di paglia naturale e pellami di vitello. Borse fatte a mano in Italia caratterizzate da un’estetica senza tempo che si esprime in dettagli ispirati alla tradizione e al quotidiano contemporaneo.

AROUND US

La ricchezza di colori e fantasie riflette la vitalità e la positività di Surkana. Per una donna divertente che indossa con naturalezza palette vibranti per vivere in modo unico le proprie avventure quotidiane.

— 52 — SHOWCASE – NATURAL HUG

INTERPRETARE E SODDISFARE

Comfort, purezza della materia prima ed esperienza: Kangra è tutto questo. La passione per l’artigianalità, la ricerca e l’innovazione sono gli ingredienti principali di ogni collezione, realizzate con i filati più pregiati accuratamente selezionati per provenienza, finezza e lunghezza delle fibre.

TUTTO PASSA

La nuova collezione Marc O’Polo, curata da Lena Mantler, vuole essere un tributo alla città di Napoli e alla sua dolce vita. I colori si ispirano tutti ai cromatismi della natura con nuances di un delicato off-white, lilla, verde pistacchio e un carismatico verde bambù che dona pennellate di freschezza.

UNO SGUARDO ECO-FRIENDLY

Arnette si muove tra le strade della città riprendendo il mood rilassato degli Anni ‘90. Le linee della collezione esprimono il carattere della controcultura urbana, catturando gli sguardi con contrasti cromatici accattivanti, il tutto declinato in materiali alternativi per conferire un tocco confortevole e cool.

DEDICATO ALLE DONNE

Jeanne Baret è pensato per offrire a chi vive la vita in continuo movimento e necessita di comodità, praticità, senza rinunciare allo stile. Un brand contemporaneo che interpreta il coraggio, l’indipendenza e la forza dell’esploratrice che ha vissuto alla fine del 1700.

MODERN TAILORING

La nuova stagione Incotex Blue Division presenta un maggiore focus sulla sua linea sartoriale declinata in denim. La sartorialità e l’alta competenza tecnica del pantalone smart casual vengono applicate al pantalone 24/7, elevandone la natura grazie a esclusivi dettagli tailoring.

PER UNA QUOTIDIANITÀ ICONICA

La collezione “Framing” di Malo presenta un completo comfy-chic composto da pantalone morbido con tasche, maglia, cardigan lungo e una suntuosa sciarpa a coste. Il cashmere selezionato proviene dalle capre hircus della Mongolia, esclusivamente da allevamenti certificati nel pieno rispetto della natura e delle comunità locali.

— 53 — SHOWCASE - DAYTIME

BIG IN JAPAN

Come il Paese del Sol Levante ha cambiato per sempre il modo di intendere streetwear e sneaker

di Marco Rizzi

In senso orario:

Nel panorama globalizzato di oggi, in cui internet ha accorciato le distanze tra i Continenti e reso possibili connessioni impensabili soltanto 25 o 30 anni fa, può essere difficile inquadrare nel giusto modo il ruolo che il Giappone ha avuto sullo sviluppo e sulla crescita della Street Culture sotto ogni suo aspetto: non soltanto sneaker e abbigliamento ma anche arte, musica, sport e comunicazione.

Pochi volumi riescono a raccontare al meglio l’influenza dello stile americano sulla cultura giapponese come “Ametora” di W. David Marx, un saggio che collega al meglio l’ossessione dei giovani delle grandi città nipponiche per lo stile e i costumi dei loro coetanei studenti nelle grandi università americane con l’esplosione del consumismo e dei prodotti sportswear americani degli Anni ’90. È in questo momento che studenti giapponesi negli Stati Uniti e collezionisti di vintage e “Americana” in viaggio in Asia danno inizio a un processo di comune contaminazione che definirà i decenni a venire.

Il periodo tra la fine degli Anni ’90 e inizio ’00 vede la nascita di importanti rapporti commerciali tra marchi statunitensi, in particolare Nike e New Balance, e retailer giapponesi come Atmos e Mita Sneakers, legame nato grazie ai canali di comunicazione già avviati da importanti figure come Stash, James Lavelle, Futura 2000, Hiroshi Fujiwara, Nigo, Jun Takahashi, Yoppi, Fraser Cooke, Jesse Leyva e Michael Kopelman che negli anni hanno favorito rapporti e collaborazioni tra marchi streetwear europei, statunitensi e asiatici. Così nasce la linea Co.JP, il catalogo Nike di uscite concepite per il mercato giapponese e rilasciate soltanto in retailer selezionati o le collaborazioni di gruppo che vedono colossi come Stüssy,

Supreme e UNDEFEATED a braccetto con realtà spesso conosciute soltanto dagli appassionati che avrebbero successivamente fatto la storia dello streetwear, come Hombre Niño, WTAPS e Real Mad Hectic.

Questo periodo, da molti considerato una delle Golden Age di streetwear e sneaker, ha definito un modello per la comunicazione e la realizzazione di collaborazioni e limited edition replicato ovunque nel mondo per i successivi 15 anni, portando alla nascita di progetti come adidas Consortium e di community internazionali di collezionisti che si conoscevano su forum, message board e marketplace come eBay per scambiarsi e vendere le varie esclusive regionali. Dando così vita ai diversi canali di vendita e mercati secondari che conosciamo bene.

Ancora oggi per gli appassionati di tutto il mondo il Giappone è un punto di riferimento, eccezionalmente su due fronti soltanto apparentemente distanti. Nei decenni la cultura nipponica ha rappresentato un’eccellenza per il vintage, la ricerca, la manifattura e i metodi di produzione tradizionali per il menswear e il womenswear, in particolare quello americano. Contemporaneamente il Giappone è una terra che grazie a un’enorme sensibilità agli stimoli esterni e alle contaminazioni ha saputo raccogliere il meglio del panorama streetwear internazionale e condensarlo in marchi che hanno fatto la storia e ridefinito le regole del gioco, senza preconcetti, con grandissima innovazione e apertura. A 30 anni dalla fondazione di A Bathing Ape e quasi 40 dalle prime fusioni tra punk ed estetica giapponese, città come Tokyo sono la terra promessa per appassionati e collezionisti di ogni generazione, in cui marchi e negozi condizionano ancora il modo in cui concepiamo e viviamo i trend a 10.000 km di distanza.

SNEAKER TREND
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Hiroshi Fujiwara, Pharell Williams, Nigo, Futura 2000 e Fraser Cooke

IL 26 APRILE È IL “WALLABEE DAY”

Con un emozionante video pubblicato sui propri profili social, Clarks Originals ha annunciato che da quest’anno il 26 aprile sarà riconosciuto come il “Wallabee Day”, una giornata di celebrazioni dedicata interamente all’iconico modello “moc toe” del marchio inglese. Il narratore del video è Raekwon the Chef, leggendario rapper newyorkese e membro del Wu-Tang Clan, nonché ambasciatore del brand e uno dei protagonisti del documentario “Clarks and New York: soles of the city” pubblicato nel 2022. La Wallabee è senza dubbio uno dei modelli responsabili per rinnovata celebrità di Clarks Originals, che ha saputo lavorare in maniera ottima con un pubblico più ampio, bilanciando alla perfezione novità e collaborazioni pur mantenendo solida l’identità di un marchio che vanta una storia centenaria.

ARC’TERYX SI ESPANDE A LONDRA

Già presente con uno spazio nella scenografica Battersea Power Station e un imponente flagship store su più livelli a pochi passi da Piccadilly Circus, il marchio canadese di outwear high-tech Arc’teryx ha da poco inaugurato un nuovo monomarca a Londra. Si tratta di uno spazio di oltre 700 mq su King Street, nel cuore di Covent Garden, il suo negozio più grande in Europa. Il nuovo retail space non offrirà soltanto migliaia di articoli pensati per qualunque esperienza outdoor, ma anche il primo ReBIRD Service Centre in Europa, che darà la possibilità ai clienti del marchio di accedere all’esperienza e alle capacità di un team qualificato di riparatori pronti ad accontentare ogni loro esigenza di cura di capi e accessori, dalla semplice re-impermeabilizzazione alla sostituzione di zip, pannelli e saldature.

UN LIBRO RACCONTA LA CARRIERA DI PETER MOORE

Il 29 aprile 2022 Peter Moore ci ha lasciati all’età di 78 anni. Artista, designer e straordinario comunicatore, Moore è universalmente considerato come uno degli artefici dello sportswear moderno che ha dominato gli Anni ’80 e ’90, segnando indelebilmente i decenni successivi. Tra i suoi tantissimi contributi all’industria, ha disegnato nel 1984 il celebre “Wing Logo” e l’Air Jordan 1, il primo modello Nike indossato, ideato e sviluppato per Michael Jordan. Per poi passare ad adidas nel 1992 e gettare le basi per la rinascita dell’azienda dopo le enormi difficoltà di inizio Anni ’90, disegnandone il logo a “piramide” e curando il design e il lancio della nuova linea Equipment. Questi e altri passaggi di un’incredibile carriera saranno raccontati in “Peter Moore – sneaker legend”, libro scritto da Jason Coles con prefazioni di Jacques Chassaing e Tinker Hatfield, edito da Rizzoli New York e disponibile a partire dal prossimo 24 settembre.

DUE NUOVE APERTURE PER PATTA

Nel giro di poche settimane il retailer olandese Patta ha aperto i battenti di due nuovi negozi: si tratta del primo retail store a Lagos, in Nigeria, e della sua nuova casa a Milano. Infatti lo store lombardo ha traslocato, spostandosi di pochi metri dalla vecchia sede di via degli Arcimboldi al nuovo negozio di via Lupetta 3. I nuovi locali, molto più ampi rispetto a quelli del primo negozio milanese, consentiranno al team di Patta di offrire una migliore esperienza d’acquisto ai propri clienti, oltre a poter ospitare più facilmente i numerosi eventi e lanci organizzati durante l’anno

HIGHSNOBIETY INAUGURA

UNO STORE A BERLINO

Highsnobiety, una delle principali agenzie di comunicazione e media outlet oggi presenti nel mondo fashion e streetwear, ha inagurato a Berlino il suo primo store permanente. Uno spazio di 550 mq all’interno di un palazzo storico al numero 40 di Unter den Linden. Come recita Business of Fashion: il negozio di Highsnobiety non è un negozio, almeno non nella sua accezione tradizionale. I locali sono stati allestiti da Chloé Techoueyres e Herbert Hofmann in collaborazione con VAUST Architecture Studio con mobili disegnati appositamente dallo studio NM3. Offriranno ai visitatori la possibilità di acquistare i numerosi articoli a marchio Highsnobiety, i prodotti disponibili sul sito e le creazioni nate dalle diverse partnership con brand di tutto il mondo. Saranno tuttavia gli eventi, i lanci esclusivi e le attività organizzate a rendere vivo e unico questo nuovo spazio.

— 55 — SNEAKER NEWS

AIR JORDAN E NINA CHANEL ABNEY

DI NUOVO INSIEME

A due anni dall’ultimo progetto collaborativo, Air Jordan e l’artista americana Nina Chanel Abney hanno annunciato una nuova release, in programma per l’estate del 2024. Abney, che nell’agosto 2022 ha firmato due versioni inedite della classica Air Jordan 2, ha avuto questa volta la possibilità di lavorare all’Air Jordan 3, modello originariamente presentato nel 1988 divenuto negli anni un vero e proprio simbolo della Sneaker Culture grazie alle gesta di Michael Jordan e all’iconica campagna pubblicitaria diretta e curata da Spike Lee. Per questa nuova colorway dell’Air Jordan 3 Abney ha deciso di abbandonare la palette di colori tradizionale scegliendo canvas e suede verdi per l’intera tomaia, eliminando anche il classico “Elephant Print” normalmente visibile sui rinforzi di punta e tallone. Una scelta che potrebbe far storcere il naso ai puristi, ma rende il lavoro di Nina Chanel Abney unico e identificabile.

LA NEW BALANCE 1000

TORNA GRAZIE A JOE FRESHGOODS

La collaborazione tra New Balance e il designer di Chicago Joe Freshgoods si arricchisce di una nuova uscita molto particolare: questa volta il marchio del New England ha deciso di affidare a JFG il ritorno sugli scaffali della New Balance 1000, modello running dei primi Anni ‘00 fino a oggi mai riproposto. Le colorazioni presentate sono due: la “Black Ice”, in cui sono stati utilizzati colori scuri e dettagli cangianti che vanno dal marrone al viola, e la “Pink Mink”, con base in mesh color avorio e pannelli in una particolare tonalità di rosa metallizzato. La genesi di questa release è stata abbastanza travagliata, dato che alcuni siti specializzati hanno anticipato la comunicazione ufficiale pubblicando alcuni “scatti rubati” delle scarpe più di un mese rispetto ai tempi concordati. Elemento che per fortuna non ha condizionato l’ottima accoglienza riservata dal pubblico al progetto.

RITORNO ALLE ORIGINI PER NIKE SB E FUTURA 2000

Dopo mesi di chiacchiere e indiscrezioni Futura 2000, leggendario writer e artista newyorkese, ha ufficialmente annunciato la sua nuova collaborazione con Nike SB, che l’ha visto tornare a lavorare a un’edizione speciale della Dunk Low Pro 21 anni dopo l’ultima volta. L’artista, vero nome Leonard McGurr, ha scelto il suo profilo Instagram per mostrare due colorway inedite della Dunk Low Pro SB, decorate con i suoi classici “atomi”. Il legame che unisce Futura 2000 e Nike dura da quasi 25 anni e ha visto il writer coinvolto in numerosi progetti che hanno dato vita ad alcune delle sneaker più rare e ricercate di sempre, protagoniste negli ultimi anni di diverse vendite da record nelle principali case d’asta di tutto il mondo. L’uscita delle nuove Nike SB Dunk Low Pro x Futura 2000 è in programma per il prossimo mese di maggio.

UNA RELEASE IN ARRIVO PER CLARKS ORIGINALS E TYLER, THE CREATOR?

In uno degli scatti pubblicati sui social per pubblicizzare l’uscita della nuova collezione spring-summer Golf Wang, brand fondato e curato dal rapper losangeleno Tyler, the Creator, è ben visibile una scatola Clarks Originals con doppio branding. Un indizio non troppo velato di una nuova collaborazione in arrivo. Tanto è bastato per accendere l’interesse nei molti fan di Tyler che, visto anche il forte legame tra l’artista e il marchio inglese, aspettavano da anni una partnership ufficiale. Al momento non sono disponibili dettagli riguardo modelli o date d’uscita, ma visto il recente coinvolgimento di Tyler, the Creator nel design di importanti collezioni con Converse, Vans, Lacoste e addirittura Louis Vuitton sotto la direzione artistica di Pharrell Williams le aspettative sono molto alte.

OVERKILL FESTEGGIA 20 ANNI CON ADIDAS

Il 2024 segna i 20 anni di attività per il negozio berlinese Overkill, una realtà nata come negozio di streetwear e materiale per graffiti che ha saputo affermarsi come un punto di riferimento per gli appassionati di sneaker in tutto il mondo. Per celebrare al meglio questo importante traguardo, Overkill ha unito nuovamente le forze con adidas Originals, consolidando una partnership ormai storica che ha portato in questi due decenni alla creazione di modelli e colorazioni molto apprezzate da collezionisti e appassionati. La capsule collection realizzata per i 20 anni di Overkill comprende una ZX6000, una EQT Guidance e una Spiritain 2000, rilasciate in esclusiva prima negli store di Berlino e Colonia e, successivamente, online. I molti appassionati che hanno affollato i due negozi lo scorso 23 marzo hanno avuto anche la possibilità di acquistare i tre modelli citati anche in un’esclusiva versione “Friends & Family” prodotta in tiratura estremamente limitata.

SNEAKER SHOWCASE — 56 —

ANCHE BODEGA HA LA SUA SAUCONY

SHADOW GRID 2

Tornata a far parte del catalogo ufficiale di Saucony lo scorso anno, la Grid Shadow 2 è un classico di fine Anni ’90 che ha riscosso grande successo tra gli appassionati di sneaker, in particolare nelle numerose versioni collaborative firmate, tra gli altri, da Colour Plus e Jae Tips. Qualche mese fa anche Bodega ha avuto la possibilità di lavorare a una limited edition del modello, proponendo una versione “eco-friendly” ribattezzata “Jaunt Woven”. La nuova uscita è caratterizzata dall’utilizzo di materiali naturali come canapa, juta e un particolare twill di cotone tinto con colori vegetali. La Saucony Grid Shadow 2 x Bodega “Jaunt Woven” è andata rapidamente sold-out durante gli eventi organizzati nei negozi Bodega di Boston e Los Angeles.

UN’ASICS GT-2160 PER WOOD WOOD

Il 2024 sembra possa rivelarsi un anno di importanti conferme per Asics, che sta raccogliendo i frutti dell’ottimo lavoro svolto nei due anni passati. L’esplosione di trend come il running Anni ’00 ha giovato molto, ma va sottolineata la capacità con cui l’azienda giapponese ha saputo pescare dal suo grande archivio i modelli giusti per rispondere alle esigenze di un pubblico ampio e molto diverso rispetto a quello della Golden Age delle sneaker. Un ottimo esempio è la GT-2160, tra i best seller di Asics e protagonista di numerose importanti collaborazioni, ultima delle quali con i danesi di Wood Wood che hanno avuto la possibilità di giocare con trame e materiali, utilizzando colori tenui e un particolare mesh per la tomaia con cambi di trama e spessore. L’Asics GT-2160 è stata inizialmente lanciata con un evento dedicato nello store di Copenhagen, per poi essere successivamente distribuita in alcuni dei migliori negozi di sneaker al mondo.

MATTIAS GOLLIN FIRMA

DELLE TIMBERLAND ESCLUSIVE

Il ritorno dei classici “6 inches boots” di Timberland è uno dei trend più evidenti in questo 2024: tra grandi classici e importanti collaborazioni tra cui quelle con Supreme e Veneda Carter il classico stivale da lavoro americano è ovunque, dalle passerelle ai look-book dei principali marchi streetwear. Una delle versioni più ambite e desiderate del Timberland 6” boot è però la creazione di Mattias Gollin, designer italiano ed ex membro fondatore dello studio RAL7000. Gollin ha messo mano al più tradizionale dei boot sviluppando e stampando in 3D una gabbia che riprende le linee dell’albero presente nel logo dell’azienda statunitense e applicando alla tomaia dello stivale un’intricata rete di perle e cristalli. La sua creazione, inizialmente prodotta in una serie di sole cinque paia, è finita ai piedi di star del calibro di Drake, 2 Chainz e del giocatore NBA Shai Gilgeous Alexander, scatenando così l’interesse e l’invidia di molti.

KARHU PRESENTA IL “FLOW STATE” PACK

Per inaugurare la nuova collezione primaverile nelle scorse settimane Karhu ha lanciato sul mercato il nuovo “Flow State” Pack, una capsule collection che comprende Fusion 2.0, Legacy 96, Fusion XC e Mestari Control. Questo pack trae principalmente ispirazione dall’espressione inglese “being in flow”, quella particolare combinazione di sensazione e stati d’animo in cui si trova il modo di abbandonarsi all’ispirazione e immergersi completamente in ciò che si sta facendo, perdendo totalmente la cognizione del tempo e di ciò che ci circonda. Il risultato è una collezione molto ampia divisa in due drop, che rappresentano la preparazione e la performance. La prima parte, disponibile nei migliori sneaker store dallo scorso 29 marzo, comprende i quattro modelli già citati proposti con colorway semplici e chiare, in cui risaltano le trame dei materiali scelti e gli accenti di colore posizionati ad arte su ogni modello.

ECCO LE PRIME SNEAKER

DI WANDERLUST VISION

I più attenti e interessati al panorama dei marchi indipendenti conosceranno già Wanderlust Vision, hub creativo e label fondata da un team che comprende lo youtuber e produttore musicale Klaus, nome d’arte di Tudor Laurini. Negli ultimi anni Wanderlust ha collaborato alla produzione di eventi per brand del calibro di Woolrich e realizzato capsule collection con prodotti d’ispirazione outdoor. Nelle scorse settimane sui suoi canali social Wanderlust Vision ha pubblicato i primi scatti di un nuovo progetto: si tratta di “Libra”, le prime calzature sviluppate in collaborazione con XL Extralight e Hoc Lab Tech. Si tratta di un modello slip-on ultraleggero, realizzato sullo stile dei modelli “barefoot trail” di grande attualità. Per questa prima test run sono state realizzate soltanto 50 paia di Libra, per far sì che possano essere migliorate e, successivamente, prodotte per la vendita al pubblico.

SNEAKER SHOWCASE
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“LITTLE AMERICA” DIVENTA GRANDE

Il negozio romano ha da poco aggiunto una terza sede e sta per compiere dieci anni. Il fondatore Leonardo Monaci ci racconta com’è cresciuto di Marco Rizzi

Parlarci un po’ di Little America. Come si è evoluto in questi anni?

Il negozio ha aperto i battenti il 23 novembre 2014 e nasce da una mia idea e passione, nonostante fosse la mia prima esperienza nel mondo del retail e non mi fossi mai approcciato alla gestione di un’attività così complessa. Da subito ho voluto puntare su un’estetica industriale e su una selezione di prodotti che definirei “urbanwear”. Il negozio attualmente si presenta con tre sedi. Due adiacenti in via dei Corazzieri a Roma dedicate ai prodotti uomo e donna, mentre nel giugno 2023 abbiamo inaugurato in via dei Serpenti, a pochi passi dal Colosseo, Little America Monti: un concetto di boutique più piccola che propone una selezione della nostra offerta.

Come stanno cambiando i trend in fatto di sneaker? Quali sono, secondo voi, i marchi che stanno lavorando meglio? adidas, Asics, New Balance, Saucony e Salomon secondo noi sono i brand che hanno lavorato meglio al loro catalogo attuale. Per quanto riguarda i trend, direi che il rétro running legato agli Anni ’70, ’80 e ’90 è ancora un punto chiave per molti marchi e c’è grande interesse e richiesta per questo tipo di prodotto. Un po’ più di nicchia è invece il discorso outdoor che è orientato a un pubblico più interessato e attento.

Per quanto riguarda l’abbigliamento avete qualche brand in particolare da segnalarci?

La lista è certamente lunga. A partire dalla questa collezione spring-summer abbiamo inserito nella nostra proposta Arte, il marchio spagnolo Edmmond Studios, Cotopaxi, Hikerdelic,

la linea di abbigliamento outdoor di KEEN e EPT (East Pacific Trade), un brand coreano che produce calzature derivate dal mondo skate che propone anche apparel molto interessanti. Dalla fall-winter, invece, tornerà in negozio un classico americano come Penfield e inseriremo Howlin’ knitwear per la maglieria in lana Shetland, Purple Mountain e Service Works, una realtà streetwear che riprende tagli e volumi dell’abbigliamento da lavoro per cuochi e chef.

C’è un nome che vorreste portare sugli scaffali di Little America?

I marchi che ci piacerebbe vedere un giorno in negozio sono molti. Sicuramente tra quelli che vorremmo e pensiamo potrebbero funzionare al meglio con il nostro pubblico ci sono Arc’teryx, Patagonia e Salomon, tutti e tre accomunati dal discorso outdoor. Tra quelli a cui ambiamo da sempre ci sono la linea Polo Sport di Ralph Lauren e Stüssy, che così come Nike Sportswear sono già stati presenti nel catalogo di Little America e sarebbe un gradito ritorno.

Nel 2024 celebrerete i vostri primi dieci anni di attività, c’è già qualcosa in programma di cui potete parlarci?

Stiamo già lavorando a un evento in negozio per il 23 novembre 2024, il giorno del nostro decimo compleanno. Sicuramente non potranno mancare un po’ di musica live e un workshop - durante il nostro ultimo evento abbiamo ricreato un piccolo laboratorio di stampa serigrafica per realizzare del merch al momento ed è stato molto apprezzato – seguito da un bell’after-party.

In alto: Leonardo Monaci, fondatore di Little America

Sotto: alcuni scatti dei negozi di via dei Corazzieri (EUR) e via dei Serpenti (Monti)

L’intervista integrale la trovate su hubstyle.it

— 58 — INSIDE THE STORE
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