Padelbiz #03-2025

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Ari Sánchez
Paula Josemaría festeggiano la vittoria nel
P1 di Buenos Aires
(credits Premier Padel)

N.3/2025 - ANNO 4

DATI E STATISTICHE

10 NON È UN PAESE PER... SPORTIVI

FANSOMETRO

12 IL PADEL AL TEMPO DEL DIGITAL

INCHIESTA ESCLUSIVA

14 LA CARICA DEI 101 – TERZA PUNTATA

RESPONSABILMENTE

20 IL PROGETTO PLAY GREEN DI GPADEL

TESTATO PER VOI

22 HEAD COELLO PRO

PARTNERSHIP

23 BABOLAT E PLAYTOMIC:

UNA PAREJA DA PRIMI DELLA CLASSE

FOCUS PRODOTTO

24 LA COLLEZIONE SS 25 DI PADEL MI AMOR

“Mi piacerebbe immaginare scuole di padel pre-agonistiche composte da 100-150 ragazzi. Parliamo di uno sport ancora giovane, che oggi fa fatica a essere la prima scelta dei ragazzi come il calcio o il basket. La Federazione sta spingendo molto a livello mediatico e di iniziative con una serie di progetti come Racchette in Classe, ma ci vorrà del tempo”

Marco Adamoli, pag. 25

34 20 28 22

INTERVISTE

25 MARCO ADAMOLI, FIDUCIARIO FITP LOMBARDIA

E MAESTRO NAZIONALE

PADEL SHOP

26 PADELHUB DI FROSINONE

CENTRO DEL MESE

28 MADIBA PADEL CLUB: IL GIOCO È DI TUTTI

FOCUS ON

3O FRANCIA: LE JOUR DU PADEL EST ARRIVÉ?

SOTTO LA LENTE

32 ANTIDOPING: CREDIBILITÀ E PROFESSIONALITÀ

34 LUCAS CENTURIÓN, UNA VITA PER IL PADEL

TORNEI

33 LE NOVITÀ DEL CALENDARIO 2025

VISTO DAL COACH

36 IL DILEMMA DELLA PALLA AL CENTRO: MIA O TUA?

L'ANGOLO DEL MENTAL COACHING

37 UNA GIRANDOLA (COLORATA) DI EMOZIONI

PADEL LEGAL

38 LA COSTRUZIONE DI CAMPI IN AREE DESTINATE

AD ATTREZZATURE D’INTERESSE COMUNE

IMPEGNO LOCALE, VISIONE GLOBALE

Il sentiment con il quale scriviamo questo editoriale è duplice. Da un lato, non lo nascondiamo, c’è un po’ di scoramento nel raccogliere le ennesime testimonianze di difficoltà che la distribuzione italiana sta vivendo proprio nella vendita dei prodotti legati alla nostra beneamata disciplina. Già, perché a leggere le ulteriori interviste dell’esclusiva inchiesta “La Carica dei 101”, abbiamo la conferma delle puntate precedenti.

Emerge chiara la fotografia di un mercato un po’ troppo confuso, frammentato, disordinato, nel quale le vendite, salvo rare eccezioni, non crescono più. Anzi. I rivenditori lamentano politiche distributive caotiche, prezzi online non regolati, concorrenza sleale tra nuovi e vecchi canali. Una racchetta può arrivare in negozio con un listino sopra i 300 euro ed essere venduta su portali terzi con una scontistica significativa il giorno dopo. L’usato, talvolta di dubbia provenienza, circola su Telegram e marketplace senza alcuna tracciabilità. Il risultato è un ecosistema che rischia di danneggiarsi da solo, in cui il prodotto si svaluta in tempo reale e la customer experience si affida troppo spesso all’improvvisazione. Il sentiment comune emerso è chiaro: troppe racchette, troppo simili, troppo spesso sostituite. “Alcune pale sono vecchie già al momento del lancio” è una delle dichiarazioni che più colpisce. Insieme all’appello a una maggior selettività nella distribuzione, una miglior valorizzazione del punto vendita specializzato e più eventi di test per il pubblico, veri motori d’acquisto consapevole. Ecco perché i rivenditori chiedono meno quantità e più qualità. Certo, il discorso non può essere generalizzato e fortunatamente ci sono brand e distributori seri, professionali, che immettono sul mercato prodotti coerenti e ben posizionati.

È indubbio però, inoltre, che anche in termini di praticanti si sia assistito prima a un rallentamento e negli ultimi mesi addirittura a un calo. C’è da preoccuparsi? La risposta che diamo, forte e chiara, dal nostro punto di vista è “No, ma dipende”. No perché il padel ha ancora un grandissimo potenziale inespresso se pensiamo che siamo (forse) arrivati a 1,5 milioni di praticanti. Che su una popolazione di circa 59 milioni

è decisamente poco. C’è margine per tornare a crescere, a patto che si lavori in modo serio, coordinato e lungimirante per portare nuova linfa e nuovi utenti al settore, partendo dai più giovani ma non solo. Anche di questo torneremo a parlare ampiamente nei prossimi numeri di Padelbiz

C’è, tuttavia, un altro elemento che emerge chiaramente dal mercato e che deve portarci a calmierare la negatività di cui sopra con una robusta dose di sano ottimismo. Siamo infatti reduci dalla recente partecipazione al Padel World Summit 2025 di Barcellona (che racconteremo più nel dettaglio sul prossimo numero), con oltre 6.000 professionisti e 150 espositori da tutto il mondo. L'evento ha offerto una panoramica completa sulle tendenze emergenti nel settore, con particolare attenzione all'internazionalizzazione, all'innovazione tecnologica e alle opportunità di investimento. Durante la Padel Global Conference , oltre 100 relatori hanno discusso temi cruciali come la professionalizzazione del padel, la sua possibile inclusione nei Giochi Olimpici del 2032 e la sostenibilità delle strutture. L'esperienza del Summit ha rafforzato la consapevolezza che il padel ha il potenziale per diventare uno sport di rilevanza mondiale. Con alcuni mercati strategici che sono ormai partiti (vedi la Francia, di cui parliamo nelle prossime pagine) o stanno per farlo (sul prossimo numero analizzeremo nel dettaglio le varie aree geografiche del mondo padel).

Ma, se ci pensiamo, per raggiungere in pieno questo obiettivo è fondamentale che ogni mercato si sviluppi proprio in due direzioni: quella più contingente e locale, con un lavoro che potremmo definire quasi a “chilometro zero”. E quella più generale e strategica, con una visione sempre aperta e globale, confrontandosi e collaborando con partner internazionali per condividere idee, best practice e innovazioni. In entrambi i casi servono studio, applicazione, professionalità, entusiasmo, passione, impegno e dedizione continui, possibilmente tutti combinati nelle giuste dosi. Quanti, prima di lamentarsi solamente dei chiaro-scuri del mercato, possono affermare con onestà intellettuale di padroneggiare davvero queste doti?

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PARTNERSHIP

MERCATO

IL P1 DI MILANO DIVENTA

OYSHO MILANO PREMIER PADEL P1

Oysho è sponsor dei due grandi eventi targati Premier Padel in Italia: il Major di Roma al Foro Italico dal 9 al 15 giugno e il P1 di Milano dal 6 al 12 ottobre. Per quest’ultimo Oysho è anche naming partner, e il torneo avrà come denominazione Oysho Milano Premier Padel P1. In qualità di sponsor tecnico, il marchio vestirà lo staff, i volontari e i raccattapalle. Inoltre, è già naming & technical partner di Oysho Premier Padel Valladolid P2 e sponsor tecnico di Premier Padel Dubai P1 dal 2024. Nel mondo amatoriale sponsorizza l’Oysho Circuito Femenil in Messico e l’Oysho Women Padel in Spagna.

Spector Padel House ha avviato una collaborazione strategica con SportIT. L’accordo prevede che i clienti SPH possano accedere a una gamma multibrand di racchette selezionate per ogni livello di gioco, con la possibilità di acquistarle direttamente in house o online tramite il sito sportit.com. Il vero vantaggio starà nella possibilità di provare i prodotti prima di comprarle, gratuitamente durante le lezioni o a fronte di un pagamento per partite private. Inoltre, SPH ha rinnovato la propria partnership tecnica con Babolat anche nel triennio 2025-2027. Questa prevederà alcune novità, come i DemoDay e veri e propri tornei con premi Babolat.

A margine del Major di Doha si è tenuto un incontro tra la Federazione Internazionale Padel (FIP), Padel Asia e Padel America per rafforzare gli sforzi congiunti per l’inserimento del padel nel programma olimpico. Luigi Carraro, presidente FIP, ha incontrato Tariq Zainal, presidente di Padel Asia (nonché segretario generale della QTF), e Jorge Mañe, presidente di Padel America (e della FEMEPA, la Federazione messicana di Padel), per allineare le strategie e discutere di futuri progetti comuni. Tra i temi discussi figurano il miglioramento delle infrastrutture base, la collaborazione con promoter, e la condivisione di competenze e buone pratiche.

In foto, da sinistra: Tariq Zainal, presidente Padel Asia, Luigi Carraro, presidente FIP, e Jorge Mañe, presidente Padel America

PORTICO SPORT E HEAD ANNUNCIANO UNA COLLABORAZIONE A LIVELLO GLOBALE

Portico Sport, uno dei principali costruttori di campi da padel di alto livello e installazioni di coperture, ha annunciato una nuova partnership strategica con Head, con l’obiettivo di sostenere la continua crescita dello sport nel mondo. Questa collaborazione unisce l’esperienza di Head nella creazione di attrezzature sportive con la specializzazione di Portico Sport nella progettazione e produzione di campi. Nell’ambito di questa collaborazione, l’azienda commercializzerà soluzioni esclusive con il marchio di Head, mentre i clienti dei centri riceveranno un pacchetto premium di prodotti e accessori del brand.

FEDERICO CHINGOTTO SARÀ AMBASSADOR CONTINENTAL PER ALTRE DUE STAGIONI FIP

WEEBORA ESPANDE IL PROPRIO NETWORK CON LA GAZZETTA DELLO SPORT E RAFA NADAL ACADEMY

Weebora, la prima piattaforma digitale dedicata ai viaggi, alle esperienze e ai tornei nel mondo del padel, annuncia un accordo con RCS MediaGroup per una collaborazione con La Gazzetta dello Sport: per i prossimi tre anni, Weebora sarà l’unico fornitore ufficiale di pacchetti, eventi, viaggi ed experience legati al padel promossi dal giornale. Inoltre, la piattaforma ha comunicato l’ingresso ufficiale della Rafa Nadal Academy nel proprio network di esperienze esclusive. Grazie a questa integrazione, è ora possibile prenotare direttamente su weebora.com gli esclusivi programmi di allenamento padel offerti dall’accademia di Manacor, sull’isola di Maiorca.

Federico Chingotto continuerà a essere ambassador di Continental per i prossimi due anni, prolungando una partnership iniziata lo scorso anno, quando l’azienda aveva fatto il suo ingresso nel mondo del Premier Padel. Continental conferma dunque il proprio impegno in questo sport, sia in Spagna sia a livello internazionale, sponsorizzando tra gli altri i P2 di Gijon e Valladolid, i P1 di Malaga, Barcellona e Real Madrid e le Finals a Barcellona. Javier Caballero, direttore marketing di Continental, ha detto: “Il primo anno della nostra collaborazione è stato fantastico e vogliamo mantenere questo rapporto anche nelle prossime due stagioni”.

In foto, da sinistra: Federico Chingotto e Javier Caballero

IL BOSS APRIRÀ IL SECONDO

BELA PADEL CENTER A BARCELLONA

INIZIATIVE

A Barcellona è tutto pronto per l’apertura del secondo Bela Padel Center, che porta il nome, il marchio e le idee di Fernando Belasteguín. Il nuovo club avrà 20 campi (11 outdoor e 9 indoor), una palestra, bar e ristorante. Oltre al canonico affitto dei campi per chiunque voglia giocare, ci sarà anche un’academy per i più giovani e la possibilità di ospitare dei tornei. Il Bela Padel Center di Barcellona fa seguito al centro di Alicante, sempre in Spagna. “L’apertura del Bela Padel Center Barcelona è un sogno che si realizza”, ha dichiarato il Boss. “Vogliamo un club aperto a tutti, affinché chiunque possa praticare questo meraviglioso sport”.

Il Simposio internazionale del padel, in programma il 9 giugno, si terrà sul Centrale del Foro Italico, proprio il giorno prima dell’inizio dei main draw del BNL Italy Major Premier Padel. Sarà la terza edizione, ma la prima durante il Major, e in questa sede si discuteranno nuovi e importanti progetti federali. Il valore aggiunto ulteriore sarà la presenza lungo tutta la giornata della numero due della classifica mondiale femminile, Ari Sánchez. Sarà lei a dimostrare in campo i vari lavori proposti dai relatori in merito alla preparazione fisica, ma anche alle questioni tecnico-tattiche. Questioni analizzate nel dettaglio dal suo coach Angel Gonzalez.

Fernando Belasteguín
Ari Sánchez

BABOLAT FESTEGGIA IL TRAGUARDO DEI 150 ANNI DI ATTIVITÀ

Una storia che nasce nel 1875 a Lione da un’intuizione di Pierre Babolat e che oggi è diventata un’azienda tra le leader nel mondo degli sport di racchetta. Quest’anno il brand guidato oggi da Eric Babolat, appartenente alla quinta generazione della famiglia, celebra un traguardo significativo e simbolico: i 150 anni di attività. Il marchio festeggerà prima di tutto con la propria community, coinvolgendo ogni luogo d’incontro con i propri giocatori: campi da gioco, tornei e oltre 40 mila club partner e negozi di tutto il mondo. Babolat è una delle poche realtà di settore rimasta sempre indipendente fin dalla sua fondazione, con un’identità di marca fortemente legata alla ricerca di materiali e tecnologie all’avanguardia.

FITP-CREDITO SPORTIVO: ACCORDO PER IMPIANTI E MUTUI A ZERO SPESE

FITP e l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale (ICSC) hanno annunciato un nuovo accordo di collaborazione a sostegno del movimento del tennis e del padel in Italia. Ne potranno beneficiare i circoli affiliati alla Federazione con almeno 45 atleti per ogni campo disponibile e i nuovi affiliati nei Comuni in cui la FITP non è ancora presente, per realizzare nuovi campi da tennis, padel e pickleball e coperture. La FITP metterà a disposizione le sue risorse per l’abbattimento integrale degli interessi e delle spese accessorie per l’intera durata del mutuo attraverso uno stanziamento di 10 milioni di euro. I finanziamenti sono di tre tipi: mutuo light “overbooking”, fino a 120 mila euro per massimo 7 anni; mutuo “Superlight”, fino a 250 mila euro per massimo 10 anni; mutuo light “Nuovi affiliati”, fino a 60 mila euro per massimo 7 anni.

PARTNERSHIP

PADEL NUESTRO CHIUDE IL 2024

CON UN FATTURATO DA 58 MILIONI DI EURO

Padel Nuestro ha chiuso il 2024 con un fatturato di 58 milioni di euro e punta a incrementare questa cifra del 44% nel 2025, con l’obiettivo di arrivare potenzialmente agli 80 milioni di euro. Il gruppo con sede a Murcia ha oltre 80 punti vendita in tutto il mondo e una strategia di espansione internazionale in pieno sviluppo. Il primo trimestre avrebbe già superato le aspettative di Padel Nuestro, nel corso di un’annata in cui sono previste nuove aperture di negozi fisici e online in Europa, Medio Oriente e Stati Uniti. “Vogliamo aiutare i brand a mantenere un’attività sana e redditizia e supportare attivamente la crescita dello sport oltre i confini della Spagna, con un forte focus su Europa, Stati Uniti, America Latina e Medio Oriente”, ha dichiarato Sascha Beyer, ceo di Padel Nuestro da gennaio 2024.

Uffici e Showroom: Via Ludovico Il Moro

EVENTI E CIRCUITI

PADEL WORLD SUMMIT: ARCHIVIATA LA PRIMA EDIZIONE NELLA NUOVA SEDE DI BARCELLONA

MEDIOLANUM PADEL CUP ENTRA NEL CALENDARIO CUPRA FIP TOUR

Il Padel World Summit ha archiviato la sua prima edizione, che ha accolto 5.838 partecipanti alla Gran Via della Fira de Barcelona. L’evento è stato organizzato congiuntamente da Fira de Barcelona e dal Cluster Internazionale del Padel, e si è subito affermato come la fiera di riferimento per i professionisti del settore. Nel corso di tre giornate ricche di attività, il summit ha riunito 120 aziende espositrici provenienti da 22 Paesi e ha ospitato 100 relatori nei diversi programmi. Il 40% dei partecipanti è arrivato dall’estero, rappresentando oltre 80 Paesi, tra cui spiccano Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Italia, Germania e Stati Uniti.

PARTE L’AVVENTURA DEL SANREMO PADEL TOUR

È iniziato il Sanremo Padel Tour, organizzato da E20Sanremo Srl: dopo il grande successo dell’edizione inaugurale dello scorso anno – con circa 3.000 spettatori e oltre 80 testate giornalistiche nazionali – l’evento torna con un vero e proprio Campionato. Il circuito 2025 prevede sei tappe ufficiali, con tornei FITP Open che metteranno in palio un montepremi di 10.000 euro ciascuno e amatoriali che daranno l’accesso alle Finals di Sanremo. Un parterre d’eccezione renderà ancora più speciale la finale: ci saranno infatti Marcela Ferrari, Gaby Reca, Federico Chingotto, Momo Gonzalez e alcuni ex calciatori di Serie A per match esibizione.

Dopo l’esperienza dello scorso anno con i sei tornei Open FITP, la Mediolanum Padel Cup entra ufficialmente nel Cupra FIP Tour. Il circuito si articola in sei tornei di categoria Silver – con un prize money di 20.000 euro – che si svolgeranno in sei città italiane sotto l’egida della FIP e della FITP. Oltre alla tappa del Club Villa Pamphili a Roma che si è già disputata (7-13 aprile), le prossime si terranno a Palermo (23-29 giugno, Country Time Club), Treviso (30 giugno-6 luglio, Imoco Center), Torino (22-28 settembre, Pala Village), Perugia (27 ottobre-2 novembre, Fastweb Padel Arena) e Como (24-30 novembre, The Padel Resort).

25 AL 27 LUGLIO A LONDRA

La FIP e Premier Padel hanno annunciato che la prima FIP Intercontinental Cup si giocherà dal 25 al 27 luglio a Londra, in un palcoscenico ancora inedito per i massimi livelli del padel internazionale. Il torneo, che la Federazione ha presentato come una sorta di Laver o Ryder Cup, unirà le competenze e l’esperienza di FIP, Premier Padel e Hexagon Cup, grazie alla nuova e recente partnership strategica. Non è l’unica novità del calendario: il P1 previsto in Spagna dal 28 aprile al 4 maggio è stato spostato dal 28 luglio al 3 agosto a Barcellona, mentre lo Scandinavia Premier Padel P2, inizialmente dal 28 luglio al 3 agosto, si terrà nel terzo trimestre del 2025.

IL RAFA NADAL ACADEMY PADEL TOUR ARRIVA IN ITALIA CON SEI TAPPE

Il Rafa Nadal Academy Padel Tour, circuito amatoriale lanciato dall’accademia nel 2024, è uscito dai confini spagnoli ed è arrivato anche nel nostro Paese per l’edizione 2025. Il numero di eventi in Spagna si attesta a otto, mentre in Italia le tappe sono sei (di cui alcune già disputate) e si articolano tra Roma (2-4 maggio, Globo Padel), Torino (23-25 maggio, Palavillage), Perugia (13-15 giugno, Padel Arena), Bari (11-13 luglio, Palmarès Devur Club), Bergamo (19-21 settembre, 27 Padel) e Firenze (10-12 ottobre, Centro Padel Firenze). La finale del circuito si svolgerà direttamente presso la Rafa Nadal Academy a Manacor dal 4 al 7 dicembre.

A CARTAGENA LA SECONDA VOLTA DEGLI EUROPEI SENIORES

PRO PADEL LEAGUE: DUE TAPPE FUORI DAGLI USA NEL 2025

La seconda edizione della FIP Seniors Euro Padel Cup si disputerà dal 29 settembre al 4 ottobre a Cartagena, in Spagna. Un evento organizzato dalla FIP con il supporto di Padel Europe, della FEP (Federación Española de Pádel) e della Federazione di Padel della Regione di Murcia (FPRM). A Cartagena si giocherà su un totale di 24 campi. I giocatori saranno divisi in categorie, +35, +40, +45, +50 e +55 anni, e ci saranno due competizioni in programma: una per squadre nazionali, con 24 team maschili e 24 femminili, e una per coppie, con due ‘parejas’ per categoria per ogni nazione partecipante.

A1 PADEL CANCELLA TUTTI I TORNEI IN PROGRAMMA: NUOVI INVESTITORI IN ARRIVO

La Monte Carlo International Sports, proprietaria e fondatrice dell’A1 Padel, ha annunciato la cancellazione di tutti gli eventi previsti in calendario fino a fine anno. Nel comunicato diffuso sul sito ufficiale dell’A1, la proprietà fa sapere di essere in trattativa “con la più grande agenzia sportiva a livello mondiale per definire la strategia e la direzione che prenderà A1 Padel a partire dal prossimo anno”, e che “è prevista la realizzazione di quattro grandi tornei nel corso di quest’anno”. Di recente era trapelata la notizia della possibile vendita del circuito a un fondo arabo, considerato molto vicino a Nasser Al-Khelaifi, proprietario del Premier Padel.

La Pro Padel League, il circuito nordamericano nato nel 2023, ha svelato il suo calendario per il 2025 con due tappe al di fuori dei confini statunitensi. Dei cinque eventi di cui sarà composta la stagione, la PPL infatti si sposterà anche in Spagna e in Messico. L’evento iberico sarà ospitato a San Sebastián (Paesi Baschi) dal 10 al 13 luglio, anche se resta ancora da svelare quale sarà la sede esatta del torneo. In Messico, invece, dal 14 al 17 agosto si giocherà a Guadalajara. L’esordio sarà dal 19 al 22 giugno a Miami, per poi tornare negli USA dopo la parentesi ispano-messicana a The Hamptons e a New York.

BOOM NEL REGNO UNITO:

+65% DI AFFILIATI

Il pickleball sta crescendo sempre più in Europa. Nel 2020, in tutto il continente c’erano circa 12.000 giocatori. Ora, solo l’Inghilterra ne conta più del triplo: a oggi sono circa 40.000, con numeri probabilmente ancora più alti se si includono Scozia, Galles e Irlanda del Nord. E questo numero sta aumentando rapidamente. Secondo Pickleball England, l’affiliazione è cresciuta del 65% nell’ultimo anno, un balzo impressionante che rispecchia ciò che si è visto anche negli Stati Uniti. Il motivo sembra essere la stessa formula magica che ha fatto esplodere questo sport negli USA: accessibilità, divertimento e senso di comunità. Altri Paesi come Spagna, Francia e Germania stanno lentamente seguendo il trend, ma il Regno Unito sembra assestarsi in testa.

IL PICKLEBALL È TORNATO AL ROLAND GARROS

Per il secondo anno, il Roland Garros (che si è tenuto dal 19 maggio all’8 giugno 2025 a Porte d’Auteuil, a Parigi) ha disposto degli spazi per la pratica del pickleball. Tra le attività collaterali al torneo, quindi, gli appassionati hanno potuto scoprire e approfondire uno sport altamente divertente e accessibile. Da domenica 25 a sabato 31 maggio è stato allestito un campo sul lato nord del Philippe-Chatrier, mentre negli ultimi quattro giorni del torneo, da giovedì 5 a domenica 8 giugno, nel campo 5 ne è stato allestito un altro dedicato, accanto a una “pista” da padel, nell’ambito di un evento polivalente, entro un’attività condotta da animatori e uno speaker.

PPA TOUR

CARVANA RINNOVA LA TITLE SPONSORSHIP AL

Il colosso americano della rivendita di auto online è sponsor principale del PPA Tour dal 2022, e ora è ufficiale: continuerà a esserlo. Già da allora era chiaro che non si trattava di una semplice collaborazione temporanea, ma era il segnale che le grandi aziende stavano iniziando a vedere un valore a lungo termine nel pickleball. Il 13 maggio Carvana e il PPA Tour hanno annunciato il rinnovo pluriennale dell’accordo, confermando ciò che molti nel settore già sanno: il pickleball è solo all’inizio. Da quando è iniziata la partnership, Carvana ha contribuito a far crescere questo sport a livello professionistico come mai prima d’ora. Nel 2024, oltre 320.000 fan hanno partecipato agli eventi del PPA Tour, con milioni di spettatori in TV e streaming. I montepremi hanno superato i 30 milioni di dollari, e nuove iniziative mediatiche come PickleballTV hanno portato lo sport nelle case di tutto il Paese. E nel 2025, il PPA prevede la sua stagione più ambiziosa di sempre, con oltre 20 eventi principali.

NON È UN PAESE PER... SPORTIVI

Lo studio “Riportare lo sport e la cultura del movimento al centro dell’agenda politica per creare valore per il Paese” analizza la rilevanza

1_ L'ITALIA A CONFRONTO

I peggiori Paesi OCSE per insufficente livello di attività fisica tra gli adulti:

• 1° Turchia 94,6%

• 2° Portogallo 83,1%

• 3° Grecia 80,4%

• 4° Italia 80,3 %

Media OCSE: 59,6%

Il migliore: Svizzera 24,0%

2 - QUOTA DI 11-15ENNI CHE NON RAGGIUNGONO UN SUFFICIENTE LIVELLO DI ATTIVITÀ FISICA IN %

Tale scenario viene confermato anche dai livelli di sedentarietà registrati tra i bambini e gli adolescenti. Secondo gli ultimi dati riferiti al 2021, l’Italia registra la peggiore posizione tra i Paesi OCSE: il 91,7% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni non raggiunge un livello sufficiente di attività fisica, un valore al di sopra della già elevata media OCSE, pari all’81,1%.

Ceca Austria Ungheria Finlandia

I livelli di sedentarietà differiscono in base alle condizioni sociodemografiche della popolazione italiana, facendo emergere disuguaglianze nel profilo di chi non pratica sufficiente attività fisica nel Paese, differenziato a seconda di fattori geografici, anagrafici e socio-educativi.

3 - IL PROFILO SOCIODEMOGRAFICO DI CHI NON PRATICA ATTIVITÀ FISICA IN ITALIA

Se consideriamo chi non pratica mai sport scopriamo che sono molto di più: gli anziani rispetto ai giovani, le persone con basso livello di istruzione rispetto ai laureati, le donne rispetto agli uomini, i residenti nel Sud e Isole, nei piccoli comuni e nelle periferie rispetto a quelli nel Nord, nelle aree metropolitane e centrali.

RESIDENTI

La sedentarietà osservata sul territorio nazionale è stata ulteriormente approfondita dall’Osservatorio , i cui dati consentono di esaminare il fenomeno in profondità e di correlarlo ad altre abitudini e stili di vita. Mantenendo il perimetro di analisi in linea con le indicazioni dell’OMS (almeno 150 minuti a settimana per gli adulti), dai dati emerge che il della popolazione italiana non raggiunga queste linee guida, ovvero non pratica sport (34,7%) (28,1%). La quota mostra una riduzione nell’ultimo ventennio, significativo calo di chi non pratica mai

ETÀ +65 ANNI 53,1% (vs. 25,3% 18-34 anni)

LICENZA ELEMENTARE O NESSUN TITOLO DI STUDIO 49,9% (vs. 17,9% laureati)

38,9% (vs. 31,1% uomini)

NEL SUD E ISOLE

49,1% (vs. 26,4% nel Nord Italia)

significativo calo di chi non pratica mai

RESIDENTI IN PICCOLO COMUNE

40,8% (vs. 32,9% in aree metropolitane)

RESIDENTI IN PERIFERIE

35,0% (vs. 30,8% centro aree metropolitane)

Il calo della sedentarietà registrato negli ultimi vent’anni non è stato accompagnato da una riduzione delle disuguaglianze sociodemografiche: in particolare, la forbice tra Nord e Sud del Paese si è allargata (+2,6 p.p.), così come quella tra grandi e piccoli comuni (+9,6 p.p.). In leggero aumento anche la forbice

Bel g io Rep. Ceca Austria Ungheria Finlandia

approfondita dall’Osservatorio consentono di esaminare il fenoMantenendo il perimetro di analisi in gli adulti), dai dati emerge che il ovvero non pratica sport (34,7%) riduzione nell’ultimo ventennio, significativo calo di chi non pratica mai

dettaglio il fenomeno e di collegarlo ad altri stili di vita e abitudini. Seguendo le linee guida dell'OMS, che raccomandano almeno 150 minuti di attività fisica settimanale per gli adulti, emerge che il 62,8% della popolazione italiana non raggiunge questi livelli: il 34,7% non pratica sport e il 28,1% si dedica solo a qualche attività fisica. Tuttavia, si osserva una diminuzione di questa percentuale negli ultimi 20 anni, con una riduzione di 7,2 punti percentuali, dovuta principalmente a un calo significativo di coloro che non praticano mai sport (-5,6% tra il 2001 e il 2023).

I livelli di sedentarietà variano in base alle condizioni sociodemografiche della popolazione italiana, evidenziando disuguaglianze nel comportamento di chi non svolge un'attività fisica adeguata. Queste differenze sono influenzate da fattori geografici, anagrafici e socio-educativi. Se analizziamo coloro che non praticano mai sport, emerge che questa categoria include in misura maggiore: gli anziani rispetto ai giovani, le persone con un basso livello di istruzione rispetto ai laureati, le donne rispetto agli uomini, e i residenti nel Sud e nelle Isole, nei piccoli comuni e nelle periferie rispetto a quelli del Nord, delle aree metropolitane e centrali (grafico 3). Il calo della sedentarietà osservato negli ultimi 20 anni non ha portato a una diminuzione delle disuguaglianze sociodemografiche. In particolare, il divario tra Nord e Sud del Paese è aumentato (+2,6%), così come quello tra grandi e piccoli comuni (+9,6%). È cresciuta anche la differenza tra chi ha un basso livello di istruzione e i laureati (+0,9%), così come quella tra le periferie e i centri (+0,1%). D'altro canto, si è ridotto il divario di sedentarietà tra uomini e donne, con una diminuzione dell'1,7%, e tra gli over 65 e gli under 35, con una riduzione dell'7,6%. Per individuare le aree su cui concentrarsi, al fine di ridurre ulteriormente la sedentarietà e promuovere i benefici dell'attività fisica per gli individui e per la collettività, l'Osservatorio ha analizzato i principali fattori che influenzano la pratica sportiva, focalizzandosi su tre aree tematiche: socio-sanitario, economico, accessibilità.

Il calo della sedentarietà registrato negli ultimi vent’anni non è stato accompagnato da una riduzione delle disuguaglianze sociodemografiche: in particolare, la forbice tra Nord e Sud del Paese si è allargata (+2,6 p.p.), così come quella tra grandi e piccoli comuni (+9,6 p.p.). In leggero aumento anche la forbice tra basso titolo di studio e laureati (+0,9 p.p.) e tra periferie e centri (+0,1 p.p.). Risulta in diminuzione invece il gap tra uomini e donne, che registra un -1,7 p.p. nel periodo, e tra over-65 e under-35 con -7,6 p.p.

Per comprendere i fattori su cui concentrarsi per stimolare un’ulteriore e diffusa riduzione della sedentarietà nei territori, per promuovere gli effetti benefici che l’attività fisica ha sul singolo individuo e sulla collettività e per elaborare raccomandazioni a sostegno dei decision maker del Paese, l’Osservatorio analizza le principali determinanti di impatto della pratica sportiva soffermandosi su tre domini tematici

Dominio accessibilità 1 2 3

Dominio socio-sanitario

Realizzato un’analisi dello scenario di riferimento su quali sono i punti di forza e di debolezza in Italia sul tema

Dominio economico

Per ciascun dominio, l'Osservatorio ha:

Per ciascun dominio, L’Osservatorio ha:

Misurato gli impatti della pratica sportiva (rispetto alla sedentarietà) sulle dimensioni di riferimento del dominio

Elaborato raccomandazioni di policy per rilanciare il settore e colmare i gap presenti

IL PADEL AL TEMPO DEL DIGITAL

Analisi dei venti brand più performanti su Instagram e Facebook a livello di numeri e interazioni. La ricerca offre uno spaccato interessante di come i marchi si raccontano sui social e costruiscono (o almeno ci provano) la propria community di Cristina Turini

In un’epoca in cui il successo di un brand non si misura più soltanto in vendite o presenze sul campo, ma si gioca anche a colpi di follower, like e interazioni, il "Fansometro" offre una nuova prospettiva sull’universo digitale del padel. La ricerca, focalizzata sulle performance dei venti marchi più attivi su Instagram e Facebook, restituisce un quadro interessante di come i brand raccontano sé stessi sui social e provano a costruire una community attiva e coinvolta. I più attenti noteranno notato nella classifica l’assenza di account verticali dedicati esclusivamente al padel da parte di alcuni importanti marchi del settore.

Parliamo di realtà ben consolidate nel mercato, spesso leader in termini di distribuzione, sponsorizzazioni o innovazione tecnica, che però non presidiano attivamente il canale social con un’identità focalizzata sulla disciplina appoggiandosi ai propri profili ufficiali che racchiudono tutte le categorie merceologiche e sportive dell’azienda, dove il padel resta una delle tante voci all’interno di un contenitore ampio, senza una narrazione autonoma. Un account verticale, oltre a migliorare la chiarezza e la coerenza del messaggio, permette di sviluppare contenuti su misura. Senza questo presidio, anche le campagne marketing più curate rischiano di avere una minor efficacia in termini di engagement e brand awareness. Ma se da un lato l’assenza di profili social dedicati esclusivamente al padel può sembrare una carenza sul piano comunicativo, dall’altro è importante riconoscere che non si tratta sempre di una svista o di un’opportunità mancata, ma di una decisione strategica precisa. Alcuni brand, semplicemente, non considerano ancora la disciplina come un asset centrale della propria identità.

INSTAGRAM:

LA PARTITA SI GIOCA SULL'ENGAGEMENT

Nell’analisi delle performance social dei brand padel su Instagram ci sono due classifiche distinte: una basata sul numero di follower, l’altra sull’engagement rate. Questa doppia lettura riflette un principio fondamentale della comunicazione digitale: la quantità non sempre equivale alla qualità. Il numero di follower è senza dubbio la metrica che salta più facilmente all’occhio, immediata, comparabile, visibile a tutti. L’engagement rate – ovvero il tasso di interazione medio generato dai contenuti (like, commenti, condivisioni, salvataggi) in rapporto al numero di follower – racconta quanto una community è realmente coinvolta. È una metrica più nascosta, ma molto più significativa per capire la rilevanza di un brand sulla piattaforma. Detto questo, Instagram rimane il canale su cui i brand padel mostrano maggiore dinamismo e capacità di coinvolgimento. Insieme a TikTok è la piattaforma per eccellenza dello storytelling visivo e dell’entertainment, nonché delle community più giovani.

TOP BRAND PER NUMERO DI FOLLOWER:

• Nox Padel (380.200 follower, ER 1,05%)

• adidas Padel (307.000, ER 1,09%)

• Bullpadel (263.000, ER 8,46%)

Questi tre brand dominano la classifica, ma ciò che colpisce è l'engagement rate alto di Bullpadel, pari all’8,46%: un risultato fuori media che suggerisce un contenuto fortemente coinvolgente, probabilmente grazie a una combinazione vincente di video, interazioni costanti e attivazioni con atleti. Vediamo anche come molti marchi agli ultimi posti in numero di follower, conquistino la classifica dell’E.R.: se guardiamo il rapporto tra dimensione della community ed engagement, spiccano in particolare:

• Tactical Padel (15.400 follower, ER 9,36%)

• Heroe’s Padel (9.714, ER 5,33%)

• Oxdog Padel (20.150, ER 3%)

Sono brand con community molto attive, sintomo di una comunicazione più personale, diretta o magari locale. La qualità delle interazioni in questi casi pesa più della quantità.

Al contrario, marchi come StarVie (110.000 follower, ER 0,2%) o Varlion (56.400, ER 0,11%) mostrano numeri alti ma engagement bassissimo, suggerendo una community poco reattiva o contenuti meno performanti.

FACEBOOK:

UNA PRESENZA PIÙ ISTITUZIONALE (E STAGNANTE)

Su Facebook, i numeri sono mediamente più bassi sia in termini di like che di follower. Questo può essere attribuito al calo generale della piattaforma tra i pubblici più giovani, ma anche a un uso più passivo del canale da parte dei brand.

TOP BRAND PER NUMERO DI LIKE:

• Nox Padel (130.000 like, 135.000 follower)

• StarVie (59.000 like, 62.000 follower)

• Bullpadel (34.000 like, 38.000 follower)

Nox è anche qui il primo, con una base solida e coerente tra le due piattaforme. StarVie mostra una discreta performance, migliorando visibilità su Facebook rispetto all'engagement Instagram.

COSA EMERGE

Molti brand minori (come T91 Padel, Pallap, Padel Mi Amor) hanno numeri molto contenuti, segno di una presenza limitata o scarsamente curata su Facebook. Marchi come Wilson, nonostante una presenza media su Instagram, su Facebook rimangono molto indietro (12.000 like). Alcuni marchi (es. Siux, Varlion) mostrano discreti numeri su entrambe le piattaforme, ma la loro incidenza sulla conversazione rimane più marginale, specie in termini di engagement.

CONCLUSIONE

Instagram è oggi il vero campo da gioco per i brand padel, dove la differenza non la fa solo la base follower, quanto una community attiva e coinvolta.

Facebook invece mantiene una funzione più di presidio istituzionale e supporto informativo, ma per molti brand appare oggi secondario in termini di strategia attiva.

A questo punto si dovrebbe giocare una partita a un livello superiore: la capacità di convertire visibilità e interazioni in risultati concreti.

Qual è il reale ritorno economico per i brand che investono tempo, contenuti e risorse sui social? Se non tutte le interazioni si devono necessariamente trasformare in vendite, è altrettanto vero che la costumer journey oggi passa sempre dai touch point digitali, dove i social giocano un ruolo fondamentale: dall’awareness iniziale, alla considerazione del prodotto, fino alla scelta finale. Questa però è una risposta che solo i brand possono fornire.

I dati pubblici (follower, like, engagement) raccontano la superficie; ma il ritorno in termini di vendite o lead è un’informazione interna, accessibile solo a chi gestisce direttamente le metriche di conversione. Il nostro “Fansometro” rappresenta una fotografia aggiornata della visibilità e dell’interazione dei brand padel sui social, ma non ne misura il successo commerciale: sta all’azienda leggere il gioco, scegliere il colpo giusto e chiudere il punto.

INCHIESTA ESCLUSIVA

TERZA PUNTATA

LA CARICA DEI 101

Torna anche quest’anno l’inchiesta esclusiva di Padelbiz, con cui analizziamo l’andamento del mercato nel 2024. Bilanci, problematiche, aspetti positivi, proposte, opportunità per il futuro. Parola ai negozianti di tutta Italia

di Benedetta Bruni e Daniele Pansardi

Iretailer rappresentano l’anello fondamentale della filiera commerciale e proprio per questo è importante raccogliere il loro punto di vista, ascoltarne le richieste e considerarne i bisogni. Con le rubriche “Focus shop” e “Io apro perché” siamo soliti dare loro voce tutti i 365 giorni, ma è in occasione dei primi numeri del nuovo anno che, con la consueta “Carica dei 101” (diventata ormai un marchio di fabbrica di MagNet), realizziamo una vera e propria indagine di mercato a 360 gradi. Bilancio dell’annata appena conclusa e prospettive per quella in arrivo, novità, trend, problematiche, opportunità, proposte: archiviato il 2024 nei bilanci dei punti vendita, quali sono le opinioni dei negozianti? Ecco la terza puntata della nostra indagine con interessanti spunti di riflessione per tutti gli operatori del mercato padel.

PARTECIPA ANCHE TU A “LA CARICA DEI 101”

Sei un negoziante che gestisce un’attività legata al mondo padel?

Padelbiz e il gruppo editoriale MagNet ti danno la possibilità di dire la tua! Inauguriamo anche su questa rivista uno dei nostri format editoriali più letti e apprezzati: “La Carica dei 101”. Per rispondere alla nostra inchiesta, inquadra il QR Code qui a fianco o richiedi un appuntamento telefonico al seguente indirizzo mail: redazione@padelbiz.it

IN CRESCITA

JOY PADEL

Gioia Tauro (RC)

Giovanni Ruggiero, titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Abbiamo avuto una crescita del 20%.

2. Nessuna problematica particolare.

TREND DI ACQUISTO

3 Consigli del negoziante.

4. Nessuna in particolare.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 251-300

6. Livello avanzato.

COLLABORAZIONI

7. Il nostro negozio si trova all'interno di un centro padel, e vediamo che il maestro

è il singolo elemento che riesce a catalizzare maggiore attenzione.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: ADIDAS (+) NOX (+) BULLPADEL (+)

scarpe: ADIDAS (+) MUNICH (+) BULLPADEL (+)

abbigliamento: ADIDAS (+) BULLPADEL (+) SIUX (+) zaini/borse: ADIDAS (+) NOX (+) BULLPADEL (+)

9. Nessuno in particolare.

10. Servirebbe maggior controllo sul mercato e dei prezzi.

11. Voto 2024: 8

Le domande

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Come è stato complessivamente il 2024 e come sono andate le vendite del negozio rispetto al 2023? Quanto incidono in percentuale sulle vendite il negozio fisico e quanto l’e-commerce?

2. Quali sono state le principali problematiche e gli aspetti positivi?

TREND DI ACQUISTO

3. Quali sono i fattori che influenzano maggiormente i consumatori al momento dell’acquisto?

4. Ci sono state promozioni o iniziative, realizzate con le aziende o in autonomia, che hanno stimolato di più l’interesse delle persone?

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. Qual è la fascia di prezzo delle racchette più richieste?

6. Quale categoria di racchette viene privilegiata da chi acquista?

COLLABORAZIONI

7. Che tipo di collaborazione hai con i centri padel e i maestri della tua zona?

I MARCHI PIÙ VENDUTI NEL 2024

8. Quali sono, in ordine, i vostri 3 top brand di racchette?

Quali sono, in ordine, i vostri 3 top brand di scarpe?

Quali sono, in ordine, i vostri 3 top brand di abbigliamento?

Quali sono, in ordine, i vostri 3 top brand di borse/zaini?

(accanto a ciascuno indicare se "in crescita", "stabile" o "in calo")

9. Qual è stato per voi il marchio rivelazione del 2024?

10. Che cosa consigliereste di fare alle aziende in questa situazione di mercato?

11. Voto complessivo a questo 2024 da 1 a 10?

12. Eventuali considerazioni finali e un vostro messaggio ai fornitori e colleghi.

LBJ SHOP Cagliari

Pier Paolo Melis, amministratore

BILANCIO DI FINE ANNO

1. L’andamento è stazionario. Il 90% del fatturato arriva dal negozio fisico.

2. C’è un’offerta eccessiva. Il piccolo vantaggio è stato il calo dei prezzi.

TREND DI ACQUISTO

3. Test del prodotto.

4. Promozioni varie.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 251-300

6. Livello intermedio.

COLLABORAZIONI

7. Abbiamo delle convenzioni con centri e circoli.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: STARVIE (=) SIUX (=) DUNLOP (=) scarpe: K-SWISS (=) ASICS (=) MIZUNO (=) abbigliamento: K-SWISS (=) EA7 (=) ASICS (=) zaini/borse: DUNLOP (=) HEAD (=) STARVIE (=)

9. K-SWISS

10. Dovrebbero tutelarci maggiormente dalle vendite online molto aggressive.

11. Voto 2024: 7

BILANCIO DEL 2024 RISPETTO AL 2023

MAURO SPORT

Biassono (MB)

Mauro Ferrari, titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Abbiamo notato un po' di calo nella vendita delle racchette.

2. Le racchette cambiano davvero spesso e ce ne sono fin troppe. Alcune sono già vecchie praticamente quando escono perché vengono scontate subito sui siti. Dopo sei mesi sono morte di fatto. È un mercato che dura poco così. Nel tennis infatti nel tempo è un po’ cambiato questo approccio.

TREND DI ACQUISTO

3. Passaparola, influencer e consigli da internet.

4. Alcune giornate test con le aziende hanno dato buoni risultati.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello avanzato.

COLLABORAZIONI

7. In un paio di circoli abbiamo un pro shop, ma non collaboro con molti maestri perché tanti di loro sono opportunisti.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: BABOLAT (-) ADIDAS (-) BULLPADEL (-) scarpe: ADIDAS (-) MIZUNO (-) BABOLAT (-) abbigliamento: ADIDAS (-) BABOLAT (-) BULLPADEL (-) zaini/borse: NOX (=) BABOLAT (=)

9. Nessuno in particolare.

10. Non cambiare racchette in continuazione, e tenere i prezzi sotto un maggiore controllo. Bisognerebbe restringere il mercato per non svalutarlo troppo.

11. Voto 2024: 8

OMNIA SPORT

Romagnano Sesia (NO)

Andrea Donetti, socio titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. C’è stato un po' di casino. Notiamo molte persone con problemi fisici, e questo le sta portando a tornare indietro sulle tipologie di racchette da acquistare. Sulle vendite triboliamo, c’è stato un calo sicuramente. Non abbiamo un e-commerce.

2. Internet ha numeri che non possiamo sostenere, vendiamo pale vecchie delle collezioni precedenti a prezzi ribassati. Abbiamo pochi campi coperti e tanto d'estate quanto d'inverno si fa fatica a giocare. Le persone acquistano dell’attrezzatura troppo di alto livello per le loro potenzialità. Dovrebbero puntare a pale più economiche e "tolleranti". Le riparazioni invece vanno molto bene, ma rispetto al tennis c'è un post-vendita molto diverso.

TREND DI ACQUISTO

3. Prezzo e/o promozioni.

4. Nessuna in particolare.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 80-149

6. Livello principiante.

COLLABORAZIONI

7. I maestri provano a spingere i modelli da vendere, ma ora nei circoli si vende direttamente.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: BABOLAT (-) SANE (-) scarpe: ASICS (-) JOMA (-) abbigliamento: nessun trend particolare zaini/borse: BABOLAT (-)

9. Nessuno in particolare.

10. Di puntare di più sul negozio e meno su internet, ma tanto non ci ascolta nessuno. Il padel è diventato un mercato difficile, menomale che c'è il tennis.

11 Voto 2024: 6.

12. C'è troppa gente che si fa male su un campo da padel. Bisogna sensibilizzare di più e fare cultura tra i 40/50enni su come scaldarsi e prevenire gli infortuni.

MOTUS

Gualdo Tadino (PG) Alessandro Tacchi, titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. È rimasto invariato. L’e-commerce nel padel vale per il 50%.

2. I prezzi non gestiti dalle aziende, specialmente sui siti spagnoli. Ci sono numeri che non stanno in piedi.

TREND DI ACQUISTO

3. Prezzo e/o promozioni, nuove collezioni.

4. I test delle racchette hanno creato un certo interesse, ma alla fine lo stimolo principale è sempre lo sconto.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 251-300

6. Livello avanzato.

COLLABORAZIONI

7. Ci muoviamo con delle sponsorizzazioni.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: HEAD (=) BABOLAT (=) scarpe: JOMA (=) abbigliamento: ADIDAS (=) zaini/borse: NOX (=) ADIDAS (=)

9. Nessuno in particolare.

10. Monitorare i prezzi e calmierarli in qualche modo, in modo da partire tutti dalla stessa linea.

11. Voto 2024: 7

NET PADEL STORE

Sesto San Giovanni (MI)

Fabrizio Agnello, cofondatore, socio e titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Net Padel store è nato a settembre de 2024. Momentaneamente è solo un negozio fisico.

2. Le problematiche rimangono sicuramente il deprezzamento immediato e la svalutazione dei prodotti, soprattutto online. Tra gli aspetti più positivi c'è invece il flusso comunque continuo di gente che gioca e che inizia a giocare.

TREND DI ACQUISTO

3. Consigli del negoziante, prezzo e/o promozioni, test del prodotto.

4. Organizziamo con alcuni brand degli eventi Demo day nei centri per fare provare le racchette, oltre a dei tornei da noi sponsorizzati per promuovere il nostro marchio e fornire un servizio extra negozio.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 251-300

6. Livello avanzato.

COLLABORAZIONI

7. Sponsorizziamo e forniamo centri e sponsorizziamo istruttori che diventano un veicolo per portare clientela in negozio.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

Nessun riferimento all’andamento delle vendite perché il negozio è aperto dal 2024

8. racchette: BABOLAT - ADIDAS - HEAD - BULLPADEL scarpe: BABOLAT - NOX - ADIDAS abbigliamento: BULLPADEL - X3 POR TRES - BABOLAT zaini/borse: BULLPADEL - ADIDAS - NOX - BABOLAT

9. LOK

10. Cercare di dare valore agli articoli, creare delle policy tali da non permettere di far svendere il proprio prodotto dopo pochissimi mesi dal lancio. Rendere il mercato più stabile e regolare.

11. Voto 2024: 8

PADEL NUESTRO BRESCIA

Brescia

Giuseppe Bugatti, titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Il calo è stato tra il 20 e il 30%.

2. I problemi sono sempre gli stessi: la concorrenza dell'online, la distribuzione un po' eccessiva e disordinata di alcuni marchi e la svalutazione delle racchette.

TREND DI ACQUISTO

3. Prezzo e/o promozioni, utilizzo da parte di un giocatore pro.

4. Sì, ma senza impennate particolari in risposta a questi tentativi.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello intermedio.

COLLABORAZIONI

7. Sponsorizziamo un po' tutti i centri della zona per avere un ritorno in negozio, organizziamo dei tornei e dei test.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: NOX (-) SIUX (-) ADIDAS (-) scarpe: BULLPADEL (-) BABOLAT (-) JOMA (-) abbigliamento: non c’è stato un trend specifico zaini/borse: ADIDAS (-) NOX (-) BULLPADEL (-)

9. Nessuno in particolare.

10. Bisognerebbe gestire meglio la distribuzione e il pricing, oltre che ragionare sulle pale di fascia media e non solo dell’alto di gamma.

11. Voto 2024: 7

PADEL NUESTRO MILANO

Millepini (MI)

BILANCIO DI FINE ANNO

1. C’è stato un calo a mio avviso naturale dopo gli anni di crescita iniziali. Si lavora meno sul giocatore nuovo e di più su chi deve sostituire la pala.

2. I problemi riguardano Internet, sia gli e-commerce sia la bassa qualità di molti influencer che creano disinformazione costante.

TREND DI ACQUISTO

3. Consigli del negoziante, test del prodotto.

4. Abbiamo lanciato varie promozioni, quella di Natale o di Halloween, quindi legate alle ricorrenze, che possono stimolare di più le vendite. Organizziamo un sacco di demo day in collaborazione con i circoli.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello avanzato.

COLLABORAZIONI

7. Organizziamo dei demo day con la nostra squadra di maestri.

I MARCHI PIÙ VENDUTI NEL 2024

8. racchette: NOX (=) ADIDAS (=) HEAD (=) scarpe: ASICS (=) MIZUNO (=) NOX (=) abbigliamento: BULLPADEL (=) zaini/borse: BULLPADEL (=) ADIDAS (=)

9. BULLPADEL ha avuto un ritorno molto forte.

10. Oggi non c'è un mercato serio e professionale. Se così fosse, ci sarebbe una regolamentazione del prezzo da parte delle aziende. Una racchetta lanciata oggi a 320 euro domani è già a 250. Inoltre, c’è un mercato dell'usato su canali come Amazon, Wallapop e Telegram molto strano, perché non si capisce bene da dove arrivino certi attrezzi dopo essere usciti dalle aziende produttrici. Queste ultime dovrebbero chiarirsi le idee: voglio andare solo sull'online o favorire chi spiega il prodotto e chi crea una cultura del padel? Si naviga molto a vista.

11 Voto 2024: 8

PADEL NUESTRO PALERMO

Palermo

Giuseppe Cumbo, socio

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Calo del 20%.

2. Non c’è stato nessun aspetto positivo. Tutto sta diventando una guerra di prezzi tra l'online e i negozi fisici. Considerando anche i prezzi molto alti da parte delle aziende, le persone si rifugiano nell'usato o cercano offerte vantaggiose. Questo sport ha un grande problema: il rapporto tra durabilità delle racchette e il loro prezzo, visto che sono molto care ma non durano nemmeno un anno.

TREND DI ACQUISTO

3. Prezzo e/o promozioni, test del prodotto.

4. Nel 2024 no.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello intermedio.

COLLABORAZIONI

7. Cerchiamo di sponsorizzare i centri per cercare di portare più persone possibili in negozio.

I MARCHI PIÙ VENDUTI NEL 2024

8. racchette: ADIDAS (+) NOX (+) HEAD (=) scarpe: NOX (=) MIZUNO (=) MUNICH (=) abbigliamento: BULLPADEL (-) zaini/borse: ADIDAS (=) NOX (=) BULLPADEL (=)

9. FLOKY

10. Le aziende dovrebbero abbassare i prezzi o fare racchette migliori.

11. Voto 2024: 7

PADEL STORE ROMA

Roma Simone Cocozza, titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Un calo del 50%.

2. L’abbassamento generalizzato dei prezzi delle racchette per via dell’eccessiva concorrenza, anche sleale, delle vendite online. La distribuzione per alcuni marchi molto disordinata e che avviene ovunque senza un vero e proprio criterio, con l’unica conseguenza di massacrare noi piccoli commercianti. Per non parlare delle pale che si svalutano subito dopo l’uscita di un nuovo prodotto.

TREND DI ACQUISTO

3. Consigli del negoziante, test del prodotto.

4. Nessuna in particolare.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello avanzato.

COLLABORAZIONI

7. È un servizio che facevamo soprattutto negli anni precedenti, ma da qualche tempo lo abbiamo messo da parte perché le grandi aziende tennistiche sono entrate direttamente nei circoli fornendo palline e sponsorizzando i campi, tagliando fuori i negozi e puntando sui maestri.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: SIUX (-) NOX (-) ROYAL PADEL (-) scarpe: NOX (-) ADIDAS (-) abbigliamento: ADIDAS (-) BULLPADEL (-) zaini/borse: SIUX (-) NOX (-) BULLPADEL (-)

9. HIROSTAR

10. Forse sarebbe meglio eliminare gli agenti e i rappresentanti, che ormai sembrano essere un anello della catena che non ha molto più senso. L’azienda dovrebbe rivolgersi direttamente al negozio, anche perché con il programmato non si può più lavorare. È impossibile fare previsioni a lungo termine e ordini molto grandi.

11. Voto 2024: 7

PADELHUB

Frosinone

Gianluca Trocchia, addetto alle vendite

BILANCIO DI FINE ANNO

1. C’è stato un incremento perché la gente ha imparato a conoscerci sempre di più anno dopo anno. Sull’e-commerce ci stiamo lavorando.

2. È un mercato troppo altalenante e influenzato dai prezzi che si riscontrano su Internet, anche dopo un solo mese dall'uscita delle pale. Molti distributori inoltre pretendevano acquisti di racchette che al pubblico non interessano più di tanto. Da quando siamo diventati indipendenti come Padelhub, possiamo lavorare senza vincoli particolari e senza la necessità di programmare ed essere forzati ad acquistare linee complete dalla pro alla lite.

TREND DI ACQUISTO

3. Fedeltà a un marchio già utilizzato, prezzo e/o promozioni, utilizzo da parte di un giocatore pro.

4. Facciamo dei post sponsorizzati su Instagram con offerte varie.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello avanzato.

COLLABORAZIONI

7. Abbiamo dei coach che ci aiutano nella vendita, dando le racchette in test ai propri allievi.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: NOX (+) ADIDAS (+) BULLPADEL (+) scarpe: HEAD (+) BULLPADEL (+) JOMA (+) abbigliamento: BULLPADEL (+) J’HAYBER (+) zaini/borse: ADIDAS (+) BULLPADEL (+)

9. LOK

10. Bisognerebbe cercare di dare più importanza ai negozi e non pensare solo a svendere online per svuotare i magazzini. A volte il nostro margine è zero.

11. Voto 2024: 8

ZETA SPORT

Castelnovo di Sotto (RE)

BILANCIO DI FINE ANNO

Paolo Bellini, titolare

1. Abbiamo riscontrato un aumento, anche per via dell’entusiasmo generato dall'apertura di un campo da padel. In questi primi mesi del 2025 c'è stata una stabilizzazione.

2. Molti vanno su Internet a comprare l'attrezzo, l’aumento repentino è stato molto positivo nel 2024 ma si è già placato.

TREND DI ACQUISTO

3. Notorietà del brand.

4. Nessuna in particolare. PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 80-149

6. Livello principiante. COLLABORAZIONI

7. Collaboriamo con il circolo del nostro paese.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: BABOLAT (+) JOMA (+) WILSON (+)

scarpe: JOMA (+) ASICS (+) MIZUNO (+) abbigliamento: NIKE (+) JOMA (+) ASICS (+) zaini/borse: NIKE (+) BABOLAT (+) HEAD (+)

9. JOMA

10. Non ho niente da segnalare in particolare.

11. Voto 2024: 6

PADEL NUESTRO SIRACUSA

Siracusa

Luca Scarfi, titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Abbiamo avuto un calo del 30%.

2. Ormai il mercato in Sicilia si è ben assestato, non ci sono stati particolari problemi.

TREND DI ACQUISTO

3. I pack aziendali.

4. La scontistica sui prodotti. PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 251-300

6. Livello avanzato

COLLABORAZIONI

7. Da due anni a questa parte non abbiamo praticamente nessun rapporto con circoli o maestri, perché ci siamo resi conto che non ci poteva essere un rapporto di fiducia.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: ADIDAS (+) SIUX (+) LOK (=) scarpe: ASICS (+) BABOLAT (+) ADIDAS (+) abbigliamento: SIUX (=) BULLPADEL (=) zaini/borse: BULLPADEL (+) NOX (+)

9. LOK

10. Realizzare più pack/cofanetti all inclusive in cui i clienti possono acquistare in una volta sola racchette, scarpe, borse eccetera. 11 Voto 2024: 6

MAICOL SPORT

Maicol Marchesini, titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Bene, abbiamo mantenuto una buona stabilità.

2. I margini si sono ridotti sicuramente. I prezzi di listino vengono rispettati poco da parte delle aziende, se non nelle prime settimane dal lancio di nuovi prodotti, poi si abbassano subito. In negozio, invece, si è venduta di più la fascia alta rispetto a quella economica.

TREND DI ACQUISTO

3. Test del prodotto.

4. Facciamo provare gratuitamente tutte le racchette. È impegnativo perché qualcuna a volte torna rotta, ma le persone si dimostrano piuttosto serie in ogni caso.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello avanzato

COLLABORAZIONI

7. Sponsorizziamo una dozzina di circoli, abbiamo dei contratti con i maestri per fornitura di palline e consegna di materiale. C'è molta interazione.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: HEAD (=) WILSON (=) BABOLAT (=) scarpe: ASICS (=) ADIDAS (=) MIZUNO (=) abbigliamento: UNDER ARMOUR (=) ADIDAS (=) EA7 (=) zaini/borse: BULLPADEL (=) NOX (=) WILSON (=)

9. Nessuno in particolare.

10. Chiederemmo un po' più di serietà alle aziende, sulla scia di quello che fanno già alcuni brand nel modo in cui gestiscono e tracciano i propri prodotti anche sugli e-commerce. Ci sono aziende, al contrario, che sono completamente disinteressate.

11. Voto 2024: 8

APEX

Luca Marongiu, responsabile padel

BILANCIO DI FINE ANNO

1. È calata la vendita delle pale, mentre accessori e scarpe sono rimasti stabili. Abbiamo un e-commerce ma incide poco.

2. Abbiamo ampliato la clientela dopo aver inserito il running, e a sostenerci negli affari oltre al padel c’è stato anche il tennis. Avevamo tante pale in negozio ma le difficoltà sono state innegabili, ora abbiamo ridotto l’assortimento.

TREND DI ACQUISTO

3. Consigli del negoziante, passaparola.

4. Abbiamo puntato su una fidelizzazione attraverso le collaborazioni con i circoli, che portano giocatori in negozio.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 251-300

6. Livello avanzato.

COLLABORAZIONI

7. Lavoriamo bene con i circoli più importanti di Sassari, ora abbiamo chiuso un contratto attraverso Macron che ci ha aiutato a fidelizzare con molti giocatori.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: ADIDAS (=) NOX (+) WILSON (+) scarpe: MIZUNO (+) ADIDAS (=) JOMA (=)

abbigliamento: MACRON (+) MIZUNO (=) ADIDAS (=) zaini/borse: NOX (=) ADIDAS (=) MACRON (=)

9. Nessuno in particolare.

10. Ai clienti dico di non focalizzarsi solo su un marchio, ma valutare più opzioni al momento dell’acquisto. E di non sottovalutare la scarpa, che è anche più importante della racchetta.

11. Voto 2024: 7

SEREVA SPORT

Ciriè (TO)

Serena Malerba, titolare

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Il 2024 è andato molto male, c’è stato un calo netto.

2. Le vendite online, i prezzi fatti crollare dai grossi distributori e gli affari che si fanno direttamente vendite nei circoli e tra i maestri.

TREND DI ACQUISTO

3. Prezzo e/o promozioni.

4. Con le aziende no, abbiamo fatto degli sconti ma abbiamo riscosso poco interesse. Il piccolo negozio non può competere con l'e-commerce.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 80-149

6. Livello intermedio.

COLLABORAZIONI

7. Abbiamo delle collaborazioni, ma con poco riscontro generale.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8 racchette: BABOLAT (-) ADIDAS (-) HEAD (-) scarpe: BABOLAT (-) MIZUNO (-) ADIDAS (-) abbigliamento: ADIDAS (-) MIZUNO (-) UNDER ARMOUR (-) zaini/borse: BABOLAT (-) ADIDAS (-) HEAD (-)

9. Nessuno in particolare.

10. Bisognerebbe ripulire il mercato, c'è stata una distribuzione selvaggia e di massa di troppi prodotti. Che ha avuto come conseguenza una guerra dei prezzi senza senso. Le aziende dovrebbero tutelare di più le piccole realtà.

11. Voto 2024: 5

IL PODIO SPORT

Cuneo

Giancarlo Sparla, responsabile settore racchette

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Non è andata così bene come pensavamo. Non abbiamo un e-commerce.

2. Al di là del fatto che pensavamo di vendere di più, la vera problematica è la marginalità. Ormai è talmente bassa che diventa difficile restare sul mercato. Poi non siamo neanche in una grande città come Roma o Milano, il che complica ulteriormente le cose. L’aspetto positivo è che i nostri clienti abituali, una volta che hanno imparato a conoscerci, ci frequentano fuori dalla mera vendita ed entrano in negozio anche solo per delle piccole sostituzioni o una chiacchierata. È la prova del fatto che ci riconoscono come figure di riferimento.

TREND DI ACQUISTO

3. Consigli del negoziante, test del prodotto.

4. Di solito organizziamo delle giornate di prova racchette in collaborazione con i circoli e le aziende dei prodotti sponsorizzati. Sono delle iniziative che riescono a dare qualche input al cliente. Ogni tanto organizziamo dei test day anche in negozio, con più pale e non solo monomarca, cosa che magari li rende meno “affascinanti” in termini di organizzazione ma anche più utili. Cerchiamo però di farne pochi: visto che il mondo del padel è molto legato all’online, più i clienti provano il prodotto senza avere l’obbligo d’acquisto, più mettono il negoziante in difficoltà una volta che hanno individuato cosa gli serve, perché poi lo reperiscono su Internet. Dal canto nostro cerchiamo ovviamente di incentivare le persone a comprare nello store: noi abbiamo delle tessere che richiedono una quota di attivazione; durante le giornate test, se il cliente decide di acquistare una pala, questa quota gli viene restituita.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 251-300

6. Livello intermedio.

COLLABORAZIONI

7. Sì, organizziamo giornate test e forniamo materiale ai circoli e ai maestri. I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: BABOLAT (+) NOX (=) ADIDAS (+) HEAD (-) scarpe: ASICS (+) ADIDAS (+) BABOLAT (+) abbigliamento: HEAD (=) BABOLAT (=) AUSTRALIAN (=) zaini/borse: BABOLAT (+) NOX (=) ADIDAS (+) HEAD (-)

9. BABOLAT

10. Il nostro problema sono le marginalità: o le aziende fanno in modo di garantircene di più, oppure devono cercare di calmierare i prezzi che si trovano fuori dalle vendite dei negozi. Ma è impossibile, è un discorso che proviene dai tempi del tennis. Questa mancanza ci costringe ad avere poca merce in magazzino, rendendo le vendite ancora più complicate.

11. Voto 2024: 6

PADELAB

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Le vendite sono andate un po' a calare perché si è alzata la competizione con l’apertura di nuovi negozi fisici e il mercato online, ma tutto sommato l’anno è andato bene. Grazie a una maggiore pubblicità abbiamo aumentato anche le vendite dell’e-commerce in altre zone d’Italia, come il Nord, e fuori dai confini. Per quanto penso che bisognerebbe investire di più sull’online, il nostro fulcro restano le vendite in negozio. Il punto vendita è un riferimento soprattutto per i clienti della fascia 40-45 anni e oltre, che non sanno gestire bene gli acquisti su Internet e prediligono uno store fisico. Noto inoltre che si sta abbassando l’età media dei giocatori, anche se non ancora abbastanza: credo che ci sia un gap generazionale tra chi ha dai 20 ai 30 anni, età in cui ci sono soprattutto poche ragazze, a cui più difficilmente viene insegnata la cultura dello sport sin da piccole.

2. Se inizialmente si riuscivano a vendere delle pale a prezzi più elevati, ora si cerca il rapporto qualità/prezzo più basso, che permette di non dover spendere 400 euro ogni volta che si cambia una racchetta, restando invece sui 200-250 euro. In positivo ho notato un aumento nella vendita di abbigliamento, grazie anche all’introduzione di marchi spagnoli e alla crescita della clientela femminile, probabilmente data dalla presenza di una ragazza in negozio: se prima per l’80% i clienti erano uomini, ora si attestano intorno al 60%.

TREND DI ACQUISTO

3. Consigli del negoziante, passaparola.

4. Organizziamo giornate dedicate ai test delle pale e collaboriamo con dei circoli.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello intermedio.

COLLABORAZIONI

7. Noi siamo un centro Head e organizziamo degli eventi di presentazione pale in determinati circoli in cui abbiamo l’esclusiva, generando pubblicità per entrambi.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: HEAD (+) BABOLAT (=) ADIDAS (=) scarpe: BABOLAT (+) ADIDAS (+) JOMA (=) abbigliamento: HEAD (+) BULLPADEL (+) ENDLESS (+) zaini/borse: BABOLAT (=) BULLPADEL (=) ADIDAS (=)

9. HEAD e BULLPADEL

10. Ciò che credo manchi di più al momento è il servizio all’interno del circolo, perché negozio e centro alla fine hanno una relazione di dare e avere e scambio reciproco. Inoltre, sarebbe ottimo se le aziende, al momento del lancio di nuove pale, facessero affidamento a store specifici affiliati a dei club per portare i giocatori anche nei punti vendita.

11. Voto 2024: 8

12. Proporrei una campagna per portare tutti i ragazzi e le ragazze tra i 20 e i 30 anni a giocare a padel: è divertente, si conosce gente e si fa aperitivo dopo. È società, convivialità, conoscere persone nuove. Questo sport fa entrare in un mondo meraviglioso e soprattutto dà l’occasione di staccarsi dal telefono e dalla televisione.

SPORTLAND

Stezzano (BG)

Roberto Cacopardo, store manager

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Rispetto al 2023 l’andamento delle vendite è stato migliore con un leggero incremento. In questa prima metà del 2025, invece, abbiamo registrato un calo. 2. Almeno nella nostra zona il fenomeno padel è un po' diminuito rispetto a due anni fa. La nostra proposta è rimasta invariata, così come il numero dei marchi. Vedo però un assestamento nell’evoluzione di questo sport.

TREND DI ACQUISTO

3. Prezzo e/o promozioni.

4. Ci siamo mossi in autonomia, negli ultimi tempi per le pale abbiamo fatto delle promozioni anche del 30-40% in modo da accodarci ai prezzi dell'online, dove comunque si trovano sempre proposte più vantaggiose per gli utenti finali.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello intermedio.

COLLABORAZIONI

7. Non abbiamo collaborazioni.

I MARCHI PIÙ VENDUTI NEL 2024

8. racchette: BABOLAT (+) WILSON (+) JOMA (+) scarpe: ASICS (=) JOMA (=) NIKE (=) abbigliamento: JOMA (=) NIKE (=) EA7 (=) zaini/borse: WILSON (=) BABOLAT (=)

9. Nessuno in particolare.

10. Le aziende dovrebbero investire di più in marketing per cercare di far parlare di padel in modo maggiore, visto che il fenomeno si è affievolito.

11. Voto 2024: 7,5

Le domande

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Come è stato complessivamente il 2024 e come sono andate le vendite del negozio rispetto al 2023? Quanto incidono in percentuale sulle vendite il negozio fisico e quanto l’e-commerce?

2. Quali sono state le principali problematiche e gli aspetti positivi?

TREND DI ACQUISTO

3. Quali sono i fattori che influenzano maggiormente i consumatori al momento dell’acquisto?

4. Ci sono state promozioni o iniziative, realizzate con le aziende o in autonomia, che hanno stimolato di più l’interesse delle persone?

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. Qual è la fascia di prezzo delle racchette più richieste?

6. Quale categoria di racchette viene privilegiata da chi acquista?

COLLABORAZIONI

7. Che tipo di collaborazione hai con i centri padel e i maestri della tua zona?

I MARCHI PIÙ VENDUTI NEL 2024

8. Quali sono, in ordine, i vostri 3 top brand di racchette?

Quali sono, in ordine, i vostri 3 top brand di scarpe?

Quali sono, in ordine, i vostri 3 top brand di abbigliamento?

Quali sono, in ordine, i vostri 3 top brand di borse/zaini?

(accanto a ciascuno indicare se "in crescita", "stabile" o "in calo")

9. Qual è stato per voi il marchio rivelazione del 2024?

10. Che cosa consigliereste di fare alle aziende in questa situazione di mercato?

11. Voto complessivo a questo 2024 da 1 a 10?

12. Eventuali considerazioni finali e un vostro messaggio ai fornitori e colleghi.

GRAN SLAM

Genova

Riccardo Mauri, proprietario

BILANCIO DI FINE ANNO

1. Il 2024 è andato molto male, abbiamo venduto decisamente meno per quanto riguarda il padel. Non abbiamo un e-commerce.

2. L’aspetto negativo principale è Internet: si trovano mille prodotti a cifre bassissime e sinceramente discutibili, ed è ovvio che poi il cliente si lascia abbagliare da queste soluzioni. Inoltre, incide molto il fatto che a Genova non c’è più tanta gente che gioca a padel, il numero di appassionati è calato negli ultimi due anni. Collaboriamo anche molto meno con diversi marchi, un po’ perché non danno assistenza, un po’ perché non sono più richiesti: adesso la gente cerca sempre di più i tre modelli che vede in televisione. Di positivo invece non c’è stato niente.

TREND DI ACQUISTO

3. Utilizzo da parte di un giocatore pro.

4. Organizziamo dei momenti di test racchette in collaborazione con le strutture che ci sono a Genova. Si può dire che abbiano stimolato i consumatori, ma in qualsiasi caso le vendite non sono state un granché.

PREFERENZE SULLE RACCHETTE

5. 150-249

6. Livello avanzato.

COLLABORAZIONI

7. Sì, abbiamo delle collaborazioni. In realtà otto campi su 30 che si trovano a Genova sono i nostri, quindi possiamo dire di avere abbastanza copertura.

I MARCHI PIÙ VENDUTI DEL 2024

8. racchette: HEAD (-) BABOLAT (-) WILSON (-) scarpe: BABOLAT (-) ASICS (-) WILSON (-) abbigliamento: HEAD (-) LOTTO (-) BABOLAT (-) zaini/borse: HEAD (-) BABOLAT (-) WILSON (-)

9. Nessuno in particolare.

10. Avere dei prodotti più vasti e cercare di incentivare le vendite. Anche se mi rendo conto che è difficile, perché alla fine i clienti anche se entrano nel punto vendita finalizzano l’acquisto online. È un problema che non credo sia limitato al padel, ma a tutto il commercio al dettaglio.

11. Voto 2024: 4

PARTECIPA ANCHE TU A “LA CARICA DEI 101”

Sei un negoziante che gestisce un’attività legata al mondo padel?

Padelbiz e il gruppo editoriale MagNet ti danno la possibilità di dire la tua! Inauguriamo anche su questa rivista uno dei nostri format editoriali più letti e apprezzati: “La Carica dei 101”. Per rispondere alla nostra inchiesta, inquadra il QR Code qui a fianco o richiedi un appuntamento telefonico al seguente indirizzo mail: redazione@padelbiz.it

UN PICCOLO GESTO, UNA GRANDE

DIFFERENZA

In Italia, oltre 10 milioni di palline da tennis e padel hanno lo stesso destino: la discarica. Il gruppo GPADEL prova a cambiare marcia con il progetto Play Green di Daniele Pansardi

Quanto prestiamo davvero attenzione al numero di palline che si utilizzano e si buttano via ogni giorno, ogni settimana, ogni mese? Se provassimo a dare dei numeri, probabilmente sarebbero sempre al ribasso. Basti pensare che in Italia, ogni anno, si gettano oltre 10 milioni di palline da tennis e padel, con un impatto ambientale significativo: circa 10.000 tonnellate di gomma, feltro e plastica finiscono in discarica.

È stata una di queste palline, destinate a fare la stessa inesorabile fine, a far riflettere Armando Calvetti, fondatore di GPADEL, e a far nascere un’iniziativa che nel suo piccolo prova a mettere un freno a questo spreco. Parliamo di GPADEL Play Green, un progetto solido e concreto del gruppo italiano che vuole riciclare e riutilizzare le palline esauste.

GPADEL, che conta 10 club di alto livello in tutto il Piemonte, ha coinvolto al proprio fianco come partner Reballtex, specializzata in recupero e trasformazione delle palline, e Turin Carta, che si occupa di e riciclo dei materiali di scarto. Una filiera che consentirà di riusare queste palline e convertirle in elementi utili per altri settori, come pavimentazioni sportive, superfici antiurto e isolanti acustici. Il fulcro dell’iniziativa è rappresentato dal raccoglitore Play Green, un contenitore dedicato installato nei club GPADEL che permette di ritirare le palline esauste in modo differenziato. A quel punto le palline sono selezionate, suddivise nei loro componenti principali e avviate al riciclo, evitando che finiscano nei rifiuti indifferenziati.

“Crediamo fortemente che lo sport debba essere promotore di valori positivi”, ha dichiarato Armando Calvetti, fondatore di GPADEL. “Con GPADEL Play Green vogliamo dimostrare che anche un piccolo gesto, come il riciclo di una pallina, può fare una grande differenza”. L’iniziativa è attiva da maggio 2025 in tutti i

centri GPADEL e sarà progressivamente estesa anche ai circoli di tennis e padel esterni che vorranno aderire a questa rete di economia circolare. A corollario dell’iniziativa, GPADEL ha anche deciso di donare all’Istituto dei Sordi di Torino delle palline che possono ridurre il rumore derivato dallo spostamento di banchi e cattedre, che causano malfunzionamenti e fastidi degli apparecchi acustici di persone audiolese.

LINEA TEMPORALE RICICLO PALLINE

1. Utilizzo

Le palline da tennis o padel arrivano inevitabilmente a fine vita dopo un certo numero di partite o allenamenti. A quel punto, devono essere smaltite o riciclate.

2. Raccolta

Grazie a GPADEL Play Green le palline vengono raccolte in appositi contenitori per evitare che finiscano nell’indifferenziato e quindi in discarica.

3. Recupero

Le palline vengono trasferite in impianti specializzati per essere sottoposte a particolari trattamenti, prima di essere avviate al processo di riciclo.

4. Riciclo

Le palline vengono scomposte nei materiali costitutivi, gomma e feltro, per essere destinate a vari settori industriali.

5. Nuova vita

La gomma viene impiegata per realizzare superfici sportive, pavimentazioni antiurto o materiali per l’edilizia, mentre il feltro come materiale isolante acustico.

Il fondatore di GPADEL Armando Calvetti con il raccoglitore Play Green
Alla conferenza stampa di presentazione, tenutasi al GPADEL di via Cesana 17 a Torino, sono intervenuti l’assessora alla Transizione Ecologica della Città di Torino, Chiara Foglietta; il consigliere regionale Daniele Valle; Antonio Caprì (consigliere della Circoscrizione 3); la presidente del comitato regionale FITP, Manuela Savini; Marco Luino e Elisa Vercelli, amministratori di Reballtex; Paola e Riccardo Vetere per Turin Carta

IN CAMPO COME IL REY

All'apparenza, la Coello Pro potrebbe sembrare una pala poco tollerante. In realtà, anche il giocatore non professionista, purché in forma e ben allenato, godrà di sufficienti comfort e maneggevolezza, oltre a un'eccezionale velocità nell'uscita di palla

Creare un’intera linea di racchette che porta il nome di uno specifico ambassador è qualcosa di unico nel mondo del padel finora. Per questo, la scelta di Head di lanciare una gamma Coello è stato un evento eccezionale e straordinario, che testimonia l’importanza della partnership tra due colossi dello sport in questo momento ed è un riconoscimento per i risultati raggiunti da Arturito in questi anni. La linea Head Coello si aggiunge dunque a quelle già esistenti (Radical, Speed, Gravity, Extreme) e si compone di cinque pale: Coello Pro, Coello Motion, Coello Team, Coello Vibe e Coello Junior. La versione Pro, utilizzata dal Rey in campo, è caratterizzata da un design elegante e raffinato, con la firma di Coello in basso a destra e una corona disegnata sul telaio.

Le caratteristiche tecniche esaltano il gioco aggressivo e potente di Coello: parliamo di un diamante con nucleo Power Foam e bilanciamento alto, ma non per questo (come abbiamo scoperto nella prova in campo) poco tollerante per chi ha le qualità per gestire un attrezzo così esigente. Il repertorio tecnologico di Head è quello ben noto e consolidato, dall’Auxetic 2.0 all'interno della racchetta, nel ponte e nel manico per migliore feeling sulla pallina, al grafene per rinforzare il telaio e garantire maggiore stabilità negli impatti e nel trasferimento di energia. Ecco cosa ne pensiamo dopo averla testata dal vivo.

COELLO PRO

Forma: diamante

Nucleo: Power Foam

Piatto: Carbon Hybrid Peso: 375 g

Bilanciamento: 27,2 cm

Questa volta la fama del testimonial è stato il lievito che ha fatto montare fuori scala l’attesa e le aspettative per la prova in campo di un attrezzo che di suo ha bisogno di poche presentazioni: è bastato annunciare di avere a disposizione la nuova “arma” di Coello, nella sua versione Pro, per vedere radunarsi intorno al borsone tutti i partecipanti alla partita, curiosi e impazienti anche solo di poterla ammirare.

E in effetti la pala miete consensi già al primo sguardo, con la sua schiuma rossa che si intravede tra i fori del piatto a donare profondità e un pizzico di prepotenza al connubio di nero lucido e satinato che di per sé risulta più elegante che aggressivo. La firma a rilievo di Arturito, insieme alla corona che arricchisce la grafica in diversi punti del telaio, forse non faranno smashare come il numero uno al mondo, ma di certo aiutano a credere che – almeno per una volta – anche tu possa essere il king della partita. Alla prova pratica (ovviamente giocando a sinistra), la racchetta non solo mantiene le promesse, ma stupisce positivamente per come Head abbia saputo evolvere (tradotto: migliorare) il modello Extreme.

Se infatti la Pro 2025 conferma la potenza quale proprio tratto immediatamente distintivo, l’attrezzo è diventato maggiormente gestibile e restituisce un impatto più docile e permissivo rispetto al predecessore (il modello verde, per intendersi). Grande merito va probabilmente attribuito alla composizione mista del piatto, che grazie all’unione della fibra di vetro al carbonio è diventato più malleabile – un tatto “meno secco”

lo abbiamo definito post match – senza però scadere mai in quella sensazione di percepire una palla che affonda troppo all'impatto (e non a tutti i giocatori piace).

A essere sinceri, ciò che ha maggiormente impressionato è la velocità di uscita di palla, ovviamente nei colpi dall’alto – volée e vibora in particolare – ma anche nelle giocate dal vetro: se infatti il “peso” di un colpo è fattore che maggiormente dipende dal braccio del giocatore, la nuova conformazione della pala consente (a tutti!) uno swing rapidissimo, che si traduce in traiettorie anticipate e di difficile lettura per l’avversario.

Il nostro esemplare in prova pesa 375 grammi e rispecchia fedelmente le specifiche costruttive, con bilanciamento alto (di poco superiore ai 27 cm). È logico che massa e corposità della struttura non ne facciano un attrezzo “riposante” (per carichi più facilmente gestibili, ma con pari efficacia d’attacco, rivolgersi alla sorella Motion), ma comfort e maneggevolezza della pala sono più che adeguati per la sua tipologia, a patto di essere mediamente in forma e allenati (e di non lasciar penzolare troppo spesso la racchetta, come spesso ci viene rimproverato!).

La difesa certamente richiede attenzione e una gamba sempre in movimento, ma il bloqueo è solidissimo e ci siamo stupiti per la facilità di gestione del globo quando ben impattato (tanto da percepire un punto dulce sorprendentemente ampio per questa categoria di racchette). In conclusione: è amore a prima vista… anzi al primo colpo!

IL TEST
di Andrea Farano

UNA PAREJA DA PRIMI DELLA CLASSE

Babolat e Playtomic hanno deciso di unire le forze per una collaborazione globale. L’obiettivo? Far crescere lo sport coinvolgendo sempre di più la community

Da una parte, uno dei leader mondiali nella produzione di attrezzatura per sport di racchetta. Dall’altra, la più grande community di giocatori e club di tennis e padel. Basterebbe questo per rendere l’idea dell’importanza e del peso della partnership annunciata da Babolat e Playtomic, due degli attori di maggiore spicco in questo settore. Una collaborazione strategica globale, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo del padel a livello internazionale. Cosa offrirà nel concreto questa unione di intenti? Babolat sarà partner tecnico ufficiale per l’attrezzatura sportiva e mette a sistema la competenza e l’eccellenza del brand nei confronti di una piattaforma in continua evoluzione che ha raggiunto il traguardo di 1 milione di utenti attivi ogni mese. Tutto per connettere, come mai prima d’ora, giocatori e club degli sport di racchetta.

La community del padel, insomma, potrà beneficiare di contenuti pensati ad hoc per coinvolgerli in maniera sempre più diretta. Attivazioni esclusive, contenuti digitali gamificati ed esperienze immersive con entrambi i brand, che vogliono mettere al centro i protagonisti di questo mondo. "Babolat ha sempre supportato la crescita e l’accessibilità degli sport di racchetta", ha dichiarato Jose-Luis Sainz, responsabile della divisione padel di Babolat. "Collaborare con Playtomic rappresenta per noi una partnership ideale che unisce tradizione, innovazione e comunità per costruire insieme il futuro del padel". Gli ha fatto eco Antonio Robert, direttore generale di Playtomic. "Con 150 anni di storia alle spalle, Babolat vanta un’eredità fatta di eccellenza e competenza e una visione a lungo termine nel mondo degli sport di racchetta. Combinando la loro expertise sui prodotti con la nostra community globale e il nostro impegno per l’innovazione digitale, stiamo ridefinendo il modo in cui i brand interagiscono con club e giocatori, costruendo al contempo un ecosistema fatto di tradizione, performance e ambizione internazionale".

DENTRO E FUORI DAL CAMPO

Ma sempre con stile: la collezione SS 25 di Padel Mi Amor è tecnica, comoda e assicura la più ampia libertà di movimento. Una linea che spicca per il suo look inconfondibile e per una qualità dei tessuti di alto livello

Nel corso degli ultimi numeri di Padelbiz, abbiamo imparato a conoscere abbastanza bene il marchio di abbigliamento milanese Padel Mi Amor da sapere che tra le sue caratteristiche principali spiccano la qualità dei tessuti, riconosciuta da chiunque abbia l’occasione di metterci mano, e uno stile

DUBAI

T-shirt tecnica da uomo ideale per affrontare ogni match con grinta e comfort. Il tessuto leggero e traspirante con tecnologia dry fit assicura massima freschezza e libertà di movimento anche durante le partite più intense. Il taglio girocollo e le maniche corte offrono una vestibilità pratica e dinamica, mentre la stampa esclusiva sul colore nero conferisce un look deciso e contemporaneo. Perfetta per chi vuole unire prestazioni elevate e stile inconfondibile dentro e fuori dalle quattro pareti.

MILAN

Il pantaloncino perfetto per chi cerca comfort, stile e prestazioni sul campo da padel. Realizzato in interlock a rapida asciugatura, assicura freschezza e libertà di movimento durante ogni match. Il punto vita a contrasto colore con coulisse regolabile garantisce una vestibilità personalizzata e sicura, mentre i dettagli stampati aggiungono un tocco distintivo al design. Completano il capo le pratiche tasche laterali, ideali per avere sempre l’essenziale a portata di mano. Con i pantaloncini Milan il gioco avrà tutto un altro ritmo.

ALICANTE

Una felpa che unisce stile grintoso e funzionalità per accompagnare il giocatore in ogni momento della giornata. Caratterizzata da un’accattivante combinazione di colori nero, bianco e lime, presenta un design con cappuccio regolabile tramite coulisse, apertura full zip e tasche laterali pratiche e capienti. I dettagli con applicazione logata sui tagli frontali e sul retro donano un look distintivo e dinamico, perfetto per chi ama indossare capi tecnici senza rinunciare all’identità del brand.

inconfondibile che funziona bene sia dentro che fuori dal campo. La collezione SS 25 non è da meno: tra le varie proposte non mancano mai colori e stampe vivaci, da usare in avvicinamento o post-partita, ma anche capi tecnici, comodi e a elevata libertà di movimento.

BUENOS AIRES

Canotta pensata per offrire massima libertà di movimento, traspirabilità e stile durante ogni match. Realizzata in tessuto tecnico a rapida asciugatura, garantisce freschezza e comfort anche nelle giornate più calde. Il modello aderente con taglio short valorizza la silhouette, mentre il design girocollo è arricchito da stampa esclusiva e profili in contrasto che aggiungono un tocco vivace e moderno. Il colore turchese dona energia al look sportivo, rendendo questa canotta la scelta ideale per chi vive il padel con grinta e femminilità.

GRANADA

Una gonna che unisce eleganza e funzionalità per accompagnare le giocatrici con stile in ogni match. Il design a portafoglio dona un tocco femminile e dinamico, mentre lo short integrato con pratico taschino laterale garantisce comfort e libertà di movimento. Realizzata in tessuto tecnico elasticizzato e perforante a rapida asciugatura, assicura traspirabilità e prestazioni elevate anche nei momenti più intensi. Il colore bianco esalta la linea pulita e sportiva del capo, rendendolo perfetto per completare un look grintoso e raffinato.

MARBELLA

Questa felpa è il capo per chi ama uno stile sportivo e di tendenza. Realizzata in morbido French Terry, presenta una stampa multicolor dal design esclusivo che dona un tocco vivace e originale al look. Il modello cropped con vestibilità over e incrocio di fasce sul fronte unisce comfort e stile contemporaneo, mentre il cappuccio con coulisse a contrasto aggiunge un dettaglio grintoso. Una felpa iconica pensata per chi vuole vivere il padel con personalità e colore.

padelmiamor.com

UOMO DONNA
Alicante
Marbella
Dubai
Milan
Granada
Buenos Aires

SEMPRE PIÙ SPORT

Il padel si sta spostando da una mera dimensione imprenditoriale per affermarsi come una disciplina che attrae anche i giovani, grazie alla sua componente aggregante. Ne abbiamo parlato con Marco Adamoli, fiduciario FITP Lombardia e maestro nazionale

Non sarà ancora ai livelli del calcio e del basket, ma il padel in Italia sta assumendo una dimensione più sportiva e meno orientata al solo fare impresa. Con il giocatore di nuovo al centro, e sempre più esigente, anche il livello degli allenatori si sta alzando, così come il contributo della Federazione per abbassare l’età media dei praticanti. Questo e altro è emerso dalla chiacchierata con Marco Adamoli, maestro nazionale, fiduciario FITP Lombardia e responsabile settore tecnico U18/U16 regionale, nonché ambassador Padel Mi Amor.

L'intervista

Marco Adamoli

MAESTRO NAZIONALE

Ci racconti un po’ chi sei e come hai iniziato? Sono il direttore tecnico del Beach Stadium Padel Club a Bagnolo San Vito, in provincia di Mantova. La mia prima partita a padel risale a circa 10 anni fa, dopo delle esperienze nel calcio e nel beach tennis, ma poco dopo ho subito intrapreso il percorso per diventare insegnante: prima a livello federale e poi dal 2022 sono anche maestro nazionale. Inoltre, seguo alcuni giocatori di prima fascia come Leonardo Bulgarini ed Elsa Terranova per avvicinarli sempre più al Premier Padel. Nel 2023 inoltre ho assunto la carica di Fiduciario FITP per la regione Lombardia. Sono anche responsabile del settore tecnico Lombardia U16 e U18, ovvero gestisco tutta la parte di selezione di questi ragazzi che eventualmente possono diventare un interesse per la nazionale. Infine, alleno amatori di fascia medio-alta che non praticano il padel a livello professionale, ma giocano due o tre volte a settimana per accedere ai tornei FITP.

campo diventa una componente fondamentale tanto quanto quello che c’è dentro. Fatta eccezione per il livello fortemente competitivo, dove il fine prestativo diventa la predominante, ma anche in questo caso i giocatori sono amici e fanno gruppo. Cambiano le proporzioni a seconda del grado di gioco, ma non sparisce l’importanza dell’aggregazione.

"La parte aggregante rimarrà sempre il punto di forza di questo sport, a tutti i livelli"

Quali pensi che siano le prospettive future per il padel italiano? Cosa ci manca per essere al livello degli spagnoli?

Dopo questi anni di boom e poi di stabilizzamento del mercato, che evoluzioni hai notato nei praticanti padel?

In Italia il livello tecnico si è alzato esponenzialmente e l’età media delle competizioni agonistiche si è abbassata. Non significa però che la parte più ludica e amatoriale sia venuta meno. Il mercato si è stabilizzato rispetto al post-Covid, quando c’era una richiesta di campi molto elevata. Inizialmente questo ha portato a una crescita dei padel club, intesi più come un’attività imprenditoriale che sportiva. Oggi, invece, con questo “appiattimento” del settore, il padel ha assunto una dimensione più legata allo sport e meno all’imprenditorialità. Ciò significa che anche l’utente medio inizia a intenderlo come una disciplina, e con essa cerca anche delle competizioni per il suo livello. Sul piano didattico, quindi, bisogna essere capaci di insegnare ai giocatori di vincere nel proprio torneo di riferimento.

Quindi è cambiato anche il livello dei coach?

Rispetto a qualche anno fa sono emerse figure di rilievo dal punto di vista dell’insegnamento e dell’allenamento. Le competenze del maestro ovviamente crescono insieme al livello dell’agonista o del professionista che sta seguendo. Ne deriva che anche il grado di improvvisazione sta diminuendo, ma ciò non significa che un maestro di tennis prestato al padel non possa contribuire alla causa. Inoltre, ci sono più coach ai tornei, anche Under, e c’è più ricerca da parte del giocatore (anche amatoriale) di un certo tipo di insegnamento, perché le conoscenze dell’utente sono aumentate.

La parte aggregante del gioco non rischia di far perdere di vista l’obiettivo più agonistico?

La parte aggregante rimarrà sempre il punto di forza di questo sport, a tutti i livelli. È un vantaggio rispetto al tennis, che è più individualista. Nel padel ci si allena sempre in quattro, con un pre e post partita. Ciò che si trova fuori dal

Guardando indietro abbiamo fatto dei passi da gigante, mentre guardando avanti si vede che l’obiettivo è lontano, ma non più così tanto. Penso che entro il prossimo decennio, e sono stime caute, riusciremo ad avere qualcuno ad altissimo livello nel circuito internazionale maggiore. La Federazione sta facendo un lavoro pazzesco nel replicare il modello di riferimento utilizzato nel tennis dal 2000 in poi. Adesso stanno adottando questa strategia anche nel padel, accelerando i tempi di diffusione con nuove metodologie di allenamento, corsi di formazione per coach e selezionatori, e contributi ai giocatori per attività nazionali e internazionali.

Come attrarre invece nuovi ragazzi?

È vero che l’età media si è abbassata, ma non ancora abbastanza. Se lo paragono al tennis, mi piacerebbe immaginare scuole di padel pre-agonistiche composte da 100-150 ragazzi. Parliamo di uno sport ancora giovane, che oggi fa fatica a essere la prima scelta dei ragazzi come il calcio o il basket. La Federazione sta spingendo molto a livello mediatico e di iniziative con una serie di progetti come Racchette in Classe, ma anche in questo caso ci vorrà del tempo. Secondo me, ci manca l’esperienza che si fa sul campo, che non può prescindere dal resto. Ci vorrà ancora un po’ per far sì che il padel sia ben radicato anche in Italia, ma i numeri sono esponenziali e, con la qualità che sta aumentando, arriveranno anche i risultati.

Com'è nata la collaborazione con Padel Mi Amor?

Durante un viaggio a Madrid ho avuto l’occasione di conoscere bene Teo Zapata, parlando col quale ho potuto toccare con mano la qualità del materiale Padel Mi Amor. In seguito, un amico allenatore che conosce bene Paolo Fina, il fondatore, ci ha messo in contatto, e siamo entrati subito in sintonia. Il marchio mi supporta dal punto di vista tecnico con abbigliamento di qualità, ma dall’altra parte entrambi vogliamo che questa collaborazione sia più ampia e non si fermi solo alla fornitura tecnica. Abbiamo un accordo dove possiamo crescere insieme, portando la mia figura ai piani più alti come il Premier Padel in modo da dare ulteriore visibilità al brand. Sono molto contento perché mi piace dialogare con una persona che capisce le mie esigenze.

Marco Adamoli, fiduciario FITP Lombardia e maestro nazionale
Da sinistra, Leonardo Bulgarini e Marco Adamoli
Da sinistra, Elsa Terranova, Marco e Camilla Livioni

UN CENTRO DOVE RITROVARSI

Padelhub Frosinone non si è fermato alla sua prima vita come affiliato Time2Padel. Anzi, ha deciso di diventare indipendente per riaffermare la sua identità e funzionare come fulcro della sua community di “hubbers” di Benedetta Bruni

Pur con tutti gli stravolgimenti di mercato del caso, quando si sceglie di investire sul giocatore raramente si sbaglia. Che sia la diffusione della cultura dello sport a fasce d’età diverse, oppure ricreare uno spazio di incontro e divertimento tra persone con una passione comune. Padelhub Frosinone l’ha capito e ne ha fatto il suo punto di forza. Partito come negozio Time2Padel, da poco lo store è diventato indipendente per poter lavorare con più libertà, e nel prossimo futuro aspira alla creazione di un’accademia che possa scommettere

L'intervista

Gianluca Trocchia

ADDETTO ALLE VENDITE

Quando è nato il negozio e su quali premesse?

Mio cognato Simone ha vissuto per sette anni a Ibiza prima degli anni del Covid, quando il padel in Italia non era ancora conosciuto. Quando è dovuto tornare mi ha proposto di aprire un negozio dedicato, visto che in Spagna questo sport era molto in voga. Durante la sua permanenza nell’isola ha preso i contatti con alcuni circoli tra cui i Padel Nuestro, che inizialmente non avevano negozi di proprietà ma solo una branca, ovvero Time2Padel, e abbiamo aperto sotto questa insegna

Quando avete deciso di diventare indipendenti?

Nel corso degli anni, con il negozio già avviato e frequentando le fiere di settore, ci siamo avvicinati a tutti gli altri distributori oltre a Padel Nuestro, con i quali abbiamo poi stretto degli accordi di fornitura permettendoci di diventare indipendenti da Time2Padel con il nome Padelhub Frosinone. Ora abbiamo la possibilità di non dover acquistare per forza da un unico distributore, al quale tra l’altro dovevamo assicurare un fatturato minimo mensile obbligatorio, ma possiamo reperire quello che ci interessa dalle altre aziende con cui siamo in relazione. Non abbiamo nessun vincolo e da questo punto di vista ci troviamo meglio, senza obblighi e senza sottostare a regole non nostre.

Qual è la situazione del padel nella zona di Frosinone? Che cambiamenti ci sono stati a livello di campi e giocatori?

I campi in zona sono tanti, forse anche troppi: sono nati diversi circoli ma i giocatori bene o male sono sempre i soliti, con poche novità tra gli entry level. Il loro livello inoltre non è altissimo per via del fatto che ci sono pochi istruttori specializzati, sono molto più frequenti quelli che si mettono in campo senza competenze, improvvisandosi insegnanti. Questa differenza si vede subito quando i più forti del circondario partecipano a competizioni a Latina o Roma,

sui giovani a livello competitivo e formativo. Ma nel frattempo non dimentica che il gioco è, per sua natura, sinonimo di divertimento: per questo accoglie tornei misti dove la community di “hubbers” si ritrova periodicamente. Due modi diversi di credere nel padel e nella sua continuità, per la gioia di chi lo pratica per fare attività fisica e chi invece vuole dare il massimo al torneo successivo. Ne abbiamo parlato con Gianluca Trocchia, addetto alle vendite e gestore delle attività del negozio.

Nome negozio: Padelhub

Indirizzo: viale Giuseppe Mazzini, 56 03100 - Frosinone

Numero di telefono: 348.3985600

E-mail: gtrocchi@padelhub.shop

Sito: padelhub.shop

Pagina Instagram: @padelhubfrosinone

Numero sedi: 1

Titolare: Simone Bernardi

Anno di nascita negozio: 2022

Numero vetrine: 2

Metri quadrati totali: 50

Marchi trattati: adidas, Bullpadel, Head, Hook, Legend, Lok, Nox, con possibilità di reperire tutti gli altri marchi su ordinazione

dove il livello è più alto. I clienti dall’altra parte sono più consapevoli, sanno cosa vogliono e hanno più conoscenze rispetto a prima. Hanno le idee più chiare anche per il solo fatto che, venendo ormai dal riscontro delle racchette precedenti, possono fare più facilmente un confronto e riconoscere la sensazione che ricercano in un prodotto. Un tempo si affidavano di più al negoziante; non che ora non lo facciano, ma sono più decisi sulle loro scelte.

Qual è il vostro rapporto con il territorio? Collaborate con delle realtà in zona?

La nostra collaborazione con i circoli si basa principalmente sulla fornitura di materiale di consumo, come overgrip, palline e tubi. Oltre a questo organizziamo insieme qualche evento, con una formula mista tra uomini e donne per rendere la giornata più divertente e meno volta alla competizione, con buffet incluso in negozio e un gadget di benvenuto sempre da parte nostra. Sono iniziative che facciamo circa una volta al mese, ma vediamo che piacciono molto. In questo modo siamo riusciti a creare anche una community di appassionati, che noi chiamiamo “hubbers” proprio dal nome del nostro store.

Avete dei progetti per il futuro?

Grazie anche alla collaborazione di qualche club, ci piacerebbe realizzare un’accademia, o comunque una realtà più strutturata dedicata ai ragazzi più giovani, che al momento non hanno uno spazio di insegnamento dedicato. A tal proposito siamo in trattativa per prendere un circolo ad Anagni, dove poi ci trasferiremo anche noi e fonderemo l’academy. Vorremmo che il centro ospitasse una Serie D che possa partecipare alle competizioni locali e regionali forte di una formazione solida alle spalle. Il tutto nell’ottica di far crescere il padel e dargli una continuità a partire proprio dai ragazzi. I giocatori più adulti abbandoneranno progressivamente questo sport, quindi è giusto anche porre delle fondamenta più solide avvicinando i più giovani.

IN BREVE

MADIBA PADEL CLUB: IL GIOCO È DI TUTTI

Da un’idea di Guido Possamai, speranza del tennis nazionale Anni ’80, nasce a Roma un circolo che fa dell’inclusività il proprio ideale da difendere di Andrea Farano

"Non perdo mai. O vinco o imparo”: quante volte abbiamo letto questa frase? E quante volte vi ci siamo aggrappati dopo un’esperienza apparentemente fallimentare, o quando – ben più prosaicamente – abbiamo cercato di attribuire un senso più profondo a una sconfitta, magari reduci da una partita dall’esito infausto? Il monito non è un aforisma da poster motivazionale, bensì l’illuminante riflessione di Nelson Mandela, uno dei più grandi uomini dell’era moderna. Ci piace pensare che tutto il sistema valoriale riconducibile all’attivista sudafricano sia stato – e ancora resti – la primaria fonte di ispirazione per chi ha con-

cepito e oggi gestisce il Madiba Padel Club (“Madiba” era infatti il titolo onorifico adottato dai membri anziani della famiglia Mandela, poi divenuto il suo nomignolo identificativo nel mondo). Non fosse altro perché è agevole ritrovare lo spirito di chi come nessun altro ha speso la propria vita per promuovere le pari opportunità, nell’impegno quotidiano di un circolo che fa dell'incentivare il padel in carrozzina un mezzo per raggiungere l’effettiva inclusione sociale. Senza dimenticare la maniacale dedizione nel soddisfare le esigenze della clientela capitolina, muovendosi in un panorama concorrenziale mai come oggi affollato e competitivo.

L'intervista

Gianluca Colamussi

DIRETTORE TECNICO

Quando nasce il centro e per mano di chi?

Il Madiba nasce ufficialmente il 19 dicembre 2021 a Roma sud, in zona Anagnina-Tuscolana, dall’idea di alcuni soci, tra cui l’imprenditore Gianluca Nicosia e Guido Possamai, con un passato di rilievo nel mondo del tennis professionistico e poi nella gestione di impianti sportivi. Il circolo sorge sulle ceneri di una precedente struttura, di cui ha riconvertito i campi da tennis e da calcetto, ed è stato riprogettato interamente in funzione padelistica. A questo si deve la grande attenzione dedicata alla creazione di spazi per i servizi accessori al gioco.

Quali sono i fattori che oggi spingono i giocatori a scegliervi?

Cerchiamo di emergere tra i numerosi competitor presenti in questa città (e in questa zona) offrendo innanzitutto un grande parcheggio, ma anche un bar-ristorante con due sale e 70 coperti, oltre a un ampio dehors e una terrazza che possono ospitare eventi privati e cerimonie. Non dimentichiamo i due spogliatoi con aria condizionata, che nel periodo estivo fa davvero la differenza. Nemmeno la copertura dei campi, apribile durante la stagione estiva, è un elemento così scontato da queste parti.

In effetti lo spazio dedicato al dopo gara mi pare ricoprire davvero un ruolo fondamentale nell’economia complessiva del club

Hai ragione, perché da noi il gioco ha la stessa importanza del cosiddetto “terzo tempo”: terminata la sessione agonistica si può sfruttare la nostra Piazzetta Madiba, ovvero l’area esterna prospiciente i campi, che consente

di relazionarsi buttando un occhio alle sfide in corso, ascoltando la musica diffusa in sottofondo, magari bevendo qualcosa o rifocillandosi. Insomma, qui si vive un’esperienza immersiva e appagante che non tutti possono garantire, e che si è rivelata vincente dato il grande riscontro tra i nostri clienti.

Oltre agli elementi infrastrutturali, lo staff è costantemente impegnato nel proporre soluzioni che ancor di più distinguono il Madiba dalle realtà “affittacampi”: di cosa si tratta?

Io e Raffaele Mastrorocco, il responsabile eventi e chat, programmiamo mediamente quattro tornei al mese, cercando di coinvolgere il maggior numero di giocatori, con particolare attenzione alla platea femminile, cui dedichiamo iniziative specifiche, agevolazioni e promozioni. Devo dire che lo sforzo è ripagato perché il Madiba vanta forse una delle maggiori percentuali di donne in campo, e non è raro vedere l’intero padiglione occupato dalle nostre “quote rosa”. Questo per noi è motivo di grande orgoglio e soddisfazione.

Hai nominato le chat: oggi può sembrare un mezzo quasi anacronistico – considerata l'ampia offerta di software e app gestionali – eppure ho l’impressione che resti uno strumento organizzativo pressoché irrinunciabile in alcuni contesti. Ci avvaliamo di Playtomic per la prenotazione dei campi, ma in parallelo il Madiba attualmente gestisce ben 13 chat di gruppo, suddivise per livello e per genere, con quasi 1.500 contatti. Lo sforzo di Raffaele è tanto encomiabile quanto imponente: pianifichiamo circa 60 match al giorno e per farlo è impegnato dalle 7 di mattina alle 23, sette giorni su sette. Non solo chiude le partite quando, come si suol dire, “manca il quarto”, ma organizza sfide in autonomia proponendole ai clienti, magari in forma di quadrangolare o di torneo giallo pomeridiano. Questa onerosa attività –che per forza di cose è ancora gestita manualmente – è percepita come un servizio premium dai nostri frequentatori, che sanno di poter contare sull’organizzazione di incontri in tempi rapidi e soprattutto equilibrati (il

CENTRO DEL MESE

che è garanzia di divertimento). Questo sottintende che lo staff monitora costantemente l’evoluzione tecnica dei giocatori, così da poterli collocare progressivamente nella chat più adeguata alle loro capacità.

“Qui si vive un’esperienza immersiva e appagante che non tutti possono garantire, e che si è rivelata vincente dato il grande riscontro tra i nostri clienti”

Dacci un po’ di numeri, con particolare riferimento all’attività didattica. Il team si compone di sette istruttori (me compreso), che complessivamente dispiegano oltre 200 ore di lezione al mese, tra insegnamenti a singoli, corsi di gruppo e partite guidate. Il numero di maestri è indiscutibilmente elevato, ma questo è l’unico modo per assecondare tutte le richieste della nostra clientela in ogni giorno della settimana, compresi i weekend. La scuola padel adulti, suddivisa secondo i livelli di gioco dei corsisti, è strutturata in programmi semestrali con turnazione settimanale, cui è possibile accedere con formule di pagamento flessibili per agevolare la massima partecipazione. Sul versante delle nuove leve registriamo allievi soprattutto nella fascia dagli 11 ai 18 anni.

Quali sono le vostre ambizioni in ambito propriamente agonistico?

Abbiamo una proposta di perfezionamento specifico per profili agonistici, con allenamenti mattutini da due ore: l’intento è quella di creare nel tempo una squadra che difenda i nostri colori. Al momento partecipiamo già al circuito MSP, affiliato al Coni, che a livello amatoriale è particolarmente attivo con la sua Coppa dei Club. Ci tengo a precisare che il Madiba gareggia nei campionati non solo con formazioni maschili e femminili, ma anche con una compagine di padel “integrato”.

Raccontaci di più su specifico questo aspetto.

L’esercizio del padel in carrozzina è forse la più rilevante caratterizzazione

IN BREVE

Indirizzo

Via di Casal Morena, 180 – Roma 00118

Campi

6 campi super panoramici, indoor 2 campi super panoramici, outdoor 1 campo da singolo, outdoor

Servizi

Clubhouse Bar

Pro shop Spogliatoi Parcheggio

Orari di apertura

8-24 Lunedì - Venerdì 8-23 Sabato - Domenica

Facebook: madibapadelclub

Instagram: @madibapadelclub

Telefono: 3922382314

Email: madibapadelclub@gmail.com

del nostro circolo, un elemento distintivo soprattutto per la zona sud di Roma. Accogliamo tutti coloro che vogliono cimentarsi nel gioco, con l’obiettivo di includerli in un programma agonistico che prevede la possibilità di schierare un giocatore con disabilità motorie accanto a un normodotato. Il gruppo di lavoro specifico è guidato da Roberto Bentini, coadiuvato da Guido Possamai, con due slot settimanali dedicati agli atleti con disabilità (che al momento sono quasi una decina). Non a caso il Madiba è stato invitato alle fasi nazionali della competizione, e questo è il giusto premio per la nostra dedizione a questa causa.

Terminiamo con una riflessione sul futuro del padel, a livello nazionale. Io vengo da un’esperienza ventennale nell’insegnamento tennistico, e mi dedico al padel dal 2018: ho vissuto sulla mia pelle la sorprendente ascesa di questo sport. La mia sensazione è che l’evoluzione del movimento nazionale sia ancora in corso, e lo percepisco soprattutto nell’attenzione che i centri cominciano a dedicare ai giocatori più giovani, lì dove il margine di crescita è certamente più elevato. I bambini di 5 anni di età costituiscono l’imprescindibile bacino d’utenza a cui si dovrà giocoforza attingere un domani, così da garantire un futuro roseo alla disciplina.

Come immagini, invece, l'evoluzione del movimento sulla piazza romana?

Roma è sicuramente un mercato altamente competitivo per l’elevata quantità di campi a disposizione: proprio per questo la sfida per consolidare la propria posizione sarà vinta solo da chi saprà garantire un’offerta sportiva di livello e i migliori servizi a corredo, con staff professionale e personale qualificato. Ma sono certo che il Madiba Padel Club saprà giocare le sue carte e vincere questa partita.

Si ringrazia Davide Giuili di Padel MaDs (IG: @padelmads) per la preziosa collaborazione

LE JOUR DU PADEL

EST ARRIVÉ?

La Francia è considerata da molti il prossimo Paese destinato a vivere una grande crescita di campi e praticanti. Abbiamo analizzato la situazione odierna, dalle regioni con maggiore potenziale alle cause dell’attuale ritardo

di Giacomo Cirelli, responsabile Osservatorio e Ricerca

Dall’esposizione universale all’esposizione promozionale. Può capitare, arrivando dal Pont d'Iéna sulla Senna, di imbattersi, nell’area sottostante la Tour Eiffel, in una costruzione che con la torre ha in comune giusto il metallo che ne compone la struttura. Anche l’obiettivo è un po’ meno ambizioso. Si tratta di un campo da padel montato da una delle aziende leader nella costruzione di impianti (la spagnola Padel Galis) che ha ospitato l’anno scorso un‘esibizione di professionisti e che sarà di nuovo a disposizione del pubblico nel prossimo settembre, per un breve periodo. L’iniziativa parrebbe promossa dalla Federazione francese di tennis, in collaborazione con il Premier Padel. L’obiettivo è quello di far conoscere questo sport che, in una nazione dall’enorme potenzialità come la Francia, ne è rimasto solo parzialmente contaminato. Proviamo qui a valutare lo stato attuale, le possibili cause e soprattutto, a che punto è la sua diffusione e se sia in corso un recupero sui tempi. Il nostro osservatorio (O&B) ha pianificato uno studio ad hoc. Quello che sappiamo, e rende davvero poco spiegabile lo stato attuale del padel in Francia, è che anche qui era apparso quasi 30 anni fa, quando organizzarono a Tolosa nel 2000 addirittura un Mondiale, come ci ha ricordato Fabrizio Canè, che a quel torneo aveva partecipato. Oggi, invece, già da un primo sguardo la situazione transalpina appare in evidente ritardo.

Una differenza marcata, che proviamo a comprendere da dove possa aver avuto origine. L’analisi si presenta abbastanza complessa. Teniamo come benchmark l‘Italia dove, come dicevamo, con un numero di campi superiore ai 10mila il mercato è entrato in una fase di rallentamento della crescita. Una curva coerente e che spiega come siamo in quella fase del mercato, in cui la domanda, in precedenza esponenziale, cresce meno dell’offerta. Si apre dunque, da un punto di vista anche imprenditoriale, un nuovo momento: quello in cui i nuovi investimenti devono essere ben ponderati. La nostra analisi vuole comprendere se vi siano possibili implicazioni e, al tempo stesso, se si evidenzino le precondizioni di potenziali opportunità sul suolo francese. Questo nostro lavoro ha l’ambizione di produrre un vademecum che identifichi le regioni più interessanti. Il metodo

della nostra ricerca parte dall’identificazione di un paio di indicatori e delle relative variabili:

• l’indice A1/C, il numero di abitanti per campo di padel esistente, l’unico che al momento possa avere valenza di comparazione (con il benchmark Italia in particolare);

• la densità demografica, da cui ricavarne la stima del numero di praticanti (le nostre ricerche rilevano una percentuale, rispetto alla popolazione, compresa tra lo 0,3 e lo 0,5. Dove la densità demografica incide sul numero di potenziali “frequentatori”, in termini anche di tempi di percorrenza per raggiungere il centro sportivo (concetti approfonditi in un nostro recente studio, con l’uso di isocrone, pubblicato nei mesi scorsi sulla rivista Sport & Impianti).

In base alle informazioni emerse dai dati, abbiamo strutturato l’analisi attraverso le aggregazioni in questi capitoli.

• Dati geodemografici, A1 incidenza popolazione urbana e principali città

• Numero impianti e campi per regione e principali città

• Indice macro A/C1 (media numero di abitanti per un campo di padel) comparato con le nazioni europee in cui è maggiormente diffuso il padel

• Indice A/C1 per le singole regioni

• Dimensioni dei centri (numero di campi medio)

• Industrie produttrici

PROFILO NAZIONALE GEO-DEMOGRAFICO

Gli abitanti sono circa 67 milioni, distribuiti su una superficie di 551.700 km2, con 13 regioni, per una densità demografica di 96 abitanti per km2 (i territori d’oltremare in questa analisi non vengono contemplati). Ben 17 sono le città con oltre 150 mila abitanti e concentrano quasi sette milioni di abitanti, pari al 10,2% del totale (tabella 1).

Le società sono 1.076 con 3.021 campi, dei quali il 54% circa coperti. L’Occitania è la regione con il maggior numero di campi (538). Quattro regioni (Occitania, Provenza, Nuova Aquitania e Alvernia-Rodano-Alpi) esprimono, con 1.771 campi, quasi il 59% del totale.

Tabella 1 Tabella 2
Il Philippe Chatrier del Roland Garros per il Paris Major 2024

NUMERO ABITANTI PER UN CAMPO IN FRANCIA L’indicatore che noi identifichiamo con la sigla A/C1, ossia numero di abitanti ascrivibili a un campo e riferiti al territorio considerato (regione, comune), ha una doppia valenza: è un’espressione di sintesi dai dati disponibili e comparabile. Fattore tutt’altro che secondario per le analisi che ci ritroviamo a dover valutare. La Francia ha mediamente un campo ogni 21.500 abitanti circa. Sono le regioni del sud (Provenza-Alpi-Costa Azzurra e Occitania, assieme alla Corsica) ad avere la situazione migliore. Invece la Borgogna-Franca Contea, con un campo ogni 58 mila abitanti circa, è la regione meno “amica” del padel (grafico 1).

NUMERO ABITANTI PER CAMPI - INDICE COMPARATO

Ma che entità rappresenta, quello francese, con un campo ogni quasi 21,5 mila abitanti? Il grafico 2, con la comparazione con alcune altre nazioni, ci conferma quanto asseriamo in apertura. Un gap davvero notevole con l’Italia per esempio, che ha un rapporto campi/abitanti tre volte maggiore; per la Svezia è nove volte maggiore e per la Spagna addirittura 12 volte.

Grafico 2

La dimensione dei centri conferma quanto sia ancora “timido” l’approccio degli investitori e la loro dimensione. Nessuna regione ha una media di almeno quattro campi e solo tre regioni hanno una media superiore a tre.

LE INDUSTRIE PRODUTTRICI

Il know-how alla Francia non manca di certo. L’industria si è velocemente attrezzata fiutando l’imminente business, tra cui ne segnaliamo sette che sembrano pronte a contendersi un‘importante fetta di mercato: NXP, TecnoPadel, WSport, EPS Concept, Padel Court, Padel International, Universo Turf. Presente anche la leader spagnola Padel Galis e addirittura una cinese, la Sanjng. Provano a esportare la loro esperienza, in un mercato già molto affollato, anche le principali italiane (Ecover, Italgreen e Italian Padel).

CONCLUSIONI

Possiamo quindi constatare che non manca nulla alla nazione della Marsigliese. Eppure, la differenza espressa anche dalle indagini empiriche lasciano supporre cause di non facile identificazione. Per scrupolo proviamo a riprendere alcune delle possibili.

DENSITÀ DEMOGRAFICA

È facile comprendere il perché possa essere una precondizione chiave, non solo per il padel, ma in generale per qualsiasi mercato. Per esempio, nella ricerca sulla Svezia abbiamo dimostrato quanto possa condizionare se molto bassa (23 abitanti per km2). Quella della Francia risulta essere poco più della metà di quella italiana (120 vs 196), non sufficiente a spiegare la differenza nelle strutture (la Francia ne ha 14 volte meno). Lo stesso accade per le aree urbane a densità superiore.

GLI ALTRI SPORT

È possibile che l’attrattività verso altri sport crei maggiore resistenza verso il padel? Abbiamo indagato le percentuali di praticanti di calcio, ciclismo e basket. L’unica rilevante differenza è risultata essere il rugby, con 300 mila tesserati contro i nostri 71 mila. Seppur più di quattro volte maggiore, la differenza non copre quanto manca al padel francese.

NORMATIVE

Premesso che le nazioni europee si devono riferire a leggi comuni, potrebbe esserci differenza nel rigore dell’applicazione delle stesse. In particolare, i tempi di autorizzazione dei progetti presentati pare siano parecchio più lunghi (circa due anni), come ci testimonia Leonardo Ravizzini, direttore commerciale di Ecover.

PROMOZIONALI

Non abbiamo riscontro che la FFT (Federation francaise de tennis) si sia prodigata come la nostra FIT (divenuta proprio per questo FITP) nella diffusione del padel. Tuttavia, ne concorre alla diffusione perlomeno in termini di visibilità, concedendo il prestigioso impianto parigino, sede del blasonato Roland Garros, a un Major del Premier Padel, già da qualche anno. Ma già nel corso delle Olimpiadi dell’anno scorso era stato montato un campo sotto la torre Eiffel dalla spagnola Galis. Cosa che sarà replicata dal 20 maggio al 9 luglio 2025, fornendo dunque grande visibilità a tutti coloro che vorranno provare. L’unica implicazione? Il costo di 30 euro a testa per un’ora e mezza.

INVESTIMENTI UNITARI QUASI TRIPLICATI

Negli ultimi cinque anni il costo dell’acciaio e del vetro è, per ragioni varie, fortemente aumentato. Questo comporta investimenti più che doppi, rispetto prima. Aggravati dal fatto che nelle nazioni nord- europee, come vediamo dagli attuali numeri, le coperture coinvolgono almeno due terzi dei campi. Il costo della copertura è circa pari a quello del campo e prevede maggiori implicazioni per le autorizzazioni.

Due sono gli indicatori che determinano il grado di attrattività in termini di opportunità di investimento di una zona o regione:

• l’indice A/C1, ossia la relazione tra abitanti e numero di campi presenti, secondo cui maggiore è questo indice e maggiore spazio c’è per potenziali nuovi campi; • la densità demografica, che esprime oggettivamente il numero più o meno potenziale di “giocatori” a una distanza “sostenibile” dal centro (entro tempi di percorrenza di 20-30 minuti in media).

Abbiamo interrelato le due variabili nel grafico 3 e si evince che la regione della Capitale, Île-de-France, risulterebbe essere la più appetibile, avendo la maggiore densità demografica e un A/C1 di quasi 40 mila abitanti, seguita dall’Alta Francia.

Le altre tre regioni con abitanti per km2 inferiore a 200 esprimono opportunità attraverso l’altra variabile, l’alto numero di utenti per campo.

Rimarchiamo in conclusione che, a conferma del trend di crescita, nel tempo di stesura e pubblicazione di questo studio il numero di campi ha continuato a crescere. Pur rimanendo attuali le considerazioni emerse in questo lavoro, ci ripromettiamo di fornire a breve un aggiornamento generale.

O&B Padel è un osservatorio specializzato nel marketing legato al padel. Effettua indagini e sondaggi mirati su mercati nazionali e internazionali, si occupa di definire bacini di attrazione per centri e accademie e propone stime di mercato e business plan dedicati. Chi volesse approfondire il nostro lavoro, può contattarci all'indirizzo mail: arosate@yahoo.com

Grafico 1
Grafico 3

CREDIBILITÀ

E PROFESSIONALITÀ

La Federazione Internazionale ha siglato una partnership con l’ITA per affidare a quest’ultima la gestione del programma antidoping. Una decisione che dimostra l’impegno della FIP per uno sport pulito, in un momento di enorme espansione globale, e una visione lungimirante con al centro la tutela degli atleti di Davide L. Bertagna

L’accordo tra la FIP e l’International Testing Agency (ITA) segna una svolta per il padel a livello globale. È una forte presa di posizione da parte della Federazione, che in un momento cruciale della sua crescita sceglie la trasparenza e l’etica. La collaborazione consente alla FIP di adottare un programma antidoping gestito in modo indipendente e secondo i più alti standard internazionali, nel rispetto del Codice Mondiale della WADA. In quanto disciplina in forte espansione, il padel si “vuole proporre” non solo come disciplina di massa, ma anche come esempio virtuoso di governance sportiva. Il messaggio è chiaro: nessuna tolleranza per pratiche scorrette e niente compromessi sulla salute degli atleti. Il padel ha il vantaggio di essere uno sport giovane, non ancora segnato da scandali o crisi d’immagine. Questo rappresenta l’opportunità di costruire fin da subito un modello virtuoso, basato su trasparenza e collaborazione tra tutti gli attori del settore.

LA PARTNERSHIP NEL DETTAGLIO

richieste affidata a un comitato di medici indipendenti: in questo modo, gli atleti con patologie documentate potranno accedere a cure necessarie senza compromettere l’integrità del sistema antidoping.

Uno dei pilastri dell’accordo è un piano educativo quadriennale, sviluppato dall’ITA in collaborazione con la FIP. Il progetto prevede un percorso formativo specifico per il padel e iniziative come webinar, attività didattiche durante i tornei Premier e altre competizioni internazionali. Sono inoltre previsti momenti formativi rivolti ad atleti e ai team, con un sistema di monitoraggio e valutazione per verificarne l’impatto e la diffusione nel tempo.

LE DICHIARAZIONI

Grazie a questo accordo, l’ITA assumerà la piena responsabilità di tutte le attività legate all’antidoping della FIP, garantendone un’attuazione imparziale e conforme alla WADA e agli International Standards. Il programma comprenderà un piano di distribuzione dei test su misura, fondato su un’approfondita analisi dei rischi legati alla specificità del padel. Sarà possibile svolgere controlli mirati, basati su informazioni d’intelligence, sia durante sia al di fuori delle competizioni, rivolti agli atleti di livello internazionale per tutto l’anno, incluse manifestazioni come Premier Padel ed eventi del CUPRA FIP Tour. L’ITA si occuperà anche della gestione dell’Athlete Biological Passport, che monitora nel tempo determinati parametri biologici per individuare eventuali pratiche dopanti. La gestione dei risultati sarà interamente autonoma, assicurando imparzialità. Anche la procedura relativa alle Therapeutic Use Exemptions sarà sotto la supervisione dell’ITA, con la valutazione delle

“La salute degli atleti, l’integrità di ogni competizione FIP e il messaggio di lealtà e correttezza che trasmettiamo alle nuove generazioni sono i capisaldi della nostra missione quotidiana. Siamo determinati a promuovere uno sport pulito e a valorizzare i principi di socialità e condivisione che rendono il padel uno sport unico, anche alla luce della sua rapidissima diffusione a livello globale. L’accordo con l’ITA per una gestione completa e indipendente del programma antidoping della FIP si fonda sui valori dell’Olympic Charter e su un profondo rispetto delle regole sportive. Il lavoro congiunto tra ITA e FIP rappresenta un passo strategico per il futuro del padel e garantisce una base solida per la sua crescita continua” Luigi Carraro, presidente FIP

“Siamo lieti di accogliere la FIP nella comunità ITA. Il padel è uno sport dinamico ed entusiasmante, in crescita esponenziale. Con questa collaborazione, la Federazione dimostra una visione lungimirante mettendo la tutela della salute degli atleti e la lotta al doping al centro del proprio sviluppo. Gli atleti avranno ora accesso a un programma antidoping professionale, scientificamente fondato e basato sull’equità. Apprezziamo profondamente l’impegno della FIP a difesa dell’integrità delle sue competizioni e di pari opportunità per tutti” Benjamin Cohen, direttore generale dell’ITA

Credits: Premier Padel

ANCORA PIÙ TORNEI, ANCORA PIÙ SPETTACOLO?

Le novità del calendario 2025, la FIP Intercontinental Cup e il Mondiale per coppie, ruotano attorno a un concetto ben preciso: aumentare l’intrattenimento a tema padel.

Ma è una scelta vincente?

di Gabriele Marini

Il ricordo della straordinaria finale di coppa del mondo tra Argentina e Spagna è ancora vivo negli occhi dei tantissimi appassionati che hanno visto la nazionale albiceleste trionfare sulla Roja al termine di tre partite tiratissime, culminate con il capolavoro di Leo Augsburger e Tino Libaak su Paquito e Mike Yanguas.

Il successo della manifestazione è stato talmente grande da indurre la Federazione a cercare di replicare in qualche modo quel format senza aspettare la prossima edizione dei mondiali, in linea con la nuova tendenza dello sport globale che vuole partite secche valide per l’assegnazione di trofei, spettacolari, divertenti per i tifosi e decisivamente vendibili ai broadcast internazionali. Da questi presupposti nascono i due nuovi tornei inseriti nel calendario 2025: la FIP International Cup e la FIP World Cup Pairs.

EUROPA VS AMERICHE

L’International Cup si terrà dal 25 al 27 Luglio a Londra, città che si sta affermando come capitale europea degli eventi e delle produzioni internazionali tra concerti, film, serie TV e naturalmente tantissimo sport. Non poteva mancare dunque il padel in un mercato così strategico per l’internazionalizzazione di questo sport, con un format che nasce in collaborazione tra FIP, Premier Padel ed Hexagon Cup, l’apprezzatissimo format di pre season a squadre che attrae ogni anno i migliori giocatori del mondo grazie a un montepremi molto alto.

I dettagli del torneo non sono ancora stati diffusi ma l’idea alla base è quella di replicare eventi consolidati come la Ryder Cup di golf o la Laver Cup di tennis, facendo affrontare due squadre composte dai migliori giocatori europei e da quelli americani in un torneo breve e altamente competitivo. Il montepremi complessivo sarà di 700.000 € diviso equamente tra uomini e donne e l’organizzazione sarà alternata tra Europa e paesi delle Americhe, seguendo quel processo di internazionalizzazione che tanto sta a cuore al presidente della FIP Luigi Carraro.

MONDIALE A COPPIE

Se sulla FIP International Cup ci sono poche informazioni, ancora meno ne sono circolate sul mondiale per coppie, il nuovo evento che assegnerà ben 2000 punti ai vincitori e 1200 ai finalisti con un montepremi superiore al milione di euro, anche in questo caso equamente suddiviso tra uomini e donne.

Il format del torneo non è ancora stato annunciato, sappiamo solo che si terrà dal 3 al 9 novembre e che il campo centrale verrà allestito nella “The Arena” in Kuwait mentre gli altri nella Rafa Nadal Academy locale. Inoltre, l’ammissione al torneo avverrà in base al ranking ottenuto dopo la tappa di Milano di ottobre, equiparando di fatto la FIP World Cup Pairs a un Major, in un mercato come quello del Kuwait dove le strutture all’avanguardia e il buon successo di pubblico dello scorso P1 hanno convinto FIP e Premier Padel a investire ulteriormente.

Per far posto a queste competizioni in un calendario sempre più denso di spostamenti, il P1 in Spagna è stato spostato a Barcellona dal 28 luglio al 3 agosto, incoronando la città catalana come unica ad avere due eventi del circuito Premier Padel nel 2025.

CONCLUSIONI

Con l’introduzione di questi nuovi tornei la Federazione vuole continuare il processo di internazionalizzazione del padel strizzando l’occhio alle nuove tendenze in fatto di intrattenimento sportivo, con eventi non eccessivamente lunghi, partite subito decisive e trofei importanti in palio che aumentano lo spettacolo offerto in campo. La vera sfida sarà quella di non riproporre l’ennesima versione di Spagna contro Argentina, magari limitando il numero dei convocati per Paese o trovando una formula per mischiare le coppie, ma siamo certi che lo spettacolo offerto sarà all’altezza della fantastica finale vinta in rimonta da Tapia e soci lo scorso novembre in Qatar.

TORNEI
Chiara Pappacena e Giorgia Marchetti festeggiano il terzo posto dell'Italia femminile ai Mondiali 2024
Federico Chingotto e Agustín Tapia durante la finale dei Mondiali 2024
La nazionale femminile spagnola esulta per la vittoria dei Mondiali

LUCAS CENTURIÓN, UNA VITA PER IL PADEL

Prima da giocatore, poi da allenatore di grande successo al fianco di fuoriclasse come Martín Di Nenno. Abbiamo intervistato il coach argentino di Gabriele Marini

Dall’Argentina all’Italia e ora in Spagna, la vita di Lucas Centurión ruota stabilmente intorno al mondo del padel dal lontano 2013, anno in cui nella sua Buenos Aires ha scoperto la bellezza di questo sport. Da quel momento in poi è stato un continuo crescendo di risultati prima come giocatore e poi come allenatore, quando ha guidato la nazionale albiceleste e giocatori straordinari del calibro di Martín Di Nenno e degli italiani Sinicropi e Cattaneo. Abbiamo fatto una chiacchierata con lui.

L'intervista

Lucas Centurión ALLENATORE

Lucas, partiamo dalle origini. Quando hai scoperto il padel e cosa ti ha conquistato di questo sport?

Ho iniziato nel 2013 presso la scuola giovanile El Galpón Pádel di Berazategui, Buenos Aires. Ciò che mi attraeva di più era il fatto che fosse molto divertente ed estremamente popolare in Argentina già da diverso tempo.

Dall’Argentina all’Italia: com’è stato il tuo primo impatto con il padel italiano?

Che differenze hai notato rispetto al tuo Paese d’origine?

Nel 2019 sono stato in Italia per la prima volta, a Sanremo per l’esattezza. Si vedeva già allora come fosse uno sport che non aveva ancora preso piede, e che aveva ampi margini di crescita sia dal punto di vista tecnico sia delle strutture.

Nella tua carriera hai vinto tornei importanti. Cosa ricordi di quelle esperienze da giocatore?

Più che i singoli tornei, ciò che mi porto maggiormente nel cuore è quanto ci divertivamo a competere ogni volta che andavamo in Argentina. Avevamo tantissima passione per il gioco considerando che nel nostro Paese era molto difficile vivere di padel.

Poi sei passato al coaching. Cosa ti ha spinto a diventare allenatore? E com’è stato l’approccio iniziale?

Il mio allenatore dell'epoca, Sebastián Mocoroa, mi disse che mi vedeva in grado di stare dall'altra parte della rete e mi convinse a cambiare. Ogni volta che ci sentiamo gli dico sempre che mi ha rovinato la carriera da giocatore. Ovviamente scherzo, è stato un consiglio molto utile che mi ha permesso di comprendere il padel ancora più a fondo.

Hai collaborato con nomi di altissimo livello come Di Nenno e tanti altri. Com’è cambiato il modo di approcciare il padel per i professionisti con l’esplosione degli ultimi anni?

Grazie agli sponsor e all’incremento dei premi nei vari tornei, oggi molti atleti possono giocare da professionisti e avere una propria squadra di lavoro, che richiede dalle cinque alle sei persone tra allenatori, preparatori, staff medico, ecc.

Come organizzate il lavoro sia in pre stagione che durante i tornei?

A seconda del numero di settimane di riposo tra un torneo e l'altro parliamo con il preparatore atletico per coordinare tutto il lavoro di squadra, in modo che il giocatore sia al 100% della forma per il torneo. Alla base

di tutto c’è una grande lavoro di pre-stagione sia a gennaio/febbraio che nella pausa di agosto, con qualche settimana di riposo.

Come gestite gli allenamenti di coppia vivendo in posti diversi?

Al contrario di come si potrebbe pensare, non sono molte le coppie che vivono in posti diversi, soprattutto si considera la parte alta del ranking mondiale. Tuttavia c'è sempre un allenatore a fare da referente per l’intero gruppo di lavoro, che coordina le attività in base alle esigenze di ogni giocatore. La cosa più comune resta l’allenamento insieme, mantenendo comunque una certa individualizzazione del lavoro.

Quanto incide il lavoro del coach durante una partita?

È molto importante per gli atleti che hanno bisogno di un riferimento capace di analizzare le cose dall’esterno, senza l’emotività di una partita. La cosa più importante è essere chiari quando si danno informazioni al giocatore, perché si hanno pochi minuti tra un cambio di campo e l’altro.

In Italia ti sei fatto conoscere anche per il tuo lavoro con atleti come Riccardo Sinicropi e Daniele Cattaneo. Quanta distanza c’è tra i migliori giocatori italiani e i primi 50 del ranking?

Bisogna essere onesti e ammettere che a oggi la distanza è ancora notevole. Non è tanto una questione tecnica o tattica, quanto di ritmo di gioco. I circuiti principali richiedono un livello di concentrazione e di sforzo fisico che deve essere mantenuto anche oltre le due ore e questo è molto complicato da gestire in Italia, in quanto i migliori giocatori fanno fatica ad allenarsi ad alto ritmo per mancanza di atleti di quel livello con cui competere.

Quali sono, secondo te, i punti forti e quelli da migliorare nel padel italiano?

La cosa più importante è che ogni giocatore si goda il percorso per diventare un professionista, consapevole però che per fare il salto di qualità dovrà investire in molte cose. Una di queste sono i viaggi in Paesi dove il livello di gioco è più alto come la Spagna, in quanto allenarsi con i migliori al mondo è fondamentale per la questione del ritmo di cui parlavamo poco fa. A questo proposito, sarebbe ideale riuscire a creare una buona accademia dove i migliori giocatori italiani possano allenarsi costantemente e riuscire così ad avere un ritmo di allenamento simile a quello che hanno i migliori al mondo.

Guardando al futuro: dove vedi te stesso tra cinque anni? E dove vedi il padel in Italia e nel mondo?

Dal mio punto di vista mi vedo ancora nel mondo del padel, perché è ciò che mi appassiona di più. L’Italia conta diversi giovani che, se si impegnano e sapranno allenare nel miglior modo possibile, potranno raggiungere i massimi livelli. Questo potrebbe far da volano a tutto il movimento e portare ancora più giovanissimi ad avvicinarsi a questo sport un po’ come successo nel tennis, creando le basi per avere una nazionale che possa competere stabilmente per il podio nelle competizioni mondiali.

Lucas Centurión con Martín Di Nenno

IL DILEMMA DELLA PALLA AL CENTRO:

MIA O TUA?

È una delle più grandi cause di discussioni in campo con il proprio compagno.

Meglio mettere le cose in chiaro con alcuni consigli tattici di Andrea Fierro

In tutti gli sport di squadra ci sono situazioni di gioco in cui, quando la palla si trova in una specifica zona del campo, non è immediato né semplice stabilire quale giocatore debba intervenire. Il padel non è da meno e la zona della discordia è quella comune ai due giocatori, ovvero il centro del campo longitudinale lungo la quale si trova la linea del servizio. Sia durante la fase offensiva che quella difensiva, il disaccordo mia-tua nasce dal fatto che potenzialmente entrambi i giocatori hanno la possibilità di coprire il centro del campo e che un istante di indecisione può far perdere l’attimo giusto per effettuare il colpo migliore. Gli avversari più scaltri possono e devono utilizzare a loro favore questo vostro dubbio, quindi è necessario fare chiarezza e avere una linea guida generale che vada bene quasi in ogni caso. Inizio subito sfatando un mito che sento spesso soprattutto a livello principiante e intermedio: la palla al centro non è sempre del giocatore che ha a disposizione il diritto. Questa convinzione non ha riscontro tattico, perché il gioco si sviluppa spesso in direzione incrociata che regolarmente mette fuori gioco uno dei due giocatori, anche se questo ha la possibilità di effettuare un diritto. Il consiglio tattico generale, infatti, è che la palla al centro è del giocatore incrociato. Questo significa che è indispensabile essere posizionati correttamente a rete, con entrambi i giocatori in attacco spostati dal lato del campo verso la quale avete deciso di giocare. In questo modo, uno dei due si troverà automaticamente vicino alla linea centrale del campo, il che renderà più semplice il colpo dal centro.

- Il giocatore di destra difenderà la palla che arriva al centro da sinistra, cioè quando il giocatore avversario di destra ha giocato incrociato.

- Il giocatore di sinistra difenderà la palla che arriva al centro da destra, cioè quando il giocatore avversario di sinistra ha giocato incrociato. Cosa succede nel caso in cui avete giocato verso il centro del campo e gli avversari hanno giocato a loro volta verso il centro? In questo caso deve intervenire il giocatore meglio posizionato, o se siete d’accordo in anticipo (ora sì!), quello con il diritto a disposizione.

ALCUNE VARIABILI ALLA REGOLA GENERALE

1. Compagno mancino: quasi certamente giocherà a destra e quindi avrete entrambi i diritti al centro. Siete una squadra potenzialmente molto aggressiva. Applicate la regola generale, per voi sarà tutto più semplice

2. Palla lenta facile: il giocatore con il diritto può “invadere” il campo del compagno per essere più offensivo rispetto a una volée di rovescio, ma dovete essere d’accordo e spesso va chiamata con un “mia” deciso e anticipato.

3. Doppio misto: spesso chi gioca a sinistra si sente in dovere di intervenire su tutte le palle che arrivano verso il centro. Vi consiglio di farlo solo nel caso 2.

4. Palla forte dal centro: nelle situazioni più veloci spesso non c’è tempo di pensare. Il giocatore con i riflessi più rapidi prenderà per primo la decisione di intervenire al centro.

5. Palla alta: molto simile alla situazione 2. La palla alta al centro, se può essere giocata al volo, deve essere colpita dal giocatore che ha a disposizione il diritto per poter effettuare una bandeja/vibora/smash anziché lasciare la volée alta di rovescio del compagno.

Voi come vi comportate in campo? Seguite la regola generale o date semplicemente la colpa sempre al vostro compagno?

Fatemi sapere che cosa ne pensate scrivendomi su Instagram: @andrea.fierro.coach

Sono nato e cresciuto sui campi da tennis a Milano, grazie alla passione di mio padre per questo sport, ed è diventata la mia professione intorno al 2005. Ho maturato molte esperienze all'estero (USA, UK, Spagna) lavorando anche nella prestigiosa Academia Sanchez-Casal di Barcellona. Proprio qui ho iniziato a giocare a padel per divertimento, senza sapere che da lì a pochi anni sarebbe diventata la mia professione una volta tornato in Italia. Sono Maestro Nazionale di padel della FITP e ricopro la posizione di direttore tecnico del The Padel Hub con base a Desenzano del Garda.

UNA GIRANDOLA (COLORATA) DI EMOZIONI

Riconoscerle e accettarle è fondamentale anche dentro il campo da gioco. Comprendere le nostre sensazioni è il primo passo per capire come controllarle, intercettare quelle altrui e trarne vantaggio

di Marcello Ferrarini

Lo psicologo statunitense Robert Plutchik nel 1980 introdusse un importante modello teorico con l’intento di descrivere le principali emozioni umane e le loro interrelazioni, grazie al quale oggi quando scendiamo in campo possiamo dominare, o perlomeno controllare, le nostre molteplici sensazioni. Questo studioso, infatti, ci ha messo a disposizione una “ruota delle emozioni”, costituita da otto di base disposte in un cerchio quali gioia, fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia e aspettativa che, combinate tra loro, danno origine a otto avanzate: amore, sottomissione, timore, disapprovazione, rimorso, disprezzo, aggressività e ottimismo, ciascuna composta da due di base. Questa girandola colorata è pertanto uno strumento concettuale che ci può aiutare a comprendere e categorizzare le diverse emozioni umane in base alle loro caratteristiche distintive, visualizzandole immediatamente come punti saldi su una ruota, fornendoci una struttura per riconoscere quelle di base e come queste possano trasformarsi e interagire tra loro.

In questa mappa visiva, quelle simili sono raffigurate vicine tra loro, quelle opposte, invece, sono posizionate agli estremi del cerchio, organizzate in base a due parametri: l’intensità e la polarità. Questi assi consentono di rappresentare le variazioni d’intensità e valenza emotiva, offrendoci una facile e immediata lettura e comprensione di un ampio spettro di emozioni, quindi fornendoci benefici e vantaggi anche in ambito di mental coaching sportivo, con particolare attinenza al campo dell’intelligenza emotiva, ossia la capacità di un individuo di riconoscere, distinguere, etichettare e gestire le emozioni proprie e quelle degli altri. Questo ausilio ci potrà supportare non solo nella vita in generale, ma anche come strumento d’allenamento mentale da inserire nel borsone quando andiamo a giocare a padel. Osservando la ruota, potremo individuare l’esatta posizione dell’emozione che stiamo avvertendo, quindi gestirle e mediarle attraverso elaborazioni mentali e pensieri propri, con consapevolezza e comprensione, mitigando istinti e automatismi, con razionalità e coscienza.

Di frequente, mentre giochiamo a padel sperimentiamo una serie di emozioni, determinate da una sovraesposizione di stati d’animo e complessità di eventi. Questo vorticoso movimento naturale e spontaneo passa da una valutazione cognitiva dello stimolo, attraverso l’esperienza soggettiva o cosiddetto “sentimento proprio”, a una successiva eccitazione fisiologica, sino a un impulso all’azione che genera un determinato comportamento individuale. Questo strumento visivo e grafico risulterà pertanto utile per comprendere le emozioni primarie, le loro combinazioni e complessità, senza doverle tuttavia catalogare come buone o cattive, bensì accettarle in quanto necessarie e funzionali alla sopravvivenza e l’adattamento umano. In questa girandola colorata, le emozioni variano a seconda del loro grado di intensità, sottolineato anche dal cambiamento cromatico di colore. Più una di queste sarà percepita come intensa, più motiverà il comportamento a essa correlato. Combinando le otto emozioni primarie si producono e connettono il resto delle emozioni, definite secondarie, che ampliano la nostra gamma di esperienze in modo circolare. Queste ultime si trovano nella parte più esterna e tenue della girandola. La combinazione delle emozioni di base generano un totale di 24 composte, che Plutchik ha classificato in tre diverse Diadi, che originano sensazioni meno frequenti. Nella Diade primaria, ritroviamo le emozioni basiche, posizionate una vicina all'altra, dove, per esempio, Gioia più Aspettativa generano Ottimismo; Paura più Sorpresa culminano in Timore, e Disgusto più Rabbia in Disprezzo. In quella secondaria, troviamo l’unione delle emozioni basiche con un grado di separazione, infine nella terza quelle con due gradi di separazione.

Ecco quindi come questa ruota colorata ci permette di condensare e strutturare in modo sostanzialmente semplice le emozioni, favorendone la comprensione e il perché ci comportiamo in un determinato modo. Attraverso la cognizione potremo riflettere su come controllare le proprie, intercettare quelle altrui e, soprattutto, come veicolarle in maniera vantaggiosa, senza essere istintivi nelle azioni o precipitosi nel trarre decisioni in campo. Il punto essenziale sta nell’accettarle, perché sono umane. Significa riconoscerle ma non necessariamente identificarsi con esse, imparando a controllare le espressioni negative, trasformandole in positive. Tradotto: sul campo, immaginando un richiamo del nostro coach o compagno di gioco per un colpo sbagliato o mal giocato, invece di prenderlo come un’offesa personale, potremmo trasformare quel momento esatto in un’occasione per migliorarlo.

Il consiglio utile? Stampare su un cartoncino rigido da ritagliare la “girandola colorata di emozioni” e conservarla nello zainetto, come un mantra o un testo sacro tra pala e palline, utilizzandola per il nostro benessere fisico, mentale ed emotivo. Identificandole in modo netto e cristallino, accettando gli eventi e le interrelazioni tra i diversi stati emotivi, oltre alla varietà di reazioni e intensità che potremo autoregolamentare, promuoveremo la nostra autoefficacia percepita, fiducia e concentrazione, nonché la relazione empatica, la comprensione e l’incoraggiamento verso il nostro compagno di team. Diventerà così un amuleto fondamentale per aumentare la comprensione dei nostri stati d’animo, fornendoci maggiore consapevolezza, conoscenza di sé e autoregolazione emotiva, ma soprattutto uno strumento che ci permetterà di divertirci in campo, con nuove competenze, autoconsapevolezza e senza conflitti.

LA RUOTA DELLE EMOZIONI DI PLUTCHIK

MARCELLO FERRARINI

Sono Maestro Nazionale di Padel e Istruttore di Pickleball FITP e collaboro con club di padel tra Modena e Reggio Emilia. Ricopro l’incarico di Fiduciario Territoriale Padel nel Comitato Regionale Emilia Romagna. Ho la qualifica Instructor Professional PCR-Padel Coaches Registry, avendo conseguito l’International Padel Certification e frequentato clinic e corsi di formazione per l’insegnamento agonistico, over, under, fisico-motorio e mentale. Laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche, ho sviluppato Padel Player Program - ilpadel.org, un progetto didattico di programmazione strategica multilaterale e mental coaching in campo, nonché percorsi speciali rivolti a bambini e ragazzi DIR.

Arturo Coello

padeL egal

LA COSTRUZIONE DI CAMPI

IN AREE DESTINATE AD ATTREZZATURE D’INTERESSE COMUNE

Una recentissima sentenza del TAR Toscana sancisce il divieto di edificazione di strutture padelistiche su terreni classificati come “AT” di Andrea Farano, avvocato in Milano

Icircoli toscani registrano l’ennesima sconfitta giudiziale, anche questa volta per mano di agguerriti residenti nei pressi della struttura sportiva: dopo il caso di Forte dei Marmi (Padelbiz n. 1/2024, pg. 36) e di Pietrasanta (Padelbiz n. 1/2025, pg. 54), registriamo la soccombenza del Centro Padel Golinello, club di recente edificazione nel comune di Campi Bisenzio, primo hinterland fiorentino. Questa rubrica prosegue quindi nella rassegna della giurisprudenza amministrativa a contenuto padelistico, ma come usuale ribadiamo che ogni pronuncia è tuttavia emessa con riferimento a casistiche locali dai presupposti specifici, e quindi è bene rifuggire dalla tentazione di ritenere qualsiasi ordinanza automaticamente applicabile a contesti giocoforza differenti. Allo stesso tempo, però, si può – e anzi, si deve – guardare con attenzione agli indirizzi interpretativi che si stanno via via consolidando nelle aule di giustizia, in quanto tasselli che nel loro insieme offrono una visione sistemica delle prescrizioni legali applicabili al settore.

L’ANTEFATTO

Il caso attiene alla realizzazione di un impianto sportivo provvisto di quattro campi padel coperti da una tensostruttura plastica, sorto in prossimità delle abitazioni dei ricorrenti, i quali ne hanno innanzitutto lamentato il notevole impatto visivo, additandolo poi come fonte di costante disturbo acustico. Il progetto era stato autorizzato dal Comune di Campi Bisenzio sulla scorta delle deliberazioni della Giunta Comunale nn. 63/2023, 148 e 165/2024 e del permesso di costruire in sanatoria n. 4305/C del 13 giugno 2024.

I ricorrenti, nel lamentare le ricadute negative della presenza di una struttura così impattante a ridosso della loro proprietà, denunciavano quindi la complessiva illegittimità dell’intervento assentito dal Comune, per essere questo erroneamente localizzato nell’ambito di un’area “destinata ad attrezzature di interesse comune, soggetta alla disciplina dettata dall’art. 137 delle Norme Tecniche di Attuazione del vigente regolamento urbanistico”, chiedendo che il Tar pronunciasse l’annullamento delle citate delibere (nonché degli atti e provvedimenti presupposti). A difesa del proprio operato, e a tutela dei propri interessi, si costituivano in causa il Comune di Campi Bisenzio, la società proprietaria del terreno e dell’impianto, e il Centro Padel Golinello.

L’INTERESSE AD AGIRE E LE CONTESTAZIONI DEI RESIDENTI Innanzitutto, i residenti hanno giustificato la loro iniziativa - in termini di interesse ad agire in giudizio - sul presupposto che la copertura dei campi pregiudichi la visuale delle abitazioni di loro proprietà: valutazione, questa, avallata in sentenza dal giudice sulla scorta di un reportage fotografico, da cui si evincerebbe come “il telo che ricopre i campi da gioco ha un notevole impatto visivo sull’intera area circostante, percepibile anche dagli affacci dell’immobile dei ricorrenti”. A ciò si aggiunge la lamentela sull’impatto acustico determinato dall’attività di gioco: a riguardo è stato prodotto in giudizio un breve filmato, la cui visione - sempre secondo il giudice - “rende bene l’idea del disturbo dalla stessa arrecato a coloro che risiedono nelle vicinanze”. Interessante notare come nella pronuncia si sia ritenuto irrilevante il fatto che il rumore superasse o meno i livelli di tollerabilità stabiliti dal piano comunale sulle immissioni acustiche, non essendo il Tribunale chiamato ad accertare la lesione del diritto alla salute o alla proprietà sotto il profilo della violazione dell’art. 844 c.c., ma piuttosto – e in via preliminare – solo se la domanda di annullamento degli atti impugnati fosse sostenuta da un apprezzabile interesse (“la cui consistenza non necessariamente deve assurgere al rango di un vero e proprio diritto soggettivo”).

Ciò premesso, con il primo motivo di gravame i ricorrenti hanno contestato che la convenzione impugnata avrebbe illegittimamente consentito la realizzazione di un impianto sportivo in un’area classificata dal vigente regolamento urbanistico come “AT”, vale a dire “Aree per attrezzature di interesse comune”, per legge in realtà vincolate a dotare la zona di servizi di interesse collettivo quali attrezzature religiose, culturali, sociali, sanitarie, militari, per pubblici servizi, per la protezione civile, per la vigilanza e la prevenzione incendi, assistenziali, amministrative e simili (in ottemperanza agli standards di cui all’art. 3, comma 2, lettera “b” del D.M. 1444/1968).

Per l’effetto, gli impianti sportivi non potrebbero essere realizzati sui terreni di cui sopra, bensì in quelli che il regolamento urbanistico destina ad “aree di verde pubblico attrezzato e impianti sportivi all’aperto” (ovvero al fine di soddisfare la diversa tipologia di standards di cui all’art. 3, comma 2, lettera “c” del D.M. 1444/1968, così da assicurare la presenza sul territorio di parchi, giardini pubblici e gioco).

LA DECISIONE DEL TAR

Il Tar della Toscana, terza sezione, nel dirimere la controversia sottopostagli ha accolto le tesi dei ricorrenti, per l’effetto annullando le delibere di giunta e il permesso di costruire in sanatoria oggetto di impugnativa. Con la sentenza n. 735 del 22 aprile 2025 il Tribunale amministrativo ha infatti considerato ampiamente condivisibili gli assunti dei cittadini già residenti nei pressi dei nuovi campi padel, valorizzando innanzitutto la sussistenza del loro interesse all’azione. Ciò detto il giudice – previamente richiamato il contenuto l’art. 3 comma 2 del Decreto Ministeriale n. 1444 del 1968, laddove prevede che nell’ambito delle zone residenziali gli strumenti urbanistici debbano assicurare la presenza di attrezzature “di interesse comune” in misura non inferiore a 2 metri quadrati per abitante, e di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport in misura non inferiore a 9 metri quadrati per abitante – ha precisato come “le aree destinate ad attrezzature di interesse comune e quelle destinate a spazi pubblici attrezzati per lo sport costituiscono due categorie diverse di standards non fungibili, ciascuna delle quali è caratterizzata da una diversa dotazione di aree pubbliche in relazione al numero di abitanti della zona”. Considerato che tale disposizione non è in alcun modo derogabile da parte dei comuni, in tale quadro si devono collocare le previsioni di cui al regolamento urbanistico del comune di Campi Bisenzio, che sia nella parte cartografica che in quella normativa in effetti prevedono distinte localizzazioni e discipline per le aree “AT”, e per quelle riservate ad “aree di verde pubblico attrezzato e impianti sportivi all’aperto”. Diretta conseguenza del sillogismo, secondo il TAR, è che non risulta quindi possibile autorizzare la collocazione di impianti sportivi nelle aree dedicate a spazi “di interesse comune”, “…sia perché così facendo si andrebbe a erodere la quantità di standards previsti dallo strumento urbanistico in ossequio alla lettera b) del comma 2 dell’art. 3 del DM 1444/68, sia perché verrebbe a essere pretermessa la localizzazione disposta dallo strumento urbanistico per ciascuna tipologia di servizio”. Per la cronaca, il Comune ha preannunciato il ricorso al Consiglio di Stato per la riforma della sentenza qui in commento, al fine di far accertare la piena legittimità del pubblico operato: come sempre Padelbiz monitorerà l’evolversi della vicenda e ne informerà i suoi attenti lettori.

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