Outdoor Magazine #07/08-2025

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Anno 18 - Num. 7/8 - 2025

Anno 18 - Numero 7/8 - 2025

PUNTO IOG

10 I Il manifesto dell'Italian Outdoor Group

FIERE

11 I Prowinter 2026: più spazio all'outdoor

14 I ISPO 2025: sfide e nuovi scenari

DATI & STATISTICHE

12 I Il Global Trail Running Shoes Market Research Report

EVENTI

26 I Con i grandi alpinisti da DF Sport Specialist

INTERVISTE

16 I Chiara Ronzani, nuova direttrice retail di Montura

17 I Laura Beachy, vp global marketing & communication di Thermore

27 I L'impresa alpinistica di Luca Fois

44 I Andrea Nalesso, ceo Garmont

BRAND PROFILE

18 I M.G.M S.p.a., un secolo d'innovazione

#INSIDETHERACE

20 I “By UTMB”, una garanzia di successo

GARE

21 I 100 Miglia Monviso

22 I Lavaredo Ultra Trail

#MONTURAPEOPLE

24 I Il viaggio di Lorenzo Barone

PARTNERSHIP

28 I Rock Experience & Ragni di Lecco

ACTIVE TRAVEL

30 I Pila

32 I Carinzia

33 I Regione di Valencia

34 I Plan de Corones

36 I Sardegna, Abruzzo

37 I Cortina d’Ampezzo, Val Senales

RESPONSABILMENTE

38 I AKU e Palaronda Trek

FOCUS COLLEZIONI

40 I Flora Alpina di The North Face

VETRINA PRODOTTI

42 I La Sportiva

43 I E9

45 I Icepeak, Montura

46 I Brugi

47 I Kayland

48 I Salewa, Dolomite

50 I CMP, CT

Marco Foglio, ceo Gruppo M.G.M.
Da sinistra, Hans Kammerlander, Simone Moro e Krzysztof Wielick

Narrazione collettiva

Oggi parlare di outdoor significa molto più che raccontare sport. L'outdoor è infatti anche cultura, relazione, visione. E riguarda molto da vicino anche la capacità di leggere le trasformazioni culturali, economiche e ambientali che stanno ridefinendo il modo in cui viviamo la montagna, il tempo libero e il contatto con la natura. Con derivazioni e conseguenze, per la verità, non sempre – purtroppo – positive, come sottolinea con la sua velenosa penna il nostro fido Marrano in chiusura di questo doppio numero estivo di Outdoor Magazine

Ma prima di arrivarci, troverete tante testimonianze significative dell’assunto di partenza, da varie angolature. Quella dei territori, per esempio. Raccontati nella nostra nuova sezione Active Travel: una prima puntata particolarmente ricca che ci fa viaggiare in alcune delle più belle località italiane, dall’Abruzzo a Cortina, da Pila a Plan de Corones, fino alla Sardegna. Non disdegnando altrettanto stimolanti rotte estere come quelle che ci conducono in Carinzia o nella regione valenciana.

Ai territori sono poi profondamente legati gli eventi e le competizioni che animano il panorama dell’outdoor. Le più numerose sono quelle dedicate al trail running, di cui nelle prossime pagine trovate due diverse ma emblematiche case history: la 100 Miglia del Monviso e la Lavaredo Ultra Trail, che abbiamo avuto il piacere di vivere in prima linea. Da non perdere anche la consueta rubrica Inside The Race dove parliamo di quanto il brand “UTMB” sia anche garanzia di successo e di sold out annunciato per le gare che ne fanno parte (quattro per ora quelle italiane, con altre possibili new entry). Anche da questo, oltre che dalla nostra esperienza diretta sul campo e sui sentieri, abbiamo la conferma di come il trail si confermi il segmento più vivace e in crescita del comparto outdoor.

A sancirlo sono del resto i dati di mercato attuali e le previsioni a medio termine. Come quelli raccolti nel dettaglio all’interno del Global Trail Running Shoes Market Research Report, 2017-2032, di cui Outdoor Magazine vi presenta in assoluta esclusiva alcuni estratti. Il mercato globale delle scarpe da trail running ha fatto segnare un valore di 9,3 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede che toccherà 18,7 miliardi entro il 2032, con un tasso di crescita annuo medio del +8,9%.

A completare l’ampia panoramica del mese non mancano importanti novità e focus sulle fiere di settore. Messi in archivio con grande successo e soddisfazione i nostri Outdoor & Running Business Days (con succose ulteriori novità in arrivo per il 2026), ci si prepara con una certa curiosità alla prossima edizione della Saudi Sport Week di cui vi abbiamo parlato negli scorsi numeri, oltre che di ISPO (con un concetto più allargato e trasversale) che completeranno il programma di quest’anno. Ad aprire il 2026 sarà invece, come di consueto, Prowinter, con un raddoppio degli spazi e una crescente attenzione proprio per il comparto outdoor, che si guadagna un intero padiglione e supporterà la fiera verso una decisa espansione internazionale.

Anche sul fronte delle aziende, pur in una contingenza di mercato non proprio esaltante, non mancano validi esempi di collaborazioni innovative, lancio di nuove soluzioni tecnologiche e materiali. Così come belle storie che vale la pena condividere con i nostri lettori perché rappresentano valide espressioni di identità, ricerca e creatività. Tornando al concetto da cui siamo partiti: l’outdoor non è solo un mercato più o meno in crescita, ma una lente attraverso cui leggere la società contemporanea. È un territorio di contaminazione tra turismo e innovazione, tra benessere e territorio, tra comunità e visione. Oggi, camminare, correre, salire, significa anche partecipare a una nuova narrazione collettiva. Scritta e raccontata anche da ciascuno di noi.

Benedetto Sironi benedetto.sironi@mag-net.it

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Chiuso in redazione il 29 luglio 2025 Outdoor Magazine @outdoormag_ mag-net-srl

CIMALP ENTRA

NEL MONDO CLIMBING

CIMALP compie un passo importante nella sua evoluzione: l’ingresso nel mondo dell’arrampicata. Un ampliamento naturale della propria offerta come estensione coerente del know-how tecnico e della filosofia del marchio: sviluppare attrezzatura pensata da chi vive la montagna ogni giorno, per chi cerca il massimo sul terreno verticale, in ogni condizione. Figure come Kilian Moni, selezionato per il prestigioso programma d’élite francese di alpinismo, e Ilona Serrar, giovane promessa dell’arrampicata su ghiaccio, hanno contribuito in modo diretto a trasferire nel progetto la realtà vissuta su roccia, falesia e ghiaccio. Con questa nuova direzione, CIMALP non cambia strada: la allarga, per includere nuovi orizzonti verticali.

A ZURIGO LO STABILIMENTO DI ON DEDICATO ALLA LIGHTSPRAY

HEAD ACQUISISCE

IL GRUPPO AQUALUNG

HEAD ha ufficialmente acquisito il Gruppo Aqualung. L’operazione, approvata dal Tribunale di Nizza il 26 giugno, rafforza la presenza di HEAD negli sport acquatici, ampliando il portafoglio marchi già composto da nomi affermati come MARES, SSI, rEvo, LIVEABOARD.COM e ZOGGS. Il piano di rilancio supera i 50 milioni di euro e prevede una ristrutturazione operativa, salvaguardia dei posti di lavoro e potenziamento degli impianti in Francia, UK e Messico. Con questa acquisizione nasce il principale gruppo mondiale nel settore degli sport acquatici, impegnato su innovazione, performance e sostenibilità. HEAD punta anche a espandere l’offerta per clienti professionali e militari, e rendere le discipline d'acqua più accessibili nel mondo.

On ha inaugurato a Zurigo il primo stabilimento al mondo per la produzione della tecnologia LightSpray, il rivoluzionario processo produttivo delle scarpe da corsa. LightSpray consente di realizzare tomaie ultraleggere in un unico passaggio tramite un braccio robotico, riducendo i tempi di produzione a soli tre minuti e abbattendo del 75% le emissioni di carbonio rispetto alle scarpe da corsa On tradizionali. Il nuovo stabilimento, completamente automatizzato, segna una tappa fondamentale per il marchio, che per la prima volta produrrà le tomaie in Svizzera attraverso un processo industrialmente scalabile. Sono già previste nuove aperture di strutture simili a livello globale.

SALOMON INAUGURA

IL SUO SECONDO BRAND STORE A MILANO

DOLOMITE AL FIANCO DI FERDY WILD

NELLE OROBIE

Dolomite annuncia una nuova partnership con Ferdy Wild, l’agriturismo d’eccellenza nel cuore delle Orobie bergamasche, premiato con la Stella Verde Michelin per la sua cucina sostenibile e il forte legame con il territorio. I prodotti Dolomite accompagneranno lo staff nelle attività quotidiane – dall’ospitalità al lavoro in alpeggio – offrendo calzature affidabili, confortevoli e adatte alla vita in montagna. Una collaborazione fondata su valori comuni: autenticità, rispetto per la natura, comunità e tradizione.

Lo scorso 3 luglio, Salomon ha inaugurato il suo nuovo brand store a Milano, in Piazza Gae Aulenti 4. Questo secondo punto vendita diretto segna un’evoluzione strategica per il brand, che punta a consolidare il ruolo del capoluogo lombardo come hub d’eccellenza per l’innovazione e la performance nello sport. Lo spazio di Portanuova si afferma come hub dedicato alla performance, con un’offerta tecnica altamente specializzata dedicata al running e agli sport outdoor, mentre lo store di Brera, in Corso Garibaldi 12, continua a rappresentare il punto di riferimento per il mondo sportstyle.

HOKA LANCIA

“TOGETHER WE FLY HIGHER”

HOKA presenta la nuova campagna globale 2025 “Together We Fly Higher”: un inno alla forza della community e al potere del supporto reciproco nel percorso sportivo. Il messaggio, parte della narrazione “Fly Human Fly”, celebra la corsa come esperienza condivisa, capace di unire, motivare e far crescere. Cuore della campagna sono storie vere di runner e dei loro gruppi di sostegno, raccontate attraverso film emozionali. HOKA rinnova così il suo impegno per la performance, la connessione e la gioia del movimento.

ELBA LEGEND RUN 2025: TRA MARE, STORIA E MINIERE

Dal 3 al 5 ottobre torna sull’Isola d’Elba la Elba Legend Run, con tre gare spettacolari da 13, 25 e 65 km. Partenza e arrivo a Capoliveri, lungo percorsi immersi nella macchia mediterranea, tra scorci sul mare e antichi siti minerari. La distanza ultra attraversa Monte Calamita, Monte Giove e la leggendaria GTE, con 3000 m D+. L’evento è anche natura, cultura e sostenibilità, con attività per tutti: escursioni, bike tour, yoga, degustazioni e visite nei borghi. Un festival outdoor da non perdere, in un’isola meravigliosa nel suo momento più autentico.

UTMB WORLD SERIES E RUDY PROJECT: UNA PARTNERSHIP TRIENNALE

Nasce una nuova partnership triennale tra UTMB World Series e Rudy Project che si fonda su valori condivisi: una dedizione all’innovazione, un impegno verso la sostenibilità e una profonda passione per la natura e per l’empowerment delle persone. Il brand di Treviso supporterà il più prestigioso circuito mondiale di trail running in qualità di Fornitore Ufficiale di Occhiali fino al 2027 incluso. Al centro di questa collaborazione c’è anche il desiderio comune di supportare e ispirare la comunità della corsa off-road. Rudy Project sarà presente in eventi selezionati della UTMB World Series, a partire dalla La Sportiva Lavaredo Ultra Trail by UTMB, offrendo esperienze sul campo pensate per avvicinarsi alla community del trail running e per supportare gli atleti nel loro percorso. In qualità di Fornitore Ufficiale, Rudy Project dedicherà le sue innovazioni più avanzate agli atleti che aspirano a raggiungere il massimo del proprio potenziale sui sentieri.

MICO CONFERMA LA SPONSORSHIP DELL’ADAMELLO ULTRA TRAIL

Dal 26 al 28 settembre 2025 torna l’Adamello Ultra Trail e, per l’ottavo anno consecutivo, MICO Sport sarà main sponsor dell’evento. La storica partnership si fonda su radici comuni e un legame forte con il territorio. Il brand bresciano firmerà i pacchi gara di tutte le distanze e schiererà il MICO Team, già protagonista nelle scorse edizioni. Chiuse con successo le iscrizioni Early Bird (+45%), l’evento include anche il Vertical Kilometer del 14 settembre e l’Adamello Trail Junior, con gare per tutte le età.

KOM 2025: ARTE, SPORT E CULTURA A 2.350 METRI

Si è conclusa con successo la prima edizione di KOM – Kulture Of Mountain, festival sperimentale che ha trasformato il Rifugio Fauniera in un crocevia tra arte, sport, musica e natura. Oltre 100 partecipanti, concerti all’alba con artisti come Angelini, Boosta e Anna Carol, trekking, yoga, talk e orienteering con Garmin. Forte il ruolo dei partner (Karhu, Ferrino, Garmin, Alba Optics, Officine Mattio), che hanno contribuito anche a una donazione per il Colle Fauniera. Emozioni, condivisione e alta quota: già in cantiere l’edizione 2026. KOM ha dimostrato che un festival a 2.350 metri non è solo possibile, ma necessario.

ORTOVOX SAFETY ACADEMY: OLTRE 170 CORSI PER L’ESTATE 2025

NASCE ISPO RETAIL CLUB 2025 PER I NEGOZI SPORTIVI

Brand emergenti, trend globali, networking di alto livello: l’ISPO Retail Club è il programma esclusivo per i retailer del mondo sportivo. Dal 30 novembre al 2 dicembre a Monaco, tre giorni di formazione, tour guidati, incontri con i top brand e accesso VIP a ISPO 2025. I negozianti godranno di iscrizione gratuita, ingresso fiera incluso, lounge riservata, eventi esclusivi e contenuti premium tutto l’anno. Lo scopo dell’iniziativa è di fornire soluzioni concrete ai negozianti per rinnovare il loro punto vendita e per stare al passo con i tempi.

Tornano da luglio a settembre i corsi estivi della Ortovox Safety Academy, con oltre 170 appuntamenti, di cui 80 in Italia. Tre i filoni principali: alpinismo su ghiacciaio, alpinismo su roccia e arrampicata (basic, avanzata e alpinistica). I corsi, rivolti a principianti e appassionati, si svolgono con guide alpine qualificate in Abruzzo, Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, Trentino e Alto Adige. Accanto alla pratica, Ortovox offre anche piattaforme digitali e guide tascabili per un apprendimento completo. Info e iscrizioni su: ortovox.com

GLI ATLETI PETZL AL COURMAYEUR FEELING MOUNTAIN 2025

Petzl è partner dell’edizione 2025 del Courmayeur Feeling Mountain, con tre serate imperdibili in piazza Jardin de l’Ange. Il 25 luglio, Liv Sansoz e Zeb Roche raccontano la loro discesa in parapendio dal K2 con il film “K2 Mon Amour”. Il 2 agosto tocca a François D’Haene, con la proiezione di Face au Tor, sul suo trionfo al Tor des Géants 2024. Il 9 agosto, Maurizio Oviglia ripercorre una vita tra vie d’arrampicata, esplorazioni e sicurezza in montagna. Incontri unici con grandi nomi dell’outdoor. In foto, da sinistra, Zeb Roche e Liv Sansoz

SIMONE MORO PRESENTA IL SUO LIBRO NEL NEGOZIO MILANESE DI THE NORTH FACE

“Gli Ottomila al chiodo” è il titolo dell’ultimo libro di Simone Moro, presentato giovedì 24 luglio nel negozio The North Face di Milano, in via Orefici 11. Per l’occasione, l’alpinista bergamasco ha partecipato a una sessione di Q&A moderata dal giornalista Fulvio Giuliani, fermandosi poi per il firmacopie con i tanti appassionati accorsi ad ascoltarlo. Un’ora e mezza di intervento denso di aneddoti e racconti. Un incontro esclusivo in cui Simone Moro si è raccontato nella sua doppia veste di alpinista ed elicotterista del soccorso alpino, con cui opera anche sui giganti del mondo, in Himalaya. Le sue esperienze sono state condivise con il pubblico in sala, in un clima di partecipazione viva e autentica. A seguire, una riflessione appassionata sull'evoluzione dell'alpinismo himalayano, che oggi si esprime anche attraverso le lunghe code per raggiungere la vetta: un fenomeno che Moro mette a confronto con un’idea di esplorazione più autentica e meno commerciale. Un appuntamento coinvolgente ed emozionante, che ha offerto una nuova chiave di lettura per una disciplina, quella dell’alpinismo, che ha ancora bisogno di grandi sogni.

NASCE VÀ SENTIERO FEST, IL PRIMO FESTIVAL-SPEDIZIONE

Dal 28 luglio all’8 agosto, Và Sentiero Fest unirà trekking e cultura nei sentieri del Parco del Matese e del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise. Dopo aver percorso tutte le montagne d’Italia tra 2019 e 2021, il team lancia un nuovo progetto: 10 tappe gratuite e aperte a tutti, in stile Forrest Gump, con eventi culturali e attività esperienziali nei borghi attraversati. L’inaugurazione sarà il 27 luglio a Campitello Matese, con un concerto di musica popolare. La carovana toccherà borghi come Isernia, Castel di Sangro, Barrea e Pescasseroli. In collaborazione con il Touring Club Italiano, saranno attivati i borghi Bandiera Arancione per accogliere i partecipanti. Tutti possono unirsi per una o più tappe: basta registrarsi. Tutti gli eventi sono gratuiti.

Simone Moro
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AKU ENTRA IN SBTI: OBIETTIVO DECARBONIZZAZIONE

A giugno 2025 AKU è entrata ufficialmente nel programma della Science Based Targets initiative (SBTi), che certifica gli obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con l’Accordo di Parigi. L’azienda ha definito l’anno base 2022 e si impegna a ridurre del 58,8% le emissioni di Scope 1 e 2 entro il 2034, misurando e contenendo anche quelle di Scope 3. Ogni anno AKU calcolerà e certificherà le emissioni (ISO 14064), pubblicando i risultati nel Bilancio di Responsabilità. Un passo concreto, trasparente e scientifico verso un futuro più sostenibile.

IL GRUPPO OBERALP HA UN CUORE

SOSTENIBILE A MONTEBELLUNA

SALOMON CON INYOURSHOES PER I RUNNER DEL KENYA

Salomon rinnova il sostegno a InYourShoes, il progetto solidale che raccoglie scarpe da corsa usate da donare ai giovani atleti di Iten, in Kenya. Cuore dell’iniziativa è stata la Dolomyths Run 2025 (11–13 luglio, Canazei), dove è stato possibile donare calzature pulite e in buono stato presso l’area expo Salomon. Raccolta attiva anche a Milano (Salomon Store Portanuova e WHY_RUN) e nei punti ufficiali della ONLUS. Ogni paio può essere accompagnato da un messaggio per chi lo riceverà. In programma anche una spedizione solidale in Kenya (26/10–5/11) aperta a candidature online.

A Montebelluna (TV), in Veneto, ha sede la Footwear Division del Gruppo Oberalp, cuore della strategia sostenibile e produttiva oltre che centro di sviluppo per brand come Salewa, Dynafit e Wild Country. Qui si progettano e producono dalle scarpe per l’outdoor al tecnical hardware fino all’equipment combinando innovazione, artigianalità e rispetto per l’ambiente. Il distretto è hub di eccellenza in cui operano oltre 100 fornitori locali e numerosi artigiani altamente qualificati e specializzati, e dove l’integrazione di tecnologie all’avanguardia, come la stampa 3D, la prototipazione digitale e strumenti avanzati di testing, permettono di sviluppare soluzioni sempre più performanti, con una cura artigianale che rimane centrale in tutto il processo. Dal 2024, tutte le calzature sono PFAS-free e risuolabili, a conferma dell’impegno di Oberalp verso un consumo consapevole e uno sviluppo sostenibile legato al territorio.

UNA VISIONE CONDIVISA PER L’OUTDOOR: IL MANIFESTO DELL'IOG

L’Italian Outdoor Group di Assosport raccoglie in un documento ufficiale i principi che guidano l'agire del gruppo, sia come team d'imprese sia come interlocutore autorevole nel panorama nazionale e internazionale

_ a cura dell'Italian Outdoor Group

Nel contesto di un settore in continua evoluzione, la condivisione di valori, visione e obiettivi comuni rappresenta un elemento fondamentale per rafforzare l’identità e la coesione della nostra community. Il Manifesto IOG nasce proprio con questo intento: definire in modo chiaro la nostra ragion d’essere, i valori in cui crediamo e gli obiettivi che ci proponiamo di raggiungere insieme. È un atto di impegno verso i nostri associati e tutto il mondo outdoor, uno strumento di trasparenza e condivisione che vuole ispirare la crescita, la collaborazione e l’innovazione nel

settore. Attraverso questo Manifesto, IOG si presenta come una realtà dinamica, inclusiva e orientata al futuro, pronta a promuovere la cultura outdoor, sostenere la competitività delle aziende italiane e valorizzare il ruolo dell’esperienza a contatto con la natura. Invitiamo tutti i lettori di Outdoor Magazine, siano essi aziende, negozi o appassionati, a scoprire e condividere i principi e gli obiettivi che animano la nostra associazione, nella convinzione che solo attraverso una visione comune sia possibile affrontare con successo il mercato e contribuire allo sviluppo del settore.

MANIFESTO DI ITALIAN OUTDOOR GROUP DI ASSOSPORT

In considerazione dell’importanza di determinare in maniera chiara e inequivocabile la ragion d’essere del gruppo IOG - Italian Outdoor Group di Assosport, pensiamo opportuno fissare sulla carta i principi che stanno alla base dell’esistenza stessa oggi e per il futuro

OUTDOOR VISION

Un’opportunità per il presente, una forma di salvezza per le future generazioni. Un’esperienza che favorisce la riconnessione fra l’essere umano e l’ambiente naturale, che mette al centro la natura e l’uomo come parte di essa. Outdoor: il nostro mondo, la nostra ispirazione.

COSA SIAMO

IOG Italian Outdoor Group. Un gruppo di imprese italiane specializzate nella produzione e distribuzione di equipaggiamento per l’attività sportiva, professionale, contemplativa e rigenerativa a contatto con la natura. Un gruppo di imprenditori che condividono una visione del mercato centrata sulla creazione, salvaguardia e comunicazione del valore reale dei propri prodotti al consumatore finale. Una realtà economica di primo piano nell’ambito del sistema industriale italiano e internazionale, impegnata nel garantire la continuità e lo sviluppo di una tradizione produttiva di assoluta eccellenza. Un corpo unico formato da identità diverse, ognuna libera e indipendente.

COSA NON SIAMO

• Un ente di autogoverno che decide la condotta delle singole imprese.

• Un sindacato delle imprese industriali italiane del settore outdoor.

• Un cartello di imprese o un organismo istituzionale che opera per vincolare i prezzi e determinare le regole di funzionamento del libero mercato.

VALORI IN CUI CREDIAMO

• Crediamo nel valore dell’esperienza a contatto con la natura come fonte di ispirazione per la missione imprenditoriale delle imprese che compongono il nostro gruppo.

• Crediamo nella capacità innovativa e di progresso delle imprese, secondo

della nostra aggregazione. La sottoscrizione di tale Manifesto rappresenta un atto di impegno da parte di IOG nei confronti dei propri associati e una ferma e convinta adesione da parte dei membri nei confronti dell’associazione.

una logica di sviluppo orientata al contenimento dell’impatto ambientale generato dalla produzione e alla sua compensazione, attraverso azioni reali e misurabili.

• Crediamo nel rispetto e nella trasparenza delle relazioni di mercato come presupposti della collaborazione con la distribuzione specializzata, in un’ottica di libero mercato.

• Crediamo nel lavoro e nella valorizzazione delle persone, nell’impatto positivo che ciascun individuo può avere. Per questo creiamo momenti di dialogo, formazione e conoscenza tra gli attori del settore.

OBIETTIVI

• Allargare la base di mercato attraverso iniziative che promuovono la crescita della cultura outdoor nella società civile italiana, a beneficio dell’intera comunità outdoor.

• Sostenere iniziative ed eventi diretti a generare l’incontro tra domanda ed offerta, sia fra industria e distribuzione che fra industria, distribuzione e consumatore finale.

• Promuovere l’impegno delle aziende associate nel partecipare alle iniziative di gruppo e nel sostenere il dialogo collaborativo con la distribuzione. Generare e consolidare un dialogo con la distribuzione specializzata in funzione di obiettivi sostenibili e condivisi, ispirati dal comune interesse per lo sviluppo del libero mercato outdoor e per la salvaguardia del valore reale dei marchi e delle insegne.

• Implementare iniziative di formazione tecnica finalizzate a valorizzare la professionalità degli addetti ai lavori che operano nella distribuzione.

• Aumentare il livello di consapevolezza del consumatore finale rispetto all’origine, al valore reale e alle modalità di utilizzo dei nostri prodotti.

• Comunicare in Italia e nel mondo il valore delle imprese italiane e dei marchi che le rappresentano.

italianoutdoorgroup.it

PUNTO IOG

PROWINTER RADDOPPIA

La 26esima edizione della kermesse b2b di riferimento per il settore sci e sport invernali inaugura un nuovo e intero padiglione all’outdoor. La partnership tra Fiera Bolzano, IOG di Assosport e MagNet diventa ancora più forte

Prowinter si terrà dall’11 al 13 gennaio 2026 a Fiera Bolzano. Dopo lo spostamento strategico di data da aprile a gennaio, Prowinter si è posizionata come fiera di riferimento non più solo per il noleggio ma anche in generale per il settore sci e sport invernali. A confermarlo sono i numeri di rilievo, oltre 300 marchi presenti, 4.000 ingressi e 40 nazioni rappresentate. In uno scenario di mercato che evolve e cambia rapidamente, nel 2025 la fiera bolzanina ha attivato due partnership strategiche con altre due importanti realtà, MagNet e Italian Outdoor Group di Assosport, allargando la fiera al mondo outdoor.

PROWINTER OUTDOOR

IL CONCEPT

Nato nel 2025, Prowinter Outdoor è il laboratorio ideale per un nuovo concetto di outdoor invernale, basato sulla contaminazione delle stagioni e delle forme di esperienza a contatto con la natura. Punto di incontro e fonte di ispirazione degli operatori specializzati nella fornitura di prodotti e servizi per la montagna, organizzato a Bolzano, la location alpina italiana più simbolica per la stagione invernale.

IL TEAM ORGANIZZATIVO

dell’editoria sportiva (edita tra gli altri Outdoor Magazine e Running Magazine) e dell’organizzazione di eventi (come gli ORBDAYS di Riva del Garda, l’evento di riferimento estivo per il mercato), con un focus speciale e di lunga data nel mercato outdoor.

GLI OBIETTIVI

• Rafforzare l'evento tradizionalmente legato allo sci alpino, con l'ampliamento all'industria dell'outdoor.

• Riformulare il concetto di outdoor invernale verso una nuova condizione mentale in ragione dei nuovi scenari climatici e dell’evoluzione delle forme di esperienza a contatto con la natura.

• Incrementare in maniera significativa la presenza di operatori internazionali, con particolare attenzione ai Paesi di lingua tedesca (Germania, Austria e Svizzera), ma non solo.

UN NUOVO PADIGLIONE DEDICATO

Prowinter Outdoor ha visto coinvolti in rapporto di partnership operativa Fiera Bolzano, Italian Outdoor Group, il gruppo che raccoglie i principali marchi italiani del settore outdoor nell’ambito dell’associazione Assosport e MagNet, la B Corp milanese protagonista nel settore

DATI DELL’EDIZIONE 2025

NUMERI GENERALI

ESPOSITORI

132 espositori italiani

38 espositori stranieri

170 espositori totali

+300 brand

VISITATORI

3.500 ingressi (2024)

4.000 ingressi (2025)

84% italiani

6% altri Paesi

50% incremento di visitatori stranieri

PROWINTER OUTDOOR

Tra le principali novità dell’edizione 2026 c’è il raddoppio degli spazi espositivi, con un intero padiglione dedicato al settore outdoor italiano e internazionale, tra cui una rappresentanza di brand scandinavi grazie all’accordo siglato con lo Scandinavian Outdoor Group. Gli associati IOG (Italian Outdoor Group) e Assosport avranno a disposizione anche un’ampia outdoor lounge dedicata e condivisa con area bar e potranno contare su uno speciale sconto dedicato e altre agevolazioni per la partecipazione alla fiera.

Il bilancio dell’edizione 2025 è stato decisamente positivo con feedback entusiasti da parte di aziende e visitatori, oltre a numeri di rilievo:

50 nuovi espositori coinvolti oltre 100 nuovi brand rappresentati più di 900 retailer in rappresentanza di 350 ragioni sociali che si sono aggiunti a coloro che già storicamente partecipavano a Prowinter

INFO

Le aziende interessate a partecipare possono contattare per tutti i dettagli e i costi la segreteria organizzativa del gruppo MagNet ai seguenti recapiti: MagNet Srl SB - 02.87245180 - info@mag-net.it

I TREND VANNO DI CORSA

Global Trail Running Shoes Market Research Report, 2017-2032

Il trail running non è solo una passione crescente, ma anche un motore economico in forte espansione. Secondo un nuovo report di mercato, le calzature supereranno i 18 miliardi di dollari entro il 2032. Innovazione, sostenibilità e canali digitali spingono il settore verso alte vette

Source: Primary Research, Secondary Research, White Paper, Company Website

Da una disciplina di nicchia, il trail running è diventato un fenomeno globale. Questa crescente popolarità ha spinto il mercato delle calzature dedicate a un'espansione significativa, come rivelato nel “Global Trail Running Shoes Market Research Report, 2017-2032”: il mercato globale delle scarpe da trail, valutato 9,3 miliardi di dollari nel 2024, è destinato a raddoppiare entro il 2032, toccando quota 18,7 miliardi. Un tasso di crescita del 9,11% annuo che fa impallidire molti altri settori. Ma cosa c'è dietro questi numeri?

Dimensione del mercato globale delle scarpe da trail running (in milioni di USD), 2025–2032

Innovazione dunque, ma responsabile: la sostenibilità infatti non è più un optional. I brand stanno correndo verso materiali eco-compatibili, tessuti riciclati e intersuole biodegradabili. Non solo per questioni etiche, ma perché i trail runner sono spesso i primi a toccare con mano l'impatto ambientale. Chi meglio di loro può apprezzare una scarpa che rispetta i luoghi che ama esplorare?

Il report suddivide le scarpe in diverse categorie:

1. Light trail running shoes - progettate per sentieri ben battuti e relativamente lisci, sono leggere, flessibili e ottimizzate per velocità. Esempio: Altra Timp 5. Questo segmento crescerà da 5.766,69 milioni di USD (2025) a 10.279,43 milioni di USD (2032), con un CAGR dell'8,61%, trainato dalla popolarità del trail running di tipo ricreativo.

RUNNING SHOES MARKET SIZE (USD MILLION) , (2025-2032), (USD MILLION) Source: Primary Research, Secondary Research, White Paper, Company Website

LE CALZATURE DEL TRAIL RUNNER

Non parliamo più delle vecchie scarpe da ginnastica e neanche di scarponi leggeri. Le moderne calzature da trail sono gioielli di ingegneria: puntali rinforzati che resistono agli urti con le rocce, suole aggressive che mordono il terreno più scivoloso e membrane Gore-Tex. Ogni dettaglio è studiato per trasformare il runner in una macchina perfetta sui sentieri più impegnativi. E i produttori lo sanno bene: il prezzo medio è salito da 161 dollari nel 2017 a una proiezione di 174 dollari entro il 2032. I trail runner sono disposti a pagare di più per la qualità, e questo sta alimentando un circolo virtuoso di innovazione. Ancora di più se queste scarpe entrano nelle grazie dei fashion addicted, come avvenuto negli ultimi anni.

2. Rugged trail running shoes - adatte a terreni impegnativi con rocce, fango e forti pendenze, offrono durabilità superiore e maggiore protezione. Esempio: norda 001. Il mercato aumenterà da 2.647,47 milioni di USD (2025) a 5.200,24 milioni di USD (2032), con il CAGR più alto del 10,12%, spinto dalla crescente comunità di trail runner esperti.

3. Off trail running shoes - destinate a sentieri estremi e non segnalati, garantiscono flessibilità, resistenza all'acqua e stabilità avanzata. Esempio: adidas Terrex Agravic 3. La crescita prevista va da 1.253,20 milioni di USD (2025) a 2.408,43 milioni di USD (2032), CAGR del 9,78%, alimentata dall'interesse per l'esplorazione wilderness e gli eventi competitivi off-trail.

Il mercato globale delle scarpe da trail mostra dunque una crescita significativa in tutti i segmenti. Dopo aver raggiunto 9.357,36 milioni di USD nel 2024, il settore è destinato a espandersi da 10.153,67 milioni di USD nel 2025 a 18.688,64 milioni di USD entro il 2032, registrando un CAGR complessivo del 9,11% per il periodo 2025-2032.

Tasso di crescita del mercato globale delle scarpe da trail running per tipologia (in milioni di USD), 2025–2032

TABLE 7. GLOBAL TRAIL RUNNING SHOES MARKET SIZE (USD MILLION) (2025-2032)
TRAIL

LA RIVOLUZIONE

DIGITALE

Il Covid-19 ha cambiato molto nel settore outdoor e anche il trail non è da meno. L'e-commerce è esploso: si passerà da 5.803,17 milioni di USD nel 2025 a 11.285,72 milioni di USD nel 2032, con una crescita prevista del 9,97% annuo. Ma non è solo questione di comodità: le piattaforme online stanno diventando hub di conoscenza dove i trail runner condividono esperienze, recensioni e consigli. Paradossalmente, mentre si compra sempre più online, il desiderio di natura e avventura non è mai stato così forte. La pandemia ha insegnato a molti il valore degli spazi aperti, e la corsa offroad è diventata la via di fuga perfetta dalla vita urbana.

19. GLOBAL TRAIL RUNNING SHOES MARKET SIZE (USD MILLION) ,

Dimensione del mercato globale delle scarpe da trail running (in milioni di USD), 2025–2032, per canale di vendita

VERSO ALTRI LIDI

L'Asia-Pacifico sta emergendo come la nuova frontiera del trail running: redditi in crescita, maggiore consapevolezza del fitness e una natura spettacolare stanno creando opportunità enormi. Non sorprende che i grandi brand stiano puntando sempre di più su questi mercati.

Ma le sfide non mancano: concorrenza agguerrita, fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e la necessità di innovare continuamente. Chi riuscirà a trovare il giusto equilibrio tra performance, sostenibilità e prezzo avrà conquistato non solo i sentieri, ma anche il mercato.

Dimensione del mercato globale delle scarpe da trail running (in milioni di USD) per regione, 2025–2032

IL FUTURO CORRE SUI SENTIERI

Il trail running rappresenta qualcosa di più di una semplice disciplina: è un movimento culturale che celebra la libertà, l'avventura e il rispetto per la natura. E ora che anche i numeri confermano questa tendenza, possiamo dire con certezza che il futuro dell'outdoor corre sui sentieri.

I DATI CITATI PROVENGONO DAL “GLOBAL TRAIL RUNNING SHOES MARKET RESEARCH REPORT, 2017-2032"

COSA TROVERAI NEL REPORT

• Dimensioni, trend e previsioni del mercato delle scarpe da trail running (2015–2031)

• Principali driver, sfide e opportunità emergenti

• Analisi della concorrenza e profili dettagliati delle aziende

• Approfondimenti regionali: Asia, Europa, Nord America e altri mercati chiave

• Analisi strategica di acquisizioni, partnership e innovazioni

• Impatto della pandemia e delle condizioni macroeconomiche sul settore

PERCHÉ ACQUISTARE IL REPORT

• Analisi qualitativa e quantitativa per segmento, con dati economici e non economici

• Valore di mercato (in miliardi/milioni di USD) per ciascun segmento e sotto-segmento

• Identifica le aree e i segmenti a più rapida crescita e con maggiore potenziale

• Analisi geografica del consumo e dei fattori che influenzano il mercato

• Benchmark competitivo: ranking, lanci di prodotto, espansioni e operazioni M&A

• Profili aziendali completi con analisi SWOT e confronti strategici

• Prospettive di crescita attuali e future, con focus su opportunità e rischi

• Analisi approfondita con il modello delle Cinque Forze di Porter

• Approfondimenti lungo la catena del valore del mercato Trail Running Shoes

• Dinamiche di mercato e potenziali di sviluppo fino al 2031

• Sei mesi di supporto post-vendita con accesso diretto agli analisti

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ISPO 2025: NUOVI SCENARI, NUOVE SFIDE

Dal 30 novembre al 2 dicembre 2025, Monaco ospita una nuova edizione della kermesse. Non solo prodotti, ma visione, sostenibilità e innovazione per un’intera industria in evoluzione

Non vuole più essere solo un trade show, ma un movimento globale. Dal 30 novembre al 2 dicembre 2025, ISPO torna a Monaco di Baviera con un’edizione che promette di essere la più trasformativa di sempre. L’evento leader mondiale per sport, outdoor, innovazione e athleisure evolve in una piattaforma dove si intrecciano visioni strategiche, soluzioni sostenibili e tecnologie all’avanguardia.

Sotto il nuovo claim “From Buying to Selling”, ISPO mette al centro una domanda fondamentale: Come possiamo progettare il futuro del nostro settore in modo più consapevole, collaborativo e responsabile?

Con oltre 1.800 espositori e 80.000 visitatori attesi, ISPO 2025 non sarà solo un punto di incontro tra brand, retailer, start-up e creativi, ma un vero ecosistema in movimento. Tra i format in evidenza: l’ISPO Collaborators Club, lo spazio Start-up Area, e il nuovo Retail Club, pensati per favorire connessioni concrete lungo tutta la filiera. Uno dei focus principali sarà la sostenibilità, oggi considerata non più un’opzione, ma una condizione essenziale per competere. Nell’ISPO Sustainability Hub, brand pionieri come Bergans, Osprey e Komperdell presenteranno innovazioni circolari, tecnologie di riciclo e strategie ESG che ridefiniscono la produzione e il consumo consapevole.

Ma non finisce qui. ISPO 2025 riserva ampio spazio anche all’innovazione digitale: smart textiles, wearable intelligenti, sensoristica applicata all’allenamento e al retail offriranno scenari concreti di utilizzo. Per i più visionari, la Start-up Area tornerà a essere palcoscenico privilegiato per pitch, networking e contatti con investitori internazionali.

Interessante anche la nuova Health & Wellbeing Arena, dove il mondo dello sport incontra salute mentale, benessere aziendale e rigenerazione. Qui, realtà come EGYM mostreranno come trasformare un’attività sportiva in un servizio per la salute a lungo termine.

Networking e confronto professionale rimangono al cuore di ISPO. Tra panel interattivi, sessioni guidate e lounge dedicate ai retailer, ogni professionista troverà spazio per dialogare, ispirarsi e trovare soluzioni a sfide attuali, dall’e-commerce ai modelli D2C, fino ai nuovi concept esperienziali in-store.

ISPO 2025 si propone così come “think tank” globale, hub di connessioni strategiche e catalizzatore di cambiamento. Un appuntamento imperdibile per chi crede che il futuro dello sport e dell’outdoor vada scritto oggi insieme, con coraggio e visione.

Chiara Ronzani, nuova direttrice retail di Montura

UNA NUOVA ESPERIENZA IN NEGOZIO

Chiara Ronzani, direttrice retail di Montura, racconta visione, sfide e prospettive del canale fisico, tra autenticità, innovazione e relazione con il territorio

di Pietro Assereto

Con un background eclettico tra business, creatività e imprenditoria, Chiara Ronzani porta in Montura un approccio integrato e umano al retail. In questa intervista ci parla della centralità del negozio fisico, della visione omnicanale del brand e del ruolo dei team locali nella costruzione di un’esperienza autentica e profondamente connessa al mondo outdoor.

Chiara, hai un percorso davvero eclettico, che attraversa mondi apparentemente lontani. Come queste esperienze influenzano il tuo approccio alla direzione retail in Montura?

Il mio percorso mi ha insegnato a connettere mondi diversi e a leggere il cambiamento con occhi trasversali. L’esperienza in progetti imprenditoriali, ruoli di leadership in ambienti corporate, nel retail e merchandising strategico, in ambiti molto differenti dal mondo premium, denim, gioielleria, profumeria o il b2b, mi ha allenata a muovermi con agilità tra visione strategica e gestione operativa. In Montura porto un approccio integrato: strategia, osservazione e ascolto, cultura del prodotto e valore umano. Ogni scelta parte da un interrogativo fondamentale: come possiamo creare valore autentico, concreto e duraturo?

Ci sono elementi dell’esperienza in-store che consideri fondamentali per costruire una relazione autentica con il cliente outdoor?

Sì, e sono spesso quelli più umani: l’ascolto, la competenza, la passione condivisa per la montagna. Il cliente outdoor cerca autenticità e si riconosce in chi vive davvero ciò che racconta. L’esperienza in-store deve essere coerente con i suoi valori: contatto con la natura, semplicità, qualità, attenzione. Costruire una relazione autentica significa saper accompagnare, consigliare e ispirare, senza mai forzare.

Montura ha oggi 26 negozi di proprietà in Italia. Che ruolo gioca il retail fisico nella strategia complessiva del marchio?

Il retail fisico per Montura è molto più di un canale di vendita. È un laboratorio vivo, dove la relazione con il cliente prende forma concreta. Nei nostri negozi l’obiettivo è trasmettere i valori intrinsechi del brand: il rispetto per l’ambiente, l’attenzione alla qualità e innovazione costante e il desiderio di creare legami veri. Il negozio è un presidio culturale, uno spazio in cui il prodotto diventa esperienza e connessione.

In un’epoca sempre più digital, perché investire ancora (e con decisione) sul canale fisico?

Perché il contatto umano resta insostituibile. In un mondo dove tutto può essere acquistato con un click, l’esperienza in negozio rappresenta un momento di verità, di immersione. Ma il fisico e il digitale non sono alternativi: devono dialogare. Il nostro investimento nel canale fisico è un investimento nella qualità della relazione, potenziata da strumenti digitali che rendono l’esperienza più fluida, personalizzata e accessibile. Su questo stiamo affrontando importanti investimenti che spingeranno ulteriormente all’omnicanalità e all'esperienza phygital nei prossimi due anni.

Ci sono elementi distintivi nell’esperienza retail di Montura rispetto ad altri brand outdoor?

Sì, e il primo sono le persone. I nostri team sono il cuore pulsante dei negozi: appassionati di montagna, profondi conoscitori del territorio, in alcuni casi veri e propri ambasciatori o icone dell’alpinismo. Questo rende ogni punto vendita unico, con un’identità che riflette la specificità del luogo.

Inoltre, progetti come Montura Editing – che dà voce a storie, guide e racconti legati al mondo dell’outdoor – esprimono una filosofia che va oltre il prodotto: è un retail che racconta, connette, ispira.

Oltre all’Italia, ci sono progetti retail anche a livello internazionale?

C’è un piano ambizioso di sviluppo nei prossimi quattro anni in mercati strategici quali Europa e Asia. Si tratta di contesti in cui rileviamo una forte apertura verso un modo più consapevole e culturale di vivere l’outdoor. L’obiettivo non è espandersi in modo indiscriminato, ma portare l’identità Montura in territori in cui possa davvero trovare risonanza. È un percorso di apertura, ma anche di coerenza.

Quanto è importante creare una community intorno ai punti vendita?

Avete progetti in tal senso?

La community è centrale nella nostra visione. I punti vendita non sono solo spazi di acquisto, ma luoghi di aggregazione, di confronto, di ispirazione. Organizziamo eventi, incontri, attività con il territorio proprio per rafforzare il senso di appartenenza. Vogliamo che chi entra in un negozio Montura senta di far parte di qualcosa di più grande, di un modo di vivere e condividere la montagna.

Quali sono oggi le principali sfide per chi guida un canale retail in un settore competitivo come quello dell’outdoor?

La sfida è doppia: essere rilevanti in un contesto affollato e restare autentici in un mondo sempre più guidato dalle mode. Il retail outdoor deve saper rispondere a clienti informati, consapevoli, che chiedono qualità ma anche coerenza valoriale. Serve agilità nel rispondere al mercato, ma anche profondità nel mantenere intatta la propria identità. È una questione di equilibrio tra velocità e sostanza.

Come avviene la fornitura dei negozi? Gli store fanno ordini indipendenti o è generale per tutti i negozi?

Oggi il modello tiene conto della conoscenza del territorio da parte dei team locali, che hanno un ruolo attivo nella definizione dell’assortimento. Questo approccio ci consente di adattare l’offerta alle caratteristiche specifiche di ciascuna area, creando una connessione più forte con i clienti e le attività che praticano. Allo stesso tempo, stiamo lavorando per armonizzare i processi e costruire una struttura retail sempre più solida e integrata, capace di garantire coerenza e performance su scala nazionale e internazionale.

In che modo scegliete i brand da inserire nei vari punti vendita?

Selezioniamo i brand partner con grande attenzione: devono condividere il nostro dna – qualità senza compromessi, autenticità, visione sostenibile – e portare valore all’esperienza del cliente. Non si tratta solo di completare l’offerta, ma di creare sinergie che rafforzino il posizionamento Montura. Ogni brand presente nei nostri store contribuisce a costruire un racconto coerente, credibile e distintivo oltre che garantire un prodotto necessario al cliente che pratica outdoor. Su tutto la base rimane la qualità del prodotto. Montura investe da sempre in ricerca e sviluppo con una visione ingegneristica, senza compromessi: materiali performanti, tecnologie avanzate, cura maniacale dei dettagli. Il made in Montura è un valore concreto, che unisce artigianalità, innovazione e responsabilità. È questo che rende ogni capo non solo uno strumento tecnico, ma un vero compagno di avventura affidabile e duraturo nel tempo.

© Maurizio
Torri

MATERIALI EVOLUTI, INGEGNO TERMICO

Laura Beachy, alla guida della nuova fase strategica di Thermore, ci racconta la crescita dell’azienda e l’innovativa

imbottitura Ecodown Fibers Sync, ispirata alla fusione stellare

di Valeria Oneto

Thermore accelera nel 2024, confermandosi protagonista globale dell’innovazione sostenibile nel settore delle imbottiture termiche. Con un fatturato di 13 milioni di dollari e una crescita a cifra singola in un contesto internazionale sempre più complesso, il brand si distingue per stabilità e visione strategica. Germania e Nord America guidano l’espansione, mentre il Regno Unito si prepara a diventare un hub cruciale nel prossimo futuro. A suggellare questo percorso d’eccellenza, Thermore ha presentato a Milano Unica la sua ultima rivoluzione tecnologica: Ecodown Fibers Sync, un’imbottitura all’avanguardia, ispirata alla fisica della fusione stellare, capace di combinare performance tecniche elevate a una libertà estetica senza precedenti. Realizzata interamente con poliestere riciclato da bottiglie PET, questa innovazione rispecchia l’impegno costante del brand nel creare materiali sostenibili che non rinunciano a qualità, comfort e design.

Ne abbiamo discusso con Laura Beachy, vp global marketing & communication di Thermore, che guida con nuova energia la narrazione e la strategia del marchio.

Per noi, l’obiettivo è non dover più scegliere tra performance e sostenibilità. Thermore investe da tempo nella ricerca per sviluppare materiali riciclati che offrano le stesse performance, durabilità e sensorialità delle soluzioni tradizionali. È una sfida continua, ma è anche il cuore del nostro impegno. Vogliamo dimostrare che si può fare innovazione con un impatto positivo e misurabile, senza scendere a compromessi tecnici.

Ecodown Fibers Sync è una delle vostre innovazioni di punta. Come si traduce nell’esperienza quotidiana di chi lo indossa?

La differenza si percepisce subito: l’imbottitura offre calore costante, leggerezza, comfort senza compromessi. La sua struttura omogenea evita l’effetto rigido o ingombrante e garantisce stabilità nel tempo, anche dopo utilizzi intensi. Questo si traduce in una libertà di movimento reale, in una vestibilità più pulita e in un comfort che dura. Per i brand, significa anche massima libertà progettuale: possono lavorare senza costrizioni estetiche, valorizzando sia forma che funzione.

Parli spesso di “innovazione sostenibile”. Come si coniugano alte prestazioni e urgenza ecologica, soprattutto nel mondo outdoor?

Ecodown Fibers Sync verrà lanciata con progetti specifici? Quali brand la stanno già adottando?

Sì, diversi brand stanno già testando Ecodown Fibers Sync nelle prossime collezioni e le reazioni sono molto positive. Lo vedremo applicato sia in contesti tecnici – come l’outerwear da montagna – che lifestyle, per capi più urbani o creativi. Il bello di questa tecnologia è che è trasversale, si adatta facilmente a linguaggi e bisogni diversi, pur mantenendo sempre alti standard qualitativi. Funziona benissimo in contesti outdoor estremi, ma è perfetta anche per capi cittadini, dove si richiedono comfort, funzionalità e una forte attenzione al design. La sua struttura fluida la rende ideale per affrontare diverse condizioni, senza limitare la libertà estetica dei designer.

Dal punto di vista tecnico, quali caratteristiche sono oggi imprescindibili per un’imbottitura outdoor?

Oggi un’imbottitura deve garantire leggerezza, traspirabilità, resistenza nel tempo, morbidezza al tatto, facilità di compressione (packability) e soprattutto resistenza alla migrazione delle fibre, anche dopo ripetuti lavaggi. Il materiale deve adattarsi ai movimenti e integrarsi con la progettazione del capo. Ecodown Fibers Sync risponde a tutte queste esigenze, offrendo una soluzione che guarda al futuro, senza perdere il rigore tecnico che ci distingue da sempre.

Da sinistra: Thermore Ecodown Fibers Sync

Completi da snowboard di Bogner con l'imbottitura Thermore Ecodown Fibers Loft

Uno scatto della giacca Passenger con imbottitura Thermore Ecodown

Il completo da sci EA7 Emporio Armani utilizza Thermore Ecodown Fibers Genius per l'imbottitura interna

Laura Beachy, vp global marketing & communication di Thermore
Laura Beachy indossa una tuta da sci di TaraShakti, con imbottitura interna Thermore Freedom

UN SECOLO D'INNOVAZIONE AI PIEDI DELL’AVVENTURA

M.G.M. S.p.a è una realtà che affonda le sue radici nel passato e proietta lo sguardo verso il futuro, attestandosi a eccellenza europea nella produzione di calzature tecniche di alto livello

La storia di M.G.M. S.p.a. ha radici profonde. Era il 1911 quando la famiglia Congiu fondò il Calzaturificio Brixia a Sant’Eufemia in provincia di Brescia. Inizialmente dedicata alla produzione di calzature militari, Brixia ha sapientemente convertito la sua offerta verso le calzature per l'alpinismo e le attività outdoor coinvolgendo grandi collaboratori per collaudi e consulenze tecniche, del calibro di Riccardo Cassin, Carlo Mauri e Cesare Maestri. Nel tempo, si è consolidato come brand prestigioso negli ambienti montani, arrivando ad acquisire i marchi Munari e San Marco. Nel 1996, Germana Congiu e soci acquisiscono M.G.M., un calzaturificio di Montebelluna già attivo nella produzione di calzature sportive per conto terzi e fornitore di importanti marchi internazionali. Un altro passo avanti avviene nel 1999 con l’accordo di licenza con Fila per i pattini in linea e da ghiaccio che diversifica l’offerta di M.G.M., espandendo il suo impatto nel mercato sportivo. Nel 2002 avviene l’acquisizione di Trezeta e nel 2013 quella di Kayland, integrazioni che hanno rafforzato l’offerta della società nel settore delle calzature tecniche. Ancora nel 2016 avviene l’acquisizione completa del pacchetto azionario, un cambiamento societario che ha segnato un rinnovamento strategico per M.G.M., con nuovi investimenti che hanno promosso la crescita, la digitalizzazione e una maggiore efficienza operativa.

STRUTTURA E CAPACITÀ PRODUTTIVA

M.G.M. ha annunciato, il 30 novembre 2022, di aver siglato l’acquisizione del Gruppo Rekord S.r.l., uno dei principali produttori europei di scarpe tecniche, sportive e outdoor di alta gamma che conta oltre 700 dipendenti e tre stabilimenti nell'area di Alba Iulia in Romania. Il polo produttivo in Transilvania si estende su oltre 30.000 mq ed è dotato dei più moderni macchinari, gestito con un approccio proattivo di continuo potenziamento. Grazie a oltre quarant'anni di esperienza, M.G.M. è in grado di assolvere a esigenze di sviluppo, design e industrializzazione del prodotto mentre la posizione geografica dello stabilimento risulta favorevole per la gestione degli approvvigionamenti e dei rapporti commerciali. L'azienda garantisce la totale trac-

_TUTTI I BRAND DI M.G.M.

Situata a Vedelago, alle porte del distretto calzaturiero di Montebelluna, l’azienda ha acquisito nel tempo storici marchi specializzati in calzature per la montagna e l'outdoor, ampliando la propria attività anche attraverso accordi di licenza per la produzione e la commercializzazione di pattini in linea e da ghiaccio come Fila Skates. Tra i marchi gestiti figurano: Kayland - focalizzata sulla produzione di calzature di alta qualità per il mercato della montagna e dell'outdoor, con particolare attenzione all'anatomia e dinamica del piede, alla ricerca tecnologica e al design innovativo.

ciabilità dei materiali e dei prodotti in ogni fase della filiera e una capacità produttiva annua di 1.000.000 di calzature.

MISSIONE E VALORI GUIDA

L'azienda è guidata da principi imprescindibili come credibilità, correttezza, innovazione, know-how e professionalità. L'obiettivo primario non è solo "ciò che si fa, bensì su come lo si fa", ricercando massima qualità in ogni campo, dal controllo delle materie prime agli investimenti in nuovi macchinari, dall'organizzazione del personale alle sinergie con fornitori riconosciuti a livello mondiale. M.G.M. punta sempre al concetto di "alto valore" e il suo "patrimonio genetico" comprende la produzione di calzature di qualità per segmenti di mercato altamente selettivi, la ricerca tecnologica, la selezione di materiali di standard superiore, la componentistica di eccellenza e il severo controllo sul prodotto. I rapporti di collaborazione con i clienti sono improntati alla costruzione e allo sviluppo di progetti comuni, con un modus operandi flessibile, redditizio e competitivo, volto a raggiungere e condividere livelli di innovazione e performance sempre più elevati. Il principale obiettivo è rafforzare il servizio offerto, costruendo partnership redditizie basate su affidabilità, elevati standard qualitativi e specializzazione.

IMPEGNO SOCIALE, AMBIENTALE E CERTIFICAZIONI

La qualità produttiva di M.G.M. si accompagna a una forte responsabilità sociale e ambientale propria dell’azienda che da anni adotta condotte green e opera secondo i criteri del Lean Thinking. M.G.M. promuove progetti a favore della collettività attraverso la sponsorizzazione di eventi culturali e accademie del territorio e sostiene il tessuto sociale locale, prima fra tutte con l'impiego. Per ridurre il proprio impatto ambientale, poi, il gruppo ha installato pannelli fotovoltaici che coprono l'80% del fabbisogno energetico, mentre il restante 20% è fornito da fornitori certificati green che producono energia solo da fonti rinnovabili. Inoltre, l'azienda promuove l'economia circolare, riducendo i rifiuti e scegliendo packaging rispettosi dell'ambiente.

Trezeta - ha sviluppato una linea di calzature tecniche per tutte le categorie di attività outdoor legate alla montagna, rivolta a un pubblico ampio, dagli esperti ai neofiti. Accanto a queste, propone calzature multifunzione pensate per il tempo libero e l’utilizzo quotidiano. Hypno - il marchio italiano per i pattini da Roller Derby, con un focus sulla distribuzione internazionale, progettati per alte prestazioni e adatti anche per attività ricreative. Brixia - rivisita modelli iconici del passato con un'identità "made in Italy", esprimendo un incontro tra storia e contemporaneità.

>> L'INTERVISTA

MARCO FOGLIO

AMMINISTRATORE DELEGATO GRUPPO M.G.M.

Nel 2022 M.G.M. S.p.a. ha acquisito Rekord, una fabbrica fondata nel 1994 da Alcide Giacometti, con tre stabilimenti produttivi nell’area di Alba Iulia, in Romania. Un’acquisizione fortemente voluta da Marco Foglio, amministratore delegato di M.G.M., con in mente un progetto preciso. Lo abbiamo intervistato per fare il punto su presente e futuro del made in Europe.

Ricerca e sviluppo in Italia e produzione in Romania: possiamo parlare di un made in Europe?

In Romania abbiamo trasferito tutto il nostro know-how per garantire una produzione di calzature di livello tecnico superiore e di fascia premium. Una buona parte della progettazione avviene ancora in Italia, anche se qui in Romania si è raggiunto un livello molto alto dal punto di vista tecnologico. Ma soprattutto, ciò che fa la differenza è che una produzione made in Europe permette di accelerare i tempi di immissione sul mercato (time to market), una richiesta sempre più urgente. Se in passato il focus era quasi esclusivamente sul prezzo del prodotto, oggi entrano in gioco altre variabili: l’allungamento dei tempi di trasporto e delle consegne dal Far East rende le produzioni asiatiche più lente, con un landing sul mercato anche dopo otto mesi. In Europa riusciamo ad abbreviare questo processo, riducendo i tempi di consegna anche di due-tre mesi e contenendo i costi accessori, come quelli legati al de-stocking.

Il consumatore finale è già maturo per comprendere questo approccio e scegliere una calzatura made in Europe?

A oggi, forse, questo tipo di approccio non è ancora pienamente percepito dal consumatore, e spesso è ancora il prezzo a fare da padrone. Tuttavia, cresce la consapevolezza che acquistare una scarpa prodotta a soli 500 chilometri da casa abbia un impatto ambientale decisamente inferiore. In questo senso, il ruolo del negoziante e dei dealer è ancora fondamentale per trasmettere questo messaggio.

Abbiamo parlato di sostenibilità: come lavora Rekord in questo ambito?

Abbiamo dotato la fabbrica di pannelli fotovoltaici che coprono circa il 60% del nostro fabbisogno energetico. Il restante lo acquistiamo solo da fornitori certificati con energia verde. Inoltre, abbiamo ridotto al minimo gli sprechi riutilizzando tutti gli scarti di produzione, compresi quelli provenienti da altre filiere, come la pelle derivante dalla macellazione. Abbiamo investito molto, e continueremo a farlo, per ridurre il nostro impatto ambientale. Siamo infatti la prima

azienda rumena ad aver ottenuto la certificazione Ecolabel, anche su richiesta dei nostri clienti. L’etichetta viene garantita dal Ministero dell’Ambiente rumeno, che verifica tutti i processi per certificare il prodotto. Ci siamo affermati come apripista nel nostro settore, e questo mi rende molto orgoglioso.

Con l’acquisizione del Gruppo Rekord S.r.l., M.G.M. si è posizionata tra i principali produttori europei di calzature tecniche, sportive e outdoor di alta gamma. In percentuale, quanto conta la produzione europea per i marchi Kayland e Trezeta? Il 15% della produzione complessiva di Rekord è dedicato alla realizzazione, in Europa, dei prodotti a marchio Kayland e Trezeta. In Romania produciamo solo il top di gamma per tutti i nostri clienti: calzature da alpinismo e prodotti ad alto contenuto tecnico. Inoltre, lavoriamo molto con le amministrazioni pubbliche, sia italiane che estere, producendo calzature per l’ordine pubblico: polizia, carabinieri e forze armate.

Qual è quindi l’idea alla base di questa acquisizione?

Il progetto nasce da una mia ambizione: creare un hub produttivo europeo al servizio dei marchi del mondo outdoor e sportivo, con l’obiettivo di mantenere il know-how nel continente e non lasciarlo “volare via”. Un modello simile alla share economy, dove i macchinari sono condivisi per abbattere i costi. Rekord è una fabbrica molto verticale: tutto il processo produttivo avviene al suo interno. Qui il brand deve sentirsi a casa: gli offriamo la possibilità di gestire autonomamente la propria linea di produzione, pur essendo noi a sostenere gli investimenti e a risolvere le problematiche legate alla ricerca di personale qualificato. La vera competizione si gioca nella ricerca e sviluppo, non nella fase produttiva.

La vostra storia è legata ai grandi nomi dell’alpinismo. Quanto contano oggi ambassador e atleti per voi?

Il feedback di chi prova le nostre calzature in alta quota è fondamentale. Ci sono professionisti in grado di darci indicazioni tecniche preziose, soprattutto per i prodotti Kayland, e che ci aiutano a migliorare. Dopo tanti anni, riesco ancora a emozionarmi quando ricevo un messaggio da un alpinista che ha raggiunto una vetta e mi scrive: “Marco, ce l’ho fatta con le tue scarpe”. Mi sento parte di quel successo! Come la scorsa settimana, quando Denis Urubko e Pipi Cardell hanno aperto una nuova via sul Nanga Parbat e mi hanno dedicato un pensiero. Sono queste le piccole grandi cose che mi fanno restare innamorato del mio lavoro.

Marco Foglio, amministratore delegato Gruppo M.G.M.

“BY UTMB”, UNA GARANZIA DI SUCCESSO

Le prime tre gare italiane inserite nel circuito hanno fatto registrare numeri da capogiro con sold out immediati. Scommettiamo che anche la quarta avrà i medesimi feedback?

MAURIZIO TORRI

Giornalista freelance, fondatore del sito sportdimontagna. com, fotoreporter e consulente di comunicazione per alcuni degli eventi più iconici del settore trail, skyrunning e scialpinismo

_ testo di Maurizio Torri

Il circuito “By UTMB” ha un appeal incredibile sul sempre crescente popolo del trail running. Arrivare a fregiarsi di questo prestigioso riconoscimento, che porta con sé benefici tangibili, non è però facile. Per entrare nell’élite mondiale delle corse in natura servono una serie di requisiti ben precisi che non tutti possono vantare. Innanzitutto: un grande potenziale, una location attrattiva a livello internazionale, una capacità ricettiva importante e il supporto incondizionato degli enti locali. Ricordiamo infatti che ogni gara del circuito World Series muove dai 3.000 ai 5.000 concorrenti, con un seguito di pubblico impressionante. Per quanto riguarda i tracciati, non devono per forza essere tecnici e alpinistici. Anzi, una maggiore varietà contribuisce ad allargare il bacino d’utenza. Parlando con il direttore UTMB Italia, Matteo Matteuzzi, abbiamo scoperto cosa si cela dietro il successo di questi eventi.

NULLA VIENE LASCIATO AL CASO - Gli eventi che ambiscono a fregiarsi del marchio “By UTMB” possono fare apposita richiesta sul portale del circuito. Da lì inizia una lunga e dettagliata fase di selezione. I requisiti richiesti, oltre a quelli sopra indicati, sono innumerevoli, perché nulla viene lasciato al caso: si parte dalla gestione del marchio fino alla disposizione dei prodotti ai ristori. Le linee guida, in continua evoluzione, hanno il preciso intento di portare ogni singolo evento a standard qualitativi sempre più elevati. L’obiettivo è la riconoscibilità dell’appartenenza al circuito, sia che si corra nel Sud-Est asiatico o oltre oceano. Ciò, di conseguenza, vuol dire che anche i comitati organizzatori intenzionati a lanciarsi in questa avventura debbano mettere in conto un percorso di crescita importante. Insomma, nel circuito “By UTMB” l’improvvisazione non è ammessa e la professionalità è un must. Il tutto senza snaturare la tipicità della singola manifestazione. Sino a qualche anno fa, l’unico evento del Belpaese a fare parte di questo circuito era La Sportiva Lavaredo Ultra Trail; poi, in rapida successione, sono entrate Chianti Ultra Trail, Monterosa Walserwaeg e Puglia by UTMB. Ma andiamo a conoscere meglio queste top race, analizzandone numeri e potenzialità.

CHIANTI ULTRA TRAIL BY UTMB - A metà marzo ha ufficialmente aperto la stagione dei top event italiani, e lo ha fatto in grande stile con una sfida galattica che passerà alla storia. Vedere correre fianco a fianco Kilian Jornet, Jim Walmsley e Vincent Bouillard, ovvero gli ultimi tre vincitori dell’UTMB, andava oltre la fantasia di qualsiasi appassionato. Un sogno divenuto realtà per chi ama e segue questo sport. Cinque gare, quasi 4.000 atleti, 80 nazioni rappresentate, il gotha del trail running mondiale e uno scenario da cartolina hanno trasformato per tre giorni il cuore del Chianti Storico nell’epicentro mondiale dell’ultra

trail. In questo caso al via si sono presentati 2.839 uomini e 903 donne, facendo registrare un significativo trend di crescita rispetto al 2023.

LA SPORTIVA LAVAREDO ULTRA TRAIL BY UTMB - Per location, storicità e appeal, quella che parte e arriva nel cuore di Cortina d’Ampezzo è la gara simbolo del trail running italiano. L’edizione 2025 è stata un successo memorabile, con quattro giorni di gare e oltre 5.000 atleti da 88 Paesi. Per l’esattezza 3.939 uomini e 1.363 donne. Numeri in linea con l’edizione precedente. Grazie alle immagini mozzafiato all’ombra delle Tre Cime e della Tofana, la LUT si è confermata una delle gare più iconiche del circuito mondiale delle UTMB World Series, e ha attratto migliaia di appassionati. Al successo di questa edizione ha contribuito la presenza di local hero del calibro di Martina Valmassoi, Francesco Puppi, Nadir Maguet, Andreas Reiterer e di una vera e propria icona mondiale di questo sport come la statunitense Courtney Dauwalter.

MONTEROSA WALSERWAEG BY UTMB - La mano di Franco Collé sui percorsi gara si è vista eccome. Quella valdostana, nelle varie distanze previste (100M, 100K, 50K e 20K), era un vero trail di montagna per corridori di montagna. Andando ad abbracciare ben 20 comuni, la MWW è riuscita a esaltare le eccellenze della Valle d’Aosta, facendo correre più di 3.000 atleti (2.380 uomini e 806 donne) da 77 differenti Paesi su spettacolari tracciati che avevano come sfondo montagne iconiche quali Cervino e Monte Rosa. Avendo seguito l’evento anche prima dell’ingresso nel circuito World Series, posso testimoniare che la gara ha avuto una crescita impressionante: pur non perdendo la passione organizzativa, si è visto un livello di professionalità altissimo.

PUGLIA BY UTMB - I pettorali a disposizione in questo caso saranno 3.000 e stanno andando letteralmente a ruba. La data da segnarsi in agenda è quella del secondo weekend di novembre (dal 7 al 9). Sono previste cinque distanze (10, 35, 50, 85, 140 km) e un arrivo unico sul mare di Castellaneta Marina (TA), tra pinete, dune sabbiose e tramonti sullo Ionio. Quella in Puglia sarà una prima assoluta al Sud, con un evento che mixa natura selvaggia, patrimonio storico e accoglienza mediterranea. La terra delle Gravine è una delle aree più suggestive e meno esplorate d’Europa: canyon scavati nella roccia calcarea, borghi rupestri che si affacciano su vallate vertiginose, sentieri che intrecciano storia contadina e paesaggi quasi biblici.

IN ITALIA VI SARANNO ALTRE NEW ENTRY? - Il mercato non è ancora saturo: uno studio di settore portato avanti proprio da UTMB ha fatto registrare numeri e trend in crescita. All’orizzonte vi sono già candidature interessanti che potranno essere valutate in un futuro neanche tanto lontano. I temi da prendere in considerazione, come è stato fatto sinora, saranno: location, percorso, livello organizzativo, potenzialità, posizionamento geografico e di calendario. Ma quali potrebbero essere le gare in lizza? Analizzando i fattori sopra elencati, potrei azzardare alcuni nomi: UTLO, Valtellina Wine Trail, UTLAC, FUSKY. Avrò fatto centro?

Andreas Reiterer alla LUT
Simone Corsini alla MWW

CORRERE PER RACCONTARE

La quinta edizione della 100 Miglia del Monviso, tenutasi dal 18 al 20 luglio, ha confermato il format di “gara-evento” capace di narrare le bellezze di un territorio tramite una passione comune di Benedetta Bruni

Di tutti i modi in cui si può raccontare un territorio, di certo farne esperienza in prima persona e lasciarsi poi spiegare le peculiarità locali rappresenta una combinazione completa e vincente. È il format che ha infatti deciso di adottare la 100 Miglia del Monviso, che dalla sua fondazione nel 2020 affianca alle tre distanze – la regina da 160K e le collaterali da 50K e 20K – anche un Village molto partecipato sia dagli abitanti che vogliono raccontare le bellezze del proprio territorio sia da numerosi sponsor, tra cui quest’anno Mico, Ferrino, Topo Athletic e Vibram. Un’organizzazione che ha confermato le ragioni del suo successo: a partire dal ritorno di alcuni affezionati alla gara (Pablo Angel Nicolas Barnes, primo nella 100K maschile; Danilo Lantermini, primo nella 50K maschile; ed Enrica Dematteis, prima nella 50K femminile), passando per le migliaia di visitatori che hanno popolato il villaggio, fino all’introduzione del Vibram TERRES MONVISO Running Park. E se l’obiettivo è quello di promuovere il territorio, dall’anno prossimo si potrà contare su una novità assoluta: la 100 Miglia Experience, “un’occasione per il + di testare il percorso prima della gara e di vivere tre giornate accanto ai volontari dentro un ultratrail”, come anticipano i promotori. Nel frattempo, appuntamento a domenica 26 agosto con il ritorno del Monviso Trail, una 26 km lungo i sentieri storici del “Giro di Viso” – Pian della Regina, Pian del Re e i rifugi Giacoletti, Quintino Sella e Alpetto – per un totale di 1.900 m di dislivello.

_LE DICHIARAZIONI

"Quest’anno stiamo ricevendo tantissimi attestati di stima e di grande partecipazione da parte di chi l'ha vissuta, soprattutto per l'accoglienza e i punti ristoro. È una gara che sta crescendo, che continua ad avere un'umanità formidabile grazie ai volontari, che sono la nostra forza. Sta migliorando dal punto di vista della struttura, di come balisiamo, come mettiamo le bandierine, le indicazioni che diamo. È in atto una crescita a piccoli passi che ci sta rendendo molto felici. Per noi era la quinta edizione ed era importante essere al passo e performanti. Di fatto, molti ci stanno facendo notare che dal punto di vista organizzativo ci stiamo allineando con altre gare più internazionali e strutturate, e questo per noi è un onore e un orgoglio"

"È piaciuta molto l'idea, che abbiamo cercato di migliorare, di una gara che è anche un evento. Quest'anno il Village è stato aperto sin da giovedì 17 e le serate cinema con Vibram venerdì e sabato hanno funzionato molto bene. Sta prendendo piede l'idea che l'evento sportivo sia anche un momento per unire pubblici differenti. Come sempre, la nostra volontà è quella di promuovere un territorio che in qualche maniera sa parlare all'unisono e ci stiamo riuscendo, perché parliamo di due valli, una città, un antico borgo medievale, raccontando le terre del Monviso. Stiamo cercando di creare una comunità, mostrare il nostro territorio e il nostro modo di viverlo correndo, e questo per noi è ciò che conta" Alberto Dellacroce, ufficio stampa Fondazione Amleto Bertoni

© Paolo Cilli
© Benedetto
Damiano
© Paolo Peirano
Pablo Barnes all'arrivo a Saluzzo Passo Gallarino
Rifugio Vallanta
San Bernardo del Vecchio

Andreas Reiterer, atleta La Sportiva, terzo posto alla LUT 120

LA MAGIA DELLA LUT

Cinque giorni di emozioni, sport e innovazione nella cornice unica delle Dolomiti.

La Lavaredo Ultra Trail si conferma molto più di una gara: un evento immersivo firmato La Sportiva, tra performance, incontri e storie indimenticabili. Noi l’abbiamo vissuta in prima linea

di Karen Pozzi

La Sportiva Lavaredo Ultra Trail BY UTMB è diventata negli anni molto più di una competizione sportiva, è un evento vero e proprio con numerose attività collaterali, organizzate soprattutto dal title sponsor La Sportiva, dedicate agli atleti, ma anche a spettatori e appassionati del trail running. Il 27 giugno abbiamo assistito a un momento di grande emozione, la partenza della Lavaredo 120K, la gara regina e intorno a questo appuntamento si è sviluppato il programma di La Sportiva dedicato ai media. Abbiamo vissuto un’esperienza unica e in prima linea.

CINQUE GIORNI DI LUT

La Lavaredo Ultra Trail è un’avventura collettiva che si sviluppa in cinque giorni intensi. Tutto è iniziato mercoledì 25 giugno alle 19 con la 10K, una corsa su un nuovo percorso immerso nei paesaggi alpini, tra laghi, boschi. Giovedì 26 giugno è stato il momento dei più piccoli con Lavaredo Kids Race, seguita nel pomeriggio dalla 20K, una gara breve e tecnica molto apprezzata dagli specialisti della corsa in montagna. Venerdì 27 ad aprire è stata la 50K, una competizione classica per chi ama le distanze intermedie, seguita alle 23:00 dalla partenza della regina della manifestazione, la 120K, che attraversa alcuni dei paesaggi più iconici delle Dolomiti, con l’alba sulle Tre Cime come scenario finale. Sabato 28 giugno è stato il momento della 80K, che parte dalla Val Marzon, passando sotto le maestose pareti delle Tre Cime. Intanto, su Corso Italia, l’arrivo dei vincitori, in un clima di festa che è proseguito fino a sera. Domenica 29 giugno la chiusura con le premiazioni ufficiali della 120K e della 80K.

IL MONDO LA SPORTIVA ALLA LUT

Accanto al cuore agonistico delle gare, La Sportiva ha proposto un programma arricchito da spazi di esperienza e approfondimento per il pubblico, gli atleti e le famiglie. L’ Outdoor gallery by La Sportiva and Lavaredo Ultra Trail, un’esposizione a cielo aperto che celebra la montagna e l’esplorazione, è stata allestita nel centro di Cortina, su Corso Italia. Tra fotografie, installazioni, pannelli narrativi e video immersivi, l’arte ha incontrato l’outdoor, dando voce a chi ogni giorno vive e rispetta l’ambiente naturale. Accanto, il Prodigio Tech Hub ha proposto un viaggio dentro l’innovazione dove esplorare tecnologie per lo sport, provare dispositivi innovativi, assistere a demo e incontrare atleti. Inoltre, per non perdersi neanche un istante dell’evento, La Sportiva ha introdotto La Sportiva Radio: la web radio ufficiale che accompagna il pubblico con aggiornamenti live, interviste esclusive, musica selezionata e curiosità dal mondo del Mountain Running.

IL PROGRAMMA MEDIA

Ha preso il via venerdì pomeriggio nello storico hotel La Poste, situato nel centro di Cortina, con un discorso di benvenuto di Vittorio Barrasso, brand e communication manager La Sportiva e di Giulia Delladio, corporate marketing director. “La partnership con la LUT è iniziata nel 2019 e proseguirà almeno fino al 2027. In questi giorni Cortina si tinge di giallo-nero, i nostri colori, con diverse attività ed eventi collaterali firmati La Sportiva. Vi abbiamo invitati per permettervi di vivere l’evento con e come noi, da insider. Un’occasione che riflette l’approccio dell’azienda: coinvolgente, artigianale e diretto, lontano dalle logiche del marketing tradizionale. Molti dipendenti dell’azienda, in particolare del team sviluppo prodotto, partecipano attivamente percorrendo i sentieri gara, anche testando prototipi di scarpe. L’evento è anche un’occasione di ritrovo per il Team La Sportiva, in un clima famigliare”.

A seguire, ci siamo spostati nella zona di partenza per ritirare le nostre Prodigio Pro per correre, l’indomani mattina, in compagnia di Anton Krupicka, storico ambassador del brand e vincitore della LUT nel 2014. La sera abbiamo assistito alla partenza della 120K: oltre 15 minuti per vedere sfilare tutti i numerosi partecipanti. Sveglia all’alba, alle 4, per raggiungere Cimabanche, uno dei punti vita a metà percorso, dove abbiamo potuto osservare il passaggio dei primi atleti e poi di corsa fino a Malga Ra Stua. Abbiamo vissuto anche il momento degli arrivi, ed è difficile raccontare l’intensità di quelle emozioni. Volti stanchi ma fieri, sguardi che raccontavano storie di fatica, resistenza e sogni portati a termine. Noi eravamo lì, in prima linea come testimoni privilegiati di quel momento tra gioia e commozione.

LA GARA

Ben Dhiman, atleta statunitense del team ASICS Fuji Trail, ha vinto la Lavaredo 120K con un tempo eccezionale di 11h49’16”, battendo il record precedente di Hannes Namberger (11:57:15).

Alle sue spalle, il rumeno Raul Octaviu Butaci ha conquistato il secondo posto in 12h02’09”. Sul terzo gradino del podio è salito

Andreas Reiterer, atleta altoatesino del team La Sportiva, autore di una straordinaria rimonta dopo una partenza difficile, chiudendo in 12h05’24” tra l’entusiasmo del pubblico di Cortina. Nel femminile, la leggenda del trail running Courtney Dauwalter ha dominato in solitaria, vincendo con il tempo di 14h14’40” e confermandosi tra le più grandi di sempre. Dietro di lei, un’altra statunitense, Alyssa Clark, seguita dalla polacca Karolina Wierzchowiak, terza.

La partenza
Courtney Dauwalter, regina della LUT 120
Podio maschile, da sinistra: Raul Octaviu Butaci, Ben Dhiman e Andreas Reiterer

>> L'INTERVISTA

VITTORIO BARRASSO

BRAND E COMMUNICATION MANAGER LA SPORTIVA

IL NOSTRO OSSERVATORIO PRIVILEGIATO

Lavaredo Ultra Trail: che valore strategico ha per il marchio?

La Sportiva è orgogliosa di essere title sponsor della Lavaredo Ultra Trail (LUT), un evento che considera "di casa", sia per la vicinanza geografica sia per l’importanza del territorio nel panorama del mountain running, disciplina in cui l’azienda è attiva fin dai primi Anni 2000. Per La Sportiva, la Lavaredo Ultra Trail (LUT) ha un valore strategico su due livelli. Da un lato, garantisce visibilità presso un pubblico selezionato, coerente con il posizionamento del brand. Questo è sicuramente l’aspetto più immediato e tangibile. Tuttavia, il vero valore strategico va oltre: risiede nella possibilità di entrare in contatto diretto con la comunità del trail running. LUT è un momento di autentica condivisione, durante il quale possiamo osservare da vicino come si muove questa community, come si ritrova e quali esigenze emergono. È un’occasione preziosa per confrontarsi con gli atleti, cogliere i loro bisogni, osservare le dinamiche di performance e, più in generale, tutto ciò che ruota intorno all’esperienza sportiva. È quindi un valore duplice: comunicativo, nel senso più ampio del termine, ma soprattutto relazionale, perché rappresenta un'opportunità di connessione profonda e autentica con la comunità del mountain e trail running.

Come si è evoluto il rapporto di partnership negli anni?

La LUT è una gara iconica, una delle pietre miliari del trail running in Italia. È nata come eco-maratona, poi è cresciuta fino a entrare in un circuito di grande valore. Ancora prima di questo passaggio, grazie alla continuità territoriale e al rapporto privilegiato che La Sportiva ha sempre avuto con il territorio e gli organizzatori, avevamo già avviato una collaborazione nel 2019. Non si è trattato solo di “mettere una firma” su un evento: ci interessava testare prodotti, dialogare con gli atleti, reclutare talenti per il nostro team. Già allora l’obiettivo era costruire un progetto reale, che nel 2019 è sfociato in una sponsorizzazione ufficiale. Ma la parola “sponsorizzazione” non basta a descrivere il rapporto: parliamo di una relazione profonda, di un investimento reciproco che ha aiutato l’evento a crescere ed è servito a noi come osservatorio privilegiato. Poi è arrivata UTMB, e successivamente Ironman. Abbiamo rinnovato l’accordo fino al 2027: questa è una delle poche gare del circuito UTMB a mantenere un title sponsor diverso da quello del circuito stesso. Questo è possibile proprio perché il rapporto tra La Sportiva e LUT affonda le radici in una storia intensa, iniziata ben prima dell’ingresso nel circuito internazionale.

Come si è trasformato l’evento nel tempo?

La LUT è passata dall’essere una semplice gara a diventare un evento vero e proprio. La Sportiva ha contribuito anno dopo anno a questa trasformazione, arricchendo l'esperienza attraverso attività collaterali

che coinvolgono l’intera community. Anche chi non riesce a partecipare in gara, può vivere la “settimana di Cortina”, che è ormai un momento speciale per il trail running, con partecipanti non solo dall’Italia, ma da tutto il mondo. La Sportiva ha agito da catalizzatore, rendendo l’evento accessibile anche attraverso esperienze parallele.

Cosa ha significato l’ingresso nel circuito UTMB?

Sicuramente è stato un passaggio positivo, sia per la gara che per La Sportiva. UTMB porta con sé una macchina organizzativa molto efficace e una forte struttura di comunicazione, che ha amplificato la visibilità dell’evento. Non ci sentiamo in competizione, anzi: UTMB valorizza la gara, e più la gara cresce, più il nostro contributo alla creazione di spin-off e iniziative collaterali arricchisce anche l'intero circuito.

Come gestite la varietà dei profili di partecipanti?

La Sportiva è un brand tecnico, e si rivolge a un target avanzato, altamente performante. Tuttavia, non ci interessa essere esclusivi. Al contrario, vogliamo essere inclusivi, accompagnando anche gli amatori nel loro percorso di crescita tecnica. Chi corre per passione ma con determinazione è parte del nostro pubblico. Per questo creiamo occasioni di test sul campo, momenti di confronto con atleti e tecnici, per favorire l’evoluzione tecnica anche degli utenti meno esperti. L’amatore oggi è spesso ispirato dall’atleta élite. Pur avendo livelli diversi di performance, cerca gli stessi strumenti tecnici. E noi vogliamo spiegargli bene che tipo di “attrezzo” (così chiamiamo i nostri prodotti) sta usando. C’è voglia di condivisione tecnica. È un dialogo costruttivo, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo del movimento.

La Sportiva Radio: com'è nata?

La Sportiva Radio è nata da un’idea del team marketing, stimolata da alcune mail ricevute da persone che, non potendo partecipare alla LUT, ci chiedevano comunque come “esserci”. Invece di limitarci a dire che non era possibile, ci siamo chiesti: come possiamo portare l’esperienza Lavaredo anche fuori da Cortina? Ci sono già strumenti per seguire le gare live (come quelli di UTMB), ma a noi interessava raccontare l’atmosfera, le emozioni. Volevamo dare voce non solo agli élite, ma anche alla “pancia del gruppo”, alle storie umane che fanno unico questo sport: notti insonni sui sentieri, momenti di crisi, di gioia, lacrime e dubbi. L’anno scorso è nata come web radio. Quest’anno, allineandoci alle nuove abitudini di fruizione, l’abbiamo evoluta in una diretta audiovideo su Instagram e YouTube, con contenuti che poi saranno organizzati in playlist. Ospitiamo grandi nomi come Francesco Puppi, Maurizio Torri, Marco De Gasperi, Courtney Dauwalter e Anton Krupicka. Non importa che brand rappresentino: per noi conta raccontare la bellezza e la complessità del trail running, perché questo sport vive nel nostro dna.

Come supportate gli atleti in gara?

Abbiamo un team dedicato con un team manager che li supporta nell’organizzazione, nella preparazione e nella gestione della gara. Ci occupiamo anche dei punti di rifornimento e assistenza sul percorso, sia durante le gare più lunghe come la 120 km, sia durante quelle diurne. Il supporto non è solo logistico o materiale, ma anche tecnico. Forniamo prodotti, in alcuni casi prototipi o customizzazioni specifiche, che vengono testati proprio in queste occasioni. È un rapporto familiare, non solo sportivo. Il nostro obiettivo non è “sfruttare” l’immagine dell’atleta, ma lavorare con lui per sviluppare insieme nuovi strumenti.

Cosa succederà tra due anni?

A oggi non possiamo fare previsioni certe. Abbiamo in programma alcuni incontri con Ironman per discutere l’evoluzione futura, ma non ci sbilanciamo. C’è sicuramente da parte nostra l’interesse a continuare ma dipende anche dalle intenzioni dell’altro contraente. Per ora, continuiamo con entusiasmo e convinzione.

Anton Krupicka
Morning Run guidata da Anton Krupicka con i media

902 KM ATTRAVERSO IL SAHARA

Da tempo sognavo di raggiungere e attraversare un luogo che osservavo sulle mappe satellitari: la depressione di Bodelè, nel cuore del Sahara, in Ciad. Considerata una delle zone più inospitali della Terra, è anche una delle più misteriosamente influenti. Ogni anno, da quel punto preciso, si alzano milioni di tonnellate di polvere sottilissima che, sospinte dai venti, attraversano in parte l’oceano Atlantico e si depositano nella foresta amazzonica. Un viaggio silenzioso, invisibile e vitale, che collega due mondi. Ho deciso di andare a vederlo con i miei occhi e di attraversarlo con le mie forze. Ho proposto l’idea a Davide, un amico conosciuto durante un evento sportivo in Liguria. Ha accettato. Insieme abbiamo affrontato settimane di preparativi: permessi speciali, equipaggiamenti, burocrazia, logistica. Poi il volo per N’Djamena, la capitale del Ciad. Da lì abbiamo pedalato per giorni in fatbike, attraversando il Sahel tra piste sabbiose, villaggi remoti, sguardi curiosi e animali "interessanti". Abbiamo raggiunto Kouba Olanga, l’ultimo avamposto abitato prima del nulla. Davanti a noi, 278 km senza piste né tracce, studiati su immagini satellitari e trasformati in una linea immaginaria sul GPS. Nessuna sorgente d’acqua, nessun riparo. Solo sabbia, vento contrario, temperature prossime ai 50°C e il rischio di imbattersi in possibili campi minati, residui degli scontri con la Libia. Davide non se la sentiva di continuare, da lì in poi ci ho provato da solo. Ho caricato sulla fatbike 52 litri d’acqua, cibo essenziale e attrezzatura minima. Ogni grammo contava. Appena partito, il deserto è diventato totale. Seguivo la traccia del GPS scrutando l’orizzonte. Di notte per mantenere la direzione corretta mi orientavo con le stelle, di giorno cercavo di non perdermi tra dune e orizzonti infiniti. Quando il caldo diventava insostenibile, montavo un telo sottile per un po’ di ombra. La sabbia mutava costantemente. A tratti pedalavo, a tratti spingevo la bici per ore. La velocità crollava a 3 km/h. Il pannello solare non riusciva a caricare: il calore faceva impazzire i dispositivi elettronici. Ho iniziato a bagnare dei calzini per infilarci dentro le batterie: l’evaporazione le raffreddava quanto bastava per farle funzionare. In un ambiente così estremo, ogni dettaglio diventa questione di sopravvivenza. Poi, finalmente, ho raggiunto la depressione vera e propria. Un fondale marino fossile, piatto, bianco, battuto dal vento e composto solo da polvere. È difficile spiegare cosa si prova lì dentro: isolamento totale, paura di non uscirne più, ma anche un senso profondo di connessione con qualcosa che va oltre ogni barriera fisica e temporale. Ho prelevato un campione di quella

Lorenzo Barone è nato a Roma nel 1997 e cresciuto in Umbria, a San Gemini. Oggi vive in una casa immersa nei boschi dell’Appennino, senza una macchina, a contatto con la natura. Da oltre dieci anni compie spedizioni e attraversamenti di luoghi remoti, a volte interi continenti, con l’ausilio della sola propulsione umana: in bicicletta ovviamente, ma anche a piedi, con gli sci, in kayak e presto anche in barca a remi oceanica. Ha percorso oltre 110.000 km, e ogni sua avventura è un modo per esplorare, raccontare e testimoniare la bellezza, la fragilità e l’interconnessione del nostro pianeta. È convinto che non bisogna sempre e per forza sapere il 100% prima di partire. Anche perché è proprio imparare cose nuove e mettersi alla prova ciò che lo entusiasma e lo spinge a esplorare.

polvere, che voglio far analizzare e confrontare con i sedimenti che raccoglierò nella foresta amazzonica, dove la sabbia sahariana termina il suo viaggio e alimenta la vita, contribuendo a nutrire il terreno. Il 21 giugno ho completato la traversata della depressione di Bodelè. Secondo tutte le fonti disponibili e i racconti locali, si tratta della prima traversata a propulsione umana mai compiuta, ma non è questo l'importante. Desidero capire più a fondo e successivamente dimostrare quanto tutto sia connesso, su questo piccolo pianeta che condividiamo. Questa traversata di Bodelè, in fondo, è solo il primo granello di un sogno molto più grande.

A ottobre partirò per una spedizione molto più ambiziosa: un’idea che rincorro da quasi due anni e che finalmente prende forma. "Dust - La via della sabbia" ha un obiettivo tanto semplice quanto complesso: ripercorrere questo viaggio intercontinentale a piedi, in bici, in barca a remi e in canoa. Attraverserò quattro dei più grandi ecosistemi del pianeta, proprio come una particella di polvere: il Sahara, l’Atlantico, l’Amazzonia e le Ande. Racconterò, passo dopo passo, come anche i luoghi più lontani siano legati da fili invisibili: la sabbia, il vento, l’acqua, la terra, la vita. E le persone. Dai rifugiati Saharawi nel Sahara ai popoli indigeni dell’Amazzonia. Ci lavoro da tempo e la parte più dura non è fisica: è organizzativa, burocratica, economica. Sento che il momento è arrivato. Non sarà facile, ma proprio per questo, indimenticabile.

Montura People è la rubrica del brand per Outdoor Magazine. Uno spazio per le persone, la gente di Montura. Chiunque si senta in qualche e qualsiasi modo affine ai valori dell’azienda, parte della sua community. Qui vengono raccolte le loro storie affinché possano ispirarne altre.

L'AUTORE
© Lucia
Vissani

ALPINISMO DI VITA

Questo è il nome della serata organizzata da DF Sport Specialist in nome della montagna. Un racconto emozionante di tre leggende: Krzysztof Wielicki, Hans Kammerlander e Simone Moro, davanti a un pubblico di 2.600 persone di Karen Pozzi

Mercoledì 9 luglio, presso lo store DF Sport Specialist di Barzanò (LC), si è tenuta la serata “Alpinismo di vita”, un evento ideato e promosso da Sergio Longoni – fondatore della catena con 18 megastore di articoli sportivi – per rendere omaggio alla montagna attraverso racconti, imprese ed emozioni di chi l’ha vissuta come una vera vocazione.

L’evento, inizialmente pensato con la partecipazione di tre leggende dell’alpinismo internazionale – Reinhold Messner, Hans Kammerlander e Simone Moro – ha subito un cambiamento dell’ultimo minuto a causa dell’assenza di Messner per motivi di salute. Una notizia accolta con dispiacere, ma anche con grande gratitudine per ciò che Messner ha rappresentato e continua a rappresentare nel mondo dell’alpinismo.

UN BRILLANTE KRZYSZTOF WIELICKI

Nonostante l’assenza di Messner, il team che ha lavorato all'evento, con il supporto e la preziosa collaborazione di Simone Moro, ha operato con impegno per offrire al pubblico un evento all’altezza delle aspettative. Davanti a oltre 2.600 persone, è stato possibile accogliere sul palco un ospite d’eccezione: Krzysztof Wielicki, grande alpinista polacco, che ha accettato di unirsi in corsa.

L’EVENTO

La serata “Alpinismo di Vita” ha preso il via alle 21:00 con un suggestivo preludio musicale al tramonto. Sul palco, la cantautrice Erica Boschiero, accompagnata dal fisarmonicista Sergio Marchesini, ha condotto il pubblico in un’atmosfera intima ed evocativa, con melodie ispirate alla montagna e ai suoi paesaggi. Dopo questo inizio coinvolgente, è arrivato il momento tanto atteso. Krzysztof Wielicki, Hans Kammerlander e Simone Moro hanno dato vita a un racconto intenso e partecipato, ricco di emozioni, ricordi e riflessioni profonde. Le loro testimonianze hanno saputo trasformare l’alpinismo in qualcosa di più di una disciplina: una vera e propria metafora dell’esistenza, fatta di sfide, di bellezza aspra, di scelte coraggiose e di quel bisogno irresistibile di “andare oltre”. Il racconto si è snodato attraverso un’alternanza di letture tratte dai loro libri, momenti di confronto e proiezioni video suggestive, arricchite da musiche originali eseguite dal vivo. A dare il via alla sequenza degli interventi è stato Wielicki, seguito da Kammerlander e infine Moro. Ognuno è stato introdotto da brani tratti dalle proprie biografie, letti da Luca Calvi e Vinicio Stefanello, firme autorevoli del giornalismo e della letteratura di montagna. La serata si è conclusa con un momento corale di dialogo, che ha visto i tre protagonisti riuniti in una conversazione sul futuro dell’alpinismo e sul valore dell’esperienza maturata nel corso di vite interamente dedicate alle vette.

IL GRAN FINALE DI LONGONI

Sergio Longoni ha omaggiato simbolicamente i protagonisti.

“Quella di ieri è stata una serata davvero indimenticabile. Ringrazio di cuore i tre straordinari alpinisti presenti per aver condiviso con noi emo-

zioni, storie e visioni che resteranno impresse nella memoria di tutti” ha dichiarato il fondatore di DF Sport Specialist.

“Un ringraziamento speciale va anche alle 2.600 persone che hanno partecipato con entusiasmo e rispetto, a tutto il team di DF Sport Specialist per l’instancabile impegno e ai fornitori che, in tempi strettissimi, hanno lavorato con passione per rendere possibile un evento di questa portata. È stato un momento unico, che dimostra ancora una volta quanto la montagna sappia unire e ispirare profondamente. L’assenza di Reinhold Messner ci ha certamente rattristato e a lui va il nostro affettuoso saluto e un sincero ringraziamento per tutto ciò che rappresenta. Speriamo davvero di poterlo avere presto con noi in un’occasione futura”, ha concluso Sergio Longoni. Alpinismo di vita ha unito tre generazioni di alpinisti, tre stili diversi, ma una sola, grande passione condivisa: quella per la montagna.

_I PROTAGONISTI

Da sinistra, Hans Kammerlander, Simone Moro e Krzysztof Wielick

Krzysztof Wielicki - Uno dei più grandi interpreti dell’età d’oro dell’himalaysmo, una figura leggendaria dell’alpinismo mondiale: è stato il quinto uomo a scalare tutti i 14 Ottomila della Terra e il primo a compiere una salita invernale sull’Everest nel 1980, aprendo così un nuovo capitolo nella storia dell’alpinismo himalayano.

Simone Moro - Classe 1967, è un alpinista, scrittore e aviatore italiano. È noto per le sue numerose spedizioni himalayane, in particolare per le prime ascensioni invernali di quattro Ottomila: Shisha Pangma (2005), Makalu (2009), Gasherbrum II (2011) e Nanga Parbat (2016). Ha anche scalato otto dei quattordici Ottomila e ha raggiunto la cima dell'Everest quattro volte.

Hans Kammerlander - È uno dei più forti alpinisti italiani degli Anni Ottanta, Novanta. Nel suo palmares ci sono dodici dei quattordici Ottomila, sette dei quali insieme a Reinhold Messner con cui ha inoltre compiuto il primo concatenamento assoluto di due Ottomila: il Gasherbrum I e il Gasherbrum II nel 1984. Ha realizzato le prime discese assolute con gli sci del Nanga Parbat nel 1990 e dell'Everest nel 1996.

Luca Fois, alpinista

TUTTE LE CIME, UN SOLO PUSH

Ex membro delle forze speciali, Luca Fois ha intrapreso l’impresa di scalare le 86 vette

oltre i 3.000 metri delle Dolomiti in un’unica progressione documentata, per una sfida fisica e mentale

Una sfida personale che unisce l’aspetto umano a quello documentaristico: è questa l’avventura, e insieme l’impresa, che sta tentando Luca Fois, con l’obiettivo di scrivere una nuova pagina nella storia dell’alpinismo dolomitico. Dopo 20 anni nelle forze speciali, Luca si è posto l’obiettivo di salire tutte le 86 cime oltre i 3.000 metri delle Dolomiti in un unico push, un viaggio che rappresenterà il primo tentativo integralmente tracciato e destinato alla registrazione ufficiale come record, nel rispetto dei criteri di documentazione e continuità richiesti dal Guinness World Records. Oltre alla sfida fisica, l’idea è anche quella di raccogliere dati e racconti legati alle cime e al territorio. Fois affronterà le 86 cime con un piccolo team a rotazione, formato da ex commilitoni, alpinisti e amici: persone che, come lui, hanno vissuto un cambiamento e vogliono contribuire a qualcosa di collettivo. L’obiettivo è rimanere quanto più possibile in quota, concatenando le vette in successione e adattandosi con flessibilità alle condizioni, dormendo in rifugi, bivacchi o anche all’aperto, sempre nel pieno rispetto della montagna e dei suoi ritmi. Al suo fianco, o meglio, ai suoi piedi, ci saranno le scarpe di Asolo, che ha deciso di sposare l’impresa. Abbiamo intervistato Luca Fois in un giorno di pausa, causata dal maltempo durante il tentativo di ascesa alla Marmolada.

Ci racconti che progetto è “86 Dolomites”?

È un progetto con cui voglio raggiungere tutte le 86 cime delle Dolomiti superiori ai 3.000 metri nel minor tempo possibile. Ora sono alla quindicesima vetta conquistata (era mercoledì 9 luglio, ndr), anche se il meteo incerto di questa estate ci sta costringendo a cambiare i programmi in corsa. Altre persone prima di me le hanno conquistate tutte e 86, ma nessuno in one push, ovvero in un’unica stagione. Se le cime sono vicine, ovviamente, non torniamo a valle, ma le concateniamo il più possibile. Attualmente sono io a concludere tutte le cime, ma con me ci sono altri ragazzi che mi seguono come team logistico e mi accompagnano quando il grado supera il terzo, per questioni di cordata.

Come è nata questa idea?

Ho 40 anni e per 20 ho lavorato nelle

forze armate. Sono stato congedato a causa di lesioni riportate e non volevo trovarmi a lavorare nell’ambito della sicurezza, nelle scorte o all'estero. Desideravo restare vicino alla famiglia. È stata mia moglie a spingermi a prendermi del tempo per fare qualcosa che mi piacesse davvero. Sono sempre stato un grande appassionato di montagna e di outdoor, quindi mi sono ritagliato una sfida. Sicuramente non facile, anche perché queste cime, per me, sono tutte una prima volta.

Quanto conta per te il raggiungimento dell’obiettivo Guinness?

Per me questa impresa resta un mio obiettivo personalissimo, per dimostrare a me stesso che tutto ciò che abbiamo pianificato e testato durante quest’anno e mezzo ma anche gli allenamenti e gli sforzi hanno avuto un senso. Che venga registrato, riconosciuto, accettato o meno, o che piaccia alle persone, mi interessa poco. Quello che mi gratifica è la comunità che abbiamo creato per fare tutto questo, i ragazzi che si danno il cambio per venire a supportarci, l’ambiente che ne è nato. Non siamo atleti, siamo appassionati che, per amicizia e per amore condiviso della montagna, stanno provando a fare qualcosa di importante, insieme.

Asolo vi ha sponsorizzato con il footwear, ma quante altre realtà vi stanno supportando?

Lavorare con Asolo è un grande privilegio per noi. Abbiamo trovato anche il supporto di Yamamoto Nutrition, mentre per quanto riguarda l'abbigliamento ci sostiene 5.11, un’azienda americana Veteran Owned. La linea prettamente alpinistica è stata fornita da un'altra azienda inglese, True Dark, mentre Mico Sport mi ha garantito intimo tecnico e calze.

Quanto misurate il rischio?

Esiste un’equazione precisa tra il valore della missione e il rischio del personale, e quest’ultimo prevale sempre: nessuna cima vale un infortunio. Non essendo Guide Alpine, appena abbiamo il sentore che qualcosa non va, non rischiamo. Ho dei figli a una moglie a casa che mi aspettano! E devo dire che stare lontani da loro, in fondo, è la parte più difficile di tutta la spedizione.

COMPAGNI DI CORDATA

Rock Experience e i Ragni di Lecco hanno da poco rinnovato la loro collaborazione per altri tre anni, in un sodalizio che trova nell’amicizia, nell’amore per la montagna e nel territorio i suoi punti di forza di Benedetta Bruni

La chiacchierata che abbiamo fatto con alcuni dei rappresentanti di Rock Experience e i Ragni di Lecco sarebbe potuta durare molto più. Perché, oltre al timore reverenziale per un gruppo così forte e rinomato, qualsiasi persona con un minimo di passione per la montagna non può restare indifferente ai loro racconti ed esperienze. E poi, se non fosse abbastanza, perché tra Rock e i Ragni appare molto evidente qualcosa di invece quasi curioso tra gli alpinisti: un’amicizia, un senso di comunità abbastanza raro per un’attività così solitaria, che abbraccia il territorio –Lecco, ovviamente –, gli altri membri del gruppo, dell’azienda, dove

entrambe le parti tirano fuori il meglio dell’altro, accomunati dall’amore per la montagna e questa voglia di scambiarsi opinioni sulle ultime ascese e su come le hanno affrontate. Rock Experience, insomma, da sei anni ha fatto breccia nei Ragni con una collaborazione attenta, che dà spazio e voce ai loro racconti, che a livello di prodotto risponde alle loro dirette esigenze proprio perché il titolare Michele Frigerio, anch’egli alpinista, sa bene che attrezzatura e abbigliamento devono realmente essere al servizio dello scalatore. Il risultato è un rapporto autentico, dove le parti si portano rispetto, che dà valore e porta con orgoglio la bandiera delle Grigne.

>> L'INTERVISTA

MATTEO DE ZAIACOMO, alpinista e presidente dei Ragni di Lecco

SIMONE PEDEFERRI, alpinista e parte del Consiglio dei Ragni di Lecco

MADDALENA BOSISIO, responsabile marketing di 7to7

Mi raccontate la storia della collaborazione tra Rock Experience e i Ragni di Lecco?

MDZ: la collaborazione tra i Ragni e le aziende lecchesi è qualcosa di abbastanza radicato nella storia del Gruppo. Nasce nel dopoguerra, quando c’erano delle difficoltà economiche ma anche una grande voglia ed entusiasmo di andare in giro per il mondo a scalare, che d’altronde è la stessa che ci anima ancora adesso. Sin da allora c’è sempre stata una barriera economica per comprare anche solo due chiodi e una corda o pagare il pieno per andare a fare una via nuova in Dolomiti, e queste difficoltà sono state risolte cercando collaborazioni. Le prime aziende non erano ovviamente specializzate in materiale o abbigliamento tecnico da arrampicata, erano per lo più delle società metalmeccaniche che poi accettavano di sponsorizzarci. Il punto di incontro, però, è stato proprio Lecco, come accade anche adesso con Rock Experience e 7to7. La vicinanza al territorio può sembrare una questione semplice, ma in realtà si rifletteva nel carattere delle ascensioni che poi i Ragni sono riusciti a fare in tutto il mondo. Che fosse il McKinley nel ‘61 o il Cerro Torre nel ‘74, ci si portava sempre dietro quell’orgoglio di essere lecchesi e aver issato la bandiera della città in cima alle montagne, tanto per gli alpinisti quanto per gli sponsor. E questo muoversi come Ragni di Lecco, in sinergia con chiunque potesse contribuire e non soltanto in qualità di singolo alpinista – perché chiaramente è un’attività solitaria, a parte la cordata che fa la notizia –, è il motivo per cui il gruppo è riuscito a sopravvivere, traendo energie e finanziamenti dal territorio, proprio perché l’identità di una salita era quella di Lecco stessa e i successi erano ugualmente condivisi. Quindi nel 2019, quando è nata la collaborazione con Rock Experience, è stato estremamente semplice sposare le due filosofie: il prodotto concepito nella sede di Bosisio Parini sposava perfettamente quel tipo di alpinismo locale tipico dei Ragni. Ora collaboriamo da sei anni, ma abbiamo appena firmato il contratto che ci accompagnerà per i prossimi tre.

MB: come diceva Matteo, si tratta di una partnership abbastanza longeva. È un rapporto reciproco: noi li sosteniamo dal punto di vista economico, mentre con il loro know-how i Ragni contribuiscono allo sviluppo dei nostri prodotti, che possono testare in condizioni diversissime e quindi ci permettono di avere feedback di reale utilizzo sui vari terreni alpinistici. Questa collaborazione per noi è anzitutto motivo di orgoglio e ci spinge a orientarci sempre di più su articoli che possano assecondare le loro esigenze in situazioni veramente diverse.

Come funziona lo sviluppo prodotto?

SP: dipende tutto dall’attività che facciamo: una volta ottenuto il prodotto –per esempio adesso alcuni dei membri stanno testando un saccone nuovo –bisogna capirne l’utilizzo in ambiente, dove può avere delle criticità o può funzionare, dove si rovina, e in base a tutto questo suggeriamo dei cambiamenti. Questo processo è molto importante, perché in questo modo il prodotto arriva al consumatore con tutt’altra qualità.

MB: parte tutto dal prototipo, che viene testato dall’atleta che poi restituisce dei feedback all’azienda. Si modificano le criticità e successivamente ne viene restituito un altro che viene provato nuovamente e così via, finché non si raggiunge un risultato soddisfacente.

SP: abbiamo collaborato anche con altre aziende, ma la partnership in tal senso non è mai stata così efficace come quella in questi anni con Rock Experience. Forse anche perché è un’azienda del territorio e dunque l’interscambio è molto più facile, produttivo e stimolante per entrambi.

MB: esatto, essendo tutti della stessa zona riusciamo ad avere uno scambio faccia a faccia e non solo tramite e-mail o videocall, e anche quello è un valore aggiunto alla nostra collaborazione.

Come si sposano i vostri valori e quanto è cruciale per voi il territorio, quindi?

MDZ: Lecco è sempre stata un vertice dell’alpinismo, riconosciuta in tutto il mondo come un punto nevralgico da dove partono idee e iniziative interessanti, e in cui storicamente persone come Cassin hanno voluto dare una loro interpretazione ai prodotti che testavano. Anche per lui l’abbigliamento e l’attrezzatura dovevano essere realmente utili, non solo riempire un buco di mercato. E quando Rock ha mosso i primi passi sul panorama outdoor abbiamo proprio visto una tipologia di prodotto che voleva sin da subito essere al servizio dell’alpinista e dell’alpinismo, ma che era ancora acerbo su alcuni aspetti tecnici. È in questo contesto che si è ben incastrato con alcuni membri del gruppo dei Ragni, che avevano già avuto esperienze in termini di ricerca e sviluppo. In questi sei anni di collaborazione abbiamo proprio visto come l’azienda abbia preso una direzione tale da garantire dei prodotti fatti per gli alpinisti e che possiamo portare in giro per tutto il mondo. E se ci penso bene, alla fine Lecco non è neanche così vincolante in questo discorso. Il sentimento, la passione, conoscere le nostre montagne, essere uniti, trovarci e discutere sempre sull’ultima persona che ha fatto una determinata via è qualcosa che prima di tutto crea un’amicizia. E forse è l’unico vero motivo che ci lega così tanto al territorio, perché entrambe le entità hanno delle mire dall’altra parte del mondo, che sia per aprire una via o realizzare un prodotto che sia modulabile e funzioni ovunque, in Patagonia e in Himalaya come sulle Grigne o in Val Masino.

Quello dei Ragni di Lecco mi sembra un alpinismo storico, eroico, che non ha paura di osare e ha tanta voglia di essere raccontato. Qual è l’eredità che tramandate ai nuovi alpinisti?

SP: è un problema che ci poniamo anche noi, in realtà. Come l’arrampicata, l’alpinismo sta prendendo una direzione completamente diversa rispetto a quanto si pensava. I Ragni riescono ad avere una continuità perché negli anni

il nostro modo di scalare è cambiato: non possiamo più essere quelli che arrivarono sul Torre nel ’74. Ciò che ci ha sempre unito, però, è il senso di comunità che si è creato tra di noi. Ed è strano, perché normalmente l’alpinismo ha un carattere solitario, un po’ burbero, forgiato sulle scelte che siamo obbligati a prendere in parete, quando siamo primi di cordata e dobbiamo fare affidamento sulle nostre sole forze. Le nostre decisioni sono sempre radicali perché ci permettono di vivere. Non è uno sport che si può abbandonare quando le condizioni si fanno complicate, e per questo ogni alpinista ha un proprio modo di pensare completamente diverso dagli altri. I Ragni invece sono formati da persone che hanno capito che il gruppo fa bene allo stesso obiettivo, che è scalare le montagne e dare la possibilità ai ragazzi giovani di realizzare i propri sogni. Nel frattempo però è cambiato il nostro stile, che si è fatto più leggero, più “inglese” se vogliamo, perché sono loro ad aver influenzato l’alpinismo moderno. E poniamo sempre al centro il tema dell’inquinamento e del nostro impatto ambientale. Anche l’apertura ad alpinisti esterni a Lecco dalla fine degli Anni ‘90 è stata molto positiva e ha permesso al gruppo di resistere così bene ai cambiamenti.

MDZ: anche Rock Experience contribuisce a tramandare questa eredità alpinistica. Lo stesso titolare dell’azienda, Michele Frigerio, è un personaggio che ha vissuto l’ambiente dell’arrampicata lecchese fin da ragazzino, ed è amico di tanti membri dei Gamma, di cui fa tuttora parte, oltre che dei Ragni. Nella prima frase del nostro statuto, il gruppo si propone di rendere al singolo possibili avventure e salite che altrimenti gli andrebbero precluse. Questa è la nostra forza nonché l’insegnamento che si vuole dare ai più giovani: il valore dell’amicizia e credere nei propri compagni per poter realizzare sogni che da soli non sarebbero raggiungibili. Questo sentimento che ha caratterizzato i gruppi Ragni e Gamma, questo ritrovarsi negli stessi ideali tanto da inserirli in uno statuto, è qualcosa che nei pensieri del titolare ha reso, mi immagino, ancora più facile scegliere di lanciarsi una collaborazione con quella che abbiamo adesso. SP: di fatto, il progetto Rock Experience parte da un alpinista. Michele è uno scalatore e si è giustamente circondato di persone che scalano. E questi legami si riflettono anche sui prodotti, realizzati apposta per chi va in montagna. Concettualmente questo fa un’enorme differenza: negli anni abbiamo visto diverse aziende riempirsi di persone esterne al mondo dell’arrampicata e questo ha man mano smontato la “magia” che c’era in queste realtà. Inevitabilmente tante di queste sono entrate in crisi o sono fallite, oppure si sono riconvertite a prodotti che non servono realmente a chi va in montagna. Per noi è molto meglio sapere che possiamo parlare con delle persone che hanno vissuto sulla loro pelle l’esperienza di un bivacco andato male in mezzo a un temporale.

E nelle nuove generazioni vedete un po’ di coinvolgimento?

SP: la nostra fortuna è che la selezione che per entrare nei Ragni non è facile. È molto complicata, sia per il curriculum da presentare, sia per la commissione tecnica e soprattutto quella “umana”, la più difficile, dove si valuta il candidato non solo per cosa può dare al gruppo a livello alpinistico, ma anche su un piano più personale. È tanto importante quanto particolare, proprio per il discorso che facevo prima. Quindi in un certo senso questo coinvolgimento ce lo assicuriamo per forza di cose.

Maddalena Bosisio responsabile marketing di 7to7
Matteo De Zaiacomo alpinista e presidente dei Ragni di Lecco
Simone Pedeferri alpinista e parte del Consiglio dei Ragni di Lecco
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AL COSPETTO DEI GIGANTI

La nuova telecabina Pila - Couis consentirà di raggiungere 2700 metri in soli 15 minuti per arrivare a un rifugio panoramico affacciato sui 4000 delle Alpi. L’intervista al presidente di Pila S.p.A

di Sara Canali

Raggiungere i 2.700 metri di altitudine in soli 15 minuti: sono i numeri della nuova telecabina Pila – Couis, risultato di un progetto biennale che porterà gli appassionati di outdoor e sport invernali fino a un rifugio panoramico affacciato sulle Alpi con vista su Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa, Grivola e Gran Paradiso. A dicembre 2024 è stato inaugurato il secondo troncone del nuovo impianto dotato di telecabine da 10 posti per raggiungere Couis 1. Durante l'estate 2025 invece verranno ultimati i lavori di costruzione della stazione di partenza e di quella intermedia Pila Gorraz mentre a dicembre dello stesso anno avverrà l’inaugurazione e all’apertura del rifugio panoramico Stella del Couis e di tutte le tratte della nuova telecabina. Abbiamo parlato del progetto con Davide Vuillermoz Curiat, presidente di Pila S.p.A.

Quello della nuova telecabina Pila – Couis e del rifugio panoramico è un progetto a largo respiro che si concluderà a dicembre 2025. A sei mesi dall’inaugurazione dell’intera nuova infrastruttura, quali sono i feedback e quali gli impatti sul turismo di Pila?

A fine inverno, pur con un'apertura parziale con il secondo troncone, abbiamo ricevuto riscontri molto positivi, in particolare sul comfort dell'impianto e sulla bellezza paesaggistica che si può ammirare salendo verso una delle zone più panoramiche. Stiamo lavorando con dedizione e speriamo che questa nuova infrastruttura possa presto tradursi in un maggiore interesse per Pila come destinazione, attirando un pubblico ancora più ampio e diversificato grazie alla sua accessibilità potenziata e all'esperienza davvero unica che promette. Quando apriremo a dicembre 2025, potremo avere la conferma se il nuovo impianto riuscirà a ridistribuire meglio i flussi da Pila verso le quote più alte, alleggerendo così la frequente congestione presso la seggiovia Chamolé.

Sostenibilità e accessibilità: come sono integrate nel progetto?

Fin dall'inizio, la sostenibilità e l'accessibilità sono stati pilastri fondamentali del nostro progetto. La nuova telecabina è stata progettata con un forte impegno per ridurre l'impatto sull'ambiente, utilizzando sistemi ad alta efficienza energetica e materiali a basso impatto. L'accessibilità è stata un'altra priorità: l'impianto è interamente fruibile anche da persone con mobilità ridotta, famiglie con bambini piccoli e tutti gli appassionati di sport outdoor, sia in estate che in inverno, perché crediamo che la montagna debba essere di tutti.

In ottica inverno 2025, c’è in programma l’inaugurazione del nuovo rifugio panoramico "Stella del Couis". Di che struttura si tratta?

La "Stella del Couis" non sarà solo un rifugio, ma un vero e proprio punto di riferimento panoramico in quota. Sarà un luogo all'avanguardia, concepito non solo per la ristorazione, ma come uno spazio privile-

giato da cui ammirare i maestosi 4.000 metri valdostani. Vogliamo che sia un posto dove contemplare il paesaggio mozzafiato, gustare i sapori autentici della tradizione e vivere la montagna vera, in ogni stagione dell'anno.

Quanto cambierà l’aspetto di Pila con tutte queste novità?

Il progetto Pila-Couis rappresenta per noi un punto di svolta nella nostra visione: stiamo evolvendo da un tradizionale comprensorio sciistico a una destinazione montana contemporanea, attiva tutto l'anno. Il nostro impegno è offrire esperienze sempre più autentiche, accessibili e sostenibili. Siamo convinti che queste novità cambieranno non solo l'aspetto di Pila, ma, cosa più importante, rafforzeranno la sua percezione e attrattività sul mercato nazionale e internazionale.

La nuova telecabina come impatterà sul turismo invernale e come su quello estivo?

Il nuovo impianto è stato pensato per avvicinare la montagna a tutti coloro che desiderano godere appieno dei panorami e delle Alpi. In inverno, permetterà di accedere più facilmente a uno dei versanti più tecnici e spettacolari del comprensorio, migliorando la distribuzione dei flussi e aumentando l'attrattiva per sciatori esperti e non solo, alzando il baricentro della stazione, consentendo di tenere aperto il comprensorio più a lungo. La chiusura invernale del prossimo inverno è prevista per il 3 maggio 2026. In estate, diventerà una porta d'accesso privilegiata per bikers, escursionisti e per tutte le attività outdoor.

Possiamo chiederle una stima dei costi sostenuti per il progetto?

L'investimento complessivo per il progetto Pila-Couis, che include la nuova telecabina, nuove piste e il rifugio Stella del Couis, ammonta a circa 65 milioni di euro. Si tratta di un impegno economico importante, ma reso possibile anche grazie al sostegno dei contributi regionali. Questo investimento riflette una visione di sviluppo a lungo termine che vede la montagna come una risorsa strategica e vitale per l'intero territorio.

Davide Vuillermoz Curiat, presidente di Pila S.p.A.

A TUTTO ESCURSIONISMO

La Carinzia, il Land più meridionale d’Austria, offre infinite possibilità per gli amanti del trekking. Da percorsi ad anello a vere e proprie esplorazioni per tutti i livelli

Una natura mozzafiato, un clima mite e sentieri da favola a ogni altitudine. Sono questi gli ingredienti che fanno della Carinzia, il land più meridionale d’Austria, il luogo ideale per gli escursionisti. Infatti qui si trovano innumerevoli itinerari ben segnalati, adatti a ogni livello di preparazione e a ogni esigenza. E tra le varie offerte della regione, il fiore all’occhiello è l’Alpe-Adria-Trail, un trekking lungo ben 750 chilometri percorribile in 43 tappe da circa 20 km, che dal Grossglockner attraverso la Carinzia, la Slovenia e il Friuli raggiunge il mare Adriatico vicino a Trieste.

ALPE-ADRIA-TRAIL

Un lungo trekking che collega tre nazioni, Carinzia, Slovenia e Italia, in cui ognuno può stabilire individualmente la lunghezza delle tappe che si possono combinare o calibrare secondo le proprie esigenze. Il centro prenotazioni Alpe-Adria-Trail fornisce assistenza nell’organizzazione di un itinerario personalizzato lungo le singole tappe (dotate di segnaletica perfetta). Il percorso ha inizio dalla Kaiser-Franz-Josefs-Höhe, un belvedere sul Pasterze, il ghiacciaio più grande delle Alpi orientali e attraversa la valle Mölltal raggiungendo Gmünd, la cittadina degli artisti. La meta finale invece è l’idillico porto adriatico di Muggia.

SENTIERI AD ANELLO

Il sentiero “Panoramaweg Südalpen” è stato premiato nel 2018 con il marchio di qualità per l’escursionismo in Austria. Questo itinerario attraversa i paesaggi della Rosental, del lago Klopeiner See – Carinzia del sud e della Lavanttal ed è lungo oltre 200 chilometri percorribili in 17 tappe giornaliere. Questo sentiero, porta gli amanti della natura alla scoperta della catena delle Caravanche e dei fantastici panorami della zona di confine fra la Slovenia e la Carinzia. Sull’Alta Via del Kreuzeck (Kreuzeck-Höhenweg), nell’Outdoorpark Oberdrautal, gli escursionisti s’immergono invece nel silenzio dell’alta montagna tra le cime del gruppo del Kreuzeck. Dalla cima

_IL PROGETTO SLOW TRAILS

Escursioni a ritmo lento in un progetto che interessa tutta la Carinzia. È questo uno dei trend del turismo in questa regione dell’Austria che si pone l'obiettivo di promuovere trekking per godere al massimo dell’energia e della bellezza della natura. Gli Slow Trails, ovvero gli itinerari nati proprio da questo progetto, sono adatti a ogni tipo di camminatore e caratterizzati dall’essere dislocati in punti particolarmente panoramici e ricchi di fascino. Nella Regione turistica di Villach, a pochi chilometri, si trovano sul Lago di Faak, sul Lago di Ossiach, presso il monastero di Wernberg e sul Lago di Afritz. Sono 20 i percorsi “senza fretta” della regione, sentieri entro i dieci chilometri

dell’Ederplan si scorgono 30 vette di 3.000 metri e 66 chiese. Anche il monte Dreiländereck offre fantastiche occasioni per l’escursionismo: il Giro del Dobratsch è un sentiero straordinariamente vario, lungo 70 chilometri, che attraversa svariati ambienti naturali e paesaggi culturali.

SULLE TRACCE DI FOSSILI E GRANATI

La Traversata Carnica ( Karnische Höhenweg ) si snoda per 155 chilometri lungo il confine tra la Carinzia e l’Italia. Gli escursionisti qui possono scoprire tracce geologiche che risalgono a 500 milioni di anni fa e con un po’ di fortuna anche fossili ben conservati.

TRA AMORE E PARADISO

Con il “Weg der Liebe. Sentiero dell’Amore”, il Millstätter See offre la possibilità di un dialogo intenso con la natura e l’amore. In ogni stazione lungo il sentiero, tra i rifugi Schwaigerhütte e la Lammersdorfer Hütte, s’incontra una panchina di legno e un libro con una domanda che stimola a scrivere i propri pensieri sul tema dell’amore e della relazione di coppia. La Via Paradiso invece è costituita da quattro tappe che portano l‘escursionista lungo la sponda del lago Millstätter See dove è possibile anche godere di tuffi in acque calde fino a 27 gradi. Infine, la possibilità anche di visitare il Parco Nazionale Alti Tauri che è il primo e più grande parco nazionale austriaco, molto amato dagli escursionisti. Le escursioni guidate con un esperto guardaparco consentono di scoprire tesori nascosti come l'itinerario per raggiunge le antiche miniere nella Zirknitztal, una grande valle d'alta montagna ricca di boschi di pino cembro. Qui si cammina sulle tracce dei cercatori d'oro mentre il fascino del ghiaccio eterno cattura gli escursionisti sul Pasterze, il più grande ghiacciaio delle Alpi orientali, ai piedi del Grossglockner, la più alta vetta austriaca. Altre escursioni sono dedicate all'osservazione di cervi e stambecchi nella suggestiva valle Seebachtal.

di lunghezza, che non superano i 300 metri di dislivello e che sono eventualmente frazionabili, in modo da poter essere accessibili a chiunque, anche senza alcuna preparazione atletica. Itinerari percorribili in meno di tre ore e attrezzati con frequenti aree di sosta, dove panchine, amache, pontili o affacci invitano a fermarsi per gustare fino in fondo la magia dei luoghi.

carinzia.at

AVENTURA DEPORTIVA

Specchiata sul Mar Mediterraneo, la Regione di Valencia è la destinazione perfetta per chi ama l’escursionismo, grazie alla sua varietà paesaggistica e a 5.000 km di sentieri segnalati di Benedetta Bruni

In Spagna, affacciata sul Mar Mediterraneo, si trova la Regione di Valencia, facilmente accessibile grazie a collegamenti aerei diretti dalle principali città italiane verso gli aeroporti di Valencia e Alicante

LA GEOGRAFIA

La regione è molto apprezzata per il suo clima eccellente tutto l’anno, con una media di 320 giorni di sole da sfruttare per fare sport all’aria aperta. La sua situazione geografica particolarmente fortunata ospita una grande varietà naturalistica che si specchia sul Mar Mediterraneo, come spiagge, calette e scogliere, mentre all’interno il paesaggio è costellato di borghi dal fascino e patrimonio culturale nascosto tra le montagne, ma collegato da diversi sentieri segnalati. Di fatto, la Regione di Valencia conta un totale di 22 parchi naturali e si annovera come una delle zone più montuose d’Europa. Senza superare i 2.000 m di altitudine, la regione possiede un’orografia spettacolare che, insieme al clima mediterraneo, offre una grande biodiversità in diversi habitat.

ESCURSIONISMO

L’escursionismo è da sempre un’attività molto praticata nella regione, grazie agli oltre 5.000 km di sentieri omologati – e debitamente segnalati – di ogni difficoltà, distanza e dislivello. Gli amanti dei trekking e degli sport di montagna di tutto il mondo sono attratti dalla varietà di paesaggi e dalla grande offerta alberghiera e ristora-

tiva che completa l’esperienza sportiva, tanto nei piccoli borghi che si scoprono durante le escursioni, quanto nelle visite alle città principali. Eventualmente è possibile fare affidamento a una delle tante agenzie di Turismo Attivo che accompagnano nelle visite guidate, garantendo la massima sicurezza ai visitatori. Inoltre, in questo modo si possono scoprire altre attività complementari all’esperienza escursionistica.

GASTRONOMIA

La gastronomia forma parte della dieta mediterranea e costituisce patrimonio mondiale. Gli ingredienti dei piatti si adattano al territorio, utilizzando prodotti locali. La regione è la culla della paella, internazionalmente riconosciuta, così come della sua grande varietà di riso; tuttavia, è famosa anche per i vini, le piccole botteghe che fanno olio d’oliva – di produzione limitata e di alto pregio –, le arance che disegnano gran parte del paesaggio, e per tanti altri prodotti di uguale qualità.

SOSTENIBILITÀ

La Regione di Valencia non si distingue solo per la bellezza dei parchi naturali e delle spiagge, ma anche per il compromesso con la sostenibilità. Attraverso programmi di conservazione e gestione ambientale si sforza di preservare i suoi ecosistemi unici e di promuovere pratiche ecologiche tra i visitatori. Incoraggia il rispetto per la flora e la fauna autoctone, così come la protezione delle risorse naturali e paesaggistiche.

Falla del Moraig a Benitatxell, regione della Marina Alta
Antico acquedotto romano di Peña Cortada Il piccolo comune di Fuente la Reina

PER UN TURISMO PIÙ "SOSTENIBILE"

Tra certificazioni e intelligenza artificiale, la Regione Dolomitica Plan de Corones si conferma tra le destinazioni più virtuose e attente ad ambiente e persone

di Sara Canali

Era il 2021 quando San Vigilio Dolomites è diventata la prima destinazione certificata GSTC in Alto Adige. Una prima assoluta, che ha aperto la strada ad altre località che hanno deciso di seguire l’esempio, entrando così a far parte di una comunità globale impegnata nel turismo sostenibile. Il Global Sustainable Tourism Council (GSTC) è l’organismo internazionale nato dall’United Nations Environment Programme e dall’United Nation World Tourism Organization, per promuovere la sostenibilità e la responsabilità sociale nel turismo ed è uno standard internazionale, che costituisce la base per l’impegno sul turismo sostenibile. Si tratta di una certificazione multisettoriale poiché si rivolge a tutta la filiera e permette di accedere a una community con attori e partner internazionali. Inoltre, include tutti gli aspetti della sostenibilità, da quello gestionale a quello socioeconomico senza dimenticare l’aspetto culturale e, ovviamente, ambientale. Dall’esperienza iniziata nel cuore della Regione Dolomitica Plan de Corones è nato il Marchio Sostenibilità Alto Adige che premia gli attori del settore turistico che si prendono cura del benessere della natura e delle persone, che si impegnano a preservare le tradizioni e contribuiscono con misure concrete a fare dell’Alto Adige uno spazio vitale sostenibile.

RISULTATI CONCRETI - San Vigilio Dolomites comprende i Comuni di San Vigilio di Marebbe e San Martino in Badia e si trova all’interno di due vasti Parchi Naturali, parte delle Dolomiti, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il turismo qui è gestito da una Cooperativa fondata oltre 50 anni fa da un gruppo di stekeholder locali che ha deciso di investire sempre di più in un modello che prendesse in considerazione una gestione equilibrata dei flussi turistici per non cadere nelle problematiche dell’over tourism e sempre nel rispetto dei valori del territorio. In questo senso, il turismo a San Vigilio, località con meno di 5.000 residenti e quasi 900.000 pernottamenti all’anno, non consiste nell’inseguire le tendenze o aumentare i numeri, ma vuole rendere i visitatori parte della comunità, anche se solo per un breve periodo. Altrettanto centrale in questo processo è la conservazione della cultura ladina, sia attraverso il sostegno agli artigiani e alla cucina locale, sia attraverso eventi culturali che celebrano la musica, le storie e la lingua.

GIGGO E L’AI - Per poter garantire un flusso equilibrato di turismo e poterlo gestire al meglio, è fondamentale per la località della Regione Dolomitica Plan de Corones, riuscire a collezionare diversi e numerosi dati. Per rendere tutto questo possibile, si sta dimostrando fondamentale l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale e la creazione di un chatbot che rappresenta l’estensione intelligente e amichevole del front office.

Si chiama Giggo, esattamente come il galletto simbolo della Regione Dolomitica Plan de Corones e rappresenta uno dei primi esempi a livello mondiale di AI applicata al turismo responsabile. Giggo è il frutto di una collaborazione tra tre destinazioni della Regione Dolomitica Plan de Corones: San Vigilio, Valdaora e Valle Anterselva ed è stato ideato da due giovani sviluppatori locali, Julian Palmarin e Sebastian Betz, fondatori della startup touristinfo.ai. Disponibile 24 ore su 24 via WhatsApp, Giggo è in grado di interagire in oltre 80 lingue, fornendo risposte personalizzate ai turisti senza attese né lunghe ricerche. La scelta di utilizzare WhatsApp garantisce un accesso immediato e universale al servizio, senza bisogno di scaricare applicazioni dedicate. Quando l’utente invia una domanda (in qualsiasi lingua) via WhatsApp, il chatbot comprende e risponde nella lingua dell’utente in modo colloquiale ma accurato e con il tono più ideale. Il motore AI, sviluppato dalla startup locale touristinfo.ai, viene continuamente addestrato e migliorato, monitorando le interazioni reali. Inoltre, sono stati implementati filtri di controllo qualità: i contenuti forniti vengono validati dall’ente turistico per evitare inesattezze o “allucinazioni” tipiche delle AI generiche. Inoltre, Giggo svolge il ruolo di “tutor” per un turismo sostenibile e sicuro. Le sue risposte, infatti, non si limitano a fornire informazioni puntuali, ma includono suggerimenti pratici per ridurre l’impatto ambientale e vivere il territorio in modo responsabile. Attraverso questi consigli, il chatbot aiuta concretamente a ridurre l’impronta ecologica dei visitatori. Inoltre, suggerendo percorsi alternativi e integrando informazioni su un’intera rete di destinazioni vicine, Giggo contribuisce a prevenire il sovraffollamento dei luoghi più popolari, a vantaggio sia dell’ambiente sia della qualità dell’esperienza dei visitatori. La piattaforma è sviluppata in stretta collaborazione con gli operatori locali: hotel, B&B, musei, ristoranti e altri servizi del territorio possono contribuire direttamente ad aggiornare la base informativa del chatbot, inserendo contenuti verificati e personalizzati. Ogni struttura turistica può inoltre utilizzare Giggo come piattaforma base integrata, arricchendolo con informazioni specifiche sulla propria offerta.

kronplatz.com

© Kottersteger

MOUNTAIN ESCAPING

ISPIRATA ALLE DOLOMITI, CREATA DAI PIONIERI E INDOSSATA

DAGLI AVVENTURIERI, DAL 1897.

VERNALE HIKE

UN’ISOLA, TANTISSIME OFFERTE

La Sardegna si conferma sempre più terra di outdoor e viaggi attivi con una sezione del portale del turismo dedicato proprio a queste attività di Sara Canali

Lontano dalla sola offerta balneare, la regione sta puntando sulla diversificazione, valorizzando l'entroterra, i borghi e le attività all'aria aperta disponibili quasi tutto l'anno. Per questo, all'interno del portale Sardegnaturismo.it, è stata creata un’ampia sezione chiamata Sardegna Active dove si possono trovare tutte le offerte relative a viaggi dove sport, attività e natura sono i principali protagonisti. Un’offerta, dunque, che riguarda l’intera isola e una domanda in costante crescita che riguarda turisti italiani e stranieri. Per questo la Regione sta investendo attivamente per promuovere le attività outdoor. A tal fine ha attivato la collaborazione con diverse testate giornalistiche del settore e la partecipazione a fiere internazionali, mirando a mercati chiave come Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Polonia. Offerte su misura dunque per gli appassionati di trekking e cammini, con itinerari sempre più attrezzati anche in ottica di ricettività, per i climber che qui possono trovare falesie e vie di diversi livelli di difficoltà. Ma anche pacchetti per viaggi bike friendly sia su strada che off road, senza dimenticare l’aspetto più avventuroso del mare con sport come kite surf, canoa e immersioni.

NOI CAMMINIAMO IN SARDEGNA

Dal 1° al 4 ottobre 2025 andrà in scena la quarta edizione di “Noi camminiamo in Sardegna”, l’evento che ha come obiettivo quello di

far conoscere a giornalisti, comunicatori e tour operator gli itinerari della Regione Sardegna, ma soprattutto luoghi, accoglienza e tradizioni portandoli a fare l'esperienza di Cammino in loco insieme a delle guide locali. Sedici gruppi formati da una o più guide escursionistiche, un giornalista specializzato in tema viaggi, un content creator, un fotografo, un tour operator e un referente di Terre di Mezzo camminarono contemporaneamente su sedici itinerari della Sardegna: otto Cammini e otto Destinazioni di Pellegrinaggio. Dopo i giorni di cammino, venerdì 3 ottobre tutti i gruppi si incontreranno a Pula, città simbolo del Cammino di Sant’Efisio, dove la sera si terrà un evento dedicato al racconto dell’esperienza e la mattina seguente una camminata finale tutti insieme. Dal 2022, l’evento Dal 2022 è organizzato da Terre di Mezzo, casa editrice specializzata nella pubblicazione di guide di cammini a piedi e percorsi in bicicletta, che da oltre vent’anni a Milano organizza Fa’ la cosa giusta!

A TUTTO ABRUZZO

sardegnaturismo.it

Un’escursione in canoa sul Tirino, uno tra i fiumi più limpidi d’Europa, o ancora trekking tra eremi e castelli prima di immergersi negli affascinanti fondali dell'Adriatico di Sara Canali

Sono tante le attività che offre l'Abruzzo, una regione che riesce a rispondere alla voglia di natura e outdoor in ogni stagione. Il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga sono i tre polmoni verdi della regione. Questi luoghi offrono numerose opportunità per il trekking, con una varietà di sentieri adatti a tutti i livelli, dai principianti agli escursionisti esperti. Tra gli itinerari suggeriti e più famosi ci sono quelli al Corno Grande, ovvero la cima più alta degli Appennini, con percorsi che partono da Campo Imperatore. Ma anche a Rocca Calascio, un castello iconico con sentieri che conducono alla sua sommità, mentre il trekking nelle Gole del Sagittario offre l'occasione di attraversare un percorso che arriva fino al borgo di Castrovalva, con panorami spettacolari.

NON SOLO A PIEDI

Un'esperienza imperdibile è quella del trekking a Cavallo. In Abruzzo infatti c'è l'Ippovia più lunga d'Europa. Si chiama Ippovia

del Gran Sasso ed è composta da 570 km di percorsi che attraversa 65 luoghi di valenza naturalistica, storica, paesaggistica, artistica, archeologica e 36 comuni delle province dell'Aquila, Teramo e Pescara. Anche il fiume Tirino, gioiello turchese d’Abruzzo, che attraversa l’omonima valle nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, offre l'occasione per escursioni in bici o a piedi. Ma è la navigazione su canoa che offre l'esperienza più incredibile lasciando un ricordo indelebile.

IL SIMBOLO REGIONALE

Tante le possibilità anche per i più piccoli, tra cui la visita al Centro Visita del Lupo nel Comune di Popoli, una struttura di proprietà del Corpo Carabinieri Forestale dello Stato situata all’interno dell’incantevole scenario del Parco Nazionale della Maiella. La visita guidata è adatta ad adulti e bambini ed ha una durata di 2 ore e 30 minuti circa su un percorso di circa 2.5 km, andata e ritorno, su sentiero comodo e di facile accesso.

A CORTINA LO SLOW TREKKING È INCLUSIVO

Nelle Dolomiti Ampezzane, l’esperienza escursionistica diventa sempre più accessibile e immersiva per un’offerta adatta a tutti di Sara Canali

Slow trekking tra natura incontaminata e bisogno di rigenerarsi. L'estate di Cortina d'Ampezzo si profila all'insegna di questi due pilasti e rende l'esperienza del suo turismo sempre più accessibile e immersiva. Le Dolomiti ampezzane si aprono a tutti gli escursionisti senza distinzioni di età, grazie alla rete di impianti di risalita attivi nel comprensorio che va da Cortina fino ad Auronzo e Misurina e trasformano l’accesso alla montagna in un’esperienza adatta a tutti, tra camminate in quota, cultura alpina, memoria storica e sapori autentici.

ESCURSIONI TEMATICHE E NARRATIVE

Cortina inaugura una rete di sentieri per passeggiate formative grazie a pannelli informativi con informazioni sulla natura dolomitica. La novità della stagione è un'escursione panoramica di un chilometro tra il Rifugio Duca d’Aosta e il Rifugio Pomedes, accessibile con la seggiovia Piè Tofana – Duca d’Aosta, che propone un itinerario didattico grazie a una serie di pannelli informativi su geologia, flora e curiosità ambientali delle Dolomiti. A questa si affiancano anche le camminate “narrative”, con focus su clima e geologia, mentre da Ra Valles inizia il sentiero del “Permafrost, un percorso scientifico e naturalistico ai piedi del massiccio della Tofana che arriva fino a circa

2.770 m. Infine, c’è il Sentiero del Kaiserjäger e Galleria di Mina, sulle tracce della Grande Guerra.

SLOW TREKKING E BENESSERE OUTDOOR

Il futuro del trekking a Cortina punta a rendere la montagna accessibile a tutti: camminatori occasionali, over 60, famiglie, persone con disabilità lieve attraverso l’utilizzo degli impianti per ridurre lo sforzo e allargare il target, una segnaletica chiara e sentieri adatti a diversi livelli e progetti di educazione ambientale, come Rescue Permafrost. Cortina, inoltre, è sempre più aperta alle camminate lente e meditative, da vivere all’alba o al tramonto, perfette per chi è alla ricerca di silenzio, contemplazione e riconnessione. Per chi ama l’avventura, ferrate e sentieri più tecnici completano l’offerta. Il Cortina Vertical Pass permette l’utilizzo flessibile degli impianti, mentre il Cortina Bike Pass apre i percorsi anche agli amanti delle due ruote. Per esplorare tutto il comprensorio, c’è la Dolomiti Supersummer Card.

SCOPRIRE CAMMINANDO

Dalle passeggiate per bambini alla ferrata Larix, dalle escursioni verso i luoghi del ritrovamento di Ötzi ai sentieri tra i boschi o lungo i laghi, ecco la Val Senales di Sara Canali

Tra ghiacciai eterni, bellezza spartana e le tracce dell’età della pietra, il comprensorio Alpin Arena Senales si estende da 2.000 fino a oltre 3.000 metri di altitudine e rappresenta un paradiso naturale situato intorno al piccolo borgo di Maso Corto, in Val Senales. È un luogo ideale per immergersi nella natura durante l'estate poiché offre numerose opportunità per famiglie, sportivi e amanti della tranquillità. Nel 2023 è stata inaugurata la nuova Funivia Ghiacciai della Val Senales, che da giugno 2024 include una cesta "Cabrio Adventure" per viaggi panoramici all'aperto con vista mozzafiato. Poco distante dalla stazione a monte si trova la piattaforma Iceman Ötzi Peak, a 3.251 metri, che offre una vista su 126 cime di oltre tremila metri appartenenti a Italia, Austria e Svizzera.

ITINERARI ESCURSIONISTICI

• Il giro del lago di Vernago: un percorso ad anello semplice e adatto alle famiglie, ideale per picnic, dove si possono vedere lama e, con bassi livelli dell'acqua, ammirare il campanile sommerso di una vecchia chiesa.

skipasscortina.com

• L'escursione, più impegnativa, al Rifugio Similaun: un cammino di circa 3,5 ore che conduce fino al punto di ritrovamento di Ötzi, la famosa mummia del Similaun, a 3.200 metri.

• Il sentiero archeologico da Maso Corto (2.011 metri) al Rifugio Bella Vista (2.845 metri) sul ghiacciaio del Giogo Alto: un percorso ripido che offre viste uniche sui ghiacciai.

• La ferrata Larix, costruita nel 2021: di media difficoltà, lunga 1,8 km con ponti sospesi e teleferiche.

La Val Senales è anche un territorio d'eccellenza per il trail running, con 240 chilometri di sentieri registrati adatti a tutti i livelli. La novità di quest'anno è la 19991 Val Senales Alpine Trail, che si svolgerà dal 24 al 27 luglio 2025. Il numero "19991" si riferisce alla data del ritrovamento di Ötzi (19.9.91). L'evento propone quattro distanze: ULTRA (58 km - 3.626 m verticali), SKY (29,5 km - 2.119 m verticali), SPEED (10 km - 288 m verticali) e VERTICAL (7,6 km - 1.252 m di dislivello).

valsenales.com

schnalstalalpinetrail.com

PER UNA MONTAGNA VIVA, ABITATA E CONDIVISA

Dalla stagione estiva 2025, AKU sostiene il progetto Palaronda Trek con un’iniziativa concreta a supporto di chi lavora ogni giorno sulle Pale di San Martino

di Pietro Assereto

La montagna non è solo spazio d’avventura, ma anche territorio vissuto, curato e abitato. Da questa visione nasce la nuova partnership tra AKU, azienda italiana specializzata in calzature da montagna e Palaronda Trek, il progetto che promuove itinerari ad anello tra trekking e vie ferrate nel cuore delle Pale di San Martino, nel Trentino orientale.

A partire dalla stagione estiva 2025, AKU diventa partner ufficiale del Palaronda Trek, rafforzando il proprio impegno per una cultura della montagna fondata su responsabilità, consapevolezza e rispetto. L’iniziativa prevede una fornitura di calzature tecniche ai rifugisti coinvolti nel circuito, selezionate per garantire comfort e prestazioni sia lungo i sentieri che nella vita quotidiana in quota. Il progetto è completato dalla collaborazione con Ferrino, fornitore dell’abbigliamento tecnico destinato agli operatori dei rifugi.

Un’azione concreta che va oltre la performance e che riconosce il valore umano di chi rende possibile l’esperienza della montagna ogni giorno. Rifugisti, guide, manutentori: figure fondamentali per la vivibilità e la sicurezza delle Terre Alte. La collaborazione con Palaronda Trek si inserisce in un più ampio impegno di AKU sul territorio dolomitico. L’azienda è già al fianco delle “Aquile” di San Martino, storica guida alpina locale che utilizza la linea alpinismo AKU durante le uscite in quota. A questo si affianca anche “Gocce di Montagna”, campagna di sensibilizzazione per un uso consapevole dell’acqua in rifugio, promossa in collaborazione con altri attori del territorio. Sostenere il Palaronda Trek, per AKU, significa contribuire attivamente a un turismo di qualità, dove la montagna è esperienza, relazione e responsabilità condivisa. Non solo luoghi da attraversare, ma spazi da custodire, con chi li vive ogni giorno.

DUE MODELLI AKU PER L’ALPINISMO ESTIVO

CRODA BOA GTX

Pensata per l’alpinismo tecnico estivo, è una scarpa leggera, precisa e stabile. Il sistema BOA Li2 con doppio rotore permette una regolazione millimetrica e differenziata sul piede e sulla caviglia. La ghetta idrorepellente protegge da neve, fango e detriti, garantendo una calzata asciutta anche in condizioni complesse.

CRODA DFS EVO GTX

il

online

Calzatura versatile per l'alpinismo estivo. Leggera e ben strutturata, offre massima aderenza grazie alla suola Vibram Litebase e grande precisione nei passaggi più esposti. Il sistema di allacciatura Dual Fit System consente di alternare una calzata più morbida per i tratti escursionistici e una più precisa nei tratti tecnici.

Scopri
progetto

FLORA ALPINA: LA COLLEZIONE FORGIATA PER L'ALTA QUOTA

Un outfit completo per massimizzare la performance degli atleti in gara. Metafora del processo di adattamento di trail runner e fiori di montagna alle condizioni estreme dell’alta quota

IL CONCEPT

Correre un’ultra maratona richiede adattamento alla distanza, al buio, al meteo e all’altitudine tipiche di questa tipologia di gare. Questo processo somiglia in molti modi a quello che devono affrontare i fiori di montagna che costellano i prati e i sentieri alpini e che devono resistere a tutte le condizioni, a volte estreme, dell’alta montagna. Nei millenni, la flora alpina si è evoluta per sopravvivere, sviluppando elaborati meccanismi di adattamento. Ora, è diventata fonte di ispirazione per il kit da gara Summit Series.

Il kit da gara Summit Series Flora Alpina è stato ottimizzato per offrire prestazioni elevate e la massima protezione in qualsiasi condizione meteo. Questo outfit è dedicato a coloro che vogliono stare sui sentieri dalla mattina alla sera, spingendosi oltre i propri limiti e raggiungendo sempre nuovi traguardi

1. SUMMIT VECTIVTM PRO 3

Evoluta per i terreni più tecnici

Costruita sulla base della tecnologia della terza generazione di scarpe VECTIV, che abbina un sistema a doppia piastra in fibra di carbonio a una schiuma ultraleggera DREAM, arricchita con azoto.

2. SUMMIT SUPERIOR FUTURELIGHT

In gara ogni grammo fa la differenza

Costituita da un'avanzata membrana traspirante e impermeabile che pesa solo 71g/m², per una protezione ultraleggera in caso di maltempo, compattissima quando non in uso. Risponde agli standard delle competizioni più dure.

3. SUMMIT RUN VEST 10L

Ottimizzato al massimo per la competizione

Offre considerevole spazio per riporre una giacca, due flask da 500 ml, cibo, bastoncini e molto altro. Il suo design estremamente stabile incorpora dei materiali FlashDry per una migliore gestione dell'umidità e del bagnato.

4. T-SHIRT SUMMIT HIGH TRAIL E SHORT PACESETTER

Per la regolazione della temperatura corporea

Entrambi sono costituiti da un tessuto estremamente leggero e traspirante, oltre che elastico, con integrata la tecnologia a rapida asciugatura FlashDry.

5. CAPPELLINO

Per completare l’outfit

• 4810 - Courmayeur

• Runaway - Milano

• Il Podio Sport - Cuneo

• Mio Mio Run - Conegliano

• DF Sport Specialist - Lissone

• Sportler

• Max Sport - Vicenza

SUMMIT SERIES FLORA ALPINA
MAURIZIO TASCA
Rock Experience Discovery Tour - Bosnia Edition
PIETRO VIDI on “Dark Matter” (8C), Magic Wood

AL MASSIMO

Ammortizzazione, comfort, protezione e stabilità ad alti livelli. Queste sono le caratteristiche di Prodigio Max, la new entry nella gamma da mountain running di La Sportiva creata per gli amanti del mondo ultra di Karen Pozzi

PRODIGIO MAX

Progettata per gli amanti delle lunghe distanze alla ricerca di un prodotto che raggiunga il perfetto equilibrio tra ammortizzazione e reattività, mantenendo sempre un elevato livello di comfort, protezione e stabilità. Ideale per affrontare le uscite in montagna su tutti i tipi di sentieri, dai più facili ai più tecnici.

TOMAIA / comfort Wire composta da tessuti in Light TPU estremamente morbidi a diretto contatto con il piede, con dei filati in TPU applicati esternamente per garantire un FIT soffice ma con il giusto contenimento, il perfetto compromesso per la massima comodità e sostegno nelle uscite più lunghe e impegnative

SUOLA / una grande superficie di appoggio e un rocker medio per aumentare il livello di stabilità, bi-mescola FriXion Red che garantisce il perfetto compromesso tra durabilità - nei punti di maggiore usura nella zona tallonare – e il massimo grip nella zona mediale/anteriore

>> L'INTERVISTA

TOBIAS GRAMAJO

“Questa calzatura affiancherà Prodigio e Prodigio Pro. È la nostra proposta per ultra trailer di lunghe e lunghissime distanze. La sua caratteristica principale è quella di avvolgere al massimo il piede, ma anche di enfatizzare cushioning e stabilità dopo diverse ore di corsa o camminata, proteggendo muscoli e articolazioni. Pesa solo 295 grammi e verrà presentata in occasione di UTMB di fine agosto a Chamonix” Pietro Fariselli, technical trainer La Sportiva

MESCOLA / XFlow Endurance che conferisce alla calzatura un maggior livello di resistenza e durabilità per garantire la stessa sensazione di comfort dal primo all'ultimo chilometro

PRODUCT MANAGER FOOTWEAR MOUNTAIN RUNNING & HIKING

Quali sono i criteri di scelta tra Prodigio 2, Pro e Max per la corsa su lunghe distanze?

La scelta è molto personale. Abbiamo costruito una serie di tre prodotti complementari, pensati per la rotazione del trail runner: uno può usarli tutti e tre, oppure due su tre, in base a obiettivi e preparazione. Per esempio: puoi allenarti con la Max, gareggiare con la Prodigio o la Pro, oppure usare la Max per gare lunghissime e più tecniche come il Tor des Géants. In pratica, copriamo tutte le esigenze del long e ultra trail, salvo condizioni estreme in cui servirà un prodotto ancora più specifico.

Quali sono le caratteristiche più richieste dai trail runner nelle calzature?

Direi che vanno distinti due gruppi: chi cerca scarpe per distanze

Guarda il reel di presentazione sul nostro canale IG

medio-lunghe o ultra, e chi cerca modelli per le distanze più brevi. Per il segmento di Prodigio, quindi per lunghe e ultra distanze, i requisiti principali sono comfort, protezione e stabilità. Solo dopo arrivano reattività e performance.

La gamma Prodigio ha segnato un cambiamento importante. Che effetto ha avuto sul vostro posizionamento nel trail running?

Prima dell’arrivo di Prodigio, alcune categorie di prodotto non ci rappresentavano più nel cuore del mercato trail. Con Prodigio, siamo rientrati tra i brand centrali nel settore. E con Prodigio Pro e Prodigio Max stiamo consolidando una vera collezione dedicata, che rappresenta una svolta rispetto al nostro vecchio posizionamento.

Uomo
Donna

ICONICI CON STILE

La collezione FW 26 di E9 rinnova i modelli di spicco del marchio con ulteriori tessuti e colori, per garantire comfort, calore e funzionalità anche quando le giornate iniziano a farsi più miti

Per la FW 26, E9 ripropone i modelli di punta del brand, come i classici Rondo e Blat, arricchendoli con nuovi colori e tessuti innovativi. In particolare, la collezione dei velluti si amplia, offrendo opzioni ancora più calde e morbide per affrontare l’inverno con stile.

La famiglia dei Rondo si amplia ulteriormente con la presentazione di due nuovi modelli dotati di cinta integrata, pensati per chi cerca funzionalità e praticità senza rinunciare al design. Anche nella linea donna,

- PER LUIRONDO BELT

Pantalone da uomo per outdoor e arrampicata realizzato in robusto canvas di cotone organico. Dotato di una cintura integrata che garantisce una vestibilità comoda e sicura, presenta un interno tasche in velluto. Non possono mancare il ricamo personalizzato sul dietro e i due pratici cordoncini portaspazzolino. Il fondo regolabile permette di adattare la vestibilità alle proprie esigenze, mentre il fit regolare assicura libertà di movimento e comfort durante ogni attività outdoor.

Made in Italy

oltre agli iconici best seller, l’offerta si arricchisce di ulteriori modelli e materiali innovativi. I maglioni e le felpe in lana, caldi e confortevoli, ampliano la loro cartella colori, proponendo tonalità vivaci e accattivanti, perfette per esprimere personalità anche nelle giornate più fredde. La collezione FW26 di E9 si conferma così un mix perfetto di funzionalità, innovazione e stile, pronta a supportare ogni avventura invernale con capi di alta qualità e design contemporaneo.

- PER LEIOLLY

Pantalone donna per outdoor e arrampicata dal design interamente nuovo. Realizzato in velluto di cotone organico, perfetto per chi cerca comfort e sostenibilità. Il taglio originale della vita e del fondo gamba dona un tocco di stile, mentre il fit rilassato garantisce libertà di movimento durante le attività all'aperto. Sono presenti due tasche spaziose sul davanti, ideali per portare con sé gli oggetti essenziali. I dettagli come il ricamo e le patch in ecopelle aggiungono il tocco distintivo tipico di E9.

Made in Italy

LE RADICI NEL FUTURO

Per la SS 26, Garmont rilancia la propria identità outdoor con nuovi modelli tecnici pensati per chi vive la montagna con energia e consapevolezza. Ne abbiamo parlato con il ceo, Andrea Nalesso di Pietro Assereto

La collezione SS 26 di Garmont affronta oggi una nuova fase di crescita che affonda le sue radici nel passato per guardare con determinazione al futuro. Sessant’anni di storia non si raccontano solo con date e prodotti, ma con una visione che resiste al tempo e si evolve con esso. Ne abbiamo parlato con Andrea Nalesso, ceo di Garmont International, che ci ha raccontato come la filosofia del "ritorno alle origini" si traduce in design, materiali e visione strategica.

In che modo l’esperienza di oltre 60 anni influisce ancora oggi nelle scelte di design e innovazione?

L’esperienza maturata in oltre 60 anni rappresenta per Garmont una bussola preziosa: ci guida nelle scelte progettuali, ci insegna ad ascoltare le esigenze reali degli appassionati e ci permette di innovare con consapevolezza. Ogni nuova soluzione tecnica, ogni materiale selezionato, ogni dettaglio di design nasce da un dialogo costante tra passato e futuro. La nostra storia ci ha insegnato che l’innovazione non è rottura, ma evoluzione. È grazie alla profonda conoscenza delle dinamiche dell’outdoor, dei comportamenti sul terreno e delle aspettative di chi vive la montagna, che possiamo sviluppare prodotti sempre più performanti, senza mai perdere di vista ciò che ci ha resi riconoscibili: affidabilità, funzionalità e autenticità. In sintesi, il nostro heritage non è un punto di arrivo, ma una base solida da cui partire per continuare a innovare, passo dopo passo.

La collezione SS 26 vede la nuova linea 9.81 affiancare la collezione Origin. Come si evolveranno queste due anime nel futuro del brand? Il futuro di Garmont si costruisce sull’armonia tra due anime complementari: Origin e 9.81. Due linee che condividono una visione comune del movimento come espressione di libertà e connessione con la natura. Origin continuerà a valorizzare il nostro heritage, evolvendosi attraverso materiali sostenibili, tecnologie sempre più avanzate e un design che unisce autenticità e funzionalità. Sarà il punto di riferimento per chi cerca affidabilità, comfort e un legame profondo con la tradizione dell’escursionismo. Parallelamente, 9.81 rappresenterà la spinta verso l’innovazione più audace. Una linea pensata per chi vive l’outdoor con energia, agilità e velocità. Qui esploreremo nuove soluzioni in termini di leggerezza, reattività e performance, per rispondere a un pubblico sempre più dinamico e orientato al movimento. Due anime, una sola direzione: accompagnare ogni passo, ogni avventura, con prodotti che riflettano la nostra passione per l’outdoor e la nostra visione del futuro.

La famiglia di prodotti Origin rappresenta l’anima più autentica di Garmont. Cosa significa per voi “ritornare alle origini”?

Ritornare alle origini per noi significa restare coerenti con ciò che ci ha forgiati: la passione per l’outdoor, la cura artigianale, l’innovazione guidata dall’esperienza. Siamo la somma delle nostre storie, delle sfide superate e delle intuizioni che ci hanno guidati per oltre 60 anni. È un atto di consapevolezza, un guardare al passato con rispetto,

per trarne ispirazione e trasformarlo in futuro. Significa tenere uno sguardo consapevole sui valori fondanti del nostro marchio e reinterpretarli con materiali all’avanguardia, tecnologie evolute e un design che parla alle esigenze dell’esploratore di oggi e di domani.

Il modello Nexus della linea Origin è un concentrato di heritage e innovazione: qual è stata la sfida maggiore nel coniugare passato e presente?

La sfida principale è stata tradurre il nostro heritage in un linguaggio contemporaneo, senza compromessi su performance e identità. Con Nexus volevamo creare una scarpa che fosse immediatamente riconoscibile come Garmont, ma capace di rispondere alle esigenze dell’escursionista moderno. Abbiamo lavorato per mantenere l’affidabilità e il senso di protezione che da sempre ci contraddistinguono, integrandoli in una struttura leggera, flessibile e altamente traspirante. Da qui la scelta di materiali come il mesh ingegnerizzato e la suola Vibram Durmast con tecnologia Traction Lug.

La linea 9.81 si ispira all’accelerazione gravitazionale. Che valore simbolico ha per Garmont questo richiamo scientifico?

Per Garmont, la gravità non è solo una costante fisica: è una metafora del nostro legame con la terra e della forza che modella il modo in cui ci muoviamo e sperimentiamo il mondo che ci circonda. Il nome 9.81 richiama l’accelerazione gravitazionale, quella forza invisibile che ci tiene ancorati al suolo ma che, allo stesso tempo, rende possibile ogni nostro movimento: ogni passo, ogni salto, ogni ascesa. In questo senso, 9.81 rappresenta l’essenza del dinamismo. È la linea dedicata a chi vive la montagna con energia, velocità e determinazione. La gravità diventa così il nostro alleato silenzioso: ci connette alla natura e ci dà la spinta per affrontare nuove sfide con leggerezza, reattività e performance.

Il modello 9.81 Onyx GTX ha un design quasi “running” ma resta tecnico: che feedback avete ricevuto da chi lo ha testato?

I feedback ricevuti sul campo confermano che 9.81 Onyx GTX riesce a coniugare perfettamente estetica dinamica e performance tecnica. Chi lo ha testato in contesti reali – dall’avvicinamento tecnico alle lunghe giornate di cammino su terreni misti – ha apprezzato in particolare il comfort prolungato, la calzata immediata e la versatilità del modello. Il fit ampio sull’avampiede è stato segnalato come un punto di forza, ideale per chi trascorre molte ore in movimento. La scarpa si è adattata rapidamente al piede, migliorando ulteriormente il comfort con l’uso. Anche la suola con mescola ad alta aderenza ha ricevuto ottimi riscontri: la trazione è risultata affidabile su ogni tipo di terreno, offrendo sicurezza e stabilità. 9.81 Onyx GTX si dimostra una scelta perfetta per chi cerca leggerezza, protezione e reattività in un’unica soluzione, con un design che strizza l’occhio al mondo running ma mantiene tutta l’affidabilità di una scarpa tecnica da hiking.

Andrea Nalesso, ceo di Garmont International
Nexus
9.81 Onyx GTX

NATI PER MUOVERSI

Dalla corsa in montagna all’arrampicata, la t-shirt Sunset da donna e il gilet Seed da uomo firmati Montura garantiscono performance, comfort e protezione in ogni uscita estiva

Quando il caldo si fa sentire e il sole è implacabile, ogni scelta in fatto di abbigliamento tecnico può fare la differenza. Montura propone due nuovi capi studiati per l’attività intensa nei mesi estivi: la Sunset T-shirt Woman e il Seed Vest Men. Pensati per rispondere alle esigenze degli sportivi più esigenti, offrono comfort, protezione e funzionalità in un design essenziale e leggero.

SUNSET T-SHIRT WOMAN

Per chi ama correre sui sentieri o affrontare trekking leggeri anche nelle giornate più calde, la Sunset T-shirt da donna è una scelta strategica. Realizzata in jersey di poliestere riciclato con tecnologia Deltapeak, assicura un’elevata traspirabilità e un efficace scambio termico. Il tessuto quick-dry impedisce al sudore di accumularsi e asciuga rapidamente, mantenendo la pelle fresca anche durante gli sforzi prolungati. Grazie alla protezione UV integrata, questa t-shirt è ideale anche sotto il sole estivo più intenso. Il peso contenuto (appena 70 g) e la morbidezza del tessuto garantiscono un comfort continuo, mentre gli inserti a contrasto aggiungono un tocco di stile per chi non rinuncia all’estetica nemmeno in quota.

SEED VEST MEN

È uno strato tecnico essenziale per chi pratica attività in montagna a mezza stagione o in condizioni meteo variabili. Leggero ma efficace contro vento e umidità, è realizzato con un tessuto stretch a doppia trama e softshell, combinato a inserti in nylon DWR elasticizzato, che migliorano la resistenza all’abrasione e la libertà di movimento nei passaggi più tecnici. All’interno, una struttura a griglia favorisce la regolazione termica e la dispersione del sudore, mentre l’elasticizzazione di collo, giromaniche e fondo garantisce una vestibilità sempre stabile. Dotato di tasche mani con zip e un taschino interno, è perfetto da indossare da solo o come strato intermedio nelle giornate più fresche. Con un peso di 240 g, è il compromesso ideale tra protezione e leggerezza.

Montura - 0445.318911 - montura@montura.it - montura.it

L’OUTDOOR ACCESSIBILE A TUTTI, IN OGNI STAGIONE

La collezione FW 25-26 di Icepeak nasce sotto il segno della versatilità, come tutta la linea del brand: capi modulari e funzionali, perfetti in più situazioni

La collezione FW 25-26 di Icepeak include abbigliamento, scarpe e accessori per tutti i tipi di attività outdoor: dall’urban al campeggio, all’escursionismo, all’alpinismo e agli sport invernali. Non conta l’attività che si pratica, il fulcro resta sempre nella modularità del prodotto e nella sua adattabilità al contesto. Per questo le giacche, ad esempio, sono dotate di maniche rimovibili e un gilet può essere indossato sopra un guscio. I colori naturali e un fit comodo sono perfetti anche per uno stile urbano. Tutto senza mai tradire la propria missione: fornire prodotti tecnici e funzionali che ispirino le persone a mettersi in movimento, uscire e provare nuove esperienze all’aperto.

GIACCA DELAVAN

Giacca da donna impermeabile (10.000 mm) e traspirante (10.000 g/m²/24h). Il materiale in 4-way stretch si estende in tutte le direzioni, offrendo la massima libertà di movimento. È realizzata in un tessuto a due strati, in cui una membrana impermeabile è accoppiata a un materiale multifunzionale. La superficie del tessuto è stata trattata con una finitura idrorepellente. Questo materiale antivento offre protezione ottimale da vento e calore. Dettagli strutturali e materiali protettivi rendono la giacca funzionale in ogni situazione: maniche prefor-

mate, cappuccio regolabile in due direzioni e polsini interni elasticizzati con un foro per i pollici. Inoltre, tutte le cuciture sono nastrate per rendere il prodotto perfettamente impermeabile ed è dotata di patta antivento. Per ripararsi ulteriormente dal freddo include una protezione per il mento sulla cerniera anteriore e una ghetta antineve con fascia in silicone antiscivolo. Questo prodotto A.W.S. Extreme soddisfa le esigenze di chi pratica attività all'aria aperta anche in condizioni estreme.

ZAINO GROVER

Zaino da escursionismo da 25 litri con forma curva per una distribuzione ottimale del peso e un maggiore comfort. Presenta inoltre un robusto supporto posteriore con ventilazione. È dotato di doppio accesso interno dall'alto e dal davanti, spallacci imbottiti regolabili, attacchi per bastoncini da trekking, una cintura sternale e una ventrale con tasca. All’interno si trova uno scomparto in morbido pile per laptop da 14". Include elementi riflettenti e una copertura antipioggia ed è compatibile con i sistemi di idratazione. Il prodotto tecnico soddisfa i più elevati standard di qualità e funzionalità. La superficie del tessuto è stata trattata con una finitura idrorepellente senza PFC.

info@luhta.it

Zaino Grover

ESTATE TECNICA

Dai trail di montagna alle escursioni urbane, Nordsen propone una collezione tecnica che mette al centro libertà, traspirabilità e versatilità

L’estate è la stagione della leggerezza: camminate in quota, corse tra i boschi, speed hiking in giornate che sembrano non finire mai. Ma è anche la stagione che mette alla prova l’abbigliamento tecnico: caldo, sudore, vento improvviso, passaggi espo-

LEWISIA: protezione femminile softshell

La giacca da donna Lewisia è la risposta Nordsen al meteo estivo instabile. Dotata di membrana da 10.000 mm e costruita in softshell leggero a tre strati: traspirante, antivento e trattato con finitura idrorepellente. Il tessuto esterno è morbido ed elasticizzato per una totale libertà nei movimenti, mentre la membrana interna blocca il vento e la leggera rete migliora la ventilazione, mantenendo il corpo asciutto anche durante l’attività fisica. Il cappuccio staccabile, i polsini elasticati e il fondo regolabile permettono una vestibilità personalizzata. Le tasche frontali e al petto, tutte con zip e fodera in rete, aggiungono praticità e stile tecnico.

sti, piogge non programmate. Per questo Nordsen propone una selezione di capi pensati per chi si muove in ambienti dinamici e cerca il perfetto equilibrio tra funzionalità tecnica e libertà di movimento.

FOXGLOVE: il softshell per l’escursionismo maschile

La controparte maschile è rappresentata dalla giacca Foxglove, perfetta per il trekking e le attività a bassa quota. Realizzata con la stessa struttura tecnica della Lewisia — softshell a tre strati impermeabile 10.000 mm traspirante e antivento con trattamento idrorepellente — la Foxglove garantisce protezione e comfort in ogni condizione. Il taglio è pensato per l’escursionismo attivo: leggero, ergonomico e compatibile con movimenti ampi, grazie all’elasticità del tessuto esterno. Anche qui troviamo cappuccio staccabile, polsini elasticizzati, fondo regolabile e pratiche tasche con zip. Una giacca che si adatta al passo del camminatore, senza compromessi tra funzione e forma.

FLUORITE 2 IN 1: progettati per la velocità

Pensati per le attività più dinamiche — corsa, trail running, workout e speed hiking — i pantaloni corti 2 in 1 combinano due strati in uno: l’esterno in tessuto monoelastico leggero e traspirante protegge e veste, mentre l’interno in maglia elasticizzata aderisce alla pelle riducendo sfregamenti e garantendo massimo comfort durante gli sforzi più intensi. La cintura elastica con cordoncino assicura una tenuta stabile anche in discesa, mentre la tasca posteriore con zip custodisce gli oggetti essenziali. Pratici, leggeri e a rapida asciugatura: un capo essenziale per chi si muove con ritmo e precisione.

NELUMBO: versatilità da tutti i giorni per lui

Per l’escursionismo estivo, i pantaloni da uomo Nelumbo rappresentano una scelta pratica e tecnica. Realizzati in tessuto bielastico, traspirante e leggero, sono dotati di microfori posizionati nell’interno gamba e tasche foderate in rete per migliorare la ventilazione. La vestibilità è comoda grazie all’elastico in vita, mentre l’apertura con zip e bottone li rende facili da indossare anche durante una sosta al volo. Il fondo gamba regolabile consente di adattarli rapidamente, mentre la linea moderna e i contrasti cromatici - con logo applicato sulla tasca laterale – conferiscono un’estetica sportiva e attuale. Perfetti per chi cerca un capo funzionale che sappia seguire il ritmo del cammino.

SUNDROPS: libertà di movimento per lei

Agili, leggeri e disegnati per il trekking e lo speed hiking, i pantaloncini da donna Sundrops uniscono performance e libertà di movimento. Il tessuto elasticizzato e traspirante abbraccia la gamba con una vestibilità aderente e un taglio atletico, più corto (circa 16,5 cm interno gamba in taglia 42) per favorire la freschezza e la libertà nei movimenti. La vita è estensibile e la chiusura con zip e bottone mantiene il capo stabile e confortevole anche durante le salite più impegnative. Le tasche frontali foderate in rete aiutano a disperdere il calore. Pensati per chi ama spingersi lontano, senza rinunciare a uno stile curato.

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PER PRESTAZIONI ELEVATE

Elevation GTX è l’ultima arrivata in casa Kayland e rappresenta la calzatura ideale per chi desidera muoversi con velocità e dinamismo, senza rinunciare a comfort e reattività

L’ultima evoluzione di Kayland in termini di calzature pensate per chi vive la montagna in ogni forma si chiama Elevation GTX. Si tratta di una scarpa che offre

SISTEMA INTEGRA ENERGY CAGE - Cuore tecnico della calzatura, una combinazione avanzata di tecnologie che lavorano in sinergia per offrire reattività, stabilità e comfort. Questo sistema sfrutta la struttura e le proprietà meccaniche dei materiali per restituire energia dinamica a ogni passo.

INTERSUOLA - Progettata con un design innovativo che ottimizza ogni componente per assicurare comfort e prestazioni. Perforata per alleggerire la struttura e migliorare l'ammortizzazione, offre un perfetto effetto rebound e particolare comfort. Infine, per aumentare ulteriormente la stabilità, un inserto stabilizzatore in fibra di nylon si estende lungo tutta la suola del piede, agendo come un vero e proprio "scheletro" per la scarpa e permettendo di performare efficacemente anche sui terreni più tecnici.

SUOLA INTEGRA ENERGY - Componente fondamentale, si distingue per il suo battistrada esclusivo a forma di "V", che garantisce un'eccellente adattabilità su superfici irregolari e migliora notevolmente la stabilità e l'aderenza sia su terreno asciutto che bagnato.

un'esperienza d'uso completa, grazie alla sua combinazione di leggerezza e resistenza, assicurando prestazioni elevate in diverse situazioni e ambienti outdoor.

GTX

TOMAIA - Realizzata in tessuto ad alta resistenza e impermeabilizzato, laminato con tecnologia Gore-Tex Invisible Fit, un sistema che elimina la formazione di grinze e pieghe, garantendo una protezione ottimale dall'acqua.

LINGUETTA PERFORATA - Con la sua leggera imbottitura, aumenta ulteriormente il comfort climatico.

Per migliorare la calzata, l'allacciatura nella zona dell'avampiede è equipaggiata con il sistema Active Band, una fascetta elastica progettata per adattarsi all'espansione naturale del piede durante la flessione e, allo stesso tempo, contenerne il movimento.

TALLONE E PUNTA - Sono rinforzati con un doppio strato di film tecnico, che aumenta la resistenza della scarpa senza appesantirla.

PLANTARE - Ultraleggero Action Dry Foot, grazie alla sua particolare struttura, favorisce la microcircolazione dell'aria.

M.G.M.

ELEVATION

TECNOLOGIA AL PASSO CON LA MONTAGNA

Due novità Salewa pensate per chi vive l’outdoor ad alta intensità: la giacca Pedroc Wind HD Light e le scarpe Pedroc 2 Max tra leggerezza, traspirabilità e grip

In montagna ogni grammo conta, soprattutto quando si parla di attività veloci come lo speed hiking. Salewa propone due nuovi prodotti della linea Pedroc pensati per chi si muove in quota con ritmo sostenuto ma non vuole rinunciare a comfort, protezione e versatilità.

PEDROC WIND HD LIGHT JACKET W/M

La Pedroc Wind HD Light Jacket è antivento, leggera e traspirante – così compatta da poter essere ripiegata nella sua stessa tasca. Questa giacca è stata progettata per gli sport di montagna ad alta velocità e per le attività più intense con condizioni meteo variabili. Il tessuto ripstop risulta morbido al tatto e ha una finitura DWR priva di PFAS ideale per affrontare la pioggia leggera. Quando l’attività fisica si fa intensa, l’inserto in mesh traspirante sulla schiena lascia fuoriuscire l’umidità. Il taglio atletico con cappuccio aderente, la tasca frontale con zip e

i dettagli riflettenti completano le caratteristiche di questa giacca antivento dal design compatto.

PEDROC 2 MAX SHOE W/M

Su ogni sentiero, su qualsiasi terreno: la Pedroc 2 Max Shoe è una scarpa da speed hiking piacevolmente leggera che offre sostegno e ammortizzazione. La suola è estremamente versatile e dà il meglio di sé sia in montagna che in città. La tomaia in mesh robusta e traspirante è progettata per durare nel tempo e garantisce una protezione ottimale, mentre l’intersuola in EVA ammortizzante, combinata con una piastra interna, assicura stabilità e comfort. La suola Pomoca Speed Hiker 2 favorisce una buona fluidità di rullata e garantisce grip e trazione ottimali su terreni molto diversi tra loro. I dettagli riflettenti migliorano ulteriormente la visibilità in condizioni di scarsa illuminazione, per una maggiore sicurezza anche dopo il tramonto.

PER AVVENTURIERI

E VIAGGIATORI

La famiglia Vernale si allarga e per la SS 26 propone due nuove colorazioni per la High Leather GTX, Safari Brown e Silver Green, all’insegna della versatilità e dell’esplorazione

VERNALE HIGH LEATHER GTX

Per la SS 26 Dolomite rinnova la sua celebre calzatura proponendo le varianti colore Safari Brown e Silver Green. Si tratta di uno scarponcino da trekking che combina perfettamente performance e versatilità grazie al know-how ultracentenario del brand, rendendolo la scelta ideale per il trekking di uno o più giorni su qualsiasi terreno. La tomaia è realizzata con una sapiente combinazione di pelle Nabuk e scamosciata, certificate LWG (Leather Working Group), per offrire un feeling impareggiabile abbinato alla protezione. Il collarino e l’occhiello del malleolo sono invece in tessuto, per offrire comfort e una maggiore flessibilità alle caviglie durante l’attività sportiva. La membrana waterproof Gore-Tex Prism XT è traspirante e mantiene il piede sempre asciutto. La suola di Vernale High Leather GTX è stata studiata per garantire il massimo della comodità e delle prestazioni. L’intersuola è realizzata con compound X-Foam a due diverse densità, più morbida agli estremi per un’ammortizzazione e una propulsione eccellenti, e più dura nella parte centrale, fondamentale per l’anti-torsione e per assicurare stabilità su ogni terreno. Il battistrada, infine, realizzato con mescola Vibram Megagrip, è un design originale Dolomite, ideato per offrire trazione e grip in ogni terreno, anche quelli più impegnativi.

Oltre al modello in pelle Nabuk e scamosciata, la famiglia Vernale presenta anche la versione con tomaia in tessuto anti-abrasione, per chi cerca più leggerezza e traspirabilità durante le escursioni estive: Vernale High GTX. Questa linea è stata anche al centro della collaborazione con il tour operator SiVola, volta ad avvicinare Dolomite a una community di viaggiatori con esigenze sempre più dinamiche, esplorando nuove occasioni di utilizzo per i suoi prodotti e ampliando i confini tradizionali del brand, verso un uso più versatile di calzature dotate di componenti tecniche ma al contempo comode e ideali per viaggi impegnativi.

dolomite.it - info@dolomite.it

Pedroc 2 Max Shoe
Oberalp - 0471.1660107 - info@salewa.it
Pedroc Wind HD Light Jacket
High Leather GTX - Safari Brown
High Leather GTX - Silver Green

NUOVE TRAIETTORIE

La JEMINI di CMP è pensata per il fast hiking più dinamico, mentre la RIGEL 2.0 MID WP aggiorna un’icona del trekking con soluzioni tecniche evolute

Tra le novità più interessanti della stagione nel comparto footwear, CMP presenta due modelli destinati a conquistare escursionisti e appassionati di montagna: JEMINI, la nuova scarpa da fast hiking ultraleggera, e RIGEL 2.0 MID WP, l’evoluzione dell’iconico scarponcino da trekking del brand. Due proposte che rispondono a esigenze diverse, ma unite dalla stessa filosofia: offrire il massimo della performance, senza compromessi su comfort e affidabilità.

JEMINI è una scarpa progettata per escursioni rapide e dinamiche, ideale anche per tratti di corsa in salita e discesa. La tomaia in knit favorisce massima traspirabilità, mentre la suola con battistrada CMP FullOnGrip assicura una trazione affidabile su ogni terreno. Con un drop di 7 mm e un peso di 330 g nella versione maschile (270 g per la femminile), garantisce una camminata reattiva, fluida e leggera.

Accanto all’innovazione pura, CMP rinnova anche un grande classico: RIGEL 2.0 MID WP. Il celebre scarponcino da trekking viene aggiornato con un look rivisitato e nuove soluzioni tecniche. Spicca l’inserto mediale in TPU nell’intersuola, che offre un supporto maggiore e una stabilità migliorata durante la camminata. Il battistrada con tasselli texturizzati e gomma CMP FullOnGrip garantisce un’ottima aderenza anche su percorsi impegnativi, mantenendo le performance che hanno reso questo modello un best seller internazionale.

TRE PICCHE, UNA VISIONE

Leggere, affidabili e pensate per ogni sfida in quota: Climbing Technology presenta ASTRA, ASGARD e ARPIA, tre piccozze tecniche con il massimo della funzionalità e dell’innovazione

Dalle ascensioni classiche alle linee più tecniche fino al terreno d’avventura dello scialpinismo moderno: la linea di piccozze Climbing Technology, brand del gruppo SKYLOTEC, disponibile già dall'estate 2025 è progettata per accompagnare alpinisti ed escursionisti in ogni ambito dell’alta quota.

Un progetto maturo, orientato alla performance reale, che punta su ergo-

ASTRA

Pensata per l’escursionismo su ghiacciaio e l’alpinismo classico. La sua testa ergonomica in acciaio inox si unisce a un manico dritto in lega leggera, con lama dentellata alleggerita per penetrare efficacemente nella neve dura. Il tutto con un peso di soli 500 g nella versione da 60 cm. Disponibile anche con dragonne DRAG-TOUR.

ASGARD

Una piccozza polivalente, tecnica ma intuitiva, pensata per affrontare canali, pareti nord di pendenza moderata e creste miste. La lama robusta e dentellata è ottimizzata per neve dura e ghiaccio. Il manico curvo migliora la precisione nei passaggi tecnici. Anche qui, la tecnologia bonded garantisce leggerezza e solidità. Peso: 500 g (60 cm), dotata di supporto regolabile Handy.

ARPIA

La più compatta della linea, con i suoi 330 g nella versione da 45 cm. Ideale per scialpinismo, freeride ed escursionismo d’alta quota, offre leggerezza e praticità senza rinunciare alla sicurezza. Il manico curvo ha un inserto in poliammide per prevenire l’accumulo di neve e la lama, come per le altre due, è assemblata con tecnologia bonded. Dotata di supporto Handy, è disponibile nelle misure 45 e 55 cm.

nomia, robustezza e precisione. Il segreto?

Bonded, la nuova tecnologia che consente una costruzione leggera ma resistente, grazie all’uso combinato di acciaio inox e lega anodizzata. Nascono così tre strumenti per diverse destinazioni d’uso ma uniti dalla stessa visione: offrire il massimo sul terreno alpino.

JEMINI
CMP - cmpsport.com
RIGEL 2.0 MID WP
ARPIA ASGARD
ASTRA

NEL CUORE DELLE DOLOMITI

Quando la geografia è una questione di marketing a cura di Marrano

Per molti le Dolomiti sono una fichissima zona di vacanza interamente ricompresa nella regione Trentino Alto-Adige/Südtirol. Per pochi un’area geografica formata da rocce coralline, boschi e vallate che si estende a cavallo di cinque provincie: le suddette Trento, Bolzano a cui si associano la veneta Belluno, e le friulane Udine e Pordenone. Fra le fantastiche cinque il primato quantitativo spetta inaspettato (notare la finezza lessicale) alla sgangherata provincia di Belluno, estrema propaggine nord del Veneto, che da sola si tiene nello zaino quasi il 50% dell’intero patrimonio Unesco, lasciando ai celeberrimi vicini di casa trentoatesini circa il 30% e ai furlani quel poco che resta.

Fin qui tutto bene. I confini geopolitici tracciati dopo la prima guerra mondiale sono salvi e ben delineati, nonostante qualche diatriba storica dalle parti del massiccio del Sella, dove alcune comunità, oggi malinconicamente venete, rivendicano una storica appartenenza asburgica che, se confermata da una legittima ma mai concessa opzione referendaria, farebbe pendere l’ago della bilancia montuosa a favore del Südtirolo.

Fine della lezioncina di geografia che prelude a ben più spinose riflessioni…

Sì, perché la domanda chiave che tutti si pongono in attesa del soccorso alpino ammassati in riva al lago di Braies o in fila indiana lungo il sentiero che conduce al mitologico laghetto del Sorapiss, poco distante da Cortina d’Ampezzo, è infatti la seguente: ma dove diavolo si trova il cuore delle Dolomiti?

Ascoltando la radio, guardando la televisione, scorrendo le pagine di quotidiani e rotocalchi, il cuore delle Dolomiti pare essere collocato ovunque abbia origine un prodotto autentico e di alto valore qualitativo associabile alla tradizione montanara. Poco importa se il profilo acuto di un monte pallido si possa intuire solo grazie ad un potente telescopio!

Nella poetica cialtrona del marketing, il cuore delle Dolomiti è diventato infatti la dimensione distopica per eccellenza. Di volta in volta sede di una gamma sterminata di ristoranti e hotel per la vacanza perfetta; luogo di nascita per una lista interminabile di aziende di eccellenza dei più svariati prodotti industriali, artigianali e, naturalmente, agroalimentari.

Nel cuore delle Dolomiti nascono così mele e birre rispettivamente coltivate e pastorizzate a non meno di 50 chilometri dal primo frammento di carbonato doppio di calcio e magnesio (formula chimica della Dolomia, la roccia dolomitica per la cronaca). Nel cuore delle Dolomiti menti geniali di giovani atleti, corroborate dall’aria fresca di montagna, progettano ed ingegnerizzano i più stilosi e funzionali capi di abbigliamento per gli strafichi dell’outdoor, sempre pronti a una memorabile avventura. In qualche remoto ventricolo delle Dolomiti, degli gnomi vestiti di rosso impastano e cucinano biscotti wafer dalle proprietà salutari leggendarie, deliziosi, naturali come il territorio dal quale provengono e speriamo anche ideali per contrastare l’accumulo di colesterolo che si sta via via constatando in un cuore che, al netto della reale collocazione geografica, pare essere sempre più appesantito e affaticato.

A furia di tiralo in ballo come involontario protagonista di fasulle campagne pubblicitarie, il cuore delle Dolomiti è diventato un organo vitale gravemente intasato, bisognoso di iniziare una seria terapia disintossicante a base di potenti statine, che gli consentano di riprendere a battere a ritmi più rilassati e congeniali alla sua vera natura. Perché a voler dire le cose come stanno, il vero cuore delle Dolomiti è un luogo incerto, fragile e delicato, spesso maltrattato dal suo stesso legittimo proprietario, già segnato da un infarto chiamato Vaia la cui ferita è ancora sotto gli occhi dei troppi che, passandogli a fianco, richiamati dal suono dell’artificiale battito mediatico, nemmeno la vedono.

Ma in fin dei conti, chi se ne importa di dove e cosa effettivamente sia il cuore delle Dolomiti? Il cuore delle Dolomiti è oggi un non luogo a uso e consumo del marketing e si trova ovunque ci sia abbastanza cinismo da considerare la montagna come un bancomat o una vacca da mungere fino allo sfinimento, con la scusa di un progresso che lassù, fra le instabili rocce calcaree, mostra tutti i suoi limiti, con crescenti tensioni sociali ed economiche.

La questione rimane aperta, come la caccia al cuore delle Dolomiti da parte del prossimo brand. Con buona pace della geografia politica e dell’ambiente, in attesa della prossima campagna pubblicitaria.

*Lafuori. Una pagina pubblicitaria in meno, uno spunto di riflessione in più. Lafuori non è un nuovo brand outdoor fondato da due giovani mountain runners appassionati di climbing. Non è l’account Instagram di un influencer. Non è nemmeno il nome di una falesia segreta di un’isola sconosciuta del Mediterraneo o di un hotspot di Hokkaido dove cade la neve più polverosa del mondo. Lafuori è il titolo del contro editoriale di Outdoor Magazine. Un racconto libero e disincantato dell’outdoor scritto sotto mentite spoglie.

Vuoi rispondere a Marrano e dire la tua? Scrivi a redazione@mag-net.it

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