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Beyond Borders
Il settore outdoor non conosce confini, ma li attraversa, li supera e li trasforma spesso in nuove opportunità. Questo numero di Outdoor Magazine lo racconta bene, perché è internazionale nella forma e nella sostanza, così come lo sono molti dei protagonisti e delle storie che lo animano. E che abbiamo in parte intercettato anche durante i recenti Outdoor & Running Business Days di Riva del Garda: la fiera quest’anno celebra l’undicesima edizione con una partecipazione in grande crescita rispetto al 2024, confermandosi di gran lunga come il più importante evento b2b outdoor e running in Italia e ora anche in Europa. Un appuntamento che ha visto oltre 3.000 operatori, 200 brand e la presenza di numerosi e importanti retailer esteri da ben 22 Paesi (Austria, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Brasile, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Marocco, Moldavia, Montenegro, Norvegia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina, Ungheria, USA) a numerose presentazioni, workshop, tavole rotonde, experience, test prodotto, incontri di networking che hanno consolidato anche collaborazioni internazionali come quella con SOG (Scandinavian Outdoor Group) e EOG (European Outdoor Group).
Globali (sebbene con un cuore tutto italiano) e con solide radici ma anche uno sguardo ben orientato al futuro sono altresì due delle storie che vi raccontiamo nelle prossime pagine: quella di La Sportiva, che con i suoi 500 dipendenti in Val di Fiemme e la presenza in oltre 70 Paesi conferma la forza di un made in Italy che sa innovare con rispetto per le radici e per le comunità in cui opera. Voglia di continua innovazione e apertura sul mondo si respira anche nella sede del Gruppo Oberalp a Montebelluna. Esempi che dimostrano come l’italianità non sia solo una questione di etichetta, ma di progettazione, ricerca e legame con il territorio. Se è vero che la produzione globale è necessaria per rispondere a esigenze tecnologiche e di scala, è altrettanto vero che le idee e i progetti, oltre a una selezione di prodotti di alta gamma, nascono in Italia, nei distretti dove la tradizione si unisce all’innovazione. Qui, tuttavia, emerge la sfida della mancanza di manodopera qualificata, con la necessità comune al
Editore: MagNet Srl SB
Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO
Direttore editoriale: BENEDETTO SIRONI
mercato quindi di incentivare maggiormente i progetti di valorizzazione delle professionalità.
C’è un altro fronte dove ci sono ampi margini di crescita e miglioramento: la nostra esclusiva inchiesta ESG (svelata proprio agli ORBDAYS e che vi riassumiamo sempre su questo numero) rivela che solo il 15% delle aziende monitorate ha un referente ESG dedicato e che il 40% non pubblica report di sostenibilità. C’è una polarizzazione evidente tra chi è maturo e chi è ancora sostanzialmente fermo. In generale il Sud Europa procede più lentamente rispetto al CentroNord, dove la sostenibilità è considerata un requisito base, non un plus. Ma l’80% delle aziende dichiara di voler intraprendere un percorso ESG nei prossimi tre anni, segno di una crescente consapevolezza.
Un altro segmento in crescita dove porremo sempre più attenzione è quello del turismo attivo. Questo mese vi raccontiamo nello specifico due case history interessanti di località come Bormio e Pila, le quali stanno arricchendo ancor più la loro offerta in chiave sportiva e outdoor, con proposte che uniscono esperienze, cultura del territorio e attività fisica.
In questo contesto che evolve, Outdoor Magazine si rinnova e apre nuovi scenari: anche sul fronte media siamo ufficialmente diventati internazionali in senso strutturale. È pur vero che abbiamo sempre realizzato edizioni speciali del magazine con articoli in lingua inglese rivolti a un pubblico trasversale (proprio come il numero che tenete tra le mani). Ma la grande novità è il lancio di contenuti digitali strutturati e continuativi che da giugno abbiamo iniziato a veicolare tramite i nostri siti e newsletter non più solo agli operatori italiani, ma agli addetti ai lavori di tutto il mondo, peraltro già con notevoli riscontri. Una community che conta già migliaia di profili esteri. Rimaniamo convinti che l’informazione di settore, se ben realizzata, possa costituire uno strumento indispensabile per costruire consapevolezza e favorire decisioni strategiche in un mercato che richiede visione e capacità di adattarsi a sfide sempre nuove. Con il giusto passo oltre nuovi confini, in puro stile outdoor.
Benedetto Sironi benedetto.sironi@mag-net.it
Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - Anno 18 - N. 6 - 2025 Periodico mensile.
Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007. Iscrizione al ROC n. 16155 del 23 novembre 2007
Contributors: KAREN POZZI, PIETRO ASSERETO, SARA CANALI, BENEDETTA BRUNI, MANUELA BARBIERI, CRISTINA TURINI, PAOLO CASSANO, MAURIZIO TORRI
Art Director: ROSANGELA BARNI
Redazione: Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Via Tertulliano, 68 - 20137 Milano Tel. 02.87245180 - Fax 02.87245182 redazione@outdoormag.it www.outdoormag.it
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Chiuso in redazione il 30 giugno 2025 Outdoor Magazine @outdoormag_ mag-net-srl
EVENTI
12 I Salewa: 20 anni di footwear
14 I La Sportiva: International Media Day
#MONTURAPEOPLE
16 I Suoni e suggestioni dall’Islanda
ACTIVE TRAVEL
17 I Tutte le attività della Valtellina
21 I L’estate attiva di Pila
INTERVISTE
18 I Alessandro Iotti presenta Ferrate365
RESPONSABILMENTE
20 I Ortovox e POW per la responsabilità ambientale
FOCUS TRAIL
22 I Inside the race: i bad boys dello skyrunning italiano
23 I Craft presenta il film RUN
ORBDAYS 2025 REPORTAGE
26 I Photogallery
28 I Crescita e internazionalizzazione
31 I Polartec, l’ingrediente speciale
32 I IOG: una collaborazione vincente
34 I Negozi stranieri: da Riva al mondo
36 I Un bilancio con le aziende sul 2025
40 I Sostenibilità, i brand sono maturi?
44 I Una tavola rotonda sui temi ESG
46 I Passato e futuro del trail running
48 I Elhousine Elazzaoui e il film
“The Nomad” di NNormal
50 I Atom: “Comodidad absoluta"
51 I KOM Experience: umanità in quota
52 I Il mondo La Sportiva
54 I In falesia con Wild Country, Evolv e Petzl
56 I Test della linea off-road di Joma
57 I La corsa di i-eXe
57 I La Gravel Run di Salomon
58 I Su terreno misto con Dynafit Trail
58 I Con NXT di Salewa alla scoperta del territorio
Anno 18 - Numero 6 - 2025
SNOWSPORTS INDUSTRIES AMERICA ED EUROPEAN OUTDOOR GROUP
STRINGONO UNA PARTNERSHIP STRATEGICA
Snowsports Industries America (SIA), l’associazione di categoria per l’industria degli sport invernali in Nord America, e l’European Outdoor Group (EOG), che rappresenta il settore outdoor europeo, hanno annunciato una nuova partnership per rafforzare la collaborazione tra Stati Uniti ed Europa, offrendo al contempo un valore ampliato ai rispettivi membri. Questo accordo storico formalizza un impegno condiviso volto a generare un impatto a livello industriale, migliorare la cooperazione significativa e fornire ai membri l’accesso a risorse, approfondimenti e opportunità su entrambi i continenti. SIA ed EOG offriranno ai propri membri una serie di vantaggi esclusivi, pensati per supportare la crescita del business, la conformità normativa e l’intelligence di mercato.
GREGORY È ORA DISTRIBUITO IN ITALIA DA PANORAMA DIFFUSION E IN AUSTRIA DA WOLFANG WAGNER
AKU E CNSAS INSIEME PER LA CULTURA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE
Panorama Diffusion è il nuovo distributore italiano di Gregory Mountain Products. Un sodalizio in linea con la volontà dell’azienda di rafforzare la propria presenza nel mercato europeo. Panorama è già attivo sul mercato con marchi come Chillaz, Devold, Hydro Flask, Meindl, Maxim Ropes, Rock Empire, Sea to Summit, Vaude, Vickywood, Nordisk e Grand Canyon, Lupine, Croozer, BOB (bike), ARVA, Majesty, Colltex (Neve). La prima presentazione di Gregory è avvenuta durante gli ORBDAYS a Riva del Garda. Il marchio approda anche in Austria con la collezione SS 26 dove la distribuzione, dal 1° giugno 2025, è affidata all’agenzia sportiva Wolfang Wagner, di Salisburgo. L’agenzia (che include C.A.M.P.) sarà supportata da Michael Will che rappresenta, fra gli altri, il Gruppo Katadyn, Eagle Creek, Lundhags e Helinox nel mercato austriaco.
Alessio Meda, country manager & general manager Rossignol sci Italia
AKU ha scelto di affrontare il tema della sicurezza in montagna mettendo al centro la formazione: un aspetto cruciale soprattutto per chi vi opera in modo professionale, come i volontari del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS). Questa realtà, attiva da oltre 70 anni, conta più di 7.000 volontari in tutta Italia ed è riconosciuto a livello internazionale come una delle organizzazioni più avanzate in termini di tecnica e capacità operativa, anche grazie all’attenzione costante riservata alla formazione. La collaborazione tra AKU e CNSAS nasce proprio con l’obiettivo di promuovere questo aspetto attraverso attività e iniziative rivolte sia agli operatori del soccorso sia agli appassionati. Il progetto prevede anche momenti di aggiornamento sull’equipaggiamento di sicurezza fornito da AKU, in collaborazione con altre aziende specializzate.
PEOPLE
ALESSIO MEDA È IL NUOVO PRESIDENTE DEL POOL SCI ITALIA
Il Pool Sci Italia ha un nuovo presidente: è Alessio Meda, espressione del Gruppo Rossignol. La vicepresidenza è stata affidata ad Alessandro Ditto (Nordica), mentre il ruolo di revisore dei conti è stato assegnato ad Alessandro Lazzarin (Bollé), affiancato nel compito da Emilio Fontana e Alessandro Costa. È questo il risultato dell’Assemblea Ordinaria ed Elettiva del Pool Sci Italia che si è svolta nella giornata di venerdì 27 giugno 2025 nella cornice dell’Hotel Leonardo di Verona. Si tratta di uno dei momenti più significativi nella vita associativa del Consorzio, che riunisce i 27 marchi fornitori ufficiali delle attrezzature tecniche per le Squadre Nazionali di Sci Alpino. L’appuntamento ha rappresentato non solo l’occasione per l’approvazione dei bilanci e per la definizione delle linee guida della prossima stagione, ma anche un momento di riflessione condivisa sul percorso compiuto negli ultimi due anni e sulle prospettive future, in vista di un traguardo tanto atteso per il mondo degli sport invernali: i Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026.
STEFANO TRENTIN E PIERANTONIO REGENI
SONO I NUOVI CEO DI SCARPA
ANNA FERRINO NOMINATA CAVALIERE DEL LAVORO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Da
A partire dal 1° luglio 2025, Stefano Trentin e Pierantonio Regeni assumeranno la carica di ceo congiunti di SCARPA. Trentin sarà responsabile delle aree Prodotto e Mercato, mentre Regeni guiderà Amministrazione e Operations. Questa nuova configurazione rappresenta un passaggio strategico per rafforzare la struttura manageriale dell’azienda. Le nomine sono state deliberate dal consiglio di amministrazione, che include rappresentanti della famiglia Parisotto, azionista di maggioranza, con Sandro Parisotto presidente, affiancato da Cristina Parisotto ed Emilio Vedovato, e i rappresentanti del partner strategico NUO – entrato nel capitale nel luglio 2024 – con Tommaso Paoli, fondatore e ceo di NUO, e Antonio Dus, operating partner, che continuerà a supportare SCARPA nel prossimo ciclo di crescita.
Anna Ferrino riceve l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un riconoscimento prestigioso che corona una carriera iniziata con passione oltre 40 anni fa. Un’emozione grande, quella della direttrice generale di Ferrino, che esprime profonda gratitudine sia al presidente, sia al ministro delle Imprese e del made in Italy Sen. Adolfo Urso, al ministro dell’Agricoltura On. Francesco Lollobrigida, al presidente del Gruppo piemontese dei Cavalieri del Lavoro Marco Boglione e al presidente della Federazione Nazionale Maurizio Sella per aver sostenuto e promosso la candidatura. “La nomina è uno stimolo ulteriore a continuare a lavorare per valorizzare il tessile e il design italiano nel settore outdoor”, ha dichiarato Anna Ferrino.
David Ekelund, presidente EOG
Anna Ferrino, ceo Ferrino
sinistra, Stefano Trentin e Pierantonio Regeni, ceo SCARPA
LA SPORTIVA LAVAREDO
ULTRA TRAIL BY UTMB: STABILITO UN NUOVO RECORD
Ben Dhiman, atleta statunitense del team ASICS Fuji Trail, ha riscritto le regole della Lavaredo 120K fermando il cronometro in 11 ore, 49 minuti e 16 secondi e frantumando il precedente record di Hannes Namberger (11:57:15). La diciassettesima edizione della manifestazione, che ha come main sponsor La Sportiva, ha incoronato anche Courtney Dauwalter come regina del trail mondiale che ha messo il suo sigillo su Cortina con una gara dominata in solitaria, chiusa in 14 ore, 14 minuti e 40 secondi. Parla Vittorio Barrasso, brand e communication manager La Sportiva, title sponsor dal 2019: "Per il nostro brand, la LUT ha un valore strategico su due livelli: garantisce visibilità su un pubblico selezionato ma, il vero valore strategico consiste nell’essere immersi in un momento di autentica condivisione con la comunità: un’occasione in cui si entra in contatto diretto con gli atleti. Si apprende molto dalle loro richieste, dalle esigenze che emergono nei momenti di performance, e da tutto ciò che ruota intorno all’esperienza sportiva".
HOKA UTMB MONT-BLANC SI IMPEGNA A RIDURRE DEL 20% LE EMISSIONI DI CARBONIO
HOKA UTMB Mont-Blanc compie un passo decisivo impegnandosi a ridurre del 20% le proprie emissioni di carbonio entro il 2030, sulla base del bilancio delle emissioni del 2024. Per raggiungere questo obiettivo, l’evento sta implementando un piano basato su quattro pilastri, sviluppato in collaborazione con Protect Our Winters (POW) e la Pro Trail Runners Association (PTRA): impegno, misurazione, riduzione e compensazione. A livello di riduzione e compensazione il circuito metterà in atto alcune pratiche: bonus sul sorteggio 2026 per incentivare la mobilità sostenibile, supportare fin da subito i viaggi a basse emissioni, e l’organizzazione, i partner e i corridori contribuiranno proporzionalmente alle loro emissioni.
MONTE ROSA WALSERWAEG DEBUTTA A LUGLIO CON FRANCO COLLÉ E GIUDITTA TURINI
Franco Collé e Giuditta Turini hanno trasformato la passione per il trail running in un evento internazionale: Monte Rosa Walserwaeg by UTMB è pronto al suo debutto nel circuito UTMB World Series, dal 18 al 20 luglio 2025. Lui è considerato la leggenda del Tor des Géants, con quattro vittorie all’attivo. Lei è una delle più forti skyrunner italiane, seconda alla LUT nell’edizione 2024. Per i due atleti valdostani, portare la loro gara nel circuito UTMB World Series è un sogno diventato realtà, ma non senza difficoltà. “Abbiamo lavorato sodo per ottenere questa affiliazione”, racconta Franco Collé. “La sfida principale è stata dimostrare il nostro valore e la nostra capacità organizzativa, ma sono stati la passione e la dedizione a fare la differenza”.
LA FIBRA PER OGNI SPORT
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Dryarn® è una fibra altamente performante. Offre a chi lo indossa comfort, tecnologia e praticità. Leggero, isolante, traspirante, Dryarn® è il miglior alleato per qualsiasi performance sportiva. Cercatelo nelle etichette dei vostri capi. Indossatelo per sentire la differenza sulla vostra pelle.
Gli atleti Giuditta Turini e Franco Collé fanno parte del comitato organizzatore della gara
Ben Dhiman al traguardo
GEN Z: IL 57% PREFERISCE LA MONTAGNA D’ESTATE
La Gen Z - nati tra il 1997 e il 2012 -, attenta a salute e alimentazione, sceglie sempre più la montagna per vacanze attive e gustose. Secondo un’indagine SWG, il 64% pratica trekking, mentre il 30% è attratto dall’enogastronomia. Il 57% predilige l’estate in quota, il 42% pratica sport invernali. Cresce l’interesse per cibi sani, naturali e sostenibili: la Bresaola della Valtellina IGP è considerata ideale per uno stile di vita attivo. Per il 22%, la Valtellina è una meta enogastronomica di eccellenza. Il 71% della Gen Z vede Milano-Cortina 2026 come un’occasione per valorizzare le montagne. Una generazione sportiva, consapevole e attenta al territorio.
L’ALPINISMO SECONDO VIBRAM: TRE IMPRESE, UNA VISIONE
IL CAI PARTNER DEL CONFRONTO SULLA MONTAGNATERAPIA
Il CAI è partner principale del tavolo di lavoro sulla Montagnaterapia promosso dalla Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli. I lavori si concentrano sull’accessibilità e sul valore terapeutico della montagna per le persone con disabilità. Il presidente del CAI Antonio Montani ha espresso gratitudine per l’iniziativa, sottolineando la sintonia emersa tra i partecipanti. Entro metà luglio saranno presentati progetti concreti, estivi e invernali, per l’inclusione. Presenti anche rappresentanti di CONI, FISIP, Federfuni, Guide Alpine, ANEF, PwC, FASI, FISDIR e Special Olympics.
L’alpinismo si evolve e Vibram ne è protagonista, promuovendo un approccio umano, sostenibile e “by fair means”. Il brand sostiene tre imprese simbolo di questa visione: Hervé Barmasse ha compiuto una traversata invernale in solitaria del Gran Sasso; Symon Welfringer ha aperto una nuova via in Groenlandia dopo 600 km in kayak; Kilian Jornet ha attraversato le Alpi scalando 82 vette sopra i 4.000 m. Tre avventure 100% human powered, accomunate da rispetto per la natura, spirito esplorativo e tecnologie Vibram. Un nuovo alpinismo, essenziale, consapevole e connesso ai valori del nostro tempo.
LA SFIDA DI LUCA FOIS: 86 CIME DELLE DOLOMITI
SOPRA I 3.000 METRI IN UNA SOLA STAGIONE
POLARTEC ALPHA: 13 ANNI DI INNOVAZIONE NELL’ISOLAMENTO ATTIVO
ASOLO sarà sponsor ufficiale dell’impresa “86 Dolomites” di Luca Fois, che punta a scalare in una sola stagione tutte le 86 cime dolomitiche sopra i 3.000 metri in un’unica progressione (“one push”). Ex membro delle Forze Speciali, Fois affronta questa sfida con un piccolo team rotante, con l’obiettivo di vivere e documentare ogni tappa in modo rigoroso e continuo per l’omologazione del Guinness World Record. L’impresa è anche un messaggio di rinascita, solidarietà e cambiamento. ASOLO fornisce le calzature tecniche per ogni fase, celebrando così anche i suoi 50 anni di storia.
ROSSIGNOL È OFFICIAL SPONSOR DELLA PRIMA EDIZIONE DELLO STARS TRAIL LUSENEY
Con la campagna Alpha Rewind, Polartec celebra la storia e l’impatto rivoluzionario di Polartec Alpha, il primo tessuto isolante attivo al mondo. Nata per soddisfare le esigenze dell’esercito americano, questa tecnologia ha trasformato il concetto di calore dinamico nell’abbigliamento sportivo e outdoor. Alpha Rewind è un viaggio nel tempo che racconta l’evoluzione di un materiale innovativo, capace di offrire traspirabilità, leggerezza e regolazione termica avanzata. Non solo una celebrazione del prodotto, ma un tributo al modo in cui ha cambiato il design tecnico, ispirando atleti, designer e appassionati in oltre un decennio di successi.
Sabato 23 agosto si terrà la prima edizione di Stars Trail Luseney, gara di trail running e memorial a Luca e Mario Reboulaz che attraversa la Valle di Saint-Barthélemy per spingersi sui pendii della Becca del Luseney, in Valle d’Aosta. Le iscrizioni sono già aperte e a fine giugno erano circa 90 i partecipanti già registrati, suddivisi tra le tre formule disponibili: STL50: 51,2 km con 3.300 m D+ per i più esperti; STL25: 26,2 km con 1.850 m D+ per chi cerca una sfida accessibile ma tecnica; STL Family: camminata enogastronomica di 2,7 km e 110 m D+ per adulti e bambini. Rossignol sarà sponsor ufficiale della manifestazione, offrirà a tutti i partecipanti un pacco gara e sarà presente con un villaggio espositivo alla partenza, dove sarà possibile testare gratuitamente le nuove calzature Vezor e Venosk.
SALOMON IMPACT REPORT 2024: SOSTENIBILITÀ E CIRCOLARITÀ AL CENTRO DELLA STRATEGIA AZIENDALE
Salomon ha pubblicato il suo Impact Report 2024, terza edizione annuale dedicata alla sostenibilità. Il documento evidenzia i progressi verso modelli circolari, inclusivi e a basso impatto, guidati dalla strategia “Change Our Future”. Tra i risultati spiccano: la S/LAB Phantasm 2 Made in France, la t-shirt riciclata con Carbios e il casco riciclabile Brigade INDEX. Importanti anche i progetti per l’inclusione sportiva e la formazione interna. Con uno sguardo al 2025, Salomon punta a rafforzare la strategia climatica, l’eco-design e il coinvolgimento delle community, confermando il suo impegno per un outdoor più responsabile.
Con l’obiettivo di creare il primo scarpone da montagna “Blister Free”, Heiner Oberrauch, presidente di Oberalp, ha aperto nel 2005 il polo produttivo di Montebelluna. Qui, si fondono tradizione e innovazione, e risiede il “cervello” dei prodotti del Gruppo di Karen Pozzi
Il 15 maggio Oberalp ha festeggiato i 20 anni dall’apertura della divisione footwear Salewa a Montebelluna, considerato oggi il distretto della calzatura tecnica e articoli sportivi numero uno in Italia, conosciuto anche come Sportsystem. Per l’occasione, l’azienda ha organizzato un press trip dedicato a una selezione di media, tra cui Outdoor Magazine, che hanno potuto visitare lo stabilimento guidati dai padroni di casa: Christoph Engl, ceo Oberalp, Ruth Oberrauch, vice presidente del Gruppo e founder del brand LaMunt, e Andrea Carraro, general manager del dipartimento footwear & technical equipment.
I festeggiamenti per l’anniversario sono proseguiti in serata con l’apertura dello stabilimento a “family & friends” dei dipendenti Oberalp, che hanno avuto l’opportunità di visitare gli spazi interni, dove lavorano i propri familiari e dove nascono i prodotti.
20 ANNI DI STORIA A MONTEBELLUNA
Nel 2005 Oberalp ha inaugurato la divisione footwear, e nel 2006 è nata la prima collezione di calzature di Salewa. Qui è dove oggi si producono anche scarpette da alpinismo e accessori per l’abbigliamento e technical hardware (come i moschettoni) e gli scarponi da skialp di Dynafit. Per Oberalp, il distretto di Montebelluna si è negli anni trasformato da polo produttivo a un distretto di ricerca e sviluppo altamente specializzato e riconosciuto a livello mondiale, soprattutto per il made In Italy, dove vengono ideati prodotti a km 0, lifetime guarantee e tutti PFAS free. Oggi, nello stabilimento risiede l’innovativo laboratorio R&D dotato di tecnologie all’avanguardia, tra cui le stampanti 3D, e il centro dedicato al controllo qualità.
ENGLISH VERSION
>> L'INTERVISTA CHRISTOPH ENGL CEO OBERALP
Come mai vent'anni fa avete scelto di aprire la divisione footwear a Montebelluna? I motivi rispondevano a una precisa esigenza aziendale. Salewa, dopo aver ampliato il proprio assortimento di prodotti tecnici, che originariamente includevano soprattutto zaini, piccozze e ramponi, voleva espandere la propria proposta nell’ambito delle calzature da montagna. Il nostro attuale presidente, che aveva fondato l’azienda oltre quarant’anni fa, si pose una domanda concreta: come risolvere il rischio di vesciche che si corre utilizzando scomodi scarponi da montagna? Da qui nacque l’idea rivoluzionaria del concetto ‘blister free’, ovvero la volontà di creare una scarpa da montagna in grado di garantire comfort e prevenzione delle vesciche. Per sviluppare un prodotto così ambizioso, era fondamentale partire da un territorio che fosse un vero centro di eccellenza nella calzatura tecnica. La scelta naturale fu quindi Montebelluna, già allora riconosciuta come la ‘Silicon Valley’ della scarpa da montagna. Fortunatamente, la vicinanza geografica con Bolzano, solo due ore di distanza, rese logisticamente semplice questa decisione. Avviare la produzione a Montebelluna ci ha permesso di attingere al know-how, alle competenze artigianali e alla cultura calzaturiera radicata da generazioni in questo territorio.
Qual è stato il principale ostacolo in questo contesto così specializzato?
20 YEARS OF FOOTWEAR
ENGLISH VERSION
TITLE
On May 15th, Oberalp celebrated the 20th anniversary of the Salewa footwear division in Montebelluna, a center of excellence for technical footwear. Established in 2005 to develop the first “blister-free” boot, the facility is now an advanced research hub with R&D labs and quality control centers. Montebelluna is the “brain” of the production, where local craftsmanship meets innovation, including technologies like 3D printing. CEO Christoph Engl highlights the value of an integrated supply chain and the strategic choice to keep part of the production in Europe. Despite global challenges, the Group looks ahead with increasingly sustainable, high-performance products geared toward a new generation of technical sneakers.
Introdurre innovazioni come nuovi materiali e tecniche costruttive per garantire il ‘blister free’ non fu semplice: all’inizio ci fu una certa resistenza da parte degli “scarpari” della zona, com’è naturale in ambienti altamente specializzati. Tuttavia, proprio in questi contesti di grande competenza, le innovazioni trovano terreno fertile. Ed è così che è nata la nostra scarpa da montagna, diversa, innovativa, e pensata davvero per chi vive la montagna ogni giorno. Nella nostra azienda questo è sempre stato un valore fondamentale: saper bilanciare la cultura, la tradizione e la professionalità, che derivano dalla storia e dall’esperienza, con idee innovative e visioni avanzate. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di guardare al prodotto da una prospettiva diversa, chiedendoci se il modo in cui lo abbiamo pensato sia davvero realizzabile. Spesso, ciò che inizialmente sembrava impossibile si è poi trasformato in realtà.
Com’è stato percepito il vostro arrivo dalle aziende storiche locali?
Ci troviamo in un contesto fortemente locale, dove le competenze si intrecciano e si concentrano in un ambiente quasi familiare. In questo senso, essere un’azienda a conduzione familiare è stato un vantaggio: la familiarità tipica della cultura veneta ha facilitato fin da subito la comprensione reciproca e l’integrazione è avvenuta in modo naturale. Anzi, siamo stati accolti a braccia aperte all’epoca e lo siamo tuttora. Nel
Da sinistra, Christoph Engl, ceo Oberalp, Andrea Carraro, general manager footwear & technical equipment e Ruth Oberrauch, vice presidente del Gruppo
“Siamo parte attiva della Silicon Valley della scarpa da montagna. Ma vogliamo anche diversificare”
Christoph Engl, ceo Oberalp
corso degli ultimi vent’anni si è creato un legame molto forte tra Salewa e il territorio veneto, in particolare con Montebelluna. Oggi possiamo contare su numerose relazioni personali e professionali che si sono consolidate nel tempo. In un certo senso, è stato come “laurearsi” per diventare anche un po’ montebellunesi.
C'è collaborazione tra le aziende dello SportSystem per il bene del mercato?
Siamo sì competitor, ma Montebelluna è un territorio in cui tutti si conoscono. C’è una forte consapevolezza di lavorare in un settore altamente specializzato, con un target di riferimento preciso. Proprio per questo, tra specialisti spesso ci si comprende facilmente e sappiamo che solo unendoci possiamo raggiungere importanti risultati.
Questo distretto ha un bene prezioso: la manodopera. Come agite per alimentarla? Sappiamo bene quanto sia importante preservare la manodopera locale. Alcune professionalità sono a rischio di scomparire: è sempre più difficile trovare modellisti CAD o sarte con competenze tradizionali. Per questo motivo, insieme ad altre aziende del territorio, abbiamo creato un gruppo con l’obiettivo di rivalutare e rendere più attrattive queste professioni, rendendole nuovamente ‘desiderabili’ per le nuove generazioni. Montebelluna è davvero la Silicon Valley non solo della calzatura tecnica, ma sempre di più anche dell’abbigliamento. Oggi possiamo contare su un ecosistema di competenze preziose, fondamentali per lo sviluppo dei prodotti. Queste capacità devono essere preservate anche in futuro.
Cosa si produce nel polo di Montebelluna?
Un tempo, questa terra era conosciuta come centro di produzione di calzature. Con il tempo, però, la produzione si è spostata verso altre aree geografiche come Romania, Serbia, Ucraina e così via. In sostanza, il ‘corpo’ della produzione si è trasferito, ma il ‘cervello’ è rimasto qui. Nonostante questo spostamento, molti materiali continuano a provenire dal Veneto. Per esempio, anche se oggi produciamo le nostre scarpe in una fabbrica in Romania, le pelli e altri materiali arrivano ancora da fornitori veneti. Il motivo è semplice: la qualità italiana è unica e riconosciuta a livello internazionale. Abbiamo accumulato una lunga esperienza e siamo riusciti a mantenere attiva una parte importante della filiera, quella degli 'ingredienti' veneti. Un’eccezione importante, è la produzione dello scarpone da sci di Dynafit che rappresenta un prodotto 100% made in Italy, dalla progettazione fino alla produzione finale. In un raggio di 30 km abbiamo tutto ciò che serve: competenze, materiali e strutture produttive. Questo tipo di prodotto, infatti, ha numeri contenuti su scala mondiale, e non ha richiesto una delocalizzazione. È un caso emblematico di come, in alcuni settori altamente specializzati, l’Italia continui a essere un punto di riferimento insostituibile.
Tra l’aumento dei costi durante il Covid e l’attuale scenario dei dazi, mantenere
gran parte della produzione in Europea si è rivelato strategico?
Assolutamente sì, da questo punto di vista abbiamo un vantaggio strategico. Tuttavia, ci sono anche criticità. Per esempio, per il mercato statunitense, che rappresenta circa la metà delle vendite dei nostri scarponi, ci troviamo ora a dover affrontare un dazio del 10% che prima non esisteva. Quindi, se da un lato produrre in Europa è un punto di forza, dall’altro comporta anche delle sfide, soprattutto nei mercati extraeuropei. Il contesto globale è in continuo cambiamento e, onestamente, è difficile prevedere cosa succederà nei prossimi due anni. Proprio per questo, come gruppo, stiamo cercando di bilanciare le nostre produzioni: attualmente le stiamo distribuendo in modo equo, con circa il 50% in Asia e il 50% in Europa. Questo approccio ci permette di essere più flessibili e pronti ad adattarci ai cambiamenti del mercato.
Avete mai pensato di riportare l’intera produzione in Europa?
Riportare tutta la produzione in Europa non è semplice perché mancano le competenze per realizzare capi tecnici complessi. In alcuni casi non ci sono alternative, ma per altri prodotti stiamo sperimentando modelli di produzione ibridi (es. suole asiatiche e assemblaggio in Europa). Adottiamo un approccio prudente e flessibile a causa dell'incertezza geopolitica, puntando sulla diversificazione del rischio per non dipendere da un'unica area o fornitore. Inoltre, verticalizziamo parte della produzione e distribuzione, controllando l’intera filiera per alcuni prodotti (come scarponi o scarpette da arrampicata). Questo consente un maggiore controllo su qualità, costi e tempi, rafforzando la fiducia del cliente, sempre più attento all'origine del prodotto. Cosa significa per te questo 20esimo compleanno a Montebelluna?
Vent’anni sono sicuramente un traguardo, ma anche un punto di partenza. Sono da celebrare, certo, ma ciò che conta davvero è avere le idee chiare sui prossimi vent’anni. E per noi questo significa sempre ricerca e sviluppo. L’R&D si basa su due elementi chiave. Il primo è la competenza professionale acquisita: la tradizione e l’esperienza maturata su certi prodotti. Oggi sappiamo come si crea una scarpa e come si realizza una giacca – lo sappiamo perché lo facciamo da vent’anni. Il secondo elemento, forse ancor più importante, è capire quali saranno le sfide del futuro. E qui entra in gioco l’innovazione. Oggi stiamo già producendo scarponi da sci con stampanti 3D: cosa che cinque anni fa sembrava improbabile. Ma ora è realtà. Stare al passo con l’innovazione significa anche saper interpretare i desideri del cliente. Una volta la scarpa da montagna serviva a proteggere dalle rocce, oggi ci stiamo muovendo verso la ‘technical sneaker’: un prodotto che ha l’aspetto estetico di una sneaker, ma con prestazioni tecniche elevate. La tecnologia c’è, la percepisci, ma non ti disturba. È su questo che stiamo lavorando tanto, perché riteniamo che questi siano i prodotti del futuro. Una clientela nuova sta già nascendo. Tutto questo è ciò che spero che la nostra sede di Montebelluna, come parte del gruppo Oberalp, riesca a fare.
DOVE TUTTO EBBE INIZIO
La storia e i prodotti La Sportiva nascono qui, nel piccolo paese di Ziano di Fiemme in Trentino.
Da qui proviene il suo fondatore Narciso Delladio, qui c’è il reparto R&D e qui viene realizzata parte della linea footwear. E da qui nasce la spinta internazionale
di Karen Pozzi - foto Gaia Panozzo
Il 26 e 27 maggio abbiamo preso parte all’International Media Day organizzato da La Sportiva: un evento dedicato alla stampa e ai content creator europei, pensato per raccontare da vicino l’identità e i valori dell’azienda. Durante le due giornate, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare l’headquarter di Ziano di Fiemme e conoscere il dna dell’azienda attraverso un racconto diretto da parte delle figure chiave del team.
Il programma si è aperto con un’experience outdoor tra i sentieri della Val di Fiemme, dove ciascun partecipante ha potuto scegliere tra un'escursione di trekking o un percorso di mountain running. La giornata si è conclusa
con una cena al Maso Tito Speck, un momento conviviale che ha confermato il profondo legame tra La Sportiva e il territorio, testimoniato anche dalla presenza delle rappresentanti dell’azienda turistica locale. Il secondo giorno è stato invece dedicato a una full immersion nel cuore produttivo dell’azienda, con una serie di presentazioni e la visita allo stabilimento, per comprendere da vicino l’approccio tecnico e valoriale che guida ogni fase della produzione. Dopo tematiche corporate e valoriali è stato il momento delle novità di prodotto SS 26 di cui vi parleremo ampiamente sulla guida prodotti allegato al numero 6 di Outdoor Magazine
LA STORIA
CON GIULIA DELLADIO, COORPORATE MARKETING DIRECTOR
E FRANCESCO DELLADIO, FOOTWEAR PRODUCT MANAGER CLIMBING
Appartenenti alla terza generazione della famiglia Delladio, Francesco e Giulia ci hanno raccontato l’evoluzione di questa storica azienda di montagna. “Il primo documento ufficiale che abbiamo risale al 1928, quando nostro bisnonno Narciso partecipò alla Fiera Campionaria di Milano con i suoi prodotti. La Val di Fiemme è il nostro territorio, la nostra casa. Il nostro bisnonno è nato a Tesero, e noi ci siamo spostati a Ziano di Fiemme nel 1995 per aumentare capacità e qualità, senza però mai perdere la nostra identità locale”. L’azienda ha saputo coniugare tradizione artigianale e innovazione tecnologica, diventando oggi un punto di riferimento per atleti e appassionati di tutto il mondo.
LE TRE CATEGORIE DI PUBBLICO
Oggi, il brand si rivolge a tre categorie di persone. Il ruolo, come La Sportiva, è rafforzare e valorizzare tutte queste persone attraverso attività mirate:
1. Atleta/ambassador coinvolto nel processo di sviluppo dei prodotti che poi racconta al pubblico. “Abbiamo un team internazionale di circa 200 atleti, ma anche numerosi atleti locali, che ci aiutano a promuovere il nostro brand nelle comunità di riferimento. Sono i primi a testare i nostri prodotti, sono curiosi e propositivi. Tutto questo ci permette di mantenere un livello tecnico elevato” ha raccontato Giulia.
2. Appassionati, persone innamorate della montagna, che costituiscono la parte più ampia della community.
3. Aspiranti, ovvero coloro che desiderano avvicinarsi al mondo outdoor ma che hanno bisogno di supporto e guida per entrare a farne parte.
MISSIONE E VISIONE
Oltre ai prodotti e alle persone, per noi è fondamentale ricordare perché facciamo tutto questo. La nostra missione è quella di mantenere l’attrezzatura al massimo livello tecnico e offrire, a chi ama profondamente la montagna, gli
strumenti migliori per vivere appieno le proprie avventure. La nostra visione è quella di essere in totale connessione con la montagna, con il territorio e con le persone ispirarle a vivere all’aria aperta, ma sempre con rispetto e consapevolezza.
I QUATTRO VALORI FONDAMENTALI
1. Concretezza: essere reali, pragmatici, costruttivi, sempre orientati alla soluzione e alla funzionalità di ciò che si realizza.
2. Rispetto: per l’ambiente, per le persone, per la comunità. Essere sempre trasparenti con tutti gli stakeholder.
3. Passione: fisica e interiore per ciò che si fa ogni giorno. È il motore principale.
4. Ingegno: percorrere nuove strade con unicità nella gestione, nella produzione e nel fatto di essere un’azienda di montagna a 1.000 metri di altitudine, lontani da un contesto industriale standard.
L'INTERVISTA
Giulia Delladio ci ha raccontato il passato, il presente e il futuro di questa storica azienda di montagna.
Quali sono le sfide e i valori di produrre in una valle come questa?
Produrre in Val di Fiemme è una scelta culturale e strategica. È un ambiente unico ma anche complesso, e non è semplice sviluppare attività industriali qui. Però abbiamo la fortuna di poter testare i nostri prodotti in montagna, nel nostro habitat naturale, e questo fa la differenza. Il legame con il territorio è un valore imprescindibile. Qui lavorano più di 500 persone, un vero motore per la comunità locale.
Come si sta affrontando il passaggio generazionale in famiglia?
Il passaggio generazionale è molto relazionale. Io, mio fratello Francesco
LA PRODUZIONE CON NICOLA DA ROLD, OPERATIONS DIRECTOR
Ziano di Fiemme è il cuore della prototipazione e dei test dei prodotti La Sportiva, grazie alla vicinanza alle montagne. Tuttavia, rimanere e produrre in valle è una scelta impegnativa: servono visione, dedizione e capacità di attrarre e formare manodopera qualificata in un’area con soli 20.000 abitanti. Per questo la priorità è quella di motivare la vita dei dipendenti soprattutto locali offrendo condizioni ottimali di lavoro. La Sportiva impiega circa 400 persone, molte delle quali svolgono attività altamente specializzate. Ognuna di loro ha un ruolo determinante, sono gli atleti della produzione e ricevono riconoscimenti diretti. Barbara, per esempio, assembla ogni giorno centinaia di componenti con una precisione atletica: in 10 anni ha montato oltre 1,5 milioni di pezzi. Per sostenere questi ritmi, l’azienda si è strutturata su tre pilastri: attrarre nuovi talenti, formarli e supportarli nella loro crescita. Il training è simile a quello sportivo: prima si lavora sulla precisione dei movimenti, poi sulla velocità. Ogni mansione richiede tre-sei mesi di formazione. Per contrastare la fatica, La Sportiva ha sviluppato internamente automazioni che migliorano ergonomia e sicurezza. Infine, per offrire una prospettiva duratura, l’azienda incoraggia la rotazione su diverse macchine e mansioni. I lavoratori più esperti, dopo anni in produzione, passano nel laboratorio dove imparano a smontare e rimontare ogni tipo di macchina diventando tecnici completi e autonomi, capaci di affrontare le sfide produttive con maestria.
L'INTERVISTA
Che significato ha il made in Italy quando parte della produzione è estera?
L'obiettivo dell'azienda è offrire la miglior soluzione tecnica possibile. Nei settori in cui è leader, come il climbing e l’alpinismo, punta a definire gli standard e valorizzare il made in Italy, inteso come filosofia progettuale e qualitativa. Tuttavia, per alcuni prodotti tecnologicamente avanzati – come quelli con intersuole infuse con azoto, mesh ingegnerizzati o tessuti intrecciati – è necessaria la collaborazione con partner asiatici più specializzati. Anche in questi casi, però, l'intero processo creativo e progettuale resta in Italia, con un controllo attento su tutte le fasi della produzione.
Cosa viene prodotto nello stabilimento di Ziano?
A Ziano realizziamo le scarpette da arrampicata di fascia alta, le più tecniche, da competizione. Le produciamo interamente: dal taglio della pelle e della
e nostro padre condividiamo una visione abbastanza allineata su come portare avanti l’azienda, e questa è un’ottima base. Lorenzo, la nuova generazione, ci dà coraggio imprenditoriale e ci spinge a sperimentare e innovare. È un equilibrio delicato, perché lavorare in famiglia significa anche gestire dinamiche personali, ma c’è molta fiducia e delega di responsabilità.
È stato naturale per voi figli prendere le redini dell’azienda?
Sì, è stato naturale perché abbiamo sempre vissuto l’azienda come una casa. Abbiamo passato molto tempo lì da bambini, tra scuola e lavoro, e l’azienda era parte della nostra quotidianità. È stato quasi un gioco, e questo ci ha permesso di crescere con passione. Certo, avrei potuto fare altre esperienze all’esterno, ma contribuire allo sviluppo di La Sportiva, soprattutto in un momento chiave, è stato molto gratificante.
Com’è cambiata La Sportiva rispetto al passato?
Prima era una grande famiglia allargata, un’azienda molto familiare. Oggi è cambiata molto, soprattutto dall’ingresso di persone con esperienze internazionali da grandi aziende come Luxottica, Nike, McKinsey e Barilla. Questo ha portato professionalità e innovazione, mantenendo però la cultura e i valori di famiglia. Il nostro compito è proprio quello di garantire che la storia e i valori rimangano al centro, anche mentre cambiamo e cresciamo.
Qual è il traguardo di cui vai più fiera?
Senza dubbio vedere l’arrampicata diventare disciplina olimpica e poter assistere a quel momento a Parigi è stato emozionante. È stato un riconoscimento per tutto il movimento e per il lavoro di tanti anni, anche nostro. Quell’esperienza mi ha confermato che andare avanti insieme in una stessa direzione dà senso a tutto ciò che facciamo.
gomma fino al montaggio. Produciamo anche scarponi da alta montagna, come i modelli Nepal, G2, G5, e scarponi in carbonio da scialpinismo. Sono prodotti ad alto contenuto tecnologico, a volumi più contenuti ma con grande valore aggiunto. Qui possiamo testare idee innovative mantenendo il controllo completo.
E a Montebelluna?
Montebelluna è uno stabilimento che abbiamo acquisito: era un laboratorio artigianale che ci forniva tomaie. Oggi è una parte importante del nostro sistema produttivo. Vi realizziamo scarpette da arrampicata entry-level, linee da lavoro e la linea Trango. Inoltre, c’è tutta la filiera per la produzione degli scarponi da scialpinismo non in carbonio. La collaborazione con le famiglie fondatrici continua: i figli del fondatore lavorano ancora con noi.
Dove realizzate i prodotti da hiking?
In Romania, con un partner altamente strutturato. Troviamo lì la capacità manifatturiera, ma i componenti fondamentali come le suole arrivano dall’Italia. Manteniamo un contatto costante: il nostro personale si sposta tra Italia e Romania, assicurando qualità e coerenza progettuale.
Come riuscite a mantenere i valori aziendali anche con la produzione estera?
Costruendo relazioni umane, non solo professionali. In Asia e altrove, lavoriamo spesso con aziende familiari, dove ritroviamo lo stesso spirito che anima noi. Per capire se sono i partner giusti, andiamo a fondo: osserviamo come trattano le persone, come curano i dettagli. Valutiamo la qualità, la responsabilità sociale e l’ambizione di eccellere. Usiamo audit, KPI e metriche di sostenibilità, ma il vero legame nasce dalla condivisione dei valori.
Qual è l’area che ti impegna di più ogni giorno?
Seguo le fabbriche, la pianificazione, gli acquisti di materie prime, la qualità e la logistica. Quest’ultima è stata molto complessa negli ultimi anni: prima la pandemia, poi la crisi dei container e oggi i problemi di sicurezza nei trasporti marittimi. L’area più impegnativa, però, resta quella produttiva: gestire stabilimenti con centinaia di persone, garantendo materiali, formazione, qualità e continuità. Sono il ponte tra l’ideazione e l’esecuzione, ed è lì che si gioca il valore vero dell’azienda.
ENGLISH VERSION
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WHERE IT ALL BEGAN
On May 26-27, La Sportiva hosted the International Media Day, opening the doors of its headquarters in Ziano di Fiemme to European press and content creators to share the company’s identity, values, and latest developments. The event included outdoor activities, a convivial dinner, and a visit to the production facilities. Giulia and Francesco Delladio, third-generation family members, shared the company’s evolution – blending tradition and innovation while staying rooted in the local territory. The mission is to offer top-quality technical equipment, inspiring respect for the mountains. The core values are: practicality, respect, passion, and ingenuity. Production and training are carefully managed even abroad, maintaining value coherence through authentic relationships and quality control.
Nicola Da Rold
A LOOK BEYOND
Le mie fotografie dell’Islanda sono suoni, emozioni e suggestioni di Simone Salvagnin - foto Lucia Vissani
Da uno degli ambienti più panoramici al mondo, a causa della mia particolarità, io di visivo non ho portato praticamente niente con me. Ma allora perché, ci si può chiedere, un cieco dovrebbe affrontare una traversata a piedi di 400 km da Nord a Sud, viaggiando per 20 giorni in autonomia di materiali e rifornimenti con due compagni d’avventura?
La prima risposta che mi viene in mente, da atleta paralimpico e viaggiatore, è: perché no? Il fatto che la retinite pigmentosa mi lascia un residuo visivo del 3%, rendendo l’impressione di ciò che posso vedere con la coda dell’occhio simile alla tela astratta di un artista folle, non determina al ribasso la qualità della mia vita e delle mie esperienze. C’era davanti a me, alla mia compagna Lucia e al nostro amico Davide un percorso fisicamente impegnativo e mentalmente sfidante, in un ambiente che costringe a diventare fedeli a una dimensione istintiva, quasi “animale”. Ce n’era già più che abbastanza per fomentare il mio spirito avventuroso.
Ma ad accompagnarmi in questo viaggio c’è stato di più. Infatti, mi sono reso conto che, mentre geograficamente al mondo resta ancora relativamente poco da esplorare, la vastità dell’essere umano giace in ciascuno di noi ancora tutta da percorrere, attraversare, cartografare. Questo tipo di esplorazione mi è particolarmente congeniale, perché, fin da quando la retinite ha iniziato a progredire, mentre lo spazio esterno si contraeva sentivo quello interiore dilatarsi. È così che sono diventato, come mi piace definirmi, un “esploratore di me stesso”.
Spaziare nelle profondità della mia esperienza di essere umano, però, mi riesce tanto più facile quanto più quello che sto facendo è impattante sul piano fisico. Perché la fatica, nel momento stesso in cui mi costringe a liberare la mente, mi offre anche l’occasione per riflettere sui miei limiti e superarli. Stando scomodo e in tensione, sento forte il mio corpo e quello che succede intorno. Lì, quando mi metto alla prova restituendo all’istinto il suo spazio, accade quella intensità di cui si nutre la mia vita.
La traversata dell’Islanda ha rappresentato una palestra straordinaria da questo punto di vista. Sono stati decisivi il suo ritmo lento, la fatica logorante, la necessità di triangolare esigenze, emozioni e immaginari con i miei compagni in un contesto che ci obbligava a uno stato di presenza mentale molto profonda, che è proprio quella forma di meditazione attiva che io ricerco costantemente, affinché gli altri sensi e la mia coscienza non si assopiscano.
L'AUTORE
Simone Salvagnin, nato a Schio (VI) nel 1984, fin da bambino ha familiarizzato con l’ambiente naturale e la montagna: un’esperienza che si è rivelata un tesoro quando, a tredici anni, la retinite pigmentosa, una malattia degenerativa della retina, è diventata sua compagna di viaggio. Attraverso l’esasperazione della propria fisicità, con lo sport, le spedizioni e molte altre esperienze, Simone si è reso conto che i limiti non sono un punto di arrivo né una strada interrotta, ma solo un punto di partenza. Ha esplorato questa consapevolezza percorrendo molteplici vie, da insaziabile curioso. Con l’alpinismo e l’arrampicata, come atleta della Nazionale Italiana Paraclimbing Blind per quindici anni e come brand ambassador per Montura. Con i viaggi d’avventura, che lo hanno portato a percorrere l’Asia, il Sud America e l’Europa in tandem e ad affrontare diverse vette delle Ande, delle Alpi e dell’Himalaya, sfiorando quota 7.000 m con la salita all’Ojos del Salado in Cile.
Dunque l’Islanda, per me, è la bellezza del sussurro dell’acqua in un piccolo Eden nascosto in una landa apparentemente deserta. La carezza sulla pelle del sole che si fa strada tra le nubi spesse. Il sollievo dalle intemperie al riparo di una roccia, una tregua dentro la battaglia. Ed è sentire, mentre camminavo, che si approfondiva insieme il mio contatto con quel mondo e con me stesso. Fino ad arrivare a una dimensione che mi ha reso più autentico.
Montura People è la rubrica del brand per Outdoor Magazine. Uno spazio per le persone, la gente di Montura. Chiunque si senta in qualche e qualsiasi modo affine ai valori dell’azienda, parte della sua community. Qui vengono raccolte le loro storie affinché possano ispirarne altre.
Tutta la provincia di Sondrio è pronta per il caldo: itinerari di trekking, attività per grandi e piccini e luoghi dove rinfrescarsi. Una destinazione alpina che offre alternative per tutti i tipi di turisti
di Pietro Assereto
La Valtellina offre una vasta gamma di attività all’aria aperta per tutti i gusti: dal bike all’escursionismo, fino a momenti di relax lungo cascate, torrenti e laghi.
BASSA VALTELLINA
Tra le mete più famose c’è la Val di Mello, conosciuta come la “Piccola Yosemite” per i suoi paesaggi selvaggi e le pareti granitiche, ideale per famiglie e appassionati di arrampicata e bouldering. La Val Gerola propone sentieri di trekking di varia difficoltà, tra cui il Giro dei Laghi, che tocca quattro specchi d’acqua alpini. Da non perdere il Ponte nel Cielo in Val Tartano, uno dei ponti tibetani pedonali più alti d’Europa, con viste spettacolari sulle Alpi Retiche.
RISERVA NATURALE PIAN DI GEMBRO
Vicino ad Aprica, questa antica torbiera glaciale è un’oasi di biodiversità con specie rare di flora e anfibi. Sentieri facili e pannelli informativi la rendono perfetta per famiglie e amanti della natura.
VALMALENCO
Famosa per lo sci in inverno e per il trekking e i picnic estivi attorno al lago Palù. La funivia Snow Eagle facilita l’accesso. La valle offre percorsi bike tra i 1400 e 2400 metri, il Wild Park di Caspoggio con ponti tibetani e altalene giganti, per un’esperienza avventurosa.
BORMIO E DINTORNI
Parte del Parco Nazionale dello Stelvio, con 600 km di sentieri, è un paradiso per escursionisti e mountainbiker. La Valle dei Forni,
dominata dal più grande ghiacciaio vallivo italiano, offre scenari glaciali e itinerari storici della Grande Guerra. La passeggiata della Val Zebrù è ideale per famiglie. Il Family Bob è una divertente attrazione per tutte le età. Gli impianti apriranno a luglio (eccetto Bormio, chiuso per lavori in vista delle Olimpiadi 2026).
LIVIGNO
Con tre impianti di risalita e un famoso bikepark, Livigno è perfetta per sportivi di ogni livello, dai principianti agli esperti di downhill ed enduro. Numerosi sentieri trekking completano l’offerta.
VALCHIAVENNA
Chiavenna è una cittadina ricca di storia e natura, ideale per una sosta culturale. Vicine, le Cascate dell’Acquafraggia offrono un fresco spettacolo naturale, con aree attrezzate per picnic e sentieri facili.
MADESIMO
Offre divertimento allo Spluga Park, trekking verso il lago Azzurro e adrenalina al Made Bike Park, noto per i suoi percorsi di downhill e freeride immersi nella natura.
NOVITÀ 2025
Due nuovi importanti itinerari escursionistici: la Via Orientale del Cammino Mariano delle Alpi, che collega Bormio a Tirano, e la via Spluga, certificata dal Touring Club Italiano, che collega Thusis (Svizzera) a Chiavenna, promuovendo un turismo lento e immersivo in paesaggi poco frequentati.
IL PORTALE
DEGLI APPASSIONATI
Nato dall’intuizione di Alessandro Iotti, Ferrate365 è diventato il punto di riferimento online per gli escursionisti di vie ferrate. Unisce precisione, aggiornamento continuo e spirito di community di Pietro Assereto
Nato quasi per gioco, nei ritagli di tempo tra un’escursione e l’altra, Ferrate365 è oggi il sito più completo e aggiornato dedicato alle vie ferrate in Italia. Il suo ideatore, Alessandro Iotti, ha saputo trasformare una passione personale per la montagna in un progetto digitale di enorme utilità per migliaia di appassionati. A renderlo unico non è solo la quantità di relazioni presenti sul portale, ma soprattutto la qualità delle informazioni, l’attenzione alla sicurezza e la pos sibilità di avere un riscontro diretto da chi è appena stato su un determinato itinerario. Con una community attiva, un’interfaccia intuitiva e collaborazioni con aziende di riferimento come Singing Rock, Ferrate365 si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama outdoor italiano, diventando un vero punto di riferimento per chi cerca dati affidabili, consigli sull’attrezzatura e aggiornamenti in tempo reale.
Alessandro, com’è nata l’idea di Ferrate365?
Alessandro Iotti, ideatore Ferrate365
Da giovane mi divertivo a fare attività verticali in montagna, dalle vie ferrate alle escursioni, e usufruivo di un sito che aveva recensito un buon numero di vie ma era molto datato, sia dal punto di vista dei contenuti che dalla tecnologia. Circa 10 anni fa, nel tempo libero, ho iniziato a scrivere, con l’aiuto di amici, relazioni delle vie che avevamo fatto e nel 2017 ho messo online il sito. È diventato sin da subito molto popolare e negli anni si è ampliato, offrendo anche contenuti relativi alla sicurezza e all’attrezzatura.
Ferrate365 è diventata una vera e propria community: ti aspettavi questa crescita?
Sì. Lavorando nel settore online, ero ben consapevole che qualora uno trovasse il sito utile, sarebbe “esploso”. La relazione online ti dice come è fatto l'itinerario, qual è l'avvicinamento, il rientro, le difficoltà, quali sono le tempistiche e tanto altro. Ma la montagna è mutevole: io sapevo che un'esigenza di un appassionato è sapere se in quella determinata via ferrata, in quel periodo, ci fosse neve o dei possibili guadi. Quindi ho creato un gruppo dove è possibile condividere le proprie uscite, pubblicare foto e informazioni per far beneficiare le altre persone.
Secondo te è questo l’elemento che rende il portale unico rispetto ad altre fonti online?
Quello che il portale ha, a mio modesto avviso, rispetto alla maggior parte degli strumenti presenti è la qualità delle informazioni. Io cerco di rendere uniforme la qualità di tutte le relazioni e quello secondo me viene riconosciuto: è un sito che dà informazioni di qualità.
Come affrontate il tema sicurezza sul sito?
Si torna sempre alla qualità delle informazioni: anche una persona esperta, se gli dai informazioni errate, può prendere decisioni sbagliate. La prima cosa che mi è stata data come obiettivo per aumentare la sicurezza è fornire informazioni precise e coerenti tra di loro. Io non ho la presunzione di dire se è giusto definire una ferrata facile o moderatamente difficile. Ma quello che posso fare come relatore del sito è cercare di uniformare il giudizio. Quindi la prima è
dare informazioni precise e coerenti. Successivamente, comunicare con chiarezza la scelta dei materiali tecnici. Infine, metto a disposizione delle persone, sotto ogni via ferrata, i contatti di almeno una o più guide alpine che operano nella zona.
Hai notato un’evoluzione nel modo in cui le persone si approcciano a questo tipo di attività?
Sicuramente perché la disponibilità di informazioni oggi è molto maggiore. 20 anni fa bisognava andare al CAI, comprare un libro, non si sapeva esattamente da dove iniziava la ferrata o dove parcheggiare. Quindi la gente è più preparata. Detto ciò, ci sono sempre le scelte sbagliate o le cattive valutazioni.
Com’è nato il rapporto con Singing Rock?
Collaboro con Amorini da tanti anni e, confrontandoci, abbiamo concordato che Ferrate365 poteva essere un ottimo punto di partenza per promuovere i prodotti da loro distribuiti in esclusiva. Abbiamo concentrato la nostra collaborazione su ciò che è necessario per affrontare le vie ferrate, quindi l'imbrago, il casco e il set da ferrata
Phario 360. Nel 2024, il sito è stato visitato da quasi 800.000 utenti: numeri importanti e affini al target. Ferrate365 è una guida, una raccolta di informazioni e nozioni specifiche per chi percorre una via ferrata. Non vuole essere un blog o un sito emozionale e questa sua caratteristica nel tempo lo ha reso autorevole. Di ciò ne beneficiano anche gli sponsor che hanno abbracciato il progetto.
LA FORMAZIONE CHE CONTA DAVVERO
Ortovox ha riunito i suoi ambassador per una giornata dedicata alla responsabilità ambientale, insieme a POW Italy. Un momento di confronto, consapevolezza e azione concreta
di
Pietro Assereto
Siamo abituati a pensare alla formazione tecnica come cuore pulsante del rapporto tra brand outdoor e professionisti della montagna. Come si usano i nuovi zaini, quanto è traspirante un guscio, quali materiali si adattano meglio a determinate condizioni. Tutto giusto, tutto necessario. Ma cosa succede se, a un certo punto, un brand decide che è tempo di fermarsi e parlare non più solo di prodotti, ma di valori? Di crisi climatica, per esempio. È quello che ha fatto Ortovox, storico marchio tedesco legato all’alpinismo e alla sicurezza in montagna, durante una recente sessione formativa organizzata a Songavazzo, in provincia di Bergamo, con una quindicina di suoi ambassador italiani, in gran parte guide alpine. Ma questa volta, niente focus su abbigliamento tecnico o dispositivi di autosoccorso. Il tema era un altro, decisamente più urgente: il cambiamento climatico e il ruolo della comunità outdoor nella crisi ambientale. A portare la voce dell’attivismo e della consapevolezza è stata Giorgia Garancini di POW (Protect Our Winters) Italy, il movimento internazionale che unisce appassionati e professionisti della montagna nella lotta contro il climate change. La sua testimonianza ha aperto un dialogo serrato e sincero sullo stato attuale delle nostre montagne, sulle responsabilità individuali e collettive e, sul potere del racconto per generare cambiamento.
FORMAZIONE TECNICA SÌ, MA ANCHE CULTURALE
In un settore dove si parla (giustamente) di performance, materiali riciclati e filiere sostenibili, manca spesso uno spazio dove affrontare il tema culturale della crisi climatica. Non come una questione astratta, ma come una realtà concreta che guida le scelte, i comportamenti, le parole di chi vive la montagna tutti i giorni. Ortovox, da anni impegnata in progetti di sostenibilità, ha scelto di fare un passo in più: formare i propri ambassador non solo all’uso di un prodotto, ma alla comprensione del contesto ambientale in cui quel prodotto verrà utilizzato. È un gesto che può sembrare piccolo, ma che racconta una visione ampia, coraggiosa e necessaria.
UPCYCLING E CONDIVISIONE: I VALORI CHE RESTANO
La giornata non si è conclusa con la fine del meeting. Dopo il con-
fronto, i partecipanti si sono messi all’opera in un’attività di upcycling creativo: utilizzando materiali di scarto Ortovox, sono stati realizzati marsupi artigianali, ognuno diverso, ognuno simbolo tangibile di un approccio che cerca di ridurre l’impatto ambientale anche nei piccoli gesti. Un modo per riflettere concretamente su quanto ancora si possa fare e su come ogni cambiamento passi anche per le mani. Il tutto si è concluso con una cena conviviale, che ha chiuso il cerchio di una giornata intensa: fatta di ascolto, confronto, manualità e spirito di gruppo.
UN MESSAGGIO DA PORTARE IN QUOTA
Formare sui prodotti è fondamentale. Ma formare sui valori lo è altrettanto, anche se è meno immediato, meno instagrammabile e più difficile da misurare in KPI. Tuttavia, è proprio questo tipo di formazione a fare la differenza nel lungo periodo. Perché un guscio tecnico può salvarti durante una tempesta, ma è la consapevolezza a farci affrontare la più grande tempesta di tutte: quella climatica.Ortovox l’ha capito. E ha avuto il coraggio di agire di conseguenza, investendo non solo in materiali, ma nelle persone. Perché la montagna ha bisogno di ambasciatori preparati, sì – ma soprattutto consapevoli.
Giorgia Garancini, part-time general manager di POW
L’ESTATE ATTIVA DI PILA
Un’offerta che spazia dal trekking alla mountainbike e che accontenta grandi e piccini.
La località valdostana ha dato ufficialmente il via a una stagione di emozioni di Sara Canali
Natura, sport e autenticità alpina sono le parole chiave dell’estate 2025 di Pila, in Valle d’Aosta, che è stata inaugurata sabato 21 giugno. Per l’occasione è stata aperta la telecabina che consente di raggiungere la comunità montana in soli 18 minuti da Aosta, ma anche la seggiovia Chamolé, il noleggio mtb, le piste del bike park e il parco avventura. Insomma, tutti gli ingredienti per un’estate all’insegna del divertimento e delle attività outdoor.
TREKKING
Dai percorsi più semplici alle escursioni d’alta quota, ogni sentiero è un’occasione per immergersi nella natura alpina, tra boschi di larici, pascoli e laghi glaciali. Tra gli itinerari più amati, la camminata verso il lago Chamolé, facilmente raggiungibile con la seggiovia, e la successiva salita al Rifugio Arbolle, da cui si domina l’intera conca e si ammirano Monte Bianco, Cervino, Rosa e Grand Combin. Dalla località Gorraz, servita dalla funivia attiva dal 19 luglio, partono invece escursioni verso l’Alpe Grimondet e la Punta del Drinc. Durante la stagione saranno proposte uscite guidate con accompagnatori naturalistici, anche in formula esperienziale, con tappe gastronomiche e degustazioni. Il sito ufficiale di Pila mette a disposizione una sezione dedicata ai sentieri e ai percorsi trekking (pila.it/trekking), dove è possibile consultare e scegliere tra proposte adatte a ogni livello, dalle semplici passeggiate agli itinerari più impegnativi. Per ogni percorso sono disponibili descrizioni dettagliate, immagini, video e la traccia GPX scaricabile, uno strumento utile per pianificare al meglio la propria esperienza e avere un’anteprima del paesaggio che si andrà a esplorare.
PER LE FAMIGLIE
L’offerta per i piccoli esploratori e per le famiglie è molto varia nella località valdostana, a partire dal Parco Avventura che si trova nel cuore del bosco di Pila e offre un’esperienza emozionante e sicura per tutti. I percorsi sospesi tra gli alberi sono suddivisi per difficoltà e altezza, così da essere accessibili a partire dai 5 anni (altezza minima 130 cm) fino a tutte le età. Il percorso tra gli alberi è divertente per grandi e piccoli. Inoltre, il 28 e il 29 giugno è andato in scena il Pila Kids Open Day, due giornate dedicate al
trasmettere l’amore per la montagna e la passione per la mtb ai più piccoli. Lezioni teoriche e pratiche in collaborazione con i maestri di Aosta Valley Freeride e ThreeSeason, prove di abilità e una divertente competizione. Ritrovo e partenza presso la seggiovia Chamolé alle ore 9.30. Corso dalle ore 10.00 alle ore 13.00. Attrezzatura richiesta: bici ammortizzata e casco. Il Pila Kids Open Day si ripeterà anche nei wee end del 26 e 27 luglio e nel weekend del 23 e 24 agosto.
PILA SU DUE RUOTE
Pila è una meta riconosciuta a livello nazionale e internazionale per gli amanti della mountainbike. Con 44 km di trail serviti da impianti e un’offerta tecnica in continua evoluzione, il progetto Pila Bikeland accoglie rider di ogni livello tra curve paraboliche, boschi alpini e discese panoramiche. I percorsi del Bike Park spaziano dal downhill al freeride, fino all’enduro e ai tracciati dedicati alle e-bike. Tra i trail più apprezzati, la Flow Trail regala un’esperienza fluida e accessibile, mentre la World Cup continua ad attrarre i biker più esperti. Per chi desidera avvicinarsi alla disciplina o perfezionare la propria tecnica, sono disponibili corsi e tour guidati con istruttori qualificati, oltre a un servizio di noleggio con bici muscolari, e-bike e attrezzatura completa. Le biciclette a pedalata assistita, così come tutti gli altri tipi, possono essere noleggiate prenotando online su pila.it: la località offre percorsi e sentieri alpini alla portata di tutti.
I SAPORI DELLA MONTAGNA
A Pila, l’estate è anche un viaggio nel gusto. Rifugi, baite e ristoranti propongono una cucina autentica che valorizza le eccellenze della Valle d’Aosta, con piatti preparati secondo tradizione e ingredienti di qualità: polenta concia, zuppe, selvaggina, formaggi d’alpeggio e salumi artigianali. Durante la stagione non mancheranno occasioni speciali per scoprire la ricchezza enogastronomica del territorio. I menù delle strutture in quota e non offrono anche rivisitazioni creative: dalla Fontina in tempura al risotto alla Toma di Gressoney, fino al Lardo d’Arnad servito con mousse di castagne. Ogni piatto racconta una storia e si abbina ai grandi vini di montagna della Valle d’Aosta, in particolare quelli della cantina Grosjean, protagonista anche delle esperienze di degustazione.
I BAD BOYS DELLO SKYRUNNING ITALIANO
Dopo alcuni anni sottotono, grazie a una nuova generazione di talento, siamo tornati a recitare un ruolo da protagonisti nel circuito di World Cup. A dirlo sono i numeri
MAURIZIO TORRI
Giornalista freelance, fondatore del sito sportdimontagna. com, fotoreporter e consulente di comunicazione per alcuni degli eventi più iconici del settore trail, skyrunning e scialpinismo
_ testo e foto di Maurizio Torri
In questo avvio di stagione il circuito di Merrell Skyrunner World Series parla italiano grazie ai tre sigilli di Luca Del Pero (attuale leader di coppa), alla vittoria transalpina di Alex Oberbacher e a quella in Valle d’Aosta di Gianluca Ghiano. Siamo sulla strada giusta, di questo passo si potranno raggiungere importanti traguardi. Ci manca solo un acuto al femminile, ma soprattutto un’apertura dei nostri big verso la rappresentativa nazionale che non sembra al momento tra le priorità dei nostri ragazzi. Nonostante un calendario che in più occasioni abbiamo definito inflazionato, molti talenti delle corse a fil di cielo si sono riavvicinati ad alcune tappe del circuito di coppa del mondo. I motivi sono molteplici: tracciati tecnici, montepremi in linea con le aspettative degli atleti, una comunicazione foto/video puntuale che valorizza organizzatori, concorrenti e performance, ma soprattutto il fatto che Golden Trail World Series sembra aver perso quell’effetto “wow” che per diversi anni l’ha portato a essere il punto di riferimento per chi predilige le medio/corte distanze.
CHI SONO QUESTI RAGAZZI CHE CI STANNO EMOZIONANDO A SUON DI RISULTATI?
Andiamo a conoscerli meglio. La nostra punta di diamante, al momento, è sicuramente il ventisettenne brianzolo Luca Del Pero. L’atleta del Team SCARPA, dopo aver chiuso nel 2024 al secondo posto nel ranking di world cup, ha iniziato alla grande la stagione aggiudicandosi ben tre tappe (Acantilados del Norte Skyrace, Calamorro Skyrace e Gorges du Tarn Skyrace). Il percorso di crescita che ha intrapreso l’ha portato a essere l’attuale leader di coppa. Se dovessi scommettere, punterei su di lui. Menzione d’obbligo per l’altoatesino del Team la Sportiva Alex Oberbacher. Sino allo scorso anno si è sempre distinto come eccellente verticalista. Alla Skyrace des Matheysins, con un parterre d’eccellenza, lo abbiamo riscoperto polivalente e altamente competitivo su qualsiasi tipo di percorso. Per la serie “una rondine non fa primavera, ma due sono un bel segnale”, anche alla Zerbion ha dimostrato di esserci, chiudendo al secondo posto. Ha la maturità, la classe e l’intelligenza per puntare e centrare obiettivi importanti. Nella lista dei sorvegliati speciali vi è ovviamente anche il piemontese Gianluca Ghiano (Brooks). Quando è in giornata, come ci ha fatto vedere a Chatillon, fa paura. Gli manca solo un pizzico di continuità per essere un big a tutti gli effetti sia sulle skyrace classiche, sia sulle distanze marathon. Come non citare poi il lecchese Lorenzo Beltrami. Il quinto posto alla Zegama Aizkorri, il podio di world cup alle spalle di Del Pero e Delorenzi alla Acantilados del Norte Skyrace la dicono lunga sul suo
potenziale. Gli manca ancora qualcosa in salita, ma quando la discesa si fa tecnica sa fare la differenza. La new generation dello skyrunning italiano conta poi ragazzi dall’indiscusso talento che si stanno facendo largo step by step. Ci riferiamo a Mattia Bertoncini (New Balance), Andrea Rota (Salomon), Mattia Tanara (Scott) e Lorenzo Rota Martir (SCARPA). Con loro il futuro è garantito.
NON DIMENTICHIAMO I CAMPIONI DI OGGI
Nella disamina dedicata alle giovani leve non possiamo dimenticarci di campioni affermati che sono già nel pieno della loro maturità sportiva. Alle spalle dei veterani Daniel Antonioli (SCARPA) e Christian Minoggio (Kailas), brillano le stelle di Davide Magnini (New Balance), Nadir Maguet (La Sportiva) e William Boffelli (Kailas). Alcuni di loro, per il momento, non hanno ancora preso parte al circuito world cup 2025, ma ogni volta che indossano il pettorale non passano certo inosservati.
A.A.A. NUOVI VOLTI AL FEMMINILE CERCASI
Indipendentemente dall’anagrafe, Elisa Desco (SCARPA) e Fabiola Conti (Otso) restano le nostre atlete più rappresentative. In una fase complicata di ricambio generazionale, fatichiamo non poco a trovare loro delle eredi all’altezza. Come ho già scritto in più occasioni, l’unica disposta a mettersi in gioco, a buttare il cuore oltre all’ostacolo, facendo esperienza in circuiti e gare di livello è la veneta Martina Cumerlato (ASICS). Serve nuova linfa che sia da traino per il movimento.
NAZIONALE: SE NON È UN CASO, POCO CI MANCA
Nei giorni scorsi il Commissario Tecnico della FISKY (Federazione Italiana Skyrunning) Roberto Mattioli ha ufficializzato la lista degli atleti che rappresenteranno l’Italia ai Campionati Europei di Skyrunning in programma a Corteno Golgi-Aprica dal 3 al 5 luglio in occasione della Skymarathon Sentiero 4 Luglio. Dei ragazzi sopra citati, solo tre hanno risposto presente e figurano tra i convocati (Minoggio, Ghiano e Rota Martir). Il motivo? Molti hanno programmi differenti, altri non hanno mai nemmeno preso in considerazione la possibilità di vestire la maglia azzurra. Anche nel trail, anni fa, i big preferivano circuiti commerciali e grandi classiche agli impegni di nazionale,ma ITRA prima e a cascata i vari tecnici sono riusciti a fare capire loro l’importanza della maglia e il prestigio che deriva dal rappresentare il proprio Paese in un appuntamento di caratura europea o mondiale. Scontato rimarcare che una convocazione, indipendentemente dal prestigio di un atleta, passa dalle gare di Campionato Italiano e dalle prove di selezione. Quindi chi non figura nella lista per gli europei è perché non si è presentato a queste gare, o perché ha obiettivi differenti. Alzare l’asticella, riuscendo a fare innamorare i nostri ragazzi della nazionale e degli eventi federali (mondiali/europei), deve essere il prossimo gol sia dei vertici ISF, sia di Mattioli &Co. Da appassionato di questa spettacolare disciplina spero fortemente in questa cosa, perché se già così l’Italia dello skyrunning è vincente, con tutti i nostri campioni a disposizione sarebbe imbattibile.
RUN. LIKE WE’RE MEANT TO
Correre è l’atto che appartiene da sempre all’uomo, fa parte del suo istinto ancestrale: lo racconta Craft nel suo ultimo cortometraggio che ha come protagonista l'ultrarunner Tim Tollefson di Sara Canali
Correre è nel nostro dna, ci appartiene da sempre. È questo il messaggio che lancia il nuovo cortometraggio di Craft che ha come protagonista l’ultrarunner americano Tim Tollefson e che vuole mostrare come sia un atto ancestrale, che da sempre fa muovere l’uomo. Attraverso riprese spettacolari, lo spettatore fa un viaggio nel tempo, precisamente nella preistoria seguendo le avventure di un vero e proprio uomo delle caverne, guidato da una domanda: cosa succede quando seguiamo il nostro istinto? Craft Sportswear, visualizza così qualcosa che portiamo con noi fin dall'antichità. Perché anche se oggi corriamo con orologi, gel e attrezzature avanzate, l'impulso che sta dietro a ogni passo è lo stesso di migliaia di anni fa.
IL CORTOMETRAGGIO
Nel film, sviluppato dall'agenzia creativa Forsman & Bodenfors, seguiamo Tim Tollefson, ultra runner professionista ed ex membro della squadra nazionale statunitense, nei panni di un "moderno" cavernicolo. Lo seguiamo in una corsa epica, dalla natura selvaggia alla città. Un modo umoristico per rappresentare la sensazione di libertà che si prova quando si corre. Il film riflette anche la convinzione di Craft che la corsa debba essere libera e istintiva, su qualsiasi superficie. Pioniere della categoria “road-to-trail”, Craft continua a
Il film è stato diretto da Filip Nilsson e la trasformazione in cavernicolo è stata creata dall'artista degli effetti speciali Arturo Balseiro, noto per film come Pan's Labyrinth e Hellboy. Il risultato è una narrazione che non parla di prestazioni o di prodotti specifici, ma trasmette piuttosto la sensazione di libertà che si prova correndo.
"Volevamo fare un film sul motivo per cui corriamo. Sappiamo che c'è qualcosa di più. Qualcosa che si sente e non si spiega. Ed è proprio questa la sensazione che volevamo catturare"
ispirare i corridori ad andare oltre i limiti, che si tratti di strade, sentieri o qualsiasi altra cosa in mezzo. Il film di circa due minuti, inizia con un uomo delle caverne che contempla la sua esistenza sulle scogliere che si affacciano sull'oceano. Poi all’improvviso è colto dal desiderio di partire, correndo a piedi nudi e liberi attraverso un paesaggio di montagne, rocce e alberi. Un richiamo insomma, a fare qualcosa che è sempre stato dentro di noi, fin dall’antichità. L’uomo delle caverne beve dai fiumi liberamente, si ferma e annusa i fiori, e corre con un istinto e un senso di libertà che oggi sembrano lontani. Nell’avanzare delle riprese, il cavernicolo torna pian piano all'era moderna, passando da un campo, poi una strada, fino ai negozi, alle auto e alla folla portando con sé un messaggio: i corridori possono ancora trovare la libertà, semplicemente uscendo dalla porta e mettendo un piede davanti all'altro.
"C'è qualcosa di profondamente umano nella corsa. È più di uno sport: è un modo per sentirsi vivi. Calarsi in questo ruolo è stato fisicamente impegnativo e mentalmente vicino alla mia esperienza di corsa" Tim Tollefson, ultrarunner
Niklas Moberg, head of brand di Craft Sportswear
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ORBDAYS 2025 REPORTAGE
The 11th edition goes international
+200 +3.000 +1.600 +15 BRANDS PROFESSIONALS RETAILERS COUNTRIES
Un viaggio visivo attraverso alcuni dei tanti momenti memorabili di questa straordinaria undicesima edizione. Una selezione di scatti per ricordarci dei sorrisi e delle emozioni di quest’anno catturati dall’obiettivo dei nostri fotografi
foto di Giacomo Tonoli - Gero Soldini - Camilla Pizzini - Luca Matassoni
CRESCITA CONTINUA CON PASSO INTERNAZIONALE
L’edizione 2025 di Outdoor & Running Business Days si è chiusa con numeri da record, confermandosi come il trade show di riferimento per il mercato outdoor e running, anche fuori dai confini italiani.
Più di 3.000 operatori registrati, 130 espositori e 200 marchi, 1.600 retailer e 80 buyer provenienti da oltre 15 Paesi di Karen Pozzi
L’undicesima edizione degli Outdoor & Running Business Days si è conclusa con numeri da record, segnando un decisivo passo in avanti nel suo processo di internazionalizzazione. Il 25 e 26 maggio, Riva del Garda ha ospitato oltre 3.000 operatori del settore outdoor e running, tra cui 1.600 retailer rappresentanti di 600 insegne, più di 130 espositori e 200 marchi. Buyer, media e operatori esteri hanno confermato la nuova vocazione globale dell’evento, con vari Paesi rappresentati: Germania, Francia, Stati Uniti, Messico, Giappone, Romania, Slovenia, Austria, Moldavia, Ucraina, Spagna, Repubblica Ceca, Croazia, Grecia e Brasile.
IL FORMAT: CONSOLIDATO E SEMPRE PIÙ STRATEGICO
ORBDAYS ha confermato la forza del proprio format che combina test prodotto, workshop, networking e formazione. Un ecosistema dinamico in cui operatori e aziende si incontrano per fare business, ma anche per condividere idee, progetti e confrontarsi su trend e strategie.
IL NUOVO CONCEPT ESPOSITIVO
Negli anni ORBDAYS ha saputo trasformarsi in un vero e proprio trade show, mantenendo però anche la sua anima di evento esperienziale. Nel 2025 si è passati a un layout completamente fieristico con stand preallestiti, un segnale evidente della maturazione e della crescente rilevanza dell’appuntamento. ORBDAYS oggi è un hub fieristico dove i marchi possono presentare in anteprima le proprie collezioni e i negozianti effettuare ordini in un contesto funzionale e ispirato, dove il confronto è il vero motore della crescita.
UN EVENTO INTERNAZIONALE
Tra le novità più importanti del 2025 c'è stata l’apertura ufficiale ai mercati esteri: oltre 80 tra buyer e distributori internazionali hanno visitato la fiera e partecipato a incontri B2B e a sessioni di test prodotto. Risultato di un lavoro coordinato tra MagNet, Italian Outdoor Group e Assosport, rafforzato anche dal programma di incoming
di operatori esteri a cura di ICE. Nel pomeriggio del 26 maggio, la delegazione ha preso parte anche a una speciale attività outdoor e successivo retail tour ad Arco con momenti di networking strategico. Strategica anche la presenza in fiera di una delegazione dello Scandinavian Outdoor Group e in particolare del presidente David Nordblad, così come di rappresentanti dell’European Outdoor Group, con i quali MagNet ha avviato un confronto concreto e costruttivo in vista di possibili future partnership.
UNA LINE-UP RICCHISSIMA
Il panorama espositivo ha riunito il meglio del comparto outdoor e running, sia italiano che internazionale. Polartec - main partner storico dell’evento - ha rafforzato la sua presenza con un allestimento ricercato: area relax brandizzata, mongolfiera, igloo e una timeline che ha raccontato la storia e l’innovazione del marchio. Da sottolineare il contributo dei partner istituzionali: Trentino e Riva del Garda Fiere Congressi. Numerosissime le aziende presenti in rappresentanza del meglio dei comparti outdoor e running italiane e internazionali. Una line-up ricchissima, a testimonianza del ruolo che ORBDAYS ha saputo costruirsi negli anni, quello di attrarre sia i grandi nomi del settore che realtà emergenti in cerca di visibilità e networking qualificato.
LA SINERGIA CON L’ITALIAN OUTDOOR GROUP
Confermata anche nel 2025 la storica collaborazione con l’Italian Outdoor Group di Assosport che ha animato la suggestiva Piazza IOG, catalizzatore di relazioni e innovazione all’interno della fiera. Questo spazio centrale ha ospitato incontri tra aziende e retailer, presentazioni di prodotto e anche appuntamenti più istituzionali come il welcoming agli operatori esteri.
VISIONE: I WORKSHOP
Due i momenti di rilievo: un talk in collaborazione con Sterrato dedicato ai run club e ai nuovi trend nel mondo del running, con ospiti d’eccezione come Marco De Gasperi, Maurizio Torri e Filippo Canetta
NUMERI
12.000 mq occupati
3.000 addetti ai lavori
1.600 negozianti
600 punti vendita
200 marchi presenti
100 tra guide alpine, atleti e ambassador
80 buyer di settore
OLTRE 15 Paesi rappresentati
La piazza IOG
Federica Mingolla, Guida Alpina
che hanno offerto spunti stimolanti e uno sguardo esperto sull’evoluzione del settore; e la presentazione della ricerca “Sostenibilità: sono mature le aziende outdoor italiane?”, promossa da MagNet e Green Media Lab, con il supporto dell’Italian Outdoor Group di Assosport. I cui risultati - pubblicati in esclusiva da Il Sole 24 Ore - sono stati discussi in una tavola rotonda con relatori autorevoli come Günther Acherer (ceo di Panorama Diffusion Srl), Thomas Aichner (general manager di Sportservice Erwin Stricker), Andrea Maggiani (fondatore di Carbonsink), Elena Colombo (commercial manager di LaMunt), Alessandro Perseo (global marketing director di Polartec) e Vittorio Forato (marketing manager di AKU).
FORMAZIONE: LE PRESENTAZIONI
Anche nel 2025, ORBDAYS ha dato ampio spazio alla formazione e alle presentazioni su vare tipologie di argomenti, tra novità prodotto, tecnologie, anteprime assolute, dati e statistiche, inside strategici e molto altro. Grazie ai sempre partecipati e apprezzati interventi tra la sala presentazioni e la piazza IOG a opera, tra gli altri, di Ulysses, Dolomite, Under Armour, Salewa, Dynafit, AKU, La Sportiva, Joma, ATOM. Menzione speciale per la coinvolgente presentazione del progetto KOM (Kulture of Mountain Experience) by Karhu e Ferrino con l’intima e bellissima performance musicale del cantautore Alberto Bianco.
LE EXPERIENCE E GLI SPECIAL GUEST
Nonostante l’evento stia diventando sempre più un appuntamento business, conserva intatta la sua anima esperienziale che continua a catturare l’interesse dei partecipanti. Ad aprire le danze è stata la run di Ulysses. A seguire l’hike con Salewa, proseguendo con tanto trail e sessioni compartecipate anche da più marchi come quelle di i-eXe, in collaborazione con Merrell, Julbo e Leki, così come la Social Sunset Trail Run by Altra, Smartwool e Vibram. Immancabili le morning (trail) run con La Sportiva, in contemporanea con quella di Dynafit. Seguite dal trail Joma con Julbo e Gabel, dalla run con BV Sport e
Merrell, fino alla Gravel Run by Salomon. Gli amanti dall’arrampicata hanno potuto testare in verticale i prodotti di Wild Country, Evolv e Petzl in una delle falesie più iconiche di Arco, insieme agli ambassador dei brand, tra cui Federica Mingolla e Laura Giunta. Anche l’area boulder all’interno della fiera, gestita dagli atleti di Spaghetti Boulder by Rock Experience, ha riscosso grande successo. Tra gli ospiti più attesi, l’atleta marocchino Elhousine Elazzaoui, testimonial di NNormal e fresco vincitore della maratona basca Zegama, terza tappa delle Golden Trail Series, circuito che ha vinto nel 2024. Durante l’evento è stato proiettato il cortometraggio The Nomad.
L’ORBDAYS PARTY BY POLARTEC
Anche quest’anno l’immancabile party degli ORBDAYS ha avuto luogo alla Spiaggia degli Olivi a Riva del Garda. Prima la cena vista lago che rappresenta un altro importante momento di incontro e networking, a seguire l’attesissimo show di DJ Aladyn di Radio Deejay che, con le sue performance live e una miscela travolgente di generi musicali, ha fatto ballare tutti, rendendo questo momento un appuntamento imperdibile.
UN EVENTO SOSTENIBILE E RESPONSABILE
ORBDAYS ha calcolato e compensato la propria impronta di carbonio grazie alla collaborazione con Climate Partner e Green Media Lab. A testimonianza dell’impegno concreto e costante verso una responsabilità etica, sociale e ambientale. Un percorso che ha portato MagNet, già nel 2020, a diventare Società Benefit e successivamente, nel 2022, a ottenere la certificazione B Corp.
IL FUTURO È GIÀ TRACCIATO
Il processo di internazionalizzazione degli ORBDAYS proseguirà anche nel 2026 con azioni mirate e ancora più strategiche, come l’inserimento di nuovi segmenti merceologici e una possibile estensione della fiera su più giornate. La sfida sarà consolidare il doppio focus, italiano e globale. E non mancheranno ulteriori, grandi novità.
Al QR Code il video dell'ultima edizione
La timeline di Polartec, main partner storico di ORBDAYS
L’ORBDAYS party by Polartec
Un momento del workshop
Un brindisi da Ulysses
Il retail tour dedicato alla delegazione estera
INTERNATIONAL IMPACT
The 11th edition of Outdoor & Running Business Days held on May 25-26 in Riva del Garda, closed with record-breaking results, reaffirming its position as the leading trade show for the outdoor and running industries, with increasing international relevance
_ by Karen Pozzi
The event attracted over 3,000 industry professionals, including 1,600 retailers from 600 stores, 130 exhibitors representing 200 brands, and 80 buyers from more than 10 countries such as Germany, France, the USA, Mexico, Japan, Romania, Slovenia, Austria, Moldova, Ukraine, Spain, Czech Republic, Croatia, Greece, and Brazil.
A CONSOLIDATED AND STRATEGIC FORMAT
ORBDAYS confirmed the strength of its format, which blends product testing, workshops, networking, and training, creating a dynamic ecosystem where companies and professionals meet to conduct business and exchange insights on market trends and strategies.
A NEW EXHIBITION CONCEPT
In 2025, ORBDAYS evolved into a fully-fledged trade show with prefurnished stands, marking its maturity and growing significance. The event became a true business hub where brands preview their collections and retailers place orders in a functional and inspiring environment, driven by meaningful interaction.
AN INTERNATIONAL EVENT
One major highlight was the official opening to foreign markets, with over 80 international buyers and distributors participating in B2B meetings and product testing. This achievement resulted from coordinated efforts by MagNet, the Italian Outdoor Group, and Assosport, supported by an ICE-led hosting program for foreign operators. On May 26, the international delegation took part in outdoor activities and a strategic retail networking tour in Arco. The Scandinavian Outdoor Group and European Outdoor Group were also key presences, sparking promising discussions for future partnerships.
A
RICH
LINEUP OF INDUSTRY LEADERS
The event brought together top Italian and international outdoor and running brands. Longtime main partner Polartec showcased a large branded relax area, a hot-air balloon, an igloo, and a timeline depicting its innovation journey. Institutional partners Trentino and Riva del Garda Fiere Congressi played significant roles. Numerous leading companies participated, underscoring ORBDAYS’ appeal to both major players and emerging brands seeking visibility and valuable connections.
SYNERGY WITH THE ITALIAN OUTDOOR GROUP
The longstanding partnership with the Italian Outdoor Group (Assosport) continued, with the Piazza IOG serving as a central hub for innovation, relationship-building, product presentations, and institutional moments such as welcoming international operators.
VISION: WORKSHOPS AND RESEARCH
Highlights included a talk with Sterrato focusing on run clubs and new running trends, featuring industry experts like Marco De Gasperi, Maurizio Torri, and Filippo Canetta, who provided insights into
sector's evolution. Another highlight was the presentation of the study "Sustainability: Are Italian Outdoor Companies Ready?" promoted by MagNet and Green Media Lab with Italian Outdoor Group’s support and published exclusively by Il Sole 24 Ore. The panel featured key industry figures discussing sustainability readiness in the Italian outdoor market.
TRAINING AND PRESENTATIONS
ORBDAYS dedicated significant space to training, with presentations covering product innovations, technologies, data, and strategic insights. Sessions were held both in the conference room and at the Piazza IOG, featuring brands such as Ulysses, Dolomite, Under Armour, Salewa, Dynafit, AKU, La Sportiva, Joma, and ATOM. Notably, the emotional presentation of KOM (Kulture of Mountain Experience) project by Karhu and Ferrino included a live music performance by singer-songwriter Alberto Bianco.
EXPERIENCES AND SPECIAL GUESTS
While the event increasingly focused on business, it retained its experiential spirit through activities like runs and hikes organized by Ulysses, Salewa, and others. Popular sessions included the Social Sunset Trail Run (Altra, Smartwool, Vibram), morning trail runs (La Sportiva, Dynafit), and the Gravel Run (Salomon). Climbing enthusiasts tested gear on Arco’s iconic walls with brand ambassadors such as Federica Mingolla and Laura Giunta. The bouldering area, managed by Spaghetti Boulder and Rock Experience athletes, was a big hit. Moroccan athlete Elhousine Elazzaoui, ambassador for NNormal and 2024 Basque marathon winner, was a notable guest; his short film “The Nomad” was screened during the event.
THE ORBDAYS PARTY BY POLARTEC
The much-anticipated closing party was held at Spiaggia degli Olivi in Riva del Garda, starting with a lakeside dinner – an important networking moment – followed by a lively DJ set by DJ Aladyn from Radio Deejay, creating a memorable social highlight with music and dancing.
A SUSTAINABLE AND RESPONSIBLE EVENT
ORBDAYS calculated and offset its carbon footprint through a partnership with Climate Partner and Green Media Lab, demonstrating ongoing commitment to ethical, social, and environmental responsibility. MagNet became a Benefit Corporation in 2020 and earned B Corp certification in 2022.
THE FUTURE IS ALREADY UNDERWAY
The internationalization of ORBDAYS will continue in 2026 with more strategic initiatives, including expanding product categories and potentially lengthening the event duration. The challenge will be to maintain a dual focus – both Italian and global – while preparing for many exciting developments ahead.
ENGLISH VERSION
The foreign delegation
The video of the latest edition
L’INGREDIENTE SPECIALE
Anche nel 2025, Polartec ha confermato il suo ruolo da main partner, rinnovando una collaborazione che si è dimostrata strategica per l’intero comparto outdoor. Iniziative che confermano l’impegno dell’azienda verso sostenibilità e innovazione
di Karen Pozzi
La presenza del marchio americano, noto per le innovazioni tessili, tra cui il primo pile sintentico, ha segnato l’undicesima edizione della manifestazione con una serie di iniziative che hanno testimoniato il costante impegno dell’azienda verso la sostenibilità, la tecnologia e la coesione del settore.
LE INIZIATIVE
La presenza del brand in fiera ha abbracciato un ruolo più ampio rispetto alla sola esposizione di pro dotti e tecnologie. Per l’edizione 2025, Polartec ha infatti scelto di incrementare ulteriormente la propria visibilità, distribuendo le sue aree brandizzate in diversi spazi chiave della manifestazione. Tra queste, l’area food & relax, allestita con salottini firmati Polartec che hanno trasformato la zona in un punto d’incontro informale ma funzionale. Non meno impattante è risultata l’area outdoor, domi nata da un igloo e da una mongolfiera personalizzata, che hanno reso il brand immediatamente riconoscibile anche all’esterno dei padiglioni espositivi.
altre opzioni”. Una dichiarazione che ha risuonato come un invito all’intero settore a ripensare i propri paradigmi, adottando un approccio più consapevole e lungimirante.
Un elemento distintivo dell’edizione è stato il corridoio tra i padiglioni principali, trasformato in una timeline narrativa che ha ripercorso i momenti più significativi della storia Polartec. Pannelli illustrativi hanno accompagnato i visitatori in un breve ma intenso viaggio attraverso le tappe chiave del marchio, soffermandosi su innovazioni tecnologiche, evoluzioni di prodotto e iniziative legate alla sostenibilità ambientale. Questa installazione si è rivelata uno strumento efficace per raccontare la filosofia aziendale con trasparenza e coerenza.
Due le attività che hanno mostrato la volontà di Polartec, in qualità di ingredient brand, di diventare un anello di congiunzione a favore del mercato. All’interno dello stand sono state distribuite in omaggio t-shirt esclusive realizzate con tecnologia Delta a tutti gli iscritti alle experience a programma indipendentemente dal brand organizzatore. L’offerta si è esaurita rapidamente, confermando l’interesse tangibile verso i materiali Polartec e, più in generale, verso soluzioni tessili pensate per migliorare le performance.
Inoltre, è stato promotore di uno dei momenti più conviviali dell’evento, sostenendo in qualità di main sponsor l’ORBDAYS Party.
In un ruolo super partes come il suo, Polartec è in grado di influenzare e ottimizzare le azioni di tutto il settore, diventando un esempio da seguire. L’impegno del brand si è manifestato anche sul piano culturale e valoriale. Nell’ambito della tavola rotonda dedicata ai temi ESG e alla relativa maturità dei brand italiani, l’azienda ha scelto di portare la propria voce attraverso l’intervento di Alessandro Perseo, global marketing director di Polartec, che ha condiviso la visione del marchio rispetto alla responsabilità ambientale e sociale. Le sue parole hanno sintetizzato con efficacia il pensiero di Polartec: “La sostenibilità deve essere un valore intrinseco in tutto quello che facciamo, non un costo. Non si può fare altrimenti, non ci sono
IN CONCLUSIONE
"Siamo soddisfatti per come sia andata quest’edizione nella quale abbiamo riscontrato un ottimo ritorno sul brand Polartec. Un evento che, dopo diversi anni, credo abbia raggiunto una certa maturità, diventando di riferimento nel panorama italiano, ma non solo. I primi passi verso l’internazionalizzazione sono stati importanti. Aumentare l’attrattiva per buyer e addetti ai lavori internazionali dev’essere il prossimo obiettivo da rincorrere per crescere e confermare quanto di buono è stato fatto in questi anni"
Alessandro Perseo, global marketing director
La partecipazione di Polartec agli Outdoor & Running Business Days 2025 ha dunque ribadito non solo la solidità di una partnership ormai storica, ma anche la volontà di contribuire attivamente all’unione del comparto outdoor. In un contesto fieristico tipicamente b2b, Polartec ha permesso di unire intenti differenti, offrendo un modello virtuoso di collaborazione e visione strategica. Polartec si è confermata così non solo come fornitore di riferimento per l’innovazione tessile, ma anche come facilitatore di dialogo e sostenitore di una crescita condivisa e sostenibile. Un ruolo che, nel panorama attuale, appare più che mai necessario.
THE SPECIAL INGREDIENT
Polartec made a strong impact at the 2025 edition of the Outdoor & Running Business Days with a widespread and strategic presence. It set up branded spaces such as the food & relax and outdoor areas, featuring iconic elements like an igloo and a hot air balloon. A timeline installation told the brand’s story, highlighting innovation and sustainability. Exclusive Delta t-shirts were distributed to participants, and the brand sponsored the ORBDAYS Party, strengthening industry cohesion. During the ESG roundtable, Polartec reaffirmed sustainability as a core value. The brand confirmed its role not only as a textile innovator but also as a promoter of dialogue and shared growth.
IOG E ORBDAYS: UNA COLLABORAZIONE VINCENTE
L’unione tra queste realtà rafforza l’outdoor italiano e la conferma è arrivata dall’undicesima edizione dell’evento di Riva del Garda. Diverse le iniziative intraprese tutte con feedback molto positivi
_ a cura dell'Italian Outdoor Group
L’edizione 2025 degli Outdoor & Running Business Days, svoltasi a Riva del Garda il 25 e 26 maggio, ha confermato la centralità della manifestazione nel panorama outdoor italiano e internazionale. Con oltre 3.000 operatori accreditati, 1.600 retailer in rappresentanza di oltre 600 insegne, 130 espositori e 200 marchi presenti, ORBDAYS si è consolidata come il principale trade show del settore outdoor e running. Decisiva anche la partecipazione estera, con buyer, media e professionisti provenienti da più di 15 Paesi, tra cui area DACH, Francia, Giappone, Norvegia, Finlandia e Serbia.
L’ITALIAN OUTDOOR GROUP DI ASSOSPORT
PROTAGONISTA DELL’APERTURA INTERNAZIONALE
La nostra associazione ha dato un contributo concreto all’internazionalizzazione dell’evento grazie al programma di incoming di buyer esteri, realizzato in collaborazione con ICE Agenzia. Oltre agli incontri B2B in fiera, i buyer hanno partecipato a un experience tra i sentieri di Arco, dove hanno potuto testare direttamente i prodotti di aziende associate come CMP, Ferrino e SCARPA. La giornata si è conclusa con un retail tour nel centro di Arco e un momento di networking informale molto apprezzato. I commenti dei buyer confermano il valore dell’iniziativa:
"È stato un piacere entrare in contatto con tanti brand italiani dell’outdoor e del running, per noi fonte di ispirazione. L’evento ha rispecchiato perfettamente la splendida atmosfera del mercato outdoor italiano, e sono entusiasta delle opportunità di collaborazione che si prospettano" – Aissa Saarikorpi, Weekendbee (Finlandia).
"La fiera è stata un’esperienza fantastica, in una location davvero perfetta per un evento di questo tipo" – Kaare Jarbeaux, Jarbeaux Sport (Norvegia).
PIAZZA IOG: UNO SPAZIO CHE DÀ FORMA
ALLA VISIONE DEL GRUPPO
Nel cuore della fiera, la Piazza IOG si è confermata un luogo identitario e strategico per le attività dell’associazione. Concepita come ambiente aperto, inclusivo e dinamico, ha ospitato incontri tra aziende e retailer, presentazioni di prodotto, momenti istituzionali, come il welcoming agli operatori esteri, e meeting con realtà internazionali di riferimento come lo Scandinavian Outdoor
Group e l’European Outdoor Group. Un ambiente vivo, progettato per favorire connessioni, valorizzare i progetti del Gruppo e offrire esperienze significative all’insegna dell’innovazione e della cultura outdoor.
INCONTRO DEL GRUPPO IOG:
CONFRONTO, IDEE E PROSSIMI OBIETTIVI
Tra gli appuntamenti a ORBDays, anche quest’anno non è mancato il consueto incontro tra le aziende associate a IOG che ha coinvolto l’intera base associativa. Un momento prezioso di confronto in cui sono stati condivisi aggiornamenti su iniziative in corso, come il progetto Outdoor Scenario e il Manifesto IOG, e tracciati i prossimi passi strategici del gruppo.
Particolare interesse ha suscitato l’annuncio del nuovo progetto di raccolta dati sell-in sul mercato Italia, che IOG lancerà nel 2026: un’iniziativa importante per costruire una visione più chiara e condivisa dell’andamento del settore. L’esperienza a ORBDAYS 2025 ha dimostrato ancora una volta la forza della collaborazione tra aziende e il ruolo sempre più rilevante dell’Italian Outdoor Group nel favorire connessioni, visibilità e crescita per l’intera outdoor industry italiana.
ENGLISH VERSION
A SUCCESSFUL PARTNERSHIP
The collaboration between the Italian Outdoor Group (IOG) and ORBDAYS proves to be strategic for the Italian outdoor sector, as shown by the 2025 edition held in Riva del Garda. With over 3,000 professionals, 130 exhibitors, and 200 brands, ORBDAYS has established itself as the leading trade show in the industry. Internationalization, driven by IOG and ICE Agency, brought foreign buyers to test products and attend B2B meetings. At the heart of the event, Piazza IOG served as a dynamic networking and cultural space. During the annual IOG meeting, key initiatives were shared, including the IOG Manifesto and the launch of a new 2026 sell-in data project. The ORBDAYS 2025 experience confirmed IOG’s growing role in connecting, promoting, and driving growth across the entire Italian outdoor industry.
italianoutdoorgroup.it
PUNTO IOG
DA RIVA AL MONDO
Erano oltre 80 i buyer e distributori esteri alla kermesse sul lago di Garda. Le loro voci raccontano mercati diversi, esigenze comuni e nuove opportunità
_ di Benedetta Bruni e Pietro Assereto
Gli Outdoor & Running Business Days 2025 hanno segnato un momento chiave per il posizionamento internazionale della fiera: grazie al programma di incoming curato da ICE, oltre 80 buyer e distributori esteri hanno preso parte all’undicesima edizione, incontrando brand outdoor da tutto il mondo, testando prodotti e partecipando a incontri b2b ad alto valore strategico.
La presenza internazionale è stata rafforzata dalla partecipazione della delegazione dello Scandinavian Outdoor Group, guidata
DOMANDE:
dal presidente David Nordblad, e da quella dell’European Outdoor Group, con cui MagNet ha avviato un confronto concreto in vista di possibili partnership future. Momenti chiave dell’esperienza sono stati anche il retail tour ad Arco e le attività outdoor conclusive, occasioni preziose di networking. Abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni operatori esteri per raccontare, attraverso le loro parole, come si stanno evolvendo i mercati outdoor nei rispettivi Paesi, quali sono le principali esigenze dei consumatori e cosa cercano in un evento come ORBDAYS.
1. Come sta andando il mercato outdoor nel tuo Paese? Ci puoi dare un’overview del settore?
2. Com’è finito il 2024 e com’è iniziato il 2025?
3. Qual è il tuo cliente tipo e quali sono le sue esigenze principali?
4. Perché hai deciso di partecipare a ORBDAYS?
BELGIO
RUDI BOLLAERT, DE BERGHUT BV
1. Il mio è un negozio tecnico di arrampicata e le varie discipline di questo sport seguono trend differenti: per esempio l’entry level è in crescita, così come il boulder, mentre sta calando l’alpinismo più tecnico.
2. L’inizio del 2025 è andato meglio della fine dell’anno scorso, ma c’è ancora un po’ di resistenza e paura a spendere soldi per via di quello che sta succedendo negli Stati Uniti e nel mondo.
3. Il negozio si trova in una città molto piccola e chi decide di acquistare da me deve proprio recarvisi apposta. Ne consegue che il mio cliente tipico è una persona che cerca attrezzatura di qualità ed è disposta a viaggiare per ottenerla.
4. Ho ricevuto l’invito dall’agenzia e sono molto contento di essere qui. Normalmente non accetto queste proposte, ma conosco molto bene l’area perché ci venivo ad arrampicare quando avevo 18 anni. So quindi che è una bellissima zona, e per me è il giusto mix tra vacanza e business.
CROAZIA
DALIBORKA DOKI, LERA – ROVINJ D.O.O.
1. Da noi dipende molto dalla disciplina, dalla stagione e da quando le persone scoprono nuovi sport.
2. La fine del 2024 è andata bene, ma penso che l’inizio di quest’anno sia stato ancora meglio.
3. Dipende dallo sport. Per ogni cliente comunque cerchiamo di trovare il prodotto esatto di cui ha bisogno. Cerca soprattutto articoli di qualità e che sente giusti per le sue esigenze, in particolare per il trail running.
4. Siamo stati invitati dall’agenzia e non ci abbiamo pensato due volte ad accettare. Ci piace molto qui.
La delegazione estera
Benedetto Sironi, ceo MagNet e Marisa Bosa, project manager Assosport
FINLANDIA
AISSA SAARIKORPI, WEEKENDBEE OY
1. Credo che in Finlandia il settore outdoor stia soffrendo ancora un po’. Il periodo post-Covid è stato molto positivo per il segmento, ma da quando la guerra è iniziata e le persone hanno sempre meno soldi da spendere il mercato ne sta risentendo e non è ancora tornato ai livelli normali. Speriamo però che migliori presto.
2. Per noi l’andamento dipende molto dal clima. La stagione non è stata delle migliori perché non abbiamo avuto un inverno vero e proprio quest’anno: alla fine del 2024 è caduta poca neve e non c’era abbastanza freddo da comprare abbigliamento invernale e giacche pesanti, che sono molto importanti per il mercato, come la lana. Abbiamo visto che l’inverno non è realmente arrivato questa stagione passata. Anche l’inizio del 2025 ha seguito lo stesso trend, visto che le persone non erano interessate a questi prodotti. È stata una stagione lenta.
3. Non abbiamo montagne, il nostro mercato quindi è molto diverso da quello dell’Italia perché il paesaggio è più piatto. Si concentra di più su un abbigliamento outdoor lifestyle, da tutti i giorni, e per attività come escursioni nella foresta o al lago. Non abbiamo bisogno di prodotti più “estremi” da montagna. Credo che questa sia la caratteristica principale del nostro mercato.
4. È stato molto bello ricevere l’invito per essere qui, volevamo a vedere com’è il mercato in Italia. Ovviamente è molto diverso da quello in Finlandia ed è anche molto internazionale, e anche la nostra azienda è internazionale perché vendiamo online, quindi è molto importante per noi imparare le differenze tra i mercati. Ecco perché sono contenta di essere qui ora.
NORVEGIA
KAARE JARBEAUX, JARBEAUX SPORTS
1. Il mercato si sta riprendendo dal periodo del Covid e dalla situazione economica, anzi nell’ultimo trimestre il trend è stato abbastanza positivo. È un recupero lento, ma ci sembra che il settore stia andando nella direzione giusta.
2. Credo che il 2024 sia stato più lento di quello che si sperava, mentre i primi mesi del 2025 hanno mostrato un andamento più ottimista.
3. Il nostro cliente tipo è quello con i migliori negozi outdoor in Norvegia. È ben istruito, vuole essere formato, e ha i migliori prodotti e di alta qualità da offrire al mercato. Dall’altra parte l’outdoor sta recuperando interesse, e le persone apprezzano di più viaggiare e fare attività a contatto con la natura.
4. Abbiamo ricevuto volentieri l’invito dall’agenzia, che è stata molto ospitale. Abbiamo quindi deciso di vedere di che cosa trattava la fiera e soprattutto cosa può diventare.
SERBIA
NENAD MANDIC, ALPINA YUG DOO
1. Il mercato outdoor in Serbia è piccolo, ma sta crescendo piano piano.
2. Nel 2024 abbiamo lavorato bene, ma speriamo di fare ancora meglio nel 2025.
3. Il nostro cliente base vuole spendere un prezzo giusto
per la qualità giusta.
4. Sono venuto qua con l’ambasciata italiana da Belgrado. Sono molto contento del progetto che mi hanno proposto e di essere qui.
STATI UNITI
CHRISTI BETH ADAMS, FLEET FEET NASHVILLE
1. Io ho un negozio specializzato running a Nasvhille e l’outdoor è una piccola percentuale nel nostro punto vendita. Non so se è lo stesso in Europa, ma negli Stati Uniti questo è un settore molto localizzato, ed è più popolare in montagna o in zone con dei bei sentieri. In generale, vedo che l’industria sta crescendo e tende a essere un mercato con più innovazione rispetto, per esempio, al road running. Credo che le persone, quando corrono per tanto tempo, tendono a virare su altri tipi di attività per avere più varietà. Personalmente, credo che frequentare l’outdoor giovi molto a livello mentale quando si passa tanto tempo in strada. È bello vedere che ci sono più persone che frequentano questo settore passando da un running più tradizionale.
2. Ogni volta che negli Stati Uniti si esce da un’elezione presidenziale, e con questa in particolare, la fiducia dei consumatori è bassa e questo influisce molto sui retailer. La fine del 2024 è stata più debole rispetto agli anni precedenti e allo stesso tempo gli USA sono stati pesantemente colpiti dal maltempo all’inizio del 2025. Gennaio e febbraio sono stati mesi molto duri per il fatturato. Iniziamo a vedere una ripresa solo ora, ma molti commercianti come me hanno dovuto faticare molto.
3. Credo che in Europa sia diverso, ma noi abbiamo una clientela femminile molto forte: parliamo del 60% contro il 40% di uomini. Il nostro cliente ideale è una persona istruita, che può contare su due stipendi nella propria famiglia, è informata e si interessa molto sulla salute e il benessere, qualcuno disposto a fare un investimento sui nostri prodotti premium e vuole essere sicuro di avere il meglio per la propria esperienza outdoor e di allenamento.
4. Ho deciso di venire perché sono stata invitata e io dico sì alle nuove esperienze, soprattutto in Italia! Inoltre abbiamo una partnership con Karhu, grazie al quale abbiamo scoperto dell’esistenza di questo evento. E poi trovo affascinante scoprire cosa fanno di diverso i negozi outdoor europei rispetto a noi, cosa possiamo imparare e portare nel nostro mercato.
UNGHERIA
KINGA VILICS, VASI ENERGIE KFT.
1. È abbastanza difficile rispondere perché siamo ci occupiamo per lo più di sport di squadra, ma ora ci stiamo aprendo anche ai clienti individuali. Io sono qui per avere un po’ di contesto in più.
2. L’inizio è stato difficoltoso, ma ora con l’arrivo dell’estate le persone vogliono comprare più vestiti e scarpe, quindi la situazione sta migliorando.
3. Cercano prodotti realizzati apposta per lo sport che desiderano e di qualità.
4. Ci ha invitato ICE e per noi è una grande opportunità per trovare nuovi distributori.
FROM RIVA TO THE WORLD
At ORBDAYS 2025, over 80 international buyers and distributors met outdoor brands from across the globe, thanks to an incoming program by ICE. The event offered strategic B2B meetings, product testing, and networking, including a retail tour in Arco. Key participants included the Scandinavian Outdoor Group, led by President David Nordblad, and the European Outdoor Group, engaging with MagNet
on future partnerships. Through interviews, operators shared insights on how their outdoor markets are evolving, the challenges and opportunities they face, the profiles and needs of their typical customers, and what motivated them to attend ORBDAYS. The diverse perspectives confirmed the event’s growing role as a global hub for outdoor industry collaboration and innovation.
ENGLISH VERSION
UN PRIMO BILANCIO 2025
Abbiamo chiesto ad alcune delle aziende partecipanti di fornirci un feedback sull’andamento nei primi mesi dell’anno. La frase chiave è “normalizzazione del mercato”. Emergono consapevolezza e ottimismo a cura della redazione
DOMANDA:
Come sta andando, in generale, il 2025 rispetto al 2024? Ci puoi fornire un bilancio dei primi mesi dell’anno?
LA SPORTIVA
AARÓN OROZCO, CORPORATE SALES DIRECTOR
Il 2025 è stato un anno in cui abbiamo consolidato diversi cambiamenti e li abbiamo presentati con chiarezza. Fin dall’inizio, abbiamo accelerato l’innovazione, evoluto il nostro approccio verso l’utente e rafforzato la nostra proposta basata su un sistema a strati e soluzioni tecniche. I risultati parlano chiaro: dopo il lancio della collezione
SS 25 a marzo, abbiamo visto un’ottima accoglienza da parte degli utenti, degli atleti e dei nostri partner. Nuove silhouette, combinazioni di colore e miglioramenti tecnici hanno generato una forte attrattiva nei punti vendita e, in molti casi, sono andati sold-out rapidamente. Siamo stati cauti nella gestione degli stock, soprattutto dopo il periodo postCovid, quando la domanda è esplosa a livelli fuori scala. Oggi, questa cautela ci consente di bilanciare disponibilità e rotazione, garantendo margini sani e un’esecuzione sostenibile per i nostri partner. Tutto questo si riflette anche nei nostri canali diretti. Per la prima volta, vediamo un equilibrio più solido tra apparel e footwear, segno che l’utente percepisce un marchio tecnico e completo, costruito su stratificazione, funzionalità e autenticità.
SCHWAN-STABILO OUTDOOR ITALIA
STEFANO FINAZZI, CEO
Bene in generale se lo paragoniamo proprio con lo stesso periodo dell'anno scorso. Stiamo recuperando tantissimo in zone che avevano sofferto. In generale il mercato, dal canto nostro, ha visto una normalizzazione dei magazzini e questa era forse la cosa più importante: i negozianti avevano rallentato gli acquisti e ora sono tornati a comprare, anche se spesso “al pronto” e senza troppa programmazione. Poi ovviamente parte del successo è legato anche al nostro brand: Ortovox ha cominciato l'anno scorso a lanciare diverse novità, di più rispetto al passato quando le collezioni erano un po’ più statiche. Questo come sempre aiuta, perché quando hai qualcosa di nuovo da presentare, è ovvio che il negoziante lo guarda con occhio più attento, vuole averlo in negozio e presentarlo ai suoi consumatori. Non è stato un inverno perfetto, se guardiamo l'ambito scialpinistico, ma nonostante questo, diciamo che i numeri sono positivi.
ROCK EXPERIENCE
VITTORINO MANDELLI, SALES DIRECTOR
Il bilancio è positivo ma dipende sempre dal segmento: running e trail in questo momento non sono in difficoltà rispetto ad altri mondi, così come l'abbigliamento è un po’ più in sofferenza rispetto all’attrezzo o alla calzatura. Ovviamente un ruolo centrale è giocato dal brand e dal suo posizionamento: in questo momento i premium stanno facendo un po’ più di fatica. Noi invece abbiamo un rapporto qualità prezzo centrato, quindi nonostante una stagione invernale non ottimale siamo felici di come stiano andando le cose. Il 2025 non sarà l’anno del rilancio, però si porranno delle buone basi. Stiamo scollinando, ci sono dei bei segnali di realtà che sono tornate a ragionare sugli acquisti programmati: chi aveva sofferto tanto nel 2024 per oversªtock di magazzini nelle stagioni precedenti post-Covid, si sta normalizzando nonostante fatiche finanziarie ancora presenti. Sono fiducioso.
LAMUNT
ELENA COLOMBO, COMMERCIAL MANAGER
Il 2024 si è chiuso molto bene per noi, in crescita rispetto agli anni precedenti. Per il 2025, invece, ci aspettiamo una leggera flessione, principalmente a causa del contesto di mercato attuale. Inoltre, la stagione estiva (Summer 25) è partita molto lentamente: è mancato un vero inizio stagione, anche per via del meteo, che ha rallentato l’attività outdoor. Speriamo che le cose migliorino nei prossimi mesi. Diciamo che dal 2025 si intravede la luce in fondo al tunnel. C’è voglia di novità, di guardare anche oltre i brand più consolidati, ma è ancora un momento delicato e non semplicissimo. È una visione abbastanza condivisa anche all’interno del gruppo, seppur con alcune differenze tra brand. Tra tutti, Salewa sta performando meglio in questo momento. Dynafit, invece, ha sofferto un po’ durante l’inverno, che resta comunque il suo periodo chiave: circa il 70% delle vendite si concentra lì, quindi è normale che ci sia un po’ di flessione fuori stagione. Ora abbiamo un forte focus sul trail running, e ci auguriamo che il trend torni positivo. Per quanto riguarda gli altri brand legati all’arrampicata, vediamo delle performance positive proprio in questo momento, quindi ci sono buone aspettative, soprattutto lato abbigliamento con Wild Country. Ovviamente parliamo di volumi diversi rispetto a Salewa, ma l’andamento è incoraggiante.
C.A.M.P.
GIOVANNI CODEGA, RESPONSABILE COMMERCIALE ITALIA
Il 2025 sta andando meglio del 2024. Anzi, per quanto ci riguarda, i primi mesi di quest’anno sono stati decisamente positivi. La sensazione, chiara, è che il mercato si stia gradualmente normalizzando. Gli ultimi anni, dopo la pandemia, sono stati caratterizzati da alti e bassi talvolta incredibili, ma ora, finalmente, l’impressione è di essere incamminati verso un certo equilibrio. Si tratta di un cambiamento generale del mercato o di un atteggiamento più positivo verso alcune aziende, tra cui la nostra? Difficile dirlo. In ogni caso, penso che l’operato di un’azienda, le sue proposte e il suo modo di presentarsi ai clienti siano fondamentali per il suo buon andamento. Sono anche convinto che proprio la stabilizzazione e l’instaurarsi di dinamiche più “normali” nel mercato dell’attrezzatura outdoor favoriscano una regolarizzazione della concorrenza: se sei bravo, se presenti i prodotti giusti, se offri servizi validi, se non ti fermi e innovi, allora hai spazio per crescere. Insomma, viste le premesse, il 2025 può essere un anno decisamente positivo e, continuando così, lo chiuderemo con il sorriso.
ANDE
ORIANO GILARDONI, DIRETTORE COMMERCIALE
Non è iniziato benissimo l’anno. Noi come Ande trattiamo tanti prodotti diversi e quindi possiamo fare il confronto tra numerose categorie merceologiche: se sulla scarpa abbiamo tenuto botta, lo zaino sta partendo adesso perché è un prodotto prettamente estivo che ci ha sempre dato grandi soddisfazioni e sembra che stia continuando in questa direzione. L’abbigliamento invece è stato davvero problematico, sia quello invernale che quello estivo. In termini di capi d’abbigliamento, l’anno non è partito benissimo soprattutto con un meteo che non ci ha aiutato né in inverno né ora. Nonostante tutto, si va avanti, si investe e si cercano nuove idee e percorsi. Il 2024 è stato positivo, chiuso con un +5%, il 2025 speriamo di mantenere e di continuare su questo trend perché la situazione dell’outdoor non è proprio rosea, ma ci auguriamo che le cose possano cambiare.
LOWA
GIAN LUCA FARINAZZO, HEAD OF SALES ITALIA
In termini di sell in è stato positivo, abbiamo realizzato una crescita in termini di presenza del nostro prodotto all'interno dei punti vendita e questo è positivo. In termini di sell out il mood è neutro, nel senso che si alternano fasi di sell out migliore ad altre caratterizzate da cali. C'è chi annovera tra le cause il maltempo: le settimane sono state estremamente piovose e questo non ha invogliato le persone a uscire e fare attività outdoor. Spesso ha piovuto tanto anche nel week end e questo ha portato a un calo di presenza nei negozi e meno necessità. Inoltre, con l'inflazione alta è venuto a mancare il potere d'acquisto e quindi le persone si sono fatte più attente a come e quanto spendono. Gli acquisti sono solo per necessità e, se non si presenta l'occasione, si tende a risparmiare. Un quadro chiaro scuro in termini di sell out ma restiamo positivi.
NNORMAL
CRISTIAN CAGNOLI, BUSINESS DIRECTOR DI B-FACTORY
La stagione SS25 è partita in generale un po’ “stoppata”. Ho la sensazione che i negozianti, soprattutto nel mese di maggio, abbiano fatto un po’ di fatica sia a causa del meteo che per i ponti di Pasqua e 1° maggio, che quest’anno sono stati particolarmente lunghi. Sicuramente il reparto calzaturiero è quello che, al momento, sta dando maggiori soddisfazioni in termini di sell out, mentre l’abbigliamento sta un po’ soffrendo. Per quanto riguarda NNormal abbiamo la sensazione che il marchio ora sia veramente partito. Noi come B-Factory lo abbiamo preso in distribuzione tre anni fa ed era una sfida particolare, direi Not Normal, con un’idea ben precisa legata alla sostenibilità. Oggi possiamo dire che i valori del brand sono davvero recepiti e la sensazione è che il marchio stia performando molto bene. Abbiamo consegnato le scarpe a febbraio e vediamo che i riassortimenti, soprattutto sulla Tomir che per noi è davvero la scarpa per tutti, sono ottimi. Anche sulla campagna vendite SS 26 questi giorni in fiera ci hanno restituito l’impressione di essere molto ricercati: tanti clienti, anche quelli che fino all’anno scorso erano reticenti, sono venuti per vedere le novità e ci hanno confermato di essere pronti per averci in negozio. Quindi molto positivo.
GRUPPO ROSSIGNOL
ALESSIO MEDA, COUNTRY MANAGER ITALIA E SVIZZERA E DIRETTORE GENERALE
Noi non avevamo una collezione invernale di trail running, quindi non ho una visione chiarissima. Avendo appena lanciato la scarpa e la nuova Vercor non abbiamo una visione rispetto all'anno precedente, però parlando con i nostri clienti devo dire che il sell out sta andando molto bene. Ci sono stati un marzo e aprile un po' rallentati e un maggio molto positivo e siamo molto contenti. Siamo felici di aver partecipato a Outdoor & Running Business Days perché ci hanno permesso di far conoscere il nostro prodotto al mercato. Siamo entrati nel segmento del trail running da pochissimo e quindi ci serviva una vetrina così importante per far vedere cosa abbiamo creato. Abbiamo visto che c'è molto interesse intorno alle nostre scarpe e il ritorno dai test è davvero positivo. Ci fa capire che stiamo andando nella giusta direzione e ci dà un feedback interessante rispetto alla nuova Vercor per la quale abbiamo alte aspettative.
KEEN ITALIA
ALESSANDRO RICCHETTI, SALES MANAGER
Questi primi mesi stanno andando molto bene, il brand è in crescita e la fiera di Riva ci aiuterà. Era la prima fiera di questo tipo a cui partecipavo ed è stata molto interessante per il brand e per le persone. Abbiamo avuto molti contatti in termini di business e siamo contenti di ciò. Abbiamo fatto il doppio rispetto all’anno scorso e può sembrare un risultato “facile” visto che il brand è in crescita in tutta Europa, ma abbiamo scoperto che negli ultimi anni non c’è niente di facile, anzi è sempre più difficile, quindi devo ringraziare tutta la squadra e l’azienda e siamo sicuri che continueremo questo percorso. Keen è avvantaggiato per essere riuscito a ritagliarsi un posto d’onore nel mondo lifestyle, anche se il suo dna è quello tecnico. Il fatto di poterci essere in due settori è sicuramente un enorme vantaggio.
DOMANDA:
Come sta andando, in generale, il 2025 rispetto al 2024?
Ci puoi fornire un bilancio dei primi mesi dell’anno?
KONG
MARCO DE CARLINI, SALES SUPPORT MANAGER
Per quanto riguarda il mercato outdoor in Italia, possiamo dire che il trend dei primi mesi del 2025 è sostanzialmente in linea con quanto registrato nel 2024. Stiamo osservando un andamento piuttosto eterogeneo: da un lato, alcuni clienti – soprattutto quelli più dinamici nella distribuzione specializzata e online – stanno mostrando segnali di crescita, grazie a una programmazione più attenta e a una domanda in lieve ripresa nel canale tecnico. Dall’altro, rileviamo un leggero rallentamento da parte di alcuni rivenditori, legato in parte a un fisiologico riassestamento degli stock dopo il picco dell’anno scorso. Nel complesso, il comparto outdoor rimane stabile, ma con margini di miglioramento legati a iniziative mirate di sell-out, visibilità del brand e introduzione di nuovi prodotti specifici per il mercato italiano.
GARMONT
ALESSIA CAPODICASA, CHIEF COMMERCIAL OFFICER
Stiamo osservando segnali incoraggianti di ripresa dal mercato. La stagione invernale ha registrato per noi una crescita del 15%, trainata soprattutto dalla spinta positiva dei riassortimenti. Anche la stagione estiva, pur essendo partita con ritardo a causa delle condizioni meteo incerte, si sta allineando a questo trend positivo. Abbiamo recentemente presentato la nuova collezione SS 26, rinnovata in termini di design e funzionalità con l’obiettivo di intercettare un pubblico più giovane che ricerca nel prodotto caratteristiche di modernità e comfort. Riponiamo grandi aspettative in questo progetto, che sta già ricevendo riscontri positivi sia dai nostri clienti storici sia da nuovi interlocutori nel mondo outdoor.
AMORINI
ANDREA FREDDIO, RESPONSABILE MARKETING
Per quanto riguarda il 2025, il bilancio è positivo: quello che registriamo noi come distributori è un aumento del portafoglio prodotti e delle richieste dei clienti di allargare le categorie di articoli che acquisiscono dalla nostra distribuzione. Questo non accade solo con l’aggiunta di nuovi marchi, sta crescendo l’attenzione verso altre tipologie di prodotto anche per i brand che già possiedono. Per fare un esempio, con Singing Rock si è passati da prendere in considerazione solo i best seller, come i caschi o i kit da ferrata, ad allargarsi al tessile, i moschettoni e i rinvii, così il consumatore ha uno sguardo molto più ampio su tutti i prodotti distribuiti. In più, un’altra cosa molto importante per noi è che il sell-out dei negozi è molto positivo: gli ordini sono sempre in crescita e riconfermano in assoluto il trend.
SCARPA
JODY BARATTIN, GLOBAL SALES DIRECTOR
I primi mesi del 2025 sono stati positivi, sicuramente si è visto un rimbalzo rispetto all’ultimo anno e mezzo. Questa crescita è diversa se si considerano la ragione europea, americana e asiatica. In Europa abbiamo registrato una crescita single digit, con l’Italia sopra le aspettative e la Germania in leggero aumento nonostante le difficoltà del mercato. Gli Stati Uniti sono partiti molto bene, hanno avuto un momento di stop dovuto alla situazione contingente, ovvero l’incertezza causata dall’economia politica di Trump sui dazi. Per quanto riguarda il mercato asiatico, invece, abbiamo avuto un buon exploit della Cina, dove il nostro marchio si sta affermando in maniera importante soprattutto nella categoria climbing. Un anno positivo, quindi, speriamo che si veda la luce alla fine del tunnel e si spera in una ripresa anche maggiore nel 2026.
LUHTA
MARCO BAVA, SALES DIRECTOR ITALY
A livello di azienda le vendite sono andate come previsto, avevamo chiuso una campagna positiva a fine anno e ora ne stiamo raccogliendo i frutti, quindi siamo soddisfatti. Il problema rimane quello dei negozianti: per il sesto mese consecutivo i punti vendita stanno facendo un fatturato inferiore a quello dell’anno precedente, e questo è abbastanza preoccupante. Tutto sommato, l’incidenza della primavera nel fatturato globale della stagione non è altissima, parliamo di un 15%. Abbiamo dunque la speranza che da adesso in avanti le cose vadano meglio e si riesca a recuperare. Le cause sono imputabili sicuramente a una situazione climatica ma anche geopolitica molto complicata, che crea incertezza sui consumatori e genera un calo del traffico in negozio, dove si entra molto meno. Ora stiamo iniziando ad approcciare una nuova campagna vendita per il prossimo anno, restiamo ottimisti che la situazione si risolva.
OSPREY
ALESSANDRO LAFRANCONI, TERRITORY BUSINESS MANAGER
Osprey ha registrato una crescita costante, sia nella stagione invernale che nei primi mesi dell’anno. Naturalmente, questo trend ha subito un leggero rallentamento a causa delle condizioni meteo e dalla generale contrazione degli acquisti dovuta dall’instabilità economica e politica internazionale. La stagione era partita molto bene, con temperature alte già da fine marzo e inizio aprile. Tuttavia, le piogge frequenti delle settimane successive hanno temporaneamente frenato questo slancio. Il brand continua comunque ad avere ottime performance, grazie alla sua forte affermazione nel mercato outdoor, alla continua innovazione di prodotto e all’attenzione alla sostenibilità, molto apprezzata dai consumatori finali e dai nostri negozianti. Ne sono un esempio i tessuti proprietari e la tecnologia Nanotough utilizzata nella linea Transporter, che si distingue per essere al momento il materiale più resistente, leggero idrorepellente e sostenibile sul mercato. Un ulteriore punto di forza è l’apertura verso nuovi mercati: Osprey sta infatti diventando sempre più un marchio di riferimento anche nei settori lifestyle e fashion, portando con sé un crescente interesse da parte di un pubblico più ampio e trasversale.
TECNICA
MATTEO MURER, BUSINESS UNIT MANAGER TECNICA OUTDOOR
Direi bene. Per noi è stata un po’ una ripartenza perché siamo entrati in un nuovo segmento, quello del trail running, quindi ci eravamo posti un obiettivo e lo stiamo raggiungendo. Ovviamente non è facile, ma i risultati si stanno vedendo, anche perché noi continuiamo a spingere sia nello sviluppo di nuovi modelli che nella crescita della nostra community. Possiamo dire che siamo felici.
ZAMBERLAN
ALFONSO DE ANTONI, HEAD OF GLOBAL MARKETING & SALES
I primi mesi del 2025 si stanno chiudendo con risultati incoraggianti. Guardiamo con cauto ottimismo alla seconda metà del'anno, sostenuti da una risposta positiva del mercato interno e da una solida domanda internazionale.
I PUNTI EMERSI
- Normalizzazione del mercato post-Covid: molte aziende segnalano un ritorno alla normalità dopo anni di sali e scendi continui; l’overstock sembra essere un problema superato.
- Influenza del meteo: diverse aziende evidenziano come il meteo abbia inciso sul comportamento d'acquisto degli utenti, soprattutto dell’attrezzo in inverno per la scarsità di neve.
- Segmenti con performance differenziate: il footwear è spesso in crescita o stabile, l’apparel è invece frequentemente segnalato come in sofferenza, ma a dettare il successo è il posizionamento del brand. Quelli innovativi e/o con un giusto equilibrio qualità prezzo sono molto performanti.
- Innovazione e nuovi prodotti come driver di vendita: diversi intervistati sottolineano il ruolo di novità di prodotto, design, tecnologia e posizionamento sostenibile per attrarre clienti e partner. L’innovazione è un vantaggio competitivo in un mercato più selettivo.
- Ritorno agli acquisti programmati: dopo un periodo di vendite “al pronto”, alcuni marchi notano un ritorno alla pianificazione negli ordini da parte dei rivenditori.
- Positività cauta e fiducia per il futuro: tanti operatori esprimono ottimismo misurato per la seconda metà del 2025 e per il 2026. Frasi come “cauto ottimismo”, “ripartenza”, “stiamo scollinando”, “si intravede la luce”, “non è l’anno della rinascita, ma stiamo mettendo buone basi” sono ricorrenti.
- L’importanza della distribuzione e dei partner: valutazione della distribuzione multicanale (fisica, online). Il rapporto con i partner è cruciale per assicurare rotazione di prodotto e mantenere margini sostenibili.
- Espansione in nuovi segmenti o mercati: si cerca di diversificare per rafforzare la resilienza del brand.
INITIAL 2025 BUSINESS OVERVIEW
- Post-Covid market normalization: many companies report a return to usual business after years of constant ups and downs; overstock issues now seem to be resolved.
- Weather influence: several brands highlight how weather has affected consumer purchasing behavior – especially for equipment in winter due to the lack of snow.
- Segment-specific performance: footwear is often reported as stable or growing, while apparel is frequently seen as underperforming. However, brand positioning plays a key role: innovative brands and those offering good value for money are performing well.
- Innovation and new products as sales drivers: many emphasize the importance of product innovation, design, technology, and sustainable positioning to attract customers and partners. Innovation remains a competitive advantage in a more selective market.
- Return to pre-order planning: after a period dominated by lastminute purchasing, some brands observe a return to more structured and planned ordering from retailers.
- Cautious optimism and confidence for the future: many operators express cautious optimism for the second half of 2025 and for 2026. Common sentiments include: "cautious optimism," "restart," "we’re turning the corner," "there’s light at the end of the tunnel," and "not the year of recovery, but we’re laying solid foundations."
- Importance of distribution and partnerships: evaluating multichannel distribution (physical and online) is essential. Strong relationships with partners are crucial to ensure product turnover and maintain healthy margins.
- Expansion into new segments or markets: companies are seeking diversification to strengthen brand resilience.
SOSTENIBILITÀ: LE AZIENDE OUTDOOR ITALIANE SONO MATURE?
Una ricerca volta a indagare lo stato dell’arte sulle tematiche ESG, identificare trend e gap nell'integrazione delle buone pratiche e offrire un quadro generale sul posizionamento dei brand in relazione a questi temi di Karen Pozzi
LA RICERCA
Campione: 20 aziende di proprietà/con headquarters in Italia, operanti nel settore outdoor, con un fatturato superiore o uguale a 10 milioni di euro: Tecnica, Vibram, La Sportiva, Grisport, Scarpa, Montura, Oberalp, F.lli Campagnolo, Ferrino, Aku, Garmont, Manifattura Valcismon/Karpos Outdoor, Asolo, Garsport, C.A.M.P., Kong, Mondeox, Zamberlan, Crazy, MGM.
KPI Industry-specific: sono stati identificati tramite l’analisi dei temi rilevanti e le driving forces di due enti esterni riconosciuti: SASB e S&P Ratings: sito/sezione di sostenibilità, rendicontazione di sostenibilità, integrazione Agenda 2030, figura/dipartimento sostenibilità, piano strategico/manifesto, eco-innovation di prodotto, supply chain management, climate strategy, resource efficiency and circularity, diversity & inclusion (D&I).
Metodologia: per ciascuno dei KPI individuati è stata effettuata un’analisi dei siti web
aziendali e della documentazione pubblicamente disponibile condivisa dalle imprese: report di sostenibilità, impact report e politiche aziendali in ambito ESG, quali le policy su diversity & inclusion e la politica ambientale. Tali fonti hanno rappresentato la base informativa per la valutazione in quanto costituiscono le principali evidenze pubbliche dell’impegno delle aziende sui temi ESG.
Valutazione: è stata espressa su una scala da 0 a 2, applicando parametri oggettivi e coerenti per tutte le imprese analizzate per ognuno dei KPI.
Analisi qualitativa: per completare la ricerca è stato, inoltre, condotto un approfondimento (che non varierà i risultati finali dello studio) inviando un sondaggio qualitativo alle aziende che hanno totalizzato un punteggio inferiore a 8. Il tutto con l’obiettivo di identificare eventuali discordanze tra le informazioni pubbliche e gli effettivi impegni ESG delle aziende (greenhushing).
RISULTATI PER I 10 KPI
1. Sezione sostenibilità sul sito web
INDICATORE: misura la presenza e la qualità della sezione dedicata alla sostenibilità sul sito web aziendale.
VALUTAZIONE: chiarezza delle informazioni, aggiornamento dei contenuti ed esplicitazione di policy, obiettivi e azioni concrete.
RISULTATO: il 60% delle aziende analizzate ha almeno una sezione dedicata alla sostenibilità, ma solo il 35% fornisce contenuti realmente strutturati e aggiornati. Una quota rilevante, 40%, non comunica alcun impegno ESG attraverso il proprio sito, perdendo un’opportunità chiave di trasparenza e reputazione.
2. Rendicontazione di sostenibilità
Rendicontazione Di sostenibilità
INDICATORE: valuta la presenza di report di sostenibilità pubblicati dalle aziende.
VALUTAZIONE: regolarità, trasparenza e all’allineamento a standard riconosciuti (es. GRI, ESRS, SASB). Viene considerata la pubblicazione e la qualità del contenuto, distinguendo tra report sporadici/non conformi e rendicontazioni strutturate.
presente una sezione sostenibilità completa e aggiornata (2)
non è presente una sezione sostenibilità sul sito (0)
presente una sezione sostenibilità, ma non aggiornata (1)
Questo indicatore valuta la presenza di report di sostenibilitàpubblicati dalle aziende, con attenzione alla regolarità, allatrasparenza e all’allineamentoa standard
Viene considerata la pubblicazionee laqualità del contenuto, distinguendo tra report sporadici/non conformi e rendicontazioni strutturate.
RISULTATO: il 45% delle aziende non pubblica alcun report di sostenibilità, mentre solo il 35% lo fa in modo conforme agli standard internazionali.
COMMENTO: una criticità strutturale nel rendere trasparente l’impegno ESG, soprattutto per imprese con un posizionamento internazionale.
3. Integrazione Agenda 2030
ANALISI Il 45% delleaziende non pubblicaalcun r eport di sostenibilità , mentre solo il 35% lo fa in modo conforme aglistandard internazionali Questo evidenzia unacriticità strutturale nel rendere trasparente l’impegno ESG, soprattutto per imprese con un posizionamento internazionale.
INDICATORE: valuta se e come le aziende fanno riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 nelle loro strategie, policy o comunicazioni.
aziende che hanno un report di sostenibilità aggiornato e allineato ai principali standard riconosciuti (2)
aziende che hanno un report di sostenibilità, ma non aggiornato o non allineato ai framework internazionali (1)
Questo indicatore valuta se e come le aziende fanno riferimento agli dell’Agenda 2030 nelle loro strategie, policy o comunicazioni.
VALUTAZIONE: considera la presenza esplicita degli SDGs e l’eventuale definizione di obiettivi misurabili e azioni collegate.
Il punteggio consideraplaresenza esplicita degli SDG e l eventuale definizione di obiettivi misurabili e azioni collegate. Key Insights
RISULTATO: il 50% delle aziende non fa alcun riferimento agli SDGs, mentre solo il 40% li integra in modo chiaro e strutturato, con obiettivi concreti.
COMMENTO: una lacuna diffusa nel collegamento tra la strategia aziendale e le priorità globali, limitando l’allineamento a framework internazionali rilevanti anche per investitori e stakeholder pubblici.
integrazione chiara con target specifici allineati agli SDGs (2)
Il 50% delle aziendenon faalcunriferimento agli SDG mentre solo il 40% li integra in modo c hiaro e strutturato , con obiettivi concreti. Questo mostra una nel collegamento tra la strategia aziendale e le priorità globali, limitando l’allineamento a framework internazionali rilevanti anche per investitori e stakeholder pubblici.
che non redigono report di
(0)
menzione generica agli SDGs senza obiettivi misurabili (1) nessun riferimento agli SDGs (0)
aziende
sostenibilità
ANALISI
4. Figura o dipartimento ESG
INDICATORE: misura la presenza di figure o team formalmente incaricati della sostenibilità all’interno dell’organizzazione.
Questo indicatore misura la presenza difigure o team formalmente incaricati della sostenibilitàall’interno dell’organizzazione.
VALUTAZIONE: ruolo, livello di responsabilità (esecutivo o manageriale) e inserimento nei processi decisionali.
Si valutano il ruolo, illivello di responsabilità inserimento nei processi decisionali
RISULTATI: il 50% delle aziende non dispone di alcuna figura formalmente incaricata della sostenibilità. Solo il 15% ha un referente ESG con ruolo strutturato e potere decisionale.
COMMENTO: una debolezza organizzativa significativa che limita l’effettiva capacità delle aziende di gestire la sostenibilità come leva strategica integrata.
Il 50% delle aziendenon disponedi alcuna figura formalmente incaricata dellasostenibilità Solo il 15% ha un referente ESG con ruolo strutturato e potere decisionale. Questo evidenzia unadebolezza organizzativa significativa aziende di gestire la sostenibilità comeleva strategica integrata
manager C-level / dirigente preposto/ membro del CDA responsabile per le tematiche ESG (2)
figura o team con responsabilità ESG, ma non esclusiva (ruoli ibridi) (1)
5. Piano strategico o manifesto ESG
Piano Strategico o Manifesto ESG
INDICATORE: valuta la presenza di un piano strategico o manifesto ESG che definisca vision, obiettivi e indicatori di performance.
VALUTAZIONE: livello di dettaglio, chiarezza degli impegni e integrazione con KPI misurabili e aggiornamenti periodici.
Questo indicatore valuta la presenza di un piano strategico o manifesto ESGche definiscavision, obiettivi e indicatoridi performance. Il punteggio considera il livello di dettaglio, la chiarezza degli impegni e l’integrazione con KPI misurabili e aggiornamenti periodici.
RISULTATO: il 45% delle aziende non ha pubblicato alcuna strategia o manifesto sulla sostenibilità. Solo il 25% ha un piano dettagliato con obiettivi chiari e KPI monitorabili.
COMMENTO: mancanza di orientamento strategico limita la capacità di guidare il cambiamento in modo strutturato e comunicare in modo efficace con stakeholder, investitori e collaboratori interni.
Il 45% delle aziende non ha pubblicato alcuna strategia o manifestosullasostenibilità Solo il25% ha unpiano dettagliato conobiettivi chiari e KPImonitorabili Questa mancanza di orientamento strategico limita lacapacità di guidare il cambiamento in modo strutturato con stakeholder, investitori e collaboratori interni.
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6. Eco-innovation di prodotto
manifesto/strategia ESG con obiettivi generici o non aggiornati (1)
Key Insights 9 5 25% 30% 45% piano dettagliato con obiettivi, KPI misurabili e aggiornamenti periodici (2)
nessun documento strategico sulla sostenibilità (0)
INDICATORE: valuta la presenza di prodotti, materiali o processi produttivi eco-innovativi, con attenzione all’adozione di tecnologie a basso impatto, materiali certificati e approcci sistemici.
VALUTAZIONE: diffusione dell’eco-innovazione all’interno dell’offerta aziendale e chiarezza nel comunicarla.
RISULTATO: il 45% delle aziende non mostra alcuna iniziativa concreta legata all’eco-innovazione di prodotto. Solo il 30% adotta soluzioni strutturate e trasversali materiali certificati, dichiarazioni ambientali, innovazione lungo tutta la filiera produttiva.
COMMENTO: un ritardo competitivo in un’area sempre più centrale per il mercato e per la percezione di valore da parte dei consumatori.
7. Supply chain management
innovazione con approccio integrato con materiali certificati, tecnologie responsabili e dichiarazioni verificabili (2)
alcuni prodotti con materiali o processi eco-innovativi, ma senza approccio sistematico (1)
INDICATORE: valuta il livello di trasparenza e responsabilità nella gestione della filiera produttiva.
VALUTAZIONE: considera la presenza di policy ESG applicate ai fornitori, tracciabilità, certificazioni, e l’impegno su diritti umani, emissioni e impatti ambientali.
RISULTATO: il 50% delle aziende non fornisce alcuna informazione pubblica sulla propria filiera o su politiche di sostenibilità applicate ai fornitori. Solo il 30% adotta sistemi tracciabili e trasparenti.
COMMENTO: una criticità sistemica: senza una supply chain responsabile è difficile dimostrare l’effettiva coerenza delle strategie ESG a livello complessivo. Supply Chain
filiera tracciabile certificazioni e impegno verificabile sui diritti umani, emissioni e impatti ambientali (2)
presenza di policy per la filiera, ma con applicazione parziale o poco trasparente (1)
nessuna iniziativa di eco-innovation (0)
nessuna informazione e indicazione di trasparenza sulla filiera (0)
nessuna figura o dipartimento che si occupa di sostenibilità (0)
ANALISI
8. Climate strategy
Climate Strategy
INDICATORE: analizza l’approccio delle aziende alla misurazione e gestione delle emissioni di gas serra, includendo Scope 1, Scope 2 e Scope 3.
VALUTAZIONE: presenza di una strategia strutturata di decarbonizzazione, obiettivi chiari, e adozione di standard riconosciuti (es. SBTi).
RISULTATO: metà delle aziende non rende nota alcuna strategia climatica né monitora le proprie emissioni. Solo il 10% si impegna in una gestione avanzata, includendo Scope 3 e target science-based.
COMMENTO: questa assenza di roadmap limita credibilità e capacità di attrarre investitori, partner o bandi legati alla transizione verso la sostenibilità.
9. Efficientamento e circolarità
I
20 ANALISI La metà delle aziende non rende notaalcuna strategia climatica né monitora le proprie emissioni. Solo il 30% si impegna in una gestione avanzata, includendo Scope 3 e target science-based Questa assenza di roadmap limitacredibilità e capacità di attrarre investitori , partner o bandi legati alla transizione verso la sostenibilità.
strategia di decarbonizzazione su tutte le emissioni (Scope 1, 2 e 3) con obiettivi science-based e piano di riduzione (2)
Questo indicatore analizza l approccio delle aziendealla misurazione e gestione delle emissioni di gas serra , includendo Scope 1, Scope 2 e Scope 3. Il punteggio tiene conto della presenza distunarategia strutturata di decarbonizzazione , obiettivi chiari, e Key Insights
monitoraggio delle emissioni, almeno Scope 1 e 2, e obiettivi generico di decarbonizzazione (1)
politica ambientale, strategia climatica o misurazione delle emissioni (0)
Circolarità
NDICATORE: valuta l’esistenza di strategie e iniziative concrete per l’uso efficiente delle risorse (acqua, energia, materie prime) e l’adozione di modelli di economia circolare.
Questo indicatore valuta l’ esistenza di strategie e modelli di economia circolare
VALUTAZIONE: considera la presenza di policy aziendali, progetti pilota, materiali riciclati e obiettivi di riduzione.
RISULTATO: il 55% delle aziende non comunica azioni o strategie legate all’efficienza delle risorse o alla circolarità. Solo il 25% adotta un approccio strutturato, dimostrando una mancanza di visione su uno dei temi chiave della transizione ecologica.
Il punteggio considera la presenzapolidicy aziendali, progetti pilota, materiali riciclati e obiettivi di riduzione
strategia strutturata per l'uso effciente delle risorse e modelli di economia circolare, con piano di monitoraggio e obiettivi di riduzione (2)
COMMENTO: questo gap rappresenta anche un rischio competitivo crescente in un contesto regolatorio europeo sempre più stringente.
10. Diversity & inclusion
21 ANALISI
Il 55% delle aziende non comunica azioni o strategie legata all’ o alla circolarità Solo il 10% adotta unapproccio strutturato dimostrando unamancanza di visione su unodei temi chiave della transizione ecologica Questo gap rappresenta anche unrischio competitivo crescente in un contesto regolatorio europeo sempre più stringente.
presenza di iniziative di circolarità limitate (1)
Diversity & Inclusion
INDICATORE: valuta la presenza di politiche, iniziative e formazione in ambito diversity & inclusion.
VALUTAZIONE: esistenza di una strategia strutturata, obiettivi misurabili, programmi interni e impegni concreti su rappresentanza, parità di genere e inclusione.
su economia circolare (0)
Questo indicatore valuta la presenza di politiche, iniziative e formazionein ambito Diversity & Inclusion. Viene considerata l’esistenza di una strategia strutturata, obiettivi misurabili, programmi interni e impegni concreti su rappresentanza, parità di genere e inclusione
RISULTATO: il 50% delle aziende non mostra alcun impegno o iniziativa pubblica legati ai temi di diversity & inclusion. Solo un’azienda (5%) adotta un approccio strutturato e misurabile.
ANALISI
strategia D&I con obiettivi, tempistiche, formazione e impegno concreto su rappresentanza e inclusione di genere (2)
presenza di policy generiche o iniziative di base (1)
Riassunto dei Risultati per KPI
COMMENTO: il tema appare ancora marginale nelle strategie ESG, nonostante l'attenzione degli stakeholder su equità, benessere e reputazione interna.
misurabile.
RIASSUNTO DEI RISULTATI PER I 10 KPI
Il grafico riporta i risultati dell’analisi per ognuno dei 10 KPI indagati. In rosso il numero delle aziende che hanno ottenuto un punteggio pari a 0; in giallo le aziende che hanno ottenuto un punteggio pari a 1; in verde le aziende che hanno ottenuto un punteggio pari a 2
Il grafico riporta i risultati dell’analisi per ognuno dei10 KPI indagati. Nel dettaglio:
- rosso: numero delle aziende che hanno ottenuto un punteggio pari a zero; - in giallo le aziende che hanno ottenuto un punteggio pari auno; - in verde le aziende che hanno ottenuto un punteggio pari adue
PUNTEGGIO TOTALE - 12 aziende con un punteggio inferiore a 9, due con un punteggio tra 10 e 15 e 6 con un punteggio maggiore di 16. Questo riflette un ecosistema polarizzato, in cui convivono leader ESG avanzati e realtà ancora prive di strumenti minimi di gestione e rendicontazione sostenibile.
CONSIDERZIONI FINALI
PRIMI APPROCCI ALLA SOSTENIBILITÀ - Il 40% delle aziende non ha all’in terno del proprio sito una sezione dedicata alla sostenibilità, e solo il 35% redige regolarmente un report di sostenibilità.
nessuna politica e/o iniziativa per la D&I (0)
FORTE POLARIZZAZIONE DEI RISULTATI - I risultati mostrano una forte polarizzazione: solo il 10% delle aziende si concentra nella fascia intermedia di performance, le restanti sono localizzate agli estremi, tra chi è molto avanzato e chi invece non ha ancora iniziato alcun percorso ESG. nel perimetro dell’analisi ha un referente ESG che riporta direttamente al top management.
D&I COME WORST PERFORMER - Il tema della diversity & inclusion risulta tra i più trascurati nel settore: Solo un'azienda su 20 ha una strategia e obiettivi strutturati, il 50% delle realtà intervistate dichiara di non avere alcuna politica o iniziativa in materia.
nessuna
nessuna strategia e iniziativa per la gestione e riduzione nell'utilizzo di risorse e/o
ANALISI QUALITATIVA
Partendo dai risultati dell’analisi quantitativa è stata condotta una survey con le aziende che avevano ottenuto i punteggi più bassi, con l’obiettivo di raccogliere spunti qualitativi e comprendere le ragioni della mancata comunicazione dei loro impegni ESG. Hanno risposto cinque aziende
perchè non le comunicate?
ALCUNI RISULTATI
1.Se avete avviato iniziative legate alla sostenibilità, perchè non le comunicate?
La domanda mirava a comprendere quali siano gli ostacoli percepiti alla comunicazione delle iniziative di sostenibilità già avviate. Sebbene molte realtà si stiano muovendo su questo fronte, non tutte scelgono di renderlo pubblico. I motivi variano, e riflettono differenti livelli di maturità, struttura interna e strategia comunicativa.
RISULTATO: Il 60% delle aziende ha dichiarato di non comunicare ancora le iniziative di sostenibilità, ma di volerlo fare in futuro. Il restante 40% segnala ostacoli pratici, come la mancanza di dati strutturati.
COMMENTO: nessuna azienda ha espresso disinteresse a esporsi: la sostenibilità è percepita come rilevante, ma va comunicata con strumenti adeguati.
3.Quali
2.Vi
è capitato di ricevere richieste sui temi ESG da clienti, distributori o fornitori?
Questo indicatore mira a indagare se le aziende del settore outdoor ricevano o meno pressioni o richieste relative a tematiche ESG da parte di attori esterni, come clienti, distributori o fornitori. L’obiettivo è comprendere quanto la sostenibilità sia già oggi una condizione imposta dal mercato.
RISULTATO: L’80% delle aziende intervistate ha risposto affermativamente, segnalando di aver ricevuto pressioni esterne da parte di diversi player.
COMMENTO: questo dimostra che l’adozione di pratiche ESG non è più solo una scelta interna, ma una leva competitiva richiesta lungo la filiera. Solo un'azienda ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna richiesta in tal senso.
nello sviluppo di una strategia ESG?
sono le principali barriere che vi ostacolano nello sviluppo di una strategia ESG?
Questa domanda esplora le principali difficoltà che le aziende incontrano nel definire e attuare una strategia ESG. L’obiettivo è identificare gli ostacoli sistemici o organizzativi che rallentano il processo di transizione verso la sostenibilità.
RISULTATO: Le barriere più ricorrenti sono la mancanza di risorse economiche e la difficoltà nella misurazione dell’impatto, ciascuna indicata da più del 20% delle aziende. Emergono, inoltre altre criticità, come la bassa priorità strategica attribuita al tema.
COMMENTO: questo evidenzia come, per molte realtà, il problema non sia legato alla volontà di agire, ma alla concretezza e fattibilità di implementazione.
CONSIDERAZIONI FINALI
MANCANZA DI RISORSE
Tre aziende su cinque citano la mancanza di risorse economiche come barriera principale all’implementazione di una strategia ESG.
ORIENTAMENTO AL CAMBIAMENTO
L'80% degli intervistati ha dichiarato di voler iniziare a implementare pratiche ESG nei prossimi tre anni, optando per un approccio graduale. Questo evidenzia una crescente consapevolezza
sull'importanza del tema e la volontà di integrare questi principi in modo progressivo.
ALLARME GREENHUSHING
Tre aziende su cinque riportano di non comunicare ancora le loro attività ESG ma di avere intenzione di farlo in futuro. Le restanti due aziende lamentano di non avere dati e obiettivi sufficientemente strutturati da comunicare.
*PROMOTORI DELLA RICERCA
MagNet, editore tra gli altri di Outdoor Magazine, e Green Media Lab, agenzia di comunicazione con un focus su sostenibilità e outdoor
PARTNER DELLA RICERCA
Italian Outdoor Group di Assosport, associazione di categoria che rappresenta i principali brand outdoor italiani
LA TAVOLA ROTONDA
A seguito della presentazione dei risultati della ricerca, alcuni importanti relatori si sono confrontati sul tema della responsabilità. Ogni momento di condivisione come questo rappresenta un passo avanti per tutto il settore di Karen Pozzi
> Visione trasversale
ANDREA MAGGIANI, founder Carbonsink
La parola “sostenibilità” è passata di moda, ha perso di significato in tutti i settori soprattutto se consideriamo il ruolo centrale del consumatore. Negli anni le parole “riciclato” o “sostenibile” sono state leve di marketing in grado di motivare il prezzo maggiorato di un prodotto, ma ci siamo resi conto che pochi sono disposti a spendere 30-40% in più per una bolletta “zero emissioni” o per un capo d’alta moda “riciclato”. La sostenibilità deve diventare una leva d’innovazione, e non solo uno strumento di comunicazione per vendere a un prezzo maggiorato.
> Sguardo sul mondo
ALESSANDRO PERSEO, global marketing director Polartec Polartec è un ingredient brand attento alla sostenibilità fin dalla sua nascita. Siamo gli inventori del pile e, già nel 1993 in collaborazione con Patagonia, ne abbiamo lanciato uno con contenuto riciclato: il primo in commercio. In quegli anni, i materiali riciclati non offrivano le stesse prestazioni di uno in poliestere vergine ma oggi non ci sono più alibi: le materie prime riciclate hanno ormai raggiunto livelli di qualità e performance equivalenti a quelle tradizionali. Oggi non ha più senso che un capo “sostenibile” costi più. Collaborando con brand in tutto il mondo posso affermare che i dati emersi della ricerca confermano quella che è la situazione in tutto il Sud Europa (Italia compresa): convivono realtà mature sui temi ESG e altre ancora in fase iniziale. Invece, nel Centro-Nord Europa, la sostenibilità è ormai parte integrante delle strategie aziendali. In Scandinavia, per esempio, il 100% delle aziende ha pratiche ESG attive e figure dedicate. In UK, brand come RAB si distinguono per trasparenza e tracciabilità. In questi casi la sostenibilità non è più vista come un vantaggio competitivo, ma come un valore imprescindibile. La performance è ciò che giustifica un prezzo più alto, la sostenibilità è un requisito di base.Per quanto riguarda Polartec, siamo stati una tra le prime 50 aziende al mondo ad aver aderito allo SBTA (Science Based Targets Approved), con l’obiettivo di raggiungere il net zero entro il 2050, su scope 1, 2 e 3. Come da bilancio di sostenibilità, nel 2018 solo il 22% dei nuovi prodotti immessi sul mercato includeva materiale sostenibile, oggi siamo arrivati al 100%. Come ingredient brand, abbiamo un ruolo chiave e una responsabilità: promuovere l’adozione di pratiche sostenibili da parte dei nostri partner. Chi vuole lavorare con noi deve utilizzare materiali riciclati, durevoli, naturali o riciclati tessile-su-tessile.
> Inclusione e diversità
ELENA COLOMBO, commercial manager LaMunt
La sostenibilità è spesso vista solo come responsabilità ambientale, ma è molto di più. È un approccio a 360 gradi, un fil rouge che attraversa tutti i processi aziendali. Tra questi c’è anche la responsabilità verso le persone: inclusione, diversità, valorizzazione delle differenze. In Oberalp abbiamo una persona nel CSR team che si occupa solo di questo: la social compliance expert. Lavora con HR e fornitori. Gestisce anche il rapporto con Fair Wear Foundation, di cui siamo membri dal 2013. Ogni brand declina la responsabilità sociale in modo diverso: LaMunt, per esempio, risponde all’esigenza delle donne di un abbigliamento tecnico da montagna ì performante, sostenibile e femminile.
> Performance responsabili
VITTORIO FORATO, marketing manager AKU
Nel mondo della calzatura outdoor riuscire a realizzare scarpe tecnicamente adatte ad attività impegnative, ma con un ridotto impatto ambientale, rappresenta oggi una difficile sfida che comporta per il produttore un serio e responsabile impegno sul piano della ricerca e sviluppo e che comunque incontra dei limiti obiettivi. In questi casi è d’obbligo infatti una speciale attenzione ai requisiti di affidabilità di un prodotto che deve garantire un adeguato livello di sicurezza in circostanze anche critiche. Esistono tuttavia categorie di prodotto outdoor per le quali è possibile fare sperimentazione e questo riguarda in particolare i modelli “ibridi”, ispirati alle calzature tecniche, ma con una funzione d’uso limitata a contesti ambientali non particolarmente impegnativi. In questi casi l’applicazione di criteri progettuali finalizzati a ridurre l’impatto ambientale, pur richiedendo una significativa competenza tecnica del produttore, può risultare più facilmente gestibile, senza compromettere la qualità tecnica e il valore reale del prodotto. Secondo la nostra visione, l’approccio alla riduzione dell’impatto ambientale nel settore della calzatura outdoor nasce sempre da un principio di responsabilità, piuttosto che di sostenibilità e dal presupposto di superare la figura del “consumatore di merce”, in favore di un utilizzatore sempre più consapevole delle proprie scelte.
> Il noleggio come soluzione
THOMAS AICHNER, ceo Sport Service Erwin Stricker Negli ultimi decenni è cambiato il nostro rapporto con il possesso: se prima il desiderio era avere – auto, sci, casa – oggi prevale l’idea di utilizzare. Servizi
Andrea Maggiani, founder Carbonsink Elisa Flamini, head of sustainability GML
Thomas Aichner, ceo Sport Service Erwin Stricker Günther Acherer, president IOG
Elena Colombo, commercial manager LaMunt Alessandro Perseo, global marketing director Polartec
come Airbnb o internet ci hanno abituati a un uso temporaneo e funzionale, e questo cambiamento ha aperto nuove strade anche nello sport. Il noleggio, partito dal mondo auto, si sta diffondendo sempre di più anche per sci, bici, scarponi. È una scelta sostenibile, che permette di allungare la vita dei prodotti e ridurre il consumo di nuove materie prime. In Rent&Go selezioniamo attrezzature di alta qualità per garantire durabilità e riciclabilità. La manutenzione è un altro pilastro: ogni affiliato deve prendersi cura dei prodotti con macchinari adeguati, perché solo così si garantisce un ciclo di vita lungo. Ma il noleggio richiede anche responsabilità da parte dell’utente: trattare bene l’attrezzatura significa rispetto per chi la userà dopo. Infine, lo sport stesso si sta trasformando: da esperienza individuale e competitiva, a momento di socialità e condivisione. Anche questo cambio di mentalità è parte di una visione più ampia, sostenibile e consapevole del nostro modo di vivere e consumare.
> Quindi, cosa dovrebbe fare l’Italia?
GÜNTHER ACHERER, president Italian Outdoor Group
Ci sono due aspetti e obiettivi su cui voglio soffermarmi: la trasparenza delle aziende nella comunicazione di dati e la cultura del consumatore che deve diventare più consapevole. Serve un lavoro di squadra tra aziende, punti vendita e tutta la filiera. Organizziamo corsi, momenti formativi, confrontiamoci. I segnali positivi ci sono: a Montebelluna è nato il Sustainability Network, con aziende come Scarpa, La Sportiva, Tecnica. Si condividono soluzioni e si cresce insieme. Non basta più l’interesse: serve azione. Connettiamo industria, retail e utilizzatori, e costruiamo insieme un futuro più responsabile.
ENGLISH VERSION
ESG: ARE ITALIAN OUTDOOR COMPANIES MATURE?
The objectives of the survey are to provide an overview of the ESG maturity level of the leading Italian outdoor companies, to identify trends and gaps in the integration of ESG practices, and to assess brand positioning in relation to sustainability issues –all with the goal of raising awareness and laying the foundation for the development and acceleration of ESG best practices.
There is a clear polarization within the industry between highly performing companies and very immature ones, even in terms of communicating their ESG actions, indicating a possible phenomenon of greenhushing. After the research, outdoor industry experts discussed sustainability, innovation, responsibility, and rental solutions, highlighting the need for collaboration, inclusion, and concrete action for a sustainable future.
PARAGON & MAVEN BACKPACKING PACKS WITH
Vittorio Forato, marketing manager AKU
PASSATO E FUTURO DEL TRAIL RUNNING
Il talk organizzato da Sterrato ha coinvolto i relatori in una discussione sulla storia e sui trend per i prossimi anni. Si è parlato di prodotto, comunicazione e community di Karen Pozzi
Domenica 25, ORBDAYS ha ospitato un talk a tema “Nuovi trend nel mondo del running e del trail running”, realizzato in partnership con Sterrato, la community di trail running italiano di Luca Quattrone e Paolo Comparin. I due hanno guidato la discussione insieme a ospiti d’eccezione: si è parlato di business e di prodotto, ma anche di community, risonanza mediatica e comunicazione. I relatori hanno offerto una prospettiva storica sull’evoluzione del movimento e una visione sul futuro. Sono intervenuti: Marco De Gasperi, sei volte campione del mondo di corsa in montagna, Maurizio Torri, giornalista e fondatore di sportdimontagna.com, Stefano Lionetti, fondatore di Pizza Run Club, Alessandro Libardi, ideatore della Jurassic Miles, e Filippo Canetta, fondatore del marchio Wildtee e co-proprietario del negozio Runaway di Milano.
L E TEMATICHE EMERSE
COMMUNITY E FENOMENO URBANO
Milano emerge come capitale italiana, forse persino europea, delle running crew. È normale che ogni giorno della settimana ci sia un allenamento in una crew diversa, mattino o sera. È una dinamica che a Roma, Torino e altre città semplicemente non esiste con la stessa intensità. In questo contesto è nato il Pizza Run Club, fondato da Stefano Lionetti: un progetto volutamente informale, orizzontale e mensile, che riunisce corridori anche appartenenti a crew diverse. Un format semplice: 6-8 km a ritmo facile seguiti da una pizza in compagnia che attira volti nuovi ogni volta, mescola persone, favorisce legami e costruisce una microcomunità inclusiva e vivace.
COLLABORAZIONI TRA BRAND
Un altro tema caldo è quello delle collaborazioni cross settoriali. Si sperimentano partnership tra brand tecnici da outdoor e realtà appartenenti al mondo fashion o lifestyle. L’obiettivo? Espandere la visibilità e raggiungere pubblici nuovi, offrendo esperienze sul campo non solo orientate alla performance, ma anche all’estetica o alla storia di un marchio. L’effetto può essere sorprendente: l’outdoor diventa parte del quotidiano urbano senza perdere autenticità, proprio perché a muovere il tutto è un’idea, più che una logica di margini o vendite immediate.
COMUNICAZIONE: AUTENTICITÀ VS INTRATTENIMENTO
Il cuore di ogni dibattito è sul contrasto tra autenticità e intrat-
tenimento. Da una parte, autenticità significa trasmettere valori veri, rimanendo coerenti con la propria identità; dall’altra l’intrattenimento permette di catturare l’interesse, in particolare delle nuove generazioni. Soprattutto su Instagram, dove vince chi sa “farsi vedere”. L’idea comune a tutti i relatori è che serve equilibrio: l’autenticità crea fiducia e senso di appartenenza, l’intrattenimento attira, suscita emozione e coinvolgimento. Usarli insieme è la chiave per una comunicazione efficace.
VISIBILITÀ O COMPETENZA?
Agganciandosi a questo punto, quanto conta chi “ne sa” rispetto a chi “si fa vedere”? La visibilità vince, ma è duratura solo se supportata da competenza. Si cita l’esempio di Francesco Puppi che ha conquistato follower e autorevolezza proprio quando ha deciso di mostrarsi davvero tra passione e competenza.
COSA NON FUNZIONA PIÙ NEL TRAIL?
Durante il talk, la domanda su cosa non funzioni più nel settore ha aperto riflessioni articolate da parte dei relatori, con spunti che toccano comunicazione, pubblico, media e identità del movimento.
Fine delle categorie rigide
Per Filippo Canetta, fondatore del marchio Wildtee e proprietario del negozio Runaway di Milano, il problema principale non è che “qualcosa non funzioni”, ma che sia cambiato il pubblico. Un tempo si parlava a un target chiaro, adulto e omogeneo. Oggi il pubblico è trasversale: ventenni e sessantenni condividono la stessa passione, ma con motivazioni e linguaggi diversi. Per questo motivo, il vecchio modello di marketing – basato su target precisi e contenuti segmentati – non funziona più. I brand provano a rispondere con operazioni contrastanti: collaborano con brand di lusso e, allo stesso tempo, con realtà underground, cercando di “prendere tutto” senza un vero piano. Secondo lui, il limite oggi è voler continuare a settorializzare in un mondo che, invece, è fatto di sfumature e sovrapposizioni.
Il ruolo dei media: il contenuto conta più del mezzo
Altro tema emerso è la trasformazione dei mezzi di comunicazione. Alessandro Liberti, ideatore della Jurassic Miles (la prima 100 miglia in Italia su percorsi Out&Back da ripetere a loop), riflette sul
Da sinistra, Marco De Gasperi Maurizio Torri, Alessandro Libardi, Stefano Lionetti, Filippo Canetta, Paolo Comparin e Luca Quattrone
“declino” dei libri e dell’approfondimento scritto. Filippo crede che non sia il cartaceo a essere in crisi, è il tempo di fruizione che cambia. Il libro richiede tempo, mentre oggi si comunica con format veloci e istantanei. Tuttavia, l’approfondimento non è morto, ma si sposta su altri formati: podcast, documentari, contenuti audio, capaci di offrire spessore in modo più accessibile.
L’approfondimento su misura
Maurizio Torri, giornalista e ufficio stampa di diverse competizioni, aggiunge che non funziona più nemmeno la comunicazione “di default”. Un tempo bastava mandare un comunicato stampa di 2.000 battute, oggi il pubblico è selettivo: sceglie cosa approfondire, quando e come. L’immagine emoziona, ma la storia resta fondamentale, purché reale e significativa. Lo storytelling, se ben fatto, coinvolge, fidelizza e dà senso. Il pubblico cerca storie vere, non solo immagini spettacolari o record personali. Le vecchie forme di comunicazione autoreferenziali sono diventate obsolete: oggi serve autenticità, emozione e valore.
Una comunicazione in trasformazione
La conclusione condivisa è chiara: il trail running sta vivendo un’evoluzione. I video “wow” di una volta non colpiscono più. I contenuti devono essere narrati, vissuti e pensati per creare connessione con chi li guarda o ascolta. Lo storytelling è centrale, ma deve essere vero, non costruito.
UNO SGUARDO AL FUTURO
Alla fine del talk, ognuno ha scelto una parola per raccontare il futuro del trail:
• commistione: tra linguaggi, generazioni, discipline e brand;
• introspezione: la corsa come spazio personale e riflessivo;
• direzione: la necessità di una visione chiara per il futuro del movimento;
• controtendenza: non omologarsi, restare autentici e lontani dai modelli olimpici standardizzati;
• storytelling: narrativamente, sarà sempre più essenziale saper raccontare storie con coerenza e profondità.
ENGLISH VERSION
TRAIL RUNNING: PAST AND FUTURE
At ORBDAYS, the talk "New Trends in Running and Trail Running," organized with the Sterrato community, explored the evolution of the sport across business, community, and communication. Milan emerged as the Italian capital of running crews, with inclusive projects like the Pizza Run Club. Speakers discussed the value of collaborations between outdoor and lifestyle brands, and the need to balance authenticity and entertainment for effective communication. Today’s audience is diverse, making rigid marketing models outdated. While media formats evolve, the demand for real stories remains strong. The future of trail running will be narrative-driven, authentic, and kept away from the Olympic spotlight.
LONTANO DALLE OLIMPIADI
Prima di concludere è stato Maurizio Torri a toccare un tema importante, le Olimpiadi, affermando: “Se parliamo di futuro, spero il trail rimanga lontano dai Giochi Olimpici. Se ne parla molto in questo periodo, ma per me sarebbe un errore. Lo dico con cognizione di causa: vengo dall’esperienza dello scialpinismo e ho visto cosa succede quando uno sport di montagna viene ridotto a un format televisivo: è stato svilito, trasformato in uno spettacolo veloce, scollegato dalla vera essenza della disciplina. L’hanno reso irriconoscibile. Il trail rischierebbe di fare la stessa fine: semplificato, tagliato, spettacolarizzato. E in tutto questo, si perde l’anima. Se pensate che andare alle Olimpiadi significhi semplicemente vedere una bella gara… vi sbagliate. Potrebbe voler dire, invece, vedere morire lo spirito del trail”.
THE NOMAD
Non solo il titolo del cortometraggio prodotto da NNormal, ma anche e soprattutto un ritratto sincero di Elhousine Elazzaoui, il trail runner che agli ORBDAYS ci ha regalato una lezione di umiltà e perseveranza di Sara Canali
Da Zegama, nei Paesi Baschi spagnoli, a Riva del Garda, il passaggio è velocissimo. Elhousine Elazzaoui è arrivato agli ORBDAYS con addosso ancora le emozioni di una bellissima vittoria, quella più sognata, sofferta, sperata e, alla fine, conquistata. Nella celebre maratona “alpina” di Zegama-Aizkorri 2025, il marocchino ha fermato il cronometro a 3h43'28", siglando così il quarto tempo più veloce nella storia della gara. Ma soprattutto, si è confermato atleta ai vertici della disciplina, cresciuto dal punto di vista tecnico ma anche mentale che ora può davvero puntare alla testa della Golden Trail World Series. Quando è arrivato nei padiglioni di Riva del Garda, lo ha fatto con una grandissima umiltà, rispondendo alle domande degli appassionati, dedicando parole e sorrisi a chiunque lo fermasse per un saluto, posando per un selfie insieme a tutti. Ma chi è questo incredibile atleta che dal 2024 è entrato a far parte del team NNormal? A raccontarlo è il cortometraggio THE NOMAD che lunedì 26 maggio è stato proiettato nella Sala Workshop degli Outdoor & Running Business Days, richiamando tantissimi appassionati e svelando l'uomo dietro l'atleta.
LA STORIA DI ELHOUSINE ELAZZAOUI
La prima volta che Elhousine Elazzaoui affronta una gara di corsa ha solo 11 anni e di allenamenti, tabelle e dieta non ne sa davvero niente. A raccontarlo è lui stesso. “Ero con i miei genitori in Marocco, eravamo andati a fare delle spese. Quel giorno il paese era in fermento, c'era una gara di corsa dedicata ai bambini. Ho detto ai miei genitori: io vado! Non avevo né un paio di scarpe né un pettorale e così mi hanno fatto partire dopo rispetto agli altri. Nonostante ciò, ho vinto quella gara e insieme la possibilità di tornare l'anno dopo con un pettorale e delle scarpe regalate”. Che quello sarebbe stato il preludio di una carriera tutta da scoprire Elhousine non lo sapeva, ma di sicuro qualcosa in quel momento era scattato dentro di lui. Nel cortometraggio, il ragazzo classe 1992 racconta le sue origini berbere, il suo incredibile amore per il deserto e per la sua vita nomade in completa sintonia con la natura. Ma anche della sua voglia di scoprire il mondo, la scuola che dista 11 chilometri dal suo villaggio e il forte attaccamento alla famiglia. Il fratello gestisce un'agenzia di viaggi tradizionali nel deserto e la famiglia possiede una piccola carovana di dromedari per permettere ai turisti di muoversi più agilmente tra le dune. Anche Elhousine, crescendo, inizia a lavorare come guida turistica certificata in Marocco.
IL TRAIL RUNNING
La carriera di Elhousine Elazzaoui come trail runner professionista inizia nel 2018 all’età di 27 anni, un po’ tardi per un atleta, ma evidentemente il talento del marocchino è tale da portarlo ai vertici del movimento internazionale della disciplina. Poi la vita lo porta in Europa, più precisamente in Svizzera dove i sentieri del Canton Ticino diventano un’opportunità e il trail running una presenza fissa nella vita di Elhousine. Ma è solo da qualche anno che la corsa off road gli apre le porte delle competizioni internazionali permettendogli di dedicarsi a qualcosa per cui si appassiona fortemente e che lo porta a viaggiare e a fare incontri che lo segnano profondamente. Seppur lontano dai deserti marocchini, il tifo che spesso lo accompagna nelle sue gare, lo fanno sentire a casa e lo emozionano. Nel 2024 l’incontro con NNormal e Kilian Jornet, alimenta ulteriormente la sua passione e dedizione per questo sport. La condivisione dei valori che il brand esprime lo portano rapidamente a essere l’Ambassador perfetto per l’azienda. Oggi Elhousine vive in Svizzera e continua ad allenarsi per poter partecipare alle gare che sogna da tempo. Nel recente passato del suo palmares brillano già diverse affermazioni e piazzamenti di rilievo, ma è lo scorso anno ha consacrato definitivamente protagonista del circuito della Golden Trail World Series, considerato da tutti “il campionato del mondo” di corsa in montagna. Elhousine si è aggiudicato la classifica overall, diventando l’atleta da battere nel 2025.
During ORBDAYS, NNormal screened "The Nomad", a film which tells the story of Elhousine Elazzaoui, the trail runner from the desert. It was a chance to get to know the athlete better – fresh off his victory at the 2025 Zegama-Aizkorri – who joined the brand’s team in 2024. The film offers an honest portrait of the Berber runner who, in Riva del Garda, gave us a true lesson in humility and perseverance. Today, Elhousine lives in Switzerland and continues to train hard to compete in the races he’s been dreaming of for years. We had the chance to interview him.
How did your relationship with NNormal and Kilian Jornet begin? He reached out to me, together with the NNormal team, at the end of the 2023 season. I was immediately drawn to them, especially because of their long-term vision and eco-responsible approach, which I really appreciate. Kilian and I are in touch from time to time – he gives me advice and is always available when I reach out to him.
ENGLISH VERSION
Elhousine Elazzaoui
>> L'INTERVISTA
ELHOUSINE ELAZZAOUI TRAIL RUNNER
Dalla prima gara senza scarpe, alla vittoria della Zegama-Aizkorri 2025. Quanto è cambiata la tua vita e quanto sei cambiato tu?
La mia vita tantissimo, io credo di essere sempre lo stesso. Mi piace la semplicità, stare con gli amici, bere un buon bicchiere di vino e contemplare la natura. Io sono nato nel deserto e a questo sono molto legato. Quella nomade non è una vita che puoi molto programmare: vivi in funzione della natura e per me a volte è difficile seguire delle tabelle di allenamento, decidere che cosa farò domani. Seguo molto l'istinto e quello che mi va di fare. Però è vero che vincere Zegama-Aizkorri rappresenta per me davvero un sogno che si avvera, un obiettivo che ho inseguito in modo molto tenace e oggi sono felicissimo.
Hai iniziato a correre su asfalto, a piedi nudi: quando invece hai capito che il trail running e la corsa in natura erano la tua vocazione?
Per me la corsa in natura è sinonimo di libertà. Mi fa sentire davvero una cosa unica con gli elementi. Tutti pensano che il deserto sia solo sabbia e dune, ma invece c'è altro. In Marocco abbiamo delle bellissime montagne e mi ha sempre affascinato scoprirle. Quando lavoravo nell'agenzia di famiglia ho conosciuto una persona svizzera che mi chiese come era organizzata la mia giornata. Ho risposto che ogni mattina mi alzavo prima di tutti loro per andare a correre e poi cucinavo e preparavo la colazione per il loro risveglio. Mi ha detto che in Svizzera avrei potuto trovare il giusto terreno per allenarmi e far diventare questa passione qualcosa di più. Così ho scoperto che quello che facevo come cosa naturale ogni giorno poteva diventare anche una carriera.
Con te non hai portato solo il tuo talento, ma anche le tue tradizioni. Non è insolito vederti agli eventi pre o post gara con gli abiti tradizionali berberi. Cosa significano per te?
Sono le mie radici, sono parte di me e mi permettono di mostrarmi per quello che sono. La vita nomade è dura, ma non voglio rinunciarci anche
LE SCARPE DELLA VITTORIA
quando sono in un Paese ricco di comodità come la Svizzera. Ricordare sempre da dove si viene è fon-
“Quando sono arrivato in Svizzera non avevo nessun coach. Mi allenavo seguendo i consigli di un libro scritto da Kilian Jornet. Per me è sempre stato un punto di riferimento sia come persona che come atleta” Elhousine Elazzaoui
damentale per restare fedeli a se stessi. Il turbante è molto importante per noi perché ci protegge dalla sabbia, dal sole e dal vento. Da sempre i berberi usano questo copricapo per vivere meglio.
Sei sempre stato un runner molto veloce e un po' meno tecnico, mentre nell'ultimo periodo hai dimostrato una grande crescita da questo punto di vista. Quali saranno le tue prossime sfide?
Sicuramente con il tempo mi piacerebbe allungare le distanze, anche se per ora penso di avere qualcosa da dire sulle mezze e le maratone in montagna. Sicuramente sto evolvendo: ricordo che quando ho cominciato a fare gare la parte che meno mi piaceva era la discesa, faticavo a gestirla e mi procurava dolori alla schiena. Oggi invece ho imparato e ha cominciato a piacermi molto. Per questo non escludo di includere all'interno del mio calendario anche gare più tecniche come per esempio il trofeo Kima. Vedremo.
Com'è nato il rapporto con NNormal e Kilian Jornet?
Quando sono arrivato in Svizzera non avevo nessun coach. Mi allenavo seguendo i consigli di un libro scritto da Kilian Jornet. Per me è sempre stato un punto di riferimento sia come persona che come atleta. Mi ha contattato, insieme al team di NNormal, alla fine della stagione 2023 e mi ha subito conquistato soprattutto per la sua visione con ambizioni a lungo termine e un aspetto eco-responsabile che mi piace. Con Kilian ci sentiamo ogni tanto, mi dà consigli e ovviamente è disponibile a rispondere quando sono io a cercarlo.
Correndo in natura, cosa ne pensi dei cambiamenti climatici e quanto influenzano il tuo sport?
Lo vedo tantissimo sulle Alpi svizzere, ma lo vedo soprattutto nel deserto dove ogni anno manca sempre più l'acqua, e per popolazioni nomadi come la mia, sopravvivere diventa durissimo. Ci sembra di star perdendo tutto. Credo fortemente che sia fondamentale prenderci cura del mondo che abitiamo e dove siamo solo ospiti. Il deserto mi ha insegnato tutto questo oltre a un grande senso di resilienza.
Elhousine ha vinto la Zegama-Aizkorri 2025 con le Kjerag 1, la scarpa di NNormal dedicata al trail running che è anche testimone dell'impegno del brand per il pianeta e le prestazioni
TOMAIA eccezionalmente traspirante e resistente in Matryx Jacquard, costituita da filati di poliammide e Kevlar rivestiti individualmente e intrecciati. Prodotta in Ardèche, Francia, il processo di tintura utilizza dal 50 al 95% di acqua in meno rispetto ad altri metodi.
INTERSUOLA in schiuma EExpure che si pone a diretto contatto con i piedi, per la migliore propulsione e compressione possibili, meno scivolamenti e molte meno vesciche.
SUOLA in Vibram Megragrip che è allo stesso tempo super aderente e ultra resistente. Con un adattamento al terreno che rende piedi, muscoli e articolazioni un tutt'uno con la natura.
SUOLA ESTERNA in Vibram Litebase riduce drasticamente il 30% del peso complessivo della suola, riducendone lo spessore del 50%. Pur mantenendo la forma perfetta, i tasselli da 3,5 mm.
PESO: 200 g
KJERAG 1
“COMODIDAD ABSOLUTA”
Da oltre 60 anni è il marchio di fabbrica di Atom, brand spagnolo di scarpe da road running, trail running e hiking distribuito in esclusiva in Italia da BU Sport _ di Manuela Barbieri
Quella di Atom è una storia che affonda le sue radici nel cuore della Rioja, in Spagna, dove ha sede Fluchos, storica azienda calzaturiera fondata nel 1962 e oggi guidata dalla terza generazione della famiglia. Con Antonio al timone, nipote del fondatore, oggi Fluchos è una solida realtà di circa 100 dipendenti che, nella sede di Arnedo, produce all’anno oltre 1,3 milioni di paia di calzature civili, facendo della comodità il suo marchio di fabbrica, tanto da aver coniato lo slogan: “Comodidad absoluta”.
B2C AND B2B SITES
bu-sport.com
b2b.bu-sport.com
SOCIAL REFERENCES
IG: busport.italia
FB: bu.sport.italia
Partendo da questa eredità, Antonio, appassionato di trail running e campione di enduro, nel 2020 ha tracciato una nuova rotta, trasferendo l’expertise manifatturiera dell’azienda al mondo della performance. Nasce così Atom, la linea sportiva del gruppo Fluchos, pensata per chi ama correre o camminare con il massimo del comfort e della protezione. A raccontare l’evoluzione di questo progetto durante gli Outdoor & Running Business Days è stato Pietro Bulleri di BU Sport, distributore esclusivo di Atom per l’Italia. Una realtà giovane e dinamica, con sede in provincia di Treviso, che ha un polo logistico a Venezia e una rete vendita capillare presente su tutto il territorio italiano.
ROAD RUNNING
GP Max: la scarpa da asfalto di casa Atom Dotata di una suola a bi-densità, combina una parte superiore morbida per un’ammortizzazione efficace a una base più rigida che garantisce reattività e slancio.
• Peso: 284 (uomo) - 240 (donna) g
• Drop: 8 mm
TRAIL RUNNING
Terra 2.0: la più versatile della linea Ideale per l’uso quotidiano, offre un ottimo equilibrio tra comfort, durata e design.
• Peso: 322 (uomo) - 265 (donna) g
• Drop: 8 mm
• Altezza tacchetti: 4.5 mm
K4: performance su distanze brevi Con un drop di 6 mm, questo modello è meno ammortizzato ma più preciso, pensato per tratti
MOTO DA ENDURO
Nata ispirandosi al batti strada delle moto da enduro, la suola Atom Grip rappresenta uno dei tratti distintivi delle scarpe del brand spagnolo, garantendo grip, aderenza e stabilità anche sui terreni più tecnici e impegnativi. Frutto di una collaborazione con il campione di enduro Mario Román, il sistema Atom Grip combina un composto ad alte prestazioni a un design della suola che integra il cloroprene, offrendo un’aderenza superiore su ogni tipo di superficie. Grazie a questa tecnologia avanzata, la suola si adatta a terreni irregolari, umidi o asciutti, assicurando a ogni passo stabilità, controllo e sicurezza. I tacchetti bidirezionali, posizionati strategicamente, ottimizzano la trazione sia in salita che in discesa, garantendo affidabilità e performance anche nelle condizioni più estreme.
tecnici e veloci. Disponibile anche nella versione con membrana Atom Tex per l’impermeabilità, presenta una suola a doppia densità.
• Peso: 322 (uomo) - 266 (donna) g
• Drop: 6 mm
• Altezza tacchetti: 4.5 mm
Terra Max: performance su lunghe distanze Progettata per ultratrail e gare di lunga durata, garantisce massimo comfort e supporto.
• Peso: 306 (uomo) – 252 (donna) g
• Drop: 6 mm
• Altezza tacchetti: 5 mm
TREKKING
Hard Rally: novità hiking
La new entry della primavera-estate 2026, pensata per l’escursionismo tecnico, unisce robustezza e protezione per affrontare i percorsi più impegnativi. LA GAMMA ATOM: 5 MODELLI PER IL ROAD RUNNING, IL TRAIL RUNNING E L’HIKING
Per scaricare il catalogo ATOM, inquadra il QR Code
L’ISPIRAZIONE? IL BATTISTRADA
DELLE
Pietro Bulleri, titolare di BU Sport
UMANITÀ IN QUOTA
Lo scorso 25 maggio, agli Outdoor & Running Business Days si è svolta la presentazione ufficiale di KOM Experience. Un evento curato da Karhu e Ferrino insieme alla community Dirilievo, che ha saputo raccontare il cuore dell'iniziativa attraverso immagini, parole e musica di Cristina Turini
Sul palco, il racconto di chi ha creduto nel progetto e lo ha vissuto: Giorgio Rabajoli (Ferrino), Enrico Arese (Karhu) e Luca Quattrone (Dirilievo) hanno condiviso visioni, aneddoti e il valore umano di KOM. La narrazione è stata accompagnata dalla performance acustica di Alberto Bianco, che con la sua voce e chitarra ha regalato un assaggio del sound che riecheggia tra le cime durante l’edizione 2025. Durante la presentazione, la proiezione del video ufficiale ha saputo riportare il pubblico nel cuore dell’edizione precedente, rievocando paesaggi, volti, suoni che definiscono l’anima autentica di KOM. Non solo un evento, ma un’esperienza profonda che intreccia natura, arte e relazione umana. Il filmato ha restituito la forza sensoriale e simbolica di quei giorni in quota, ricordando a tutti che non si tratta di un semplice festival, ma è più una visione: un modo diverso di abitare la montagna, di viverla e condividerla.
KOM – KULTURE OF MOUNTAIN
Si svolge nel cuore delle Alpi Cozie, al Colle della Fauniera, e riunisce per tre giorni appassionati di trekking, bici, musica, scrittura, yoga e avventura in un contesto intimo e selezionato. L’evento nasce per riscoprire la dimensione umana del vivere la montagna. È un invito a rallentare, ad ascoltare. Ogni attività è pensata per creare valore: un trekking diventa occasione di dialogo e scoperta del territorio, un concerto all’alba si trasforma in un rito collettivo, una lettura serale accende pensieri e confronti. Guidati da artisti, sportivi, scrittori e performer, i partecipanti vivono un’experience autentica e creativa. Grazie al supporto di brand outdoor come Ferrino, Karhu, Garmin, Alba Optics e Officine Mattio, le attività si arricchiscono di strumenti tecnici e contenuti culturali, costruendo una vera “cultura della montagna contemporanea”.
LOCATION
Colle della Fauniera, Castelmagno (CN)
Rifugio Fauniera
SESSIONI
Sessione 1 - 28–29 giugno 2025
Artista all’alba: Roberto Angelini
Session 2 - 29–30 giugno 2025
Artista all’alba: Davide Boosta
Session 3 - 30 giugno–1° luglio 2025
Artista all’alba: Anna Carol
GIORNO 1 - Il ritrovo è stato al Santuario di Castelmagno nel primo pomeriggio: per un'accoglienza con welcome kit e aperitivo di benvenuto, seguito da un trekking panoramico e photohike verso il Rifugio Fauniera con Simo Cocco, Guida Escursionistica Ambientale certificata e fotografo freelance. Dopo la sistemazione in tenda o rifugio, si è svolto l'aperitivo con DJ set e inizio "Funny Contest". Aseguire gare di WATT & Torneo di Mölkky. Dopo cena, spazio all’ascolto e alla rifles-
• Buono per la manutenzione sentieri con l’associazione Arvinca KOM EXPERIENCE –
sione con un incontro serale speciale sotto le stelle: “Parole in quota”.
GIORNO 2 - Ogni giornata si è aperta con un emozionante concerto all’alba, ad ogni sessione un artista diverso, seguito da colazione in rifugio. Si è proseguito con una rigenerante sessione di yoga immersi nella natura, e attività di orienteering in montagna con il supporto di Garmin. Le attività sono terminate verso ora di pranzo, con rientro al Santuario a partire dal primo pomeriggio, con possibilità di usufruire del servizio navetta e di godersi il rifugio fino al pomeriggio.
WELCOME KIT KOM EXPERIENCE
• Scarpe trail Karhu
• Gilet tecnico Ferrino
• Occhiali outdoor Alba Optics
• Maglia ciclismo Officine Mattio
• Fascia cardio Garmin
• Libro dell’artista ospite serale
HUMANITY AT HIGH ALTITUDES
On May 25th, during the Outdoor & Running Business Days, KOM (Kulture of Mountain) Experience was officially presented.
An event organized by Karhu and Ferrino in collaboration with the Dirilievo community, which brought the initiative to life through images, words, and music.
On stage, Giorgio Rabajoli (Ferrino), Enrico Arese (Karhu), and Luca Quattrone (Dirilievo) shared their vision, personal stories, and the human value behind KOM. The storytelling was enriched by an acoustic performance of Alberto Bianco, who offered a taste of the music that will echo through the peaks in the 2025 edition.
The official video screening transported the audience back to the heart of the previous edition, evoking landscapes, faces, and sounds that define the true spirit of KOM.
More than just an event, KOM is a profound experience blending nature, art, and human connection. The video captured the symbolic and sensory power of those days in the mountains, reminding everyone that KOM is not simply a festival – it’s a vision: a new way of inhabiting, experiencing, and sharing the mountain.
kom-experience.com
Alla destra del palco, da sinistra, Enrico Arese, amministratore Karhu, Giorgio Rabajoli, sales manager Ferrino e Luca Quattrone, Dirilievo
Alberto Bianco, musicista
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IL MONDO LA SPORTIVA
Il brand della Val di Fiemme non può mancare a ORBDAYS e ogni volta lo fa in grande stile. Un doppio stand con numerose preview SS 26, un talk con interessanti dati sull’hiking e un’experience di mountain running sui sentieri di Riva del Garda
di Karen Pozzi
La Sportiva era presente con uno spazio ancora più grande dove ha presentato le novità dei vari segmenti. Due stand per la precisione, pensati per rispettare il nuovo concept espositivo di ORBDAYS, uno dedicato alle collezioni SS 26, l’altro per i meeting con i clienti e i fornitori. Sulla due giorni hanno gravitato intorno allo stand la forza vendite (Italia e DACH), referenti customer service per il supporto ai clienti e colleghi dei dipartimenti R&D, oltre all’ufficio marketing con le sue aree PM, comunicazione e trade.
I PRODOTTI
Focus sui due mondi hiking e mountain running con novità SS 26: l’iconica Ultra Raptor nella sua terza edizione e la seconda versione di Prodigio. Entrambe le calzature saranno disponibili nei negozi dalla primavera 2026.
LE ATTIVITÀ
Le attivazioni de La Sportiva in fiera sono state di doppia natura. Da una parte il talk “Il nuovo boom dell’Hiking: chi sono i nuovi utenti, evoluzione delle calzature” in cui Tobias Gramajo, footwear product manager mountain running e hiking, ha presentato L’Ultra Raptor 3, nella gremita Piazza IOG. Dall’altro, un’esperienza per testare Prodigio e Prodigio Pro.
IL TALK
PRATICANTI ESCURSIONISMO
Durante la presentazione, si è voluto mettere in evidenza come l’escursionismo in montagna rappresenti un fenomeno molto più ampio rispetto al trail running. In quest’ultimo, esistono eventi iconici come l’UTMB, che riescono a radunare fino a 10.000 persone in un singolo luogo. L’escursionismo, al contrario, coinvolge milioni di persone, spesso in gruppi più piccoli, come coppie, famiglie o singoli escursionisti, ed è distribuito su una miriade di sentieri e territori. Per questo è più difficile da “fotografare” in un singolo evento, ma il volume di partecipazione è decisamente maggiore.
Un punto centrale del discorso è stato chiarire che il mountain hiking non è semplicemente “andare in montagna”. Si
tratta in realtà di un’attività molto ampia, che comprende escursioni nei parchi nazionali, percorsi iconici come il Cammino di Santiago, sentieri nei pressi delle città o itinerari in territori rurali. La montagna, quindi, è solo un punto di partenza simbolico: l’hiking moderno è un’attività che può svolgersi praticamente ovunque.
I dati del mercato statunitense parlano chiaro: ci sono circa 47 milioni di persone che praticano regolarmente escursionismo, pari al 13,5% della popolazione. A livello globale, si stimano circa 300 milioni di appassionati. In Europa, dove la popolazione è di circa 700 milioni, oltre 50 milioni praticano hiking, con tassi di partecipazione molto alti in Paesi come Francia e Italia. Questi numeri dimostrano quanto l’escursionismo sia radicato e in crescita.
Tra le motivazioni che spingono le persone a fare hiking, quella più diffusa riguarda i benefici per la salute. Camminare in natura consente di bruciare circa 500 calorie all’ora, ma oltre all’aspetto fisico, aiuta a ridurre lo stress e a migliorare il benessere mentale. L’escursionismo è un’attività inclusiva, accessibile a molti, che favorisce uno stile di vita sano. È anche un’opportunità per riconnettersi con la natura, con effetti positivi sulla qualità della vita.
HIKER IN
60%
tra i 18 e i 44 anni
DI CUI
20% tra i 25 e i 34 anni
L’analisi demografica mostra che circa il 60% degli escursionisti ha tra i 18 e i 44 anni. In particolare, la fascia 25-34 anni rappresenta circa il 20% e viene definita come quella dei “giovani adulti”: persone che lavorano, hanno famiglia, ma restano dinamiche e aperte a nuove esperienze. Gli escursionisti più esperti hanno mediamente intorno ai 45 anni.
Una delle tendenze più recenti riguarda l’escursionismo urbano, che ha visto una crescita del 35% negli ultimi anni, soprattutto nel periodo post-pandemia. In questo segmento, la partecipazione femminile è aumentata significativamente: negli ultimi cinque anni si è registrato un incremento del 20%. L’hiking è diventato sempre più un’attività familiare: il 25% delle persone cammina con bambini, zaini porta-bimbo o in compagnia di amici e parenti, confermando il suo carattere sociale e inclusivo.
Tobias Gramajo, footwear product manager mountain running e hiking
Anche le distanze percorse variano in base al livello di esperienza: gli escursionisti esperti coprono mediamente 11 chilometri per uscita, mentre i principianti o quelli occasionali si fermano intorno ai cinque chilometri. Interessante notare che, in media, il dislivello è piuttosto contenuto. Al contrario, chi frequenta la montagna per escursioni tecniche può affrontare anche mille metri di dislivello.
La Sportiva ha identificato tre principali categorie di escursionisti. I “backpackers” sono coloro che fanno trekking di più giorni e portano zaini da almeno 30 litri, dotati di supporti e sistemi di carico più avanzati. Gli “escursionisti giornalieri” sono quelli che camminano per una giornata intera: anche loro usano zaini da circa 30 litri, ma con caratteristiche più leggere e dinamiche. Infine, ci sono gli “escursionisti veloci” o “speed hikers”, che scelgono uscite brevi, da una a sei ore, e necessitano di equipaggiamento leggero e altamente flessibile per mantenere velocità e agilità sui sentieri.
Guardando al mercato delle calzature, negli Stati Uniti la categoria più diffusa sono gli scarponi da hiking di tipo mid- o high-cut, che rappresentano il 65% delle vendite. Il 90% degli escursionisti americani utilizza scarpe tecniche specifiche, non semplici sneakers. In Europa, la tendenza è leggermente diversa: si preferiscono modelli più leggeri e bassi (low-cut), soprattutto tra i principianti.
In conclusione, il mercato dell’escursionismo si sta evolvendo verso una maggiore inclusività, varietà di praticanti e specializzazione nei prodotti. L'obiettivo è rispondere a esigenze sempre più diversificate, puntando su tecnologia, comfort e sostenibilità.
LA RISPOSTA
La nuova Ultra Raptor 3 è la terza edizione dell’iconica calzatura da hiking del brand che si evolve mantenendo il suo dna e risponde oggi a un camminatore non solo tecnico e di montagna ma dinamico e versatile (caratteristiche tecniche nella nostra Preview SS 26).
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LA SPORTIVA’S WORLD
The brand made a strong impression at ORBDAYS with two stands: one showcasing the SS 26 collections and the other dedicated to meetings with clients and suppliers. The spotlight was on hiking and mountain running, with the debut of the Ultra Raptor 3 and Prodigio 2, set to launch in spring 2026. Key activities included a talk on the evolution of hiking and a test run on the trails of Riva del Garda with the Prodigio Pro, currently part of the collection. During the talk, it emerged that hiking engages 300 million people worldwide, with over 50 million practitioners in Europe alone. It is an inclusive activity, offering both physical and mental health benefits. Urban hiking is on the rise (+35%), as is female participation. Distances range from 5 to 11 km, with three main hiker profiles: backpackers, day hikers, and speed hikers. While mid/high-cut footwear dominates in the U.S., low-cut models are more popular in Europe. La Sportiva is meeting these trends with products focused on comfort, performance, and sustainability.
LA MOUNTAIN RUNNING EXPERIENCE
Ritrovo alle 7:30 di lunedì mattina allo stand La Sportiva, pronti per vivere una corsa in compagnia guidata da Tobias Gramajo.
La run si è sviluppata sui sentieri che portano al Bastione e che offrono una meravigliosa vista sulla città. Ai piedi dei partecipanti le Prodigio Pro
PRODIGIO PRO – SS 25
Una calzatura da mountain running per tutti coloro che ricercano un prodotto preciso e reattivo durante gare e allenamenti.
Progettata per ultramaratoneti e trail runner che vogliono battere sempre nuovi record, è realizzata con intersuola XFlow Speed che migliora il rimbalzo e assorbe gli urti aumentando la potenza a ogni passo.
L’innovativa tecnologia Power Wire con Wrapping System migliora fit, stabilità e trasferimento di potenza per regalare la spinta necessaria sulle lunghe distanze.
ll collare in maglia avvolge e supporta la caviglia evitando che entrino sassolini.
Per donare ancora più sicurezza e stabilità sui sentieri difficili, la calzatura presenta una protezione in gomma nella zona del metatarso: questi inserti laterali proteggono il mesopiede, così da poter conquistare anche i terreni più accidentati senza preoccupazioni.
La Sportiva, Ultra Raptor 3
IL GIUSTO FEELING CON LA ROCCIA
È il primo passo per innamorarsi dell’arrampicata e poi diffondere il verbo, ma per farlo bisogna innanzitutto fidarsi della propria attrezzatura. Wild Country, Evolv e Petzl hanno organizzato un’uscita apposita nella falesia dei Massi di Prabi di Benedetta Bruni
Il vantaggio principale di svolgere la fiera a Riva del Garda, è quasi superfluo dirlo, ma è proprio la location: una varietà unica in termini di sentieri, gradi e pendenze, lago e montagna, perfetta per praticare diversi sport e tutti nel loro contesto ideale. A livello di arrampicata, poi, è vicina ad Arco, la Mecca italiana per la scalata su roccia, ed è proprio nella falesia dei Massi di Prabi che Wild Country,
RICCARDO HUMAR - DIRETTORE COMMERCIALE
E MARKETING PETZL ITALIA
Il test in falesia è stato un’ottima occasione per far provare ai professionisti del settore i nostri ultimi assicuratori. In un periodo dove l’utilizzatore finale si informa online sulle caratteristiche e sulla scelta dei prodotti, credo che sia ancora più importante formare i nostri rivenditori affinché siano in grado di fornire i giusti consigli ai loro clienti. In questo modo saranno in grado di offrire gli strumenti più appropriati alle differenti esigenze degli utilizzatori. Questo test ha rappresentato per noi l’opportunità per far toccare con mano sia il nostro ultimo assicuratore uscito sul mercato, il Neox, sia il nuovo GRIGRI+, che sarà disponibile dalla primavera del 2026. Quest’occasione di condivisione si è rivelata anche un’opportunità per ascoltare i feedback di persone che, oltre a essere dei professionisti, sono anche degli appassionati. Alla fine, chi ha provato il Neox ne è uscito estremamente soddisfatto, sia salendo da primi che da secondi, e qualcuno ha anche voluto provare a tenere una caduta. A fronte di tutti questi test, chi aveva dei preconcetti in merito si è ricreduto, scoprendo nel Neox un prodotto estremamente sicuro e di facile utilizzo. Per quanto riguarda l’evoluzione del GRIGRI+ sono stato decisamente soddisfatto nel ricevere feedback positivi che sottolineano la maggior facilità di utilizzo e di comprensione rispetto all’attuale versione, confermando gli obiettivi che Petzl si è prefissata in merito all’aggiornamento di questo strumento.
WILD COUNTRY
TEREZA VAISOVA - MARKETING MANAGER PATRICK ZUBLASING - BRAND MANAGER DI WILD COUNTRY
Insieme, Wild Country ed Evolv coprono l’intera gamma di attività e avventure verticali offerte dal mondo dell’arrampicata di oggi. Wild Country porta con sé una lunga tradizione e innovazione tecnica nell’attrezzatura climbing – dai friend e dispositivi di protezione agli imbraghi e caschi – rendendola un punto di riferimento nelle discipline più tecniche e nella community degli scalatori. Inoltre, il brand propone un abbigliamento moderno, fresco e comodo nei movimenti, perfetto per ogni occasione: dalla palestra alla città fino alla falesia. Evolv, invece, è un marchio di riferimento nel settore delle scarpette ad alte prestazioni, in particolare per il bouldering e lo sport climbing – due segmenti in forte crescita, soprattutto tra più giovani e nei contesti urbani. Insieme, i due brand offrono una risposta completa alle esigenze degli arrampicatori di oggi, costituendo una combinazione ideale per una scena dell’arrampicata sempre più varia ed evoluta – dalla sala boulder alle big wall.
Evolv e Petzl hanno offerto l’opportunità di testare la loro attrezzatura, insieme ad alcuni rappresentati di Petzl Italia – la Guida Alpina e atleta del marchio Federica Mingolla, la climbing country manager Petzl Italia Laura Giunta e il direttore commerciale e marketing Riccardo Humar – e di Evolv e Wild Country – Edoardo Zago, product manager technical hardware per Wild Country.
LAURA GIUNTA - CLIMBING COUNTRY MANAGER PETZL ITALIA
FEDERICA MINGOLLA - ATLETA PETZL
In montagna come in falesia o tra le mura di una palestra d’arrampicata percepiamo spesso il bisogno, da parte di chi si avvicina a questo sport, di essere formati e informati su tutta l’attrezzatura, che è di fatto alleata preziosa e indispensabile per praticare diverse attività in sicurezza. Piccole curiosità, frutto dell’esperienza di chi utilizza in modo assiduo come noi rinvii, imbraghi, caschi e assicuratori, possono rivelarsi strategiche per tutti coloro che magari sono alle prime armi o per gli stessi rivenditori, che amano essere sempre aggiornati, per rispondere nel migliore dei modi alle aspettative di un mercato sempre più esigente. I test prodotto degli Outdoor & Running Bussines Days di Riva del Garda sono in tal senso sempre delle occasioni da non perdere e da coltivare, sia per i rivenditori che per le aziende ma anche per gli atleti, perché è dal confronto, in particolare quello che va in scena sul terreno di gioco –quest’anno una falesia nel cuore di Arco, Mecca dell’arrampicata italiana – che nascono spesso le idee migliori e si possono percepire le nuove e diverse necessità di un’attività che da sempre cresce grazie a chi la pratica ogni giorno, continuando a fare di questo sport uno stile di vita.
THE PERFECT FEELING WITH THE CRAG
At the Outdoor & Running Business Days in Riva del Garda, climbing brands Wild Country, Evolv, and Petzl offered hands-on gear testing in the iconic setting of Arco’s crags. Participants, including athletes and industry professionals – such as Laura Giunta, Federica Mingolla, Riccardo Humar for Petzl and Edoardo Zago for Wild Country and Evolv – tried out new products like the Session Harness 2.0, Petzl’s Neox and Grigri+, and Evolv’s Defy climbing shoes. The event emphasized the importance of direct experience for retailers and end users alike, enabling valuable feedback, technical training, and insight-sharing – essential for supporting a growing, evolving climbing community across all levels and disciplines.
PETZL
ENGLISH VERSION
Federica Mingolla
Si sa, l’attrezzatura da usare in falesia non è poca ed è tutta essenziale. Per questo i tre brand hanno proposto un’ampia gamma di prodotti tra imbraghi, assicuratori, caschi e scarpette con cui vivere questa esperienza verticale in totale sicurezza
Wild Contry ha innanzitutto messo a disposizione il Session harness 2.0 M e W, la versione aggiornata dell’imbrago best seller, perfezionato con un mesh più traspirante e tessuto nylon ripstop resistente all’abrasione, oltre a una soluzione specifica per l’anatomia femminile nella versione da donna quale il Woman Specific Fit. Oltre a questo, i partecipanti hanno potuto testare il Movement Belay Device, un dispositivo di assicurazione geometricamente assistito, che ottimizza l’ergonomia della presa e implementa zone di grip con texture aggressiva per massimizzare la durabilità del dispositivo. Infine il Session Helmet, il casco più leggero del range
Wild Country (200 g taglia S/M), con tecnologia EPP e un inserto superiore in EPS per ridurre lo spessore sul top, e uno shell in policarbonato per massimizzare la resistenza alla penetrazione.
Dal canto suo, Petzl ha partecipato con la nuova versione del celebre GRIGRI+, l’assicuratore marchio di fabbrica del brand, con bloccaggio assistito per l’arrampicata da primo e in moulette, maniglia antipanico e modalità Assist+ per recuperare corda più facilmente. Inoltre, l’occasione è stata ideale per testare anche Neox, assicuratore pensato per agevolare l’arrampicata da primo, con bloccaggio assistito e ruota integrata per uno scorrimento estremamente fluido della fune, ideale per dare rapidamente corda all’arrampicatore.
Infine, tra i vari modelli di scarpette di Evolv era presente anche la nuova Defy: con un ottimo bilanciamento tra comfort, versatilità e prestazioni, ha una tomaia in materiale sintetico e traspirante, chiusura a velcro e una suola in gomma TRAX SAS da 4,2 mm. La forma asimmetrica e la costruzione morbida la rendono adatta all’uso quotidiano, sia in palestra che in falesia, diventando dunque ideale per arrampicatori di tutti i livelli.
• 5 anni di garanzia
• Materiali elastici
• Elevato comfort di vestibilità
• Finitura idrorepellente senza PFC
• Asciugatura rapida grazie alla tecnologia dryprotec I
SPECIALE ORBDAYS - EXPERIENCE
ESPANSIONI VINCENTI
Joma sta puntando con decisione sull’ingresso in Italia nel trail running grazie a una linea off-road diversificata e alla recente sponsorship dell’atleta
Caterina Stenta, protagonista a ORBDAYS
di Benedetta Bruni
Per l’11esima edizione della fiera di Riva del Garda, Joma ha coinvolto una delle atlete più forti del panorama italiano: Caterina Stenta, recentemente entrata nel team in qualità di atleta. La runner, che proviene dal mondo degli sport acquatici e due volte finalista Golden Trail, dall’ufficialità della sponsorizzazione ha già collezionato diverse vittorie e podi in gare nazionali e internazionali: tre primi posti alla Run for Life Monza, Istria by UTMB 24K e alla Mezza Maratona di Trieste, un terzo gradino alla Dolomiti Beer Trail e un quinto posto ai campionati italiani Fidal Trail corto all’Oasi Zegna 35 km. Per celebrare questo inizio di stagione e presentare la nuova collezione off-road, Joma ha organizzato due eventi collaterali: domenica 25 Marco Piccolo, category manager trail running per la filiale italiana, ha presentato le calzature della collezione Trail insieme a Caterina. A seguire, un aperitivo solidale a favore della APS Intensivamente Insieme, che supporta la Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale San Gerardo di Monza, e la consegna delle scarpe per la run di 5 km che si è tenuta la mattina dopo sul trail del Bastione, in collaborazione con Julbo e Gabel.
LA COLLEZIONE TRAIL RUNNING DI JOMA
Gli ORBDAYS sono stati un primo test per raccogliere i feedback del mercato italiano, ascoltando le voci autorevoli di negozianti e atleti. Durante la run, i partecipanti hanno potuto apprezzare la comodità delle calzature della linea trail running, ovvero le TR-6, TR-7 e TR-8. Il primo modello, la scarpa di Joma performante per antonomasia, si è distinta per la sua piastra in carbonio (la stessa della R-1000) non troppo rigida ma facilmente percepi-
>> L'IN TERVISTA
CATERINA STENTA, TRAIL RUNNER
>> Il feeling delle scarpe utilizzate e la partnership appena avviata
Com’è andata la run a ORBDAYS?
Credo che sia andata molto bene. C’erano persone di tutti i livelli, il che è stato utile per avere feedback diversi. La corsa che abbiamo proposto era perfetta perché aveva diversi tipi di terreno: asfalto, sterrato, sentieri e anche qualche pezzo tecnico, oltre che svolgersi in un bellissimo contesto con vista sul lago di Garda. I partecipanti erano entusiasti e hanno dato diversi riscontri sulle calzature, tra cui alcune critiche costruttive. Agli ORBDAYS ho avuto anche occasione di conoscere di persona le disegnatrici dei capi Joma, che lavorano in Italia e con cui ho scambiato alcune idee per sviluppare qualcosa di nuovo, ma anche le altre persone dietro la filiale italiana, oltre Marco ovviamente, e sono tutti molto professionali, simpatici e aperti.
Quali scarpe Joma usi e per quali distanze o tipologie di corsa?
Della linea Trail uso le TR-5 e 8 in allenamento, le TR-7 e TR-6 sia nei training che in gara. Negli allenamenti a ripetute sui sentieri uso spesso le TR-6 per sfruttare la piastra in carbonio, mentre per collinari, lenti o corse di recupero preferisco le TR-7, TR-5 e 8, queste ultime specialmente quando allungo un po’ le distanze (30-40 km). Quest’anno in gara ho usato sempre le TR-7 per terreni tecnici o fangosi (per la Dolomiti Beer Trail e
bile dal primo all’ultimo passo, che garantisce propulsione anche in percorsi di media-lunga distanza senza perdere in comodità. La TR-7 è invece spiccata come una proposta dall’animo polivalente, con una tassellatura realizzata per i terreni fangosi ma che si adatta anche alle rocce asciutte, sempre garantendo fluidità e stabilità nell’appoggio grazie al phylon anteriore e alla mescola Fly Reactive posteriore. Infine, la TR-8 è pensata per essere indossata molte ore e percorrere svariati chilometri: per questo è stata particolarmente apprezzata la protezione della Fly Reactive e del phylon anteriore, che grazie a una densità importante garantisce un’ammortizzazione ad altissimi livelli.
ENGLISH VERSION
WINNING EXPANSIONS
At the 11th edition of the Riva del Garda fair, Joma unveiled its new trail running collection, featuring elite athlete Caterina Stenta. Twice a Golden Trail finalist, recently Stenta joined Joma to support its expansion in Italy and contribute to shoes development. At ORBDAYS, the athlete and Marco Piccolo, Joma Italia’s trail running category manager, presented the offroad collection that participants then tried the next morning, during a 5K trail run facing the Garda Lake. People tested the TR-6, TR-7, and TR-8 shoes, providing valuable feedback. Stenta praised the collaboration, highlighting the brand’s innovation, athlete involvement and mutual motivation.
la Noli Golden Trail World Series) e le TR-6 per gare un po’ più “corribili” (nell’Istria by UTMB 21 km).
La collaborazione tra te e Joma è iniziata da poco, perché vi siete scelti e che direzione prenderà il vostro percorso?
Sì, ho firmato a inizio 2025 e sono molto contenta della mia scelta e del rapporto che si sta creando con il marchio. Joma è un’azienda spagnola grande, che nel trail sta investendo molto e ha tanta voglia di fare, ascoltare gli atleti, sviluppare nuovi prodotti con i loro feedback. Mi avevano contattato a fine 2024 perché volevano espandersi in Italia, e dopo esserci conosciuti ho deciso di iniziare questa nuova avventura e lasciare Salomon Italia. Poter collaborare a stretto contatto con l’azienda, contribuire nella realizzazione dei prodotti, essere supportata in molti aspetti, potermi dedicare a questo tranquillamente e professionalmente e avere la possibilità di far crescere la filiale italiana sono tutti elementi che mi danno molta motivazione. Da subito mi sono sentita supportata, il team di atleti internazionale è molto forte e anche questo per me è uno stimolo. Coi prodotti, sia scarpe che vestiario, mi sto trovando molto bene e la scelta è molto vasta. Con il brand farò sia gare nazionali che internazionali, e in più collaboro con Marco per far conoscere sempre di più Joma in Italia: per esempio di recente il Grubla Trail di Trieste, la mia città, è stato sponsorizzato dal marchio.
Joma TR-8
Durante gli Outdoor & Running Business Days, i-eXe ha organizzato una corsa-test di 5 km in collaborazione con Merrell, Julbo e Leki. Un’esperienza tecnica e relazionale, tra prodotti innovativi e panorami unici
di Pietro Assereto
Sabato 25 maggio, alle ore 17.00, gli Outdoor & Running Business Days di Riva del Garda hanno ospitato uno degli appuntamenti più dinamici e partecipati del weekend: il running test organizzato da i-eXe in collaborazione con Merrell, Julbo e Leki. Un’iniziativa pensata per far vivere direttamente a negozianti e operatori del settore l’innovazione dei brand attraverso una corsa immersiva in un contesto naturale d’eccezione.
La formula dell’evento è semplice quanto efficace: una corsa di 5 km con destinazione Tenno, comune arroccato sulle colline sopra Riva del Garda, accompagnati dai Tech Rep delle aziende partner, pronti a rispondere a dubbi, curiosità tecniche e confrontarsi in tempo reale con chi i prodotti li distribuisce ogni giorno. Un’occasione preziosa per toccare con mano materiali, tecnologie e soluzioni di design che stanno cambiando il mondo del trail e del running. I partecipanti hanno potuto testare i capi tecnici i-eXe, noti per l’approccio scientifico alla compres-
IL GIUSTO MIX TECNOLOGIA IN MOVIMENTO
sione e alla termoregolazione, le scarpe da trail running firmate Merrell, la protezione visiva avanzata di Julbo e i bastoncini altamente performanti di Leki, perfetti nei tratti con dislivello. Oltre al valore tecnico, il running test ha messo in luce un altro elemento fondamentale del mondo outdoor: la connessione umana. Correre insieme, confrontarsi su esperienze concrete, scambiarsi feedback in presa diretta ha dato vita a un clima di col laborazione autentica tra brand e rivenditori, rafforzando quel senso di community che rappresenta il cuore pulsante di eventi come questi. Come bonus, i primi 30 iscritti hanno ricevuto in omaggio l’Explorer Bag da 60 litri, ideale per ogni avventura, dalla montagna alla città. Un format vincente, capace di coniugare performance e storytelling, tecnica e relazione. E soprattutto, un esempio concreto di come l’esperienza attiva sul campo possa diventare un potente strumento di formazione, promozione e fidelizzazione.
La Gravel Run di Salomon ha portato i partecipanti tra strada e sterrato alla scoperta di Riva del Garda. Un evento che ha combinato prestazione, contatto con il territorio e confronto diretto con i brand di Pietro Assereto
Domenica 26 maggio, durante la seconda giornata degli Outdoor & Running Business Days di Riva del Garda, ha preso vita uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati del running e dai professionisti del settore: la Gravel Run by Salomon. Un evento che ha saputo unire l’anima tecnica della corsa con l’esperienza visiva ed emozionale del paesaggio gardesano. Il percorso, progettato per alternare tratti su asfalto e segmenti di sterrato, ha saputo esaltare le caratteristiche di versatilità tipiche delle calzature Salomon, portando i partecipanti a esplorare alcuni dei luoghi più panoramici di Riva del Garda. Il risultato è stato un viaggio a ritmo di corsa tra natura, performance e condivisione.
Pensata come una vera e propria “experience run”, la Gravel Run ha coinvolto un pubblico variegato di negozianti, buyer e operatori del settore, tutti accomunati dal desiderio di vivere sul campo i prodotti in test, confrontarsi e conoscere più da vicino la filosofia del marchio. Durante l’evento, i partecipanti hanno potuto provare sul tracciato non solo le scarpe Salomon, ma anche i bastoncini Leki, un plus apprezzatissimo nei passaggi più tecnici o con dislivello. Un dettaglio che ha arricchito l’esperienza rendendola ancora più completa e funzionale al contesto outdoor. A fine corsa, tutti hanno ricevuto in omaggio una calza tecnica e colorata firmata BV Sport, un piccolo ma curato gadget che ha aggiunto un tocco di personalizzazione all’iniziativa, lasciando un ricordo concreto dell’esperienza.
La Gravel Run si è confermata un format vincente: semplice nella struttura, ma ricco nei contenuti. Un’attività capace di trasmettere sul campo il valore della tecnica, della ricerca e dell’innovazione, ma anche quel senso di libertà e scoperta che è alla base di ogni vera esperienza outdoor. Un’occasione perfetta per fare networking, testare i prodotti e – perché no – godersi anche la corsa, il paesaggio e la passione condivisa.
DALLA PORTA DI CASA, DIRETTAMENTE AL SENTIERO
A Riva del Garda la nuova Dynafit Trail ha dato prova della sua versatilità: comoda sull’asfalto fuori dal polo fieristico, performante e leggera quando si arriva sul sentiero in montagna
di Benedetta Bruni
Tra le attività proposte da Dynafit alla fiera di Riva del Garda, con un vero e proprio risveglio muscolare il lunedì mattina è stato possibile testare la scarpa Trail in uno dei percorsi che affacciano sul lago prima di tuffarsi nel bosco, offrendo dunque la possibilità di provare la calzatura su diversi tipi di terreno e pendenze. La corsa è stata guidata da Frederik Claes, product manager di Dynafit, che si è preso un momento per illustrare le caratteristiche dei prodotti. Al termine della run, i partecipanti si sono ritrovati allo stand del marchio per una colazione e per approfondire anche le altre proposte.
DYNAFIT TRAIL
La nuova Dynafit Trail è una scarpa pensata per chi vive in città e deve quindi percorrere qualche chilometro su strada prima di raggiungere i sentieri. Il risultato è una scarpa molto leggera e comoda, ma anche versatile e adatta a qualsiasi terreno grazie alla suola Vibram XS Trek e alla combinazione di intersuola SpeedLITE e soletta in ETPU, che garantiscono una massima ammortizzazione insieme a un ottimo ritorno di energia, in combinazione a una maggiore durabilità per utilizzi su terreni asfaltati. La Dynafit Trail porta il runner dalla porta di casa ai suoi sentieri preferiti con il massimo comfort, senza rinunciare alla performance.
TRA
IL TRAIL RUNNING SECONDO IL
MARCHIO
Dynafit è sinonimo di performance, un brand di atleti per atleti. Ma la performance non è solo velocità: è anche forza di volontà. Per il marchio, un atleta non è solo la persona più veloce sul sentiero. È chiunque sia determinato a superare i propri limiti, ad andare oltre, a salire più in alto e a sfidare sé stesso ogni volta che mette piede fuori casa. Anche per questo, Dynafit si rivolge ai trail runner ambiziosi. Come marchio nato in montagna, viene trainato dal desiderio di offrire a chi pratica sport di resistenza outdoor un sistema più efficiente, 365 giorni all’anno, in estate come in inverno, dalla testa ai piedi. E non importa dove si vive, che sia in riva al mare o in alta montagna. Ciò che conta è la mentalità: la voglia di uscire, correre e vivere la montagna e la performance nel proprio modo.
NATURA E TECNOLOGIA
La domenica pomeriggio è stata animata da un trekking alla scoperta del territorio insieme alla scarpa NXT di Salewa di Sara Canali
Domenica, alle ore 17, Salewa ha invitato tutti a un hike guidato da Sergio Fiorio di X-Mountain. Un’occasione per scoprire il territorio e la sua vegetazione attraverso le spiegazioni della Guida, ma soprattutto per testare la scarpa della collezione SS 25 NXT. Nell’uscita promossa dal brand bolzanino era presente anche William Starka, product manager footwear, che ha colto l’occasione per raccontare l’utilizzo ideale della calzatura e come è necessario indossarla per avere la migliore performance possibile. Nel corso delle due ore di cammino sul tracciato di Tenno, sono state tante le occasioni per vivere a pieno il connubio di tecnologia e natura per un trekking partecipato e panoramico.
“La collezione Salewa Wildfire NXT è la scarpa da approach più versatile che abbiamo mai creato. È il perfetto ibrido tra precisione e grip nella zona dell'avampiede e comfort ammortizzato sul tallone, per accompagnarti sia in passaggi tecnici che in tratti più scorrevoli. Grazie al suo design ibrido tra approach e speed hiking, è ideale per chi cerca una soluzione unica per muoversi con agilità e sicurezza su terreni misti, dalle rocce ai sentieri”
William Starka, product manager footwear
“Il Garda Trentino è un paradiso per l’attività outdoor: biodiversità, lago, montagna e fiumi. Il posto ideale per il turismo ‘attivo’ di qualsiasi livello. Storia, cultura ed enogastronomia completano il pacchetto” Sergio Fiorio, Guida Alpina
Sopra, Sergio Florio, alla guida del gruppo
PICNIC
Alle origini dell’outdoor la ricetta della pace
a cura di Marrano
Certo, parlare di svago e di rigenerazione nella natura di questi tempi pare essere alquanto imbarazzante e fuori luogo. I fatti di cronaca politica ci inchiodano a una realtà spaventosa, nel senso proprio del termine, cioè che spaventa per il presente e per il futuro. La parola guerra non è oggi sulla nostra bocca come sinonimo, per dare enfasi a un semplice stato di tensione, tipo la guerra quotidiana nella routine casa, lavoro, famiglia; la guerra per il traffico in autostrada o altre simili banalità. Oggi se ne parla perché il mondo è davvero in guerra. Altro che perifrasi!
Così noi, figli di un mondo di pace, così lontani dai luoghi in cui la vita è appesa a un filo, impegnati nel programmare la prossima corsetta in montagna o a sognare la neve polverosa dell’inverno giapponese, ci troviamo a riflettere su cosa ci stia accadendo intorno e sul perché si stia andando in questa direzione. Perché non bastava l’impegno sistematico dell’uomo nel compromettere la salute del proprio ambiente di vita, a noi tanto caro; ora ha deciso di passare a un livello superiore e di eliminare fisicamente se stesso, chiudendo in questo modo il cerchio di un’insensata deriva autodistruttiva. Altro che sostenibilità!
E, allora, di cosa vogliamo parlare in un momento tanto spaventoso in una rubrica tanto discutibile? Ci ho pensato su e mi è venuta in mente la cosa più in antitesi con tutto il marasma di questo tempo: possiamo parlare del picnic!
Mi scuso con i pochi lettori di questo articolo, ma il mio insostenibile istinto alla banalità mi spinge a ragionare per paradossi, immaginando che forse un po’ di svago nella natura farebbe bene anche ai “capoccia” che oggi si scannano e ci scannano con le loro cazzo di bombe, raccontandoci che lo fanno per mantenere la pace. La pace...
La pace è una giornata nei boschi, sulle rive di un lago, in un pascolo di montagna o sulla cima di una montagna, nel silenzio dell’alba rotto solo dal suono del vento. Cari signori, che dall’alto delle vostre miserabili vite rompete i coglioni a tutta l’umanità, questa, descritta in poche parole, è la condizione che porta alla pace, non quella imposta dalle vostre furbe regole o dalle bombe che massacrano bambini, donne e uomini inno-
centi catalogati come danni collaterali della vostra incapacità di mostrare gioia e rispetto per la vita.
“Mettetevi seduti sull’erba e riscoprite il piacere di un semplice picnic" è il messaggio forte di oggi. Distesi mollemente su un prato a contemplare la natura ritrovereste forse il piacere di dialogare in modo sereno, magari a fianco di una ninfa delle selve, in una prospettiva di amore, anziché di odio.
“Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza, perché volevo conoscere e gustare fino in fondo il piacere della vita”, ci suggerisce uno che la sapeva lunga, ma quell’insegnamento purtroppo ha fatto poca strada e certo non ha fatto breccia nel cuore di chi contrabbanda da sempre l’idea della sfida come presupposto dei meccanismi dello sviluppo. A muovere lo sviluppo, di una persona o di una civiltà, non è una sfida. È il desiderio di conoscenza del mondo e dell’altro. A muovere lo sviluppo non è una gara contro il tempo, ma il bisogno di scoprire qualcosa di nuovo, una nuova esperienza. Non c’è sviluppo nello scontro e nella competizione. C’è solo, per una delle due parti o per se stessi, l’esperienza della sconfitta e con essa il desiderio di rivalsa che, portato all’estremo, si traduce in vendetta o autolesionismo.
Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza, perché volevo conoscere e gustare fino in fondo il piacere della vita e non per competere contro me stesso, per lasciare alle spalle lo stress e non per rigenerarlo, io vorrei aggiungere.
La poetica del picnic farebbe un gran bene anche ai tanti appassionati “sportivoni” dell’ambiente che, tra un’esperienza estrema e l’altra, da raccontare sui social con l’inseparabile birretta fra le mani e con la garanzia di un pronto intervento del soccorso alpino in caso di necessità, imparerebbero a fare pace con se stessi, mettendo da parte il cronometro e l’ansia da prestazione per ritornare padroni del proprio tempo.
Con il picnic, nella sua semplicità, torniamo infatti alle origini. Siamo all’essenza dell’autentico spirito outdoor e al kick off, direbbero i più raffinati, dell’esperienza di contatto con la natura. Che, appunto, non è una sfida, ma un bisogno di vera armonia, rigenerazione e, in una parola, di pace.
*Lafuori. Una pagina pubblicitaria in meno, uno spunto di riflessione in più. Lafuori non è un nuovo brand outdoor fondato da due giovani mountain runners appassionati di climbing. Non è l’account Instagram di un influencer. Non è nemmeno il nome di una falesia segreta di un’isola sconosciuta del Mediterraneo o di un hotspot di Hokkaido dove cade la neve più polverosa del mondo. Lafuori è il titolo del contro editoriale di Outdoor Magazine. Un racconto libero e disincantato dell’outdoor scritto sotto mentite spoglie.
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Massimo controllo e agilità per tenere un ritmo sostenuto anche sui terreni più accidentati, dove sporco e detriti non sono un problema grazie al collarino in tessuto. Performance da mountain running, protezione da hiking: è solo questione di punti di vista.