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DATI & STATISTICHE
12 I Il quinto report annuale di McKinsey & Company
PUNTO IOG
14 I Outdoor Scenario, tra formazione e dialogo
EVENTI
15 I Forum by Italian Outdoor Group: chi è il consumatore outdoor?
INTERVISTE
16 I Lena Haushofer, exhibition director ISPO
18 I Christoph Engl, ceo Gruppo Oberalp
21 I Sara Barbieri, brand manager di Keen Italia
22 I Elisabetta Montagni, ceo Calze GM Sport
34 I Davide Spaccasassi, slackliner
#MONTURAPEOPLE
20 I Alessandro Beber racconta l’arrampicata in Repubblica Ceca
FOCUS TREKKING
24 I Gran Canaria: un’esperienza outdoor tutto l’anno
25 I Con Masters e Columbia tra le trincee del Monte Grappa
FOCUS ALPINISMO
26 I In alta quota con Denis Urubko, ambassador Kayland
FOCUS SKIALP
28 I Nicolò Canclini, pronto per le gare olimpiche
FOCUS TRAIL
30 I Inside the race: serve un salto di qualità
33 I La community di appassionati by Arc'teryx
NUOVE APERTURE
32 I Arc'teryx Milano Brera
VETRINA PRODOTTI
35 I CMP, Gregory, Kayland, Vist
SNOWCORNER
36 I L’ottavo Ski Rental & Retail Summit
INCHIESTA ESCLUSIVA
38 I La Carica dei 101, quarta e ultima puntata
Anno 18 - Numero 4 - 2025
Elisabetta Montagni, ceo Calze GM
Christoph Engl, ceo Gruppo Oberalp
Emergenza inattività, quali antidoti?
Nel mondo dell’outdoor spesso si è abituati a raccontare l’energia o il movimento, lento o veloce che sia. Ma oggi, a guardar bene alcuni numeri, è proprio l’assenza di movimento a diventare uno dei temi centrali per il nostro settore e per il mondo sportivo in generale. Secondo il report Sporting Goods 2025 pubblicato da WFSGI e McKinsey & Company, infatti, globalmente ben 1,8 miliardi di persone non praticano alcuna attività fisica. Il 31% degli adulti è considerato inattivo. Una quota in crescita: nel 2010 era del 26%, e le stime ci dicono che toccherà il 35% entro il 2030.
Un dato decisamente rilevante. Ma c’è paradossalmente anche una buona notizia. Ossia che il nostro comparto – quello sportivo e outdoor – è nella posizione ideale per invertire la rotta. Non solo vendendo prodotti, ma costruendo cultura, comunicazione, valori. La sfida è chiara: allargare il bacino dei praticanti. Talvolta questo può significare cambiare tono e messaggio. Certo, è comprensibile e anche inevitabile parlare agli sportivi più motivati, i quali sono spesso i primi e più assidui clienti dei brand. Ma è pur vero che essi stessi sono spesso meno condizionabili e con capacità decisionali proprie, soprattutto nella scelta dei prodotti. Ecco perché è fondamentale rivolgersi anche a chi ha bisogno di fare il primo passo.
In generale il settore – marchi, distributori, retailer, media, associazioni – dovrebbe parlare di più anche agli inattivi. Con campagne meno muscolari e più inclusive. Con iniziative incentrate su benessere, socialità, semplicità. Non solo prestazione. Il divario oggi è ancora molto netto: da una parte un pubblico attivo sempre più coinvolto (il 50% degli sportivi considera l’attività fisica parte della propria identità e il 25% si allena quasi ogni giorno). Dall’altra una platea davvero ampia di persone tagliate fuori dal movimento. Con tutti gli svantaggi del caso in termini di benessere fisico, mentale e anche economico.
L’OMS stima che l’inattività potrebbe generare oltre 500 milioni di nuovi casi di malattie prevenibili entro il 2030, con un impatto sui sistemi sanitari pubblici stimato in 300 miliardi di dollari.
Ecco perché dopo averne già parlato nello scorso numero con un particolare focus sulla situazione italiana, torniamo ad affrontare questo tema. Che è anche al centro dell’agenda di ISPO: si legga la nostra intervista esclusiva a Lena Haushofer, exhibition director della fiera tedesca, la quale sottolinea come il futuro del settore passi da un approccio meno verticale e più olistico e accessibile, capace di avvicinare le persone allo sport in tutte le sue forme. Il che, a nostro parere, può e anzi deve comunque conciliarsi con la verticalità sui singoli segmenti e discipline. La cui evoluzione contribuisce senza ogni dubbio a diminuire il pigro popolo degli inattivi. Su ogni numero di Outdoor Magazine ne trovate validi esempi, tra le righe di un singolo articolo o in speciali tematici più elaborati. Questo mese è il caso del climbing, al quale come di consueto dedichiamo un intero allegato, come già fatto sullo scialpinismo e sul trail running (e non perdetevi sul prossimo lo speciale cammini).
Partendo sempre dai numeri: oltre 10 milioni di praticanti nel mondo, più di 6,5 miliardi di dollari il giro d’affari previsto entro il 2032, 100 mila tesserati FASI in Italia nel 2025. L’arrampicata indoor in particolare si sta affermando come fenomeno culturale: spazi urbani, comunità giovani e dinamiche, attenzione allo stile e al benessere più che alla performance pura. Le palestre sono ormai diventatie anche luoghi di incontro, appartenenza e stile di vita. Con un nota bene: solo una parte dei praticanti indoor passa poi all’outdoor. Il che può essere da una parte positivo, per evitare situazioni controproducenti e un eccessivo sovraffollamento, specialmente in certi luoghi e situazioni. Ma con i giusti tempi, modi e il buonsenso dovuto al rispetto degli spazi outdoor e della montagna, è sempre auspicabile che un numero maggiore di persone possa approcciarsi all’attività in autentici ambienti naturali. In tutto questo, gli operatori dell’outdoor industry possono e devono essere consapevoli di ricoprire un ruolo davvero fondamentale e centrale: non semplicemente quello di fornire buoni prodotti, ma di promuovere cultura, consapevolezza, stili di vita sani, migliorando da vari punti di vista la vita delle persone.
Benedetto Sironi benedetto.sironi@mag-net.it
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Chiuso in redazione il 29 aprile 2025 Outdoor Magazine @outdoormag_ mag-net-srl
ON HOLDING CAMBIA LEADERSHIP, IL CO-CEO MARC MAURER PIANIFICA LA SUA USCITA
On Holding avrà un unico ceo: Martin Hoffmann. L’azienda ha anche nominato quattro leader senior chiave per rafforzare ulteriormente il team esistente e garantire una leadership continua da parte dei fondatori dell’azienda. Dopo 12 anni, l’attuale co-ceo Marc Maurer ha deciso di lasciare l’azienda per intraprendere una nuova fase della sua carriera professionale. Maurer rimarrà nel suo ruolo fino al 30 giugno 2025, garantendo una transizione graduale, e rimarrà nel consiglio di amministrazione fino a marzo 2026. Martin Hoffmann, co-ceo e cfo, assumerà il ruolo di chief executive officer a partire dal 1° luglio 2025.
CAROLINE CIAVALDINI E JAMES PEARSON
ENTRANO NEL TEAM TOTAL LOOK DI LA SPORTIVA
ANDREA DORIGO È IL NUOVO AD DI TECNICA GROUP
Nel 2025, l’azienda mira a rafforzare e consolidare la struttura del team Sport Marketing, con l’intento di sostenere e potenziare le attività legate al mondo del climbing. In un mercato in rapida evoluzione, con una crescita della domanda e con una comunità di appassionati sempre più ampia e attiva, l’azienda sceglie di investire nella valorizzazione del proprio team di atleti con una nuova organizzazione interna. Caroline Ciavaldini e James Pearson gestiranno il La Sportiva Climbing Pro Team, rispondendo alla figura dello sport marketing & event manager e contribuiranno allo sviluppo della community del marchio grazie alla loro visione internazionale, autentica sensibilità ed eccellente conoscenza del panorama dell’arrampicata.
JOB OPPORTUNITY
Andrea Dorigo torna in Italia dopo oltre 20 anni all’estero, portando con sé una vasta esperienza in ruoli dirigenziali in aziende di rilievo internazionale. Ha ricoperto posizioni di leadership in adidas, Estée Lauder Companies, Luxottica, Oakley e Brooks Brothers. Il suo background sarà fondamentale nel prossimo capitolo di Tecnica Group che si pone l’obiettivo di massimizzare la forza del suo portafoglio di marchi promuovendone la crescita e lo sviluppo sostenibile. Giovanni Zoppas, che ha guidato l’azienda da maggio 2021 come ceo raggiungendo tutti gli obiettivi del suo mandato, continuerà ad affiancare la famiglia Zanatta in qualità di consulente strategico.
JÉRÉMIE BLONDEL NEO CHIEF COMMERCIAL OFFICER DI MAMMUT
Subentrerà dal 1° giugno 2025 a Felix Münnich, che si dimette per motivi personali dopo aver avuto un ruolo fondamentale nel guidare il successo commerciale dell’azienda negli ultimi anni. Porta una vasta esperienza a Mammut, avendo ricoperto recentemente il ruolo di VP delle vendite per The North Face nella regione EMEA. Il suo background di oltre 20 anni nell’industria dell’outdoor e degli sport, con marchi come Vans, Reebok, Five Ten e Nike, unito alla sua visione strategica e forte esperienza commerciale, lo rendono il candidato ideale per guidare le operazioni commerciali e le partnership al dettaglio di Mammut verso una nuova era di crescita e successo.
LOWA Italia è alla ricerca di agenti di vendita plurimandatari/rappresentanti commerciali per ampliare la propria rete sul territorio italiano. Professionisti motivati, con una solida conoscenza del settore sport, outdoor, trail running, professional e una forte propensione alla vendita e alla relazione con i clienti.
Responsabilità principali:
• Gestione e sviluppo del portafoglio clienti nella propria area di competenza
• Acquisizione di nuovi clienti nei canali sport, outdoor, running e professional (militare e forze dell’ordine)
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• Partecipazione a fiere, eventi e incontri commerciali organizzati dal brand
• Monitoraggio del mercato e della concorrenza, con reportistica regolare
Requisiti:
• Esperienza consolidata nel ruolo di agente/rappresentante (preferibilmente nel settore calzaturiero)
• Conoscenza del territorio e dei principali punti vendita della propria area
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Cosa offre LOWA:
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Se sei interessato a collaborare con un marchio internazionale di riferimento nel mondo outdoor e vuoi contribuire alla crescita di LOWA in Italia, invia la tua candidatura (CV e zona di operatività) all’indirizzo: redazione@outdoormag.it
Andrea Dorigo, ceo Tecnica Group
Da sinistra, James Pearson, event manager e Caroline Ciavaldini sport marketing La Sportiva
Jérémie Blondel, chief commercial officer Mammut
L’OUTDOOR INDUSTRIES ASSOCIATION A WESTMINSTER PALACE
L’OIA è stata invitata dal team di Downing Street a portare un piccolo gruppo di leader del settore sportivo e outdoor a incontrare i funzionari governativi in Parlamento. L’incontro ha avuto come obiettivo quello di discutere le strategie per promuovere la crescita economica attraverso un aumento dell’attività fisica, la prevenzione delle malattie e la resilienza della comunità. La consultazione ha evidenziato il ruolo fondamentale che le industrie del mondo outdoor svolgono nel migliorare la salute pubblica e nel sostenere la ripresa economica del Paese. L’incontro ha evidenziato come i settori outdoor e sportivo siano particolarmente posizionati per contribuire a costruire una società più resiliente, in particolare promuovendo l’attività fisica tra i bambini.
LAMUNT APRE IL SUO PRIMO MONOMARCA A MONACO
Il marchio creato con la missione di supportare le donne appassionate di sport di montagna ha appena inaugurato il suo primo store fisico nel cuore pulsante di Monaco di Baviera, in Frauenstraße 30. Con il suo arrivo a Monaco, LaMunt rag giunge un importante traguardo: il brand, che è già presente in oltre 50 punti ven dita in Italia, Germania, Svizzera, Austria e Polonia, consolida la sua presenza in Europa. Il negozio è pensato come uno spazio di incontro, dove le donne unite dalla passione per gli sport di montagna possano incontrarsi, condividere espe rienze e partecipare a eventi esclusivi organizzati dal brand.
RUDY PROJECT ANNUNCIA LA DISTRIBUZIONE DIRETTA IN TUTTA LA SVIZZERA
Rudy Project ha assunto, da inizio 2025, la distribuzione diretta dei suoi prodotti in Svizzera. Il brand, fondato nel 1985 a Treviso e presente in 80 Paesi, è uno tra i lea der mondiali nel campo dell’occhialeria sportiva e dei caschi. Rudy Project è già disponi bile in oltre 150 punti vendita nel territorio elvetico, soprattutto nell’area germano fona, oltre a servire i clienti attraverso l’eshop sul proprio sito internet, accessibile in tedesco, francese e italiano. Vista la forte attenzione del marchio per le solu zioni da vista dedicate agli sportivi, metà dei punti vendita è rappresentata da centri di ottica, mentre il resto da negozi sportivi. È previsto un investimento sulla rete commerciale svizzera, per consoli dare la presenza del brand e avere un rap porto più diretto con i clienti b2b.
PARAGON & MAVEN BACKPACKING PACKS WITH
Dal 1977 Gregory Mountain Products progetta attrezzature che esaltano le tue avventure con prestazioni e design elevati, e il supporto della nostra Garanzia a vita. Grazie ai pannelli FreeFloat elastici la cintura sui fianchi si muove indipendente dal telaio dello zaino e si sincronizza con i movimenti del tuo corpo per un comfort unico.
Da sinistra: Andrew Denton (OIA), Harvey Alexander (Motorhome & Caravan Club), Sam Fernando (Keela), Robert Brigham (Ellis Brigham Mountain Sports), Afzal Khushi (Trespass & Nevisport), Andy Long (Pentland Group), Andy Rubin (Pentland & presidente di WFSGI), Andy McNae (deputato per Rossendale e Darwen), Mark Hammersley (Zoggs), Hugh Brasher (London Marathon Events), Matt Gowar (Equip Outdoor Technologies), Mike Tomkins (MandM Direct), Jonathan Petty (Helen of Troy (Osprey & Hydro-Flask), Jamie Kristow (Outdoor & Cycle Concepts), Stephen Cann (Bollin Group)
GIOCHI OLIMPICI E PARALIMPICI INVERNALI DI MILANO CORTINA 2026: IN GARA ANCHE I BRAND
È questo il nome dell’evento organizzato da Assosport il 9 aprile, in collaborazione con lo Studio Torta e Confindustria Bergamo, che mirava a esplorare vari aspetti legali, economici e strategici legati ai Giochi Invernali di Milano Cortina 2026. Presenti anche Fondazione Milano Cortina, Fondazione Cortina e Banca Ifis. Tra gli argomenti principali di discussione: protezione della proprietà intellettuale, sulla tutela degli elementi distintivi dei Giochi Olimpici e Paralimpici; ambush marketing e uso di testimonial/ambassador, sulle pratiche di marketing senza violare le leggi sulla proprietà intellettuale; legacy di Milano Cortina 2026, con un esame sugli impatti sociali e ambientali dei Giochi e come possono lasciare un’eredità positiva sul territorio; e infine partnership e sponsorizzazioni sportive.
ROCK EXPERIENCE ANCORA MAIN SPONSOR
DELLA UTLAC
Rock Experience si conferma, anche per l’edizione del 2025, main sponsor di UTLAC – Lake Como Ultra Trail, che andrà in scena dal 7 all’11 maggio. Una partnership basata sull’amore per lo sport, sulla promozione del territorio del Lago di Como e sulla sostenibilità. UTLAC è nata nel 2019 con l’ambizioso progetto di dare vita a un evento di corsa in montagna per valorizzare i territori che circondano il Lago di Como. Ammonta a 1.450 il numero dei pettorali “totali” messi a disposizione dal comitato organizzatore e sono già oltre 30 le nazioni rappresentate a UTLAC. Confermate le tre distanze già presenti nella precedente edizione (260, 50 e 30 km), alle quali si aggiunge la gara corta da 15 km, che si snoderà su un percorso completamente nuovo, slegato dagli altri.
ARRIVA IL VIBRAM TEST TOUR CON DYNAFIT: 10 TAPPE IN TUTTO L’ARCO ALPINO
Vibram Test Tour è il tour di eventi proposto da Dynafit in collaborazione con il marchio dell’ottagono giallo. Una serie di appuntamenti presso gli store di 10 dealer dedicata alle novità trail della collezione “Door-to-trail” e al modello Ultra Pro. Il tour è partito il 29 aprile in provincia di Trento, presso Mountain Shop di Cles, e si svilupperà lungo tutto l’arco alpino per i prossimi due mesi. In abbinamento a questa iniziativa, Dynafit ha creato delle connessioni con ospiti speciali e i Trail Hero, per affiancare i partecipanti con esperti e atleti che possano condividere consigli ed esperienze. In ogni evento si potrà testare gratuitamente l’attrezzatura su un percorso studiato appositamente. I tour iniziano alle 17:30 e proseguono con una corsa di 10 km. A seguire energy drink e musica.
I PREMIATI
AGLI ALPI DESIGN AWARDS
TRENTO FILM FESTIVAL: UNO SGUARDO LIBERO SULLE MONTAGNE DEL MONDO
La nuova edizione del Trento Film Festival, dal 25 aprile al 4 maggio, va in scena con 126 film e 165 appuntamenti in programma, ai quali si aggiungono oltre 100 appuntamenti del T4Future, la sezione dedicata alle nuove generazioni. Tanti i protagonisti chiamati a raccontare al pubblico l’Argentina, Paese ospite di quest’edizione. Tra questi, Hervé Barmasse e Camila Raznovich presenti con “Argentina, il viaggio”, mentre “Ai confini del mondo – L’alpinismo esplorativo fra Patagonia e Groenlandia” vedrà dialogare Margherita Granbassi con Matteo Della Bordella. Poi Sean Villanueva O’Driscoll per “The Moonwalk” e ancora Alessandro Gogna, Maurizio Giordani, Igor Koller, Maurizio “Manolo” Zanolla e Federica Mingolla per “Marmolada parete sud”, oltre a tanti altri appuntamenti emozionanti.
Mercoledì 9 aprile a Palazzo Reale, a Milano, ALPI Design Awards ha scelto i suoi vincitori. I premi “Gran Becca” sono assegnati secondo le tre macrocategorie: Architettura e Ambiente, Prodotto e Impresa e Comunicazione e Grafica. Per la prima ha vinto Snorre Stinessen, Snorre Stinessen Architecture (Norvegia) con Cabane du Glacier de Tortin e Haute-Nendaz/Monte Bianco (CH). Per Prodotto e Impresa ha vinto Aldo Anghileri, Avantgarde/Ande (Lecco), con la ciaspola Exploral. Per Comunicazione e Grafica il premio è andato a Valeria Margherita Mosca (Desio - MB) con il sito wood*ing wild food lab. La “Gran Becca d’Oro” alla carriera invece è andata a Gioachino Gobbi (alla memoria) e Maurizio Gallo, Grivel (Courmayeur), e allo scrittore Paolo Cognetti (Milano, Valle d’Aosta, Monte Rosa).
TOPO ATHLETIC MAIN PARTNER DEL CIRCUITO ULTRA TRAIL ITALIA
Topo Athletic diventa main partner del Circuito Ultra Trail Italia, tre gare in tre ambientazioni imperdibili unite per dare vita al circuito: AWtrail 100K, 100 Miglia Monviso e Gran Raid delle Prealpi Trevigiane. La sfida avrà inizio il 17 maggio con quest’ultima, dove il brand sosterrà la GR80 con 4750 D+. Il 13 e 14 giugno, per AWtrail, la competizione regina che avrà come main partner Topo Athletic sarà la Ultra 100K con 5.200 D+. Segue la 100 Miglia del Monviso dal 18 al 20 luglio. Gran finale di stagione per il marchio americano con la presenza, dal 25 al 31 agosto, al villaggio dell’Ultra Trail du Mont Blanc. Per queste gare scenderanno in campo anche atleti del team Topo Athletic come Valentina Michielli, Manuel Bonardi, Mattia Barlocco e Marco Olivieri.
Valentina Michielli, trail runner
AGLI ORBDAYS GRANDE
ATTENZIONE A SOSTENIBILITÀ E RESPONSABILITÀ SOCIALE
Una manifestazione che non solo stimola e supporta il business, ma contribuisce anche al cambiamento positivo nella società attraverso iniziative a favore dell’ambiente e della comunità. È questa la filosofia che muove gli organizzatori dell'evento a promuovere un modello di business che integra valori sociali e ambientali in ogni aspetto dell'attività, cercando di fare la propria parte per contribuire positivamente alla comunità e all’ambiente. Il polo fieristico dell’Alto Garda Trentino che ospita gli ORBDAYS è infatti uno dei primi in Italia a ottenere la certificazione UNI ISO 20121 per la gestione sostenibile degli eventi. Al centro dei dibattiti della due giorni ci saranno temi fondamentali come la compensazione delle emissioni di CO₂ della fiera e la sinergia tra stakeholder per una diffusione della cultura ESG.
FRAMMENTAZIONE DELLE FIBRE
TESSILI: LE CAUSE
Un nuovo rapporto offre per la prima volta approfondimenti basati su dati concreti riguardo alle cause fondamentali della frammentazione delle fibre nei tessuti finiti nell’industria della moda e del tessile. Il report, pubblicato dall’organizzazione scientifica no-profit Microfibre Consortium, presenta i risultati di un’analisi statistica su oltre 1.000 tessuti, identificando le caratteristiche chiave che contribuiscono alla perdita di fibre. Il rapporto completo, Unravelling the Root Causes Behind Fibre Fragmentation in Textiles, è disponibile sul sito web del Microfibre Consortium. Per scoprire come aderire al Microfibre 2030 Commitment e partecipare attivamente al progetto, è possibile contattare 2030@microfibreconsortium.com.
OUTDOOR IMPACT SUMMIT DI EOG: APPROCCI PRATICI ALLA RESPONSABILITÀ
L’European Outdoor Group ha svelato tutti i dettagli del primo Outdoor Impact Summit, che si terrà dal 19 al 20 maggio. Il nuovo evento riunirà l’industria dell’outdoor per esplorare approcci pratici alla sostenibilità, alla responsabilità aziendale e all’impegno della comunità. Inoltre, offrirà l’opportunità di imparare, discutere le tendenze emergenti e rafforzare le partnership volte a promuovere l’impatto positivo del settore sull’ambiente e sulla società. L’evento si concentrerà su tre temi: Impatto e circolarità; Impatto e biodiversità; Impatto e politiche e conformità. L’EOG ha confermato anche la presenza di una serie di esperti del settore, per un’esperienza mirata e collaborativa progettata per fornire strategie attuabili che i delegati potranno portare nelle loro organizzazioni.
THE ONE SEASON COLLECTION
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PREPARATI PER OGNI STAGIONE.
ROAD TO ORBDAYS
È iniziato il conto alla rovescia per l’evento di Riva del Garda (BS) del 25 e 26 maggio che, per la sua undicesima edizione, promette grandi novità
NEW ENTRY: I MARCHI PRESENTI IN FIERA
Il Gruppo Oberalp torna a una fiera b2b e sceglie ORBDAYS. Confermata la presenza di tutti i marchi del gruppo: Salewa, Dynafit, Evolv, Wild Country, Pomoca, LaMunt. Brand che non hanno bisogno di presentazioni e che elevano ulteriormente il prestigio della fiera. Ci sarà anche Under Armour, azienda americana distribuita in Italia proprio dal gruppo di Bolzano. Presente anche Rossignol, marchio francese rinomato in tutto il mondo per la qualità con cui realizzano gli attrezzi invernali, ma che ha recentemente lanciato la nuova scarpa da trail running, Vezor. Immancabile per loro quindi l’appuntamento a Riva del Garda. E poi NNormal, il brand di Kilian Jornet, Osprey, Rab, X-Bionic, fresco della sua prima calzatura da trail runnning, e Kombi. Gli svedesi di Haglöfs, Icebug, Out Of con i loro occhiali e AlpineStandards, marchio della Val d’Ayas, hanno anch’essi confermato la loro partecipazione all'evento. Lo stesso vale per Alup, Gipron, Joma, LazyGhost, Looking For Wild, Lomer, Maloja, Millet, Nordisk, Olang, OrganoTex, Rudy Project, Wanderer e Wintersteiger. Questi solo alcuni delle new entry presenti a Riva del Garda, oltre ovviamente alle numerose conferme dall’anno scorso.
UN VERO E PROPRIO PROCESSO
VERSO L’ INTERNAZIONALIZZAZIONE
Una decisa e strategica internazionalizzazione, questo l’obiettivo per l’edizione 2025 di ORBDAYS. Dopo un’attenta analisi del mercato e varie richieste dei brand, gli organizzatori sono giunti alla conclusione che i tempi erano maturi per una forte apertura ai mercati esteri. L’obiettivo, insieme a partner importanti come Italian Outdoor Group, Assosport e ICE, è di far crescere e consolidare la fiera in ottica nazionale ma anche internazionale, diventando per le aziende (non solo italiane) la piattaforma ideale per incontrare nuovi mercati e allargare la propria distribuzione, diventando punto di riferimento per i negozi locali e stranieri. In primis quelli dell’area germanica (DACH) e i principali stati europei, senza trascurare i mercati oltre oceano, da dove arriveranno anche ospiti speciali. Sono già importanti e prestigiose le conferme da parte di buyer, media e operatori esteri provenienti da Paesi come USA, Giappone, Messico, Germania, Francia, Paesi dell’Est e altri mercati strategici, con aggiornamenti quotidiani, una macchina organizzativa dedicata e importanti risorse economiche e umane messe in campo.
Anche per quest’anno, all'interno dei padiglioni fieristici, sarà allestita un’area con una parete boulder dove poter testare le scarpette dei brand di climbing presenti e sfidare gli altri partecipanti. Immancabili anche in questo caso i ragazzi di Spaghetti Boulder by Rock Experience, che con il Boulder Contest scalderanno gli animi dei visitatori e degli appassionati dei blocchi. L’area dedicata all'arrampicata sarà quindi la zona ideale dove i marchi potranno dimostrare sul campo la loro attrezzatura, dalle scarpette fino alla magnesite. La novità dell’edizione 2025 è la presenza di una slackline, anche questa disponibile al test di visitatori e partecipanti.
TRA BUSINESS E DIVERTIMENTO, NASCONO GLI ORBDAYS GAMES
Tra le novità dell’11esima edizione ci saranno anche gli ORBDAYS Games, un insieme di attività interattive e coinvolgenti, principalmente orientate all’ambito business, da svolgere direttamente all’interno della fiera e che vedranno come protagonisti i negozianti. Grazie agli ORBDAYS Games, tutti coloro che parteciperanno attivamente alla due giorni riceveranno un punteggio per ogni prova svolta, come i test di prodotto, le visite agli stand, la partecipazione a workshop e presentazioni, la conclusione di un ordine e molto altro. In questo modo, si promuove un’esperienza coinvolgente e stimolante, che premia l’interazione e il business concreto. I primi dieci negozi in classifica riceveranno premi di valore come viaggi, iscrizioni e ospitalità a eventi di rilievo.
IL NUOVO CONCEPT ESPOSITIVO
Inizialmente nati come un evento dedicato ai test prodotto a Pietra di Bismantova (RE), gli ORBDAYS hanno sempre messo al centro la prova dell’attrezzo come metodo pratico per apprezzare i prodotti, e ciò avveniva per lo più all’interno di gazebi. Tuttavia, negli anni ha iniziato a prendere la forma di una vera e propria fiera business di settore, con i marchi che preferivano sempre più stand preallestiti, più comodi per parlare con i clienti e fare presentazioni. Fino al 2025: ORBDAYS si è ufficialmente consacrata come una fiera trade a tutti gli effetti, dove i brand possono fare networking, ampliare la propria rete distributiva e confrontarsi con i negozianti. Per questo, anche il layout si è uniformato allo stand preallestito, in quanto più adatto a ricavare degli spazi dove poter parlare in tranquillità e presentare prodotti al pubblico.
RINNOVATA LA PARTNERSHIP CON L’ITALIAN OUTDOOR GROUP
Anche per quest’anno gli Outdoor and Running Business Days confermano la loro partnership strategica con l’Italian Outdoor Group di Assosport, che darà voce agli associati offrendo loro uno spazio per organizzare ogni tipo di incontro con i negozianti, i buyer e i rappresentanti. Piazza IOG sarà dunque il cuore nevralgico dell’evento anche per l’edizione 2025: uno spazio dedicato all’outdoor e allestito in modo da richiamare l’ambiente alpino per un’oasi verde, dove troveranno spazio meeting e presentazioni di prodotto degli associati IOG. Tutti gli eventi organizzati in quest’area saranno a ingresso libero senza necessità di prenotazione. Non mancheranno gli appuntamenti annuali, marchio di fabbrica dell’Italian Outdoor Group: la Tavola Rotonda con i negozianti outdoor e l’Assemblea delle aziende del Gruppo.
La sedentarietà ha raggiunto livelli record a livello globale: 1,8 miliardi di persone attualmente non praticano alcuna attività e la tendenza sembra destinata a persistere nei prossimi anni. I brand di articoli sportivi hanno una grande missione: agire in modo congiunto per motivare questi potenziali consumatori
di Karen Pozzi
The World Federation of the Sporting Goods Industry (WFSGI) e McKinsey & Company hanno presentato il quinto report annuale sul mercato dei prodotti sportivi: “Sporting Goods 2025—The new balancing act: Turning uncertainty into opportunity”.
sivamente, i consumatori si orientano verso prodotti con un buon rapporto qualità-prezzo e acquisti essenziali.
2. Doppia sfida su ricavi e margini: in risposta alle difficoltà economiche e alla cautela dei consumatori osservate nel 2024, i dirigenti prevedono per il 2025 un bilanciamento tra crescita dei profitti e miglioramento della produttività.
3. Incertezza geopolitica e potenziali aumenti dei dazi: le crescenti incertezze geopolitiche e l’eventualità di un aumento dei dazi rappresentano rischi significativi per il 2025, rendendo necessarie strategie di adattamento nella gestione della supply chain.
Softer growth outlook and dual challenges on the top and bottom lines
Il rapporto evidenzia gli ultimi sviluppi del settore e esamina come i cambiamenti negli atteggiamenti dei consumatori nei confronti dello sport stiano influenzando le tendenze di mercato. Un tema centrale di quest’anno rimane la crescente inattività fisica a livello globale, una questione urgente che richiede la collaborazione tra attori pubblici e privati per rendere il movimento più accessibile e coinvolgente.
a year—because of reduced growth in Asia–Pacific, Western Europe, and Latin America. Despite these mixed prospects, 44 percent of sporting goods executives feel optimistic or rather optimistic about the industry in 2025, and approximately 40 percent were neutral.2
Attualmente 1,8 miliardi di persone sono inattive. Il rapporto Sporting Goods 2025 raccoglie le intuizioni di tutto il settore, evidenziando le barriere reali e le soluzioni pratiche. Non si tratta di avere tutte le risposte, ma di trovare insieme nuove strade per il futuro.
IL BUSINESS
Over the past year, sporting goods players responded to slower growth by following a dual agenda of improving both the top and bottom lines. On the revenue side, the global industry’s growth rate softened to 7 percent annually from 2021 to 2024, a percentage point lower than during the prepandemic era of 2017 to 2019 (Exhibit 1). Estimates suggest the outlook for 2024 to 2029 could be even softer—about 6 percent
How did companies fare in this challenging environment? Our analysis found leaders— those able to excel in both revenue and productivity—were the exception. In fact, since 2018, just three in ten publicly traded sporting goods companies outpaced the market on revenue growth
while increasing margins (Exhibit 2). At the other end of the scale, one in three companies trailed the market on growth and experienced shrinking margins. Looking ahead to the rest of 2025, 50 percent of sporting goods executives plan to focus on raising revenues and improving productivity simultaneously.3 About one-quarter of respondents said they would emphasize the top line, while the remaining one-quarter reported that they are prioritizing improved productivity.4
Solo tre aziende su 10 nel settore degli articoli sportivi sono riuscite a far crescere i ricavi e ad aumentare i margini di profitto dal 2018.
Web <2025> <MCK241115 Sporting Goods Report 2025> Exhibit <1> of <11>
Le prospettive di crescita del settore degli articoli sportivi dovrebbero attenuarsi, attestandosi intorno al
dal
Nel corso dell’ultimo anno, il mercato dei prodotti sportivi ha resistito a un’economia instabile, tensioni geopolitiche e alle evoluzioni dei comportamenti dei consumatori. Il panorama competitivo sta cambiando: brand con più potenziale superano gli operatori storici in termini di crescita nei ricavi e quote di mercato. Il report mira a fornire le intuizioni e le strategie di cui i leader hanno bisogno per navigare attraverso queste complessità e capitalizzare sulle tendenze emergenti.
Principali evidenze
1. Prospettive di crescita più moderate: l’industria degli articoli sportivi ha registrato un tasso di crescita annuo del 7% tra il 2021 e il 2024, in calo rispetto all’8% del periodo pre-pandemia. Si prevede che l'evoluzione si riduca ulteriormente al 6% annuo dal 2024 al 2029. Comples-
4. Rallentamento dei progressi in sostenibilità: questo mette in luce la necessità di un rinnovato focus sul design dei prodotti sostenibili, l’approvvigionamento e le pratiche produttive.
Priorità strategiche per il management
1. Adattarsi al comportamento cauto dei consumatori: offrendo prodotti orientati al valore, con flessibilità nei prezzi e nelle strategie di vendita al dettaglio, per mantenere la fedeltà e catturare la spesa discrezionale nelle categorie chiave.
2. Bilanciare ricavi e produttività: concentrarsi in egual misura sulla crescita dei ricavi e sul miglioramento dell’efficienza, adottando strategie che migliorino sia la performance economica sia operativa.
3. Mitigare i rischi geopolitici: ridurre i rischi e diversificare le catene di approvvigionamento in risposta all’incertezza geopolitica e al possibile aumento dei dazi. Questo include l’esplorazione di nuove aree di approvvigionamento, investimenti nella produzione locale e la costruzione di partnership strategiche per garantire la resilienza della supply chain.
4. Attuare misure ad alto impatto per la riduzione del carbonio: concentrarsi su azioni sostenibili ad alto impatto e costo-efficaci per ridurre l’utilizzo di carbonio, utilizzando la logica della curva di abbattimento dei costi.
L’INATTIVITÀ
Nonostante i benefici significativi e comprovati dello sport, l’inattività ha raggiunto livelli record globalmente. La cattiva notizia è che questa tendenza sembra destinata a persistere e persino ad accelerare nei prossimi anni. La buona notizia è che i brand di articoli sportivi hanno l’opportunità di agire in modo mirato per incoraggiare i consumatori sedentari ad aumentare il proprio livello di esercizio fisico. Tradizionalmente, il settore degli articoli sportivi si è concentrato sui consumatori che già praticano un’attività. Oggi questo gruppo è più impegnato che mai: il 50% dei consumatori attivi considera il fitness come un elemento centrale della propria identità e il 25% si allena quasi quotidianamente. Sebbene questo segmento rimanga un flusso di entrate affidabile, la vera sfida è colmare il divario tra chi è molto attivo e chi è fisicamente inattivo.
Principali evidenze
1. Livelli crescenti di inattività: il 31% degli adulti nel mondo è considerato inattivo, cinque punti percentuali in più rispetto al 2010 e si prevede che la quota salga al 35% entro il 2030, con gravi rischi per la salute, l’economia e la sostenibilità.
2. Potenziale di mercato non sfruttato: con 1,8 miliardi di adulti che non rispettano le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inattività fisica rappresenta una grande opportunità per il settore degli articoli sportivi.
3. Necessaria una collaborazione intersettoriale significativa: sebbene
il settore degli articoli sportivi, grazie alle sue competenze, risorse e accesso ai consumatori, sia ben posizionato per trasformare il livello di attività fisica a livello globale, la sfida è molto più ampia e richiede un impegno congiunto di governi, scuole, datori di lavoro e operatori sanitari.
Priorità strategiche per i leader del settore
1. Innovare per rimuovere le barriere: sviluppare prodotti che affrontino ostacoli specifici all’attività fisica.
2. Fare campagne e marketing per aumentare la consapevolezza: utilizzare campagne pubblicitarie per promuovere l’inclusività e i benefici dell’esercizio fisico.
3. Rafforzare il coinvolgimento dei giovani: sostenere programmi per i giovani e la comunità tramite coaching, camp sportivi, formazione e attrezzature accessibili, per incentivare uno stile di vita attivo.
questi consumatori come promotori naturali, incoraggiandoli a condividere esperienze e prodotti tramite i propri canali e social media.
LO SPORT COME STILE DI VITA, IL DIVARIO TRA ATTIVI E INATTIVI
Hence, fostering a more active lifestyle among today’s youth is essential to prevent further decline.
The price tag of inaction is significant.
Sebbene l’inattività fisica abbia raggiunto livelli record a livello globale, esiste anche un segmento di consumatori che è sempre più attivo. L’ultima indagine McKinsey su questi consumatori attivi nel settore degli articoli sportivi ha evidenziato un divario crescente nei livelli di attività, con i gruppi di persone attive e inattive che si allontanano sempre di più. Per chi è già coinvolto in attività fisica, l’esercizio è passato da passatempo occasionale a pilastro centrale della salute e a un elemento definitorio della propria identità personale. Questo cambiamento va oltre la tendenza decennale dell’athleisure, segnando una trasformazione più profonda in cui lo stile di vita attivo è diventato un riferimento centrale per un numero crescente di consumatori.
According to WHO estimates, current physical inactivity levels could cause 500 million new cases of preventable health conditions by 2030, translating to a cost of $300 billion to public healthcare systems globally.25 As a result, funding that could be spent on preventive measures to reduce physical inactivity would instead go to managing and treating chronic conditions.
Principali evidenze
Physical inactivity also presents an existential risk to the sporting goods
industry. If the younger generation does not become more active, the market related to physical activity will decline. At the same time, people who are physically inactive represent the biggest untapped market for the sporting goods industry.
The global population that is currently not meeting WHO’s recommended levels of physical activity totals 1.8 billion people—an untapped market opportunity equivalent to twice the size of India’s adult population.26
Physical inactivity among adults varies by country and is influenced by socioeconomic factors, lifestyle, and policy initiatives:
Gender. Since women (34 percent inactive) are less active compared with men (29 percent inactive), increasing women’s activity levels could have a multiplier effect. Consider that women are expected to control 75 percent of purchasing decisions by 2028, especially when it comes to discretionary spending such as sporting goods.27 They often purchase not only for themselves but also for their children, partners, or elderly family members.
Geography. Physical inactivity varies by geography, with the highest levels observed in the eastern Mediterranean
1. Divario crescente nei livelli di attività: il gap tra persone fisicamente attive e inattive continua ad allargarsi. Mentre il 31% degli adulti è inattivo, un terzo degli attivi si allena con maggiore regolarità rispetto all’anno scorso.
2. Fitness sempre più rilevante come parte dell’identità personale: salute, benessere e fitness sono ormai elementi integranti dello stile di vita dei consumatori a livello globale. Quasi uno su due tra i consumatori attivi, in particolare tra Gen Z e Millennial, considera il fitness come parte centrale della propria identità.
3. Crescita del numero di “super attivi”: i consumatori attivi lo sono sempre di più, uno su quattro si allena sei o sette volte a settimana.
Priorità strategiche per i leader del settore
1. Migliorare design e marketing dei prodotti: sviluppare prodotti che rispondano sia ai bisogni funzionali sia a quelli emotivi dei consumatori attivi, enfatizzando i benefici tecnici e l’allineamento con il loro stile di vita.
2. Rafforzare il legame tra brand e consumatore: creare connessioni personali forti con gli utenti finali, allineando i valori del brand al loro stile di vita attivo e coinvolgendoli attivamente nelle community per rafforzarne la fidelizzazione.
3. Valorizzare i “super attivi” come ambasciatori del brand: lanciare campagne di marketing mirate e iniziative di community-building che coinvolgano
COME PROCEDERE?
rapporto
Goods 2025 presenta una tabella di marcia per i brand per affrontare la crisi dell’inattività attraverso quattro strategie fondamentali.
Innovare per rimuovere le barriere È fondamentale rendere il movimento più inclusivo con collezioni ampie (che includano anche taglie forti) e campagne pubblicitarie più allargate anche ai beginner, che si allontanino da stereotipi obsoleti sull’aspetto di un atleta.
Sfruttare le sinergie digitali e personali
Mentre il fitness digitale ha avuto un boom durante la pandemia, gli allenamenti in presenza stanno tornando in auge: l’81% dei consumatori li preferisce. I marchi devono creare soluzioni ibride.
Attivazione guidata dalla comunità L’influenza sociale stimola la partecipazione, sono un esempio i club di corsa.
Coinvolgimento dei giovani: investire nel futuro
Con l’81% dei giovani (di età compresa tra gli 11 e i 17 anni) che non raggiunge i livelli di attività raccomandati, l’industria deve agire ora per promuovere la prossima generazione di appassionati di sport.
OUTDOOR SCENARIO: UN MOMENTO NECESSARIO
Un progetto che segna una nuova fase per la formazione professionale dedicata ai retailer outdoor. L’evento, organizzato dall’Italian Outdoor Group di Assosport, si è svolto lunedì 7 aprile a Verona e ha rappresentato l’evoluzione dell’Accademia Outdoor Pro, che resta attiva, ma si arricchisce ora di nuovi contenuti e spazi di confronto _ a cura dell'Italian Outdoor Group
Outdoor Scenario ha unito la formazione tecnica offerta da otto aziende del settore (AKU, Ferrino, C.A.M.P., H-Dry, Vibram, Ortovox, Karpos, Devold e Meindl) alle sessioni di analisi e dialogo dell’Italian Outdoor Forum, che quest’anno ha approfondito il profilo del nuovo consumatore outdoor.
Retailer e aziende hanno espresso soddisfazione per l’efficacia dell’incontro: in una sola giornata, i negozianti hanno potuto accedere a clinic mirate e dialogare direttamente con i brand, mentre le aziende hanno incontrato operatori provenienti da tutta Italia.
Anche nel forum dal titolo “Egocentrico, multi-esperienziale e intossicato: il nuovo consumatore outdoor fra autenticità ed emulazione” è emerso con forza un messaggio: la formazione resta essenziale per guidare il consumatore in negozio e creare valore.
Un grazie a tutti coloro che hanno partecipato e contribuito a rendere questa edizione un evento di successo, che getta le basi per una continua crescita e innovazione nel nostro settore.
_I FEEDBACK DEI NEGOZIANTI
Outdoor Scenario è stata un'occasione utile di incontro con i colleghi e con le aziende. Un luogo di formazione e confronto per crescere come professionisti in un'epoca dove la qualità della consulenza è fondamentale per dare valore all'esperienza del cliente nello store fisico.
Elisa Filippi, Ercole Tempo Libero
Ho partecipato all’evento come dipendente. È stato molto interessante e ben strutturato considerando il numero di clinic proposte, il tempo dedicato a ognuno era adeguato. Ho apprezzato soprattutto i momenti dedicati alle aziende che non distribuiamo in negozio e che mi hanno offerto una visione di insieme sul mercato. Una giornata di informazione e formazione interessante, super apprezzata la “conferenza” finale.
Chiara Dibona,
Vertical Sport Arco
Finalmente una proposta costruttiva. Un incontro che consente di tenere aggiornati sia buyer che addetti alla vendita e al contempo facilita il confronto tra commercianti del medesimo settore. IOG é una realtà attiva e propositiva, è un vero peccato che ancora pochi negozianti outdoor non comprendano le potenzialità e non usufruiscano delle proposte di questo Gruppo. Un incontro che arricchisce a ogni partecipazione.
Massimo Zuin, Sporland
Un evento organizzato in una posizione centrale e facile da raggiungere, ho avuto l’opportunità di interagire con esperti del settore, ricevere e scambiare informazioni utili con gli altri partecipanti e ascoltare le esperienze dei relatori. In una parola: ottimo!
Monica Marangoni, About Mountain
italianoutdoorgroup.it
PUNTO IOG
CHI È IL CONSUMATORE OUTDOOR?
Outdoor Scenario è un’iniziativa che mira a fornire al negoziante un bagaglio di conoscenze utili nel rapporto con il mercato. Per questo, oltre alla formazione, l’IOG ha organizzato un forum per conoscere meglio le nuove abitudini di chi compra
di Karen Pozzi e Benedetta Bruni
Dopo il fitto programma di formazione, si è svolto il forum dal titolo “Egocentrico, multi-esperienziale e intossicato: il nuovo consumatore outdoor fra autenticità ed emulazione”. A moderare, Alfredo Tradati, giornalista sportivo, consulente e fondatore di Outdoortest.it. Tra i relatori vi erano Thomas Aichner di Rent & Go, con un’esperienza nella promozione turistica dell’Alto Adige e in Salewa; Tony Massardi, fondatore di Gialdini Sport di Brescia, uno dei retail specializzati più rilevanti nel settore outdoor; e Günther Acherer, presidente dell’Italian Outdoor Group.
IL CONCETTO DI “SOSTENIBILITÀ”
Günther Acherer - presidente IOG
Si è soffermato su una questione che sta all’origine del discorso: cosa identifica, nel concreto, il concetto di “outdoor”?
Saper rispondere a questa domanda aiuta a comprendere il consumatore e inserirlo all’interno di un contesto geografico, sociale e ambientale. Nello specifico dell’Italia, l’outdoor è per esempio uno stile di campeggio in tenda, dove l’auto è solo un mezzo di trasporto, diverso da quello che si intende all’estero che spesso si svolge in camper. Anche la difficoltà di una passeggiata può essere vista in modi diversi a seconda di chi la interpreta. Di conseguenza anche il significato di outdoor può mutare e passare dal trascorrere settimane intere in montagna alla fuga dalla città solo nel weekend. Si trasformano quindi anche i consumi, l’equipaggiamento, persino le abitudini e il rapporto con la sostenibilità. L’auto, per esempio, viene accettata seppur inquinante perché è un mezzo che serve per la propria libertà. I rifiuti e il deturpamento dell’ambiente invece rimangono un problema urgente da affrontare. Perciò, anche l’interpretazione del concetto di sostenibilità deve essere compresa nelle sue sfaccettature per individuare cosa offrire ai consumatori.
ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITÀ
Thomas Aichner - Sportservice Erwin Stricker
Se cambia il concetto di outdoor, è perché muta il modo in cui si fruisce della montagna e del proprio tempo libero; le aziende questa evoluzione la recepiscono e adattano i propri prodotti a un consumatore nuovo, e così facendo si entra in un circolo che si autoalimenta. Non sono i desideri dell’uomo a essere cambiati nel tempo, bensì le sue possibilità, le tecnologie e la velocità con la quale arriviamo nella natura. Lo sport e il modo in cui lo si pratica hanno creato nuovi mondi che ora contaminano anche la dimensione più quotidiana della vita di ognuno, più “lifestyle”. Per Aichner, oggi il consumatore viene descritto da tre concetti chiave: centralità, ibridità e mobilità. Dunque è una persona che mette se stessa al centro di un’esperienza che poi deve condividere, e lo fa mostrando i capi e gli accessori giusti che attestano il suo far parte
di una comunità “outdoor”. È multisportiva, non si limita a una disciplina e anzi usa metodi alternativi – come una mountainbike elettrica – per accedere a uno sport che altrimenti non avrebbe potuto praticare, bruciando le tappe. Infine è mobile, abita in posti urbani e non ha problemi a spostarsi spesso e in località diverse a seconda del meteo, con tutte le conseguenze ambientali del caso. Questa multidimensionalità del consumatore è una grande sfida per le aziende, che possono aprire settori di business prima inesplorati. Dall’altra parte, le sue abitudini vengono fortemente influenzate anche dalle scelte di marketing dei brand. A conti fatti, la responsabilità finale sulle scelte che fanno i clienti ce l’hanno le destinazioni, le istituzioni e le aziende. Come anche per la sostenibilità, devono essere i grandi attori a proporre modelli alternativi di esperienze o articoli. A quel punto, anche gli appassionati outdoor potranno seguire quel tracciato.
I CONSUMATORI DI DOMANI
Tony Massardi - fondatore di Gialdini Sport Brescia
Gli adolescenti saranno i consumatori del futuro ma spesso nell’analisi non vengono considerati. L'outdoor ha una grande potenzialità rispetto al disagio giovanile. Ai ragazzi di oggi manca l'autostima, o meglio, è delegata ai like che ricevono sui social o alle parole delle persone che li circondano. L'autostima come si può creare? Avendo un sogno, cercando le modalità per raggiungerlo e provare soddisfazione nel realizzarlo. Tutto questo lo possiamo trovare nell’outdoor che appunto ha una meta, una cima in montagna, una parete da scalare, un lago da attraversare. Per Gialdini bisognerebbe portare l’outdoor nelle scuole e nel sociale. “Conosciamo poco questi giovani, allora li lasciamo un po’ in disparte, ma quelli saranno i consumatori del prossimo futuro e noi dovremmo alimentare la loro voglia di fare trasmettendo la nostra passione”.
_IL POTERE DELL’UMILTÀ
“Il problema che hanno le grandi catene è che i venditori spesso non hanno la competenza tecnica per quello che vendono e il consumatore, pur non essendo un professionista, nota questa carenza. Secondo me il know-how è una delle armi più potenti che ogni commerciante o imprenditore possa avere per crescere. Per questo è molto importante non avere troppe convinzioni, ma essere molto sensibili e aperti, dedicare tempo alla formazione accogliendo tutte le opportunità, saper ascoltare e crescere insieme al proprio consumatore. Gestire un negozio è un viaggio e solo perché una cosa ha sempre funzionato non vuol dire che funzionerà anche nel futuro. L’umiltà è il segreto per il successo”. Thomas Aichner - Sportservice Erwin Stricker
Nelle foto, sul palco, da sinistra, Thomas Aichner, Günther Acherer e Tony Massardi
Lena Haushofer, exhibition director ISPO Munich & OutDoor / Messe München GmbH
IL FUTURO DI ISPO
Per diversi anni è stato l’appuntamento di riferimento per gli operatori del mercato outdoor. Oggi presenta un nuovo posizionamento, più olistico, con un focus sullo sport in generale e sulla promozione dell’attività come forma di benessere
di Karen Pozzi
ISPO torna a Monaco dal 30 novembre al 2 dicembre 2025 con un vero e proprio riposizionamento che ha presentato all’inizio di aprile attraverso un webinar online. All’evento hanno partecipato, oltre a noi di Outdoor Magazine, tantissimi operatori del settore – segnale chiaro che sono in molti a chiedersi quale sarà il futuro di una fiera che fino a poco tempo fa era il punto di riferimento per l'industry. Cerchiamo di fare chiarezza attraverso l’intervista a Lena Haushofer, exhibition director ISPO Munich & OutDoor / Messe München GmbH.
“UNA VISIONE OLISTICA”
Qual è il nuovo posizionamento di ISPO?
Più che di un nuovo posizionamento, parliamo di un’evoluzione naturale di quello già consolidato. Quest’anno, la priorità è rispondere alle reali esigenze del settore. Il nostro obiettivo è diventare la piattaforma di riferimento per il business sportivo: efficace, efficiente e capace di generare valore lungo tutta la filiera. Vogliamo che i protagonisti del settore trovino in ISPO ispirazione, connessioni, opportunità di business e occasioni di collaborazione concreta. L’ambizione è diventare l’unica piattaforma realmente globale, capace di riunire stakeholder da tutto il mondo. Per questo stiamo lavorando in un’ottica multi-settoriale e olistica che comprenda ogni aspetto dello sport: non solo l’outdoor, ma anche salute, tecnologia, sport di squadra, sport di racchetta, tessuti, materiali e innovazioni tecnologiche. La struttura di ISPO Monaco si articola in tre macro-aree: sviluppo, produzione del prodotto, branding e comunicazione verso i consumatori. Questo è il nostro posizionamento.
Come nasce il concept attuale e a quali esigenze risponde?
Negli ultimi anni, ISPO ha sempre affrontato lo sport da una prospettiva olistica, soprattutto nella sua versione invernale. ISPO 2024 ne è stato l’esempio toccando vari temi, quest’anno abbiamo solo cercato di fare chiarezza sul suo posizionamento. Oggi lo sport è sempre più legato alla salute e al benessere: si può performare bene solo se si dorme bene, si dispone dell’attrezzatura adeguata e ci si sente in forma. È per questo che anche le soluzioni digitali – app per il benessere, dispositivi di monitoraggio wearable – rientrano nella nostra visione. Il tema è molto ampio, ma per quest'anno abbiamo pensato che fosse rilevante fare un passo indietro per concentrarsi di nuovo su brand e rivenditori. Vogliamo che ISPO sia la piattaforma dove i principali marchi dell’industria sportiva e outdoor presentino le loro innovazioni, e dove i rivenditori possano scoprire per primi i prodotti da inserire nei propri punti vendita.
Perché parlare sempre di più di sport in generale?
Crediamo che tutti gli operatori del settore debbano farsi promotori dello sport e contrastare l’inattività. ISPO vuole sensibilizzare i professionisti del settore affinché agiscano in questa direzione. Siamo parte della World Federation of Sporting Goods Industry (WFSGI) e facciamo parte del loro comitato per l’attività fisica. Collaboriamo anche con l’Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS), che ha lanciato l’allarme: le nuove generazioni praticano meno sport e questo ha gravi conseguenze sulla salute globale. ISPO vuole essere uno spazio dove si discute anche di questo. Nel padiglione B1, ad esempio, sarà allestita un’area dedicata a benessere e salute, con un hub specifico per la corporate health – perché anche le aziende hanno una responsabilità verso il benessere dei propri dipendenti e consumatori e insieme possono davvero essere promotori e artefici del cambiamento.
Quindi ISPO non sarà più solo la fiera dell’outdoor? Pensi possa diventare l’appuntamento di riferimento per altri mercati? Quali? Esatto. ISPO ha sempre affiancato la fiera outdoor estiva realizzata in collaborazione con l’European Outdoor Group, che quest’anno è stata sospesa. ISPO Monaco diventa così la piattaforma globale anche per i brand outdoor. Guardando la disposizione dei padiglioni, l’outdoor rimane un segmento chiave, ma si affiancano sempre più temi come la moda, il lifestyle e il lusso. Vedremo molti brand outdoor presentare anche linee lifestyle, non solo attrezzature tecniche. Inoltre, stiamo puntando molto su segmenti emergenti come fitness, benessere, salute e longevità, tematiche ormai centrali nel panorama sportivo. Argomenti su cui ci concentreremo in futuro, perché ora è davvero una tendenza. Speriamo che ISPO diventi la piattaforma di riferimento anche per questi mondi.
Il networking sarà al centro della nuova ISPO. Non più solo business ma un incontro tra professionisti a più livelli. Come si concretizzerà?
Esatto. Il networking sarà uno degli elementi chiave, non solo tra brand o brand e rivenditori, ma anche con liberi professionisti, persone che possono con la loro competenza aiutare e ottimizzare il business del loro interlocutore a più livelli. Parliamo di matchmaking mirato, supportato da un nuovo strumento digitale – probabilmente integrato nell'app ISPO – che permetterà ai partecipanti di sapere in anticipo chi sarà presente, dove si troverà e come fissare appuntamenti. In fiera ci saranno aree dedicate al networking in ogni padiglione. Per il settore outdoor, in particolare, vogliamo ricreare quel senso di community fondamentale per fare business, non solo negli stand, ma anche attraverso eventi informali e momenti conviviali.
Qual è invece il vostro target? Chi sarà il visitatore tipo?
Qualsiasi stakeholder inserito nel business dello sport e che vuole uscire da ISPO con maggiori competenze rispetto a tutti i temi legati a questo mercato, dalla produzione, alla scelta dei tessuti, fino alla promozione dello sport e alla comunicazione. Quest’anno però ci focalizzeremo su tre grandi iniziative: retail first, vogliamo facilitare la partecipazione dei rivenditori, anche grazie all’apertura già dalla domenica. Puntiamo a portare a ISPO i 500 migliori rivenditori a livello globale. Poi c'è il valore mediatico: aumenteremo la presenza dei media internazionali e, infine, Global Sports Influencer Summit, il primo summit dedicato a influencer e content creator per favorire l’incontro e la collaborazione tra tutti gli stakeholder.
I PADIGLIONI
Chi saranno gli espositori?
Gli espositori presenti a ISPO copriranno un ampio ventaglio di segmenti. Saranno protagonisti i brand dell’outdoor, sia core che lifestyle, insieme a quelli legati agli sport di squadra e agli sport di racchetta, come il pickleball e il padel. Grande attenzione sarà dedicata anche alle soluzioni digitali e alla retail tech, con un’area innovativa pensata per le start-up, realizzata in collaborazione con SportsTech Nation. Non mancheranno espositori del settore benessere e salute, oltre a quelli specializzati in trail running e bouldering, due trend emergenti su cui ISPO si concentrerà in modo particolare quest’anno. Come sempre, sarà presente l’area dedicata agli ISPO Awards, che ospiterà i prodotti più innovativi premiati dalla giuria, affiancata dalla sezione Text Trends, incentrata su materiali, fibre e nuove tecnologie tessili. Infine, ci saranno spazi riservati alla produzione e al sourcing, con un forum specifico sulla supply chain, e un’importante area sostenibilità, che includerà il Green Stage con un ricco programma di conferenze e il laboratorio dei materiali bio-based, dove si prevede la partecipazione di partner di rilievo come Patagonia e Vaude.
Come intendete coinvolgere i brand outdoor, specialmente quelli italiani, considerando il focus più ampio?
Sappiamo che partecipare a una fiera è un investimento importante. Per questo proponiamo soluzioni preallestite e stand plug & play, per facilitare la presenza dei brand, soprattutto quelli italiani. Collaboreremo con l’Italian Outdoor Group e AssoSport per creare un villaggio italiano con stand precostruiti, un bar per incontri e uno spazio per ospitare clienti. Stiamo anche valutando attività esperienziali, come una pista di trail running o una parete da arrampicata all’interno del padiglione outdoor, perché sappiamo che l’attivazione è fondamentale per questa community.
La nuova disposizione dei padiglioni è lo specchio del cambiamento della fiera; vi saranno tre aree centrali, che formeranno il cuore della struttura:
1. Upstream & Supply: dai materiali sostenibili ai processi di produzione innovativi, specialisti nell’approvvigionamento, designer e sviluppatori di prodotto possono trovare nuove soluzioni e tecnologie per i prodotti sportivi orientati al futuro. Quest’area sta diventando sempre più importante per la fiera. Qui ci saranno gli ISPO Textrends Awards per i tessuti pionieristici (Padiglione B3) e il Supply Chain Forum (Padiglione C4), che presenta le best practice per catene di approvvigionamento resilienti.
2. Brand & Products: i marchi consolidati e i nuovi arrivati presenteranno qui i loro prodotti e tecnologie. Questa area si suddivide in Outdoor Lifestyle (Padiglione A1), Outdoor Functional (Padiglione A2), Team Sports (Padiglione A3), Training & Performance (Padiglione B2) e Health & Wellbeing (Padiglione B1), super novità di quest’anno, con un focus sulla crescente importanza della connessione tra sport e salute.
3. Commerce & Experience: vendite, marketing e l’esperienza dei prodotti sportivi - questa arena è tutta incentrata sulla connessione tra prodotto e consumatore. Nell’Arena Commerce & Experience, i rivenditori e gli esperti di e-commerce si connetteranno tra di loro per offrire soluzioni. ISPO Brandnew metterà in evidenza le start-up che stanno plasmando le innovazioni nel mondo dello sport, con opportunità di visibilità mediatica e contatti con investitori (Padiglione B1).
NOI SIAMO MONTAGNA
Una mente visionaria alla guida di una delle aziende outdoor più iconiche e innovative al mondo. Christoph Engl ci ha raccontato la strategia di Salewa e il legame profondo con la montagna che rendono il suo approccio unico nel panorama
di Pietro Asssereto
Christoph Engl, ceo Gruppo Oberalp
“Noi siamo montagna. Lo siamo volutamente, per decisione aziendale, perché questa è la nostra specializzazione. Qui noi sappiamo quello che stiamo facendo”.
Inizia così, senza che gli chiedessimo niente, la nostra conversazione con Christoph Engl, bolzanino classe ’61, che dal 2018 ricopre il ruolo di amministratore delegato del Gruppo Oberalp. Una conversazione con pochi filtri, dalla quale sono emersi la visione di Salewa, la forte tradizione alpina radicata nella storia del brand, ma anche la lucidità di comprendere i cambiamenti e adattarsi a quest’ultimi. L’occasione era di quelle importanti: il lancio ufficiale della nuova collezione NXT, direttamente dagli HQ del brand, a Bolzano.
“La montagna si sta un po' democratizzando: dobbiamo sempre considerare che oggi il 75% degli esseri umani vive in città, eppure queste due realtà non sono mai state così vicine. Le palestre di arrampicata sono ovunque, dalla Cina all’Italia, quindi le esperienze montane che molti stanno facendo per la prima volta sono artificiali. Noi dobbiamo considerare il fatto che oggi vuole andare in montagna anche chi non la conosce, non è abituato a questi ambienti.
Voi come vi state ponendo in merito?
Noi dobbiamo essere bravi a interpretare bene queste esigenze, portando però dentro le nostre esperienze di tecnicità, di conoscenza e di development. Noi sappiamo cosa serve realmente in montagna, quali sono i pericoli che si celano, quali sono i materiali adatti, quali sono le tecnologie che servono realmente. Chi proviene da un contesto urbano non lo sa, ma ha il desiderio di poterlo sperimentare e noi gli facciamo da tramite. Come avete visto dalla collezione NXT, siamo fermamente convinti che i capi del futuro dovranno essere versatili perché di fatto spariranno le stagioni.
Quindi la scelta va più nell'ottica di seguire quello che è il cambiamento climatico o in quella del potere d'acquisto oggi delle persone?
Noi realizziamo dei capi ibridi perché possano essere usati in tanti aspetti e perché vediamo che le nostre community stanno intepretando le loro attività in maniera non stagionale. Vediamo gente comprare gli sci ad agosto e i pantaloncini a Natale. Si spostano per fare attività outdoor anche in altri continenti ormai. Il climbing, grazie alle palestre d’arrampicata, si pratica tutto l’anno. Ci siamo adattati a questa situazione.
Si può quindi dire che NXT, la vostra ultima collezione, è la perfetta unione tra tradizione alpina e tecnologia?
Sì, lo è. In primis perché è un prodotto Salewa che quindi garantisce l’expertise montano ma che ha materiali al 100% riciclabili e riciclati. Il nostro obiettivo di essere CO2 free entro il 2050 quindi è una scelta naturale per noi. Dal punto di vista della materialità questa collezione ci indica il futuro: responsabili, versatili, seasonless, leggeri, durevoli.
Non è un paradosso unire tradizione con innovazione? Non si rischia di perdere l’autenticità per la quale eravate conosciuti?
Rispondo con un’ulteriore provocazione: ogni tradizione una volta era un'innovazione. Tradizione per noi vuol dire conservare i valori, la passione per la montagna. Ma per quanto riguarda i materiali, bisogna innovarsi. Prendo come esempio il Sarner, un capo iconico per noi realizzato con la lana della Val Venosta: sebbene la lana sia sempre la stessa, oggi la tecnologia ci permette di filarla dieci volte più fine. Oggi il Sarner infatti non è più un capo pesante in lana di una vota, bensì leggero nonostante sia realizzato con gli stessi materiali.
Qual è lo step successivo per Salewa e il mercato outdoor in generale?
La montagna si sta democratizzando: non è fatta per pochi ma è fatta per tanti, ma questo non perché dev’essere conquistata da tutti, ma perché la vita nella montagna diventa appetibile per tutti. Chi vive qui ha imparato tanto da queste terre. Lo step successivo non è un prodotto o una nuova collezione, bensì un concetto di istruzione. Vogliamo fondare l’Università della Montagna. Per me è stata una scuola di vita: il risk management l’ho imparato lì, come si guida un gruppo idem. Vogliamo non solo vendere un prodotto ma portare il consumatore a vivere una master class di montagna. Abbiamo già lanciato qualche esperimento con il nostro Alpine Campus: ora vogliamo evolvere questo concetto e portarlo a diventare un vero e proprio corso pluriennale.
Quali sono i mercati chiave per la vostra crescita?
C’è un vecchio principio che dice: "Go where the money is". Ovviamente bisogna andare dove ci si può permettere il prodotto. Logicamente il nostro primo approccio è andare dove ci sono le montagne, dal Sud Africa alla Corea del Sud. Questa è una crescita puramente geografica. Vi sono poi le crescite nei mercati dove siamo già presenti, magari con un prodotto parallelo come quello che abbiamo fatto con LaMunt. I casi sono due, o si cercano nuovi Paesi o si cercano nuovi consumatori.
Quest’anno Salewa compie 90 anni. Possiamo fare un resoconto dal rebranding, avvenuto una decina di anni fa?
Il rebranding non è stato solo il cambio di logo ma è stato un cambiamento di strategia. Prima che arrivassi in azienda, qualcuno aveva capito che Salewa doveva uscire dal mercato di massa. Durante il processo di rebranding, si è deciso che il brand doveva tornare di altissima qualità. Nei primi anni, logicamente, abbiamo perso molto in termini di fatturato, ma se non ci fossimo fermati avremmo rischiato il marchio. Il mercato di massa poi non è nel nostro dna: siamo più per la tecnicità e l’expertise. È stata una decisione molto coraggiosa ma che ha portato un futuro prospero. Per festeggiare i 90 anni organizzeremo sicuramente qualcosa nel cuore delle Dolomiti, ma il vero nocciolo per me sarà quello di celebrare il Road to 100, il manifesto di Salewa per i prossimi 10 anni. Quando completato, lo installeremo in un microchip e lo metteremo su qualche cima dolomitica.
Behind Performance
TUONO E TUONO GTX
DOVE SORGE IL SOLE
a cura della redazione
Alessandro Beber e un gruppo di amici delle Dolomiti si spostano verso est, per scoprire le leggendarie torri di arenaria della Repubblica Ceca, dove l’arrampicata ha sviluppato una propria tradizione da oltre un secolo, tanto severa quanto affascinante.
Alessandro, cosa ha ispirato il tuo amore per l’alpinismo? E perché hai deciso di diventare una guida alpina?
Se penso al turbine di emozioni che provavo da bambino ogni volta che si faceva riferimento all’alpinismo e all’arrampicata - nonostante fossero completamente estranei all’ambiente familiare in cui sono cresciuto - mi sembra naturale pensare che si trattasse di un’inclinazione innata, qualcosa che tutti portiamo dentro e che fatica a emergere. Poi, durante l’adolescenza, quando finalmente sono entrato in contatto con quel mondo verticale fatto di avventure, progetti ed esplorazioni, è stato come toccare con mano sogni che coltivavo da tempo. In quel momento ho capito che quel mondo avrebbe fatto parte della mia vita per sempre.
“Diventare Guida Alpina è stata quindi una scelta naturale, spinta dal desiderio di continuare a sognare a occhi aperti...”
C’ERA UNA VOLTA AD EST DOCUFILM, DA UN’IDEA DI ALESSANDRO BEBER, REGIA DI ALESSANDRO D’EMILIA
Per decenni, degli sviluppi Alpinistici nell’Europa dell’Est da noi si è saputo ben poco, a causa dell’isolamento del blocco sovietico. Ogni tanto qualche meteora si presentava sulle Alpi lasciando tutti a bocca aperta con exploit di rilievo, ma nessuno si chiedeva troppo nello specifico da dove questi fuoriclasse fossero saltati fuori. Ci è voluto del tempo per rendersi conto che alle spalle avevano una lunga e sentita tradizione, e che gli arrampicatori dell’Est appartenevano a una comunità vasta e in grande fermento: animati da un desiderio di evasione che solo chi è stato rinchiuso forzatamente può comprendere, si allenavano e perfezionavano la loro tecnica in attesa della prima buona occasione per sfondare i confini e salpare alla scoperta delle Alpi e delle pareti in giro per il mondo. Uno di quelli che nei primi Anni ’90 ha vissuto sulla propria pelle questa sorta di diaspora verticale è Jiri Leskovjan, originario di Ostrava e trapiantato ad Arco, dove lavora come guida alpina. I suoi racconti per anni hanno alimentato le nostre fantasie e fatto crescere la curiosità di andare a conoscere da vicino la sua terra natale. Sempre grazie a lui, finalmente nel settembre del 2024 abbiamo avuto l’occasione di partire alla volta di due località mitiche, Adrspach e Dolni Zleb, dove l’arrampicata ceca affonda le proprie radici. Questo lavoro è il racconto del nostro piccolo viaggio.
Diventare Guida Alpina è stata quindi una scelta naturale, spinta dal desiderio di continuare a sognare a occhi aperti e di condividere le ricchezze di quella scuola di vita incomparabile che è la montagna. Un’altra mia grande passione è sempre stata quella di documentare le mie esperienze, con la speranza di riuscire a trasmettere almeno una parte della travolgente bellezza che l’alpinista incontra tra le vette. Negli ultimi anni ho avuto l’opportunità di esprimere questa passione attraverso diversi reportage e film documentari.
Parlaci del tuo ultimo film, "C’era una volta ad Est." Quale messaggio vuoi trasmettere?
L’idea di andare a vivere in prima persona le radici dell’arrampicata nella Repubblica Ceca risale a molto tempo fa, a quando ho conosciuto Jiri Leskovjan, che ha iniziato ad affascinarmi con i suoi racconti di gioventù. Per me, un progetto filmico è spesso la scusa per intraprendere un viaggio, e così è stato anche in questo caso: con “C’era una volta ad Est” abbiamo voluto offrire uno spaccato su una generazione cresciuta sotto l’oppressione del regime comunista sovietico, che nell’arrampicata ha trovato una via di fuga e un modo per sentirsi liberi.
"Quello che mi attira dell’alpinismo, è la possibilità di prendere un’idea, una visione (per quanto balzana o assurda), valutarla da ogni angolazione, magari scartarla, oppure dirigerla, metabolizzarla, pianificarla, attendere il momento opportuno per agire e infine trasformarla in qualcosa di concreto, tangibile, vero. É un gioco che permette di indagare la materia dei sogni! Io vivo questa dimensione in tutte le discipline alpinistiche, cambiando gli strumenti al cambiare della stagione. Può essere una traversata da fare con gli sci d’alpinismo, che inizia studiando le mappe e provando a collegare l’orografia in maniera sensata, come può essere il visualizzare una nuova via d’arrampicata su una parete rocciosa… tutto parte nella testa, fantasticando nell’astratto, per poi prendere forma nel momento in cui si decide di passare all’azione. In uguale maniera, studiare la storia dei luoghi, assieme alle tradizioni delle culture locali, aiuta a dare una profondità storica che arricchisce l’esperienza in maniera esponenziale. Per questo nel corso degli anni mi sono cimentato nella realizzazione di piccoli documentari che trattano la storia dell’alpinismo: è una maniera per condividere la propria passione con tante altre persone e allo stesso tempo sensibilizzare le nuove generazioni. 'Siamo nani che camminano sulle spalle dei giganti del passato!', diceva sempre Armando Aste, grande alpinista roveretano con il quale ho avuto la fortuna di confrontarmi".
Alessandro Beber, alpinista
Montura People è la rubrica del brand per Outdoor Magazine. Uno spazio per le persone, la gente di Montura. Chiunque si senta in qualche e qualsiasi modo affine ai valori dell’azienda, parte della sua community. Qui vengono raccolte le loro storie affinché possano ispirarne altre.
IMPEGNATI A IMPEGNARSI
Keen resta fedele alla sua filosofia di produrre in modo consapevole e responsabile per garantire un futuro migliore a persone e ambiente.
Parla la brand manager Sara Barbieri di Sara Canali
Un impegno che si rinnova anche per la SS 25 quello di Keen in termini di innovazione e rispetto all'ambiente, grazie al lancio di prodotti sempre più performanti e resistenti che combinano materiali eco-friendly a comfort immediato e tecnologie avanzate. Hyperport, Newport e Targhee IV sono i modelli top di gamma della linea “Outside”, un concetto che fa parte della filosofia del brand, in particolare lo scarponcino Targhee IV è stato premiato da Time Magazine come una delle migliori innovazioni del 2024. Abbiamo chiesto a Sara Barbieri, brand manager di NaturalLook, di farci scoprire il marchio Keen tra novità e tradizione.
Guardando alla primavera estate 2025, quali sono le maggiori novità? Keen non è un marchio outdoor, ma piuttosto un marchio “Outside” poiché celebra la bellezza del vivere il modo all'aria aperta, che non vuol necessariamente dire “performance”. L'anima outside della collezione, è rappresentata da Hyperport, un sandalo ibrido che dà benefici in termini di leggerezza e traspirabilità, ma anche protezione. Questo modello, già esistente in altri mercati, arriva su quello italiano proprio quest'anno. Nasce per un utilizzo anche in acqua, ma complice la protezione è adattissimo anche per le camminate e si può indossare anche nella vita di tutti i giorni. Presenta una over sole, che però è leggerissima, realizzata con schiuma iniettata all'aria e responsiva oltre che ammortizzata e leggera.
Come mai avete deciso di inserirlo ora nel mercato italiano?
Il mercato italiano risente dell'effetto gorpcore, tendenza cresciuta soprattutto post Covid e che mescola l'utilizzo di capi tecnici per indossi lifestyle. È il momento giusto per proporre il modello Hyperport anche qui.
Qual è il vostro target di riferimento?
All'inizio ci rivolgevamo a due target consumer diversi: quello più “modaiolo” e quello avventuroso. Nel tempo però ci siamo resi conto che chi utilizza e scegli Keen è una persona con determinati valori che si legano al rispetto dell'ambiente e del prossimo. Quindi il nostro cliente non si rispecchia più in categorie, ma piuttosto in valori.
E quello per la sostenibilità è un valore che vi rappresenta da sempre. Keen preferisce usare sempre meno il termine sostenibilità perché, con una shoes industry che produce 21 miliardi di scarpe all’anno in tutto il mondo, si rischia di essere ipocrita e fuori luogo nel parlare di questo tema. Preferiamo usare la parola consapevolezza, per questo il nostro claim è 'consciously created' e la volontà è quella di porre attenzione a ogni aspetto del ciclo produttivo. Non solo utilizzare materiali riciclati, ma anche creare calzature che durino il più possibile. Keen produce in maniera consapevole e dal 2018 ha deciso di eliminare dai suoi prodotti ogni traccia di PFAS.
Un impegno ambientale, ma anche sociale. Ci racconti di più? Keen nasce nel 2003 a Portland dalla creazione di un sandalo ibrido, il Newport. Nel 2004, anno che sarebbe stato il primo a livello commerciale, Keen destina il budget pubblicitario agli aiuti per i Paesi colpiti dallo tsunami nel sud-est asiatico. Da allora continua il suo attivismo, donando milioni di dollari e migliaia di ore di lavoro per i soccorsi in caso di disastri, per la conservazione dell'ambiente e per le cause umanitarie. Inoltre, come azienda cerca di coinvolgere altre realtà del settore per fare sistema contro le catastrofi. Da qui nasce il concetto di Keen effect, parola coniata quando il brand con il suo attivismo ha collaborato a far crescere la Conservation Alliance, alla quale hanno aderito i più grandi nomi dell'outdoor che si adoperano per la salvaguardia del Pianeta e il sostegno delle persone in difficoltà. Acquistando un paio di Keen si aderisce a cause ambientali e sociali.
Tra le novità, c'è anche uno scarponcino da montagna, il Targhee IV. Quali innovazioni presenta?
È la versione numero quattro di uno scarponcino iconico, premiato da Time Magazine come una delle migliori innovazioni del 2024. Abbiamo lavorato per ovviare al problema della delaminazione, ovvero quando si scolla la tomaia dalla suola. Keen ha inserito la tecnologia della pressofusione, che consiste nel creare un tutt'uno tra tomaia e suola evitando l'utilizzo di colle e solventi.
E per il futuro?
Possiamo anticiparvi che, per la SS 26, Keen introdurrà la linea da trail running, una categoria nuova per il marchio ma sempre nella fisolofia di fornire prodotti comodi e duraturi per vivere all'aria aperta.
Sara Barbieri, brand manager Keen Italia
PER IL PIANETA
Calze GM Sport ha ottenuto la Certificazione B Corp: un processo naturale per il brand che da anni fa della responsabilità ambientale il suo credo
di Pietro Assereto
L’azienda trentina è diventata una B Corp, dopo un rigoroso processo di verifica da parte del network americano no-profit B Lab, che si pone l'obiettivo di accelerare il cambiamento comportamentale, culturale e strutturale promuovendo un sistema economico inclusivo, equo e rigenerativo a beneficio delle persone, delle comunità e del Pianeta. Ne abbiamo parlato con Elisabetta Montagni, ceo Calze GM Sport.
Quando è nata l'idea di perseguire la Certificazione B Corp? Cosa ha motivato questa scelta?
La sostenibilità è da tanti anni un nostro obbiettivo e quindi abbiamo deciso di metterci in gioco e provare a ottenere il riconoscimento più qualitativo. A inizio 2023 siamo venuti a conoscenza di una società di servizi che aiutava a valutare se c’erano i requisiti per intraprendere il percorso di certificazione di B Corp. La prospettiva di entrare in un network di aziende che la pensano come noi su importanti tematiche, per confrontarsi e unire le forze, è stata la motivazione più importante.
Quali sono state le sfide principali?
tre anni la certificazione va rinnovata e sappiamo già che i criteri verranno ulteriormente modificati, per alzare l'asticella.
In che modo la sostenibilità è integrata nella produzione e nel design dei vostri prodotti?
La vera sfida non è stata ottenere la certificazione poiché, strada facendo, abbiamo realizzato di avere molti dei requisiti richiesti: poche aziende partono così strutturate ci ha comunicato l’agenzia che ci ha supportato nel percorso. La sfida maggiore è stata piuttosto organizzare tutta la documentazione necessaria per il B Impact Assessment. Il percorso di verifica prevede circa 200 domande, ognuna con numerosi sotto-quesiti, che coprono tutte le aree aziendali.
Quante risorse sono state impiegate?
L’azienda è stata valutata in queste aree:
• persone - ambiente di lavoro, salari, benefit, formazione;
• governance - responsabilità sugli obiettivi e trasparenza nella comunicazione;
• comunità - sostegno alla comunità di riferimento, riflessi sull’occupazione e la prosperità delle località limitrofe;
• ambiente - riduzione dei rifiuti, efficienza energetica.
• clienti - impatto positivo dei prodotti e servizi sulla vita dei consumatori.
Il referente di ogni area è stato coinvolto in prima persona, rispondendo alle domande, preparando la documentazione, spiegando determinate dinamiche, entrando nel dettaglio di numeri e fatti. Sono quesiti molto specifichi, dal “quanti chilometri fanno i vostri dipendenti per venire in ufficio?” al “cosa fate per il sociale?”.
Come vi siete preparati per soddisfare i criteri richiesti?
Durante la certificazione B Corp siamo diventati Società Benefit. Esserlo rappresenta un’evoluzione del concetto stesso di azienda poiché integra nel proprio oggetto sociale lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. La vera sfida arriva adesso perché entrando in questo network molto virtuoso ogni scelta va ponderata. Inoltre, ogni
La nostra scelta è quella di continuare a produrre in Italia impiegando maestranze specializzate, usare filati certificati preferibilmente naturali o riciclati e di creare un design di prodotto che prediliga la sostenibilità al marketing.
Quali sono i prossimi passi per Calze GM Sport in termini di sostenibilità e impatto sociale?
Rimanere a questi standard è la cosa più importante. In azienda tutti abbiamo un modus operandi improntato alla sostenibilità. Abbiamo preso delle decisioni importanti, quasi rivoluzionarie, che verranno svelate con il tempo.
Come vedete l'evoluzione della Certificazione B Corp nei prossimi anni e quale ruolo pensate che possa avere nella crescita del brand?
Ora è un valore aggiunto e, a livello di azienda, ci ha dato una serenità di fondo. Siamo soddisfatti perché riteniamo che il lavoro quotidiano di tutti noi abbia dei valori: sapere che in un mondo così complicato, così negativo, così fortemente critico come questo, siamo nella “squadra dei buoni” è molto bello. Utilizzeremo il business come forza positiva, semineremo valori positivi, faremo la nostra parte. La crescita avverrà perché questo è il modo giusto di fare business, conciliando l'economia e il profitto con l'etica, la sostenibilità e il benessere.
Avete qualche consiglio per altre aziende che stanno considerando di intraprendere lo stesso percorso di certificazione?
Se si sentono le cose come autentiche, la fatica la si affronta in maniera più leggera. Tutto deve partire dalla mentalità di chi crede in questo percorso e che poi farà da traino. Per noi è stata una missione possibile, forse perché eravamo già orientati in questa direzione. È fondamentale che tutti facciamo del proprio meglio per il Pianeta, non ci sono alternative possibili.
GRAN CANARIA: UN’ESPERIENZA OUTDOOR 365 GIORNI ALL’ANNO
L’isola è una destinazione amata dagli sportivi a tutto tondo, dagli escursionisti ai climber, grazie alla sua morfologia e a un clima piacevole in ogni stagione a cura della redazione
Con un clima tiepido tutto l’anno, un’orografia sorprendente e una rete di sentieri e cammini che attraversa burroni, montagne, pinete e vulcani, Gran Canaria rappresenta una delle destinazioni più complete e versatili per la pratica degli sport outdoor in Europa. Situata in mezzo all’Atlantico, oltre alle sue spiagge e all’ottimo clima l’isola offre un ambiente vibrante, dove praticare le discipline all’aria aperta nel loro habitat naturale. Il sole, costante ma piacevole, diventa il compagno di viaggio che contribuisce ad aumentare la sensazione di benessere in ogni passo, pedalata o ascensione. A questa energia luminosa si aggiungono poi paesaggi mutevoli, microclimi unici e un’infrastruttura specializzata che consacrano Gran Canaria come una destinazione dove natura e performance sono in perfetta unione.
L’OFFERTA ESCURSIONISTICA…
Gran Canaria conta oltre 800 km di sentieri omologati che permettono di fare trekking e trail running in condizioni ideali, con tracce per ogni livello. Spazi naturali protetti come il Parco Rurale del Nublo o la Riserva della Biosfera offrono itinerari dove la difficoltà tecnica viene premiata con paesaggi montani spettacolari vista oceano e una biodiversità unica nel suo genere. Inoltre, l’isola è scenario di gare sportive riconosciute a livello internazionale che attraggono sia atleti d’élite sia appassionati.
…E
GLI ALTRI SPORT
Non solo escursionismo: Gran Canaria è molto apprezzata anche per l’arrampicata, grazie alle sue formazioni vulcaniche e alle pareti naturali con vie di livelli diversi. Zone come Tamadaba, Fataga o Sorrueda sono autentici punti di riferimento per i climber europei, che apprezzano la qualità della roccia, la sua accessibilità, la sicurezza dell’attrezzatura e la possibilità di scalare outdoor per tutto l’anno, senza interruzioni stagionali. Nel ciclismo, Gran Canaria si distingue per la sua varietà di terreni e dislivelli: dai trail nelle foreste tra pinete centenarie, fino a sentieri sinuosi che si arrampicano per le alture. L’isola accoglie abitual-
mente team professionistici che la scelgono per le sue condizioni ottimali di preparazione fisica, la sua altitudine progressiva e la sua rete di servizi specializzati, oltre a un calendario attivo di prove cicloturistiche.
CON TUTTI I SERVIZI DEL CASO
A tutto questo si sommano una rete di ospitalità specializzata, servizi tecnici, la possibilità di affittare il materiale, eventi internazionali, installazioni complementari e una proposta istituzionale chiara che individua lo sport come prodotto turistico strategico. Gran Canaria non è solo una destinazione: è un’esperienza outdoor a tutto tondo, ideale a ogni profilo, livello e obiettivo. Allenarsi, competere o semplicemente divertirsi: l’isola sfida i limiti del viaggiatore… e lo invita a superarli.
SUI PASSI DELLA STORIA
Con Masters e Columbia abbiamo camminato lungo le trincee del Monte Grappa alla scoperta della Grande Guerra e delle ultime innovazioni dei due brand di Sara Canali
Un hiking sul Monte Grappa, scenario che ha iscritto nelle sue pietre le tracce della Grande Guerra, per vivere in prima persona i ricordi di avvenimenti che hanno segnato la storia del nostro Paese. Questo l’evento promosso da Masters e Columbia, i due brand che ci hanno accompagnato lungo le trincee insieme a Loris Giuriatti, guida ambientale e scrittore che ci ha permesso di capire come i soldati prima e i partigiani poi abbiano vissuto e difeso questo territorio, ultimo baluardo prima della pianura. Le basse e insolite temperature della giornata di aprile ci hanno colto di sorpresa facendoci comprendere ancora di più la drammaticità delle condizioni di chi qui ha combattuto in una guerra di logoramento. Non sono mancate le visite alle gallerie che sono state scavate a suon di piccone dai soldati e che fungevano da protezione e appostamento per tenere sotto controllo l’avanzata nemica. Con noi anche Laura Zaltron, cko di Masters e il fratello Paolo, direttore generale, che il territorio di Bassano del Grappa lo conoscono molto bene, visto che l’azienda di famiglia è nata proprio qui. Masters è stata infatti fondata nel 1977 da Renato Zaltron come azienda produttrice, per conto terzi, di componenti e accessori per bastoncini da sci, per poi arrivare nel tempo a sviluppare una propria linea, diventando una realtà importante del settore outdoor con una presenza in oltre 40 Paesi.
LA VISITA ALL’AZIENDA
Prima dell’ascesa al Monte Grappa, abbiamo svolto una visita guidata nell’azienda veneta, osservando da vicino la creazione di un bastoncino made in Italy. Nell’headquarter veneto, infatti, si producono oltre un milione di bastoncini all'anno, ai quali si aggiungono le produzioni personalizzate per importanti brand mondiali. Un processo che va dalla progettazione fino alla spedizione, attraverso macchinari brevettati dalla stessa azienda che sono in grado di creare, con precisione millimetrica, articoli dall’importante componente tecnologica. L’azienda infatti utilizza, per alcuni modelli, una particolare costruzione che nel tempo le ha permesso di differenziarsi sul mercato, ovvero il CALU che consiste in una struttura di alluminio con rivestimento esterno in carbonio. In occa-
_PROTETTI E COMODI CON COLUMBIA
sione di questo tour agli impianti di produzione, abbiamo appurato e toccato con mano il risultato di un lavoro di alta qualità.
LE NOVITÀ 2025
Per la SS 25, la collezione Masters si rinnova con un design aggiornato, nuove tonalità e un’ergonomia migliorata, in perfetta sintonia con la filosofia aziendale: precisione tecnica, affidabilità e stile. Grazie a una nuova e sinergica guida grafica, i bastoncini di quest’anno presentano un’estetica coerente e distintiva su tutti i modelli, in grado di rafforzare l’identità del brand. Il concept riguarda non solo il bastone, ma anche il suo packaging e crea una sorta di continuità tra i vari modelli: infatti, le grafiche sono ispirate ai profili montani che vanno dalle vette delle linee Speedster e Pathfinder, alle dolci pendenze delle gamme Hiker e Ranger, fino ai rilievi collinari della famiglia Scout, che accompagna l’escursionista fino a valle disegnando un unico grande paesaggio. Inoltre, un’innovativa tecnologia di verniciatura conferisce ai bastoni una finitura brillante, con sezioni parzialmente trasparenti che rivelano l’alluminio spazzolato, esaltandone la qualità. Le impugnature in E.V.A. con logo laserato per una migliore identificazione e un tocco di stile sono alcuni dei tratti distintivi di queste novità cui si aggiungono le informazioni tecniche integrate direttamente sul prodotto con grafiche intuitive.
Masters Speedster
Masters Pathfinder
Masters Hiker
Tra le novità Columbia per la primavera 2025 ci sono le membrane OutDry Extreme ECO che sono prive di PFC aggiunti, vengono abbinate a materiali sostenibili ed etici, come plastica riciclata e tessuti senza coloranti. Si tratta di una rivoluzionaria tecnologia brevettata da Columbia, un sistema di impermeabilizzazione che applica la membrana direttamente sulla superficie esterna del capo, garantendo, oltre che grande tenuta dalla pioggia, anche molta più traspirabilità per un capo che dura nel tempo e conferisce comfort extremo. Inoltre, il tessuto presenta nella sua versione più recente, con finitura opaca, ne amplia la versatilità e
dona un tocco più morbido al tatto. Tra le novità del footwear Columbia rilancia Omni-Max, la tecnologia che offre il perfetto equilibrio tra ammortizzazione e trazione, garantendo comfort, stabilità e flessibilità di alto livello su ogni tipo di terreno. Una tecnologia che rende la calzatura molto reattiva e che garantisce ottime prestazioni di assorbimento degli impatti durante l’attività. Il battistrada è stato disegnato per consentire sicurezza su ogni tipo di terreno, bagnato o asciutto. Omni-Max, ha visto il tuo debutto nella primavera 2024 e ora la tecnologia è presente su una vasta gamma di calzature per il fast hiking, hiking e trekking, inoltre, vista la cura per i dettagli di stile che Columbia ha applicato alla sua collezione di calzature e alla versatilità conferita da questa tecnologia, i modelli di queste calzature con tecnologia Omni-Max si prestano perfettamente a essere usati anche in viaggio e nel tempo libero.
Peakfreak Rush OutDry
IN ALTA QUOTA CON DENIS URUBKO
Kayland rinnova il suo supporto all’alpinista russo naturalizzato italiano per sostenerlo nelle sue prossime spedizioni di altissimo profilo
di Sara Canali
Il ritorno di Denis Urubko alle spedizioni in alta quota è una notizia che gli appassionati aspettavano da diverso tempo. Dopo un periodo di riflessione e preparazione, l’alpinista russo naturalizzato italiano si appresta infatti a intraprendere nuove sfide straordinarie: nel mese di maggio 2025 sarà protagonista di una spedizione sul Nanga Parbat, con l’ambizioso obiettivo di aprire una nuova via indipendente sul versante Diamir. Si tratta della prima spedizione dopo l'incidente di oltre un anno fa, quando a gennaio cadde in un crepaccio sul Gasherbrum I. Successivamente, durante l’inverno meteorologico 2025, tenterà due ascensioni invernali di altissimo profilo, sul Gasherbrum I o sul Broad Peak. L’annuncio è arrivato durante il festival Vette in Vista organizzato a Terni in ricordo di Stefano Zavka, la prima guida alpina dell’Umbria, che è scomparso sul K2 nel 2007. In occasione di questo importante ritorno sulle vette,
Kayland ha voluto celebrare l’alpinista che ora vive a Nembro, in provincia di Bergamo, rinnovando il proprio sostegno. La partnership tra Kayland e Denis Urubko si fonda su valori condivisi quali l’autenticità, l’eccellenza tecnica e la spinta continua verso il superamento dei limiti. In linea con questa visione, Kayland fornirà all’atleta calzature altamente performanti, progettate per garantire massimo supporto, protezione e affidabilità in contesti ambientali estremi. Essere al fianco di Denis Urubko significa sostenere non solo un grande alpinista, ma anche una filosofia di approccio puro e rispettoso alla montagna. Kayland rinnova così il proprio entusiasmo nel proseguire questa collaborazione, certa che le prossime spedizioni di Denis Urubko sapranno ispirare ancora una volta la grande comunità di appassionati di montagna e alpinismo di tutto il mondo.
Nato in Unione Sovietica nel 1973 e formatosi tra le vette del Kazakistan, Denis diventò nel 2009 il quindicesimo uomo a completare l’ascensione di tutti i quattordici ottomila al mondo, e solamente il nono a compiere questa impresa senza l’aiuto dell’ossigeno. Le sue spedizioni alla conquista delle vette più alte del pianeta sono cominciate nel 1999, anno in cui Urubko ha completato i cinque settemila russi in un periodo di soli 42 giorni, con conseguente ottenimento del premio Snow Leopard. Nel 2000 invece comincia la sua conquista degli ottomila dalla montagna più alta, l’Everest, che prosegue fino al 2009, quando riesce a completare tutti gli ottomila, aprendo una nuova via sulla parete sud-est del Cho Oyu. Questa impresa, riconosciuta e celebrata anche in ambito internazionale, gli vale l’attribuzione dell’importante premio Piolet d’Or nel 2010. Il suo impegno sulle vette più difficili e impegnative non finisce qui, infatti, assieme all’amico Simone Moro, realizza le prime ascensioni invernali del Makalu (2009) e del Gasherbrum II (2011).
Ispirandosi ai valori della sua collaborazione con Denis Urubko, Kayland ha creato una calzatura ricca in tecnologie, capace di supportare tutti gli appassionati delle salite invernali. Il K4 GTX nasce proprio per rispondere alle esigenze di chi ha fatto delle vette il proprio habitat naturale: si tratta infatti di uno scarpone tecnico per l'alpinismo, ideale per affrontare terreni e ghiaccio sui 4.000 metri caratterizzati dal clima particolarmente rigido. Grazie alla piena compatibilità con i ramponi automatici, è l’ideale per le attraversate su ghiacciai e l’arrampicata su ghiaccio. K4 GTX è altamente resistente, dotato delle più innovative tecnologie termiche e componentistiche della gamma Kayland.
TALLONETTA POSTERIORE / per l’inserimento dei ramponi è stata incastonata e incollata nell’intersuola per garantire una presa più sicura e stabile
SOTTOPIEDE DI MONTAGGIO / è in fibra di vetro con lamina in alluminio per garantire massima rigidità, soprattutto durante l’utilizzo con i ramponi
INTERSUOLA / caratterizzata da una tecnologia esclusiva, grazie al componente Smart PU, la mescola poliuretanica in grado di reagire agli sbalzi di temperatura
M.G.M. S.p.A. - 0423.489310 - info@kayland.com
_CHI È DENIS URUBKO
_K4 GTX
Denis Urubko, alpinista
GIOCARE IN CASA
Abbiamo intervistato il valtellinese Nicolò Canclini, tra i protagonisti del test olimpico dello scialpinismo a Bormio, per cominciare a respirare un po' il clima a Cinque Cerchi
di Sara Canali
Sabato 22 e domenica 23 febbraio, l’iconica pista Stelvio di Bormio ha ospitato per la prima volta la Coppa del mondo senior di sci alpinismo, un appuntamento che è valso anche come test event per Milano Cortina 2026. Un'occasione che ha acceso i riflettori e, in un certo modo, fatto partire il countdown con l'appuntamento che vedrà la disciplina fare il suo esordio nei Giochi Invernali e che proietterà lo Stelvio Ski Centre e Bormio negli annali a cinque cerchi. Tra i protagonisti della manifestazione c'era anche Nicolò Canclini, del Centro sportivo Carabinieri, 28 anni, due titoli mondiali e uno europeo in carriera, che ha raggiunto l'ottavo posto nella staffetta mista con Giulia Murada. È con lui che abbiamo voluto ragionare su come le Olimpiadi impatteranno sullo scialpinismo, ma anche su un territorio, quello dell'Alta Valtellina, dove Nicolò è nato e cresciuto.
Ci racconti il tuo percorso nello scialpinismo?
Ho iniziato con lo sci alpino, facevo gare agonistiche, poi a 13-14 anni mi accorsi che sfidare la velocità non rappresentava davvero il mio amore per la montagna. Allora ho provato lo scialpinismo e me ne sono innamorato anche se ai tempi non potevo fare competizioni poiché ero troppo giovane. Ovviamente da allora a oggi lo skialp è cambiato molto.
due discipline che, per ragioni condivisibili, sono più avvicinabili dagli spettatori, più facilmente trasmissibili in televisione, e magari anche più interessanti a livello emozionale. Spero che nell'evoluzione, nelle prossime edizioni magari, arrivino gare più tipiche, come quella individuale.
Sprint o mixed? In quale delle due discipline hai più chance e perché?
Non saprei, più o meno sono entrambe sullo stesso livello. Se nella sprint dipende unicamente da me, la mix è una staffetta, quindi siamo una squadra e, nel bene o nel male, non è tutto sotto il mio controllo, né nelle mie gambe. Ma mi piacciono entrambe.
Le gare olimpiche si correranno a due passi da casa tua. Nel caso venissi selezionato sarà per te un vantaggio o fonte di ulteriore pressione? Il “giocare” in casa è sicuramente un incentivo. Nonostante il test olimpico non sia andato benissimo, perché effettivamente ho sentito un po' la tensione, sono convinto che tra un anno sarà motore di grande motivazione.
Credi che Bormio sia il posto più adatto per l’esordio olimpico della disciplina? Perché?
Quanto credi che l’ingresso alle Olimpiadi possa far crescere il movimento dello scialpinismo?
Non so quantificarlo però sicuramente l'Olimpiade è un momento in cui anche sport meno conosciuti possono mostrarsi a un pubblico più vasto di quello usuale. Spero possa capitare lo stesso allo scialpinismo, anche se in realtà già in questi anni preolimpici le cose stanno già cambiando. Penso sia molto positivo per tutti.
Cosa ne pensi del format olimpico?
Chiaramente non sono le discipline tipiche dello scialpinismo odierno, ma è anche vero che viviamo una costante evoluzione. Se penso a quando gareggiava mio nonno, non aveva niente a che vedere con l'idea di scialpinismo che abbiamo oggi: erano gare a punteggi di tre giorni con il posizionamento della tenda, il trasporto dal ferito, la discesa tecnica. Quindi come facciamo a dire quale sia la sua forma più giusta e pura? Per il format olimpico sono state scelte
È un territorio che ha dato i natali a grandi campioni dello scialpinismo. C'è sempre stata una bella cultura di questo sport qua in Alta Valtellina in generale, con tanti atleti che hanno dimostrato di andare forte da molti anni a questa parte. E in più anche lo ski touring è molto praticato e apprezzato qui, quindi direi che era sicuramente una delle località più adatte per il debutto olimpico.
Quanto il divieto di risalire le piste limita il tuo allenamento? È un problema che riguarda anche gli atleti o avete deleghe particolari?
Penso che questo sia il punto e la cosa più importante che lo scialpinismo ha da guadagnare da queste Olimpiadi: ovvero una coesistenza in sinergia con i comprensori sciistici in maniera da poterlo praticare non solo noi atleti, ma tutti quanti come sport. C'è da dire che all'estero, in Austria almeno, in Germania, sono già ben attrezzati, spesso e volentieri ci sono i percorsi dedicati. Qui in Alta Valle siamo fortunati ad avere dei percorsi che sono al di fuori delle piste battute e c'è abbastanza neve più o meno tutto l'inverno. Inoltre, grazie agli Stelvio Natural Skimo Trails promossi da Bormio, riusciamo ad allenarci sempre meglio.
Nicolò Canclini, skialper
TRAIL RUNNING, SERVE UN VERO SALTO DI QUALITÀ
Come districarsi nel boom della corsa in natura e delle relative competizioni?
Spesso neppure gli addetti ai lavori sanno orientarsi. Per crescere serve chiarezza
MAURIZIO TORRI
Giornalista freelance, fondatore del sito sportdimontagna.com, fotoreporter e consulente di comunicazione per alcuni degli eventi più iconici del settore trail, skyrunning e scialpinismo
_ testo e foto di Maurizio Torri
Ogni movimento che si rispetti, crescendo, muove numeri sempre più importanti e attira l’attenzione di enti e federazioni che cercano di incamerarlo. Quando però la coperta è corta e ognuno cerca di tirarla dalla propria parte, chi resta scoperto, spesso e volentieri, è proprio l’appassionato che si trova al centro di vere e proprie diatribe e ne paga le conseguenze. Nel caso del trail running la mancanza di un ente super partes che definisca le aree di competenza danneggia non solo gli atleti, ma anche chi organizza e i brand che in questo mondo vorrebbero investire.
PARTIAMO DALLE FEDERAZIONI DI COMPETENZA - Mountain Running Classic e Trail Running differiscono per lunghezza, ma sono - o dovrebbero essere - sotto l’egida della FIDAL (Federazione Italiana Atletica Leggera) che li ha puntualmente regolamentati, lasciando le competizioni podistiche in alta quota, quelle più tecniche con tratti di percorso attrezzati alla FISKY (Federazione italiana Skyrunning). Guardando però il calendario 2025 di quest’ultima, spunta una nuova specialità: SkyTrail. Di cosa si tratta? Gare non troppo tecniche, di media distanza che si posizionano borderline tra le due discipline. Risultato? Nient’altro che una bella confusione.
I VARI ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA NON SONO DA MENO - Rischio di non essere smentito dicendo che almeno il 60% dei trail runner italiani corrono gare non federali. Questo perché i vari EPS (Enti di Promozione Sportiva) si sono inventati delle proposte super vantaggiose per gli organizzatori. Peccato che in queste manifestazioni poi non si possano distribuire premi monetari; cosa ormai di prassi da quando il famoso “spirito trail” è passato a miglior vita. Cosa ancora più deprimente è vedere manifestazioni sportive che si autopromuovono annunciandosi tappa unica di Campionato Nazionale (al posto dei puntini mettete pure la sigla dell’ente che preferite). Anche in questo caso, badate bene, viene utilizzata la definizione “Campionato Nazionale” perché un EPS non può ovviamente organizzare Campionati Italiani. Un vero e proprio giro di parole per aggirare l’ostacolo. Risultato? Ulteriore confusione.
SOLO GARE FEDERALI? UNA MISSION IMPOSSIBLE - I vari EPS sono radicati sul territorio e forti politicamente. Hanno una mission importante, ovvero promuovere la pratica ludico sportiva a livello amatoriale. L’agoni-
smo dovrebbero lasciarlo alle federazioni di competenza, ma non è così. Sottrarre loro una bella “fetta di torta” come quella del mondo gare non sembra impresa facile, anzi tutt’altro. FIDAL e FISKY, invece di invadere a vicenda i propri ambiti di competenza, dovrebbero fare fronte comune e debellare questo fenomeno tutto italiano così da fare chiarezza e regolamentare una volta per tutte in maniera chiara e insindacabile il movimento. Mille tessere e mille diverse regole d’ingaggio sono una zavorra dalla quale dobbiamo liberarci. Un atleta per correre gare di mountain running classic e trail running necessita di una tessera e per quelle di skyrunning di una seconda. Poi se le due contendenti trovassero un accordo tra loro che portasse alla stipulazione di un’unica affiliazione per tutte le corse in natura sarebbe davvero il massimo, ma già togliersi dal limbo di mille differenti sigle sarebbe un bel passo avanti.
CHI VUOLE INVESTIRE IN UNO SPORT DOVE VI SONO MILLE CAMPIONI?
Organizzare bene, costa. Le varie associazioni, per non gravare troppo sui concorrenti, si avvalgono del supporto di enti pubblici e sponsor privati. I primi, nel marasma di mille sigle e mille campionati, sono più facilmente raggirabili, ma vendendo fumo si va poco lontano. Lo stesso discorso vale anche per le aziende di settore che, mediamente, sono più insider e dovrebbero avere le competenze per discernere “il fumo dalla ciccia”. Meglio quindi avere meno campioni, ma dei campioni veri.
IL RAPPORTO CON GLI SPONSOR PRIVATI, UN VERO E PROPRIO CAMPO MINATO - Questo è un altro tema dolente. Le federazioni per primeggiare a livello internazionale hanno bisogno di atleti che dedichino anima e corpo alla corsa. Tutti quei runner che non hanno una società podistica che consenta loro una vita da professionista, si avvalgono del supporto di uno sponsor privato per una tranquillità economica che significa di conseguenza più tempo per allenarsi. Premesso che nessuno dà nulla per nulla, i brand richiedono agli atleti visibilità agli eventi. Qui nasce l’inghippo: dove e quando sfoggiare il “total look”? Di certo non ai Campionati Italiani, e vien da dire: “Giusto così”. Negli ultimi anni la tendenza è di chiudere un occhio nelle varie gare nazionali, ma è un tacito accordo spesso non preso in considerazione da giudici troppo solerti. Ciò significa che un atleta vive spesso borderline tra esigenze societarie/federali e di sponsor. Anche in questo caso delle guidelines sarebbero ben accette.
TIRANDO LE SOMME - Il fatto che in molti siano interessati al trail running non è un male, vuol dire che il movimento suscita interesse. L’importante ora è non rompere il giocattolo. La corsa in natura, indipendentemente dalle distanze e dalla tecnicità dei percorsi va tutelata, regolamentata e promossa perché le gare non sono solo sport o business, ma anche promozione del territorio e un importante veicolo per la salvaguardia del patrimonio sentieristico montano.
La serata del 10 aprile del Grand Opening Party
QUANDO UN NEGOZIO VUOL DIRE COMMUNITY
Il 3 aprile, il primo brand store italiano di Arc’teryx ha aperto le sue porte nel cuore di Milano svelando uno spazio dove non mancano occasioni per condividere le proprie passioni.
Parla Stephan Tenailleau, senior director brand marketing di Sara Canali
Due piani per un totale di 289 metri quadri di spazio espositivo, un community space attivo tutto l'anno con un programma dedicato agli appassionati di sport e montagna, e ancora un corner dedicato a ReBIRD, il programma di riparazione e lavaggio specializzato pensato per prolungare la vita dei capi. Insomma, è molto più di un negozio quello che Arc'teryx ha aperto a Milano in Corso Garibaldi 9 il 3 aprile, piuttosto un luogo capace di offrire una consumer experience immersiva anche grazie all’organizzazione di proiezioni, educational clinic, eventi con atleti e iniziative di upcycling. Il 10 aprile, il brand ha organizzato il Grand Opening Party del suo primo brand store italiano, dove, oltre a poter vedere da vicino le ultime novità tecnico-sportive per quanto riguarda sci, snowboard, arrampicata, trekking e trail running, è stato possibile scoprire in anteprima la mostra fotografica di Achille Mauri sulla musica di Piezo e Jade Removille. Per l’occasione, la stampa ha avuto modo di visitare il negozio insieme a Stephan Tenailleau, senior director, brand marketing – EMEA, che abbiamo intervistato.
Perché avete scelto Milano per il vostro primo brand store italiano?
L'Italia è per Arc’teryx un mercato molto importante. Per diverso tempo abbiamo avuto un account sia a Courmayeur sia a Cortina e sapevamo che la naturale evoluzione sarebbe stata quella di aprire un nostro store appena i tempi sarebbero stati maturi. E Milano rappresenta il luogo giusto per noi, grazie alla sua vicinanza con le montagne e per il suo essere un punto di partenza ideale per le avventure outdoor sulle Alpi, ma anche sulle Dolomiti. I milanesi hanno uno spirito molto outdoor, ci sono grandi comunità di climbers e di runner, nonché di sciatori ovvero le aree in cui il brand è attivo.
Corso Garibaldi, nell’ultimo periodo, sta diventando il distretto dell’outdoor milanese. Questo ha influito sulla scelta della location?
In realtà è stato abbastanza causale. Cercavamo una location centrale, con caratteristiche abbastanza peculiari che potessero darci la possibilità di creare un negozio che fosse anche un punto di ritrovo per gli appassionati. La struttura che ospita il nostro store incorpora tutto ciò che stavamo cercando e si affaccia su una via pedonale frequentata dalle persone che vogliamo ispirare e coinvolgere. Come se tutto fosse al posto giusto al momento giusto.
Oltre al vostro brand store, Arc’teryx è distribuito in modo capillare sul territorio italiano. Come scegliete i vostri retailer?
Parliamo principalmente di negozi molto specializzati sull’outdoor, in grado cioè di capire il brand, le sue tecnologie, l’attenzione all’ambiente e lo spirito. Quando tratti Arc’teryx non vendi solo un capo, ma
una storia, una passione, una tradizione. Inoltre, cerchiamo di essere presenti in modo molto razionale scegliendo cosa vendere e dove. Non tutti i negozi trattano tutto, dipende da dove sono, che clientela hanno e così via.
E qui a Milano, invece, c’è tutta la collezione?
Assolutamente sì, abbiamo un grande assortimento e mettiamo in vetrina tutti gli spiriti del brand. Ovviamente con una scelta stagionale, ma di base si può sempre trovare tutto ciò che si cerca.
_IL PROGETTO DELLA COMMUNITY SPACE
Con Francesco Chiamulera, community marketing manager Italia Arc’teryx, abbiamo invece parlato delle attività dedicate alla community che il negozio vuol offrire. “Ci appoggiamo a comunità già esistenti e ci baseremo su tre focus principali: abbiamo un progetto sviluppato con Vibram e con il media Mental Athletic per co-creare delle esperienze di trail running. Per quanto riguarda il climbing, collaboriamo con la palestra di Pero Urban Wall dove organizzeremo dei contest e poi organizzeremo degli eventi in store ospitando atleti e non solo". Alla domanda su chi per lui è il cliente tipo di Arc’teryx, Francesco risponde così: “Sono sia coloro che sono sempre andati in montagna, sia chi si è appassionato all’immagine del brand che nel tempo si è affermato come marchio di abbigliamento e attrezzatura premium del mondo outdoor. Qui troveranno il loro punto d’approdo per trovare i prodotti più giusti per ogni passione, ma anche per fare nuove conoscenze sportive con cui condividere le proprie passioni”.
DALLA CITTÀ ALLA MONTAGNA
Costruire una solida community di appassionati outdoor a Milano che gravitino intorno al nuovo store. Con questo obiettivo, Arc’teryx ha organizzato un’esperienza di trail running gratuita e aperta a tutti sulle montagne del Lago di Como. La prima di una lunga serie di Karen Pozzi
Il debutto milanese di Arc’teryx non è passato inosservato. A pochi giorni dall’apertura dello store di Brera, il brand ha proposto la sua prima iniziativa sul territorio, pensata per tutti gli amanti del trail running. L’obiettivo è chiaro: creare una rete attiva e coinvolta di sportivi urbani, promuovendo i valori e la visione del brand attraverso eventi che ruotano intorno allo store e alle discipline outdoor, in particolare il trail running, ambito in cui Arc’teryx ha recentemente debuttato con il lancio della sua prima scarpa da corsa off-road, presentata a febbraio.
L’ESPERIENZA SUL CAMPO
Per dare il via a questo progetto, il brand ha organizzato un’esperienza gratuita di trail running aperta a tutti, tra i sentieri panoramici del Lago di Como. Sabato 12 aprile 2025, in collaborazione con Mental Athletic, un gruppo di runner è partito dallo store Arc’teryx di Brera per vivere una giornata di sport immersi nella natura e staccare per qualche ora dal caos cittadino. Destinazione: i single track delle Prealpi del Lago di Como. Un percorso a anello di 9 km con 600 metri di dislivello, tra panorami mozzafiato ai piedi delle Alpi innevate.
L’itinerario si è concluso all’agriturismo Le Radici, dove i partecipanti hanno potuto godersi un meritato pranzo a base di specialità locali e naturali tipiche della sua cucina.
“Questa è solo la prima tappa di un ricco calendario di eventi che proporremo durante tutto l’anno, spaziando tra trail running, trekking, arrampicata e alpinismo. Tutti gratuiti, pensati per abbattere ogni barriera d’ingresso alla nostra community e permettere a chiunque di esplorare le meraviglie naturali a meno di un’ora dalla città. Il nostro nuovo store a Milano sarà spesso il punto di partenza e di ritorno che dispone anche di una community area pensata per incontrarsi, conoscersi, condividere esperienze, idee e ispirazioni” Francesco Chiamulera, community marketing manager Italia Arc’teryx
SEMPRE PIÙ IN ALTO
Lo slackliner Davide Spaccasassi sarà uno dei protagonisti di ORBDAYS, dove presenterà la sua disciplina tra grandi altezze e progetti da record
di Sara Canali
Davide Spaccasassi ha conosciuto la slackline durante un viaggio in Australia quando ha incontrato un ragazzo cileno che montava una fettuccia tra due alberi. Prima una curiosità, poi un vero e proprio colpo di fulmine che lo hanno portato non solo a praticarla, ma a portarla a un altro livello in termini di sperimentazione e altezza. Classe 1995, Davide nasce a San Benedetto del Tronto (AP) e oggi è ciò che lui stesso definisce un atleta, ma anche un artista poliedrico che ha fatto delle grandi altezze il suo biglietto da visita. Lui, insieme al collettivo Flow, sarà tra i protagonisti degli Outdoor e Running Business Days del 25 e 26 maggio insieme a Spider Slackline, azienda italiana del settore con cui gestirà uno spazio espositivo dove sarà possibile avere un’infarinata generale sulla disciplina, i materiali che si usano, le sue potenzialità e mettere alla prova le proprie abilità. Lo abbiamo conosciuto e chiesto in anteprima cosa porterà a Riva del Garda.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla vostra presenza agli ORBDAYS?
Flow è un collettivo che si occupa di eventi, di spettacoli e di grandi traversate in altezza, ma anche di campagne di marketing legate all'outdoor e alla slackline. La nostra presenza a Riva sarà supportata da Spider Slackline, che allestirà per noi degli slack rack per provare in prima persona cosa significa sfidare il nostro equilibrio. Per noi Riva Del Garda rappresenta un trampolino importante in ottica di nuove collaborazioni di vario tipo, da campagne marketing a collaborazioni meramente sportive, o di training. Magari legate a una palestra di arrampicata fino ad arrivare a degli eventi sportivi extreme legati alle grandi altezze.
Che connessione c’è per te tra le discipline outdoor e la slackline?
È fortissima, hanno entrambe a che fare con altezza, gesti tecnici, equilibrio e movimenti armonici. Per me imparare ad arrampicare è stato funzionale per la slackline, tanto che oggi riesco a creare progetti che combiniamo queste due discipline.
Quando hai capito che la tua passione sarebbe potuta diventare una professione?
Sono sempre stato appassionato di montagna e ho praticato
tanto sport, ma mai al punto di pensare di diventare atleta professionista. La professione è venuta quasi in forma naturale, piano piano, non ho fatto molto fatica. È lei che è venuta da me, come un processo naturale che mi ha travolto. Ero nel posto giusto al momento giusto. Negli ultimi quattro anni soprattutto ho conosciuto le persone che mi hanno trasmesso la passione, le tecniche e la conoscenza per avere tutte le buone pratiche da seguire per la riuscita di questi progetti. Ho incontrato la compagnia dei Folli, che è una realtà del Piceno, ma opera in tutta Italia, facendo spettacoli di acrobatica e arte circense e ho iniziato a collaborare con loro.
Che cos'è un highline?
Camminiamo in equilibrio su una fettuccia sospesa ad altezze importanti tra montagne, edifici, ponti o qualunque altro tipo di struttura che abbia le caratteristiche per essere utilizzata come ancoraggio. È un'attività particolarmente stimolante nella quale l'aspetto mentale è altrettanto importante rispetto alle abilità fisiche e tecniche. L'atleta è costantemente assicurato attraverso l'utilizzo di un normale imbrago.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Un progetto ambizioso si realizza grazie a un'organizzazione meticolosa. Da buon marchigiano ho a cuore le nostre montagne, in particolare i Monti Sibillini, ed era da diverso tempo che volevo portare una highline proprio qui con una slackline che potesse attraversare Pian Grande, ossia la piana che si forma ai piedi di Castelluccio e del Monte. Quello che era partito come un sogno, sta piano piano prendendo forma: il progetto infatti è quella di montare qui la slackline più lunga d'Italia, riuscendo a battere il record di un chilometro e 400 metri che io stesso ho fissato l’anno scorso insieme a Carlo Cozio in Cilento. Vogliamo arrivare a 2 km.
E poi?
Quest’estate metteremo una linea al ponte di Sellano in Umbria per esempio, il ponte tibetano più alto d'Europa, e anche uno su un ghiacciaio. Tutto work in progress!
MAI IMPREPARATI: LA GIACCA CHE DIVENTA GILET DI CMP
Giacca ibrida 2-in-1 con maniche zip-off, ideale per adattarsi rapidamente alle diverse condizioni e attività outdoor. Realizzata in nylon stretch con interno garzato e dotata di trattamento esterno water-repellent, offre una protezione efficace contro vento e pioggia leggera mantenendo un'ottima traspirabilità. Il materiale stretch garantisce una vestibilità comoda e una grande libertà di movimento, supportata anche dalle pinces sulla piega dei gomiti. Le maniche removibili permettono di trasformare la giacca in un pratico gilet, rendendola estremamente versatile. La comodità del capo si ritrova anche negli inserti in tessuto Grid-Tech su fianchi, sottomanica e spalle, che donano un piacevole soft touch, nei polsini in Lycra e nel fondo giacca rifinito con un elastico interno a chiusura che migliora la vestibilità e impedisce l’ingresso dell’aria. A completare il capo, due tasche laterali con zip nascosta e fodera in mesh e la zip frontale con patta antivento e logo CMP stampato.
GLI SPECIALISTI DEL TREKKING: PARAGON E MAVEN DI GREGORY
Gli zaini da trekking Paragon e Maven di Gregory, rispettivamente per lui e per lei, mirano a massimizzare la funzionalità e il comfort riducendo al minimo il peso. Due pannelli elasticizzati FreeFloat collegano la cintura ben imbottita al telaio ma si muovono in maniera indipendente da esso, flettendosi dinamicamente con i movimenti di chi lo indossa, al fine di risparmiare energia sul percorso. La ventilazione posteriore è una delle caratteristiche distintive di Paragon e Maven: i nuovi modelli – reinventati – sfoggiano il rivoluzionario pannello posteriore
AirCushion, una rete 3D composta per il 90% da aria per ridurre il contatto della schiena con lo zaino, garantendo un’eccellente traspirabilità. Grazie al design aderente alla schiena, il peso viene mantenuto vicino al baricentro. Lo zaino offre diverse funzionalità di rapido accesso: una cerniera laterale alla tasca principale, uno scomparto inferiore cernierato con divisore rimovibile, una tasca frontale oversize e due laterali in rete elasticizzata, mentre il coperchio presenta un’ampia tasca superiore e una inferiore con cerniera. Lo scomparto principale dispone di un gancio per il serbatoio di idratazione interno 3D Hydro di Gregory. Infine, rispetto alla produzione delle confezioni con materiali vergini, Gregory è riuscito a ridurre l’impronta di carbonio dell’intera collezione, in media, del 25%, e non è stato utilizzato alcun PFC dannoso.
Tuono è un nuovo modello Kayland pensato per il fast hiking e approach su terreni impegnativi. La tomaia presenta un puntalino protettivo che funge da barriera contro gli ostacoli, il tessuto a trama fitta è stato progettato per evitare strappi e lacerazioni, per una maggiore garanzia sono stati applicate finiture in TPU. I rinforzi, inseriti anche sulla parte dell’allacciatura, la rendono più rapida evitando allo stesso tempo accidentali strappi della tomaia. Il collarino e la linguetta realizzate in mesh garantiscono traspirabilità. La suola Vibram assicura grip e buona tenuta anche su terreni sconnessi. L’utilizzo della membrana Gore-Tex mantiene il piede asciutto.
RANGE DI TAGLIE (con mezze misure) / 6 - 12.5 UK uomo - 3 - 8.5 UK donna
MASS AQUA DI VIST SCUDERIA: IL RAINCOAT DEGLI ALLENATORI DIVENTA UN URBAN CULT
Il raincoat Mass Aqua di Vist riflette il perfetto equilibrio tra funzionalità e stile. Il suo avanzato tessuto impermeabile e traspirante inizialmente forniva ad allenatori e atleti d’élite una copertura essenziale per restare asciutti e comodi anche nelle condizioni più difficili. Con il passare degli anni, la sua combinazione di linee pulite, materiali avanzati e colori audaci ha fatto sì che il capo conquistasse il cuore di molti appassionati di moda urbana. Le sue caratteristiche distintive, come la vestibilità oversized, le trame impermeabili e i dettagli minimalisti, si sono adattate alle tendenze urban più recenti. Realizzato con tessuti esterni a due e tre strati, è completamente termosaldato e regolabile con un sistema di abbottonatura. Le sue caratteristiche tecniche sono studiate per garantire una comoda vestibilità e restare sempre asciutti.
SCHEDA TECNICA /
• Tre tasche esterne
• Lunghezza regolabile con sistema di abbottonatura
• Cappuccio fisso regolabile
• Polsini esterni regolabili
• Tessuto: 2 Trade, 3 strati con membrana in TPU 10.000 mm, 5.000 g/m2/24h
donna
uomo
Maven - donna
FACCIAMO IL PUNTO
Prowinter Season Finale ha rappresentato l’occasione per porre uno sguardo sullo stato di salute dello ski business e del reparto rental di Sara Canali - foto Marco Parisi
Prowinter Season Finale ha rappresentato anche quest'anno la conclusione ufficiale della stagione sciistica, con la consueta Festa dell'Atleta del Centro Sportivo dei Carabinieri e l'ottava edizione del Prowinter Ski Rental & Retail Summit powered by ITASNOW. Un’occasione per fare un punto sul mondo neve e della montagna bianca, con il Summit che ha affrontato temi cruciali come la sicurezza sulle piste, i flussi turistici, il rinnovo dell’attrezzatura e la formazione e gestione del personale. Inoltre, sono state annunciate le date della 26esima edizione di Prowinter, la fiera b2b dedicata agli sport invernali.
L’EVENTO
Nel corso della giornata di venerdì 11 aprile, sono stati consegnati i premi agli atleti dell’Arma dei Carabinieri presenti in occasione della Festa dell'Atleta del Centro Sportivo dei Carabinieri. Tra i premiati per essersi particolarmente distinti nel corso della stagione, nomi di spicco del panorama internazionale come la Vice Brigadiere Federica Brignone (assente a causa dell’infortunio riportato durante i Campionati Italiani in Val di Fassa) e i colleghi Dominik Paris, Jole Galli, Gabriel Messner, Giorgia Collomb, Luca Spechenhauser e Dominik Fischnaller. Un premio speciale alla carriera è stato assegnato all’Appuntato Scelto Kurt Brugger, atleta e allenatore di fama internazionale.
IL SUMMIT
Come da tradizione per la chiusura di stagione, si è svolta l’ottava edizione del Prowinter Ski Rental & Retail Summit powered by ITASNOW, l’appuntamento di fine inverno di Fiera Bolzano e che da quest’anno assume una nuova denominazione per sottolineare il coinvolgimento diretto non solo dei noleggiatori, ma anche delle aziende produttrici e distributrici del settore. Grazie alla collaborazione con Prowinter Lab, è stato possibile raccogliere e analizzare i dati della stagione appena conclusa. Presenti al Summit, moderato da Alfredo Tradati, anche esponenti di aziende e noleggi che hanno colto l’occasione per fare il punto su tendenze, mercati e opportunità. Per la prima volta, anche i negozianti sono stati coinvolti nell’indagine di Prowinter Lab, e tra i dati più rappresentativi del settore c’è sicuramente il podio delle categorie merceologiche più vendute.
L'OTTAVO SKI RENTAL E RETAIL SUMMIT
Il report, basato su un campione di 350 noleggi attivi (su 823 censiti in Italia), restituisce un’immagine positiva ma prudente della stagione invernale 2024/25. Il 70% degli operatori intervistati ha dichiarato un andamento stabile o leggermente in crescita rispetto all’anno precedente, con un 18% che ha segnalato incrementi significativi del fatturato. Solo il 13,2% ha dichiarato di non aver centrato gli obiettivi prefissati a inizio stagione. L’analisi conferma dunque un settore maturo, in fase di consolidamento.
GIUDIZIO SULL'ANDAMENTO DEL BUSINESS
Sul piano dell’attrezzatura, i numeri parlano chiaro: nei noleggi italiani sono presenti circa 314.000 paia di sci, oltre a una quota simile di scarponi (311.000) e bastoncini (288.000) e caschi (252.000). La categoria di sci più richiesta è quella all mountain di livello intermedio, ideale anche su neve non perfetta. In crescita anche la domanda per sci “premium”, a testimonianza di una maggiore disponibilità e propensione a investire nella qualità. Preoccupante il calo dell’interesse per scialpinismo e ciaspole, penalizzati dalla scarsità di neve a quote medio-basse: oltre il 60% dei noleggi ha registrato una diminuzione delle richieste rispetto alla stagione precedente.
Il fatturato generato dal turismo straniero è sempre più rilevante: in molte località rappresenta oltre il 50%, con punte fino al 70–80%. Parallelamente, la durata media del noleggio si è concentrata sui quattro giorni, a testimonianza del progressivo abbandono della classica “settimana bianca”. Altro punto critico è il personale: il comparto ha perso il 33% degli addetti rispetto all’anno precedente. Le difficoltà di reclutamento, le richieste economiche più alte e il problema alloggi in molte località rendono complessa la gestione delle risorse umane.
PERSONALE IMPIEGATO: CONFRONTO STAGIONE 2023/24 VS 2024/25
Sotto il profilo qualitativo, si osserva una significativa tendenza al rinnovo più rapido del parco attrezzature: oggi uno sci resta mediamente in servizio 3,9 anni, contro i 5 anni di qualche stagione fa. Un dato positivo, che migliora l’esperienza cliente e tutela anche l’immagine dei brand.
Interessante anche il dato relativo al tempo medio di sostituzione del parco attrezzature che si attesta intorno ai 2,7 anni. Rispetto al 2019, il ricambio è accelerato: -18,1% per gli sci e -22% per gli scarponi, segno di una crescente attenzione alla qualità dell’offerta del noleggiatore verso il cliente finale.
TEMPO MEDIO DI SOSTITUZIONE: CONFRONTO 2019 VS 2025
Variazione sci = -18,1%
Variazione scarponi = -22%
Uno dei punti centrali dell’intervento è stato il tema delle assicurazioni. Rispetto al 2023, è aumentata la percentuale di noleggiatori dotati di copertura per responsabilità civile professionale (+18% sul 2024), portando al 12% la quota dei noleggi ancora scoperti, un dato ancora migliorabile. Solo il 2% dei noleggi offre anche la RC obbligatoria per lo sciatore, segno che esistono margini di miglioramento nell’offerta integrata di servizi.
INDAGINE NEGOZI 24/25: PRODOTTI VENDUTI NELLA STAGIONE 24/25
Sci e scarponi rappresentano gli articoli più venduti per il 58,4% dei rispondenti. A seguire, inaspettatamente, l’abbigliamento (53,6%) che a inizio stagione aveva dato segnali di sofferenza, e gli accessori, al primo posto per il 40,6% degli intervistati, mentre chiudono la classifica calzature e scarpe da “trekking”. Questi ultimi sono dati interessanti soprattutto per il nuovo target di Prowinter, che per l’edizione 2025 ha aperto i propri padiglioni al mondo dell’escursionismo invernale con Prowinter Outdoor.
BILANCIO DI FINE ANNO
• Qual è stato l’andamento delle vendite?
• Quali sono i tre fattori che hanno influenzato l’andamento del 2024 in modo positivo?
• Quali sono i tre fattori che l'hanno influenzato in modo negativo?
• Voto complessivo al 2024
TREND D'ACQUISTO
• Vendete anche online?
• Quanto incidono in percentuale sul totale le vendite online?
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Quali sono state le categorie merceologiche più acquistate?
TREND NELLE DISCIPLINE
• Per quali discipline avete avuto maggiori acquisti di prodotto?
LE DOMANDE
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Quali sono le caratteristiche dei prodotti che hanno maggiormente inciso nella scelta del cliente?
ANDAMENTO DELLA DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• Avete notato un aumento o diminuzione della richiesta di abbigliamento rispetto agli anni scorsi?
RESPONSABILITÀ
• Avete richiesta di prodotti sostenibili?
• Il cliente è disposto a spendere di più per un prodotto sostenibile?
SOCIAL MEDIA
• Quali social media utilizzate di più?
• Avete notato un incremento di engagement o vendite provenienti da queste piattaforme nel 2024?
MARCHI PIÙ VENDUTI NEL 2024
Quali sono in ordine i vostri tre top brand di*:
A. Calzature hiking-trekking
B Calzature mountain lifestyle
C. Calzature climbing
D. Calzature trail running
E. Scarponi da scialpinismo/freeride
F. Sci
G. Abbigliamento outdoor
H. Abbigliamento intimo tecnico
I. Accessori (bastoncini, occhiali, caschi)?
L. Attrezzatura climbing
(*+ in crescita, = stabile, - in calo)
BRAND RIVELAZIONE DEL 2024
ALTRE OSSERVAZIONI
4a PUNTATA
LA CARICA DEI 101
Si chiude l'inchiesta esclusiva di Outdoor Magazine sull’andamento delle vendite del mercato nel 2024. Parola ai negozianti a cura della redazione
La nostra rivista è sempre attenta al negoziante e alle sue necessità. I retailer rappresentano l’anello fondamentale della filiera distributiva e, proprio per questo, è importante raccogliere il loro punto di vista, ascoltarne le richieste e considerarne i bisogni. I primi numeri del nuovo anno raccolgono la consueta “Carica dei 101” (diventata ormai un marchio di fabbrica di MagNet), con essa realizziamo una vera e propria indagine di mercato a 360 gradi, con un bilancio dell’annata da poco conclusa e prospettive per quella appena iniziata, novità, trend, problematiche, opportunità e proposte: archiviato il 2024 nei bilanci dei punti vendita, qual è il sentiment dei negozianti? Ecco la quarta e ultima puntata della nostra inchiesta con interessanti spunti di riflessione per tutti gli operatori del mercato outdoor.
• Il bel tempo all’inizio della stagione invernale.
• Il clima che poi è peggiorato.
• Voto 2024: 6
VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trekking.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Prezzo e leggerezza.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• Non trattiamo abbigliamento.
RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• No, non è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili.
SOCIAL MEDIA
• Non usiamo social media.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: SCARPA (+) LA SPORTIVA (+) AKU (+)
• Calzature mountain lifestyle: non le trattiamo
• Calzature climbing: non le trattiamo
• Calzature trail running: LA SPORTIVA (+)
• Scarponi da scialpinismo/freeride: non li trattiamo
• Sci: non li trattiamo
• Abbigliamento outdoor: non lo trattiamo
• Abbigliamento intimo tecnico: MICO (+) CMP (+)
• Accessori: PETZL (=)
• Attrezzatura climbing: non la trattiamo
BRAND RIVELAZIONE
• Nessuno.
SPINNAKER
CATTOLICA (RI) - PUNTI VENDITA: 1
OSCAR MANCINI - TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• +5%.
• Il nostro essere molto specializzati e tecnici ci rende un punto di riferimento in zona. Organizziamo anche uscite con i clienti che fanno crescere la community.
Ultra trail: la performance si costruisce minuto dopo minuto, per ore. Prodigio Pro è progettata per migliorare potenza e velocità anche sulle distanze più lunghe, così puoi concentrarti solo sul tuo passo. La Tecnologia XFlow Speed™ ottimizza la reattività con il massimo cushioning su qualsiasi terreno, mentre la tomaia garantisce flusso di energia costante e controllo grazie al fit avvolgente della Power Wire Technology. Lima secondi a ogni chilometro: scopri Prodigio Pro su lasportiva.com
Andreas Reiterer
ZETA
SPORT
CASTELNOVO DI SOTTO (RE) - PUNTI VENDITA: 1
PAOLO BELLINI - SOCIO
BILANCIO DI FINE ANNO
• -5%
• La voglia di far sport può essere una componente a favore. Da noi c'è una sana competizione che alimenta gli appassionati e fa sì che lo sport diventi sia un argomento di conversazione sia un modo per ritrovarsi. Inoltre, noi puntiamo sul servizio e questo ci ha permesso, negli anni, di instaurare un buon rapporto con il cliente.
• L'instabilità politica a livello mondiale e il potere d'acquisto che non aumenta, anzi cala sempre di più. La gente ora ha altri interessi e compra mirato, ma dall’altra parte vuole parlare sempre meno e avere cose più immediate da recuperare su Internet. Nell'era della comunicazione e dei social c'è sempre meno voglia di aprirsi.
• Voto 2024: 6 ½
VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Tempo libero, sci, trekking e nordic walking.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Tecnicità e leggerezza.
ARCO SPORT
ALESSANDRIA - PUNTI VENDITA: 1
WALTER PIVOTTO - TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• +5-10%.
• L’essere professionali e competenti, il fatto che anche in Italia si stia iniziando a vestirsi comodi e sportivi.
• La crisi geopolitica che crea incertezza generale sul futuro, il potere di acquisto del cliente che è sempre meno e il fatto che i prezzi siano saliti ma gli stipendi rimasti uguali.
• Voto 2024: 7
VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Abbigliamento e calzature.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trekking, multisport e trail running.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Comfort e più destinazioni d’uso. DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È cresciuta.
RESPONSABILITÀ
• Sì, abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• Dipende. Abbiamo un corner Patagonia, probabilmente l’azienda più green del mondo. Però prima viene sempre la qualità, poi in seguito la sostenibilità.
SOCIAL MEDIA
• Instagram e Facebook.
• Sì, abbiamo notato un incremento. Abbiamo sicuramente migliorato l’aspetto della vendita.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: SCARPA (+) LA SPORTIVA (+)
• Attrezzatura climbing: PETZL (+) CLIMBING TECHNOLOGY (+) KONG (-)
BRAND RIVELAZIONE
• TOPO ATHLETIC
ALTRE OSSERVAZIONI
• Bisogna fare attenzione al cliente, coccolarlo: le cose costano e quindi saper consigliare in maniera corretta è il segreto per fidelizzarlo. Importante è anche il servizio post vendita.
SPORT HUB
LECCO - PUNTI VENDITA: 1
DAVIDE BRAMBILLA – STORE MANAGER
BILANCIO DI FINE ANNO
• Stabile.
• Le promozioni hanno aiutato perché comprendono tutta la settimana e non solo la giornata.
• I fattori climatici hanno influenzato le vendite, con una primavera piovosa partita tardi e l’inverno che ha destato poca attenzione del consumatore fino quasi a Natale per via della mancanza di neve. Poi con l’avanzare della stagione è andata meglio. Poi, nel nostro negozio è stata premiato il contatto e il consiglio del commesso, quindi non abbiamo subito troppo le vendite online se non per la concorrenza un po’ sleale.
• Voto 2024: 7
VENDITE ONLINE
• Sì, vendiamo anche online.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature e abbigliamento.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trekking e trail running.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Prezzo e tecnicità.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È rimasta stabile.
RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• Sì, è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili. Tuttavia solo se costano poco di più. Qualche cliente che cerca prodotti più responsabili c’è, ma è ancora una nicchia. Purtroppo non c'è ancora quel trend che ci si aspettava. Sono per lo più i marchi a proporre tante cose riciclate che il consumatore compra quasi senza saperlo, ma le apprezza una volta venuto a conoscenza.
SOCIAL MEDIA
• Instagram e Facebook.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: SCARPA (=) LA SPORTIVA (=)
• Calzature mountain lifestyle: non le trattiamo
• Calzature climbing: LA SPORTIVA (=) SCARPA (=) FIVE TEN (=)
• Calzature trail running: NNORMAL (+) HOKA (=)
• Scarponi da scialpinismo/freeride: DYNAFIT (+) SCARPA (-) TECNICA (+)
• Sci: FACTION (+) BLACK CROWS (=) DYNASTAR (=)
• Abbigliamento outdoor: ROCK EXPERIENCE (+) PATAGONIA (=) RAB (+)
• L’aumento di disponibilità di prodotti, l’incremento dei frequentatori delle attività outdoor, il feedback positivo dei nostri clienti che crea il classico “passa parola”.
• La scorretta attività commerciale di alcuni brand che vendono a prezzi scontati.
• Voto 2024: 7
VENDITE ONLINE
• Sì, vendiamo anche online.
• Da 0 a 5.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature, abbigliamento, attrezzatura climbing e attrezzatura per speleologia e lavoro su corda.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trekking, alpinismo e multisport.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Comfort, prezzo ed estetica.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È cresciuta.
RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• No, non è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili.
• La pubblicità sul territorio e una minore concorrenza. Inoltre, lato noleggio noi diamo la possibilità di sciare a un prezzo irrisorio.
• Tutto quello che si sente in televisione, quindi i prezzi più alti, gli stipendi più bassi e così via.
• Voto 2024: 8
VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Attrezzatura da sci.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Sci alpino.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Prezzo.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È diminuita.
RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• No, non è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili. Per esempio, lo sci che abbiamo venduto di più l’anno scorso era in gran parte riciclato, ma questo aspetto non è interessato a nessuno.
FREE SPORT
PARMA - PUNTI VENDITA: 1
MASSIMO IVALDI - SOCIO TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• -5%.
• L’autunno e l’estate che a livello climatico sono andati abbastanza bene.
• L’inizio del 2024 ha creato il grosso divario con il 2023 perché non c’è stato un vero inverno e la neve scarseggiava. Inoltre, negli anni post-Covid le persone hanno smesso di compare massivamente perché si era già procurata tutto in precedenza, e le cose non vengono cambiate spesso nel settore outdoor a meno di enormi novità o trend improvvisi. A Natale ci si riprende un po’, ma senza inverno le vendite ne risentono.
• Voto 2024: 7
VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trail running, lifestyle.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Comfort.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È rimasta stabile.
RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• No, non è disposto a pagare di più. Su mille clienti che entrano, solo uno cerca il capo riciclato. Tra due varianti, una green ma più costosa e una meno costosa ma non sostenibile, il consumatore tendenzialmente sceglie sempre la seconda.
SOCIAL MEDIA
• Instagram e Facebook.
• No, non abbiamo notato un incremento.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: SCARPA (=) THE NORTH FACE (=) ALTRA (=)
• Calzature mountain lifestyle: ON (-) ALTRA (=) SCARPA (=)
• Calzature climbing: non le trattiamo
• Calzature trail running: ALTRA (=) ON (-) NNORMAL (+)
• Scarponi da scialpinismo/freeride: non li trattiamo
• Sci: non li trattiamo
• Abbigliamento outdoor: PATAGONIA (+) THE NORTH FACE (=) MONTURA (=)
• Scarponi da scialpinismo/freeride: non li trattiamo
• Sci: SALOMON (+) ATOMIC (+) BLIZZARD (+)
• Abbigliamento outdoor: NORDSEN (=) CMP (-)
• Abbigliamento intimo tecnico: HP (+)
• Accessori: SALOMON (+) ATOMIC (+) RH+ (+)
• Attrezzatura climbing: non la trattiamo
BRAND RIVELAZIONE
• BLIZZARD
ALTRE OSSERVAZIONI
• Nel nostro core business di noleggio e vendita di attrezzatura da sci alpino siamo andati molto bene. Invece il lato che concerne il trekking, e quindi l’abbigliamento, sta andando meno bene rispetto agli anni precedenti. Vuoi per un discorso di potere d'acquisto, vuoi perché non ci impegniamo abbastanza per differenziarci dai grossisti. Sul mondo sci non ci raggiungono, né a livello di qualità né di prezzi, mentre per l’escursionismo rimangono molto competitivi soprattutto per chi va poco in montagna.
MAX SPORT
SCHIO (VI) - PUNTI VENDITA: 1
MASSIMO SIMIONATO - TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• -2%.
• Il nostro darci da fare, la capacità di proporre sempre nuove iniziative.
• La parte invernale e il meteo che cambia, che ci costringe ad adattarci alle stagioni. Commercialmente, si accorcia sempre di più l'inverno e si allunga l'estivo, che costa meno in valore assoluto.
• Voto 2024: 8
VENDITE ONLINE
• Sì, vendiamo anche online.
• Da 41 a 50%.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trail running, lifestyle/tempo libero.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Più destinazione di uso/multisport, prezzo.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È rimasta stabile.
RESPONSABILITÀ
• Sì, abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• Sì, è disposto a pagare di più per prodotti green.
SOCIAL MEDIA
• Instagram e Facebook.
• Sì, abbiamo notato un incremento lieve. Utilizziamo i social più per i brand e per essere presenti e visibili che per sponsorizzare i prodotti.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: LA SPORTIVA (=) DOLOMITE (+) SCARPA (-)
• Attrezzatura climbing: C.A.M.P. (=) BLACK DIAMOND (-) BEAL (=)
BRAND RIVELAZIONE
• KAILAS - per le scarpe da corsa ALTRE OSSERVAZIONI
• Questa del mercato contemporaneo è un'evoluzione molto importante, forse annuale. Una volta c’era il riferimento dei cinque anni temporali, ma l’andamento del settore varia fortemente di anno in anno.
SPORTMANSHOP
MONDOVÌ (CN) - PUNTI VENDITA: 1
MATTIA REGIS - SOCIO TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• +2%.
• Nel 2024 non sono stati molti gli aspetti positivi. Noi abbiamo registrato un incremento delle vendite del settore trail running, segno che il movimento sta crescendo. Un fattore che ci ha aiutato a crescere o comunque a far arrivare nuove persone in negozio è stata la sponsorizzazione di alcuni eventi sul territorio, come il grande raduno boulder in val Ellero, dove ci siamo occupati di dare premi e organizzare test di scarpette. Inoltre, supportiamo come sponsor anche una gara di trail running locale in collaborazione anche con Run4TheCure per aiutare la ricerca.
• Il Covid ha sballato tutto il magazzino perché si sono fatte scorte importanti, ma il successivo calo delle vendite ci ha portato a una maggiore rimanenza che ci ha obbligato a una grande svendita a ottobre per poter tornare a respirare. Inoltre, il fattore meteo è stato fatale: un inverno con impianti sciistici chiusi e la neve arrivata solo a marzo aprile, quando la gente era già proiettata all’acquisto estivo. Poi l’inizio della bella stagione è stato contraddistinto da un’elevata piovosità che ha rallentato ancora le vendite. Insomma, un anno difficile.
• Voto 2024: 5
VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature, abbigliamento, attrezzatura climbing
TREND DELLE DISCIPLINE
• Climbing, trekking, scialpinismo e sci alpino.
MOUNTAIN SICKS
RIVAROLO CANAVESE (TO) - PUNTI VENDITA: 1
LUCA PONZIANI - TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• +10%.
• Un ritorno del freddo con la ricomparsa anche delle cascate di ghiaccio e, in generale, un po' più di neve rispetto alle ultime annate. Inoltre, ho notato una generale voglia di outdoor e di tempo all’aria aperta da parte delle persone.
• Gli sbalzi di temperatura enormi non hanno aiutato a cui si aggiunge una sorta di costante stato di terrorismo psicologico e incertezza verso il futuro. Infine, i prezzi sempre più alti dei prodotti con un’inflazione che colpisce soprattutto la merce che arriva dal Far East.
• Voto 2024: 8
VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Vendiamo davvero tutto quello che vuol dire outdoor. Per quanto riguarda le calzature, quest’anno abbiamo notato una crescita del reparto trail running i cui prodotto oggi vengono preferiti agli scarponcini per andare in montagna.
• Leggerezza, punto prezzo, estetica. DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È rimasta stabile.
RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• Il mio cliente non chiede prodotti sostenibili in termini di materiali ma è più interessato alla sua resistenza e longevità: non sopporta di comprare prodotti cari che durano poco.
SOCIAL MEDIA
• Instagram e Facebook.
• Non pubblicizzo molto prodotto, solo i saldi, ma le attività sì e attira persone. È molto più una questione di apparenza e la mia attività si basa maggiormente sul passaparola e i consigli che si danno i clienti: ovvero, se ti serve qualcosa: "Vai da Luca".
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: SCARPA (-) LA SPORTIVA (=) HOKA (+)
• Attrezzatura climbing: PETZL (+) BLACK DIAMOND (-) C.A.M.P. (=)
BRAND RIVELAZIONE
• BLUE ICE (per l’attrezzatura), MOUNTAIN EQUIPMENT (per l’abbigliamento)
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Multisport, qualità del prodotto, seasonless.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È diminuita. RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• Dipende, se c'è bene, ma non è la principale fonte di richiesta. Siamo in una città piccola e le cose arrivano sempre dopo.
SOCIAL MEDIA
• Instagram e Facebook.
• Sì, tramite pubblicità e investimento economico sui social siamo riusciti a far girare maggiormente post e promozioni che hanno portato a un incremento clienti.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: SALEWA (+) SCARPA (+) LA SPORTIVA (-)
• Calzature mountain lifestyle: non le trattiamo, preferiamo il prodotto tecnico
• Calzature climbing: SCARPA (+) TENAYA (+) LA SPORTIVA (-)
• Seasonless, più destinazioni d’uso, leggerezza e prezzo.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È diminuita. RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• No, non è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili. Il cliente italiano ci crede, la professa ma poi quando gli dici che costa dieci euro in più non la compra.
SOCIAL MEDIA
• Instagram e Facebook.
• Sì, abbiamo notato un incremento.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: LA SPORTIVA (+) SCARPA (-) AKU (=)
• La crescita della richiesta per l'urban oudoor e il fatto che oggi i prodotti tecnici siano diventati ricercati da un pubblico più allargato rispetto agli appassionati.
• La coda lunga relativa al mercato saturo con tanto prodotto stoccato sull'onda post Covid del 2021. Inoltre, la consapevolezza che gli utilizzatori saltuari che qualche anno fa avevano comprato bene, non hanno rinnovato il loro outfit negli anni successivi. Infine, l'aumento dei prezzi che ha scremato il pubblico interessato al prodotto tecnico per le proprie attività. Purtroppo la recessione in cui verte il nostro Paese relega la spesa per le proprie passioni in secondo piano.
• Voto 2024: 6
VENDITE ONLINE
• Sì, vendiamo online.
• 5%.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Accessori e zaini di qualità.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trekking, lifestyle, climbing.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Multisport, qualità del prodotto, seasonless.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È diminuita.
CAMPO BASE OUTDOOR EQUIPMENT
ROMA - PUNTI VENDITA: 2 GIULIANO MANZONE - TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• +3%.
• Nuove aziende che abbiamo inserito in negozio con i loro rispettivi marchi che ci hanno dato soddisfazione.
• Il clima non ci ha aiutato nel 2024 a cui dobbiamo aggiungere una serie di congiunture economiche che hanno indebolito il potere d'acquisto e alzato l'inflazione.
• Accessori: SEA TO SUMMIT (+) FERRINO (=) MSR (-)
• Attrezzatura climbing: PETZL (+) GRIVEL (+) BLACK DIAMOND (-)
BRAND RIVELAZIONE
• PATAGONIA
RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• No, non c'è richiesta e non rappresenta una prerogativa per l'acquisto. Diciamo che se un prodotto è anche sostenibile, allora può essere considerato un plus, ma non un vettore di vendita.
SOCIAL MEDIA
• Instagram e Facebook.
• Sì, funge da vetrina soprattutto quando realizziamo reel specifici su un prodotto che vogliamo spingere.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: LA SPORTIVA (+) SCARPA (+) LOWA (+)
• Calzature mountain lifestyle: SCARPA (+)
• Calzature climbing: SCARPA (=) LA SPORTIVA (=) EVOLV (=)
CABAS SPORT DI ELVIO BERLANDA ROVERETO (TN) - PUNTI VENDITA: 1 ELVIO BERLANDA - TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• -30%.
• Nessuno.
• L’e-commerce delle aziende che mettono online prodotti già scontati e che attraggono i clienti così. Poi, decisamente in secondo piano, il meteo e il costo della vita.
• Voto 2024: 4 VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online. CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature e abbigliamento. TREND DELLE DISCIPLINE
• Fondamentalmente il fattore climatico: venivamo da un 2023 segnato da una totale assenza di inverno con un Appennino privo di neve. Nel 2024 abbiamo invece assistito a una nevicata provvidenziale appena prima di Natale. Un altro fattore è stata l'accurata selezione dei brand da trattare in negozio, con anche la scelta di abbandonarne qualcuno. Infine, abbiamo investito nell'e-commerce.
• L’aspetto negativo per eccellenza, è la concorrenza delle aziende stesse che, seguendo le dinamiche commerciale di ogni altra attività, non sono più dei nostri alleati ma seguono logiche di scontistiche aggressive. Questo ha portato all’erosione della catena distributiva, portando l’azienda a vendere direttamente al consumatore.
• Voto 2024: 8
VENDITE ONLINE
• Sì, vendiamo online.
• Da 11% a 20%.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature e abbigliamento.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trekking, scialpinismo.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Nella fascia alta il cliente sa esattamente cosa sta cercando e viene in negozio sapendo esattamente cosa acquistare. Invece per le altre fasce prezzo conta molto il fatto di avere prodotti multisport e seasonless. Oltre ovviamente al punto prezzo.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È cresciuta.
VERTICAL SPORT
ARCO (TN) - PUNTI VENDITA: 10 MICHELE FORNONI - AMMINISTRATORE
BILANCIO DI FINE ANNO
• Decremento.
• Miglioramento logistica, nuovi brand, formazione dei dipendenti.
• Calo del turismo, aumento dei costi, difficoltà a reperire personale qualificato.
• Voto 2024: 5 VENDITE ONLINE
• Sì, vendiamo anche online.
• Da 0 a 5.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Abbigliamento.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Climbing e multisport.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Estetica e prezzo.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È diminuita.
RESPONSABILITÀ
• Sì, abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• Dipende.
SOCIAL MEDIA
• Instagram.
• No, non abbiamo notato un incremento.
MARCHI PIÙ VENDUTI *
• Calzature hiking-trekking: LA SPORTIVA, SALEWA, SCARPA
• Calzature mountain lifestyle: LA SPORTIVA, SALEWA, SCARPA
• Calzature climbing: LA SPORTIVA, SCARPA, EVOLV
• Calzature trail running: LA SPORTIVA, SALOMON, HOKA
• Scarponi da scialpinismo/freeride: SCARPA, DYNAFIT, LA SPORTIVA
*per policy del negozio, non sono stati forniti i dati riguardanti l’andamento della vendita dei singoli brand.
RESPONSABILITÀ
• No, non abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• No, purtroppo c’è ancora poca sensibilità da parte del cliente sul tema e anche se noi cerchiamo di indirizzarlo verso scelte consapevoli, alla fine vince ancora il prezzo.
SOCIAL MEDIA
• Facebook e Instagram.
• Per noi funge soprattutto da vetrina per mostrare al cliente le novità che ci sono in negozio.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: LA SPORTIVA (+) SCARPA (+) SALEWA (-)
• Calzature mountain lifestyle: SCARPA (=)
• Calzature climbing: LA SPORTIVA (+) SCARPA (=)
• Calzature trail running: LA SPORTIVA (+) SCARPA (+) NORDA (+)
• Scarponi da scialpinismo/freeride: SCARPA (+) DYNAFIT (+) ATOMIC (+)
• Dopo 20 anni di attività in negozio sorge un po' di amarezza. Il consumatore è passato dalla ricerca del prodotto a quella del prezzo e dello sconto. Il prodotto, in un certo senso, è messo in secondo piano anche a causa di politiche aziendali che mirano alla vendita sconsiderata seguendo logiche come il Black Friday e altre svendite nel mezzo della stagione.
VOGUE SPORT DI CAIELLO TOLMINO ORVIETO (TR) - PUNTI VENDITA: 1 CAIELLO TOLMINO - TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• -15%.
• Nessuno.
• Purtroppo hanno aperto un outlet qui vicino che ha influito sulle nostre vendite. I negozi piccoli fanno fatica a fare concorrenza a queste scontistiche aggressive. Ne ha sofferto soprattutto il reparto calzatura.
• Voto 2024: 5
VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online. CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature e abbigliamento. TREND DELLE DISCIPLINE
• Trekking, road running e trail running. CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Comfort e leggerezza per quanto riguarda l’estate, mentre protezione per la pioggia e calore nei prodotti invernali.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È diminuita.
RESPONSABILITÀ
• Sì, abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• Dipende, la gente è sempre più attenta e sensibile al tema, anche se la richiesta è ancora marginale rispetto al totale.
SOCIAL MEDIA
• Facebook e Instagram.
• Per noi è soprattutto una vetrina delle novità che ci sono in negozio.
MARCHI PIÙ VENDUTI
• Calzature hiking-trekking: CMP (+) SALEWA (-)
• Calzature mountain lifestyle: non le trattiamo
• Calzature climbing: non le trattiamo
• Calzature trail running: SALEWA (=) NIKE (=)
• Scarponi da scialpinismo/freeride: non li trattiamo
• Servirebbe un maggior impegno delle aziende a venirci incontro, magari riprendendo parte dell’invenduto o tramutandolo in uno scambio merci. La vedo l’unica soluzione per i piccoli negozi come il mio per sopravvivere.
organized by
VALLÉE SPORT
PONT SAINT MARTIN (AO) - PUNTI VENDITA: 1
DAVIDE LAZZARIN - TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• -10%.
• Purtroppo non ci sono stati fattori che hanno influenzato positivamente l'andamento.
• Il meteo nella mia zona; la "saturazione" di determinati articoli, soprattutto giacche e materiale da sci alpinismo; l'andamento in generale dell'economia italiana.
• Voto 2024: 6
VENDITE ONLINE
• No, non vendiamo online.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trail running, sci alpino, trekking.
CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Estetica, prezzo,e trend.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È diminuita.
RESPONSABILITÀ
PRUSIK OUTDOOR
VILLA CARCINA (BS) - PUNTI VENDITA: 2
DAVIDE BONFANTI - TITOLARE
BILANCIO DI FINE ANNO
• Incremento.
• Più gente si sta avvicinando all’outdoor, cosa che giova molto ai negozianti.
• La primavera è stata pietosa e si è venduto poco.
• Voto 2024: 8 VENDITE ONLINE
• Sì, vendiamo anche online.
• Da 0 a 5. CATEGORIE MERCEOLOGICHE
• Calzature.
TREND DELLE DISCIPLINE
• Trail running, climbing e alpinismo. CARATTERISTICHE PRODOTTI
• Leggerezza, prezzo, qualità, estetica.
DOMANDA D'ABBIGLIAMENTO
• È diminuita.
RESPONSABILITÀ
• Sì, abbiamo richiesta di prodotti sostenibili.
• No, non è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili. Il punto vendita di Iseo ha più richiesta perché ci sono molti turisti del Nord Europa, da Germania e Paesi Bassi, che sono più attenti a queste tematiche. Da parte del consumatore italiano però non c’è attenzione.
SOCIAL MEDIA
• Instagram e Facebook.
• Sì, abbiamo notato un incremento. Ci puntiamo molto, io sono anche digital marketer e quindi credo molto nei social e in Internet. Nel nostro settore però il cliente ha ancora bisogno di entrare in negozio e provare il prodotto.
• Attrezzatura climbing: MAMMUT (+) BLACK DIAMOND (+)
CLIMBING TECHNOLOGY (+)
BRAND RIVELAZIONE
• TOPO ATHLETIC
Sul prossimo numero pubblicheremo il report dei dati emersi sull'andamento del mercato 2024 THE END
LA CARICA DEI 101
RIFUGIATI
...disturbati in fuga dalle città
a cura di Marrano
L’ideale vita "off the grid" direbbero gli anglofoni, cioè “fuori della rete” dei servizi, in condizione di libertà e autosufficienza, ha sempre rappresentato per gli amanti dell’outdoor una condizione desiderata e, a volte, perfino realizzata con successo per una minoranza eroica, disposta davvero a sopportare, con le opportune strategie, le oggettive difficoltà di un vivere fuori dalla rete, a pieno contatto con la natura.
Il problema inizia a porsi quando questa pulsione riguarda i molti disturbati dalla complessità tipica dei contesti urbani e di una routine quotidiana che, giorno dopo giorno, deprime gli animi e induce a pensare che un’altra vita sia possibile, magari proprio in un luogo idilliaco simile a quello visto su Geo, dove un garbato documentario raccontava la serenità ritrovata di una famiglia scappata dalla città per rinascere in quella piccola comunità di montagna, tutta pace e solidarietà.
Un papà che lavora da casa in smart working, una moglie che riconquista il rapporto con la natura fondando una piccola fattoria biologica, i giovani figli estranei alle tentazioni digitali visto che lafuori c’è tanto da fare e da riscoprire, con le galline che razzolano nel cortile, i caprioli al pascolo nel prato dietro casa e qualche volta l’ululato dei lupi. Detto, fatto! Cosa ci vuole in fin dei conti? Di posti così ce ne sono quanti se ne vuole da nord a sud, dagli Appennini alle Alpi, e non sarà certo costoso acquistare una vecchia casa da ristrutturare in piena armonia con l’ambiente che la ospita, perché è importante avere dei sogni e combattere per realizzarli e via di questo passo fino alla firma del rogito e all’inizio delle operazioni di trasloco, che di solito coincidono con il termine dell’anno scolastico della prole. Sarà fantastico! E in effetti all’inizio è probabile che lo sia. Spinti dalla carica di endorfine e dalla prospettiva di una troupe RAI che prima o poi arriverà per documentare questa storia di ritrovata armonia, i contorni del progetto sfumano bruciati dall’entusiasmo e la ragione affoga spesso in un bagno di puro istinto. L’idillio in genere termina con la ripresa della scuola, quando si realizza che il servizio di scuolabus non è sempre garantito o alla prima vera
emergenza sanitaria, visto che nemmeno l’ambulanza è sempre garantita e comunque, se anche lo fosse, non rispetterebbe la “golden hour”, entro la quale si ha buone possibilità di essere salvati. Ci pensano poi la proverbiale ostilità di certi originari e la meteorologia a mettere la parola fine, quando una frana blocca l’unica strada che collega il luogo dei sogni al fondovalle e a tutta quella rete di servizi ai quali, d’un tratto, ci si rende conto di non saper rinunciare...
Lo spopolamento della montagna è un problema serio, con gravi effetti sociali e di degrado del territorio, a contrasto del quale, in Italia, si fa davvero poco. Azioni locali di ripopolamento dovrebbero essere invece incentivate e sostenute, in primo luogo dalle istituzioni che hanno tutto l’interesse a non perdere residenti e ad aprire le porte a dei nuovi montanari, fosse anche solo per gli effetti sul gettito fiscale! Incentivi che non dovrebbero essere però solo di natura economica, ma anche, e soprattutto, intesi come azioni “informative preliminari” per aumentare il tasso di consapevolezza nei nuovi residenti post urbani su cosa significhi effettivamente vivere e lavorare in montagna, al netto dei romantici racconti televisivi. Impossibile? Forse difficile, ma non impossibile, perché al tempo dei social network potrebbero inaspettatamente tornare buoni, ad esempio, certi influencer sensibili al tema che, se opportunamente educati all’interno di un progetto ben strutturato, potrebbero finalmente dare un senso di reale utilità alla loro esistenza.
In assenza però di tale progetto e di una seria e competente politica sul ripopolamento della montagna gestita dalle istituzioni locali, rimangono sempre più frequenti le iniziative spontanee che portano ogni anno in giro per i monti un numero crescente di rifugiati in fuga dalla città, verso un destino segnato già in partenza dall’ingenuità e dall’inesperienza nell’affrontare i disagi che per secoli hanno dovuto patire le comunità originarie di luoghi in cui la natura esprime una forza capace in uguale misura di attrarre quanto di respingere, spazzando via con un solo colpo di vento l’idillico sogno di una nuova vita.
*Lafuori. Una pagina pubblicitaria in meno, uno spunto di riflessione in più. Lafuori non è un nuovo brand outdoor fondato da due giovani mountain runners appassionati di climbing. Non è l’account Instagram di un influencer. Non è nemmeno il nome di una falesia segreta di un’isola sconosciuta del Mediterraneo o di un hotspot di Hokkaido dove cade la neve più polverosa del mondo. Lafuori è il titolo del contro editoriale di Outdoor Magazine. Un racconto libero e disincantato dell’outdoor scritto sotto mentite spoglie.