



A contatto con la roccia, zero compromessi sulla tecnica. Helixir è il completo Alpine Tech progettato con Spectra®: materiale all’avanguardia ultra leggero, pensato per resistere a strappi e abrasioni, senza porre limite alla libertà di movimento e con la massima protezione dagli elementi. Così puoi concentrarti sul prossimo passaggio chiave. Scopri Helixir su lasportiva.com Helixir
Editore: MagNet Srl SB - Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO - Direttore editoriale: BENEDETTO SIRONI Contributors: KAREN POZZI, SARA CANALI, PIETRO ASSERETO, BENEDETTA BRUNI, TATIANA BERTERA Art director: ROSANGELA BARNI
Redazione Italia: Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Via Tertulliano, 68 - 20137 Milano Tel. 02.87245180 Fax 02.87245182 - redazione@outdoormag.it - www.outdoormag.it Allegato redazionale di Outdoor Magazine Anno 18 - N. 4/2025
Stampa: Gierre Print Service Srl
Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 - conv. in L. 46/2004 Art.1 Comma 1 - LO/MI
L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: MagNet Srl SB
Responsabile dati: Benedetto Sironi
Chiuso in redazione il 23 aprile 2025
1. Quanto conta per voi il settore climbing? Quanto ha influito in percentuale nel fatturato 2024? Quanto è cresciuto negli anni?
2. Ci sono differenze tra il consumatore outdoor e quello indoor? Se sì, quali sono le nuove e principali esigenze di questi consumatori?
3. Nell’ultimo anno c’è stata maggiore richiesta di prodotti entry level o di modelli più tecnici/performanti?
4. Fenomeno palestre: quanto è cresciuta secondo voi l’arrampicata indoor? Chi è il frequentatore della palestra? Quali prodotti ricerca?
5. Quanto hanno inciso le Olimpiadi nella crescita del climbing?
L’abbiamo chiesto ai brand e ai distributori di prodotti per l’arrampicata. Tra i temi principali dell’inchiesta: il profilo del consumatore e le sue esigenze, il binomio indoor e outdoor, le Olimpiadi e l’andamento delle vendite anche del comparto work and safety _ di Karen Pozzi
C.A.M.P.
MASSIMO BRINI, SALES MANAGER OUTDOOR
6. Il comparto race funziona? In questo mondo sono più rilevanti eventi e raduni?
7. Quanto contano per voi le collaborazioni con gli atleti? Sono sponsorizzazioni vincenti?
8. Com’è andato il sell in della SS 25? Avete notato qualche particolare trend? Cosa vi aspettate in termini di sell out?
9. In percentuale, quanto impatta il segmento work and safety nel vostro business? Pensate sia destinato a crescere più del settore sportivo?
10. Quali sono le previsioni per il futuro per questo settore?
1. È da sempre uno dei settori principali, con una percentuale molto alta, soprattutto se consideriamo anche gli articoli non prettamente climbing, ma legati in maniera indiretta, come i bastoncini. Riguardo alla crescita che abbiamo avuto in questo settore devo dire che risulta essere abbastanza generalizzata, con dei picchi su alcune categorie. Segno che il settore ha visto crescere il numero di partecipanti ma i risultati per le aziende ovviamente dipendono dalla capacità di proporre prodotti attrattivi che intercettino le nuove esigenze, dei neofiti o degli appassionati con più esperienza.
2. Le differenze ci sono e l’aspettativa è che in futuro saranno sempre più marcate. Intendo che ormai l’equilibrio tra chi va in palestra per allenarsi in vista di attività outdoor, e chi invece inizia e prosegue la sua esperienza climbing solo indoor ormai penda nettamente verso questa seconda fetta. Ed è un fenomeno, per motivi facilmente comprensibili, particolarmente presente nelle grandi città.
3. Devo dire che nelle prime stagioni post-Covid abbiamo un po’ tutti sperimentato il boom di prodotti entry level, ma nell’ultimo anno siamo tornati ad una situazione più equilibrata tra i due segmenti della nostra proposta.
4. È la componente più dinamica di questi periodi. E il motivo è facilmente spiegabile con la diffusione di strutture moderne nelle metropoli, dove il potenziale di frequentatori è molto più alto rispetto ad altre aree. Le palestre si stanno giustamente adeguando a questi utilizzatori proponendo un nu-
mero maggiore di vie su gradi e pendenze rivolte a chi inizia. Cerca prodotti sicuramente funzionali ma mi sembra anche di poter dire polivalenti e non più iperspecifici.
5. Al momento devo dire non più di tanto, o comunque, meno di quanto atteso. Su questo aspetto ha inciso di sicuro la poca copertura mediatica avuta durante l’evento, parlando in particolare del mercato italiano. La separazione delle discipline che avremo dalla prossima edizione dei Giochi Olimpici credo possa permettere un passo ulteriore.
6. Eventi e raduni permettono in genere di andare in un posto e praticare l’attività, con un ruolo quindi molto più attivo rispetto all’assistere a una gara, che dall’altro lato ha un aspetto di spettacolarità spesso molto più alto. Noi stiamo privilegiando l’ingaggio più diretto che eventi e raduni permettono.
7. Gli atleti sono uno degli asset sui quali continuiamo a puntare. Il nostro tentativo è quello di instaurare collaborazioni di lungo corso, non mordi e fuggi. Con atleti che sappiano essere portatori dell’identità del marchio e comunicare con toni e contenuti in linea con i nostri.
8. Dopo un paio di stagioni difficili un po’ per tutti, grazie anche al forte impatto delle novità che abbiamo presentato, per la summer 2025 abbiamo numeri positivi e le prospettive non sono male. Ma la stretta attualità (dazi e situazione geopolitica ed economica più in generale) rischia molto concretamente di scombinare nuovamente le carte già nell’immediato.
AMORINI ANDREA FREDDIO, RESPONSABILE DISTRIBUZIONE DI AMORINI, DISTRIBUTORE PER L’ITALIA DI COUSIN TRESTEC, EB E SINGING ROCK
1. Una parte strutturale e molto importante, i negozi hanno apprezzato molto il tipo di offerta proposta dal nostro gruppo. Avere un unico fornitore che possa garantire magnesite, scarpette, imbracature, rinvii, caschi e corde è stata una scelta strategica importante. Il servizio ha sempre fatto la differenza.
2. Sì, quello outdoor è più incentrato sull’attrezzatura (apprezza molto più le peculiarità e le sfumature dei prodotti); quello indoor è alla ricerca di una commistione stilistica fra abbigliamento e attrezzatura. Come se facesse parte di un movimento culturale leggermente diverso.
3. La domanda si sta spostando sempre più su prodotti performanti sia che si parli di scarpette, che di corde e imbraghi.
4. Il bacino di utenza si è allargato e lo sport si è diffuso e ramificato. Il frequentatore della palestra non è, normalmente, lo stesso che poi pratica arrampicata outdoor. O quantomeno non obbligatoriamente. Ricerca prodotti belli, esteticamente gratificanti.
5. Hanno contribuito a far comprendere quello che l’arrampicata prevede e porta con sé: continua sfida con se stessi, concentrazione e allenamento psico-fisico. Tre pilastri per affrontare in modo più equilibrato e sano la vita di tutti i giorni.
6. Dovrebbe esserci una maggior integrazione fra eventi istituzionali e formali.
CLIMBING TECHNOLOGY
7. Affidarsi a persone che condividono i tuoi stessi valori aiuta a far percepire i marchi in un’ottica diversa, per questo è importante capire prima il lato umano dell’atleta e poi quello sportivo. Ne cito tre su tutti: Dario Eynard e Luca Ducoli, membri del recente progetto Eagle Team del CAI, rispettivamente atleti Cousin e Singing Rock, sono due leve promettenti dell’alpinismo italiano che, però, condividono con noi un percorso umano. Stesso discorso per Matteo Gambaro, una delle poche persone a liberare ancora i 9a dopo i 50 anni (Narcissus 9a/+). Ci vuole una parte umana importante.
8. Siamo riusciti a trasmettere ciò in cui crediamo e l’ottimo sell-in è figlio della comprensione dei negozianti di questa visione. Spero che il loro entusiasmo e la loro professionalità sia la spinta giusta per trainare un sell-out consapevole.
9. Un buon 30% del totale deriva da quel comparto, sempre più strutturato e solido. Non so se crescerà più o meno dello sportivo, ma credo che le innovazioni sportive si rifletteranno sul comparto work rendendolo più confortevole. Un’ integrazione necessaria e indispensabile.
10. Penso che crescerà molto, ma credo - allo stesso tempo - che assisteremo a una netta divisione fra domanda/offerta: i marchi divideranno il mercato in due. Uno destinato alla GDO con prodotti e linee dedicate; uno destinato ai rivenditori specializzati con esclusive gamme personalizzate e più tecniche. Il consiglio dell’esperto è indispensabile in questo mercato.
EMANUELE GERLI, MEDITERRANEAN SALES MANAGER CLIMBING TECHNOLOGY MEMBER OF SKYLOTEC
1. È il nostro core business. Come Climbing Technology e ora come Skylotec siamo produttori in Italia di hardware anche per il settore climbing. Il mondo dell’arrampicata è parte del nostro dna. All’interno del gruppo Skylotec la proporzione tra arrampicata e professional è ancora fortemente sbilanciata verso quest’ultimo, ma non ci sono sostanziali cambiamenti nei numeri; sono mutate le quote di mercato e ora siamo dei player internazionali. Il mondo dell’arrampicata è in forte sviluppo ed è il motivo per cui negli ultimi anni abbiamo fatto forti investimenti in ambito produttivo nella nostra sede di Cisano Bergamasco.
2. Il consumatore outdoor è quello sicuramente più orientato ad ampliare le sue esperienze anche in altri campi verticali. Il suo approccio all’arrampicata è pura passione alla ricerca di un benessere interiore motivato da nuove e costanti sfide. È sensibile all’ambiente, è propenso a viaggiare e a conoscere nuove culture verticali rispettando gli usi e i costumi dei luoghi che frequenta. È un consumatore attento e resiliente. Il consumatore indoor è animato dalla stessa passione ma la pratica dell’arrampicata è più un’attività fitness da esercitare il più possibile nel tempo libero dagli impegni quotidiani in compagnia degli amici, le palestre sono diventate un luogo di incontro dove socializzare, mettersi in mostra, fare nuove amicizie. In questi luoghi la pratica dell’arrampicata offre meno barriere d’ingresso, la sicurezza è un punto cardine ed è quanto più possibile facilitata, i numeri sono in costante aumento.
3. L’aumento costante della base dei praticanti l’arrampicata porta sicuramente a una maggiore richiesta di prodotti entry level. Tuttavia, per la nostra personale esperienza, ogni volta che presentiamo al mercato un prodotto nuovo ad alto contenuto tecnico e innovativo riscontriamo subito un forte interesse. È il caso quest’anno del moschettone Morfo BG, con il suo innovativo sistema di chiusura, e dell’imbragatura d’arrampicata ABO, di soli 135 g nella taglia M pur non precludendo il comfort di utilizzo.
4. Decisamente in aumento, il frequentatore delle palestre è molto eterogeneo. Sbaglieremmo se pensassimo solo a un pubblico di giovani ragazzi: basta frequentarle in diversi momenti della giornata per rendersi conto che sono popolate da scuole, famiglie, pensionati, universitari, sportivi di altre discipline, ognuno con il suo livello trova in una palestra la sua dimensione, ognuno con la sua personale ricetta della felicità passando per la stanchezza. Collaboriamo ormai da molti anni con prestigiose palestre d’arrampicata come Rockspot a Milano, King Rock a Verona e DAV klettern a Monaco di Baviera, solo per citarne alcune. Per noi sono ottimi banchi di prova per dialogare con la community e per
comprendere le necessità dell’arrampicatore ma anche del gestore. La maggiore affluenza delle palestre aumenta il rischio dell’attività stessa, i prodotti devono essere facili da usare, comprendere e controllare. Spoiler… per il 2026 abbiamo sviluppato un’imbragatura dedicata alla collettività!
5. Potrei rispondere “Los Angeles 2028” con finalmente tre discipline distinte Lead, Boulder e Speed, come è giusto che sia. Naturalmente il sigillo olimpico a uno sport sempre più praticato e apprezzato non può che dare un ulteriore impulso alla crescita del movimento.
6. Tutto funziona, non si può precludere niente, ogni disciplina verticale è un “touch point” per comprendere nuove necessità di mercato. Essere dove si cercano e si esprimono limiti ci permette di rimanere orientati al risultato. Un po’ come in F1, si provano soluzioni spinte che un giorno saranno funzionali al grande pubblico.
7. Sì, sempre, sono vincenti perché vanno oltre il mero risultato agonistico. Con alcuni di loro si instaura un profondo rapporto di collaborazione, anche in termini di sviluppo prodotto, oltre che naturalmente di amicizia.
8. La campagna vendite SS 25 è andata bene, abbiamo sviluppato nuovi mercati internazionali e abbiamo presidiato le quote dei Paesi più storici. Diventa sempre più difficile fare delle previsioni, il settore negli ultimi anni ci ha riservato sempre delle sorprese. Noi abbiamo spostato la nostra attenzione nello sviluppo di procedure interne e tool che ci permetteranno di essere reattivi nel seguire le necessità di mercato.
9. Climbing Technology fa parte del gruppo Skylotec e quest’ultimo è considerato uno dei big player nel mondo professional a livello internazionale. Siamo convinti che entrambe le categorie merceologiche avranno un forte sviluppo nel prossimo futuro ed è il motivo dei nostri forti investimenti sulle due linee di prodotto. Abbiamo voluto investire e produrre in Italia, in Europa, avendo a cuore l’intero ciclo di vita dello stesso e il controllo della supply chain. In un momento di forte instabilità geopolitica dove la parola “dazi” è sulla bocca di tutti, crediamo fortemente che la nostra scelta sarà vincente.
10. Le previsioni per questo mercato sono buone, ci sono ancora molti comparti che sono da esplorare nel prossimo futuro. Dal canto nostro stiamo costantemente migliorando le capacità produttive.
PETZL RICCARDO HUMAR, DIRETTORE COMMERCIALE E MARKETING ITALIA
1 . Il climbing continua a essere un settore importante per Petzl. Parliamo di circa il 50% del nostro fatturato sport, con una crescita del 10% circa rispetto al 2023.
2. È difficile descrivere le differenze di queste tipologie di utilizzatori in poche parole e trovo che sarebbe anche sbagliato generalizzare. In ogni caso, noto che i nuovi consumatori siano sempre più attenti al design oltre che all’innovazione.
3. Per noi sono cresciuti sia i prodotti entry level che la gamma tecnica, mentre i prodotti di fascia media sono rimasti tendenzialmente stabili rispetto al passato.
4. Direi che l’arrampicata indoor sta continuando a crescere in maniera importante e credo che proprio questa tendenza sia una delle chiavi di lettura dell’aumento della vendita di prodotti entry level. Tuttavia, anche all’interno delle palestre c’è una percentuale di frequentatori che puntano a prodotti di alta qualità, in grado di offrire ottime prestazioni unite al massimo della sicurezza.
5. Difficile dare una risposta. Credo che in Italia, per il momento, il discorso Olimpiadi abbia contribuito in modo marginale alla crescita del settore.
6. Penso che il mondo delle gare sia una bella vetrina per i brand. Tuttavia, gli eventi e i raduni sono ancora le occasioni migliori per presentare e far conoscere le particolarità e la qualità dei singoli prodotti, soprattutto negli ultimi anni in cui chiunque può raccontare online un prodotto, anche quando non è detto che abbia la preparazione e le competenze per farlo. Inoltre, gli eventi sono un’otti-
OBERALP E WILD COUNTRY
ma occasione anche per noi per confrontarci direttamente con gli utilizzatori e approfondire le loro esigenze.
7. Negli anni abbiamo deciso di puntare sulla collaborazione con atleti che non siano solo bravi, ma anche dei veri appassionati di tutto quello che è il modo della verticalità e che spesso contribuiscono in maniera attiva alla crescita di questo ambiente.
8. Per il momento il 2025 è iniziato bene, anche se negli ultimi anni abbiamo assistito a mesi decisamente positivi alternati ad altri più tranquilli. In ogni caso, sono piuttosto fiducioso sul fatto che potremo raccogliere dei buoni risultati.
9. Ormai il mercato sport e quello work and safety sono abbastanza equivalenti. La differenza però è che quello sportivo è ormai maturo e potrà continuare a crescere, ma a ritmi più contenuti rispetto al passato. Nel mercato del lavoro, invece, spesso c’è una scarsa consapevolezza dei prodotti, dei rischi e delle normative. Di conseguenza c’è ancora molto da fare, ma il potenziale di crescita rispetto allo sport è decisamente superiore.
10. Le intenzioni di Petzl sono sempre quelle che contraddistinguono il marchio fin dalle sue origini. La continua ricerca, l’innovazione nei prodotti e nei materiali e la volontà di trovare soluzioni alle esigenze dei nuovi utilizzatori sono ancora le priorità dell’azienda. Fortunatamente, questi principi continuano a valere in egual misura sia per il mercato sportivo che per quello lavorativo.
CHRISTOPH ENGL, CEO GRUPPO OBERALP (IN FOTO A SX), E STEFAN ZUBLASING, BRAND MANAGER WILD COUNTRY (IN FOTO A DX)
1 . Il settore del climbing per Oberalp è in crescita e sta acquisendo sempre più rilevanza all’interno del Gruppo. I nostri due brand di arrampicata Evolv e Wild Country sono cresciuti in modo molto positivo negli ultimi anni e, anche in momenti in cui il mondo dell’outdoor ha vissuto momenti di incertezza, hanno sempre avuto un andamento positivo.
2. Sì e no. Con l’avvento delle palestre indoor, le famose climbing gym, lo sport dell’arrampicata si è democratizzato aprendo le porte a tanti nuovi arrampicatori. Però non vediamo una differenziazione così netta tra gli arrampicatori outdoor e indoor. Per la stragrande maggioranza degli scalatori outdoor, la palestra è il naturale habitat di allenamento infrasettimanale o in caso di brutto tempo. Recenti studi dimostrano che due-tre degli arrampicatori indoor provano anche la scalata outdoor, ciò significa che c’è una continua transizione tra i mondi, anche se oggi esistono arrampicatori solo indoor.
3. Possiamo osservare che il mercato dell’arrampicata sta sempre di più diventando maturo e, di conseguenza, sia i prodotti entry level che quelli più di performance vengono sempre più richiesti. C’è un trend dovuto alle climbing gym e al boom del bouldering indoor che vediamo anche noi, e per queste discipline sono sempre più richiesti prodotti di accessori di arrampicata.
4. Le palestre indoor stanno crescendo sia come numero di palestre che di utenze. Nel 2023 infatti si è registrato il +11% di entrate nelle palestre in Italia. Lo vediamo anche sulla nostra realtà Salewa Cube, e la scelta del Gruppo di investire nell’apertura di 10 nuove palestre di indoor climbing nei prossimi anni va in questa direzione. Il bouldering è la disciplina che cresce di più, con un tasso di crescita del 20% annuo. L’arrampicatore moderno è giovane, versatile e pratica diverse discipline. Spesso la palestra è il primo punto di contatto con il mondo outdoor e di arrampicata, e la palestra diventa un importante fattore di socializzazione. A questo stiamo dando risposta con marchi come Wild Country rendendo la gamma di prodotti sempre più accessibile e adatta a questi nuovi frequentatori dello sport.
5. Le Olimpiadi hanno inciso in positivo nella crescita dello sport grazie all’immensa visibilità che hanno dato alla disciplina, soprattutto con i Giochi di Parigi 2024, anche se l’impatto poi è stato meno pronunciato di come poteva sembrare all’inizio. Grazie al facilitatore e ai community places, che sono le moderne palestre di arrampicata, lo sport è da diversi anni al centro dell’attenzione e parte del movimento più mainstream di fitness. Se uno sport diventa disciplina olimpica, ne consegue di solito un transfer in altri gruppi di interesse: il climbing da sport olimpico si è democratizzato nella società.
6. Come per ogni sport, l’agonismo porta a far diventare una disciplina appetibile per chi tramite questo cerca di esprimersi in performance e conquista. Così lo è anche per il climbing che, con gli eventi da gara, si porta allo stesso livello di altri sport agonistici conosciuti da tempo come tali – come l’atletica leggera, gli sport di squadra, il tennis. Questa evoluzione ha portato a una maggiore accessibilità e alla possibilità di mettersi in gara con altre persone, mentre fino a qualche anno fa la conquista delle vere montagne, delle vette più alte e delle pareti più difficili era un privilegio per pochi – perché si rischiava la vita.
7. Le collaborazioni con atleti, ambassador e comunità locali sono ancora importantissime per noi. L’arrampicata è da sempre uno sport di comunità dove le sfide spesso e volentieri si vincono insieme. Per questo motivo i nostri atleti e i “friends of the brand” sono il volto di tutto quello che facciamo e rappresentano i nostri valori. Per esempio, con Wild Country siamo ormai da anni main sponsor del Valle d’Orco Climbing Festival, che è ormai uno degli eventi più importanti d’Italia e appuntamento fisso d’autunno per un numero crescente di arrampicatori ogni anno. Riteniamo che, solo facendo parte della community, un brand possa mantenere la propria credibilità negli anni.
8. Il sell in della SS 25 è stato positivo, ma la vera sorpresa è stata la FW 25. Anche se il nostro core business in arrampicata (technical hardware e scarpette) sta crescendo, vediamo aumentare sempre di più la richiesta per l’accessorio in arrampicata e bouldering e anche per il nostro apparel di Wild Country.
9. Il segmento work and safety non ha un impatto significativo sul nostro business, se non in casi molto specifici e limitati. La nostra attenzione è rivolta principalmente al nostro core business nel settore sportivo e outdoor tecnico. In particolare, stiamo investendo nello sviluppo di una rete di palestre indoor di arrampicata sotto l’insegna Salewa Cube: per quest’anno sono previste tre nuove aperture nel Nord Italia. L’interesse verso l’arrampicata cresce, ma rimane per noi fortemente legato al mondo dello sport e della performance, piuttosto che ad ambiti professionali o industriali.
10. Oggi si stima un totale di circa 10 milioni praticanti della disciplina a livello globale, e anche in Italia è un trend crescente - la FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana) prevede un totale di iscrizioni di 100.000 persone nel 2025. Il settore dell’arrampicata si è dimostrato resistente alle varie crisi e siamo convinti che continuerà a crescere nei prossimi anni. Si prevedono ulteriori aperture di palestre d’arrampicata in tutta Europa e lo sport sta diventando sempre più moderno e urbano. In questo modo, però, il consumer profile sta cambiando e i nostri brand hanno risposte molto coerenti a questi sviluppi e trend.
MADDALENA BOSISIO, MARKETING & COMMUNICATION MANAGER
1. Il settore climbing rappresenta un ambito di grande interesse e in costante evoluzione. Negli ultimi anni abbiamo osservato un aumento significativo in termini di visibilità, partecipazione e domanda da parte dei consumatori, grazie al crescente entusiasmo attorno al mondo dell’arrampicata indoor e outdoor. In termini di fatturato il climbing ha sicuramente contribuito in maniera maggiore – l’incremento anno su anno è tra i più rilevanti all’interno della nostra offerta – anche se, ad oggi, rimane ancora una voce marginale rispetto al comparto outdoor più generalista. Un tassello fondamentale in questo sviluppo è stato il marchio Spaghetti Boulder, su cui abbiamo creduto e investito sin dall’inizio.
2. Le differenze tra il consumatore indoor e quello outdoor sono evidenti e riflettono due approcci complementari ma distinti all’arrampicata. Negli ultimi anni, il settore indoor ha registrato una crescita significativa, diventando per molti il primo punto di contatto con il mondo del climbing. Le palestre non sono più solo luoghi di allenamento, ma veri e propri centri di aggregazione, dove si sviluppano community forti, stili di vita e nuove esigenze. La parte più consistente di questi utenti continua a vivere l’indoor in modo esclusivo, al momento solo una minoranza si avvicina progressivamente anche all’arrampicata outdoor, frequentando falesie e pareti naturali. Proprio per queste dinamiche, le esigenze dei due segmenti sono differenti: l’indoor richiede capi più versatili, dal design contemporaneo, attenti allo stile e al comfort, mentre l’outdoor cerca tecnicità, durabilità e performance. L’obiettivo di Rock Experience è offrire un ventaglio di prodotti che riesca a coprire entrambe le necessità.
3. Nel climbing indoor, la richiesta si orienta prevalentemente verso capi dalla funzionalità più essenziale, dove non viene necessariamente ricercata un’elevata tecnicità in termini di materiali o costruzione. In questo contesto, ciò che il consumatore predilige sono la comodità, la libertà di movimento, e soprattutto lo stile: i capi devono essere versatili, indossabili anche fuori dalla palestra, e in linea con un’estetica urbana o lifestyle. Il design, la palette colori e i dettagli che richiamano il senso di appartenenza alla community del boulder giocano un ruolo centrale. In questo senso, si può parlare di una richiesta più “basica”, ma non nel senso di semplificazione del prodotto, quanto piuttosto di funzionalità immediata e identità visiva. Nel mondo outdoor, invece, registriamo una crescente attenzione alla tecnicità e performance. Chi si confronta con falesie, pareti e ambienti naturali più esigenti è alla ricerca di abbigliamento capace di garantire resistenza, traspirabilità, leggerezza, ma anche protezione dagli agenti atmosferici. Qui entrano in gioco costruzioni più evolute, materiali all’avanguardia e dettagli studiati per ottimizzare la performance dell’atleta in contesti spesso imprevedibili. La richiesta di capi tecnici è dunque in costante crescita, anche da parte di un pubblico non necessariamente professionale, ma sempre più informato ed esigente.
4. Negli ultimi anni, l’arrampicata indoor ha vissuto una crescita esponenziale, diventando un vero e proprio fenomeno culturale oltre che sportivo. Le palestre si stanno moltiplicando in tutta Italia, soprattutto nei contesti urbani, e stanno attirando un pubblico sempre più ampio e variegato. Il frequentatore della palestra di oggi non è solo l’atleta o il praticante esperto, ma anche chi si avvicina per la prima volta a questo sport. Parliamo di un target giovane, dinamico, attento al benessere fisico, ma anche allo stile e all’appartenenza a una community. Le palestre diventano luoghi di socialità e aggregazione, non solo spazi di allenamento, e questo influenza direttamente le scelte di consumo.
5. L’ingresso dell’arrampicata tra le discipline a Cinque Cerchi ha avuto un impatto fortissimo sulla visibilità e la percezione del climbing, soprattutto tra i giovani. Le Olimpiadi hanno portato il climbing al grande pubblico, trasformandolo in uno sport moderno, dinamico e accessibile. Questo ha generato un incremento notevole di interesse, nuovi praticanti e, di conseguenza, una maggiore richiesta di prodotti dedicati, specialmente nel mondo indoor. Si tratta di una spinta che ha contribuito in modo concreto all’espansione del settore e al consolidamento l’arrampicata come disciplina mainstream.
6. Per quanto riguarda l’abbigliamento, non esiste ancora una vera e propria linea dedicata esclusivamente al comparto race. Il mondo delle competizioni, soprattutto nel climbing, è un segmento di nicchia. Tuttavia, ciò che sta realmente guadagnando spazio e rilevanza sono gli eventi e i raduni. Questi momenti di aggregazione – che siano contest, jam, workshop o giornate in falesia – rappresentano occasioni preziose di visibilità e coinvolgimento diretto, strumenti fondamentali per rafforzare il senso di community, alimentare la passione e creare connessioni autentiche con il brand. Per Rock Experience e Spaghetti Boulder, questo approccio esperienziale è centrale: crediamo nel valore dell’incontro, nella condivisione della passione e nel creare spazi dove il nostro pubblico possa riconoscersi, più che nella competizione pura. Ed è proprio in questo contesto che continuiamo a investire.
7. Per noi le collaborazioni con gli atleti sono molto più di semplici sponsorizzazioni: rappresentano un dialogo autentico tra brand e sportivi, un’occasione concreta per crescere, innovare e parlare con credibilità ai nostri pubblici di riferimento. Nel mondo outdoor e alpinistico, Rock Experience da sempre collabora con realtà e figure di altissimo livello, tra cui spicca la storica partnership con I Ragni di Lecco. Lavorare fianco a fianco con chi vive la montagna in modo estremo e consapevole ci permette di testare i nostri capi sul campo, raccogliere feedback reali e offrire soluzioni tecniche che rispondano davvero alle esigenze degli appassionati più esigenti. Parallelamente, con Spaghetti Boulder abbiamo scelto di puntare fortemente sul talento e sull’energia della nuova generazione di climber. Atleti come Giulia Medici, Niccolò Sartirana, Giovanni Placci, Pietro Vidi – e molti altri protagonisti della nazionale giovanile – sono per noi ambasciatori ideali: non solo per le loro capacità sportive, ma per la connessione che sanno creare con la community. Attraverso queste collaborazioni, vogliamo parlare a due mondi diversi ma complementari: quello tecnico e verticale dell’alpinismo, e quello urbano, giovane e in fermento del climbing indoor.
8. Abbiamo riscontrato un’ottima risposta da parte dei nostri partner retail, soprattutto verso prodotti tecnici ma versatili, adatti a un utilizzo trasversale tra attività outdoor e contesto urbano. In particolare, cresce l’interesse per capi leggeri, performanti e sostenibili, e si conferma la tendenza verso un’estetica più curata, capace di unire funzionalità e stile. Per quanto riguarda Spaghetti Boulder, abbiamo notato una forte curiosità e una risposta entusiasta da parte dei negozi orientati al climbing indoor, per i quali la collezione continua a consolidarsi come punto di riferimento. Le prospettive in termini di sell-out sono positive. Ci aspettiamo una stagione vivace, spinta dalla crescente voglia di stare all’aria aperta, dalla ripresa del turismo attivo e dalla fidelizzazione sempre più forte del consumatore outdoor. Il nostro obiettivo è continuare a costruire valore sul lungo periodo, investendo su prodotto, community ed esperienza.
9. Attualmente, 7to7 non produce prodotti specifici per il segmento work and safety, quindi questo settore non ha un impatto significativo sul nostro business.
10. Guardiamo con grande fiducia all’evoluzione del settore outdoor, spinti da tendenze che evidenziano una crescita costante dell’interesse per le attività all’aria aperta e per uno stile di vita attivo, sano e sostenibile. Prevediamo un consolidamento e un’espansione delle discipline come il trekking, l’arrampicata e l’alpinismo, accompagnate da una sempre maggiore integrazione tra esperienza outdoor e benessere quotidiano, anche in contesti urbani. Il climbing indoor continuerà a registrare un importante incremento, diventando non solo uno sport, ma un vero e proprio fenomeno culturale e sociale. Con Rock Experience e Spaghetti Boulder, ci impegniamo a interpretare e guidare questi cambiamenti, proponendo collezioni contemporanee che uniscono performance, versatilità ed estetica.
JEROME BERNARD - SPORT INNOVATION MARKETING GLOBAL DIRECTOR
1. Il settore climbing copre una percentuale di fatturato ancora contenuta ma in forte crescita. Tra il 2023 e il 2024 c’è stata un’importante accelerazione, grazie alla diffusione dell’arrampicata anche in mercati dove prima era poco presente. Si tratta di un’espansione che segue la crescita della domanda e lo sviluppo di nuove realtà indoor in vari Paesi, oltre quelli storici come Italia e Francia.
2. Sì, oggi la differenza è molto netta. Mentre prima l’arrampicata indoor era una “versione” dell’outdoor e praticata da climber esperti, oggi l’indoor si è sviluppata in modo autonomo, con un pubblico nuovo, urbano, che si avvicina all’arrampicata come a un’attività di fitness, socializzazione e lifestyle. Le sale sono pensate per un pubblico più ampio, non necessariamente tecnico, che cerca facilità, immediatezza e divertimento. Le esigenze di questo target sono quindi diverse: si cercano prodotti confortevoli, adatti a un livello tecnico base, ma con ottime prestazioni, soprattutto a livello di gomma e risuolabilità. In parallelo, la frangia dei climber esperti rappresenta oggi una minoranza, e anche l’organizzazione delle palestre riflette questo cambiamento.
3. Negli ultimi dodici mesi abbiamo osservato una domanda molto equilibrata tra i due segmenti, con dinamiche interessanti da analizzare. Da un lato, la continua espansione dell’arrampicata indoor – soprattutto tra i neofiti e i praticanti urbani – ha portato a una crescita della richiesta di prodotti entry-level. Parliamo di scarpe più accessibili, comode, adatte a un pubblico alle prime armi, ma che oggi non si accontenta più di un prodotto “basic”: c’è un’esigenza crescente di qualità tecnica anche nel primo acquisto, soprattutto per quanto riguarda la gomma, l’aderenza e la risuolabilità. Dall’altro lato, c’è stata anche una forte spinta sui modelli più tecnici e performanti, legata a diversi fattori. In primis, l’eredità del periodo post-Covid, in cui molti climber si sono allenati indoor in modo intensivo, ha creato una base di utenti che, pur non avendo un’esperienza outdoor molto consolidata, possiedono un livello atletico elevato. Questi utenti, una volta approdati alla roccia, hanno portato con sé aspettative più alte in termini di prestazione dell’attrezzatura. Un altro aspetto rilevante è che oggi molti climber, anche amatoriali, sono molto più informati, grazie ai social, ai forum e al passaparola nelle palestre: c’è maggiore consapevolezza tecnica, e anche chi si avvicina per la prima volta a questo sport tende a informarsi bene prima dell’acquisto. Questo ha innalzato l’asticella anche per i prodotti entry-level, che devono comunque offrire un certo standard. In sintesi, non si può parlare di una netta prevalenza dell’uno o dell’altro segmento: piuttosto, si nota una polarizzazione della domanda, ma con un importante livellamento qualitativo verso l’alto. I prodotti devono essere più performanti, sia che siano destinati a un principiante sia che si rivolgano a un atleta esperto. La sfida per i brand è proprio questa: coniugare accessibilità e tecnicità, offrendo soluzioni versatili che possano accompagnare il climber lungo tutto il suo percorso evolutivo.
4. L’arrampicata indoor è cresciuta in modo esponenziale, sia in Europa che in mercati emergenti come Cina, Corea e Giappone. Il frequentatore medio è
oggi urbano, spesso giovane, e interessato a vivere la sala come un luogo di sport e socialità. Non è più solo il “climber puro”, ma un nuovo tipo di praticante che cerca divertimento, praticità e un’esperienza coinvolgente. Di conseguenza, cresce la richiesta di scarpe comode, versatili, con una buona gomma e adatte anche alla risuolatura. Si nota anche una forte presenza femminile, soprattutto in Asia.
5. Le Olimpiadi non hanno inciso in modo sostanziale sul movimento climbing, almeno per noi. Sicuramente hanno portato visibilità, soprattutto verso un pubblico non specializzato, grazie alla copertura mediatica e ai social. Ma l’arrampicata era già in forte crescita grazie al boom delle palestre indoor, e le Olimpiadi non hanno cambiato la traiettoria del settore. Inoltre, la prima edizione olimpica ha mostrato un formato poco rappresentativo della vera arrampicata sportiva.
6. Le gare ufficiali funzionano, ma sono limitate a un’élite di atleti professionisti. In parallelo, stanno assumendo sempre più importanza gli eventi open e i raduni, che uniscono competizione, socialità e intrattenimento. Sono fondamentali per far crescere la community e coinvolgere anche i climber meno esperti. Noi crediamo molto in questi eventi e li supportiamo attivamente: momenti in cui si arrampica ma si condivide anche un’esperienza collettiva.
7. Le collaborazioni con gli atleti sono molto importanti. Sia per validare la performance tecnica dei nostri prodotti (come la mescola Vibram), sia per avere dei portavoce credibili, che rappresentano il brand e i suoi valori all’interno della community. Sono collaborazioni che funzionano, a patto di avere obiettivi chiari: non solo performance, ma anche visione e ispirazione per il movimento climbing.
8. Essendo un ingredient brand, non abbiamo dati diretti sul sell-in SS 25. Tuttavia, c’è stato un forte ritorno della domanda di scarpette d’arrampicata postCovid. Prima il focus era sulle scarpe outdoor in generale, ora si è tornati a una forte crescita specifica nel climbing, che riteniamo continuerà nei prossimi anni.
9. Non abbiamo una percentuale precisa, ma è chiaro che il settore work & safety è in forte crescita. Le normative si stanno estendendo a nuovi mercati, anche in Paesi dove prima non c’era regolamentazione, come la Cina. Questo porta le aziende a sviluppare soluzioni sempre più performanti e sicure, con una domanda crescente che potrebbe superare in alcuni contesti quella dello sport.
10. Il futuro del climbing è in espansione globale. Ci aspettiamo che entri sempre più nelle scuole e tra i giovani, diventando uno sport di base. In parallelo, vedremo due tendenze: una forte urbanizzazione della pratica (sale, social, tecnologia) e un ritorno all’essenza per una parte della community, che cercherà luoghi più autentici e un contatto diretto con la natura. Il settore sarà quindi sempre più sfaccettato e vario, con una costante evoluzione delle forme di pratica.
1. Il settore climbing rappresenta da sempre una colonna portante per La Sportiva. Sin dalla fine degli Anni ’70, quando l’arrampicata sportiva ha iniziato a prendere forma, siamo stati presenti in prima linea, contribuendo attivamente all’evoluzione della disciplina con prodotti innovativi pensati per gli atleti più esigenti. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una fortissima crescita del comparto, sia a livello di calzature che di abbigliamento, spinta in particolare dall’esplosione dell’arrampicata indoor. Al tempo stesso, il mondo outdoor continua a espandersi e a consolidarsi come uno sport estremamente attrattivo, in grado di coinvolgere sempre più appassionati, anche alle prime armi.Possiamo affermare che il climbing continua a rappresentare una fetta significativa del nostro fatturato grazie anche alla scelta strategica di mantenere quasi tutta la produzione in Italia: una decisione che ci permette di avere un controllo diretto su ogni fase della filiera, garantendo la massima qualità, attenzione ai materiali e un’identità forte che si riflette in ogni nostra scarpetta d’arrampicata.
2. Assolutamente sì, le esigenze legate all’arrampicata indoor e outdoor sono profondamente diverse e, soprattutto gli utenti di medio-alto livello, richiedono soluzioni tecniche su misura per rispondere a necessità specifiche. L’arrampicata su roccia rappresenta il nostro dna: è lì che La Sportiva ha mosso i primi passi e ha costruito la sua reputazione internazionale. La roccia impone performance, precisione, sensibilità e durabilità. Ed è proprio su queste caratteristiche che da sempre costruiamo le nostre calzature più iconiche. L’indoor, d’altro canto, è un mondo giovane, dinamico e in rapidissima evoluzione. Tracciature, prese e volumi cambiano con grande velocità, ridefinendo costantemente il modo di scalare. Per un marchio come La Sportiva, essere leader significa anche saper leggere il presente e intuire con lungimiranza dove si muoverà il trend nei prossimi anni. È questo approccio che ci permette di progettare soluzioni tecniche capaci di rispondere in modo puntuale alle nuove esigenze degli arrampicatori indoor: ergonomia, aderenza massima su volumi lisci, rapidità nei movimenti esplosivi e comfort durante i lunghi allenamenti.
3. Nell’ultimo anno abbiamo registrato una crescita trasversale che ha interessato tutte le fasce della nostra collezione climbing. Da un lato, continua ad aumentare l’interesse verso l’arrampicata, portando ogni giorno nuovi appassionati ad avvicinarsi a questo mondo e generando una costante domanda di prodotti entry level. Dall’altro, molti utenti che hanno iniziato a scalare negli ultimi anni stanno ora compiendo un’evoluzione tecnica e cercano modelli sempre più performanti, capaci di supportarli nella loro progressione. Grazie a un catalogo ampio e profondo, probabilmente il più completo oggi disponibile nel panorama delle scarpette d’arrampicata, siamo in grado di rispondere efficacemente a tutte queste esigenze, accompagnando gli scalatori lungo tutto il loro percorso: dalle prime prese ai progetti più ambiziosi.
4. Negli ultimi quattro anni l’arrampicata indoor ha vissuto una vera e propria esplosione, diventando uno dei fenomeni sportivi più interessanti e dinamici del panorama europeo. Parliamo di una crescita che ha portato nelle palestre tantissimi nuovi utenti, attratti da un’attività completa, sana e incredibilmente stimolante dal punto di vista fisico e mentale. L’arrampicata è una disciplina eclettica, capace di sviluppare forza, coordinazione e consapevolezza corporea, ma al tempo stesso è anche un potente aggregatore sociale. Pur trattandosi di uno sport individuale, il contesto della palestra favorisce la nascita di vere e proprie community: si condividono progetti, ci si confronta sulle linee di tracciatura, si creano amicizie. È questo mix di sport, gioco e socialità a renderla così attrattiva, soprattutto per i giovani. Accanto ai neofiti, troviamo anche scalatori esperti che prediligono l’ambiente indoor per allenarsi con continuità. In questo senso, molte palestre italiane stanno facendo un ottimo lavoro nel differenziare gli spazi: da un lato, zone pensate per chi si sta avvicinando alla disciplina; dall’altro, aree altamente tecniche e allenanti dedicate a chi ha già un livello avanzato.
5. Un evento globale come le Olimpiadi offre una vetrina senza precedenti: porta l’arrampicata nelle case di milioni di persone, la rende comprensibile e affascinante anche a chi non l’ha mai praticata. Questo tipo di esposizione rompe barriere culturali e aiuta a costruire una nuova percezione del climbing, non più come attività di nicchia, ma come vero e proprio sport moderno, dinamico e inclusivo. Sicuramente ha contribuito a rafforzare l’attrattività della disciplina, soprattutto tra i più giovani, accelerando un processo di crescita che era già in corso grazie all’espansione dell’indoor.
7. Le collaborazioni con gli atleti sono parte integrante del nostro dna. Non si tratta semplicemente di sponsorizzazioni: parliamo di relazioni autentiche, spesso nate sulla roccia e cresciute negli anni, che sfociano in una stretta collaborazione tecnica e – in molti casi – anche in vere amicizie. Lavorare fianco a fianco con atleti d’élite significa poter contare su un confronto continuo, diretto e senza filtri. Scalare insieme, osservare i loro movimenti, raccogliere i feedback durante le sessioni di test, smontare e rimontare prototipi con loro: tutto questo è parte fondamentale del nostro processo di sviluppo. I nostri atleti sono gli utilizzatori più esigenti e rappresentano la punta più estrema delle performance. Ascoltarli e interpretare le loro necessità ci permette di anticipare le esigenze del mercato e mantenere un vantaggio competitivo tangibile in termini di innovazione tecnica. Un esempio concreto? L’introduzione del modello Ondra Comp, lanciato nella collezione autunno/inverno 2024. Questo prodotto è il risultato di una collaborazione profonda e costante con Adam Ondra: non solo ha rappresentato un enorme successo mediatico e commerciale, ma ha anche portato sul mercato soluzioni tecniche all’avanguardia, capaci di ridefinire gli standard delle scarpette da competizione. Per noi, ogni atleta è un partner strategico con cui costruire il futuro dell’arrampicata, passo dopo passo.
8. La stagione SS 25 ha confermato un trend di crescita costante, in linea con quello registrato negli ultimi anni. Il mercato si dimostra vivace e ricettivo, trainato da una community sempre più consapevole e appassionata. La scarpetta d’arrampicata viene ormai percepita non solo come un accessorio, ma come uno strumento tecnico essenziale per migliorare le proprie performance, affrontare con efficacia gli allenamenti e vivere al meglio ogni sessione di scalata – indoor o outdoor. In termini di sell-out, siamo fiduciosi. Oltre a proporre una delle gamme più complete sul mercato, investiamo costantemente in strumenti di supporto ai nostri rivenditori: attività di formazione, eventi in store, in palestra e sul territorio, materiali tecnici e di comunicazione pensati per valorizzare le peculiarità dei nostri prodotti e trasmettere al cliente finale l’esperienza e l’innovazione che stanno dietro ogni modello.
10. Guardiamo al futuro dell’arrampicata con grande entusiasmo e fiducia. È uno sport in continua evoluzione, che ha ancora moltissimo da raccontare e da esplorare – sia sul fronte indoor, sempre più creativo e inclusivo, sia su quello outdoor, dove il contatto con la natura e la tradizione rimangono insostituibili. Il nostro impegno è costante: investiamo in innovazione di prodotto, nella ricerca di materiali sempre più performanti e sostenibili, e in attività di promozione e formazione per supportare la crescita della community. Siamo convinti che l’arrampicata non sia solo uno sport, ma un linguaggio universale fatto di movimento, sfida e condivisione. E finché ci saranno pareti da salire, persone da incontrare e sogni da inseguire, noi continueremo a fare quello che sappiamo fare meglio: aiutare gli scalatori a stare incollati alla roccia (e alle pareti indoor).
DATI & STATISTICHE
Secondo i dati raccolti dalla FASI e, più in generale, dalle palestre di tutto il globo nel 2024, il mercato del climbing continua la sua ascesa ed è destinato a raggiungere i 6,68 miliardi di dollari entro il 2032
_ di Tatiana Bertera - fonte: businessreserchinsights.com e FASI
Disciplina olimpica dal 2020 con l’introduzione ai Giochi di Tokyo, l’arrampicata è un movimento giovane e in forte espansione in Italia e nel mondo. Nel nostro Paese, nello specifico, questo sport sta vivendo un momento di straordinario sviluppo, con numeri in costante crescita su tutto il territorio nazionale. A fine 2024 i tesserati alla FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana) erano poco meno di 100 mila e ognuno di essi pratica una (o più) delle tre specialità olimpiche (lead o corda, boulder oppure speed o velocità). Ma non solamente in Italia, in generale possiamo affermare che l’intero mercato globale delle palestre di arrampicata sia in forte aumento. Stimato a 3,28 miliardi di dollari nel 2024, si prevede raggiungerà 6,68 miliardi entro il 2032, con un CAGR (Compound Annual Growth Rate) del 9,3% nel periodo 2024–2032. Questo slancio è spinto dal crescente interesse verso l’arrampicata come attività fisica, ricreativa e competitiva, favorita anche dalla sua recente inclusione tra le discipline olimpiche.
Mercato delle palestre di arrampicata (miliardi di dollari)
Secondo uno studio realizzato dall’istituto Business Research Insights al termine del 2024 con proiezioni sino al 2032, dal quale sono stati presi anche i dati descritti nel paragrafo precedente, il modo più semplice e preciso per misurare la crescita è l’analisi derivante dalla frequentazione delle palestre di arrampicata indoor e, laddove possibile, delle falesie. Sembrerebbe che l’evento Olimpiadi abbia creato un fenomeno di massa che, tuttavia, si è concentrato prevalentemente verso il segmento indoor, meno sulla falesia. La spiegazione di questo fenomeno è abbastanza intuitiva: le palestre rappresentano, nell’immaginario di chi ha conosciuto lo sport climbing dal palcoscenico di Tokyo 2020, la “vera” arrampicata. Inoltre rappresentano, per le
nuove leve, l’ambiente sicuro e regolamentato dove apprendere la disciplina, allenarsi e, per i più dotati, anche avvicinarsi al mondo delle competizioni che, lo sottolineiamo, al momento esistono solamente su pareti di arrampicata artificiali.
Arrampicata indoor (palestre) o outdoor (falesia)
Indoor Climbing
Outdoor Climbing Altro
I DUE FATTORI CHE DETERMINANO LA CRESCITA DEL MERCATO
1. Salute e benessere: l’arrampicata è sempre più vista come alternativa completa e coinvolgente alle routine di fitness tradizionali. Soprattutto tra i più giovani e tra coloro che la approcciano indoor e decidono di continuare a praticarla tra le prese delle palestre.
2. Olimpiadi e competitività: la visibilità a livello mondiale data dalle competizioni olimpiche ha attratto nuove fasce demografiche (giovani e giovanissimi) e stimolato l’espansione di palestre specializzate.
LE TRE MACRO-AREE GEOGRAFICHE DI ESPANSIONE A LIVELLO MONDIALE
Nord America - Negli Stati Uniti la cultura dell’arrampicata è ben radicata, con molte palestre presenti nei principali centri urbani e in crescita anche nelle aree suburbane. L’interesse è alimentato dalla passione per il fitness e gli sport outdoor, oltre che dalla crescente adozione di tecnologie innovative, come pareti intelligenti e piattaforme virtuali. Tuttavia, i costi iniziali e di gestione rimangono una sfida per i nuovi operatori.
Europa - Mercati maturi come Germania, Regno Unito e Francia guidano la crescita europea, supportati da una lunga tradizione di alpinismo e un crescente interesse per uno stile di vita attivo. In Europa si registra anche una spiccata attenzione verso la sostenibilità ambientale, con molte palestre che adottano pratiche eco-friendly. Una difficoltà è rappresentata dai differenti sistemi normativi tra i Paesi, che possono ostacolare l’espansione.
Asia - In forte espansione, l’Asia vede protagoniste nazioni come Cina, Giappone e India. Il Giappone ha già una solida cultura dell’outdoor, mentre Cina e India stanno vivendo una rapida urbanizzazione che favorisce la nascita di nuove palestre nelle grandi città. Tuttavia, permangono ostacoli legati alla mancanza di consapevolezza e formazione, soprattutto in aree rurali o meno sviluppate.
TENDENZE TECNOLOGICHE
L’integrazione della tecnologia nel settore è sempre più evidente, dalle pareti smart con sensori che forniscono feedback in tempo reale alle app per la prenotazione, l’allenamento e il monitoraggio dei progressi. Ci sono inoltre sistemi di formazione virtuale e gamification (giochi) per coinvolgere gli utenti in modo innovativo.
I NUMERI DELL’ITALIA
Nel 2024 la FASI ha registrato oltre 97.000 tesserati, dei quali ben 38.000 sono donne. Si tratta di un’espansione notevole se si considera che nel 2010 i tesserati erano appena 15.000, raddoppiati nel 2018 (30.000), fino a più che triplicarti in soli sei anni.
Crescita tesserati FASI (2010-2024)
LA DISTRIBUZIONE REGIONALE E CITTADINA
Le regioni con il più alto numero di tesserati nel 2024 sono:
• Lombardia: 20.500
• Piemonte: 20.200
• Emilia-Romagna: 13.400
• Veneto: 9.500
Anche le città più popolose mostrano una forte concentrazione di praticanti, con Torino (16.000), Milano (13.000) e Roma (6.000) in testa.
Tesserati per Regione (2024)
Tesserati per città (2024)
L’ESPANSIONE DELLE SOCIETÀ SPORTIVE
Il numero di società affiliate alla FASI ha raggiunto quota 292 nel 2024, con la Lombardia in testa (48), seguita da Piemonte (35), Lazio (29), EmiliaRomagna e Trentino-Alto Adige (26), Veneto (25). Questo dato non solo riflette la crescita di interesse verso l’arrampicata, ma anche l’aumento delle strutture dedicate e delle opportunità per praticarla.
Società affiliate per Regione (2024)
I FATTORI DI CRESCITA
L’inclusione dell’arrampicata sportiva nei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 ha dato ulteriore slancio alla disciplina, accrescendone visibilità e prestigio. Ma i motivi del successo sono anche legati alla natura coinvolgente e sfidante di questo sport, alla varietà di ambienti in cui può essere praticato, e all’attenzione crescente per il benessere fisico e mentale.
Secondo la IFSC (International Federation of Sport Climbing), oggi in Europa ci sono oltre cinque milioni di arrampicatori, un dato che testimonia la portata globale del fenomeno.
L’aspirante guida alpina e membro del CAI Eagle Team Dario Eynard ci ha raccontato come la sua attezzatura sia stata determinante nel completare la via Gringos Locos sul Cerro Piergiorgio
_ di Benedetta Bruni _ foto di Frank Quaglino, Enrico Luoni e Club Alpino Italiano
L’alpinismo e l’arrampicata sono ricchi di persone eccezionali che scrivono nuovi capitoli di storia con le loro imprese titaniche, alla Davide contro Golia, e per questo tanto più impressionanti. Come tre scalatori che decidono di rispolverare un progetto aperto 30 anni prima e mai chiuso, in una delle pareti più impervie della Patagonia, su 1.000 metri di progressione in placca divisi in 27 tiri, in una montagna che rimane nascosta finché, a mano a mano che si svela, non lascia senza fiato per la sua imponenza. Stiamo parlando della spedizione di Matteo Della Bordella, Mirco Grasso e Dario Eynard – ambassador Cousin nonché colui che ci ha raccontato i dettagli di questa spedizione – che a fine febbraio hanno completato l’ascesa di Gringos Locos a conclusione di due anni passati nel CAI Eagle Team, il progetto del CAI e del Club Alpino Accademico Italiano, che vuole formare la nuova generazione di alpinisti. Un’impresa che è stata possibile anche grazie alle corde Cousin, che hanno dimostrato un grado di resistenza tale da restare intatte anche se usate come corde fisse, tensionate, “jumarate” e lasciate per una settimana agli eventi atmosferici della Patagonia su una roccia di granito altamente abrasiva.
LA PROGRESSIONE DI GRINGOS LOCOS E LE CORDE COUSIN - Come ci ha raccontato Eynard, la via Gringos Locos si trova nella parete nord-ovest
_INTERVISTA A DARIO EYNARD, A. GUIDA ALPINA
Quale feeling hai avuto utilizzando le corde Cousin?
Le utilizzo un anno e mezzo e ho avuto da subito un ottimo feeling con tutte le corde che ho provato. La Dura Dura ad esempio è il mio punto di riferimento per gli allenamenti in falesia, mentre uso la Optima per i lavori di corda corta. Le mezze Supercouloir invece sono l’ideale sull’arrampicata mista: non utilizzo molto corde particolarmente fini perché non sono il mio genere, ma queste sono un ottimo compromesso su ghiaccio quando si finisce a fare qualche passaggio anche in roccia, cosa che rovina molto la corda. Infine, la Ulvetanna è il top di gamma per l’arrampicata su roccia. Dalla prima volta che le ho provate, ho immediatamente capito la qualità del prodotto e ne ho apprezzato le caratteristiche: risultano infatti molto morbide, e quindi facili da utilizzare con gli assicuratori o quando si rinvia, ma sono anche maneggevoli ed estremamente resistenti.
del Cerro Piergiorgio ed era un progetto iniziato nel 1995 da Maurizio Giordani e Luca Maspes, che avevano dovuto abbandonare al 21esimo tiro a causa del maltempo, e poi ritentata più volte ma mai completata. Si tratta di una progressione mista, che unisce passaggi di arrampicata libera ad altri in artificiale, con una difficoltà che si aggira intorno al 7b/ A3, su una placca di granito a tacche. Per approcciarla, il trio ha deciso di sfruttare le finestre di bel tempo (due, a distanza di una settimana) e servirsi di 480 metri di corde fisse – da cui calarsi ogni giorno e risalire quello successivo – al termine delle quali hanno proseguito dormendo in parete, fino a raggiungere la vetta dopo 23 ore di scalata continua, alle 3 di notte, ricongiungendosi con la Via del Hermano aperta da Barmasse e Brenna nel 2008. In questo quadro estremamente tecnico, Eynard stesso ha confermato che avere le corde adatte ha fatto la differenza. Le Cousin Ulvetanna sono state infatti utilizzate per la progressione e per proteggere dai voli, ma all’occorrenza sono state lasciate in parete in sostituzione delle fisse di fortuna che avevano terminato a circa metà dell’ascesa. Anche a livello di sfregamento con la roccia, che in Patagonia è molto abrasiva, e persino di approccio al big wall, che stressa notevolmente le corde, è fondamentale avere un prodotto resistente ai tagli, all’umidità e al vento, ma al tempo stesso leggero per spedizioni dove conta ogni milligrammo.
Quali hai portato in Patagonia e come hanno reagito a un’ascesa di 1.000 metri?
Abbiamo scelto le mezze Ulvetanna, specifiche per la roccia, principalmente per la loro resistenza: sono più spesse rispetto alle altre della gamma pur avendo un ottimo equilibrio in termini di leggerezza, considerando che in Patagonia la roccia è molto abrasiva. Un altro fattore è stato proprio la natura della scalata, perché il big wall è un tipo di arrampicata che stressa fortemente le corde. Infatti, quando abbiamo finito le fisse, e in corrispondenza con la fine della prima finestra di bel tempo che ci ha costretti a scendere e aspettarne un’altra, nella seconda metà della parete abbiamo lasciato in sostituzione le Ulvetanna che quindi abbiamo dovuto tensionare, per evitare che il vento le disturbasse e poter ripartire dallo stesso punto con condizioni climatiche migliori. Quando si è aperto un altro spiraglio di bel tempo, una settimana dopo, siamo tornati fino al punto dove avevamo lasciato le Cousin e le abbiamo trovate integre, come nuove. Per questo, anche se ne avevamo un paio di ricambio, abbiamo deciso di continuare a usare quelle che avevamo lasciato in parete. E non è scontato che non si rovinino: quando Maspes e Giordani nel ‘96 sono tornati al Cerro Piergiorgio per ritentare la via, non hanno trovato nulla delle corde che avevano lasciato. Inoltre, uno dei tre della cordata risaliva con la Jumar, cosa piuttosto delicata perché si rischia di tagliare la maglia della corda. Invece, anche in questo caso sono rimaste perfettamente intatte.
L’atleta olimpica Beatrice Colli ci racconta la sua esperienza a Parigi 2024, con una riflessione su come i social possano aiutare a far crescere la popolarità delle discipline del climbing
di Sara Canali
Un record personale di 6,84 secondi non è bastato a Beatrice Colli per accedere alle finali Olimpiche di Speed di Parigi 2024, a dimostrazione di come questa disciplina non ammetta nemmeno la minima sbavatura e di come la vittoria si giochi sul filo dei centesimi. La Speed è solo una delle tre discipline presenti fin dal debutto Olimpico dell’arrampicata sportiva a Tokyo 2020. A quattro anni di distanza, il climbing è tornato alla kermesse a cinque cerchi con un’importante novità, ovvero un formato che mette in lizza quattro ori: velocità (Speed) e Combinata di Boulder e Lead, in entrambi i casi maschile e femminile. Il 9 aprile 2025, invece, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha annunciato che ai Giochi di Los Angeles 2028 le tre discipline dell’arrampicata sportiva – Speed, Lead e Boulder – avranno ciascuna la propria medaglia. Una decisione storica che rappresenta un enorme passo avanti per lo sport e segna l’addio della criticatissima Combinata. Non solo, questo si tradurrà in più pass concessi a ogni Nazionale e dunque una visibilità ancora più ampia sullo sport. Abbiamo chiesto all’atleta Beatrice Colli di fare il punto dopo Parigi 2024, e in vista dei prossimi impegni nazionali e internazionali.
Com’è stato affrontare le Olimpiadi?
Per me è stato molto difficile, ma lo è stato per tutti coloro che hanno partecipato agli UQS, l’evento di qualificazione olimpica che è avvenuto circa un mese prima. Il fatto è che tutti noi eravamo completamente concentrati su quell’evento e, una volta finito, è come se l’obiettivo fosse stato raggiunto, come se il calendario delle gare finisse lì. È stato molto strano, mi ero preparata così tanto per quell’evento, che una volta conquistato l’obiettivo mi sono sentita svuotata. Ci ho messo più o meno due settimane a ritrovare il ritmo e la motivazione.
Poi cos’è successo?
Mi ha aiutata molto seguire i social, vedere che le Olimpiadi erano iniziate e capire che era tutto vero. Ho iniziato a realizzare che stava succedendo davvero. Riprendere gli allenamenti è stata dura, soprattutto perché dopo aver raggiunto un obiettivo importante, vuoi sempre staccare e prendere una vacanza. Quando sono arrivata a Parigi è stato come vivere un sogno.
Quella di Parigi è stata la prima Olimpiade con una medaglia interamente dedicata alla Speed. Quali sono state le emozioni?
Sì, la prima Olimpiade con la medaglia solo per noi della Speed è passata sicuramente alla storia. Purtroppo io non mi sono qualificata per la finale per pochissimo, ma ero comunque molto felice perché ho fatto il mio record e mi sono portata a casa una grande soddisfazione. Ho visto la finale dagli spalti con la mia famiglia e mi sono divertita a tifare le mie amiche con cui ho gareggiato per tutte le tappe di Coppe del Mondo. Ci consociamo tutte ed è stato emozionante vedere che vivevano un sogno, vederle piangere, abbracciarsi, vedere infrangersi un record dopo l’altro.
Possiamo quindi dire che la formula di separare la Speed dalla Combinata ha funzionato?
Ha funzionato lì, ma non prima perché c’erano solo 14 posti e noi abbiamo vissuto la qualifica come se fosse l’Olimpiade stessa. Speriamo che la nuova direzione del CIO, in vista di Los Angeles 2028, porti anche a un maggior numero di atleti convocati per Paese.
Quanto ha influito Parigi 2024 in termini di visibilità per te?
Se guardo ai social, la mia fanbase è cresciuta molto dopo i Giochi. Ho fatto un video della mia vita nel villaggio olimpico che da un giorno all’altro un video è diventato virale con circa 22 milioni di views da Instagram a TikTok. È stato un crescendo di popolarità che però, poco dopo le Olimpiadi, si è interrotto. Però è stato molto bello poter condividere questi video perché mi divertivo a leggere i commenti, era come se ci fosse una chat di gruppo sotto i miei video. Come se oggi noi, oltre che essere atleti, diventassimo una sorta di ambassador della nostra disciplina.
Questa tua visibilità personale ha aiutato anche il movimento?
Sì, soprattutto la Speed che è molto di nicchia. Un sacco di gente mi diceva: “Ma tu che arrampicata fai, quella veloce? L’ho vista su TikTok!”. E questo mi ha fatto capire che i social hanno aiutato a far conoscere la Speed, a far capire quanto sia adrenalinica e coinvolgente per il pubblico. Spesso vediamo i social media con emozioni contrastanti; ma se diventano un mezzo per creare community, ispirare e incoraggiare al movimento e all’arrampicata, allora lunga vita ai social!
Quattro giorni in Verdon a scalare, quattro giovani climber entusiasti, un profondo amore per la roccia: per Ande, questo è quanto di più genuino e vicino ai suoi valori, che ispirano poi tutta la produzione del brand di Benedetta Bruni _ ph. archivio Ande @camilla_miliani @andreinocs
Un aspetto poco dibattuto nel mercato del climbing è la componente valoriale di cui si carica chi, l’arrampicata, la vive più come una disciplina, intesa come filosofia o prospettiva da cui vedere il mondo. Di certo non solo uno sport da praticare indoor, dove manca la vera essenza di ciò che rende scalare così potente: relazionarsi alla parete in modo più intimo, quasi viscerale, perché dalla prima volta che si entra in contatto con la roccia si cade in preda a una sorta di infatuazione, quasi identificazione con l’ambiente circostante. Si tratta di uno stile di vita più in armonia con l’ambiente, se la intendiamo come il rispetto basilare del vivere in montagna, quello che è sempre stato scontato per i primi alpinisti o per gli abitanti delle valli e che oggi rischia di perdersi tra le prese di plastica. È in questo quadro che si inserisce la visione di Ande: non solo ancora profondamente innamorata della montagna, come trasmesso dal fondatore Aldo Anghileri e dalle sue imprese alpinistiche; ma anche assolutamente certa delle nuove generazioni, che stanno riscoprendo la bellezza del riprendersi il proprio tempo stando in natura, preferendo sempre più soluzioni di lavoro ibride che non costringono in ufficio ma, anzi, gli danno la possibilità di girare il mondo, spesso in van e con le scarpette da arrampicata.
IL VIAGGIO NEL VERDON
Ed è con questo spirito che Ande ha deciso di sponsorizzare un viaggio di quattro giovani climber nel Verdon: non perché si trattava solo di persone forti e motivate, ma soprattutto perché “facevano vibrare le stesse corde rispetto alla genesi del brand. Il nostro, come tanti altri, è stato fondato da un alpinista e da gente che ha fatto dell’arrampicata la sua vita e solo in un secondo momento ha deciso di farla diventare una professione, producendo attrezzatura ed abbigliamento che rispondesse alle proprie necessità. È bello trasmettere così la nostra filosofia, perché ci sentiamo associati a persone che hanno realmente una visione comune a noi e dunque è un trasmettere il nostro heritage in un modo corretto e originale. Questo vuole essere il nostro piccolo contributo al movimento dell’arrampicata, dove l’obiettivo è quello di trasmetterne i valori più puri,
staccandosi dalla visione moderna che l’ha fatto diventare solo uno sport, impoverendo il valore olistico dell’essere climber”, ha detto Nicola Faccinetto, marketing & communication specialist di Ande. In una sorta di passaggio di testimone verso le nuove generazioni che vedono nell’arrampicata un mezzo di riscatto – lavorativo, sociale, quotidiano – come fece Anghileri un tempo. Il viaggio in Verdon di Camilla Miliani, fotografa e climber, insieme ai suoi compagni Giulio, Andrea e Alessandro era in perfetta simbiosi con i valori di Ande. Perché la natura di questi quattro giorni passati in parete, come raccontato da Camilla stessa, è stata quella di un entusiasmo sincero e al tempo stesso consapevole: “Ci svegliavamo prestissimo per non perderci neanche l’alba, poi passavamo la giornata a scalare rispettando però l’ambiente e il nostro corpo. Un giorno un nostro compagno non ha arrampicato, nonostante l’entusiasmo fosse molto alto, perché si sentiva stanco e abbiamo convenuto tutti insieme che fosse meglio si riposasse per evitare di mettere a rischio se stesso. È un discorso che si collega anche al tema della responsabilità: certo, l’accessibilità della palestra ci fa sentire allenatissimi, ma non ci mette al sicuro dagli imprevisti e dalle eventualità che si imparano stando fuori. Qui entra in gioco anche l’aspetto più culturale della montagna e dell’arrampicata, dove è importante sia essere coscienti dei propri limiti per poter ridurre i fattori di rischio, sia rispettare l’ambiente circostante, non fare troppo rumore, pulire la roccia. Avere un brand come Ande a supporto – che condivide esattamente questa visione dell’arrampicare per divertirsi, del vivere il presente e dell’amore per la natura – è stato molto importante perché ci ha tolto l’ansia dell’aspettativa che può derivare da una sponsorizzazione. Dall’altra parte, essere supportati da un marchio ci ha fatto sentire molto più responsabili e tranquilli sul da farsi, fornendoci tutto il necessario come il pantalone Verdon da cui è partita l’idea della destinazione”.
SCEGLIERE UN SUPPORTO ETICO
Se il prodotto nasce dalla filosofia del marchio, allora diventa essenziale riuscire a comunicare anche i valori che lo contraddistinguono. Ed è la direzione che ha deciso di intraprendere Ande, adottando un approccio più etico nelle relazioni con i propri ambassador. Più vicino ai concetti di libertà, divertimento, condivisione della cultura della montagna. E che crede nelle nuove generazioni, che cercano di ridefinire i confini tra lavoro e tempo libero e alle quali si ispira nello sviluppo della propria linea di abbigliamento. I valori di Ande abbracciano infatti chi vuole prendere la vita in modo più bilanciato (come da payoff “Questione di equilibrio”), ora che la tecnologia permette di lavorare e vivere le proprie passioni con linee di demarcazione meno nette. E dimostra che non serve molto: un buon pantalone, un buon guscio, un buono zaino, la giusta corda e attrezzatura, lo spazzolino per pulire la roccia, e la volontà di godere ciò che la montagna ha da offrire.
Il 29 marzo, Spaghetti Boulder ha inaugurato il suo primo store in Val di Mello, un nuovo punto di riferimento per la community del bouldering e della cultura outdoor _ di Sara Canali
Un’inaugurazione che ha rappresentato anche un momento di ritrovo per la community del climbing quella dello Spaghetti Boulder Store aperto nel cuore della Val Masino lo scorso sabato 29 marzo. Più di un centinaio di persone si sono infatti ritrovate per festeggiare l’evento che ha ufficialmente aperto i battenti del brand store in via Bagni, 2 nella Frazione San Martino, tra climber professionisti, frequentatori e amanti dell’Alta Valtellina e dei curiosi.
Per l’occasione sono state allestite un’area food & drink, una mostra fotografica “Unseen Beta” a cura di Teo Giovanni Poggi e non sono mancati momenti di talk con i racconti di due membri del Gruppo Ragni di Lecco: Maximiliano Piazza e Simone Tentori con Cristian Bubani in veste di intervistatore. E ancora, un official afterparty al Kundaluna con la selezione musicale di Mr. Clown. Insomma, una ricca giornata di condivisione per festeggiare la nascita di un luogo di vendita sì, ma soprattutto un punto d’incontro per gli appassionati, un incubatore di eventi, workshop e iniziative legate al mondo della verticalità e dello stile outdoor. Qui il cliente non solo troverà prodotti esclusivi e di alta qualità, ma anche un servizio attento e personalizzato, che punta a costruire un rapporto diretto con la community.
All’interno dello store, grande spazio è dedicato all’arte e alla musica, con un’area riservata ai vinili e una postazione per l’ascolto. Un ambiente che riflette la fusione tra bouldering e cultura urbana, offrendo ai clienti un’esperienza immersiva che va oltre l’acquisto. La scelta di aprire qui il primo store non è stata casuale, ma frutto di una visione congiunta tra Michele Frigerio, ceo di 7to7 Srl e fondatore di Rock Experience e Andrea Barbieri, store manager della sede della Val Masino che abbiamo intervistato per entrare a pieno nel progetto.
Andrea, come è nata tutta questa avventura?
Dobbiamo risalire a circa 30 anni fa, quando vivevo in Cina e lavoravo nel tessile. In un’occasione di lavoro, conobbi Michele Frigerio di Rock Experience con cui nacque subito un rapporto di stima. Quando sono tornato in Italia ho deciso di venire a vivere in Val di Mello, perché, pur essendo nato a Milano, ho sempre amato profondamente questa valle. Io ho sempre scalato, ho partecipato anche al primo campionato italiano al PalaVela di Torino e venire a vivere qui mi sembrava la realizzazione della mia vita. Qui ho aperto un bar e ho iniziato a fare il Dj a livello professionale avendo la musica come grande passione. Insomma, tantissime cose insieme.
E l’idea del negozio di Spaghetti Boulder come è arrivata?
Il negozio è nato nello stesso, identico modo in cui era nato il mio bar Kundaluna. A un certo punto, passando in bicicletta, vidi le serrande abbassate di questo punto vendita che allora era una macelleria. Si tratta della prima attività di vendita che vedi appena arrivi a San Martino e non riuscivo a capire perché fosse chiuso. Ho intuito che lì sarebbe potuto nascere qualcosa di nuovo e unico. Ho cercato il numero di Michele, ho chiamato in azienda e lui, dopo nemmeno 48 ore, era qui.
Conoscevi già Spaghetti Boulder?
Lo conosceva Giovanni, il socio che con me gestisce il negozio e ci è sembrato fin da subito il brand giusto per questo contesto. La prova della bontà di questa intuizione sta in come Michele ha risposto velocemente al mio invito, è stata una specie di scintilla.
Come avete pensato gli interni?
Lo abbiamo lasciato esattamente com’era: infatti dentro è organizzato come una macelleria con ancora i nomi dei vini alle pareti. Abbiamo tolto degli scaffali, per il resto era praticamente pronto all’uso. La cosa bella è che io l’ho visto, ma non ero da solo: anche per Michele andava bene esattamente così com’era. E la cosa magica, veramente magica, è che sta funzionando.
L’idea di mettere in vendita anche libri e vinili invece?
Io penso che un negozio debba dare un senso di benessere. Entrare in un’attività deve farti stare bene, dare il senso di entrare a casa di qualcuno. Per questo mi piace che ci sia anche un angolo dove poter ascoltare i vinili, con tanto di cuffie. Abbiamo fatto una convenzione con Serendipity di Milano, uno dei negozi di vinili più grandi d’Europa, e abbiamo portato qui una selezione.
Conosciamo le falesie di Migiondo e dei Forni dai racconti di due voci autorevoli. Adriano Greco ed Eraldo Meraldi, storiche Guide Alpine dell’Alta Valtellina
_ di Karen Pozzi
L’Alta Valtellina non è solo sinonimo di vette maestose: il suo comprensorio cela un sorprendente mosaico di opportunità verticali, che spaziano dalla celebre e frequentata falesia del Crap de Scien in Val-
_MIGIONDO
“Migiondo è il posto più bello del mondo” così Adriano Greco, Guida Alpina, istruttore e professore per la formazione di nuove guide, ci parla della falesia di casa
didentro a gemme nascoste, capaci di incantare anche l’arrampicatore più esigente con due falesia come quella di Migiondo e quella dei Forni: ce le raccontano i loro chiodatori, storiche Guide Alpine dell’Alta Valle.
“Migiondo è situata nell’omonima frazione del Comune di Sondalo, un piccolo borgo con poco più di 100 abitanti. La sua storia comincia negli Anni ‘60 con Duilio Strambini, una Guida Alpina molto conosciuta di Grosio che mi ha introdotto al mondo dell’arrampicata. Per me, Migiondo è qualcosa di più di una semplice parete: è la mia falesia. È lì che ho iniziato ad arrampicare, ho aperto le mie prime vie, le ho tracciate, e ancora oggi mi occupo della loro manutenzione. La frequento spesso, cerco di tenerla pulita e durante l’anno del Covid ho anche creato un nuovo settore: l’Amfiteatro. Lì ho ampliato le vie, aggiungendo nuove possibilità per tutti, non solo per me. La roccia di Migiondo è particolare: non è calcarea, come la maggior parte delle falesie dell’Alta Valle, ma granitica, nello specifico Gabbro. Questo tipo di roccia impone uno stile di arrampicata diverso, molto tecnico, in cui i piedi hanno un ruolo fondamentale. Ospita oltre 100 vie, tra monotiri e alcuni tiri multipli, di difficoltà varia ma mai troppo estreme. Ci sono comunque vie impegnative, con gradi fino all’8a. Inoltre c’è anche un’area Bimbi, pensata per i corsi e le prime esperienze in parete. La falesia è immersa in un castagneto che, in autunno,
_I FORNI
A parlarci di questa falesia è Eraldo Meraldi, Guida Alpina memoria storica di questo luogo
“Per l’estate, una delle aree più belle e complete per arrampicare è senza dubbio la zona dei Forni. Io stesso l’avevo attrezzata tempo fa: si tratta di una serie di falesie piuttosto piccole ma molto ravvicinate tra loro, facilmente raggiungibili dalla strada dei Forni, nei pressi del Rifugio Forni. Lì l’arrampicata estiva è davvero l’ideale: c’è una grande varietà di vie, dalle più facili a quelle decisamente più impegnative. Inoltre, l’ambiente è fresco, piacevole anche nelle giornate più calde, il che rende la zona perfetta nei mesi estivi. Per quanto riguarda l’avvicinamento, è praticamente inesistente. Una volta arrivati con l’auto, si può raggiungere la maggior parte dei settori in pochi metri - in alcuni casi bastano dieci passi dalla macchina. In estate, con il caldo afoso che c’è altrove, diventa quasi impossibile arrampicare, mentre ai Forni si arrampica bene e in tranquillità. La zona è adatta a tutti i livelli di arrampicatori: dai principianti, che trovano vie semplici e abbordabili, fino a chi ha già esperienza o è molto
regala colori spettacolari. L’esposizione a est la rende arrampicabile tutto l’anno. In inverno, se c’è il sole e non tira vento, si può salire tranquillamente tra le 10 e le 14. In estate, invece, è perfetta per una scalata serale, dopo il lavoro, quando la parete entra in ombra. Alcuni settori, infatti, sono proprio sotto i castagni, che offrono ombra naturale nelle giornate più calde. La qualità della roccia è buona, sana, e la falesia è abbastanza frequentata, anche da arrampicatori che arrivano da fuori. A livello di manutenzione, Migiondo non ha mai ricevuto un vero e proprio restyling come altre falesie della zona, come ad esempio Isolaccia. Alcuni interventi sono stati fatti dal CAI di Sondalo, ma mancano ancora fondi per una riqualificazione completa: servirebbe sostituire tutte le soste e mettere l’intera parete a norma. Ha un grande potenziale, ma finora non è mai stata valorizzata come meriterebbe. Durante la Migiondara, una festa tradizionale del paese, organizziamo attività anche per i più piccoli. Noi guide accompagniamo i bambini nell’arrampicata, ed è sempre un bel momento di condivisione. L’avvicinamento alla falesia è facile, ma i parcheggi sono pochi. Tuttavia, la base della parete è accogliente e adatta anche a chi non scala: un buon posto dove passare la giornata in compagnia o con la famiglia. Migiondo ha ospitato anche eventi importanti, come le ultime selezioni per le Guide Alpine lombarde. Eppure resta ancora un piccolo gioiello un po’ nascosto e autentico”.
evoluto, grazie alla presenza di vie tecniche e impegnative. Rispetto ad altre falesie della zona, come Migiondo, ai Forni troviamo rocce sedimentarie con molti appigli. Lo stile di arrampicata è vario: dalle placche tecniche alle vie più fisiche su muri verticali. Le vie facili sono più adagiate, mentre le vie medie e dure richiedono una buona dose di forza e tecnica. Per quanto riguarda la manutenzione della falesia, purtroppo è un tema un po’ delicato. L’ho sempre gestita personalmente, sia per quanto riguarda l’attrezzatura che per la messa in sicurezza delle vie. Le istituzioni pubbliche, finora, non hanno mai dato un reale supporto. Stiamo però con loro portando avanti un progetto interessante: la realizzazione di una nuova via ferrata, poco oltre i Forni, in direzione del Rifugio Branca. È un’iniziativa nata da una mia proposta già nei primi Anni 2000 che ora finalmente si sta concretizzando, con l’obiettivo di valorizzare ulteriormente l’area e offrire nuove opportunità outdoor in Alta Valtellina”.
La community dell’arrampicata è affascinante e variegata, aperta e inclusiva. E gli eventi sono fondamentali per alimentare questi valori. Che si tratti di competizioni internazionali, festival o raduni, il climbing è un’opportunità per creare legami e condividere la propria passione
sponsor - La Sportiva, The North Face, E9, Decathlon, C.A.M.P., Brazz info - melloblocco.it
Torna il Melloblocco, raduno internazionale di bouldering che in Val Masino trova uno dei luoghi più interessanti e suggestivi delle Alpi per l’arrampicata su granito, dai blocchi alle grandi pareti.
Tutti possono partecipare, dai giovani ai meno giovani, dagli agonisti di Coppa del Mondo agli amatori. È un raduno, non una competizione, che si svolge sui tanti massi di granito sparsi nel magnifico scenario naturale della Val di Mello e Val Masino, tra boschi e prati, al margine di torrenti e cascate. Un incontro dove i partecipanti provano i passaggi assieme ai migliori specialisti del
Fin dal 1987, Rock Master è una delle competizioni di arrampicata sportiva più prestigiose a livello internazionale, e non potrebbe svolgersi altrove se non ad Arco, nel Garda Trentino. Arco infatti è la mecca dell’arrampicata in Italia e non solo: si è affermata negli anni come “home of climbing” per le sue pareti su cui si è fatta la storia di questo sport. Tra queste, anche il muro del Rock Master, una parete iconica su cui si sono sfidati tutti i grandi nomi e le campionesse del climbing mondiale. Oggi Rock Master continua a fare la storia dell’arrampicata: un evento che ce-
lebra la passione per l’arrampicata e unisce professionisti e pubblico. Rock Master è un evento che ha accompagnato l’evoluzione dell’arrampicata sportiva, spesso anticipandone i trend di sviluppo e proponendo sempre nuove formule di gara. Le tre discipline del climbing – Lead, Boulder e Speed – a Rock Master sono da sempre rivisitate con format speciali e innovativi, per unire sport e spettacolo ai massimi livelli.
sponsor - La Sportiva info - rockmaster.com
mondo, condividono una passione sana, vitale, all’aria aperta. Melloblocco non utilizza strutture di alcun tipo e valorizza con semplicità ciò che la natura ha messo a disposizione. Melloblocco è anche attenzione a come ci si muove negli ambienti naturali, perché tutti abbiamo un impatto e perché gli spazi d’avventura e d’arrampicata non sono infiniti e vanno preservati. Per questo gli organizzatori hanno deciso di non aggiungere alcuna nuova area allo sterminato parco boulder esistente, per favorire il recupero di una parte delle migliaia di passaggi d’ogni difficoltà che costellano la Valle.
Valle Orco Climbing Festival nasce nell’ottobre del 2020 come un raduno tra amici, per ricominciare a vivere l’arrampicata insieme dopo il lungo periodo di restrizioni dovuti alla pandemia. Da un evento intimo quale doveva essere, alla prima edizione ci si ritrova in 1.500 persone, amici, conoscenti, persone mai viste, tutti accomunati da un grande amore per la roccia, la montagna e la natura. L’evento viene realizzato con il supporto di Wild County e La Sportiva, che nonostante le poche certezze credono sin da subito nel progetto e deci-
dono di investire. L’anno dopo si aggiunge anche Vibram tra gli sponsor e in valle arrivano 3500 persone. Al festival partecipano anche atleti di fama internazionale come Tom Randall, Matteo Della Bordella, Hamish McArtur e Nico Favresse, e l’offerta si amplia con attività trasversali quali workshop di arrampicata in fessura, di trad climbing, lezioni di yoga, highline e contest di diverso tipo.
sponsor - La Sportiva, Vibram, Wild Country info - valleorcoclimbingfestival.com
Dal 2015, il Frasassi Climbing Festival è un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di arrampicata e attività outdoor. Situato nel cuore del Parco Naturale Regionale della gola della Rossa e di Frasassi, questo evento ha trasformato le falesie, le pareti e i sentieri delle Marche in un palcoscenico vivace, celebrando la perfetta simbiosi tra turismo e natura.
ULASSAI FESTIVAL
ULASSAI (NU), 30 MAGGIO-2 GIUGNO
L’Ulassai Festival è in programma dal 30 maggio al 2 giugno tra i Tacchi d’Ogliastra. Un evento di quattro giorni che unisce talk, cineforum, musica, tradizione e cultura. Meta ideale per gli amanti dell’outdoor provenienti da tutto il mondo, l’Ulassai Festival è una vera e propria magic box di attività outdoor che vanno dalle pareti attrezzate fino al parkour, dalle escursioni in mountain bike al trekking, passando per i circuiti della Pump Track e rilassandosi con lo yoga e il pilates. Fiore all’occhiello dell’evento, come da tradizione, la spettacolare highline posizionata a 150 metri di altezza e con uno sviluppo di 500 metri posizionata sopra piazza Barigau, quartier generale del festival. Testimonial dell’evento sarà Nicolas Favresse, scalatore belga, classe 1980, noto per le sue
imprese alpinistiche e scalate sportive, in stile tradizionale e per le sue ascensioni su Big Walls in alta montagna e nelle regioni polari. Protagonisti dell’intrattenimento serale, oltre alla musica dal vivo, saranno i cineforum sulla tematica dell’arrampicata sportiva con la proiezione di due film: “Riders on the storm” e “Still Alive”. Il primo, realizzato da Drew Smith, dedicato a una delle vie più famose delle Torri del Paine in Patagonia, e il secondo firmato da Santino Martirano, documentario sulla storia di Klaas Willems e di come il climber belga ha superato paure e limiti, trovando nell’arrampicata la via di fuga dalla spirale negativa del cancro e della fibrosi cistica. Il documentario è girato a Ulassai, al canyon sa Tappara. E lo stesso Klaas è ormai ulassese d’adozione.
sponsor - Braghe, Climbing Technology, E9, Edelrid, La Sportiva, Brazz, Oberalp Group, Petzl, Rock Experience, Red Chili, Rupe info - frasassiclimbingfestival.it
sponsor - E9, Explore Climbing, Karpos, ITACA The Outdoor Community, SKALO, Slow Food, Spider Slacklines info - ulassaifestival.com
A Finale Ligure, nella Grotta dell’Edera, si è svolta la prima assoluta di Red Bull Ivy, una competizione a squadre ad alto contenuto scenografico
dalla nostra inviata Sara Canali
Provate a immaginare una cattedrale alta circa 25 metri, dalle pareti di roccia calcarea che sfumano dal rosa al grigio, regalando bellissimi giochi di colore e che ha come soffitto un’apertura verso l’azzurro del cielo. Siamo a Finale Ligure e quella che vi abbiamo appena raccontato è la Grotta dell’Edera il cui nome deriva dalle fronde della pianta che ricoprivano internamente ed esternamente le sue pareti. Immersa nel fitto bosco di Monte Sordo, si raggiunge solo a piedi, affrontando un ultimo tratto attrezzato di scale di ferro e corde. È proprio qui che, giovedì sera 3 aprile, è andata in scena la prima assoluta di Red Bull Ivy, competizione di arrampicata che sceglie i contesti paesaggistici più straordinari per esaltarne la bellezza e celebrare la grande spettacolarità della disciplina. Ma soprattutto, una celebrazione dell’arrampicata come stile di vita e della volontà di Red Bull di dare luce a discipline capaci di creare community, ispirare e puntare al benessere. Madrina della competizione è stata Beatrice Colli, atleta Red Bull classe 2004. nonché atleta azzurra che ha partecipato alle Olimpiadi di Parigi 2024, dove ha gareggiato nella competizione di Speed siglando il primato nazionale. È stata lei a formare la prima squadra e successivamente, insieme alla crew locale SuxGiù, a orchestrare la scelta dei partecipanti secondo una dinamica di cooptazione, coinvolgendo il meglio della scena climbing locale e nazionale.
Un territorio che crede in questo sport
Finale Ligure è considerata una delle capitali mondiali dell’outdoor climbing, con oltre 4.000 vie attrezzate solo nel comprensorio locale. Abbiamo chiesto a Luigi Costa, capostazione del Soccorso Alpino di Finale Ligure, cosa rende questo territorio così particolare e attrattivo.
Il team Rock Panters: Wafaa Amer e Tommaso Pansini
IL FORMAT - Undici team, composti da due climber ciascuno, si sono cimentati in una prova a tempo su due vie parallele. Un concorrente ha dovuto affrontare una via più semplice (nr. 19), con l’obiettivo di raggiungere un interruttore in cima; il partner in simultanea doveva invece superare una via tecnica e difficile (nr. 1), evitando di farsi colpire da un fascio di luce in movimento proiettato da un faro mobile. Ogni caduta o contatto con la luce comportava l’eliminazione della squadra. La vittoria sarebbe andata al team capace di concludere il percorso nel tempo minore, senza subire penalità. La gara ha visto un duello serrato al vertice tra i team Rock Panters, composto da Tommaso Pansini e Wafaa Amer, e Ciavelli con Gabriele Borra e Viola Bergamelli, che ha visto i primi trionfare sui secondi con un vantaggio di poco meno di tre secondi. Un po’ più staccati, a completare il podio, gli Umpalumpa Walkie Talkie con Gaia Strazzarino e Mario Gardella.
_FINALE FOR NEPAL
Si chiama SuxGiù l’ASD nata nel 2013 che organizza corsi di arrampicata, di gioco verticale e qualche escursione e rappresenta oggi una delle realtà e delle comunità più attive del territorio. La loro presenza in occasione dell’evento targato Red Bull, con le loro Guide Alpine è stata fondamentale in termini di organizzazione e conoscenza del territorio, insieme a quella del Soccorso Alpino di Finale Ligure. I fondatori del gruppo sportivo sono gli stessi che, nel 2009, hanno dato vita a Finale For Nepal. un’associazione di volontariato che si occupa di fornire istruzione e alloggio a bambini in Nepal che altri-
Luigi Costa, capostazione del Soccorso Alpino di Finale Ligure
“Finale Ligure offre vie d’arrampicata per tutti i gusti, alcune dall’alto impatto estetico perché a picco sul mare, fino a vie lunghe, nei grandi settori, per esempio come a Pianarella, una big wall, con 12-13 tiri d’arrampicata per arrivare fino in cima. I gradi di difficoltà qui non sono semplicissimi, quindi non regalano nulla”. Un territorio quindi che attrae climber esperti che voglio cimentarsi con percorsi capaci di incantare e conquistare.
“La storia d’amore tra Finale Ligure e l’arrampicata inizia fin dai primi anni del ‘900 con vie tracciate da alpinisti che venivano chiamati danzatori, poiché il gesto tecnico che hanno disegnato in parete sembrava quello di una danza”. Grande plus del territorio è un clima mite tutto l’anno.
“È davvero un paradiso e il territorio, per fortuna, sta investendo molto su questo concetto di turismo, sia dal punto di vista delle amministrazioni, sia grazia all’impegno delle Guide Alpine che lavorano costantemente per mettere tutto in sicurezza. Ovviamente, la popolarità dell’arrampicata ha anche i suoi lati, possiamo definire, negativi, ovvero di portare neofiti o persone poco preparati ad affrontare vie troppo difficili. Per questo è necessario che la cultura della montagna e della sicurezza vada di pari passo con la promozione del territorio”.
menti non ne avrebbero la possibilità. Dopo il terremoto del 2015 sono diversi i progetti seguiti e conclusi dall’associazione ligure che hanno portato al grande risultato di ricostruire scuole del territorio e garantire l’accesso agli studi a circa 300 bambini. Il progetto principale è una casa famiglia in periferia di Kathmandu, che ospita attualmente 20 bambini orfani. Quest’anno, dal 16 al 18 maggio, andrà in scena la quattordicesima edizione della manifestazione che coinvolgerà Finale Ligure nella raccolta fondi del progetto, in una tre giorni ricca di attività e di arrampicata.
Per la prima volta Roma ha ospitato la tappa di kick off del Climb World Tour di La Sportiva: una bella e consolidata iniziativa con la quale il brand si avvicina alla community in una giornata all’insegna della condivisione
di Benedetta Bruni
Il 9 aprile la Monkey Island di Roma ha ospitato, per la prima volta, l’evento di kick off de La Sportiva Climb World Tour, l’appuntamento dedicato alle community che ogni anno si riuniscono nelle palestre e nei centri di arrampicata più famosi per una giornata di condivisione, divertimento, test e talk. La data “zero” ha visto coinvolte in contemporanea 15 palestre su cinque continenti: insieme a Roma anche Sydney, Vienna, Shangai, Praga, Parigi, Berlino, Seul, Riga, Bucarest, Oslo, Lubiana, Madrid, Stoccolma, Manchester e Salt Lake City. La scelta della Monkey Island rappresenta un avvicinamento al crescente movimento di climber anche nel centro Italia, oltre a essere una delle diverse capitali che sono state il focus dell’edizione 2025 del tour. Con questo, il marchio vuole avvicinarsi alla propria comunità, e lo fa dove “succede” l’arrampicata: nelle palestre e in parete. Insomma, nel vivo dell’azione.
LA PRESENZA DI LA SPORTIVA
L’occasione è stata anche propizia per La Sportiva per presentare le scarpette che hanno dato in test: dalle vegane come la Mistral, le entry level, la Theory specifica per le donne, fino alla Ondra Comp, la no edge realizzata insieme al campione ceco Adam Ondra proprio sulla base delle sue necessità e indirizzata nello specifico al bouldering moderno. Il brand ha anche chiarito la sua strategia in termini di calzature: di fianco a un segmento performance piuttosto ricco, quello per i principianti rimane meno popolato, ma l’intento di La Sportiva – anche alla luce della crescente popolarità dell’arrampicata indoor – è far diventare questo settore un grosso focus per il futuro, portando le stesse innovazioni e tecnologie tipiche del pro climbing anche nel progressive e nell’entry level.
LE ATTIVITÀ COLLATERALI
La Monkey Island si è dimostrata uno spazio più che ideale per un evento così incline alla condivisione e alla socialità, tipici dell’arrampicata indoor e soprattutto del boulder. La folla romana, già di per sé molto accogliente, si è quindi divisa tra i due settori della palestra: quello interno, con i suoi strapiombi e l’area circuiti; e quello esterno, dov’era il vero cuore dell’evento, tra pareti all’aria aperta e un ampio spiazzo per food & drink e dj set di accompagnamento. Questa zona, ricca di blocchi di varie difficoltà tra cui alcuni da competizione, è stata il banco di prova degli appassionati
che hanno deciso di indossare le scarpette messe in dotazione da La Sportiva, presente con un banchetto e diversi numeri delle sue calzature più amate. In totale rispetto della filosofia “Test&Feel” del marchio, ovvero indossare il prodotto e imparare a percepire le esigenze del proprio piede, acquisendo sensibilità ed esperienza sul campo.
“Sono un atleta di La Sportiva da tantissimi anni, più di 15 ormai. La cosa bella dell’azienda, oltre all’ampia gamma di prodotti, è l’atmosfera familiare che riesce a creare all’interno del team atleti. Negli anni è nata una relazione molto bella: tutti possiamo interagire con l’R&D, quindi lavorare sui progetti, dare feedback e testare. Tutto ciò è molto motivante” Jacopo Larcher, climber
PRESENTE ANCHE JACOPO LARCHER
A consigliare le scarpette giuste anche Jacopo Larcher, atleta specializzato in big wall e di recente ritorno dalla spedizione in Yosemite su “El Capitan” con la compagna Babsi Zangerl (presente invece al kick off event nella palestra di Vienna, nonché l’atleta ad aver realizzato la prima salita flash della storia sulla parete americana con Freerider). Inoltre, il climber è stato protagonista di un talk insieme ad Amedeo Cavalleri dei Brocchi sui Blocchi, il collettivo che promuove un’arrampicata più consapevole e aperta al fallimento e autore del libro “Abituati a cadere”. In questa chiacchierata sono emersi temi come il suo rapporto con gli errori, la scalata di Freerider e l’importanza per l’attuale generazione di arrampicatori di confrontarsi con l’ambiente, rispettarlo e cercare di tramandare ai nuovi climber delle regole da seguire per proteggere la natura.
Salewa ha dato vita a una collezione tecnica, minimalista, multifunzionale e con un design dall’estetica contemporanea. Ne abbiamo parlato con Manuele Cola, product director di Pietro Assereto
Salewa presenta una collezione completamente nuova che, pur facendo parte della linea Mountaineering, è adatta a diverse attività sportive come l’arrampicata e lo Speed Hiking. La NXT è una collezione altamente tecnica che si presta però anche a un utilizzo versatile, aprendosi a qualsiasi interpretazione dello sport di montagna e a un approccio multisport. È perfetta su diversi terreni e in diverse situazioni, dall’avvicinamento allo scrambling, dall’arrampicata con gradi di difficoltà moderati fino ai passaggi tecnici in alta quota. La NXT è una storia con un approccio rivolto al futuro. Si scrive NXT ma si pronuncia next, come qualcosa che deve ancora venire, che è nuovo per definizione. Saldamente ancorata alle radici del brand Salewa, sinonimo di tecnologie avanzate per la montagna, guarda al contempo al futuro, ispirandosi alle esigenze e alle passioni dei moderni atleti di sport di montagna. Oltre giacca, pantaloni e zaino, che vediamo qui a fianco, completano la collezione le Wildfire NXT Mid Gtx e l’imbrago NXT
NXT POWERTEX 3L JACKET
Giacca minimalista ultraleggera, impermeabile e traspirante con una struttura in laminato 3-layer con cuciture termonastrate. Realizzata al 100% in poliammide riciclata con finitura DWR (durable water repellent) senza PFAS, una colonna d’acqua di 20.000 mm e un tasso di trasmissione del vapore acqueo (MVTR) di 30.000 g/m2/24h. I polsini elasticizzati e altamente resistenti, il cappuccio regolabile su due posizioni e compatibile con il casco e la coulisse sull’orlo garantiscono un’ulteriore protezione in caso di condizioni atmosferiche avverse. Grazie al volume ridotto e al peso di appena 230 g (taglia 50), la NXT Powertex 3L Jacket è una giacca hardshell estremamente leggera, tecnica e comprimibile.
NXT
Nonostante il loro peso piuma, la colonna d’acqua di 20.000 mm rende i pantaloni NXT Powertex 3L Pant completamente im permeabili. Inoltre, grazie al tasso di trasmissione del vapore ac queo (MVTR) di 30.000 g/m2/24h, sono anche perfettamente traspiranti. Il materiale utilizzato è riciclato al 100% e la finitu ra DWR (durable water repellent) non contiene PFAS. L’apposito passante permette di arrotolarli in modo rapido e compatto e di riporli comodamente nello zaino.
NXT
Realizzato con due materiali estremamente resistenti: l’ultraleggero Challenge ULTRATM 100X che garantisce un’eccezionale resistenza all’abrasione e agli strappi e una maggiore durata e il 330DNylon Robic ad alta resistenza. Il sistema di trasporto Dry Back Contact e gli spallacci ergonomici dalla struttura alleggerita, garantiscono un’elevata stabilità e un ottimo controllo del carico, lasciando allo stesso tempo grande libertà di movimento.
_MANUELE COLA, PRODUCT DIRECTOR
“Avevamo voglia di dimostrare”
Manuele, ci puoi descrivere NXT in tre parole?
Partiamo subito soft! Allora, performance, impact e disruptive. Performance perché siamo Salewa e fa parte del nostro spirito. Impact perché sono prodotti performanti ma con un altissimo contenuto di responsabilità. E poi disruptive perché per noi è stato uno shift a livello estetico abbastanza importante.
L’idea quando nasce?
Il 2022 è stato, come per tanti brand outdoor, il nostro anno migliore. Abbiamo capito che era il momento giusto per realizzare qualcosa davvero fuori dagli schemi. Avevamo voglia di dimostrare di cosa eravamo capaci. Qual è la caratteristica che rende questi prodotti diversi rispetto a quelli del passato?
è l’estetica. Ci sarà magari un po’ di difficoltà iniziale ad accettarla, ma sono sicuro che piacerà.
Cosa ti ha reso più orgoglioso di questa collezione, sia a livello professionale che a livello personale?
L’estetica sicuramente è la prima cosa che salta all’occhio. A livello di performance, abbiamo sempre realizzato prodotti di qualità altissima. Con il progetto Salewa Committed siamo attenti all’aspetto della responsabilità ambientale e all’utilizzo delle fibre naturali. Quindi sì, la cosa davvero nuova
Secondo me il grande successo di questa collezione non sta solo nei prodotti, ma nell’aver unito la campagna, gli ambassador, e i capi in un pacchetto unico, autentico e attuale. Giocare con i contrasti tra tradizione e futuro è un po’ la nostra carta vincente. Quello che mi rende più fiero, quindi, è un grande lavoro di squadra, dal team prodotto a quello marketing.
Qual è stata la sfida più grande?
Sicuramente la scarpa. È un prodotto molto complicato e a livello di sviluppo e industrializzazione abbiamo avuto dei mal di testa incredibili. Non è la calzatura più tecnica che abbiamo mai realizzato, perché quelle da mountaineering ovviamente sono di un livello superiore, ma ha sicuramente una complessità di assemblaggio davvero notevole.
Qual è il prodotto della collezione che più di tutti secondo te rappresenta il futuro?
Il guscio: un 3 layer trasparente con tape a contrasto. Davvero wow!
“The NXT Step” non è solo una sfida a livello sportivo, ma la storia dell’incontro di due opposti.
Luca Andreozzi e Hanspeter Eisendle raccontano il dietro le quinte del film firmato Salewa
di Sara Canali
Da una parte c’è Hanspeter Eisendle, alpinista altoatesino classe 1956, conosciuto per le sue difficili prime ascensioni sulle Dolomiti e per essere salito su queste montagne per più di 1.000 volte. Dall’altra, Luca Andreozzi, toscano, classe 1991, campione italiano nelle categorie giovanili dagli 8 fino ai 16 anni e oggi legato alla cultura urbana del bouldering nonché fondatore del Climbing Center AREA51 di Scandicci. A unirli una corda e una forte passione. Sono loro i protagonisti di “The NXT Step”, un progetto diventato film che mette a confronto due generazioni in una sfida a livello sportivo ma anche personale. Una storia che racconta come, dalle prese della palestra, Luca decide di provare ad arrampicare in Dolomiti, su roccia vera, sulla storica via Piaz sulle Torri del Vajolet. E di come ad accompagnarlo ci sono i consigli della Guida Alpina Hanspeter Eisendle che, passo dopo passo gli mostra come vivere l’arrampicata nella sua forma più pura. Un momento che ha permesso ai due anche di testare i materiali della nuova collezione NXT di Salewa e di scoprirsi in un modo più meditativo e profondo. Li abbiamo incontrati insieme a Bolzano e abbiamo chiesto loro di raccontarci questo viaggio da dentro.
Luca, com’è nato questo progetto?
to subito che arrampicare per lui non sarebbe stato un problema. Anzi, mi ha affascinato l’idea di fargli conoscere la montagna. Io le mie montagne le ho salite tantissime volte, le conosco quasi a memoria. Avere a che fare con una persona che le scopre per la prima volta mi ha ridato entusiasmo, curiosità e interesse, oltre a una bellissima sensazione. E come ha detto Luca, è stato tutto naturale, come se avessimo già fatto tante cose assieme.
Hans, tu arrivi da un alpinismo fatto di roccia. Cosa ne pensi invece del climbing che nasce in palestra?
In realtà è nato da un interesse vero, autentico. Sì, c’è stata la campagna, ma personalmente avevo davvero voglia di provare cose nuove, di ampliare i miei orizzonti e di rinnovare l’entusiasmo per la roccia. Quando mi è stato proposto di scalare con Hanspeter ho visto subito una bellissima possibilità. Ho accettato con entusiasmo con la voglia di avere a che fare con la montagna, che è un mondo che io ho esplorato pochissimo: venendo dalla Toscana, ho sempre approcciato al bouldering e all’arrampicata sportiva e mai alle vie lunghe. Ammetto che all’inizio ero un po’ turbato: Hans non ha bisogno di presentazioni, è una leggenda e già lo conoscevo. Invece poi, quando veramente abbiamo fatto questa cosa, è stato tutto super naturale, come un flow ed è esattamente quello che si vede nel film.
Hanspeter Eisendle, Guida
Hans, invece, quando ti è stato proposto di fare qualcosa con un ragazzo più giovane, toscano, e che non conosceva le Dolomiti, com’è stata la tua reazione?
Mi hanno fatto vedere una foto, un video di Luca e ho capi-
Penso che oggi l’approccio all’arrampicata sia più intelligente perché prima impari le tecniche di salita e poi pian piano vai in natura. Io invece sono andato in montagna e ho arrampicato. Ai miei tempi non c’era altra possibilità, non c’erano le palestre e l’approccio era molto più ingenuo, dovevi stare molto attento, avanzare molto più lentamente. Il mio primo sesto grado l’ho fatto dopo cento quarti, cento quinti e questo approccio non esiste più. E non ho nostalgia, perché non c’è un modo migliore dell’altro, sono diversi. La discussione incomincia quando qualcuno vuole trasportare il pensiero urbano in montagna con corde fisse e split ovunque deturpando il valore dell’arrampicata pura.
Luca, chi ha scelto la via?
Ovviamente Hans. Era necessaria una via non troppo lunga per le riprese e al contempo scenografica e d’impatto. La cosa fondamentale dell’arrampicata in montagna è l’esposizione, non il grado. E lì è espostissimo. Per me la difficoltà più grande è stata quella di avere a che fare con il vuoto per la prima volta, non mi era mai capitato di trovarmi così tanti metri sotto i piedi, 500 metri di strapiombo. Quando ho girato l’angolo, i primi attimi sono stati di vero panico. Non vedevo più Hans ma solo una corda che saliva e per un attimo davvero l’arrampicata non contava più niente, il grado non contava più niente, era solo importante capire dove fossi, cosa stessi facendo e connettermi con questo elemento nuovo che era l’esposizione, che era il vento, che era la roccia, la neve, le nuvole, il tempo che cambia. E soprattutto un grande rispetto per questo sentirsi piccolo di fronte alla montagna.
Icepeak da sempre sostiene che l’abbigliamento debba adattarsi a uno stile di vita e non il contrario.
Offre quindi capi essenziali di alta qualità, versatili e affidabili
L’alpinismo, il trekking e il climbing richiedono un abbigliamento con carat teristiche diverse rispetto alle comu ni attività all’aperto. I repentini cambiamenti delle condizioni meteorologiche in montagna richiedono capi tecnici e versatili. Durante l’estate, le temperature possono essere torride nelle zone più basse, ma più si sale, più l’aria si fa fresca. L’importanza del sistema a strati diventa quindi fondamentale. Nessun escursionista vuole portare con sé attrezzatura superflua: i capi tecnici devono essere leggeri e in grado di proteggere da vento e pioggia. Un abbigliamento funzionale, con dettagli essenziali e realizzato in materiali sintetici (piuttosto
che in cotone), mantiene ciò che promette. In estate, non vanno dimenticati nemmeno gli effetti dannosi del sole. Bisogna proteggere sempre la pelle e la testa con maniche lunghe e un cappellino, oltre alla crema solare. In questo contesto, Icepeak offre prodotti multifunzionali e di alta qualità a un prezzo competitivo – per godere al meglio ogni avventura all’aria aperta. Nello specifico, qui propone Diboll, un layer intermedio da uomo, con vestibilità regolare. Ha due tasche frontali e una sul petto con zip e la protezione per il mento sulla cerniera frontale. Il materiale termico è caldo, leggero e si asciuga rapidamente.
MATERIALE / 92% Polyester, 8% Elastane
info@luhta.it - luhta.com
Pantaloni, pile e giacca: la proposta di Montura è performante, robusta e leggera. L’ideale per l’arrampicata
GIACCA SPITZE HYBRID
Antivento e traspirante, questa giacca con cappuccio in nylon 4-way-stretch offre massima libertà di movimento. Il trattamento DWR ripara da pioggia leggera, polvere e sporco. La parte superiore in Cordura a uno strato con membrana ProMeteo resiste alle abrasioni. Parzialmente foderata in tessuto con tecnologia OCTA, questa giacca isolante ad asciugatura rapida tiene caldo senza appesantire. Il pile elasticizzato a contrasto aggiunge un tocco di stile. Un capo versatile per tutto l’anno.
PILE SPITZE
Relizzato con un tessuto poliestere 2-way-stretch, questo pile da alpinismo è ideale per le giornate in cui serve uno strato confortevole e traspirante, ma dal peso contenuto. Il tessuto offre protezione dai raggi solari ed è dotato di trattamento DWR, mentre gli inserti a contrasto in nylon elasticizzato aggiungono un tocco di stile in più. La zip frontale completamente apribile consente di metterlo e toglierlo con facilità durante le pause, mentre le tasche laterali e quella sul petto con zip sono ideali per custodire in sicurezza piccoli oggetti.
PANTALONI ROCKY 2
Garantiscono protezione e libertà di movimento e sono realizzati in tessuto di poliammide resistente, pensati per le giornate in falesia e per le vie lunghe in montagna. Il tessuto 4-waystretch offre la massima libertà di movimento sugli avvicinamenti tecnici e sulle vie più impegnative. Il trattamento DWR senza PFAS migliora la durata del capo e protegge dalla pioggia. I rinforzi in nylon sulle ginocchia aiutano a prevenire strappi e abrasioni. La fascia in vita elasticizzata in stile pull-on con cordino regolabile aderisce alla perfezione, mentre le tasche per le mani con zip tengono al sicuro gli oggetti più importanti. Il fondo gamba regolabile, permettendo di modificare la lunghezza dei pantaloni a seconda delle esigenze.
Dai pantaloni tecnici alle maglie traspiranti, questa selezione di capi è pensata per scalare su ogni parete. Comodità, funzionalità e qualità made in Italy, in puro stile E9
SAPIENS
T-shirt uomo in jersey leggero 100% cotone organico, perfetto equilibrio tra comfort e stile. Pensata per gli appassionati di outdoor e climbing, questo capo unisce funzionalità e design innovativo. La linea è studiata per affrontare ogni avventura, offrendo libertà di movimento e naturalezza grazie al tessuto sostenibile. Il logo sul lato cuore aggiunge il tocco di autenticità distintivo del brand, mentre l’originalissima stampa sul retro (nel tondo) rende questa t-shirt un vero statement per lo stile outdoor. Ideale per escursioni, arrampicate o semplicemente per vivere la natura con consapevolezza e stile. 100% made in Italy. Fit regolare. Colore in foto: Thymus
RONDO FLAX2
Pantalone da uomo ideale per le avventure su parete e outdoor. Realizzato in lino e cotone organico, è traspirante, resistente, morbido e unisce comfort, sostenibilità e stile. Inoltre, la combinazione di questi due materiali permette al capo di assorbire umidità e lasciare la pelle fresca. Il capo presenta le iconiche tasche del modello Rondo in tessuto a contrasto. Il taglio regolare garantisce libertà di movimento, mentre la vita regolabile si adatta perfettamente alla figura. Non mancano i pratici portaspazzolini su entrambi i lati e il ricamo sul retro, segno distintivo di E9. Realizzati in Italia, uniscono qualità artigianale e sostenibilità.
Colore in foto: Rosemary
T-shirt donna in jersey leggero, realizzata al 100% in cotone organico, un capo ideale per le avventure all’aria aperta. Il design della stampa sul davanti è un omaggio allo spirito libero e all’amore per la natura. La vestibilità, recentemente rivisitata, garantisce un fit perfetto, che si adatta alle forme senza rinunciare alla praticità. Leggera, naturale e realizzata in Italia con cura artigianale, questa t-shirt è la compagna ideale per esplorare il mondo in modo sostenibile e autentico. Prodotta in Italia.
Colore in foto: Flamingo
Comodi pantaloni da donna realizzati in bambù e cotone organico, offrono comfort, sostenibilità e stile in ogni escursione. Il tessuto si presenta morbido, piacevole sulla pelle oltre ad avere proprietà antibatteriche e mantenere stabile la temperatura corporea. La vita elastica garantisce une vestibilità perfetta e libertà di movimento. il fit relaxed rende questi pantaloni perfetti per l’outdoor, dal climbing alle passeggiate nella natura. Realizzati interamente in Italia.
Colore in foto: Thymus
KANGAROO
Marsupio realizzato in ripstop di nylon, ideale per affrontare le avventure all’aria aperta grazie alla sua elevata resistenza all’abrasione. Dotato di una pratica tasca di sicurezza e di un ampio scomparto principale, offre spazio e organizzazione per gli oggetti essenziali. La cintura regolabile e il clip integrato permettono di indossarlo comodamente in vita o come tracolla, trasformandolo in una borsa.
Dimensioni: 22 x 5 x 15 cm - Colore in foto: Blue
Questi sono i concetti che ispirano la collezione primavera/estate 2025 di Rock Experience: un progetto nato da un’idea semplice ma potente. Al centro c’è la voglia di riscoprire il contatto autentico con la natura, di lasciarsi sorprendere da ogni istante e di vivere ogni esperienza fino in fondo, sempre e comunque
Tutti i capi della collezione primavera/estate 2025 di Rock Experience sono pensati per accompagnare e permettere di dare il massimo in ogni avventura con energia e consapevolezza. Una selezione studiata minuziosamente per fondere per-
formance, funzionalità e design. Le caratteristiche tecniche si uniscono a quelle estetiche nella consapevolezza che l’outdoor non sia solo un’attività sportiva da praticare, ma uno stato d’animo da indossare.
Una giacca ibrida pensata per ogni tipo di attività outdoor e alpinistica è la proposta del brand che concilia prestazione e comfort. La South Face Hoodie unisce un pile spazzolato a un tessuto ripstop per offrire traspirabilità, trattenere il calore e allontanare l’umidità anche durante lo sforzo intenso. Grazie alla tecnologia Grid Flow, lo strato esterno antivento e idrorepellente lavora in sinergia con un tessuto interno a griglia, creando una camera di evaporazione capillare che aiuta a mantenere il corpo asciutto. Ha un cappuccio integrato con bordo in lycra per una vestibilità comoda e protettiva, tasche laterali pratiche e loghi stampati dal look tecnico ma discreto. La giacca South Face è realizzata con materiali riciclati, a conferma dell’impegno del brand Rock Experience per la sostenibilità.
Dinamismo e stile sono le caratteristiche uniche del pantalone Pitch 5. Leggero, confortevole e incredibilmente versatile, questo jogger pant interpreta alla perfezione l’essenza della vestibilità per le attività all’aria aperta e una sublime combinazione di stile e funzionalità. Realizzato con un tessuto leggero in nylon stretch, il pantalone risulta ottimale in ogni situazione: dall’escursione in montagna alla corsa su strada, dall’arrampicata fino ad una seduta di yoga. Pitch 5 si distingue per la sua capacità di garantire una libertà di movimento senza pari grazie al tessuto elastico in quattro direzioni. Dotato di un elastico interno sia in vita che sul fondo della gamba, insieme al cordino piatto per la regolazione interna della vita, il capo assicura una vestibilità stabile e personalizzata. I dettagli riflettenti dei loghi stampati sul pantalone non solo aggiungono un tocco di stile, ma migliorano anche la visibilità in condizioni di scarsa luminosità. Completo di tasche in vita con ingresso normale e una piccola tasca posteriore invisibile per custodire gli oggetti essenziali.
_SPAGHETTI BOULDER: MOLTO PIÙ DI UNA LINEA DI ABBIGLIAMENTO PER L’ARRAMPICATA
Non solo una felpa, ma un caldo abbraccio perfetto per accompagnarti ovunque. Ideale per il trekking e le attività outdoor, unisce comfort e funzionalità, pensato per chi non rinuncia mai alla libertà di muoversi. Realizzata in tessuto leggero e traspirante, è ideale come secondo strato: ti protegge dal freddo senza appesantire, lasciandoti libero nei movimenti. Il cappuccio integrato con nastro in lycra garantisce una vestibilità confortevole anche se indossato sopra al casco, mentre i dettagli a “spina di pesce” sulle maniche e sulle estremità dei fianchi aggiungono un tocco tecnico e distintivo al design.
Nata dal cuore di Rock Experience, la capsule collection Spaghetti Boulder è molto più di una linea di abbigliamento: è una dichiarazione d’intenti, un ponte tra tradizione e innovazione, tra passione per l’arrampicata e spirito urbano. Ispirata al mondo dei “Spaghetti Western”, che trasformarono una produzione tutta italiana in fenomeno globale, Spaghetti Boulder reinterpreta quell’energia in chiave contemporanea, fondendo il boulder, lo streetwear e l’orgoglio del made in Italy in un’estetica audace e consapevole. Spaghetti Boulder è uno stile di vita, è il simbolo di una community che condivide valori, visioni e momenti autentici. È dove le generazioni si incontrano, dove ogni movimento è un’espressione e ogni sfida diventa parte di una storia collettiva. Ogni capo è pensato per chi non si accontenta di “fare”, ma vuole “essere”. Essere parte di qualcosa di più grande, essere identità, connessione, condivisione. Ne è una dimostrazione concreta la recente apertura del primo Spaghetti Boulder Store, in Val di Mello in provincia di Sondrio, che nasce con l’obiettivo di offrire un’esperienza autentica e coinvolgente, che non si limiti alla sola scoperta del brand ma che permetta di trovare un assortimento selezionato e ricercato, pensato per chi vive l’arrampicata e il bouldering con vera passione.
Leggero e minimalista: sono questi i punti cardini sui quali si basa la collezione climbing di Ortovox. Senza ovviamente dimenticare la performance
GILET PIZ DUAN
Sviluppato per un utilizzo versatile in montagna, 365 giorni all’anno. Il Gilet Piz Duan coniuga un’imbottitura Swisswool da 60 g/m² che regola l’umidità con un materiale esterno Tech-Stretch idrorepellente e antivento. Il risultato? Un rapporto peso-isolamento ideale con dimensioni ridotte. Caratteristiche come le tasche anteriori ottimizzate per lo zaino, il cappuccio preregolato e i polsini e l’orlo elasticizzati rendono la Piz Duan Vest un compagno affidabile e funzionale. L’innovativo design a trapunta e il pannello sul petto con cuciture diagonali completano questo modello versatile per l’outdoor, da usare come mid layer o outer layer.
Rocce impervie, pareti ripide: con materiali di alta qualità, una vestibilità ergonomica e dettagli funzionali, questi pantaloni da uomo sono pensati appositamente per l’arrampicata. Il tessuto ca-
sual a coste con canapa coltivata in modo sostenibile e cotone biologico è particolarmente piacevole da indossare, mentre una piccola percentuale di elastan assicura piena libertà di movimento. Nelle zone particolarmente soggette a usura, i Casale Pants da uomo sono dotati di materiale Merino Shield Tec, mentre la fine lana Merino all’interno garantisce un clima ottimale. Grazie alla zona ginocchio preformata e all’inserto in tessuto in corrispondenza del cavallo, questi robusti pantaloni seguono qualsiasi movimento. La schiena è sempre ben protetta grazie alla cintura elastica in vita più alta, anche sotto l’imbracatura per l’arrampicata. La tasca con cerniera coperta da cuciture sulla coscia è posizionata in modo da essere sempre facilmente accessibile anche sotto l’imbracatura. Anche dal punto di vista dello stile i Casale Pants da uomo con inserti neon e il taglio casual fanno sempre la loro figura, sia tra le alte pareti di roccia che durante l’allenamento in palestra.
Stabilo Outdoor Italia - 035.008631 - info-it@ortovox.co m
Polartec propone due compagni di avventura che, grazie alle tecnologie, sono in grado di proteggere e mantenere asciutti
Due capi che fanno della tecnologia di Polartec il loro punto di forza. Un secondo strato di La Sportiva per l’alpinismo e l’arrampicata e una maglietta a maniche corte di Millet per le giornate estive in montagna.
LA SPORTIVA
AEQUILIBRIUM THERMAL HOODY
Realizzata in collaborazione con guide alpine, la maglia con cappuccio Aequilibrium Thermal di La Sportiva è stata perfezionata per dare pro tezione, calore e traspirabilità nelle avven ture ad alta quota. Dotata di isolamento termico Polartec Power Grid e di spalle resistenti a graffi e abrasioni, permette di farsi strada sui sentieri più difficili senza pensieri. Gli inserti in mesh sotto le ascelle migliorano la traspirabilità, mentre il cappuccio si asciuga rapidamente per non fare prendere freddo sui tratti meno intensi. Il cappuccio ergonomico elasticizzato è adatto all’utilizzo del caschetto mentre i polsini elasticizzati con fori per il pollice sono fondamentali per tenere la manica sem pre in posizione. Presenti due tasche per le mani compatibili con l’imbrago e lo zaino.
MILLET
FUSION TS SS
La maglietta a maniche cor te Fusion di Millet è realizzata in Polartec Power Dry, un tessuto base-layer adatto a tutte le condizioni atmosferiche, progettato per allontanare rapidamente l’umidità dalla pelle verso gli strati esterni durante l’attività. Polartec Power Dry, alta mente traspirante e a rapido asciugamento, risulta confortevole a contatto con la pelle, capace di prevenire la saturazione e regola re la temperatura grazie a una tecnologia di gestione dell’umidità altamente efficiente. Leggera e traspirante, questa t-shirt tecni ca con collo a giro e maniche corte è perfetta per le giornate estive in montagna. Il suo taglio confortevole comprende cuciture decentrate sulle spalle per evitare le irritazioni causate dal peso dello zaino. Il materiale ad alta performance accompagna i movimenti ed è anche molto resistente all’abrasione e agli strappi.
Polartec - toliom@polartec.com - polartec.com
Pensato per utilizzi a stretto contatto con la roccia, il completo Helixir di La Sportiva presenta materiali all’avanguardia per la massima resistenza e libertà di movimento, senza lesinare sulla tecnica
Tecnologia, resistenza e massima libertà di movimento si fondono nella nuova frontiera dell’alpinismo tecnico: La Sportiva lancia il completo Helixir, composto da guscio e pantalone progettati per chi intende affrontare le sfide a stretto contatto con la roccia, senza scendere a compromessi. Pensato per le grandi scalate su big wall e itinerari multi-pitch, Helixir incarna l’essenza dell’innovazione della casa di Ziano di Fiemme e fa parte della nuova collezione Alpine Tech, punta di diamante della linea da alpinismo tecnico dell’azienda.
Al centro del progetto la scelta di materiali e tecnologie all’avanguardia come la Spectra Fiber, un filato leggero ad altissima tenacità che, a parità di peso, risulta 15 volte più resistente dell’acciaio, offrendo una protezione estrema da strappi e abrasioni mantenendo al tempo stesso leggerezza e comfort di altissimo livello. Il completo è sviluppato con l’intenzione di fornire agli alpinisti un alleato perfetto per i percorsi multipitch e le salite più impegnative, confermando l’impegno del brand nella creazione e progettazione di soluzioni per chi vive la montagna con passione e spirito di avventura.
Helixir Shell Jkt è un guscio a tre strati che rappresenta lo stato dell’arte nelle giacche da alpinismo tecnico. Con una resistenza pari a 20.000 mm di colonne d’acqua e un’elevata elasticità garantita dal tessuto 4 way stretch, offre grandi performance durante le attività outdoor più intense. Il design presenta un taglio ergonomico, maniche e spalle preformate e un cappuccio compatibile con il casco per una protezione a 360°. A completare l’outfit il pantalone Helixir Pants, disponibile in versione lungo o corto, per il massimo comfort e libertà di movimento in ogni fase della scalata.
Una parete dalle forme e dai colori suggestivi, un paesaggio marittimo mozzafiato e, soprattutto, compagni con cui siete sicuri di divertirvi: ecco la formula per una sessione di arrampicata perfetta. La magia prende vita sulle scogliere di San Vito Lo Capo, in Sicilia, il luogo ideale per apprezzare tutte le caratteristiche delle nuove imbracature SELENA e LUNA. www.petzl.com
© 2 02 4 Petz l Di st ri b u t ion - Lafouche
L’esperienza in parete può dipendere da lei: per questo la scelta della calzatura è determinante. Ecco alcuni modelli per accontentare le esigenze del climber di ogni livello
EB – GUARDIAN 3.0
La scarpetta ideale per traghettarsi da un modello base a uno performante, offre una maggiore versatilità rispetto agli altri modelli della gamma, soprattutto indoor. Il velcro a forma di “Z” si stringe efficacemente con un solo movimento. Apprezzata in ogni circostanza, è la prima scelta nelle competizioni lead di Paul Jenft, col quale ha conquistato una finale olimpica a Parigi 2024 nelle prove sui 25 metri. Condivide la suola con le altre scarpette della gamma e di quella superiore, ed è dotata di intersuola sulla punta per compensare la flessibilità con la soluzione di chiusura a strappo singolo che la rende comoda e allo stesso tempo molto confortevole e poco aggressiva. Garantisce tutte le soluzioni tecniche caratteristiche del marchio: dalla soletta antibatterica in file d’argento, alla chiusura confortevole con linguetta in schiuma espansa, all’approccio vegan nella tomaia e nei collanti e all’utilizzo del 25% di materiali riciclati per tutte le componenti non strutturali della scarpetta e il resto dei materiali provenienti solo da fornitori europei e in particolar modo francesi.
LA SPORTIVA – ONDRA COMP
EVOLV – DEFY
Amorini SRL - 075.691193 - info@amorini.it
Scarpa di livello principiante con profilo camber e chiusura a strappo per un’arrampicata versatile. Gode di apertura con linguetta divisa e una chiusura a strappo singolo per una calzata facile e sicura. La tomaia è traforata per garantire traspirabilità mentre il comfort è garantito dalla costruzione morbida del tallone. Con una tomaia in materiale sintetico traspirante e una suola in gomma TRAX SAS da 4,2 mm, queste scarpe sono ideali per arrampicatori di tutti i livelli. La loro forma leggermente asimmetrica e la costruzione morbida le rendono perfette per l’uso quotidiano, sia in palestra che all’aperto. Disponibili in diverse taglie, sono un’ottima scelta per chi cerca una scarpa affidabile e confortevole.
PESO / 215 g
È il modello d’arrampicata sviluppato dal brand di Ziano di Fiemme (TN) con il supporto tecnico di Adam Ondra. Ogni dettaglio è stato meticolosamente testato e affinato dallo scalatore più forte al mondo per risultare estremamente performante nelle tre situazioni più comuni del bouldering moderno: lo spalmo in aderenza, gli agganci di punta e i tallonaggi più delicati. Il nuovo concetto costruttivo garantisce allo scalatore massima aderenza e sensibilità anche sui passaggi più dinamici. La struttura della scarpetta è concepita per consentire al piede di distendersi e portare a contatto con l’appoggio la maggior superficie di suola possibile. La nuova tecnologia brevettata e ad uso esclusivo di La Sportiva SenseGrip, rivoluziona il concetto di scarpetta da boulder. La mezza suola e il puntalino in gomma sono realizzati con questa innovativa tecnologia che favorisce la penetrazione dell’appoggio e garantisce la massima adattabilità della scarpetta su tutte le superfici.
Oberalp - 0471242900 - info@oberalp.com
La Sportiva - 0462.57080 - lasportiva.com
Le Diamond S offrono prestazioni e precisione eccezionali. Grazie all’innovativa intersuola 3D, alla forma asimmetrica Excentric 2.0 e alla punta in gomma stampata in 3D, offrono un’aderenza e una precisione eccezionali, sia per il bouldering che per l’arrampicata in falesia. Queste scarpette sono inoltre realizzate a mano nella Repubblica Ceca e sono 100% vegane, il che le rende una scelta ideale per gli arrampicatori che cercano prestazioni di alto livello con un approccio produttivo etico. Hanno una forma molto inclinata e concava per sostenere le dita premute. La parte anteriore è modellata in modo anatomico per consentire un comfort sufficiente anche alle dita dei piedi più sollecitate. La larghezza della forma, costruita per ottenere le massime prestazioni, si adatta a piedi normali e leggermente più larghi con tallone medio.
Absolute Outdoor - 338.3681827 - info@absoluteoutdoor.it
La sua costruzione morbida e strutturata, unita a un perfetto equilibrio di caratteristiche, consente di sentire la roccia più da vicino. Gode di una precisione incredibile che, unità alla sua sensibilità, permette di trovare soluzioni facili in ogni tipo di situazione. Aruma si adatta perfettamente sia ai volumi indoor che alle vie di arrampicata più impegnative. La suola in due parti aumenta la capacità di adattamento alla forma della roccia, mentre il design avvolgente ad arco offre un maggiore controllo laterale. La gomma super stick ricopre la parte superiore della punta e del collo del piede, fornendo una maggiore protezione contro l’abrasione e prestazioni superiori durante l’aggancio. Il suo design e la tecnologia applicata contribuiscono a scaricare la pressione dalle dita dei piedi per un maggiore controllo delle scarpette.
Ferrino & C. - 011.2230711 - vend.it@ferrino.it
Anche avvicinarsi alla parete richiede un grado di tecnicismo e precisione che non deve essere sottostimato. La Sportiva risponde a queste esigenze con le TX4 Evo ST
Comode e leggere, le scarpe TX4 Evo ST sono realizzate con tecnologie innovative studiate per dare il massimo comfort negli avvicinamenti tecnici. La tomaia sintetica super traspirante e l’intersuola ammortizzante in EVA proteggono i piedi su ferrate e sentieri irregolari, mentre il sistema di allacciatura permette di regolare il fit in un attimo per una calzata precisa. La suola in mescola Vibram MegaGrip con Impact Brake System brevettato è studiata per dare stabilità e trazione su discese scivolose e salite impegnative. L’ampia climbing zone sulla punta conferisce precisione e aderenza sui tratti più tecnici. In più, grazie all’inserto brevettato Resole Platform è possibile risuolare le scarpe senza compromettere il comfort e le prestazioni originali. La tomaia è realizzata in TPU, nylon e tpee yarn mesh. Anche la fodera è in mesh, mentre la soletta è una Ortholite Hybrid Approach 4 mm. La scarpa è realizzata con materiale riciclato al 100% in laccio e paralaccio, mentre l’intersuola presenta il 7% di EVA riciclato.
TOMAIA / TPU + nylon + tpee yarn mesh
FODERA / Mesh
PLANTARE / Ortholite Hybrid Approach 4 mm
INTERSUOLA / EVA a compressione
SUOLA / Vibram MegaGrip con IBS
TAGLIE / 39-49 + ½ uomo / 36-43 + ½ donna
PESO UOMO / 360 g (½ paio)
PESO DONNA / 300 g (½ paio)
Adjama e Luna sono due imbraghi Petzl ideali per falesie, vie lunghe e trad, progettati in modo da essere confortevoli in azione e sospensione e portare con sé tutta l’attrezzatura necessaria
L’imbrago Adjama e la versione femminile Luna di Petzl sono progettati per l’arrampicata in falesia, su vie lunghe e trad. La loro struttura sottile li rende confortevoli in sospensione e in azione. Grazie ai cinque portamateriali, è possibile organizzare e tenere tutta l’attrezzatura a portata di mano. La costruzione è in Frame Technology per un’eccellente ripartizione del carico. La cintura e i cosciali sono sottili e senza bordi per un posizionamento confortevole sia in sospensione che in arrampicata. I cosciali sono regolabili tramite fibbie Doubleback per adattarsi alle varie morfologie di climber e all’abbigliamento in base alle stagioni. Dispongono di due portamateriali anteriori rigidi e tre posteriori, di cui uno grande centrale per trasportare tutto il materiale necessario, anche in arrampicata classica, e gli altri due flessibili per portare il materiale in avanti e compatibili con l’utilizzo dello zaino. Gli imbraghi possono essere utilizzati insieme al porta attrezzi Caritool Evo per il trasporto di chiodi da ghiaccio. Infine, il tessuto interno è traspirante per facilitare il passaggio dell’umidità, mentre quello esterno della cintura e dei cosciali è in poliestere 100% riciclato. Nella versione femminile Luna, la forma della cintura, la distanza tra i cosciali e la cintura e il rapporto cosciali-girovita sono appositamente progettati per le donne.
Dall’omonima linea dedicata al climbing, l’imbrago Lario 4 di Kong è una celebrazione del territorio dove il marchio è nato e continua a evolversi
Dal nome della terra dove è nato e risiede, Kong propone Lario, un’imbragatura a quattro fibbie completamente regolabile, ideale per alpinismo, arrampicata invernale e vie ferrate. Presenta una cintura lombare ergonomica dotata di due fibbie di regolazione in lega leggera, che assicurano una centratura perfetta e mantengono gli anelli porta-materiali in posizione ottimale. Le nuove fibbie in alluminio consentono una regolazione rapida e precisa, mentre i cosciali e la cintura sono realizzati con una fettuccia a lunghezza variabile, proponendo in questo modo una soluzione ergonomica che permette di combinare il massimo del comfort con un peso ridotto. La cintura e i cosciali imbottiti sono realizzati in schiuma EVA e in tessuto PES traspirante ad alta resistenza all’abrasione. Infine, prevede due asole per l’inserimento del moschettone porta materiale aggiuntivo, un anello posteriore per il fissaggio del sacchetto portamagnesite o di altri accessori e quattro anelli porta materiali sagomati ed ergonomici.
Il Lario, terra famosa per gli splendidi paesaggi, il buon cibo, i “Promessi Sposi” del Manzoni, il lago, le montagne e i forti scalatori che da sempre vivono queste montagne: Kong ha deciso di celebrare la sua terra, dove ancora oggi mantiene il suo quartier generale, battezzando la nuova linea di prodotti per l’arrampicata con il nome Lario. Il video Lario Climbing Line è girato in una location mozzafiato, a cavallo tra il lago e la montagna e con due testimonial d’eccezione, Matteo Della Bordella e Valentina Arnoldi, entrambi legati al territorio e ambasciatori in Italia e all’estero della cultura alpinistica che fa parte del dna del marchio.
Vibram Star Crack Gloves: i guanti per l’arrampicata in fessura che permettono una pratica sicura dell’attività
Per Vibram, anche le mani giocano un ruolo fondamentale quando si scala in fessura. Per questo motivo l’azienda varesina ha ampliato il proprio settore merceologico con gli Star Crack Gloves, guanti specifici per gli amanti del cosiddetto crack climbing, un tipo di arrampicata su roccia che sfrutta fessure e camini per incastrare mani e piedi e procedere nell’ascensione delle pareti. Questi guanti rappresentano la soluzione ideale per proteggere il dorso delle mani dei climber che praticano questo tipo di arrampicata in cui, incastrando le mani con tecniche specifiche, si sfruttano le “ferite della roccia” per progredire verticalmente. Infatti, avendo la particolarità di lasciare le dita libere ed essendo estremamente sottili, viene massimizzata la sensibilità al contatto con la roccia e diminuito il gioco durante l’incastro. Realizzati in mescola Vibram XS Grip, offrono comfort e il massimo grip durante la scalata in fessura e proteggono il dorso delle mani, aiutando ad affrontare le salite più dure e i movimenti più estremi. La chiusura rapida in velcro è rivestita in gomma per garantire maggiore resistenza e durata nel tempo. Progettati e sviluppati da Vibram, i guantini sono realizzati in collaborazione con Grivel, che si occupa della distribuzione.
MESCOLA / Vibram XS Grip per un ottimo grip durante l’arrampicata in fessura e roccia liscia
INTERNO / microfibra
ANELLI / gomma elastica e resistente gialla
PESO / 5 g mezza coppia, taglia L
Vibram - 0331.999777 - vibram@vibram.com
Climbing Technology, member of Skylotec, offre ogni tipo di soluzione per affrontare in totale sicurezza le avventure verticali
ABO
È l’imbracatura mono-fibbia ultraleggera, morbida e avvolgente concepita per l’arrampicata sportiva di alto livello, l’alpinismo tecnico e le competizioni. È realizzata in tessuto anisotropo che garantisce flessibilità e sostegno, consentendo di ripartire i carichi in modo ottimale senza l’impiego di imbottiture. L’innovativo anello di assicurazione senza cuciture ha un ingombro ridotto per agevolare la legatura e l’utilizzo di moschettoni compatti e longe; i punti di attacco sono provvisti di fasce catarifrangenti per una legatura sicura anche in condizioni di scarsa illuminazione mentre i cosciali fissi sono provvisti di elastici di sostegno regolabili.
PESO / 135 g in taglia M-L MORFO SET UL PRO
È il nuovo rinvio ergonomico, performante e robusto, provvisto di moschettoni forgiati a caldo con fettuccia rastremata in UHMWPE. È un rinvio ideale per l’arrampicata sportiva di alto livello, per gli usi intensi e per lavorare le vie al proprio limite. Morfo Set Ul Pro è caratterizzato da un design dinamico e moderno ed è uno dei più leggeri della categoria. La forma snag free del becco è appositamente studiata per avere massima libertà di moschettonaggio mentre le forma curva del dorso facilita l’impugnatura durante l’uso. Il moschettone superiore presenta leva dritta provvista di intaglio diagonale ergonomico per migliorarne l’apertura mentre il moschettone inferiore presenta una leva sagomata forgiata a caldo che permette un perfetto inserimento nella corda anche nelle situazioni più difficili. Le zone di contatto con l’ancoraggio e con la corda sono rinforzate per garantire la massima durata del moschettone anche in caso di utilizzo intenso. La fettuccia ultraleggera in polietilene ad altissimo peso molecolare ha una larghezza variabile (25/16 mm), il suo spessore ridotto la rende molto flessibile e poco ingombrante. Morfo Set Ul Pro presenta sul moschettone superiore il supporto di posizionamento Fixbar che ne previene la rotazione durante l’uso evitando la possibilità di carichi trasversali sull’asse minore, mentre sul moschettone inferiore presenta il supporto di posizionamento Fixit che ne previene la rotazione durante l’uso e protegge la fettuccia dall’usura. Il rinvio è disponibile nelle lunghezze da 12, 17 e 22 cm.
PESO / lunghezza da 12 cm: 107 lunghezza da 17 cm: 109 g lunghezza da 22 cm: 113 g
MORFO BG
È il moschettone ergonomico, dal design dinamico e moderno, in lega leggera, con l’innovativo sistema di chiusura BriLock (BG). Leggero e forgiato a caldo, è ideale per la costruzione di soste, per il collegamento alle stesse e per le connessioni più critiche. Morfo Bg è dotato di un sistema di chiusura BriLock (BG) che unisce la semplicità d’uso di una ghiera a vite alla sicurezza supplementare di un bloccaggio automatico.
PESO / 50 g
PURE CRUNCH
È la magnesite sintetica in pezzi per arrampicata e boulder, prodotta in modo sostenibile che migliora in modo eccezionale l’aderenza delle mani sulla roccia o in palestra. Pure Crunch è realizzata con la minor quantità di risorse possibile in laboratori che utilizzano il 100% di energia proveniente da fonti rinnovabili e la confezione in carta è riciclabile. La magnesite di Pure Crunch è realizzata con la formula unica contenente carbonato di magnesio puro ed è prodotta solo con ingredienti di altissima qualità per garantire salute e sicurezza.
PESO / 200 g
Chi ha detto che cadere fa male non ha mai provato un BrazzPad. Questo crash pad, interamente made in Italy, è un inno alla sicurezza, al comfort e allo stile. Pensato per chi vive la roccia con passione ma preferisce atterrare con eleganza, il BrazzPad è diventato il miglior amico dei boulderisti. Ogni BrazzPad è progettato, tagliato, cucito e testato in Italia. I materiali sono selezionati con cura maniacale, le cuciture sono rinforzate, e la costruzione è pensata per resistere e per proteggere. Nasconde un triplo strato: quello superiore a cellule chiuse (ideale per dissipare l’impatto iniziale), quello intermedio in schiuma a cellule aperte (si adatta e assorbe l’energia della caduta) e quello inferiore (mantiene stabilità e protegge dal terreno). Il rivestimento è in cordura, la chiusura con velcro e fibbie. Gode di spallacci ergonomici e maniglie laterali per un trasporto comodo.
GRAVITY HANGBOARD DI STUBAI, L’ALLEATA DEI CLIMBER
Una trave di allenamento per arrampicatori studiata per unire l’eleganza del design all’efficacia dell’attrezzatura utile a potenziare i muscoli. La trave ha un’inclinazione che oscilla dai 20 ai 45 gradi, con bordi delicatamente arrotondati tra 5 e 20 mm. Viene fornita con sei viti da legno per appenderla a una parete idonea, tenendo presente che l’installazione deve essere eseguita da un professionista. Dagli Anni ‘80 a oggi, la trave rimane uno dei migliori strumenti d’arrampicata che aumenta in maniera specifica la forza delle dita e, spesso, risulta essere l’unica soluzione di allenamento per molte persone. Gli esercizi possibili variano in base alla tipologia e alla dimensione delle prese, nonché alle necessità del singolo atleta. Dalle sospensioni alle trazioni, per poi passare ai bloccaggi a diverse angolature, si ha il modo di allenare praticamente tutti gli aspetti della forza.
DURA DURA
9.3 DI COUSIN
Cousin Trestec Dura Dura 9.3
è una corda singola leggera e compatta, destinata ai climber che cercano prestazioni e comfort. È realizzata con TechTouch, la tecnologia di trattamento della poliammide che conferisce una sensazione piacevole al tatto, elimina l’effetto slittamento della calza sull’anima e dona alla corda un’eccellente fluidità che dura nel tempo. Reca il marchio EcoDesign, che indica che il prodotto è stato sviluppato tenendo conto della tutela ambientale. Inoltre, la corda è realizzata con il processo esclusivo RegularTension, che ottimizza le caratteristiche meccaniche di ogni filato di poliammide utilizzato nella fabbricazione. Infine è presente il MiddleMarking, il marcatore di metà corda, duraturo e pratico quando si deve preparare una calata o valutare la lunghezza della corda rimanente.
Amorini - 075.691193 - info@amorini.it
PENTA SINGING ROCK, IL CASCO LEGGERO CHE NON INGOMBRA
Penta Singing Rock è un casco da arrampicata estremamente leggero, super confortevole e con un ottimo ricircolo d’aria interno. Per il suo comfort e design è l’ideale per l’uso in arrampicata sportiva, alpinismo, trad climbing o via ferrata. La parte superiore compatta protegge l’utente dall’eventuale caduta di oggetti dall’alto, il guscio rigido del casco evita la penetrazione di oggetti affilati, mentre la schiuma interna assorbe l’energia dell’impatto. L’imbottitura interna è completamente sfoderabile e lavabile. Presenta 11 grandi prese d’aria con più di 56 cm² per un’eccellente ventilazione ed è dotato di robuste clip per agganciare la propria lampada frontale. La sua particolare ergonomia lo rende facilmente utilizzabile da tutti. Infine il sottogola è morbido, lasciando la possibilità di indossare una cuffia sotto il casco.
Stubai - office@stubai.com
Un connubio perfetto di leggerezza, comfort e durata, caratteristiche che hanno reso famose le imbragature di C.A.M.P. Ecco la nuova Spark e Spark Nova, dedicata alle donne
“Fare qualcosa di speciale”, questa la mission da cui il brand di Premana parte per ideare un nuovo prodotto. Realizzare qualcosa che si distingua da ciò che esiste già, che faccia la differenza per quanto riguarda prestazioni, durata, funzionalità, facilità d’uso, sicurezza e soprattutto leggerezza. Questo mix è presente in tutte le imbragature del marchio divenute famose in tutto il mondo. La gamma comprende modelli per tutte le esigenze, caratterizzati da diverse tipologie costruttive.
SPARK
Un’imbragatura comoda, leggera e polivalente, ideale per l’alpinismo e l’arrampicata su roccia a tutti i livelli, sia in falesia sia in montagna. L’interno termoformato garantisce un perfetto adattamento al corpo della cintura e dei cosciali. Il comfort è incrementato dalla costruzione a strati, con imbottiture a densità differenziata in polietilene espanso. I cosciali regolabili con fibbie rapide autobloccanti in acciaio inox consentono la personalizzazione del prodotto, altamente versatile e rapidamente adattabile a qualsiasi tipo di vestiario. Dotata di quattro anelli portamateriale differenziati (anteriori preformati e posteriori più flessibili) e di un’asola per il sacchetto portamagnesite.
front back
SPARK NOVA
Partendo da ciò che rende Spark un’imbragatura molto apprezzata, si sviluppa Spark Nova, il modello disegnato specificamente per le donne. La cintura presenta una costruzione ergonomica e un profilo sagomato che, assecondando le caratteristiche del fisico femminile, forniscono un supporto eccezionale.
UNA NUOVA ESPERIENZA DI ASSICURAZIONE CON IL PINCH DI EDELRID
Edelrid presenta Pinch, il primo dispositivo sul mercato che può essere fissato direttamente all’anello centrale dell’imbrago. Il sistema di assicurazione compatto offre una maggiore portata per consentire al belayer di distribuire 20-30 cm di corda in più in una sola volta. Il passaggio lineare attraverso le scanalature di frenaggio frontali in acciaio riduce i grovigli durante le calate e le discese in doppia. Oltre alla leva di sblocco, la velocità può essere controllata dalla pressione della mano di frenata. Include anche la funzione antipanico per una maggiore sicurezza. Una caratteristica particolare è il secondo stadio di frenatura integrato, che consente una discesa controllata tirando ulteriormente la leva di discesa quando si assicurano persone molto leggere o in sistemi con elevato attrito. I tecnici di accesso su fune e gli utenti esperti possono disattivare la funzione antipanico in modo permanente utilizzando una vite in dotazione. Quando viene utilizzato su più lunghezze di corda, il Pinch è l’unico dispositivo che può essere fissato alla stazione di assicurazione in quattro diverse direzioni con incrementi di 90 gradi. Ciò significa che la leva di assicurazione può essere sempre portata in una posizione in cui può essere azionata liberamente.
Moroder Alpine - 0471.797315 - info@moroder-alpine.it - edelrid .com
“HAVE YOU GOT THE BAG OF FRIENDS, RAY?”: LA TRADIZIONE DI WILD COUNTRY
I friend rappresentano il dispositivo di protezione più rivoluzionario mai realizzato nella storia dell’arrampicata. Il cuore di ogni modello è rimasto l’angolo di camma, invariato, di 13,75 gradi. Nella nuova versione di Wild Country gli assi sono cavi e risultano più rigidi e leggeri, con una tecnologia che è brevetto originale del marchio. Le superfici delle camme a contatto con la roccia sono in alluminio vivo (non anodizzato) e lucidato: questo è più tenero e genera pertanto migliore frizione sotto carico. Le nuove fettucce sono in Dyneema da 12 mm e sono estensibili: così facendo, si riduce l’effetto di “trascinamento” all’interno delle fessure, ma soprattutto si risparmia un gran numero di rinvii nell’imbrago per allungare le protezioni. Una buona sovrapposizione tra i range delle diverse unità e una gamma completa dalla misura 0,4 al 4 garantiscono la proteggibilità di quasi ogni fessura. I friend a doppio asse di Wild Country sono un riferimento per stabilità, versatilità e affidabilità e rappresentano un prodotto iconico e rodato che parla delle origini del marchio: sono l’unico articolo a oggi che coniuga la praticità di un thumbloop (anello posteriore) con una fettuccia estensibile, creando il miglior mix tra versatilità ed ergonomia di utilizzo.
Oberalp - 0471242900 - info@oberalp.com