OUTDOOR11_2012

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­Numero 11 / 2012

Cover story

Intervista a tutto campo con Mauro Marcolin, titolare di M&M Calzaturificio, proprietario del marchio Wild Climb

Molto più di quel che immagini dietro le quinte di WILD CLIMB Un’azienda attiva su più fronti, dal servizio di risuolatura alla produzione conto terzi: nel 2012 ha prodotto 500mila paia di calzature tra finito e semilavorato. Con il proprio marchio, lanciato nel 2005, può contare su 50 testimonial, una presenza in vari mercati internazionali e circa 20 modelli tra arrampicata, approach e afterclimb. A cura di BENEDETTO SIRONI Se andate a un evento o raduno di arrampicata in Italia, 9 volte su 10 loro ci sono. Ma oltre alla presenza, dietro l’azienda della quale parliamo nella cover story di questo mese, c’è anche tanta sostanza. Del resto uomo di sostanza è lo stesso Mauro Marcolin, titolare di M&M Calzaturificio, 39enne montebellunese doc con una licenza media ma una vera e propria “laurea” nella produzione di calzature conquistata sul campo. La sua è una realtà variegata e attiva sia come produttore conto terzi per importanti brand, sia con il proprio marchio Wild Climb, non solo con prodotti climbing. Tra un bicchiere di prosecco e un assaggio di soppressa veneta, abbiamo fatto una lunga chiacchierata. Ne è scaturita una brillante, ricca e schietta intervista. Insomma un’intervista – per l’appunto – di “sostanza”. Due scatti nella sede di Montebelluna per Mauro e Marzia Marcolin, soci di M&M Calzaturificio, oggi proprietaria dei marchi ilrisuolatore.it, Wild Climb e Wild Side.

“Nel decennio appena iniziato l’arrampicata ha intrapreso con decisione nuove strade, aprendosi ai giovani come mai prima aveva fatto. In questo le palestre indoor e le sale boulder hanno aiutato in maniera determinate. Pensate solo ai genitori che accompagnano i bimbi nelle sale, in piena fiducia e con la soddisfazione di far divertire pienamente i figli” In precedenza hai svolto altri lavori o operi da sempre nel mondo delle calzature? La mia esperienza in questo mondo affonda le radici nella tradizione famigliare. Mia sorella Marzia e io, soci al 50% dal 1998 della società, abbiamo completato il passaggio di consegne dei nostri genitori che hanno fondato M&M Calzaturificio. Si può dire che respiro quest’aria da quando sono nato. Mi sono occupato, nel corso degli anni, di tutto: dalla progettazione alla produzione, fino allo sviluppo. Come è strutturata l’azienda in termini di ruoli e dipendenti? Io sono legale rappresentante e lavoro a stretto contatto con la progettazione e gli atleti. L’ufficio è invece coordinato da Marzia. Il personale

Lo stand Wild Climb ad OutDoor Friedrichshafen.

è ugualmente ripartito fra gli uffici commerciali e amministrativi e il reparto produttivo, dove lavora un team di dipendenti specializzati. Questi collaboratori, in azienda da oltre 20 anni, gestiscono il servizio di risuolatura, la produzione dei top di gamma e i campionari. In tutto si conta una dozzina di persone. Da quest’anno inoltre ci avvaliamo della collaborazione di Andrea Piervenanzi che sta organizzando con ottimi risultati la distribuzione del Centro Sud/Italia. Ha infatti un’esperienza decennale come agente di aziende leader e ventennale nel ramo commerciale outdoor, in piena sintonia con la nostra filosofia. Inizialmente la produzione era in Italia ma poi è stata trasferita all’estero. Dov’è situata la vostra fabbrica produttiva? La nostra unità di produzione è situata a Bucarest ed è gestita dal 2000 dai miei genitori. Si tratta di un complesso di 4.000 mq che impegna sei linee produttive per un totale di 130 dipendenti. Quali fasi sono rimaste in Italia? Gestiamo direttamente la produzione della linea top di gamma, la realizzazione di campionari, il controllo qualità, il finissaggio, la risuolatura e il servizio di R&D. La produzione conto terzi è sempre stata e rimane tutt’ora il vostro core business. Per quali marchi avete lavorato in passato e per quali lavorate oggi? Negli anni abbiamo collaborato, sia in rapporto di conto lavorazione che di vendita, con tutti i brand attualmente leader nel mercato dell’arram-

picata. Ti confesso che più di un prodotto attualmente ritenuto un riferimento nel segmento delle scarpette e degli scarponi da alpinismo è nato presso di noi ed è stato a lungo da noi prodotto. Ma niente nomi… Li lasciamo all’immaginazione dei lettori allora… la produzione conto terzi riguarda anche calzature da trekking o altri segmenti di prodotto? Il 50% della nostra produzione coinvolge attività come il ciclismo e il motociclismo. Per noi questo è fondamentale non solo per ragioni imprenditoriali ma anche perché manteniamo una visione ampia e sempre ispirata soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione di materiali e tecnologie. Poi la decisione di fondare un vostro marchio e quindi la nascita di Wild Climb. Nel 2005 l’azienda ha scelto di camminare con le proprie gambe. Una sfida ambiziosa e interessante che ci ha permesso di valorizzare maggiormente la qualità del nostro lavoro. Possiamo dare forma alle idee e ai progetti, possiamo innovare e ci sentiamo liberi di proporre la nostra filosofia senza alcun condizionamento. Oggi quante paia di calzature producete in un anno? Nel 2011, tra finito e semilavorato, abbiamo prodotto circa 500mila paia di calzature. Sembra una cifra esagerata ma è così... Per il 2012 stiamo registrando dei numeri in crescita grazie anche all’incremento della linea Wild Climb (puntiamo

La linea finissaggio e risuolatura di Montebelluna.

alla creazione di 50mila paia di scarpette a nome Wild Climb). Sarà necessario assumere altro personale sia in Italia che in Romania. Qual è il vostro fatturato? Nel 2011 abbiamo registrato 1.600.000 euro per il comparto italiano e 1.200.000 euro per Bucarest. Valore comunque soggetto a fluttuazioni in base al tasso di cambio. Per il 2012 prevediamo una crescita circa del 20%. Qual è oggi il modello Wild Climb più venduto? Tutto è nato dalle Bat, che continuano a essere apprezzatissime. Anche la linea iMust negli ultimi tre anni è andata piuttosto bene. Ma la vera sfida è stata lanciata dalle Pantera. Per il 2013 sono in arrivo almeno altri tre prodotti nuovi. Occorre ricordare che lo sviluppo di un solo modello può richiedere almeno un anno di R&D. Quanti sono i modelli a marchio Wild Climb? Contiamo in tutto una dozzina di scarpette per l’arrampicata, tre prodotti per il trekking e l’alpinismo, altrettanti per l’afterclimb. Wild Climb oggi significa quindi scarpe da avvicinamento, arrampicata e afterclimb. Ad esempio Approach è un modello di cui siamo fieri perché ha dato forma a un’idea di alpinismo in stile leggero, dunque moderno. Opera è invece nata per gioco, è una scarpa sbarazzina ma, in quanto giovane, se lo può permettere. Alcune stagioni fa avevate presentato anche calzature da trekking a marchio Wild Side. Esistono ancora? Il marchio Wild Side è tutt’ora attivo e la colle-

L’interno del King Rock di Verona, di cui Mauro è uno dei soci.


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