|Numero 11 / 2011|
I PRINCIPALI AVVENIMENTI DELLA VITA DI WALTER BONATTI 22 GIUGNO 1930 – Nasce a Bergamo Walter Bonatti. Trasferitosi a Monza, cresce alpinisticamente nel locale gruppo dei “Pel e Oss” (Pelle e ossa).
sione assoluta. Alterna quindi l’attività sul Monte Bianco (Grand Pilier d’Angle, Pilastro Rosso di Brouillard con Andrea Oggioni) con le spedizioni extraeuropee (Patagonia e Ande Peruviane) fino a quando, nel luglio del 1961, si ritrova al centro di una nuova ondata di polemiche.
1949 – Appena diciannovenne ripete la parete Nord-est del Pizzo Badile, la Ovest dell’Aiguille Noire de Peutérey e la via Cassin sulla Nord dello Sperone Walker alle Grandes Jorasses. 1951 – Balza alla ribalta con una scalata che spinge all'estremo il concetto di arrampicata artificiale, tecnica fino a quel momento in uso più che altro sul calcare delle Alpi Orientali e delle Dolomiti: assieme a Luciano Ghigo, la trasferisce sul granito e vince così la parete est del Grand Capucin.
1961 – All’inizio di luglio, due cor-
Walter Bonatti davanti a una delle sue montagne simbolo, il Cervino.
1954 – A 24 anni, partecipa alla
si sono trascinate per anni, anche nei tribunali) Compagnoni e Lacedelli si sono macchiati di omissione di soccorso. Soltanto nel 2004 la commissione d'inchiesta del Club Alpino Italiano riconosce la versione di Bonatti. «A 53 anni dalla conquista del K2 - scriverà Bonatti - sono state finalmente ripudiate le falsità e le scorrettezze contenute nei punti cruciali della versione ufficiale del capospedizione Ardito Desio. Si è così ristabilita, in tutta la sua totalità, la vera storia dell'accaduto in quell'impresa nei giorni della vittoria».
spedizione italiana diretta dallo scienziato Ardito Desio sulla seconda montagna più alta del mondo, il K2. Una spedizione destinata al successo, con l'epica salita in vetta di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Il giorno prima, Bonatti, il più giovane della spedizione, sceso al campo inferiore per recuperare altre bombole di ossigeno, risale con il portatore hunza Amir Mahdi. Giunti a quota 8100 mt circa i due scoprono che Lacedelli e Compa-
1955 – Un Bonatti più determinato che mai affronta così la stagione successiva: la lotta solitaria durata sei giorni sul Petit Dru lancia il suo nome anche al di fuori dell’ambiente alpinistico. A Natale dello stesso anno affronta con Silvano Gheser la scalata invernale dello Sperone Moore, sul Monte Bianco. Al bivacco della Fourche i due incontrano i giovani scalatori Jean Vincendon e François Henry, un
1953 – Mentre Ardito Desio comincia a selezionare la squadra di alpinisti destinati a tentare la prima ascensione del K2 (8611 mt), Bonatti scala con Carlo Mauri (per alcuni anni i due sono ritenuti la coppia più forte del mondo) la Nord della Cima Ovest di Lavaredo in prima invernale. Subito dopo compie (con Roberto Bignami) un’altra prima invernale aprendo la diretta della Cresta Furggen sul Cervino.
18 aprile 1962 – Schio - Da sinistra: Gino Soldà, Walter Bonatti e Severino Casara.
gnoni non hanno allestito l'ultimo campo, il IX, nel luogo concordato, bensì oltre una fascia rocciosa che, nella notte incipiente, si rivela un ostacolo insormontabile per la cordata di appoggio. Il vento ostacola le comunicazioni, ma Compagnoni e Lacedelli si limitano a suggerire da lontano di lasciare l'ossigeno e tornare indietro. Vista l'impossibilità di scendere a quell'ora, Bonatti e Mahdi trascorrono la notte a temperature polari, senza alcun riparo. Sopravvivono – all’epoca si credeva fosse impossibile – e scendono alle prime luci, mentre Compagnoni e Lacedelli, recuperate le bombole, salgono fino in vetta. Mahdi, semiassiderato, subisce l'amputazione di numerose dita. La spedizione al K2 del 1954 lascia una traccia amara e indelebile nella vita di Bonatti. Per equivoco o per scelta (polemiche e discussioni
francese e un belga. Nella bufera le due cordate si uniscono ed escono insieme sulla calotta sommitale. Bonatti, che ha il compagno Gheser sfinito, invita Vincendon e Henry a seguirli subito al rifugio Vallot, ma i due si fermano per rifocillarsi e al Vallot non arriveranno mai. Gheser e Bonatti sono recuperati da una squadra italiana. Vincendon ed Henry, nonostante un’operazione di soccorso francese, straordinaria quanto caotica, muoiono dopo 8 giorni e i cadaveri sono recuperati soltanto il 19 marzo. Bonatti è, ingiustamente, accusato di non aver prestato sufficiente aiuto ai due colleghi.
1958 – Compone la cordata di punta insieme a Carlo Mauri nella spedizione guidata da Riccardo Cassin al Gasherbrum IV (7929 mt), una delle più difficili vette del Karakorum, e ne compie la prima ascen-
date tentano la prima ascensione del Pilone Centrale del Frêney (Monte Bianco): Bonatti con Andrea Oggioni e Roberto Gallieni; il francese Pierre Mazeaud con Pierre Kohlmann, Robert Guillaume e Antoine Vieille. A soli 120 metri dalla fine delle grandi difficoltà, tutti devono desistere per una tormenta violentissima. Dopo giorni di bivacchi al gelo cercano scampo scendendo alla capanna Gamba. Solo Bonatti, Gallieni e Mazeaud ci riescono. Accorsero a Courmayeur i giornalisti e vi fu un grande dispiegamento di media, attratti dalle fosche tinte della tragedia. La difesa di Mazeaud, che spiega come Bonatti fosse riuscito comunque a portare in salvo due dei sei compagni, non basta a tenere l’italiano al riparo dalle critiche. Ma la Francia lo insignisce della Legion d’Onore.
1963 – Assieme a Cosimo Zappelli, compie la prima invernale dello Sperone Walker.
1964 – Con Michel Vaucher, una nuova via su un altro sperone (Whymper) delle Jorasses.
1965 – Il capolavoro che ne chiude in pratica la carriera alpinistica d’alto livello: una via nuova, diretta, invernale e solitaria, sulla Nord del Cervino. Inizia la seconda vita di Walter Bonatti, quella di reporter nei luoghi più selvaggi della terra. Nando Sampietro, allora direttore del settimanale Epoca, era affascinato dall'idea che qualcuno potesse incarnare, nel secolo XX, la mitica figura di viaggiatore ed esploratore di Henry Stanley, una specie di moderno Ulisse. Bonatti accetta la sfida, interpretando a suo modo quest'idea e rifiutando gli aiuti esterni: da Capo Nord all’isola di Pasqua; dentro le viscere infuocate del vulcano Nyragongo o sull’isola di Mas a Tierra da novello Robinson Crusoe; attraverso il deserto della Namibia o il ghiacciaio di San Valentin; tra i pigmei dell’Ituri e gli aborigeni dell’Orinoco. Le sorgenti del Rio delle Amazzoni sono l'oggetto di ricerca di due diverse spedizioni, a Sumatra studia il comportamento della tigre al cospetto dell'uomo. Nelle isole Marchesi è sui percorsi delle avventure raccontate in Typee e Omoo, i romanzi dove Herman Melville racconta di essere scappato dalla baleniera Acushnet sulla quale era arruolato per finire prigioniero dei cannibali e fuggire ancora fortunosamente. Bonatti tenta di dimostrare la veridicità di tale storia.
ANNI SETTANTA – Compie alcune spedizioni in solitaria a Capo Horn, lungo 500 km di fiordi della Patagonia, lungo il corso del fiume Santa Cruz, in Congo, in Guyana, in Alaska e in Antartide. Sono parecchie decine i suoi viaggi, prima raccontati su Epoca, poi anche su Airone. Scrive anche una quindicina di libri autobiografici. 13 SETTEMBRE 2011 – Muore di cancro al pancreas a Roma.
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