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Tutti con Rocco Fino in fondo

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editoriale

Salutiamo il debutto (da brividi) del nuovo presidente viola La Fiorentina è ancora un cantiere Ma ha obiettivi affascinanti • Mario Tenerani

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on guardiamoci indietro perché se ripensiamo al 26 maggio scorso ci vengono i brividi.

Addio ai tristi ricordi di un campionato atro-

ce, addio alla vecchia gestione, benvenute nuova

proprietà e nuova stagione. Riparte il campionato col suo carico di adrenalina e curiosità. E anche di preoccupazione perché il Napoli di Ancelotti sembra proprio una macchina perfetta per la lotta per lo scudetto. Arrivano gli azzurri al Franchi per il debutto stagionale. I partenopei sono ben rodati.

A questa società si deve dare il tempo di lavorare e anche di... sbagliare La Fiorentina no perché è in fase di ricostruzione e ancora incompleta: al 2 settembre, infatti, mancano ancora dei giorni e qualche volto nuovo potrebbe (speriamo) ancora arrivare.

Eppure gli abbonamenti, che hanno sfondato il muro dei ventimila, e l’entusiasmo che si respira in città ci raccontano come il clima sia cambiato. Tutti o quasi hanno il sorriso quando si parla di Fiorentina.

Ci sono anche i brontoloni, è vero, ma quelli fanno parte del colore-calore della città. Nella capitale della polemica tutto è permesso.

A questa società, però, si deve dare il tempo di lavorare e anche sbagliare (magari il meno possibile) perché quando si apre un capitolo gli ostacoli sono tanti e pure le possibilità di cadere. Quello che ci sembra chiaro sono gli obiettivi: questa Fiorentina ha voglia di provarci, cacciando prede che fino a pochi mesi fa parevano impossibili da immaginare e quindi da raggiungere. C’è in atto un salto di qualità evidente nella ricerca dei calciatori e a quello dobbiamo agganciarci.

Noi del Brivido siamo fiduciosi, crediamo che Rocco sia il detonatore di un percorso diverso, sicuramente migliore. Vogliamo crederci fino in fondo. Ok?

Rocco Commisso

Direttore responsabile Mario Tenerani Tutti i diritti riservati: vietata la riproduzione, anche solo parziale, di contenuti e foto di questa pubblicazione

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Caporedattore Tommaso Borghini Chiuso in redazione il 20/08/2019 alle ore 20

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Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione Rossana De Nicola e Alexandra Barbieri grafica@brividosportivo.it

Stampa Baroni e Gori Foto Massimo Sestini Foto storiche archivio Paolo Melani

Hanno collaborato Alessandro Rialti, Giacomo Brunetti, Francesca Bandinelli, Giacomo Cialdi, Ruben Lopes Pegna, Daniele Taiuti, Lucia Petraroli, Duccio Magnelli

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Lente d’ingrandimento

Lasciamo da parte il falso nueve e buttiamo dentro il giovane ariete • Alessandro Rialti

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iamo sinceri, un inizio peggio di questo non potevamo immaginarcelo. Prima il Napoli, poi la trasferta di Genova, avvelenata e poi Juve e Atalanta, una serie di gironi danteschi, sì un vero inferno. Ma proprio per questo la Fiorentina deve iniziare il grande viaggio tenendo bene in mente una regola che è assolutamente indispensabile e da non dimenticare mai: se attacca, la squadra di Montella può far male anche alle grandi, se si accorcia, se si ritrae, se si accuccia davanti a Dragowski prima o poi subisce e finisce per pagare pegno. Che attacchi facendo circolazione di palla, che lo faccia giocando sulle ripartenze è un ragionamento che lasciamo a Vincenzino Montella. Resta la filosofia: la migliore Fiorentina è quella che parte a faccia aperta. E questo vale anche contro una grandissima come il Napoli, nonostante che disponga del duo di difensori centrali più forti non solo del nostro campionato, ma dell’intero panorama europeo.

Come diavoli nella bolgia Inizio peggiore era impossibile Ma se non vuole soccombere la Fiorentina deve attaccare il Napoli E deve farlo con un centravanti vero

Mai essere rinunciatari, aggredire l’avversario anche se è indiscutibilmente più forte e esperto di te.

Forti di questa convinzione, ci sentiamo di ricordare a Montella che la Fiorentina senza centravanti, anche se con Boateng impiegato da falso nueve, perde il cinquanta per cento di se stessa. Dunque Fiorentina decisa ad attaccare, a provare a far male al grande avversario e con in avanti una punta vera, come Vlahovic, giovane quanto si vuole ma vera.

D’altra parte non c’è niente da perdere e il Franchi sarà un’immensa bolgia, anche questa… infernale.

Boateng si copre il volto con la maglia durante la gara di Coppa Italia contro il Monza

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Il grande colpo

La notizia dell’arrivo del fuoriclasse francese ha scatenato un’ondata di entusiasmo Commisso l’ha messo in cima alla lista convinto che l’investimento darà i suoi frutti

A dispetto dei 36 anni è integro e ancora capace di fare la differenza come dimostrano i suoi numeri al Bayern

• Tommaso Borghini

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Franck Ribery, l’uomo dei sogni

occo Commisso ha deciso di schiacciare il detonatore dell’entusiasmo e Firenze è esplosa in un’euforia irrefrenabile e contagiosa. E’ Franck Ribery, a meno di clamorosi ribaltoni dell’ultim’ora (abbiamo chiuso il nostro giornale martedì scorso, quando all’affare mancava ancora solo il crisma dell’ufficialità) il grande colpo di mercato di Mister Rocco, un’operazione che dimostra lo spessore della nuova proprietà, e che cambia drasticamente gli orizzonti viola, se si pensa agli obiettivi rincorsi soltanto fino a qualche mese fa dalla precedente gestione. Perché l’arrivo del campionissimo francese non è importante solo dal punto di vista tecnico, ma lo è altrettanto (e forse di più) da quello dell’immagine societaria: la cassa di risonanza generata da un personaggio del genere, farà aumentare in maniera esponenziale l’appeal del club, implementandone gli sponsor e favorendo lo sviluppo del brand e del settore marketing.

Franck Ribery, a dispetto dei 36 anni compiuti il 7 aprile scorso, resta uno dei calciatori in attività più famosi al mondo e nell’ultima stagione ha dimostrato di essere ancora integro e capace di fare la differenza. Lo dimostrano i suoi numeri: 38 partite, con 7 reti all’attivo, in una squadra dalla competitività interna altissima come il Bayern Monaco. Non tutte dall’inizio, ma con un minutaggio di 1935’, superiore a quello (tanto per fare un esempio) di James Rodriguez, a lungo inseguito dal Napoli o dell’ex “gemello diverso” Robben. Cifre che, alla luce del livello odierno del calcio italiano, fanno capire quanto l’esterno transalpino, nativo di Boulogne su Mer, possa ancora incidere sul tappeto verde. A parlare per lui c’è poi una storia e un palmares che, solo a leggerne i dati, fa tremare i polsi: 425 partite nei 12 anni con il Bayern Monaco, 124 reti segnate e 182 assist che gli sono valsi il bottino di una Champions League, un Mondiale per Club, una Supercoppa Cilindri standard Europea, 9 scudetti di Germania e svariate coppe nazionali.

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Due anni di contratto a 3,5 milioni più bonus per un personaggio che aumenta l’appeal della Fiorentina

Ribery ha vinto la Champions nel 2013

Insomma, siamo di fronte a un mito del calcio che, eccoci all’altro grande valore aggiunto dell’operazione, potrà trasmettere l’inestimabile qualità della sua mentalità vincente al gruppo viola che, tra giovani e meno giovani, ne è evidentemente deficitario.

L’arrivo di Franck Ribery a Firenze non è stato, come potrebbe sembrare all’apparenza, un’operazione-lampo, ma il frutto di un lungo inseguimento da parte di Daniele Pradè, durato una quarantina di giorni. Tempo necessario a smussare gli angoli di una trattativa che all’inizio pareva quasi impossibile. Le offerte dei club russi, arabi e americani, erano nettamente superiori a quella nelle corde della Fiorentina. E una mano a Pradè l’ha data anche la signora Wahiba, moglie dell’ex giocatore del Bayern, che ha preferito Firenze e la sue bellezze come ambiente per far vivere la propria famiglia. Così Franck ha accettato di ridurre le pretese, accettando la proposta viola di 3,5 milioni di euro netti a stagione (per due anni) più alcuni bonus, per un valore totale di circa 4 milioni complessivi. Uno sforzo finanziario della Fiorentina, avallato da Commisso per i motivi di cui parlavamo precedentemente: il presidente viola, con circa 4 milioni netti all’anno, non solo si è assicurato un campione, seppur non più nel fiore degli anni, ma si è anche garantito un ritorno d’immagine ed economico che un personaggio del calibro di Ribery potrà senz’altro offrire.

Sembra che Ribery abbia preteso anche l’ingaggio del suo fisioterapista di fiducia, l’italiano Gianni Bianchi, conosciuto grazie a Luca Toni (suo grande amico dai tempi della comune esperien-

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Il grande colpo

Ribery con l'ex viola ed ex Bayern Luca Toni

za al Bayern). E pure la maglia numero 7, il suo numero, che dovrà essergli ceduta dal cileno Pulgar (che non dovrebbe avere problemi a farlo).

Dettagli in un’operazione di portata “mondiale” che regala a Firenze un grande personaggio, non solo calcistico (la storia della sua cicatrice, della sua infanzia tribolata e del chiacchierato scandalo, condiviso con Benzema, sembrano fatte apposta per un romanzo d’appendice) che ha fatto schizzare oltre il livello di guardia l’entusiasmo della piazza viola. Adesso toccherà a Montella usarlo (e centellinarlo) nella maniera più appropriata e “funzionale” possibile per la Fiorentina.

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Viola amore mio

“Chiesa? Suo padre era fortissimo E lui può diventare ancora più forte” • Mario Tenerani

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n ciclone dolce chiamato Terim. L’Imperatore pochi giorni fa è stato a Firenze col suo Galatasaray ed è stata pure l’occasione per fare una rimpatriata con i vecchi amici. Tifosi, giornalisti, gente comune che lo aveva accompagnato e apprezzato nel suo soggiorno fiorentino. Anche noi del Brivido lo abbiamo avvicinato e ci siamo fatti raccontare le impressioni di questo viaggio a Firenze, tra amarcord e futuro. Con la speranza un giorno di tornare a vestire il viola: “Sto bene al Galatasaray, ma se si ripresentasse una volta l’opportunità di allenare ancora a Firenze sarebbe molto bello…”.

A Firenze ha incontrato Barone, il braccio destro di Rocco Commisso. Che idea si è fatto della nuova proprietà viola?

“Joe è un uomo molto simpatico e capisce di calcio.

Sono contento che la nuova proprietà americana sia arrivata alla Fiorentina. Con Barone abbiamo parlato delle nostre squadre è molto determinato.

E gli ho fatto l’in bocca al lupo. Credo che sotto la gestione - Commisso i viola possano tornare grandi perché la città ed i tifosi meritano il meglio e devono guardare sempre gli altri dall'alto”.

Terim: “Avrete il meglio”

L’Imperatore non ha dubbi: “Ho conosciuto Joe Barone Commisso punta in alto Con lui Firenze tornerà grande”

Che emozioni ha provato nel tornare in città e nello stadio dove è stato grande protagonista in passato?

“Tornare a Firenze per me è sempre una grande emozione e questa volta sono anche tornato al Franchi da avversario con il mio Galatasaray contro la mia Fiorentina è stata una sensazione diversa che mi ha reso molto felice”.

Qual è il ricordo più bello del suo passato in viola?

"Non ho un solo ricordo, ne ho tanti perché la mia famiglia e le persone a me più care si sono trovate sempre benissimo in questa città. Il centro storico è fantastico ed è tutto molto vicino come distanza, quindi è anche comodo. Ricordo che quando arrivai, alla prima conferenza stampa che feci, mi chiesero se fossi preoccupato perché avrei dovuto imparare la lingua ed io risposi che lo avrei fatto in 20 giorni. E alla prima riunione tecnica sorpresi tutti parlando alla squadra in italiano. I giocatori, poi, me li ricordo tutti: Chiesa, Toldo, Di Livio, Torricelli, Pierini, Repka, Rui Costa, Bressan, Rossitto, Leandro, Rossi, Vanoli, Cois, Moretti. Per non parlare dei dirigenti: Giancarlo Antognoni, a cui devo sempre dire grazie, insieme al mio amico Moreno Roggi.

All’inizio non fu una stagione facile, poi tutti insieme facemmo gruppo, compresi stampa e tifosi, e riuscimmo a fare grandi partite”.

A proposito di giocatori, cosa ne pensa di Federico Chiesa, figlio del suo ex pupillo Enrico.

Potrà arrivare ai livelli del padre?

Fatih Terim con Joe Barone prima dell'amichevole Fiorentina - Galatasaray

“Tra padre e figlio vedo tante affinità. Anche se per adesso continuo a preferire Enrico. Era davvero un grandissimo giocatore, aveva qualità che gli consentivano di fare tutto e di giocare dappertutto. Era forte, veloce, imprevedibile, sapeva usare entrambi i piedi e segnare in ogni modo, anche su punizione.

Federico, però, sta dimostrando di avere doti eccellenti che ho anche potuto ammirare di persona.

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|9| E’ un grande talento che, come tutti i giovani, può crescere ancora moltissimo. Il mio augurio è che possa diventare addirittura più forte di suo padre”.

Fatih, ma se un giorno potesse allenare ancora la Fiorentina…

“Sto bene al Galatasaray, ma se si presentasse in futuro questa possibilità sarebbe molto bello…".

Si parla molto del futuro di Federico, che piace alla Juventus e ad altri top club europei. Ma per adesso la Fiorentina se lo sta tenendo stretto…

Che consiglio darebbe al giovane viola?

“Stando lontano non è facile dare consigli. Indubbiamente la Juventus è la squadra che sta dominando il calcio italiano e con questo ho detto tutto. Però Firenze è unica ed è una città che dà e merita tanto.

La famosa corsa sotto la Fiesole di Terim dopo la rimonta con la Reggina dell'ottobre 2000

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Viola amore mio Merita sempre il meglio e io ci penserei bene prima di lasciarla”.

Da osservatore esterno, cosa pensa del calcio italiano di oggi?

“Rispetto al passato si attacca molto di più. Alla fine vince sempre la Juventus, ma tante squadre stanno lavorando per darle battaglia. L’Inter di Antonio Conte (ottimo tecnico, ma pure Spalletti per me ha lavorato molto bene), il Napoli, il Milan, forse la Roma. E di questo gruppo spero che presto faccia parte anche la Fiorentina. Perché, come ho già detto, Firenze merita solo il meglio”.

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Rispo: “A voi l’Europa… a noi lo Scudetto”

L’attore tifoso partenopeo: “Napoli maturo per il tricolore A Firenze è tornato entusiasmo E Commisso vi riporterà in alto”

Patrizio Rispo, attore tra i protagonisti di "Un posto al sole" • Giacomo Cialdi

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opo una estate di rivoluzioni societarie, ritorni e sogni, partirà questa sera il campionato della nuova Fiorentina di Rocco Commisso. Sulla strada dei ragazzi di Montella, però, ci sarà uno degli avversari più ostici: il Napoli di Carlo Ancelotti, intenzionato a contendere lo Scudetto alla rivale Juventus.

Per analizzare la sfida del Franchi e parlare della stagione delle due squadre, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Patrizio Rispo, attore napoletano divenuto celebre soprattutto per il ruolo di Raffaele Giordano in “Un posto al sole” e grande tifoso partenopeo.

Patrizio Rispo, che sensazioni ha sul suo Napoli?

«Nonostante qualche amichevole estiva non sia andata troppo bene, ho molta fiducia nei ragazzi di Ancelotti: credo il Napoli sia una bella squadra e possa fare meglio dello scorso anno. Non so se alla rosa manca qualcosina e se il mercato ce lo porterà, ma personalmente sono soddisfatto».

Ritiene che quest’anno la lotta Scudetto sia più aperta e combattuta?

«Me lo auguro proprio. La Juventus è la Juventus, è ancora la squadra da battere ma sono dell’idea che le distanze si siano un po’ assottigliate. La stessa Inter si è rinforzata, quindi mi aspetto un campionato più divertente e meno scontato. Spero di non sbagliarmi! [ride, ndr] Una cosa mi fa molto dispiacere, me lo faccia dire: non mi è piaciuto per niente il divieto di vendita dei biglietti allo Stadium per i campani, mi sembra un fatto allarmante e che può esasperare ancora di più gli animi. Il calcio dovrebbe essere divertimento, certamente rivalità ma una sana rivalità, non discriminazione e odio».

Cosa ne pensa di Sarri alla Juventus?

«Non sono un tifoso fondamentalista, penso che Sarri, così come i calciatori, sia un professionista e come tale possa cambiare casacca. Le reazioni di certi napoletani mi sono sembrate davvero esagerate».

Veniamo alla Fiorentina. Come vede la nuova Viola di Rocco Commisso?

«Da lontano, mi sembra un progetto interessante.

Per quel che ho potuto vedere, Commisso è un bel personaggio, caloroso ed empatico... quello che serviva ai fiorentini. A Firenze per adesso sono arrivati buoni giocatori, credo ci siano i presupposti per fare una buonissima stagione. Ci vorrà un po’ di pazienza e l’appoggio costante dei tifosi, ma potremmo vedere una bella Viola».

Negli ultimi anni la sfida tra Fiorentina e Napoli, spesso e volentieri, ha regalato gol e divertimento. Che match si aspetta al Franchi alla prima di Serie A? «È una sfida interessante e affascinante, Firenze è un campo storicamente difficile per tutti. Inoltre nelle prime gare stagionali, lo sappiamo, può capitare di tutto perché la condizione fisica influisce molto. Penso verrà fuori una bella gara, sono due squadre che

“Sarà una partita vibrante Noi azzurri siamo superiori ma a inizio campionato può succedere di tutto” cercano di giocare, quindi mi auguro sarà un bello spettacolo. Mi aspetto una sfida combattuta, aperta ad ogni risultato e decisa sul filo del rasoio da una giocata di uno dei talenti in campo».

Facciamo il gioco dei pronostici, le va? Dove vede viola e partenopei a fine stagione? «È davvero difficile risponderle. Le dirò cosa spero: Napoli campione d’Italia e Fiorentina in Europa. Sono pronto a scommettere andrebbe bene anche ai tifosi viola». [ride, ndr]

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Beldì: “Vinciamo con il bel gioco!”

Il regista, grande tifoso viola: “Montella è di nuovo un valore aggiunto La Fiorentina può mettere in difficoltà anche grandi squadre come il Napoli” Paolo Beldì qual è il suo giudizio sulla nuova proprietà viola?

“Ha fatto tornare grande entusiasmo, Commisso ha idee chiare e il suo è un progetto che piace. Sono felice sia tornato, come dirigente, Dario Dainelli e non dimentichiamo che dietro a tutto c'è un personaggio come Giancarlo Antognoni che ha aiutato le scelte della nuova società. L’avvicendamento con i Della Valle è arrivato al momento giusto, ma non voglio rinnegare la vecchia proprietà che io personalmente ho sempre apprezzato”.

Che Fiorentina ha visto nel calcio d’estate?

“Come gioco tra le migliori italiane. Sono rimasto stupito dai giovani come Ranieri e Sottil, profili del vivaio viola da mantenere in rosa”.

Paolo Beldì, il principe dei registi tv • Lucia Petraroli

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ol nuovo campionato al via, abbiamo voluto ascoltare l’opinione di Paolo Beldì, un tifoso viola speciale oltre che regista e autore di trasmissioni di grande successo come “Quelli che il Calcio”. Sempre vicino alle vicende di casa Fiorentina, con quell’attaccamento e quella positività che lo contraddistingue, Beldì sposa in pieno il nuovo corso targato Commisso, ringraziandolo per quell’entusiasmo travolgente che ha fatto ritrovare ad una Firenze delusa, senza però dimenticarsi dei trascorsi dei Della Valle da lui sempre apprezzati. Un excursus a tutto tondo con il principe dei registi televisivi, contento di aver ritrovato la premiata coppia Montella - Pradè...

È contento del ritorno della coppia Montella Pradè?

“Molto contento perché per 3 anni consecutivi ci hanno fatto arrivare quarti in classifica, non si può dimenticare questo passato. Lo scorso finale di campionato negativo non fu colpa di Montella. Adesso il suo lavoro comincerà a dare i frutti”.

Finora il mercato l’ha soddisfatta?

“Sì. Pradè sta creando il giusto mix: rispetto agli scorsi anni si cerca anche quell'esperienza necessaria, oltre all'innesto di giovani promettenti”.

Debutto di campionato al Franchi subito contro il Napoli… che partita sarà?

“Per me va bene questo calendario, tanto prima o poi dobbiamo incontrarle tutte. Il Napoli finora ha alternato buoni e cattivi risultati in quest'estate.

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| 11 | BS|24 agosto 2019 Ciak si gira/2

“Io non rinnego la vecchia proprietà Ma oggi si respira un’aria nuova e positiva e Pradè sta lavorando bene” Sicuramente sarà la squadra che darà più filo da torcere alla Juventus. Mi auguro che la Fiorentina dimostri di superare al più presto il rodaggio, dovuto ai nuovi innesti, per affrontare questa sfida davvero impegnativa. Ma Montella sta dando un gioco ai viola e col gioco si possono superare anche ostacoli che sembrano impossibili”.

La Fiorentina può essere la sorpresa del campionato?

“Come ha detto giustamente Pradè non ci sono obbiettivi precisi per questa stagione, se non fare meglio dell’anno passato… mi piace questa filosofia, vediamo dove ci porterà”.

Da tifoso speciale, cosa si sente di dire ad una Firenze calcistica che sta rispondendo presente?

“I tifosi viola sono sempre stati vicini alla squadra sia nei momenti belli che in quelli brutti e la risposta ai botteghini ne è la conferma. Si respira un nuovo entusiasmo e questo è bellissimo. Nient’altro da aggiungere”.

Che idea si è fatto sulla questione nuovo stadio?

“Mi fido di Commisso e del suo fiuto per gli affari per valutare se sarà cosa migliore costruire un impianto nuovo od optare per il restyling del Franchi”.

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Bertoni: “Firenze darà la carica”

Il Puntero, grande doppio ex della partita: “Gli azzurri sono più attrezzati Ma la Fiorentina gioca al Franchi e i tifosi viola fanno la differenza” col quale aveva un feeling particolare. Campione del mondo con la Nazionale Argentina nel 1978, ha parlato in esclusiva con il Brivido Sportivo prima della partitissima che segna il debutto dei viola in campionato al Franchi.

Daniel Bertoni che idea si è fatto della Fiorentina che sta nascendo?

“Credo che la squadra costruita sia buona. Le prime cinque partite daranno molte risposte, lì ci renderemo conto di quanto sia o meno pronta per un campionato che mi sembra più impegnativo del passato, visto che tante squadre, anche di medio valore, si sono rinforzate”.

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Esclusiva

“Napoli mi ha dato due anni bellissimi Ma a Firenze ho lasciato il cuore” Bertoni in maglia viola

Cosa pensa del suo connazionale Rodrigo De Paul?

“Mi piace, ma è da valutare. Non è un attaccante puro, è un esterno o un centrocampista di destra.

Ha buoni piedi e calcia bene, lo conosco fin da piccolo perché un suo familiare è molto amico mio. Mi diceva sempre che avrebbe avuto un futuro, fin da ragazzino”.

Daniel Bertoni • Giacomo Brunetti

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aniel Bertoni è uno degli ex più illustri quando si parla di Fiorentina e Napoli. In maglia viola dal 1980 al 1984, sfiorando lo scudetto nel 1982 ed entrando nel cuore di tutti i tifosi viola grazie alle sue giocate spettacolari. Nelle successive due stagioni ha vestito quella degli azzurri, duettando al fianco di un certo Diego Armando Maradona

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Giovanni Simeone, invece, è reduce da una stagione molto deludente...

“Ha fatto abbastanza bene nella preparazione. Io lo terrei e gli darei una possibilità in più. Non so se giocherà titolare, ma lo vedrei anche come riserva e gli darei delle piccole possibilità. La Fiorentina ha tutto il tempo di valutarlo e, in caso di cederlo in prestito a gennaio, se l’esperimento non funziona”.

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ESCLUSIVA

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La Fiorentina inizierà contro il Napoli, una partita che per lei significa molto visto il suo grande passato in entrambe le squadre... Che gara d’esordio si aspetta?

“Il Napoli è forte, prima di tutto non ha comprato molto ma si è rinforzato puntando su pochi elementi di qualità. La Fiorentina ha un buon allenatore, Montella; Ancelotti è un vincente, e lo ha dimostrato in tutti i posti del mondo, dal Milan al Real Madrid. Uno dei migliori tecnici al mondo. Ha formato una buona squadra. Chiaramente gli azzurri sono favoriti, ma vincere a Firenze non sarà facile e sarà una partita tirata. I gigliati dovranno puntare sull’entusiasmo e sulla forza che ti possono trasmettere i tifosi. Io ne so qualcosa...”.

“Che sfida in panchina: Ancelotti è un vincente E anche Montella è molto bravo”

C’è un ricordo che la lega particolarmente a questa partita?

“Tanti, sia di quando giocavo nella Fiorentina che nel Napoli. Erano partite tirate, dure. La marcatura era a uomo, non come adesso che si gioca a zona.

Sono sempre state gare tatticamente difficili, speriamo lo sia anche stavolta.

La prima partita della stagione è importante per il cammino successivo: ti dà la carica. Amo Firenze, nella quale torno sempre volentieri perché la sento la mia seconda casa, e rispetto Napoli, che mi ha dato due anni bellissimi”.

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Classe 2000 al potere

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BS|24 agosto 2019

la meglio gioventù

Vlahovic, il “vero nueve” viola ha scalato le gerarchie in attacco Montiel ha regalato assist geniali E Montella punta già su di loro • Tommaso Borghini

I

ragazzi del 2000. Ragazzi da copertina, ragazzi sui quali la Fiorentina fa affidamento non solo per il futuro, ma anche per il presente.

Perché Montella ha bisogno di freschezza, forza, tecnica e, soprattutto, di gol. E nel serbatoio tecnico di due ragazzi viola, nati nel primo anno del nuovo milDusan Vlahovic lennio, queste sono qualità che non mancano di certo, anche se distribuite in modo molto diverso.

Stiamo parlando di Dusan Vlahovic e Tofol Montiel, giovani ereditati dalla precedente gestione societaria (che in questo caso, è giusto ricordarlo, ha fatto un ottimo lavoro) e che hanno letteralmente entusiasmato i 27mila presenti al Franchi domenica scorsa per il debutto in Coppa Italia, con le loro giocate.

Partendo da Vlahovic, col suo semplice ingresso in campo (forse un po’ tardivo) ha trasformato la manovra offensiva viola, garantendo quella profondità che era mancata nei precedenti 75minuti di gioco.

Un innesto di forza fisica che ha permesso alla Fiorentina di scardinare la difesa di un Monza che, fino a quel momento, aveva rischiato davvero pochissimo. Il centravanti serbo, autore di due belle reti, ha così scalato in modo esponenziale le gerarchie all’in-

Tofol Montiel

I due ex Primavera garantiscono tecnica e profondità al gioco offensivo

terno dell’attacco viola, scavalcando nettamente Simeone e insidiando pure Boateng (che potrebbe così cambiare ruolo). L’idea del “falso nueve”, messa in pratica da Montella da quando è arrivato l’ex giocatore del Sassuolo, potrebbe, infatti, essere accantonata per dar spazio a un ragazzo che ha dimostrato di essere una forza della natura lì nel mezzo all’area di rigore, nonostante la giovanissima età.

Ma le reti di Vlahovic sono arrivate anche grazie al sinistro fatato di un altro classe 2000: Tofol Montiel.

Il maiorchino aveva già messo in mostra alcuni dei suoi numeri nell’amichevole con il Galatasary e,

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la meglio gioventù

segue da pag 17 nei pochi minuti a disposizione che gli sono stati concessi in Coppa Italia, ha confezionato due assist strappa-applausi, mettendo Vlahovic davanti alla porta. Anche Montiel, come l’attaccante serbo, con le sue geniali imbucate, ha garantito quella verticalità che mancava al gioco offensivo viola. Eppure, a vederlo scorrazzare per il campo, con quel fisico ancora mingherlino, sembra un fuscello al cospetto di giganti.

Ma nel calcio è fondamentale saper trattare un attrezzo chiamato palla e lo spagnolo “rubato” dai viola al Real Madrid due anni or sono, quell’attrezzo lo sa trattare, eccome. Per crescere fisicamente il tempo non gli manca. Intanto, insieme a Vlahovic, rappresenta una “strana coppia” che si candida già per un ruolo da protagonista in questa nuova Fiorentina ancora in fase di costruzione.

In questo scorcio di fine estate, una menzione particolare la merita anche Luca Ranieri che non è un classe 2000, ma poco ci manca (è nato nell'aprile del 1999) e che sta impressionando per personalità e bravura in mezzo alla difesa. Un ragazzo che ha nella duttilità la sua qualità migliore, tanto è vero che è

Riccardo Sottil

Luca Ranieri

Anche i classe 1999 Ranieri e Sottil sono pronti per recitare un ruolo da protagonisti nato come terzino sinistro e anche in questo ruolo, oltre che in quello di centrale, potrebbe fare un gran comodo a Montella. Gli manca solo un po’ di mestiere, ma allenandosi accanto a capitan Pezzella potrà crescere rapidamente.

Crescita rapida che ci si aspetta anche da Riccardo Sottil. Il figlio d’arte viola è

stato sotto i riflettori durante il precampionato, segnando molto nelle amichevoli e ribadendo tutto il suo valore tecnico sul quale non si può discutere.

Ciò che ancora non convince Montella è la sua predisposizione al sacrificio, qualità sulla quale sta lavorando. Pure lui, come Ranieri, non è un “millenial” per una questione di mesi: ha compiuto vent’anni nel giugno scorso e sarà il vice-Chiesa, con tante possibilità di mettersi in mostra in quello che potrebbe diventare il campionato della sua consacrazione.

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Andata 10/11/2019

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Brescia-Bologna

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Assalto ai partenopei

| 23 | BS|24 agosto 2019 Probabili formazioni

FIORENTINA – NAPOLI STADIO ARTEMIO FRANCHI, 24.08.2019, ORE 20.45

U

na partita molto complicata da affrontare con gli elementi in rosa più rodati e in forma fisicamente. Gli eventuali nuovi arrivi, per quanto prestigiosi, dovrebbero trovare spazio solo a gara in corso. Difficilmente Vincenzo Montella, almeno per quanto riguarda la formazione iniziale, stravolgerà la squadra che ha battuto (sul filo di lana) il Monza nella prima uscita ufficiale in Coppa Italia. L’unica variante di rilievo potrebbe riguardare l’attacco. Lo stato di grazia di Vlahovic potrebbe, infatti, convincere il tecnico viola ad accantonare il modulo tattico con il falso nueve, dirottando Boateng sulla fascia destra e inserendo dal primo minuto il giovane attaccante serbo al centro del tridente offensivo, completato da Chiesa che potrebbe così partire da sinistra per sfruttare la sua abilità di accentrarsi per calciare in porta con il destro. A metà campo la “strana coppia” Badelj – Pulgar con Benassi nei panni di incursore. In difesa importante il ritorno di capitan Pezzella che affiancherà Milenkovic al centro del reparto. Per quanto riguarda la fascia destra, al momento della chiusura del nostro giornale, era in dubbio Lirola che, nel caso non dovesse farcela sarebbe sostituito da Venuti.

Incertezza anche a sinistra dove, visto lo stato di partente di Biraghi e l’ultima prova non troppo convincente di Terzic, potrebbe essere schierato Ranieri, nato come terzino prima di traslocare nel ruolo di centrale.

Chiesa

Vlaohovic

Benassi Badelj

Boateng

Pulgar

Ranieri

Dragowski

69 Dragowski

7 Pulgar 5 Badelj 24 Benassi

21 Lirola 4 Milenkovic 20 Pezzella 6 Ranieri

Pezzella Milenkovic

FIORENTINA 4-3-3

10 Boateng 28 Vlahovic 25 Chiesa

Lirola Allenatore: Montella

A Disposizione: 1 Terracciano, 33 Brancolini, 93 Terzic, 23 Venuti, 17 Ceccherini, 3 Biraghi, 27 Zurkowski, 19 Montiel, 8 Castrovilli, 11 Sottil, 9 Simeone.

Napoli 4-4-2 1 Meret 22 Di Lorenzo 44 Manolas 26 Koulibaly 31 Ghoulam

7 Callejon 5 Allan 8 Ruiz 20 Zielinski 24 Insigne 99 Milik

Insigne Milik Ruiz Zielinski Ghoulam

Allan Koulibaly

Callejon Manolas

Di Lorenzo

Meret

Allenatore: ancelotti

A Disposizione: 25 Ospina, 27 Karnezis, 2 Malcuit, 6 Mario Rui, 21 Chiriches, 19 Maksimovic, 23 Hysaj, 9 Verdi, 14 Mertens, 12 Helmas, 34 Younes, 11 Ounas.

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Il grande abbraccio del Franchi

Pubblico delle migliori occasioni per salutare il debutto di Rocco Boom di abbonati e tanta voglia di stare accanto alla Fiorentina

Federico Chiesa esulta, sullo sfondo il popolo del Franchi • Francesca Bandinelli

F

inalmente a casa sua. Quella sportiva. Rocco Commisso, dopo la festa del giorno della sua presentazione, è pronto al battesimo in campionato della sua Fiorentina. È stato lui il trascinatore vero di questa estate. Dalle foto coi tifosi sotto il suo hotel, prima in centro e poi sui lungarni, fino alla bolgia del 24 giugno, per la finale del calcio storico fiorentino.

Il patron viola, ora, vuol vedere vincere la sua squadra. Ha trattenuto Federico Chiesa, dicendosi pronto a rifiutare anche 100 milioni di euro, perché al cuore, ha fatto capire, non si comanda. Di certo, i mugugni fanno parte del passato. Anche domenica scorsa, per il debutto in Coppa Italia, erano stati staccati oltre 7000 tagliandi di tifosi che non hanno sottoscritto ancora l’abbonamento, ed il tetto delle 25 mila sottoscrizioni è davvero ad un passo (la quota ufficiale degli abbonati al 18 agosto segnava 20mila 191 tessere).

| 25 | BS|24 agosto 2019 Appunti di viaggio

Mugugni e divisioni fanno parte del passato Oggi il tifo è compatto nel sostegno al “nuovo” club Arriva il Napoli, in un battesimo di fuoco di quelli che si fanno sentire, e intanto dovranno essere i giocatori arrivati fin qui, ad una settimana dal gong del mercato, a trovare il riscatto dalla passata stagione. La vittoria, in rimonta, contro il Monza ha riacceso l’entusiasmo, brindando per altro alla prima doppietta tra i professionisti di Dusan Vlahovic e al gol proprio di Chiesa: toccherà (anche) a loro entusiasmare ulteriormente il loro presidente. E’ stata spezzata la maledizione della vittoria interna che mancava addirittura dal 30 gennaio scorso sempre in Coppa contro la Roma, adesso è il momento che il carattere cominci a fare la differenza, magari con la spregiudicatezza dei più giovani a indicare la strada agli esperti. Il Franchi, c’è da scommetterci saluterà Commisso vestendosi per le grandi occasioni: difficile, al momento, ipotizzare il tutto esaurito, ma di certo si colorerà interamente di Viola, per provare a spingere la squadra oltre tutte le difficoltà. Per il patron sarà anche l’occasione per cominciare a conoscere personalmente i suoi nuovi colleghi e De Laurentiis, se sarà confermata la sua presenza, sarà il primo della Serie A ad incontrare. Firenze, intanto, non aspetta altro se non riabbracciare il patron: ha cancellato di colpo i malumori di una città, riportando la tifoseria a sognare di nuovo. Ci vorrà tempo per vincere, chissà, ma adesso la sintonia è davvero totale. Nel segno di Rocco Commisso.

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La prima gioia di Firenze

| 27 | BS|24 agosto 2019 Brividi sportivi

Le partite indimenticabili: nel 1940 la Fiorentina supera in finale il Genoa e alza al cielo la Coppa Italia

Il fiorentino Galluzzi vince la sfida strategica con “Mister” Garbutt Per il marchese Ridolfi è il giusto premio

• Massimo Mattei

I

n quella stagione 1939-1940, il mondo a tutto pareva interessato fuorché al pallone. Ma i ragazzi del fiorentino Giuseppe Galluzzi non soltanto fecero un campionato più che dignitoso ma riuscirono anche a portare a Firenze il primo trofeo. Come talvolta accade, la Coppa nazionale quell’anno pareva a molti quasi un fastidio, un di più, una distrazione rispetto al campionato. Il merito di Galluzzi e dei suoi fu invece quello di crederci fino in fondo. Fino alla finale contro il Genoa di Garbutt – al quale si deve l’uso dell’epiteto ‘mister’ rivolto agli allenatori coniato quando allenava il Napoli. Infatti i giocatori si rivolgevano a lui con questo appellativo, un uso che ebbe talmente successo, traslato dall'inglese in

Romeo Menti portato in trionfo

Giuseppe Galluzzi

tempi di autarchia, che ha resistito fino ad oggi.

La finale di Coppa Italia si giocò a Firenze. La domenica prescelta era il 16 giugno. Per i viola al Campo di Marte scesero in campo: Griffanti, da Costa, Piccardi, Ellena, Bigogno, Poggi, Menti, Morselli, Celoria, Baldini, Tagliasecchi. Il Genoa veniva da un buon campionato in cui aveva sopravanzato i viola di 9 punti. Ma i gigliati attaccarono gagliardi e presero il controllo della gara, poi Celoria spezzò l’equilibrio girando di prima intenzione un invito di Tagliasecchi. I moduli delle squadre erano speculari, la partita godibile. Lo stadio pieno. Nella ripresa i liguri esaltarono Griffanti in un paio di occasioni, la Fiorentina invece fallì il raddoppio. Finalmente l’arbitro Barlassina di Novara fischiò la fine. La partita era della Fiorentina in virtù della rete di Celoria. Fu il nostro primo trofeo dopo 14 anni di attività, una bella soddisfazione in anni che ne regalavano poche. Il tecnico Galluzzi aveva vinto anche la sfida dei ‘sistemisti’ con Garbutt. A riconoscerlo era un cronista d’eccezione, Vittorio Pozzo in versione di penna critica così scriveva sulla Stampa di Torino: ‘Questa Fiorentina opera in regime di coppa con franchezza e una disinvoltura da assumere l’aspetto di una grande

squadra. Il suo non è sprazzo casuale o sporadico…

Nel giuoco di coppa la Fiorentina ha uno stile che pare fatto a posta per legare, in cui si assomma nel risultato immediato . Il risultato… Premia il cuore di una squadra. Che un vero tesoro di energie e di abnegazione è stato profuso nella lotta dei giuocatori della Fiorentina". La coppa fu il giusto premio per chi, più di tutti, aveva puntato sulla Fiorentina, il presidente Luigi Ridolfi, un dirigente unico, deciso a mettere i beni della propria famiglia al servizio della causa viola. Sul nobiluomo gli aneddoti si son sempre sprecati: il marchese, ai tempi del campo di via Bellini, non si faceva riconoscere dai custodi all’ingresso ed acquistava il biglietto per assistere alla partita della sua Fiorentina. Ora, nel 1940 alzava al cielo il suo primo trofeo assieme a tutta la città di Firenze in un tripudio di viola. Perché già quello era il nostro colore.

Si comprava il biglietto il Marchese Ridolfi, in un'epoca dove ancora ci si toglieva il cappello per salutare e ci si sfidava a duello per onore.

Senza biglietti omaggi e imbucati a buffet dove si presenta il nulla. Lui no. Lui ci presentò la prima coppa da mettere in bacheca.

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BS|24 agosto 2019

Fiorentina-Moena, pace fatta

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L’iniziativa

Weiss: “Legame rafforzato in vista del ritiro 2020” Barone: “Che onore questa partnership” • Tommaso borghini

L

e polemiche sono definitivamente alle spalle e la storia è destinata a scrivere un altro bel capitolo di un legame che dura ormai da otto stagioni consecutive. Fiorentina, Val di Fassa e Trentino hanno deciso, infatti, di rilanciare il loro rapporto di partnership con una nuova iniziativa che va a rafforzare l’amicizia reciproca: il logo della Val di Fassa sarà presente sulla maglia della prima squadra viola in posizione di Second Sponsor in occasione di Genoa-Fiorentina, seconda gara di Campionato. Si tratterà di un momento di lancio.

L’iniziativa sarà, poi, ripetuta, per tutte le gare di Campionato dei mesi di dicembre e maggio.

Dunque la collaborazione relativa alle maglie riguarderà 10 partite dei viola, tra Campionato e Coppa Italia, e servirà a veicolare iniziative studiate ad hoc per i tifosi della Fiorentina, per promuovere l’offerta turistica del territorio trentino in vista delle vacanze invernali e di quelle estive.

Andrea Weiss, Presidente ATP Val di Fassa ha così commentato l’iniziativa: “Siamo contenti

Il logo Val di Fassa sulle maglie viola nella posizione di second sponsor per 10 partite tra Campionato e Coppa Le polemiche estive sono superate Il legame con la Fiorentina ed i tifosi viola sicuramente uscirà rafforzato da questa nuova intesa, riaffermando una partnership che cementa l’amicizia tra due realtà accomunate dal riconoscimento di patrimonio mondiale Unesco e dalla bellezza della città di Firenze e delle Dolomiti”.

Joe Barone, Consigliere Delegato della Fiorentina ha ribadito che “il rapporto con Val di Fassa e Joe Barone e Andrea Weiss si stringono la mano (foto violachannel.tv) con Trentino è per la Fiorentina fonte che la Società viola abbia voluto concedere di soddisfazioni da una nuova importante visibilità al marchio tanti anni, il nostro interesse è quindi quello turistico della Val di Fassa, superando le pole- di promuovere queste splendide valli verso miche nate nella seconda settimana del ritiro tutti i nostri tifosi e durante tutto l’anno. Per 2019 e ponendo così le basi per una rinnovata noi è un grande onore dedicare a questa partcollaborazione che troverà conferma anche in nership 10 maglie speciali in due periodi clou occasione del ritiro del team viola nell’estate della stagione per valorizzare chi crede nella Fiorentina da otto stagioni”.

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Stefano Pucci: “Viola, così si va in alto”

Il delegato Fifa, con la Fiorentina nel cuore: “Tra le priorità di Commisso e Barone ci sono comunicazione e marketing E’ la strada giusta per far crescere il club”

Stefano Pucci, cosa la lega alla Fiorentina?

“Ne sono sempre stato tifoso, c’è un legame forte fin da piccolo, quando andavo allo stadio. Pensate, il mio peluche si chiamava Chiarugi. Ho detto tutto.

In viola ho avuto un’esperienza di quattro o cinque anni con Cecchi Gori: facevo parte del Consiglio di Amministrazione e curavo la parte marketing, prima con Mario e poi con Vittorio. Questo per me è stato un onore, una soddisfazione personale. Poter vedere da vicino quei personaggi…”.

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Ha aiutato – e continua a farlo – la Fiorentina nell’organizzazione di vari eventi, non ultimi i ritiri a Malta e a Montecatini.

“Il mio lavoro ti fa vedere il mondo con un’ottica diversa, lavorando con tutte le squadre. Un occhio di riguardo per la Fiorentina lo tengo sempre, è noto a tutti i miei interlocutori e ci scherzo. Con la società viola, dopo aver lasciato, i rapporti sono sempre rimasti molto buoni: abbiamo organizzato tantissime amichevoli in Italia e all’estero, la prima volta nell’ICC l’ho portata io, ed erano già stati in America con me altre volte, anche dopo la vittoria della Coppa Italia.

A Montecatini, nella mia città, è la seconda volta che sono venuti: c’erano sempre Montella e Pradè, la prima volta ha portato bene. Anche a Malta è stata una buona esperienza per il break invernale”.

l suo nome è associato al ruolo di delegato FIFA. La storia di Stefano Pucci, però, è legata indissolubilmente anche alla Fiorentina, società del suo cuore per la quale ha lavorato anche nel marketing.

Imprenditore alberghiero, (è proprietario del famoso Grand Hotel & La Pace), organizzatore di eventi sportivi e già Assessore a Montecatini, la sua città, Pucci nonostante tutto continua ad avere un legame forte con i colori viola: passionalmente e professionalmente.

Cos’è cambiato nella comunicazione e nel marketing con l’avvento di Rocco Commisso?

“Un cambiamento si è già visto nella tournée in America, con cose e investimenti di marketing abbastanza inusuali nelle società calcistiche italiane. La mano si è già vista, faranno molto bene. Sono fiducioso come tutti, servirà ambientamento. Barone è una persona intelligente, Commisso anche. Si sono affidati a esperti come Pradè e Antognoni e immagino che l’assestamento societario possa continuare”.

Lo “stato maggiore” viola a New York

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| 29 | BS|24 agosto 2019 Il Personaggio

“Da tifoso e da dirigente ho sempre amato i colori viola Oggi continuo a dare una mano” Quali rapporti umani ricorda con più piacere all’interno della Fiorentina?

“Sono stati tanti, il mio idolo era Antognoni e averlo conosciuto e apprezzato come persona è stata una bella cosa. Ricordo che quando lavoravo e conobbi Tendi, gli dissi che avevo pianto al suo gol contro la Juventus, e lui ne rimane sorpreso. Mi piace ricordare un aneddoto che riguarda mio padre. Mi aveva detto che non se ne sarebbe andato fino a quando la Fiorentina non vinceva il terzo Scudetto. Così portai mio padre allo stadio e raccontai a Sousa questa cosa. Il mister gli rispose che allora doveva aspettare, perché ‘quest’anno non lo vinciamo’. E tutti a ridere”.

Stefano Pucci

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BS|24 agosto 2019

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AMARCORd • Ruben Lopes Pegna

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' la seconda sfida dell'anno solare 2019 quella di oggi. Fiorentina e Napoli si sono già affrontate sabato 9 febbraio alle 18 al Franchi. Il match terminò 0-0.

ALTRE TRE SFIDE ALLA PRIMA DI CAMPIONATO Fiorentina e Napoli si incontrano al primo turno a Firenze per la quarta volta. Il bilancio delle tre sfide precedenti è favorevole ai viola che ne hanno vinte due e pareggiata una, l'ultima. Nel 1971/72, all'esordio di Nils Liedholm in campionato sulla panchina della Fiorentina, i viola si imposero per 2-1 grazie alle reti di Andrea “Birillo” Orlandini (al debutto in A) e di Sergio Clerici all'89'. Entrambi giocarono poi nel Napoli. Nel 1983/84 la Fiorentina di Picchio De Sisti battè gli azzurri per 5-1 con una tripletta di Paolo Monelli e i gol di Gabriele Oriali e Pasquale Iachini, due dei nuovi acquisti viola, entrambi a segno al debutto in campionato. L'ultima volta che le due squadre si sono affrontate al Franchi nella prima di campionato è stato nel 2010/11. l'incontro finì in parità, 1-1 con i gol di Cavani e D'Agostino (sulla panchina viola sedeva Sinisa Mihajlovic).

Birillo, Paolone, il Cholito e quei debutti da sogno

Orlandini e Monelli protagonisti nelle “prime” col Napoli Nell’ultima vittoria lo show fu di Simeone

Il "Cholito" Simeone realizzò una tripletta nell'ultima vittoria della Fiorentina sul Napoli del 2018

L'ULTIMA VITTORIA VIOLA E' datata 29 aprile 2018 (alle 18). La Fiorentina si impose per 3-0 grazie a una tripletta di Giovanni Simeone. Il Cholito andò in gol al 34', al 62' e al 93'. La squadra viola fu avvantaggiata sicuramente anche dalla giusta espulsione di Koulibaly dopo otto minuti. Il match era valido per la trentacinquesima giornata, quella in cui il Napoli abbandonò il sogno scudetto (dopo la sconfitta di Firenze la formazione di Sarri si trovò a quattro punti dalla Juve, vittoriosa la sera prima a San Siro con l'Inter, con solo tre gare da giocare).

DUE PAREGGI NEL 2016 Le due formazioni non si sono mai incontrate a Firenze nel 2017. Quello prima, invece, è stato l'anno quello in cui Fiorentina e Napoli si sono affrontate come quest'anno due volte al Franchi.

Lunedì 29 febbraio (alle 21) il match finì 1-1 con due reti realizzate in sessanta secondi. Al gol del vantaggio della squadra di Sousa al 6' con Marcos Alonso replicò al 7' Higuain. Giovedì 22 dicembre (alle 20.45) l'incontro terminò 3-3. Il Napoli passò in vantaggio con un gol di Insigne al 25'. Poi Bernardeschi segnò il gol dell'1-1 al 51' e, dopo la rete di Mertens al 68', quella del 2-2 al 69'. Zarate all'82' portò in vantaggio la Fiorentina ma Gabbiadini su rigore al 94' realizzò la rete del definitivo 3-3.

L'ULTIMA SCONFITTA DELLA FIORENTINA Gli azzurri non vincono a Firenze dal campionato 2014/15 quando si imposero per 1-0 con una rete di Higuaìn.

UN GOL DI MONELLI DA 50 METRI L'attaccante viola, entrato in campo da 3 minuti al posto di Diaz, lo segna all'89' a Garella il 4 gennaio 1987 nel match vinto dalla Fiorentina al Comunale per 3-1.

Diaz aveva portato in vantaggio i viola al 6'. Antognoni aveva raddoppiato al 25'. Maradona aveva poi accorciato le distanze al 50'. In quell'incontro valido per la quattordicesima giornata il Napoli che poi avrebbe vinto lo scudetto subì la prima sconfitta del campionato.

DUE BELLE VITTORIE CON L'EX RANIERI IN PANCHINA Nel 1994/95 la Fiorentina batte il Napoli al Franchi per 4-0 con gol di Andrea Sottil, il papà di Riccardo, Marcio Santos, Batistuta e Cois. Nel 1995/96 i viola si impongono per 3-0 con doppietta di Batistuta e rete di Baiano.

Monelli: “Che gol davanti a Maradona!”

“La rete da centrocampo contro il Napoli di Diego è il mio ricordo più bello Ma anche quella tripletta...”

• Daniele Taiuti

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a Fiorentina di Rocco Commisso è pronta a iniziare la stagione agonistica 19-20 con un rinnovato entusiasmo, attirando su di sé l’interesse e la curiosità di tutto l’ambiente calcistico italiano e internazionale. Il calendario però non è stato benevolo con la squadra di Montella; nelle prime giornate infatti il collettivo gigliato dovrà affrontare delle formazioni con mire altamente ambiziose, come il Napoli di Carlo Ancelotti all’esordio.

Fiorentina-Napoli storicamente ha offerto uno spettacolo più che apprezzabile. Fuoriclasse come Maradona e Antognoni fra gli altri in virtù della loro classe hanno saputo deliziare il Franchi con dei gesti tecnici memorabili. Tuttavia la partita in esame ha regalato momenti di gloria anche a dei gregari di lusso come Paolo Monelli. L’ex calciatore emiliano arriva a Firenze dal Monza nel 1981 insieme a Daniele Massaro. Nel corso della sua esperienza in viola le partite con i partenopei lo vedono spesso grande protagonista: la tripletta nella stagione 83-84 (proprio nella prima giornata di campionato) e la rete messa a segno da centrocampo nel 1986-87 sono le sue gesta più importanti.

Con lui andiamo a rievocare i suoi ricordi degli incontri fra viola e azzurri, senza trascurare di analizzare le prospettive della squadra gigliata.

Paolo Monelli, come vede l’avvento di Commisso nel nostro calcio?

“Avverto delle sensazioni oltre modo positive in merito. E’ un uomo che, grazie alle sue idee e al suo entusiasmo, può rivelarsi una risorsa più che preziosa non solo per la Fiorentina ma per tutto il movimento”.

Condivide la linea della società viola di non dare degli obiettivi precisi alla squadra per la stagione in arrivo?

“Sì lo trovo molto saggio.

Paolo Monelli in maglia viola

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BS|24 agosto 2019

L’anti napoli

“Rocco Commisso ha riportato gioia Cresceremo nel tempo” “Sicuramente Sottil. Ha un talento notevole e l’esperienza con la maglia del Pescara l’ha fatto crescere in modo esponenziale. Possiede tutte le carte in regola per compiere una brillante carriera”.

I cambiamenti sono e saranno radicali sia a livello societario sia per quanto concerne la squadra.

Servirà del tempo perché tutto vada a regime.

L’importante è che quest’anno vengano poste le basi per un futuro luminoso della Fiorentina”.

Fra i giovani viola chi l’ha maggiormente impressionata?

La partita con il Napoli ci può già dare delle indicazioni precise sul valore dei gigliati?

“Le prime partite solitamente non danno mai delle risposte veritiere sul reale potenziale delle squadre.

Però visto l’alto valore degli uomini di Ancelotti per i viola rappresenta un banco di prova severo. E’ necessario disputare un match attento, e giocarsela con la spensieratezza della gioventù”.

Ci può raccontare le emozioni principali che ha vissuto negli incontri fra viola e partenopei?

“Il Napoli mi rievoca sempre dei dolci ricordi. Agli azzurri ho segnato la mia unica tripletta in serie A nella stagione 83-84. Per me fu giornata fantastica perché era la prima partita in viola dopo il prestito all’Ascoli. Come non parlare poi del gol da centrocampo nella stagione 86-87 davanti a Maradona: indimenticabile”.

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BS|24 agosto 2019

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Una partita una storia Viola amore mio

Capitan Galdiolo corre sotto la Fiesole

1977: “Badile” punisce il Napoli nel giorno di San Silvestro e fa felice Mario Mazzoni Il tecnico fiorentino al debutto in campionato • Ruben Lopes Pegna

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Giancarlo Galdiolo

Mario Mazzoni

ono trascorsi poco più di tre mesi da quando ci ha lasciati l'indimenticabile Mario Mazzoni.

E oggi che la Fiorentina sfida il Napoli al Franchi, pensando a lui, la mente ci riporta alla partita dell'esordio in campionato dell'allenatore fiorentino (peraltro aveva già guidato precedentemente la squadra viola in Coppa Italia, vincendola tra l'altro il 28 giugno 1975 all'Olimpico con il Milan per 3-2). Il suo debutto avviene al Comunale il giorno di San Silvestro del 1977 nel match contro il Napoli. Mazzoni viene scelto per sostituire Carletto Mazzone, esonerato dopo la sconfitta interna con la Lazio il 18 dicembre, prima della sosta natalizia del campionato. Si gioca in una splendida giornata di sole, non particolarmente fredda. Il Napoli chiede di anticipare l'incontro di mezzora per poter rientrare in città prima dell'inizio del nuovo anno. Si gioca così alle 14 di sabato 31 dicembre davanti ad una buona cornice di pubblico. Mazzoni inizia la sua avventura in panchina senza il giocatore più importante, ovvero Giancarlo Antognoni.

Il tecnico viola fa di necessità virtù e al suo posto schiera con la maglia numero dieci Braglia. Questa è la formazione della Fiorentina: Galli; Tendi, Rossinelli; Pellegrini, Galdiolo, Orlandini; Caso, Gola (Zuccheri dal 78'), Casarsa, Braglia, Desolati. La fascia di capitano va a Giancarlo Galdiolo (detto simpaticamente "Badile" dai tifosi viola), che gioca con la maglia

era appena subentrato al quasi omonimo Carlo Mazzone numero cinque, ovvero da stopper (uno dei difensori centrali di oggi). Ha tra l'altro un compito difficilissimo, quello di fermare il centravanti del Napoli Beppe Savoldi, uno degli attaccanti più prolifici dell'epoca. Galdiolo disputa una partita davvero straordinaria, non concedendo niente al numero nove azzurro. Comunque la gara è equilibrata anche se nervosa tanto che l'arbitro Lattanzi di Roma espelle due giocatori, il terzino azzurro Valente e l'ala viola Caso. C'è anche un gol annullato alla Fiorentina nel secondo tempo. E comunque è la squadra di Mazzoni che attacca maggiormente.

E a un quarto d'ora riesce a sbloccare il match. C'è un calcio di punizione al limite dell'area azzurra.

Sul pallone va Galdiolo. Di potenza con un forte tiro di destro batte il portiere Mattolini, suo ex compagno di squadra. Galdiolo segna il suo primo gol in campionato con la maglia viola, con la fascia e sotto la curva Fiesole. Il massimo per un giocatore della Fiorentina che purtroppo come Mazzoni oggi non c'è più (ci ha lasciati a settembre dell'anno scorso dopo una lunga malattia). Il Napoli quel gol non lo rimonta più, anche perché i tifosi viola sugli spalti incitano la squadra a più non posso fino al novantesimo. Li elogia Mazzoni, modesto come sempre, a fine partita così come elogia il cuore dei suoi ragazzi. Ma il merito di quella vittoria che sarà comunque importante per la salvezza della Fiorentina è anche dell'allenatore, che in pochi giorni ha dato un'anima alla squadra.

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BS|24 agosto 2019

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La top 11 dei doppi ex

I campionissimi viola-azzurri

Ripercorriamo la storia della grande sfida del Franchi attraverso i migliori giocatori protagonisti con entrambe le maglie • Tommaso borghini

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Giovanni Galli

a top 11 dei doppi ex di Fiorentina e Napoli. Un giochino che, ne siamo consapevoli, solleverà molte critiche nei confronti delle nostre scelte. Ma è giusto così, perché quando hai davanti una schiera di grandi campioni, come sono stati molti dei giocatori che hanno vestito sia la maglia viola che quella azzurra, è normale che si apra il dibattito e che qualcuno storca il naso di fronte a un’opzione piuttosto che all’altra.

E, a ben guardare la lunga lista degli ex del passato, l’imbarazzo della scelta c’è soprattutto dalla cosiddetta cintola in su: centrocampisti e attaccanti di lusso hanno, infatti, trascorso parte della loro carriera in riva all’Arno e all’ombra del Vesuvio, deliziando entrambe le platee, mentre in difesa e per quanto riguarda il ruolo di portiere, le alternative sono quantitativamente e, senza offesa per nessuno, qualitativamente inferiori… basti leggere il nome degli attaccanti viola-azzurri per capirlo: Baiano, Diaz, Clerici, Bertoni, Hamrin, Quagliarella, Chiarugi, Edmundo e Robbiati… nomi che rievocano ricordi splendidi in entrambe le piazze e che risulta davvero difficile selezio-

L’imbarazzo della scelta in attacco Più limitate le opzioni nel reparto arretrato

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BS|24 agosto 2019 La top 11 dei doppi ex

Bruno Pesaola e Luciano Chiarugi

nare all’interno di un tridente (abbiamo scelto Bertoni, Hamrin e Chiarugi nel modulo 4-3-3). Più facile scegliere volgendo lo sguardo alle retrovie: in porta Giovanni Galli non ha rivali, con Bandoni (riserva di Superchi nell’anno del secondo scudetto viola) a subentrare in caso di necessità. In difesa siamo costretti a “forzare” a destra il mancino di Volpecina con Pusceddu sul versante opposto. I centrali sono Baroni e Gamberini. A metà campo, invece, si riapre il dibattito: abbiamo optato per il trio “Ciccio” Esposito, Pecci e Gratton. E, dulcis in fundo, il capitolo allenatore… il prescelto è Bruno Pesaola, il mitico tecnico dello Scudetto viola e della Coppa Italia partenopea, senza dimenticare un grandissimo personaggio come Beppe Chiappella che guidò entrambe le squadre, oltre che essere stato uno dei leader della Fiorentina del 1956. Il gioco è fatto. Sperando che, critiche a parte, i nostri lettori si divertano a ripercorrere con la memoria le loro formazioni - top, attraverso la nuova rubrica che apparirà sul Brivido in occasione delle grandi sfide di campionato.

Kurt Hamrin in tuffo di testa

MODULO 4-3-3 Chiarugi Gratton Pusceddu

Hamrin Bertoni

Pecci

Esposito

Baroni Galli

Gamberini Volpecina

Allenatore: Pesaola A disposizione: Bandoni, Orlandini, Caso, Behrami, Bigica, Restelli, Baiano, Robbiati, Edmundo, Diaz, Quagliarella, Clerici

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un tabù da sfatare

Da allenatore viola solo un successo sul Napoli al San Paolo firmato Joaquin

Provaci ancora Vincenzo Montella cerca la prima vittoria allo stadio Franchi contro la squadra della sua terra d’origine

• Ruben Lopes Pegna

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n tabù da sfatare. Magari proprio oggi all'esordio in campionato. Vincenzo Montella, infatti, non ha mai battuto il Napoli al Franchi quando sedeva sulla panchina viola. Ed è successo per tre stagioni prima di questa, dal 2012/13 al 2014/15. Il suo bilancio è davvero negativo. L'allenatore di Pomigliano d'Arco (cittadina situata a circa venti chilometri dal capoluogo campano) che non ha mai né giocato nel Napoli né l'ha mai allenato con gli azzurri a Firenze ha ottenuto soltanto un pareggio e ha subito due sconfitte.

L'ULTIMO INCONTRO DELL'AEROPLANINO AL FRANCHI Si disputa domenica 9 novembre 2014 alle ore 18. Gli azzurri vincono per 1-0 grazie a una rete realizzata da Higuaìn al 61'. Di quella Fiorentina, panchinari compresi, non è rimasto più nessuno. Nel Napoli, invece, ci sono ancora Koulibaly, Callejon, Mertens, Insigne e Ghoulam. Insomma quasi mezza squadra.

UN'ALTRA SCONFITTA La Fiorentina perde anche nella stagione precedente (2013/14). Nel turno infrasettimanale di mercoledì 30 ottobre 2013 alle 20.45 viene sconfitta per 2-1. Callejon porte in vantaggio la squadra di Rafa Benitez al 12'. Al 28' Pepito Rossi pareggia su rigore. Ma al 36' Mertens realizza la rete del nuovo vantaggio degli azzurri. Nella ripresa la gara si innervosisce. E nel finale il protagonista diventa l'arbitro Calvarese. Espelle l'ex terzino viola Maggio all'80' e, poi, al 91' nega, sotto la curva Fiesole, un rigore netto alla Fiorentina per un fallo in area su Cuadrado. Al danno si aggiunge la beffa.Calvarese, infatti, estrae il secondo cartellino giallo per il colombiano (per simulazione) già ammonito e lo caccia perciò dal campo.

Vincenzo Montella a colloquio con i suoi giocatori

L'UNICO PAREGGIO Montella lo conquista nella stagione precedente (2012/13) il 20 gennaio 2013.

Il match giocatosi alle 12.30 finisce in parità 1-1.

Roncaglia porta in vantaggio i viola al 33' del primo tempo ma Cavani pareggia nove minuti più tardi.

LA SCONFITTA NELLA FINALE DI COPPA ITALIA Il 3 maggio 2014 all'Olimpico i viola perdono 3-1 nella serata caratterizzata da incidenti nel prepartita (non sono coinvolti i tifosi della Fiorentina) a causa dei quali morirà il supporter del Napoli Ciro Esposito.

La gara si gioca in un clima surreale senza tifo sugli spalti. Insigne realizza una doppietta nei primi 17 minuti. Vargas accorcia le distanze al 28'. Nella ripresa sotto la curva viola la squadra di Montella sfiora

più volte il gol del pareggio e in particolare con Ilicic all'89'. Poi al 92' in contropiede Mertens realizza la rete del definitivo 3-1.

PER MONTELLA 2 SCONFITTE E UNA VITTORIA AL SAN PAOLO E' questo il bilancio dell'aeroplanino sulla panchina viola nelle tre sfide con gli azzurri a Napoli. Tra l'altro quella del 2 settembre 2012 è la prima partita ufficiale in trasferta di Montella da allenatore della Fiorentina, che perde 2-1. Così come perde per 3-0 nel 2014/15. L'unica vittoria, sulla panchina viola, la ottiene il 23 marzo 2014. La Fiorentina si impone per 1-0 grazie ad una rete di Joaquin all'87'.

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BS|24 agosto 2019

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Fuorigioco

In un sabato sera di nobiltà calcistica la Fiorentina dovrà provare a spiccare il volo

Allacciate le cinture: si riparte

Avvio terribilmente complicato Ma l’arrivo di Commisso ha scacciato la malinconia Adesso godiamoci il nuovo inizio

• Duccio Magnelli

C

omplicatissimo per la Fiorentina l’inizio del campionato 2019-20. Roba da far tremare i polsi anche al più ostinato degli ottimisti.

Eredità, forse, della classifica disastrata dello scorso campionato, nella cui ultima giornata la Viola si è trovata a fare i conti con un’improbabile ma comunque matematicamente possibile retrocessione. Se qualcuno si aspettava un occhio di riguardo per la nuova proprietà, si è dovuto subito ricredere.

Niente sconti, nemmeno a chi ha attraversato l’Atlantico per salvare la Fiorentina. Per fortuna il cambio di gestione societaria ha gettato tali valanghe di entusiasmo nel calderone del tifo viola che anche una partita come quella di stasera (contro il Napoli vicecampione d’Italia) sembrerà a molti giocabile. Il fatto poi che si giochi al Franchi, sicuramente strapieno e ribollente di tifo come non mai, potrebbe riequilibrare un po’ le sorti a favore dei ragazzi di Montella. L’estate della Firenze calcistica è stata rovente, forse più di quella meteorologica. Merito del nuovo padrone a stelle e strisce, ma anche di un tifo che aspettava solo un gancio in mezzo al cielo, uno qualsiasi, a cui aggrapparsi per scacciare malinconia e rassegnazione. Fino a qualche mese fa Rocco Commisso non lo conosceva nessuno. Poi, in pochissimi giorni, il suo nome è stato uno dei più cliccati in Rete insieme a Mediacom, l’azienda di telecomunicazioni di cui il nuovo padrone della Viola è proprietario.

I tifosi viola non lasceranno sola la Fiorentina

Qualcuno sarà anche andato a studiarsi il funzionamento delle tv via cavo e il fatturato, notevolissimo, ma in quel momento anche il più povero degli imprenditori sarebbe stato accolto a braccia aperte. Il matrimonio fra i fratelli Tod’s e Firenze era finito da tempo. Stavano volando gli stracci e non sarebbe passato molto tempo per veder volare anche i piatti del servito di porcellana. La partita di stasera apre un nuovo ciclo per la Fiorentina, un ciclo pieno di speranza, con tante facce nuove entusiaste di essere

qui. Certo, avversaria peggiore poteva essere solo la Vecchia Signora (anche se l’Inter sembra essersi avvicinata alle due indiscusse capofila). Ma forse, alla fine, è meglio così. L’entusiasmo della prima partita di campionato, in uno stadio infuocato, in un sabato sera di grande nobiltà anche televisiva, potrebbe mettere le ali anche a un tacchino. Quindi non resta che allacciare le cinture e partire per questa nuova, eccitante avventura.

Buona partita a tutti.

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