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RINASCIMENTO SPIRITOSO
Il post-pandemia ridisegna le vie del consumo e segna una nuova fioritura per il settore delle bevande spiritose, tra nuovi prodotti e nuove distillerie
Nuove distillerie, mixology in fermento e un andamento dei consumi non esattamente facile da inquadrare, che vede un fase di riassestamento dopo il periodo pandemico, con abitudini sempre più diversificate sia in termini di canali di acquisto che di modalità e abitudini di consumo. Lo scenario post-pandemico per gli spirit in Italia è tanto florido quando complesso e in rapida evoluzione, senza dimenticare l’influenza dei contraccolpi inflattivi e delle preoccupazioni per lo scenario internazionale.
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Pandemia e distillazione, il gin tra flirt e portafoglio
Assieme alle innegabili criticità, la pandemia ha avuto in molti casi un ruolo di spartiacque nelle scelte di vita. Nel settore degli spirits, questo si è tradotto in una riscoperta, che sta generando il lancio di moltissime nuove etichette – gin in primis - unite a un incremento di circa il 23% nell’avvio di nuove distillerie. Secondo le elaborazioni di Spirito Autoctono La Guida sui dati di Distillo Expo - fiera di riferimento per il settore (lo scorso 16-17 maggio), Milano – a spingere le nuove aperture è soprattutto la prospettiva della produzione di gin in conto terzi, un’attività che promette alle nuove micro-distillerie di rientrare dall’investimento in tempi sostenibili e con una buona prospettiva di margine. Nel nostro paese sono ormai oltre un migliaio le etichette di gin, di cui si stima che siano circa il 90% quelle prodotte in conto terzi. Sul totale della produzione in conto terzi delle distillerie ad accisa assolta, il distillato di ginepro incide per ben l’80%, seguito dal 10% di acquaviti e vodka e dalla percentuale restante di liquori e amari.
A spingere la popolarità del distillato di ginepro c’è senz’altro l’impiego come ingrediente in mixology, ma anche come prodotto in grado di farsi portavoce, attraverso la scelta delle botaniche, di uno storytelling territoriale.
Distillerie italiane, il tessuto sociale
Secondo i dati di Distillo Expo sono circa un centinaio le distillerie attive oggi in Italia, rispetto alle 85 del pre-pandemia. Per il 10% si tratta di aziende artigianali e storiche, spesso alla sesta-settima generazione di distillatori, mentre un altro 10% riguarda produttori industriali, che non si occupano solo di alcol per uso alimentare. La restante parte comprende aziende medio-grandi e medio-piccole. A questi numeri si aggiungono oggi circa 20 nuovi progetti nati durante la pandemia.
Le produzioni comprendono principalmente grappa, brandy e gin, per volumi che – rispetto a quelli di Paesi come UK (Scozia, nello specifico), Irlanda e Usa – rimangono molto contenuti.
Canali di vendita, fase di riassestamento
Per quanto riguarda i canali di vendita, i recenti dati diffusi dell’Osservatorio Federvini in collaborazione con Nomisma e Tradelab, indicano una lieve contrazione nelle vendite della gdo, che nel 2022 segnano un -0,6% a valore (1.2 miliardi di euro) rispetto all’anno precedente. A pesare sul calo, soprattutto la preoccupazione generata da inflazione e guerra, mentre il peggioramento della situazione economica inizia a farsi sentire.
Crescono invece i consumi fuori casa, favoriti dall’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, anche se il settore è ancora distante dai valori raggiunti nel 2019.
Tra gli aspetti più interessanti c’è inoltre lo sviluppo del canale digitale, che veicola molte delle nuove etichette di spirits - spesso non ancora supportate da reti distributive tradizionali – oltre a muovere anche bottiglie di pregio, attraverso aste online e canali esclusivi.
Export, vendite a +23% nel 2022
Ottima la performance degli spirits italiani all’estero, con un +23% di export tra gennaio e ottobre 2022 (rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente). Secondo i dati dell’Osservatorio Federvini a trainare le vendite è la categoria liquori e amari con un valore di 444 milioni di euro e una crescita del 22%, mentre l’incremento più alto è realizzato dalle vendite di grappa (+23% per vendite da 49 milioni di euro), apprezzata soprattutto in Germania. I mercati principali per gli spirits made in Italy si confermano gli Stati Uniti (22% delle vendite), seguiti da Germania (17%) e UK (12%).
Le Distillerie Attive Oggi In Italia
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