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SH ROMA BAR O RICOMINCIA DA TRE W
Come spesso si dice in ambito sportivo (e non solo), non c’è due senza tre. Fedeli a questo motto Andrea Fofi, Giuseppe Gallo e Fabio Bacchi, insieme ai proprietari del The Jerry Thomas Project, rinnovano anche quest’anno l’ormai consueto appuntamento capitolino con il Roma Bar Show.
Per i pochi sfortunati che non ne hanno mai sentito parlare riassumiamo il tutto: si tratta dell’evento dedicato all’industria del beverage (e al mondo della mixology) che riempirà le sale dello storico Palazzo dei Congressi dell’Eur con centinaia di brand e di operatori della spirit industry nazionale e internazionale.
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Queste poche semplici parole provano a descrivere quella che per molti è una vera e propria festa, per altri è un’ottima occasione di lavoro, per altri ancora un momento di confronto, di partecipazione e di promozione della propria azienda o del proprio brand.

Ma a cosa si deve il successo del Roma Bar Show dopo pochissime edizioni? Come sono riusciti a far diventare una città ricca e divertente ma tanto complessa come Roma, la vera capitale del bere bene, scippando in qualche modo lo scettro a Milano?
Per prima cosa va detto che dietro a quella che sembra essere una simpatica manifestazione per bere e far festa, c’è tanto lavoro di organizzazione, coordinazione e promozione, che passa dal tour promo- zionale in giro per tutte Italia, alla decisione di non scegliere le date del week end (dove i locali lavorano) che avrebbero sicuramente portato un pubblico più numeroso e curioso (anche a livello di incassi), escludendo però chi davvero lavora nel settore ed è in grado di portare valore al programma e alla partecipazione. L’ultimo ingrediente messo nello shaker del RBS è fatto di tante conoscenze personali messe in campo non solo per alzare l’asticella qualitativa della manifestazione, ma incidendo anche sull’indotto di tutta la Capitale.
Un indotto che è fatto anche di camere di hotel, ristoranti, pizzerie, locali e cocktail bar impegnati con le numerose aziende che partecipano alla kermesse, divise in aree ben identificate e distinte, che partono da Piazza Italia, interamente dedicata ai prodotti e alle eccellenze nostrane, passando per il festoso Mexican Village e il suo stage, che in questa nuova edizione sarà nella splendida terrazza del palazzo.
Come in tutti i Bar Show che si rispettano, una parte importantissima la fa senza dubbio quella dell’educational attraverso un programma davvero ricco e variegato, che vedrà ospiti internazionali affrontare tematiche di attualità nella bar industry quali inclusività e sostenibilità, ma anche l’evoluzione della miscelazione nei bar.
Osservando il programma crediamo fortemente che, al di là di tutte le presentazioni o degli spazi promozionali dei singoli brand, siano questi educational ad accendere il più classico dei fari su un settore che negli ultimi anni è cresciuto (escludendo il periodo Covid) in maniera esponenziale e che adesso, forse per la prima volta, si pone davvero domande importanti. I temi coinvolgono non solo il mondo dell’industry ma anche tutto quello che gli fa da contorno. Ospiti di spicco provenienti da tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, dall’Australia alla Spagna garantiranno e vivranno un percorso articolato in cui approfondire temi interessanti; non ultimo plus la possibilità di imparare ‘dai migliori’ come portare avanti un bar di successo. L’elenco è pressoché infinito e conferma, questa ricchezza, quanto in sole tre edizione il Bar Show sia velocemente diventato un punto di riferimento.
