Casa per Casa
idee e progetti per la mia città
Rigenerazione edilizia, trasporti, energia. La nostra idea di sviluppo urbano per Calenzano
PRIMO NUMERO MONOTEMATICO:
AMBIENTE, URBANISTICA E MOBILITÀ
Dal 13 gennaio 2023 è diventato efficace il Piano Operativo Comunale di Calenzano.
È il Piano che dà il via libera all'edificazione sulle ultime aree verdi rimaste libere dalle costruzioni dentro il perimetro urbano. Fibbiana, Via dei Prati, Via di Pagnelle, Via Pertini, Via di Prato, Via Salvanti, Via Monti, Via dei Tessitori, Via Fanciullacci: sono i tanti luoghi dove vedremo sorgere dal nulla nuove case o nuovi capannoni.
Mai come in questa occasione chi amministra si è dimostrato così indisponibile a tenere in considerazione le osservazioni dei cittadini e a modificare le scelte più controverse e contestate. Nel passato il passaggio delle osservazioni al Piano Regolatore non è mai stato un fatto puramente formale. Negli anni ’90 ad esempio, in sede di approvazione definitiva furono apportate notevoli modifiche al PRG, dando prova di una disponibilità all’ascolto di cui oggi si è persa ogni traccia, nonostante il gran parlare di percorsi partecipativi.
Il POC approvato dal Consiglio lo scorso 10 novembre, dopo tre anni dall’avvio del procedimento, invece è stato totalmente blindato, soprattutto nelle previsioni che riguardavano le nuove costruzioni. A nulla sono valse le raccolte di migliaia di firme per fermare la saturazione degli ultimi appezzamenti di terreno rimasti liberi in ambito urbano. E nemmeno i pareri critici espressi dagli enti, come Regione, Soprintendenza e Autorità di Bacino.
Si è sempre costruito, e noi semplicemente vogliamo che si continui a farlo: così Giunta e maggioranza, durante il dibattito in Consiglio,
hanno giustificato le loro scelte, incuranti delle conseguenze urbanistiche e ambientali in un territorio pianeggiante già fortemente saturato da costruzioni e congestionato dal traffico. Eppure l’emergenza climatica è ormai un'evidenza sotto gli occhi di tutti e dovrebbe indurre ad un ripensamento anche nelle politiche di governo del territorio, promuovendo, in coerenza con la legislazione regionale, il riuso, il recupero, la riconversione del già costruito e la salvaguardia delle aree inedificate.
Invece niente da fare: ad oltre tre anni dall’avvio del procedimento si decide di andare avanti a testa bassa a costruire come negli anni ‘80, incuranti anche delle conseguenze politiche laceranti che tali scelte comporteranno inevitabilmente.
Va infine sottolineato che, anche in virtù dei notevoli ritardi accumulati, difficilmente vedremo la realizzazione delle previsioni contenute nel POC in questo ultimo anno che ci separa dalle elezioni comunali. Saranno tuttavia predisposti i progetti e create le condizioni per il rilascio dei permessi a costruire, lasciando così sulle spalle dei futuri amministratori una eredità pesantissima.
Potranno così - i nostri attuali amministratori - continuare a vantarsi di essere coloro che hanno cementificato meno di tutti.
L’unica speranza è che il vento di novità e cambiamento che ha portato all’elezione di Elly Schlein a Segretaria del PD - che sul punto del consumo di suolo zero è stata abbastanza chiara - contagi anche le scelte politicoamministrative in una realtà come la nostra che su questo punto non ci sente proprio.
L'EDITORIALE
GIUSEPPE CAROVANI
POC di Calenzano: al via il Piano della saturazione urbana
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Fibbiana: molte forzature per chiudere l’ultima finestra sulla Calvana
Il progetto di costruire un capannone in località Fibbiana, tra la Barberinese e Via di Prato, è un esempio di come non si dovrebbe gestire il territorio e le risorse messe a disposizione.
L’idea nasce alla fine della scorsa consiliatura, presentata come grande possibilità di sviluppo, con centinaia di posti di lavoro ed espansione del terziario per migliaia di altri posti di lavoro. Tutto questo ovviamente viene vociferato, nessun atto lo comprova e non viene mai presentato un piano industriale degno di questo nome.
Invece di promuovere il riuso dei tanti capannoni abbandonati o sfitti già più che adatti allo scopo, si decide di consentire l’edificazione nel punto più congestionato, in prossimità della rotonda del Ponte ai Pesci con l'unica possibilità di accesso da Via di Prato, in quello spazio verde e ad alto rischio inondazioni che dalla zona della Stazione permetteva la visuale su Travalle e la Calvana - perplessità espresse anche da enti sovracomunali. Un’opera paradossale, quando ci sono cittadini che non riescono nemmeno ad installare dei pannelli fotovoltaici sul tetto della propria casa per rispetto alle norme paesaggistiche.
Si è quindi di fatto agevolato il privato attraverso pesanti forzature. La più grossa: la presenza della Barberinese prevede una fascia di rispetto di 30 metri fra la strada e le costruzioni. Così la giunta Biagioli seguita dalla giunta Prestini arriva a richiedere alla Città metropolitana di portare la fascia di rispetto a 10 metri per edificare più a
GIANNI PAGANI
ridosso della strada. Risultato: si declassa il tratto adiacente della SP8 Barberinese a strada comunale, e d'ora in poi i costi della manutenzione (anche del ponte sulla Marina) sono a carico dei calenzanesi.
Ma non basta: il progetto presentato nel POC prevede la realizzazione di 8’000 metri quadri. Vengono presentate osservazioni per evitare questa previsione e raccolte centinaia di firme, gli enti sovracomunali notificano perplessità: l’Amministrazione raccoglie tutto ciò e fa le sue controdeduzioni che diventano il POC definitivo.
Come è finita? Si passa da 8’000 a 8’500 metri quadri: 500 in più della prima previsione. Ognuno tragga le proprie conclusioni.
EXSP8 Barberinese
viadiPrato
Altri edifici commerciali all'uscita del casello A1? Anche no...
Nel Piano Operativo si prevede anche la costruzione di un edificio commerciale di 3'000 metri quadri su Via Vittorio Emanuele, di fronte all'hotel Delta Florence.
Si comprende facilmente come questa posizione possa risultare appetibile in termini di visibilità e raggiungibilità, ma altrettanto facilmente si capisce che andare ad incrementare le attività commerciali nelle immediate prossimità del casello autostradale, e soprattutto sull'asse di Via di Prato-Via Vittorio Emanuele, non possa che avere pessime ripercussioni sul traffico.
Ancora una volta, sottolineiamo come ci siano svariati capannoni abbandonati in zona da
poter occupare o rigenerare, basti pensare a quelli di Via del Pratignone.
Desta inoltre preoccupazione l'ostinarsi dell'Amministrazione nel voler aggiungere nuove superfici commerciali in un momento di crisi economica e di aumento dei costi dei materiali edili.
Così come per lo spazio ora inedificato fra Via Salvanti e il casello autostradale, anch'esso destinato alla cementificazione, continuiamo a sostenere che queste aree possano invece essere valorizzate con opere di mitigazione ambientale, ad esempio parchi piantumati ed impianti fotovoltaici, migliorando la vita sia dei residenti che di chi è di passaggio.
POC: LE SCELTE PEGGIORI
2 POC: LE SCELTE PEGGIORI
GIUNTINI
SIMONE
Stazione di Calenzano
Provincia di Prato
Alloggi ERP al posto dell’area verde fra via Pertini e via Faggi: le preoccupazioni di chi abita nelle case popolari
Il progetto di master plan che prevede il trasferimento degli alloggi ERP di Viale del Pino nell'area verde di Via Pertini è stato inviato dall’Amministrazione Comunale di Calenzano al Ministero che ne ha ammesso l'accesso ai fondi PNRR. Ora comincia una corsa contro il tempo per la progettazione e realizzazione del progetto, che l’Amministrazione ha affidato a Casa SpA.
In questi mesi sono stati respinte al mittente le tre distinte proposte alternative che erano state avanzate da Sinistra per Calenzano, dal Comitato di Via Faggi e dall’arch. Gazzini per rigenerare gli alloggi ERP direttamente nell’area dove si trovano adesso in Viale del Pino, senza cementificare l’area verde, unica porta di accesso dal Centro Cittadino al Parco delle Carpugnane. L’Amministrazione non ha voluto sentir ragione ed è andata dritta per la sua strada.
Mario Dondoli è uno degli abitanti degli alloggi ERP di Viale del Pino.
“Io e tanti altri che abitiamo qui siamo preoccupati. Dopo la prima riunione di un anno e mezzo fa, noi inquilini non siamo stati riconvocati. Eppure ci avevano promesso di farlo per verificare la situazione e le esigenze di chi ci abita. Non sappiamo cosa ci aspetta, che dimensione avranno gli alloggi dove andremo ad abitare, se saranno realizzati tutti o solo una parte…. Dall’approvazione del primo progetto da parte della Giunta Municipale sono passati ormai due anni: è stato sprecato inutilmente un sacco di
PROPOSTE
tempo, visto la sordità ad ogni proposta diversa”. Effettivamente, avendo la scadenza per la conclusione dei lavori nella primavera 2026, pena la perdita dei finanziamenti, ed avendo ancora da redigere la progettazione definitiva ed esecutiva, nonché da effettuare la gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori, il rischio di arrivare lunghi sulla scadenza è molto forte vista la tempistica consueta con cui si eseguono i lavori pubblici, anche quando tutto fila liscio. “Figuriamoci allora se qualcosa dovesse andare storto, come per la scuola di Dietro Poggio, dove i lavori si sono fermati per il fallimento della ditta appaltatrice e tutto sta andando in malora”, prosegue Mario.
“Siamo anche preoccupati per il fatto che nel progetto finanziato dal PNRR è ricompresa la demolizione dei blocchi in cui abitiamo. Questo vuol dire che i traslochi delle famiglie dovranno essere effettuati in tempi ristretti, contingentati. Molte delle famiglie sono composte da anziani, come faremo? Chi ci aiuterà? Non vorremmo essere caricati di responsabilità che non ci competono e magari incolpati di ritardi…”
“E se poi i lavori dovessero andare per le lunghe sforando i termini, cosa succede? Vengono perduti i finanziamenti? Non vorremmo davvero essere lasciati in mezzo al guado...”
Preoccupazioni più che legittime, che non sono certamente fugate dal cronoprogramma approvato dalla Giunta che è un capolavoro di ottimismo ipocrita.
...preferiamo piantumazioni e posteggi coperti da pannelli solari!
Per l'area a destinazione commerciale su Via Vittorio Emanuele di cui abbiamo parlato, proponiamo una soluzione di compensazione ambientale compatibile con l'attuale uso a parcheggio TIR del piazzale.
Con pensiline di opportuna altezza, e coperte da celle fotovoltaiche orientate a sud, si otterrà una superficie di 2'500 mq di pannelli solari: una piccola centrale elettrica che potrebbe produrre più di mezzo gigawattora annuale di energia.
Si otterrebbero 60 posteggi di 3,5 per 12 metri ciascuno, confermando le vie di entrata e di uscita attuali; intorno si potrebbe prevedere la piantumazione di arbusti di altezza inferiore ai 3 metri e mezzo, per non interferire con la produzione di energia ma ridurre comunque l'impatto visivo all'esterno.
Un analogo impianto è stata realizzato con successo nel comune di Poggio a Caiano, proprio nei pressi della centrale ENEL: proponiamo che si segua questo esempio, magari nell'ambito della creazione di una Comunità Energetica Rinnovabile.
"Calenzano - Sesto F.no"
LE NOSTRE
POC: LE SCELTE PEGGIORI
MARIO DONDOLI
uscita/entrata casello A1
viaVittorioEmanuele parcheggioautomezzi pesantida60posti arbustihmax3,00mt pensilineconimpiantofotovoltaico ingresso corsiaperlamanutenzione corsiaperlamanutenzione uscita
viaVittorioEmanuele
Planimetriacon disposizioneimpianto fotovoltaicosupensiline
Pensilineconimpiantifotovoltaici 3 Parcheggioautomezzi pesantida60posti
Casello A1
Le Comunità Energetiche Rinnovabili: energia pulita per la comunità a Km 0
Le CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) sono state introdotte nella nostra legislazione nel 2021 in applicazione di una direttiva europea e rappresentano un’occasione per ottenere almeno quattro possibili vantaggi: economici, ambientali, sociali ed energetici.
I primi due benefici incidono su problemi che viviamo quotidianamente. È ormai evidente quanto Europa e Italia siano fortemente influenzate e dipendenti dall'estero per le fonti di energia fossili, con ripercussioni su famiglie (si parla di povertà energetica) e imprese, ma anche sull'ambiente, con l'aumento delle emissioni, i cambiamenti climatici evidenti, l'aumento di malattie respiratorie.
Le CER possono quindi dare un impulso importante alla transizione energetica, portando concreti benefici economici ed ambientali. È necessario intervenire in misura diffusa, consapevole e collettiva per una transizione energetica svincolata da lobby di potere, ma creata e sviluppata dai cittadini. Ed ecco gli altri due vantaggi: energetici e sociali .
Per il buon funzionamento di una CER è importante riorganizzare i consumi energetici spostandoli nelle ore di produzione degli impianti di energie rinnovabili condivisi. Inoltre per la costituzione e il funzionamento di una CER valgono ancora gli insegnamenti
tramandati dai nostri antenati: quando le risorse dei singoli non sono sufficienti si fa Comunità e si uniscono le forze, ci si aiuta l’un l’altro con il confronto e con spirito plurale. Nel concreto, l’esempio più semplice di CER si ha con due o più distinti utenti, dei quali almeno uno ha un impianto di produzione rinnovabile (produttore) e altri sono utilizzatori; tutti assieme si associano come Comunità Energetica. Se l’utilizzatore della comunità consuma energia elettrica mentre l’impianto del produttore di comunità la immette nella rete, ecco che il gestore dei servizi elettrici riconosce un incentivo economico alla CER (nella fase sperimentale si tratta di 0,11 euro per kWh). La comunità distribuirà l’incentivo al produttore, al consumatore o in opere socialmente utili, nelle percentuali che hanno deciso i membri tra loro nella costituzione della comunità.
Ci sono alcuni vincoli da rispettare per far parte di una CER: tutti i suoi membri devono essere serviti dalla stessa cabina primaria; non può far parte di una CER un fornitore di energia elettrica o una banca; la CER non può avere scopo di lucro.
La transizione energetica è la nostra sfida, per i nostri figli e il loro futuro. E dove non arriva la forza del singolo, può arrivare la forza della Comunità.
Nuova pista aeroportuale di Firenze: un'opera dannosa. Perchè insistere?
Il progetto per la costruzione di una nuova pista aeroportuale a Firenze ha subito una recente revisione dopo essere stata respinto dal Consiglio di Stato. Toscana Aeroporti ha presentato una nuova proposta che prevede la costruzione di una pista di 2.200 metri parallela all'autostrada Firenze Mare, definita "declinata convergente" per il suo diverso orientamento. Inoltre, il nuovo progetto prevede la costruzione di un sottopassaggio per la strada dell'Osmannoro.
Tuttavia, restano molte preoccupazioni per gli effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita delle persone che vivono nelle vicinanze. Oltretutto, il rumore e l'inquinamento atmosferico potrebbero ridurre il valore delle proprietà immobiliari e danneggiare l'economia locale a favore delle solite “multinazionali del profitto a tutti i costi”. Alcuni esperti sostengono che la soluzione
migliore sarebbe quella di potenziare e riqualificare l'aeroporto Galilei di Pisa, garantendo un rapido collegamento con Firenze attraverso una linea ferroviaria ad alta velocità. In questo modo, l'aeroporto di Firenze potrebbe essere riqualificato e ridimensionato nel suo impatto sui cittadini e potrebbe finalmente essere realizzato il progetto del "Parco agricolo-naturalistico" della piana Fiorentina, promuovendo la valorizzazione delle preziose risorse naturali di questo territorio.
I Consigli Comunali della Piana Fiorentina e Pratese, compreso Calenzano, hanno espresso la loro contrarietà anche alla nuova versione del progetto, sottolineando le forti preoccupazioni riguardo all'impatto ambientale dell'opera e l'importanza della tutela dell’ultimo grande polmone verde dell'area fiorentina.
4 LE NOSTRE PROPOSTE
LE NOSTRE PROPOSTE
FABIAN FIRAN
Le strade del nostro territorio negli ultimi anni si stanno sempre di più saturando. A causa di questo si creano, in particolar modo nei pomeriggi infrasettimanali, code chilometriche sugli assi principali della viabilità del nostro Comune.
La strategia da percorrere per risolvere questo problema non può che prevedere un serio investimento su un trasporto pubblico più efficace e accessibile.
Tuttavia le scelte che sono state fatte nell’ultimo periodo vanno nella direzione opposta: il passaggio di gestione in mano ad Autolinee Toscana e la conseguente privatizzazione di questo settore hanno reso il servizio del trasporto pubblico tutt’altro che efficiente.
I disservizi vengono infatti denunciati sia da parte dell’utente utilizzatore del servizio, che segnala come molte delle corse vengono saltate senza avviso, sia da parte dei dipendenti. Questi ultimi denunciano che oltre agli interessi di guadagno insiti nella gestione del privato vi sia anche una carenza di personale alla guida, non permettendo così l’affidabilità della corsa.
È indispensabile che la politica riprenda in mano la situazione, smettendo di voltarsi dalla parte opposta alle continue segnalazioni da parte degli utenti. Il Sindaco della Città metropolitana e il Presidente della Regione Toscana devono farsi carico di questo e trovare una possibile soluzione che possa far diventare
e accessibile per ridurre il
il trasporto pubblico fiorentino una reale alternativa all’auto privata.
Inoltre è necessario potenziare il servizio offerto aumentando corse e frequenze, soprattutto negli orari di punta, al fine di garantire alle migliaia di pendolari la possibilità di usufruirne. È fondamentale integrare il TPL su gomma con il trasporto su rotaia: non è più rimandabile la creazione di un servizio metropolitano di superficie sulla tratta ferroviaria Firenze-Prato-Pistoia, con fermate in ciascuna delle stazioni metropolitane accompagnato da un abbassamento delle tariffe e degli abbonamenti. Solo in tal modo sarà possibile incentivare l’uso dei mezzi pubblici con beneficio per tutti, sia a livello individuale che ambientale.
Apprendiamo con piacere la proposta dell’Amministrazione comunale presente nel PGTU di realizzare un servizio navetta che possa collegare i maggiori poli industriali di Calenzano e l’Università con la Stazione. Tuttavia, nello stesso piano si propone di eliminare la penetrazione della linea 2 a Settimello, scollegando così la frazione più popolosa del nostro territorio con il centro cittadino.
È dunque urgente recuperare un dialogo con l’utenza, ripensando alcune scelte locali e portando adeguate richieste in sede metropolitana, per discutere e rinnovare l’offerta del TPL.
5 LE NOSTRE PROPOSTE
trafficoMATTEO MONTECCHI
Un trasporto pubblico più efficiente
AEROPORTO DI FIRENZE: LA FUTURA CONFIGURAZIONE AL 2035 SECONDO IL MASTERPLAN DI TOSCANA AEROPORTI
Polo Scientifico
Sesto Fiorentino
Campi Bisenzio Calenzano
Osmannoro
Limite
Parco della Piana
Settimello Castello
Il Parco di Travalle, per passeggiare fra storia e natura
Il Parco di Travalle nasce come progetto volto a creare un luogo pubblico di interesse e di ritrovo per i cittadini all’interno del contesto agricolo della zona tra il Poggio Uccellaia e le prime pendici della Calvana. L’area circostante offre un paesaggio incantevole con sentieri immersi nel verde, cammini lungo il torrente Marina e una spiccata vocazione agricola che rende il luogo ideale per passeggiate e relax a stretto contatto con la natura, con importanti testimonianze storiche e artistiche che vale la pena visitare.
Nonostante queste bellezze, il Parco di Travalle presenta ancora alcune criticità. Ad oggi, il parco è riconducibile alla sola pista ciclo-pedonale che va dal ponte delle Bartoline alla piazzetta all’altezza dell’incrocio tra Via di Macia e Via dei Prati. L’area circostante la pista ciclo-pedonale, molto frequentata nei giorni festivi e prefestivi, risulta in uno stato di leggero degrado, che non è affatto migliorato dopo l’intervento dell’Amministrazione comunale che ha sviluppato un progetto di piantumazione, per poi lasciarlo in uno stato di semiabbandono.
Per promuovere e valorizzare il Parco di Travalle, luogo di straordinaria bellezza del nostro territorio, avanziamo alcune proposte.
In primo luogo, sarebbe necessario incrementare la segnaletica dei sentieri, con bacheche informative e guide agli itinerari, riprendendo e sviluppando quello che è stato fatto con il progetto “I Cammini dell’Acqua”. Sarebbe inoltre utile dare risalto ai molti sentieri CAI che da Travalle portano sulla Calvana e al Sentiero della Pace.
In secondo luogo, sarebbe interessante estendere il progetto a tutti i percorsi, come quello che costeggia il fosso Montisi, che da Via della Marinella porta alla piazzetta del parco, ma anche alla pista ciclo-pedonale, tutt’ora da terminare, che costeggia la Marina dal Molino fino al ponte delle Bartoline.
Infine, lo sviluppo della pista ciclo-pedonale che costeggia la Marina risulta fondamentale per dare un accesso al parco in modo sicuro e lontano dal traffico. Questo permetterebbe di ampliare la fruizione del parco anche a coloro che non sono automuniti e che desiderano raggiungere il parco in bicicletta o a piedi.
Piste ciclabili? Sì, ma fatte bene e non a discapito dei pedoni
Lo sviluppo di una rete ciclabile interconnessa è uno dei presupposti fondamentali per la promozione di una mobilità sostenibile, per il superamento di abitudini che da decenni inducono anche per gli spostamenti più brevi ad utilizzare l’auto. Dopo una lunga pausa nella realizzazione di nuove piste, negli ultimi anni l’Amministrazione comunale è tornata ad intervenire su tali infrastrutture. Alcuni di questi interventi hanno consentito di ricontattere tronconi di piste ciclabili, come lungo il torrente Chiosina che ha creato un collegamento pedociclabile molto apprezzato ed utilizzato dai cittadini.
In altri casi invece si intervenuti in modo discutibile. La pista ciclabile in Via Roma e
in Via Giusti è stata realizzata smantellando il marciapiede proprio nel centro cittadino ove la presenza di case ed esercizi commerciali portano con sé una maggiore frequentazione di pedoni. Mescolare quindi due tipologie di utenzepedoni e ciclisti - in tale contesto, può risultare abbastanza pericoloso soprattutto per i più fragili (anziani, disabili, bambini) che vedono sfrecciare accanto a loro biciclette e monopattini, mettendo a rischio la loro incolumità.
Per questo motivo tali tipologie di soluzioni sono espressamente sconsigliate dalle Linee guida del Ministero delle Infrastrutture. Nonostante tali evidenti controindicazioni a Calenzano si è ritenuto di procedere comunque a fare questo tipo di opere.
LE NOSTRE PROPOSTE
FABIAN FIRAN
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GIUSEPPE CAROVANI
Educare alla mobilità urbana, un dovere per le città di oggi e di domani
È un articolo di soli pochi giorni fa, quello de La Repubblica che illustra la triste stima secondo cui ogni anno in media un automobilista fiorentino trascorre 56 ore, due giorni e mezzo, chiuso in macchina, bloccato nel traffico.
Se si tiene conto che - secondo uno studio condotto da Legambiente nel 2019 - nelle città italiane la lunghezza dello spostamento medio giornaliero è 4,2 chilometri, che il 27% degli spostamenti è minore a 2 chilometri e che quasi il 50% degli spostamenti quotidiani delle persone è compreso tra i 2 e i 10 chilometri, realizziamo come, con una corretta gestione del trasporto pubblico ed una maggiore cultura ciclabile, potremmo effettivamente marginalizzare l’utilizzo del veicolo privato solo per casi e tratte specifiche.
Consci di questa consapevolezza, ci dobbiamo dunque interfacciare col seguente quesito: quali strumenti possono essere utilizzati per far sì che una rivoluzione a favore di forme di mobilità - chiamate impropriamente alternative - diventi realtà? È proprio in questo frangente che un’educazione alla mobilità urbana ricopre un ruolo centrale, ed è un tassello imprescindibile per pensare e sognare le città del futuro.
Il progetto Piedibus è un esempio cardine di strumento volto a questo fine. Questa sorta di scuolabus camminante, con vere e proprie fermate, conducenti, segnaletica e piccoli passeggeri, è stato inventato ed introdotto nel 1992 in Australia dall’urbanista ed ambientalista David Engwich. Il fatto che siano i piedi a muovere questo magico autobus contribuisce in questo caso ad umanizzare quelle distanze che
spesso sarebbero percorse in auto, da genitori che subito dopo aver accompagnato i bambini a scuola guidano verso il luogo di lavoro. Il Piedibus inoltre porta con sé innumerevoli altri benefici: l’occasione di socializzazione al di fuori della propria classe, avere un maggiore senso di cura del proprio territorio e sviluppare un proprio status di passeggero indipendente di questo veicolo a millepiedi. La struttura del Piedibus ha dato poi il via anche a progetti a due ruote, i Bicibus, dove l’unica differenza è che su questi bus si può “salire” in bici.
Ad oggi, Calenzano può vantare una lunga esperienza con il Piedibus, attivo sin dal 2008 e con tre linee per le scuole elementari: la C per Carraia verso la scuola Concetto Marchesi, la D Donnini che arriva alla scuola primaria Don Milani e la S, da Settimello alla scuola Anna Frank. Un’occasione di spostamento diversa e divertente, che merita di essere promossa al massimo ed essere implementata anche con nuove forme quali il Bicibus, che permetterebbe di ampliare il raggio chilometrico di operatività e coinvolgere anche bambini e ragazzi più grandi, contribuendo inoltre a rendere la bici uno strumento trendy di spostamento.
Anche se in questo contesto vengono citati solo gli strumenti del Piedibus e del Bicibus come vettori per un’educazione alla mobilità sostenibile, questi sono solo alcuni dei modi in cui questa improcrastinabile esigenza educativa può essere declinata, senza contare come questa sia sentita come necessariaanche se richiederà forme alternative a quelle del Piedibus - non solo per i più piccoli ma anche per i più grandi.
7 LE NOSTRE
PROPOSTE
CLAUDIA CORSI
Un brutto esempio: la nuova pista mista ciclopedonale di Via Giusti, che passa rasente agli ingressi delle case e ai passi carrabili
Cinque priorità per la tutela e valorizzazione ambientale di Calenzano
Il nostro territorio è ricco di un grandissimo capitale naturale con importantissime valenze ambientali, storiche e culturali che devono essere tutelate, conservate e valorizzate in tutte le loro valenze, con giudiziosi equilibri di natura socio-economica ed ambientale.
Occorre assumere seriamente l’emergenza climatica come prioritaria nelle agende politiche.
Siamo in un periodo storico e politico unico, con emergenze ambientali irreversibili quali il cambiamento climatico che necessitano di scelte politiche a tutti i livelli, nonché di un grande coinvolgimento delle comunità locali al fine di fornire consapevolezza sulle problematiche e sulle loro soluzioni.
Scopo di una Amministrazione è anche quello di fornire strumenti di conoscenza del territorio ai cittadini in un processo complessivo culturale di costruzione di processi di partecipazione e di innovazione sociale, per avere decisioni condivise, non di pura burocrazia informativa come è adesso. A livello locale molto si può fare andando a lavorare su obiettivi sfidanti che portino a visioni, scenari e progetti nell’ottica della sostenibilità ambientale e della transizione energetica.
• Il nostro territorio è una risorsa preziosa ma in lento esaurimento, soprattutto se viene continuamente intaccata in maniera irreversibile da progetti di edificazione come avviene adesso. Il criterio del consumo di suolo zero deve essere il faro di una politica di preservazione del territorio, per andare verso la rigenerazione urbana e la riqualificazione. Si deve intervenire favorendo il ritorno
degli abitanti nel territorio collinare, quale indispensabile presidio territoriale, riutilizzando da un lato il patrimonio edilizio in stato di abbandono e dall’altro andando a promuovere lo sviluppo di attività agricole che siano in sintonia con la sostenibilità ambientale.
• La tutela del nostro territorio deve tenere di conto delle sue peculiarità ma soprattutto delle sue fragilità, andando ad investire maggiormente nella prevenzione dei fenomeni erosivi e degli incendi, attivando specifiche progettualità.
• L’habitat dei Monti della Calvana e delle aree limitrofe quale il Parco di Travalle necessitano di una strategia complessiva che li ricolleghi tra di loro in un disegno più ampio conservativo e di tutela più elevato, al fine di valorizzarlo e di inserirlo in un disegno organico.
• Si possono attivare nel nostro territorio dei modelli energetici basati su autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, elettriche e termiche, con implementazione dell’uso dei tetti per il fotovoltaico con migliorie e ristrutturazioni tendenti al massimo efficientamento energetico degli edifici, in grado di contribuire alla lotta contro l'emergenza climatica, come obiettivo locale strategico nell’ottica del perseguimento della transizione energetica.
Riteniamo importante che l’Amministrazione comunale si muova in maniera tale da coniugare le strategie di pianificazione locale con le azioni di sostenibilità e gli interventi di transizione energetica.
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Direttore Responsabile: Katia Burberi
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Gli articoli di questo numero sono stati scritti da cittadini, iscritti e non iscritti all'Associazione Sinistra per Calenzano, che hanno deciso di partecipare al nostro progetto civico per rimettere al centro delle scelte di governo di Calenzano i cittadini e l’ambiente.
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Caporedattore: Giuseppe Carovani
Stampato presso Pixartprinting S.p.A., via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE), marzo 2023; numero 9
8 LE NOSTRE PROPOSTE
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