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La separazione tra assistenza e previdenza (R. Casini
BILANCIO INPS:
LA SEPARAZIONE TRA ASSISTENZA E PREVIDENZA… PRIME NOZIONI
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nostra Costituzione all’articolo 38 fa una importante distinzione. Al comma 1 parla dell’Assistenza sociale per ogni cittadino inabile al lavoro o sprovvisto dei mezzi necessari al proprio mantenimento; mentre al comma 2 parla del diritto dei lavoratori perché siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia e di disoccupazione involontaria. Si può dire che è previdenza tutto quello che viene preventivamente disposto per affrontare una data situazione. Per ciò di cui stiamo parlando, la previdenza (cioè il mettere delle somme da parte per i periodi bui, in cui è presumibile che non saremo in grado di lavorare) è originata dai contributi versati da parte dei lavoratori e dei datori di lavoro durante tutta l’attività lavorativa. Si tratta, in sostanza, di un salario “differito”; obbligatorio per legge, perchè le esperienze agli inizi dimostrarono che noi siamo più disposti a fare le cicale con i nostri guadagni, anzichè le formiche; anche perchè tante volte impossibilitati a fare diversamente a causa delle entrate non sempre sufficienti. In definitiva, i contributi che versiamo all’ INPS non sono tasse, ma un risparmio forzoso per il consumo differito. Per sapere se questi “contributi” sono sufficienti, l’ INPS deve tenere una precisa contabilità e una netta distinzione.
La di Raniero Casini (Sinagi Firenze) Tutto quello che viene invece erogato dallo Stato e non proviene (il denaro) dalla contribuzione obbligatoria è “Assistenza “ e deve essere finanziato dalla fiscalità generale … cioè dalle tasse di tutti. Non è possibile in questo primo articolo approfondire tecnicamente; ne parleremo nei prossimi numeri. Questi concetti sono però basilari; perchè aiutano a leggere meglio alcune parti, forse sottovalutate, delle riforme che abbiamo subìto in questi ultimi decenni. Dico “subìto”, perchè dopo le lotte del Novecento noi eravamo abituati a pensare che le “riforme” avessero comunque una valenza positiva per il mondo del lavoro; mentre è sotto gli occhi di tutti che nel mondo delle pensioni sono state in realtà delle “contro-riforme”; nel senso che mano a mano le condizioni sono sempre peggiorate, e stanno ancora peggiorando, sia dal lato economico sia dal lato della possibilità stessa di andare in pensione. In questo senso sono passate alla Storia le lacrime della dott.ssa Fornero, all’atto della presentazione sotto il Governo Monti di una delle controriforme. A proposito, sapete perchè furono definite “lacrime di coccodrillo”? Non perchè i coccodrilli piangano per il dispiacere, ma perchè dopo una bella mangiata, hanno una abbondante salivazione ... e quella volta, effettivamente, si mangiarono una discreta fetta delle nostre pensioni. ------ © Riproduzione riservata ------