Questioni marginali. Il testo raccontava in prima persona plurale la trama dei delitti con l'eccezione di 10 righe in quarta pagina, quando in un moto di indignazione 1 ' Anonimo scriveva: «Dimenticavo ; gli ispettori del ministro Martelli e le commissioni del Csm hanno trovato tutto a posto». Le otto righe che precedono l'ispezione appaiono confuse, avulse dal testo. «Noi non sappiamo più altro, se non la conclusione del tutto, che ha colpito gli animi degli uomini onesti». È una espressione priva di logica. La lettera concludeva con un invito a riflettere diretto «a tutti i destinatari, fra i quali figurano gli stessi accusati». A costoro l'Anonimo ricordava: «iniiuram ipse facias ubi non vindices. Commette una ingiustizia colui che venendo a conoscenza di un fatto illecito non contribuisce a punirlo... Ormai non potete fingere di non sapere». L'atteggiamento moralistico è una costante degli anonimi, ma stavolta mi sembrò che costituisse la caratteristica precipua grazie a espressioni come «rozza furbizia» o «un certo elettorato clientelare poco propenso a scelte ideali». Il dipartimento investigativo antimafia fu il più lesto a pronunciarsi sulla lettera. Ha una firma leggibile: la mafia. Il 15 luglio, qualche giorno dopo, l'autorità giudiziaria nissena espresse lo stesso parere: «una parte fanta-politica è scritta da un addetto ai lavori; una parte giudiziaria, risulta del tutto infondata».
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