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Via Cairoli, 95 Giovinazzo 70054 (Ba) Edito da Ass. Amici della Piazza Iscr. Trib. di Bari n. 1301 del 23/12/1996 Part. IVA 05141830728 Iscr. al REA n.401122 Telefono e Fax 080/394.79.20 IND.INTERNET:www.giovinazzo.it E_MAIL:lapiazza@giovinazzo.it Fondatori Sergio Pisani & Gianni Perilli direttore responsabile Sergio Pisani redazione Porzia Mezzina - Agostino Picicco - Rosa Illuzzi - Damiano de Ceglia - Giusy Pisani Marianna La Forgia - Daniela Stufano Giangaetano Tortora - Nico Bavaro - Angelo Guastadisegni - Rossella Tiribocchi Mimmo Ungaro - Matilde Restaino Mariagrazia Cirillo - Diego de Ceglia Onofrio Altomare - Gabriella Marcandrea corrispondenti dall’estero Vito Bavaro - Nick Palmiotto - Giuseppe Illuzzi - Rocco Stellacci stampa - Idee Stampe (Molfetta) progetto grafico - Ass. Amici della Piazza Web master: Antonio e Francesco Caccavo responsabile marketing & pubblicità: Roberto Russo tel. 347/574.38.73

ABBONAMENTI Giovinazzo: 10 Euro Italia: 20 Euro Estero: 60 Euro Gli abbonamenti vengono sottoscritti con c.c postale n.80180698 o con vaglia postale o assegno bancario intestato ad:

ASS. AMICI DELLA PIAZZA II TRAV. MARCONI,42 70054 GIOVINAZZO (BA) ITALY La collaborazione é aperta a tutti. La redazione si riserva la facoltà di condensare o modificare secondo le esigenze gli scritti senza alterarne il pensiero. Gli articoli impegnano la responsabilità dei singoli autori e non vincolano in alcun modo la linea editoriale di questo periodico.

Finito di stampare il 24/12/2007

Pare che quest’anno toccherà essere egoisti. E così sia, che Giovinazzo si regali la sua storia di Natale! Troppe ne ha viste negli ultimi mesi e almeno un happy end se lo merita. La macchina della solidarietà, come si suol dire in questi casi, si è già messa in moto e l’obiettivo non è poi così lontano. Noi abbiamo fatto e continueremo a fare la nostra parte, ma è giunto il momento di raccogliere le energie finali, occorre un colpo di reni: Luca ha bisogno della città e della sua solidarietà, la città ha bisogno di Luca per tornare a sentirsi una comunità e non solo un grumo di palazzi attorno a una piazza. La causa del tredicenne che può tornare a vivere anche grazie al nostro sostegno sia vissuta come una sfida grazie alla quale un aggregato informe di individui si fa collettività e cittadinanza attiva. Dunque che sia un’occasione da cogliere per le scuole, per aiutare gli insegnanti a spiegare – e gli alunni a comprendere – un concetto spesso fumoso come la filantropia. La Chiesa non si lasci scappare, mobilitando il suo solido tessuto sociale e la sua rete di rapporti, l’opportunità di uscire dalla dottrina e ritrovare nella carità la sua ragion d’essere. Lo stesso appello vale per la politica che grazie a Luca può aprire le porte del “palazzo” e farsi portatrice, così come dovrebbe essere sempre, delle istanze del più debole dei suoi cittadini, mentre questi ultimi troppo spesso sono considerati solo elettori. La chance non può non essere afferrata dai ceti produttivi – artigiani, commercianti, imprenditori – per mostrare il volto sano di categorie la cui immagine, a torto o a ragione, è sempre più confusa con quella del “padroncino” o dell’evasore fiscale. Luca dev’essere supportato dalle famiglie, dai singoli cittadini, perché quello che ieri è successo a lui può accadere domani a me o a te. Per il ragazzo si è mosso, attraverso il suo show, anche Maurizio

FACCIA FACCIA UN UN REG REG

Costanzo – uno che, per intenderci e per fare solo un esempio, è riuscito a tagliare fuori l’Italia dalla produzione di mine antiuomo – e questo è un bene perché la faccenda esce dai confini cittadini e si inserisce in un quadro più ampio. Gli effetti – amplificati ulteriormente da Internet grazie al quale si superano facilmente i confini nazionali - già si vedono: la vicenda ha commosso una grossa fetta di pubblico e dalle scuole di Molfetta, Bisceglie e altre città limitrofe giungono notizie di maestre e professori in prima fila per raccogliere fondi attraverso recite, concerti o tramite la costruzione di piccoli manufatti da ve-

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dere nei mercatini natalizi. Il ct della Nazionale di ciclismo Ballerini ha sposato la causa di Luca, forse lo farà anche l’artista Laura Pausini, perché se Luca ama Laura Pausini anche Laura Pausini deve aprire il cuore a Luca senza porsi il problema di misurarsi con gli ostacoli che abbiamo dentro nei confronti dell’amore. Ma la storia di Luca è diventata anche un modo per mettere gli alunni, suoi coetanei, di fronte a tematiche – la violenza, il coraggio, la solidarietà - che difficilmente sarebbero state affrontate con la stessa efficacia.

Ma è la città di Giovinazzo che qui si gioca la partita più importante: guardarsi allo

specchio e scoprirsi un soggetto unico e vivo o un ordinato intreccio di strade percorse dal “familismo amorale” di chi le calpesta. Scusate l’enfasi, non vogliamo ergerci a giudici delle coscienze. Forse sarebbe stato più efficace cavarsela con il paradigmatico “basta poco che ce vo’” del comico Giobbe Covatta. Il fatto è che qui non si parla di nobili cause o di obiettivi irraggiungibili. Non vogliamo farvi la predica sui cambiamenti climatici, su come azzerare il debito dei paesi poveri o sconfiggere l’Aids. Quella è roba da rock star, da raccolta fondi di vip annoiati in qualche asta di beneficenza sorseggiando champagne. Quello per cui chiediamo sforzo e mobilitazione è l’obiettivo più piccolo che ci si possa prefiggere: il ritorno alla normalità di una vita. L’irripetibile banalità di un’esistenza, se permettete. Proprio così. Per Luca vogliamo una noiosa giornata a scuola, la prima fidanzata e una delusione d’amore, la fila al supermercato e un treno in ritardo, l’arrivo della primavera e una pennichella, una partita a calcetto e il mutuo da estinguere, un tuffo in mare e il letto da rifare, una passeggiata in bicicletta e un film al cinema, la pizza con gli amici e una lavoro precario, i figli da portare in palestra e il caffé al bar, una domenica uggiosa e l’aperitivo alle sette, il parcheggio che non si trova e mettersi a dieta, una sbronza il sabato sera e l’acqua del rubinetto, il giorno della laurea e le bollette da pagare, i festeggiamenti per il mondiale e le rate della macchina, il giornale la mattina e le nozze d’argento, raccogliere un fiore e portare giù il cane, il driin della sveglia e l’apparecchio per i denti, farsi la barba e vincere al lotto, una mostra, un concerto, troppi funerali, molti matrimoni, il dolore, il divertimento, la malinconia, una risata, il mal di testa, un bacio sulle labbra. Aiutiamo Luca, facciamoci un regalo.

emmepì

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L’INCHI È noto che i commercianti, gli artigiani, i professionisti giovinazzesi hanno una predisposizione quasi genetica alla lamentela, pari solo a quella degli olivicoltori in tempi di vacche magre. Lo dimostrano gli studi di settore che si abbatte su questa categoria con estrema violenza. Stabiliscono un criterio di determinazione del reddito presunto per la quasi totalità delle attività svolte dai titolari di partita Iva: si determina così un minimo imponibile stabilito a priori, che l’amministrazione dell’erario può decidere unilateralmente di alzare, come è avvenuto con l’ultima Finanziaria. Chi dichiara meno di questo minimo presunto ha due scelte: pagare comunque quanto stabilito dal fisco, oppure dichiarare la non conformità e aspettarsi una visita della Guardia di Finanza, evento fastidioso e che comporta pesanti perdite di tempo anche se si è del tutto in regola. Ci si dovrebbe ricordare che il sistema delle partite Iva è stato introdotto in Italia per favorire l’imprenditorialità giovanile e rilanciare l’occupazione. Invece, i giovani ma non solo, preferiscono imboccare la strada più silenziosa dell’evasione fiscale. Il perché è presto detto da Angela (il suo nome di fantasia) una ragazza un po’ tuttofare, un po’ stacanovista quando si tratta di lavorare che ha creduto alle liberalizzazioni di Bersani. «Quasi quasi, metto su una coiffeur (le donne giovinazzesi sanno fare bene le parrucchiere, più delle programmatrici Linux)». Si informa presso gli uffici competenti su quanto dovrà pagare. Risposta: fra autorizzazioni, documenti vari e tasse, più di 5mila euro. Ora, per Bersani 5mila euro sono 10 giorni di paga. Ma per Angela, sono 3 mesi di stipendio di papà. E poi, s’infervora: «Perché devo pagare le tasse? Su un negozio appena aperto, fin dal primo giorno? Su un reddito che non so se avrò?». Angela, giovane parrucchiera ha deciso: farà la parrucchiera in casa, «la parrucchiere da vasca da bagno». Messe in piega, lavaggio, taglio per meno di 7 euro, appunto nella vasca da bagno di casa ad amiche e conoscenti. Nessuna tassazione, contro i 16-20 euro chiesti dai professionisti della piazza. «Sono per lo più giovani apprendiste o professioniste in pensione, disoccupate del ramo o dipendenti - accusa una parrucchiera con tanto d’insegna e partita Iva - che arrotondano lo stipendio: alcuni

DI

SERGIO

PARRUCHIERE D VASCA DA BAG L’ESERCITO

DI CHI E

fanno acconciature dietro compenso ad amici e parenti, altri hanno un vero e proprio giro di clienti affezionati.

Tutta questa concorrenza ci strozza. A Giovinazzo ci sono 16 saloni ufficiali, ma i parrucchieri che lavorano in nero ormai non si contano più». La parrucchiera da vasca da bagno conviene. Conviene perché si risparmia. Conviene perchè lavora su appuntamento, viene in casa tua (l’orario preferito dai clienti è la mattina presto perché la giornata non sia compromessa). Così si evitano gli isterismi delle lunghe attese soprattutto il sabato, giorno in cui le coiffeur si riempiono impedendoti di fare lo shopping di fine-settimana! Ecco chi evade! Alla forca la parrucchiera in nero, non gli avventori della discoteca di Briatore che pagano mille euro una consumazione! Non Lele Mora e Della Valle! L’esercito dei lavoratori in nero a Giovinazzo non si ferma qui, è piuttosto variegato. Ci sono avvocati, architetti, ingegneri col vizietto di non fare fattura o fatturare aumentando il compenso stabilito (solitamente aggiungendo l’IVA al conto del cliente finale). Professori non solo di musica che impartiscono lezioni private senza rilasciare alcuna fattura. Artigiani regolarmente iscritti alla Camera di Commercio (muratori e imbianchini) che non emettono “spontaneamente” fattura o ricevuta al termine del lavoro o che accordano sconti in cambio della mancata fatturazione. Parrucchieri, barbieri che praticano lo sconto fiscale, ovvero emettono fattura o ricevuta con un

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IESTA

O

PISANI

vate e naturalmente retribuite in nero. E poi, ancora le squadre di imbianchini mai iscritti alla Camera di Commercio dove le contribuzioni previdenziali restano un optional e gli autoriparatori che lavorano con la serranda per metà abbassata, come dire che sul ponte di lavoro ci sono solo le macchine di familiari o di amici.

Farsi una messa n piega, aggiustare la macchina o affrescare il soffitto di casa da loro conviene. Sono sempre disponibili. Il barbiere lunedì compreso e senza file di attesa. Chiedete loro cosa sono gli studi di settore. Vi risponderanno più o meno che sono il pizzo dei delinquenti, una mostruosità dello Stato italiano che ti dice: “lo so che menti quando fai la dichiarazione dei redditi, per cui dammi un tot e la facciamo finita”. Ciò equivale, per chi evade davvero, a una sorta di condono ogni anno, mentre per chi dichiara tutto, o quasi, significa trovarsi in una situazione decisamente scomoda. Ecco perchè tanti artigiani preferisco né l’uno né l’altro. Ecco perché le parrucchiere continueranno sempre a lavorare nella vasca da bagno e gli imbianchini a metterci una bella macchia di tempera nera sul mondo che li circonda!

DA GNO

VADE IL FISCO corrispettivo inferiore alla somma percepita. E poi ci sono nel variegato mondo dei lavoratori a nero dopolavoristi, impiegati che stipulano polizze assicurative a conoscenti e ad amici degli amici, idraulici, elettricisti, falegnami dipendenti di aziende che nei ritagli di tempo approfittano per arrotondare lo stipendio. Qualcuno addirittura acquista i pezzi a nome della ditta e li usa per riparazioni pri-

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L’INTER

DI GIANGAETAN Mons. Luigi Martella è uomo di sport?

«Certo, perché lo sport rappresenta una dimensione importantissima della vita sociale. Perciò ritengo che non se ne possa proprio fare a meno».

INTERVISTA AL NOSTRO VESC

SOCIETÀ SPORTIVE

LO O SPORT SPORT LUIGI UIGI MA A

Qual è la sua squadra del cuore?

«Prima avevo una squadra del cuore, adesso diciamo che la passione si è un po’ assopita…».

Martella fa rima con Marzella: lei ha mai sentito parlare della squadra di hockey dell’Afp? «Sì, leggendo i giornali mi sono accorto che sta disputando un grandissimo campionato in serie A/1…».

Con la sua benedizione speciale, dove potranno arrivare le squadre di Giovinazzo…?

«Mi auguro molto lontano. Per il bene non solo di Giovinazzo, ma dell’intera diocesi…».

Qual è il bilancio di Mons. Luigi Martella dopo questo periodo singolare, trascorso interamente nella nostra città?

«Nel campo dello spirito i bilanci sono sempre molto parziali…In ogni caso, è stato alquanto bello il fatto di aver trascorso oltre un mese a stretto contatto con la gente di Giovinazzo e con i suoi bisogni».

Quanto le pesa l’eredità lasciata nella nostra diocesi da don Tonino Bello?

«Questa è una domanda che mi viene continuamente rivolta… Don Tonino è una grande eredità per tutta quanta la diocesi, non solo per me. Il suo insegnamento e la sua testimonianza devono infatti rimanere di stimolo per tutti».

«RAPPRESENTA UNA DIMENSIONE IMP DOPO

SANCITO DALLA SUA APPARIZIONE TRA I BANCHI DEL

C ONSIGLIO C OMUNALE ,

ECCO

ANCHE

LA

COMMISTIONE TRA FEDE E SPORT IN OCCASIONE DELLA VISITA PASTORALE A GIOVINAZZO DEL VESCOVO DELLA NOSTRA DIOCESI MONS. LUIGI MARTELLA. TEATRO DELL’INIZIATIVA, IL PALAZZETTO DELLA ZONA 167

SUA ECCELLENZA HA INFATTI INCONTRATO VENERDÌ 7 DICEMBRE LE SOCIETÀ SPORTIVE GIOVINAZZESI . R IUSCIRÀ LA SUA SPECIALE DOVE

BENEDIZIONE A PORTARE FORTUNA ALLE NOSTRE COMPAGINI ?

IN

ATTESA DEL RESPONSO DEL

CAMPO…LA PAROLA A DON

Immaginiamo di avere una tela: dipingerci la pace, come predica il giovinazzese don Paolo Turturro, è utopia al giorno d’oggi?

«Io dico che la pace è al tempo stesso sogno e realtà.

Rimane un sogno perché quella completa non l’avremo mai su questa terra. Ma può essere anche una realtà nel

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IL CONNUBIO TRA RELIGIONE E POLITICA,

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senso che l’impegno di tutti deve essere sempre attuato in direzione della pace, operando in modo tale da anticipare nell’al di qua il modo pacifico che sta nell’aldilà».

“Pace nella scuola e nella fabbrica, nella politica e nello sport”, recita un famoso canto di Chiesa. Ma perché ormai dentro e fuori gli stadi non c’è più pace?

«Perché, nella politica c’è pace? Nella famiglia c’è sempre

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RVISTA

NO

TORTORA

cia nella vita di ogni giorno?

«Non è stato mai facile. Neanche per Gesù quando ha dato l’altra guancia. A colui che lo ha percosso Gesù ha infatti detto: “Perché mi percuoti?”, mettendo per così dire in difficoltà colui che ha agito in maniera violenta. Ma alla fine il Suo insegnamento, che con uno sforzo bisogna cercare di mettere in pratica, è stato comunque quello di porgere l’altra guancia».

OVO CHE HA INCONTRATO LE

E DI GIOVINAZZO

T SECONDO SECONDO ARTELLA ARTELLA

PORTANTISSIMA DELLA VITA SOCIALE»

Al giorno d’oggi si predica bene…e si razzola male?

«Purtroppo non solo al giorno d’oggi, ma da sempre c’è chi predica bene e razzola male. Ma io invito comunque a seguire i tantissimi esempi positivi».

Giovinazzo: città dell’olio, dei pub e delle processioni. Come la mettiamo con le vocazioni?

«Vorrei sottolineare che si tratta anche di una città con grandi cervelli».

Dulcis in fundo, qual è l’augurio del nostro Vescovo ai giovinazzesi, residenti e non, in vista delle prossime festività?

«Auguro a tutti i giovinazzesi, ovunque si trovino, di trascorrere un Natale pieno di gioia ed un 2008 ricco di serenità e di pace verso il prossimo…».

Impianti elettrici e tecnologici civili ed industriali la pace? Come vedete, non è questione di singoli settori. Occorre pertanto che la pace venga davvero perseguita in tutti gli ambienti ed i settori della vita sociale, politica, amministrativa ed anche nella Chiesa a livello di rapporti e di relazioni tra religioni e fedi».

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cronaca DI

amministrativa

GABRIELLA MARCANDREA

Il Partito Democratico si insedia nel Consiglio comunale Aderiscono 11 consiglieri. Leo Magarelli (Dc) non ha aderito Anche Giovinazzo ha il gruppo del Partito Democratico in consiglio comunale.

L’ufficializzazione è avvenuta mercoledì 29 novembre. Al Piddì aderiscono 11 consiglieri che hanno eletto quale Presidente del Gruppo la consigliera Maria Restivo. A comporre il gruppo sono i consiglieri provenienti dai Ds, Margherita, Udeur. Questi i nomi: Altieri, Annese, Camporeale, De Gaetano, Depalma, Dolciamore, Drago, Lopraino, Massari, Restivo, Viscoso. Cui si aggiunge anche il sindaco Natalicchio. Ma non tutta la maggioranza ha aderito al Par tito di Veltroni: Leo Magarelli (assente insieme ai consiglieri Turturro, indipendente, e Decandia, candidato sindaco non letto nella Sinistra alternativa), eletto nelle fila dalla DC, ha infatti deciso al momento di entrare nel Gruppo misto. Successivamente, via al consiglio. Interrogazioni ed interpellanze.

ANCORA ANTENNE, ANCORA PIANO COMUNALE PER L’INSTALLAZIONE DELLE ANTENNE Il consigliere Iannone (An) invoca l’apertura di un tavolo di concertazione allargato ad alcuni tecnici nominati dagli stessi cittadini avente il principale obiettivo di trovare soluzioni condivise e migliorative all’attuale piano. Inoltre chiede al primo cittadino se sono attivate richieste di modifica o di nuove richieste di installazione di

stazioni radio-base, tenendo conto che alcuni impianti esistenti sui siti privati (via Cairoli e via P. Amedeo) sono stati implementati con quelli di nuova generazio-

ne allontanando la prospettiva auspicata di delocalizzare gli attuali impianti ubicati sugli stessi.

Il sindaco: «L’iniziativa parte e non può essere altrimenti dai gestori. Io sono fermo, non ho notizie dai gestori e aspetto che siano loro ad interpellarci. Quando lo faranno, io chiederò loro di sederci ad un tavolo con i cittadini delle zone interessate che hanno manifestato la volontà di proporre alcune soluzioni differenti. A quel punto però l’accordo con i cittadini dovrà essere effettuato in sinergia con le esigenze tecniche dei gestori che comunque sono portatori di diritti». Anche su via Cairoli non risulta al primo cittadino che siano stati implementati gli impianti

esistenti, come dire che i vecchi impianti al momento restano cosi come sono. «C’e stata un’implementazione - aggiunge il sindaco - mentre si faceva baccano sui siti municipali, sul sito del lungomare l’H3G ha modificato il suo impianto. È una cosa sulla quale allora non avevamo il potere di intervenire. Sono state fatte le pubblicazioni, io ho personalmente protestato con i comitati che tanto hanno avuto da dire sui siti comunali ma su quello di Lungomare Marina Italiana non si sono espressi per niente. Per il resto non mi risulta che ci siano state altre implementazioni».

La replica di Iannone: «A me risulta e poi verificheremo che in primis in via Cairoli e via Principe Amedeo ci sono state modifiche agli impianti esistenti. Lei poi ha detto che l’installazione delle antenne sul palazzo di città avrebbe escluso automaticamente altre installazioni ritenute superflue. Mi vuole delucidare?»

Natalicchio: «L’antenna di Principe Amedeo è un’antenna Vodafone che non ha chiesto siti comunali. Se ci sono stati interventi ci devono essere state pubblicazioni e richieste di permessi che a me non risultano. Le due antenne del Comune una di Telecom e l’altra di Wind alla fine dovevano eliminare quella di Principe Amedeo. L’antenna della Telecom è solo una al momento, quella in via Bitonto. Tut-

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te le antenne che sono state propagandate in realtà non esistevano. L’antenna della Wind è quella del cavalcavia ferroviario in via Daconto. Il piano di localizzazione prevedeva l’ottimizzazione di quello già esistente per adeguarlo alle nuove necessità.

Noi abbiamo diviso il territorio in sei siti.

Man mano i piani dei gestori sono variati e probabilmente sono in atto ripensamenti degli stessi al momento. Io non ho pulsione a far sorgere antenne. Quando i gestori saranno interessati dovranno sedersi al tavolo tecnico con i cittadini e ascoltare anche le proposte alternative. Le polemiche gratuite che riguardavano anche le antenne fuori città in realtà non sono mai servite a nulla». Fin qui il primo cittadino. Il cons.

Iannone si riprometteva di ridiscutere la questione in un secondo momento. Tra le altre interrogazioni, quella presentata dal cons.

Lasorsa all’ass. alla viabilità Albrizio: dare un nome alla Piazza compresa tra via Imbriani e quella di via Marconi.

1980) con la richiesta del finanziamento all’Ente Regione di 215.600 euro sebbene secondo il cons. ANNESE «dal rendiconto dei contributi ricevuti quest’anno si evince come i soldi che fanno fronte all’acquisto dei libri scolastici non siano sufficienti alle necessità dei nostri ragazzi». Per cui in sede di bilancio si potrà procedere a stanziare fondi comunali integrativi a quelli regionali.

VARIAZIONE DI ASSESTAMENTO GENERALE AL BILANCIO DI PREVISIONE PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2007 Più soldi nelle casse del Comune per maggiori entrate provenienti dall’I.C.I. (172.000 euro), Imposta comunale sulla pubblicità (3.000 euro), addizionale IRPEF 10.000 euro, TOSAP 7000 euro, diritti sulle pubblici affissioni euro 1.000, 14.291 euro i proventi da parcheggi (110.000 euro al lordo derivanti dalle strisce blu) e 7.000 euro i proventi dei serviPIANO COMUNALE PER IL DIRITTO zi cimiteriali. Ma anche minori spese riALLO STUDIO. ANNO 2008 guardano funzioni di amministrazioni e L’ente Comune ha approvato il piano per il prestazioni di servizi. Perciò il Consiglio diritto allo studio ( LL.RR 42/43 DEL 12/05/ Comunale DELIBERA le variazioni di as-

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sestamento per l’esercizio finanziario 2007.

APPROVAZIONE VARIANTE SMECO ENGEENERING La vicenda ha un’onda lunga. Nell’agosto del 2005 il dott. Cortese proprietario di immobile in c.da Peschiera ex strada SS 16 presentò progetto di ristrutturazione di opificio in un area classificata zona D-servizi alla produzione. Adesso il Consiglio Comunale ha approvato la variante urbanistica per tale ristrutturazione.

CONTRIBUTI PER MANIFESTAZIONI ORGANIZZATE DALLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE E CULTURALI Via libera al nuovo regolamento per l’erogazione di contributi solo alle associazioni associazioni culturali. Stop ad erogazioni di contributi relativi al 50% delle spese, al netto degli incassi, risultante dal rendiconto, documentato dall’iniziativa.

Adesso “l’entità del contributo sarà determinato sulla base delle spese documentate e in ragione delle risorse presenti in bilancio”. Su questo punto vi rimandiamo al blob nella pagina successiva.

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blob

kultura

A CI TUTT E A CI NUDD…

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REGOLAMENTO PER L’ATTRIBUZIONE DI CONTRIBUTI FINANZIARI A SOSTEGNO DELL’ATTIVITÀ E DELLE MANIFESTAZIONI SPORTIVE E CULTURALI ORGANIZZATE DA SOCIETÀ SPORTIVE E CENTRI CULTURALI OPERANTI NEL TERRITORIO MATEMATICAMENTE.IT Iannone: Mi vuole spiegare la differenza tra il vecchio comma e il nuovo.

LA VERA KULTURA VIVE DI SIMPATIE E AMMINISTRAZIONI Presidente: Guardi al terzo punto mi pare che si è detto chiaramente che i Natalicchio: Il punto è qual è il criterio per cui una manifestazione si sceglie contributi non potevano essere suanziché un’altra. Allora, una periori al 50% delle spese documendiscrezionalità nella scelta delle matate risultanti dal rendiconto dell’ininifestazioni esiste da parte dell’Amziativa. Adesso invece quel 50% vieministrazione sulla base della sua ne eliminato, per cui il contributo sarà politica culturale. Esiste no una erogato sulla base delle spese docudiscrezionalità? Voglio dire… All’Asmentali ma sempre tenendo conto sessorato alla Cultura vengono spedelle risorse presenti in bilancio. Quindite richieste per concerti di musica di non c’è più… classica, di musica lirica, di musica Palmiotto: Ma prima c’era un criterio rock, di musica pop, anche recentee ora non c’è neanche più quello? mente per esempio ne ho visto una Presidente: No, il criterio c’è! È quello di Michele Zarrillo che richiede 70.000 praticamente di dare un contributo in euro. Che poi diciamo arrivano quebase alle spese documentali, ma ste richieste perché quelli non è che sempre tenendo conto delle risorse hanno contesto dei bilanci. È chiaro presenti in bilancio! che poi nell’ambito della programmaPalmiotto: Quindi se prima per averzione, l’Assessore decide… I criteri ne cinque dovevo documentarne diedi programmazione di questa ammici, ora ne documento dieci per avernistrazione sono abbastanza leggine? bili nel tempo. Noi abbiamo direttaPresidente: Per avere ciò che l’Ammente promosso con contributi alcuministrazione in base alle disponibiline manifestazioni che secondo noi tà di bilancio può darne. Comunque io sono centrali nel calendario culturanon devo fare discussione, io vi dico le. Voglio dire… il Festival dei Teatri, il soltanto quello che leggo. Visto che Festival Rock giovanile, il Festival di c’è una proposta…Il discorso è queCortometraggi… (La vera Cultura vive anche di antipatie e disprezzo) sto. Prima si documentava dieci per UN TAPIRO PER IL TORO. I l Tralcio d’oro si tiene a MARIOTTO… averne cinque, in realtà si aveva due Palmiotto: Signor Sindaco mi scusi se visto che le disponibilità di bilancio Ma che roba …che roba cons. Altieri Lei si merita un bel tapiro!!!! l’ho interrotta. Noi ce ne stiamo ansono quelle che sono… dando su un’altra strada. Sulla sua discrezionalità non c’è ombra di dubChi sa fa, chi non sa insegna… bio. Io sto parlando soltanto dal punto di vista economico…

Serrone: Allora, l’associazione chiede all’amministrazione un contributo, diciamo di 100 euro. Molte volte poi l’assessorato insieme all’associazione LA LINGUA BATTE DOVE IL DENTE DUOLE pattuisce invece di 100 ad esempio 50 euro. Nel momento in cui bisogna Natalicchio: Ascolti…Io non sono in grado di organizzare in economia il erogare questo contributo, devono presentarmi una fatturazione di 100 euro Festivalrock…io non ho i contatti per organizzare il Festivalrock giovanile…Per affinché io ne possa dare 50. Molte volte le associazioni non erano in grado di fare questo Festival io devo avere contezza del panorama dei gruppi locali, poter dimostrare di aver sostenuto una spesa di 100 euro e quindi noi aveva- devo prendere contatti… Noi non abbiamo una struttura amministrativa in mo grosse difficoltà affinché ne potessimo dare cinquanta euro. Invece noi grado di fare questo. Allora questa cosa viene in qualche modo concordata pattuiamo già prima di stabilire quanto dare …Ci può essere un’associazione con un’associazione che si occupa di quel tipo di attività. Tutto questo lavoro che dichiara di volere 100 ma in realtà noi non riuscivamo neanche a darglie- è puro volontariato. Allora poiché non sono manifestazioni che producono ne cinquanta. Ora semplificando…mi devono presentare una fatturazione di utili, sono manifestazioni che si fanno a titolo gratuito…Ma pensa ad esempio quello che abbiamo stabilito! al Festival dei Teatri…come faccio io ad organizzare un festival di teatro amatoriale se io non conosco le compagnie, non seguo il circuito…Io ho CATTIVI PENSIERI… bisogno di qualcuno che stia nel circuito e che organizza la Palmiotto: Allora lei mi sta dicendo che l’associazione prima dichiarava il manifestazione…Dopodichè le spese che sono documentabili sono molto falso? semplici…sono la S.I.A.E., il palco, il service…allora queste cose sono…molte Serrone: No, no…Con il primo regolamento se l’associazione voleva 50 euro volte noi facciamo il contratto cumulativo con la S.I.A.E. durante l’estate perdoveva presentare una fattura di 50, ora se ne vuole 50 mi deve presentare ché ci sono vantaggi…ma ci sono altre cose che noi oggettivamente non una fattura di 50. Mi sono spiegata? Cioè non vedo qual è la difficoltà a capirla sappiamo fare, non possiamo fare, non abbiamo le risorse per farle…Allora io questa cosa… ad esempio devo chiedere all’A.R.C.I. di occuparsene… (Per l’ARCI, con Palmiotto: La difficoltà è che ora non c’è più nessun criterio al riguardo… l’Arci, e nell’Arci… a te associazione onnipotente!)

Serrone: Perché prima che criterio c’era?

Palmiotto: Se uno prima doveva dimostrare di aver speso almeno il doppio LA KULTURA È L’UNICA COSA CHE QUALCUNO NON POTRÀ MAI per averne almeno la metà…

PORTARTI VIA… Serrone: Ma è già in un certo qual modo pattuita la somma che dev’essere PALMIOTTO: A questo punto puoi dare anche più di quanto hanno speso… erogata all’associazione, cioè molte volte non siamo in grado noi di poter dare NATALICCHIO: No… la somma che loro ci chiedono…

PALMIOTTO: E qual è il criterio per dirgli no?

Palmiotto: Assessore, mi permetta la mia cattiva fede…d’accordo?

NATALICCHIO: Noi stiamo solo eliminando la clausola del 50%. Dobbiamo

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rimborsare solo le spese documentali. Punto.

PALMIOTTO: Il 100% quindi… è a sua discrezione…

NATALICCHIO: AL 100% non arrivo perché comunque sia poi…diciamo…

PALMIOTTO: Io non metto in dubbio la sua buona fede, io metto in dubbio il criterio che noi oggi andiamo ad approvare perché se noi approviamo questo criterio e domani non ci sarà lei, tra vent’anni ci sarà qualcun altro, avremo a disposizione magari questo criterio per pagare il 100% dell’iniziativa.

LA CULTURA È L’UNICA COSA CHE QUALCUNO POTRÀ PORTARTI VIA… NATALICCHIO: Scusate, voi state mettendo a fuoco il fatto che c’è una discrezionalità nell’organizzazione e nel sostegno a queste manifestazioni. E io vi sto dicendo che c’è una discrezionalità legata a delle scelte in campo culturale. Si fanno delle scelte. Io devo scegliere se questi 20mila euro che spendo in un anno devo spenderli per far fare un concerto ad esempio a Michele Zarrillo (pardon, lì non bastano ventimila euro…), oppure se devo organizzare i cortometraggi… Chiaramente… su questo c’è discrezionalità. C’è una politica culturale che si espone alla contestazione, diciamo alla non approvazione…

Dopodiché tutto può succedere…Uno non può essere d’accordo…Sul Festival Rock (arridaglie…), ad esempio, io sono costantemente contestato dagli abitanti della 167. Di quei tre giorni fino a poco tempo fa conservavo una serie di messaggi che avevo ricevuto sul cellulare e che protestavano su questa manifestazione. Cioè alla fine l’Amministrazione fa delle scelte quando fa un cartellone ed ovviamente sceglie le sue manifestazioni culturali. All’interno di questo cartellone poi c’è un principio contabile che la pratica rivela del tutto astratto che è quello che ti pago il 50% di quello che hai fatturato. Allora io dico a Franco Martini (...arridaglie.. io per esempio avrei preso un Rossi o un Bianchi che non sono aperitivi…) dammi una mani ad organizzare il festival del teatro… No??? […]

A CI TUTT E A CI NUDD….

Natalicchio: Sulle associazioni sportive la cosa è diversa…C’è un regolamento sportivo che dice che se tu fai parte di un’associazione a livello nazionale prendi tot fisso, poi sulle spese documentate il 10% fino a questa cifra e il 5% fino a quest’altra cifra… Cioè c’è proprio un regolamento e un criterio…ma tu sulle manifestazioni che organizzi per le quali vai a chiedere al volontariato di sostituirti a quelle risorse che tu non hai, perché non ce l’hai queste risorse, tu che fai? Poi gli dici: “Devi metterti a disposizione, devi fare il volontariato, però…renditi conto che contabilmente devi risolverti pure il problema di trovarti i soldi”. Alla fine i volontari diranno: “La manifestazione fattela tu!”. E per alcune manifestazioni è già successo.

PRINCIPI FERMI E PRINCIPI CONTABILI Natalicchio: Il ragionamento di stasera è sul principio contabile per cui le manifestazioni che non si riescono a fare con le risorse del comune e si affidano al volontariato non può richiedere al volontariato di farsi carico del raddoppio delle cifre messe a disposizione dalla manifestazione, perché diciamo che il volontariato a Giovinazzo non ha questi canali di finanziamento che riescono a garantire percorsi di questo genere, PALMIOTTO: Consigliere mi permetta…ma qual è la differenza invece di uno che gestisce l’associazione sportiva? Perché il Presidente o che gestisce l’Associazione Sportiva ci deve rimettere e chi gestisce un’associazione culturale no? Che differenza c’è?

LA CULTURA È COME LA MARMELLATA: MENO NE HAI E PIÙ LA SPALMI DOVE VUOI IANNONE: Adottiamo quindi i criteri anche per questi così come è stato fatto per le società sportive. Altrimenti rimaniamo nel libero arbitrio di una volontà che non può essere solo quella dell’Amministrazione. L’Amministrazione non è il deus ex machina di tutto perché deve anche confrontarsi con chi sta all’opposizione. Chiaro? E a dimostrazione c’è stata quella manifestazione per la quale sono stati spesi 20mila euro… meritoria… Poi invece per la festa della Madonna di Corsignano sono rimasti 12mila euro. 20mila euro quindi per un’associazione che non si sa neanche dove è ubicata!

SINDACO: A me verrebbe da dire, vi siete tanto alterati perché Annese vi ha detto che siete contro le associazioni culturali, ma voi avevate appena finito di dire che noi siamo contro le associazioni sportive…

IANNONE: signor sindaco non si metta anche lei che nessuno qua si è permesso di dire e non si permetterà mai da questi banchi che…

SINDACO: Ho capito male io…d’accordo…ho capito male io…dopodichè io torno a dire che quando parlate delle società sportive state parlando di un budget. Voi pensate quanto costa per esempio il campionato di hockey di A1.

Circa dodicimila, tredicimila euro, quindi…

PRESIDENTI A TRUCCO E PRESIDENTI PER PASSIONE PALMIOTTO: Il concetto è che io ad esempio, non ho fatto il Presidente perché volevo fare il presidente ma perché volevo dare un contributo alla società. Allora se voglio farlo, lo faccio anche con i miei soldi. Non solo con il mio impegno ma anche con i miei soldi. E nell’ipotesi peggiore vado a coinvolgere quanti più amici possibili che mi possono dare una mano. Questo significa associazione! Nel momento in cui tu mi parli dell’ARCI o di quell’altra benedetta manifestazione, ci rimettessero anche loro dei soldi se la vogliono organizzare…

SINDACO: Io prendo atto e non posso che tornare a dire che la discrezionalità fa parte di scelte che rimandano ad una politica culturale ma se poi andiamo a vedere il dettaglio…Noi non impediamo niente a nessuno, ci mettiamo a disposizione, risolviamo tutti i problemi…dopodiché concentriamo la nostra attività su tre o quattro manifestazioni che a noi sembrano qualificanti in relazione a cose che noi abbiamo già discusso con i cittadini…La discrezionalità è un problema irrisolvibile…

TORO BIPARTISAN CONS. ALTIERI: Sì. Io ricordo che quando il cons. Iannone era sindaco di questa città avemmo l’onore di ospitare a Giovinazzo Lino Banfi collegati con Radio 2… (ndr. Si corregga cons. Altieri: Rai Stereo 2). Ricordo che fui allora chiamato dall’Assessore Devenuto perché il Comune di Giovinazzo non era in grado di organizzare quella manifestazione, C’era il contributo della Provincia ma il Comune di Giovinazzo non era in grado di organizzarla. Fisicamente non era in grado di mettere le sedie in Piazza, di fare il palco, di creare tutta la struttura organizzativa e quindi fui chiamato io. Evidentemente c’era un po’ di stima da parte di qualcuno. Io di sinistra sono stato chiamato dal centrodestra.

A proposito dell’accusa che noi favoriamo le manifestazioni soltanto di chi è vicino a noi. Quando abbiamo fatto quella manifestazione noi abbiamo preso le sedie da Toritto (ndr MARIOTTO, Si corregga cons. Altieri). Abbiamo preso 1200 sedie da Toritto (ndr MARIOTTO, Si corregga cons. Altieri). Abbiamo pagato 1500 lire di affitto a sedia. Non abbiamo avuto nessuna ricevuta.

Erano spese che noi avevamo effettuato e non c’erano ricevute. Allora in questo caso come fa l’amministrazione a dare un contributo o a rimborsare a chi ha organizzato quella festa?

PALMIOTTO: E come le trasportò le sedie?

UN TAPIRO PER IL TORO! ALTIERI: Noi siamo andati a Toritto (ndr MARIOTTO, Si corregga cons. Altieri) dove fanno la manifestazione del Tralcio d’Oro ed hanno duemila sedie. Siamo andati a caricarle a Toritto (ndr Il Tralcio d’oro si tiene a MARIOTTO… Ma che roba …che roba cons. Altieri Lei si merita un bel tapiro!!!!)…

PALMIOTTO: Bene, allora per la benzina potevi avere la ricevuta. Scusami ma quando te ne sei venuto con le sedie avevi una bolla? Se ti fermava qualcuno? Ce l’avevi una bolla di accompagnamento? O eri evasore in quel momento? Dai rispondi…

ALTIERI: cons. Palmiotto, non metterla su questo piano, altrimenti tutte le associazioni sportive e culturali a Giovinazzo non farebbero niente e lo sai anche tu. Anche tu quando hai mandato la squadra in trasferta non hai mai emesso fattura perché non ti conveniva pagare l’I.V.A. Questa è la realtà. Non dire chiacchiere per favore! Allora il discorso è questo. Hai detto bene prima.

Tra vent’anni con questo cambio di regolamento…Per il resto c’è la discrezionalità […].

A DO STÈ GUST NA STÈ PERDENZ….

RESTIVO: partiamo dal presupposto che qualsiasi associazione non agisce per scopo di lucro…Anzi gli eventuali guadagni vengono reinvestiti in altre manifestazioni… può essere anche che non chiede contributi a nessuno…Noi abbiamo nella nostra realtà associazioni che stentano ada andare avanti, che ci mettono di proprio…

PALMIOTTO: Nella singola manifestazione noi non possiamo creare la possibilità di avere un lucro e poi quel lucro debba servire per la gestione dell’associazione di tutto l’anno…Giuseppe mi ha capito benissimo perché quando noi abbiamo gestito le associazioni sportive, si trattava di avere degli incassi che poi…Noi come Comune non possiamo arrivare alla singola manifestazione a dare un motivo di lucro…Dove ti voglio portare? Perché questo è successo e possiamo verificarlo…

(La capacità di godere richiede cultura, e la cultura equivale poi

sempre alla capacità di godere — Thomas Mann - Grazie Palazzo di Città!)

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Gennaio 2008

LA PAROLA ALL’OPPOSIZIONE

DI

SERGIO PISANI

TUTTO QUELLO CHE I GIOVINAZZESI NON SANNO Cinque consiglieri presenti, tre assenti giue il giovedì. «Non riesco a capire – spiega il stificati (Cortese, Decandia, Turturro). Il sincapogruppo Palmiotto – perché daco apre democraticamensi debbano limitare gli orari di te le porte dell’aula consiliare servizio al pubblico consci del ai suoi accusatori. I suoi acfatto che non c’è stata né variacusatori aprono le porte ai zione del personale né della nostri taccuini prima di punstessa struttura». Comando dei tare l’indice nei confronti del Vigili urbani il cui accesso è staPrimo cittadino nel Consiglio to impedito anche al consigliecomunale. Prima di farlo però re Magarelli per consultare gli registriamo la rabbia del atti per l’esercizio delle proprie capogruppo del centrodestra funzioni.

Michele Palmiotto per una vicenda dai contorni grotteGESTOR schi: il cine-teatro Ulisse dal La concessionaria per la riscos12 dicembre non è più apersione delle imposte comunali to al pubblico. «La commisnon naviga finanziariamente a sione prefettizia non ha dato vele spiegate. Sappiamo che le parere di idoneità alla struttura. Al momento Ulisse non L’OPPOSIZIONE. ll sindaco apre democraticamente somme spettanti al Comune del mese di settembre ed ottobre ha più alcuna autorizzaziodovevano essere corrisposte il ne». È chiaro che - se con le le porte dell’aula consiliare all’opposizione 10 dicembre e il 20 dicembre. nuove leggi sullo spettacolo e sul cinema di aprire ai privati per fare cultu- nostra comunità perché non avesse ‘a segui- La prima transazione è stata rispettata. Ad oggi ra - ciò non deve indurre l’ente locale a non re pregiudizio le complesse e delicate fun- che scriviamo stiamo aspettando la seconda responsabilizzarsi maggiormente sull’acca- zioni talvolta contaminate da rapporti amicali transazione. Palmiotto: «C’è stato un tardivo duto. Stop al cine-teatro Ulisse. Stop al mo- o affettivi locali’». E dall’ironia, continua l’ana- controllo dell’Amministrazione: i versamenti mento alla rassegna teatrale e cinematogra- lisi di Palmiotto: «Il tutto induce a pensare che debbano essere fatti volta per volta. Auguriamoci che la Gestor continui a versare le somfica. l’amministrazione pone come prossimo obiet- me pattuite e a ritornare a navigare a vele spietivo di sostituire l’intero corpo dei vigili urbaUN NUOVO COMANDANTE DEI VIGILI UR- ni. E non riesco a capire invece perché non si gate per il bene delle tasche dei giovinazzesi».

BANI procede alla sostituzione dell’Ufficio Tecnico Dal 1° dicembre, Giovinazzo ha nuovo Co- e del sindaco stesso vista la loro possibile IMPIANTO DI PRODUZIONE DI ENERGIA mandante di Polizia municipale. «Non un contaminazione di cui potrebbero essere ELETTRICA giovinazzese - aggiunge il cons. Palmiotto - oggetto a seguito dei rapporti ‘amicali o affet- Trattasi di inceneritore che attraverso la comed assunto a mezzo di nomina diretta e non tivi locali’».. E se l’ironia poi nasconde una bustione dei rifiuti solidi urbani produrrà enertramite pubblico concorso. Con un aggravio verità scomoda? Il cons Iannone non si fer- gia. Il calore sviluppato durante la combustiosulle casse comunali 44mila euro». E il vec- ma al senso letterale di quell’enunciato: «An- ne dei rifiuti, verrà recuperato e servirà a prochio Comandante che fine ha fatto vi doman- dremo a fondo, capiremo la verità che durre vapore, a sua volta utilizzato per la proderete? «In scadenza di contratto assegnato sottende il senso di quelle funzioni talvolta duzione di energia elettrica o come vettore di a mezzo di pubblico concorso per selezione contaminate da rapporti amicali o affettivi lo- calore. Ora tale impianto sarebbe dovuto sorgere nel territorio modugnese, ma per evitare pubblica ad un cittadino già in organico con cali». una congestione da ‘nanopolveri’, il sindaco qualifica di funzionario, si accertava - riferiva sempre il cons. Palmiotto stralciando passi ORARIO APERTURA COMANDO VIGILI di Bari, presidente dell’Asi, ha deciso lo spostamento nel territorio compreso tra della delibera di giunta del 27 novembre u.s. URBANi - l’assoluta necessità ed urgenza di procede- Dal 1° dicembre cambiano gli orari al pubbli- Giovinazzo e Bitonto. Il sindaco di Giovinazzo, re alla copertura del posto vancante ricercan- co: si può entrare dalle 9.30 alle 11.30. Re- Antonello Natalicchio che ha appreso la notido un funzionario che avesse tra l’altro come stano invariati gli orari pomeridiani il martedì zia attraverso i giornali, rigetta l’istanza avanzata dal sindaco Emiliano. Iannone (AN): «Perrequisito la provenienza dall’esterno della

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ché solo Modugno è a forte impatto ambientale e non anche Giovinazzo già pesantemente gravato insieme a Bitonto sul piano ambientale con due importanti discariche per rifiuti solidi urbani a pochi chilometri di distanza e conosciuta alle cronache nazionali per le problematiche annesse alle proprie discariche? Senza sorvolare sui dati ASL riguardo all’incidenza sull’impatto ambientale della nostra salute. C’è stata la smentita da parte del sindaco. Ma la domanda nasce spontanea. Tenuto conto che Giovinazzo fa parte dell’ASI, possibile il primo cittadino non poteva non sapere? Siccome noi siamo rappresentanti del popolo, correva l’obbligo di essere informati non certo attraverso le colonne dei giornali. E questo non è un atto di pura democrazia. Poi, andremo a conoscere anche i proprietari dei terreni individuati nella zona Asi su cui dovrebbe sorgere l’inceneritore».

AMPLIAMENTO DEL CIMITERO Morire, quanto mi costerà? Tenetevi forte perché potreste già perdere il controllo. Morire costerà non meno di 20.000 euro se hai deciso di investire in vita già nel cassettone ad altezza d’uomo e illuminato dal sole. No, non è uno scherzo. Ventimila euro è il prezzo base del gentilizio privato 2,4m x 2,4m in concessione per 99 anni. Poi aggiungete gli optional: 1^ fila: 1.800 euro, 2^ fila 1.800 euro, 3^ fila 1.600 euro, 4^ fila 1.400 euro, 5^ fila 1200 euro. Come se foste non alla prima de La Scala di Milano ma davanti agli angeli o ad arcangeli. Poi ci sono le concessioni per 99 anni degli ossari: 1^, 2^, 3^ fila 400 euro, 4^ fila 300 euro, 5^, 6^, 7^ fila 150 euro. Il menu è servito, scegliete come morire.

Ma soprattutto non fatevi mancare i soldi se volete una dignitosa sepoltura. Se volete lumi sul perché e per come i vostri pensieri funerei siano lievitati alle stelle, quasi a sfiorare Dio, saranno sciolti dal cons. Vitangelo Bavaro (Lista Palmiotto) che vi metterà a disposizione tutto il suo memoriale scritto.

Si parte dal 23/07/2004: è la data d’iniziomemoriale del cons. Bavaro ma anche il giorno in cui il Consiglio Comunale approvò il Progetto Preliminare dei Lavori di Ampliamento del Cimitero Comunale redatto dall’Ufficio Tecnico del Comune che prevedeva la realizzazione di 1.165 loculi, 1.106 ossari e 112 lotti di terreno per la costruzione di gentilizi privati. Il costo totale dell’intervento preventivato era di 1.040.000 euro. Citiamo per motivi di spazio solo il prezzo base (senza optional) del gentilizio in concessione per 99 anni: 8.500 euro. A fronte della cessione delle concessioni, il Comune avrebbe introitato 1.998.180 euro.

«In data 30 giugno 2005 - leggiamo sempre dal memoriale del cons. Bavaro - il Consiglio Comunale approvò il Progetto Definitivo dell’ampliamento del cimitero, apportando un’unica variante, relativa al costo complessivo dell’intervento, che passò da 1.040.000 euro a 1.200.000 euro, lasciando inalterati i prezzi delle Concessioni.

«In data 20 giugno 2006 la Giunta Comunale con Delibera n. 106 optò di procedere alla realizzazione dell’ampliamento del cimitero, mediante un appalto di servizi

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integrati per l’affidamento della gestione dei lavori e delle Concessioni. La stessa Delibera consentiva all’impresa che avrebbe poi gestito l’appalto, di poter richiedere, per le Concessioni, un prezzo diverso da quello stabilito dal Comune, accompagnato però da una durata della Concessione, maggiore di quella ordinaria.

«In data 22 giugno 2006, con Determina Dirigenziale n. 468 del Segretario Generale, su proposta del Dirigente del 4° Settore e senza alcuna reale giustificazione, il prezzo base (senza optional) della Concessione divenne 10.000 euro anziché 8.500 euro.

In data 28 agosto 2006 (dopo due mesi) con Determina Dirigenziale n. 605 il Segretario Generale, modificò la propria Determina n. 468 e ancora una volta senza alcun criterio e trasparenza, furono stabiliti i prezzi riportati in alto (20.000 euro per il loculo base anziché 8.500 euro come preventivato il 23/07/2004).

«A fronte di tali scelte e aumenti, il costo totale a carico dei Cittadini è passato da 1.998.180 euro a 3.839.500 euro e la Società che gestirà l’appalto di servizi, con un investimento massimo di 1.200.000 euro, ricaverà un utile di 1.300.000 euro nonostante il divieto sancito dal DPR 285/90 di fare concessioni di aree per sepolture private a persone o ad Enti che mirino a farne oggetto di lucro e di speculazione». A chi fosse ancora interessato ad investire in vita già nel cassettone il cons. Bavaro è a disposizione per consulti ed opportunità postmortem. Sempre e solo per la tutela dei vostri risparmi.

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Gennaio 2008

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Dopo Chavez, Ahmasdinejad.

Attento arriva Magarelli?

Una scia di sangue ha segnato gli ultimi giorni del 2007. Notizie note e meno note. Il sangue degli operai dell’acciaieria torinese del gruppo Thyssen. Morti che si dovevano e potevano evitare se fossero state rispettate dall’azienda le norme di sicurezza. Ma la fabbrica è in fase di chiusura ed allora chi se ne frega delle regole. Ricaviamo tutto il possibile e poi via dove conviene di più e magari non esistono procedure di sicurezza. Che bravi questi grandi industriali, e non importa se sono tedeschi o italiani o francesi o fate voi, perché tanto il tatto distintivo è sempre lo stesso. Magari partecipano alle marce della pace, partecipano alle raccolte di fondi per Emergency, votano a sinistra e tutti in fila a votare alle primarie e ad osannare il capo villaggio del Valtur di Roma ovvero Veltroni Valter che ad organizzare festival ed eventi non lo batte nessuno. Poi finisce la parte pubblica e comincia quella privata. In fabbrica il sindacato fa finta di niente perché il “padrone” è uno dei nostri e poi al governo della Nazione c’è un governo di centro sinistra ed allora non bisogna disturbare nessuno. Non era stata la Confindustria ad appoggiare Prodi? Non erano stati i banchieri ad appoggiare l’Unione? Ed allora cosa potevamo aspettarci. Gli scioperi che hanno bloccato l’Italia, infatti, sono dei piccoli imprenditori e degli artigiani soffocati dalle tasse, dall’aumento dei costi e, magari, dalla barzelletta delle privatizzazioni che dovevano, nei proclami, colpire i monopoli ed invece hanno bastonato i noti milionari dei panettieri, dei tassisti ecc.. Morti di lavoro che dovrebbero far riflettere il sindacato ed infatti i sindacalisti sono stati fischiati alla manifestazione in ricordo di quegli operai. Da quando è al governo questo nefasto governo si sono rarefatte le proteste dei lavoratori dipendenti pur in presenza di contratti scaduti da tempo. E questo lo dico per i sindacalisti che sostengono che la vittoria per un contratto siglato è ancor più significativa se non si svolgono interruzioni del lavoro che rappresentano sempre per i lavoratori una perdita di salario. Vero, ma chissà perché questa ovvia e ineccepibile ragione venga immediatamente dimenticata, cassata, completamente quando al governo siede una coalizione di centro destra. Ricordate gli scioperi generali contro la politica economica del governo Berlusconi? La situazione, anche per evidenti responsabilità di un governo che sa solo tassare e aumentare le spese come quelle per le centinaia e centi-

naia di consulenti, il governo più numeroso e costoso nella storia della repubblica, non è certo migliore di due anni or sono. E pure tutto tace, tutto è anestetizzato. All’estrema sinistra più volte hanno alzato la voce. E poi come un Mastella qualunque le ragioni del potere, l’attaccamento alla poltrona hanno avuto la meglio sugli ideali sbandierati con convinzione solo apparente. Quante volte abbiamo sentito le minacce di far cadere il governo, quante volte abbiamo ascoltato “è l’ultima volta che voteremo la fiducia” e poi, come dice giustamente D’Alema si è accertato che non si trattava di un ultimatum bensì di un penultimatum. Ci sarebbe da ridere ma poi penso all’aumento delle tasse imminente anche, è molto probabile, anche a livello locale e allora il sorriso scompare.

Dicevo poc’anzi notizie tragiche note e meno note. Meno conosciute ma non meno struggenti. Siamo in Iran, nella provincia del Kuzhestan al confine con l’Iraq. E’ l’inizio del mese di novembre, una grande distesa, tanta gente anche ben vestita. Una gru e tre giovani, due uomini ed una donna. Stanno per essere impiccati. Sono dissidenti del governo iraniano. Vengono tirati su dalla gru.

Rimangano sospesi a penzoloni, le gambe si agitano, quelle della donna ancor di più.

E’ facile intuirlo la vita che porta in grembo sta lottando con lei per la sopravvivenza. Le parole non riescono ad esprimere l’orrore di quanto si vede. Si ode solo un grido levarsi fra i presenti assai numerosi. Allah akbar!

Dio è grande. Dio è grande? Ci sono dei frangenti in cui il genere umano tocca vette impensabili di imbarbarimento. E mentre vedo le immagini su un sito internet ripenso, quasi per cercare un motivo di sollievo e di sorriso, sì, insomma di evasione da una realtà che mi soffoca, penso al viaggio dei nostri rappresentanti in terra venezuelana. Ed allora osservando che il dittatore in camicia rossa, osannato dalla sinistra italiana senza il minimo imbarazzo, ha perso, ufficialmente per un pugno di voti il referendum che lo avrebbe incoronato presidente a vita, ossia dittatore fra il giubilo dei tardo-comunisti italiani, penso di suggerire, tramite Nick Palmiotto, al Dipartimento di Stato degli U.S.A. e a Bush di pagare un bel viaggio al consigliere Magarelli ed al suo assessore Dagostino in occasione del … , beh non so,

Hostaria San Domenico di

IL CONTRAPPUNTO DELL’ALFIERE questo lo lasciamo al consigliere che, da bravo democristiano, scoverà sicuramente una fiera di paese o una conferenza sul pistacchio iraniano per giustificare un viaggio in quel lontano Paese. Il motivo è presto detto.

Dopo la visita dei nostri rappresentanti il satrapo sudamericano ha perso il referendum. Insomma gli hanno portato male ed allora ecco la soluzione per Bush. Inviare Magarelli in Iran. Ahmadinejad più che le pressioni diplomatiche, più delle sanzioni dell’O.N.U., più delle minacce degli americani deve temere il nostro consigliere sempre dalla parte giusta, quella del potere. Il presidente iraniano deve stare molto attento perché dopo la camicia rossa indossata a Caracas potrebbe, anche, fingere di essere pronto a convertirsi all’islam e così segnare la fine della teocrazia persiana. Ahmadinejad attento, Magarelli è in agguato. Lo stesso consigliere vista l’aria che tira ha deciso, unico nella maggioranza di centro sinistra, di non aderire al nuovo Partito Democratico. In consiglio comunale oltre alle scontate adesioni dei diessini e margheritiani si registrano quelle di Lopraino dell’Udeur e Dolciamore della lista civica insieme con i due assessori Tempesta e Giangregorio. Insomma alcuni uomini dal recentissimo passato nelle file del centro destra ora entrano nel PD di Veltroni. Non siamo su Scherzi a Parte, siamo a Giovinazzo e purtroppo è tutto vero. Secondo voi in questa società italiana dipinta come una poltiglia la dignità ha ancora una collocazione? Salutiamo il nuovo comandante dei vigili urbani che rivoluzionerà il corpo e garantirà efficacia, efficienza e trasparenza. Infatti, intanto, dal 1° dicembre non si può più accedere agli uffici in tutti gli orari. Buon inizio in tema di trasparenza. Complimenti al responsabile della viabilità, non so chi sia: le rotatorie hanno raggiunto lo scopo di restringere le strade.

Insomma perfetti. Buon anno a tutti e prepariamoci a nuove tasse sia comunali che nazionali. Qualcosa mi dice che potrebbero esserci novità su quel fronte ma vedrete che Natalicchio questa volta non ci scriverà per dire che Prodi è cattivo e soffoca Giovinazzo.

Se lo farà daremo atto all’ex compagno Antonello della sua onestà intellettuale altrimenti …. Felice 2008 a tutti e che Dio ci protegga.

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I FURTI GRAZIE ALLA

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ALLE ESTORSIONI IN CITTÀ!

Un’attività proficua, si può definire l’operato dei Carabinieri, nell’anno che ormai si sta chiudendo. Un notevole calo dei furti di ogni genere. Si è passati dai 524 del 2006 ai 457 del 2007. Nove invece le rapine a differenza delle diciannove dell’anno scorso. Si registra un solo omicidio volontario, derivante da un incidente stradale. Otto gli incendi di natura dolosa ed accidentale.

Ventuno arresti complessivi. Denunciate duecentoventidue persone a piede libero per reati vari (furti, lesioni personali, truffe, ecc.). Unica nota negativa è l’aumento del 10% delle estorsioni rispetto all’anno scorso, ai danni degli automobilisti.

Non c’è che dire. Nel complesso un’attività positiva e senza rilevanti problemi di sorta. Si può dunque affermare senza ombra di dubbio che il nostro tessuto sociale è abbastanza sano mentre la situazione dell’ordine della pubblica sicurezza è soddisfacente.

L’ESTORSIONE Il 14 novembre è stato tratto in arresto M.V. di Bitonto, il quale dopo aver rapinato un pensionato di Giovinazzo, lo ha spintonato e si è portato via l’auto, una Hyundai Atos di colore nero. Successivamente ha contattato la vittima per richiedergli una somma di 1.600 euro. L’arguto signore però si è fatto coraggio ed ha chiesto a quel punto la collaborazione dei Carabinieri. Il losco individuo veniva così colto in flagranza di reato ed arrestato per estorsione e rapina.

Un episodio che servito a far cadere il muro di omertà cittadino. Un esempio per chi estorto quotidianamente non trova il coraggio di affidarsi alle istituzioni denunciando i malviventi per paura di facili ritorsioni.

I FURTI Nella notte dei primi giorni di dicembre è stato sventato un furto ai danni di un supermercato di A. Gioia. Complice l’oscurità, i malfattori avevano già tagliato la saracinesca con l’ausilio della fiamma ossidrica ed aspor tato un quantitativo di salumi. I Carabinieri però non si sono fatti attendere e al loro sopraggiungere i ladri sono immediatamente fuggiti.

Sempre nella notte tra l’11 e il 12 dicembre, ancora la fiamma ossidrica è stata la protagonista, questa volta ai danni di una prosciutteria di via Toselli. In questo caso è stata la segnalazione di un anonimo ad allertare l’intervento immediato dei Carabinieri, i quali hanno nuovamente messo in fuga i ladri che si sono allontanati a bordo di un’Audi A6 di colore nero.

Ed anche questa volta…senza prosciutti. Certo, l’atmosfera delle feste natalizie si fa proprio sentire…su tutti i fronti!

L’ARRESTO E LA RAPINA In data 15 novembre sono stati arrestati due minori con la collaborazione della Polizia Municipale. I due sono responsabili di rapina ai danni di un altro minore. La denuncia immediata, anche questa volta, ha permesso di attivare immediatamente le indagini e rintracciare i due astuti ladruncoli che si sono appropriati della somma di cinquanta euro.

Il 3 dicembre, invece, è stato arrestato M.P., un ragazzo di ventiquattro anni, il quale è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti ai fini della detenzione e dello spaccio.

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A Raffaele

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Caro Raff, quanto abbiamo sperato di saperti non più dove ti trovi ancora. Ci fa star male il solo nominare quel luogo dove sul tuo nome si sta consumando la peggiore delle ingiustizie . Stiamo soffrendo con te e per te e ti siamo vicini come prima e più di prima. Sin dal primo momento non abbiamo dubitato nemmeno per un istante della tua innocenza, non un piccolo dubbio, non una minima incertezza; mai la fiducia in te ha vacillato.

Noi ti conosciamo troppo bene!!!

Sappi, comunque, che giorno dopo giorno la nostra certezza sta diventando quella di tutti, qui, a Giovinazzo. Anche chi non ti conosceva, e in un primo momento non ha compreso, sta cominciando a capire come stanno realmente le cose, al di là di quello che hanno continuato a dire di te distortamente televisioni e giornali. E il dubbio diviene certezza, certezza della tua bontà, certezza della tua innocenza. Se è vero che esiste una giustizia terrena, se è vero che esiste una giustizia divina, e su questo non abbiamo dubbi, prima o poi la verità verrà a galla e sarai definitivamente libero; e questo prima di quanto immagini, vogliamo almeno sperarlo.

Stiamo contando i giorni che ti separano dalla verità e dalla libertà e simbolicamente con questa lettera ti mandiamo il calendario di Luca che come te è un prigioniero, il calendario che noi abbiamo definito “il calendario della vita, il calendario della speranza, il calendario dell’attesa, il calendario della luce”.

Tutti ci stiamo attivando per Luca, per liberarlo dalla grave situazione in cui la crudeltà umana l’ha fatto precipitare; allo stesso modo chiediamo che Giovinazzo metta in moto la macchina della libertà anche per te. A Natale magari la luce di una candela dietro ogni finestra. Per te, Raffaele, la luce della speranza e della fede. La stessa luce che si accenderà per Luca.

Come siete simili!!! I vostri casi camminano su vite parallele per raggiungere ambedue il cuore, il cuore della gente che sta imparando ad amarvi.

Luca, un bambino prigioniero del suo corpo, tu, Raffaele, prigioniero dell’ingiustizia dell’uomo, tutti e due vittime del caso, della fatalità, di un momento tragico che vi sta segnando fino all’inverosimile. E’ per questo che ti mandiamo il suo calendario, sperando che ti venga consegnato. Ognuno di noi ne ha una copia per segnare, ogni giorno, i giorni che passano, tu lì, noi qui con te; giorni duri, giorni difficili che ti separano fisicamente da noi ma che avranno pur fine un giorno o l’altro. E su quel calendario segniamo i giorni che separano te e Luca dal ritorno alla vita, quella vita sana e vera che ambedue meritate. E alla fine di quei giorni noi potremo riabbracciarvi e voi potrete riabbracciare la felicità del vivere.

Raffaele, ti vogliamo un mondo di bene! Da qui stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere; stiamo raccogliendo anche le firme per testimoniare al mondo intero affetto e solidarietà, sperando che il nostro appello e la nostra fiducia in te possano generare quella catena umana di affetto e solidarietà in grado di sciogliere l’acciaio di quelle manette che ti impedisce di riafferrare le gioie della vita. Ma quello che stiamo facendo per te ci appare sempre piccola cosa rispetto a quello che tu stesso avresti fatto per ciascuno di noi se ci fossimo trovati a vivere il tuo stesso

LETTERA

Dal cuore di Giovinazzo al cuore di Perugia LA A

NOSTRA NOSTRA CATENA CATENA UMANA UMANA PER PER

COSTRUIRE UN PONTE PONTE DI DI SOLIDARIET SOLIDARIETà COSTRUIRE UN inferno.

Con noi anche Giovinazzo, il nostro “piccolo buco di provincia”, la tua e nostra CAPUT MUNDI. Lo sai bene, è così, piccola ma con un cuore e un’anima così grande.

Ti aspettiamo tutti.

Con immenso affetto.

I tuoi amici: Antonella, Francesco, Saverio, Raffaele, Francesca, Erica, Corrado, Damiano, Claudia, Gianfranco, Valeria, Gianni, Etta, Mariano, Giacomo, Paolo, Milko, Tiziana e anche i non giovinazzesi Alessio, Francesca, Gabriele, Vanni, Anna, Maite, Marianna

RISPONDE RAFFAELE Ciao a tutti, amici, amici miei cari, Amici della Piazza, Amici di Luca.

Finalmente sto ricevendo la vostra posta a cui posso anche rispondere. Quanto mi mancate!!!

E’ così difficile trovare un amico! Abbiamo spesso l’impressione che l’umanità sia egoista di per sé, per poi renderci conto, nel momento della difficoltà e del bisogno, che è proprio l’uomo il miglior amico dell’uomo … quando “crede”.

CREDERE!!! Quanto è difficile!!! -“Provare per credere!!!”… - “Se non vedo non credo.”… - “Chi crede in me vivrà in eterno.”…

Non avrei mai immaginato che all’improvviso la mia vita potesse essere così fortemente legata ad una parola pronunciata caso mai tante volte, ma mai compresa nel suo significato più profondo. Tutti abbiamo bisogno di credere. Credere ci dà forza, coraggio, speranza, fiducia, fede e mai come in questo momento io ho bisogno di credere: credere nella giustizia che certamente appurerà la VERA verità, credere nell’amicizia, credere nelle vostre parole, credere in uno sguardo amico, che può essere anche quello del secondino, credere in Dio a cui rivolgo intensamente le mie preghiere. Ed è questo credere che mi dà la forza di guardare con fiducia verso il futuro, di scrutare dalla mia cella il cielo sperando che le nubi che lo offuscano pian piano si diradino per permettere al mio sguardo di espandersi verso orizzonti liberi. Ma perché questo accada ho bisogno che tutti voi crediate intimamente in me. E credere in me presuppone credere nella mia innocenza. Lo so, non è facile, soprattutto per chi mi ha conosciuto attraverso le parole e le immagini di mercanti di parole ed immagini, direi più attenti allo scoop piuttosto che ai sentimenti e ad una corretta informazione.

Credetemi!!! Sono innocente, vittima anch’io di quel gesto così tragico e crudele che ha tolto a me la libertà di vivere ma, cosa imperdonabile, ha tolto la vita ad una povera ragazza, seppellendo in un solo istante i suoi sogni e tutti gli orizzonti verso cui non potrà mai più rivolgere il suo sguardo. E io invece sono qui, fortunato,malgrado tutto, perché a differenza sua posso ancora credere e sperare di vedere sempre l’alba di un nuovo giorno.

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In questi giorni sentimenti e stati d’animo si accavallano e si susseguono, a volte diventano confusi e dirompenti: dolore, rabbia, sconforto, delusione, rassegnazione, fiducia, speranza, sentimenti tutti insieme racchiusi in una scatola da cui all’improvviso escono una volta sotto forma di marionette sorridenti, altre volte come fantocci che ti sorprendono con un pugno sul naso. E in questo altalenare di emozioni e sensazioni il sentimento che più mi pervade e mi sgomenta è la consapevolezza della precarietà della vita, di fronte alla quale non posso che ammettere il mio marrimento.

C’è un giorno, nella vita di tutti, in cui si decide un destino. E’ successo a Meredith, è successo a me, è successo a Luca, è successo ad ognuno di noi.

In quel giorno si apre una porta dietro cui ci può essere l’inferno o il paradiso, la sventura o la gioia, la morte o l’inizio di una nuova vita, il dolore o un sogno coltivato e da quel momento, comunque vadano le cose, nel bene o nel male, niente sarà più come prima. La vita ci cambia, inevitabilmente ci segna e a nessuno è concesso tornare indietro. Mi consola la consapevolezza che ogni esperienza, anche la più negativa, diviene positiva nel momento in cui ci aiuta a crescere, ci aiuta a capire quanto importante sia vivere in maniera positiva ogni momento della nostra esistenza. Io lo sto imparando. A mie spese. E penso al dolore di chi mi vuole bene e crede in me …

Ed in questa mia nuova dimensione ho conosciuto te, Luca. Ti ho conosciuto attraverso LA PIAZZA, attraverso i miei amici, attraverso i tuoi amici. Scusami se si sono permessi di affiancare il tuo nome al mio. Spero non ti dispiaccia.

Credo comunque che abbiano ragione quando scrivono che le nostra storie si assomigliano; per noi due e per le persone a noi due più care si è aperta all’improvviso la porta del dolore, della disperazione, della corsa verso la salvezza, delle delusioni, della speranza, delle illusioni, della fiducia, e spero anche della certezza. La nostra fortuna è solo una, quella di avere accanto persone che “credono”in noi e lottano a denti stretti, fino all’inverosimile, per ridarci la vita per la seconda volta: i nostri genitori. E’ grazie a loro che potremo un giorno ritornare liberi, liberi di correre, liberi di abbracciare, liberi di sorridere, liberi di crescere.

Tu Luca, hai una mamma meravigliosa. So che non si è mai arresa e ti ha trasmesso quella forza e quella voglia di vivere che oggi ti consentiranno, grazie all’aiuto di tanta, tanta, tantissima gente, di cambiare per la seconda volta il corso della tua vita. Sai, Luca, desidero conoscerti. Non so come, non so quando! So solo il perché!!! Voglio essere una goccia di quell’oceano di solidarietà e di affetto che sta coinvolgendo l’Italia intera. Oggi attraverso mio padre, domani personalmente, ti sarò accanto. Tieni duro, non mollare. Il tuo traguardo è vicino. Spero anche il mio.

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ANGELO GUASTADISEGNI

NEVE DA RECORD! Sabato 15 dicembre entrerà negli annali cittadini. Il freddo polare che ha stretto nella sua morsa la Puglia e il Meridione, non ha risparmiato Giovinazzo dove la temperatura ha toccato gli zero gradi. La neve è caduta copiosa dalle 5.00 del mattino fino al tramonto. Un’eccezionale nevicata, neve gelida e compatta. Alle ore 15.00 i misuratori meteo segnavano centimetri 15 in città! Per liberare strade e marciapiedi dalla neve e soccorrere i cittadini in difficoltà dalla mattina al tramonto hanno lavorato ininterrottamente gli agenti della polizia municipale coadiuvati dal corpo delle Guardie campestri e dei carabinieri. Due mezzispalaneve - o meglio ruspe - di due aziende private hanno lavorato per tutto il giorno. Alle 10.00 è stata spalata la neve nelle principali arterie della città, davanti al pronto soccorso e alle scuole. Medici, infermieri e studenti tutti al lavoro. Scuole elementari, medie, Liceo Spinelli ed IPSIA Santarella sono rimaste aperte. Così come aperti sono rimasti il mercato Coperto di via Cappuccini, tutti i supermercati e farmacie. Il servizio di raccolta rifiuti effettuato dall’Aspica si è svolto regolarmente. Gli unici problemi si registravano sul fronte della viabilità. La situazione è precipitata dopo le 12.00 a causa dell’abbondante nevicata che ha continuato a cadere per tutto il pomeriggio.

La viabilità ha subito forti rallentamenti, pullman di linea e treni regionali hanno funzionato a singhiozzo. I cittadini si sono svegliati impreparati e pochi avevano le catene a bordo per circolare senza pericoli. Affari per i rivenditori di catene da neve che hanno esaurito tutte le scorte.

Gli automobilisti più temerari, quelli che non hanno potuto fare a meno di prendere la macchina, proseguivano a velocità di crociera. I collegamenti con le città viciniori (Molfetta, Bitonto, Terlizzi, Bari) diventavano col tempo sempre più precari e pericolosi perché la coltre di neve si è trasformata in uno spesso crostone di ghiaccio. Sulla statale 16 bis il traffico è rimasto fermo all’altezza di Molfetta a causa di un camion senza catene che ha bloccato la strada. Davvero precaria la viabilità nelle contrade dove alcune abitazioni sono rimaste isolate. Di fronte ad un evento di portata eccezionale per Giovinazzo, il Comune si è attivato fin dal mattino per mobilitare sul territorio tutte le forze disponibili per alleviare i disagi dei cittadini. Non c’è stato il blackout totale dei servizi: la città ha continuato a pulsare seguendo magari ritmi più lenti del consueto, almeno a livello di traffico. E questo è già un successo. Sotto una neve così ci si può divertire sino a

quando si vuole ad accusare l’Ente Comune di responsabilità. Il Comune di Giovinazzo non è il Comune di Bolzano dove l’operazione antineve viene scandita con metodi aziendali.

Occorre il cloruro di calcio (inefficace quando la neve è ormai fredda). Occorrono i mezzi spargisale, gli spalaneve, gli spalatori e le lame antighiaccio che il Comune di Giovinazzo non ha. Non li ha a buon diritto. Perché hanno un costo. Perché simile eventi hanno una periodicità decennale o forse più. Il tempo scivola sul filo dei ricordi. L’ultima eccezionale nevicata si verificò quasi 15 anni or sono. Fu sempre di sabato, il 9 gennaio 1993 quando caddero su Giovinazzo 20cm di neve. Anche allora stesso copione. Fotografie da immortalare e traffico paralizzato. All’indomani, però, i primi raggi del sole domenicali sciolsero la coltre di neve.

I Giovinazzesi si riversarono a frotte sulla SP Giovinazzo-Terlizzi. Qualcuno si attrezzò di slittino per sfruttare le discese dei tre cavalcavia.

PICCOLO EXCURSUS CALCISTICO: la partita di calcio di serie B Bari-Pisa al San Nicola fu addirittura rinviata. Si recuperò il 13 febbraio e il Bari vinse 1-0. Gol di Barone, ex Foggia.

POPULISMI DA BAR. A detta del metereologo Giuliacci la temperatura è precipitata intorno allo zero e risulta di 12 gradi Celsius inferiore alla media stagionale.

A Novembre e agli inizi di Dicembre al contrario le temperature sono state superiori anche di 10 gradi rispetto alle medie. Il tempo fa i capricci. Perchè? Dopo l’inverno scorso più caldo degli ultimi 100 anni, ci siamo svegliati in una città imbiancata dalla neve. Dobbiamo credere allora agli scienziati che lanciano allarmi sui cambiamenti del clima o all’antica saggezza dei nostri olivicoltori che ci preannunciano un inverno freddo e che dal 15 dicembre, secondo la loro saggezza potrebbero seguire altre nevicate? Questo era il dilemma da affrontare nei bar cittadini all’indomani dell’incredibile nevicata.

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2 dicembre

Un gazebo per Forza Italia

Si è svolta in Piazza Vittorio Emanuele la raccolta di firme di adesione e scelta del nuovo partito che sostituirà il soggetto politico “Forza Italia”.

A scendere in campo, anche questa volta, lo stesso fondatore On. Silvio Berlusconi che, a seguito dell’esperienza politica trascorsa, ha chiesto ai sottoscrittori l’adesione e la scelta di uno dei due emblemi con cui dovrà presentare il nuovo partito sullo scenario della politica italiana e cioè “Il Popolo della Libertà” e il “Partito della Libertà”. Entrambi gli emblemi appaiono con le scritte in bianco con sfondo azzurro e una fascia tricolore.

Gennaio 2008

ECHI

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ANGELO GUASTADISEGNI

La La destra destra di di ieri, ieri, di di oggi oggi e e di di domani domani A chiudere il dibattito, l’On. Salvatore Tatarella, presente tra il pubblico, che con entusiasmo ha ringraziato tutti i relatori nonché i numerosi presenti concordando con Silvestris circa un necessario riavvicinamento della politica ai problemi della gente, invece di indugiare a parlare di se stessa.

La locale sezione di Alleanza Nazionale si dimostra ancora una volta un “laboratorio politico” importante nel panorama pugliese del centro-destra, sempre presente nell’attualità degli argomenti e nell’autorevolezza dei relatori.

Diego de Ceglia

23 Novembre

La A.S.L. scende in campo Il caratteristico scenario offerto dalla sala San Felice nel nostro centro storico ha fatto da cornice al convegno – dibattito, organizzato dal circolo territoriale di Alleanza Nazionale Domenica 25 novembre, sul tema “LA DESTRA DI IERI DI OGGI E DI DOMANI”. Moderatore dell’incontro è stato Marco Bonserio, attuale commissario cittadino di Alleanza Nazionale, che ha introdotto i temi affrontati con il contributo degli autorevoli ospiti intervenuti, esponenti della destra locale e regionale.

Si è trattato di una carrellata tra passato, presente e futuro, tra aneddoti e ricordi senza però lasciare spazio alla nostalgia, passando per le svolte di Fiuggi e di Roma destando l’interesse dei presenti che hanno seguito numerosi l’intero dibattito.

L’Avv. Franco Metta, scrittore e giornalista di “Puglia d’Oggi”, ha dato inizio agli interventi ricordando, con il suo fare ironico e conciso, ciò che in passato era la destra dal punto di vista dell’azione politica, della militanza, della passione ed ha però sottolineato che oggi, nonostante i cambiamenti e le probabili nuove alleanze politiche, non perderà i caratteri fondamentali della sua azione.

Non poteva mancare il riferimento all’attuale situazione della Casa delle Libertà e alle polemiche dell’ultimo periodo; a tal proposito Sergio Silvestris, presidente provinciale di Alleanza Nazionale della neo provincia BAT, ha smentito l’ipotesi del passaggio di molti esponenti ed elettori di AN all’interno del PARTITO del POPOLO delle LIBERTA annunciato dal presidente Berlusconi. Silvestris, infatti, ha proseguito con un monito alla coalizione di centro-destra affinché non ripeta più gli errori compiuti in passato, che hanno visto l’allontanamento dei politici dai veri problemi della gente, sottolineando, dunque, l’urgente esigenza di tornare ad occuparsi della realtà e delle problematiche del territorio.

Il presidente provinciale di Alleanza Nazionale di Bari, Tommy Attanasio, ha illustrato la situazione politico istituzionale della nostra regione, mettendo in evidenza le battaglie in seno al Consiglio Regionale condotte dal gruppo di A.N..

L’Avv. Tedeschi, invece, su precisa domanda del moderatore, ha tracciato una panoramica dettagliata sulle esperienze di militanza universitarie all’epoca dello scontro generazionale del 1968, ribadendo il differente approccio alla visone politica, culturale e filosofica tra cultura di

destra e cultura di sinistra.

Saverio Daconto, componente del direttivo locale di A.N., ha lanciato uno sguardo al passato sui rapporti del vecchio M.S.I. con la questione arabo-israeliana.

Ricostruendo brevemente, ma con dovizia di particolari, l’evoluzione storico-politica della questione palestinese, nonché l’evoluzione storica ed ideologica di A.N., ha sottolineato l’impegno della destra italiana a sostenere l’affermazione della democrazia in quelle terre martoriate.

Alla domanda di Bonserio circa i nuovi modi di fare politica dei giovani ha risposto Angela Piscitelli, responsabile culturale di Azione Giovani di Giovinazzo, che ha evidenziato come l’attivismo politico, fondato sempre su solidi valori e sane ideologie, è cambiato in favore di una più ampia possibilità di confronto, nonostante anacronistici e insensati pregiudizi nei confronti dei giovani di destra. Ha rimarcato, inoltre, la necessità di un’attenzione maggiore delle istituzioni ai reali problemi del mondo giovanile, rivendicando un ruolo primario nella vita politica e sociale del nostro paese e ribadendo la disponibilità ad azioni concrete e serie per un miglioramento della condizione giovanile italiana.

Necessario lo sguardo alla realtà locale proposto da Ruggero Iannone, capo gruppo di A.N. al Comune di Giovinazzo, che ha messo in luce come sia cambiato il modo di approcciarsi alla realtà locale rispetto al passato. Infatti nel suo intervento ha ricordato, con una nota polemica rivolta nei confronti dell’attuale amministrazione Natalicchio, che l’abolizione del CO.RE.CO. (Organo regionale di controllo sull’attività amministrativa delle Amministrazioni comunali), avvenuto in seguito al decreto Bassanini, ha di fatto limitato notevolmente i poteri di controllo tipici dell’opposizione, dando un ampio margine di manovra alle amministrazioni comunali ed ai loro provvedimenti, divenuti pressoché insindacabili, a tutto svantaggio di un’efficace azione di vigilanza da parte delle opposizioni negli interessi dei cittadini.

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Il Centro di Salute Mentale MolfettaGiovinazzo della ASL Provinciale di Bari ha organizzato la I° Edizione del Torneo di calcio “Fuori C’entro” nell’ambito dell’omo-

nimo Progetto di riabilitazione psico-sociale che utilizza l’attività sportiva per il miglioramento della qualità della vita e per il superamento dell’isolamento sociale e della lotta allo stigma.

Il torneo si svolgerà presso il campo di calcio dell’Istituto Vittorio Emanuele II a Giovinazzo, attuale sede del Centro di Salute Mentale ogni giovedì dalle 16,00 alle 20,00 a partire dal 22 Novembre sino al 22 maggio 2008. Quattro sono le partite inserite in calendario mentre le squadre in gara sono nove: Angel’s Pub, Fuori C’entro, Ser Molfetta, Cooperativa Anthropos, Gioventù Francescana, P.O. Molfetta, U.R.P. ex A.S.L. BA/2, P.O. Terlizzi, Bar Ragno d’Oro. L’evento è stato promosso dalla Federazione Italiana Gioco Calcio con le Scuole Arbitri Sezione di Molfetta e ha registrato la partecipazione di squadre provenienti da diverse realtà culturali ed associative dello stesso territorio.

Oltre alle partite di calcio sono previsti eventi e manifestazioni tesi al raggiungimento degli obiettivi dell’inclusione sociale e della lotta allo stigma.

Dopo il movimento mondiale di “Igiene Mentale”, finalmente, a Giovinazzo, il Centro di Salute Mentale della A.S.L. riscuote consensi. Si pone così in attuazione un importante aspetto della psichiatria.

E siamo agli inizi!

CUTRONE FRANCESCO E PALMIOTTO PASQUALE

ECHI 12 12 dicembre dicembre

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DICEMBRE

ANGELO GUASTADISEGNI

«Tutti in gioco» L’Auditorium della Scuola Media M. Buonarroti ha ospitato la presentazione del cortometraggio creato con la regia della Prof.ssa Katia Castellaneta, insegnante di lettere della classe I A. Detto cortometraggio ha superato la prima selezione al Concorso Gran Premio Ilcorto.it. della Festa Internazionale di Roma 2007. Nell’ambito di questo evento il Dott. Angelo D. De Palma, Presidente della Terza Sezione Penale del Tribunale di Bari, ha tenuto una lezione di educazione alla legalità.

Il cortometraggio, dal titolo “Tutti in gioco” mette in luce ordinari aspetti di bullismo scolastico in un contesto sportivo, l’assoluta mancanza del “gioco di squadra”, che, inevitabilmente, porta all’alienazione di chi, presumibilmente, non può concedersi rivincite. Il cortometraggio non è stato solo elaborato dalla Prof. Castellaneta ma anche dalla classe 3 D dell’anno scorso. I lavori sono stati aperti dal nostro carissimo Prof. Gaetano Sciancalepore, che ha parlato del superamento delle due selezioni di questo cortometraggio che è così giunto in finale ed ora si diffonderà anche in tutta Europa, ma anche sui canali satellitari come SKY e i canali della RAI e di MEDIASET. Questo film narra la storia di Michele Abbondanza, il quale non sapeva giocare a pallavolo e perciò veniva sempre buggerato.

Il Prof. Leali, insegnante di fisica, però, lo consola e alla fine scopre che la sua unica e vera passione è la pittura. Ottimo lavoro quindi, di questa regista giovinazzese.

Ma chi è Katia Castellaneta?

Docente di Lettere presso la Scuola Media Statale “M. Buonarroti ”, giornalista pubblicista, ha collaborato con diverse testate ed agenzie di stampa tra le quali: Interview, Parlamento, Ages, L’Umanità, Momento Sera, Articolo Ventuno. Collabora stabilmente con le riviste Da Bitonto e Il Giornale dello Spettacolo. Ha all’attivo numerose esperienze nel settore dello spettacolo e nell’ambito dei progetti scolastici cinematografici. In qualità di regista ha realizzato: nell’anno scolastico 2001-02, nella Scuola Media Statale “7° Gruppo - Andria”, lo spettacolo teatrale “Natale oggi”; nell’anno scolastic 2002-03 nella Scuola Media Statale “7° Gruppo - Andria”: il cortometraggio “Guerra e pace” che ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura del Concorso Regionale “Cortostudente”; nell’anno scolastico 2003-04 nell’Istituto Tecnico Commerciale “V. V. Lenoci – Bari”, il laboratorio cinematografico finalizzato alla realizzazione del mediometraggio “La possibilità”; nell’anno scolastico 2004-05 nella Scuola Media Statale “Massari Galilei – Bari”, il laboratorio cinematografico finalizzato alla realizzazione delcortometraggio dal titolo “Gli angeli dei bulli” nell’ambito del progetto “Educazione alla legalità e alla non violenza”.

All’evento erano presenti Antonio Natalicchio, Sindaco di Giovinazzo, Cosmo Damiano Stufano, Assessore alla Pubblica Istruzione, Carolina Serrone, Assessore allo Sport, Paola La forgia, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Regione Puglia. È intervenuta anche la Dott.ssa Lucrezia Stellacci, Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia.

PASQUALE PALMIOTTO E FRANCESCO CUTRONE

mune di Giovinazzo nell’elenco dei Comuni ad economia prevalentemente turistica e delle città d’arte.

«L’amministrazione comunale – riferiva l’Assessore Dagostino Gaetano – ha determinato di individuare e definire sistemi turistici locali per quelle aree che tradizionalmente e storicamente offrono prodotti e servizi turistici, ricettivi, balneari e potenzialità turistiche di rilievo, soprattutto per le loro caratteristiche naturali, archeologiche, storiche e culturali. Intendiamo sostenere le iniziative già operanti o insediate, al fine di potenziare e qualifi-

6 dicembre

La Marina ieri e oggi

Riflessioni nella sala S. Felice del Contrammiraglio Raffaele de Gaetano sulla Marina Militare, parte integrante e sostanziale del potenziale marittimo dello Stato Italiano.

«La Marina Militare ieri è anche oggi – precisava l’illustre relatore - Nulla è cambiato dalla sua istituzione. Fanno parte, della Marina Militare, uomini pronti ad affrontare la vita in mare con mezzi efficaci per ogni tipo di intervento».

«Nel periodo bellico del secolo scorso – continuava il contrammiraglio de Gaetano – la Marina Italiana fu la più gloriosa degli altri corpi militari e riportò vittorie memorabili contro i nemici».

L’onore dei nostri marinai non venne mai meno di fronte alla poderosa forza navale nemica e migliaia furono i morti in mare. Tanti sono gli insigniti di medaglie d’oro al valore militare.

«Un’arma, quella della Marina Militare – concludeva il contrammiraglio – che ha subito e subisce innovazioni e perfezionamenti nei suoi sistemi, nei tipi di navi e nelle apparecchiature di bordo. Tante sono, oggi, le specializzazioni e i corsi di addestramento per cui il marinaio ha la possibilità di svolgere compiti efficaci ed ottimali. È un vero professionista del mare.

Nella Sala S. Felice erano presenti ufficiali e sottufficiali della Marina Militare ed un folto gruppo di cittadini.

care i servizi turistici offerti, così come definiti dalla legge in materia e di promuovere la partecipazione dei soggetti privati interessati. Imprese e associazioni senza scopo di lucro, per attuare ogni iniziativa rivolta a migliorare l’offerta turistica e commerciale integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’artigianato locale».

Un impegno indispensabile per l’attivazione della procedura per l’inserimento del Comune di Giovinazzo nell’elenco dei Comuni ad economia prevalentemente turistica.

E’ NATALE

6 dicembre

Giovinazzo: Comune prevalentemente turistico e città d’arte Incontro tra gli operatori del settore commercio nella Sala Consiliare per l’organizzazione delle categorie del settore commerciale per i prossimi eventi.

A proporre l’incontro, l’Assessore al Turismo, alle attività produttive e marketing territoriale, che riferiva sul prossimo inserimento del Co-

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Babbo Natale, con renna e sacchi colmi di doni ai più piccoli, si è fermato nella nostra città, nella villa comunale. La felicità, la gioia, il sorriso dei giovani è una foto-ricordo per la annunciare che il Natale sta arrivando!

Gennaio 2008

giovinazzo giovinazz Al quarto appuntamento della nostra rubrica “Giovinazzo che lavora” incontro il primo imprenditore giovinazzese che in apertura di intervista mostra segni di insoddisfazione per il proprio mestiere.

O meglio, per come si è andato evolvendo il quadro in cui il signor Claudio Spadavecchia, fabbro figlio e nipote d’arte, oggi opera.

L’automazione, il ruolo sempre più decisivo assunto dalle macchine ha permesso a molti avventurieri del mestiere di entrare nel mercato spostando il campo della competitività da quello della qualità a quello della quantità e del prezzo. A svantaggio di chi, come Claudio opera nel settore da una vita. E non si fa per dire se consideriamo che ha iniziato a osservare e imitare i movimenti del papà Arturo all’età di sei anni nell’officina storica di via Agostino Gioia 110. Unico di tre fratelli a voler portare avanti con passione l’attività avviata da nonno Michele e cedutagli dal papà nel 1985.

IERI

DI

GIAMPAO

ILL NOSTRO VIAGGIO ALLA SCOPERTA

ANTICA SPADA

DAL NONNO MI CLAUDIO :«S UBITO UN

NOSTRE ESIGENZE . A LTRIMEN PER M OLFETTA O ALTRE ZO PERCO

Chissà quale sarebbe stato il futuro di Claudio se la mamma non avesse convinto papà Arturo a tornare a Giovinazzo dal Venezuela dove aveva cercato e trovato fortuna come molti altri concittadini. Una media impresa italiana, quella di Ar turo Spadavecchia che macinava affari e gli permetteva di fare “la vita da Americano”.

Ma evidentemente il futuro di Arturo e del figlio Claudio era a Giovinazzo e così dal 1985 cede a Claudio le redini dell’attività dopo anni di sacrificio e lavoro in giro per il Mediterraneo. I manufatti prodotti nell’officina di Giovinazzo venivano portati e montati da Claudio in Algeria, Turchia, Spagna, Francia ed anche Germania.

OGGI Oggi Claudio ha scelto di portare avanti una politica d’impresa che si concentri sul territorio Nazionale avendo acquisito i titoli per partecipare a gare pubbliche e consolidato un mercato nazionale che trova al Nord grandi committenti.

Quando ho chiamato Claudio per fissare un appuntamento per questa intervista era a Bologna ma la sua squadra di

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zo o che che lavora lavora

OLO

operai si muove in tutto il Nord Italia. Da Bologna a Torino, da Imperia giù in Puglia per rispondere alle richieste di scuole, caserme, banche.

Una delle più importanti commesse gli arrivò dal Banco Ambrosiano per il quale produsse e montò infissi a tutte le filiali pugliesi da Foggia a Santa Maria di Leuca. A Giovinazzo invece una delle opere più recenti riguarda gli infissi della Scuola San Giovanni Bosco.

DE PINTO

A DELLE NOSTRE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

A OFFICINA VECCHIA

DOMANI Rispetto al 1985 quando in officina operavano Claudio, suo papà e un operaio, il numero degli operai è cresciuto nel tempo ed oggi la ditta ne conta ben undici che soddisfano le richieste di imprenditori e privati. Una vasta serie di prodotti come infissi, zanzariere, automazione cancelli e molto altro in alluminio, ferro e PVC (un particolare tipo di plastica non molto diffuso dalle nostre parti.

Due le linee di prodotti per il privato e l’impresa perché, dice Claudio, il privato esige la qualità, l’imprenditore spende molto tempo a contrattare il prezzo piuttosto che spendere per avere la qualità. Ma il signor Spadavecchia non è disposto molto a trattare! Preferisce offrire qualità come preferirebbe anche lavorare in un capannone adeguato alle proprie esigenze. E proprio a questo proposito ci confessa di aver già in mente di ampliare la produzione sperando di poterlo fare a Giovinazzo altrimenti, e questo è un pensiero comune ad altri imprenditori giovinazzesi, la via per Molfetta o altre zone industriali è largamente percorribile.

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Gennaio 2008

STORIA N PROF. MICHE Mentre mi accingo a rilasciare questa memoria sento la necessità di chiarire due parole chiave di tutto il discorso riguardante la gioventù universitaria di Giovinazzo e in generale. Il termine goliardia e i suoi derivati sono sinonimo di allegria, spensieratezza. Le sue radici da alcuni sono poste nel nome del gigante biblico Golia forse per sottolineare la spavalderia con cui gli studenti universitari un tempo, attraverso una loro festa si presentavano alle classi subalterne, essi che sarebbero stati componenti della classe dirigente futura. Altri studiosi, senza negare questa derivazione, collegano la parola a gola, a un giullare di corte particolarmente avido di cibo, pensando forse all’importanza enorme che il mangiare ha nei momenti di spensieratezza. Comunque il termine goliardia è riferito negli ultimi 60 anni agli studenti universitari e specialmente alla vita libera e spensierata del tempo universitario che si ritiene caratteristica di tale periodo di studi. Altra parola importante in questo contesto è matricola che vuol dire elenco, pubblico registro con numerazione progressiva degli iscritti a una determinata categoria, per estensione la persona stessa iscritta nel registro. Chi scrive, nel registro della Facoltà di Lettere fu il numero 8616, nel registro della leva della Capitaneria di porto di Molfetta il numero 48ML0235 (anno di nascita – sigla della Capitaneria – numero progressivo). Nel mondo universitario si usava e si usa chiamare “matricola” lo studente iscritto per il primo anno al corso di studi. Nei tempi andati erano guai se venivi beccato da uno studente dal secondo anno in poi: dovevi pagare pedaggio universitario offrendo al bar per lui e per i suoi amici non avendo potuto a causa della recente iscrizione esibire il tesserino col timbrino dell’Università. Nel 1967 fui fermato da Lucio Albergo, di cui dirò oltre, e i miei danni furono limitati grazie all’intervento difensorio dell’attuale arch. Nicola Dolciamore. Quando nei corridoi dell’Università ti imbattevi in studenti pluribollati e superdominatori della situazione, spalleggiati da altri pluribollati potevano anche costringerti facendo capannello ad abbassare i pantaloni ed altro e mostrati come ci fanno le mamme.

Ebbene, non si festeggia il compleanno personale o di qualche grossa personalità come inizio di un nuovo ciclo? Non si festeggia il matrimonio come inizio di una nuova vita? Dal medioevo, con la nascita delle università, si è festeggiato l’ingresso di uno studente nell’Università degli Studi come celebrazione di un potenziale componente della futura classe dirigente. Naturalmente ciò vale meno per il Mezzogiorno Italiano per ragioni storico-culturali e per la struttura della società. Non posseggo dati in proposito ma credo di essere nel giusto se penso che dalle nostre parti la festa delle matricole sarà nata con la fondazione dell’Università Barese nel 1925. Di certo per Giovinazzo, a memoria d’uomo, sappiamo che non c’è mai stata nel 2° dopoguerra alcuna Festa della Matricola con un programma nutrito e ben strutturato aldilà di quelle 3-4 feste organizzate a cavallo degli anni ’60-’70 grazie al Circolo Universitario, che ebbe vita breve ma bellissima, fortemente voluto dall’attuale ing.

Mimmo Stallone, che ne fu il glorioso Presidente, dagli ingegneri Mimmo Antro e Ciccio Balenzano e qualche altro esponente della goliardia giovinazzese, sul modello del Circolo Universitario barese del quale faceva parte, a capo di una confraternita dal titolo indicibile, come si conviene ad autentici goliardi “porcellini”, il su nominato Lucio Albergo che all’epoca poteva esibire sul suo tesserino universitario di iscritto a Giurisprudenza ben 16 bolli del timbro universitario (una rarità nazionale e non so quanti altri ne abbia messi in seguito), venerabile decano di tutti gli iscritti all’Università di Bari.

FESTA DELL LA UNIVER UNIVE

Negli anni ’80 ebbe un po’ di notorietà a livello del capoluogo, perché fece parte della massima assise comunale di Bari. Grazie al supporto organizzativo del Circolo Universitario Giovinazzese fu possibile organizzare delle feste favolose. Quel circolo fu luogo di ritrovo di tanta spensierata gioventù e, per il periodo natalizio, bisca non clandestina di accaniti giocatori di carte, che nei momenti di maggiore tensione venivano scaraventate per aria al fine di creare confusione dire addio alla definizione dei debiti contratti (piccole somme, ma enormi per gli studenti!), qualche gavettonata di immani proporzioni non mancò. Il Circolo ebbe sede al primo piano primo appartamento a sinistra in direzione nord, al civico 57 di Piazza Vittorio Emanuele II. Quante serate trascorse al suo balcone sul porticciolo per ammirare i compianti colori del tramonto e quanti duetti canori di canti del mare col caro Michele Paliotto fu Nicola! A volte il vociare chiassoso nelle ore di punta faceva perdere la pazienza agli altri condomini che non persero mai la simpatia per quei bravissimi giovani dei favolosi anni ’60 allora come oggi morigerati ed esemplari nella vita privata e civica.

Ve lo immaginereste il professore universitario serissimo uomo, docente di analisi matematica dell’Università di Bari, grande gloria cittadina Francesco Altomare alla testa di pacifici “scapestrati”, lontani miglia e miglia e miglia dagli attuali autori di atti di bullismo, a guidarli con la chitarra in canti di successo (per es. l’Attore di Celentano, canzone che non è rimasta nelle sue antologie) o l’Uva focarina che

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NOSTRA ELE CARLUCCI

LA MATRICORSITARIA

Renzo Arbore e Gianni Boncompagni pubblicizzavano tanto in una fortunata trasmissione radiofonica, in giro per la città ad allietare la gente mattina e sera dei tre giorni di festa così come fa la banda cittadina nei giorni della festa patronale? Ebbene ciò è accaduto, è storia! Come è anche storia la partecipazione alla commedia in piazza di un Processo alla Matricola, come vittima condannata ad essere rasata la barba, di un altro bravo esponente giovinazzese della cultura universitaria il prof. Isidoro Moretllaro.

Durante la festa si riusciva a suscitare la curiosità di molti cittadini tra cui non mancavano espressioni come “Ma che vanno facendo?” (la più proponibile). Una curiosità che solo le processioni, le grandi manifestazioni cattoliche, i comizi elettorali, gli scioperi e le manifestazioni di protesta riuscivano a catturare. La festa aveva la grande caratteristica di essere autogestita però si cercava di recuperare qualche soldino attraverso il blocco delle auto sulla statale ai cui automobilisti si faceva pagare il pedaggio, e il veglione di chiusura che si teneva con complessi musicali non di grido nella palestra coperta del campo sportivo “De Pergola”. L’autorizzazione a fermare le automobili la rilasciavano le massime autorità universitarie investite di potere dal Sindaco che consegnava loro per tre giorni le chiavi della città. E a proposito di chiavi un anno, Antro, Filippo D’Agostino il nostro presidente, e qualche altro fecero un blitz nel Circolo Universitario di Bisceglie per recare onta sottraendo le chiavi della città (due grandi chiavi di legno infiocchettate). Anche atti come questo facevano parte della goliardia. I biscegliesi capirono al

termine della loro festa che le chiavi le avrebbero recuperate nel Circolo Universitario di Giovinazzo. Il furto era stato perpetrato durante la contrattazione per il passaggio ai giovinazzesi dei carri allegorici costruiti dagli amici di Trinitapoli che poi dietro discreto compenso passavano di città in città. La festa della matricola in genere si svolgeva sotto Natale. Allora non c’erano le tante manifestazioni culturali del tempo attuale per cui da molta gente era ben vista come introduzione festosa al Natale. La sfilata avveniva nella mattinata del 3° giorno, in genere una domenica: per avere un’idea si pensi al gay pride. Le scene erano concluse dalla matricola prescelta per il processo, portata alla gogna e attorniata da universitari in costume storico di gendarmi (ho netta la visione di Vincenzo D’Agostino, bancario a riposo, vestito da guardia della Rivoluzione Francese). I carri allegorici (4 o 5) venivano fermati intorno a mezzogiorno lungo il perimetro a nord della Piazza Vittorio Emanuele e la matricola veniva fatta salire sul palco-patibolo allestito sulla Piazza, per il processo. La condanna era molto pudica (taglio della barba, o gavettone). Il bello era costituito dalla motivazione per la condanna: di fronte a uno strenuo avvocato difensore il pubblico ministero accusava la matricola di non essere in regola con gli atributi maschili. Alla fine si faceva la prova della verità: si mostrava al malcapitato un manifesto con una bellezza del tempo tutta nuda e quando la matricola coprendosi gli occhi esclamava “Uèk, che schifo!” anche lo strenuo avvocato difensore gli si voltava contro auspicando le pene più atroci mentre tra lancinanti “Nooo! Nooo!” si strappava le vesti. In questo ruolo era bravissimo Nicola Coppolecchia un simpaticissimo amico che ora vive negli Stati Uniti, molto preparato in campo musicale. Si riprendeva la sfilata per mostrare al popolo quanto crudele fosse stata la pena per la matricola, indegna di appartenere alla virile combriccola di studenti universitari. Un seme di quelle feste è germogliato: le sagre paesane che mimano un po’ le focacciate universitarie. La sagra dei fuochi di S. Antonio preesiste alle feste delle matricole, però solo come fatto del vicinato; negli anni ’80 con l’abbellimento della struttura e dell’estetica urbanistica del nucleo antico la sagra delle “crapiéte” si apre alla città e ai forestieri. Con la focacciata quei birichini degli studenti (questo termine negli anni ’60 valeva scapestrati nullafacenti) riuscivano ad aggregare notevole numero di persone che si vedeva nelle feste religiose e nelle manifestazioni dei partiti politici. Voglio concludere con due annotazioni che ritengo importanti: il canovaccio per i processi era stato ereditato dai circoli forestieri e comunque la matrice dell’opera doveva essere costituita dalle commedie del greco Aristofane. Il titolo stesso di una rappresentazione-processo Ifigenia in Culide (faceva il verso alla tragedia greca Ifigenia in Aulide) la dice lunga sulle intenzioni e sulle allusioni pornografiche del processo che era una forza trasgressiva per quei tempi ma la trasgressione aveva il beneplacito della popolazione concesso tacitamente come avviene per il carnevale. Un’ultima cosa importante che voglio dire-dare è la risposta all’eventuale domanda del lettore: “Ma perché le feste della matricola non si sono più fatte?” il vento nuovo del ’68, la sua seriosità, la preoccupazione di partecipare alle sofferenze altrui senza però le visioni escatologiche del Cristianesimo, indusse molti universitari a vestire una nuova sensibilità, che contrastava con l’aria spensierata e menefreghista dell’edonismo presessantottino, mista a un senso di colpa inculcata dai nemici della goliardia. Il circolo universitario si spaccò in due correnti di pensiero e il venir meno dell’impegno collettivo di molti giovani universitari, sommato alla defezione delle loro quote associative portò prima al declino e poi alla chiusura del Circolo e alla fine della Festa della Matricola, una pagina di storia che resterà indelebile e irripetibile nella piccola storia della città di Giovinazzo.

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Gennaio 2008

ILLIS TEMPORIBUS DI

VINCENZO DEPALMA

Dal teatro Lacalamita al Cineteatro Ulisse Convinto nostalgico dei tempi passati non posso non unirmi al coro dei consensi per l’apertura del cineteatro Ulisse al quale auguro tantissima fortuna.

Quest’estate ho avuto la possibilità di ammirarlo e non nascondo che, durante la proiezione del film, tantissimi sono stati i ricordi per quello che il cinema ha rappresentato ai miei tempi. Per noi ragazzi, allora, il cinema era un piacevole luogo di incontro, di ritrovo e di aggregazione che l’avvento della televisione ha gradatamente ma inesorabilmente cancellato. Ricordo ancora quando mia madre mi affidò ad un parente per farmi assistere, per la prima volta in vita mia, alla proiezione del film Gli ultimi giorni di Pompei che si proiettava o cineme de Nicoline de papà da noi successivamente chiamato il Pidocchietto quando, sale cinematografiche più consone, sostituirono le obsolete strutture del cinema Lacalamita.

Questo giornale ha già scritto sulla storia dei cinema di Giovinazzo, io però, voglio raccontarvi di quello che per noi rappresentava il cinema per quelli che hanno vissuto nel mio periodo.

Gli uggiosi pomeriggi invernali, tantissimi pomeriggi primaverili ed invernali, le calde serate estive avevano nel cinema il nostro punto di ritrovo ed incontro. Dopo aver visionato per l’intera settimana i prossimamente, che le sale ci propinavano, la sera ci lasciavamo con la usuale domanda: «Addò ngi vedeime cre?». «A le quatte, o cineme moderne».

Posso assicurarvi che eravamo parecchio puntuali. La visione di un film con Stalio e

l’ingresso del cinema e che creava anche non pochi problemi ai pulitori delle sale tanto che al cinema Moderno appariva ogni tanto il cartello, redatto in perfetto italiano: «è vietato mangiare fave, cieci e semendi».

Nel periodo invernale gli appuntamenti erano divisi tra il cinema Lacalamita, il Cinema Moderno e successivamente il cinema De Venuto, mentre l’estate i punti di ritrovo erano l’Arena drete o fusse e successivamente il cinema De Venuto che aveva la novità del tetto apribile. Le proiezioni nelle giornate infrasettimanali erano per lo più tranquille. All’uscita, molto spesso, si incontravano gruppi di amici che si scambiavano informazioni sul film. «Mbhé accome ha stete? Bune, quese 5 lire a murte», per i film western più diminuiva il prezzo pro capite dei morti, più il film era valido. Anche all’Arena le visioni erano tranquille, queste si animavano alquanto quando, il cattivo tempo costringeva i marinai a non uscire a pesca con le lampare che si riversavano nel cinema e le proiezioni erano accompagnate, sovente, da commenti urlati da un’estremità all’altra della sala seguita da versacci poco simpatici e spiacevoli, o nel caso il film non li avesse soddisfatti, dall’urlo: «Girudd, faue arrete cre!!!».

Venne poi il momento dei films strappalacrime napoletani: Catene, Piscatore e Pusilliche, Zappatore, Marechiare, Munasterio e Santa Chiara, Torna a Surriento con attori indimenticati ed indimenticabili come Amedeo Nazzari, Ivonne Sansonne, Giacomo Rondinella,

IERI ED OGGI. Vecchio cinema Lacalamita e nuovo cineteatro Ulisse Olio pé reite ne pieche, o de cala boi con Kirk Duglas o Gary Cuper o D’amore come erano classificati i film dei miei tempi, era oltremodo appagante.

Al cinema non si assisteva solo alla proiezione del film. Prima dell’acquisto del biglietto si pensava o schirzuicchie che consisteva nell’acquisto di qualcosa da sgranocchiare durante la proiezione del film.

Le scelte potevano ricadere su cicere, feve, semminde, aminue o furne, cazzavumme de mere e peleuse. Proprio così, all’ingresso del cinema si vendevano ad un soldo al misurino (consistente in un bicchierino di legno), cicere, feve e simminde o potevi acquistare pelose lessate o lumache di mare.

Sui baveri delle nostre giacche sope o taschine, c’era sempre qualche spillo infilzato che doveva servire a stanare dal guscio i profumatissimi cazzavumme de mere mentre si assisteva alla proiezione del film.

In contemporanea allo scorrere della pellicola si procedeva o schirzuicchie che altro non era che il lento sgranocchiamento di quanto precedentemente acquistato al-

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Era un genere di films che a noi non piaceva molto, ma il popolino affollava le sale in maniera inverosimile. Noi andavamo al cinema proprio per quel motivo anche se con obiettivo assai diverso di visionare il film.

Questo genere di films veniva proiettato di domenica con il prosieguo del lunedì e talvolta del martedì.

Tantissimo il pubblico femminile che si affrettava ad arrivare per il primo spettacolo ed era inutile sperare che dopo averlo visionato si alzassero; «So paghete u bigliette» e questo significava che vederlo due o tre volte era sempre meglio di una.

Per noi ragazzi andava bene così, perché a rimanere sedute erano le persone anziane mentre i giovani affollavano i corridoi laterali ed il fondo delle sale cinematografiche. Non so se avete capito, ma lo struscio, il contatto fisico era inevitabile, ma soprattutto cercato. Come detto all’inizio il cinema era luogo di incontri e posso con certezza affermare che tantissime sono state le unioni nate dalla compiacente discreta semioscurità dei nostri cinema. Galeotto fu il film e chi lo proiettò!

Quanto ben di Dio ai miei tempi di digiuno e astinenza in quei cinematografi! Potevi aver anche la fortuna di trovare qualcuna cui l’appoggio non dava fastidio: anzi! Questo era sempre insperabile e sperato, ma soprattutto cercato e conturbante. Il vincolo della comitiva era temporaneamente sospeso: ognuno pensava a sé stesso.

L’avvento della televisione ha portato al calo inevitabile e graduale della frequentazione del cinema.

Per noi lo scopo principale di aggregazione e di incontri che ci induceva a frequentare i cinema stava gradatamente finendo.

I gestori furono costretti così a svendere il prodotto, con 50 lire si poteva assistere alla proiezione di due film di cui almeno una era scarto di magazzino. Infine a Bitonto, e successivamente anche a Giovinazzo, allo stesso prezzo, e con una gassosa in omaggio, allo stesso prezzo potevi assistere alla proiezione di addirittura tre film.

Fu l’inizio della fine, eccezion fatta delle

giornate di pioggia, non era piacevole rimanere prigionieri per ore nel cinema e rinunciare alla consueta passeggiata in piazza o alla capatina del nostro circolo ricreativo.

Concludo dichiarando che per noi è piacevole vedere rinascere, sia pure in maniera più sommessa, l’amore per il cinema, che anche se non avrà lo spirito di quello dei miei tempi, mi auguro possa trovare sempre più consensi sia per la sua dislocazione felice sia per le piacevoli infrastrutture che offre.

Al Cineteatro Ulisse, tantissimi Auguri!

PS: E’ notizia del 12 dicembre che il cineteatro Ulisse non è più aperto al pubblico. La commissione prefettizia non ha dato parere di idoneità alla struttura.

MESSAGGIO IN BOTTIGLIA

RINGRAZIAMENTI Egregio Sig. Depalma Con la seguente desidero esprimere la mia gratitudine per l’articolo pubblicato sul numero di dicembre Mo ven Natale. Ho voluto rileggerlo più volte perchè la lettura mi riportava indietro nel tempo, nei giorni e nei luoghi ormai molto lontani per noi gente della terza età ed emigrati in terre ancora a noi sconosciute. La lettura ha rievocato in me memorie di festività trascorse con persone a me rimaste molto care, nostalgie che, per quanto rimaste indelebile nel mio cuore, era da molto che non le rimuginavo. Hanno rievocato in me gli aromi e i sapori dei cibi e dolciumi tradizionali del natale giovinazzese. Le sono infinitamenSANTINA te grata.

DEPALMA LEONE

«Se qualcuno di questi ragazzi è sopravvissuto alla birra, alle cozze al matrimonio e veleni vari, se c’è qualche superstite, si faccia vivo».

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Gennaio 2008

CANDIDAMENTE DI

BRUNO LANDO

«AMIAMOCI A NATALE SOTTO LA NEVE» Ogni riferimento a fatti e\o persone realmente accaduti e\o esistenti è da ritenersi puramente casuale e\o inventato di sana pianta

so dell’ultima ora.

Egregio direttore, Capisce l’amore… so che qualcuno se ne è non il sesso. Vorrei avuto a male del mio ultimo che si spegnessero articolo, so che voleva sale luci per strada, pere chi fossi. Per farmi sostituite da altre che? So che la accusano soffuse, rosse, teper i miei scritti e questo mi nue e rare. I negozi rende triste e silenzioso. chiusi e le chiese Avrei voluto non scriverle spalancate. Vorrei più, non farle patire pene che i palestinesi con che non merita. Le scrivo il volto coper to, sperando che questa mia implotona resti sua personale. Se non ti gridando proclami la pubblica ne sarò felice e minacciosi, non alsereno. Lei l’avrà letta e io ne trarrò il mio solito giova- MUSI LUNGHI. «Les amigos de nostros Prsidente CHAVEZ», zassero i mitra ma mento terapeutico. Chavez l’ass. al Turismo Dagostino e il cons. Magarelli delegati del Comu- peli. Vorrei far l’amoha perso al referendum, si ne di Giovinazzo in Venezuela, col viso corrucciato in segno di re con chi vuole sasapeva. Dopo la visita dei ssolidarietà nei confronti del dittatore comunista Chavez che per il pere chi io sia, chiunque egli sia. nostri tre rappresentanti e 2% ha perso il referendum sulle riforme!

Questo mese il suo l’incontro avuto da questi mensile parla del Natale e non vorrei con il Ministro delle Attività produttive cretato la sconfitta elettorale del presembrarle blasfemo. Parla di un anno ed il vice del Presidente venezuelano sidente venezuelano sono da impuche se ne va. E ricordo, e Lei ricorda, la stampa ha attaccato ferocemente tare alla delegazione giovinazzese. ciò che Enzo Del Rosso scrisse sul il dittatore comunista. Un mio zio Direttore è Natale, e mi chiedo come suo Poesie e Divagazioni «Il mio cuoche vive in Venezuela mi ha spedito lo passerà Lei. Ma è strano re stringendosi ha fatto ciechi gli occhi una copia del El Pais dove in prima perchè mi chiedo come sarà il Natache ti guardavano andar via, ma tu pur pagina sulla foto dell’assessore le di tutti. Quando cammino per strat’accorto manco uno schiocco m’hai Dagostino e del Consigliere Magarelli da, guardo la tv, leggo i giornali e fatto». Lo faccia Lei Direttore, lo in tenuta rossa era sparato un titolo a chatto sul sito erotico ‘Ciao Amigos’. schiocco. Ricordi a tutti il significato del caratteri cubitali «LES AMIGOS DE Chiunque incontri in questi giorni mi Natale e del fine anno. Agli atei e ai creNOSTROS PRESIDENTES CHAfa nascere la curiosità, sempre la denti, senza sostituirsi a quelli che lo VEZ.». Come dire: questi sono gli ag- stessa. Come passerà il Natale? Ho fanno di mestiere o per missione. Monti ganci del nostro presidente? El un desiderio, sempre quello, che mi un palco in Piazza e le casse acustiMundo invece è stato più buono: «DO martella incessantemente la testa. che più potenti e gridi «Facciamo l’amoANDATOS A PRENDERES STI Vorrei che facessimo tutti l’amore. re, sfinitevi di amore». E riappacifichi DUOS PERSONAGGIOS». E’ evi- Non mi fraintenda, non pensi al soliBerlusconi e Fini consigliando uno dente che quel 2% di voti che ha de- to proclama dell’assatanato di ses-

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scambio di tesserate. Dica a Natalicchio di far entrare nella sua maggioranza anche gli altri consiglieri di opposizione che glielo stanno chiedendo. E faccia un baccanale in un consiglio comunale monotematico.

Un solo punto all’ordine del giorno «Godiamoci tutti». Lei pensa che sia il pensiero deviante e deviato di un Rocco Bruno Lando a cor to di Valium? Le riporto ciò che scrisse Erich Fromm nell ‘Arte d’amare’ «Sembra che dopo le orge sessuali collettive l’uomo riesca ad andare avanti per un certo tempo, senza soffrire troppo della propria separazione. Poi, lentamente, la tensione dell’ansia aumenta, ma viene di nuovo mitigata dalla ripetizione del rito.

Finchè questi riti orgiastici rappresentano una pratica comune a un’intera tribù, non suscitano nè ansia nè senso di colpa».

Direttore faccia la rivoluzione con me, lanciamo la pietra nello stagno. Nascondiamoci, guardiamo l’effetto che fa e se vuole nel mentre facciamo l’amore. Auguro a Lei e alla Redazione un Buon Natale ed un felice anno nuovo.

Risponde il Direttore La lettera l’ho pubblicata nonostante il suo monito. Lo so, non dovevo farlo. Mi perdoni, siamo a Natale. Le auguro giovamento. Nel corpo e nello spirito. Sapesse quanti condividendo i suoi deliri lucidi si riconosceranno nel suo pensierino. Ed inneggeranno all’amore. Già, facciamo l’amore, non facciamo la guerra. Io sono un vaso di terracotta dell’informazione tra tanti vasi di ferro. Prima o dopo si romperà. Forse è il caso che lei affidi il suo pensierino ad una bottiglia che prende il largo nell’oceano del web. Forse, un giorno arriverà dritto al cuore Di Pietro, Mastella, Bertinotti, Fini e Berlusconi. Forse, un giorno arriverà dritto al cuore anche delle loro consorti che condivideranno il suo delirio lucido e negheranno le proprie grazie ai loro mariti fino a quando non la smetteranno di giocare alla guerra… Un po’ come fece donna Lisistrata che vessata dalla lunga guerra tra Atene e Sparta, un giorno chiamò a raccolta le sue amiche per dire ‘basta guerra’!!! Ad un amante di humanae litterae, della Grecia antica, culla di filosofi e demiurghi, non può sfuggire l’insegnamento di Lisistrata che è diventato il Verbo per Veronica &

BRUNO LANDO

affini: «Care amiche se gli uomini non la smettono di giocare alla guerra, noi faremo lo sciopero dell’amore. Quando arriveranno dalla battaglia e ci chiederanno di consolarli noi negheremo loro la camera da letto. Questo, fino a quando non si metteranno d’accordo per fare la pace». Si tramanda che Lisistrata, donna molto arguta, aveva già informato le donne di Sparta, le quali a dispetto della loro fama di accanite fautrici della guerra, non vedevano l’ora di riposarsi e vivere in pace. Le donne, a costo anche di sacrifici decisero che nessuna di loro avrebbe tradito la causa indulgendo alle gioie del letto. Immaginatevi lo stupore dei mariti, quei temibili guerrieri che non riuscivano ad avere ragione delle loro donne. Fate la guerra, bravi; noi però non facciamo l’amore. Che è un po’ come dire: «Mettete dei fiori nei vostri cannoni», ma alla greca. Gli uomini ancor più infiammati d’amore dovettero cedere e la pace fu stipulata purtroppo solo nel delirio lucido di un romanziere. Continui a scriverci signor Lando, ad inviarci le perle di saggezza.

Sapesse quanti uomini aiuterà ad uscire fuori dal tunnel!

STUDIO ASSOCIATO DOTT. VINCENZO VITTORIO ZAGAMI CONSULENZA LEGALE

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Gennaio 2008

I MOTIVI PER VIVERE A POLITICA E DINTORNI

rAPPORTI rAPPORT

2201 - Consultare l’albo per l’esercizio delle arti e dei mestieri per scoprire chi sarà mai il capo servizio di sicurezza che il Comune di Giovinazzo ha assunto dal dicembre u.s.

2202 - Ringraziare il Comune di Giovinazzo perché attraverso la consultazione dei suoi atti ci induce a scoprire nuove e insospette frontiere linguistiche 2203 - Capire subito che sul Capo servizio di sicurezza che il Comune di Giovinazzo ha assunto dal dicembre u.s. c’è poco da scherzare 2204 - Chiedere subito indulgenza al capo servizio di sicurezza perché complice il nostro carente bagaglio linguistico mai avremmo potuto sospettare che si trattasse del nuovo Comandante dei Vigili Urbani 2205 - Esporre da subito sul parabrezza della propria auto il santino di nuova creazione del Comutato 2007 della Madonna di Corsignano per chiedere indulgenza al Nuovo Comandante dei vigili urbani 2206 - Esporre da subito sul parabrezza della propria auto unitamente al santino della nostra Protettrice Madonna di Corsignano quello di Sant’Antonio da Padova per intavolare un rapporto amicale o affettivo locale 2207 - Esporre unitamente al santino della nostra Protettrice Madonna di Corsignano e di sant’antonio da Padova, quello di San Tommaso, architetto di Dio per completare l’opera 2208 - Fruire delle straordinarie enunciazioni degli atti comunali e capire che Giovinazzo non è certo Eboli ( la città più raccomandata d’Italia) 2209 - Fruire delle straordinari costrutti linguistici degli atti comunali per capire che Giovinazzo non è certo Bernalda (la città più raccomandata d’Italia) 2210 - Emozionarsi per la notevole dimostrazione semantica alla lettura che all’ex Comandate dei Vigili urbani non è stato rinnovato il contratto «per le complesse funzioni talvolta contaminate da rapporti amicali o affettivi locali» 2211 - Non esitare a raccogliere la grande occasione di arricchimento spirituale che i nostri eruditi amministratori ci stanno offrendo 2212 - Sentirsi cittadini privilegiati del Belpaese perché si respira aria davvero di Seconda Repubblica sul Palazzo di Città 2213 - Raccogliere subito l’invito di presentazione alla cittadinanza del Nuovo Capo Servizio di sicurezza per respirare l’aria del cambiamento 2214 - Respirare l’aria del cambiamento perché il Nuovo Capo Servizio di sicurezza del Comune di Giovinazzo è una donna con tutti gli attributi 2215 - Respirare l’aria del cambiamento perché il Nuovo Capo Servizio di sicurezza non è di Giovinazzo e non potrà mai essere contaminata da rapporti amicali o affettivi locali 2216 - Non esitare a raccogliere la grande occasione di nutrimento spirituale che ci stanno offrendo i virtuosi del Palazzo di città che stanno costruendo il Palazzo di città che vogliamo ben lungi «da rapporti amicali o affettivi locali» 2217 - Ritornare a respirare gli effluvi della Prima Repubblica perché l’incarico al Nuovo Capo Servizio di sicurezza di Giovinazzo è stato assegnato non a mezzo concorso per selezione pubblica ma su affidamento diretto 2218 - Trasformare la grande occasione di arricchimento spirituale

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che i nostri eruditi amministratori ci stanno offrendo in piccole supposte da prendere giornalmente secondo prescrizione 2219 - Rifugiarsi nella lettura del delirio lucido del giovinazzese Bruno Lando perché da solo vuole fare la rivoluzione in paese 2220 - Rimpiangere Moana Pozzi perché con lei se n’è andato il partito dell’Amore 2221 - Frignarsi perché l’affidamento diretto di chi non ha «rapporti amicali o affettivi locali» ci costerà 44mila euro in più sulle tasche dei contribuenti giovinazzesi 2222 – frignarsi perché ora sei a 2222 motivi ma non sai quando arriverai a 3333 2223 - Implorare il signor Sindaco perché sostituisca l’intero Comando dei vigili urbani con personale non giovinazzese perché non incorrano in «rapporti amicali o affettivi locali» 2224 - Implorare il Nuovo Capo Servizio di Sicurezza che progetti una rotatoria per la tutela dei diritti dei contribuenti giovinazzesi 2225 - Chiedersi se l’Ufficio Tecnico che somministra concessioni e supposte non abbia «rapporti amicali o affettivi locali» 2226 - Implorare il signor Sindaco perché sostituisca l’Ufficio Tecnico che somministra concessioni e supposte ad libitum con personale forestiero che abbia a cuore la realizzazione del PRG senza «rapporti amicali o affettivi locali » 2227 - Implorare il signor Sindaco perché neghi la consulenza esterna di tecnici e virtuosi del mattone perché hanno «rapporti amicali o affettivi locali» 2228 - Implorare il signor Sindaco perché faccia il sindaco presso un’altra città «per le complesse funzioni talvolta contaminate da rapporti amicali o affettivi locali» 2229 - Chiedersi qual è la differenza di chi somministra concessioni e supposte per investitura ricevuta a mezzo di concorso per selezione pubblica e chi somministra sanzioni per violazione del codice della strada 2230 - Arrivare alla conclusione che l’affidamento diretto è lo stru-

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CUI VAL LA PENA A GIOVINAZZO vuole arrivare Franchino?”

2242 - Prima trasferta stagionale del Giovinazzo C5, a Roma.

“Perchè siete partiti con un pullman di Grieco e non più con Pullman Tour?”

2243 - Prima gara in casa del Giovinazzo C5. “Non vi ho visto oggi al Galì. Perchè avete cambiato ristorante?”

2244 - In estate. “Ti dico una cosa, ma non dirla a nessuno. Un mio amico romano ha sbirciato nel fascicolo del GS. Sarete ripescati avvisa Tonio, ne sono sicuro”.

2245 - Il caso Viapiana. “Ma dove risiede Veridiana?”

2246 - Prima della trasferta a Mola, l´anno scorso. “Arriveranno 5 pattuglie da Bari San Paolo”. Non venne nessuno.

2247 - Sul momento nero della Libertas. “Ma perchè perde sempre la Pallavolo? E perchè non si chiama più Libertas?”

2248 - Terlizzi, e non Giovinazzo. “Perchè la squadra dello Zeccone si chiama Terlizzi e non Giovinazzo?”

2249 - E poi i classici. “A chi voterai?”, “News dal Comitato Feste Patronali?”, “Tommaso Sardella farà ancora il presidente?”, “Quando andrò in America, sputtanerò questo paese”, “Quanto viene pagato Chiaramonte?”, “Perchè Telesveva non prende?”, “Domani non vengo, mandami il risultato ad ogni gol”.

2250 - Ma il n. 15 del Bitritto che ha causato la rissa domenica alla partita della Fidens appartiene alla mala barese?

TII AMICALI AMICALI

Per vedere pubblicati i vostri ‘Motivi per cui vale la pena di vivere a Giovinazzo’ scrivete a: La Piazza di Giovinazzo, via Cairoli, 95 tel/fax 080/394.79.20 email: lapiazza@giovinazzo.it

mento più democratico dell’Ente Comune perché non prende per i fondelli i candidati di una selezione pubblica di cui conoscono già il nome e cognome del fortunato vincitore

Ci sono….

2231 - Ci sono le giovinazzesi che si svegliano tutte le mattine con un ornitorinco accanto e non riesco - perchè è complicato, di mattina presto, dire “ornitorinco accanto” (Mincuccio) 2232 - Ci sono le giovinazzesi che camminano come sospese nel loro atteggio ma non sanno che comunque, prima o poi, la cacca lasciata da fido sul lungomare la calpesteranno lo stesso (Mincuccio) 2233 - Ci sono le giovinazzesi che non ti uccideranno con una borsetta ma ti ucciderebbero per una borsetta (Mincuccio) 2234 - Ci sono le giovinazzesi che non sanno cosa mettersi e uomini che non hanno ancora imparato a levarsi i calzini (Mincuccio) 2235 - Ci sono le giovinazzesi che domani saranno madri, dopodomani nonne e dopodopodomani di nuovo figlie.

2236 - Ci sono le giovinazzesi che si nascondono in un dolore ma non sanno che il dolore sta lì affacciato ai loro occhi (Mincuccio) 2237 - Ci sono i giovinazzesi che cercano una donna per tutte le stagioni e poi si lamentano se diventa un armadio (Mincuccio)

NOVITA’

SMS Nicola Miccione impossibile 2238 - Rassegnarsi che tutta l’informazione sportiva, patronale, rosa, biancoverde sia accentrata nelle mani del giovane Nicola Miccione 2239 - Gara di ritorno dei play-off dell´anno scorso, a Vesevo. “Ma Foletto ha giocato con le scarpe gialle?”

2240 - Ultima sentenza del Giovinazzo C5. Tonio è a Roma. “Ma Tonio è partito con la sua macchina? Hanno affittato una stanza in un albergo oppure no? Chi è andato?”

2241 - Dopo la quarta vittoria della Fidens Giovinazzo. “Ma dove

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sPAzIO lIbERO DI

PADRE PAOLO TURTURRO

«Mi lavo la faccia con le lacrime del tuo amore» (LETTERE ETTERE

DAL DAL

BORGO ORGO

DELLA DELLA PACE PACE)

Le viscere sono un tormento. La gola è uno spasimo. I martiri salgono sulla croce già risorti. In me è entrato il vento nel cuore. Mi ha sconquassato lo spirito. Ho le tempeste nelle vene. Il dolore non ha nessuna aurora. E’ informe, ma non abbatte lo spirito. L’anima non ha nodi, per questo la vestono di spine. Chi mi darà aiuto, se non la madre di Dio, Maria? Quel tuo esile e bianco corpo, dove si posano le colonne della grazia, mi tiene arditamente in piedi.

Salgo sulla croce morto per sempre al peccato. Mi sono spogliato del tempo. Vivo nell’eucaristia. L’eucaristia è il lievito della chiesa. E’ il lievito del coraggio. E’ il lievito che frantuma le tenebre. Il cielo di sabbia di Arabia rende deserto il cuore. L’acqua dello scirocco secca l’anima. “ La mia anima è posta dal Signore a marcire nel dolore” (P. Pio lettera 270). Non mi finiscono mai gli uragani del cuore. Che volete, si sta spegnendo. Ho spezzato ogni lacrima.

Ho spezzato la luce, quel piccolo barlume di luce che mi teneva appeso alla speranza. Cosa mi resta? L’anima è morta? L’iniquità mi assale. Tu mi correggi con il dolore. Il morire sarebbe un sollievo per me.

Vivo il giorno nutrito e spezzato di amarezza. La luce non mi dà più speranza. Vivo nella tomba, senza corruzione. Il mio stato d’animo è il fiele. Mi nutro con il pane dell’abbandono. Lontano da me i giorni del profumo dello spirito. Tu, Signore, costruisci sulle macerie non solo del corpo, ma dello spirito, la tua risurrezione, la gloria della tua salvezza. E’ crollata la speranza e sull’altare lo stupore dell’eucaristia mi spaventa, tuttavia con il grido del mistero della fede. Le mie mani non reggono più il tuo sacramento d’amore. Mi sento indegno. Le mie lotte non sono state un pane azzimo.

Non mi spaventa la morte. M atterrisce il tuo volto, pur sento ilo tuo abbraccio di misericordia. Solo la tua sacra divina pazienza mi conforta. Prima che io muoia dammi una nuova identità. Donami la tua iden-

ti. Il verme sulla terra scivola meglio. Sento, avverto tuttavia in me lo stupore e la meraviglia della tua presenza. Sull’altare della consacrazione le mie mani si riscaldano e si infuocano del tuo divino. Assieme ai santi a me cari, assieme ai miei amici che qui sulla terra ho conosciuto, ti adoro. Ti adoro assieme a don Tonino Bello, assieme a Madre Teresa di Calcutta, assieme a P. Pio, assieme al mio padre, Salvatore Pappalardo, assieme a tanti amici e parenti, ti adoro. Ora so che tu vuoi che il mio tormento sia la migliore Adorazione. Eccomi: io te lo offro e ti adoro, mentre mi lavo la faccia con le lacrime del tuo amore.

Don Paolo Turturro

tità. Leggo che i tuoi grandi amici, come Madre Teresa di Calcutta, come P. Pio, come san Paolo della croce, hanno patito anni di notti oscure. Il mio spirito è più oscuro delle tenebre. Perché Signore?

Quale tormento ancora dovrò sopportare? Resisterò? Mi vuoi distrutto sulle cose della terra. Soffro, perché la mia superbia non muore. Essa marcirà dopo il mio ultimo respiro. Che tormento la mia avventura. E’ un martirio o un castigo? Potevo immaginare di peggio? Puoi tu infierire più a lungo? Puoi tu infierire per sempre sui condannati all’inferno? Come non soffri?

Non capisco più niente. Donami ora recta sàpere. Sono di materia. Sono sclerotico allo spirito. Eppure io so che il patire è finito sulla tua croce. Non posso affogare nelle tenebre. Io toccherò l’abisso di ogni fango, perché la tua risurrezione possa splendere più luminosa e certa nella mia vita. Forse potrò da me stesso risorgere?

Non mi posso dare del risorto, senza di te. Tu hai accettato l’umiliazione più grave: la morte, perché la tua morte redime, la nostra distrugge. Come descrivere la desolazione del mio spirito dinanzi a tale mistero? Chi mi può comprendere? Mi aiu-

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Scuola aperta all’Istituto “Vito Fornari” di Molfetta Nell’ambito del progetto orientamento rivolto a genitori ed alunni delle terze medie, venerdì 14 dicembre 2007 e mercoledì 16 gennaio 2008 , l’ Istituto “Vito Fornari” Liceo Socio-psico-pedagogico, Linguistico e delle Scienze Sociali (via Gen. Amato, 37 Molfetta), sarà aperto dalle ore 17,00 alle ore 20,00 per quanti volessero visitare la struttura, i laboratori e avere informazioni su finalità, obiettivi e programmi delle varie discipline, sulle attività extracurricolari nonché sulle prospettive di lavoro e prosieguo degli studi che la Scuola offre.

Venerdì 11/01/2008 sono stati organizzati, riservati agli alunni delle terze medie di Molfetta e dei paesi limitrofi, un laboratorio di lingua straniera (inglese: ore 15.30 – 16.20 e francese: ore 16.20 – 17.10) ed uno di psicopedagogia (ore 17.10 – 18.00) Potranno essere effettuate visite pomeridiane e serali dell’Istituto previa semplice prenotazione telefonica.

(tel.080/3344902, bapm02000g@istruzione.it ).

Gennaio 2008

LA PAGINA DEL PESCATORE DI ONOFRIO ALTOMARE

Sposi e... infelici «Dopo i confetti escono i difetti» - recita un vecchio adagio. Altro che difetti però! Dopo i confetti escono certi debiti, i certa pecunia avrebbero detto i cittadini dell’antica Roma.

Cambiali che purtroppo oggi non si riesce nemmeno ad onorare perché manca la sorgente per farlo e cioè il lavoro, quel bene che tanto sancisce la nostra Costituzione. Le giovani coppie attualmente non riescono più ad avere nemmeno il sostegno della famiglia di origine poiché anche i genitori hanno ormai esaurito quasi tutti i loro risparmi. Eccezion fatta ovviamente per chi ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia benestante…ma questa è tutt’altra storia! Un’altra soluzione oggi può essere quella della coppia in itinere… cioè che vaga in altre regioni italiane a cercar pane o che peggio ancora si separa forzatamente sin dalla sua genesi perché uno dei due elementi è costretto ad andare via da Giovinazzo. E pensare che le nostre nonne sognavano il matrimonio per i loro figli sin dalla nascita. E la nostra politica oggi è stata in grado di abbattere in poco tempo il valore di siffatta istituzione.

La soluzione dunque qual è? Quella che tutti conosciamo e della quale si parla abbondantemente. Continuare a tenere i figli in casa sine die, per non incorrere nelle sciagure che la modern life offre a go go. Non serve infatti formare una nuova coppia se poi non si possono programmare figli. Torna solo utile a chi concede in locazione i propri appartamenti e ne lucra le rendite. Si formano così sempre più spesso delle coppie-non coppie che hanno come unico obiettivo quello di racimolare a destra e a manca i centesimi che servono per le spese quotidiane e dichiarare agli uffici dell’anagrafe che hanno formato una famiglia per la gioia di Papa Ratzinger. Il quale continua fermamente a sostenere che la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società ed ha diritto ad essere protetta dallo Stato. In realtà cosa sta facendo lo Stato al momento? L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Che bella frase dell’art. 1 della nostra Costituzione! Ma quale lavoro? Il lavoro che non c’è? Il lavoro a progetto? Il lavoro flessibile? Come garantisce la Chiesa l’esistenza della famiglia basata sul matrimonio e cosa attua in concreto?

Quante domande e purtroppo le risposte non

dal dio denaro, quello che risucchia tutti ed impone i suoi diktat e che ci ha fatto dimenticare la gioia di stare tutti uniti ad un tavolo in sette, dieci, quindici persone, le vecchie famiglie numerose che tanto calore emanavano.

Insomma, io un’idea ce l’avrei! Quella di invitare tutti i nostri politici e i nostri parroci a sedersi ad un tavolo tecnico e a riformulare tutti i principi cardine della Costituzione e dei sacramenti. Soltanto attraverso la volontà di rimettersi in totale discussione forse si potrà giungere alla verità dei nostri giorni e a comprendere come si devono formare seriamente le nostre generazioni, prima che possiamo ritenerci tutti responsabili di danni incalcolabili nel futuro più prossimo.

onofrio@giovinazzo.it ANELLI Si dice chi è privo della libertà personale e dei diritti civili e appartenenti ad altri come una cosa. esistono. Esiste solo una politica proiettata verso il consumismo sfrenato che come una piovra assorbe le menti dei giovani, agendo trasversalmente attraverso i media e Internet.

Ma dove è finita quella tipologia di famiglia di cinquant’anni fa, quando tutti i componenti contribuivano alla ricerca del pane quotidiano attraverso il duro lavoro nei campi o le attività di pescatore o artigiano che richiedevano impegno, pazienza e fatica? Solo per potersi permettere almeno una casa di proprietà e alla fine con spirito di sacrificio si raggiungeva anche quest’obiettivo. Perché non c’era questa macroscopica dispersione di valori che oggi caratterizza anche la nostra cittadina dove il numero di culle diminuisce sempre più. E ci vien di ritornare con la mente ad Adamo ed Eva che, nel loro peccato originale, erano una coppia disperata.

Proprio come tante giovani coppie che oggi esistono ma che domani svaniscono nel nulla anche dopo aver dichiarato il fatidico sì. Oggi la mela avvelenata è rappresentata

Si dice di braccialetto liscio piccolo che è (la pesante fede) simile all’anello che gli schiavi avean alla caviglia o come i lacci legati ai piedi di un certo tipo di sandali.

Si dice che chi è soggetto alla volontà e al pagamento altrui e non può disporre liberamente dei suoi soldi di chi si lascia dominare da una determinata condizione o consuetudine o dalla rassegnazione…

ONOFRIO ALTOMARE

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Gennaio 2008

ST. ANTHONY DINNER DANCE

THE HONOREES & THE COMMITTEE

THE HONOREES:MR.& MRS. FRANK CORTESE IN DOMENICO & MR. & MRS. FRANK CORTESE FU ANDREA THE COMMITTEE: COSIMO FIORENTINO, FRANK MASTROPASQUA, JERRY SCIVETTI, JOE DEPALO, LUIGI SERRONE & MIKE SERRONE

Il St.Anthony Dinner Dance che si svolge annualmente, ha avuto luogo presso la Sala Ricevimenti Russo’s on the Bay, sulla spiaggia di Howard a New York, il 4 novembre. È stato il tredicesimo anno di questo singolarissimo evento che si è rivelato ancora una volta un vero e proprio successo.

I festeggiamenti si sono aperti nel pomeriggio, allorquando ha avuto inizio la squisita ora del cocktail con una varietà di alimenti provenienti da differenti regioni d’Italia. A far da cornice al ricevimento, sono state le originali decorazioni di rose rosse, donate da due coppie di membri onorari dell’anno in corso: Mr. & M.rs Frank Cortese di Domenico e Mr. & M.rs Frank Cortese di Andrea.

Il comitato era composto da Jerry Scivetti, Mike Serrone, Luigi Serrone, Frank Mastropasqua e Cosimo Fiorentino oltre al Presidente Joe Depalo. Tutti onoratissimi di queste giovani coppie che si sono distinte per la loro grande devozione all’Associazione e per aver seguito le orme dei loro genitori. Grazie al solido impegno ed alla devozione di questo comitato, questo evento si è rivelato un vero e proprio successo con la partecipazione di trecentocinquanta ospiti e con la presenza della bella musica della “Band 747” che non ha deluso le aspettative degli ospiti, i quali sono riusciti a portare avanti le danze per tutta la notte. Ci auguriamo quindi, con l’aiuto di Sant’Antonio, che questo comitato possa proseguire con il suo impegno e la sua devozione, per mantenere viva questa società, affinché possa continuare a mietere successi e a coinvolgere sempre più tenacemente le nuove generazioni.

GRAZIA SERONE 42

LITTLE ITALY DI

NICK PALMIOTTO

Il peluche della vergogna Tempo di feste, tempo di regali. Chissà quante volte i vostri bambini vi hanno costretto con la forza ad entrare in uno di quegli immensi stores di balocchi, dove i peluches la fanno da padroni.

Nessuno però poteva immaginare che proprio un giocattolo di quel genere, un orsacchiotto per la precisione, avrebbe scatenato una querelle di portata mondiale.

Recentemente i media internazionali hanno mostrato l’episodio dell’insegnante inglese di una scuola elementare del Sudan che ha invitato un suo piccolo studente a dare il nome Mohammed al suo giocattolo preferito. Un vero e proprio insulto alla religione islamica. E così si son viste scene di folle impazzite che brandivano scimitarre e che marciavano infuriate invocando la pena di morte per la malcapitata insegnante. La domanda sorge quindi spontanea.

Da dove deve nascere la comprensione nei confronti di una cultura che esalta e richiede una pena capitale per un episodio di così scarsa rilevanza?

Certo, per noi occidentali è difficile far emergere delle risposte. Si può davvero accusare un’insegnante di essere stata poco sensibile nei confronti di un’altra religione?

Oppure ancora una volta è stato solleticato l’estremismo insito in molte religioni del mondo orientale?

Ad oggi per fortuna il presidente sudanese Omar Bashir ha graziato la maestra elementare britannica Gillian Gibbons, condannata a 15 giorni di carcere con l’accusa di blasfemia. In ogni caso non si capisce per quale motivo non si parla invece dei gravi episodi che caratterizzano la vita di molte donne nel mondo, senza dimenticare ancora tutte coloro che vengono lapidate o decapitate, molto spesso nell’ambito della propria famiglia. E tutto ciò suc-

690 milioni nell’Asia centro-meridionale.

In Africa ne risiedono altri 320 milioni, di cui circa 130 nel Nord Africa arabo e 190 nell’Africa sub-sahariana. Infine, l’Europa conta circa 35 milioni di fedeli di Allah, l’America del Nord poco più di 5 milioni e l’America Latina un milione e mezzo. Il più popoloso paese musulmano è l’Indonesia con circa 200 milioni di cittadini, pari al 90% della popolazione, che professano la fede di Allah. Il restante 10% è composto da cristiani di diverse denominazioni e indù. Nel subcontinente indiano, invece, l’islam è la religione della quasi totalità della popolazione in Pakistan e Bangladesh, mentre in India è una minoranza di tale entità (130 milioUN PELUCHE DI NOME MOHAMMED ni) che, pur essendo solo il 13% della popolazione, fa dell’Unione Indiana il tercede soprattutto in quei Paesi che tanto zo paese musulmano al mondo. gli Americani vogliono liberare e civilizza- Tutto ciò dovrebbe anche farci capire che re. Proprio quelle comunità per le quali gli è necessario introdurre i nostri giovani allo occidentali stanno spendendo le loro vite studio di altre religioni esistenti nel mone spargendo il loro sangue. In nome di do poiché sono queste che molto spesqualcosa che ad oggi non ha ancora un so definiscono lo stile di vita di popoli volto o un nome definito. Sembra una paz- sempre più in crescita. Non si può più diffondere la favola metropolitana che oltre zia ma è proprio così. È anche certo però che la tipica soluzio- il cristianesimo c’è la falsità degli altri crene americana alla “Rambo” o alla maniera di perché questo non fa che accentuare texana del “cowboy con due pistole ai fian- le spaccature tra i popoli e ci pone in comchi” non può più essere seguita. Allo stes- pleto clima di avversione con coloro che, so tempo, non possiamo continuare a pur praticando usi per noi iniqui, contiinfossare la nostra testa nella sabbia per nuano ad espandersi a macchia d’olio. È non vedere e udire quanto avviene intor- più che mai indispensabile che gli scamno a noi. Non possiamo avere gli occhi bi culturali e religiosi devono diventare la bendati di fronte ad un numero sempre bandiera del mondo. Solo così l’insegnante inglese magari, avrebbe potuto capire più corposo di musulmani nel mondo.

Oggi su un totale di circa 1,3 miliardi, in come comportarsi e con chi e d’altra parte Asia vivono circa 930 milioni di anche la comunità sudanese avrebbe pomusulmani, di cui 240 milioni in Medio tuto manifestare una maggiore comprenOriente (inteso come Mezzaluna fertile, sione nei confronti del tormentato episoIran, penisola arabica e Turchia) e circa dio dell’orsacchiotto

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Gennaio 2008

LA PAGINA DELL’EMIGRANTE di Agostino Picicco

Il Il presepio, presepio, per per celebrare celebrare insieme insieme il il Natale Natale In queste settimane, come ogni anno nello stesso periodo, viene sollevata la polemica se sia meglio il presepe o l’albero di Natale.

Nulla da dire sull’albero di Natale, come occasione per dare un tocco festoso alla casa, nonostante il rischio della distruzione di abeti e pini.

Purtroppo però l’albero è diventato il simbolo del consumismo: ci sono luci, addobbi, stelle ma manca il Bambino Gesù. E’ il luogo sotto il quale mettere i doni che vengono sempre più richiesti dai piccoli in modo pretenzioso - quasi pattuiti con i genitori in un’ottica di “ragioneria del regalo” ad evitare il rischio di doppioni - e perdono quel mistero o quel senso di gratuità e di sorpresa che invece va recuperato con la saggezza della tradizione in quanto rappresenta il significato del Natale: l’arrivo di Gesù Bam- IL PRESEPIO DI NONNA MARIETTA. bino quale dono trascendentale, gratuito e Ha 88 anni, Marietta, il suo presepio 80! Lo allestisce superiore ai meriti personali. E Natale è pro- dall’età di 8 anni con statuine in terracotta, una peculiaprio la celebrazione di Dio che si fa bambino rità visto che la plastica ha mandato in soffitta i personella povertà e nell’umiltà. La festa e la gioia naggi di terracotta. «Gesù Bambino mio na teng nudd,alla del Natale nascono perché Dio si è fatto uomo per salvare e per dare a tutti la speran- gloria taj sa rutt u tubb!» - è l’adagio che nonna Marietta za di vita eterna e di vita quaggiù confortata recita a chi contempla il suo presepio. Buon Natale! dalla fraternità. Per questo il presepe non va Tua nipote Angela bandito dalle nostre case dato che rappresenta il racconto di una verità, bensì va allestito come invito a pensare e a pregare insieme a tutta la famiglia. La sua preparazione con la collaborazione di tutta la famiglia favorisce l’interesse e la gioia dei più piccoli invitando gli adulti a spiegare quanto è grande l’amore di Dio per ogni persona.

Il presepe racconta l’incontro del divino con l’umano, il bisogno che l’uomo ha di Dio, la sete d’amore, di gioia, di speranza presente in ciascuno che supera la solitudine, la tristezza, il conflitto che ci si porta dentro. Per questo il presepe è sempre attuale e rappresenta un messaggio di pace, di speranza, d’amore, che – lungi da turbare gli appartenenti ad altre culture – riesce a parlare al cuore di tutti. Nel presepe il divino è rappresentato dalla sacra famiglia, con il tradizionale bue e asinello e la mangiatoia (praesepium) che dà il nome al tutto con sullo sfondo gli angeli che inneggiano alla gloria di Dio. A loro si aggiungono nell’allestimento tutta una serie di personaggi (pastori, magi, commercianti, artigiani, avventori di locande…) che rappresentano nel suo insieme l’umanità redenta dal Salvatore. In tal senso pare inopportuno chi – con la scusa di innovare - vuole strumentalizzare il presepe inserendo statuette di personaggi dello spettacolo, della politica, del gossip. Il presepe è il luogo di una umanità varia e senza etichetta, fama o visibilità, cioè di gente normale, umile, semplice che forse non finirà mai in televisione ma ha ugualmente una vita piena, intensa, degna di essere vissuta con le sue emozioni, fatiche, speranze, attese. Insomma non si tratta di soprammobili inutili ma di soggetti dai significati profondi. Come si vede non mancano i motivi di riflessione e di meditazione davanti al presepe. Così è opportuno che nel periodo d’Avvento esso diventi il centro della casa (soppiantando la televisione) e occasione per un saluto, un pensiero, una poesia al Bambino Gesù. E, nel caso di manifestazioni natalizie cittadine - in cui per fortuna anche da noi abbondano presepi viventi o presepi artistici organizzati da parrocchie, pro loco, enti locali, associazione culturali, ecc., - è bello che esso venga vissuto quale segno di festa e di incontro di persone care.

NOZZE DI PLATINO 8 DICEMBRE 1947 – 8 DICEMBRE 2007

AUGURI

IL 26 DICEMBRE, FRANCESCO CHIAPPERINI HANNO FESTEGGIATO I 70 DEPALO, HA TAGLIATO IL ANNI DI MATRIMONIO ANNI INSIEME

DILILLO DOMENICO N.13.02.1942 M.16.12.2006

AD

UN ANNO DAL -

LA TUA

SCOMPAR-

SA , CARO

M INCUC -

CIO , VOGLIAMO RI CORDARTI UOMO

COME

RICCO

PER

LA

FAMIGLIA,

DI SOLIDARIETÀ BONTÀ .

V IVE

GIORNO IL TUO RI CORDO TRA L E MURA DELLA TUA CASA DOVE ANCORA OGGI SENTIAMO LA TUA PRESENZA.

UN

ANNO È PASSATO IN FRET-

TA , ANCORA OGGI RICORDIAMO LA TUA VOCE , IL TUO RESPIRO , IL TUO SORRI SO E DIFFICILMENTE VOLERAI PER UNA S E C O N D A V O LTA D A L L E N O S T R E V I T E .

R I M A R R A I SEMPRE N E I NOSTRI CUORI .

C ON QUESTO CI AUGURIAMO CHE TUTTI NOI POSSIAMO EREDITARE DA TE LA TUA GRANDE

PERSONALITÀ

LA TUA FAMIGLIA

ANNIVERSARIO PIETRO MOREA N.10.02.1969 M.08.12.2006

«SIGNORE TI HO CERCATO LUNGO IL MIO CAMMINO .

TI

HO

RIPOSO ORA NELLE TUE MANI AFFIDO LA MIA ANIMA»

TRIGESIMO

TRAGUARDO DEI SUOI PRIMI QUATTRO MESI.

SIMONE MASTROVITI N.28.04.1932 M .13.10.2007

NO LA FORTUNA

P ER

DI ARRIVARE A TRA-

VI

VOI IO SARÒ

SEMPRE

CIÒ

CHE

SONO STATO. PREGA-

AU-

TE, SORRIDETE, PEN-

GURIAMO CHE LA FORTUNA E LA SA-

SATE A ME. IL SENSO

LUTE VI ACCOM -

DELLA VITA È SEMPRE LO STESSO.

PAGNINO ANCORA PER TANTI ANNI.

SIETE

UN ESEM-

PIO DI VITA PER TUTTI NOI.

PRENDERNE

RE VIVO IL TUO VALORE .

TUTTI HAN-

GUARDO.

E

ESEMPIO PER CONTINUARE A MANTENE -

A N C O R A TA N T I .

QUESTO

E

OGNI

NON SEMBRANO

NON

DI

VIRTÙ, DI VALORE

TROVATO NEL MIO

DOMENICO DE LUCIA E ANGELA

70

ANNIVERSARIO

T ANTI A UGURI

SAVINO , DALLA MAMMA A NTONIA , DAI FRA TELLINI DOMENICO E ANGELO E

MIMMO, PINA,MARIANGELA, RINO E I PICCOLI ALEX DALL’INTERA ED ILARIA.

DAL PAPÀ

FAMIGLIA.

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PERCHÈ

DOVREI ESSERE FUORI DAI VOSTRI PENSIERI? IO NON SONO LONTANO, SONO SOLAMENTE DALL’ALTRO LATO DELLA STRADA.

S. AGOSTINO

LAVORAZIONI

IN

LAVORAZIONI

PVC

45

IN

PVC

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i soprannomi GIOVINAZZESI A denti stretti. Lettera M e N

RICERCARE NELLO SCHEMA I SOPRANNOMI GIOVINAZZESI ELENCATI (SENZA ACCENTI E GLI EVENTUALI ARTICOLI IN PARENTESI). A SOLUZIONE ULTIMATA LE LETTERE INUTILIZZATE FORNIRANNO UN SIMPATICO AFORISMA GIOVINAZZESE

‘M BÌZZE M ELÒGNE MESQUÌDDE M ESSÉUTE MORÙDDE (U) MÙSCE (LA) MÙSSE (U) MÙSSE NACHIERÌDDE NACHÌRE DE PÉLE NARNMÙRE NANZARÙLE N APLIÒNE NARDÌNE NASÀUNE NASCARÈDDE NASTASÌNE N AVAIÒLE ‘N DRIANÈLLE ‘NDRÒNE NECOLÌNE DE PAPÀ N EGRÌNE N ÉGÙSSE N ÉUSCE ‘NGHERDUÌDDE ‘N GÌCCHE ‘N GUÌDDE NÌNE (LA) NÌURE (U) NÌURE NOCCHÈTTE NON BÒZZE (LA) NÒTTE NÒZZERE E TÙTTE NUVAIÒLE ‘NZACCACHIÀNGHE ‘N ZELÌPPE ‘N ZÌSTE

CHIAVE (6-13-2-2-6-2-2-7)

La soluzione a pag. 50

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GIARDINAGGIO A CURA DI CICCIO DECEGLIE

I lavori di Gennaio LE PIANTE D’APPARTAMENTO E L’ORTO GENNAIO, inizia il nuovo anno. E’ il mese che permette di fare la programmazione del giardino, studiare le migliori composizioni e accostamenti di piante nelle aiuole, di visitare garden e guardare cataloghi per trovare nuove varietà di piante e di fiori sgargianti.

Inoltre ci ritroviamo con gli appartamenti pieni di piante, Stelle di natale, Ciclamini ecc., che abbiamo comprato o che ci sono stati regalati in occasione delle feste natalizie appena passate. Ecco alcuni suggerimenti sulle operazioni da eseguire in questo periodo dell’anno.

LE PIANTE D’APPARTAMENTO Le Piante verdi (Ficus, Potos, Tronchetto ecc.): le piante che si trovano negli appartamenti e negli uffici vivono il loro periodo peggiore a causa delle temperature troppo elevate (riscaldamento elevato), della poca umidità, delle sale frequentate da fumatori e dalla ridotta illuminazione. In questi casi è consigliabile areare gli ambienti periodicamente per un benefico ricambio di aria e di umidità, inoltre, é consigliabile eseguire delle nebulizzazioni sul fogliame (ricordatevi di mettere sempre sotto la pianta uno straccio o dei fogli di giornale per evitare di bagnare il pavimento).

Non bisogna eccedere con le annaffiature. I vasi sono da posizionare vicino alle vetrate e alle finestre per ricevere la luce naturale, facendo attenzione a non sottoporre le piante a correnti di aria fredda.

Infine , il consiglio basilare di mantenere le piante lontane dai termosifoni, che se collegati ad una rete centralizzata sono sempre ad un livello di funzionamento elevato. Classico è l’esempio del Benjamin che perde le foglie in ambienti troppo secchi e caldi. La Stella di Natale deve essere nutrita regolarmente con concimi specifici per mantenere la fioritura più a lungo. Ricordatevi di rinnovare l’acqua dei vasi in idrocoltura e sostituire la resina nutriente esaurita. Per favorire la lucentezza e l’estetica della pianta si consiglia di pulire periodicamente le foglie dalla polvere utilizzando lucidanti specifici. In questo periodo si diffondono molti insetti come cocciniglie, aleurodidi e ragnetti che possono danneggiare notevolmente le piante, pertanto sono da intensificare i trattamenti insetticidi con prodotti specifici.

In terrazzo e balcone (piante an-

nuali e perenni, Gerani, Tagete, Impatiens, Ciclamini ecc. ): In questo periodo è importante eliminare l’eventuale brina che si è depositata nei vasi e sulle coperture.

Rimuoviamo e rivoltiamo il terreno che ospiterà nella primavera le nuove piante, per far si che l’azione del freddo e del gelo ne migliori la struttura e ne aumenti la sofficità. Per le piante che continuano la normale crescita (ciclamini, cavoli ornamentali ecc.) saranno da effettuare le periodiche operazioni di concimazione, annaffiatura e sfoltimento dei fiori appassiti e dei rami secchi che possono propagare malattie fungine.

Le piante grasse: Sono in fase di riposo, le funzioni vitali risultano rallentate, pertanto bisogna avere l’accortezza di non annaffiare, mantenere le piante in luoghi luminosi e con temperature di circa 18°C. Vanno concimate in modo limitato, ma con fertilizzanti specifici.

NELL’ORTO Ortaggi: In questo mese, caratterizzato da freddo, piogge e gelate, i lavori nell’orto sono limitati a causa dell’impossibilità di calpestare o di entrare nel terreno. Nelle serre, nelle giornate più calde si deve provvedere ad arieggiarle per evitare che si formi eccessiva condensa sugli ortaggi che causa l’insorgenza di marciumi e di malattie fungine. Si consiglia di verificare periodicamente lo stato di conservazione degli ortaggi presenti nel magazzino ed eliminare quelli che presentano delle alterazioni e dei marciumi. Negli ambienti riscaldati si possono iniziare le semine di pomodoro, melanzana e erbe aromatiche (basilico e prezzemolo).

Si raccoglie: il Cardo imbiancato, i Carciofi, i Cavoli, la Cicoria, l’Indivia e la Scarola, le Lattughe da taglio, il Prezzemolo e il Porro. Si possono seminare in ambiente protetto: Il Basilico, il Cavolo, le Lattughe, oltre a Melanzana, pomodoro, Peperone, Zucchino, Ravanello, Spinacio, Sedano, Valerianella, Rucola. Si può seminare in pieno campo: il Pisello e la Fava, mentre si trapiantano in pieno campo la Cipolla, l’ Aglio, le zampe di Asparago e il Carciofo. Si devono fare trattamenti insetticidi e fungicidi con prodotti appositi per controllare la diffusione di malattie.

Piante da Frutto: Periodo tranquillo, con lavori concentrati sulla manutenzione degli attrezzi e l’affilatura delle cesoie in previsione delle potature invernali. Lasciamo “riposare” il terreno sotto l’azione delle gelate. In zone dove sono pre-

FARMAGRICOLA DI DECEGLIE FRANCESCO & C. S.A.S.

GENNAIO: Nell’Olivo è consigliabile fare una concimazione di post-raccolta per fornire nutrimento a questa pianta “sempreverde senti roditori, lepri e conigli è consigliabile proteggere il tronco dalle loro “mangiate” con schermi di plastica rigida oppure mettendo delle trappole.

Eliminare le foglie secche e i rami malati, eventualmente bruciandoli, perché sono ricettacoli di malattie e di insetti.. La potatura può essere “d’allevamento” se eseguita in modo da conferire una struttura definitiva alla pianta. Si chiama “potatura di produzione” quella eseguita su piante adulte, volta a eliminare i rami vigorosi o eccessivamente sviluppati, a mantenere le branche principali e a equilibrare i rami che formeranno i germogli e quelli che daranno vita ai frutti. In ogni caso è consigliabile spalmare sui tagli una pasta cicatrizzante per proteggere le ferite da malattie fungine. Fare trattamenti con olio minerale contro le cocciniglie. Nelle drupacee (pesco, susina, ciliegio ecc) coltivate nelle nostre aree, caratterizzate da climi più miti, si possono eseguire le potature e gli innesti di gemme su piante o le talee coltivate. Inoltre, fare trattamenti specifici conto la monilia e le cocciniglie. Si raccolgono le principali varietà di arance (Navel e Sanguinello), di mandarini tardivi e di limoni. Fare trattamenti contro il mal secco e le cocciniglie. Nell’Olivo è consigliabile fare una concimazione di post-raccolta per fornire nutrimento a questa pianta “sempreverde”.

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Gennaio 2008

PERSONAGGI

ZECCONE, ZECCONE, RIDACCI RIDACCI LO LO SQUADRONE! SQUADRONE! Da Dagiocatore giocatoreaaPresidente: Presidente:di dinuovo nuovosul sulpolveroso polveroso“De “DePergola” Pergola” Dire addio, per ripartire subito dalla Seconda Categoria. Nino Mastandrea, ha lasciato il calcio a cinque, dopo un solo anno, per ritrovare subito l’aria del calcio e soprattutto del suo “Raffaele De Pergola”.

Dopo essersi tolto, da qualche anno la bandana dalla testa, e dopo una carriera prestigiosa con l’esordio in Promozione a soli diciannove anni, Nino Mastandrea, alias “Zeccone”, ha cominciato da qualche mese una nuova avventura, come patron dell’Azzurra Città di Terlizzi, nel girone B del torneo di Seconda Categoria. Dopo una stagione tormentata, nel mondo del calcio a cinque, a Mastandrea la proposta è arrivata quest’estate, dopo il declassamento della società terlizzese. “Zeccone”, non ci ha pensato due volte ed ha subito accettato, senza concedere nulla alla retorica dell’ex.

Nino, ha voglia di pensare al futuro e di non guardare indietro. Aria di commozione nella sede della società durante i primi giorni di lavoro, per aver riportato il calcio a Giovinazzo, in Seconda Categoria, quattro anni dopo l’ultima volta della Polisportiva di Folino. “Zeccone”, è quindi ritornato, forse perchè, come già annunciato su un altro cartaceo, il primo amore non si dimentica mai. Forse perchè, lui sul campo polveroso ci metteva davvero il cuore, e quindi non poteva farsi sfuggire questa opportunità. La verità, invece è che Nino vuol riscattare la sua triste storia di un calciatore che ha scosso la testa con il capo chinato, in segno di rassegnazione, convinto di non essere riuscito a sfondare nel mondo del calcio. E adesso vuol riprovarci, dagli inferi della Seconda Categoria e di un ultimo posto, in condominio con quel Real Corato, battuto sul campo di casa. Vuol riprovarci, Nino. Assieme ai suoi amici, Paolo

Depalma, Michele Bottalico, Michele Mezzina, Eliseo Antonaci, Domenico Mastandrea, Vito Minervini e Franco Tridente. Vuol riprovarci, Nino perchè vuol sognare, lui che non ha vinto mai. Dopo essere stato fermo per una squalifica. Ma tre anni sono stati eccessivi per uno che in campo era un galantuomo, un centravanti che sognava di sfondare la porta con il pallone.

Un sogno che, da ragazzini, almeno una volta l’abbiamo fatto tutti. Lui che ubriacava le difese avversarie e lasciava sul posto i senatori dei pacchetti difensivi, s’è gettato nel calcio a cinque. È durato solo un anno l’idillio con i Delfini, nel torneo di C/ 2, lui che in un triennio aveva pronosticato l’arrivo in serie C/1, forse per ripartire dal basso con una squadra biancoverde sulle maglie e soprattutto in campo. Poi, qualcosa si è rotto. L’Azzurra Terlizzi è retrocessa in Seconda Categoria, e l’opportunità, Nino non se l’è fatta sfuggire. E così, nei tre mesi più caldi dell’anno, ha realizzato una nuova realtà, con Andrea Cipriani in panchina. Le tante sconfitte, troppe a dire il vero, le dimissioni del tecnico e l’arrivo di De Tommasi prima e Depalma dopo. Ma a gennaio si cambierà ancora con l’arrivo di un nuovo allenatore, a cui Nino chiederà di conquistare la salvezza. Perchè Nino è un sognatore del pallone, uno che non è mai arrivato al tra-

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guardo che si era prefissato. Ma adesso, vuol sfondare. Non la porta con il pallone, nelle vesti di calciatore. Ma riportando il nome di Giovinazzo in alto, nel giro di qualche anno. Nelle vesti di patron, lui che il mondo del pallone non l’ha abbandonato mai.

SOLUZIONE CRUCIPUZZLE (pag.47):

«Piatte arrevegghiéte da la mòsque na ié cachéte»

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